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il Delta

<< Vieni su con me ! >>


<< Non posso ! Lo sai che non so volare. >>
<< Posso fare qualcosa per te ? >>
<< Porta in cielo i miei sogni ! >>
E il mio amico Aquilone si alzò lentamente nel cielo
fino a diventare un punto invisibile.
In quel momento, mi sentii un bambino felice.

Il Delta è un aquilone dal volo elegante che adatta la sua forma al


vento e riesce a sfruttare al meglio le correnti; il volo ideale è con
venti deboli e medi riuscendo in qualche caso a rimanere in volo
anche solo grazie alla corrente calda ascensionale generata dal
terreno.

La vela è un triangolo isoscele, con una chiglia di tessuto inserita sotto l’asse di
simmetria; per non sprecare materiale, prendere un foglio 100x50 cm e ritagliare le due
ali secondo le misure indicate.

Far combaciare perfettamente i due ferzi, piegare la chiglia e unire le ali con una striscia
di scotch sul lato superiore (opposto alla chiglia). Ripiegare i bordi sulle ali e fissarli con
una striscia di scotch, lasciando libera un’asola di 4-5 cm a 30 cm dal naso lungo il
bordo dell’ala.
Preparare due stecche di legno diametro 3-4 mm, lunghe 55 cm (flessibili allo stesso
modo) e due tubicini di gomma di 6cm con un foro laterale al centro; inserire le stecche
nelle tasche laterali (dalla coda) facendole passare attraverso i tubicini posti nelle asole
(le stecche laterali riempiono solo i ¾ della lunghezza).
Chiudere la tasca dal lato della coda (se le bacchette non sono uniformi, mettere la parte
più flessibile in coda). La spina (50cm, diam. 4mm) va fissata con una striscia di scotch
esattamente lungo la giunzione delle due ali.
La traversa (circa 40 cm, diam. 5 mm, più rigida delle altre stecche) deve essere inserita
nei tubicini e non incollata: così può essere facilmente smontata per il trasporto
dell'aquilone e rimontata sul campo di volo. Con un coltellino assottigliamo l'estremità
della traversa in modo che si possa incastrare nel tubicino. Tagliamo quindi la traversa
alla lunghezza giusta in modo che la velatura risulti piana ma non tesa. Preparare una
seconda traversa un po’ più corta, da utilizzare in caso di vento sostenuto: in questo
modo il delta assumerà una forma “a V” ed avrà un volo più stabile.

Rinforzare la chiglia arrotolandone la punta per qualche cm intorno ad uno spiedino di 7-


8 cm, fissare a cavallo con una striscia di scotch largo, e preparare dei fori per l’attacco
della briglia: il punto di briglia è all’incirca tra la traversa e il baricentro, ma bisogna
prevedere più possibilità per l’attacco del cavo, per avere l’assetto ideale secondo il
vento.
è lo scheletro dell’aquilone: possiamo usare bacchette di ramino o di
Telaio bambù affettati, listelli ricavati smontando una tenda da sole
avvolgibile di legno. L’unico requisito è la leggerezza e, in genere, la
flessibilità.
Chiameremo Spina la stecca semirigida disposta come rinforzo sulla
vela lungo la direzione del vento, eTraversa la stecca orizzontale che
evita la deformazione della vela sotto la pressione del vento; in alcuni
Aquiloni la traversa è collegata alle "stecche alari" mediante dei
"Giunti" in materiale plastico.

la parte in tessuto impermeabile all’aria: cartene (buste della spesa o


Vela quelle dei negozi d’abbigliamento), confezione delle uova pasquali,
carta velina, carta modelli (la carta è più leggera, ma assai più
delicata). Possiamo acquistare in cartoleria i rotoli di materiale per
rivestire i libri: sono colorati e costano poco.

occorre usare una squadretta e una riga da disegno; in mancanza basta


Misure un metro da sarta.

tutti i pezzi di vela (ferzi) vanno segnati a matita e poi tagliati con
Taglio precisione usando un paio di forbici o un taglierino; i pezzi di telaio
possono essere tagliati con le forbici o con un coltello da cucina a
lama seghettata: i bambini devono eseguire queste operazioni sotto il
controllo di un adulto.

se pensate di costruire più volte lo stesso aquilone (ad esempio con


Dime materiale migliore, se quello di prova in carta velina vola bene),
preparate le forme dei ferzi con un cartoncino bristol.

per giuntare i ferzi useremo pezzi di scotch trasparente; qualche punto


Cuciture soggetto a sforzo richiede l’uso del nastro telato: in mancanza
sovrapporremo più strati di scotch sottile.

è l’insieme dei "Fili" dove si attacca il cavo (o i cavi) di guida; la


Briglia briglia è fissata all’aquilone sul Punto di Briglia (o su più punti).
L’aquilone deve restare in equilibrio destra-sinistra se viene sollevato
(capovolto) per la briglia, e, in genere, formare un angolo di 15° con
l’orizzontale (l’assetto in volo andrà comunque rettificato).
filo fissato alla Briglia con un nodo “a bocca di lupo”, che permette di
Cavo di tenere l’aquilone; si può usare un laccetto cerato oppure cordicella
ritenuta per riparare le reti; in mancanza può andar bene un gomitolo di spago
sottile per pacchi (un po’ pesante e sensibile all’umidità) o una lenza
di nylon (che però ha la brutta abitudine di aggrovigliarsi); lo spessore
del filo è proporzionale alla grandezza della vela e, quindi, alla
portanza dell’aquilone; con vento forte usare i guanti per evitare di
tagliarsi le mani. Il cavo non è mai perfettamente in linea retta ma
forma una pancia, più o meno accentuata a seconda della lunghezza
del cavo, del suo peso, della resistenza aerodinamica e della spinta del
vento: la massima altezza possibile si raggiunge quando il peso del
cavo è uguale alla capacità di sollevamento dell’aquilone; filando
ancora cavo l’aquilone non sale più ma si allontana nella direzione del
vento.
pezzo di plastica o di compensato lungo un palmo su cui arrotolare il
Rocchetto cavo: un estremo del cavo va fissato ad uno spacco laterale prima di
arrotolare (come fa qualsiasi pescatore per non perdere la lenza).
è la punta dell’aquilone, quella rivolta verso il vento.
Naso

è la poppa dell’aquilone.
Coda

nastri colorati applicati alla parte posteriore dell’aquilone per


Code stabilizzarne il volo, o anche solo a scopo decorativo.

Assetto di volo di un Aquilone


L’aquilone tende ad assumere un assetto di volo che dipende dall’intensità del vento e
dal punto di briglia cioè la posizione lungo l’asse di simmetria longitudinale
dell’aquilone, tra il naso ed il baricentro, su cui attaccare la briglia (in caso di briglie a
più fili, i punti d'attacco devono essere simmetrici rispetto all’asse dell’aquilone). Se è
possibile, conviene prevedere più posizioni per il punto di briglia, oppure creare
un archetto regolabile.

con vento medio il piano della vela deve essere inclinato rispetto alla
 direzione del vento con un angolo di circa 15°

in caso di vento debole è utile far alzare il naso a 18°-20°,


spostando il punto di briglia verso poppa: la vela offrirà più
 superficie al vento anche se l’aquilone non si alzerà molto (diremo
che l’aquilone è cabrato)

in caso di vento forte, invece, il punto di briglia verrà spostato


verso prua: la vela diventa più orizzontale (10°12°) scaricando il
 vento in eccesso e l’aquilone sale più in alto, ma tende ad ondeggiare
(diremo che l’aquilone è picchiato)

il Vento
La nebbia agli irti colli
piovigginando sale
e sotto il Maestrale
urla e biancheggia il mar
(G.Carducci, 'S.Martino')

Il vento è il carburante degli Aquiloni (a meno di trascinarlo a forza di braccia). Per


lanciare un Aquilone occorre innanzi tutto determinare la direzione da cui proviene il
vento e quindi (approssimativamente) la sua intensità, visto che ogni aquilone ha un
campo d'utilizzo in base alla velocità del vento.

Per rappresentare la forza del vento viene usata la scala Beaufort, osservando gli effetti
del vento sulla superficie del mare aperto; nella tabella è indicata (grosso modo) la
comparazione tra livelli della scala Beaufort e velocità (un miglio terrestre è uguale a
1609 metri, mentre un miglio marino è uguale a 1853 metri; un nodo corrisponde ad un
miglio marino per ora).
Descrizione Beaufort metri/sec Km/ora Nodi
Calma 0 0 – 0.3 0 – 0.7 0 – 0.5
Bava di vento 1 0.3 – 1.5 0.7 – 5.5 0.5 – 3
Brezza leggera 2 1.5 – 3.3 5.5 – 12 3 – 6.5
Brezza tesa 3 3.3 – 5.4 12 – 19.5 6.5 – 10.5
Vento moderato 4 5.4 - 8 19.5 – 28.7 10.5 - 15.5
Vento teso 5 8 – 10.8 28.7 – 39 15.5 - 21
Vento fresco 6 10.8 - 14 39 - 50 21 - 27
Vento forte 7 14 - 17 50 - 61 27 / 33
La scala continua con burrasca, burrasca forte, tempesta, tempesta violenta, uragano, ma
in questi casi è meglio lasciare a casa gli aquiloni.
L’aquilone va lanciato esattamente sottovento, ovvero tenendo le spalle alla direzione da
cui proviene il vento; per trovare questa direzione basta osservare lo sventolare delle
bandiere oppure l’andamento di un filo di fumo (senza provocare incendi, basta una
sigaretta); ancora possono essere usati fili di lana sottile legati ad un bastoncino, ciuffetti
d’erba lanciati in aria, maniche a vento; chi è più sensibile impara a sentire il vento con
il proprio corpo, senza altri strumenti.

Occorre tener presente, inoltre, che il flusso d’aria crea dei vortici incontrando degli
ostacoli, quali alberi, muri, palazzi, ecc... In particolare gli alberi hanno la curiosa
caratteristica di attirare gli aquiloni e di mangiarseli con i rami più alti. Un ostacolo
crea vortici in avanti per una distanza fino al doppio dell’altezza, indietro fino a quattro-
cinque volte la sua altezza e, per metà altezza, anche sulla sua sommità; per questo riesce
difficile lanciare un aquilone sulla cima di colline con pareti ripide, o situazioni
analoghe.
Il campo da volo ideale può essere una spiaggia larga, senza ombrelloni, senza
costruzioni alle spalle, con il vento che soffia costante dal mare quasi calmo; al
contrario, un pessimo campo da volo è una zona circondata da colline, ingombra di
palazzi, alberi e tralicci dell’alta tensione.
Per superare un ostacolo da cui non ci si può allontanare occorre tentare il Lancio
Lungo, facendosi aiutare da qualcuno che deve tenere l’aquilone controvento e lasciarlo
andare al comando del pilota (che tiene il cavo teso); a questo punto il pilota corre per
alcuni metri all’indietro (guardando oltre l’aquilone anche dove mette i piedi !):
l’aquilone dovrebbe alzarsi rapidamente e superare in altezza i vortici generati
dall’ostacolo.
Se lo spazio non è sufficiente per il lancio lungo, si può procedere “a scalini” tirando il
cavo per qualche metro, poi accompagnandolo sottovento per un po’ (senza farlo cadere)
e quindi tirando di nuovo finché l’aquilone non sia salito a sufficienza per “tirare” da
solo.

i Nodi
Bocca di Lupo nodo indispensabile per fissare il cavo all’estremità
della briglia in modo da poterlo sciogliere e rimettere con
facilità; stringere e fare scorrere verso il nodo d’arresto della
briglia.
Nodo ad Otto detto anche “Savoia”, è un nodo sicuro che non indebolisce il
cavo; può essere eseguito ad un capo libero come nodo
d’arresto o ad anello per creare un cappio.

Nodo Inglese detto anche nodo del Pescatore, è utilissimo per giuntare due
cavi anche di diametro leggermente diverso; è fatto con due
nodi semplici (piani) con le estremità rivolte in direzioni
opposte, in cui l'uno prende il cavo dell'altro: una volta stretto è
sicurissimo.
Nodo Piano detto anche nodo di terzaruolo, è un nodo piatto e simmetrico,
utile per unire cavi dello stesso diametro; si disfa velocemente
tirando uno dei due capi liberi: l'altro nodo si rovescia
diventando una bocca di lupo che può scorrere sul capo tirato.
Nodo per regolare l'attacco del cavo su un archetto di briglia può
essere usato un anellino metallico o di plastica che scorra
Regolazione sull’archetto, ad incrementi di qualche mm fino a trovare la
posizione corretta del punto di briglia; all’anello viene fissato il
cavo di ritenuta tramite una girella e un moschettone

Il SaccoDelta
(pubblicato sul Supplemento di Cervi Volanti, 20 luglio 1986)

Autore: Oliviero Olivieri

Ogni aquilonista deve possedere un DELTA, non foss’altro che per i giorni di poco vento. La sua
struttura (nessuna stecca e legata all’altra) e le sue caratteristiche (si muove sul vento, galleggiando,
non contro e in ogni istante il vento conforma le ali) lo rendono molto stabile e basta una brezza per
farlo decollare. Anch’esso e un’invenzione americana, e i suoi genitori sono Al e Betty Hartig con la
loroVALCHIRIA del 1966; a sua volta il Delta e stato il padre del Deltaplano.

Materiali:

• Sacco della spazzatura ’condominiale’: 70x100 cm


• 3 tondini lunghi 75 cm, sezione 6 mm; 1 di 80 cm, sezione 8 mm
• Nastri adesivi larghi 4/5 cm: trasparente e telato
• 20 cm di tubo di alimentazione benzina, sezione interna di 6 mm.

Strumenti: Forbici, matita, gessetto, punzonatrice, taglierino, seghetto e lima.

Costruzione:

1 - Sul sacco, con I’apertura in basso, e con un gessetto che scriva sul polietilene, tracciare con cura
quanto indicato nella figura 1, poi tagliare accuratamente: attenzione il sacco e doppio, far sempre
combaciare le due facce.

2 - La figura 2 indica come attaccare la chiglia: prima per tutta la lunghezza con scotch da entrambe le
parti, poi con nastro telato nei punti di maggior sforzo.

3 - Sistema di giunzione della traversa, figura 3: tagliare due pezzi di tubo (si compra in un negozia di
autoaccessori) e fare un foro su un solo lato (usare un chiodo arroventato sul gas e tenuto
naturalmente con una pinza). Infilare i tubicini nei due longheroni alari da 75 cm.

4 - Applicazione del telaio sulla velatura, ma prima arrotondare con una lima tutte le estremità dei
tondini. La fig. 4a mostra come realizzare la guaina per il longherone di chiglia sfruttando i 2 cm per ala
previsti; aprire la velatura e dopo opportuna piegatura applicare lo scotch; infilare il tondino da 75 cm e
bloccarlo alle estremità con del nastro telato. La fig. 4b indica come disporre un longherone alare; la
fig. 4c come crearne la guaina ripiegando i 3 cm previsti: togliere via nel punto dove sporge la giunzione;
fissare bene con scotch. La fig. 4d indica i tagli longitudinali da effettuare con un taglierino nei ’flaps’
stabilizzatori. La traversa orizzontale, opportunamente arrotondata, si pone in opera per il volo
infilandola nelle giunzioni: la lunghezza deve essere tale da la- sciare morbide le ali, cosi che si formi in
volo un angolo ’diedro’.

5 - Con la punzonatrice fare tre buchi all’estremità della chiglia, fig. 2: per vento forte agganciare il
cavo verso la punta del Delta; per vento debole, verso i flap. La coda non serve, ma se proprio vi piace
agganciate una striscia all’estremità del longherone di chiglia; avanza sacco per farsi una busta per il
trasporto del SACCODELTA.
Aquilone Delta
Il Delta è uno degli aquiloni che preferisco per la bellezza del volo e la sua semplicità e credo
che questa passione sia condivisa da molti perchè è difficile che almeno un esemplare manchi
dalla sacca di un buon aquilonista.

Alcune foto dei miei delta...

La sua particolare struttura snodata gli permette di avere un volo molto elegante poichè adatta
la sua forma al vento e gli consente di sfruttare al meglio le correnti, si adatta a diversi tipi di
vento anche se è l' aquilone per eccellenza per venti deboli e medi riuscendo in qualche caso a
rimanere in volo anche solo grazie alla corrente calda ascensionale generata dal terreno.

Nella versione di 3 mt. è il mio aquilone preferito per la fotografia aerea : è di semplice e
rapido montaggio, di dimensioni ridotte per il trasporto, affidabile e con una trazione adeguata
per una culla compatta.

Questa pagina riunisce una serie di dettagli costruttivi utili per realizzare questo aquilone oltre
ad una serie di indicazioni utili per un costruttore alle prime armi.

Le parti di un
aquilone delta
(visto da sotto):

a) Longheroni alari
b) Longherone di
chiglia
c) Traversa
d) Chiglia

Micro-Tec 2007

Le misure della vela e del telaio restano le stesse del vecchio progetto attenendosi però alle
indicazioni per il Micro-Tec Extreme Light, quindi le stecche saranno tutte da 1 mm. e gli
stand-off da mezzo mm. non andrà fatto il bordino sul bordo d'uscita dell'aria (quello inferiore
per i neofiti) e le tasche alari saranno realizzate in icarex anzichè in poliammide. questo
comporterà ovviamente un minimo calo del peso dell'aquilone, notevole in rapporto alle sue
dimensioni.

Un'importante modifica riguarda il giunto centrale snodabile. Adottandolo si evita la


deformazione della spina o della traversa bassa quando si tiene chiuso l'aquilone per lungo
tempo.Clicca sull'animazione qui sotto per vedere come realizzare questo giunto.

Non meno importante è la nuova briglia a 3 rami che permette per quanto possibile su una
vela così piccola più precisione e manovrabilità. E' stata realizzata grazie all'aiuto di Luca
Guardigli e di Ivan Memmo ai quali vanno i miei ringraziamenti.

Nella sezione Tutorial Briglie ci sono spiegazioni su come realizzare e mettere in opera una
briglia a 3 rami... e molto di più.

Un ultimo consiglio per poter agevolmente fissare o staccare i cavi molto fini dalle briglie o
dalle strap:
Fare un nodino in testa ad ogni cappio come illustrato nella figura sopra vi fornirà un facile
punto di presa per le dita.

Dato il "tiro" quasi inesistente dell'aquilone anche con venti forti trovo inutile montarvi costosi
cavi in Spectra o Dyneema così come risulta altrettanto inutile e laborioso inguaniarne i
terminali.
Si possono preparare coppie di cavi di diversa lunghezza con del cordoncino per cucire tipo
"Guterman" ma anche con del semplice filo per cucire di nylon.
Per il volo indoor uso cavi lunghi 1 / 1,5 metri. Altrimenti cavi lunghi 5 mt. aumentandone la
lunghezza all'aumentare del vento fino ad un limite (personale ) di 15 mt.
Se con l'uso o in seguito ad impatti le traverse tendono a fuoriuscire dai connettori applicate
alle loro estremità una goccia di "Attak", fatela seccare e se occorre sfinatela con carta vetrata
o una limetta fino a che non entrino nei connettori con una leggera pressione.

Inviateci le foto dei Micro-Tec da voi realizzati su info@tivolivola.it scrivendo "Micro-Tec"


nell'oggetto, le pubblicheremo volentieri.

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