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La direzione di ogni intervento dovrebbe essere volta a trasformare l’OPG: DA CARCERE A COMUNITA’
TERAPEUTICA. Questo lo slogan iniziale.
C’è in cantiere una nuova struttura regionale più di tipo sanitario che detentivo: a Castelfranco Emilia.
Intervento sulla storia degli OPG in Italia. A Reggio il manicomio criminale è stato aperto nel 1888… c’è
una certa tradizione!
1939/1955 – Castiglione da ospedale diventa manicomio criminale in convenzione.
1975 – L.354/75 che ribadisce la natura penitenziaria degli OPG.
1978 – la riforma psichiatrica non tocca gli OPG.
2006 – ipotesi di superamento degli OPG.
2010 – commissione Marino in visita agli OPG.
Ribadisce che l’OPG di Reggio non è un ospedale ma un carcere, le celle sono nate per essere singole,
difficoltà ambientali (temperatura e igiene), progettato per 131 posti.
Come percorsi di uscita si presentano come buone prassi Sadurano/Cà Zacchera e gli appartamenti di RE a
detenzione ridotta.
Il passaggio alle ASL è stato positivo, ma dover far riferimento a due direzioni è un problema reale.
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Il meccanismo delle proroghe è terribile. Bisogna considerare che un detenuto in carcere ha un fine pena
certo (una data), un internato in opg no (quando la pericolosità sociale scompare).
Considerando una permanenza minima di 2 anni e una massima di 10 anni, a volte si fanno progetti
riabilitativi buoni per chi deve scontare pene più lunghe. Chi ha una permanenza breve da scontare… bè,
si fa tutto carcere e stop.
Se non c’è un progetto sull’internato, se non è mai stato sperimentato in contesti meno contenitivi
esterni… il magistrato difficilmente potrà valutare la cessazione della pericolosità sociale.
Per i detenuti extracomunitari senza riferimenti sul territorio esiste un problema serio, non c’è alcuna
progettualità.
Giuseppe Nese – Forum Nazionale per la tutela dei diritti dei detenuti
Bisogna dimettere le persone che non dovrebbero essere più in OPG! L’unico luogo in cui si può realizzare
la salute di una persona è la sua comunità.
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Michele Pennino – Napoli
Abbiamo un massimo di 120 posti, non usiamo letti a castello. Abbiamo stanze singole o da 4 (che
considerando il sovraffollamento a volte diventano da 5). I letti e le lenzuola sono gli stessi di tutti gli
ospedali di Napoli, siamo entrati nel circuito forniture ASL.
31 internati in proroga
15 con più di 5 proroghe
1 con 28 proroghe (dopo 23 anni di OPG è in lista di attesa dai servizi sociali, doveva fare 2 anni)
Abbiamo cercato di facilitare l’ingresso delle persone in istituto: volontariato e caritativo.
Nel 2010 abbiamo ridotto le contenzioni a 1 soltanto, di poche ora (una stanza di decompressione, non il
letto di contenzione).
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