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Note sulla Spada:

illustriamo e discutiamo su alcuni affascinanti aspetti della scherma di spada

Prendiamo spunto da un interessante articolo di una giovane kendōka


(praticante di Kendō) giapponese.

Il Kendō è una disciplina moderna che vuole trasmettere i principi e i valori della scherma
storica del Giappone, che era la “spina dorsale” dell’addestramento dei guerrieri Bushi
(Samurai). In tutti i paesi del Mondo, la spada è stata l’arma “nobile” e la sua tecnica ha
raggiunto livelli molto alti, che nessun altra disciplina di combattimento ha pareggiato.
Mentre in Occidente, con l’avvento delle armi da fuoco molta della tradizione e della
tecnica si è persa, in Oriente l’arrivo dei “tempi moderni” in date relativamente recenti ha
permesso la conservazione di questo patrimonio.
Il Kendō è attualmente molto diffuso in tutto il Mondo e la sua espansione si allarga
sempre più. Pur essendo una disciplina dove il confronto, la gara, è un elemento
importante (ma non ossessivo) ha conservato una ricerca della trasmissione corretta della
tecnica combattendo autorevolmente la disdicevole abitudine occidentale di trasformare la
competizione da studio e ricerca a soddisfazione egoistica e rincorsa della vittoria fine a se
stessa. Per questo, fino ad ora, pur avendo i numeri per chiedere la sua inclusione, ha
rifiutato ogni contaminazione con le Olimpiadi.
Una lodevole posizione che le altre Arti Marziali dovrebbero condividere, invece spesso si
prostituiscono alla ricerca della spettacolarità esteriore per puri fini di notorietà e cassetta,
per rimanere nel programma olimpico, in realtà ormai un carrozzone - specie per gli
“sport” maggiori - o per chiedere una improbabilissima ammissione.

Jōdan-no-kamae: La Guardia del Fuoco


Articolo di Aya Onodera, Kendo 3-dan – traduzione e note di Adriano Amari

Jōdan-no-kamae (上段の構え) è una delle cinque guardie del Kendō ed è anche chiamata
Hi-no-kamae (⽕火の構え), che significa “la Guardia del Fuoco” (secondo la teoria orientale
dei Cinque Elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua – ndt). La guardia Jōdan non
permette di arretrare, ritirarsi, la posizione è intimidatoria ed è una tecnica che, in ultima
analisi, realizza il principio “un colpo, un morto” (“Ippatsu”)
Quando ero al liceo l’allenatore di Kendō del mio club scolastico mi ha suggerito di usare la
guardia Jōdan e così ho iniziato ad usarla. Fino ad allora utilizzavo Chūdan-no-Kamae (中
段の構え), ma non riuscivo a produrre nessun risultati significativo e stavo facendo solo
piccoli progressi e per questo motivo non riuscivo a soddisfarmi della mia pratica del
Kendō.
Dopo aver adottato la posizione Jōdan, il Keiko (allenamento) era severo e fisicamente
impegnativo, dato che sono alta 166 centimetri, che è una statura elevata per le donne
giapponesi, sono stata in grado di usare al meglio il mio allungo durante l’allenamento.
Inoltre la mia percentuale di successi ha iniziato a crescere e la mia pratica del Kendō è
tornata ad essere molto stimolante.
Naturalmente il Kendō non è una pratica sportiva e non è basato sul vincere o perdere
degli incontri, ma pensare a come vincere e a come perfezionare la mia tecnica mentre mi
allenavo era più piacevole e ha reso più interessante praticare.
Nella guardia Chūdan, il piede destro è davanti e il piede sinistro è dietro, spingete con il
piede sinistro ed avanzate col piede destro. Nella guardia Jōdan ci si trova nella posizione
opposta, così tutto l’allenamento che avevo fatto prima, sia il lavoro di gambe che gli
attacchi, ho dovuto ri-imparare perché ora era completamente diverso.
La guardia Jōdan è una posizione in cui si tiene lo Shinai (spada di stecche di bambù usata
nel Kendō) sopra la testa, si può rotearlo con una traiettoria molto più breve rispetto a
quando lo si usa dalla guardia Chūdan. Naturalmente è anche possibile lanciare lo Shinai
con una sola mano, cosa che permette di aumentare il Ma-ai (misura – distanza) e colpire
da più lontano. Tuttavia, una volta che muovete la vostra spada non c'è una seconda
opportunità, così che il primo colpo è quello dove tutto viene deciso in autentico stile “un
colpo, un morto” (o vinco o soccombo io). Personalmente penso che questo sia uno degli
aspetti più affascinanti nell’utilizzare la posizione Jōdan.
Ci sono molti Sensei che sono famosi per l'utilizzo della guardia Jōdan. Vorrei imparare dai
miei predecessori che sono stati chiamati esperti e maestri dai loro contemporanei, e
sforzarmi di diventare come loro, continuando a impegnarmi al mio Keiko.
Annotazioni
Jōdan-no-kamae è una delle cinque guardie usate nel Kendō (Jōdan, Chūdan, Gedan,
Hassō
e Waki). In questa guardia la spada è sollevata sopra la testa con la punta diretta verso
dietro e il filo in avanti, pronto a colpire. E’ la guardia più forte ed aggressiva della
scherma giapponese. Si utilizza con il piede sinistro avanzato o il destro.
E’ una posizione potente ma, ovviamente, rischiosa, con la linea centrale aperta e va usata
con una forte decisione e ottima tecnica. Per questo viene normalmente usata solo da
kendōka esperti.
Anche nel Kenjutsu Jōdan-no-kamae è una guardia molto usata, universalmente da tutte
le scuole. Proprio in queste scuole antiche viene spesso chiamata con nomi figurativi come
la Guardia del Cielo (天の構え Ten-no-kamae) o la Guardia del Fuoco (⽕火の構え Hi-no-
kamae).
Molti principi delle scuole di Kenjutsu si occupano dell’utilizzo di questa guardia o di come
opporsi ad essa.
Questa guardia si trova anche nella scherma occidentale italiana e tedesca sotto il nome di
“bocca di falcone” o “dach” (tetto), ad una o due mani

Seconda parte
[Nota iniziale del Traduttore: a parte l’interessante argomento su una particolare strategia
in uso nel combattimento con la Spada, il racconto dell’esperienza di questa giovane
kendōka offre spunti per tutti, anche per chi pratica discipline senz’armi. Da notare lo
studio compiuto per imparare e migliorare la tecnica, mentre spesso improvvisati praticanti
occidentali si limitano ad improvvisare alla “comevienevienebellagioia” senza neanche
tentare capire la struttura effettiva di ciò che usano. Interessantissimo il concetto di “SAE”,
espresso nel testo e poco conosciuto…]

Nella posizione Jōdan voi sollevate il vostro Shinai sopra la vostra testa, lasciando il tronco
scoperto. A differenza di quando due praticanti combattono in guardi Chūdan, non
esistono tecniche offensive di Shinai come Harai-waza che vengono realizzate tra i due
praticanti mentre cercano di creare un'apertura per attaccare, e questo potrebbe in prima
vista farti pensare che la posizione di Jōdan sia piena di aperture.
Tuttavia, se cerchi di attaccare un praticante in guardia Jōdan e lo fai in modo scorretto,
potresti essere colpito con un veloce fendente verso il basso lanciato da sopra la testa. La
tecnica Katate-Waza è una caratteristica della posizione Jōdan dove si attacca con una sola
mano, l’incremento del Ma-Ai (intervallo di Distanza) permette di colpire da lontano e
costituisce un’arma potente che rende più difficile per chiunque avvicinarsi senza
precauzione, costituendo così una minaccia per ogni praticante che usi invece la guardia
Chūdan.
Quando ho iniziato ad usare la guardia Jōdan, ho usato l’attacco con la presa a due mani
per colpire il Men, ma mentre mi addestravo sempre di più nella guardia alta, il mio Keiko
naturalmente si è andato concentrando sul Katate-Waza (tecnica ad una mano). Quando
voi usate la guardia Jōdan voi non potete aprire o chiudere molto gli avambracci,
entrambe renderanno più difficile l’attacco, quindi è importante trovare il perfetto equilibrio
in cui è possibile effettuare l’attacco con la maggiore facilità possibile. Ho impiegato molte
ore per essere sicura che io assumo sempre la medesima, corretta posizione.
Il modo con cui angolate il braccio dà un grande effetto sulla resa del vostro colpo.
Realizzando la posizione per lanciare la vostra mano destra e il modo con cui fate presa
sullo Shinai (Te-no-uchi -> presa corretta delle mani sull’elsa – Tsuka - della spada) al
momento dell’impatto, occorre che siate consci del vostro Sae [Il “Sae” (冴え) è il
movimento coordinato delle mani che, accoppiato ad un adeguato Te-no-Uchi, a far si che
il colpo sia effettivamente “tagliente”. Si dice che il colpo dato con un buon Sae è “secco” e
deve essere secco, nel Kendō, il suono dello Shinai che impatta sul bersaglio, tipo il suono
del ghiaccio che si spezza. Colpire con la Spada è una cosa, dare una bastonata è un’altra
ed è il “Sae” a dare la differenza. E’ uno degli elementi fondamentali nel Ji-Geiko di Kendō
per stabilire la validità dell’Ippon – nota del Trad.]. Se avete la sensazione che manca
qualcosa o ci sarà una caduta di concentrazione, la vostra forma collasserà e il colpo non
sarà valido (efficace).
Per migliorare o rinforzare il vostro Sae, ovviamente è importante migliorare la propria
tecnica, ma quando si tratta di sferrare il vostro Shinai usando una sola mano, avrete
anche bisogno di forza fisica. Se lanciate lo Shinai facendo uso del suo peso, non sarete in
grado di controllare l’impatto e invece sarà lo Shinai a controllare te. Ecco perché è
importante fare Suburi (ripetizioni tecniche) con una mano per aumentare la forza fisica.
Quando ho iniziato, non avevo abbastanza forza fisica, e ho fatto così l’errore di essere
controllata dallo Shinai, ma una volta che ho iniziato a fare Suburi con una mano sono
stata capace di migliorare gradualmente la mia tecnica. [E’ importante non fare la tipica
confusione che gli occidentali fanno su questo: non si tratta di un lavoro “bruto” di
sollevamento pesi “comecheè”: si tratta di fare movimenti tecnici corretti in serie lunghe,
usando gradualmente particolari “Suburi-Bokken” (o Suburi-Shinai) secondo precisi sistemi
tradizionali. Infatti qua di seguito l’autrice spiega il sistema che ha seguito – nota del
Trad.]
Si inizia ad aumentare la propria forza fisica utilizzando Shinai o Bokken più pesanti per
fare Suburi, dopo che vi siete abituati a questo, la tappa successiva è quella di utilizzare
per i Suburi uno Shinai leggero per incrementare la vostra velocità, perfezionare il vostro
Sae ed aumentare la precisione. Una volta imparato come eseguire correttamente il
Katate-Waza, sarete in grado di colpire le persone da un Ma-Ai più lungo prima che voi
entriate nel loro proprio Ma-Ai [Il concetto è semplice e ben spiegato… Se vi sfugge
qualcosa rivolgetevi al vostro maestro – nota del Trad.].
Per migliorare nell’uso della posizione Jōdan non avete bisogno solo di abilità tecniche,
credo che abbiate bisogno di un forte mentale. Dato che il praticante in guardia Jōdan non
può attaccare direttamente lo Shinai dell’avversario, dovete attaccarlo usando il vostro Ki e
mentalmente con l’impiego di pressione e finte. E’ molto importante che voi siate
costantemente preparati a superare il vostro avversario anche solamente con lo spirito.
Credo che se voi prendete la vostra posizione con una forte consapevolezza e ciò che la
sostiene, diventerà infine la chiave per migliorare la vostra azione.

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