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RELAZ!ONE !SPETT!VA- P~~CE C.A.S.
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rl La presente relazione viene redatta a seguito di attività ispettiva svolta in
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o data 26 gennaio 2017 in Riace e fa seguito anche ad alcune manifestazioni
z di protesta che sono state poste in essere sia da parte dei migranti ospitati
o nella detta località, sia da parte di alcuni Rappresentanti delle
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Cooperative/ Associazioni attive in Riace nel settore dell'accoglienza.
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Questi ultimi, in particolare, in occasione di una visita in Prefettura
compiuta lo scorso 25 gennaio, hanno lamentato la mancata
corresponsione da parte di questo Ufficio di alcuna forma di
sostentamento economico a far data, in alcuni casi, dal mese di gennaio
2016.

Questa relazione, per scelta degli estensori della stessa, non viene redatta
secondo criteri e formule di stretto criterio burocratico Jamministrativo, se
non per alcune parti, in quanto, con la presente, vuole evidenziarsi e
fornire uno strumento di comprensione del fenomeno "Riace" differente da
quello finora acquisito, e tentare cosi di spiegare non solo quello che viene
fatto (o non fatto) a Riace ma, soprattutto, come viene fatto direttamente
dalle persone (di ogni colore e nazionalità) che ne sono le principali e
dirette protagoniste ...

Riace è un crocchio di case arricciate l'una sull'altra, che si scoprono al


tornante della strada quasi d'improvviso, quasi nascoste, pochi istanti
prima, dai valloni selvaggi delle pendici aspromontane.
Riace è così: si vede e non si vede. Conficcata su un collina della fascia
jonica reggina, segue alcuni paradigmi delle realtà locali vicine, con tutti i
loro difetti (e i loro pregi): la chiusura, la diffidenza, la larvata impudicizia
del bene comune, il senso di abbandono, la povertà. E l'accoglienza.
Perché i paesi della Calabria sono accoglienti, la gente è accogliente.
Memore e affaticata da un (recente) passato di stenti e privazioni, di
assistenzialismo coatto, di soprusi storici e di ignominiose vergogne
'ndranghetiste. A pochi chilometri da Riace regnano fra le famiglie matiose
più potenti e pericolose, oggi attive in Italia e nel resto del mondo.
Riace è inevitabilmente figlia della locride insanguinata, dalla quale non
può separarsi, per radice geografica (inesorabilmente) comune ...

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La strada che sale termina in uno slargo arredato da cartelloni che
richiamano la storia del paese degli ultimi anni e prosegue, poi, in
ulteriore, ripida salita che sembra portare lontano il viaggiatore dalla
realtà stessa di quel posto.
Al bar, che si affaccia sulla strada con la sua veranda stretta, che curva,
seguendo il ciglio della strada, alcuni anziani giocano a carte e osservano
quasi con distacco, meno stupiti dell'arrivo dei visitatori di quanto
potrebbe succedere nella gran parte degli altri paesi intorno, oscuramente
diffidenti, per storia recente.
Riace è invece abituata ai visitatori: migliaia, da tutto il mondo, da anni,
raggiungono il paesino jonico.
Nelle strade, ancora attraversate dai rigori di un inverno particolarmente
freddo, una coppia di anziani coniugi si intrattiene, seduta davanti ad una
barca a vela che solca un mare di onde piene di scritte e colori, con due
brunbini africani, che rispondono alle loro domande e si fanno fare k
coccole.
Le strade del paese sono umide della recente pioggia e strette; le
automobili non ci passano. I rumori, per questo, sono attutiti. Si sentono
le zampe dei gatti che graffiano il selciato e fuggono i passi pesanti dei
viandanti.

La riunione con il Sindaco Lucano e i Rappresentanti delle Associazioni


permette di stilare un rapido cronoprogramma della visita ispettiva.

La scuola

Si comincia dalla scuola, un edificio che ospita un numero cospicuo di


ospiti stranieri, grandi e piccoli, in classi composite, variegate e
multilingue, in un miscuglio di razze, dialetti, diademi e treccine.
In una stanza più grande giocano quattro bambini africani, piccoli, che
guardano i visitatori con occhi sgranati. La stanza, spiega il Sindaco, che
serve oggi da asilo nido, sarà presto sostituita da una struttura
completamente nuova, ormai in fase di avanzata realizzazione, nella vicina
frazione Marina. La giovane, anch'essa di origine africana, che
accompagna amorevolmente i piccoli e li segue nei loro spostamentì, al
tempo del suo arrivo in Italia, ci spiegano, si prostituiva per sopravvivere.
Nelle classi, ai cui muri sono attaccati i manifesti elementari che spiegano
i rudimenti della lingua italiana, troviamo persone del Gambia, del Mali,
della Siria (una coppia di sposi non più giovanissimi e che portano ancora
sul volto i segni della paura), del Pakistan, dell'Africa subsahariana.
Giovani e meno giovani, adolescenti con il loro smartphone e bambini
minuscoli attaccati alle loro madri, impegnate nello studio.
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La pluriclasse, infine, è un tripudio di razze dietro i banchi della scuola.
Due ragazzini di Riace scherzano e scambiano commenti ironici con i loro
coetanei dell'Africa o del vicino Oriente, fino a radunarsi su invito della
maestra per una foto di gruppo. Sono lì tutti insieme, in arrivo da tante
parti del mondo, lontane fra loro.
Di fianco alla scuola, fanno bella mostra due campi di pallavolo e calcetto,
di cui uno sufficientemente grande da permettere partite all'ultimo respiro;
sono occupati dalle facce degli alunni più grandi, pronti a sfidarsi nella
lingua internazionale della palla al centro.
La scuola, ci dice il Sindaco, era chiusa, per carenza di alunni. Adesso è di
nuovo aperta e funziona. Le insegnanti lavorano e percepiscono il loro
onorario.
Una scuola senza bambini è la conclusione ingloriosa di un mondo, un
universo senza futuro. Riace ha una scuola, degli insegnanti, dei ragazzi
che apprendono.

Le case

L'attività ispettiva ci porta in numerose case del paese superiore, nelle


quali entriamo per verificare la presenza degli ospiti, la nazionalità, il
riferimento dell'effettiva appartenenza al CAS, le condizioni di vita,
l'abitabilità delle strutture, le condizioni di sussistenza.
In tutte le abitazioni (comprese quelle di Riace Marina, controllate nel
corso del pomeriggio) incontriamo solo gente del CAS (e non dello SPRAR),
senza alcuna commistione se non in un solo caso e per puro caso, per una
giovane coppia.
D'altra parte, i migranti ospitati a Riace non sono detenuti, hanno la
libertà di muoversi all'interno del paese e, per ragioni banali (problemi di
abitabilità contingente, visita a parenti, emergenze occasicnali), sono liberi
di spostarsi. Pertanto non ci sorprende, in quell'unico caso, di trovare lì
quelle persone che, comunque, dicono di essere in procinto di trasferirsi
nuovamente.
Le case di Riace superiore sono come Riace, piccole, a volte contorte,
arrampicate su se stesse, avvoltolate come chiocciole su una spirale
interna.
Riace è cosi: è un paese dell'entroterra della provincia reggina con tutti i
suoi limiti (ed i suoi pregi). Non vi troviamo (non ce ne sono) ville con
piscina, né sfarzose dimore nobiliari. Vi sono case vecchie ed umili, di
origini umili, ma pulite, ordinate, venate della mescolanza di uomini e
donne di provenienza disparata e che portano in quelle case un piccolo
tocco della terra natia.

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L'ora di pranzo ci spinge a curiosare anche nelle cucine, dove scopriamo
pentole con vari preparati, fra cui spicca il riso, il pollo cucinato in ta.nti
modi, le zuppe. In una bella casa con una splendida veranda (piena di
sole, in quel momento)sulla quale i 4 ragazzi che la abitano hanno
sistemato delle sdraio, troviamo, in una ampia e comoda cucina al
pianterreno, un abile cuoco sahariano che sta preparando delle magnifiche
pizze, una delle quali deve ancora essere infamata. Il tavolo, apparecchiato
ordinatamente, vede già quattro bei piatti colmi di pizza fumante.
I complimenti al cuoco, anche per il delizioso profumo che attraversa la
casa, sono d'obbligo.
Gli ospiti delle case comprano gli alimenti con i loro "bonus", utilizzabili in
Riace e che, come tutti sanno, non hanno corso legale fuori da Riace ...
Ma Riace è così, è un microcosmo strano e composito, che ha inventato un
modo per accogliere e investire sul proprio futuro.
In un'altra casa una giovane ragazza ci riceve seduta sul divano. E' triste:
il marito spiega al mediatore (che ci accompagna) che la propria moglie era
incinta ed ha perso il bambino, da circa un mese. Da allora, non si è
ripresa e non ha voglia neanche più di uscire. Anche se cerchiamo di farle
forL:a, comprendiamo il dramma di una madre che ha perso la possibilità
di diventarlo e che usa i bonus per mangiare, perché non ha altro da
spendere. Sul tavolino di fronte, un crocefisso ed un presepe ci richiam.ano
il Natale appena passato.
Due giovani ragazze, invece, poco lontano, sono impegnate a pulire la loro
casa e ci sorprendono per l'abbigliamento estivo che, nonostante il fresco
ed una leggera pioggerellina, mantengono con baldanza e allegria. Ci
spiegano che l'impegno per assolvere le faccende di casa consente di non
percepire il freddo ...
Scendiamo e risaliamo lungo i vicoli del paese e troviamo case nelle quali
riconosciamo anche alcuni degli alunni della scuola, visti prima. Chi ci
accompagna spiega loro che siamo della Prefettura e tutti ci lasciano
entrare per consentirci di guardare come vivono e cosa fanno.
Pur nella povertà dei mezzi, si scorge sempre una dignità nel modo di
vivere e nel modo di affrontare la vita. Sono persone che cercano un
riscatto, che hanno voglia di dimenticare il passato e che mantengono
l'entusiasmo di poter ricominciare.
Riace è anche questo. E' un paese che ha ricominciato a fare tante Cù$é: ...
Risalendo, nei pressi della scuola, un bellissimo parco giochi invade la
nostra visuale. Non se ne vedono molti così, nei paesi spogli e disadorni
della provincia reggina. Non c'erano bambini in quel momento ma non era
difficile immaginarlo arricchito da decine di facce nere, gialle, bianche e
rosse per il freddo, ma felici per le arrampicate, le cadute, le ginocchia
sbucciate e la voglia, infine di tomare a casa.

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Il Sindaco dice che la sua casa è decisamente peggio di molte di quelle che
ospitano i migranti. Non abbiamo modo di confutare questa osservazione.

Le botteghe
Seguendo i nostri accompagnatori per le VIstte a tutte le abitazioni del
CAS, passiamo davanti ad alcuni esercizi commerciali. Sono le famose
botteghe artigiane di Riace dove si lavora il legno, il vetro, la lana, i tessuti
e molte altre cose. In ognuna di queste troviamo un ragazzo (o una
ragazza) di Riace ed almeno un o una migrante, tutti nelle rispettive
uniformi di lavoro, intenti nelle loro attività quotidiane, frutto di un
apprendimento paziente di mestieri antichi, di una bellezza mai spenta.
Dentro un bugigattolo lungo e stretto, ingombro di giocattoli di legno di
ogni forma e dimensione, troviamo un uomo di mezz'età (ha 50 anni, dice),
che viene dal Kurdistan e, racconta, è arrivato a Riace nel 1998. Ci
spiegano che è uno dei primi stranieri ad essere arrivato a Riace e , da
allora, non se ne è mai andato. Lavora il legno mentre parla, dipinge a
mano una bambolina. Il tocco è preciso, solo un momento si ferma ed ;::) lza
gli occhi, quando gli chiediamo del suo Paese. "Non va benen, dice ... "Non
va benen e ricomincia a dipingere, quasi a voler mantenere il distacco dalle
idee e dai ricordi di un tempo.
I telai di un'altra bottega e le costruzioni di filato che vi si intrecciano
dentro sono splendidi e si scorge chiaro in essi il volto dell'Africa.
Dentro un'altra stanza, ribassata rispetto al piano stradale, una signora
lavora senza alzare la testa. Chiediamo notizie e ci dicono che la signora è
in accoglienza da un po' di tempo (parecchio tempo) .. . ma la figlia è
ammalata di tumore ed è in ospedale. Lei viene mantenuta a Riace ed
accompagnata regolarmente in Ospedale, quando possibile, per visitare la
figlia.
Il Sindaco ci segue adesso durante il giro e si avvicina spingendoci verso
un'ala esterna dell'abitato, che si affaccia d'improvviso su una bellissima
insenatura verde, scavata nella collina di fianco, quasi un anfiteatro
naturale in mezzo a costoni ripidi.
Più in basso, per una estensione di svariate decine di metri, sono stati
realizzati alcuni terrazza.menti ordinati, in cima ai quali si palesa una
specie di aia, con degli asini al pascolo. Servono per la differenziata, ci
spiegano, che viene fatta con il metodo della raccolta porta a porta (a dorso
di mulo), nelle stradine strette di Riace, dove le automobili non passano.
Su quelle terrazze, che digradano sotto gli zoccoli dei muli, sorgono ad
intervalli differenziati delle piccole costruzioni vuote, con un ampio spazio
di terra intomo. Il Sindaco spiega che il progetto che stiamo osservando
prevede la concessione in uso ai migranti di tutte quelle casettine, nelle
quali custodire i propri animali domestici e provvedere quindi alla

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coltivazione, da parte dì ciascuno, di un orto, i cui frutti potranno
approvvigionare le dispense con i prodotti della terra (casomai i bonus non
dovessero bastare).
Riace è anche questo: l'inventiva legata alla tradizione, l'idea di recuperare
spazi per lavorare la terra e sfamare i propri familiari con quello che la
fatica delle mani riesce a realizzare.
Certo, avremmo potuto chiedere al Sindaco maggiori dettagli sul rispetto
delle regole urbanistiche nella realizzazione del progetto e se le casette
fossero state realizzate da ditte iscritte nella white list o individuate con
manifestazione d'interesse aperta almeno a 5 concorrenti, ovvero se le
dimensioni dei terrazzamenti fosse rispondenti a quelle previste dalla legge
agraria del 1982 ...
Ma eravamo lì per l'ispezione ai CAS e . . . non potev::~T!lo ve!!i!'e !!leno
all'incarico che ci era stato affidato.
11 lungo giro ispettivo si conclude pertanto con la visita di altre due case,
dove si accerta la presenza dei legittimi occupanti e si verifica la
funzionalità dell'abitazione ed il grado di soddisfazione degli stessi fruitori.

L'attività di controllo prosegue più tardi nella parte Marina del Comune,
prima presso la sede di alcune associazioni, dove ci vengono forniti
ragguagli sulle attività quotidiane svolte e sull'organizzazione dei servizi e
dei turni di lavoro, quindi, presso le abitazioni.
La frazione Marina differisce dalla sede storica Superiore per la chiara
impronta urbanistica e per l'anonimato dei palazzi all'interno dei quali
alcuni appartamenti sono stati concessi in uso ai migranti.
Ognuno di questi, constatiamo, sia esso sganciato da nuclei familiari o
meno, usufruisce di appartamentini tenuti discretamente ed in discreto
ordine, alcuni dei quali prossimi al mare, altri posti nel1a fasda
immediatamente più a monte.
Mentre le casette della frazione Superiore mostrano, come dette, i s.egni
dell'usura che tutte le case di tutti i Centri storici dei vecchi paesi hanno,
quelle della Marina spariscono all'interno di casermoni in cemento, le cui
facciate 111-ostrano, in alcuni punti, l'incuria e la scarsa considerazione
dell'estetica, in altri, l'insipienza caratteristica dei nuovi fabbricati. ·
Solo all'ingresso di uno di questi, proprio all'inizio delle scale di accesso
allo stabile, notiamo e facciamo notare dei quadri elettrici privi di
protezione, con dei fili a vista e segnaliamo il caso anche perché
nell'appartamento al primo piano sappiamo esserci una famigliola con due
bambini piccoli. La casa dove questi abitano, verifichiamo, è comunque
accogliente e pulita e la cameretta del bimbo è colorata con i pastelli tenui
e delicati che ogni stanza di bambino dovrebbe avere.
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I fili elettrici però sono pericolosi, come quello di una struttura che
abbiamo visitato di recente in altro Comune, dove la corrente per tutti gli
ospiti è assicurata solo per poche ore al giomo e grazie ad un unico filo,
che passa come un serpente oblungo in mezzo alle brandine, li dove i
ragazzi dormono.
All'intemo della casa dove vive questa famiglia, invece, a Riace Marina,
non ci sono fili elettrici a vista, se non nel sottoscala, appena all'ingresso
del palazzo.
L'ispezione si conclude nel tardo pomeriggio.

Considerazioni finali

Le ragioni che hanno spinto ad abbandonare il tono strettamente


burocratico e trasmettere uno spaccato della vita quotidiana in Riace,
risiedono nella avvertita necessità di raccontare la storia dell'immigrazione
del borgo divenuto famoso prima per i Bronzi e poi per l'impegno del
Sindaco Lucano.
Questi è un uomo che ha dedicato all'accoglienza buona parte della
propria vita, combattendo battaglie personali e raccogliendo
riconoscimenti internazionali di assoluto prestigio.
Vive in una realtà ricostruita, che non appartiene alla storia del paese ma
che ha realizzato mattone su mattone, con fatica ed impegno.
L'evolversi dell'esperienza ha comportato difficoltà-ulteriori, probabilmente
non previste ed ha reso impossibile, presumibilmente, un controllo ferreo
di tutte le attività svolte.
Ciò ha evidenziato le pecche del sistema, individuate in precedenti
relazioni, che denotano la necessità imprP-scindjbile di attuare dP.gli
opportuni ed immediati mezzi correttivi.
Auspicabilmente con una azione sinergica di supporto che possa
permettere di mantenere e migliorare gli standard di efficienza, sicurezza e
legalità che la normativa di settore richiede.
Si ritiene, per concludere, che l'esperienza di Riace sia importante per la
Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far
parlare bene di questa Regione.
Si precisa, peraltro, che il Sindaco Lucano ha sempre fornito una
importante collaborazione a questa Prefettura in occasione degli sbarchi
degli ultimi tempi, assicurando l'ospitalità che molti altri Centri della
provincia avevano prima denegato ed intervenendo spesso con propri
mediatori linguistico/culturali in situazioni critiche, al medesimo
rappresentate.

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La circostanza che i pagamenti per il sistema Riace siano stati bloccati da
circa un anno ha comportato difficoltà considerevoli per chi ancora oggi
permette che lo stesso sistema possa proseguire.
Si ritiene, pertanto, che debba essere corrisposto immediatamente un
acconto sul complessivo, nelle more delle verifiche e degli adeguamenti
strutturali e gestionali che sono stati efo verranno segnalati al Sindaco,
anche da parte degli Uffici ministeriali competenti.
Ciò permetterà, quantomeno fino alla decadenza naturale dali 'incarico del
Sindaco Lucano, che avverrà fra circa due anni, la prosecuzione di una
esperienza che rappresenta un modello di accoglienza, studiato (come
fenomeno) in molte parti del mondo.

Si allega documentazione fotografica.

Dr.ssa Alessandra BARBARO

Dr.ssa Maria Carmela MARAZZITA

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