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Forme Differenziali PDF
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(1) L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy ,
(2) dF = L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy ,
ossia, che è la stessa cosa:
∂F ∂F
(3) = L ( x, y ) , = M ( x, y )
∂x ∂y
in ogni punto di A.
Se una tale funzione F ( x, y ) esiste diremo che la forma (1) è integrabile in A, oppure che essa è un
differenziale esatto, la funzione F ( x, y ) sarà detta una primitiva o un integrale della forma diffe-
renziale lineare (1).
Il simbolo
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy ,
che viene chiamato integrale indefinito della forma differenziale lineare (1), indica la totalità degli
integrali della (1).
Enunciamo ora il teorema fondamentale di integrazione delle forme differenziali lineari che chiame-
remo criterio generale di integrabilità.
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Università di Camerino – Corso di Laurea in Fisica: indirizzo Tecnologie per l’Innovazione
Appunti di Calcolo – Prof. Angelo Angeletti
(4)
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy
γ
esteso ad una qualsiasi curva generalmente regolare e orientata γ di estremi i punti P0 e P1 e tutta
contenuta in A, dipenda soltanto da P0, da P1 e dal verso di integrazione prescelto, ma non dalla cur-
va γ.
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy = ∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy
γ1 γ2
rema 2
ossia:
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy + ∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy = 0
γ1 −γ 2
da cui segue
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy = 0 .
γ
2
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P1, ogni curva regolare che li congiunge appartiene ad A. Ne segue che in un dominio semplicemen-
te connesso A una qualunque curva chiusa è sempre la frontiere di un sottoinsieme di punti di A.
y
ESEMPIO 1 – Date le funzioni L ( x, y ) = e
x + y2
2
x
M ( x, y ) = − nella corona circolare di centro l’origine e
x + y2
2
∂L ∂M
= =
(
x2 − y2
.
)
2
∂y ∂x 2
x +y ( 2
)
Per verificare che la forma differenziale lineare non è integrabile, consideriamo una curva chiusa γ e
y x
dimostriamo che 2
∫
x + y
γ
2
dx − dy
x2 + y2
≠ 0 . Sia infatti γ una qualunque circonferenza di cen-
tro l’origine e raggio r, con a < r < b, orientata, per esempio, in senso antiorario. Essendo le coordi-
nate parametriche di γ date da x = r cos t e y = rsent , con 0 ≤ t ≤ 2π , si ha:
2π 2π
y x rsent r cos t
∫
γ
2
x + y
2
dx − dy
x2 + y2
= ∫0
∫
r 2 ( − rsent ) − r 2 r cos t dt = − dt = −2π .
0
◊
[i] Per ricordare questa relazione, si tenga presente che nella dimostrazione del teorema si fa uso del teorema di
Schwartz per cui le derivare seconde miste della funzione primitiva F ( x, y ) devono essere uguali:
∂2 F ∂ ∂F ∂L ∂ 2 F ∂ ∂F ∂M
= = = = = .
∂y∂x ∂y ∂x ∂y ∂x∂y ∂x ∂y ∂x
3
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2 – Calcolo di una funzione primitiva di una forma differenziale lineare in due variabili
Diamo alcuni metodi per il calcolo dell’integrale indefinito di una forma differenziale lineare tipo
(1).
Per quanto si è detto nel teorema 2, se la forma differenziale è integrabile, allora esiste F ( x, y ) tale
che
dF = L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy
e si ha:
( x1 ,y1 )
∫
( x0 ,y0 )
L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy = F ( x1 , y1 ) − F ( x0 , y0 )
∫
x0
∫
= L ( x, y0 ) dx + M ( x, y ) dy + c .
y0
differenziale lineare su di un rettan-
golo.
Il risultato è identico se il percorso da P0 a P viene fatto lungo altri percorsi che siano però costituiti
da tratti paralleli agli assi coordinati.
Se A è un insieme convesso rispetto a P0 ( x0 , y0 ) [ii] si può prendere come curva orientata γ il seg-
mento P0 P orientato da P0 a P . In questo caso le equazioni parametriche sono: ξ = x0 + ( x − x0 ) t
e η = y0 + ( y − y0 ) t con 0 ≤ t ≤ 1 , si può scrivere:
(7)
1
∫
F ( x, y ) = L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy =
=
∫ {L x + ( x − x ) t,x + ( y − y ) t ( x − x ) + M x + ( x − x ) t,x + ( y − y ) t ( y − y )} dt + c .
0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
( 3x 2
) (
y − y 2 dx + x 3 − 2 xy + 1 dy)
è integrabile e calcolarne il suo integrale indefinito.
[ii] Cioè, comunque si prenda un punto P in A, il segmento che congiunge P0 con P è tutto contenuto in A.
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∂L ∂M
= = 3x 2 − 2 y ,
∂y ∂x
quindi la forma differenziale lineare è integrabile. Per calcolarne la primitiva possiamo applicare la
(6) considerando il punto ( 0, 0 ) come punto di partenza; si ha:
x y
∫ ∫ ∫
F ( x, y ) = ( 3 x y − y ) dx + ( x − 2 xy + 1) dy = L ( x, 0 ) dx + M ( x, y ) dy + c =
2 2 3
0 0
y
.
∫ ( x − 2 xy + 1) dy + c = x y − xy + y + c
3 3 2
=
0
∂L ∂M
ESEMPIO 3 – Riprendiamo l’esempio 2, essendo = = 3 x 2 − 2 y , la forma differenziale line-
∂y ∂x
∂F
are è integrabile e, indicata con F una primitiva, si ha: = L ( x, y ) = 3 x 2 y − y 2 . Integrando rispetto
∂x
a x, si ha:
∂F
F ( x, y ) =
∂x ∫ ∫
dx + ψ ( y ) = ( 3 x 2 y − y 2 ) dx + ψ ( y ) = x 3 y − y 2 x + ψ ( y ) .
∂F
D’altra parte è anche = M ( x, y ) , quindi:
∂y
∂F ∂ 3
= x y − y 2 x + ψ ( y ) = x 3 − 2 yx + ψ ' ( y ) = x 3 − 2 xy + 1 ,
∂y ∂y
ne segue che ψ ' ( y ) = 1 , da cui, ψ ( y ) = y + c . Si ha quindi:
F ( x, y ) = x 3 y − y 2 x + y + c
◊
Le considerazioni svolte nei paragrafi precedenti per le forme differenziali in due variabili si esten-
dono facilmente alle forme differenziali lineari in tre variabili.
Siano L ( x, y,z ) , M ( x, y,z ) e N ( x, y,z ) tre funzioni definite e continue in un insieme connesso A
dello spazio ordinario xyz e consideriamo l’espressione
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Diremo che la forma differenziale lineare (8) è integrabile in A quando è possibile definire in A una
funzione F ( x, y,z ) , continua insieme con le sue derivate parziali prime, che in ogni punto di A ab-
bia la (8) come differenziale totale, cioè tale per cui si abbia:
∂F ∂F ∂F
(10) = L ( x, y,z ) , = M ( x, y,z ) , = N ( x, y,z )
∂x ∂y ∂z
in ogni punto di A.
(11)
∫ L ( x, y ) dx + M ( x, y ) dy
γ
esteso ad una qualsiasi curva generalmente regolare e orientata γ di estremi i punti P0 e P1 e tutta
contenuta in A, dipenda soltanto da P0, da P1 e dal verso di integrazione prescelto, ma non dalla cur-
va γ.
TEOREMA 6 – L’integrale curvilineo della forma differenziale lineare (8) esteso ad una curva ge-
neralmente regolare, chiusa e orientata, è uguale a zero.
Il significato fisico dei teoremi 5 e 6 è evidente, si tratta di considerare la forza f nello spazio e
quindi di componenti L ( x, y,z ) , M ( x, y,z ) e N ( x, y,z ) ; le considerazioni fatte nel caso delle for-
me differenziali in due variabili rimangono valide.
Daremo un altro importante criterio di integrabilità per le forme differenziali, ma prima di fare ciò
diamo la seguente definizione:
DEFINIZIONE – In insieme connesso A dello spazio si dice a connessione lineare semplice se,
comunque si prendano due punti P0 e P1, ogni curva regolare che li congiunge appartiene ad A. Ne
segue che in un dominio semplicemente connesso A una qualunque curva chiusa è sempre il bordo
di una superficie fatta di tutti punti di A.
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3 – Calcolo di una funzione primitiva di una forma differenziale lineare in tre variabili
Per quanto si è detto nel teorema 5, se la forma differenziale è integrabile, allora esiste F ( x, y,z )
tale che
(13)
x
∫
F ( x, y,z ) = L ( x, y, z ) dx + M ( x, y, z ) dy + N ( x, y,z ) dz =
y z
∫ ∫ ∫
= L ( x, y0 ,z0 ) dx + M ( x, y, z0 ) dy + N ( x, y,z ) dz + c .
x0 y0 z0
Naturalmente il risultato è identico se il percorso da P0 a P viene fatto lungo altri percorsi che siano
però costituiti da tratti paralleli agli assi coordinati.
Se A è un insieme convesso rispetto a P0 ( x0 , y0 ,z0 ) si può prendere come curva orientata γ il seg-
mento P0 P orientato da P0 a P . In questo caso si può scrivere:
(14)
∫
F ( x, y,z ) = L ( x, y, z ) dx + M ( x, y, z ) dy + N ( x, y,z ) dz =
1
∫
= L x0 + ( x − x0 ) t, y0 + ( y − y0 ) t ,z0 + ( z − z0 ) t ( x − x0 ) dt +
0
1
∫
+ M x0 + ( x − x0 ) t, y0 + ( y − y0 ) t,z0 + ( z − z0 ) t ( y − y0 ) dt + .
0
1
∫
+ N x0 + ( x − x0 ) t, y0 + ( y − y0 ) t,z0 + ( z − z0 ) t ( z − z0 ) dt + c
0
[iii] In modo analogo a quanto detto per le forme differenziali lineari in due variabili, anche nella dimostrazione di que-
sto teorema è necessario applicare il teorema di Schwartz, è da questo che discende questa condizione sulle derivare.
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Una tecnica analoga a quanto visto nell’esempio 3 può essere utilizzata per il calcolo della primitiva
di una forma differenziale lineare in tre variabili.
z 2 2
ESEMPIO 4 – Sia F un campo di forze di componenti 2 xy + 2
, x + 2 yz, y + arctgx , si di-
1+ x
mostri che il campo è conservativo e se ne calcoli il potenziale U .
Dimostrare che il campo è conservativo significa dimostrare che, per ogni curva chiusa γ dello spa-
z
∫ dx + ( x + 2 yz ) dy + ( y + arctgx ) dz = 0 , cioè la forma differenziale line-
2 2
zio, si ha: 2 xy + 2
γ
1+ x
z
dx + ( x + 2 yz ) dy + ( y + arctgx ) dz è integrabile e quindi che in , posto:
2 2 3
are 2 xy + 2
1+ x
z
L ( x, y, z ) = 2 xy + , M ( x, y,z ) = x + 2 yz , N ( x, y,z ) = y + arctgx (funzioni definite in ),
2 2 3
2
1+ x
si ha:
∂L ∂M ∂L ∂N 1 ∂M ∂N
= = 2x , = = 2
e = = 2y .
∂y ∂x ∂z ∂x 1 + x ∂z ∂y
Per trovare il potenziale, è necessario determinare la primitiva della forma differenziale. Dovendo
∂U z ∂U ∂U
= L ( x, y,z ) = 2 xy + = M ( x, y, z ) = x + 2 yz e = N ( x, y,z ) = y + arctgx ,
2 2
essere 2
,
∂x 1+ x ∂y ∂z
integrando la prima rispetto a x, si ha:
∂U z
U ( x, y,z ) =
∫ ∫ ∫
dx = L ( x, y,z ) dx = 2 xy + dx = x y + z ⋅ arctgx + ϕ ( y,z )
2
2
∂x 1+ x
∂U ∂ϕ ∂U ∂ϕ
dove ϕ ( y,z ) è una funzione arbitraria di y e z. Quindi
2
=x + e = arctgx + . Ne se-
∂y ∂y ∂z ∂z
∂ϕ ∂ϕ ∂ϕ
= M ( x, y, z ) = x + 2 yz e quindi
2 2 2
gue che: x + = 2 yz e arctgx + = y + arctgx da cui
∂y ∂y ∂z
∂ϕ ∂ϕ
= y . Dalla prima integrando rispetto a y si ha: ϕ ( y,z ) =
∫ ∫
dy = 2 yzdy = y z + ψ ( z ) con
2 2
∂z ∂y
∂ϕ
ψ ( z ) funzione arbitraria di z. Ne segue: = y + ψ ' ( z ) e quindi ψ ' ( z ) = 0 da cui segue
2
∂z
ψ ( z ) = c . Riassumendo si ha: ϕ ( y,z ) = y z + c e quindi U ( x, y,z ) = x y + z ⋅ arctgx + y z + c .
2 2 2
x y z
z
∫
U ( x, y,z ) = 2 xy +
∫ ∫
2 2
2
dx + 2 yzdy + 0dz + c = x y + z ⋅ arctgx + y z + c
0
1+ x 0 0