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Recensioni

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degli scrittori, ed il desiderio sentito da tutti di menare le mani contro le
prepotenze dell'Austria, spavalda e tiranna.
Lo Spettatore, dopo V Antologia, fu tra le riviste fiorentine, la piti bella e pi�
seria. Successe a La PoUmazict di Amelia Paladini, sotto l'abile direzione di
Geiestiuo Bianchi, ed il primo numero usc� il 4 febbraio 1855, edito dal Barbera,
con programma modero ma succoso, �) con premessa di divenire il centro del sapere
toscano in tutte le discipline, pur senza ombra di municipalismo, desiderando il
fondatore che il giornale comprendesse nelle sue cure tutta la patria italiana. A
questo scopo si era procurato collaboratori e corrispondenti in tutti i centri
della penisola. I propositi di questo programma confortavano il Tommaseo che
scriveva: � Le assennate parole che annunziano Lo Spettatore ne danno gi� buon
augurio e potrebbero recarsi a queste: � annunziai^, e additare gl'incrementi
morali della civilt� nella Toscana e nelle -altre provineie d'Italia �.
Fino dai primi numeri si rivel� il successo della rivista, che ebbe articoli di
Cesare Guasti, di Niccol� Tommaseo, Agostino Saredo, Celestino Bianchi, Alfredo di
Bemmont, Giuseppe Arcangeli, Alessandro D'Ancona, Marco Minghetti, Bartolomeo
Trinci, Ermolao Rubieri, Angelo Conti, Virginio Angeli, Stanislao Bianciardi,
Leopoldo Galeotti, Emilio Frullani, Emilio Visconti Venosta, Silvestro Oentofanti,
Rosalia Amari, Olindo Bai-santi, Enrico Nencioni, Paolo Emilio Giudici, Francesco
Domenico De Santis, Giulio Oarcano, Francesco Silvio Orlandini, Vincenzo
Salvagnoli, Angelica Palli, Pietro; Selvatico, Camillo Boito, Giosu� Carducci, e
tanti altri divenuti glorie autentiche del nostro risorgimento, stelle fulgenti usi
campo della letteratura, della politica, dell'arte, come Giovali Battista
Niccolini, l'idolo della rivista.
� Quattro anni dello Spettatore, scrive, giustamente Pietro Barbera, testimoniano
della seriet� del tentativo di dare all'Italia un giornale letterario da stare alla
pari del Crepuscolo milanese, assecondandone in Toscana le funzioni letteraria e
politica; essi provano �sostanza nel l'indirizzo, assennata scelta dei
collaboratori di cui alcuni erano gi� cresciuti e stimati, altri promettevano di
fare strada nelle scienze e lettere �.
Ed infatti, la raccolta dello Spettatore, former� sempre oggetto di esame e di
studio, in quanti s'interessano delle cose italiane nel periodo epico del nostro
risorgimento, e della gio-

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