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Rappresentazione del punto
Un generico punto P nello spazio è individuato dalle sue proiezioni P’ e P’’. Prima del
ribaltamento i punti P, P’ e P’’ si trovano tutti in uno stesso piano perpendicolare alla lt.
Durante il ribaltamento P’’ si muove lungo tale piano. Segue che, a ribaltamento
avvenuto, P’ e P’’ si trovano sulla stessa perpendicolare alla lt (linea di richiamo).
Linee di
richiamo
Una generica retta r nello spazio è individuata dalle sue intersezioni t1r e t2r (tracce) con
i piani π1 e π2. Volendo determinare le rette r’ ed r’’ proiezione di r sui due piani
osserviamo che la retta r’ passa per il punti t1r e per la linea di richiamo per t2r; la r’’
passa per t2r e la linea di richiamo per t1r.
Per semplicità, ma senza perdita di generalità, si è qui considerata una retta le cui
intersezioni con i piani di proiezione giacciono nel primo diedro.
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 107
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Rappresentazione del piano
Un generico piano α nello spazio è individuato dalle sue intersezioni t1α e t2α (tracce) con
i piani π1 e π2. È facile vedere che le due tracce del piano si intersecano in un punto V
appartenente alla linea di terra.
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Condizioni di appartenenza. Appartenenza punto/retta
Appartenenza retta/piano
Condizione necessaria e sufficiente affinché una retta r giaccia su un piano α è che le sue
tracce T1r e T2r appartengano alle tracce t1α e t2α del piano.
In altri termini si ha che: retta e piano si appartengono se si appartengono i loro
elementi omonimi rappresentativi.
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Il metodo delle proiezioni ortogonali (UNI EN ISO 5456-1/2)
Direzione di
osservazione B
Il metodo delle proiezioni ortogonali I
(o proiezioni ortografiche) II
rappresenta un’estensione del metodo
della doppia proiezione ortogonale.
L’oggetto da rappresentare viene
proiettato su più piani, di solito
ortogonali tra loro.
Su ciascun piano di proiezione si ottiene
una figura denominata vista. Una vista
è quindi una proiezione parallela ed
ortogonale associata ad una
Vista da A
determinata direzione.
Vista da C
La rappresentazione in proiezioni
Direzione di
ortogonali di un oggetto consiste nel
osservazione C Direzione di
disegno di un numero di viste
osservazione A
necessario e sufficiente a garantire
la corretta interpretazione Vista da B
dell’oggetto.
III
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 112
Esistono due metodi di proiezione nelle proiezioni ortogonali: il metodo del primo diedro (o
europeo o della ‘torcia elettrica’) ed il metodo del secondo diedro (o americano, o della
‘macchina fotografica’). Dividendo lo spazio tridimensionale con due piani ortogonali si
individuano quattro diedri, come indicato in figura.
I diedro
Supponiamo ora che
l’osservatore si trovi a destra
del piano verticale (piano di IV diedro
proiezione).
Se l’oggetto è posizionato nel
primo diedro, esso si trova tra Direzione di
l’osservatore ed il piano di osservazione
proiezione. La proiezione che ne
risulta è secondo il metodo
europeo.
Se l’oggetto si trova nel terzo II diedro
diedro, è il piano di proiezione
ad essere tra l’osservatore e
l’oggetto. La proiezione che ne
risulta è secondo il metodo Piano di
americano. proiezione
III diedro
Appunti di Disegno Tecnico Industriale 113
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Disposizione delle viste secondo il metodo europeo.
Alto
Dietro Basso
Sinistra
Destra
Principale
Anche nel metodo americano il primo passo consiste nella scelta e nel disegno della vista
principale. Successivamente le viste si dispongono nel modo indicato in figura (vista da
sinistra a sinistra della principale, vista da destra a destra, vista dall’alto in alto,
vista dal basso in basso, vista da dietro a sinistra della vista da sinistra).
Alto
Alto
Sinistra Dietro
Destra
Principale Dietro Sinistra Principale Destra
Basso
Basso
Simbolo del metodo
americano (o del terzo
diedro)
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Disposizione delle viste secondo il metodo delle frecce.
Nel metodo delle frecce le viste possono essere disposte liberamente. Anche in questo
caso si inizia con il disegno della vista principale. Quindi attorno ad essa si posizionano delle
frecce ciascuna indicante le diverse direzioni di osservazione. A ciascuna freccia si associa
una lettera minuscola; la stessa lettera, maiuscola, è riportata sulla vista corrispondente. Le
viste così identificate possono essere disposte indipendentemente dalla vista principale.
A
a
c e
a
D C
c d e
d
Principale
b b
E B
Viste ausiliarie.
Vista principale
Vista da sinistra
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Quali linee si rappresentano in una vista ?
Le linee principali che si rappresentano in una vista sono gli spigoli e i contorni
dell’oggetto.
Gli spigoli rappresentano quei segmenti (rettilinei o curvilinei) dove due superfici
dell’oggetto si incontrano formando uno spigolo vivo (senza continuità in tangenza).
I contorni rappresentano quei segmenti (rettilinei o curvilinei) che, in una determinata vista,
delimitano l’oggetto o parti di esso.
In una vista non tutti gli spigoli ed i contorni dell’oggetto risultano visibili, in quanto alcuni di
essi possono essere nascosti da altre parti dell’oggetto.
Secondo la norma UNI 3968, gli spigoli ed i contorni nascosti si possono rappresentare
con linea a tratti grossa o a tratti fine.
Secondo la EN ISO 128-24 sia spigoli che contorni nascosti vanno rappresentati con
linea a tratti fine. La rappresentazione degli spigoli e dei contorni nascosti si rende
necessaria quando senza di essa il disegno non sarebbe comprensibile.
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Spigoli fittizi (convenzionali)
Le superfici degli oggetti reali spesso non si intersecano formando uno spigolo vivo, ma
mantengono una certa continuità in tangenza. In questi casi si dice che le superfici sono
raccordate. Non essendoci spigolo, non vi sono, teoricamente, linee in vista. In alcuni casi ciò
rende difficile l’interpretazione del disegno, per cui si possono utilizzare gli spigoli fittizi (o
convenzionali), rappresentati con linea fine che non tocca i contorni.
Rappresentazione teorica
(poco chiara)
Rappresentazione
convenzionale (più chiara)
Assi di simmetria
Gli assi di simmetria di una figura devono essere rappresentati con linea mista fine. Nel
caso della circonferenza (infiniti assi di simmetria) si rappresentano per convenzione due assi
ortogonali (normalmente verticale ed orizzontale). Ove presenti gli assi di simmetria devono
essere sempre rappresentati.
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Oggetti simmetrici (UNI EN ISO 128-30)
Se una figura possiede uno o due assi di simmetria, è consentito rappresentarne soltanto
metà od un quarto. Gli assi di simmetria devono essere allora contrassegnati da due tratti
brevi paralleli.
Quando un oggetto è molto grande e si vuole mettere in evidenza una parte soltanto di esso
si può ricorrere ad una vista parziale. La parte rappresentata è delimitata (ancora una volta
secondo la UNI 3968) da linee fini irregolari. La vista interrotta consiste invece
nell’escludere, per motivi di spazio, una parte poco significativa dell’oggetto dalla
rappresentazione.
Vista parziale
Vista interrotta
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Viste locali (UNI EN ISO 128-34)
Vista locale
Vista principale
Ribaltamenti
Vista principale
Vista dall’alto
ribaltata (ok)
Vista principale
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Particolarità di rappresentazione (UNI EN ISO 128-34)
La rappresentazione di elementi
ripetitivi simmetrici può
essere semplificata riportando,
per alcuni, solo gli assi di
simmetria.
A
A (3:1)
Per rappresentare più
chiaramente particolari
piccoli si può ricorrere
ai dettagli.
La scelta delle viste (incluse le sezioni) deve essere fatta in base ai seguenti principi:
• Limitare il numero al minimo necessario e sufficiente a definire completamente
l’oggetto senza ambiguità;
• Evitare, per quanto possibile, la rappresentazione di contorni e spigoli nascosti.
• Evitare la ripetizione non necessaria di particolari.
Due viste sono sufficienti, la terza è inutile. Una vista è sufficiente, le altre due sono inutili.
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