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DI PIANIFICAZIONE
IN EMILIA
ROMAGNA:
piani e progetti per Sant'Ilario d'Enza
Provincia di Comune di
Reggio Emilia Sant’Ilario d’Enza
CINQUANT’ANNI
DI PIANIFICAZIONE
IN EMILIA
ROMAGNA:
piani e progetti per Sant'Ilario d'Enza
Assessorato ai trasporti,
reti infrastrutture materiali e
immateriali, programmazione
territoriale e agenda digitale
territorio.regione.emilia-romagna.it
urbapae@regione.emilia-romagna.it
50 ANNI DI
PIANIFICAZIONE
IN EMILIA-ROMAGNA:
piani e progetti
per Sant’Ilario D’Enza
7 introduzione
8 anni ‘60
L’Emilia-Romagna: laboratorio
di pianificazione territoriariale
20 anni ‘70
La nascita delle regioni
e l’esperienza dei comprensori
30 anni ‘80
La pianificazione regionale:
sviluppo di una coscienza paesaggistica e ambientale
44 anni ‘90
La pianificazione provinciale, politiche territoriali
e riqualificazione urbana
58 anni 2000
Verso uno sviluppo sostenibile:
la nuova legge urbanistica regionale
72 il presente
I limiti allo sviluppo: risorse territoriali
come beni della comunità
84 appendice
Cinquant’anni di pianificazione in Emilia-Romagna:
conoscere per governare
L’Emilia-Romagna è stata per molto tempo un punto produzione di continui approfondimenti conoscitivi
di riferimento per le politiche di pianificazione a livello e di strumenti strategici per le politiche territoriali,
nazionale, grazie ad una metodologia che ha prodotto la formazione di una cultura del territorio comune alle
strumenti di pianificazione sempre più attenti alle diverse realtà del territorio regionale;
esigenze non solo dello sviluppo urbano e produttivo, • documentazione del processo di pianificazione di
ma anche al perseguimento dell’interesse collettivo, un comune “come tanti”, nel suo sforzo di adeguare
alla tutela del territorio e alla valorizzazione delle la gestione del territorio alle profonde trasformazioni
risorse naturali e culturali. demografiche e sociali che l’hanno coinvolto.
Attraverso la lettura degli strumenti urbanistici Attraverso le leggi e i piani illustrati si ripercorrono in
per il governo del territorio è possibile quindi controluce i diversi temi messi a fuoco dalla disciplina
ripercorrere le diverse fasi dello sviluppo ed analizzare urbanistica nei diversi momenti storici:
approfonditamente non solo gli esiti, ma anche i • nei primi decenni del dopoguerra la preoccupazione
processi che hanno caratterizzato il modello emiliano- di definire e regolamentare i processi di
romagnolo negli ultimi 50 anni. urbanizzazione accelerata e contestualmente favorire
la produzione di edilizia economica popolare;
La mostra vuole riproporre i passaggi più significativi • negli anni ‘80 e ‘90 l’emersione dei temi ambientali
della pianificazione territoriale ed urbanistica in come elementi portanti della strutturazione del
Emilia-Romagna, in una narrazione evocativa che paesaggio e la nuova attenzione ai processi ambientali e
si sviluppa attraverso il confronto delle politiche alle specificità paesaggistiche all’interno della disciplina
regionali con il contesto nazionale e internazionale e urbanistica;
con le politiche adottate alla scala locale, prendendo • negli anni 2000 la lettura olistica del territorio
ad esempio un piccolo comune del reggiano, come come contesto organico di diversi sistemi tra loro
paradigma del processo di crescita che dal dopoguerra interrelati, che impone alla tradizionale disciplina
ad oggi ha riguardato il territorio regionale. urbanistica l’apertura agli apporti specifici di piani
settoriali di carattere ambientale e paesaggistico,
L’attività urbanistica del Comune di Sant’Ilario d’Enza, oltre che al confronto con dinamiche che travalicano
comune di meno di 12.000 abitanti posto sulla via largamente i confini amministrativi, per inserirsi in
Emilia tra Parma e Reggio, è esemplificativo della politiche sovranazionali.
“vocazione urbanistica” dei tanti ‘piccoli’ comuni
che caratterizzano ampia parte del territorio Oggi la consapevolezza che il nuovo scenario socio
regionale, che attraverso i piani hanno sviluppato le economico ed istituzionale richiede un ripensamento
loro specificità e tutelato la loro identità, adeguando degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica,
contemporaneamente le loro prospettive di crescita per adeguarci ad affrontare la sfida della rigenerazione
agli obiettivi e alle finalità che la Regione nel tempo dei sistemi insediativi esistenti verso l’azzeramento del
ha sviluppato attraverso le sue leggi e i suoi strumenti, consumo di suolo, ha portato la Giunta Regionale ad
portando avanti un disegno comune. inserire la revisione della legislazione regionale in
materia di governo del territorio tra i principali obiettivi
Dunque la mostra è contemporaneamente: del proprio mandato.
• testimonianza del pluridecennale lavoro della Conoscere è il primo passo necessario per poter
Regione Emilia-Romagna per supportare, attraverso la elaborare nuove proposte…conoscere per governare
l’emilia-romagna:
laboratorio
di pianificazione
territoriale
il contesto nazionale
ed internazionale
L’esperienza inglese delle new towns assume gli studi sulla mobilità e sull’orga-
nizzazione dei trasporti come mezzi per definire un ordine sia a livello urbano
(nelle nuove città la mobilità definisce l’organizzazione e la forma urbana) che terri-
toriale (negli studi regionali la mobilità è base della pianificazione a lungo termine).
5. Schemi di distribuzione
all’interno dei quartieri
[Traffic in Towns, Colin
Buchanan, 1963]
6. Northampton
Bradford, North Bucks
study, 1965
6
Negli anni ’60 l’ordinamento regionale previsto dall’art. 114 della Costitu-
zione non è ancora stato attuato, ed i piani urbanistici sono approvati dai
Provveditorati alle Opere Pubbliche, espressione regionale del Ministero dei
Lavori Pubblici.
Appartengono agli anni ‘60 anche le esperienze volontarie dei piani interco-
munali di Milano, Bologna, Torino e Firenze, necessari per governare i nuovi
temi della città-territorio.
7. CRPE / modello
di ipotesi di assetto
per la Regione
Emilia-Romagna
[estratto da “Primo
Schema di Sviluppo
Economico dell’Emilia-
Romagna”, 1968]
8. CRPE / modello
di ipotesi di assetto
per la Valle Padana
[estratto da “Primo
Schema di Sviluppo
Economico dell’Emilia-
Romagna”, 1968]
8
10
I piani urbanistici delle città emiliane degli anni ’60 affrontano il progetto del si-
stema insediativo assumendo la strategia regionale di contrasto alla diffusa ten-
denza insediativa a nastro lungo la via Emilia, attraverso il potenziamento delle
direttrici nord–sud e il raccordo tra zone di montagna e terre di pianura. L’obiet-
tivo è mantenere il policentrismo tipico dello sviluppo insediativo regionale e in-
serire, contemporaneamente, forti cunei di connessione montagna-pianura per
promuovere nuovi processi economici e demografici. Tema decisivo di questi piani
è anche l’uso massiccio dei Piani per l’Edilizia Economica Popolare (PEEP) della
L 167/62 per contrastare la rendita urbana.
11
16
11.008
area
ABITANTI
10.420
agricola
9.760
9.475
9.312
9.234
9.237
9.064
abitanti 10.000
Calerno
8.013
8.000
5.518
ABITANTI 6.000
4.908
4.600
4.689
4.668
4.266
3.962
3.979
3.941
3.969
4.000
abitanti
capoluogo
2.000
1861
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
2006
2011
ANNI
1951 1961 1971 1981 ANNI
17
15. Riproduzione
della tavola originaria
del Programma di
Fabbricazione del 1965
16. Riproduzione della
tavola n.2 della variante
al Programma di
Fabbricazione del 1965
e schema riassuntivo
delle norme
17. Anni ‘60: dinamiche
demografiche
18. Il plastico del
grattacielo in Piazza della
Repubblica [archivio
fotografico del Comune
di Sant’Ilario d’Enza] 18 19 20 21
19-20-21. Il grattacielo:
un edificio per abitazioni,
uffici e negozi,
progettato da Mario
Asnago e Claudio Vender
nel1966 [foto da Archivio
Cino Zucchi]
22. Inaugurazione del
Villaggio Bellarosa nel
1963, via Fermi a Calerno
[archivio fotografico del
Comune di Sant’Ilario 22 23
d’Enza]
23. Il Villaggio Bellarosa
in costruzione: cartello
promozionale
[archivio fotografico del
Comune di Sant’Ilario
d’Enza]
24-25. Conferenza sulla
politica edilizia, 1959
[archivio fotografico del
Comune di Sant’Ilario
d’Enza]
24 25
la nascita
delle regioni
e l’esperienza
dei comprensori
il contesto nazionale
ed internazionale
strutture socio-economiche
piano
servizi e infrastrutture
carta della propensione verifica quinquennale
al dissesto idrogeologico attivi del dei livelli di sviluppo
primario degli attivi economico
distribuzione previsti popolazione e e sociale
carta dei bacini prima popolazione al primario
definizione che è livelli di attività
idrografici utilizzazione attivi del nei settori e scelte
reale delle scelte necessario
primario garantire territoriali di
del suolo territoriali esistenti
(1^ carta degli scarti) e verifica coordinamento
struttura (2^ carta degli scarti)
popolazione livello min dei livelli
addetti prim. degli attivi piano
necessari negli altri territoriale
settori di coordinamento
utilizzazione previste destinazione
nei piani urbanistici del suolo seconda verifica
e in altri piani o proposte scelte territoriali
definizione e verifica
di base degli 1^ verifica 2^ verifica
obiettivi generali di base di base
30
La metodologia di analisi del territorio dal punto di vista agricolo si articola in tre
temi fondamentali: conoscenza della utilizzazione attuale del territorio; rileva-
zione delle caratteristiche fisiche del territorio al fine di evidenziarne le poten-
zialità; studio delle componenti socio-economiche, relative alle risorse umane
in quantità, qualità e localizzazione ed alle strutture ed infrastrutture che legano il
produttore al territorio specifico (ed entrambi all’apparato di mercato e di servizio
cui fanno riferimento).
L’incrocio dei dati fisici della carta clivometrica, geopedologica, della propensione
al dissesto idrogeologico, della esposizione dei versanti, porta ad individuare sul
territorio delle aree che, a seconda delle condizioni altimetriche, clivometriche ed
idrogeologiche, potrebbero venire teoricamente destinate ad un certo tipo di uti-
lizzazione del suolo.
L’incrocio dei dati fisici consente di predisporre la carta della destinazione po-
tenziale dei suoli, di fondamentale importanza, in quanto consente da un lato
di indicare vocazioni dei suoli per un ventaglio di colture (o l’esclusione di talune
utilizzazione in assoluto), dall’altro di formulare delle ipotesi sul carico di addetti
necessari in agricoltura.
Il PRG definisce i caratteri della struttura urbana, con un disegno che colloca
gli insediamenti esistenti in un organismo urbano radicalmente ‘nuovo’ e dà a
essi un ordine fino allora non prefigurato.
Il PEEP (approvato nel ‘74), così come i PEEP attuati precedentemente all’approva-
zione del PRG, testimonia l’ampio utilizzo della L167/62 - Disposizioni per favorire
l’acquisizione di aree per l’edilizia economica e popolare, diffusa negli anni ‘60-’70
in tutta la regione, per dare risposta all’ingente richiesta di edilizia economica e
popolare nelle nuove urbanizzazioni. PRG e PEEP sono espressione di una politica
urbanistica caratterizzata da una forte capacità delle Amministrazioni comunali
di governare il territorio attraverso interventi pubblici significativi sul piano
delle scelte territoriali e sociali.
La morfologia urbana si inserisce nella ricerca dei modelli di housing avanzati negli
anni ‘60: tipologia urbana “low-rise, high-density” per assicurare una densità de-
mografica in grado di mantenere la complessità delle interazioni sociali che carat-
terizzano la vita urbana, separazione dei percorsi veicolari e pedonali in funzione
di assetti urbani che assicurino la sicurezza delle utenze deboli e approfondimento
della tipologia casa a schiera.
34. Insediamento
residenziale di via della
Fornace
35. Case a schiera nel
piano PEEP per Calerno
36. Insediamento Abi-
Coop
34 35 37. Torre Acli in via
Cavour
38. PEEP Bettolino
39. PEEP Podgora
[archivio fotografico del
Comune di Sant’Ilario
d’Enza]
40. Tipologie edilizie e
principi di accessibilità
dei modelli di housing
inglesi [da “Housing
the family - Design
36 37 Bulletins”, Great Britain,
1969 e diversi numeri
della rivista di architettura
Casabella]
41. Indicazioni normative
relative alle unità
residenziali dei piani
PEEP
42. PEEP ‘74: a sinistra
Calerno e a destra il
capoluogo), in azzurro
i comparti oggetto di
intervento
38 39
41
42
la pianificazione
regionale:
sviluppo
di una coscienza
paesaggistica
e ambientale
il contesto nazionale
ed internazionale
In questi anni la Comunità Europea emana direttive rivolte a tutelare l’acqua dall’in-
quinamento, considerandola come bene autonomo, meritevole di particolare pro-
tezione. Tutti i paesi avviano processi di adeguamento della propria legislazione.
In Italia, uno dei passi più importanti per la tutela delle acque è la legge 319/76,
detta anche “legge Merli”, che contiene le direttive per un impiego più razionale
delle acque e regola lo scarico delle acque reflue, imponendo che rientri, per de-
terminate sostanze, in precisi valori-limite. Inoltre, indica le competenze pubbliche
della materia, con particolare riguardo al controllo degli scarichi e ai servizi di pub-
blica fognatura.
il decreto galasso
Nel 1985 il tema del paesaggio e dell’ambiente esplode anche a livello nazio-
nale con la Legge Galasso, che impone a tutte le regioni la redazione, in tempi
brevi di un Piano Paesistico. L’Emilia-Romagna è la prima ad adottare il Piano
Paesistico Regionale, potendo contare sugli studi ereditati dai Comprensori e
sul sistema di tutele che i comuni stavano definendo in applicazione della LR
47/78. Il modello di pianificazione del PTPR porta avanti in parallelo la rileva-
zione dei fenomeni ambientali, la disciplina normativa generale di regolazione
e un insieme di progetti di salvaguardia e tutela attiva su zone ed elementi
significativi.
Anche il PTR assume il rapporto tra ambiente e sviluppo come elemento fon-
damentale per la definizione delle grandi scelte per la qualificazione del si-
stema metropolitano. Nel piano regionale si ritrovano anche molti dei temi
mutuati dalla stagione precedente: miglioramento delle condizioni socioeco-
nomiche delle aree deboli, riequilibrio insediativo e trasportistico, formazione
di un sistema urbano-metropolitano integrato di livello sovraregionale.
La L.R. n.47/1978 è a prima legge urbanistica regionale che introduce una detta-
gliata articolazione delle zone di piano:
• zone di tutela (da sottoporre a speciali norme ai fini della difesa del suolo, della
tutela dell’ambiente e della salvaguardia della salute pubblica);
• zone interessate da linee di comunicazione;
• zone territoriali omogenee A-B-C-D-E-F (che riprendono e in parte ridefinisco-
no le zone territoriali omogenee del DM 2.4.68) e G (corrispondenti agli standard
del DM 2.4.68).
Inoltre la legge specifica in modo dettagliato gli interventi sulla base della L457/78
e prescrive i limiti inderogabili degli standard urbanistici (quantitativamente supe-
riori ai quelli del DM 2.4.68).
Infine, dal punto di vista procedurale, la legge prevede analisi conoscitive (in linea
con il DPR 616/77) e (fino alla modifica apportata dalla LR 6/95) una fase di ‘pro-
getto preliminare’ sul quale si esprimono con note propositive enti, organizzazioni
e privati, prima dell’adozione del piano.
Il Piano Regionale dei Trasporti (PRIT) del 1983 assume il sistema ferroviario nazio-
nale basato sulle 3 dorsali Tirrenica, Centrale, Adriatica; indica l’asse ferroviario
Piacenza-Rimini come metropolitana regionale e prevede il collegamento degli
assi stradali nord-sud della regione con le principali direttrici est-ovest (autostrada
e metropolitana regionale) attraverso i caselli autostradali e le stazioni ferroviarie.
Il PTPR, adottato nell ‘89 ed entrato in vigore nel’93, coniuga aspettti paesaggistici ed ambientali e
configura il quadro regionale degli elementi strutturanti la forma del territorio.
I paesaggi regionali sono definiti mediante le unità di paesaggio, che costituiscono riferimento essen-
ziale per le metodologie di formazione degli strumenti di pianificazione.
47
Negli anni ‘80 viene elaborata una variante generale al PRG del ‘73, l’ultimo
piano al quale lavora l’architetto Osvaldo Piacentini, consulente per oltre 25
anni dell’Amministrazione Comunale.
Per la prima volta nel 1983 il territorio agricolo è oggetto di una capillare analisi
degli edifici esistenti, che porta all’individuazione e alla tutela di un numero signi-
ficativo di edifici che per la loro quantità e distribuzione nel territorio sono iden-
tificativi dello specifico ‘paesaggio’ territoriale. Queste analisi, parti integranti del
VG/85 che ripropone un’articolata individuazione normativa degli interventi sul pa-
trimonio edilizio esistente, sono aggiornate e integrate in tutti i piani successivi.
51
ABITANTI / FAMIGLIE
andamento pop. anziana
(oltre 60 anni)
1951=100
1981=100+210,99%
n.famiglie
14-59
0-13
ANNI ANNI
1951 1961 1971 1951 1961 1971 1981
ottobre 1981
MASCHI= 4.549 FEMMINE= 4.763
1886-95
1921-60
1922-59
1967-14
1968-13
1981-0
12.000
11.008
10.420
9.760
9.475
9.312
9.234
9.237
9.064
10.000
8.013
8.000
5.518
ABITANTI
6.000
4.908
4.600
4.689
4.668
4.266
3.962
3.979
3.941
3.969
4.000
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
2006
2011
demografiche
degli anni ‘80 ANNI
52
la pianificazione
provinciale,
politiche
territoriali
e riqualificazione
urbana
il contesto nazionale
ed internazionale
legge 142/1990
La stagione di riforma degli anni ‘90 si apre con la legge 142/90 che interviene sul-
le autonomie locali valorizzando la partecipazione dei cittadini all’amministrazione
locale e introducendo nuove regole sulla trasparenza amministrativa, riconoscendo
il diritto di accesso alle informazioni e ai procedimenti amministrativi.
La legge sull’Ordinamento delle autonomie locali, detta i principi dell’ordinamento
dei comuni, delle province e delle città metropolitane, e ne determina le funzioni,
iniziando un processo di ‘gerarchizzazione del territorio’ consistente nella ‘forma-
zione costante di centri e di periferie, di aree forti e di aree dipendenti’.
legge 179/1992
Le Norme per l’edilizia residenziale pubblica danno seguito alle disposizioni della
L.457/78 definendo le procedure per l’avvio dei programmi integrati di intervento.
Il CIPE ripartisce i fondi tra le regioni che provvedono a definire i propri program-
mi finalizzati alla riqualificazione del tessuto urbano e al recupero del patrimonio
edilizio.
La Legge 183/89 sulla Difesa del suolo introduce la stagione dei PAI - Piano stralcio
per l’Assetto Idrogeologico - e dei Piani di Bacino, basandosi sul concetto di ‘baci-
no idrografico’ come unità di riferimento per la conoscenza dei fenomeni idraulici
e idrogeologici e la definizione di interventi.
Il Decreto 152/99, elaborato in sostituzione della Legge Merli del 1976, reca di-
sposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento in recepimento della Diret-
tiva europea 91/271/CEE. Il provvedimento apre la strada ai Piani di Tutela delle
Acque, che contengono l’insieme delle misure necessarie alla tutela qualitativa e
quantitativa dei sistemi idrici, a scala regionale.
Corsi d’acqua
interessati dal
piano di stralcio
della Fasce Fluviali
(Del. C.I. n. 26/97)
Corsi d’acqua
interessati dal piano
di stralcio per Assetto
Idrogeologico
(completamento
Fasce Fluviali)
54
fascia C
C area di inondazione
per piena catastrofica
B
A
fascia A
fascia di deflusso
della piena
A
B fascia B
fascia di esondazione
C
54. PAI: corsi d’acqua
oggetto di delimitazione C B A A B C
delle fasce fluviali
e schema esplicativo Q500
per la definizione Q200
delle fasce fluviali
Gli anni ’90 sono caratterizzati dallo sviluppo della pianificazione d’area vasta
attribuita alle Province, cui viene conseguentemente affidata la competenza
amministrativa di approvazione degli strumenti urbanistici comunali.
58
Nell’ambito della direttrice Val d’Enza, il PTCP della Provincia di Reggio Emilia
(adottato nel ‘97 ed approvato nel ‘99) prevede strategie di consolidamento del
sistema degli insediamenti attorno alla nuova direttrice nord-sud, connettendoli
al nodo di Caprara e riducendo al contempo la gravitazione su Reggio Emilia.
55.PTI Parma, 1995
Si punta inoltre alla valorizzazione del fiume Enza, alla qualificazione dell’area 56. PTI Bologna, 1994
57. PTI Rimini, 1999
agricola e alla terziarizzazione del settore, che è fortemente caratterizzato dagli 58. Il PTCP di Reggio
andamenti di mercato del Parmigiano-Reggiano. Emilia, 1999
Il Piano Regionale dei Trasporti (PRIT) si pone come obiettivo quello di assicurare a
cittadini e imprese una migliore accessibilità del territorio regionale promuoven-
do un sistema integrato di mobilità, in cui il trasporto collettivo assolve un ruo-
lo fondamentale. Il Piano aspira a massimizzare l’efficienza interna del trasporto
locale e la sua integrazione con il trasporto ferroviario, assieme alla definizone
di una strategia praticabile per il rispetto degli obiettivi di Kyoto per la riduzione
dell’emissione di CO2.
PARMA
59 60
31
36
MODENA
BOLOGNA
87 ferroviario, Parma
60. Ex Manzini, Parma
61. Ex mercato bestiame,
RAVENNA
FERRARA
Modena
62. Area militare Staveco,
Bologna
63. Ex magazzini della
Cassa di Risparmio di
Ferrara
64. Mangimificio Martini,
Ravenna
[archivio IBC]
63 64
134
121
Con il PRG ’85 e le varianti ’93 e ’97 il PRG da strumento rivolto essenzialmen-
te alla disciplina dell’attività edilizia urbana diviene strumento di pianificazio-
ne del territorio, inteso come area partecipe dei più estesi contesti infrastrut-
turali, ambientali e paesaggistici nei quali rientra.
Nel territorio urbano il PRG si concentra sul tessuto esistente, sia nel “dise-
gno” (aree centrali, continuità ciclopedonali), sia nell’attenzione agli ambiti di
ristrutturazione urbana.
Una ulteriore indagine relativa al territorio agricolo censisce gli usi di tutti gli
edifici rurali, l’assetto produttivo dell’area agricola e le modalità di utilizzo e
di percezione che di esso ha la popolazione.
Nel ’93 viene esteso all’intero territorio agricolo comunale il divieto (già pre-
sente dal ’72 per la sola zona agricola centrale) di qualsiasi nuova costruzione
residenziale.
Ai fini della salvaguardia ambientale vengono affinate le disposizioni relative
allo spandimento dei liquami (’93), in adeguamento alle disposizioni della Re-
gione e della Provincia di Reggio Emilia, in applicazione delle leggi regionali
(LR 7/83, LR 13/84 e relative direttive) che numerose in questi anni affrontano
il problema degli inquinamenti delle falde profonde per effetto degli spandi-
menti di origine zootecnica.
Il piano viene inoltre adeguato alle disposizioni del PTPR (adottato nell’89 e
approvato nel ’93).
Alla fine degli anni ‘90 i processi demografici indicano una nuova fase di crescita
per l’inizio del flusso immigratorio che interesserà per tutto il decennio successivo
la provincia di Reggio Emilia. Vengono quindi individuate ulteriori aree di ristrut-
turazione urbanistica e di espansione per un carico di popolazione che si prevede
passi dal 2000 al 2015 da 9500 a circa 11000 abitanti.
10.000
8.013
8.000
5.518
ABITANTI
6.000
4.908
4.600
4.689
4.668
4.266
3.962
3.979
3.941
3.969
4.000
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
2006
2011
Verso uno
sviluppo
sostenibile:
la nuova legge
urbanistica
regionale
il contesto nazionale
ed internazionale
Il primo decennio del 2000 è caratterizzato da disposizioni legislative relative ad ambiente e pae-
saggio, in recepimento di disposizioni comunitarie che perseguono lo ‘sviluppo sostenibile’ indica-
to dal Rapporto Brundtland (UN, 1987) : “lo sviluppo sostenibile non è una definitiva condizione di
armonia, è piuttosto processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione
degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali sono
resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali”.
2001/42/CE - vas
interventi strutturali
attività industriali
agricoltura leggi / piani /
zootecnica determinanti risposte
prescrizioni
energia
trasporti
turismo
interventi bonifiche
pressioni
prescritti impatto
tecnologici
rumore
radiazioni
rifiuti salute
ecosistemi
siti contaminati stato
qualità di aria / acqua / suolo
danni economici
d.lgs 42/2004
Nel quadro delle tutele dei beni culturali e del paesaggio, il Codice del D.Lgs
42/2004 (e successive modifiche) riassorbe in un unico testo organico la disciplina
dei beni culturali e paesaggistici e ridefinisce obiettivi e contenuti dei piani pae-
saggistici, richiamando la definizione di paesaggio della Convenzione Europea sul
Paesaggio del 2000.
d.lgs 152/2006
In attuazione del principio dello sviluppo sostenibile, il D.Lgs 152/2006 riassorbe
in un organico corpo disciplinare le disposizioni relative a valutazioni di impatto
ambientale, difesa del suolo e tutela delle risorse idriche, gestione dei rifiuti e dei
siti contaminati e tutela dell’aria.
La nuova legge urbanistica regionale entra in vigore l’11 aprile 2000, inno-
vando profondamente il sistema della pianificazione urbanistica e territoriale.
Richiamando i principi proposti dall’INU al Congresso di Bologna del 1995, al
PRG della L1150/1942, corrispondono tre strumenti: uno di carattere strut-
turale strategico (PSC), uno di carattere operativo (RUE) ed uno di carattere
programmatico (POC).
L’iter di elaborazione del piano prevede - e in un certo senso, per alcuni aspet-
ti, ripristina un iter procedurale presente nella LR47/1978 fino al ’95 - un’arti-
colata fase procedimentale che precede l’adozione del piano. Il procedimento
dell’art.32 prevede infatti le fasi del documento preliminare, del suo esame
nella conferenza di pianificazione (momento di concertazione e cooperazione
istituzionale), dell’adozione del PSC da parte del Consiglio Comunale, delle
osservazioni, delle riserve della Provincia e dell’approvazione da parte del
Consiglio Comunale, sancendo l’autoapprovazione del piano, in piena applica-
zione del principio di sussidiarietà.
Il quadro delle disposizioni nazionali incide fortemente sulla LR20/2000 per gli
aspetti relativi alla tutela del paesaggio (varianti introdotte dalla LR23/2009)
e per gli aspetti della sostenibilità ambientale e sociale (varianti introdotte
dalla LR 6/2009), introducendo in particolare obiettivi sull’Edilizia Residen-
ziale Sociale, sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sul ruolo
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) nello stabilire le
condizioni e i limiti del consumo di suolo non urbanizzato.
DI PROCESSI DI RINATURALIZZAZIONE
compresenza di funzioni
AMBITI URBANI
territorio territorio
urbanizzato da urbanizzare componente
antropica
il PTCP individua
POLI FUNZIONALI gli esistenti da consolidare,
(art. A-15) ampliare, riqualificare
ptcp
funzioni il PTCP
specialistiche programma
caratterizzate da effetti i nuovi
sociali
territoriali
ed ambientali
di impatto sovracomunale il PTCP
AMBITI individua e disciplina
SPECIALIZZATI gli esistenti
PER ATTIVITà da ampliare per assumere
PRODUTTIVE rilievo sovracomunale
(art. A-13a)
il PTCP individua
e disciplina gli ambiti
per i nuovi insediamenti
TERRITORIO URBANO con obbligo di prestazione
ambiti con funzioni di aree ecologicamente
specialistiche attrezzate
incompatibili
con residenza il PTCP
e servizi collettivi individua per difetto
gli esistenti di rilievo
sovracomunale
che non si ampiano;
sono oggetto solo di riassetto
e riqualificazione; sono
disciplinati
dal PSC e RUE
PSC il PTCP
funzioni specialistiche individua e disciplina sia
caratterizzate da effetti sociali AMBITI
SPECIALIZaZATI gli aspetti del
territoriali consolidamento
ed ambientali PER ATTIVITà
PRODUTTIVE e della riqualificazione
di impatto dell’esistente che
comunale (art. A-13a)
gli ampliamenti
ed i nuovi insediamenti
in conformità con le discipline
dei PTCT
Il PTA, ai sensi del DLgs 152/99, individua gli obiettivi di qualità ambientale dei
corpi idrici e le misure di tutela qualitativa (disciplina degli scarichi, tutela zone
vulnerabili da nitrati di origine agricola, disciplina delle attività di utilizzazione agro-
nomica, tutela aree di pertinenza dei corpi idrici, tutela zone vulnerabili da prodotti
fitosanitari, tutela zone soggette a siccità, tutela acque superficiali e sotterranee
destinate al consumo umano) e di tutela quantitativa (rispetto del deflusso mini-
mo vitale, misure per il risparmio idrico, misure per il riutilizzo acque reflue).
69 70 71
ZN
zone non vulnerabili
ZV
zone vulnerabili
70 71
aree di accertata e
rilevante consistenza
archeologica
tutela struttura
centuriata
strutture insediative
territoriali storiche
non urbane
Nel 2015 si approvano il PSC e RUE, elaborati in una fase di profonda trasfor-
mazione disciplinare e procedurale.
Le urbanizzazioni sono state contenute entro i perimetri già previsti dal piano
del 2000.
400
300
200
100
0
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Sant’Ilario d’Enza
oltre 75
regione
Emilia-Romagna
60-75 altre regioni
Italia settentrionale
altre regioni
45-49 centro/sud Italia
CLASSI DI ETA’
paesi UE
paesi extra UE
30-44
15-29
0-14
0-4
ABITANTI
0 1.000 2.000 3.000
case sparse
12.000 Calerno
capoluogo
10.000
8.000
ABITANTI
6.000
4.000
2.000
0 ANNI
1951 1981 2011
450
abitanti
400 famiglie
350
300
250
200
150
100
50
0 ANNI
1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 73
+
Comune di Sant'Ilario d'Enza TERRITORIO RURALE (TIT. III)
Provincia di Reggio Emilia
+
Aree di valore naturale e ambientale (art. 10)
Ambito di pertinenza del fiume Enza
+
Alveo ( fascia A del PAI)
+
zona di tutela dei caratteri ambientali del fiume Enza
+
Alvei di rii, canali, scoli
+
Zona di tutela (fasce ripariali)
+
PIANO URBANISTICO COMUNALE 70.2 Ambito agricolo periurbano
+
L.1150/1942 - L.R. 20/2000 e s.m.i Ambito agricolo di rilievo paesaggistico
+
Ambito agricolo di rilievo paesaggistico
Ambito agricolo di rilievo paesaggistico rientrante nel sistema delle bonifiche storiche
+
Ambito agricolo di ril. paes. Spalletti-Varane (struttura insediativa storica non urbana)
+
Ambito agricolo di ril. paes. La Commenda (struttura insediativa storica non urbana)
+
Calerno
Edificio produttivo in ambito agricolo
Capoluogo
Edificio incongruo in ambito agricolo
+
Sindaco
55.2
OLO
+
56.7 54
-SORB
Assessore all'Urbanistica Ambiti di trasformazione (TIT. IV - CAPO 1) (art. 16)
38 S. ILARIO
C. lemmi 53.4
+
55
54.7
S.P. N.
54.2
Segretario Comunale Sta 54.8
Chiesi zio
+
T- V Ambiti indefificati destinati a spazi pubblici strutturanti il disegno urbano e territoriale ne
56.9
55.4
55 P
54.7 P P C. Castagnetti
Ufficio Tecnico Comunale
+
55.8 54.5
55.4
S
54.8
+
54.7
57.2 Loghetto 55
CARTA DI PIANO
56
Progettisti 55.2 54.4 53.6
ELABORAZIONE GRAFICA INFORMATIZZATA - AMBITO Srl - Cento (FE)
P 54.9 52.6
F9
+
55.7
55.8 54.2
Attrezzature pubbliche rientranti nella spina urbana 55.6
56.2
55.8
+
55.3
53.8
56.1 55.2
OTTI
55.8 56.4
+
56.4
VIA MATTE
Contesti prevalentemente residenziali
TI
55.8 52.1
IAT
GL
55.6
TO
56.5
I
+
SC
VIA
56.2
57 59.3
Ambiti urbani consolidati prevalentemente residenziali
AM
57
55.4
GR
VIA
57.3 55.9 55.7 55.9
febbraio 2014 57.6 56.4 55.6
Archeologia
54.6
Contesti residenziali
+
55.9 56.1
57.8
56.6 52.8
57.8 56.5
adozione: delibera C.C. n. del Contesti con caratteri di tipicità nell'ambito urbano
P
+
riserve G.P.: delibera n. del 56.8 57.2
57 56.9
56.4
Nuclei minori in territorio rurale 57.2 VIALE DELLA
+
RESIST 57.1
ENZA
57.4
52.3
57.5
58.2
56.4
Ambiti urbani consolidati specializzati per attività produttive (TIT. IV - CAPO 4)
57.5
+
58
56.6
57.6 58 54.2
56.6
A/E 103
56.6
57.4 58
Ambiti specializz. per attività produtt. prevalentem. manifatturiere di interesse comunale 58.3
+
57.2 58.1
+ +
VIALE CEFAL + +
+
+
51.9
58.7
+
58.3 VIA
Dotazioni territoriali (TIT. IV - CAPO 3)
FER
+
RA 57.5
57.9 RI
+
VIA DON
58.6 MINZON
+
I
ZA
STRADA COM.
58.4 58.1
+
Principali infrastrutture e impianti tecnologici inerenti alle urbanizzazioni
SABOTINO 58.3
EN
+
58
P
58.2
ND
Castellana
+
58 59.1 56.6
PE
A
57.4
+
DI
OR
58
IN
T- R
58.9
DG
+
VIA
Linee elettriche alta tensione
PO
58 58
+
VIA SABOTI 58.6
VIA
NO
P
+
58.4
+
Aree preferenziali per impianti energia rinnovabile di programmazione pubblica 58.2 58.6
+
58.5
+
58.6 58.3 58.6
S. ILARIO
58
+
Pozzi dell'acquedotto VIA BRAGL F11
+
IA
D'ENZA 57.9
+
59.4
59
+
Attrezzature e spazi collettivi di rilevanza comunale
+
59.2
59.5
+
P
N
59.1 58.8 59.4
+
MI
VIA CANEP
CI
ARI
+
Attrezzature scolastiche,di interesse comune, religiose, ecc.
HO
+
+
59 58.4
VIA
58.8
+
+
57.2
+
Verde pubblico +
+
VIA LENIN
58.1 + 59.5
+
A
+
OR
+ +
59.3 +
Verde pubblico per attività sportive
DG
59.8
PO
59.2
C. Bonessi 59.4
VIA
P Parcheggi di interscambio e principali parcheggi urbani TINI
+
EN
VIA VESPU
R28
59.4 CCI
+ +
56.5 AC
PI
+
60.2
+
59.4
P
O.
Vs
+
Parcheggi bici A
+
+
+ 58.8 VI
+
58.7
+
+ 59.7
+
Attrezzature e spazi collettivi di rilevanza comunale/sovracomunale Villa Giovanna 58.2
+
59.7 55.6
+
59.6
60
+
+
Canale Spelta
Attrezzature e servizi di interesse generale
+
56.5
59.7 Bettolino
+
60.6 Villa Giordani
S
+
60.6
Scuole superiori o complessi scolastici con scuole superiori 60.3
+
VIA
+
60 PER
I
+
59.8
Vs
+
60.8 58.8
Attrezzature sportive
+
+
61 58.1
+
+
57.1
+
Dotazioni ecologiche e ambientali 61.3
+
60.2
+
61 56.5
61.5
+
61
Aree verdi con esclusiva funzione ambientale
+
61 59.7
A
GOR
+
+
E 92
61
+
61.6
VIA POD
LLI
Potenziali centri di attività e servizi di rilevanza sovracomunale
+
+
CHIE
il Voltone +
+
62 60.8
VIA PON
+
+
+
+
Alta di S. Rocco +
+ +
NI
ANIN
ENTI
62 I 58
+
62
PIAC
E 92
61.5 61.3
Perimetro F14 58.7
VIA O.
b 95
61.8
S.P. 12
61.5
P/C8
60.6
T-V
VIA IMPERIALE
+
61.9
Rete ferroviaria
LO
.PO
b 96
O-S
63.2
ARI
+
Linea ferroviaria RFI (asse forte del TPL su ferro ) e stazione 59.3
12 S.IL
63.1
S. Rocco Podere Spaggiari
T-V 58.9
. N.
63
63.6
P/C5
S.P
+
63.9
STRADA COM. 63.7
MONTELLO
Sistema ciclopedonale
64
61.2 60.2
Gazzaro
+
59
Principali itinerari ciclopedonali di interesse comunale 63.7
63.5 59.8 C. Spaggiari
63
Principali itinerari ciclopedonali di interesse sovracomunale 63.6
T- R
+
64 59.7
64 64.7
63.6
Nuova via Emiia (asse di interesse nazionale) - ipotesi di tracciato e corridoio di salvaguardia infrastrutturale R27
+
64.4 60.4
64.2 61
61
Nuova via Emiia (asse di interesse nazionale) - tratto già attuato + +
+
64.4 +
+
65
Gazzaro
+
Ghiara
+
+
64.5
Via Emilia esistente (asse di interesse regionale)
+
+
66.1 +
62.6
64.8 61
+
Asse Val d'Enza (asse di interesse regionale) 65.3 60.8
+
61.7 64.3
+
+
64.8 61.6
INI
SP12 (asse di interesse provinciale)
+
60 64.9 NT
65.7 CE 62.1
65.5
+
65.8 PIA
E/A 84
O.
+
63
E/a/E 85
VIA
Strade extraurbane locali di interesse storico/paesaggistico
S
+
65
+
65.6
60.8
+
Rete viaria - strade urbane
+
66.4 C. Paterlini
E 76
+
66.4
+
65.4
64.5
+
Via Emiia esistente - tratti urbani VIA TIMAVO
+
62.4 62.5 61.5
64.2 61.9
+
62.9 62.6 62.2
Strade interzonali esistenti
+
66.7
+
E 66
+
66.2
Strade interzonali di progetto
+
64.41 65.6 66.5 VIA
PASUBIO
+
65.3
+
Strade locali 64.2
+
+
67 65.75
66.8 64.6
+
62.5
67.4
+
63.6
SIC-ZPS
+
66.4 + 63.1
62.7
PERIMETRI RELATIVI A TUTELE AMBIENTALI + 63
TI
C. Pergoli +
+
OT
65.8
+
NZ
+
+
MA
60.6 65.9 + + +
65.8
VIA
65.6 64.6
Perimetro della fascia B del PAI (fascia di esondazione) 63.9 67.2
+
63.7
Perimetro del settore di ricarica A 61.2 63.7
67.8 66.2
67
Perimetro del settore di ricarica D 66.4
67.4
66.7 65.8
66.2 67.2
64.3 64.5
+
68
60.7
Perimetro siti Natura 2000 65.9
+
68
68.3
67.3
R24
Perimetro ARE "I Pioppini"
D'ENZ
67.3 65.3
T 73
A
+ + + +
65.7 65.1 64.6
67.9
62.8
Perimetro della zona di rispetto allargata di pozzi dell'acquedotto C. Chiesi
69.1 65.4
+
68.8 66.6
Perimetro della zona di rispetto (200 m) di pozzi dell'acquedotto 68.1
EN
68.5
67
Perimetro della zona di tutela di fontanili
ZA
+
62.4
69 69 C. Zinani 68.4
69
PERIMETRI RELATIVI A TUTELE DI BENI PAESAGGISTICI
67.5
69.4 68.9 66.3
+
66.9 65.6
66.7
Perimetro di aree tutelate per legge - dlgs 42/2004, art. 142 lett. c)
TO
69
Perimetro di aree tutelate per legge - dlgs 42/2004, art. 142 lett. g) 69.3
E 68
62.3 64.1 69.4
EN
+
TE
69.8
67.7
68.4 67.9
69.7
P20 Perimetro e n* scheda di riferimento di aree di accertata e rilevante consistenza archeologica 63.5
63.6
70
69.7
70
69.4
67.9 67.7
66.8
+
R
73.7
- edifici rurali esclusivamente residenziali +
E - edifici rurali promiscui 73.7 E 69 72 71.96
71.4
F17
+
D - edifici di servizio agricolo e barchesse
F - edifici connessi alla economia agricola locale (caseifici) +
C 70 72.5
69.6
73.9
A - edifici residenziali padronali , residenze non rurali
S.P.
+
B
73.3
- chiese e servizi annessi , hospitalia
+
67.8
b - edifici religiosi moniori ( oratori, maestà , cappelle); cimiteri
12
74.2
71.6
edifici significativi per l'identità urbana + 70.4
73.99
elementi tipologicamente particolari: +
71.1
69.1
T - torri
V - ville
+
+
P - palazzi
+ 74.9
Piante
+
Filari
+
CONFINI
+
Confine comunale
+
+ + Confine di Provincia
+
+
APEA
+
+
Calerno
+
Capoluogo
+
Sindaco
+
39
Assessore all'Urbanistica S.P.
42.7
+
42.6 42.5
43.8 42.8
Arzana
43 42
42.5 42.6
43.5 42.7
42.5 42.5
Laghi di
42.8
42.8
+
Gruma
43
43.2
Progettisti
ELABORAZIONE GRAFICA INFORMATIZZATA - AMBITO Srl - Cento (FE)
44.5
41.7
43
41.3
+
42.5
43.3 43.5
43.7
44.3
44
Cavo Fontana
45.3
43.5
44.7
+
43.5
42.2
41.7
44
43.5
Geologia 55.2
45.1
45
46.4 Cabassa 42.8
+
38 S. ILARIO-SORBOLO
56.7 54 42.7
45.3
45.1
45.2 44.4
44.5
C. lemmi 53.4
55
54.7 44.3
43.1
S.P. N.
Chiesi 47.9
55.4 45.6
45.5 Venceslao
55 45.1
56.9 51.5
54.7 C. Castagnetti 44.2
47.8
febbraio 2014
46.9 45.4
55.8 54.5
55.4
Archeologia
44.7
54.9 45.7 43.4
54.8 52 48.7 43.3
43.9
55.1 43.7
55.2
+
54.7
Podere Bonaretti 50.7
46.8
57.2 Loghetto 55
49.4
46.2
56
55.2 54.4 53.6 46.6
55.7 45.8 46
55.8 54.2
55.6
Rio
55.8 44.8
49.4 46.4
55.1 44.2
+
55.3
53.8 48.7
56.1 Giambattista Varane
approvazione: delibera C.C. n. del
55.2 44.6
46.1 44.6
STRADA
46.2
Villa Irene 56 55.8
52.8
41.9
55.8
VIA MATTEOTTI
56.4 46.7 46
55.8 56.4 47.5
47.2
TOGLIATTI
GRAMSCI
CORTE
56.2
VIA
57 59.3
57 46.9 47.3
55.4 45.1
47.4
40.5 45.2 44.8
46.4
VIA
VALLE RE
47
+
44.6
56.8 46.8
57.2 41.8
58.1 56.1
51
43.2
57 56.9
56.4 51 45.9
57.2 VIALE DELLA 48
RESISTENZA 57.1 46.1
57.4 45.3
52.3 42.5 39.8
57.5 46.4 42.5
48.1 45 44.9
42.6 La Zerbaglia
58.2
56.4
+
57.5 48.9
58 53.5 51.8
42.4
56.6 47.3 46.3 38.6
48.2 37
57.6 58 54.2 52.1 46
57.4
56.6 56.6 Villa Inzani 49.1
42.5
58 58.3 49.8 46.1 40.8
41.9 42.4
57.2 58.1 Concessione Prima 49.1 47
45.2
44.2 43.3
45.4
VIALE CEFALONIA
44.6 C. Canassi 43.8 43.1
49 45.6
56.5 57.4 45.6 42.8
52.5 38.1
+
STRADA COM.
58.4 58.1 45.1 44
SABOTINO 58.3
Confne comunale
58
58.2 43.2
INDIPEND
49.9
. 67
PODGOR
58 41.7
58.9
47.3
VIA
49.6 46.2
+
58 58 50.2 43.5
VIA SABOTINO 58.6
VIA
42
BOLOGNA-M 47.3
S. ILARIO
58 APRILE 50.6
50
VIA BRAGLIA EST
Fondo Blu 46.1 45
38
50.6
53.9 45
HO
A
PODGOR
48.8
Sgaviglio 46.8
INI 55.5 49.6
53.1 47.7
51.1 47.5
59.4
VIA VESPUCCI 46.8
56.5 PIACENT
59.4 60.2 52.9 46
O. 50.3
VIA 48.1
58.8
44.7 43.4
+
58.7 47.5
59.7 50.5 49.6
49.3
Pradone 47.4 STRADA 41.5
52.3 MONTENERO 45.5
BRENTA
59.8
54.3
XXV Bolognina Porcilaie
VIA
50.9
POVIGLIO
FERRARIS 49.5
53.2 48.5 42.3
61.3 50.2 Chiarde
+
DELLA
60.2 52.5
44.2 43.6
PROV.N.67
61 56.5
61.5
STRADA
61 52.8 47.6 41
51.7 46.1
61 59.7 55.2 41.4
55.6 52.2 49.6
VIA PODGORA
53.3 52.8
STRADA
VOLTA
47.3
VIA
61
61.6 50.4
VIA PONCHIELLI
50.2
52 52
VIA
52.1
il Voltone 62 60.8
56.6
52.9
54 49.5 41.6
+
52.1
Villa Spalletti
58 46.6
62 53.4 52.4 52.4 56.7 43.6
44.9
62 49.8
61.5 61.3 51.4
57.4
CURIE
61.8
53.6
53.1
52.6
52.8 51.2 Ceresola Nova 44.5
56 46.1 42.3
Villa Milena
+
51.7
P.M.
62.8 50.1
52.8
60.6 VIA
VIA IMPERIALE
48.3 48.2
51.4
55.4
63.2 53.5
+
59.3 53.4
RETE FERROVIARIA
63.1
S. Rocco Podere Spaggiari 58.9
54
44.5
N. 12
52.5
63.6 52.9
63
S.P.
59 57.4 55
63.7
63.5 59.8 C. Spaggiari 55.5
51.7
55.5
63
49.5
MONTECCHI
55
M.L.KING
60.7 53 46.2
60 60 53.7 52.7 50.3 52
63.6
+
52.3
S.P.
59.7 56.1
Calerno
51.5 46.5
RETE VIARIA
64 64.7 51.7 46.5
64 55.8
VIA
M.
52.3
C.
VIA
63.6
54.2
MARX
57.8
54.1 52.7 52.3 Rubino
64.4 60.4 52.2
64.2 61 55.4 52.5
SCUOLA Rio
Grande rete
61 55
56.8 47.3
64.4
65 59.5 58.7
Gazzaro
+
53.5
Ghiara 64.5 55.1 53.1
Autostrada A1 (tipo A)
66.1
62.6 57.5 52.4
64.8 61 55.2 STRADA 49.2 48.7
65.3 60.8 57.2 56.9
61.7 64.3 Canova XXV
LUGLIO
64.8 I
61.6 C. Rosalia 54.7
Via Emilia bis ( viabilità di interesse nazionale - tipo C1) le Fornaci 53.2
60 64.9 59.5 53.1
65.7 62.1 52.3
65.5
65.8 PIACENTIN 56
O.
VIA 63 52 51.5
58 49.2 49.2
+
65
Rete di base
65.6 58.7 56.4
60.8
55.4
60.7
Monta 53.7 52.2
66.4 C. Paterlini 57.2
SP 12 - SP 39 - SP 38 (tipo C2)
VIA SPALLETTI 53.6
67.4 58.1 57.4
63.6 60.8 59 55.9
66.4 63.1 51
62.7 62.6 62.2 55.9
63 STRADA SPALLETTI 57.9
+
C. Pergoli
MANZOTT
IO
65.8 59.7
- MONTECCH
55
Gasparotti
Strade extraurbane locali 60.6 65.9
65.8
62.1 52.8
VIA
63.9 67.2
POVIGLIO
56.8
63.5
+
64.9
Viabilità urbana
67.8 66.2
67 57 56.7 51.1 52.3 52.2
67.4 55.8
66.7 66.4
65.8 67.2
66.2
+
68 57.5
53.5
67.3 65.3 57.7
61.4 57.7
+
68.5 54
MINZONI
67
VIA SABOTINO
56.5
53
+
59
68.9 66.3
Macello 55.6
59.9 58.2
66.9 65.6 60.7
66.7 62.1 61.9 60.4 53.9
62.7
TOR
54.2
65.6 62.9 67.9 69.4 56.9
69.4 69.3
62.3 64.1
+
53.2
TE
60.6 60.5
54.8 Zara
69.8
67.7 57.4 57.1
54.4
68.4 67.9
69.7 59.8 Liberata 59.1
69.7
63.6 69.4 66.8
+
Colombaia
70.2
+ 65.5
57
a
62.1 55
Duchess
71
58.4
+
70.4 87.6
70.9 71 55
68.2
PERCORSI CICLOPEDONALI
66.6
67.2 68.1 70.2
56.7
+
70.6 70.5 69.4
67.6
+
65.2
60.8
57.8 56
56.7
62.5
71.1
52.3
Chiavicone 62.1
+
71.8 70.1 59.8
67.7
Rio
71.7 71.7
+
58
della
73.7
73.7 62.9
71.4
Mazza
. 67
72.5
+
POVIGLIO-M
57
69.6
Partitora
64.1
S.P.
57.9 57.2
63.1
70.7
73.3 61.2 58.6
+
64.6
59.5
67.8
Ariana
12
60.8 59.2
Cavo
65.3
74.2 59.1
i Terzi
+ 70.4
71.6
73.99
60
71.1
69.1
60
61.9
64.9
63.7
Partitore 60.3
+ 74.9
61.4
60.3
58.9
64.4
64.5
63 58.6
69.3
TERRITORIO URBANO
70.5 59.7
62.1
+
76.1
61.4
+
65.2 58.7
61.1
MINZONI
VIA SABOTINO
64.2
74
58.
73
62.7
+
Ambiti specializzati per attività produttive di interesse comunale
+
AREE AGRICOLE
+
44.3
70
+
+
+
S.P. 67
+
+
S.P. 12
+
+
+
+
42.7
42.6 42.5
43.8 42.8
42.5
E 46
Arzana
43 42
42.5 42.6
43.5 42.7
D 46
D 46
del Lago
42.5 42.5
42.8 Canale
42.8
Laghi di
Gruma
43
43.2
44.5
41.7
43
41.3
42.5
43.3 43.5
43.7
P23 44
Cavo Fontana
44.3
Cavo Fontana
45.3
43.5
44.7
43.5
42.2
41.7
E 48
44
43.5
42.8
46.4 Cabassa
45
45.1
45.3 42.7
45.1
45.2 44.4
44.5
44.3
43.1
45.4
D 49 43.8
42.8
R16
47.9
45.6
45.5 Venceslao
45.1
51.5
To
D 51 Rio
ALL
E 47
50.3 41.3 45.9 44.2
-SP
44.8
49.4 46.4
NE
44.2
RA
56 E
48.7
Varane
A VA
46.1 46.2
Giambattista 44.6 44.6
51
52.8
AD
41.9
STR
46.7 46
47.5
50 49
47.2
47 46.1 D
52.4 45
R29
46.9 47.3
45.1
47.4
40.5 45.2 44.8
46.4
41.4
41.4
rto
50.5 45.6
44.1 R
To
52.9
14
49.3 48.5 45.1
48.3
47.9 47.2 47.6
P 47
Rio
44.6
46.8
41.8
51
43.2
51 45.9
48
46.1
52.3 B1 46.4
45.3
42.5
42.5
39.8
48.1 45 44.9 La Zerbaglia
D 64
42.6
R37 48.9
53.5 51.8
48.2
47.3 46.3
42.4 P1 38.6 37
52.1 46
Villa Inzani 49.1
b 64
42.5
E 64
49.8
Concessione Prima 49.1 47
45.4
46.1
45.2 44.2
41.9
43.3
42.4
E 45 40.8
D 50
45.6 42.8
E 50
52.5 47.9 38.1
54.1 51.1 49.8 43.6
46.7
49.5 49.9 44 41.8
54.9 43.9
49.7
Podere Patrasso 43.4
38.9
50.9 45.3
52.5 47.8 45.9 37.3
49.9
R15
SIC
45.1 44
V 64 50 43.2
E 53
. 67
41.7
49.6 47.3
46.2 43.5
50.2
50.6 FERR 45.6
37.8
OV
S.P
IA BO 47.3 42
45.8
55.4 Pratina LO
GN
A-M
44.8
STR 46.1
AD 50.5 ILA 48.3 44.8
A XX NO 46.5 44.3
V AP 50.6
RIL 50
E ES
T
49.4
Fondo Blu 46.1 45
38
47.2 41
50.2
Podere Chiesa
E 136
47.7
54.1
45
50.9 46.3 C. Speroni
Podere S. Margherita
P6
49.8 47.7 41.5
54.1 45 45.5
E 44
50.6
53.9 45
54.8
51.3
Maria Luisa 46.3
E 135
43.3
E 54
49.8 48 40.6
49.6
P8
45.8
53 48.8
47
50.8 45.8
46 C. Nuova
Sgaviglio 46.8
49.6
D 43
55.5 53.1 47.7
51.1 47.5
46.8
52.9 46
50.3
E 52
48.1
43.4
E 43
44.7
47.5
50.5 49.6
49.3
Pradone 47.4 STR
AD 41.5
52.3 A MO 45.5
lio
RO
lio
6 VIA
EM 47.7
C. Artioli 46.6 Susti
ILIA
o Sg
46.6
E 55
TA
55.5
Scol
EN
47.7
A BR
51.8 49.3
49.7
Sg
42.6
AD
50.6 49.7 49.5 50.2 39.2
51 51 49.4 44.2
STR
51.7 50.1
a 60
53.4 41.3
R 60
46.7
N
IO
ISO
CH
47.7
vo
ED
54.3 AD
EC
A XX
Bolognina Porcilaie
VIA
V LU
NT
53.3
GL
P25
56.6
Ca
IO 50.4
MO
51.4
VIA
LIO
A
50.9 FERR 49.5
ZZ
VIG
AR
RA
53.2 48.5 42.3
IS
50.2 Chiarde
A
PO
52.5
LL
44.2 43.6
DE
67
E 59
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.N.
DA
41
OT
52.8 47.6
OV
R/D 65
51.7
RA
46.1
CIN
55.2
ST
A PR
41.4
49.6
E 134
55.6 52.2
PA
53.3 52.8
LTA
AD
47.3
VIA
STR
50.4
VO
R 59
50.2
V 65
52
VIA
52 52.1
56.6
52.9
54 49.5 41.6
52.1
52.6 50.3 49
D 60
45.5
51.9 Antonietta
46.6
53.4
Villa Spalletti 52.4 52.4 56.7 43.6
b 138
44.9
49.8
51.4
57.4
UR
R18 D 65 E 61
RIE
53.6
. CU
R 58
42.3
D 61
PA
51.7
E 42
P.M
49.1
C/D 65
50.3
VIA
52.8 52.5
55.1
VIA
A 57
52.8 50.1
D 42
VIA 44.2
FERM
F 62
50.5 52.6 41.8
Villaggio Bella Rosa I 52.7 Gallo 45.5
54.4
P11
A 58
53.6
P26 Caseificio Bolognina 52.7
51.4
48.3 48.2
55.4
53.5 D 62 53.4
A 57
54
D 58 T-V
F 62
44.5
52.5
52.9
51.2
T-R 50.1 51.2
P11 41.7
54.2 50.7 47.9
54 43.5
52.6 51.4 47.5
52.1 51.4
53.1
51 48.8
53.6
57.4 55
55.5
55.5 51.7
56.9 52 48.3
51.5 50.9
48
IO
49.5
CH
55
G
EC
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53
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46.2
NT
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52.3
Calerno
S.P
Rub
56.1 51.5 46.5 46.5
51.7
55.8
VIA
52.3
M
Rio
A
C.
VI
54.2
MA
Rubino
RX
57.8 52.3
54.1 52.7 52.2
E 20
55.4 52.5
55
SCUOLA Rio
56.8 47.3
59.5 58.7
R 41 E 41 55.1
53.5
53.1 E 30
D 41
57.5
T 33
52.4 STR 48.7
55.2 AD 49.2
na
57.2 56.9 A XX
Canova V LU
C. Rosalia GL
R19
54.7
IO
Aria
59.5 le Fornaci 53.1 53.2
52.3
E 21
56
52
51.5
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58 49.2 49.2
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58.7 56.4 vo
D 21
55.4
F 33
60.7
Ca
58.4
56.8 55.8
il Cantone
53.5
B 33
R 28
E 133
48
E8
53 50.2
56.5 Industria Rivestimenti
59.3 56.4
61.5
b3
56.4 54.2 54.2
61.5
Achille 56.8 54.4
61.3 Cesare C. Tognoni 49.3
VIA SPALLETTI
58.7
D8 55.2 53.6
52.7
50.2
58.1 57.4 53.6
60.8 59 55.9
51
62.6 62.2 55.9
E 27
STRADA SPALLETTI 57.9
IO
59.7
CH
E 10
55
Gasparotti
EC
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62.1 52.8
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- MO
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PO
51.4
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S.P
60.1 54.2
61.2
57.5
58.3
59.2 57.8 54.9
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56.1
53.5
antone
57.7
61.4 57.7
57.9 57.3 53.2 52.3
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56
54
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53
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55
Macello 55.6
59.9 58.2
60.7 53.9
62.7 62.1 61.9 60.4
54.2
56.9
53.2
60.6 60.5
P/C2 54.8 Zara
57.4 57.1
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52.3 58.8
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S.P
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63.1
61.2 58.6
64.6
59.5
65.3
na
59.1
Ver
i Terzi
60
Cavo Ariana 60
b 16 61.9
58.2
64.9
63.7
Partitore 60.3
F7 61.4
Comune di Sant'Ilario
58.9d'Enza
61.4
51.7
52
51.5
65.2 PIANO
58.7
URBANISTICO COMUNALE
61.1
L.1150/1942 - L.R. 20/2000 e s.m.i
64.2
60.3 B 31
64
5
52.3
62.7
Calerno
Capoluogo
+
Sindaco
+
+
che
Assessore all'Urbanistica
+
Segretario Comunale
Du
SISTEMA
+
42.7
+
42.6 42.5
INSEDIATIVO STORICO
43.8 42.8
+
42.5
E 46
Geologia
+
Tav. A
+
Arzana
43 42.5 42
42.6
43.5 42.7
D 46
+
Calerno
D 46
+
42.8
+
42.8
febbraio 2014
+
44.5
+
41.7
43
Assessore all'Urbanistica
42.5
43.3 43.5
43.7
44
44.3
42.7 43.5
42.2
+
42.6 42.5
41.7
E 48
44
43.8 42.8 43.5
42.5 55.2
46.4 Cabassa 42.8
45
45.1
+
56.7
38 S. ILARIO-SORBOLO
54 45.3 42.7
del Lago
45.1
Arzana 45.2 44.4
44.5
Canale
42.5 42.6
42.7 53.4
43.5
55
54.7 44.3
43.1
D 49
S.P. N.
54.8 43.8
125 V
+
42.5 42.5
Chiesi 47.9
R16
di
42.8 45.6
45.5 Venceslao
55.4
Progettisti E 49
C. Castagnetti
ELABORAZIONE GRAFICA INFORMATIZZATA - AMBITO Srl - Cento (FE)
54.7 44.2
LEGENDA 140
47.8 46.9 45.4
42.8 55.8 54.5
55.4
44.7
+
125 R
a
54.9 45.7 43.4
Gruma
52 48.7
Zonizzazione - elab. 2
43