Sei sulla pagina 1di 10

Lezione n.

27
Le strutture in acciaio
Le unioni bullonate
Le unioni saldate

Unioni
Le unioni nelle strutture in acciaio devono garantire un buon funzionamento della struttura e
l’aderenza della stessa allo schema statico
Come già anticipato, conviene privilegiare le unioni semplici perché sono:
- facili da progettare;

A
- facili e rapide da realizzare in aderenza al progetto;
- economiche.
Esistono tre tipi di unioni, riportati nel seguito nell’ordine cronologico in cui sono state introdotte
nelle strutture in acciaio:
- chiodature (non si usano quasi più);
- bullonature;
- saldature.
ZZ
I primi due tipi di unioni (chiodature e bullonature) hanno un comportamento simile e sono da pre-
ferirsi in cantiere, limitando le saldature alle lavorazioni in officina.

Unioni chiodate (o bullonate)


Unione chiodata (o bullonata) tra due aste tese:

1 2a
S/2
S
O
S/2
2b
1
B

S S

2
Sezione e pianta dell’unione bullonata Modalità di esecuzione dell’unione chiodata

Per realizzare l’unione si procede nel seguente modo:


- si forano gli elementi da unire;
- si inserisce il chiodo, dopo averlo riscaldato a circa 1200 °C;
- subito dopo si ribatte il gambo, formando così un’altra testa;
- raffreddandosi il chiodo si contrae, ed essendo il suo accorciamento contrastato dagli elementi
che unisce, esercita sugli stessi, attraverso le due teste, una pressione di contatto; le aste eserci-
tano una pressione uguale e contraria sulle teste del chiodo (per il principio di azione e re-
azione), che quindi a raffreddamento avvenuto risulta soggetto a trazione.
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 09/01/02
Lezione n. 27 – pag. XXVII.2

Sezione schematica dell’unione chiodata Sezione schematica dell’unione bullonata

Nelle unioni bullonate i bulloni sono anche essi soggetti a trazione, che nasce a seguito

A
dell’operazione di serraggio dei bulloni

ZZ
E FC=F/2
O
F K K’ C
B
L L’ D
G FD=F/2
B

Sezione schematica dell’unione bullonata

Nel gambo del chiodo (o bullone) agiscono gli sforzi trasmessi dalle aste C e D, che trasferiscono al
chiodo (o bullone) le forze F/2, mentre le aste A e B trasmettono la forza F.
Lo schema statico del singolo chiodo è, in entrambi i casi, quello di una trave semplicemente ap-
poggiata:

Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.3

E taglio
F/2
K K’
F L L’
F/2
F/2

A
Schema statico del singolo bullone (o chiodo)
N.B. I bulloni non si possono trattare come travi inflesse alla De Saint Venant perché la lunghezza
dei bulloni, cioè la somma degli spessori degli elementi collegati, è dello stesso ordine di grandezza
del diametro. Le verifiche di resistenza sono eseguite in modo convenzionale, con riferimento alla
tensione tangenziale media.
ZZ
La verifica del bullone (o chiodo) a taglio si esegue considerando convenzionalmente la tensione
tangenziale media:
T S / 2 f d, V (S.L.)
τ= = ≤
A res A res τ b, adm (T.A.)
fd,V = resistenza di progetto a taglio
variano a seconda del tipo di bulloni utilizzati
τb,adm = tensione ammissibile a taglio
Nel caso in cui si abbia presenza contemporanea di sforzi normali e di taglio deve risultare
O
2 2 2 2
 τ   σ   τ   σ 
  +  ≤ 1 (S.L.)   +  ≤ 1 (T.A.)
 f d, V   f d, N   τ b, adm   σ b, adm 
       
I chiodi e i bulloni sono realizzati con acciai diversi da quelli utilizzati per le aste e le piastre, di ca-
ratteristiche generalmente superiori.
B

In normativa sono indicate cinque diverse classi di bulloni, con valori crescenti di resistenza:

classe della vite


caratteristiche
4.6 5.6 6.8 8.8 10.9
2
fy [N/mm ] 240 300 480 640 900
2
τb,adm [N/mm ] 113 141 170 264 330
σb,adm [N/mm2] 160 200 240 373 467
fd,V [N/mm2] 170 212 255 396 495
2
fd,V [N/mm ] 240 300 360 560 700

Per Ares si intende l’area resistente della vite costituente il bullone, al netto cioè della filettatura.
Anche in questo caso i valori da utilizzare, in funzione del diametro, sono riportati in normativa:
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.4

d [mm] 12 14 16 18 20 22 24 27 30
2
Ares [mm ] 84 115 157 192 245 303 353 459 561

Diagramma carico-scorrimento di una unione bullonata


S
C 4
S1
3
2
S2
A B

A
1

O δ
ΑΒ
Nel diagramma è facile riconoscere quattro rami, corrispondenti ad altrettanti diversi comporta-
menti dell’unione:
ZZ
ramo 1 – questo ramo è praticamente verticale perché lo scorrimento è quasi nullo al crescere del
carico e la forza S viene trasmessa per attrito fra i pezzi collegati
ramo 2 – nel punto A si ha il superamento della resistenza di attrito tra i pezzi collegati e si
manifesta un brusco scorrimento, fino a quando il gambo del bullone non entra a con-
tatto con la superficie dei fori (punto B)
N.B. tra il gambo e i bulloni c’è una differenza fissata dalla normativa: i fori in cui si
inseriscono i bulloni devono avere un diametro φ pari a
d + 1,0 mm per d ≤ 20 mm
φ =
d + 1,5 mm per d > 20 mm
O
questi valori sono più piccoli se non è consentito un assestamento dell’unione sotto ca-
rico
ramo 3 – lo scorrimento è praticamente proporzionale al carico, il bullone si deforma elastica-
mente
ramo 4 – in C termina la fase elastica e inizia una fase plastica con grandi scorrimenti per piccoli
incrementi di carico, fino ad arrivare alla rottura dell’unione
S/2
B

2
S 1
S/2

δ1 S/2

S δ2

S/2
Configurazione del giunto in corrispondenza dei punti A e B del diagramma

Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.5

Il progetto delle unioni bullonate si può eseguire secondo una delle seguenti modalità:
− progetto di unione ad attrito: si progetta l’unione in modo che S ≤ S1
− progetto di unione a taglio: si progetta l’unione in modo che S ≤ S2
Per completare la verifica dell’unione bullonata, oltre al bullone, occorre verificare gli elementi
collegati per i quali possono verificarsi tre diversi tipi di rottura:

1 – rottura a taglio (ci si cautela nei confronti di questo tipo di rottura ri-
spettando una distanza minima dal bordo)

A
2 – rottura a trazione

3 – rottura per rifollamento


ZZ
2) rottura a trazione: occorre verificare la sezione dell’asta indebolita dal foro (di diametro φ)

elemento A:
S/ 2 f (S.L.)
σ= ≤ d
A − φ ⋅ t σ adm (T.A.)
φ
O
3) rottura per rifollamento: si esegue una verifica convenzionale
B

S / 2 α fd (S.L.)
φ σ rif = ≤
d ⋅ t α σ adm (T.A.)

Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.6

Dove a
d = diametro del bullone
t = spessore dell’elemento
α = a/d con 2,0 ≤ α ≤ 2,5

Per l’applicabilità dei criteri di verifica descritti sopra, occorre rispettare le seguenti limitazioni di-
mensionali (tmin = minore degli spessori degli elementi collegati), che garantiscono inoltre
un’adeguata sicurezza nei confronti della rottura di tipo 1) (rottura per taglio):
distanza tra i bulloni elementi compressi 3d ≤ p ≤ 15 tmin
elementi tesi 3d ≤ p ≤ 25 tmin

A
distanza dal bordo in direzione della forza 2d ≤ a ≤ 6 tmin bordo non irrigidito
2d ≤ a ≤ 9 tmin bordo irrigidito
distanza dal bordo libero 1,5d ≤ a1 ≤ 6 tmin bordo non irrigidito
1,5d ≤ a1 ≤ 9 tmin bordo irrigidito
ZZ
dove le varie grandezze sono rappresentate nella figura seguente:

a1
p
a1

a p p a
O
Schema di una unione bullonata

Unioni saldate
Esistono due tipi di unioni saldate:
− a completa penetrazione;
− a cordoni d’angolo.
B

Saldature a completa penetrazione

1 2

Saldatura a completa penetrazione (+)

(+)
Saldatura a completa penetrazione non significa saldatura testa a testa; si possono infatti realizzare
saldature testa a testa ma non a completa penetrazione
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.7

Se lo spessore è piccolo, è sufficiente accostare i due lembi tagliati con taglio retto; per spessori
maggiori, affinché la saldatura interessi tutto lo spessore dei pezzi occorre smussare uno o entrambi
i lembi in modo opportuno:

1 2 1 2

Saldatura a V e a X
Nell’ambito dei giunti a completa penetrazione le norme distinguono due classi di qualità:
I classe giunti realizzati con particolare accuratezza e soddisfacenti ad appositi controlli

A
radiografici
II classe giunti meno accurati, che comunque devono possedere dei requisiti minimi al con-
trollo radiografico
Verifiche

1 2
ZZ f d
 I classe
S σ adm
1 2 σ= ≤
b t 0.85 ⋅ f d
 II classe
0.85 ⋅ σ adm
O
Giunto saldato testa a testa

Saldatura a cordoni d’angolo


1 1
2
B

b S 2a 2b

1 2a
S/2

S/2
2b
Saldatura a cordoni d’angolo
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.8

I cordoni di saldatura possono essere a lati uguali o disuguali e la sezione può essere concava o
convessa. La verifica dei cordoni di saldatura si esegue con riferimento alla sezione di gola, data
dall’altezza di gola (a) moltiplicata per la lunghezza del cordone; l’altezza di gola è data dall’altezza
minore del triangolo inscritto nella sezione trasversale del cordone.
s
a

a
s
Cordone a lati uguali e Definizione della sezione di gola in per varie sezioni del cordone
sezione convessa

A
Nelle verifiche si considerano le tensioni riferite alla sezione di gola ribaltata su uno dei due lati del
cordone. Ad esempio, il calcolo delle tensioni nei cordoni che collegano gli elementi 2a e 2b alla
piastra 1 procede come segue:
- i cordoni che collegano il pezzo 2a trasmettono ciascuno uno sforzo pari a (S/2)/2 = S/4
- sulla sezione di gola ribaltata sugli elementi 2, lo sforzo S/4 produce una tensione tangenziale
parallela
τ|| =
S/ 4
La
τ|| = τparall
ZZ σ

τ
τ
Vista assonometrica di un cordone a sezione triangolare con indicazione
delle tensioni
O
Quindi nell’esempio considerato tutti e quattro i cordoni sono soggetti a una tensione tangenziale
parallela. Lo stesso collegamento potrebbe essere realizzato, alternativamente, nel seguente modo:

1
2
B

b S

1 2a
S/2

S/2
2b
Saldatura a cordoni d’angolo trasversali
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.9

In questo caso se si ribalta la sezione di gola sull’elemento 1, si hanno le tensioni tangenziali orto-
gonali, mentre se si ribalta sugli elementi 2, si hanno tensioni tangenziali ortogonali

τ
Tensioni normale e tangenziale ortogonali su un cordone trasversale

A
S/ 2
nel primo caso si ha: τ ortog =
ba
S/ 2
nel secondo caso si ha: σ ortog =
ba
ZZ
L’unione con cordoni longitudinali è da preferirsi a quella con cordoni trasversali perché più duttile;
inoltre bisogna evitare di realizzare unioni miste dove ci sono sia cordoni trasversali sia longitudi-
nali:
O
Saldatura con cordoni trasversali e longitudinali (da evitare)

Verifiche dei cordoni d’angolo


B

Le verifiche da effettuare seguono il seguente schema (per semplicità, riportato soltanto nel caso di
verifiche secondo il metodo delle tensioni ammissibili: eseguendo le verifiche secondo il metodo
degli stati limite, basta sostituire nelle espressioni seguenti il valore di fd a quello di σadm).
1) nel caso in cui siano presenti tutte e tre le componenti di tensione, τparall, τortog e σortog
2 2 0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360
τ ortog + σ ortog + τ 2parall ≤ 
0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510
σ per l' acciaio Fe360
τ ortog + σ ortog ≤  adm
0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510

2) nel caso in cui siano presenti le sole componenti di tensione τortog e σortog
σ per l' acciaio Fe360
τ ortog + σ ortog ≤  adm
0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE
Lezione n. 27 – pag. XXVII.10

0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360


τ ortog , σ ortog ≤ 
0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510
0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360
σ ortog ≤ 
0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510

3) nel caso in cui siano presenti le sole componenti di tensione τortog e τparall, ovvero σortog e τparall
2 0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360
τ ortog + τ 2parall ≤ 
0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510
2 0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360
σ ortog + τ 2parall ≤ 
0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510

A
4) nel caso in cui sia presente solo una delle componenti di tensione τortog, σortog o τparall basta verifi-
care che
0.85 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe360
τ ortog , σ ortog , τ parall ≤ 
ZZ 0.70 ⋅ σ adm per l' acciaio Fe430 e Fe510
O
B

Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE

Potrebbero piacerti anche