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7/11/2018

Lezione 10
BYRON- Dopo un lungo soggiorno in Svizzera Byron va a Venezia, non cercò contatti con gli intellettuali del
tempo. Ebbe contatti con la letteratura, che lesse, ebbe poi una rivelazione che gli diede una scossa: il poema di
Luigi Pulci, fiorito nel ‘400, alla corte dei De’ Medici, “Il Morgante Maggiore”, Orlando alla corte di Carlo
Magno, tradito da Geno di Maganza. Morgante= gigante buono, conosciuto da Orlando durante le sue peripezie,
quando lascia la corte di Carlo Magno. Poema in ottave, prima delle parti, poi pubblicato tutto entro la fine del
’400. Ciò che colpì Byron, fu il metro dell’ottava e il tono del poema.
Morgante è diverso dagli altri: non è serio e nemmeno eroicomico. All’interno dell’opera c’è molta ironia,
perché il Pulci fa il verso ai cantastorie popolari, raccontato in modo distaccato per dilettare il pubblico.
Byron col pulci trova la sua formula; inizia anche lui a scrivere del popolare utilizzando però un tono alto, prova
a rifare ciò che ha fatto Pulci: rime e effetto comico.

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