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INSTITUTO DE IDIOMAS DE SEVILLA

PRUEBA DE ITALIANO B1 – Duración 150 min.


INSTITUTO DE IDIOMAS

Apellidos: D.N.I.:
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Espacio reservado al corrector
COMPRENSIÓN DE LECTURA: /10 NOTA FINAL
COMPRENSIÓN AUDITIVA: /10 /10
EXPRESIÓN ESCRITA: /10

C.S.1. Leggi il testo e rispondi alle domande:

Ho trovato al secondo piano la targa che cercavo: Oddenino Gallo. Dunque sorelle della madre, non del padre: o forse
zie alla lontana, o nel senso vago del termine. Sono venute ad aprirmi tutte e due, ed al primo sguardo ho notato fra
loro quella falsa rassomiglianza che spesso e assurdamente ravvisiamo fra due persone, per quanto diverse, che
veniamo a conoscere nella stessa sorte ed allo stesso tempo. No, in realtà non si rassomigliavano molto: nulla al di là
di un’indefinibile aria di famiglia, dell’ossatura solida e della decorosa modestia delle vesti. Una aveva i capelli bianchi,
l’altra castani scuri. Tinti? No, non tinti: da vicino si distinguevano alcuni pochi fili bianchi sulle tempie che facevano
fede. Hanno ritirato il pacco, mi hanno ringraziato e mi hanno fatto sedere su un piccolo divano a due posti, piuttosto
consunto e di una forma che non avevo mai visto: quasi diviso in due da una strozzatura, e con le due metà disposte
fra loro ad angolo retto. Sull’altro posto del divano si è seduta la sorella castana; la sorella bianca, su una poltroncina
di fronte «Permette che apra la lettera? Sa, Tino scrive così poco… eh già, infatti, guardi qua: “Carissime zie,
approfitto della cortesia di un amico per farvi pervenire questo regalino, saluti affettuosi e baci da chi sempre vi
ricorda, e sono il vostro Tino”, punto e basta. Non gli viene il mal di testa di sicuro. Così lei è un suo amico, non è
vero?». Le ho spiegato che proprio amico no, se non altro per la differenza di età, ma ci eravamo trovati in quei paesi
lontani, avevamo passato insieme tante sere, insomma ci eravamo fatta buona compagnia, e lui mi aveva raccontato
molte cose interessanti. Ho colto un rapido sguardo della sorella bianca alla sorella bruna «Davvero?» ha risposto
questa. «Sa, con noi parla così poco…». Ho cercato di rimediare al fallo: laggiù svaghi ce n’erano pochi, anzi nessuno,
e a trovarsi fra due italiani in mezzo a tanti forestieri veniva naturale di parlare. Del resto, lui mi raccontava quasi
soltanto del suo lavoro. Come è buona usanza, cercavo di rivolgermi volta a volta ad entrambe le donne, ma non era
facile. La zia bianca raramente puntava lo sguardo verso di me; per lo più guardava in terra, oppure, anche se io mi
volgevo verso di lei, teneva gli occhi fissi in quelli della sorella bruna; le poche volte che prendeva la parola, si
rivolgeva alla sorella, come se lei parlasse una lingua che io non avrei potuto capire, e la bruna dovesse fare da
interprete. Quando invece era la bruna a parlare, la bianca la guardava fissamente col busto leggermente piegato
verso di lei, come se la volesse sorvegliare e stesse pronta a coglierla in difetto. La bruna era loquace e di umore
gaio: in breve ho saputo molto di lei, che era vedova senza figli, che aveva sessantatré anni e la sorella sessantasei,
che si chiamava Teresa, e la bianca Mentina che voleva dire Clementina; che il suo povero marito era stato motorista
abilitato nella marina mercantile, ma poi al tempo di guerra l’avevano imbarcato sui caccia ed era sparito
nell’Adriatico, al principio del ’43, proprio l’anno che era nato Tino. Erano appena sposati; invece Mentina non si era
mai sposata.

a Lo zio di Tino.
Chi è il narratore del b Il fratello delle due anziane signore.
1
racconto? c Il nipote delle due anziane signore.
d Un amico di Tino.
a Il nipote del narratore e fratello delle due anziane signore.
b Il figlio di una delle anziane signore e amico del narratore.
2 Chi è Tino?
c Un amico del narratore e nipote delle due anziane signore.
d Il figlio del narratore e amico delle due anziane signore.
a entrambe i capelli tinti.
Le due anziane signore b la bianca i capelli tinti, la bruna naturali.
3 hanno: c entrambe i capelli di colore naturale.
la bruna i capelli tinti, la bianca naturali.
d
Da che cosa il narratore a Dal cognome sulla porta, che non è lo stesso di Tino.
capisce che sono «sorelle b Dal fatto che abitano al secondo piano.
4
della madre, non del padre» c Dal fatto che sono sorelle.
di Tino? d Dal fatto che non somigliano a Tino.
a in Sudamerica.
Tino vive: b nella città delle due zie, ma non va mai a trovarle.
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c in Italia, ma non nella città delle zie.
d in un paese straniero di cui non è specificato il nome.
a sono sue lontane parenti.
Il narratore si reca dalle due b sono parenti di un suo amico e porta loro un regalo da parte di costui.
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donne perché: c sta eseguendo un lavoro per un suo superiore.
d ama chiacchierare con le vecchiette.
Che cosa vuol dire, secondo a Onesta modernità.
te, l’espressione «decorosa b Eccessiva trascuratezza.
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modestia»? c Semplicità dignitosa.
d Grande povertà.
a si somigliano moltissimo.
Secondo il narratore, le due
b sembrano somigliarsi, ma non è proprio così.
8 sorelle:
c non si somigliano affatto.
d sembrano non somigliarsi, ma sono quasi identiche.
a Teresa, che ha 66 anni.
Chi è la più anziana delle due b Nessuna, perché sono gemelle.
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donne? c Mentina, che ha 66 anni
d Teresa, che ha 63 anni.
Come si comporta con il a Considera la sorella come un’interprete tra lei e l’uomo.
visitatore la donna dai capelli b Si vergogna perché non ha più i denti, e dunque non parla.
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bianchi? c Non lo comprende quando parla.
d È adirata col nipote e, quindi, anche con l’amico di lui.
a Come i sordi.
Che cosa vuol dire l’avverbio b Esageratamente.
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assurdamente? c In modo sbagliato.
d Contrariamente a ogni motivo razionale.
a Teresa è la sorella bruna.
Quale delle seguenti b Mentina è stata sposata, ma non ha avuto figli.
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affermazioni è vera? c La sorella bruna parla poco ed è sempre triste.
d La sorella più giovane non si è mai sposata.
a Durante la 1ª guerra mondiale.
Quando è morto il marito di
b Durante la 2ª guerra mondiale: negli anni ‘40.
13 Teresa?
c Alla fine dell’Ottocento.
d Durante la 2ª guerra mondiale: negli anni ‘30.

C.S.2. Leggi il testo e segna con una crocetta le informazioni che sono presenti:

A Roma il traffico era caotico e le strade sempre affollate. Disordinata e colorata, era una vera metropoli cosmopolita
dove si potevano ascoltare le lingue e i dialetti più strani ed "esotici". Dove viveva questa folla immensa? C'erano due
tipi principali di abitazione, la domus (residenza signorile) e l'insula (grandi caseggiati a più piani con appartamenti in
affitto), per un totale di 1790 domus e 44.300 insulae. I più ricchi possedevano anche gli horti, vaste proprietà
periferiche caratterizzate da enormi giardini, e le ville, costruite al di fuori dell'area urbana. Tuttavia il problema degli
alloggi era gravissimo perché gli abitanti erano troppo numerosi e lo spazio disponibile insufficiente: lo scrittore
Vitruvio (I secolo d.C.) scrive che "i cittadini sono così numerosi che bisogna costruire dappertutto le abitazioni". Di
conseguenza, la speculazione edilizia era cosa normale e gli affitti altissimi, magari per dormire in appartamenti
piccoli, sporchi e senza luce. La domus era l'abitazione delle persone benestanti. Di solito era occupata da una sola
famiglia ed era a un unico piano (il pianterreno), con numerosi ambienti destinati ciascuno ad un uso specifico.
Fornita di tutte le comodità (compresa l'acqua corrente), con stanze ricoperte di affreschi e un bel giardino interno: la
vita nelle domus era molto piacevole. Soprattutto gli abitanti potevano dormire, perché esse erano in genere costruite
lontano dai quartieri più affollati e rumorosi: il rumore accompagnava infatti, notte e giorno, chi invece viveva
nelle insulae, i palazzi a più piani nei quali abitava la maggior parte della popolazione di Roma. Ma non era solo il
traffico a togliere il sonno. Inoltre, nelle insulae non c'era acqua corrente negli appartamenti e quindi non
c'erano servizi igienici. I romani, perciò, si lavavano nei bagni pubblici e alle terme. Quanto ai rifiuti, li gettavano
senza problemi dalle finestre, soprattutto di notte. Camminare di notte per le strade della città era perciò molto
pericoloso, non solo perché erano buie e si potevano incontrare dei malintenzionati, ma soprattutto per quello che
poteva cadere giù dalle finestre delle insulae. Questi palazzi a cinque-sei piani, creati per fare fronte alla popolazione
in continuo aumento, erano spessissimo delle vere trappole. Costruiti da imprenditori disonesti, che usavano materiali
edilizi di scarsa qualità, e amministrati da proprietari che pensavano solo ad arricchirsi grazie agli affitti altissimi,
avevano anche altri due inconvenienti: i crolli e gli incendi. Infatti solitamente i palazzi erano troppo alti rispetto al
perimetro di base, e i muri maestri non superavano i 45 cm di spessore: vedersi crollare la casa sulla testa era una
delle esperienze più temute dagli inquilini, e una delle più probabili. Un altro incubo dei romani erano gli incendi. In
caso di incendio, chi abitava ai piani superiori non aveva possibilità di scampo: i vigili del fuoco non erano in grado di
far arrivare l'acqua oltre il secondo piano. Città invivibile? Può darsi. Ma, per dirla con Marziale, “Dea del mondo e
delle genti, Roma, cui nulla è pari e nulla è secondo”.

sì no
14 In epoca imperiale la città di Roma aveva una popolazione che raggiungeva quasi il milione di abitanti. a b
15 La maggior parte della popolazione romana, per problemi di spazio, era costretta a vivere nelle insulae. a b
16 Le insulae erano edifici a più piani in cui con estrema frequenza scoppiavano degli incendi. a b
17 Nelle domus era possibile dormire e nelle insule si poteva morire di insonnia perché le domus erano nel a b
centro della città, mentre le insulae si trovavano nelle periferie rumorose.
18 L'acqua corrente arrivava anche nelle insulae, ma solo in quelle signorili e solo al pianterreno. a b
19 Durante la notte, passeggiare per le strade della città era rischioso perché, tra le altre ragioni, non si a b
vedeva niente.
20 Durante un incendio chi viveva agli ultimi piani delle insulae rischiava di morire bruciato. a b
21 Le insulae crollavano anche a causa della scarsa qualità dei materiali edilizi a b
22 Durante un incendio i romani dovevano restare in silenzio ad aspettare che passasse. a b

CO1. LA REGGIA DI CARDITELLO

c'era lo stemma dei Borboni A


23 In cima al cancello della Reggia c'era la corona Sabauda B
Non c’è mai stato niente C
Fortemente custodita e nessuno ci può entrare. A
24 La Reggia è Aperta ai cittadini che la possono visitare il Sabato. B
Chiusa ai cittadini, ma spesso “visitata” dai ladri. C
Chiusa da quasi 30 anni A
25 La Reggia è Chiusa ma viene aperta in occasione di qualche festività locale. B
aperta al pubblico da più di 30 anni. C
Fortunatamente si conserva in gran parte. A
26 Il contenuto della Reggia È passato quasi tutto al mercato clandestino di opere d’arte. B
Si conserva ma mancano i camini, i marmi e soprattutto gli stucchi. C
chiusa da Ferdinando di Borbone A
27 La Reggia è stata costruita per volontà di Ferdinando di Borbone. B
ampliata sotto il dominio di Ferdinando di Borbone. C
acquistata all'asta dal Consorzio Pubblico A
28 La Reggia adesso è stata Acquistata all’asta per 15 milioni. B
messa all’asta perché il Consorzio Pubblico non ha soldi per mantenerla. C
delle azioni legali contro la vendita. A
Il sindaco di San Tammaro ha
29 uno sciopero della fame come protesta. B
iniziato
Una raccolta di fondi per comprare la Reggia C
Il coinvolgimento della Regione Campania nella gestione della A
Reggia.
30 Il sindaco di San Tammaro chiede
Protezione contro la Camorra. B
Che i rifiuti di Napoli vengano ritirati dai dintorni della Reggia C
Un gruppo di volontari, tra cui Tommaso che fa il giardiniere A
Adesso si occupa della
31 Un gruppo di volontari che percepiscono un piccolo stipendio dal Comune B
Reggia
Un gruppo di volontari, tra cui Tommaso che leva i rifiuti intorno alla Reggia C
CO2. Islanda
V F

32 Sull’isola il gruppo affitta una macchina. A B

33 Hanno molto tempo per visitare l’isola. A B

34 Reykjàvik è la capitale più fredda del mondo. A B


35 Hanno avuto da poco informazioni sul clima di Reykjàvik. A B
36 Sembra che si stia avvicinando un temporale. A B
37 I turisti in Islanda imparano a controllare di continuo le condizioni meteorologiche. A B
38 Sul traghetto il gruppo di turisti è preoccupato per il tempo. A B
39 La regione di Nord-Ovest è una nota meta turistica. A B
40 Nella regione nordoccidentale dell’Islanda ci sono poche piante. A B
41 Il paesaggio nelle zone della regione di Nord-Ovest è molto vario. A B
42 Il gruppo deve interrompere il giro a causa della nebbia e fare una sosta. A B
43 Il lago Vatnajòkull è in parte coperto di ghiaccio. A B
44 A Gùllfoss hanno costruito un’enorme diga. A B
45 Gùllfoss è nota perché ci vive da tempo una contadina molto famosa. A B

P.S.1. - Hai ricevuto questa e-mail. Rispondi. (Devi scrivere dalle 100 alle 120 parole)

Cara Luisa,
non ho tue notizie da tre mesi, come stai? Che cosa pensi di fare per le vacanze invernali? Perché non vieni a trovarmi a
Firenze! Ci sono tante cose che possiamo fare insieme! Possiamo andare al cinema, a teatro, in giro per la città ...
Scrivimi presto. Baci,
Lucia
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P.S.2. Parla al tuo migliore amico di una persona che hai conosciuto da poco e descriviglielo.
(Devi scrivere dalle 120 alle 150 parole)

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