0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
8 visualizzazioni5 pagine
Un poemetto sulla vita e la storia personale e politica di Charles Edward Stuard (1720-1788), meglio noto come 'Bonnie Prince Charlie', eroe dell'insurrezione giacobita del 1745 - ultimo, disperato tentativo di ottenere l'indipendenza della Scozia dal giogo della Corona Britannica.
Un poemetto sulla vita e la storia personale e politica di Charles Edward Stuard (1720-1788), meglio noto come 'Bonnie Prince Charlie', eroe dell'insurrezione giacobita del 1745 - ultimo, disperato tentativo di ottenere l'indipendenza della Scozia dal giogo della Corona Britannica.
Un poemetto sulla vita e la storia personale e politica di Charles Edward Stuard (1720-1788), meglio noto come 'Bonnie Prince Charlie', eroe dell'insurrezione giacobita del 1745 - ultimo, disperato tentativo di ottenere l'indipendenza della Scozia dal giogo della Corona Britannica.
Anche questa è per Dijana Laggiù, nella stanza del lungo esilio Una Regina lascia andare la mano di suo figlio Dalla scacchiera il Re cade in pezzi E un Principe abbandona la sua storia
Solo un anno — no,
Cento vite e cento morti,
E maledetto sia chi mal ne pensa Nella terra senza nome dei tuoi avi Il silenzio sferza la valle che ti attende
Appena il dolore di un momento,
“Solo un attimo e passa tutto” È una lama che ti trapassa più è più volte — Eppure sei ancora vivo
Liquido ambrato nel tuo bicchiere
Brucia, ma mai quanto le accuse La notte cade silenziosa ai tuoi piedi Nel luccichio del loch chiami i fantasmi per nome
La lealtà ti avvolge — caldo, buio mantello
Di lacrime che cadono non viste Tra le ceneri della tua croce in fiamme Brucia il riflesso di un ragazzo
Solo tu che corri nel sole,
Lo stendardo si gonfia al vento Paura è un sapore sconosciuto in bocca Mentre i ranghi si serrano davanti a te
È il canto che si alza nella notte stellata,
Il lamento della cornamusa Tornerai, un giorno tornerai tra loro Gabbiano dalle ali che svaniscono nel sole
E laveranno le tue ferite, le mani striate di sangue
Di nuovo figlio, di nuovo scintilla E tornerà la giovinezza, tornerà la vita Nelle tue agili gambe di ragazzo
Una vita intera solo per alzare il sipario
Una vita intera solo per attendere la vita Vincere o morire, prendere o lasciare Nient’altro che la morte può salvarti, ora Dio, il tuo diritto e il tuo regno La tua storia che ti sfugge tra le dita Hai sempre giocato secondo le regole Solo per vederli issare il patibolo
L’offesa a cui volti le spalle,
La crudeltà e l’ignoranza Non sono che il dolore vuoto di un palazzo Senza insegne né inchini
Lealtà e tradimento, dovere e volontà
Giurare, spergiurare, mantenere la parola Odiare e perdonare E forse dimenticare
E poi per un attimo, solo per un attimo
Hai creduto di sentirla — Compassione, dimenticanza, Foss’anche oblio
Hai creduto di toccarla
Mentre toccavi il suo viso Hai creduto di inspirarla Mentre sfioravi le sue labbra
Hai creduto di morire,
Ma non è mai successo Hai creduto di tornare a casa, Ma non sei mai arrivato
In piedi sul ponte,
Nel sole d’estate che spazza via coscienze Il dolore muore come un urlo in gola E si scioglie nell’acqua sotto di te
L’arazzo è completo, il colore prescelto;
Alla fiamma della candela La lunga notte non fa più paura Dell’alba incastonata nel tuo ricordo
Gelido metallo, la stretta della sua mano
Qualcuno che ti solleva sopra l’acqua Uno, due, tre motivi per vivere E nemmeno uno per morire
La nuvola striata, luce tra i capelli
Verde che acceca e la tua collina in lontananza La serpe cristallina brilla tra l’erica Porpora e rosso, la bandiera si spiega Niente indugio, né colpa — le parole che lui ti disse Aleggiano sopra te come una preghiera Nel fodero della spada, soltanto la tua storia Scarna e cruda, nuda e sola
Come te
È ora di andare, e infine lo sai
È tempo di tornare — infine sei qui È strano, non hai mai atteso altro Ma neanche un giorno è trascorso da allora
Laggiù, sulla prua, il tempo si ferma
Per gli occhi giovani che danzavano di piacere La colpa, solo traslucida pelle che abbandoni Dietro passi di nuovo leggeri
E lei — Lei ha i tuoi occhi, Ma nulla del tuo dolore Se non ciò che tu stesso le hai insegnato
Laggiù, nella stanza del lungo esilio
Un Principe lascia andare la mano di sua figlia La sua vela è già lontana E gli uomini in silenzio aspettano