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se il liquido invece è a temperatura inferiore al solido, a causa di drastiche condizioni di sottoraffreddamento si ha una
crescita di tipo «dendritico»: prima si sviluppa una specie di scheletro arborescente formato da rami da cui si
dipartono altri rami.
La crescita dendritica è molto comune nei casi di metalli e leghe di fabbricazione corrente a causa della presenza di
impurezze, ed è caratterizzata dal fenomeno della segregazione, ovvero il materiale che solidifica successivamente ha
composizione variabile
Ne risulta una struttura policristallina, dove si trova un cristallo per ciascun nucleo preesistente, chiamato grano.
Le superfici di contatto tra i vari grani vengono chiamati bordi.
• Soluzioni solide interstiziali: gli atomi di soluto, di dimensioni inferiori a quelle del solvente, vanno ad
occupare interstizi tra gli atomi del cristallo primitivo
Fenomeni di diffusione:
• Nelle soluzioni solide interstiziali (diffusione del carbonio nel ferro) si tratta del salto di un atomo da una
posizione interstiziale a una di quelle adiacenti
• TRASFORMAZIONI POLIMORFE: avvengono quando per un metallo o una lega allo stato solido esistono due o
più forme cristalline possibili o «fasi polimorfiche».
tali trasformazioni sono dipendenti essenzialmente dalla temperatura.
Esempio: il ferro puro esiste in varie modificazioni allotropiche
All’aumentare della temperatura e della permanenza i grani più piccoli tendono a coalescere ingrossandosi.
La dimensione del grano influenza fortemente le proprietà meccaniche e in particolare la possibilità di subire
deformazioni plastiche
CENNI SULLA TEORIA DELLE DISLOCAZIONI
DEFORMAZIONE DEI RETICOLI CRISTALLINI
Un corpo cristallino soggetto a sforzo può subire deformazioni di tipo
• Elastico: sono distorsioni del reticolo cristallino che si annullano all’annullarsi degli sforzi applicati
• Plastico: scorrimenti o geminazioni sono deformazioni permanenti
Gli scorrimenti avvengono in via preferenziale dove si hanno minimi sforzi e massima deformabilità, ovvero in
quei piani caratterizzati da elevata densità atomica, dove si hanno distanze minime tra atomi ma distanze
massime tra i piani
DEFINIZIONE E TIPI DI DISLOCAZIONI
Sperimentalmente si ha una discrepanza tra i valori teorici di sforzo da applicare per ottenere una certa
deformazione e quelli ottenuti realmente
La teoria delle dislocazioni rende ragione di questa discrepanza attribuendo al movimento di un difetto lineare
(dislocazione) la deformazione plastica
Lo scorrimento ha inizio in una regione localizzata del reticolo cristallino e poi gradualmente prosegue nel resto
del piano di scorrimento. Tale piano di scorrimento si divide in due regioni, quella che ha subito lo scorrimento
e quella che non l’ha subito. Le strutture reticolari sono quindi dislocate e di conseguenza il limite sul piano di
scorrimento fra queste zone è detto linea di dislocazione
• Rafforzamento per incrudimento: si ottiene sottoponendo il materiale ad una lavorazione plastica a freddo
finalizzata all’ottenimento di nuove dislocazioni in grado di ostacolare il moto di quelle preesistenti
• Rafforzamento per affinamento del grano: i bordi di grano sono degli ostacoli per le dislocazioni, perché
distruggono la continuità del cristallo. Quindi più bordi grano ci sono (o quanto più piccole sono le
dimensioni del grano), tanto più difficile risulta la deformazione plastica del materiale
• Rafforzamento per alligazione: si attua mediante l’immissione di un soluto i cui atomi, deformando il
reticolo del solvente, interagiscono con le dislocazioni preesistenti ostacolandone il moto
• Rafforzamento da particelle deformabili: l’incremento di resistenza alla deformazione plastica è dovuto
alla formazione di precipitati che deformano il reticolo cristallino e oppongono maggiore resistenza al
movimento delle dislocazioni rispetto alla matrice a si lasciano attraversare da esse
Caso concreto di due metalli miscibili completamente allo stato liquido e parzialmente
miscibili allo stato solido. Per definire la composizione chimica
media del sistema è necessario fissare due variabili: composizione e
temperatura.
Divisa la distanza tra i due punti che rappresentano le fasi in due segmenti a destra e a sinistra del baricentro,
le quantità delle due fasi sono rispettivamente proporzionali ai segmenti opposti
INTRODUZIONE AI DIAGRAMMI DI STATO DELLE LEGHE BINARIE
• Fase liquida
• Fase Fe3C
Costituenti strutturali:
• Ferrite: costituita da cristalli di ferro α che contengono in soluzione una piccolissima percentuale di carbonio
La lega «II» con C< 0,77 a temperatura generica di 1000°C è costituita dal solo ferro
γ. Procedendo nel raffreddamento incontra la linea GS dove inizia la trasformazione
γ- α con la separazione del primo cristallo di ferrite. Proseguendo continua a
separarsi la ferrite arricchendosi in C, fino ad incontrare la linea PS: a questo punto si
ha ferrite e austenite con C=0,77%. A questo punto tutta questa austenite si
trasforma in perlite e ferrite (primaria)