Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L'equalizzatore è un processore che agisce sulla timbrica effettuando delle correzioni sulle frequenze.
Eravamo bambini quando per la prima volta abbiamo messo mano sul potenziometro dei toni di uno
stereo, sappiamo perciò di cosa si tratta. I passi successivi però, richiedono un po' di impegno e
conoscienza.
Come agisce?
Il metodo di intervento di un equalizzatore varia a seconda del fatto che sia Attivo o Passivo.
Esempio più approfondito: Abbiamo a che fare con un suono "rimbombante" sulle frequenze basse e c
manca di definizione su quelle medio-alte (presenza). Supponiamo di rappresentarlo graficamente co
Quale è la soluzione per ottenere un suono più bilanciato? E’ ridurre le frequenze basse (la gamma va
circa dai 20Hz ai 500Hz) e aumentare la presenza (la gamma varia circa dai 2kHz ai 10kHz). Dopo
l'intervento ecco un possibile risultato.
Che cosa ha fatto l'equalizzatore attivo per ottenere questo risultato? Ha semplicemente diminuito il
volume delle sole frequenze basse e ha alzato quello delle medio-alte (presenza).
Equalizzatori passivi.dei filtri che limitano il passaggio della frequenza sulla quale sono impostati.
Questi, a differenza di quelli attivi, non amplificano nulla, il loro compito è solo quello di opporsi al
passaggio della frequenza sulla quale sono tarati. Ecco come:
• Al valore "0" corrisponde la massima opposizione (il filtro è chiuso)
• Al valore "10" corrisponde il suo disinserimento, neutralità (il filtro è aperto).
E' il classico caso dei toni presenti sulla maggior parte degli amplificatori valvolari. In questi, quando
ruotiamo verso destra il potenziometro dei toni medi (o qualsiasi altro tono) non aumentiamo le frequ
medie (sorpresi vero?), ma facciamo in modo che questo filtro si opponga di meno al loro passaggio:
stiamo aprendo insomma. Al valore massimo, cioè “10”, questo si aprirà completamente lasciando pa
la vera natura dei medi dell'amplificatore. Ecco spiegato il motivo per cui molti amanti del valvolare in
il jack, mettono tutto a "paletta" e suonano. Solo così hanno il suono puro della sezione amplificatrice
stesso dicasi per il potenziometro dei toni sulla chitarra. Se lo chiudiamo i toni acuti non passano più,
se lo lasciamo aperto (a 10) ecco che passa la vera natura dello strumento.
Tipi di equalizzatori
Due sono i sistemi più utilizzati: grafici e parametrici
Equalizzatori Grafici. Sono equalizzatori dove ogni controllo opera su una specifica frequenza decis
dalla casa costruttrice. Vediamo come si utilizza. Ammettiamo di avere 10 controlli a nostra disposizio
ognuno di questi corrisponderà ad una banda precisa. L'equalizzatore sarà detto a 10 bande. Supponi
ora di voler "scavare" il corpo del suono dai 200Hz ai 2kHz (ovvero 2000Hz perché 1kHz corrisponde
1000Hz). Semplicemente diminuiamo i controlli corrispondenti ai valori desiderati.
Ora vogliamo aggiungere più toni bassi ed acuti?Vogliamo farlo gradualmente?Con un grafico è facile:
semplicità è uno dei suoi punti forti.
Ed ecco disegnata dai cursori dell’equalizzatore un curva di equalizzazione simile a come la vedremm
rappresentata sulla carta.
Questa è una classica equalizzazione a "V" che viene spesso utilizzata per i suoni distorti.
E' chiaro ora perché si chiama equalizzatore grafico? La forza di intervento di un equalizzatore grafico
aumenta più si allontana il cursore dalla sua posizione centrale (neutrale), spesso garantita da un leg
scatto.
Attenzione: non è detto che un equalizzatore grafico debba per forza avere l'aspetto estetico fino ad o
rappresentato. Con l'avvento del MIDI e della programmabilità sono stati prodotti modelli con display
diodi ecc. Ricordate però, ciò che contraddistingue un equalizzatore grafico: le frequenze sulle quali è
possibile lavorare sono fisse. La casa produttrice le stabilisce. Infatti se voglio sentire di più i 70 Hz m
disponiamo dei controlli di 20Hz, 50Hz, 100Hz ecc. ci dovremo accontentare della banda più vicina, in
questo caso i 50Hz.
Nota: quando operiamo su una frequenza con un equalizzatore grafico in realtà andiamo ad agire in
maniera minore e graduale sulle frequenze accanto (vedi figura). Esempio: incrementiamo i 5 kHz di
dB.
Come notiamo anche i 2kHz e i 10 kHz sono stati inevitabilmente incrementati di 6 dB .Questa situaz
detta Campana (vedi infatti la forma rappresentata) o Q o Bandwidht, è regolabile nei soli equalizzato
parametrici, mentre nei grafici è fissa e perciò non modificabile.
Equalizzatori Parametrici Un approccio molto più flessibile è offerto dagli equalizzatori parametrici.
questi siamo noi a selezionare la frequenza sulla quale lavorare, quanto farla sentire (o non) e decide
che misura influenzare le frequenze che stanno accanto a quella selezionata. I controlli possono ripor
diverse nomenclature, ma vediamo qui quelle più ricorrenti:
• Frequency. Permette di selezionare la frequenza che sarà successivamente tagliata o enfatizzata co
controllo Level.
• Level. Permette di tagliare o enfatizzare la frequenza selezionata con il controllo Frequency
• Q. Determina quanto larga o quanto stretta dovrà essere la banda passante. Ovvero quanto influen
la frequenza accanto a quella selezionata. Una banda passante stretta incrementa o taglia le
frequenze estremamente vicine a quella selezionata: una banda passante larga influisce anche
frequenze accanto a quella selezionata.
Esempio: la nostra chitarra elettrica amplificata ad alti volumi causa una risonanza fastidiosa identific
sui 450 Hz. Eliminiamola in tre step!
• 1) Prima di tutto sintonizziamo l'equalizzatore sui 450Hz con il controllo Frequency (i nomi sul vostr
potrebbero anche essere diversi).
•
•
• 2) Ora, per ridurre questa fastidiosa frequenza, applichiamo dei valori negativi al controllo Level.
Operazione denominata “in sottrazione”.
•
•
• 3) Infine, regoliamo una banda passante (Q, o Bw o Bandwidth) piuttosto stretta per addomesticar
fastidiosa risonanza senza influire negativamente sul resto del suono.
•
•
Collegamenti
Il collegamento chitarristico consigliato per un equalizzatore è prima o dopo il preamplificatore; nel ca
utilizzasse un compressore e meglio inserirlo dopo, prima degli effetti. Quando inserito dopo il compre
l'equalizzatore da' la possibilità di ricreare i toni che possono essere alterati dall'effetto della compres
stessa. Sconsigliato il collegamento nel send-return in parallelo (quello con il controllo "mix" per bilan
il segnale diretto con quello effettato).
Una parola va spesa anche per gli equalizzatori tipo "pedalino". Sono costruiti per essere collegati prim
dell'amplificatore, non dopo , non nel send-return, perché essendo pedalini non operano con il segnal
linea che questi tipi di interfacciamento prediligono. Se posti prima dell'amplificatore offrono la possib
di ricreare la potentissima equalizzazione pre-saturazione. Questa è già stata discussa nel
"Preamplificatore". Ecco riportate alcune righe:
All'improvviso il nostro suono Crunch si sarà trasformato in Lead, ottimo per assoli. Proviamo l'operaz
contraria sottraendo con la stessa intensità le stesse frequenze (sugli equalizzatori grafici sarà sufficie
"tirare giù" i rispettivi cursori, su quelli parametrici portare al massimo valore negativo Level. Esempi
-15).
All'improvviso il suono Lead si sarà trasformato in Semi Pulito, e ci si potrà quasi arpeggiare. Potenza
dell'equalizzazione Pre-Saturazione!
Questi erano solo esperimenti, ma se vogliamo fare goal con questo sistema, cerchiamo di localizzare
frequenze risonanti della chitarra, successivamente enfatizziamole di quanti db desideriamo: vedrete
risultati! Diversi preamplificatori stanno ormai inserendo a bordo l'Equalizzazione Pre-Saturazione. Nu
complicato anzi, immaginate semplicemente di vedere la scatoletta equalizzatrice del precedente dise
direttamente inserita nel preamplificatore, e quindi MIDI e programmabile. A noi apparirà soltanto so
forma di parametri da regolare, ma il principio sarà lo stesso.
Molto valida è altresì la scelta di inserire un Boost/Attenuator direttamente sulla chitarra e dedicato a
specifiche frequenze. Attenzione: nell'utilizzo di questo metodo per creare più guadagno, non impiega
stessa sensibilità in ingresso (gain) del preamplificatore che usereste normalmente, ma abbassatela
leggermente."
Consigli
Gli equalizzatori sono attrezzi meravigliosi, ma non c'é cosa migliore che ottenere il suono giusto
dall'amplificatore (o pre+finale). In ogni caso il loro intervento deve essere leggero, semplicemente
correttivo. Mai un abuso a meno che non si cerchi un risultato artistico! Se utilizziamo un equalizzator
esterno per correggere drasticamente il suono dell'amplificatore che non ci soddisfa, commettiamo un
grave errore, perché non saremo mai soddisfatti. Se il suono non ci piace così tanto perché non camb
l'amplificatore? Le uniche giustificazioni ad un massiccio intervento di equalizzazione esterna sono qu
ricreare effetti particolari o effettuare una totale sostituzione del controllo tonale del preamplificatore
uno esterno; naturalmente dopo avere neutralizzato i controlli di equalizzazione sull'amplificatore (tut
"flat"). Ecco alcuni utili suggerimenti:
Conclusioni
La lotta per quale sia il sistema migliore è soggettiva. Chi preferisce l'equalizzazione passiva non la
cambierebbe con quella attiva o viceversa, talmente sono diverse. La disputa, poi, fra grafico e
parametrico è infinita. Un dato oggettivo è che il parametrico è più potente, preciso e flessibile (ma a
stesso tempo più complicato). Sbagliare con un parametrico è facile se non si ha una discreta conosce
delle frequenze e i risultati sono negativamente proporzionali alla sua potenza. Il grafico, dal canto su
di una semplicità elementare, la sua gestione è alla portata di tutti.