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Il

mercato del vino italiano in Cina e procedure di importazione



Il mercato del vino

Dal 2013 la Cina è diventata il primo paese al mondo per consumo di vino, superando
sia la Francia sia l’Italia nella classifica globale. Già nel primo anno di primato, la
quantità di bottiglie di vino rosso stappate nel paese asiatico era di gran lunga
maggiore di Francia e Italia insieme: 1.86 miliardi cinesi contro i 150 milioni francesi
e i 141 milioni italiani.

Le importazioni di vino in Cina coprono solo il 19% dell’intero mercato del vino,
lasciando la rimanente parte alla produzione locale, con Changyu (百年张裕),
Changcheng (长城葡萄酒), Weilong (威龙葡萄酒) e Wangchao (王朝葡萄酒)
in primis.

L’Italia, pur risultando il paese con la maggior produzione di vino nel mondo, fatica
ad entrare ed affermarsi nel mercato cinese. È la Francia infatti la regina dei vini in
Cina costituendo da sola il 45% dei vini importati; seguono Australia (14%), Cile e
Italia (9%) e Spagna (8%).

Il mercato del vino italiano in Cina ha subito nell’ultimo anno un’impennata che lo ha
portato a superare la Spagna e raggiungere il Cile. Già l’anno precedente (2014) le
importazioni di vino spagnolo e cileno erano maggiori rispetto a quelle del bel paese.

La risalita dei nostri vini nazionali fa ben sperare per il futuro, perché il consumo
totale di vino, bianco o rosso che sia, è in continuo aumento. E’ compito delle aziende
vinicole italiane riuscire far comprendere alla Cina, più grande consumatore di vino,
la qualità, la storia e la particolarità del vino italiano.

Sicuramente un cambio nelle logiche di esportazione deve essere preso in
considerazione dalle aziende italiane che, come i dati dimostrano, non sono
competitive in un mercato prospero e allo stesso complicato come quello cinese.

Distribuzione

Il distributore di vino in Cina è un attore chiave ed è per questo che è molto
importante sceglierlo dopo aver ben valutato la concorrenza. Ricordiamo che in Cina
non tutti gli importatori sono distributori, vi sono infatti numerosi grandi

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importatori che non gestiscono la rete di distribuzione. Questi ultimi sono di solito
localizzati nella Free Trade Zone dove si trova il magazzino. Allo stesso tempo molti
distributori, non avendo una licenza di import/export, non possono occuparsi
dell’importazione del prodotto e si occupano di distribuzione nazionale,
principalmente locale.

L’importazione di vino avviene attraverso i principali porti del paese: Dalian, Tianjin
e Qingdao per il nord, Shanghai e Ningbo per la Cina centrale, Xiamen e Guangzhou
per il sud del paese.

Quale canale di distribuzione è in maggior espansione?
In Cina, per quanto riguarda la distribuzione di vino, esistono due principali canali di
distribuzione: attraverso grandi o piccoli retail oppure attraverso il canale Horeca
(Hotel Restaurant Catering). I dati degli ultimi anni riportano un forte aumento del
secondo, il quale occupa circa la metà del mercato del vino, con un aumento
esponenziale negli anni.

Localizzazione del consumo di vino

Le città cinesi sono solite essere divise in città di prima, seconda e terza fascia.
Appartengono alla prima fascia città economicamente avanzate, con infrastrutture e
servizi sviluppati come Shanghai, Pechino, Guangzhou (Canton) e Shenzhen. Il
mercato del vino in queste città si presenta sviluppato ma saturo, infatti la
popolazione, anche grazie a stipendi e standard di vita notevolmente più elevati
rispetto al resto del paese, è già stata “educata” ed è molto cosciente dei marchi e
delle caratteristiche del vino, ed è ora alla ricerca di nuovi sapori.

La situazione si presenta diversa nelle città di seconda fascia come Suzhou, Tianjin,
Nanchino, Dalian, Yantai, Dongguang etc., quasi tutte città satellite delle città di prima
fascia. Dotate di un economia in continua crescita e di servizi di anno in anno sempre
più sviluppati, le città di seconda fascia sono attualmente il target di molte aziende,
non solo del settore enologico, grazie ad un mercato di notevoli dimensioni ma
ancora non “educato” e non eccessivamente competitivo. La popolazione conosce la
qualità dei vini italiani o francesi ma non sono ancora arrivati ad una consapevolezza
del prodotto o del marchio.

Si presenta un quadro differente nelle città di terza fascia. In queste aree non esiste
competizione in quanto viene consumato, anche se in dosi decisamente inferiori
rispetto alle città di prima e seconda fascia, solo vino cinese. Ciò avviene per due
motivi principali: il primo è sicuramente la differente condizione economica della
popolazione che non può permettersi vini importati; il secondo invece è individuabile
nella difficoltà e il costo di promuovere il marchio a causa della “non educazione” del

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mercato che, prima di conoscere il singolo marchio italiano, ha bisogno di essere
consapevole della qualità generale del vino italiano.

Procedure per l’importazione del vino:

1. Trovare il partner commerciale cinese
Per poter esportare prodotti in Cina, è necessario lavorare a stretto contatto
con l’importatore, il quale deve necessariamente essere in possesso di una
Business Licence che permetta l’importazione di vino .
Oltre alla Business Licence, per poter lavorare con le dogane sono necessari
documenti aggiuntivi:
 Personal Customs Certificate (报关员资格证书)
 Company Customs Certificate (中华⼈⺠共和国海关报关企业报关注册
登记证书)
 Personal CIQ certificate (报检员资格证书)
 Company CIQ certificate (代理报检单位注册登记证书)

I documenti sopra citati sono ottenibili solo da soggetti fisici e giuridici cinesi
ed in genere la maggior parte dei distributori cinesi ne è già in possesso,
coloro i quali non ne sono in possesso hanno la possibilità di “noleggiarli” da
terzi.

Molto spesso l’importatore richiede dei campioni prima di procedere
all’importazione vera e propria. Dal momento che l’esportatore non sta ancora
esportando ufficialmente il vino in Cina e dunque i suoi prodotti non hanno
ancora completato la procedura di “domesticazione”, potrà solo inviare
campioni senza alcun valore commerciale.

La quantità di campioni non può eccedere tre bottiglie con capacità tra 50 e
750 ml. Se il campione riceve l’approvazione dell’importatore, si può
procedere con la stipula del contratto. Ricordiamo che, prima della firma del
contratto, è sempre necessario effettuare un’accurata due diligence del partner
commerciale .

Di fondamentale importanza sono le condizioni di trasporto stabilite, i
cosiddetti incoterms: in Cina i più frequentemente usati sono CIF e FOB.

2. Registrazione presso l’AQSIQ


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Dopo aver firmato il contratto con l’importatore, è richiesta la registrazione
dell’esportatore e dell’importatore presso la “General Administration of
Quality Supervision, Inspection and Quarantine of the People’s Republic of
China”, meglio nota come AQSIQ. La registrazione, obbligatoria, può anche
essere effettuata online tramite il sito http://ire.eciq.cn .




3. Etichettatura
Tutte le bevande alcoliche devono essere etichettate in accordo con gli
standard cinesi1. Nel caso del vino, gli standard sono GB7718‐2011 per
prodotti alimentari pre‐imballati e GB10344‐2005 per bevande alcoliche pre‐
imballate. La legislatura cinese richiede sia l’etichettatura originale sia una
versione cinese. Alla prima importazione in Cina sarà necessario preparare e
registrare una versione elettronica presso la CIQ (China Inspection and
Quarantine) del porto di arrivo. In seguito, si dovra’ preparare la traduzione in
cinese dell’etichetta originale per poter ottenere la conformita’ di standard da
parte del CIQ. L’importatore cinese sarà sicuramente in grado di aiutare
l’azienda a conformare la propria etichetta con gli standard cinesi. Una volta
approvato e registrato, l’azienda produttrice dovrà procedere con lo
stamprare l’etichetta. A causa dei numerosi standard da riportare, si
suggerisce di stampare l’etichetta in una copisteria associata con la dogana o
la CIQ. L’applicazione dell’etichetta sulle singole bottiglie sarà poi effettuata
dall’importatore cinese dopo i dovuti controlli da parte delle autorità
competenti.

4. Trasporto
Il trasporto è di solito gestito da un agente locale associato o connesso con una
compagnia di trasporti di più grandi dimensioni. L’azienda di trasporti
consegnerà la merce al porto cinese d’ingresso. La responsabilità delle merci
durante il viaggio dovrà essere definita tramite gli incoterms,
precedentemente concordati.

5. Controllo documenti e dogana
Una volta spedita la merce, sarà necessario trasferire all’importatore copie di
tutti i documenti riguardanti il trasporto e la dogana. Alcuni dei certificati
richiesti sono:

1 GB standards (国标 guóbiǎo) sono standard nazionali cinesi rilasciati dal SAC (Standardization Administration of China), il
Comitato Nazionale Cinese del ISO e l’IEC. Tutti gli standard contrassegnati con GB sono obbligatori, mentre quelli espressi con
GB/T sono solo consigliati (推荐 tuījiàn).

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 Certificato sanitario e di origine (Country of origin and health
certificate);
 Ingredienti o report dell’analisi del prodotto (Product ingredients list or
product analysis report);
 Documento di registrazione del prodotto e approvazione della vendita
(Registration document of the product and approval for the sales of the
product);
 Packing list;
 Fattura (Invoice);
 Contratto (Contract);
 Polizza di carico (Bills of loading).

E’ molto importante ricontrollare che le informazioni siano esattamente le
stesse su tutti i documenti, i quali saranno poi inoltrati dall’importatore
all’agente che aspetterà l’arrivo della merce. Una volta arrivata, l’agente dovrà
svolgere tutte le funzioni velocemente per ridurre al massimo il tempo di
attesa in dogana della merce. Una procedura più rapida avviene soprattutto
per i prodotti deperibili come il vino. Si ricorda anche che il tempo di
stazionamento gratuito in dogato è alquanto limitato.

6. Controllo merce e rilascio del “commodity inspection’s sheet”
Non appena la merce sarà arrivata al porto, e una volta ottenuti tutti i
documenti necessari, l’agente reclamerà la merce a nome dell’importatore.
Sarà la Dogana a notificare l’arrivo della merce alla CIQ che procederà con il
test dei campioni prelevati da ogni container. Il costo dei controlli sarà
completamente sostenuto dall’azienda esportatrice. Il vino dovrà conformarsi
agli standard cinesi GB15037‐2006. Una volta superato il test, la CIQ rilascerà
un “commodity inspection’s sheet” alla Dogana, che, dietro pagamento di una
piccola spesa, sarà ceduto all’agente. E’ in questo momento che le etichette
vengono poste sulle bottiglie.

7. Pagamento tasse doganali
Nel momento in cui il “commodity inspection’s sheet” viene trasferito, la
Dogana imporrà i dazi doganali, l’IVA e altre tasse. Saranno gli incoterms
precedentemente stabiliti a decretare chi dovrà farsi carico di queste spese.
Dopo aver ricevuto il documento di autorizzazione doganale, l’importatore
potrà ritirare la merce depositata nel magazzino doganale. Una volta
accertatosi che tutte le bottiglie siano state opportunamente etichettate,
l’importatore sarà dunque in grado di poter recapitare il prodotto al cliente
finale o al distributore.


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