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cL ay 2 e 2/ ) CENTRO DI ELETTRONICA E TELECOMUNICAZIONI - oP ae SEZIONE DI NAPOLI Ing. 0. Bueci : INTRODUZIONE ALLA MECCANICA QUANTISTICA Anno 1967-68 LUDICE cAPITOLO f CRENADECUATEZZA DELLA DESOREZIONE CLASSTCA DELLA WATURA tL, Le caratteristiche fondamentali della fisica classics -+- pag» > [= 2. {principio ai causalita - mare T- 3. [1 problema delle descrizione degli oggetti non osservati "¥ T- 4. Analisi ai un esperimento di inte. terenze ~ "5 1-5. Conclusioni cee eeceeneennecseeses eT CAPITOLO IL TL FORMALISMO MATEMATICO DELLA MECCANICA QUANTISTICA, 10 TI- 1. Spezio di Hilbert ++ wens It- 2. Operatori lineari -+-- pees] Tie 3. Algebra e analisi degli operatori - 1-4. Gli operatori pill importanti delle meccanica quantistice "“ 1T [i-5. Autovelori ed autovettori. Decomposizion” spettrale degli operatori or-++++ eqeneer M19 Tre 6. Le notazioni di Dirac +++reeenersreeree walk TI Ts Teoria delle rappresentaziond ~-+++++++ "29 cAPITOLO IIT ce TOEMULAZIONE: FISICA: DELLA MECCANTCA: QUANTISTICA: 1 postulati fondamentali delta: meccanica: quantistica. --+- page 33. TiAl 11-2. Prime conseguenze dei postulati: ---- 35 III-3. Le relazioni di incertezza. +: " ho ItI-kb, Le-equazioni del moto " 43 T1T-5. Le costruzione dello spazio degli stati... "55 TIT-6. I teoremi ai invarianza e conservazione= ++++++: .* 60 caxprio1o IV - LE RAPPRESENTAZIONI. DELLA TEORIA. ‘L'APPROSSIMAZIONE CLASSICA Ty. Definizione di rappresentazione - = Page 10 ty 2. ba neccanice ondulatoria. ‘y- 3. Cenno ed eltre reppresentazioni -.++ Te classico della mece a quentistica . Limit CAzETOLO v TEORIA DELLA MiSURA. LA NATURA DECL; I INSIEMI STATISTICI DELLA MECCANICA ANT ST ICA. Il concerto ai misura . V~ 2, Ie misurezione in meccanica quanvistica ..... Sli insiemi statisrici della nece, anica quantistica: casi puri e casi misti . V- 4. Conclusioni: il probl ema della misurazione in meccanica quantisrica .... Bibliografia ... am CAPITOLOT L'INADEGUATEZZA_ DELLA DESCRIZTONE CLASSICA DELLA NATURA Tel. Le caratteristiche fondamentali della fisica classica. La fine del secolo scorso pud considerarsi l'apogeo di quella che va oggi sotto. il nome di "Fisica Classica": in pratica tutti i fencneni macro— scopici a quel tempo noti erano stati ricondotti con successo nell'anbito i una visione generale di grande coerenza ed unit, basata sui concetti di radiazione e materia, quest 'ultime concepita come insieme di costituen- ‘ti elenenteri conformemente alla dottrina atomistica. Quando percid,. al principio del secolo,. cominciarono ad esser disponi- Dili in masse sempre pil copiosa dati e fenomeni interessanti i costituen- ti ultimi delle materia,. fu naturale cercare di inquadrarli nell'ambito della stessa vision. Fin dall'inizio perd,, per gli stessi fenomeni pit semplici.(rediezione del corpo nero, effetto fotoelettrico, effetto Comp- ton, etc.etc.) si rilevd L'impossibilité di conseguire lo scopo senza una modifica profonde: di alcuni dei concetti fondamentali delle visione classi- It lavoro ai costmuzione 4i. una. nuova: visione,, cui. parteciparono. tutti ents Sy z maggiori fisici. delim prima metéi del. nostro: secolon dard. quasi_un trenten, aio ¢ porté alle formlazione di una. nuove teoria,.. la Meceanica. Quentisti- cas, che,. per- quanto: ovviamente- nom: definitive: (oggi- siamo-con ogni. probabi- Tit& alle soglie ai-une nuova profonda revisione), permette di inquadrare im un insieme: organico un'enorme quantita di fenomeni. del mondo atomico. EB! quasi superfluo,. ma: forse importante, notare: subito che essa si riduce alle meccanica classice: quando si passi dal mondo microscopico’ quello ma— exoscopico. Im questa primo: cepitolo ci proponiamo di enalizzare,, soprattutto dal punti di viste concettuale, le: differenze fondementali tra-le-visione-clas— sica ¢ quella quantistica;, ovviamente- alcune- affermazioni. troveranno. 1a. 1o- re Giustiticezione: im Seguito,, ma.ci senbra. opportuno: affrontare: subito: il ‘aspetts: y Formals: delle: teorie oscuri problema onde- evita are E-periccdo: ‘che: mente moditicati nella visione quantistica: essi sono il principio ai cau- Salita e quello delle descrizione degli oggetti non osservati; i prossini due paragrafi saranno appunto dedicati all'analisi ai tali concetti. Tee, Di_principio di causalita. TL principio ai causalit&, alle base del determinisno della fisica classica, pud brevenente enunciarsi nel seguente modo: "Dato un sistema fisico in un certo stato Ae le leggi che lo governano, Levoluzione del sistema & univocemente determinata", * principio ora enmciato va brevenente comentato, Tnnansi tutto si Roti che esso postula l'esistenza di leggi fisiche governanti i fenoneni; quest'acounzione non 2 perd peculiare alla fisica classica, ma 2 del tutto generale: senza di essa non si fe fisica. . Ua secondo punto assai importante 8 il seguente: @ chiaro dalla sua formlezione che il principio esige.1a conoscenza.esatta dello stato A del sistema, cio®, se gli. stati. sono: caretterizzat: - des um “certo. insieme di 2 grandezze-o-parametri- fisici;, & richiestal Joris brevenente: possieno. dire che’ it ‘grinelpio, nelim foram. en emunciata, ri_ aeeiare garde: stati cosidetti. " punto ai stato A, noto com uns. certa precisione,, esiste una date probabilita che ad. un istante successivo il sistema sie in uno stato By. certa precisione.. Ghe significato ha allora, da un punto ai vista: operativo, il determi nismo della fisica classica? Semplicenente: che, pur di caratterizzare in naniera sufficientemente precisa lo stato iniziale A, aumentando il numero ai parametri che lo individuano e Yessttezza con cui questi wltimi son co- nosciuti, 1'implicazione di probabilita. precedentemente vista pud rendersi Prossima come si vuole alla; certezza. Le: possibilitaidi effettuare in ogni caso, almeno concettualmente,, un processo di tal genere costituigce una del ie caratteristiche fondamentali della fisica classica- Ora, condizione es— Senziale: perché il suddetto. processo sis. possibile & che i velori simite~ Bek di tutte le: grandenze tisiche del. sistema considerate: sianc misurabili com precisione grande a piacere:se le leggi che regolana i fenomeni: atomici. fossero quindi tali da comportare delle-relazioni tre i valori contempora— nei delle grendenze fisiche,, che < eterminanc io: ‘stator d el sistems,, relazio— ese ni implicanti in particolare una limitazione sulla precisione con cui qual- cuno di essi 2 misurabile, tutto quanto detto precedentemente cadrebbe, con una. conseguente rimuicia al determinismc, almeno nella sua forma classica. |Orbene cid 8 esattamente quanto si verifica: 1a limitezione alla precisio- jne con cui son. misurabili alcune coppie di variabili fisiche (1e cosidette \variabili coniugate) 8 espressa dal famcso principio di indeterminazione 4i Heisenberg. Vedremo ‘a. suo tempo-che il principio ai indeterminazione 8 conseguen- za dei postulati fondementali della meccanica quantistica, e ne esaminere- mo pile fondo il significato. Ore. conviene piuttosto esplicitare un punto abbastanze importante. Si dice.a-volte che il principio ai indeterminazione @ una conseguenza | della perturbazione dell'oggetto misurato. dovuba all'operazione stessa di misura: presa in senso letterale quest'sffermazione-& inesatta. Anche in fisice classice infatti esiste una perturbazione dovute slle.misura, pur non essendovi_alcun principio ai Heisenberg: L'essenza: della: questione ri. guarda:invece,,com'@ naturale, le differenza delle: le fisiche nelle due _Mentre im fisica classica & infatti concepibile,. dat ‘une conoscenza, ||& quest'ultina,, che & conseguenze: delle: strutture: stessa os | Suantistica,. ad: implicare: che 1a-misura provochi. una perturbazione non_com- Dlebamente prevedibile, neanche im principio, tale che esse. stesso. sia sod~ disfatto.. Che restaallora in questo ambito del principio di causalitat Antici— Pamiéo alcune cose. su. cui ritorneremo; a lungo possiamo esprimere brevenen— tela: situazione nel modo. seguente: le strutture: delle meccanica. quantisti. om & tale-che-1a.migliore: conoscenzm possibile dello_stato- di um sistema: nom. determina. univocamente: i valoré: di: tutte: le grendezze: fisiche del si— stems steisa;, ma: solo, im generale, Le probabilit® com. eui: possono trover— " si.certi. valori: in seguito ad.une.misura: in altre: parole: Ini.state.det si stema: ¥ determinato nom dai. valori_ che assumona..certe: grandezze: ma. da di— ~sieme degli eventi cost intesi’ costitui’ -4e Secondo leggi strettamente deterministiche; 8 solo da quest ‘ultimo punto di vista che si pud parlare, in un senso allargato, di causalit&. Si noti co- me la situazione sia assai simile a quella della meccanica statistica clas- sica: la differenza fondamentale & che 12 1a statistica 8 una conseguenza della nostra ignoranza dello stato effettivo del sistema, mentre ora viene ad essere un aspetto ineliminabile dello stesso mondo dei fenomeni. 1-3. IL problema della descrizione degli oggetti non osservat: T presupposti fondamentali di ogni dottrina fisica sono quelli che, con parola lata, possono chiemarsi “eventi".. Sia esso L'asservazione dell'indicazione ai uno strumento di misura, delle posizione-di un pieneta o il risultato di un qualsiasi esperienza o misurazione,, L'evento fisico.& sempre essenzialmente un fatto macroscopico: quando, cone avviene in fisica atomica, ci si riferisce ad eventi® (ad esen- pio la disintegrazione di un nucleo)’ che per loro natura. non’ sono diretta— + 080° intanto- F 1ecito im quanto il loro: legame: con effetti macroscopiéi. direttanente Ssscevebili. (ad esempio le tracce di nebbie in una camera. di. Wilson), & cost dixetto da. "permettere. il: passaggio dagli uni agit. ait: ‘sce quello. che: pud" chiamarsi® #1 man— senze: aloune: ambiguit@: L'in— ““Gc: dei fenoment;. Dato iI mondo aéi tenomens,, qual'8: it compita, delta’ tisica? ~iétenendosi. ad. un punto di vista: strettamente operetivo,, pud’ rispondersi. che- iL compito della fisica & 1a ricerca ai 1egami tre. i. fenomeni,, onde“ Zornire della regale (Ie "Ieggi fisiche") che permettono,. noti certi® fenomeni. (cio& dati i rioultati ai certe misure) di prevederne altri (cio8' ai prevedere il risultato di altre misure). 1 fisico perd non si attiene,. generalmente, ad un programma cosi’ strettamente ortodosso, egli cerca-anche-di-avere una vi— sione globale del mondo dei fencmeni edi spiegare-gli eventi in termini. ai concetti e modelli unificatori.. Questi concetti e modelli costituiscono quelli. che possiamo. chianare eli oggetti fisici.. In questa: sua opera: iI fisico’ si: trova’ inmediatanente @ifronte alla necessit& di rispondere alla. seguente admanda: che-ne"8 degli cggetti tre un'osservazione-e l'altre, ovvero, qual'S il comportamento de— @Li oggetti: non: osservatit 2! questo: it probleme: delle-deserinione degli. © yeasett non osservati- Cen possibine: isposte atte aomind ‘precedente- ci: -5- la che chiamereno un'interpretasione esauriente, in contrapposto all'inter- pretazione restrittiva del fisico strettanente ortodosso. Converra 2 questo punto fare un. semplice esempio. Supponieno di guardare un albero, e di vol- gere. poi.la testa altrove;. ci. chiediamo:cosa-vediemmo se guardassimo di nuo vo nella direzione precedente? Le leggi.delle fisica ci permettono ai ri- spondere che vedreno di nuovo L'albero, e che lo rivedremo ogni volta che — ripeterem idesperienza. Deba questi fenomeni, cerchiama di introdurre degli interfenomeni. 1 — modo pill ovvio ai fare cid. 8 di dire che 1'albero rimane al suo posto anche quando non lo.guardieno. La cosa. sembra cost naturale: da essere addiritture anale: riflettendaci.un pd.perd si vede che nulla ci vieta di pensare che L'albero ricompaia, ogni volta che lo guardiamo,o che quando non lo guardi: mo si sdoppia in due per poi riunirsi quando lo guardiamo etc.etc. Purch? sia rispetteto-il mondo dei fenomeni ciod, esiste un'infinita ai descrizio— ni. equivalenti per gli interfenomeni- - Che cose: ci fa ritenere. "vera" allcra.la prima delle nostre descrizio— nit Ii fetta, che essa.sola,.tra tutte. quelle eqhivalenti, soddisfa 1a con— — "“~ Gizione che le,legai fisiche. siano le stesse e per gli oggetti osservati che quelli_nom osservati:. una, deserizione: che ‘sodaisti questa. condizione si : ‘ - lggies:, pilh-venm delle.altre. IL fatto, versmente importante & che esista,. in: certo insieme di descrizioni equivatenti,, una descrizione. normale: tale esistenzanon. yud.che essere accertatat empizicanente. Nell'anbito ai vali— ~ dita delle tisice: classica Lesperienze: ci: dice: che uns. descrizione normale: esiste, ed ilmondo degli interfenomeni si rivele dotato ai una: struttura. — _ semplice;. nel campo delle fisica.stomice invece una tale semplicita non e— siste,¢ 1'introduzione, nel mondo degli interfenomeni, ai una. certe descri— zione- porta. inevitebilmente a. delle anoualie, come vedremo: 8 questa la ra— gione: fondamentale del famosq dualismo cnda-corpuscolo. _Z-k.. Analisi dium esperimento di interferenza, Per- cliarire:il- problema. della descrizione- degii: oggetti nom osservati nel. caso: delim fisica: atomica,. conviene considerare:.1'esperimento schemati— o> Fig. I-1. A @ una sorgente di luce, D um diaframma con due fenditure, B eB’, S uno schermo;, L"insieme costituisce il nostro apparato. Consideriamo ora il se- guente esperimento: dopo aver chiuso uno dei diaframmi, ad esempio BT, os- serviamo Ia distribuzione su 5 delle luce: clie 8-passata attraverso 5. Operando con un'intensita ai a’ sufficientemente bassa. noteremo: che L'illuwinazione di $ ha carattere discontinuc, sotto: forma:.di- una. successio ne di Tampi Iocalizzati; se S:8 1a superricia é ai "una Vastra: fotografica,. prolungando-I'esperimento; “otterremmo”su ai éisa 1é% ‘familiari frange di in— ~ terferenza. Dati questi fenomeni. vediamo’ comer si Spud introdurre une: descri— tione degli interfenomeni. Possianc,“in’prinéhidgd |, edottare-un"interpre— tazione ondulstoria: 1s propegazione: delta“iucesar’: aflore"cousiderata un fenomeno ondulatorio ¢ Is” presenza di frangerdi interférenza. evra! un'ovvia. giustificezione;. a: presenza ai lampi. sullo: scherma. richiéde- pérd. che i1 fenomeno che stiamo considerando,. eio3“1"arrivo ‘delIonde: sulle échermo,. sia spiegato da un meccanisno completamente: diverso;“richiedente in particolare L'istantanea concentrazione del. fronte d!onda~in-un- ‘punto; le Leggi che regolano i fenomeni e-gli interfenomeni risultano perciddel tutto diverse: al pari delcaso dell'albero sdoppiantesi precedentemente- esaminato,. 1'inter- pretazione ondulatoria: non d& quindi, per- quest esperinento, una descrizio— ne normale, a Se adottiamo invece un! interpretazione: corpuscolare, 8 imnediato vede- ve che la-descrizione risulta: normale: in-tal 0. infétti te presenza. dei jampi_risulta.ovvia, ele frange di interferenze:possong-essere considera te come: I'espressione-del. fatto: che in meceanica: quantistica gli interfeno— ia fenditure: B e si apra le. B's, se ripetianc ora “-Lesperinento: aprendo -T- ambedue le fenditure, l'aspetto delle frange ai interferenze cambia, ma ri- sulta del tutto diverso dalla semplice sovrepposizione dei casi precedenti: cid risulta inspiegabile, del punto di vista corpuscolare, a meno che, an~ cora una volta, le leggi che regolano gli interfenomeni non vengono rese diverse da quelle dei fenomeni. La situazione esaminata in questo caso particolare @ del tutto genera~ le: esse 8 una conseguenza dei fondementi stessi della meccanica quantisti- ca, ¢ pud sinteticamente esprimersi nel cosidetto principio di anomalia: "ye11'ambito dei fenomeni atomici la classe delle descrizioni degli inter- fenomeni non. contiene alcuna descrizione normale". Possiamo quindi dire che se voglieno considerare- solo descrizioni pri- ve ai anomalie, i risultati ottenuti sotto diverse condizioni sperimentali non possono essere interpretati nell'ambito di un'unice descriziones solo L'insieme di tutti i risultati sperimentali esaurisce 1'informazione otte- nibile sugli oggetti delle fisica atomica; & questo: il contenuto del famoso principio ai complementariet&, enunciato per le: prima volte da: Niels Bohr. I-5- Conclusioni. 2 Riassumiamo brevemente,, prima di passare- allo studio vero e proprio della Meccenica: Quantistica, i concetti che si somvenuti sviluppando in questi paregrafi.. Abbiamo visto che il passaggic. dalla: fisica: classica: « quelle atomica. & contraddistinto essenzialmente, dal punto di viste: concettuale, da due ri munce: le rinuncia:al determismo e la rinuncia. ad una descrizione completa degli oggetti. Per quanto riguarda il primo punto v'é poco da. aggiungere 2. quanto gi& detto: L'abbandono del determinismo & inevitabile nell'attuale formulazione delle meccanica.quentistice e il principio di causalit& pud esser conservato solo in quanto affermarte l'esistenze di legemi tra i fe- nomeni, cio’ in definitive, di leggi fisiche. Ovviamente, nulla vieta di pensare, in principio, che in una future evoluzione della fisica, le mecca~ nica dei sisteni stomici possa venir riformlate in une forma. diversa, nuo— vamente deterministica: 1'attuale formulazione sarebbe allora,.came nel ca— s0 della meccanica. statistica classica, un artificio-dovuto alla. nostra. i gnoranza: & proprio cid che ha sostenuto fino alla-morte: il pitt grande sciew ziato del nostro: secolo,, Albert Einstein. Purtuttavia Von Newmann ha- aimo— strato che il verificarsi 4i una: simile eventualita® comporta: non: una. sempli~ ce: revisione,. ma Im modifica totele degli sttuali. principi,, cosa: che ogei: -8- nessun fisico ritiene probabile. Venendo al problema degli oggetti non os- servati, difronte all'impossibilita ai avere una descrizione esauriente pri- va di anomalie e valida per tutti gli interfenameni, due sono i possibili atteggiamenti. Possiamo accettare il dualismo onda-corpuscolo e dire che sia L'aspetto ondulatorio sia quello corpuscolare sono necessari per una deserizione degli interfenomeni; cid non porta conseguenze gravi, poich® Principio di indeterminazione vieta di immaginare un'esperimento crucia- te tra le due interpretazioni: a seconda dell'aspetto che-1a nostra esperien zametta in riselto potremo adcttare 1'uno o l'altro punto di vista, ottenne do, per ogni singolo caso un'interpretazione degli oggetti. non osservati e- sente da. anomalie. Il secondo atteggianento 8 pid drastico: se non possiano eliminare le anomalie, tanto vale rinunciare ad una. descrizione degli inter- fenomeni in termini di oggetti, e restringere gli asserti ai soli fenomeni, eliminando quindi ogni. ambiguita. oe Questo atteggimento: strettamente operazionale,. propugnato a. suo tempo da Bohr ed. Heisenberg, oggi quasi universalmente: accettato.e fa parte, per cost dire, dell'interpretazione ortodossa delle meccanica. quentistica: ad esso-quindi noi-ci. atterreno. 1) H. Reichenbach 2) M. Born 3) J. Yon Newnann 4) G@ Bano 5) P.M.A. Direc 6) an Messiah 1) Ge. Schite "I fondamenti filosofici della mecoanica quantistice' Bdizioni Einaudi 195k. “ Pilosofie naturale delle causalita o del caso” Boringhieri Editors 1962. “Hsthenstical foundstions of Quantum Mechanics" Princeton University Press 1935. “Metodi matemstici.delia meccanica quantistica” Zenichelli 1967. "] prineipi della meccenica quentistice” Boringhieri EAitore 1966. “quantum: Mechanics" Worth Holland: publishing company 1965. "Quantum Mechanics™ Me Grav: Hilt Book company 1955: -10- CAPITOLO I TL FORMALISMO MATEMATICO DELLA MECCANICA QUANTISTICA TE FORMALTSMO MATEMATICO DELLA MECCANICA QUANTISTICA Premessa In questo capitolo e nei successivi adopereremo spesso, per le loro comodita, alcuni dei simboli logico-matematici di uso pid comme. Li elen- chiamo qui di seguito: oe = appartenente a . e Y= per ogni +. T= esiste almeno un .. + = tale che sree. eevee = contenuto in ... VSemeresH S Tnoltre, per indicare,1'insieme. costituito dagli elementi x godenti ai una certa propriet@ Q scrivereno: Col simbolo 8" si indicher& infine L!insieme costituito dalle n-ple di elementi dell'insiene 5, II-l. Spazio di Hilbert. Un insieme H, di cui col simbolo x indichiamo un generico elemento, Gicesi spazio pre—Hilbertano o Buclideo (sul cempo dei complessi) se go de delle seguenti proprieta: 8) EG uno spazio Lineare sul campo dei numeri complessi. b) In be re un'spplicazione- (prodotto scalare) che ad ogni coppia (x,y) ¢H® associa un numero complesso, che indicheremo con. . Detti x;y, 2 tre quelsiesi elemen:i di H,.c un mmero. complesso_gene- rico, L'applicazione suddetta deve godere delle seguenti proprietd: Db) = = cca, y> een = ND = 2X be 3) = + bh) 20 D5) =0 => x0 Gli elementi di H 1i diremo vettori, il aumero positive V possono essere diverse da zero: 1a soma. ve. ovviemente intesa estese. a: queste-ultine. Ei. importante rilevare-che in uno spazio ai Hilbert esiste senpre al- meno. un sistene.crtoncmale completo; in generale perd tale sistena pid ri sultare- di potenza maggiore: del numerebile: si dimostra che condizione ne— cessaria e sufficiente per Liesistenza di um sistema, ortonormale: campleto numerabile 2 che- esista un sottinsiene- ai K mumerabile deneo in i stesso: tno spasio sitfatto dicesi separabile: noi. eonsiderereno: senpre spazi di Hilbert. separabilie - ' * -13- 1a loro potenza dicesi dimensione di H: se essa @ finita lo spazio dicesi ovvimente uno spazio ad un numero fini ad un numero finito di dimension: to di dimensioni 8 sempre separabile. Nel caso di uno spazio sepsrabile, introdotta una base ortonormale {e,}, le quantita. dicansi componenti di x nell'assegneta bese; va~ le le relazione: =m, yr FB vy (11-5) II-2. Operatori lineari. Sieno He H' due spazi di Hilbert: an'applicezione A di un sottinsie- me D, ai H in HY dicesi operstores il sottinsieme D, dicesi dominio di de- finizione di A; le sua immagine tramite A, cio® 1'insieme R, degli elenen- ti di H! che sono immegine tramite A di qualche-elemento di D,, dicesi co- dominio o range di A;. infine VxeD,,.1'inmagine-di-x si denotera.con Ax, se necessario, con A(x)+ Wel seguito considereremo sempre: il caso in. cui sia 1'insieme dei numeri complessi C (che 2 un particolare spazio. di Hil- vert): in quest'ultimo caso L'operatore lo chiameremo. funzionale. ~ ovvero H" ia. BN Un operatore A dicesi lineare se: 1) D, Fan sottospario Lineare. 2) woog len? A(xty) = Ax + Ay 3) Weep, ». veee Ae x)= ¢ Axe Wore. in-poi, anche. quanda nom dette esplicitemente, ci. riferireno sen pre ad operatori Lineari. Due operstori A e B dicansi egueli se: a) Dy =D, ‘b) WxeD,. Ax=Bx. Se: inveee;, essendo verificata: 1a: precedente: b),. risulta: at) Ded, si dink che B2-un prolunganents @i A, ovvero A @ une restrizione di B,scri. vendo. AGB. Spesso nel seguito, quando si abbiano.a confrontare operatori definiti in dominii diversi, supporremo implicitamente di averli ristretti a@-um comune-dominio di definizione: ei3 non ba grande: importanza per le ap plicazioni. fisiche,e d’altre parte: semplifica it fomalismo;, cos? pure: quan. do. in ung; relasione nom: si indicherit esplicitenente i1 dominio: ai ‘valiaita,. we tacitemegte: inteso- che: Im relezione: deve: valere ogni-volte che tutti: i -u- suoi termini hanno senso. II-3. Algebra e Analisi degli operatori. Dati due operatori Ae 3, 1a loro sama C @ definita dalla relazione Cx = (A+B)x = (B+A)x = Ax + Bx (11-6) Loperatore nullo, che si indica con 0, & definite come quello che ad ogni vettore x associa il vettore nullo. Tl prodotto di un operatore A per un numero complésso ¢ risulta defi- nito dalla relazione cen, (CA). = e(Ax) cose (m7) Con le definizioni precedenti, L'insieme degli operatori definiti su un‘ certo: dominio“comune diviene uno spazio:-vettoriale...... Pass Il prodotto di due operatori A eB, indicato:col simbolo~AB;-8:defini- ‘to: dalla ‘seguente-relazione: EY facile veriticare che il, ~Broggtte.di, “due, operator, gate: della pro- pricta associative ¢ distributiva: non 3, invece: veriticata Proprict commutative. Quest'ultina fatto 0 2a estrene importanzd, essendo Ladies oblast commutano; @assai utile tal proposito introdurre l'operatore di’ caumitizioie ‘6 ‘comm- tatore, che si indica com [A,B] ed°& definito dalla realziéne: fh, sy = an - Ba cog (TBP, f facile: verificarevche: i1- commtatore: gode-delle-seguenti proprie- val? : 2 ‘fst B; ay “ (1r9)* - k, = Bos +B, “(troy ies : i, Ble'+ Bla, “cy (1-11) oo Bs. othe BeBe AT + By, alo" "crisd) is sani (H) Forse ‘non’ & inut lid" Ssseitare che ieite definiziéni t6HtHiZy 16 “""8 convenistoniit fatter allar fine” del paragrafosiprecedent evgiocanosun.ru0lo essenziale. _ -15- L'operatore identit&, che si indica con I, 8 definito come l'operatore che ad ogni vettore associa il vettore stesso; esso commuta ovviamente con ogni altro operatore.. Veniamo ora alla nozione ai inverso i un operatore. Sia Aun generico operatore, di dominio D, ¢ range R,; se VyeR, esi- ste uno ed un sol xeD, tale che: Axsy (II-13) diremo che A @ regolare o invertibile. In tal caso l'operatore che ad ogni yeR, associa 1'unico xy che ve~ rifica la I-13) dicesi inverso di Ae si indica col simbolo A”. “palte stessa definizione ai inverso risultano le seguenti relazioni anlysy Vyer, “Cal ATA xx Vexe, (12-15)/ ‘A Con la solita convenzione sui domini di definizione, le II-1h) e II-15) possono esprimersi. nella seguente 11-16): aAgtedt yer (11-16) A proposito dell'invertibilit& di un operatore & notevole il seguente teorena: eor IT 17) Condizione necessaria e sufficiente-affinch® un operatore A sia: inver— tibile @ che 1'equazione: bx = 0 ametta: L'unica solugione x0, (oak ial por ojnetor Orion’) Per- concludere questi cenni. 4i. algebra.degli operatori diamo ora il concetto ai operatore limitato. Un operatore A.si dice limitato se esiste un mumero. reale positive m tale: che: laz| sm Lrestreno inferiore dell'insiene dei suddetti numeri positivi si dice norma di A, e di indica con |Al.. ~ Passiemo ora. ad: imtrodurre: la: nozione di. limite. nell'insieme degli o— peratori. definiti sw um certo: dominio. comme,, insiene: che, comé-abbiamo vi- sto, costituiscé uno. spazio. 1ineare...Sia:{A, Puna. successione di operatori appartenenti: all'insieme suddetta,, A. un: operatore: anch"esso appartenente | SA RG -16- allo stesso insieme; direno che 1a successione {A} converge ad A, e seri- veremo: lim A, =A n ne Se per ogni x appartenente al comune dominio di definizione risulta dim Ayx me 7 Ax Introdotta 1a nozione di limite si possono definire, al solito modo, i concetti di serie ed integrale: noi non insisteremo s: questi punti. As- sai importante risulta invece un altro concetto, quello di continuita ai un operatore. Diremo che un operatore A @ continuo in un punto xo se: Ver0 3620 + |x-xo|<é =p]ax — Axo| VxeHl La risposta & affermativa e costituisce il contenuto del teorena di Reisz, che pud enunciarsi come segue: Teor. IT 21) Tl pid generale funzionale lineare continuo definito in uno spazio di Hilbert 2 dato dal prodotto scalare. II-k. Definizione degli operatori pill importenti nel formalieno della mecca— nica quentistica Uno dei concetti pid importanti per le applicazioni alla meccanica quantistica.di quanto andiamo di¢endo 8 quello di operatore- aggiunto. Sia A un. operatore lineare il cui dominio Dy @ denso in H. me degli yc godenti delle proprieta-che esiste Consideriamo 1" insit un vettore ze tale: che: <7, ho = Vey (11-20) Per ognuno, degli y suddetti il vettore 2 che soddisfa la IT-20) 3 ne~ cessarimente unico, essendo D, denso in Hs, possiamo. quindi considerare Lioperatore: che ad ogni y associa. il corrispondente vettore 2: quest 'opera— tore che si indica com AY risulta: lineare e: si chieme aggiunto Hermitiano, © semplicemente aggiunto, dell'operatore A: il suo dominio di definizione Dyt 8 LMinsiene degli y dianzi considerati.. Evidentenente si ha per definizione: sy, be = -WGq,y) ex (rr-21') (aye = (rent Un: operatore:coincidenter col. suo: aggiuntor dicesiiautosggiunto:, per un operatore autoagginntoi- siichie eridentenente: - 18 - <¥, WO = chy, > V(x, y) oD? (ar-21" Se un operatore A soddisfa la II-21") (senza che sia necessarianente Dy=D,+), dicesi Hermitiano: evidentenente gli operatori autoaggiuntivi so- no particolari operatori Hermitian2; nel caso degli operatori continuii i due concetti'si identificeno. Un operatore A si dice definito positive se risult = V(x, y)ex* Gli operatori unitari sono ovvienente limitati: essi lasciano invarian te la norma (cio&- |Ux| x|)- A proposite: degli operatori unitari 2 inportan te il seguente teorena: Teor. II _23) Condizione necesseria e sufficiente affinché un. operstore U sia unita— rio & che valgeno le relazioni: : vursuuer ovvero: Passismo infine a definire gli operatori ai proiezione o proiettori. Si @ visto che nello spazio di Hilbert, dato un generico sottospazio chiuso S, ogni vettore ® decomponibile in un unico modo nelle soma di un vettore appartenente ad S, che dicesi sua proiezione- su S, ed. uno ortogona~ ie a quest ‘ultimo. L'operatore P, che: ad ogni vettore associa 1a sua proie- zione:su $ & un operatore: lineare, definito in tutto. H,. che chiemasi opera— tore di proiezione.o proiettore su.S. I: proiettori. sono ovviamente. linita— ti nonch®, com'S facile dimostrare, autosggiunti. e- idempotenti,. indicandosi con 1a locuzione idempotente- un operatore P che soddisfa la relazione ; Pep BM importante notare: cher le: proprietardi essere autoaggiunti. e idenpo— tenti caraterizza i proiettorz;, vale cio® i1 teorena: -19- 23) Condizione necesseria e sufficiente affinch® un operatore P definito Teor. su H sia un proiettore & che esso sia autosggiunto e idempotente. Per quanto riguarda l'algebra dei proiettori, enunciamo qui di seguito i risultati pid importanti. Teor. IT 2h) ~ Condizione necessaria e sufficiente affinch® il prodotto P; P; ai due proiettori P, e Pj, proisttanti sui sottospazi 8, ¢ S, rispettivanente, sia un proiettore 8 che [P;, P,Jro: in tel caso P, P, proietta sull'in~ tersezione degli spazi 8; 5; Dal teorema II 24) conseguono i seguenti a) S,CS,e>P, P, = P. GG D) 8; ortogonale a Siem P; Pj Per b) se P; P, = 0 diremo che P, e P; sono ortogonali. Teor. II 25) Condizione necessaria.e su:ficiente affinch3 une somme-di proiettori sia un proiettore @ che gli addendi siano due a due ortogonali tra di loro; im tal caso il-proiettore- soma proietta: sulla. soma: diretta degli spazisu:cud. proiettano. gli addendi (cio® sullo-spazio.dei vettori otte- nuti per combinazione lineare: di. vettori.eppartenenti agli. spazi associe— ti agli. addenai). sere - TI-5: Autovalori ed Autovettori. Decomposizione spettrale degli operatori. Dato un operatore lineare A, proponiamocz lo studio della invertibili- + dell'operatore A-OT essendo A un generico’ mmero complesso. Came abbiemo visto tale studio si riconduce alla ricerca di soluzioni non banali della seguente: equaz’one: (A = AT)x =0 xeD, (11-26) I valori di i per cui la II-26) ammette soluzioni diverse dalle banale, e per cui quindi’ l'operatore: A-AI risulta.singolare,. diconsi autovalori del. operatore A;. se) & um autovalore, ogni vettore-non milo soddiStacente: 1a. 1126), con A=\y, dicesi autovettore associate = 20 = um sottospazio lineare il cui numero ai dimensioni, a seconda dei casi, po- tr@ essere fin‘to o infinito, Se il mumero ai dimensioni del sottospazio generato dagli autovettori associati ad un dato autovalore & superiore ad uno, L'autovalore si dice degenere. L'insi degli autovalori 1i un opera~ tore cotitursce lo spettro discreto dell'operatore stesso. Supponiamo ora che 1 non sia un autovalore di A, © consideriano il range di A-\I: se tale range @ non denso in H diremo che A appartiene allo Spettro residuo di A; se invece esso range & denso in H distinguiamo due casi, 2 seconds che (A-AI)"* sia un operatore Limitato o meno. se (A-aT)“ © Limitato daremo che \ eppartiene all'insieme risolvente di A; se invece Si verifica 1'altro caso diremo che i appartiene allo spettro continuo di A. Liunione deg'i spettri discreto, continuo ¢ residuo costituisce 10 spet- tz9 dell'operatore considerate. TL concetto di spettro ai un operatore 8 del massino rilievo sia nelle teoria degli operatori che nelle applicazioni ti quest 'ultima. A tal proposito assei importante @ il caso degli operatori autoaggiunti - a) Lo spettro di un operatore autoaggiunto @ reale e privo della parte re- sidua. » Ber cui valgono le seguenti proposizioni: ») Lo. spettro discreto: di un operatore autoaggiunto 8 al pill mmerabile; i sottospazi. generatii dagli: autovettori appartenenti sautovalori distin— ti sono‘chiusi e mutuamente- ortogoneli- Liimportanza del concetto di spestro risiede essenzialmente nel fatto che esso 8 la base per giungere alla cosiddetta decomposizione spettrale di un operatore. Per meglio chiarire cosa cid voglia.dire, cominciemo a consi- Gerare il caso di un operatore A il cui spettro sia interamente discreto ¢ tale inoltre che i sottospazi associati aa ogni. autovalore siano mutuamente ortogonali,. Diciemo P, 21 proiettore che proietta sullo spazio associato al Ltautovalore A,, € consideriano le. soma. =, PB, che, per il teorema II 25) 8 ancora un proiettore: se lo spazio su cui esso proietta & 1'intero H,. avre- mo: LR aL (12-27) quindi, supponendo leciti i vari passaggi, © kes Ale = ALB = 5,A(Bx) = LAP ) BiB POte) = BO) e) dim P(A) =O 5 lim PCA) Dalla pfopriet& a) consegue che se A VyeH © Waxed, Tl dominio D, @ inoltre costituito da tutti gli x per cui i1 seguente integrale fine alp(x|? - - converge: in tal caso: 1'integralé stesso: risulta: eguale: a _Lae|® Chierismo subito: come-venno: intesi gli integrali che compaiono nell'e— nunciato del Teor. II 29): riferendoca ad esempio ed un integrale del tipo I Ad . A esteso ad un intervallo A. Posto a(.)=,. consideriano un insiene {4} di intervalli co stituenti una pertizione di Ae: indichiemo con 6, 1a differenza tra i va- lori assunti da a agli estremi dell'intervallo A, Dette, per ogni k;. A, un punto di A, si consideri 1a soma Sy BS Liintegrale I.8 per-definizione il limite ai Sq, Mando 1Tenpiezza. del pil grande dei-4, tende-e zero. Ne caso im cui uno.o. ambedue gli-éstremi 4i 4 vadeno all'infinito 1a precedente defimizione si estende con.la stesso -23- procedimento adoperato per gli usuali integrali impropri. Cid detto potremo esprimere l'asserto fondamentale del tecrema II 29) sotto 1a formula simbolica: = f Ad P(A) (11-30) essendo il. significato del simbolo a secondo membro della 11-30) chiarito dal teorema stesso. Esaminiamo ora le principali caretteristiche della misura spettrale associata ad un dato operatore autoaggiunto A. Come 8 intuibile i punti di discontinit@ ai {P(A)} corrispondono agli autovalori di A e sono quindi in numero al pill della potenza del mumerabile. In corrispondenza ai ogni punto A, ai discontinuita il “salto” della misura spettrale cio’ 1a differenza P*(A,)-P"(A,) & pari esattamente. al proiettore B, sullo spazio degli autovettori associati at. Nell'intorno 4i ogni pun- to appartenente allo spettro continuo P(A) & continua e non costante: (in particolare crescente,. nel senso che se @ u>d si ha >0¥x¢o). Nell'intorno 4i tutti i punti dell'asse reale non eppartenenti allo spettro di A infine, P(A) 8 costante. Per le propriet® ora viste, 1"integra le..a.secondo. membro: della II-30) pud esprimersi come: 1a: somma dei contribu- +i dovuti ai punti di discontinuita ai P(2), pill un integrale esteso allo spettro continuo,, A. di A, obtenendo cost 1s: relazione: Ae DAR + | ea POY z (ar-30") ‘ x : dove ora P(A) 8 continue in tutto il campo di integrazione. Cos? pure: la propriet& c)delle misure spettrale pud esprimersi nelle forma: DP+ { a P(A) = 1 (41-31) A completando 1'analogia. formale-tra il caso discreto e quello. continuo. Partendo dal teorema di decomposizione spettrale, & facile definire u— ne nozione importante, quella di funzione di um operatore autoaggiunto. Sia Aun operatore eutoaggiunto, f(A) una: funsione-definita ir un intervallo contenete lo spettro:di A; definiremo allors: corrispondentemente- um opera— tore funzione di A,. f(A), ponendo: £(A) = 3, tO, )F. +f £04) & BOY . (11-32) fe : Ne risulta. che A e@ f(A)’ hanno: lo: stesso: dominio: ¢i. definizione e la - 2h stessa decomposizione dell! identit: conseguentemente, com'S facile veri- ficare, due operatori funzione 1'uno dell'altro, commutano. A proposito degli operatori che commtano tra loro. vale il seguente teorema: Teor. II_33) Dato un insieme {Ay say.) ai operatori autoaggiunti che commutano tra loro due a due, esiste un operatore autoaggiunto A tale che tutti quelli dell'insiene suddetto sianc funzione di esso. Posto quindi = 8,(0), 9 oe A, = £,0) 4 P(A) essendo {P(\)} la misura spettrale associata ad A. i Ti teorems II 33) consente di definire immediatamente,, in modo ovvio, il coneetto: di operatore: funzione. di: un. insieme ai operatori aue a due com, mutanti.. - Le: notazioni di Dirac. Nell'applicarione allé meccanica quantistice delle: teorie matenatica che abbiamo brevemente- riassunto-nei paragrafi: precedenti, sono oggi quasi. universalmente usate’ le cosidette: "hotazioni di Dirac™ che,. introdotte da quest.'ultimo nel 1930 nel suc: famoso-trattato. sull'argomento, si sono impo ste per 1s loro maneggevolesza. e per ls: seuplicit& romale che si consegue col lore- uso. Alla: base del. formalismo di Dirac & il teorema di Riesz, che stabili- See l'esistenza di una. corrispondenza biunivoca tra i vettor: di uno spa Stro spazio di Hilbert lo chiamereno. spazio. del vettori "ket",e ne indiche remo un generico elemento col. simbolo [xe Liinsiene dei. funzionali Jinesri suidetti che,, come sappiano,. costi- tuisce anch!esso-uno-spazio: vettoriale- (spazio duale),.lo diremo spazio dei vettori "bra", indicandone col simbolo. . = vf . 5 un generico. elemento. ~ a Detour "ket!" |x>5, il bra: adé e850, associate dalla: sopreviste: corrispon 2 biunivoce: sar& indicato col simbolo. : - 25 - "e |y> , il loro prodotto scalare coincide col valore che i1 bra associato (o,come spesso diremo, coniugato) a |x>, che, ricordia mo, @ un funzionale, assume in corrispondenza di |y>; scriveremo tale pro- dotto scalare nella forma Dalle propriet& del prodotto scalare segue che: [roma by reap lig? amanda on |tag | Passiemo ora a considerare gli operetori lineari nello spazio dei bras } per indicare che un bra = ) ¥lu>, ex] (IT-34) Le-parentesi sono: quindi inutili, e potreno-serivere: eafala : per denotare indifferentemente L'uno-o-laltro def prodotti scalari che — _ compaionc: nelia: 11-34)~ . A.proposito delta IT-34) vemesso im riTievo che essa assicura solo che la quantita un ket, supposto normalizzato; consideriamo 1'operatore Ju> Esso 8 quindi l'operatore di. proiezione nel scttospazio(unidimensiona- considerato le) generato dal vettore |u>. La generaliz:azione @ immedista un sottospazio chiuso S e in esso.un sistema. ortonormale completo {|n>},il proiettore:P, su.S si esprinera-nelTa toma: Pg EL |no il K-mo autovettore norme— Lizzato,. avremo: © quindi potreno scrivere: -27- I w in grado di verificarla (basti pensare, ad esemzio, che “la quantita |a> con ket ordineri; la parte formale cons'ste in- vece in ure definizione del "prodottic.scalare” di due pseudo-ket « del ri- sultato eil' applicazione: dell'operstore. Aad uno pseudo-ket. Ricaviemo ta li regole. “er la: II-31);, specializzate. al caso continuo con la posizione II-36),, dovbiamo avere, per ogni x, mca|T]>=ca [sara prfannaras > il che ricsiede che sia: = 60. (31-37) essendo 6 la “funzione" ai Direc, il cui significato ed uso riteniemo noto. Passando a: considerare-la- I-30‘), abbamo: aon ersten ae] posit pean (IT=38) La IT-38) ci dice che lo pseudo-ket|’> si comporta: come se fosse un autoket di A appartenente all’"autovalore™ A; come per il caso discreto eu— i = 28 - toket eppertenenti ad autovalori distinti sono ortogonali: la differenza fondementale 8 che ora si deve amettere che essi abbiano norma infinita; @ parte cid 1'analogia col caso discreto & completa. Liutilit& di tale anelogia non & solo formale: spesso infatti il fet- to che gli pseudo-ket soddisfano le II-38) permette di individuare subito Jo spettro continuo di un operatore, nonch8 ai dare una forma esplicita a- gli stessi pseudo-ket: per ora perd non conviene insistere su questo punto, che diventer& chiaro in seguito. Riassumendo e venendo al caso generale, possiamo esprimere, alla luce del formalisno introdotto, il teorema di de- composizione spettrale dicendo che l'insieme degli autoket (prepri e impro- pri) ai un operatore autoaggiunto. @ sempre completo, sicch8 riculta valida 1a relazione: : Is 1, |eo 8 un autoket. simitaneo, cid significa che si he le = 5, |e wet : 7 5K lee [> . : jeg = 29 e quindi potremo indicare |£> pil proprianente col simbolo esplicitando l'insiene di eutovelori cui appartiene. Se accade che per ogni n-pla di autovalori (6, uun solo autoket simultaneo, 1'insiene di operetori (x, , +6) esiste un ed of,} si daira un insieme completo ai operatori sutoaggiunti commutanti. A tal proposito & importante il seguente teorena: Teor. IT 42) . Se un operatore commta con ognuno degli operatori di un insieme com- pleto, allora 8 funzione di essi. TI-T. Teoria delle rappresentazioni. La teoria matematica che si 8 andata illustrando nei paregrafi di que sto capitolo deve le sua generalita essenzialmente al notevole grado di a strazione dei concetti su cui. riposa. Per ‘quando sia possibile, ed anzi, a volte, preferibile, ragionare an che nelle applicazioni alle meccanica quantistica in termini di quantita astratte, nella maggioranze: dei casi 8 assai pill comodo sostituire a tali entita astratte delle: entitarnmeriche: aventi analoghe proprieta: matemati- che, operare im termini ai: queste. Won altrimenti,, in: geometria,.conviene, 0-2 addirittura indispensabi— le, abbandonare i. Linguaggio- puranente gemetrico: per ragionare- invece in termini ai opportuni insiemi rappresentativi delle grandezze originarie qua 1i, ad esempio, le coordinate di un punto o i coseni direttori 4i una ret- ta. Come per il caso della. geometria, avreno, com'& naturale, una infinita di possibili rappresentasioni per gli. enti delle nostra teoria: sara il sin golo problena a consigliare 1a scelta piil opportune al fine di rendere pid semplice la. trattazione o il calcolo,. analogamente a quando in. geqmetria scegliano il sistema di coordinate che pil si sdatta al problema che voglia mo. affrontare.. Per costruirci uns: reppresentazione- delle: entit& che ci interessano, cio’ i vettori bra e ket e gli operatori lineari che su di essii operano,. scegliamo, nel: nostro spazio-dei ket-um sistema completo di vettori. orto— normali,, che: diremo: vettori: di: base. questi. potranno. essere;, ad: esempio,, gli sutoket (propri. ed. impropri) ai. um operatore: autoaggiunto: Q;, nel qual. caso parlereno di una rappresentasione: in termini: #k Q:o: di_una @rappre— -30- sentazione. Sia {|n>} i1 nostro insieme ortonormale completo, supposto per semplicit@ numerabile (cio® composto da tutti ket propri); sar& quindi calm> = 6 2, |p un generico ket avremo allora Ju> = Tlu> = 2, |no Le quantita uscalu> costituiscono 1"insieme rappresentativo del ket lw, insieme che: potreno: identificare:con unamatrice:eolonna. Analogamen- te, per un generico tra costituiscono 1'insieme rappresentativo del nostro bra: esse coincidono con le caaplesse coniugate di quelle che rap- presentano il ket coniugato a caretterizzano: completamente L'operatore A, 11. cui. insieme. rappresentativo: sari. quindi. formato delle:matrice- Ha L Uca volta introdctta una tale corrispondenze tra vettori © operatori da u- na. parte © matrici dail!altra,, 2 imneiiato. verificare: che tutte le opera- zionz algebriche tre 1. primi si, traducono nelle: usuali. regole.dell'algebra del’e matrici.. In particolare: @ matrice rappresentativa.dell'operatore C=AB & data-dei. prodotto riga ver colonna della matrice-rappresentative di A per quelle rappresentati. va di B, b) Ltoperazione di coniugazione, cio® 11 passaggio da um ket al bra: asso— dato o da un operstor- al suc aggiunto,, si traduce in termini. ai rap- pre-entativi nell'operazione di coniugazione Hermitiane. di une. matrice, che consiste nel trasporre le: matrice.stessa.e quindi nel mubarne gli -Lementi: nea: coniugetis. ¢) ‘on la convensione: fatte Sui: rappresentativi dei vettor2. id: progatto sCR1EPE: di ti BE& pee ih Ket si. effettue eseguendo: ul prodctto:riga per -volcmne delle. matriee- rige: rappresentative: del bra: per queue colonna @ppreseitative deb ket <- - , -3- Supponiamo ora di avere a che fare con una reppresentazione in termi- ni ai un certo operatore autoaggiunto @ e chiediamoci quale sia la matrice raprresentativa di Q. stesso; si vede subito che tale matrice @ diagonale, cio® ha come elementi non nulli solo quelli della diagonale principale, elementi che coincidono con gli eutovalori di. Q.-Il.fatto di essere rappre sentato da una. matrice diagonale ovvero come: spesso si dice, di essere dia gonale e caratteristico non sclo:dell'operatore: in'termini di cui si effet tua la. rappresentazione, ma di ogni altro che sia’ funzione di esso; vale cio’ il seguente: Beor. IT 43 In una rappresentazione in termini Gi un operatore autoaggiunto Q tut, ti gli operatori funzioni ai esso sono diagonali nella reppresentazione. Per- quanto riguarda il caso in cui tutti, o una parte, dei vettori ai base siano dei ket impropri (cio il caso in cui 1'operatore in temini del quale si esegue 1a rappresentazione-ha. uno. spettro in. parte continuo), Lestensione,del punto di-vista formale,, abbastanza semplices si tratta ai introdurre aéésnita & quélle ordiherié delle: matric! "continue (eto pill. propriamente: delle-funzioni di due indict continui) e di sostituire le some- sugli indici disereti con integrali sugli indici contimis notia— no solo esplicitamente che il generico:‘elenento @,,, ?i une matrice diago— nale he: 1a: forma: 3 aq! f(a) 6¢q-a!)! Ovvianente: essendo 1!introduzione degli ‘pseudb-ket un artificie for— male. anche qieste-ultime considerazioni conservano tale aspetto: d’altron de’ per-1o. stesso caso discreto: la rigorosa giustificazione dell" introduzio ne- delle~rappresentazioni & un.compito non. sempre facile: ad esempio non & sempre: assicurate;. a: priori, la. convergenza.delle serie incontrate: nel cor. 80 di. questo paragrafo, e tanto:meno la rossibilita,. che-noi abbiamo-sem— pre supposto, di scambiare il segno ai. operatore. con. quello di serie. Per quanto: riguarda- le applicazioni. che ci: interessano potremo perd. fare: a. me— no ai’ preoecuparci: ai questi problemi: in pratica, tranne casi eccerionali di cui. non avremd occasione di. cccuparci, le: procedure, formele risulte sem pre leeite- “©. Pegs finire reste da: esaminare come-varino- le matrici rappreaeneative: dei nostri enti al variare delle rappresentazione,, cio& dei vettori ai ba— Sempre coneiitecamiter pexr semptints i itreadur disereta;; si siance Gln = 32 - = motile {|n'>} due sistem di base ortonormali;. esprimendo-i vettori dell'un siste ma in funzione di quelli dell'altro ed indicando con l'apice le quantita relative alla.seconda base, abbiemo: fa> = 2 ,en'|m> [a> (Ir-b4) Int> = a enjn'> |n> Consideriano ore 1a natrice ||5|| ai elenento generico =; quelia,. ||7||,. da.elemento generico t cit |j>,e i]j'> (cio8 1e matraei le cui n- “ne ed n'-me colonne.compaiono a secondo membro delle prima e della secon- da delle II 4k) rispettavemente). Si ha: Hsil* = {z1] : Lisi ls}[* = {zt} _) amsy dove i simboli hanno 11 significato, traslato in Linguaggio-matriciale, a suc. tempo. visto-per- gli-operatori.- amas ~-Per= Tat Ti-h5)! Ta matrice ||s|| siaira mitarie, ©. - = "CS" posto & inmediato: verificare-che valgono-le- ‘Seguenti: r~lazioni trey fi reppresentativa dx um ket. [u> un tra. e |b> sono due ket rappresentativi. di. due: stati, une quelunque.lore combinazione lineare rap— presenta anch'essa un. possibile: stato del. sistema: @+questo'uno degli a— spetti.caratteristici delle meccanica quantistica. Introdotte le. grandezze:rappresentative degli stati del nostro siste- _ ma, disogna introdurre _ quelle _corrispondenti: alle quantita: fisiche sa: esso-associates: cio® gli enti che-rappresentanc le variabili: dinamiche. EY quanto: fa: il seguente: Post-It) a = = = -~ Ad ogni: vartabile- dinamica: dium: sistema Pisico: corrisponie um opera~ tore: lineare- autoaggiunto operante: sui vettori dello spazio: degli ste— ti associato. al Sistemas . La: corrispondenze' tra:veriebili dinamiche e operatori.autosggiunti non. &-biunivocas: perch’ um operatore antoaggiunto: corrisponds: adi une: gran— dezza:dinemica. 8: infatti:necessario che:so@disfi-ad:alcune condizioni,, su - cui non. insistiamo,.dette:"regole di superselezione". GLi operatori. eutoaggiunti: che. corrispondano-a-variabili' dinamiche > si dicano osservabili::per quanto ci riguarda: gli operstori’ autosggiuati con cui avremo. aiche: fare saranno sempre degli osservabili. T postulati-I)e IT), sono.la.base-del. formalisuo della meccanica quan: tistice, formelismo: come- si: vede"piuttosto: astratto,, ma: non. damn: ancors: contenuto fisico alla teoria, in quanto non forniscono; il mezzo-per rica— vare;,,conosciuto-lo-steto di-un sistemas (cio® il: ket: che- lo-rappresenta)- @ Le sue: varisbili dinemiche: (cio gli osservabili),, i valori.che:si: ot— ~berranno-per.queste: ultime-in. Seguite-ad: une. misurm.o-meglio,,dato- che, — conformenentesall! indeterminisno insito: nelle meccamica quantistica talt valori non saranno:in genere- univocmente prevedibiti,le distrituzione sone . statistica.dei.risultati della misura stessa. A cid provvede: in -seguente postulato: Post. IIT) : Tl valor medio di.qualunque. funzione-F(A) di una data grandez- t za. fisica. A 8. data:dall'espressione: