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Dottorato di Ricerca in
Metodi e Tecnologie per il Monitoraggio Ambientale
XV Ciclo
Candidato: Relatori:
Marcello Zolezzi Prof. Ing. Mauro Rovatti
a.a. 2001/2002
Indice
Abstract 4
1. Introduzione 5
2. Le fonti rinnovabili di energia 7
2.1 Cronologia mondiale 8
2.2 L’Unione europea 10
2.3 La situazione italiana 11
3. La biomassa 14
3.1 Principali ostacoli alla diffusione delle bioenergie 17
3.2 Principali tecnologie per la conversione energetica delle
biomasse 18
3.3 Modellare lo sfruttamento energetico delle biomasse 29
3.4 Un approccio ‘multicriterio’ 52
4. Obiettivi della ricerca 55
5. Il Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS) 56
5.1 Il contesto della ricerca 56
5.2 La struttura del DSS 59
5.2.1 GIS 59
5.2.2 Database 60
5.2.3 Modulo di ottimizzazione 61
5.2.4 Interfaccia 61
6. Il modello di ottimizzazione 64
6.1 Le variabili decisionali 64
6.2 La funzione obiettivo 65
6.3 I vincoli del problema 70
6.4 Struttura del problema di ottimizzazione 73
7. Caso di studio 74
7.1 La politica energetica ambientale della Regione Liguria 74
7.2 La Val Bormida 75
7.2.1 Quantificazione della biomassa forestale disponibile in
Val Bormida 77
7.2.2 Analisi dei consumi energetici della Val Bormida 79
7.2.3 Analisi e caratterizzazione delle biomasse presenti 80
7.2.4 Gli impianti per la produzione di energia 83
7.2.5 Stima delle caratteristiche della raccolta 84
7.2.6 Valutazione del trasporto della biomassa 86
7.2.7 Scelta delle possibili locazioni degli impianti 86
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Abstract
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
1. Introduzione
Il presente lavoro si colloca nel contesto attuale della ricerca e dello sviluppo di
tecniche e modelli in grado di supportare, guidare ed indirizzare le politiche di
pianificazione dello sviluppo ambientalmente compatibile della produzione di
energia da biomasse (bioenergia). Numerosi studi in letteratura, dal modello
MARKAL, sviluppato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ed
opportunamente modificato per tener conto degli impatti e dei benefici
ambientali legati alla bioenergia, ai modelli multicriterio sviluppati nell’ambito
del Programma Joule della Commissione Europea, sono stati sviluppati da
altrettanti importanti istituti internazionali di ricerca, e la loro importanza
comincia ad essere compresa dalle autorità pubbliche e dai progettisti.
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Nel grafico successivo (figura 2.1) si può vedere come ancora nell’anno 2020 le
fonti rinnovabili di energia occuperanno un ruolo meno che marginale:
Earth (…). The need for a steady transition to a broader and more sustainable
mix of energy sources is beginning to be accepted. Renewable energy sources
can contribute substantially to this (…). The Commission believes that every
effort should be made to develop the potential for renewable energy, which
should form the foundation of the global energy structure for the 21st century’
(WCED, 1987).
Cinque anni dopo Rio, nella 19a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite (Rio+5), tenutasi a New York nel giugno del 1997, i governi hanno
esaminato i progressi effettuati nell’attuazione degli impegni di Rio. Rio+5
aveva i seguenti obiettivi:
- Rivitalizzare l’impegno per lo sviluppo sostenibile;
- Riconoscere con franchezza gli errori e le mancanze ed individuarne le
cause;
- Identificare i traguardi raggiunti;
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Già nel 1996, con il Libro Verde sulle energie rinnovabili (EC, 1996) era stato
proposto un programma di incremento dell’approvvigionamento comunitario
mediante fonti rinnovabili. L’anno successivo, con l’emanazione del Libro
Bianco sulle fonti rinnovabili (EC, 1997) l’Unione Europea aveva fissato come
obiettivo minimo da perseguire entro il 2010 il raddoppio del contributo
percentuale delle fonti energetiche rinnovabili al soddisfacimento del
fabbisogno energetico comunitario (dal 6% del 1996, anno di pubblicazione del
Libro Verde della Comunità Europea, al 12% del 2010).
Solamente nel luglio del 2001 l’Unione europea ha finalmente adottato un testo
legislativo concernente lo sviluppo della produzione di energia dalle fonti
rinnovabili: è infatti stata approvata la Direttiva Europea sulla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato
interno dell'elettricità (EU, 2001).
Gli obiettivi principali della Direttiva sono:
• Creare un quadro favorevole per aumentare la quota dell’elettricità verde
nel consumo interno lordo: dal 14 al 22% nel 2010.
• Contribuire a raddoppiare la quota delle energie rinnovabili nel consumo
lordo di energia in Europa: dal 6 al 12% nel 2010.
• Contribuire al rispetto degli impegni di riduzione delle emissioni di gas
serra assunti dall’Unione a Kyoto nel 1997.
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Notevole impulso all’utilizzo delle fonti rinnovabili si è avuto con la delibera del
CIPE n. 137 del 19 novembre 1998, “Linee guida per le politiche e le misure
nazionali per la riduzione delle emissioni dei gas serra”, che individua le azioni
chiave per mantenere fede agli impegni assunti nel dicembre 1997 a Kyoto:
riduzione del 6,5% dei gas serra rispetto ai livelli del 1990, stimata in circa 100
milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente rispetto allo scenario
tendenziale al 2010.
Le riduzioni prospettate dalla delibera sono riportate nella tabella seguente:
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3. La biomassa
Alcune cifre:
• L’energia ricavata da biomasse (bioenergia) soddisfa attualmente l’11%
del fabbisogno mondiale di energia, di cui il 13.6% viene utilizzato nei
paesi membri dell’OECD, mentre il rimanente 86.4% consiste nei
tradizionali metodi di riscaldamento a scarso rendimento dei paesi del
terzo mondo.
(fonte: IEA Bioenergy, 2001).
• In Europa le biomasse coprivano nel 1998 il 64% delle fonti energetiche
rinnovabili (54.2 Mtoe a fronte di un fabbisogno energetico totale di 1745
Mtoe). Il potenziale teorico di produzione energetica da biomasse risulta
pari al 20% del fabbisogno totale europeo.
(fonte: EC, 2000).
• Si stima che il contenuto energetico dei soli residui agricoli e forestali,
residui agroindustriali, rifiuti organici e reflui zootecnici annualmente
prodotti in Italia sia dell'ordine di circa 27 Mtep (cioè l’attuale produzione
totale di energia in Italia).
(fonte: ITABIA, 2001).
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A livello economico:
- riduzione della dipendenza energetica;
- riconversione del settore agricolo;
- valorizzazione economica dei sottoprodotti e dei residui organici;
- risparmio nei costi di depurazione e smaltimento;
- stimolo alle industrie del settore.
A livello sociale:
- apertura del mercato dell’energia agli operatori agricoli;
- diversificazione e integrazione delle fonti di reddito del settore agricolo;
- occupazione in zone marginali;
- riduzione dell’esodo dalle campagne.
A livello ambientale:
- riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera;
- riduzione delle emissioni nell’aria dei principali inquinanti di origine
fossile (SOx, CO, benzene);
- possibilità di smaltire notevoli quantità di rifiuti e residui organici in
maniera ambientalmente corretta, recuperando allo stesso tempo parte
dell’energia in essi contenuta;
- controllo dell’erosione e del dissesto idrogeologico di zone collinari e
montane.
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fossili (Boman and Turnbull, 1997; Mann and Spath, 1997; Spath et al., 1999;
Spath and Mann, 2000).
Risorse di biomassa
Nel contesto italiano, le principali risorse di biomassa sono:
• i residui agricoli (paglie di cereali, residui verdi);
• i residui forestali e della lavorazione del legno (frascami, ramaglie, scarti);
• i residui agroindustriali e dell’industria alimentare (vinacce, sanse,
panelli oleosi);
• i rifiuti organici;
• i reflui zootecnici;
• le colture energetiche erbacee ed arboree dedicate.
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Biomass
feedstock
Storage, Transport,
Pretreatment
Engine, Gas
Boiler turbine Fuel cell
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Combustione
La combustione diretta è, senza ombra di dubbio, il processo più usato e
collaudato per la conversione termochimica della biomassa. Attualmente la
ricerca è volta allo sviluppo di tecnologie sempre più efficienti e con minore
impatto ambientale.
La trasformazione dell'energia chimica contenuta nella biomassa in energia
termica mediante processo di combustione consiste in una serie di reazioni
chimico-fisiche.
La biomassa, immessa in una camera di combustione, subisce inizialmente
una essiccazione, successivamente, con l’aumento della temperatura, è
soggetta a processi di pirolisi, gassificazione e infine combustione. Grazie ad
appropriati rapporti combustibile/aria, la biomassa si decompone e volatilizza,
lasciando un residuo (ceneri), costituito principalmente dai composti minerali
inerti.
La parte volatile, che costituisce circa 1'85% della biomassa iniziale, consiste
in:
• una frazione gassosa contenente, oltre all'anidride carbonica (CO2),
l'ossido di carbonio (CO), alcuni idrocarburi (CxHy) ed idrogeno (H2), che
vengono ulteriormente ossidati mediante le seguenti reazioni
esotermiche:
2CO + O2 → 2CO2
CxHy + (x + 0.25y) O2 → xCO2 + (0.5y)H2O
2H2 + O2 → 2H2O
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Gassificazione
La gassificazione è un processo di degradazione termica della biomassa in
presenza di una quantità limitata di aria oppure ossigeno (ed eventualmente
vapore) per ottenere un combustibile gassoso (Bidgwater, 1995, McKendry,
2002b, c). Si opera a temperature intorno agli 800-1000°C con l’aria e 1000-
1400°C con l’ossigeno, ed il processo si autosostiene tramite combustione di
una parte della carica.
L’aria è il reagente più semplice e più largamente impiegato in quanto permette
una maggiore efficienza di conversione, senza avere problemi fluodinamici e di
trasferimento di calore. Inoltre la gassificazione ad aria nasce dall’esigenza di
eliminare il costo dell’impianto dell’ossigeno che ha una incidenza sia sul costo
capitale, sia sul costo operativo del processo.
Per contro, la gassificazione con l’ossigeno permette di evitare gli aggravi legati
alla presenza dell’inerte (N2) in termini di dimensioni d’impianto, ed il gas
combustibile ottenuto con l’ossigeno è migliore rispetto a quello ottenuto con
l’aria: il primo ha un potere calorifico di 10-15 MJ/Nm3 contro i 4-6 MJ/Nm3
del secondo contenente fino al 60% di azoto.
Il processo di gassificazione all’interno del reattore consiste in una prima fase
fisica nella quale l’alimentazione perde per vaporizzazione il suo contenuto di
umidità residua (solitamente si alimenta una biomassa con umidità già ridotta
a meno del 15%), e in una seconda fase chimica nella quale avviene la pirolisi-
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Pirolisi
La pirolisi è un processo termico di degradazione della biomassa che avviene in
assenza di aria, se il calore necessario al processo viene totalmente fornito dall'
esterno, o in presenza di una limitata quantità di agenti ossidanti, se il calore
viene prodotto internamente alla massa mediante la combustione di una sua
parte.
Attraverso la pirolisi il materiale ligno-cellulosico viene generalmente
trasformato in:
• una frazione "gassosa" a basso-medio potere calorifico contenente CO,
CO2, idrocarburi (CH4, C2H4, C3H6), H2O, H2.
• una frazione "liquida oleosa" contenente acqua e composti organici a
basso peso molecolare come aldeidi, acidi, chetoni, alcoli.
• un prodotto "solido" contenente residui a più alto peso molecolare, furani
derivati e composti fenolici.
Sebbene le tre frazioni siano presenti come risultato del processo di pirolisi, è
possibile incrementare la resa di una di esse, selezionando opportunamente le
condizioni del processo.
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Il teleriscaldamento
Il teleriscaldamento consiste nella distribuzione del calore prodotto da una o
più centrali termiche o di cogenerazione, che utilizzano i processi
precedentemente descritti, con una rete di distribuzione lungo le vie cittadine,
alla quale vengono allacciate le singole utenze. In pratica si fornisce calore per
il riscaldamento e per l’acqua sanitaria tramite scambiatori di calore installati
presso ogni abitazione, i quali sostituiscono, quindi, le singole centrali
termiche. Tali scambiatori, prelevando energia dall’acqua calda della rete di
teleriscaldamento, la cedono all’acqua fredda del condominio attraverso un
semplice contatto di piastre e sono corredati di un sistema di misurazione della
portata e della temperatura dell’acqua in ingresso ed in uscita che permette il
rilevamento delle calorie cedute. Tramite un sistema di telecontrollo il consumo
delle utenze viene trasmesso e registrato presso gli uffici della centrale termica
per la tariffazione.
Le potenze degli impianti che producono solo energia termica possono variare
da alcune centinaia di kWt ad alcune decine di MWt: il limite della taglia
superiore degli impianti industriali a biomasse è sia di carattere tecnico sia
organizzativo-gestionale della filiera legno o altri tipi di biomasse. Anche il
numero delle ore di funzionamento annue è spesso un limite al ritorno
economico degli investimenti, se confrontato con impianti alimentati a
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i criteri sui quali si basa l’economia familiare e i fattori sui quali si basano le
scelte economiche delle singolo famiglie (ad esempio la disponibilità finanziaria,
il tempo, le necessità energetiche, il livello di conoscenza delle nuove tecnologie,
ecc.). Ritornando all’esempio del teleriscaldamento, gli autori notano come –
curiosamente – il costo della fornitura di calore mediante rete di
teleriscaldamento non sia stato l’unico fattore che le singole famiglie hanno
tenuto in considerazione per la scelta, ma altri criteri tra cui il contributo alla
salvaguardia dell’ambiente, la possibilità di risparmiare tempo e lavoro, la
possibilità di avere una fornitura continua di calore o ancora la consapevolezza
di contribuire positivamente all’economia della propria regione sono stati presi
in considerazione per la scelta.
Fattori strategici. Con tale termine si vogliono intendere gli interessi economici,
la conoscenza e i mezzi che le compagnie private coinvolte in un progetto
bioenergetico mettono in campo. Ad esempio, anche se le industrie forestali
hanno un significativo know-how nel campo della bioenergia, spesso non
risultano interessate a progetti di questo tipo, o addirittura tentano di
rallentare lo sviluppo di compagnie o cooperative per lo sfruttamento dei residui
forestali. Un altro problema è la frammentazione del settore: non sempre le
singole compagnie sono in grado di riconoscere gli sviluppi futuri del settore sul
lungo periodo.
Politica. La politica energetica ha un impatto fondamentale nello sviluppo e
nella crescita del settore bioenergetico, ma risulta piuttosto difficile da predire o
modellare. Per il modellista i punti fondamentali diventano in questo contesto:
(1) identificare i principali fattori politici e istituzionali legati al settore che si
sta studiando e (2) stimare le probabilità e le possibili direzioni di cambiamenti
futuri nella politica bioenergetica.
Ai fattori identificati dagli autori è necessario aggiungere un ultimo fattore,
sottinteso nei precedenti, ma che vale la pena nominare ed identificare
esplicitamente: il fattore ambientale. Progettare un sistema bioenergetico
significa infatti prima di tutto diminuire l’utilizzo di fonti fossili, con la
conseguente diminuzione delle emissioni di anidride carbonica. La produzione
bioenergetica implica inoltre uno sfruttamento capillare delle risorse di
biomassa presenti nel territorio, contribuendo alla capillare penetrazione e al
monitoraggio del territorio, con indubbi benefici sia dal punto di vista
ambientale (diminuzione dei rischi idrogeologici, di incendio, ecc.), sia dal
punto di vista estetico. Tutti questi benefici devono essere resi noti con
chiarezza, e altrettanto chiaramente vanno identificati i rischi e gli eventuali
danni che la costruzione e l’utilizzo di impianti di produzione energetica
comportano (aumento flusso dei mezzi pesanti, produzione di rifiuti, rischi di
emissioni nocive, incendi, ecc.).
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Gli stessi autori (Roos and Rakos, 1999) hanno studiato una struttura per
l’analisi sia di progetti esistenti che potenziali nell’ambito della produzione di
energia da biomasse.
La struttura proposta si basa su sei fattori chiave:
• Integrazione con altre attività economiche;
• Effetti di scala sul mercato della bioenergia;
• Concorrenza nel mercato bioenergetico;
• Concorrenza con altre attività commerciali;
• Politica nazionale;
• Politica e opinioni locali.
Tale struttura decisionale è stata applicata a diversi casi reali: riscaldamento
residenziale mediante pellets di legno e produzione di energia elettrica da
biomasse negli USA, riscaldamento mediante pellets e teleriscaldamento in
Svezia, teleriscaldamento in Austria.
Utilizzando concetti mutuati dalla teoria economica, gli autori hanno costruito
una interessante tabella (tabella 3.3) in cui vengono elencati i principali ostacoli
e incentivi allo sviluppo del mercato delle bioenergia, basati sulla struttura
produttiva ed economica. Ciascun fattore descrive un aspetto che influenza la
produttività, i costi di produzione o di transazione all’interno del mercato:
l’analisi di tale struttura può fornire un aiuto nella valutazione della effettiva
competitività della bioenergia rispetto ad altre forme di produzione energica.
Fattore Descrizione
Integrazione con altre attività L’attività bioenergetica coopera con altre attività (ad
economiche esempio industrie forestali); si ottengono effetti sinergici.
L’integrazione può essere orizzontale o verticale, formale o
informale;
L’integrazione può riguardare le materie prime, le
infrastrutture, gli equipaggiamenti, la conoscenza o altri
fattori produttivi.
Effetti di scala sul mercato della L’incremento della produzione riduce i costi unitari;
bioenergia Esternalità positive vengono acquisite;
Vengono introdotti standard in modo da ridurre i costi di
transazione;
Ingresso nel mercato di specialisti del settore (es. brokers,
consulenti) che possono migliorare le prestazioni del
settore;
Creazione di circoli positivi: la ricerca e lo sviluppo di
nuove tecniche migliorano il mercato, il quale alimenta
nuova ricerca, ecc.
Concorrenza interna nel mercato La competizione nella fornitura degli equipaggiamenti e nel
bioenergetico mercato dei biocombustibili incrementa l’innovazione e la
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
produttività;
La competizione necessita di un numero sufficiente di
attori.
Concorrenza con altre attività Il mercato della bioenergia cresce in funzione della sua
commerciali competitività con altri settori in relazione alle materie
prime, alle tecnologie e al mercato dei consumatori;
La concorrenza può avvenire mediante il prezzo dei
prodotti, la qualità ed il servizio o mediante ‘barriere
all’ingresso’.
Politica nazionale La politica può favorire o penalizzare la bioenergia rispetto
ad altre forme di energia;
La politica può fornire incentivi, fondi per la ricerca, tasse,
regole per il mercato e informazione;
Le organizzazioni commerciali potrebbero cercare di creare
lobbies nel tentativo di perseguire il loro interesse.
Politica e opinioni locali Il supporto dei politici e dell’opinione pubblica locale può
favorire l’incremento del mercato delle bioenergie;
Tale supporto dipende dalla conoscenza e dall’interesse
generale al mercato della bioenergia.
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Provision models. Tali modelli vengono tipicamente utilizzati nei casi in cui il
compito dei pianificatori è quello di fornire energia in una determinata area
geografica o ad una comunità. La pianificazione viene solitamente effettuata o
da un’amministrazione pubblica o da un’equipe di imprese che operano sotto il
controllo dell’amministrazione pubblica. In questo caso, le regole per la
fornitura di energia, le connessioni, le tariffe, ecc. sono rigidamente fissate, e il
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Joint models. Questo tipo di modelli, includendo – per quanto possibile – tutti
gli attori coinvolti nel sistema bioenergetico nelle fasi di pianificazione e di
implementazione, dovrebbero condurre ad un incremento del supporto e della
partecipazione dell’opinione pubblica, ad una migliore focalizzazione del
progetto sulle condizioni locali, ad un incremento dei benefici sociali del
progetto e ad una maggiore utilizzazione delle risorse locali. Tali modelli, che
possono essere definiti ‘modelli partecipativi’, tengono conto del fatto che un
determinato tipo di energia (ad esempio l’energia rinnovabile) può risultare più
accettabile di altri, ed inoltre considerano fattori quali l’aumento di posti di
lavoro locali e aspetti socio-politici quali la trasparenza e il diretto controllo del
progetto.
I modelli descritti in letteratura, essendo stati sviluppati nella maggior parte dei
casi per il supporto alle decisioni nella pianificazione energetica da parte di
pubbliche amministrazioni, ricadono nella categoria dei modelli tecnico-
economici (provision models). I dati in ingresso e i risultati forniti dai modelli
sono di tipo quantitativo.
ABM
Il modello ABM (Austrian Biomass Model) è un modello economico generale che
confronta differenti opzioni per incrementare lo sfruttamento delle biomasse
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
BEAM
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) iniziò il progetto BEAM (BioEnergy
Assessment Model) nel 1992. Il proposito era quello di costruire un modello per
confrontare diversi tipi di processi produttivi di biomassa e sistemi di
conversione. Il modello sviluppato si concentrava principalmente sulla
fattibilità tecnico-economica dei sistemi, trascurando gli impatti sull’economia e
sull’ambiente.
Il modello è stato sviluppato in due fasi.
La prima versione (BEAM1) era un modello a fogli di lavoro per la valutazione
tecnico-economica della produzione di energia o biocombustibili da biomassa. Il
modello era costruito sulla base di diversi moduli (sviluppati come modelli
indipendenti da diversi istituti di ricerca; la lista completa dei modelli si può
trovare in Mitchell et al., 1995, Mitchell, 2000) utilizzati separatamente per
generare sia la disponibilità ed i costi di produzione di biomassa attraverso
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Processo di conversione:
Pretrattamenti: - Saccarificazione/fermenta-
Produzione del - Trasporto zione
combustibile: - Immagazzinamento Prodotti:
- Combustione/ciclo vapore
- Silvicoltura tradizionale - Controllo delle - Etanolo
- Gassificazione/motore a
- Colture arboree a breve dimensioni - Elettricità
combustibile duale
rotazione - Essiccamento - IGCC
- Pirolisi fast/motore diesel
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
BIOCOST
Il modello BIOCOST è in grado di modellare e di fornire i costi di produzione di
differenti coltivazioni per la produzione di biomasse combustibili (energy crops)
e permette un confronto economico con diverse coltivazioni alternative. Il
modello è stato sviluppato dal Oak Ridge National Laboratory (Tennessee, USA)
nell’ambito del Programma per lo sviluppo di biocombustibili del Dipartimento
dell’Energia Americano.
BIOSEM
Il progetto BIOSEM (Biomass Socio-Economic Multiplier) è stato sviluppato a
partire dal 1997 nell’ambito del Programma FAIR della Comunità Europea.
L’obiettivo era quello di costruire un modello economico quantitativo che
permettesse di dedurre i guadagni e l’incremento di posti di lavoro legati allo
sviluppo di progetti bioenergetici in zone rurali.
Un’ampia gamma di biomasse combustibili e di processi di conversione
vengono modellati, così come i mercati ricettori per il calore e/o l’elettricità. La
modellazione avviene in due fasi distinte:
FASE1. La valutazione finanziaria è basata sull’analisi del flusso di cassa degli
impianti lungo un arco di tempo di vent’anni. Per tale periodo vengono valutati
gli investimenti e i profitti marginali sia per la fase di produzione del
combustibile, sia per la fase di conversione (valore attuale netto, tasso interno
di ritorno, periodo di ritorno). Il modello è così in grado di stabilire la fattibilità
commerciale degli impianti.
FASE 2. L’analisi socio-economica è basata sulla tecnica del Keynesian income
multiplier, grazie a cui il modello è in grado: (1) di stabilire l’influenza diretta e
indiretta sul mercato del lavoro e sull’economia della regione sia dell’attività di
produzione che dei processi di conversione, (2) di valutare gli effetti della
sostituzione delle attività agricole sul mercato, (3) di considerare gli effetti
causati dall’aumento degli investimenti nel settore agricolo e di roduzione della
bioenergia.
Il modello è stato costruito mediante una struttura a fogli di lavoro, in modo da
assicurare una relativa facilità di utilizzo e la trasparenza delle operazioni di
calcolo. In conclusione, la tecnica BIOSEM consente di calcolare gli effetti
diretti e indiretti sull’economia e sul mercato del lavoro di una regione indotti
dalla creazione di un sistema di produzione di biocombustibili ed energia. Il
modello può essere utile sia per progettisti, sia per pubblici amministratori e
risulta particolarmente indicato per lo studio dell’impatto di produzioni
bioenergetiche in zone rurali.
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
EXTERNE
Le esternalità dell’energia sono i costi imposti alla società e all’ambiente che
solitamente non vengono considerati dai produttori e dai consumatori. In altre
parole sono tutti quei costi che non si riflettono nel prezzo di mercato
dell’energia (Swezey et al., 1995).
Il progetto ExternE (Externalities of Energy) è stato il primo tentativo organico
di valutare i costi esterni associati ad un ampio range di cicli energetici. Il
progetto è stato varato dalla Commissione Europea in collaborazione con il
Dipartimento dell’Energia americano nel 1991 (CEC, 1995; Eyre, 1997).
Lo sviluppo del programma (tuttora in fase di svolgimento) prevede diverse fasi:
1) Lo sviluppo di una metodologia per la valutazione delle esternalità
associate a diversi cicli energetici (con tale termine si intende tradurre la
notazione inglese fuel cicle, cioè l’intera catena di processi legati alla
produzione di energia a partire da un determinato combustibile);
2) L’applicazione della metodologia a diversi cicli energetici in modo da
costruire strutture di calcolo proprie per ciascun ciclo produttivo;
3) L’applicazione di tali strutture di calcolo a diversi sistemi produttivi
nell’ambito dell’Unione Europea;
4) Lo sviluppo di un metodo per l’aggregazione dei risultati ottenuti nella
fase precedente in modo da disporre di un’utile supporto per le scelte
politiche e di sviluppo energetico.
Ad oggi un ampio spettro di tecnologie è stato analizzato, includendo più di 60
siti in 15 paesi ed 11 cicli energetici tra cui combustibili fossili, nucleari e fonti
rinnovabili (Schleisner, 2000).
L’applicazione del modello inizia con l’identificazione delle fasi del ciclo
energetico analizzato (ad esempio: costruzione dell’impianto, raccolta del
biocombustibile, trasporto, produzione dell’energia, smaltimento dei rifiuti
prodotti, distribuzione dell’energia, ecc.). Una dettagliata analisi degli impatti è
redatta per ciascuna fase; vengono definite le aree prioritarie per la valutazione
in base a precedenti studi o al giudizio di esperti. La valutazione degli impatti
viene a questo punto avviata utilizzando l’approccio della ‘funzione danno’
(anche in questo caso è stato tradotto letteralmente il termine damage function
approach, altresì conosciuto come impact pathway approach o bottom-up
methodology), cioè seguendo le emissioni o i possibili impatti dalla fonte sino ai
diversi ricettori attraverso modelli di diffusione. Tale analisi viene effettuata
mediante il modello EcoSense (una descrizione sintetica si trova in Schleisner,
2000; la descrizione dettagliata di tutta la metodologia ExterE è riportata in
CEC, 1995). La fase finale è la valutazione monetaria di ciascuna esternalità.
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
ELVIRE
Il modello ELVIRE (Evaluation of Local Value Impacts for Renewable Energy) è
stato messo a punto da FEDARENE (European Federation of Regional Energy
and Environment Agencies) nell’ambito del programma ALTENER della
Comunità Europea come mezzo per la valutazione di progetti che interessano
l’energia rinnovabile.
Il modello ELVIRE valuta le esternalità associate ad un progetto pesando tutti
gli impatti rispetto al costo iniziale. Il tentativo è quello di rispondere a
domande quali: Quali sono i benefici di un progetto concernente l’energia
rinnovabile dal momento che sinora il prezzo dell’energia è basso e che le fonti
tradizionali sono abbondanti? Qual è il suo contributo allo sviluppo sostenibile?
Quali sono i benefici ambientali associati al progetto?
ELVIRE è un vero e proprio modello socio-economico in grado di quantificare gli
effetti di un progetto di energia rinnovabile su: (1) lo sviluppo regionale, (2) il
lavoro, (3) il ritorno nella finanza pubblica, (4) lo sviluppo sostenibile e (5)
l’ambiente. Il metodo utilizzato da ELVIRE è basato sulla combinazione dei
principi di contabilità generale (ritorni sull’investimento) e l’analisi dei
moltiplicatori.
Cinque fasi successive costituiscono il processo di valutazione:
1) La fase iniziale comprende la raccolta dei dati finanziari, dei dati
microeconomici concernenti il bilancio di energia della regione, dei dati
relativi allo sviluppo del progetto.
41
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
INSPIRE
Il progetto INSPIRE (Integrated Spatial Potential Initiative for Renewables in
Europe), finanziato dal Programma Joule dell’Unione Europea, ha lo scopo di
costruire una metodologia integrata che unisca le potenzialità degli stumenti di
valutazione delle risorse di energia rinnovabile in una regione (sviluppati
tramite GIS) con quelle di diversi modelli economici per la valutazione di
progetti bioenergetici.
I moduli GIS vengono utilizzati per la costruzione dei dati locali sulle attività
agricole e sulla disponibilità di biomassa. I dati vengono ricavati da diverse
sorgenti:
• Osservazioni terrestri;
• Osservazioni satellitari (Remote Sensing Earth Observation) – i set di dati
prodotti, ad esempio, dal progetto CORINE (COoRdination of INformation
on the Environment, EC, 1985) risultano particolarmente utili poiché
associano dati di RS quali copertura del suolo a dati comuni quali
distribuzione delle strade, dei centri abitati, ecc.;
• Statistiche agricole.
I potenziali guadagni dalle potenziali attività legate all’utilizzo e alla conversione
delle biomasse vengono ricavate tramite uno dei seguenti modelli economici:
• RECAP. Modello integrato in grado di valutare i costi dalla fase di
produzione alla fase di conversione della biomassa, utilizzando come
42
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
RECAP
Il modello RECAP (Renewable Energy Crop Analysis Programme) è stato
sviluppato dall’ETSU col patrocinio del Dipartimento del Commercio e
dell’Industria inglese. È stato disegnato per valutare la fattibilità economica di
progetti inerenti l’utilizzo di coltivazioni energetiche o altri tipi di biomasse.
RECAP è un modello versatile in grado di modellare tutti i costi sia dalla catena
di produzione che del processo i conversione delle biomasse in calore od
energia.
43
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
RECAP è basato sull’analisi del flusso di cassa ed è diviso in sei moduli: (1) il
modulo variabili chiave funziona come modulo introduttivo e registra le variabili
fondamentali del sistema; (2-3) i moduli macchinari e lavoro servono per
registrare i costi dei macchinari agricoli e del lavoro, nonché dei salari; (4) tutti
i processi che si susseguono sino a raggiungere l’impianto di conversione sono
raccolti nel modulo di produzione; (5) l’interfaccia calcola quindi le quantità di
biocombustibile disponibile per ciascuna parte dell’anno, prendendo in
considerazione le perdite, la variazione del contenuto di umidità, la capacità
dell’impianto, ecc.; (6) infine il modulo di conversione include tutti i dati
associati all’impianto di produzione dell’energia.
RECAP è in grado di calcolare la successione temporale dei flussi di cassa in
ingresso e in uscita per il produttore della biomassa e per il proprietario
dell’impianto di conversione. Il modello è inoltre in grado di fornire una stima
della bontà dell’investimento iniziale, calcolando sia il valore attuale netto (VAN)
che il tasso interno di ritorno (Internal Rate of Return – IIR).
SAFIRE
Il progetto SAFIRE è stato sviluppato da un gruppo di imprese e di istituti di
ricerca europei nell’ambito del Programma Joule II della Commissione Europea.
SAFIRE è un modello ingegneristico-economico con struttura di calcolo bottom-
up (si veda ExternE) costruito per la valutazione degli impatti di tecnologie
energetiche razionali (cioè rinnovabili oppure non rinnovabili di nuova
concezione) a livello locale, regionale o nazionale in una gamma di possibili
scenari e politiche energetiche.
SAFIRE può essere applicato per valutare l’impatto delle tecnologie energetiche
e delle politiche associate sui seguenti indicatori economici:
- Penetrazione del mercato;
- Creazione netta di lavoro;
- Emissioni inquinanti;
- Valore aggiunto;
- Dipendenza dall’importazione;
- Spesa di capitali;
- Costi esterni;
- Spesa pubblica.
Il sofware include un database per 22 tecnologie rinnovabili (dall’eolico, alle
biomasse, all’energia da moto ondoso, ecc.), 8 tecnologie energetiche non
rinnovabili di nuova concezione (dalle celle a combustibile alla gassificazione
con ciclo combinato) e altrettante opportunità per la cogenerazione. Il database
è diviso in due aree: l’anno base (costruito in base alle statistiche attuali) e lo
scenario futuro. Nel modulo di calcolo principale, la priorità è data agli impianti
44
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
45
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Nagel, 2000 (a, b), ha proposto una metodologia (applicata a diverse realtà della
regione di Brandeburgo, in Germania) per la costruzione e la valutazione di una
struttura energetica basata sulla biomassa. Il modello sviluppato è basato
sull’ottimizzazione lineare a variabili miste, in cui vengono utilizzate variabili
intere 0-1 per dare la possibilità al modello di decidere se costruire o no gli
impianti di produzione di calore e/o energia. Diverse possibilità vengono
considerate nella valutazione: uno o più comuni decidono di sopperire alle
proprie esigenze termiche tramite autoproduzione di bioenergia; un investitore
privato vuole produce energia per le proprie necessità (in questo caso una parte
dell’energia prodotta può essere venduta ai consumatori del circondario); una
compagnia commerciale decide di generare energia per motivi di profitto.
Il modello è formato da diverse parti collegate. Un primo modulo è costituito
dalla struttura del sistema di distribuzione con i dati relativi ai consumatori,
alle loro esigenze energetiche, alla distribuzione stagionale e alla distribuzione
spaziale. Una struttura a rete è stata sviluppata per modellare le connessioni
tra i singoli utenti e i punti di generazione dell’energia. Un secondo modulo
raccoglie tutti i dati relativi agli impianti di conversione dei biocombustibili.
Ciascuna tecnologia è descritta in base alla propria capacità, efficienza e costo,
assieme ai dati relativi alle principali emissioni. Il terzo modulo si riferisce ai
flussi in ingresso (es. combustibili) ed in uscita (es. smaltimento dei rifiuti
prodotti) dai confini del sistema ed ai relativi costi. Tali moduli vengono inseriti
in uno scenario che consenta di descrivere i fattori che possono influenzare la
scelta dei sistemi bioenergetici (ad esempio l’introduzione di tassazioni per la
CO2 prodotta, o sussidi per la bioenergia, ecc.).
Dall’applicazione del modello ad un comune agricolo della regione
brandenburghese (circa 660 abitanti), l’autrice trae le seguenti conclusioni:
• utilizzare biomassa per la produzione di energia è già economicamente
possibile per determinate categorie di utilizzatori senza cambiare l’attuale
prezzo della biomassa.
• La biomassa può essere utilizzata in impianti di teleriscaldamento di
taglia inferiore a 3 MW a patto che la rete di distribuzione sia già
esistente e che il prezzo della biomassa sia ridotto del 30% (oppure che il
prezzo dei combustibili fossili aumenti del 15%).
• Un sistema completo di fornitura energetica basato sulla biomassa
potrebbe essere economicamente fattibile se i prezzi della biomassa
subissero un decremento del 10% rispetto ai prezzi odierni.
Per quanto riguarda le emissioni di CO2, un sistema di produzione dell’energia
da biomasse potrebbe contribuire ad una riduzione superiore al 25% per
l’intera regione.
46
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
BRAVO
Il sistema BRAVO (Biomass Resource Assessment Version One) è stato
sviluppato per assistere l’Autorità della Tennessee Valley (USA) nella stima dei
costi per fornire combustibile legnoso a ciascuno dei 12 impianti della regione
(Noon and Daly, 1996). BRAVO è stato sviluppato su una piattaforma GIS in
modo da permettere un’accurata valutazione delle distanze e dei costi di
approvvigionamento per tre differenti tipi di biomassa:
- Mill residue generation;
47
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Sistemi GIS sono stati utilizzati nell’ambito della ricerca sulla disponibilità di
biomasse e sulle possibili applicazioni bioenergetiche condotta in Spagna dal
CIEMAT (Centro de Investigaciones Energeticas, Medioambientales y
Tecnologicas) di Madrid (Varela et al., 1999, 2001; Sanchez et al., 2002;
Esteban et al., 2002).
Varela et al. (2001) hanno studiato la possibilità di costruire uno schema di
produzione di elettricità da biomasse legnose (eucalipto, acacia e pioppo) e
coltivazioni a breve ciclo di rotazione per la distribuzione di energia a scala
nazionale. Il processo di selezione è stato condotto tramite GIS, ed i criteri
applicati per la scelta ed il posizionamento delle coltivazioni e degli impianti di
produzione dell’energia erano basati sulla minimizzazione dei costi economici e
degli impatti ambientali. Le tecnologie considerate per la generazione di energia
elettrica sono state la combustione in letto fluido (FBC) e la gassificazione
integrata in un ciclo combinato (IGCC). Lo studio ha rivelato come entrambe le
tecnologie siano utilizzabili (per la gassificazione, ancora in fase di sviluppo, si
parla di potenzialmente applicabile) per la produzione di circa 1 GW di energia
a prezzi competitivi, con una conseguente riduzione di emissioni di anidride
carbonica non trascurabile. Lo stesso gruppo (Varela et al., 1999) ha condotto
un interessante studio sulla possibilità di convertire un impianto per la
produzione di energia nucleare non terminato in un impianto a biomasse,
analizzando il potenziale di produzione di biomassa della regione in termini di
rendimenti, costi di produzione e trasporto, implicazioni socio-economiche
(incremento dei posti di lavoro, effetti sul prodotto lordo della regione, ecc.) ed
ambientali (salute pubblica, erosione del suolo, utilizzo di fertilizzanti, ecc.).
Anche in questo caso è stato utilizzato il metodo di valutazione bottom-up
sviluppato per il modello ExternE unito ad un’analisi SWOT (Strenght,
Weaknesses, Opportunities and Threats).
48
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
49
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
50
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
MARKAL
Dal 1976, diciassette nazioni guidate dall’Agenzia Internazionale dell’Energia
(IEA) sono state coinvolte in un progetto internazionale di analisi dei sistemi
energetici. La ricerca è stata condotta sinergicamente dal Brookhaven National
Laboratory (BNL) e dal Kernforschungsanlage-Jülich (KFA) ed il risultato
principale è stato la creazione di un modello di programmazione lineare
multiperiodo, il MARKAL (MARket ALlocation).
In particolare il MARKAL è stato disegnato come metodo di supporto per la
comprensione di diversi aspetti e dei possibili sviluppi futuri di un sistema
energetico nazionale, tra cui:
• la relativa utilità delle tecnologie esistenti e delle nuove tecnologie
energetiche nella soddisfazione della richiesta futura di energia;
• l’evoluzione temporale dell’introduzione di nuove tecnologie e risorse e
l’evoluzione temporale del declino dell’utilizzo delle risorse esistenti e
delle importazioni;
• la sensitività del sistema energetico futuro alle diverse scelte e obiettivi di
politica energetica, ed in particolare l’evoluzione dei contributi delle
diverse sorgenti di energia;
• i cambiamenti a lungo termine indotti dal miglioramento dell’efficienza
del sistema energetico.
Il modello MARKAL è un modello strettamente energetico. Il collegamento con
l’economia nazionale avviene solamente attraverso fattori esogeni quali la
domanda di energia utile, e non attraverso tecniche di connessione diretta quali
le analisi input/output (I/O). Non tenendo conto di fattori economici, dettagli
regionali o ancora andamenti o fattori di mercato, il MARKAL non risulta adatto
per compiti quali la pianificazione elettrica di dettaglio (Fishbone and Abilock,
1981).
Per una descrizione dettagliata del modello MARKAL si rimanda all’articolo
scritto da Fishbone and Abilock, 1981 o al manuale MARKAL User’s Guide
(Abilock and Fishbone, 1979). Un’interessante applicazione del modello è stata
sviluppata da un gruppo di nazioni industrializzate per quantificare e stabilire
le misure necessarie alla riduzione delle emissioni di CO2 in un orizzonte
temporale di 40-50 anni, ed i risultati sono stati presentati nell’articolo
pubblicato da Kram and Hill, 1996.
51
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
In ciascuno dei lavori analizzati in questo capitolo, lo scopo era quello di fornire
modelli di supporto per lo sfruttamento delle biomasse forestali, agricole o
agro-industriali a fini energetici in modo da soddisfare parte del fabbisogno
energetico di una determinata area, regione o stato, ottenendo
contemporaneamente sia benefici ambientali sia sociali, quali l’aumento del
controllo del territorio, la riduzione delle emissioni di CO2 e lo sviluppo
dell’occupazione e delle infrastrutture presenti.
52
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
53
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Fattibilità tecnico- Obiettivi a lungo Benefici netti sociali Minimizzazione dei Fattori ambientali
economica termine di politica rischi
energetica della
regione Massimizzazione Emissione polveri
Disponibilità di della superficie Emissioni di
biomassa boschiva vapori e/o gas
(superficie utilizzata combustibili Rumori
boschiva o Trend tecnologici
agricola, attività di settore
forestali, ecc.) Massimizzazione Emissioni di Odori
dell’occupazione polveri comb.
Altre attività
correlate al Erosione
Vincoli normativi Percentuale di patrimonio
sostituzione boschivo
dell’energia (raccolta, ecc.) Inquinamento
fossile con del suolo
Prezzo energia
bioenergia
termica ed Coltivazione
elettrica
In particolare, nella costruzione del DSS si è tenuto conto di tre criteri guida
fondamentali:
1) Monitoraggio del territorio. Il DSS doveva consentire una capillare
penetrazione nel territorio in modo da massimizzare i benefici legati ad
un corretto utilizzo della risorsa di biomassa (ed in particolare della
risorsa boschiva): protezione dagli incendi, riduzione del rischio
idrogeologico, ecc.
2) Minimizzazione degli impatti ambientali (ed in particolare
dell’emissione di anidride carbonica) del sistema locale di produzione
dell’energia.
3) Minimizzazione dei costi di produzione dell’energia. Monitorando i
costi dell’intero sistema di gestione della biomassa, il DSS doveva essere
in grado di stabilire l’effettiva convenienza economica del processo e gli
eventuali contributi o incentivi necessari per l’avvio dell’attività.
55
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
SUDDIVISIONE IN PARTICELLE
La disponibilità di
CON CARATTERISTICHE
biomassa dipende OMOGENEE DI VEGETAZIONE E
dalla superficie DI PRODUTTIVITA’ A CUI
boschiva e dalle VENGONO AGGIUNTE
attività agro- PARTICELLE ‘SPECIALI’
TERRITORIO industriali presenti CORRISPONDENTI ALLE
ATTIVITA’ AGRO-INDUSTRIALI
Caratteristiche tecniche
Scelta della tipologia Caratteristiche della biomassa
di impianto Esigenze energetiche dell’area
IMPIANTI
Considerazioni economiche
Ubicazione degli
impianti Conoscenza del territorio
56
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Il territorio
La disponibilità di biomassa è legata alla superficie boschiva del territorio e alla
presenza di residui di attività agro-industriali. Lo sfruttamento della biomassa,
ed in particolar modo della risorsa forestale, riflette la situazione nazionale
riportata in tabella 3.1, con percentuali inferiori all’1%.
Le foreste presenti in un territorio hanno caratteristiche eterogenee e mutabili
da punto a punto: esse variano sia per quantità e tipologie vegetazionali
presenti sia per la proprietà (pubblica o privata) e lo sfruttamento in atto.
Fondamentali risultano inoltre la densità, la forma di governo (ceduo, fustaia),
l’esposizione, la pendenza, l’accidentalità del terreno e la disponibilità di vie di
accesso.
È necessario quindi svolgere un’accurata raccolta delle informazioni territoriali
e naturalistiche in modo tale da suddividere il territorio in particelle aventi
caratteristiche pressoché omogenee e costanti.
Per quanto riguarda le attività agro-industriali, esse sono per loro natura
ubicate in prossimità dei centri abitati e sono servite da vie di comunicazione.
La loro utilizzabilità dipende principalmente dalla tipologia di processo svolta,
dalle caratteristiche fisico-chimiche e dalle quantità degli scarti prodotti.
Nel progetto, quindi, il territorio viene suddiviso in un numero opportuno di
particelle di differente dimensione. In ogni particella, la superficie boschiva è
assunta corrispondente a una omogenea tipologia vegetazionale e con proprie
caratteristiche di esboscabilità che ne determina la possibilità di utilizzo.
Le attività agro-industriali sono considerate particelle speciali caratterizzate
esclusivamente dalla quantità di biomassa disponibile e dalla posizione rispetto
agli impianti.
Gli impianti
La scelta della tipologia di impianto dipende dalle caratteristiche tecniche
(rendimenti, potenza, capacità, consumi ecc.), ma anche dall’aspetto economico
legato al bacino di utenza da servire. Il dimensionamento deve tenere conto sia
delle quantità e delle caratteristiche fisico chimiche delle biomasse, sia delle
richieste energetiche da soddisfare.
Qualità come il Potere Calorifico Inferiore (PCI), la composizione chimica e il
rendimento di combustione sono aspetti fondamentali per valutare l’effettiva
produzione di energia ottenibile dal processo di conversione.
La determinazione delle esigenze energetiche di un’area deve essere svolta
considerando separatamente le esigenze termiche e quelle elettriche.
La valutazione dei carichi termici si basa sulle informazioni derivanti da fonti
diverse come rilevamenti statistici, bibliografia tecnica, Enti pubblici e aziende
che forniscono il combustibile, distinguendo le necessità civili da quelle
57
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
La collettività
L’implementazione e l’entrata a regime di una filiera legno-energia comporta
una serie di ricadute rilevanti sulla collettività.
Tali ricadute possono essere distinte in:
• Ricadute a monte del processo di produzione di energia
• Ricadute a valle del processo di produzione di energia.
Le prime consistono nell’effetto che l’attività di sostegno alla filiera ha sulle
realtà socio-economiche locali in termini di richieste di personale specializzato
per la fase di produzione di biomassa e di gestione degli impianti.
La seconde consistono negli influssi che la disponibilità di energia termica e/o
elettrica da biomasse può esercitare sulle modifiche delle utenze in termini sia
di risparmio economico che di soddisfacimento del fabbisogno energetico.
Di quest’ultimo aspetto fanno parte tutti quegli elementi considerati come
Esternalità del progetto, sia socio-economici che ambientali.
Nel progetto la collettività, considerata come utenza per gli impianti, viene
suddivisa in bacini serviti dai diversi impianti.
58
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
5.2.1 GIS
Il GIS consente l’input, la visualizzazione e l’analisi dei dati geografici
opportunamente georiferiti. Con il GIS è possibile acquisire le informazioni
territoriali disponibili e visualizzarle tramite rappresentazione grafica su
mappa; esso permette inoltre di calcolare parametri specifici quali le pendenze,
le distanze, le aree, i perimetri e i centroidi.
Nel presente studio, il modulo GIS, sviluppato tramite Geomedia Professional
4.0 (Intergraph Corporation), è stato impiegato per:
59
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
5.2.2 Database
Il Database è stato strutturato in modo da rendere facile e gestibile
l’inserimento di tutti i dati necessari alla risoluzione del problema; esso
contiene i dati locali relativi ai quantitativi e alle distribuzioni delle biomasse,
alle caratteristiche del territorio e alle necessità energetiche delle zone
considerate.
60
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
5.2.4 Interfaccia
I tre moduli, convenientemente sviluppati, sono stati messi in relazione tramite
una interfaccia-operatore (figura 5.2). Come suggerito da Mitchell, 2000, tale
interfaccia deve consentire ad un qualsiasi operatore, non necessariamente
esperto del software utilizzato, di visualizzare i dati disponibili, inserire le scelte
operate a priori e analizzare i risultati ottenuti.
61
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
62
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
63
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
6. Il modello di ottimizzazione
i = 1,…,N
k = 1,…,K
j = 1,…,M
Fig. 6.1. I componenti principali del sistema: il territorio, gli impianti e la collettività
[m3/anno];
64
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
La funzione obiettivo C rappresenta la somma dei costi totali e dei ricavi del
sistema considerato. La funzione C, che deve essere minimizzata, è costituita
dai seguenti componenti:
C = CP + CT + CC + CD – G (6.1)
dove:
- G è il profitto annuo che si ottiene dalla produzione di energia termica ed
elettrica;
- CP rappresenta i costi annui relativi agli impianti (installazione,
manutenzione, gestione del personale ed esercizio);
- CT sono i costi annui relativi al trasporto della biomassa;
dove:
- f è il coefficiente di conversione da MW a KWh [3.6·106];
- sistema antincendio;
- avviamento e collaudi;
- spese generali.
66
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Il costo del personale dipende dal numero di addetti necessari alla conduzione
dell’impianto suddivisi in tre turni e varia in base alle dimensioni dell’impianto.
Il numero minimo di personale è dieci tra cui un responsabile dell’impianto, tre
addetti alla caldaia, tre addetti al parco, un amministrativo e due addetti alla
manutenzione.
in cui:
- CFk = CFm k + CFp k + CFes k + CFI k
- CVk = CVm k + CVp k + CVes k + CVI k
67
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Costi di trasporto
Il trasporto della biomassa dal luogo di raccolta all’impianto avviene
normalmente con autocarri o autotreni, a volte anche trattori e rimorchi, lungo
strade forestali e/o pubbliche. Il carico trasportato è costituito principalmente
da tronchi di diversa pezzatura, ramaglie e residui forestali.
La determinazione dei costi di trasporto, quindi, si basa sulla conoscenza della
quantità e della tipologia della biomassa che deve essere trasportata, dalla
distanza che il mezzo percorre per giungere all’impianto e dal tipo di camion
utilizzato.
dove:
- CTR è il prezzo di trasporto unitario [€Kg-1Km-1];
I costi di raccolta
La raccolta della biomassa può essere distinta nelle seguenti fasi:
- abbattimento degli alberi;
- sramatura;
- depezzatura;
- scortecciatura;
- esbosco.
68
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
dove:
Cdt è il costo unitario [€/m] della distribuzione dell’energia termica;
Lkj è la distanza [m] tra l’impianto situato nella locazione k-esima e il centro
abitato j-esimo.
C D = γ k ∑∑ (C de L kj + C cab )
K M
(6.7b)
k =1 j =1
dove:
- Cde è il costo unitario, in €/Km, della distribuzione dell’energia elettrica
69
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
- vincoli energetici/ambientali.
Bilancio di massa
La quantità di biomassa che fuoriesce da una particella (i=1,…,N) che è inviata
ai differenti impianti (nelle posizioni k=1,…,K) deve essere uguale alla biomassa
raccolta nella particella, ossia:
K
∑φ
k =1
ik = ui i=1,...,N (6.9)
70
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
dove:
- PCI è il potere calorifico inferiore assunto costante per le biomasse
impianti;
- ηe rendimento elettrico netto dell’impianto che è supposto uguale per tutti gli
impianti.
∑CAP
k =1
k ≥ χ ⋅ E TOT (6.12)
71
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
dove:
- E kj è il fabbisogno, in MW, di energia termica attribuito all’impianto k-esimo;
- β è la percentuale di energia termica che si vuole garantire.
Supponendo che Nuj sia il numero di utenze del j-esimo paese, e T il fabbisogno
unitario [Kcal/h] di energia termica di ciascuna utenza, il fabbisogno di energia
termica può essere espresso come:
M
10 −3
E = ∑ Nu j T
k
j (6.14)
j =1 24 ⋅ 365
qγ k − (1 − yk ) ≥ 0 k=1,…,K (7.15)
72
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Essa è una funzione non lineare a variabili miste continue e binarie di grado
massimo pari a due.
∑φ
k =1
ik = ui i=1,...,N
1 N
CAPk yk CAPk (1 − yk )
⋅ ∑φ ik ⋅ PCI ⋅ MV = + k=1,...,K
3600 ⋅7000 i =1 η t η e
CAPmin ≤ CAPk ≤ CAPmax k=1,...,K
K
∑CAP
k =1
k ≥ χ ⋅ E TOT
β ⋅ E kj ≤ CAPk yk ≤ E kj k=1,…,K
qγ k − (1 − yk ) ≥ 0 k=1,…,K
γ k ∈ [0,1] k=1,…,K
Tali vincoli sono sia lineari che non lineari a variabili miste (continue e binarie)
di grado massimo pari a due.
73
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
7. Caso di studio
Secondo il Piano Energetico e Ambientale della Regione Liguria (PER), nel 1998
l’offerta complessiva di energia primaria nel territorio ligure è stata pari a 6030
ktep, mentre i consumi finali per usi energetici sono stati pari a 3443 ktep. Il
43% dell’energia prodotta è stata dunque esportata in altre regioni del Paese
(Regione Liguria, 2001).
A fronte di una simile situazione, le emissioni di gas climalteranti per lo stesso
anno ammontano ad oltre 20 milioni di tonnellate di CO2eq , di cui il 13% sono
imputabili ai consumi relativi alle attività industriali, il 16% ai trasporti e il
13% agli usi civili. La produzione dell’energia elettrica è responsabile della più
ampia percentuale di emissioni di gas serra sul territorio ligure, pari al 58%.
Gli obiettivi di pianificazione energetica intendono raggiungere il riassetto
energetico della regione promuovendo la progressiva costituzione di un sistema
di produzione diffuso sul territorio e caratterizzato dalla presenza di impianti
produttivi di piccola-media taglia ad alta efficienza e a contenuto impatto
ambientale. Nel periodo 2002-2005 si prevede lo sviluppo di interventi a livello
locale con lo scopo di acquisire le esperienze necessarie per estendere con
successo gli stessi interventi su tutto il territorio regionale nel successivo
quinquennio 2006 - 2010.
Solo l’1.5% dell’energia consumata in Liguria proviene da fonte rinnovabile.
L’obiettivo della Regione è elevare tale quota al 7% entro il 2010. Esso verrà
raggiunto soprattutto attraverso un articolato programma di interventi
finalizzati alla valorizzazione energetica delle biomasse di origine boschiva,
all’utilizzo dell’energia solare per la domanda di energia termica
prevalentemente nel settore turistico e all’impiego delle altre risorse energetiche
rinnovabili presenti in forma puntuale sul territorio regionale.
In particolare, la valorizzazione energetica delle biomasse forestali costituirà,
per la Regione Liguria, la fase finale di un processo di politica di difesa del
suolo, per tali ragioni vengono introdotte prescrizioni per scoraggiare il ricorso
a biomassa esterna al territorio ligure. Le eventuali diseconomie per i più elevati
costi della materia prima locale potranno essere compensate con modalità da
definire anche con il concorso degli enti locali (EELL). Saranno privilegiate le
misure di compensazione espresse attraverso un insieme organico di azioni
satellite all’intervento energetico (filiera del legno, agriturismo, attività
ricreative, artigianato, prodotti tipici) utili al decollo economico delle aree
montane.
74
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
75
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
SAVONA
76
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Tab. 7.1. Principali caratteristiche demografiche e territoriali dei comuni della Val Bormida (PER)
Come si può notare, il bosco ceduo predomina in tutto il territorio, con una
superficie complessiva di oltre 28000 ha ed percentuale dell’82%. Solo nei
comuni meridionali, come Calizzano, Bardineto, Pallare ed Osiglia si ha una
percentuale abbastanza elevata di fustaia, con valori tra l’81% di Calizzano ed il
46% di Osiglia, a causa della presenza di rilievi superiori a 800 m ed alla
mancanza dell’intervento antropico nell’indirizzare la qualifica colturale.
78
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Tali valori sono stati ricavati dall’analisi energetica svolta nei numerosi studi
sulla Val Bormida. Le principali fonti di informazione al quale si è fatto
riferimento sono:
• L’ENEL S.p.a per quanto riguarda il numero di utenze elettriche, le
potenze contrattuali ed i consumi elettrici;
79
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
PCI
%N %C %H %S %O
[MJ/kg]
Robinia 5.72 45.80 6.06 0 31.09 17.56
Ontano 3.40 47.12 6.36 0 34.19 17.82
Castagno 2.13 44.99 5.96 0 33.88 16.65
80
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Il PCI della sostanza quasi secca (umidità del 15%) si discosta poco nelle
diverse tipologie di biomassa e può essere considerato pressoché costante per il
legno.
Tenendo conto di una umidità della biomassa tal quale di circa 33%, il valore
assunto dal PCI è pari a 11.4 MJ/kg, ottenuto sottraendo al valor medio
individuato con l’analisi, il calore latente di vaporizzazione dell’acqua secondo
la formula precedente.
BIOTIPO 1
BIOTIPO 2
BIOTIPO 3
BIOTIPO 4
AREE URBANE
AREE PRODUTTIVE
Fig. 7.2. Distribuzione delle biomasse nel territorio della Val Bormida
82
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
INSTALLAZIONE
1.8
milioni€/MWe
MANUTENZIONE
3
% investimento iniziale
PERSONALE
26·103
€/addetto
ESERCIZIO
6·103
€/MWe
Tab. 7.6. Costi d’impianto
L’energia prodotta dagli impianti deve essere distribuita alle varie utenze
tramite un’apposita rete.
Per la distribuzione dell’energia termica si è considerata una rete di tubazioni
in acciaio posta in cunicolo e opportunamente coibentata del costo di circa
155000 €/Km.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, si considera la possibilità di
collegamento alla rete nazionale di media tensione passante in prossimità dei
centri abitati.
I costi per la sua distribuzione comprendono l’installazione della cabina (circa
30987 €) e della linea aerea (circa 70754 €/km) comprensivi del materiale, della
messa in opera e delle opere pregresse dovute all’ENEL Distribuzione per
usufruire degli impianti esistenti.
Infine i ricavi della vendita dell’energia prodotta sono valutati in base agli
attuali valori di mercato, ossia 0.0759 €/kWh per l’energia termica e 0.125
€/KWh per quella elettrica tenuto conto degli incentivi di cui si è discusso nei
precedenti capitoli.
Come già precisato nel capitolo precedente, i costi di installazione e
distribuzione sono stati inseriti nel modello tenendo conto di un tempo di
ammortamento di 20 anni.
I ricavi sono stati calcolati sulla base di 7000 ore annue di produzione.
84
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
1 2 3
D
4 5 6
7 8 9
Fig. 7.3. Calcolo della pendenza nel punto 5 basata sulla sua altezza e dei suoi otto punti vicini
86
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Inoltre una più accurata analisi ha messo in luce la presenza di alcune attività
legate all’utilizzo dei boschi in particolari comuni della Val Bormida, che
garantirebbe una migliore accettabilità del progetto da parte delle realtà locali.
Le sei locazioni degli impianti sono: Altare, Cairo Montenotte, Calizzano,
Carcare, Mallare, Millesimo.
La posizione dei vari impianti è stata individuata analizzando la carta uso del
suolo dei sei comuni sopra citati. Tale analisi ha permesso di individuare le
zone di tipo F (servizi) e quelle di tipo D (industriali) idonee per l’installazione
degli impianti.
Le posizioni adottate per gli impianti sono riportate in figura 7.4, in cui sono
altresì indicate le segherie considerate nel progetto.
Si ricorda che sia gli impianti che le segherie sono inseribili direttamente
dall’interfaccia, specificando il fabbisogno energetico termico massimo che si
vuole soddisfare e i quantitativi di scarti annui prodotti.
87
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
88
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
COMUNE ABITANTI Et
[MWt]
Altare 2448 3.03
Cairo Montanotte 14000 17.35
Calizzano 1627 2.02
Carcare 5684 7.04
Mallare 1308 1.62
Millesimo 3200 3.96
TOT 28267 35.02
Tab.7.8. Fabbisogno di energia termica (fonte ISTAT-Dicembre 2000)
Le informazioni descritte nel presente capitolo sono state inserite all’interno del
database di cui si è data una spiegazione nel Capitolo VI ad eccezione dei dati
costanti posti direttamente come valori nel modello.
I dati inseriti nell’archivio territoriale sono:
• Le caratteristiche delle particelle: area, pendenza, massa volumica, MDO,
costi di raccolta, quantità di biomassa presente, percentuale annua
tagliabile, posizione del centroide (Lon/Lat);
• I dati inseriti direttamente dall’interfaccia: impianti (posizione e energia
termica che devono soddisfare) e segherie (posizione e quantità di rifiuti
annui disponibili);
89
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Definite le informazioni necessarie per l’applicazione del DSS alla realtà della
Val Bormida, è stato possibile studiare la strategia migliore per la produzione di
energia da biomasse forestali, fissate le sei locazioni degli impianti.
La funzione obiettivo del modello di ottimizzazione è la differenza tra i costi
necessari per la gestione della filiera legno-energia ed i ricavi ottenibili dalla
vendita dell’energia prodotta: la soluzione ottima è rappresentata quindi dalla
90
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
91
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
In questa configurazione l’unico impianto che produce sia energia termica che
elettrica è quello di Mallare, mentre gli altri sono adibiti esclusivamente al
teleriscaldamento e posseggono capacità nominali pari al fabbisogno energetico
richiesto.
Nella medesima tabella sono riportati i valori della biomassa necessaria al
funzionamento di ogni impianto.
Si noti il notevole incremento di combustibile nel caso di un impianto che
produca energia elettrica. Confrontando l’impianto di Carcare con quello di
Mallare si può infatti osservare come il primo, pur possedendo una potenza
nominale superiore, risulta avere un minor consumo di biomassa rispetto al
secondo. Questo fatto è dovuto al maggiore rendimento di conversione della
biomassa in energia termica: dal rendimento del 65% per la conversione della
biomassa in energia termica, si passa al 24% per l’energia elettrica.
93
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
n FC t
VAN = ∑ t
− Io
t =0 (1 + i )
dove:
FC t = B t − C t = flusso di cassa nell’anno t-esimo;
B t = Benefici derivanti dall’iniziativa [M€/anno];
C t = Costi derivanti dall’iniziativa [M€/anno];
i = tasso di sconto effettivo = r + f' − f [%];
r = tasso di sconto reale [%];
f' = tasso nominale di aumento del prezzo dell’energia (%];
f = tasso di inflazione [%];
n = durata dell’investimento [anni];
I 0 = Investimento iniziale [M€].
94
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
95
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
20
19
Millesimo
18
17
16
Mallare
15
14
13
Carcare
Vita utile impianti [anni]
12
11
Calizzano
10
9
8
Cairo Montenotte
7
6
5
4
3
Altare
2
1
0
12
10
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8
-10
-12
VAN [M€]
Fig. 7.6. Andamento del VAN degli impianti per la produzione di energia da biomasse della Val Bormida
96
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
impianto;
97
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
costante;
- una fase intermedia (15%-16.5%), in cui il valore inizia a crescere;
3500000 120
Funzione costo
Area %
3000000
100
2500000
80
2000000
€/anno
60 %
1500000
40
1000000
20
500000
0 0
8 10 12 14 16 18 20 22 24
χ [%]
Sin dal valore iniziale del 10%, la soluzione ottima presenta i sei impianti
dimensionati (vedi tabella 7.16) in modo tale da produrre tutta l’energia termica
98
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
richiesta ed uno (Mallare), anche una parte di energia elettrica (quasi il 70%
della potenza complessiva prodotta).
Il modello indica quindi come più conveniente la produzione di energia elettrica
in un impianto di capacità piuttosto significativa, in luogo di più impianti di
minore capacità. Si fa inoltre notare che, nel rispetto del vincolo sulla
significatività della produzione di energia da biomasse, viene prodotto un
quantitativo di energia superiore a quello globalmente richiesto, e questo
sebbene il vincolo sul soddisfacimento dell’energia termica consenta al modello
di attribuire alla variabile decisionale CAP valori compresi tra 0 ed il massimo
richiesto.
Tali considerazioni sottolineano la sensibilità del modello alla dimensione di
impianto minima in perfetto accordo con il fatto che da una parte i costi unitari
di investimento tendono a diminuire con l’aumentare della taglia dell’impianto e
dall’altra aumentano i ricavi dalla vendita dell’energia prodotta.
Impianto Y CAP
Altare 1 3,03
Cairo Montenotte 1 17,35
Calizzano 1 2,02
Carcare 1 7,04
Mallare 0,25 4,89
Millesimo 1 3,96
Tab. 7.16. Dimensionamento impianti per χ = 10%
Impianto Y CAP
Altare 1 3,03
Cairo Montenotte 1 17,35
Calizzano 1 2,02
Carcare 1 7,04
Mallare 0,3 5,33
Millesimo 1 3,96
Tab. 7.17. Dimensionamento impianti per χ = 16%
Impianto Y CAP
Altare 0,41 7,35
Cairo Montenotte 1 17,35
Calizzano 1 2,02
Carcare 1 7,04
Mallare 0,2 8,28
Millesimo 1 3,96
Tab. 7.18. Dimensionamento impianti per χ = 19%
rimanendo costanti.
100
Fig. 7.8. Andamento delle capacità degli impianti al variare della richiesta di energia termica
22
20
18
16
14
CAP [MW]
12
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Thermal energy requirement from each plant [MW]
102
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
compresa tra 5.6 e 7.8 kgCO2/MWh contenuto energetico biom (Korpilathi, 1998).
Il costo del danno dovuto alle emissioni di anidride carbonica è stato calcolato
dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC, 1995), e varia
tra 1 e 25 ECU/tCO2 (0.992-24.8 €/tCO2). La variazione del costo dipende dal
tasso di interesse applicato per l’attualizzazione dei danni futuri causati
dall’anidride carbonica. Nel presente studio è stato utilizzato un valore medio di
10 €/tCO2.
Le equazioni per il calcolo del risparmio di CO2 sono state inserite direttamente
nel modello, in modo da utilizzare i valori delle quantità raccolte e del percorso
stradale calcolati dal sistema.
Le equazioni utilizzate per le due configurazioni sono le seguenti:
N K N
MV i
∑ PCI ⋅ u i ⋅ MV i ⋅ 55.8 − ∑∑ ϕ ik ⋅
1000
⋅ dik ⋅ 38.4 +
1) C CO2 = N
i =1 k =1 i =1
⋅ 10
10 6
− ∑ PCI ⋅ u i ⋅ MV i ⋅ 0.278 ⋅7.8
i =1
103
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
K 7000 ⋅ 3600
∑ (CAPk ⋅ y k ) ⋅ ηt
⋅ 55.46 +
k =1
K 7000 ⋅ 3600 10
2) C CO2 = ∑ (CAPk ⋅ (1 − y k )) ⋅ ⋅ 92.708 + ⋅ 6
k =1 η e 10
K N MV i N
− ∑∑ ϕ ik ⋅ ⋅ dik ⋅ 38.4 −∑ PCI ⋅ u i ⋅ MV i ⋅ 0.278 ⋅7.8
k =1 i =1 1000 i =1
dove:
- CAPk è la capacità di produzione (potenza nominale) di un impianto posto
k-esimo impianto;
- ηt rendimento termico netto dell’impianto che è supposto uguale per tutti gli
impianti;
- ηe rendimento elettrico netto dell’impianto che è supposto uguale per tutti gli
impianti;
- φik è la quantità di biomassa inviata annualmente al k-esimo impianto dall’ i-
[kg/m3];
- dik è la distanza dalla cella i alla locazione k [km];
[m3];
- 0.278 è il fattore di conversione da MJ a kWh.
Il grafico 7.9 riporta i valori del risparmio di CO2 [€/anno] nelle due
configurazioni, confrontandoli con il costo totale del sistema al variare del
parametro χ.
104
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
3500000
Funzione obiettivo
Ipotesi1 (teler.gas nat.)
3000000
Ipotesi2 (el.carb+cald.)
Ip.2_costi el.
2500000 Ip.2_costi term.
2000000
1500000
1000000
500000
0
0.08 0.1 0.12 0.14 0.16 0.18 0.2 0.22 0.24
Fig. 7.9. Confronto del costo totale del sistema con il risparmio di CO2.
χ Costi totali Telerisc. gas nat. Centrale el.+caldaie Contr. el. Contr.term.
[€] [€] [€] [€] [€]
0.08 621218.7 911644.7 1033671 318110 752979.6
0.12 621218.7 911644.7 1033671 318110 752979.6
0.16 636435.1 936665.3 1075920 361385.4 752979.6
0.2 1478398 1481712 1996221 1303973 752979.6
0.23 3353315 1890213 2686204 2010914 752979.6
105
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Il contributo (negativo) della raccolta e del trasporto della biomassa incide sul
bilancio finale di CO2 per una percentuale inferiore al 4%.
8000000 120
Funzione costo
7000000 % area coperta
100
6000000
80
5000000
€/anno
%
4000000 60
3000000
40
2000000
20
1000000
0 0
0 500000 1000000 1500000 2000000 2500000 3000000 3500000
costo CO2 risparmiato [€/anno]
Fig. 7.10. Andamento della funzione obiettivo e della percentuale di superficie utilizzata al variare del costo
risparmiato per mancata emissione di CO2.
Dall’analisi delle curve riportate in figura 7.10, si può notare come inizialmente
ad un notevole incremento del costo dovuto alle emissioni di CO2 risparmiata
corrisponda un lieve incremento della funzione costo, mentre successivamente,
a causa dell’aumento della superficie sfruttata (e di conseguenza dei costi di
raccolta, trasporto, ecc.), minimi incrementi del risparmio di CO2 comportino
un notevole aumento del costo del sistema.
106
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
107
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
8. Il modello dinamico
dove:
- PCI è il potere calorifico inferiore medio della biomassa;
[( ) ( ) ]
T −1 K
C P = ∑∑ CFtk + CVtk ⋅ CAP k sign y tk + (CFI tk + CVI tk ⋅ CAP k )δ tk
t =0 k =1
dove:
- CFtk e CFI tk [€] rappresentano i costi fissi rispettivamente della
manutenzione, della gestione del personale, dell’esercizio e dell’installazione
dell’ impianto;
- CV tk e CVI tk [€] rappresentano i costi variabili (dipendenti cioè da CAPk [MW]
di ciascun impianto;
- ( )
sign y tk è una funzione che assume valore 1 quando y tk è strettamente
positivo, 0 quando y tk è nullo (o negativo). Tale funzione permette di
includere nella funzione costo solamente i costi relativi agli impianti
attualmente funzionanti.
Costi di trasporto
T −1 N K
C T = ∑∑∑C ik ⋅ φ tik ⋅ MV i ⋅ d ik
t =0 i =1 k =1
dove:
- C ik è il prezzo di trasporto unitario (assunto indipendente dal tempo)
[€Kg-1Km-1];
- d ik è la distanza dalla cella i alla locazione k [km];
109
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Costi di raccolta
T −1 N
C C = ∑∑C ri ⋅ MV i ⋅ u ti
t =0 i =1
i
dove C r è il costo unitario di esbosco caratteristico della particella i-esima
[€/Kg].
8.3 I Vincoli
dx
= b0 x − b1 x 2 − u
dt
In cui i valori delle costanti sono diversi per i diversi tipi di biomassa.
( )
x tk+1 = (1 + b0,i )⋅ x ti − b1,i ⋅ x ti
2
− u ti t=0,…,(T-1); i=1,…,N
110
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
∑u
t =0
i
t ≤ U MAX x 0i i=1,…,N
N N N
0.9 ⋅ ∑ u0i ≤ ∑ u ti ≤ 1.1 ⋅ ∑ u Ti -1 t=0,...,T-1
i =1 i =1 i =1
∑φ
k =1
ik
t = u ti i=1,…,N; t=0,…,T-1
1 N
⋅ ∑ φ tik ⋅ HV i ≤ CAP k sign(y tk ) k=1,…,K
3600 ⋅7000 i =1
∑CAP
k =1
k
≥ χ ⋅ E TOT
112
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
Secondo Rizzoli and Young, 1997, un Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS)
è un sistema software che integra modelli, database e/o altri sistemi di gestione
dei dati collegandoli in modo da semplificarne l’utilizzo da parte dei decisori che
se ne servono.
Gli autori descrivono i sistemi ambientali individuando le seguenti
caratteristiche salienti:
- dinamicità;
- variabilità della scala spaziale;
- complessità;
- casualità;
- periodicità;
- eterogeneità;
- difficoltà a reperire le informazioni.
Lo strumento ideale di supporto alle decisioni in campo ambientale (EDSS)
deve essere progettato in modo da far fronte a ciascuna delle precedenti
problematiche. Un EDSS dovrebbe quindi essere caratterizzato da:
1) La capacità di acquisire, rappresentare e strutturare le informazioni del
dominio oggetto di studio. Tali informazioni dovrebbero essere
immagazzinate nel cosiddetto domain base.
Il domain base deve permettere inoltre la separazione dei dati dai modelli
(in modo da assicurare la possibilità di applicare l’EDSS in differenti
contesti). Questo può essere ottenuto interfacciando opportunamente il
modulo di immagazzinamento dei dati con il database e i modelli di
ottimizzazione.
2) La capacità di trattare dati spaziali (utilizzo di componenti GIS);
3) La capacità i fornire indicazioni specifiche (export knowledge) per il
dominio di interesse. Tali informazioni dovrebbero essere immagazzinate
nel modulo knowledge base.
4) La possibilità di essere utilizzato per la diagnostica, la pianificazione, la
gestione e l’ottimizzazione.
5) La capacità di assistere l’utente durante la formulazione del problema e
la scelta dei metodi di soluzione.
113
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
114
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
motivo risulta applicabile a diverse realtà una volta definite ed individuate tali
caratteristiche.
Esso infatti si è mostrato sensibile alla modificazione di diverse variabili che lo
caratterizzano (per esempio la percentuale dell’energia totale richiesta, il
fabbisogno di energia termica, i costi di impianto etc.) rendendolo adattabile a
diverse situazioni e scenari semplicemente variando alcuni dati.
Ciò è possibile anche grazie alla costruzione di un’interfaccia operatore che
consente agevolmente di visualizzare i dati disponibili e i risultati ottenuti,
offrendo la possibilità di confrontare tra loro realtà differenti.
Nel breve periodo si prevede di completare l’attuale versione del DSS attuando i
primi due punti in progetto, in modo da ottenere un sistema completo per la
pianificazione bioenergetica a livello locale effettivamente utilizzabile da esperti
di amministrazioni pubbliche, secondo le linee generali di pianificazione
previste dal PER della Regione Liguria:
115
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
116
Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
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Energia da fonti rinnovabili: le biomasse
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