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MORBO DI ALZHEIMER

L'Alzheimer è la più comune forma di demenza diffusa nella popolazione anziana che comporta
una progressiva perdita delle funzioni cognitive e della memoria. E' una malattia
neurodegenerativa che è stata scoperta nel 1906 dal neuropatologo tedesco A. Alzheimer. Essa si
manifesta con più frequenza intorno ai 65 anni, ma può colpire anche persone più giovani (45-50
anni). Sono più soggette le donne e le persone a bassa scolarizzazione, il decorso è variabile e può
andare dagli 8-15 anni. Le cause esatte della malattia non sono note ma si sa che i sintomi sono
dovuti a una notevole riduzione dei neuroni corticali dell'ippocampo, la cui morte è causata
dall'accumulo di una proteina, la beta-amiloide, in alcune aree del cervello, dove si formano le
placche senili. La proteina beta-amiloide è sintetizzata da un precursore chiamato APP, il cui gene
si trova nel cromosoma 21. Di solito l'APP viene eliminato dagli enzimi detti secretasi, creando
prodotti non tossici, nel caso della malattia non viene eliminato. Si ha anche una notevole
riduzione del neurotrasmettitore acetilcolina. La predisposizione genetica sembra essere l'ipotesi
più concreta con il coinvolgimento dei cromosomi 1, 14, 21 e 10.
L'Alzheimer viene classificato come demenza primaria (le demenze primarie non hanno una causa
conosciuta, mentre quelle secondarie sono causate da altre patologie, es patologie vascolari,
infettive, Parkinson) e si sviluppa in tre fasi:
• prima fase; il soggetto manifesta un lieve disorientamento spaziale e temporale, con
perdita della memoria a breve termine. Il soggetto in questa fase è consapevole delle sue
difficoltà e questo genera depressione e/o ansia;
• seconda fase; il soggetto inizia a perdere la memoria autobiografica e può accadere che si
possa perdere nei pressi di casa (wandering). Non riconosce le persone care e la sua
autosufficienza inizia a diventare sempre più precaria;
• terza fase, è completamente dipendente dagli altri con compromissione della mobilità. La
memoria a lungo termine è compromessa, come il linguaggio e la comprensione.
Il soggetto muore a causa di patologie legate alla sua condizione di estrema fragilità (infezioni
respiratorie, problemi cardiaci, ecc..).

Diagnosi probabile, si può avere attraverso specifici test per la valutazione delle funzioni cognitive,
il più indicato è il “mini mental state examination”. La diagnosi certa si ha post mortem con
l'individuazione delle placche senili all'interno della corteccia cerebrale (ippocampo).

Interventi, con farmaci come la tacrina e donepezil, con la funzione di rendere più disponibile
l'acetilcolina a livello celebrale. La ROT è un intervento di tipo riabilitativo per potenziare e
mantenere per quanto possibile le capacita cognitive e mnemoniche del paziente.

Assistenza: l'UVA sono centri di neurologia specializzati che, una volta valutato i bisogni, i vincoli,
le risorse della persona, sulla base della diagnosi patologica, diagnosi funzionale, e un attenta
valutazione del contesto socio ambientale, svilupperà un Piano Assistenziale Individualizzato (PAI).
In seguito, a seconda dei casi, si potrà ricorrere a forme di Assistenza Domiciliare Integrata o a
centri diurni, strutture che prevedono specifici interventi nell'interesse del soggetto per
mantenere e potenziare le abilità residue. Quando non è possibile provvedere con interventi
domiciliari si ricorre all'inserimento nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

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