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1DÌIZZ»Ì©NARH
_MUSÌ@A
SACRA 11’ PROFANA _
mmmm mimmi 7
TERZA EI?IZÎONE GOBBET'ILED ACCEESCJU'IA
VOL. VI.
VENEZIA
' DALLA nrocnuu m a. mconx
1850.
.\l
.Ì -.... i. Q.
v..2.
0‘!
NA
i _
ZVab'lz'zzare. Seéondoil Magri signifi
ca su0nar la Zampogna.
' Nabld. Zan‘dpogna‘; str0m'e’nto da fiato;
questa Voce viene dall’ ebreo ilebel, che si
gnifica otre. « Dixit David principibus Le
vilarunl , ut constitde‘rent. de fralribus suis
cantores in organis musicis,- nablis videli
cet, et lyrls etc. lib. x.- Paralip. » Sono in
errore qu‘elli i quali hanno pensato , che
questo Stromento fosw il Sallerio di dieci
corde; che si suona colle dita, impercioq
ché in altri luoghi della Scrittura vien
chiamato ncbel l’otre' del Vino, dunque chi
la forza intende della Voce ebraica non
potrà mai tanto affermare, così il Magrii
quel ch’è certo si è che niente vi è di 'u‘1
incerto quanto determinare e definire glian
ticl'1i strumenti ebraici, e che gli stessi Scrit
tori ebrei non si accordano, poiché il rabbino
Schilte afferma, che il nablo fosse stromento
di ventuna corda; il rabbino Assur di dieci;
il rabbino Machul di sei; e finalmente è cer
tissim0 ìch’ era del genere neghinoth , cioè
degli stromentiarmati di corde.
Naccare. Ottavio Ferrari spiega la pa
_
|
4
NA -'
rola naccare dicendo) « Veterurn Cyniiu‘a
lum sphera’scilicet dimediata , quae allisa'
cpnjungebatur, et sonitmn cicbat , quale
strumemum , etiam apud "'l‘urcos hodie vi
gens accepimus ». Questo per dirlo più
chiaro è quello stromeuto di due ossa, al
battimento delle quali [i ciaflatadi cantano
le canzoni, si dicono gnacare, e dagli
Spagnuoli castagnetas,. Si vuol che proce
dano dai cimb_ali antichi , ed altri voglio
no che sien_o trasferiti dalle fanciulle’Ga
ditane, "così Petronio: « Gaditana_e mulieres
crotales hunc sonitpm edebant 1|; V. Tgmf
buio , Castagnole , Crgtalo.
Naturale.
musica Questa
naturale; voce 1’ha
e questa più sensi;
abliiatno già.v
definita. Canto naturale ed; è' quello in cui
‘ 1'non
artesi èsente
tanto}piante di che
nascosta sforzató
non, ed in
curia-pari
.L_
5:
OH
queste testature altre ve ne’ sane-che si pò9
sono unire a piacere del suonatore, e suo
mare nellostesso’ tempo, altre serVono per
diverse mutazioni. Gli organi i più grandi
de’ quali si ha cognizione, hanno per fino
cinque tastat‘u're, le quali sono collocate
l’una dopo 'l’ altra a guisa di gradini. Orga
ni di tal fatta se ne trovano in Germania ,
in Olanda; ma in Italia molti ve ne sono
__di due tastature, ed anche diptre. Magnifi
co è 1’ ‘organo della Matrice di Borgo Ta
ro ,- costrutto nell’ anno 1796 dai- celebri Se
tassi di Bergamo, il quale ha duetastalu
re.- Fu celebre Un tenip'o quello‘di Trento
che fu messo a guasto da un fulmine l’anno
scorso. Un organo sorprendente a tre tasta-.
ture ed arricchito d'una infinità di- registri
troVasi in Bergamo nella cliiesa.di sant’A
Iessatndro in Colonna costrutto dal Seias
si_l’ anno 1782. Il celebre Callido di Vene
1_zia‘ ha provwdnto-non solo la sua patria .,
ma le più lontane città. e Provincie di 01:»
gani eccellenti di Varie specie, l’ultimo tra
quali 1’ anno corrente si suonò nella parroc
chia di san Marciliano in Venezia, con l’a'm;
mirazione e piacere del popolo che a folla
vi concorre ad udirlo.- Il Bonaui ricorda
‘ quello della basilica costantinopolita’na fabbrif
'52
OR , ’
ceto per ordine del pontefice Clemente VIII
dal Perito artefice Luca Blasi perugiano il
quale ha sedici ordini di canne,esei mau
tici. Il Volsaino riferito dal Du-Cange ne fa
menzione di un altro esistente in Roma. Ciò
basti in quanto allo storico.
Circa poi ' il modo di su'onarlo deve
l’ organista da prima conoscere la natura e
la qualità dei diversi registri, i qùali,cosi
si nominano, essendo quelli che governano
e reggono quel vento con cui si fanno suo
nare le diverse canne dell' organo. Coll’apri.
re un registro si ha un suono corrispondem
te ad ogni tasto, qualora però sia intiero il
registro. ' '
Il registro detto principale serve pei
suoni principali dell’organo, si può suona
re a solo, e si unisce pure con tutti gli al
tri registri.
Il principale detto ottava rende li suo
ni stessi del principale, ma d’ùn ottava più
alti,- tutti Poi i registri di ripieno non ser
vono che,a rendere più. distinti, chiari e
forti gli accessori di quelli resi dal principe.
le,e questi uniti all’ottava, che parte è pu
re di ripieno, danno‘ la vera armonia del- '
1’ or‘ganq', e si usa nei ripieni, nei sogget
tl ec.
55
01; '
Negli adagi al principgle si ,uni5c_e la
y,oce umana, e nel cantabile si può unire
il flauto duodecima, spppo_sti già sempre
contrabbassi, ‘ .
' Il flaugo in ottaya si può suoparc a so
lo, 0 col Principale unito, o collîottav:_z,ga
serve agli andantini, ggli allegretti ec.
Per suonare u_po spiritoso , si combini
po prinpipali, l’optava, i èontrabbassi, il
flauto dpodpciq1aî i trombonciui hasgi Q
S_OP[&DÌ. ’
Ber imiiar il flauto e f,agotto, si come
bini il flauto in ottaya coi tromlqopcini bassi._
Pgr imita“? l’ohoev e fagotto, _coi prin1
cipali bassi e Soprani si combini il flauto
dupdeg;img, ed i lx‘ombonpirxi bassi e soprani,
' Per eà&gpirga urla suonatg ad 1350 d’or
chestra, si usino li registri principali bassi
(È soprani', contrabba;si, li Qromboncini
bgss_i e qoprani , e punto il ripieno dell’organo._
Per es_gguire una marchia si usino li
principali, li contra_blaa_ssi2 il tira tutti, i flau-;
ti, la qoruettag, li trorphoncini, battendo ad
iiso di tingpapp tamburo _col piede. Desi<
(lgvran_cl_io il suonatore d,î\far sentire la Voce
dei corni alqsc[ierà gper;ti li registri del prin-_,
<;iparle2 vpce umano e tromboncini, chiuden
ilotgl_ilallri, facendo sentir qpglle corde ch_g
FQL V4 e
54' .
orr
proprie sono delle trombe. Mille poi sono
e, combinazioni che far si possono colle voé
ci 'dell’ organo , lungo troppo sarebbe di tut.
te farne parola, il buon gusto , l’ udire i
maestri dell’ arte, l’ esercizio fanno cono
scere al suonatore sempre nuove scoperte;
Vedi la voce Combinazioni.
Li contrabbassi poi che sono il fonda
mento di tutta l’armonia devono essere semé
pre impiegati; e per ottener questi suoni
fondamentali e profondi bisogna che il suo-'
natore impieghi i piedi, e principalmente il
sinistro, onde toccar qne’ pedali che sono
convenienti a quel dato pezzo che esegui
sce, ma per ben pedelizzare deve il suona
tore saper le leggi inusicali. Vedi le voci
Armonia naturale, Basso fondamentale,
Accordi cc.
Gli organi di più tastatui‘e richiedono
una particolare esecuzione che tutta dipen
de dal buon gusto del‘snoiiatore. Deve que‘
sti avere una chiara intelligenza dei vari re
gistri, e delle molte combinazioni che far
si possono, e deve possedere tutto quel ge
nio che fa d’uopo, e che ricercasi per
devolrnente riuscire in siffatto stromento.
Diversa
da quella delpoi è l' esecuzione
ccmbalo dell’ organo
'o piano-forte. L’ or.v
- 55
O“
Qàno riclxic'de nn’ esecuzione grave e posa-»
ta, ed-i suoni devono essere sostenuti e
prolungati. Nel ripieno l’armonia \esser de-‘À
ve legata, chiara , maestosa, nè ribattuti, o
staccati esser devono li suoni. Il valente er
ganista deve sapere formar un buon ripie-.
no , secondo le regole dell’arte. Si leggano
le voci Modzqlazione, Armonia naturale ,
Passaggi cc.
Essendo l’organo strumento di chiesa,
e ad uso delle sacre funzioni,e regolar do
vendo, e sostener il coro, l’ organista deve
aver cognizione del canto ecclesiastico. Ve
di questa voce di cui reputo opportuno dar
ne qualche relativa nozione.
Li tuoni pertanto stabiliti ad uso del
l’ecclesiastico canto sono otto, quattro au‘
tentici, e quattro plagali (Vedi queste vo
ci Questi tuoni considerati come maggio«
li e minori, sotto il nome di maggiori so
n'o il- quinto , sesto, settimo, ottavo; mino«
ri sono il primo, secondo, terzo, quarto.
Serve il tono di dlasolre minore al primo;
gsolreut‘ minore al secondo; alamire mino- \
re al terzo, il medesimo terminato alla quin
ta cadenza armonica, serve al quarto; asol
faut maggiore al quinto; flaut maggi0re al
sesto; dlasolre maggiore al settimo; gsol«
56
'98
mai maggiore praticando la modulazione
alla quarta del tono", serve all’ottàrvo.‘L’orQ
ganista esser deve bene istrutto‘nrélla‘intu0
nazione d‘e’fialmi negli oìto tuoni, per ri- _
spendere concordemente al cdrq'trasPortau
do per comodo de’canta‘nti un mezzo (“9.
no, o‘ un' tuono l’intuonazione. ' ‘ ‘
Per rispondere giustamente coll’qrgano
al canto corale lungo troppo"sqrehbè"tdara
ne tutte‘le leggi: Circa'gl’ inni, deve osser-'
vare le note iniziali e lèlinali ’di‘ cias'cu'nf
di essi per dare al Coro la dovuta intuona-i
zione, come ’ “ ' "
]Vate iniziali 1__'mzi ' » Note finali,
Csolfaut Ad Regias_ Agni dapes Ffaut ‘
Efaut ’ ]EternaChri-sti mutiertî Ffaut
Dlasolre À solis ortus‘cardine Elami
Dlasolre Audi benigne conditor Dlasolre
Dlasolre Ave‘Mari'5 stella “ Dlasolre
Dlasolre Beata coeli gaudia Gsoltèutî‘
Dlasolre (lelestis Urbs lerusalem Dlasolre
El-arÌni Creator alme lsiderum‘ Elami
Csolfàut Crudelis 'Herodes Dcum Dlasolre
Dlasolre Custodes hpminum ‘ pElami ’
Ffaut Decora lux astei‘nitatis Elami
Elami Dei1s tuorum' militum’ Elami
Ffam Egregie doctor Paule' Elami
&
57’
Gli
Ffaut ./Etern‘a Christi munera Elami
Ffaut Exultet orbis ’ Elarni
Elami J Forti virili pectore Gsolreut
Gsolreut_Jam sol recedit igneus Gsolrent
Csolfaut‘ Ies1‘1 Redemptor omnium Csolfaut
Gsqylre_ut Iste Confessor Gsolreut
Elaini Jesu corona virgiuum Elami
Dlasolre Lucis Creator optime Dlasolre
Ffaut
Gsolrent Miris modis Virginum
O gloriosa repente Elami
Gsolreut H
410' i.
’ on
L’anno 1782 il Seràssi,’ue fabbricò uno“
che trovasi in Bergamo nella chiesa di san- l
t’Alessan‘dro in Colonna a tre taritàtnre, ed ‘
arricchito d’una infinità di registri. La p'ri’tna
tastatura‘ serve per suona?" il gràn'd’ organo
collocato nel presbiterio dalla parte dell’epi-‘
Stola; la sec'onda suona l’organo"nell’intera=
no del primo; la" terza mediante varj' giud
chi che passano sotterra e gi’ran‘o p‘él trait
to di braccia cinqdantacin't’îué di fabbrica ,'
Serve per suonar un altro graùd’organo di
figura' simile al primo, dalla parte dell’eva'n-‘
gelio’ collocato, il quale risponde con egrial'
prontezza del primo. ‘ '
’ Organo di campane. Motisi‘g. Angelo
Ronda, il= Maggi ., il Mersenné' riferiscono
che fu in uso in" alcuni paesi l’organo di
Campane. Riferisce il Rocca che l’orologio
di Liegi era cdihpoSto di 55 campane ari
moniche, che si suonavano pure cori tasti ,
come si suonano gli organi.
_ - .. - saulico' -
_ _ _ _ glraulico Vedi Organo,
- - - - portatile. Per maggior Coinc
dità" si fecero degli organi di Piccola mole,
iquali si possono trasportare pendenti al
collo, i quali Suonano girando un cilindro,
che armato di denti supplisce al moto del«
41:
) , .
2)
4-1
P
Y s'esta‘ mag. 1
64 ’
r -Progres.rione. ’ÌE’ un. ordine ‘:di voci.
Wedi‘Scala, Modo. , - »
.Prolazione. Vedi Valor delle note.
-_ :- - - Voce di musica, che accenna
una Serie di note E, 0 suoni ;, che "debbon
-farsi , tanto discendendo , che ascendendo
sopra una stessa voce.’ , » . >
Pronunzz'a.‘ Una delle essenziali rego
le del canto è la-= pronunzia , perché non
potrà: mai piacere il canto , se’oattiva è la
pronunzia, perciò converrà ,che il cantore
pror:un2i chiaramente le parole, non a mez
za .VQce, e- fra i denti, nè inghiotti le sil
labe; dovrà poi sempre far ben sentire l’ul
tima, dirà la e edo aperte, li e l’u dol
cemente, quindi dovrà studiare'la lingua ,,i
la poesia, e le opere‘.«di genio e di spirito,
Proporzione. Non è‘ altro che una cer
ta abitudine , o per dir meglio convenien
za, che hanno_tra loro diverse vquantità
considerate in un istesso gen'ere. Queste
proporzioni si chiamano anche dai matemà€
tici col nome di proporzionalità ., la qua-‘
‘_le si diffinisce' da Boetio: ‘« Proportionalitas
est duortim_, ve] plurium proportionum si-.
milis habitudo ». I 'mtisici teorici conside
'rano le proporzioni e preporz’ionalità in
"quanto che le comparazioni delle voci so-:
, 65
93.
no formate dagl’ intervalli, i quali sonbî
causati dalle proporzioni. Lepróporzionalà
v,tà poi sono molte; tutte per altro ’dipen'
dono da tre,aritrnelipafgeometrica , armo
nica. La proporzionalità aritmetica è quella
che oss‘ervanelle sue comparazioni le dif
ferenze'egimli con lelproporzion"i dissimi
li, le maggiori delle quali in questa pro
porzionalità nei termini minori Si trovano, e
le minori nelli maggiori. Come per.esern
pio,’uelle comparazioni‘disugnali che so.
'no tra_il 2 ed il 5 Vi è per differenza
l’unità, e così dal 5 al 4; ma la pròpor-‘
zioue che vi è tra il 5 ed il 2' è‘sesqnial'e
tera, e quella dal 4 al 5 sesqnitmza fra
loro dissimili, mentre che è maggior pro-'
porzione quella che è fra il 5 ed il 2, che
non è quella che è fra il 4 ed il 5 ,es
scudo maggiore la sesquialtera’della sesqui.
terza. La geometrica proporzione poi ‘os.
serva 1’ egualità nelle Proporzioni e nelle
,differenze' de’ suoi termini. La disposizione
di questa proporzionalità si vede nella se:
Silente figura ‘ ‘“f‘«,‘ì 'i=-\*
‘
se. rìt
_ ‘
Differenze .r ‘ i - Uguali
Proporzioni 1» 5 4 Disnguali
Se‘Bquialtera . I Sesquiterze i.
Dupla‘ ,
altre,
ta, e c0nsorianze,
tuono, e leche l’ottava,
replicate quinta,iconsi-f
,lptî‘rciò quar
(La 'bneue
D (Sol bquadro
.,»ii,f\;_. (Re naturale
(La bqu'adro
i naturale
F (Fa naturale l'.li\,.ir,i,.î.l.,fi
( Ul bmflufi.lla 2,)u‘Ì't.‘ ‘_ÌF“ À
PR
», ;' ( Sol naturale . « , î ,.2 t_'.
; ( Rei linit,lle ,.,-, .
‘ ‘
QUI. liquat’lro : » - » r‘ ..,.,. -
. .
ed inoltre, Vedi Sistema di Guido. _
"1' Proprietà deÎ suoni;v Ugni suono la:
una natura e proplictà differente, e l’espc-l
rienza celo dimostra; tuttavia se Vuoi fo_r
mar scienza anche su ciò leggi il =Diruta,
l’Artusi , lo Zarlino ed il Bontm‘npi speciale
mente, e conosciutala natura di ogni tuo
no,prnolto sarà utile .tale cognizione pel
coutrappuntm lo per. non essere lt‘nPpo pro
lisso non ne faccio parola.in,estesn,iie so- .
lo mi {basta il dirti (:lìP è osservazione fer
ma e certa che li tuoni: sono allegri nella
divisione armonica, muli nell’aritntot'ica.
Proslambenomenon. Era nel‘ sistema
greco l’À grave.
‘ Proto. V. Modo. Press‘o gliamichi signi
fica primo, ed è voce greca; e puesso tale
nazione indicava il primo modo-i, o tuono,
- - - aut: nlz'cn. Vedi Modo dei Latini.
- - - plagale. YedilMorlo dei Latini.
Pro-topsaltes. Nome dato dai Greci al
capo dei cantori.
1'5ul‘mellys Vedi Graduale; '
Psalmi allelujaticà San. Girolamo nel
_ 1’S
a5 >
'
han
l’,Episo‘
per I};titolo
1 r. dir
l’ alleluja,.della
tal nome a queicuisalmi
iscriziqi
9‘
v Quaduplt'tî'Gl‘6' Jùn‘ su'on'o.- Tripliclt‘r
lo, qua uplicarlo, s’ intende non Solo fare
lo eseguire nella stessa tempo da _tre’, quat
..trc pa‘rti ; ma eseguirlo ancora un’ ottava ,
due ouave ec.- più alto 0‘ più basso; e tali
ottave non esisterebhfl'0; se fra i tuoni.non
vi fosse una.specie di estensione che àpel‘,’
talmente nega il signor Ezimeuo.» _ _
QUantità.- Pittflgoraf rapportato da Boe
&i p‘el' lib: 2.: della Musica :« « Quantitas ,
dice, veI est cobtiuuaî_ vel discreta. Seri qua:
continua est magnitudo appellatur‘; qutà di
ser'eta‘ multit'ndo ».' La quantità continua
consiste nella continuazione, grandezza ed
\
fio V W
estensione delle sue parti ,e cbusiste‘prin‘f .
eipalmente nella grandezza, che grandezza si
chiama. La discreta consiste nella disgiun
ziouc delle parti, ed il proprio suo essere
è nella moltitudine , e considera il nume
ro. La quantità poi altra è immobile, ed
altra mobile 5 l’ immobile si considera dal
Geometra, e. la mobile dall’Astrnnomo.
‘Quanu'tà e qualità dei tuoni. Circa
la quantità deìv1t'uoni vi 'fu sempre gran
controversia fra gli autori. Ed il Kirchero \
pap. 7. lib. lo afferma dicendo: « Tao
ta' est de tonorum numero, et qualitate in-:
per Auctores dissensio , ut cui subscribas ,
Vl)l displicere posslm ». In tanta controver
sia e disparità di opinioni dirò solo , che
Sono in grandissimo 'errore quelle ‘persone
che credono che la musica tanto estesa nel
le sue produzioni non abbia che-dodici suo
ni da porre in essere, e peggio -molti altri
dicono esservi solamente sette tuoni ,cioè
quelli della scala diatouica. Il vero è che
Ventuno sono 1 tuoni più in uso , e tutti
esistenti entro-l" ottava, qualunque essa sia
i quali però. si possono duplicare, triplica
re se. secondo le estensioni delle voci e de
gli stromenti Ciò non merita prova, perché
‘è già provato dall’uso e della esperienza,
/
Se
QU
uonto sia utile la musica. Vincìn«
_zio Galilei nel suo dialogo della musica
antica e moderna stima la musica apporta
trice d’infiniti Vantaggi, e s’adira per fino
contro di Quelli, ’i quali non credono quan
to di» essa rapportano gli antichi scrittori.
« Vedete, diss’ egli, quanto costoro sieoo
temerari, che si ridono degli effetti, che
faceva una cosa, la quale non sanno qual
fosse ».' E poco dopo soggìunge : « La
musica conservava la pudicizia, faceva man
sueti i più feroci, animava i pusillanimi ,
quietava gli spiriti perturbati , inacuiva gli
ingegni, empiva gli animi di divino furore,
racchetaya le discordie nate tra popoli,ge
nerava negli uomini I’ abito dei buoni eo,
stumi, restituiva l’ udito ai sordi ,‘ravvivava
gli spiriti, scacciava la pestilenza? rendeva
gli animi oppressi, lieti e» giocondi, faceva
casti i lussurlosia racchetava i maligni spi
riti, curava i morsi de' serpenti , rimitigava
gl’infuriati ed ebri, scacciava la noia pre.
sa per le gravi cure e fatiche, e coll’esem
io di Ariane possiamo ultimamente dire
(lasciando da parte altri simili) ch’ella li
berava gli uomini dalla morte ». Il padre
Tevo a questo passo deridendo il Galilei 6
manco male , disse , che non ha detto, ,
Fpl. f
81 '
QU
che li abbia resuscitati. Ma mi sia per;
messo di dire, con buona pace di qttest0
illustre scrittore, ch’è ben vero, doversi al.
cune cose riferite dagli antichi intendersi
alleg0ricarn‘ente ,- come gli effetti (1’ Orfeo
in tirar. le selve , e di Anfione nel muover
i sassi a fabbricar' le mura di Tebe ,' ma
che non si può negare che la musica non
sia operatrice "d’infiniti partenti, e che non
abbia ella mai sempre apportato mille van
taggi. Che sia stata operatrice d’infiniti por.
tenti , lo veda il mio lettore alla voce Ef
fetti della musica. Che apporti mille van
taggi,dell’v
tura è chiaro,
uomo ,f qualora si rifletta
alla natural alla che
simpatia na
Quartq.
}CSSGTOIÌM, Dai Greci
1ètracdrdófil fu chiamata
tetr;àfonìa; Iè upa dia-_
'd'i4sf
podanza,
l_cfiòppiatà ma fraquinta
dolla’ le dissonanze la. minore;del
’n_elvlaî fofmaiio_uè ac:
9 BE
s’incon'ninciò, osservando però nei passaggi
le regole armoniche. Le note che si usano
sono le semiminime , le creme , le semi
crome e qualche volta le hiscr‘otnc.- Hanno
luogo le pause , come ricerca il sentimen
to. Nell’incominciare conviene far precede
re al canto l’ accordo del basso continuo ,
onde il cantante possa facilmente intuona
re; rari esser devono imovimemi del has
so, benché continua sia l’armonia. Si deve
dal compositoreschivare la cadenza armo
bica , e ciò ottiene col farintendere 1’ ac
g':ordo sen5ibile, col discendere all’ accordo
di sesta, dopo la legatura di seconda,
quarta maggiore e sesta 5 col far finalmen
te passaggio al dato tuono, per mezzo del
la seconda n'ota accompagnata "di sesta mag
giore. È finalmente permesso, far ascende
re, o discendere, il basso continuo dopo
l’ accordo sensibile , diretto , o inverso ' a
quell’acco_rdo che più conviene all’ espres
sione delle parole,”senza riguardo ai tuoni
relativi ; quando termina poi il‘discorso si
deve usare la cadenza armonica. Deve lo
studente osservare li buoni recitativi di va
lenti maestri. - ‘ '
Regola della Scala. Vedi decompa
gnare col IJGJSO, ' 1 f '
1
RE
Regola del Con/trqppunto, ‘Una parte
delle regole del contrappunto sono que’pre
petti che si danno per ordinario quando
da’ maestri s’insegna ad accompagnare col
piano-forte una cantilepa di un determina
to modo,‘ riferite alle voci Basso, Accom
pagnare; oltre a queste leggi alcune ’altre
’ve ne sono; leggasi fra gli altri il Martini,
Io qui ne sestiere le principali. ‘
'1. Ogni pezzo deve incominciare ,’_e
terminare in consonanza perfetta Con tutti
quegl’ intervalli che formano la perfetta a;
monia, che sono terza, quinta ,’ ottava? e
le loro composte, ‘
Il, Sono proibiti due unisoni', due ot
tave, e due quinte di seguito per"motoreb
Lo. Leggqsi Antimo Liberati nella lettera
stampata in Roma nell’ anno 1685, diretta
ad Ovidio Persapegi, oy_e tratta eruditameus
te su tale proposito, ‘ ‘
lll. Si devono evitare in ciascuna par
te del contrappunto i salti di quarta altera
ta, o maggiore di quinta falsa; o mancanà
te di tritono, di sesta maggiore , di setti-.
ma tanto maggiore, che minore, di ottava.
diminuita, o alterata,e di tutti quelli che
superano l’ottava. Leggasi il Tartini nel suq
trattato di musica, ed il Boqtempi'.
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RE
,4 Volendo andare dalla consonanza
imperfetta alla perfetta si deve andare con
rirariauieute allapiù vicina, conte dalla se
sta maggiore all’ottava , discflendendo_ l’ una
delle parti; e le altre as'cendendo dalla se
‘Sta minore : alla quinta; restando una delle
parti iminqhile, e discetidetid0 l’altra, dal
_la quinta falsa alla te_rzavmaggioxie, ascen
dendo 1’ una, distendeudo l’ altra. Leggasi
il Vauneo, lo Zarli‘no ed il Bontempi.
‘ V. devono schivare per quanto è
Possibile le {relazioni di_ottava superflua, o
mancante, di tritono, di falsa quinta, o di
quarta alterata, che accadono fra “due par
ti del contrappunto} V’è però_qualche raro
caso in cui da qualche eccellente maestro
fu usata; V _ V
VI. E proibitoql’accordo dissonante di
una nota non accidentata coll’ istessa nota
accidentataz ' V ’
Vll- E proibito qualunque passaggio
di qualunque consonanza ad una consonan
_za perfetta per moto retto. Vi. sono però
delle eccezioni. Si ricorra alle opere del si
gnor D. Angelo Berardi.
VIII. Nel contrappunto composto di (i:
gure consonanti di diverso valore possono
praticar_si le dissonanze in due modi, l’una
95
BE '
di grado , di passaggio , e alla sfuggita!
l’altra con legatura , e colla sincope.'Leg
gasi lo Zarlirio Instit. Armi cap. p. 5.
<':‘ l’Artusi nella SuaîArte del contrappunto
pag. 56. _Si leggano le voci Prepa‘rare,
fli._solverq, Sincopare ,, Isti‘orrtentai‘e ec. '
Relizziohellflia‘ orto che hanno due
suoni fprinalfo un intervallo: la relal
aione è giusta se"l’intervallo ’è giusto, qnari_‘-f
do l’intervallo e'ni‘aggiore la-‘ relazione è
maggiore" ecfVecli Nuiìiero
‘ Ile’s orisoriale.‘Eii‘al stato(elettol " '
così nominato
lilirò che contenevadi responsori ordina-'
to d’Àdfianol’a'pa", come scrisse Amalali0t_
' "Rei-pensarlo: Resp’oiisoriosorté di cane
to_ ecclesiastico, che si suole cantare dopo
le lezioni; questo'cl’iiai‘inasi re‘sponso'ri-io lur_1;
‘gts a di5tiiiii01ie “di quelli) cl1è Îsidanta do;
po il capitolo detto i‘esponsorio’brevef'
‘ ’1îet'orm'zlr. Così si chiama né’Ma'ri‘. ‘t‘lèl-Ì
'la' Cliiesa Lu'gd. il suono della campana ,\‘
che canoniche.
ore chiama il clero
" f aI cantarU in
' chiesa
’ 'le‘
Bettitud_ine. E una specie‘ di mpdulaè
zio_ne, ed è quando una parte procede di
grado in grado verso l’acùto. ' "
Retfto. Una specie di moto. V.“ Moto.
Retrochorus. ' I - monaci Benedettini
94 BE '
cosi chiamarono quel luogo dietro il co
ro, dove gli Ìammalati loro\confratelli,
stavano presenti ai divini uffici Lib. 0rd.
S. Vìcr. Paris. MS.‘ cap. 16. « Qui retro
ch0ro' sùnt ad Te Deum etc'. debeùt stare
si possuut‘ ». _ I V 4
) Retumum'. Cosi noni'in'ossi la messa
Solenne cantata per qualche def0nto nei
rimi giorni dopo la morte. Nel Testam.
di Arm. 1546. si legge. « Item volo, quod
ìertia die p'ost‘ obitum fiat Imam Returnùm n.
Ribeoà. Stromètito musicale a corde.
Questo più non si usa Come‘ qUello ch’ è
compreso nel Violino ,; che deV’ essere ri
guardato come la ribec’a estesa e perfezio
nata. ‘ _ ’ _ .
Ricamata. E una specie di preludio
di capriccio che forma il suonatore prima
di far‘ sentire un pezzo di mUsica; finge
cioè di cercare l’intuona'zione , e dispone
li astanti al modo in cui ha da suonare;
si ricerca abilità per fare di buone ricer
cate; vien detta anche cadenza libera. Ve
di Cadenza libera.
Bigabello. Stromento musico usato nel
le sacre funzioni prima che in Italia vi fos
se l’uso degli organi. Vedasi Sansov. nella
desta di Ven. second. ediz. pag. i59.
1“ gà
Iligadon. E un’aria da ballo ,a‘ due
tempi di un movimento vivo, ordinariamen
te si divide in due parti, passate di, quat«
tro in quattro misure, che cominciano per
l’ ultima nota dal secondo tempo,
. Bin/brzató: ,E’ rendere , il suono' più
mtenSofe' marcatd. ' I
‘ Ripé'fqùssiorte'. Ripetizione‘ frequente'
el_me'de‘simo
1°". _
suono. } _7 v
_' Ripetin'ioiie.‘ È il ripetere la musica;
eseguita; Vedi Riforft’ellp‘.; ovvero è quan
do all‘unisono, o in altro accordo un mo
t‘ivo‘Ugiz‘i fatto sentire si ripete di nuovo.
' Ripieno. E un‘passaggio di tuoni che
dal‘Manfrcdini si chiama catena armonica,
fa buon‘ effetto sull‘ organo. ,Le voci che
compongono 1’ essenziale dell’ organo si di‘
cono ripieno. ‘, ‘
_Bipresa. E la parte di una musica la
quale si ripete due volte senza esser scrit
ta; si_chiama ripresa anche quel segno che
si dice ritornello. v ‘
Risolvere. Nel senso musicale non si
gnifica passare da una dissonanza ad un al
tr_a , ma bensì dalla dissonanze alla conso
nanza. Vedi Passaggio. . ,- 4
Risananza. Prolungamento, o riflessio«
ne di un suono , questa si fa colla vibra?
96 -
Rl .
zione c0utiuua delle corde di un istromen'
to, e per la collizione di un’ aria rinserrafî
la dentro il tubo di uno stromento da ‘fia,
10. Vedi Accordo. 4 . _
1_ Risposta. E quando una parte dice un
sentimento analogo , ad una ‘che prima si
fa
, sentire.
_ . ’ ..4 '"‘ ‘
Ritmo musicale. Ogni misura si pur)
dividere con varia legge, in due , tre ,
cc. parti eguali, ed ognuna di queste par
ti si possono suddividere; ora la legge 'che
si osserva nel dividere la misura si chiama.
tempo, del quale tante sono le Specie,’
quanto può essere diversa la legge dir
1vi_sione."ln questo propriamente consisteva
il ritmo degli antichi. Ella è poi cOsa“os-:
servabile che la sola diversa durata di un
suono seguenteflin relazione all’ antecedem
te sia capace di suscitare in noi passioni
diverse , non attesa 1’ acutezza , o gravità
differente de’-_suoni; abbiamo di ciò un
esempio nel tamburo. sembra ‘ccrtam'eu-f.
te , che la causa dell’ impressione diversa
consista nella varia proporzione della du
rata del suono antecedente col susseguen
te. Il tempo dunque , preso in questo sen
so ,* non era fuori di uso presSo gli am
fichi,- egli andò in obblio allora quandU i
Îlll _ 9.),
ceufusu‘.
l03
Ruo‘
_ Ruota fiamminga. Nella Fiandra peli
trastullo dei fanciulli si usa uno strumento
strepitoso; detto in Quella lingua I hel_ l_4pel«
Sci, che significa giuodo di cerchio. Si coma
one’ con un cerchio di legno àtto‘l‘nO a
cui si appeudouo molti campanelli ; o soua‘
gli, nel centro di.esso vi è un cannello
lungo circa meno palmo; il qual è' snstenu
Io da alcune cordicelle unite alla circonfee
rcuza del cerchio, onde rappresenta una ma; ‘
ia di carro, s’inserisce nel detto cannello
pn bastone più lungo di tre’, oqu‘attm pal
_mi, che tenuto in mano, sostiene il mar-
chic in modo,che giri sopra il pavimento,
sicché
cerchio,mentre corrono
up suonano a gara,si raggiri»
i campanelli.