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Il diritto penale è l’insieme delle norme giuridiche con le quali, come dice Antolisei,
lo Stato proibisce, mediante la minaccia di una pena, determinati comportamenti
umani (azioni di omissioni).
Prima di vedere come vengono puniti dalle norme determinati comportamenti
dell’imprenditore commerciale, è bene chiarire il significato di alcune parole usate
dalle Autorità nel momento in cui contestano all’interessato di avere trasgredito una
legge. Molti, ad esempio, pensano che la parola “delitto” possa essere riferita soltanto
alla circostanza dell’uccisione di una persona, ma non è così.
Si dice “reato” la violazione di una norma penale così chiamata perché prevede una
pena al trasgressore.
I reati si distinguono in delitti e contravvenzioni. Le pene principali per i delitti
sono:
- ergastolo, è la privazione della libertà che dura per tutta la vita;
- reclusione, è la privazione della libertà che varia a seconda del reato, da 15 a
24 anni;
- multa, che consiste nel pagamento alla Pubblica Amministrazione di una
somma di denaro.
Le pene principali per le contravvenzioni sono così distinte:
- arresto, a seconda del reato si può estendere da 3 giorni a 5 anni;
- ammenda, consiste, come per le multe, nel pagamento allo Stato di una
somma di denaro.
Oltre a queste pene principali, il trasgressore subisce anche le conseguenze delle
pene accessorie. Ad esempio è prevista talvolta per la contravvenzione la sospensione
dell’esercizio di un’arte, professione, industria e commercio, quando, per svolgere
questa attività, occorre un’autorizzazione, licenza o particolare abilitazione
professionale.
2. CORRUZIONE E FRODE NELLE FORNITURE ALLO STATO O A ENTI
PUBBLICI.
La legge punisce tanto chi contraffa o altera monete quanto chi possiede o spende
monete contraffatte o alterate. In quest’ultimo caso la pena è diversa a seconda che
l’imprenditore abbia agito o meno in buona fede.
La legge punisce anche chi si rende colpevole di contraffazione, alterazione o uso
indebito di marchi, brevetti o segni distintivi delle opere dell’ingegno e dei prodotti
industriali. Ricorre, ad esempio, questo reato quando il commerciante pone in vendita
prodotti industriali con nomi, marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, traendo in
inganno l’acquirente sull’origine o la qualità del prodotto. È considerato un delitto ed è
punito con la reclusione o multa.
È prevista la reclusione per chi, allo scopo di fare commercio o distribuzione ovvero
di esporli pubblicamente, acquista, detiene ovvero mette in circolazione scritti, disegni,
immagini od altri oggetti osceni di qualsiasi specie.
4. LE FRODI IN COMMERCIO, LE MANOVRE SPECULATIVE SULLE
MERCI E LE SANZIONI IN MATERIA DI IGIENE E SANITA’.
La truffa è il reato commesso da chi, per suo interesse, (o di altri) induce con raggiri
una persona a commettere un errore.
La ricettazione è il reato commesso da chi, per un suo interesse (o di altri), riceve o
nasconde denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto (furto, rapina, ecc.) al quale
non ha partecipato.
L’ insolvenza fraudolenta è il reato commesso da chi, nascondendo il suo stato di
difficoltà finanziaria (cioè che non riesce a pagare i suoi debiti), assume altri impegni
con il proposito di non rispettarli alla scadenza. È difficile nella realtà dimostrare le
intenzioni fraudolente del debitore.
La bancarotta è un reato che può emergere durante la procedura fallimentare e si
distingue in:
- bancarotta semplice, se il fallito a dimostrato di avere agito con leggerezza e
trascuratezza;
- bancarotta fraudolenta, se il fallito ha dimostrato di aver agito con dolo.
Si ha dolo quando viene accertato che l’imprenditore abbia nascosto o distrutto in
tutto o in parte i suoi beni; quando abbia detto di avere passività inesistenti per
ingannare i creditori; quando abbia distrutto o falsificato le scritture contabili per un
suo interesse o per sviare le future indagini delle autorità.
Al commercio di cose antiche ed alla fabbricazione e al commercio di oggetti preziosi
si applicano le norme del D.lgs. 25 settembre 1999, n. 374 in materia di riciclaggio dei
capitali di provenienza illecita, norme che prevedono, tra l’altro, la sospensione o la
revoca del titolo autorizzato per coloro che svolgono questo riciclaggio.
Rapporto di lavoro.
In materia di lavoro le sanzioni per inadempienze dei datori di lavoro si distinguono
a seconda che riguardino il rapporto assicurativo, il versamento dei contributi, la
tenuta dei registri, la sicurezza, i diritti del dipendente.
Nella maggior parte dei casi la sanzione ha natura amministrativa. In taluni casi
ha natura penale come, ad esempio, nei seguenti:
1) per il mancato versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali già
effettuate ai lavoratori (reclusione fino a 3 anni e multa);
2) per aver violato le norme di tutela del lavoro minorile e delle lavoratrici
madri (arresto: D.lgs. n. 566/1994);
3) per aver omesso una o più registrazioni o denunce obbligatorie, ovvero per
aver eseguito una o più denunce obbligatorie in tutto o in parte non
conformi al vero, il tutto al fine di non versare in tutto o in parte contributi
e premi previdenziali ed assistenziali obbligatori per un importo superiore a
determinati parametri (reclusione fino a 2 anni: art. 116 della legge n.
388/2000).
Le disposizioni di legge (D.lgs. n. 196/2003) tutelano la privacy del lavoratore con
particolare riguardo alla corrispondenza personale ricevuta o inviata dallo stesso e ai
dati personali sensibili o non custoditi nell’ambito aziendale.
La violazione di queste norme da luogo all’applicazione di sanzioni amministrative e
penali. Queste ultime prevedono la reclusione, l’arresto o l’ammenda per aver svolto,
ad esempio, delle indagini sulle opinioni del lavoratore od aver diffuso notizie sul
lavoratore senza il suo consenso al fine di trarne un profitto a danno del lavoratore
stesso.
Le sanzioni in materia di sicurezza del lavoro.
Le sanzioni penali previste dal D.lgs. n. 626/1994 (e successive modificazioni)
riguardano violazioni commesse da datore di lavoro e suoi dirigenti, dai preposti, dai
progettisti, fabbricanti ed installatori, dal medico competente e dai lavoratori.
Il datore di lavoro e i suoi dirigenti sono puniti con l’arresto o con l’ammenda per
violazioni gravi come quelle commesse per aver adottato una o più delle misure
necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ecc.
I lavoratori sono anche loro puniti con l’arresto o l’ammenda nei casi in cui non
avendo osservato, ad esempio, le disposizioni sulla sicurezza o sull’utilizzo corretto dei
macchinari, dispositivi, ecc o avendo rifiutato di sottoporsi al programma di
formazione, abbiano causato incidenti sul lavoro.
Fisco.
Il D.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 prevede le seguenti sanzioni penali distinte in
materia:
- Dichiarazioni redditi e IVA. È prevista la reclusione per avere indicato
passivi fittizi avvalendosi di fatture false; per la dichiarazione fraudolenta
mediante altri artifici se l’imposta evasa è superiore a 77.468,53 € e
contemporaneamente l’ammontare degli elementi attivi non dichiarati è
superiore al 5% di quelli indicati in dichiarazione; per la dichiarazione
infedele (fuori dei casi precedenti) se l’imposta evasa è superiore a
103.291,38 € e contemporaneamente l’ammontare degli elementi attivi
sottratti è superiore al 10%; per omessa dichiarazione, quando l’imposta
evasa è superiore a 77.468,53 €.
- Documenti e pagamento di imposte. È prevista la reclusione per chi rilascia
fatture per operazioni inesistenti; per occultamento o la distribuzione di
documenti contabili; per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Sono previste sanzioni amministrative pecuniarie per queste e per tutte le altre
violazioni di norme in materia fiscale.
Nel caso si sia commesso uno dei reati citati si applicano anche delle pene accessorie
quali, tra l’altro, l’interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle imprese e delle
persone giuridiche (Spa, Srl, ecc.), l’incapacità temporanea di contrattare con la
Pubblica Amministrazione.
Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque manomette o comunque altera il
registratore di cassa e gli apparecchi misuratori previsti dalle norme fiscali è punito
con la sanzione amministrativa pecuniaria.
Interessi e penali.
Il tardivo pagamento dell’assegno bancario, anche solo parziale, da diritto al
portatore di esigere non solo l’ammontare dell’assegno non pagato ma anche gli
interessi al tasso legale del giorno della presentazione, la penale pari al 10% della
somma dovuta non pagata, le spese per il protesto ed altre spese.