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L’immigrazione nell’Argentina
Garat, Joaquin
DNI: 30.527.309
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Introduzione
In particolare, l’obiettivo finale di questa tesina eè quello di definire le influenze della migrazione nella
cultura. In questo lavoro analizzeroè e compareroè i diversi gruppi di immigrati, le cause che hanno motivato la
loro uscita e la scelta del Paese, il modo di vita e i loro apporti alla societaè .
Il fenomeno della migrazione puoè trovare origine in motivazioni: ambientali, economiche, sociali,
lavorative, politiche, di tipo religioso, derivate da disastri naturali, personali, minore costo della vita , per
sfuggire alla giustizia, per conseguire un titolo di studio, garantire ai propri figli un'istruzione piuè
approfondita
Nella seconda metaè del XIX secolo, in Europa, si sono verificate trasformazioni, per le rivoluzioni francese
e industriale. La ferrovia e la navigazione a vapore facilitarono la mobilitazione e le persone cominciarono a
trasferirsi. Ci furono movimenti all'interno dell’Europa, ma poi eè venuta d'oltremare la migrazione che li
portoè a stabilirsi in paesi non europei, come gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile, ... Argentina, ... Australia e ...
Nuova Zelanda
La loro uscita risolverebbe parte del problema del sovraffollamento e povertaè , e con il suo arrivo si
supponeva che essa contribuirebbe a popolare il continente americano.
Dal suo inizio, l'Argentina eè stato un paese di immigrati. L'immigrazione fu una parte essenziale della sua
storia, cosìè essa suscitoè discussioni e studi. La grande fase dell'immigrazione puoè essere incorniciata tra il
1860 e il 1929. Il fenomeno dell'immigrazione fu un elemento importante per ottenere un grande aumento
delle esportazioni e l'espansione dell'economia, l'agro-export-based.
Si stima che il 90% della popolazione attuale dell'Argentina sia discendente da immigrati. All'inizio del XX
secolo, nella cittaè di Buenos Aires, di da una popolazione di 1.232.000 abitanti solo 54,5% erano argentini.
1. Le porte aperte
L’Argentina lentamente aprìè le porte all'immigrazione. Nel 1850 e nel decennio
successivo ha preso slancio. Alberdi, che era un difensore dell'immigrazione, disse,
nel suo lavoro «basi e punti di elementi per l'organizzazione politica della Repubblica
Argentina», nel 1852, che “governare eè popolare”, sempre con educazione, tendente al
progresso e alla prosperitaè della patria. Si dovevano firmare trattati con gli Stati stranieri
favoreboli agli immigrati.
La costituzione della Nazione Argentina, sancita nel 1853, nel suo preambolo, promosse l'immigrazione,
affermando che, "alla fine di stabilire l'unione nazionale, rinforzare la giustizia, consolidare la pace interna,
provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale e garantire i benefici della libertaè , per noi,
per i nostri posteri e per tutti gli uomini del mondo che vogliano abitare sul suolo argentino".
L’articolo 25 stabilisce che "il governo federale incoraggeraè l'immigrazione europea; e non potraá
sbarrare, limitare o gravare con qualsiasi tassa l’entrata in territorio argentino di stranieri che portano lo
scopo fino al terreno, migliorando industrie introdurre e insegnare le scienze e le arti e vivere con dignitaè ".
La promozione dell'immigrazione si rivolse al popolamento del territorio e l'arrivo di manodopera. La
maggior parte degli immigrati che venne al paese erano poveri e analfabeti. Inizialmente erano date strutture
agli immigrati, ma non era garantito loro il possesso delle terre che lavoravano.
L'espansione del modello economico necessitava una grande quantitaè di manodopera, che in
Argentina, prima del 1860, era insufficiente, poicheá era uno degli Stati con la piuè bassa
densitaè di popolazione dell'America, con circa 1.800.000 abitanti e la terra era concentrata in
poche mani.
L’Argentina aveva bisogno di manodopera, a seguito del progetto dell'espansione del settore
agricolo; ed Europa liberava lavoratori, come conseguenza della modernizzazione dell’agricoltura e la
seconda Rivoluzione Industriale. Le condizioni economiche e sociali dei paesi europei e delle regioni
costringevano la partenza di persone.
La Pampa Huá meda era una zona molto adatta per la produzione agricola, e il suo sfruttamento richiedeva
manodopera e capitale, scarse nel Paese.
Per tutto questo il governo nazionale promosse attivamente l'arrivo degli immigrati.
Le prime colonie rurali di immigrati sono avvenuti avvenute sotto il governo di Justo Joseá
de Urquiza. Nel 1855, il governo correntino firmoè un contratto, per cui arriverebbero famiglie
di contadini europei. Nel 1857, Urquiza incoraggioè la Fondazione della Colonia San Jose,
costituita principalmente dai tedeschi. In quell'anno eè stata creata la "Associazione
filantropica dell’immigrazione", che eè stata sovvenzionata dallo Stato.
Questa associazione poi ottenne la concessione di "Hotel de Inmigrantes", dove gli immigrati arrivavano
prima di raggiungere la loro destinazione finale.
Prima del 1860 arrivarono inglesi, gallesi, tedeschi e svizzeri, in gruppi troppo piccoli. I russi e gli arabi
ingresarono entrarono, giunsero tardivamente. Per questi e per molti altri, ad esempio, polachi, ucraini, un il
problemma piuá serio fu l’idioma. D'altra parte, per gli italiani e gli spagnoli, per affinitaè religiose e
idiomatiche, si integrarono piu facilmente.
Tra il 1860 e il 1916 arrivarono all'Argentina 6.000.000 di immigrati, di popoli e di culture diverse. La
maggior parte di loro proveniva dall'Italia, soprattutto del sud, e la Spagna. Sono arrivati anche nel paese,
francesi, inglesi, tedeschi, gallesi, russi, polacchi, svizzeri, siriani e libanesi. Inoltre, eè venuto un numero
significativo di ebrei, che vivevano in diversi paesi europei. Gli italiani erano i piuè numerosi: circa il 50% di
tutta la massa immigratoria: per questo motivo, hanno un posto importante all'interno della vita economica e
culturale del paese, molte delle loro tradizioni e costumi divennero parte della cultura nativa. Gli spagnoli,
che rappresentavano circa il 20% del totale, anche hanno influenzato notevolmente.
Secondo il censimento nazionale de1869, circa il 48% della popolazione straniera risiedeva nella
provincia di Buenos Aires. Un’altro alto percentuale di immigrazione si era depositato in Entre Rìáos, Santa Fe,
Cordoba e Mendoza. Il resto del Paese aveva un piccolo contributo di immigrazione.
Sarmiento credeva che la terra, essendo un elemento di lavoro, dovrebbe essere meglio distribuita.
Cominciarono a creare colonie. Tra il suo mandato presidenziale e quello di Avellaneda sono state fondate in
Cordoba e Santa Fe, 146 colonie, con cui il paese comincioè ad avere un grande sviluppo agricolo.
Nel 1875 si istituisce la Commissione Generale dell’Immigrazione.
Nel 1876, sotto il governo del presidente Nicolaá s Avellaneda, viene approvata e promulgata la prima
legge sull'immigrazione e la colonizzazione, la legge Nº 761, denominata Legge dell’Immigrazione e
Colonizzazione.
Il suo scopo era raccogliere e ordinare in un unico testo normativo le disposizioni emanate in precedenza
sull'argomento. «Deve ritenersi immigrante, agli effetti di questa legge, ogni straniero, lavoratore a giornata,
artigiano, industriale, agricoltore o professore, che avendo meno di 60 anni di etaè e dando prova di buona
condotta e di capacitaè , arrivi in Argentina per stabilirvisi, in nave a vapore o a vela, pagando il biglietto di
seconda o di terza classe, o con il biglietto pagato dallo Stato o dalle province o da imprese private di
immigrazione e di colonizzazione» Essa emise una legge sulle terre pubbliche, che chiedeva l'istituzione
dell'ufficio di territori e colonie. Esso inoltre, a condizione che le prime 100 famiglie riceverebbero 100 ettari
di terra, gratuitamente.
Tra il 1876 e il 1878, l’immigrazione diminuìè a causa di una crisi economica, ma riemerse una volta
risolto il problema.
Il decennio del 1880 fu la fase della grande immigrazione europea, aumentata nei decenni seguenti, dove
la scuola acquisìè un ruolo molto importante per la formazione dell'identitaè nazionale dei figli degli immigrati.
Nella prima fase arrivarono 10.000 persone all'anno e all'inizio del XX secolo, 112.000. Quasi il 50% venne
dal sud dell’Italia, un terzo furono spagnoli e il resto era composto da francesi, tedeschi, russi e polacchi.
Questi immigrati, che si pensava popolerebbero il “deserto”, si concentrarono in cittaè . A Bs.As. nel 1895, il
72% era composto da stranieri.
Nel 1902 fu dettata la Legge de Residenza, per cui, il governo nazionale poteva bandire gli stranieri.
Questa legge promuoveva l’espulsione di stranieri che partecipavano in movimenti sindacali.
Con la prima guerra mondiale il movimento di immigrazione diminuìè. La crisi del 1929 ridusse anche
l'arrivo di migranti. L'ultima ondata, meno importante nella sua grandezza, si eè verificata tra il 1945 e il 1952,
finendo cosìè con il lungo periodo di emigrazione europea transcontinentale come un fenomeno di massa.
Nel Litoral (Santa Fe, Entre Rìáos e in misura minore, Corrientes) dalla metaè del secolo precedente si
produce l'installazione di colonie delle piuè diverse etnie: ebrei, svizzeri, francesi, tedeschi, slavi e
l'onnipresente spagnolo e italiani.
Dal decennio del 1950, Argentina ha ricevuto una‘importante migrazione procedente dai paesi frontalieri
e dal Sud-est asiatico.
7. Politica Immigratoria
La politica migratoria eá stata sempre orientata nel senzo di intensificare le onde immigratorie.
Nella liberalita delle leggi argentine risiede la polìática immigratoria del paese.
Gia nella costituzione dell’Argentina, sancita nel 1853, si stimola l’immigrazione; nel suo preambolo dice:
“promuovere il benessere generale e assicurare i benefici della libertaè a noi stessi, ai nostri posteri e a tutti
gli abitanti del mondo che desiderino fare del suolo argentino la propria dimora”.
Nell’articolo 20 espressa che “gli stranieri godono nel territorio della Nazione di tutti i diritti civili del
cittadino; possono condurre la propria attivitaè , commercio e professione, possedere beni immobili,
acquistare gli stessi ed alienarli; navigare lungo fiumi e coste; professare liberamente il culto; fare testamento
e sposarsi nel rispetto della legge”.
Per di piu delle espressioni ripetutte per i diversi governi dell’Argentina, eá preciso far notare le gestioni
fatte per raggiungere l’arrivo di operai e tecnici europei.
L’Argentina sta aderita al Comitato Intergubernamentale de Migrazioni europee, la cui funzione eá
radicare l’immigrate in condizioni favoreboli per il suo sviluppo. Questo organismo ha anche intervento
nell’immigrazione.
La legge di immigrazione de 1875 assicura all’immigrante: albergo al suo arrivo al paese, gli permette di
portare abbigliamento, movili e elementi di labranza, senza gravame; gli facilita l'internamento nel paese e la
locazione adatta ai relativi mezzi.
El conventillo
Verso il 1880, il centro della cittaè si trova attorno il porto e per quello, inizialmente era il posto piuè
adatto percheá gli immigrati si stabilissero. Ma per essere abbandonati, i palazzi del sud della cittaè , come
risultato di febbre gialla e le epidemie di colera, molte famiglie si fermarono in queste enormi case, con un
cortile centrale, e dove condividevano la vita quotidiana.
San Telmo, Monserrat e San Cristoá bal erano i distretti dove sono stati i primi catapecchie, ma lentamente
cominciarono ad essere costruite case di legno e impiallacciatura sulle rive del torrente e nei dintorni
dell'Hotel de Inmigrantes. Cosìè sorsero le catapecchie, che sono state ritratte da molti scrittori e poeti.
Anche potrebbero essere trovati i piuè svariati traffici, c’erano i lavoratori che non avevano ore di riposo,
stava la lavandaia, la cuoca, la sarta, ecc.
8. Principali gruppi di immigrati
ITALIANI
L'Italia eè stata interessata al fenomeno dell'emigrazione soprattutto nei secoli XIX e XX. Si trattoè di un
esodo che toccoè tutte le regioni italiane.
In Italia le cause dell’emigrazione stavano nel sovrappolamento. Gli italiani emigravano percheè in quelle
condizioni sociali e con quei rapporti di produzione a loro non restava un’altra scelta. La causa di questa
emmigrazione stava, sopratutto, nella espanzione del latifondo, la crisi della piccola proprietaè , lo squilibrio
tra Nord e Sud.
Le regioni da cui emigrarono piu persone furono le piu povere, e cioeè quelle meridionali.
Tra il 1830 e il 1900 interessoè prevalentemente le regioni settentrionali, con tre regioni che fornirono da
sole circa il 47% dell'intero contingente migratorio: il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia ed il Piemonte. Le
regioni agricole del Nord Italia soffrivano una crisi gravissima.
Nei due decenni successivi il primato migratorio passoè alle regioni meridionali, con quasi tre milioni di
persone emigrate soltanto dalla Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia. A Sud dell’ Italia mancavano terre
e non essisteva nessuna polìática statale per l’emigrazione. Nonostante la povertaè , era possibile produrre per
il sostentamento familiare. In queste zone, intorno il 1870, era esploso il brigantaggio: in Basilicata, in
Campania, in Calabria.
Negli ultimi trent’anni del XIX secolo emigroè oltre mezzo milioni di italiani. Una cifra lontana dalla realtaè ,
perche non potevano essere conteggiati i clandestini. Questi flussi migratori, indirizzati verso paesi europei
e anche americani.
Dal 1870 fino alla metaè del secolo XX piuè di 23 milioni di italiani lasciarono il loro paese per trovare
lavoro, 12 milioni arrivarono nel continente americano. Non solo cercheranno di progredire ma anche di
arricchirsi attirati dalla leggenda della ricchezza americana. Sono venuti “a fare l'America”.
D’altra parte, la dittatura fascista voleva proibire l’emigrazione. Nel 1927 il Commissariato generale
all’emigrazione veniva chiuso, considerando con questo atto conclusa la fuoriuscita degli italiani.
Tra il 1927 e il 1939 emigrarono dall’Italia oltre700 mila persone, prevalentemente verso la Germania.
L’integrazione degli italiani nell’America Latina fu piu raá pida. Giocavano a favore la vicinanza della lingua,
la religione (cattolicesimo) e il fatto che l’economia di quelle regioni era ancora arretrata.
Tra il 1870 e il 1950 circa 2.500.000 persone lasciarono l'Italia per emigrare in Argentina. Circa 500 mila
erano donne, la maggior parte delle quali seguivano i padri e i mariti in cerca di fortuna.
Gli italiani che arrivarono nell’Argentina, dal 1830, erano contadini o manovali, di seguito gli artisti e gli
industriali, persone che costruirono le basi di istituzioni prestigiose come banche, ospedali, teatri e illustri
scuole di musica e pittura.
Gran parte dell'immigrazione italiana, dopo essere passata dall'Hotel degli Immigratisi radicoè nel
quartiere denominato “La Boca”; dove si stabilirono soprattutto le persone che provenivano dalla cittaè di
Genova. Fecero di quel luogo un quartiere “zeneize”. Lìè, scaricavano le barche; lavoravano nei cantieri navali
promuovevano le industrie e popolarono le zone paludose con le loro case sopra le palafitte.
Gli italiani formano il piuè grande gruppo di immigrati. Dal loro numero, le loro industrie, i negozi e loro
professionisti; hanno occupato un posto di rilievo nella vita economica e sociale della cittaè di Buenos Aires.
Era anche molto importante di questo gruppo a Santa Fe e Rosario.
Probabilmente il vocabolo "lunfardo" deriva dalla parola lombardo. Fino all'inizio del XIX secolo, era
comune tra le popolazioni italiane chiamare lombardi ('longobardi') ai teppisti, forse ricordando le invasioni
longobarde dell’inizio del Medioevo. Per altri la parola "lunfardo" deriva direttamente dall'Occitania. Secondo
l'Academia Portenñ a del Lunfardo, come nelle cittaè della Lombardia ci sono stati molti finanziatori e banchieri,
la gente umile italiana diceva che erano ladri.
Il lessico del lunfardo deriva in buona parte da lingue europee che hanno influenzato lo spagnolo
d'Argentina e Uruguay, tra cui in particolare dall'italiano e altre lingue della penisola. Anche il quechua o il
guaranìá hanno influenzato il lunfardo.
SPAGNOLI
I primi insediamenti spagnoli nel attuale territorio argentino appaiono all’inizio del XVI Secolo, e da quel
momento molti spagnoli cominciarono a stabilirsi in questo luogo.
Due milioni e mezzo di spagnoli, principalmente gallegos, attraversarono il mare nella grande migrazione.
Essi erano in genere contadini, fecero l'agricoltura e altri servizi. Lavorarono, in particolare, come camerieri
in bar e ristoranti, e guardie del tram. Nel 1914 la decima parte della popolazione era spagnola.
Centinaia di spagnoli furono portati sulle barche, sicuri di trovare un mondo diverso. E non erano delusi
poicheá gli fornirono appezzamenti di campi e fattorie per aiutarli a raggiungere un futuro certo. Venivano
principalmente dalla Galizia, Asturie, i Baschi, la Catalogna e la Castiglia.
La crisi agricola della Spagna e la perdita dei mercati coloniali dopo la guerra del 1898, in cui la Spagna
perse Cuba, Puerto Rico e le Filippine provocarono un problema di occupazione agli spagnoli molto serio.
Queste circostanze determinarono, per gli spagnoli, il movente dell’inizio della ricerca di nuovi orizzonti.
I galleghi costituiscono circa il 70% dei spagnoli nell’Argentina. La seconda cittaè del mondo con il maggior
numero di abitanti galleghi eè Buenos Aires, dove l’immigrazione di Galicia eè stata tanto importante che tutti
gli immigrati spagnoli sono chiamati galleghi.
Gli andalusi contituiscono il secondo gruppo in numero di immigratiprocedenti dalla Spagna. Nei periodi
di 1885 – 1895 e 1912 – 1914, circa 150000 andalusi emmigrarono in Argentina. Tra 1880 e 1930 la
percentuale sul totale degli spagnoli era di circa 15 – 20%. Si stabilirono principalmente a Buenos Aires e La
Plata, ma anche a Tucumaá n, Mendoza e San Juan, dove coltivarono la vigna e l’olivo e, alla produzione di vino.
Nel xx secolo, la comunitaè canaria eè diventata la quinta comunitaè autonoma spagnola di immigrati. Nel
decennio di 1930, si calcolava che nell’Argentina il numero di canarios e i loro discendenti era circa 80000
persone.
I catalani si stabilirono, in genere, nella cittaè di Buenos Aires, a Rosario e Santa Fe. Anche arrivarono in Rio
Negro, Mendoza, Tucuman e Entre Rios.
BASCHI
Come l’Argentina eè stata il destino della maggioranza dei baschi, la cultura vasca influìè ampiamente nella
cultura di quel paese. Circa un 10% della popolazione argentina discende da immigrati baschi, sia della
Spagna come della Francia. Hanno mantenuto certa struttura attraverso i centri culturali stalati nelle grandi
cittaè .
BRITANICI
I primi coloni britanici arrivarono a Buenos Aires in 1806, con le invasioni inglesi del Rio de la Plata. Alla
fine del secolo XIX e l’inizio del XX, altra ondata di immigrati britanici eá venuta, per la costruzione del treno.
Dal principio hanno avuto i loro templi e le loro scuole, dove si usava l’inglese.
Portarono tenologia moderna nell’industria frigorifera e hanno avuto grande influenza nella ganaderìáa.
Furono ingegnere, bancchiari e finanzisti. Penetrarono nell’interno dell’Argentina seguendo il binario delle
vie ferre, lasciando il loro inconfondibile stilo architettonico nelle stazioni ferroviarie. Nel 1930 fundarono la
colonia Victoria in Misiones.
Gallesi
Per la sua richiesta di terreni in Patagonia, la Commissione di Liverpool eè stata invitata dal governo
argentino per inviare rappresentanti a Buenos Aires. Dopo diversi incontri con i rappresentanti del governo
di Buenos Aires, hanno intrapreso un viaggio per ispezionare il terreno della costa della Patagonia alla foce
del fiume Chubut. Poi ritornarono a Buenos Aires per firmare l'accordo con il governo argentino, il 25 Maggio
1863.
Il governo accettava la petizione di independenza ma la nuova colonia dovrebbe rimanere sotto l’autoritaè
di Buenos Aires e sarebbe riconosciuta come provincia argentina una volta raggiungesse 20000 abitanti. Nel
settembre 1863 la Commissione eè stata informata che il Congresso argentino aveva rifiutato l'accordo.
La Commissione decisse di chiedere le terre della valle Chupat in condizione di immigratinormali, e
Samuel Phibbs andoè a Buenos Aires per discutere un nuovo accordo.
In ottobre 1864, il ministro argentino degli Interni, Guillermo Rawson, invioè una lettera alla Commissione,
in cui offriva la terra della Valle del fiume Chupat, nella Patagonia, alle stesse condizioni degli altri immigrati
(40ha per ogni famiglia); riceverebbero le scritture in due anni. I membri del Comitato di Liverpool hanno
accettato, all'unanimitaè , l’offerta dal governo argentino.
Arrivarono in piccoli gruppi in 1865 e si stabilirono in Puerto Madryn. Cercavano un sito dove potere
parlare solo galese e pratticare le loro costumi, lontano della Inghilterra. Il governo argentino accettoè che
questi gruppi nazionalisti si insediassero nella Patagonia e usassero la loro lingua, ma con la bandiera
argentina come uá nico emblema.
La Patagonia era un territorio semideseá rtico, senza autoritaè amministrative stabili e mancanza totale di
attenzione sanitaria e scolastica, dove abitavano i tehuelches, che hanno stabilito rapporti favorevoli con i
gallesi. I tehuelches insegnarono ai gallesi a cacciare e pescare quando le prime raccolte non furono
sufficienti per mantenersi.
I piu vecchi ancora si espressano in gallese e mantengono la loro cultura: la religione, la muá sica e la
0gastronomia. Molti luoghi hanno nomi gallese come Trelew, Trevelin, Dolabon, Gaiman.
TEDESCHI
Tra 1885 e la Prima Guerra Mondiale la popolazione dell’Argentina raddoppioè con l’arrivo di oltre 3
milioni di immigratieuropei, dei cui 100000 parlavano tedesco. Molti arrivavano direttamente dalla
Germania e si insediarono principalmente in Buenos Aires e si asimilarono con la classe media-alta, ma
mantenendo forti vincoli con la cultura tedesca, attraverso i loro ospedali, i loro club, le loro scuole.
L’immigrazione tedesca nell’Argentina ebbe luogo in 5 etape principali: prima de 1870, di 1870 a 1914, di
1918 a 1933, di 1933 fino 1840, e dopo di 1945.
Fino 1870, l’immigrazione all’Argentina fu bassa, per questo esistono le colonie tedesche all’interno del
paese, una prattica comune a tutti gli immigrati.
Tra 1870 e 1914 per l’espansione econoá mica e la produzione di tritico e carne vacuna di Las Pampas,
l’immigrazione ebbe un grande auge. In quel momento, si crearono molti istituzioni, come giornali, scuoli,
ospedali e club sociali. Il giornale Argentinisches Tageblatt fu il principale foro dei tedeschi contrari al
nazismo e di gli esiliati del Reich, nell’Argentina.
In quel momento si produsse l’arrivo dei germanici del Volga, un popolo di agricultori portati per la
czarina Catalina “la grande” per colonizzare il Volga meridionale nel Secolo XVIII. Nell’Argentina fundarono
due grandi colonie; Colonia Hinojo (Buenos Aires) e General Alvear (Entre Rios) .
Dopo una pausa durante la Prima Guerra, l’immigrazione nell’Argentina continuoè . Questo periodo eè molto
importante percheè le nuove arrivi dettero una nuova vita a istituzioni coltorali tedesche, ad esempio il
giornale nominato prima. Tra 1905 e 1933 il numero di scuole tedesche passoè di 59 a 176.
Da 1933 a 1940, aumentoè l’immigrazione tedesca, molti di cui fuggivano del regime nazi. Arrivarono
45.000 tedeschi come manodopera qualificata. Diversamente dei tedeschi del Volga, questi fermarono a
Buenos Aires. Da 1933 a 1945, i germanici costituivano il 28 % dell’immigrazione in Argentina.
La quinta etapa dell’immigrazione tedesca all’Argentina eá il periodo succesivo alla Seconda Guerra
Mondiale. I numeri sono minori che nel passato e i concetti di assimilazione linguistica e culturale non sono
uguali. Questi gruppi hanno avuto piu partecipazione nella societaè argentina. Con la fine della Guerra il
processo di integrazione fu piu veloce.
Attualmente, i discendenti di tedeschi sono il terzo piuè grande gruppo etnico dell'Argentina con piuè di 3
milioni di discendenti, dei qualli 2 milioni hanno ascendenza tedesca del Volga.
SIRIANI E LIBANESI
All’inizio del decenio de 1860, molti nativi di vari paesi arabi, maggiormente siriani e libanesi, emigrarono
a paesi americani: Argentina, Brasil, Cile e Stati Uniti, ecc. Le cause erano diverse, secondo il momento.
Possiamo dividere questo proceso migratorio in 4 etape:
La 1ª ocorse tra 1860 e 1919, quando si produsse una grande crescita demograá fica in Medio Oriente,
sopratutto nel Libano. Anche occorreva una incipiente industralizazione, che pregiudicava comercianti e
artigiani, che vedono una soluzione nella immigrazione. Questi immigrativenivano dal Lìèbano e Siria , che
stavaano occupati dall’Impero Otomano. Come arrivavano in barche di bandiera Turca, sono erroneamente
detti turchi.
In 1910 entrano circa 62 milla siriani-libanesi e in 1912 arrivano in massimo 19.792. Nel 1914 il 72%
degli arabi abitava nelle cittaè . Negli anni 30 diminui l’immigrazione, ma l’arrivo dei siriani e di libanesi fu
costante.
La Prima Guerra difficoltoè la navegazione oltremarina, per quello diminui l’immagrazione siriana e
libanesa. In questa etapa la maggioranza dei migranti erano cristiani. Quelli che arrivavano prima
facilitavano l’arrivo di nuovi immigrati. Quasi nessun membro di questi gruppi si alloggia nel hotel degli
immigrati.
Tra 1918 e 1945, si produce una 2ª etapa di immigrazione. In quei anni Siria e Libano furono occupati
dalla Francia. In quel periodo aumentoá la percentuale di migranti musulmani e drusi.
Si puo stabilire una terza etapa tra gli anni 1945 e 1974. Il numero de siriani e libanesi si mantene,
presentando un leve aumento al finire la Seconda Guerra e 1958, dalla Guerra Civile Libanesa.
Dal 1974, i libanesi seguono emigrando, ma si orientano piuè all’Australia e i siriani andavano
principalmente a altri paesi arabi.
Quando un’arabe arrivava all’Argentina, declarava essere di proffesione commerciante. Il compatriota che
lo chiamava, gli assicurava lavoro nel commercio ambulante.
Si formarono reti di distributori di tele e cianfrusaglie, da un’arabe con negozio istalato, che mandava
all’interno a chi arrivava. Questi andavano in luoghi lontani ad offrire la loro merce.
Nel1906 il comercio ambulante soffrìè una crise in Buenos Aires, che fece gli arabi andare al interno del
paese.
A Cordoba, Cuyo e il Nord Ovest furono piuè che tutti gli altri immigratiinsieme. In La Rioja oltrepassavano
agli spagnoli. Hanno dovuto lottare contro la brutta imagine che gli atribuivano come commercianti.
L’immigrazione siriana-libanesa nell’Argentina eá stata la terza colettivitaè in numero, dopo l’italiana e la
spagnola.
Fondarono molte associazioni in tutto il paese, specialmente coltorali, social, benefice e di soccorsi
reciproci.
Dal momento si stima intorno 3.500.000 immigratie discendenti di questi che vivono dappertutto il
territorio nazionale.
FRANCESI
L'immigrazione francese costituisce una percentuale notevole della popolazione dell'Argentina ma eè stata
decisamente meno importante da quella di altri coletivitaè europei (come italiana e spagnola). EÈ anche meno
visibile. Cioè si deve all'alto grado di assimilazione ed alla mancanza di colonie francesi importanti in tutto il
paese.
I francesi che arrivavano al paese, diversamente alle altre migranti, in genere erano professionali e
avevano determinato livello di istruzione e qualificazione e a volte avevano capitale.
Fra 1857 e 1946, 261.020 francesi hanno emigrato al Argentina. Di questo numero, si stima che 120 000
ritornarono. Oggi, piuè di 6 milione di argentini hanno certo grado di ascendenza francese (fino ad un 17%
della popolazione totale)
La prima grande ondata di francesi che eè arrivata al paese eè pricipalmente venuta dalle regioni del sud di
Aquitania e del Midi-Pirenei. I Basque-Francesi costituivano un gruppo numericamente importante
GIAPPONESI
La migrazione Giapponesa nell’Argentina ebbe suo inizio alla fine del Secolo XIX, ma nel Secolo XX,
incontriamo gli indici piu forti di tale migrazione. Durante i primi decceni del Secolo XX, i giapponesi
andavano ai centri urbani di Giappone e altri paesi cercando soluzionare i suoi problemmi. La quantitaè di
immigratinipponici cresce bruscamente, passando di 350 in 1912 a piu di 2000 un decennio piu tardi, dei
qualli la metaè resideva a Buenos Aires e gruppi minori a Santa Fe, Cordoba, Salta, Mendoza e Jujuy. In 1933
erano 15000 e oggi si stima circa 35000 persone di origine giapponese nell’Argentina; altri fonti calcolano tra
45000 e 50000, di cui il 70% sono discendenti di okinawesi.
La comunitaè giapponesa, come tutte le colettivitaè di immigrati, sempre cercoè preservare gli usi, i costumi e
la lingua nativa, inanzi tutto in un paese dove le caratteristicche etnice sono totalmente diverse. Conservare i
vari componenti culturali era preciso per chi volessi tornare al luogo natale, ancor di piuè i piuè giovani.
Ancora negli inizi del decennio di 1930, davanti all imposibilitaè di tornare al Giappone o enviare i figli a
studiare, la coletivitaè locale prese molta importanza. Furono riaperte le associazioni, riorganizate le scuole.
Furono acquistate terreni e case, fino quel momento affittavano. Si crearono scuole di idioma. In 1920 si creoè
un’istituto per insegnare giapponese, e in 1937 si fondoè la Scuola giapponesa di Buenos Aires, bilingue.
Dopo la derrota di Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, gli immigraticominciarono a pensare in
fermare definitivamente nel territorio argentino. Appena si permisse il rinizio delle ativitaè social, la
colletivitaè comincio a organizzare aiuto per il Giappone, facendo collette di alimenti e ruba per enviare,
chiedendo la repatriazione dei loro figli che stavano nel Giappone durante la guerra, ricevendo domande di
altri famigliari per andare nell’Argentina.
Le relazioni con il Giappone continuarono come relazionamento con una realtaè lontana per il resultato
della guerra e le perdite, ma vicina per l’arrivo di nuovi immigratinei decceni di 50 e 60, e con i viaggi di
famigliari alla terra natale.
Durante il decennio di dopo guerra, il governo giapponese firmoè Tratti di migrazione con vari paesi
latinoamericani, con l’obbietivo di descomprimire la situazione de poverezza che attraversava il paese, come
conseguenza del sovrappopolamento, dovuto alla repatriazione di migliaia di soldati e civili che erano nelle
colonie e territori asiatici occupati dal Giappone.
Chi arrivarono all’Argentina attraverso il trattato di migrazione argentino giapponese del 1961 furono una
piccola minorìáa.
COREANI E CINESI
L’immigrazione coreana nell’Argentina inizia ufficialmente nel 1965, ma del 1962 il paese aveva ricevuto
cittadini coreani venuti dalla Bolivia e dal Paraguay. Tra 1960 e 1970 arrivano famiglie per stabilirsi in aree
rurali, ma hanno dovuto radicarsi nelle grandi cittaè , ed impegnarsi in attivitaè commerciali.
In 1985 si firmoè il Atto di Procedura per l’ingresso di immigraticoreani all’Argentina e fino il 1989 si
autorizzarono piu di 11000 permessi familiari di ingresso al paese
Chi arrivarono prima erano piuè poveri e, come tutti gli immigrati, hanno dovuto impegnarsi in compiti di
cattiva paga: camerieri, postino, lustrascarpe.
All’inizio abitarono in una villa miseria, nel quartiere di Flores, che fu sradicata dal governo militare. In
quel momento, comprarono o affitarono luoghi nello stesso quartiere, creando il quartiere coreano.
Coesistevano in Once ed in Caballito con i rivenditori ebrei sefardìáes, che da 1910 si sono esercitati nel
commercio e nella preparazione della tessile. Presto hanno imparato l'ufficio ed hanno cominciato a
svilupparsi nell'intestazione, essendo rinnovando esso con nuovo macchinario e un sistema di lavoro intenso
basato sul lavoro manuale esperto.
EÈ posible distinguere tre periodi migratorie della comunitaè cinese.
Il primo, compresso tra il 1914 e 1949, fu molto ridotto. Gli immigratiprovenivano principalmente dalle
province costiere del sud della Cina, e arrivavano al paese con pocchi soldi
La seconda etapa comincia nel decennio di 1980 con l’arrivo di un importante numero di taiwanesi, che
venivano con tutta la loro famiglia e con denaro sufficiente
La terza fase occorre negli anni novanta. La maggior parte si insedioè nella cittaè di Buenos Aires e le sue
vicinanze.
Attualmente si stima circa 25000 il numero di residenti coreani nell’Argentina, e in circa 100000 il
numero di cinesi.
EBREI
Con il termine Ebraismo si intende sia una religione monoteistica, sia uno stile di vita, sia una tradizione
culturale, diffuse all'interno delle comunitaè ebraiche presenti in tutto il mondo. EÈ difficile calcolare la
quantitaè de ebrei che arrivarono nell’Argentina percheè , diversamente degli altri immigrati, non venivano da
un paese, ma di vari, nonostante avevano le stesse tradizioni e si consideravano parte di soltanto una
nazione.
Lo scopo agricolo originario eè stato continuato dalla migrazione verso le cittaè , il percorso comune dei
nostri agricoltori. Lìè si impegnarono in commercio e in industria.
Si sono levati in piedi fuori come professionisti, scienziati e artisti. L'annuario 2005 Ebreo-Americano
stabilisce una popolazione di 185.000 ebrei in Argentina. Generalmente, quelle natali di Damasco e Alepo si
sono situati nel distretto di Once, si hanno dedicato alla preparazione ed al commercio delle tessile. Il 80%
risiedono nella cittaè di Buenos Aires, pricipalmente nei distretti di Once, Flores, Villa Crespo e nella provincia
di Buenos Aires. La seconda Comunitaè nell'importanza risiede nella cittaè del Rosario stimata in 20.000
persone, mentre in Coá rdoba in circa 9.000.
Note
1. Include ucraini, tedeschi del Volga, bielorussi, polacchi, lituani, ecc. che sono entrati con passaporto russo.
2. la distinzione fra turchi, palestinese, siriani, libanesi ed altri arabi eè stata fatta soltanto nell’ambito ufficiale dopo
1920. Fino a quel periodo hanno riseduto legalmente nell'impero del Ottomano. Ogniuno di loro eè stato identificato
con la cittaè dell'origine.
3. In 1867 l'impero austriaco ed il regno dell'Ungheria hanno firmato un trattato, creando l'impero austro-ungarico. eè
distribuito al momento nelle nazioni dell'Austria, dell'Ungheria, della Repubblica Ceca, della Slovacchia, della
Slovenia, della Croazia, della Bosnia ed Erzegovina e di alcune regioni della Serbia, di Montenegro, della Romania,
dell'Italia, della Polonia e dell'Ucraina.
4. Fino al 1922 incluse tutta l'Irlanda. Grande parte degli immigratibritanici - chiamati “inglesi” - era dell'origine
irlandese, aggiunto la popolazione di origine gallese ed scozzese.
5. Tenendo conto delle dipendenze dell'Angola, Cabo Verde, Guineá Bissau, Macau, Moçambique, Sañ o Tomeá e principe,
Timor Leste.
6. Attuali Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Slovenia, Macedonia, Montenegro e la Serbia.
Bibliografía
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