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Inside Out e l'importanza delle emozioni

Inside Out è un cartone animato prodotto dalla Pixar e rilasciato dalla Walt Disney nel 2015. La
commedia animata esplora la mente dell'undicenne Riley Andersen, in cui risiedono cinque
emozioni personificate, che diventano effettivamente personaggi integranti nella storia: Gioia, che
le garantisce la felicità, Paura, che la tiene lontana dai pericoli, Rabbia, che le impedisce di subire
ingiustizie, Disgusto, che ha il compito di mantenere integra la sua personalità, e Tristezza, che
entra in gioco solo quando le succedono cose negative. Queste guidano ed accompagnano la
ragazzina mentre affronta i cambiamenti tipici della preadolescenza.
Il messaggio principale che i produttori vogliono trasmettere mi ha colpita così tanto da diventare
cardine del mio percorso: un mondo perfetto ed idilliaco in cui tutti sono costantemente felici non
esiste, ed è proprio la coesistenza e varietà delle nostre emozioni che ci permette di vivere appieno e
ci rende capaci di affrontare anche i momenti più difficili.
Proprio per questo ho deciso di collegare le principali emozioni citate nel cartone animato alle varie
discipline.

Disgust: “Dubliners” by James Joyce (Inglese)

Regarding the feeling of Disgust, I've decided to focus my attention on Joyce's collection of short
stories “Dubliners”, that shows the extremely unique relationship the author had with his
hometown, Dublin.
He found the city very limiting, with a stuffy and oppressive atmosphere: it was like a labyrinth,
that represented man’s limitation.
In this work, we can see how he considered the Dubliners “dead in life”, spiritually dead: in fact, a
main theme is the deep sense of spiritual paralysis, but also of claustrophobia, because the city was
populated by narrow minded people that didn't have the courage to face the future and change,
accepting everything passively because of conventions, traditions and religions, that were for them
a sort of prison.
The Dubliners' short stories are linked to the past, with realistic elements, an omniscient narrator
and not a very mature style, since when he wrote it he was very young.
Considered a sort of anticipation of Modernism, it contains symbols, the stream of consciousness
technique and the idea of epiphany, an immediate realization, sudden manifestation, and mental
clarification: due to a music, a smell, anything that reminds us of a previous experience, we realize
what we have to do.
The main themes are death, disease and, of course, physical and spiritual paralysis. He describes it
through four different moments of our lives: childhood, adolescence, maturity and public age; he
wanted to show that no one could escape the paralysis.
The last story is “The Dead”, that explains that the real dead people are still more alive than the
living ones, as they're able to make the living people feel something.
Paura: La guerra in trincea (Storia)

Il sentimento di paura, panico e terrore, può essere ricollegato alla terribile guerra di trincea della
Prima Guerra Mondiale. Quando i vari governi europei decisero di scendere in campo, tutti erano
convinti che si sarebbe trattata di una guerra veloce. Invece, dopo poche settimane, i diversi fronti
europei iniziarono ad scavare centinaia di chilometri di trincee, dal nord della Francia fino
all'Europa orientale, nell'attuale Polonia e nei Balcani. Questi lunghi corridoi, profondi poco meno
di due metri, comparvero da subito anche sul fronte italiano, in pianura, sull'altopiano carsico e in
alta montagna, in mezzo alla neve. Nonostante il Governo Salandra e il generale Luigi Cadorna
avessero dimostrato uno straordinario ottimismo, il 24 maggio 1915, la guerra assunse le stesse
caratteristiche del resto d'Europa.
La Guerra di Trincea era diversa dalle altre guerre perché coinvolse non solo gli eserciti, ma anche
le popolazioni civili. All’inizio la Trincee erano delle semplici posizioni difensive per ripararsi dagli
attacchi del nemico, ma in seguito si trasformarono in veri e propri quartieri, protetti da reticolati di
filo spinato. Chi combatteva in trincea subiva sia il logoramento fisico che quello morale: i soldati
non ricevevano il cambio per settimane, erano esposti a tutte le intemperie del tempo e venivano
trattati con arroganza e puniti severamente dai loro superiori. Gli ospedali erano lontani e i malati
venivano trasportati con carretti trainati da muli. Solo in seguito vennero posti in prossimità piccoli
ospedali sotto forma di tendoni, dove i chirurghi si muovevano per effettuare i loro interventi.
Moltissimi uomini, però, a causa delle scarse condizioni igieniche, contraevano il tetano. Si
diffusero malattie come il tifo, la tubercolosi e il colera.

Dégoût: “La nausée” de Sartre (Francese)

Le sentiment de dégoût est amplement décrit dans “La nausée”, le premier roman de Jean-Paul
Sartre, publié en 1938. Il prend la forme d’un roman philosophique et existentialiste dans lequel
Sartre traduit le mal de vivre de ceux qui ne savent plus le signification de l'existence. Il est presenté
comme un journal intime écrit par Antoine Roquetin, 33 ans. Il persuit des recherches historiques à
Bouville. La ville inspire des malaises au narrateur: il decouvre la nausée, le dégoût de l'existence.
Tout lui semble absurde et ses recherches lui semblent out d'un coup vaines. Il retourne à Paris et
abbandone l'histoire pour se consacrer à la literature: il reussit à faire un oeuvre d'art en raccontant
sa vie, trouvant da propre justification.

Paura: I Terremoti (Scienze della terra)

Il sentimento della paura può essere anche collegato al fenomeno naturale dei terremoti, da sempre
causa di devastazione e sgomento.
I terremoti sono assestamenti improvvisi della crosta terrestre. Essi sono provocati da spostamenti
di massa rocciosa nel sottosuolo, generati da forze tettoniche; queste agiscono direttamente
dall'interno, partendo dall'ipocentro, che è posizionato sulle faglie, delle fratture della crosta. Dalla
faglia si generano le cosiddette "onde sismiche", che si propagano in tutte le direzioni e si
concentrano maggiormente sull'epicentro.
Un terremoto si verifica quando due placche tettoniche si "sfregano", causando i "terremoti
d'interplacca". I terremoti che si verificano per riassestamenti tettonici ed in luoghi lontani dai
margini delle placche sono decisamente rari.
Tristezza: "X agosto" di G. Pascoli (Italiano)

La tristezza può essere ricollegata alla lirica del Pascoli "X agosto", che tratta uno degli
avvenimenti più dolorosi e significativi della vita del poeta, che segnerà io suo "io" interiore e la sua
produzione letteraria: la precoce morte del padre.
La poesia fa parte della raccolta "Myricae", cioè tamerici, una pianta molto comune: per questo i
temi affrontati sono umili e modesti.
Il titolo non è di natura casuale: di fatti, il 10 agosto è proprio la data che segna la misteriosa morte
del padre. Ma questo giorno d'estate è anche quello in cui cade la "Notte di S. Lorenzo", conosciuta
anche come "notte delle stelle cadenti" che rappresenterebbero le lacrime del santo: Pascoli fa
combaciare questi due avvenimenti collegando il "pianto di stelle" al suo lutto familiare.
Nella prima strofa Pascoli si rivolge direttamente al santo, mentre nelle quattro successive parla
prima della morte di una rondine e poi di quella di un uomo, probabilmente il padre del poeta.
La rondine della poesia si prende cura dei suoi piccoli, che necessitano si lei per vivere e
sostentarsi: quando l'animale decede, giace con le ali aperte, quasi come se fosse in croce, per
simboleggiare l'ingiustizia della morte e l'innocenza.
La descrizione della morte del padre è analoga: l'uomo si sta recando "al nido" portando due
bambole in dono alle figlie. Quando viene ucciso, chiede perdono per i peccati commessi e rivolge
le bambole al cielo, così come la rondine rivolge al cielo il becco aperto contenente il cibo per i
piccoli: il cielo, però, in quel momento è troppo lontano per ascoltare le preghiere di un uomo
innocente. Nella parte finale il suo dolore viene paragonato a quello del mondo intero: la serenità
divina reagisce passivamente alle ingiustizie terrene.

Rabbia: “La aurora” de F. García Lorca (Spagnolo)

La rabia es un sentimiento que marca la composición poetica lorquiana que lleva el titulo “La
aurora”. El poema forma parte de “Poeta en Nueva York” y fue escrito durante el año en que el
poeta vivió en la ciudad, describida por él mismo como “Geometria y angustia”.
Lorca disprecia la injusticia, el poder del dinero y la crueldad de la ciudad: por eso podemos
encontrar en el texto algo de protesta social.
El estilo es surrealista, con lenguaje onirico y metáforas, y el versiculo, osea el verso irregular,
representa la máxima espresividad de su sentimiento de rabia.
La aurora representa la personificación de la esperanza, que resulta estéril: entre imagenes
incoherentes de la ciudad, el lector percibe angustia y suciedad y comprende la natura infernal de
Nueva York. En la última parte del poema, el poeta describe las terribles consecuencias de la
exagerada industrialización de la ciudad, que representa un lugar donde todo es perdido.
Gioia: Schopenhauer e la vana ricerca della felicità (Filosofia)

La gioia può essere collegata vana ricerca della felicità che secondo Schopenhauer l'uomo è
condannato a compiere, per poi arrivare a scontrarsi con la sofferenza. Il filosofo, ponendosi la
domanda “Che cos'è il mondo?” rintraccia con la sua risposta una duplice prospettiva: per la scienza
il mondo è rappresentazione, quindi non è possibile conoscere la verità in se stessa ma soltanto le
nostre percezioni di essa; la rappresentazione rappresenta quindi un mondo onirico de ingannevole,
un “velo di Maya” che può essere superato solo attraverso il nostro corpo. Ecco che entra in gioco
la seconda prospettiva, quella filosofica, che ci dice che il mondo è volontà di vivere: infatti il
soggetto corporeo, oggetto tra gli oggetti, manifesta una forza che sfugge dal determinismo
fenomenico, appunto, la volontà, che essendo l'essenza della nostra esistenza, rappresenta l'essenza
di tutto il mondo fenomenico, il noumeno, la cosa in sé. La volontà segna tutto ciò che facciamo,
ma, soprattutto, ci spinge a potenziare la nostra vita e viverla al massimo: l'uomo, quindi, continua a
cercare senza sosta la felicità, incombendo nel dolore e nell'inquietudine. Il piacere è così fugace
che rappresenta un intervallo tra un dolore e l'altro. La noia entra in gioco quando la nostra ansia da
desiderio si placa un po', e può essere descritta come una costante sensazione di vuoto: la vita è un
continuo oscillare tra dolore e noia, tra cui troviamo il fugace appagamento del piacere.

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