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rif. PA 2012-2511/RER
STRUTTURE IN MURATURA
LIVELLI DI CONOSCENZA E TECNICHE SPERIMENTALI
II. Indagini sui materiali
1
Classificazione dei mattoni in base alla percentuale di foratura
2
Classificazione delle malte (nuove)
3
Prove di flessione delle malte (nuove)
4
Prove sulle malte di murature esistenti
È importante determinare la composizione
- per problemi di compatibilità (chimica e meccanica) degli interventi
- per stimare le caratteristiche meccaniche per confronto
Le analisi chimiche e petrografiche permettono di individuare
- il tipo di legante e di aggregato
- il rapporto legante-aggregato
- il grado e l'estensione della carbonatazione
- la presenza di reazioni chimiche
5
Prove in situ sulle malte di murature esistenti
Il mattone presenta un
comportamento elasto-
fragile con tensioni di
rottura e modulo elastico
molto maggiori di quelle
della malta, che ha
comportamento duttile
6
Valutazione della resistenza a compressione della muratura
Si può valutare in due modi (§11.10.3 - DM08):
1) determinazione sperimentale su campioni di muro,
2) determinazione in base alle caratteristiche dei componenti.
h
a
7
Prova di compressione assiale
Modalità di crisi: La fessurazione macroscopica appare inizialmente in
corrispondenza dei giunti verticali sfalsati e interessa poi i mattoni a
cavallo del giunto verticale. La malta tende ad espandersi lateralmente
ma viene confinata dal mattone con conseguente impegno a trazione
trasversale del mattone. Pertanto il meccanismo di rottura è caratterizzato
dalla tendenza alla formazione di pilastrini affiancati, conseguenti alla
fessurazione verticale.
8
Prova di compressione assiale
6
4 Diagramma tensioni-
5a
deformazioni verticali
3
6a
5b
6b
2
media
0 6
Diagramma tensioni - 4
deformazioni orizzontali 3
2a
2
4a
2b
4b
1
media 2a-4a-2b-4b
7
8
0
9
di solito si considera il modulo
elastico secante valutato sulla curva
σ - ε per valori di compressione fra
0.1 e 0.4 fu
10
Comportamento meccanico a taglio della muratura
11
UNI EN 1052-3 (2007). Metodi di prova per muratura - Parte 3:
Determinazione della resistenza iniziale a taglio
UNI EN 1052-4 (2001). Metodi di prova per muratura - Determinazione
della resistenza al taglio inclusi gli strati impermeabili all’umidità.
Prova su triplette
Riferimenti normativi: UNI EN 1052-3 (2007). Metodi di prova per
muratura - Parte 3: Determinazione della resistenza iniziale a taglio.
Principio di funzionamento: si determina la resistenza caratteristica a
taglio in assenza di carichi verticali fvk0 tramite prove di doppio taglio su
almeno 6 provini costituiti da 3 elementi di muratura (triplette). Essi
sono soggetti ad un doppio taglio applicato nella direzione dei giunti di
malta.
Elaborazione dei risultati
La resistenza a taglio di ogni provino si può
calcolare con la seguente formula
fv0i = F/(2A)
dove F è la massima forza applicata ed A è l’area
della sezione trasversale del provino parallela
al giunto di malta.
fvk0 = 0.8 (Σ fv0i)/6
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Prova su triplette con sforzo normale imposto
Principio di funzionamento: si determina la resistenza caratteristica a
taglio fvk su almeno 9 provini costituiti da 3 elementi di muratura
(triplette) tramite l’applicazione di un doppio taglio applicato nella
direzione dei giunti di malta e di uno sforzo normale P perpendicolare ai
letti di malta. La procedura della prova prevede di sottoporre uno sforzo
P1 = 0.2 N/mm2 ad un gruppo di 3 provini, una sollecitazione P2 = 0.6
N/mm2 ad un altro gruppo di 3 triplette e P3 = 1.0 N/mm2 agli ultimi 3
provini.
Legenda
1 Cappa di cartone di pasta di
paglia/cartone tenero/gesso
2 Precompressione
3 Trave di carico
13
Prova su triplette con sforzo normale imposto
f vi = 0.4046 f po + 0.2875
R2 = 0.408
compressione
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Prova di compressione diagonale
Elaborazione dei risultati
La prova di compressione diagonale simula uno stato di tensione
tangenziale pura τ tale che
|τ| = σ1 = − σ2 = P/( 2 A) ⇒ fv0 = Pu/( 2 A)
dove P è il carico applicato, Pu è il carico ultimo e A è l’area netta di un
lato del pannello. Lo scorrimento tangenziale γ può essere valutato con la
relazione γ = (∆V + ∆H)/l, dove ∆V è l’accorciamento verticale, ∆H è
l’allungamento orizzontale ed l è la lunghezza della base di misura. Il
modulo di elasticità tangenziale secante G = P/γ può essere valutato al
livello di carico Pu/3.
∆V P P/ 2 P/ 2
τ
σ1 σ2 σ2 σ1
⇔
∆H −τ
P/ 2 P/ 2
P
15
Prova di compressione diagonale
0.09
0.08
0.07
Diagrammi tensioni-
0.06
0.05
deformazioni
0.04
1 0.03
6
0.02
media 1-6
0.01
0
0.1
0.09
0.08
0.07
0.06
0.05
0.04
0.03 5
2
0.02 media 2-5
0.01
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Martinetti piatti
Il martinetto piatto è costituito da un involucro in lamiera d’acciaio dello
spessore di circa 1 mm e di spessore complessivo sufficientemente sottile
da poter essere inserito nel piano di malta tra i corsi dei mattoni. Durante
le prove il martinetto piatto viene pressurizzato ed esercita una pressione
nella muratura circostante. La massima pressione sopportabile dal
martinetto deve essere superiore a 60 kg/cm2. L’area di ciascun
martinetto non deve essere inferiore a 800 cm2 e la superficie del
martinetto non deve essere inferiore a quella di un mattone.
Campo di applicazione. L’impiego dei martinetti piatti consente:
a) il rilievo della tensione in esercizio e del modulo elastico,
b) il rilievo delle caratteristiche di deformazione,
c) una stima della resistenza a compressione della muratura.
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Attrezzatura per eseguire la prova con martinetti piatti
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Determinazione dello stato tensionale con i martinetti piatti
L’annullamento dello stato tensionale comporta l’avvicinamento delle
due parti di muratura divise dal taglio e questa deformazione viene
rilevata da estensimetri che hanno riscontro in due punti
simmetricamente opposti rispetto al taglio. All’interno del taglio viene
collocato un martinetto piatto avente le stesse dimensioni del taglio, si
aumenta poi la pressione interna sino ad annullare la deformazione
provocata dal taglio eseguito. In queste condizioni la pressione
all’interno del martinetto è identica a quella esistente prima del taglio,
corretta da alcuni fattori che tengono in dovuta considerazione il rapporto
tra l’area del taglio e quella del martinetto nonché le caratteristiche di
quest’ultimo.
basi estensimetriche
20
martinetto
L
19
Determinazione dello stato tensionale con i martinetti piatti
Elaborazione dei risultati
Il valore della tensione media è calcolato con la seguente relazione:
σ = K0 Ka p
dove K0 = 0.85 - 0.95 costante dipendente dalla rigidezza e dalla forma
del martinetto e che deve essere determinata effettuando una prova
campione su di una muratura di cui si conosca lo stato tensionale,
Ka = area martinetto/area taglio,
p = pressione nel martinetto.
700 LVDT 1
Spostamenti [micron]
1 2 3 4 600
LVDT 2
LVDT 3
500 LVDT 4
400
300
200
100
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18
Pressione [bar]
20
Determinazione del modulo elastico con i martinetti piatti
Riferimenti normativi: ASTM C 1197-09. Standard test method for in
situ measurement of masonry deformability properties using flatjack
method.
Principio di funzionamento: si utilizzano due martinetti piatti disposti
orizzontalmente nei giunti di malta della muratura ad una distanza di
circa 40-50 cm e si esercita una pressione nella porzione di muratura
compresa tra i due tagli.
basi estensimetriche
40
martinetto
21
Determinazione del modulo elastico con i martinetti piatti
Modalità d’esecuzione della prova
- scegliere i punti in cui effettuare le prove e fissare gli elementi metallici
di riscontro ad una distanza pari a 40 cm,
- tagliare la muratura ed inserire i due martinetti piatti,
- incrementare il carico gradualmente senza superare il 50% fk della
muratura rilevando per ogni intervallo di carico le deformazioni,
- analizzare e rilevare eventuali fessurazioni.
- dopo avere eseguito 2 o 3 cicli di carico, aumentare la pressione fino a
raggiungere la rottura
22
Determinazione del modulo elastico con i martinetti piatti
2.4
a - tratto ad andamento elastico-lineare
b - tratto in cui si verificano le prime fessurazioni
ad andamento verticale nella muratura tra i
2.0 due martinetti
1.6 b
Sforzi [N/mm2]
1.2
0.8 a
0.4
εl εv
0.0
-8 -4 0 4 8 12 16
Deformazioni [µm/mm]
2.5
Sf orzi [N/mm2]
2.0
1.5
1.0
0.5
εl εv
0.0
-1.0 -0.5 0.0 0.5 1.0
Deformazioni [µm/mm]
23
Livelli di conoscenza e fattori di confidenza
24
Valori di riferimento dei parametri meccanici delle murature
25
Strategie per la determinazione della resistenza meccanica in situ
1) Determinazione delle caratteristiche dei componenti. É la procedura
di più facile attuazione.
2) Prove in laboratorio su pannelli murari.
a) Si prelevano muretti dalla muratura esistente, ad esempio in
occasione della creazione di nuove aperture.
b) Si compie una ricostruzione fedele della muratura. Le incertezze
maggiori riguardano la ricostruzione della malta storica e della tessitura
muraria di murature in pietra. Gli elementi resistenti possono essere
prelevati in situ o ricostruiti se si è in grado di stabilire, tramite indagini
petrografiche, la cava di provenienza.
3) Esecuzione in situ delle prove sui panelli. Prove di tipo distruttivo
eseguite a scopo di ricerca.
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Prova di taglio in situ con compressione esistente (Prova di Sheppard)
Principio di funzionamento: la prova consiste nell’isolare un pannello di
muratura dalla struttura circostante mediante due tagli verticali. Il
pannello deve avere larghezza di 80-90 cm ed altezza circa doppia della
larghezza. Il pannello murario è soggetto all’azione tagliante trasmessa
dall’attuatore e alla compressione esistente che viene valutata in modo
approssimato attraverso un’analisi dei carichi o con martinetti piatti. La
prova è condotta per incrementi monotoni della forza orizzontale fino al
raggiungimento del taglio di collasso del pannello.
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Prova di taglio in situ con compressione imposta
Principio di funzionamento: la metodologia adottata è analoga a quella
della prova di Sheppard, ma in questo caso solo la base inferiore è
connessa alla parte restante della parete. La prova prevede di imporre un
carico verticale costante ed una forza orizzontale variabile fino al
raggiungimento del taglio di collasso del pannello. Analogamente a
quanto visto per la prova di compressione in situ è opportuno trasferire i
carichi verticali alla base del pannello.
28
Prova in situ di compressione diagonale
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Prova in situ di compressione diagonale
30