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IL BUIO OLTRE GAZA

‘FSF’: FAMILLES
SANS FRONTIERES
In Medio Oriente i confini sono attraversati e relativizzati
dal potere di alcuni grandi clan. Vediamone qui alcuni esempi
che riguardano i territori compresi fra Libano, Siria, Iraq e Iran.
Il caso degli alidi, discendenti diretti di Muõammad.
di Lorenzo TROMBETTA e Raffaele MAURIELLO

Il confine [ õadd] è la divisione tra due cose in modo che l’una non si confonda
nell’altra e che nessuna delle due violi l’altra. Dove finisce una cosa, lì è il suo
confine. Il suo plurale è ‘confini’ [ hudûd]. In epoca moderna, il concetto di confine è
legato alla stabilità della nazione [umma] attraverso [la nascita] dello Stato [dawla].
(...) Il confine è un’invenzione moderna legata al concetto di Stato moderno.
Esso definisce i limiti delle entità politiche tra uno Stato e l’altro.
Muõammad Ibn Mukarram Ibn Manfiûr 1

1. ICONFINI CHE DA QUASI UN SECOLO


demarcano le frontiere degli Stati nazionali nel Medio Oriente, che qui consideria-
mo nella sua accezione estesa dal Mediterraneo all’Iran, in molti casi non coincido-
no con gli spazi geografici percepiti dalle diverse comunità o gruppi che da secoli
occupano tali territori.
Nel corso della storia, all’interno di ciascuna comunità sono emersi dei gruppi
(famiglie, clan, tribù, partiti) predominanti, forti di profondi legami di parentela con
altri gruppi presenti in altre aree della regione, a volte geograficamente distanti.
Di seguito si passeranno in rassegna, da ovest a est, alcuni significativi casi dei
rapporti familiari, clanici o tribali transnazionali che riguardano, da un lato, i grup-
pi più influenti nei territori corrispondenti ai moderni Stati di Libano, Siria e Iraq e,
dall’altro, gli stessi territori, con l’aggiunta dell’Iran, letti attraverso la percezione
della territorialità di un gruppo «islamico» di primaria importanza: gli alidi, perso-
naggi che si pretendono discendenti diretti della famiglia del profeta Muõammad
attraverso la figlia Få¿ima e il cugino ‘Alø 2.
1. M. IBN MANfiÛR, «Hadd», in Kitåb lisån al-‘arab, 20 voll., Il Cairo 1985, Dår al-Ma‘årif. Il dizionario
del celebre linguista arabo Ibn Manfiûr (morto nel 1311) è ancora oggi una delle principali e più auto-
revoli fonti per lo studio della lingua araba.
2. I membri della famiglia del Profeta rivestono un ruolo centrale nell’immaginario identitario musul-
mano, come dimostrato dai casi dei re di Marocco, Giordania e Arabia Saudita. Nello sciismo duodeci-
mano, questi vengono indicati con il titolo di sayyid, e qualora si formino presso le scuole giuridico-
teologiche tradizionali (õawza), portano come segno distintivo un turbante nero. 143
‘FSF’: FAMILLES SANS FRONTIERES

Le regioni attualmente occupate dal Libano offrono numerosi esempi sia di


clan familiari, anche indicati come «dinastie politiche», sia di partiti o movimenti po-
litico-confessionali che, per la loro solidità ai vertici e ramificazione nel territorio,
rientrano di merito nella categoria di gruppi la cui influenza supera i confini degli
Stati nazionali. Significativo è anche l’esempio di alcuni clan tribali musulmani, si-
tuati lungo le regioni frontaliere con l’odierna Siria, così come è da segnalare la pre-
senza, nelle regioni oggi divise formalmente dal confine siro-iracheno, di confede-
razioni tribali la cui autorità sul territorio è da secoli di fatto unica e incontrastata.
Gli alidi rappresentano una delle più importanti élite musulmane, sia in una
prospettiva storica che in rapporto alla stretta attualità politica: sono tutti alidi
Ruhullah al-Khumayni (Khomeini), ‘Ali al-Khamenei, Muhammad al-Khatami, Õa-
san Naârallåh, Muõammad Huâayn Faîl Allåh, Muqtadå al-Âadr, ‘Abd al-‘Azøz al-
Õakøm, ‘Alø al-Âøstånø, per non citare che alcuni noti leader.
Affrontiamo ora il tema con l’aiuto di due carte.

Dal Mediterraneo al deserto siriano


A) La regione d’entroterra che oggi corrisponde al Sud del Libano, nota come
Ãabal ‘Åmil, è stata per secoli più vicina allo spazio geografico della Galilea pale-
stinese piuttosto che al Monte Libano o alla città di Beirut, attuale capitale del pae-
se, che fin verso alla metà del XIX secolo era ancora un modesto villaggio di mer-
canti e pescatori.
Il Ãabal ‘Åmil è da secoli dominato dalla comunità musulmana sciita e, dalla
metà degli anni Ottanta dal movimento Õizbullåh (Partito di Dio), fortemente le-
gato alle élite al potere in Iran e guidato dal 1992 dal suo segretario generale, il
sayyid Õasan Naârallåh (originario del Sud del Libano, nato a Beirut nel 1960). La
nascita dello Stato d’Israele nel 1948, preceduta e seguita da ripetuti esodi di mi-
grazione forzata di palestinesi anche dalle terre della Galilea, ha interrotto brusca-
mente ogni rapporto sociale ed economico tra le comunità del Ãabal ‘Åmil e
quelle delle regioni a meridione, ma questo antico legame non deve esser trascu-
rato nel considerare l’alto valore che Õizbullåh attribuisce ancora oggi al tema
della «liberazione della Palestina».
Spostandosi dall’entroterra del Ãabal ‘Åmil verso la costa, il dominio di Õiz-
bullåh si diluisce con una significativa presenza dell’altro movimento sciita libane-
se, Amal (Speranza) – da cui provengono molti quadri del Partito di Dio e lo stesso
Naârallåh – guidato dal 1984 da Nabøh Berri (nato in Sierra Leone nel 1938 ma ori-
ginario del Sud del Libano), dal 1992 presidente del parlamento libanese. Con la
propria base di consenso a Tiro (80 km a sud di Beirut) e forte di una vasta e rami-
ficata rete clientelare nell’amministrazione statale libanese, Berri è oggi indicato
come capo di uno dei potentati più influenti del Paese dei cedri. Il suo referente
tradizionale è da decenni la Siria 3.
3. Con lo scoppio della guerra civile libanese (1975-90), in seno al già esistente Õarakat al-Maõrûmøn
144 (Movimento dei diseredati) fondato e guidato dall’imam sciita sayyid Mûså al-Âadr (rapito e scomparso
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Circa s’incontra la città di Sidone, roccaforte assieme a


Beirut della borghesia sunnita di stampo «laicheggiante». Espressione di questo ce-
to è oggi la famiglia Õarørø, guidata da Sa‘d Õarørø (nato nel 1970 in Arabia Saudita),
figlio ed erede politico dell’ex premier Raføq (nato a Sidone, 1944-2005) ucciso
quattro anni fa. Gli Õarørø hanno sin dai primi anni Settanta notevoli interessi eco-
nomici nel Golfo. L’Arabia Saudita costituisce da decenni il loro protettore e refe-
rente regionale.
B) Il Monte Libano, nucleo storico del Libano moderno (il «Grande Libano»
creato dai francesi nel 1920), è per tradizione territorio spartito tra la minoranza
maronita nella sua parte settentrionale, vicina alla Francia, e quella drusa nelle sue
pendici meridionali, inizialmente «protetta» dalla Gran Bretagna. I confini approssi-
mativi di queste due entità sono, per la parte maronita, Bšarrø [Bcharré] a nord fino
alla cittadina drusa di Âawfar [Sofar], mentre la zona drusa si estende da Âawfar fi-
no al centro cristiano di Ãazzøn, capoluogo della «cintura cristiana» stretta tra drusi
(al Nord) e sciiti (al Sud). Dal Monte Libano provengono importanti dinastie politi-
che locali che in epoca contemporanea sono emerse come predominanti, con im-
portanti filiazioni fuori da questo spazio. Tra i maroniti, spiccano i Ãmayyil, il cui
peso politico è ormai in declino, ma che hanno svolto un ruolo di primo piano
nella regione a partire dagli anni Quaranta fino alla fine della guerra civile libanese
(1975-90). Oggi sono guidati dall’ex presidente libanese Amøn Ãmayyil (nato nel
1942 a Bikfayå, nel basso Monte Libano) 4. Come in passato, il loro referente cultu-
rale e politico rimane la Francia, con la recente aggiunta degli Stati Uniti.
Nella parte meridionale drusa, con la sua appendice occidentale dello Šûf, in-
vece, spicca tra tutte la famiglia dei Ãumbla¿¿. Originari di un clan curdo della re-
gione di Aleppo, sono assurti alla gloria in epoca contemporanea grazie a Kamål
Ãumbla¿¿ (nato nel villaggio di Muœtåra, nello Šûf, 1917-77), fondatore del Partito
socialista progressista e padre dell’attuale capofamiglia, Walød (nato a Beirut nel
1949). Per anni vicini agli interessi della Siria in Libano (anche se in molti accusano
proprio Damasco di aver ordinato l’uccisione di Kamål), i Ãumbla¿¿ si sono gra-
dualmente spostati, a partire dal 2000, su posizioni sempre più ostili all’influenza
siriana nella regione. Dopo aver guardato verso l’Unione Sovietica a partire dagli
anni Cinquanta e fino alla caduta del Muro di Berlino, il loro referente cultural-po-
litico è oggi l’amministrazione statunitense.
C) Il Partito di Dio è predominante anche in gran parte della valle orientale
della Biqå‘, un tempo parte del vilayet ottomano di Damasco e storicamente più
vicina allo spazio geografico della Siria interna piuttosto che al Monte Libano. Nel-
la Biqå‘, il dominio di Õizbullåh è però condiviso anche con alcuni potenti clan tri-

nel 1980) nacque l’ala armata Amal. Il processo di avvicinamento tra il gruppo di Âadr e il regime si-
riano, dal 1970 dominato da un clan alauita, trova affermazione politica nel 1973, quando lo stesso
imam sciita riconobbe in maniera pubblica gli alauiti come musulmani sciiti. Successivamente, in qua-
lità di presidente del Consiglio superiore sciita libanese, Âadr nominò un alauita come muftø sciita per
Tripoli e il Nord del Libano.
4. Fratello dell’ex presidente assassinato Bašør Ãmayyil (1947-1982) e figlio del fondatore del partito
al-Kat’ib al-lubn niyya (le Falangi libanesi), Pierre Ãmayyil (1905-1984). 145
146
I CLAN SIRO-LIBANESI
T U R C H I A
al-Qamisli

Iskenderum
Al-Hasakah
.
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Aleppo
al-Raqqa

Latakkya Grande confederazione tribale


Garba
Hims
S I R I A (sunniti)
. .
Dayr al Zawr
Clan dei Frangiyya Regione Akkar:
e dei Mu awwad Clan degli Id
(rivali) con proiezione verso la Siria

Karame Miqati Palmira


Tripoli ‘Ubayd
Zgurta

no
I R A Q
Saqr

i ba
LIBANO

eL
Bikfaya

nt
i Nasr, Ayyub, Grande confederazione tribale
Beirut

Mo
Aryan, Dib Dulaym
Muhtara Qantar (sunniti)
Sidone
Hariri Damasco
Famiglia Gmayyil (maronita)
Tiro al Famiglia Gunblatt (Drusi)
Am Gabal Amil Clan tribali tra Libano e Siria

Proiezione storica del Gabal Amil Hariri Nomi di famiglie e clan


Area Hizbullah
ISRAELE
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bali (musulmani) che da secoli abitano gli altipiani e i pendii occidentali dell’Antili-
bano, al confine attuale con la Siria. Nella zona di Wådø Œålid, il clan degli ‘Ubayd
si distingue tra gli altri, mentre poco più a sud, nella regione di al-Qå‘/Ãûsiyya,
spiccano i Âaqr. A sud dell’autostrada Damasco-Beirut, nell’area di Dayr al-‘Ašå’ir,
Õalwa e Zabadånø, i Naâr, gli Ayyûb, gli ‘Ariyån, i Êøb e i Qan¿år condividono con
reparti dell’esercito siriano qui schierati la gestione del territorio.
D) Tripoli, porto situato 90 km a nord di Beirut e a circa 30 dall’attuale confine
con la Siria, è rientrato per secoli, come la valle della Biqå‘, nell’orbita delle pro-
vince ottomane siriane. Non a caso, in arabo, ancora oggi Tripoli viene indicata co-
me ¡aråbulus al-Šåm, per distinguerla da Tripoli di Libia e in riferimento alla co-
mune appartenenza ai Bilåd al-Šåm, i territori del Levante corrispondenti grosso
modo agli attuali Siria, Giordania, Libano, Israele e Territori occupati palestinesi.
Tripoli, roccaforte dell’islam sunnita, è ancora oggi dominata da alcune famiglie
eminenti. Tra queste, alcune conservano un ruolo politico locale e nazionale. I
Karåme, oggi rappresentati dall’anziano ex premier ‘Umar (nato a Tripoli nel
1934), sono stati negli ultimi anni fedeli alleati della Siria, ma la loro influenza è cir-
coscritta alla città 5. Maggior peso in termini di capacità economiche lo ha la fami-
glia Møqåtø, dominata dall’ex premier Naãøb (nato nel 1955 a Tripoli) 6, e dai suoi
fratelli, importanti uomini d’affari legati per amicizia personale al presidente siria-
no Baššår al-Asad. Sulle montagne a est di Tripoli, la regione maronita di Zôorta è
divisa invece tra le due famiglie rivali dei Franãiyya [Frangie] e dei Mu‘awwaî. I
primi storicamente filosiriani, i secondi schierati invece con il fronte ostile all’in-
fluenza di Damasco.
E) A est di Zôorta si aprono gli altipiani dell’Akkår, regione abitata in preva-
lenza da alauiti vicini alla Siria non solo politicamente. Esiste infatti una continuità
territoriale tra le regioni alauite del Nord-Ovest della Siria e quelle del Nord del Li-
bano, tanto che numerose famiglie dell’Akkår sono imparentate con altre della co-
sta siriana da ¡ar¿ûs a Latakia e dell’entroterra, detto appunto «i monti degli alaui-
ti». Il clan degli Eid [‘Ød] è quello che spicca tra gli alauiti dell’Akkår, negli anni Ot-
tanta vicini allo zio dell’attuale presidente al-Asad, Rif‘at, e oggi fedeli del ra’øs di
Damasco.
F) Nei territori desertici tra la Siria e l’Iraq due sono le confederazioni tribali
che si spartiscono, di fatto, il controllo del territorio: la qabøla degli Šammar al
Nord, nella regione compresa all’incirca tra l’attuale provincia irachena di Ninive e
quella siriana di al-Õasaka; e quella degli al-Dulaym al Sud, nei territori oggi deli-
mitati dall’immensa provincia occidentale irachena dell’Anbår, nota per essere la
base di insorti, presunti affiliati di al-Qå‘ida, e quella siriana di Dayr al-Zawr.

5. In passato, da questo clan tripolino sono provenuti, oltre a numerosi muftø sunniti della città, due
importanti figure politiche per la regione: i due ex premier libanesi ‘Abd al-Õamød Karåme (1890-1950)
e suo figlio Rašød Karåme (1921-1987), rispettivamente padre e fratello del già citato filosiriano ‘Umar.
6. Nel marzo 2008, la rivista americana Forbes attribuisce al solo Naãøb Møqåtø un capitale personale di
2 miliardi e 600 milioni di dollari, posizionandolo al 446° posto tra le personalità più ricche al mondo.
Con suo fratello Taha, sempre secondo Forbes, è attualmente il cittadino più ricco di tutto il Libano
(www.forbes.com/list/2008/10/billionaires08_Najib-Mikati_EF2J.html). 147
‘FSF’: FAMILLES SANS FRONTIERES

Originari dello Yemen, i Dulaym, sunniti con dei rami sciiti, hanno nei secoli
svolto un ruolo cruciale, fin dall’epoca ottomana, come guardiani contro l’avanzata
wahhabita proveniente dalla Penisola arabica. Dotati di milizie ben armate e orga-
nizzate, hanno avuto il sostegno dei vari governi dell’Iraq moderno, anche di quel-
lo baatista. Molti Dulaym hanno costituito l’ossatura dei servizi di sicurezza di Sad-
dam dal 1991 al 2000. Dal 2000 e 2001 hanno avuto attriti anche pesanti con il regi-
me e, successivamente, hanno mantenuto un atteggiamento neutrale. Oggi conta-
no almeno tre milioni di membri. Alcuni clan dei Dulaym partecipano alla forma-
zione delle milizie Âaõwa (Risveglio) filogovernative, incaricate di combattere gli
insorti.
Gli Šammar sono una delle più importanti confederazioni del mondo arabo,
formata da tribù arabe sia sunnite che sciite. In tutto otto milioni di membri, due
dei quali si trovano nei territori situati tra Siria e Iraq (Šammar Ãarba, sunniti). So-
no stati sempre alleati dei diversi poteri centrali di Baghdad, anche del deposto re-
gime di Saddam Hussein. Dopo la fine del regime, si crede che gli Šammar possa-
no aver continuato a fiancheggiare i baatisti in fuga, dando loro copertura nei pro-
pri territori oltre il confine siriano 7.

L’internazionale alide
Gli sciiti duodecimani 8 hanno avuto tendenza a concentrarsi attorno a luoghi
che vedono la presenza di santuari e tombe 9 di membri della famiglia del profeta
Muõammad o altre «persone venerabili». Considerando gli attuali Stati, essi appaio-
no importanti: in Siria (15% della popolazione è sciita), specie a Damasco (in parti-
colare Sayyida Zaynab); in Turchia, specie a Istanbul; in Iraq (60%), specie a Bagh-
dad – in particolare Kåfiimiyya – Naãaf, Kûfa, Karbalå’, Såmarrå’; in Iran (90%),
specie a Qom, Mashhad, Esfahan, Shiraz e Zahedan; in Azerbaigian (75-80%), spe-
cie a Lankaran; in Uzbekistan, specie a Nurata, Samarcanda e Bukhara; in Afghani-
stan (20%), specie a Herat, Mazar-i Sharif e Qandahar; in Pakistan (20%), specie a
Parachinar, Mianwali, Peshawar, Faisalabad, Lahore, Quetta e Karachi; in India
(1%) 10, specie a Lucknow, Mumbai e Hyderabad. La presenza sciita è però signifi-
cativa anche in Stati non legati a luoghi «santi», in particolare: il Bangladesh; il Liba-

7. G. GERVASIO, «Dopo lo Stato, restano le tribù», Limes, n. 2/2003, pp. 121-129. Per un approfondimen-
to sul tema: F.A. JABAR, H. DAWOD, Tribes and Power: Nationalism and Ethnicity in the Middle East,
London 2001, Saqi Books.
8. Gli sciiti trattati in quest’analisi sono i duodecimani o imamiti (mentre non vengono trattate altre
correnti come gli ismailiti, gli zaiditi eccetera). Questi credono che Muõammad abbia indicato nella
sua discendenza attraverso la figlia Få¿ima e il cugino ‘Alø i continuatori del suo ruolo di guida politica
della comunità dei credenti. In particolare, gli sciiti duodecimani credono in una linea di dodici imam,
con il dodicesimo che si sarebbe occultato nel 941 d.C. e tornerà prima della fine dei tempi per re-
staurare la giustizia sulla Terra.
9. Siamo consapevoli che in alcuni, se non in numerosi casi il processo può ben essere stato inverso.
Peraltro, la presenza sciita non è necessariamente e sempre organizzata nei pressi di luoghi santi, co-
me dimostra il caso del quartiere di Baghdad Madønat al-Âadr (la Città di al-Âadr, spesso indicata nella
pubblicistica divulgativa italiana attraverso l’uso della sua denominazione inglese: Âadr City).
148 10. Si noti che tale percentuale corrisponde a 15-20 milioni di duodecimani.
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no (40-45%) con la capitale Beirut, la valle della Biqå‘ e il Sud del paese (Ãabal
‘Åmil); e i paesi che si affacciano sul Golfo Persico: Kuwait (25-30%), Bahrein (70-
80%), Arabia Saudita 11 (15%).
Questi luoghi sono più o meno collegati fra loro attraverso legami di diversa
natura che riguardano differenti aspetti dello sciismo: istituzionale e statale 12, mo-
vimentista «laico» 13, religioso 14 eccetera. Inoltre, tali legami si intrecciano e sovrap-
pongono, e alcuni di essi hanno profonde radici storiche – perlomeno da un pun-
to di vista ideologico. Questo è, per esempio, il caso dei sayyid.
I membri della famiglia del Profeta hanno oggi un ruolo di eminenza e forni-
scono un interessante elemento di analisi dei legami transnazionali sciiti, come di-
mostrato dagli al-Âadr, dai Baõr al-‘Ulûm, dagli al-Œû’ø e dagli ambienti legati alla
Khoei Foundation 15, dagli al-Šøråzø. Queste famiglie sono peraltro imparentate e
legate tra loro da rapporti storici di amicizia, inimicizia 16.
I casi presi qui in considerazione propongono Naãaf, e quindi l’Iraq, come
centrale nella definizione degli attuali spazi sia fisici che ideologici dello sciismo;
in parallelo e a volte in contrapposizione con il ruolo egemonico di questa corren-
te politica, religiosa e ideologica dell’islam proposto dalle élite di quello che viene
comunemente percepito come il più importante spazio di influenza dello sciismo:
l’Iran.
A) Per gli al-Âadr, consideriamo il caso del sayyid Mûså al-Âadr. Nato a Qom
(Iran) da una famiglia di emigranti del Ãabal ‘Åmil (Libano), questi si formò in par-
te a Naãaf (Iraq), prima di stabilirsi a Beirut (Libano), dove fondò il già citato Movi-
mento dei diseredati, Amal e il Consiglio superiore sciita, e dove ottenne la cittadi-
nanza libanese. Sua sorella Få¿ima sposò il cugino sayyid marãi‘ Muõammad Bå-
qir al-Âadr, principale ideologo islamista dello sciismo contemporaneo, frutto della
scuola di Naãaf e ispiratore del partito iracheno al-Da’wa, ucciso dal presidente

11. Si noti, comunque, che l’Arabia Saudita ospita due fra i più importanti luoghi di culto sciiti e mu-
sulmani: Medina (tomba di Få¿ima) e La Mecca (città natale di Muõammad e ‘Alø). In questo Stato,
però, gli sciiti sono concentrati nella zona nord del paese che si affaccia sul Golfo Persico.
12. Per non citare che alcuni casi: l’Iran in quanto Stato e l’Ufficio della Guida della rivoluzione; il
Consiglio superiore sciita in Libano; i partiti e movimenti politici «islamici»: al-Da‘wa (la Chiamata all’i-
slam), il Consiglio supremo islamico iracheno (Csii), Õizbullåh (Partito di Dio), Amal (Speranza, acro-
nimo di Battaglione della resistenza libanese) eccetera. Il caso di al-Da‘wa è particolarmente utile per
tracciare un esempio della transnazionalità di questo tipo di legami. Nato in Iraq fra gli anni Cinquan-
ta e Sessanta del secolo scorso, questo movimento, poi divenuto partito, si è diffuso con un certo suc-
cesso in Medio Oriente, e oggi è presente in Libano e in numerose monarchie del Golfo, in particola-
re: Kuwait, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti.
13. Esempi di questo tipo sono i Mojahedin-e khalq e i vari partiti comunisti (Tudeh, Partito comuni-
sta iracheno eccetera).
14. In questo caso, assolutamente rilevante è il caso della marãi‘iyya. Con il termine marãi‘ al-taqlød
(fonte di emulazione), gli sciiti duodecimani indicano attualmente i loro più eminenti studiosi usciti dal-
la õawza. Secondo le moderne elaborazioni dottrinali, i credenti sarebbero tenuti a scegliere un marãi‘
e, in particolare, a seguire le sue interpretazioni del corpus giuridico islamico tradizionale. Con
marãi‘iyya, quindi, s’indica la direzione religiosa rappresentata da un marãi‘ nei suoi differenti aspetti.
15. Questo è il nome ufficiale della fondazione e la trascrizione in caratteri latini del «nome di fami-
glia» proposto dagli stessi al-Œû’ø.
16. Inoltre, tali famiglie hanno legami matrimoniali con altre influenti famiglie alidi, come gli al-
Õakøm, al-Œalœålø, al-Mølånø eccetera. 149
150
Londra
L’INTERNAZIONALE ALIDE
TURCHIA
punto di forza
della famiglia Bahr al Ulum
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‘FSF’: FAMILLES SANS FRONTIERES

IRAN

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Origine famiglia
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Località principali
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dell’internazionale alide
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Luoghi d’origine della famiglia Sirazi Kuwait

Sadr Nomi delle famiglie


IL BUIO OLTRE GAZA

Saddam Hussein nel 1980. Peraltro, una figlia di questa coppia ha apparentemente
sposato il sayyid Muqtadå al-Âadr, a sua volta figlio di un altro marãi‘, il sayyid
Muõammad Muõammad Âådiq al-Âadr, ucciso da Saddam Hussein nel 1999 e fon-
datore del movimento dei Âadriyyøn (sadriti). Inoltre, le figlie di due sorelle di Mû-
så al-Âadr hanno sposato il sayyid Ahmad al-Khumayni (figlio di al-Khumayni, il
padre della rivoluzione islamica iraniana) e il sayyid Muhammad al-Khatami (inter
alia due volte presidente della Repubblica Islamica d’Iran), quasi a dimostrare la
circolarità dei legami transnazionali e la loro trasformazione in istanze politiche e
sociali. Attualmente, membri degli al-Âadr vivono prevalentemente in Iraq, Libano
e a Londra.
B) Per i Baõr al-‘Ulûm, prendiamo il caso del sayyid Muõammad Baõr al-
‘Ulûm. Nato a Naãaf (Iraq), questi ha studiato in parte in Iran e al Cairo, e ha lavo-
rato come giudice in Kuwait prima di rifugiarsi a Londra. In Inghilterra, Baõr al-
‘Ulûm ha partecipato alla fondazione del Congresso nazionale iracheno, diretto da
Aõmad Ãålabø [Chalabi] e interamente sostenuto da fondi dell’amministrazione
americana, in qualità di «rappresentante ufficiale» degli sciiti. Da Londra, quindi,
dove la famiglia vive attualmente, Muõammad è tornato in Iraq dopo la caduta del
regime di Saddam, apparentemente su richiesta del Kuwait e al fine di sostenere
gli interessi di quel paese nei nuovi assetti di potere del dopo-Saddam. Qui egli è
stato fra l’altro uno dei nove membri (5 sciiti, 2 sunniti, e 2 curdi) della presidenza
rotatoria istituita dal Consiglio di governo transitorio iracheno, in qualità di rappre-
sentante degli sciiti (insieme ad Aõmad Ãålabø, Iyåd ‘Allåwø, Ibråhøm al-Ãa‘farø, e
‘Abd al-‘Azøz al-Õakøm). Inoltre, Muõammad è legato a due importanti famiglie ali-
di, gli al-Šøråzø e gli al-Õakøm. Infatti, egli ha sposato la figlia di sayyid Muõammad
Huâayn al-Šøråzø, mentre una sua sorella ha sposato Mahdø al-Õakøm, fratello di
‘Abd al-’Azøz al-Õakøm (più volte membro del parlamento iracheno dopo la caduta
di Saddam e presidente del Csii) e, quindi, figlio di Muõsin al-Õakøm (principale
marãi‘ a Naãaf negli anni Sessanta), ucciso dai servizi segreti iracheni in Sudan nel
1988. Il figlio di Muõammad, Ãa‘far, che ha ottenuto un dottorato di ricerca negli
Stati Uniti e ha trascorso parte della sua vita a Londra, ha ricoperto per due volte la
carica di ministro del Petrolio. Attualmente, membri dei Baõr al-‘Ulûm vivono pre-
valentemente in Iraq, Iran, Kuwait, Libano, Stati Uniti e a Londra.
C) Un altro caso di transnazionalità è rappresentato dalla Khoei Foundation.
Questa fondazione è il principale istituto islamico sciita sia in Europa che negli Sta-
ti Uniti e in Canada non direttamente legato alla Repubblica Islamica d’Iran. Regi-
strata come charity, ha uno status consultativo con l’Economic and Social Council
delle Nazioni Unite. Essa venne stabilita nel 1989 dal marãi‘ sayyid Abû al-Qåsim
al-Œû’ø, predecessore e maestro del sayyid ‘Alø al-Âøstånø – attualmente considerato
il più importante marãi‘ in vita – e ha sedi e istituti collegati ad essa in numerosi
paesi del mondo: a New York, Londra, Parigi, Beirut, Naãaf, Qom, Mashhad,
Swanzi, Montréal, Mumbai, Islamabad, Karachi, in Thailandia. Attualmente, mem-
bri degli al-Ξտ vivono prevalentemente in Iraq, Iran, Libano e a Londra. 151
‘FSF’: FAMILLES SANS FRONTIERES

D) Un ultimo caso è quello degli al-Šøråzø. I membri di questa famiglia hanno


storicamente avuto come «base» l’Iran e Karbalå’ (Iraq). Essi sono stati alla radice di
un movimento, quello dei Šøråzøyyøn (shiraziti), che negli anni Cinquanta e Sessan-
ta ha rivaleggiato con al-Da‘wa e in seguito sostenuto le idee espresse da al-Khu-
mayni nella sua vilayat-e faqih: al-õukûma al-islåmiyya (il mandato di tutela del
giurisperito: il governo islamico), raccolta di diciassette lezioni tenute da questi a
Naãaf nei primi anni Settanta. Tali attività sono state espletate in particolare attra-
verso la fondazione della Õarakat al-risåliyyøn (Movimento dei messaggeri), un
movimento che ha operato in Iraq, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Oman, Libano
e Africa – in quest’ultimo caso grazie alla prospera diaspora libanese. Nel 1980,
quindi, in seguito alla rivoluzione islamica iraniana, il movimento cambiò il suo
nome in Munafifiamat al-‘amal al-islåmø (Organizzazione dell’azione islamica), po-
nendosi come scopo principale il rovesciamento del regime iracheno e l’instaura-
zione di uno Stato islamico. Negli ultimi anni, gli al-Šøråzø hanno concentrato i loro
sforzi transnazionali verso il Golfo Persico, mentre in Iraq sono stati messi in se-
condo piano dalle altre famiglie di sayyid qui menzionate e dalla scelta di opporsi
al processo di istituzionalizzazione della marãi‘iyya legata alla città di Naãaf. Essi
sono particolarmente attivi in Arabia Saudita, Kuwait e Bahrein.*

152 * Il viaggio lungo il confine siro-libanese prosegue sul sito di Limes, nella rubrica «Damasco-Beirut».

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