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Il Governo
4. La relazione fiduciaria
Art.94 della Costituzione
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Si presenta alle Camere, in
questa sede, il Presidente del Consiglio, in ossequio ad un obbligo implicito, espone
le linee del programma di Governo. A tali dichiarazioni fanno seguito il dibattito e il
voto dell’assemblea.
-Per l’instaurazione della relazione fiduciaria, si deve fare ricorso ad una mozione
motivata e votata in forma palese, per appello nominale. La mozione di fiducia si
colloca nella categoria generale delle mozioni, in tal caso però essa non sorge
autonomamente dall’organo assembleare, ma si rende necessaria a seguito
dell’atto adottato dal Governo. In ciascuna Camera dunque, i parlamentari di
maggioranza presentano una mozione, avente ad oggetto le linee programmatiche
del Governo. La richiesta di motivazione conferma la possibilità del Parlamento di
incidere sul programma di Governo, impegnando il Governo al perseguimento del
programma stesso sulla base del proprio appoggio. Il voto palese per appello
nominale implica una diretta assunzione di responsabilità da parte di ciascun
parlamentare difronte agli elettori. Per l’approvazione della mozione si richiede la
maggioranza semplice (art.64 comma 3).
-Per quanto riguarda la mozione di sfiducia, l’articolo prevede che sia firmata da
almeno un decimo dei componenti della Camera e che non possa essere messa in
discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione (art.94 comma 5). Anche
questa deve essere motivata e votata per appello nominale, volendosi fare della
sfiducia uno strumento da cui ottenere utili indicazioni in vista del nuovo Governo.
Il Governo battuto da un voto di sfiducia ha l’obbligo giuridico di dimettersi, tale
obbligo si deduce “ex adverso” dalla previsione di cui all’art.94 comma 1, secondo
cui il Governo deve avere la fiducia delle Camere, non potendosi dare Governo che
non goda di tale fiducia. Obbligo di dimissioni imposto anche in caso di mancata
fiducia al momento della presentazione del programma o di mancata fiducia nel
caso in cui sia posta su un determinato atto da parte del Governo stesso.
La mozione di sfiducia può essere rivolta anche nei confronti del singolo Ministro.
L’art.95 comma 2, facendo riferimento alla responsabilità individuale dei Ministri,
offre la base normativa per una sua configurazione. Anche in questo caso
l’eventuale mozione di sfiducia obbliga il Ministro alle dimissioni, con conseguente
sostituzione.
Nella prassi dei rapporti tra Parlamento e Governo, peraltro, le crisi dell’esecutivo non hanno visto
un coinvolgimento formale delle Camere, dal momento che la rottura della relazione fiduciaria si è
consumata attraverso un’iniziativa dell’esecutivo. Le crisi di tale tipo prendono il nome di
extraparlamentari, distinguendosi da quelle che invece si aprono con l’approvazione di una
mozione di sfiducia in Parlamento, qualificate come parlamentari.