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Curso Ar Condicionado PDF
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INDICE
6 Gas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19
9 Installazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35
IL CALORE
Tutti i corpi solidi, liquidi, aeriformi, sono costituiti da molecole, 2. CALORE
soggette a dei moti continui tra loro. Fornendo calore ad un corpo
E TEMPERATURA,
se ne aumenta l’agitazione molecolare; sottraendo calore ad un
corpo l’agitazione molecolare viene rallentata, fino ad arrestarsi TRASMISSIONE DI CALORE,
del tutto alla temperatura dello “zero assoluto” -273° C condizio- CALORE SENSIBILE
ne in cui tutto il calore risulta estratto dal corpo.
E CALORE LATENTE
L’unità di misura della potenza termica è:
L’ENTALPIA
L'entalpia si può definire come la quantità di energia interna
(calore) posseduta da 1 Kg di una sostanza in un dato stato, ad
una determinata temperatura.
Nel ST viene misurata in kCal/kg.
Ad esempio l’entalpia del vapore d'acqua saturo è data dalla
somma di due grandezze:
l'entalpia dell'acqua a 100°C, che vale 100 Kcal/Kg, più il calore
latente di vaporizzazione che corrisponde a 540 kcal/kg.
L'entalpia del vapore d'acqua saturo è così pari a:
- ST 100 + 540 = 640 kCal/kg
Pressione (kg/cm2)
15,3 x 100
= 56,25%
27,2
ARIA ARIA
CALDA FREDDA
Kg
VARIE
VELOCITA'
Si deve evitare che il flusso d’aria colpisca gli occupanti del loca-
le; è accettabile invece che nella zona in cui la persona è di pas-
saggio vi sia un certo movimento d’aria.
CONDIZIONI DI BENESSERE
all’uscita dell’evaporatore.
La pressione e la temperatura sono le stesse del punto B per-
chè il fluido è evaporato, ma, poichè attraverso l’evaporatore
essa ha assorbito calore dall’ambiente circostante, l’entalpia
aumenta fino al punto E2.
Nel punto D, si ha l’ingresso del vapore surriscaldato alla pres-
sione p1. Il fluido, attraversando il condensatore si raffredda,
cedendo calore all’ambiente circostante e l’entalpia si ritroverà
al punto Eo.
All’interno del condensatore si ha un primo cambiamento di con-
dizioni da vapore fortemente surriscaldato a vapore saturo
(punto E), quindi si ha la condensazione del vapore saturo dal
punto E al punto A. Dal punto E al punto A tra questi due punti
la temperatura rimane costante.
compressore
alternativo
compressore
rotativo
A entrata aspirazione
B camera di compressione
C uscita di scarico
compressore
scroll
ventola
Tubo capillare
Consiste in un tubicino di rame avente diametro e lunghezza
calibrati. Viene dimensionato per garantire una precisa quantità
di refrigerante cor-
rispondente a
determinati valori
di pressione di
condensazione, di
evaporazione e di
surriscaldamento,
in condizioni
ambientali specifi-
che. Al variare di
almeno uno dei fat-
tori sopra indicati, il
capillare sottoali- capillare
menta o sovrali-
menta l’evaporatore provocando di conseguenza la variazione
della reso frigorifera.
valvova
I TIPI DI REFRIGERANTI
Fino ad oggi, l’industria del condizionamento dell’aria ha utiliz-
zato in grandissima parte dei refrigeranti “puri”, ossia con un sin-
golo componente, quale l’R 22.
I refrigeranti puri non variano la propria composizione durante il
cambiamento di fase nel circuito (il passaggio da liquido a vapo-
re o viceversa).
Nella ricerca di refrigeranti sostitutivi però non è stato possibile
sviluppare un refrigerante puro che garantisse tutti i requisiti e le
caratteristiche attese, con l’eccezione dell’R 134a. Infatti, molti
nei nuovi refrigeranti candidati alla sostituzione dell’R 22 costi-
tuiscono miscele di vari composti e, secondo le caratteristiche
ed il comportamento, vengono definiti come: miscele, fluidi
Azeotropi, Quasi-Azeotropi e Zeotropi. Vediamo brevemente il
significato di questi termini.
R 134A
E’ un refrigerante puro, HFC, costituito da un singolo compo-
nente, e perciò non è soggetto a “scorrimenti” di temperatura
(glide) durante i cambiamenti di stato. Un’ulteriore caratteristica
positiva è rappresentata dal basso potenziale di riscaldamento
globale (HGWP) rispetto agli altri refrigeranti. Purtroppo esso
presenta una capacità termodinamica sensibilmente più ridotta,
rispetto all’R 22. La conseguenza di ciò è che, a parità di poten-
za frigorifera, una macchina caricata con R 134a deve essere
tra il 30% e il 40% più grande di una con R 22 (compressore di
maggiore cilindrata, tubi di maggiore sezione e scambiatori di
maggior superficie). A ciò si aggiunge il fatto che il coefficiente
di scambio termico dell’R 134a è minore di quello dell’R 22 e, da
esperienze preliminari, sembra che esso sia inoltre soggetto a
diminuire nell’uso. Per queste ragioni sembra difficile che l’R
134a possa affermarsi nel condizionamento dell’aria civile.
Diverse e più favorevoli sono invece le prospettive di utilizzo
nelle grandi centrali frigorifere equipaggiate con compressori a
vite e centrifughi che hanno utilizzato tradizionalmente R 11 ed
R 12. In queste applicazioni l’R 134a può costituire una soluzio-
ne eccellente con costi di investimento contenuti e con minori
requisiti di riprogettazione delle macchine.
R 407C
l’R 407C è un HFC, una miscela ternaria di R 32, R 125 e R
134a, e presenta caratteristiche operative simili a quelle dell’R
22. Si tratta però di un fluido Zeotropo, con uno scorrimento di
temperatura (glide) non trascurabile, di 5,4°K; a ciò si aggiunge
anche lo svantaggio di una minor efficienza rispetto all’R 22.
R 410A E R 410B
Questi due refrigeranti HFC costituiscono delle miscele di R 32
e R 125 ed hanno comportamento quasi-Azeotropico, perciò il
loro scorrimento di temperatura o glide è trascurabile. Essi fun-
zionano però a pressioni sensibilmente più elevate dell’R 22,
come può vedersi nella già richiamata tab. 2. Dalle prove realiz-
zate fino ad oggi risulta che, sebbene con questi nuovi refrige-
ranti non si possa raggiungere l’efficienza teoricamente ottenibi-
le con l’R 22, le loro caratteristiche di scambio termico si rivela-
no superiori nella maggior parte degli impianti. L’utilizzo dell’R
410A e R 410B comporta d’altra parte la necessità di riproget-
tare estesamente le macchine ed i circuiti frigoriferi.
Un importante vantaggio che si prospetta per l’utilizzo di questi
refrigeranti sta nel fatto che, per effetto della loro maggior den-
sità, pressione di lavoro e capacità di scambio termico, essi con-
sentono di ridurre la grandezza dei componenti dei circuiti frigo-
riferi, a parità di potenza resa. Oppure, a parità di grandezza dei
componenti, di aumentare sensibilmente la capacità frigorifera
erogata rispetto al funzionamento con R 22, fin del 50 ÷ 55%.
Nel primo caso è possibile perciò beneficiare di significative
riduzioni dei costi di produzione e ciò costituisce un vantaggio
non indifferente per la vendita. Soprattutto nel settore dei picco-
li impianti di tipo residenziale e small-commercial questo apri-
rebbe nuove e importanti possibilità di sviluppo. C’è un punto
che apparentemente risulta meno favorevole per i nuovi HFC: il
potenziale di surriscaldamento globale dell’atmosfera (HGWP) è
relativamente alto, pari a 0,44 riferito a quello della CO2.
D’altra parte se si fa riferimento all’effetto complessivo del surri-
scaldamento, tenendo conto anche delle emissioni di CO2 in
centrale per la produzione di energia elettrica, la situazione si
presenta molto più favorevole. Il TEWI di R 410A e R 410B risul-
ta dello stesso ordine di grandezza, o minore, di quello degli altri
refrigeranti considerati.
CONCLUSIONI
Da quanto si è visto, allo stato attuale l’industria non ha ancora
effettuato una scelta definitiva di un fluido che possa risultare del
MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO:
Le modalità di funzionamento previste sono le seguenti:
• Raffreddamento (COOLING);
• Deumidificazione (DRY);
• Riscaldamento (HEATING);
• Funzionamento Automatico (AUTO);
• Funzionamento in modalità collaudo (TEST).
ALTRI CONTROLLI:
• Sleep
• Swing
• Timer di accensione o di spegnimento
RAFFREDDAMENTO:
In questa modalità il climatizzatore raffresca l'ambiente e con-
temporaneamente riduce l'umidità dell'aria.
Impostare sul telecomando la temperatura desiderata in
ambiente. L’apparecchio regola automaticamente i cicli di fun-
zionamento del compressore per mantenere l'ambiente alla
temperatura desiderata.
Il ventilatore funzionerà alla velocità impostata.
DEUMIDIFICAZIONE:
Questa modalità, realizzata con cicli alternati di raffreddamento
e di ventilazione, è prevista per ottenere la deumidificazione del-
l'aria senza variare di molto la temperatura ambiente. Il funzio-
namento è totalmente automatico: l'apparecchio regola da solo
la velocità del ventilatore. Se la temperatura della stanza è supe-
riore di due gradi alla temperatura impostata tramite telecoman-
do, la macchina funziona in modalità raffreddamento con il ven-
tilatore alla bassa velocità. Se la temperatura ambiente è infe-
riore di 2°C alla temperatura impostata tramite telecomando, la
macchina si arresta.
AUTOMATICA
Nel funzionamento "AUTO" il controllo elettronico seleziona
automaticamente la modalità di funzionamento a seconda della
temperatura ambiente (rilevata dalla sonda incorporata
nell'Unità Interna):
1 ora
2 ora
* temperatura impostata
FUNZIONAMENTO IN RISCALDAMENTO
1 ora 2 ora
1°C
2°C
* temperatura impostata
FUNZIONE SLEEPING
La funzione SLEEPING adegua automaticamente la temperatu-
ra in modo da rendere l'ambiente più confortevole durante il
periodo notturno.
In modalità raffreddamento o deumidificazione la temperatura
impostata viene aumentata progressivamente di 2°C durante le
prime due ore di funzionamento.
In modalità riscaldamento la temperatura impostata viene dimi-
nuita progressivamente di 2°C durante le prime 2 ore di funzio-
namento.
SWING
IL SWING attiva il movimento oscillante delle alette "Flap", il
flusso dell'aria viene diretto alternativamente dall'alto verso il
basso (e viceversa) per avere una diffusione uniforme dell'aria
nell'ambiente.
Premendo nuovamente il tasto SWING il movimento oscillante
Il seguente manuale è per uso interno
29
delle alette si arresta nella posizione desiderata e il flusso del-
l'aria viene diretto in un'unica direzione:
• in modalità raffreddamento è consigliabile orientarle verso l'al-
to (per non avere il flusso diretto di aria fresca).
• in modalità riscaldamento è consigliabile orientarle verso il
basso (poichè l'aria calda tende a salire verso l'alto).
L’ingrandimento
per evidenziare le alette
Swing e Flap.
FUNZIONAMENTO TIMER
La funzione permette di accendere (o spegnere) automatica-
mente il climatizzatore all'orario desiderato.
FUNZIONE VENTILAZIONE
La funzione permette di far circolare l'aria all'interno della stan-
za.
Si può scegliere la velocità del ventilatore fra: (bassa),
(media), (alta) o AUTO FAN.
Scegliendo la velocità AUTO FAN, il controllo elettronico sele-
ziona automaticamente la velocità del ventilatore.
FAN AUTO
Nella funzione AUTO il controllo elettronico sceglie la velocità
del ventilatore. Questa aumenta e diminuisce in base alle tem-
perature rilevate dalla sonda interna.
“WATCHDOG”
Il microprocessore può non funzionare bene a causa di sbalzi di
tensione o altre anomalie. In questo caso il circuito di allarme
ripristina il microprocessore.
CALCOLO RAPIDO
Metricubi * coefficiente
• si può utilizzare questo calcolo quando dobbiamo dimensiona-
re dei locali adibiti ad abitazione, studi ecc...
• si calcola la cubatura dei locale e si moltiplica per un
coefficíente che è dato da:
TABELLA DI CALCOLO
Modulo semplificato di calcolo dei carichi termici
La tabella di calcolo deve essere sempre utilizzata quando dob-
biamo dimensionare locali adibiti a bar, ristoranti, sale riunioni,
uffici e altro
32 Il seguente manuale è per uso interno
TABELLA DI CALCOLO Tabella di conversione
Finestre o vetrate Superficie Senza Schermi Schermi Interni Schermi Esterni Totale Watt
Nord-ombra mq x 30
Nord Est - Nord Ovest mq x 170 x 120 x 50
Est mq x 250 x 160 x 70
Sud Est - Sud Ovest mq x 390 x 220 x 80
Sud mq x 240 x 140 x 60
Ovest mq x 450 x 280 x 100
Orizzontali lucernari) mq x 580 x 400 x 120
300
300
600
600
Il
seguente manuale è per uso interno 35
INSTALLAZIONE UNITÀ INTERNA
Gli accorgimenti di installazione variano
secondo il tipo di unità interna.
Installare l'unità orizzontalmente e a
livello, mantenendo il tubo di scarico
condensa nella parte bassa del foro nel
Unità muro, in modo da impedire perdite di
interna acqua di condensa, dalla bacinella di
raccolta, sul pavimento.
Installare l'unità in un luogo ove non vi
siano ostacoli che possano impedire il flusso dell'aria di manda-
ta e di ripresa.
Figura B
B Non corretta
TUBAZIONI E COLLEGAMENTI
VUOTO E CARICA
1 2 3
4 5 6
7 8
1 Cercafughe elettronico
2 Pompa da vuoto doppio stadio
3 Gruppo manometrico a 4 vie
4 Kit tubazioni vuoto e carica
5 Sbavatubo
6 Flangiatubo 45°
7 Pinza schiacciatubo
8 Pinza amperometrica digitale