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Analizziamo THE GIRLS SUITE 1961. Una decina di movimenti tutti con nomi di donne tra
cui Mahalia Jackson, cantante gospel con cui aveva collaborato per la realizzazione della
sua prima suite nel 1958 “Black, Brown and Beige”.
The Girls è un movimento interlocutorio con momenti interessanti ma come al solito il
materiale è occasione per tornarci sopra, viene trasformato, “cucinato” come diceva “The
art is in the cooking”. La versione è monotematica. Ray Nance alla tromba solista
(suonava il violino benissimo ed era un ballerino ed E. lo caccia perché non si era alzato
all’inno americano. Era il solista di Take di A train.
E. rivede questa composizione, anche formalmente (bitematica alternante) e
timbricamente, inserendola nella N.O Suite 1970 Atlantic come nono ed ultimo movimento
“Portrait of M.J). Mahalia era di N.O. Forse la suite più bella di E.
La metrica è di 12/8, tipica del gospel. Cerca di restituire e rendere viva l’idea della
congregazione. Non c’è solista ma piccoli interventi polifonici di 3 elementi, sono le
risposte dei fedeli. Inserisce l’organo ma con ance a parti strette. Lui aveva Wild Bill Davis
ma non lo utilizzò. Ed inserisce una sezione B con 12 misure di blues.
E. e N.O non sono parte di una diade così scontata. Il rapporto tra una città ed un
musicista vedrebbe come legame forte ad es. Piazzola e Buenos Aires ma E. come
riferimento aveva Harlem (Il grande cortile) a cui aveva dedicato moltissime canzoni e
Washington, in cui era nato. La amava per la sua comunità nera, molto dignified i New
Negro, lontani dai neri del sud con la più grande comunità nera al mondo dei tempi in cui
era nato E. Lui diceva che era New York a stimolare la sua fantasia, lì c’erano i suoi miti
musicali come Bessie Smith, Florence Mills a cui aveva dedicato il portrait, era una grande
ballerina. C’erano le grandi orchestre come quella di Paul Whiteman, Fletcher Henderson.
Però investigando troviamo che ci sono legami con N.O. Alcuni elementi come Benny
Bigard , clarinettista anche di Armstrong e Wellman Braud, uno dei portrait della N.O
suite, erano nati a New Orleans.
Di Tiger Rag (dedicata a N.O) troviamo diversi mascheramenti tra il ’20 e il ’40 riutilizzati
come Jubile Stomp ‘28, High Life del 1929, Sleepery Horn del ’32, Day Break Express
basato sul giro armonico di Tiger Rag, una delle più importanti composizioni di musica
descrittiva della storia. I finali degli anni ’20 riportano la polifonia nelle ultime quattro
misure, richiamo questo a N.O. a N.Y non si usavano. Il break di The Creeper è uguale a
quello di Tiger Rag. Stesso break usato da Armstrong e King Oliver in Snake Rag viene
copiato in Tiger e The Creeper e il Jungle Style con il growl (tromba sordinata), mood
brumosi, atmosfere minori, timpani. Quando voleva evocare lo stile Jungle suonava The
Mooche, Creole love call. Il tema è un omaggio a N.O e alla composizione Camp meeting
Blues di King Oliver. Da qui riprende il solo di clarinetto di Jimmy Noon e ci costruisce il
tema di Creole love call. Johnny Hodges (sax contralto per tutta la vita dell’orchestra fino
al ’70 quando morì d’infarto) non era di N.O ma aveva come maestro il grande Sidney
Bechet.
I tre giganti erano Louis Armstrong, Jerry Roll Morton e Sidney Bechet.
Nel ’56 dedica a N.O “A drum is a woman”, opera scritta per la TV c’è un movimento che si
chiama New Orleans e possiamo sentire la voce di E. che racconta della città di N.O.
Possiamo dire che molti degli elementi musicali dei brani di E. si rifanno a questi elementi
legati a N.O e questi sono il filo rosso a convincere E. ad accettare la commissione del
grande produttore John Wein per la prima edizione del N.O Jazz and Heritage Festival,
uno dei più grandi festival del mondo e di scrivere una suite dedicata a N.O e suonarla
come première il primo giorno del festival, sabato 25 aprile 1970.
Arriva a N.O e per cinque serate, prima della premiere, suona in un locale sulla Bourbon
Street dove nei primi due tempi suona i grandi suoi classici e nel terzo le nuove
composizioni ma non tutto era pronto, aveva solo cinque brani come Thanks for the
beautiful land in Delta,Autocracy, Second Line, Bourbon Street, Blues for N.O. Due giorni
dopo è in studio per la Atlantic e registra la musica che aveva suonato alla première e
prenota una seconda seduta di registrazione e completa i portrait su Armstrong, Mahalia,
Sidney Bechet e Wellman Braud, suo contrabbassista di N.O.
L’11 maggio è in studio per altre commissioni tra cui quella per l’Harlem Dance Theatre di
Alvin Ailey, innamorato della musica di E. e a cui dedica The River, balletto sinfonico.
Registra una base al pianoforte per far provare la compagnia e arriva la telefonata della
morte di Hodges ma lui continua perché la “musica è la mia dominatrice”.
Il 13 maggio è in studio per registrare gli ultimi quattro movimenti.
Hodges, anche se aveva dedicato molte parti al contralto, E. dice che sia insostituibile e
pensa ad un nuovo timbro, il flauto. Il flautista suona anche il contralto.
Il disco uscirà nell’autunno 70 o ’71.
Parte nell’estate del ’70 la tournée che passa per l’Italia.
Tra le date c’è una giornata tra Verona e Torino di day-off ma E. ne approfitta per provare.
Siamo a Milano tra il 21 e 22 febbraio e E. per due sere suona al Conservatorio Verdi di
Milano. Ricostruiamo cosa successe in queste giornate.
Alla stazione di Milano, di ritorno dalla Svizzera, ci sono alcuni fan tra cui Arrigo Polillo
organizza un comitato di benvenuto e Bruno Schiozzi si offre di fare da autista e porta E.
all’hotel Palace e la band all’hotel Duomo. Una porzione di quel concerto verrà pubblicata
dall’etichetta Pablo e nel ’91 Musica Jazz pubblica il bootleg del concerto.
La stampa diede spazio all’evento dando risalto a questa conquista culturale “il jazz al
Conservatorio” Musica Jazz. “E’ arrivato il jazz con i calzoni lunghi” il Corriere della Sera.
Tuttavia non fu una conquista perché la sala era semplicemente stata affittata.
Ma tutte le testate calcarono la mano sulla conquista. Neanche Musica Jazz menzionò il
fatto che avrebbero inciso una composizione “La Scala” composta appositamente.
Nessuno ne sa nulla.
La composizione poi verrà inserita in “The Symphonic E.” in cui ci sono altre composizioni
registrate con orchestre europee.
Nella Scala c’è la ritmica e quattro solisti (Gonsalves, Cootie Williams, Russel Procope e
Lawrence Brown al tbrn). E’ una riflessione sul blues.
In Symphonic E., La Scala e No violent Integration sono le uniche composizioni originali,
nuove. Harlem era del ’51 ma mai incisa e spesso suonata. Ma anche No Violent è un
mascheramento di altre composizioni, derivava da Boogie Bop Blue. Il solo di oboe era la
trascrizione di una contromelodia ma il tema è fresco di penna.
Bracalini va alla Scala e parla con alcuni orchestrali che suonavano al tempo
nell’orchestra riesce a controllare le buste paga del ’63 ma sembra che non abbiano
lavorato. Hanno fatto una “risuolatura” organizzata da Oreste Canfora. La direzione
artistica della Scala non reputò il caso di far comparire i propri orchestrali che
registreranno come liberi professionisti. Era a loro vietato mischiarsi ufficialmente con
generi musicali diversi e lo stesso Oreste Canfora, che aveva organizzato la marchetta e
fratello di Bruno, orchestratole e arrangiatore di Mina, venne espulso. Il fotografo ufficiale
non venne chiamato e quindi la stampa non ne seppe nulla.
Registrarono in 3 ore tutto perché poi gli orchestrali dovevano suonare la Butterly a
Milano.
Questa fretta creò problemi alla registrazione anche se lo studio Rexon, oggi Officine
Meccaniche, era un ottimo studio. Un grosso problema era la registrazione dei solisti che
venivano coperti dall’orchestra. E. è in difficoltà e Strayhorn gli consiglia di registrare la
base (background) e di portarla negli States e fare sovraincisioni. Tornato in Usa cambia i
solisti. Analizzando la composizione possiamo vedere dalla trascrizione della partitura tutte
le cose che ha dovuto cambiare per il poco tempo, nessuna prova, difficoltà degli
orchestrali non abituati a cambiare velocemente le parti. Bracalini, implorando un noto
estimatore, si è fatto mandare una copia delle incisioni dei background. Copia che
nessuno ha mai sentito e dove si possono ascoltare tutte le magagne.
L’analisi evidenzia che la Scala è un blues anche se ce lo restituisce in una forma piuttosto
complessa. E’ un blues modulante con intro di piano, tema diatonico ascendente e lontano
dal blues.
Tutte le opere sinfoniche sembrano essere poco interessanti per la stampa. Nello stesso
Stratteman, su Celebration sono riportate solo pochissime informazioni.
Nel testo si dice che la première ci fu il 16 maggio 1972 a Jacksonville in Florida suonata
dall’a Jacksonville Symphony Orchestra diretta da Willie Page e E. ricevette una standing
ovation. La sera stessa gli furono consegnate le chiavi della città. Sempre nello Stratteman
è scritto che questa opera sinfonica fu suonata solo per una seconda volta.
Sappiamo che in Canada a Toronto, nel ’74 per il concerto dedicato ad E., quest’opera fu
diretta da Ron Collier, musicista che aveva già collaborato come arrangiatore con E.
registrata da un’emittente canadese ma dove sono i nastri? Gli Ellingtoniani sono poco
interessati perché è stata composta ma non suonata da >E. e dalla sua orchestra.
La storia che Bragalini ha ricostruito parte nel 1890 a casa di una musicista, Claudia Angle
e sua sorella Mary, insegnante di pianoforte. Nella sua casa si radunano e suonano
musicisti dilettanti. Alla morte di Claudia viene costituita nel 1939 la Jacksonville
Philarmonic Orchestra che nel ’50 diventerà la J. Symphonic Orchestra, diretta dal tedesco
Lanning. Orchestra modesta che dagli anni ’60 si lega alla musica sinfonica, all’opera, ai
light classical music. Ma le cose vanno male e nel ’70 danno per spacciata l’orchestra e
decidono di annullare la stagione. Il nuovo direttore si rifiuta di accettare questo requiem e
ingaggia Willis Page che aveva già diretto le musiche sinfoniche di E.
Hanno questa idea, per i 150 anni della fondazione di J. si decide di proporre un
programma di opere commissionate a grandi compositori. La prima parte operistica
affidata a Carl Heinze Floid e ad una nota cantante sinfonica e la seconda parte affidata
ad E. Abbiamo il programma di sala del ’72 che ci dice che fu presentata non solo due
volte: J. Washington al Kennedy Centre e alla Carnegie Hall a NYC con la direzione di
Willis Page. I giornali locali diedero largo spazio al concerto sancendo la rinascita
dell’orchestra. L’opera fu affidata a Collier che nel passato aveva collaborato in Collage e
alla nota suite del balletto The River curando gli arrangiamenti e nel ’74 dirige Celebration,
da lui arrangiati. E. scrive le parti ma l’orchestratole fu Collier. Nel ’74 E. era in ospedale e
finì The river e Celebration. Il concerto fu ripreso dalla radio di Toronto e B. contatta il dj
che dice che i nastri sono in possesso della moglie di Collier. La partitura è di oltre 20
minuti. Molto interessante con food differenti, il blues, lo spiritual, marce e fanfare, cambi
di tonalità frequenti, un caleidoscopio di suoni.
E’ un’opera frammentaria perché segue la sua struttura letteraria. Seguendo il programma
di sala si possono seguire i vari movimenti dell’opera. Umanizza la cittadina come una
giovane danzatrice, che vai ai parti, che suona il blues, che si sposa. Nel 2007 venne
allestita questa partitura.
HARLEM 1950