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Comieco CartaCrusca
Film solubile in acqua
Gli imballaggi attivi e intelligenti sono "invisibili" ma prolungano la durata e migliorano la
conservazione - Il Fatto Alimentare
Imballaggi organici: il packaging sostenibile, commestibile e biodegradabile - Green.it
I 10 packaging più originali a cui ispirarsi
packaging
Comieco CartaCrusca
comieco.org

Film solubile in acqua


polimerica.it

Gli imballaggi attivi e intelligenti sono "invisibili" ma prolungano la durata e migliorano la


conservazione - Il Fatto Alimentare
ilfattoalimentare.it

Imballaggi organici: il packaging sostenibile, commestibile e biodegradabile - Green.it


green.it

I 10 packaging più originali a cui ispirarsi


blog.pack.ly
CartaCrusca

La cartiera Favini, in collaborazione con Barilla, ha inventato e realizzato una nuova carta,
la prima nata dalla crusca non più utilizzabile per il consumo alimentare, che sostituisce
con le sue fibre vegetali quelle derivanti da albero. In ogni foglio è presente il 20% di
crusca: i residui sono visibili a occhio nudo lungo tutta la superficie e danno alla carta un
profumo naturale. E stata utilizzata, tra l’altro, per confezionare Selezione Italiana, il
cofanetto che custodisce alcuni fra i più pregiati prodotti del patrimonio gastronomico
italiano selezionati da Academia Barilla.] in collaborazione con Barilla, ha inventato e
realizzato una nuova carta, la prima nata dalla crusca non più utilizzabile per il consumo
alimentare, che sostituisce fibre derivanti da albero. In ogni foglio è presente il 20% di
crusca: i residui sono visibili a occhio nudo lungo tutta la superficie e danno alla carta un
profumo naturale. E stata utilizzata, tra l’altro, per confezionare Selezione Italiana, il
cofanetto che custodisce alcuni fra i più pregiati prodotti del patrimonio gastronomico
italiano selezionati da Academia Barilla.
Film solubile in acqua

Il produttore austriaco di imballaggi in plastica e cartone Mondi ha introdotto sul


mercato un film per packaging solubile in acqua pensato per il confezionamento
monodose di polveri, tavolette e granulati come, per esempio, detersivi per lavastoviglie e
lavatrici, oppure sali da bagno. Lo sviluppo è frutto delle sinergie e competenze presenti nel
gruppo nel campo dei film plastici, carta e coating.
Secondo il gruppo austriaco, il film offre eccellenti caratteristiche di tenuta, offre
barriera all’ossigeno ed è completamente solubile in acqua fredda, oltre ad essere
biodegradabile, non tossico, né inibitore. Ideale quindi per evitare ai consumatori il
contatto diretto con il prodotto, che può essere utilizzato - per esempio inserito nella
vaschetta della lavastoviglie - senza dover aprire la confezione, riducendo allo stesso tempo
l’impatto ambientale del packaging.
Altre potenziali applicazioni, in fase di studio, riguardano il confezionamento di
fertilizzanti, semi e disinfettanti, oppure nel settore delle costruzioni, dove i film
idrosolubili possono essere utilizzati come liner nei sacchi per cemento.

BIO-FED Branch of AKRO-PLASTIC GmbH


BIO-FED, con sede all’interno del BioCampus Cologne di Colonia, è un’azienda
specializzata in compound biopolimerici innovativi dalle molteplici applicazioni e con una
lunga esperienza nello sviluppo, compoundazione e commercializzazione di materie
plastiche biodegradabili con il marchio M·VERA®.
BIO-FED è nata nell'ottobre 2014 con l'acquisizione, ad opera di AKRO-PLASTIC GmbH,
della divisione Europa di un'azienda di biotecnologie statunitense. BIO-FED è una divisione
di AKRO-PLASTIC GmbH (www.akro-plastic.com) e, come tale, fa parte del gruppo
Feddersen (www.kdfeddersen.com), un'azienda che conta circa 700 dipendenti a livello
globale e un fatturato che si aggira intorno ai 450 milioni di euro. Pur concentrando le
proprie attività nel comparto delle materie plastiche, il gruppo è presente anche nel settore
dell'export (K.D. Feddersen Ueberseegesellschaft mbH), del commercio dell'acciaio inox
(Voß Edelstahlhandel GmbH) e dell'ingegneria meccanica (FEDDEM GmbH & Co. KG).
BIO-FED si avvale degli impianti produttivi e dei laboratori di ricerca di AKRO-PLASTIC
GmbH e collabora a stretto contatto con AF-COLOR (www.af-color.com), altra divisione di
AKRO-PLASTIC operante nell'ambito dello sviluppo e della commercializzazione di
masterbatch coloranti e additivi di origine biopolimerica. AKRO-PLASTIC GmbH e AF-
COLOR hanno sede a Niederzissen, nella regione della Renania-Palatinato.
Grazie agli oltre 360 dipendenti e ai suoi stabilimenti anche in Cina e Brasile, AKRO-
PLASTIC GmbH è un'azienda leader in Europa in materia di compound, in grado di
produrre ogni anno fino a 150.000 tonnellate di granuli di plastica.
Sede principale di AKRO-PLASTIC GmbH nel parco industriale di Brohltal Ost presso
Niederzissen (Germania)

Sede di BIO-FED nel BioCampus Cologne a Colonia


Plastic Consult Srl

Plastic Consult di Milano è una società di consulenza, privata e indipendente, nata nel
1979 e rimasta unica nel suo genere.
La divisione Business Insight segue l’industria chimica e quella delle materie plastiche
a 360°: tecnologia, economia di processo, mercati, struttura produttiva, innovazione,
reperibilità, competitività, posizionamento strategico, tematiche ambientali.
Plastic Consult, con le sue ricerche, assiste gli attori lungo tutta la filiera: produttori di
polimeri e additivi, formulatori, trasformatori, costruttori di macchine e attrezzature,
utilizzatori di parti e componenti in materie plastiche, distributori, associazioni di
categoria, pubblica amministrazione e multiutilities.

Campetella Robotic Center Srl

Campetella Robotic Center è una azienda italiana, con sede in provincia di Macerata,
oggi presente in tutti i Paesi più industrializzati del mondo attraverso una rete di
distributori e centri di assistenza.
Con una storia alle spalle di 120 anni dedicati alla costruzione di macchine automatiche
al supporto dell’attività lavorativa dell’uomo, la società passa di padre in figlio ormai da
5generazioni, con crescita costante e progressiva, fino a contare oltre 100 dipendenti
diretti nel 2017.

Dai primi anni ‘80 si dedica in modo sempre più profondo alla costruzione di sistemi di
automazione e robot cartesiani per il settore dello stampaggio materie plastiche,
concentrando ricerca e sviluppo in questa unica direzione, per assumere oggi un ruolo
dominante nel mercato italiano e tra i primi posti a livello mondiale.
La costante che ha accompagnato Campetella Robotic Center in tutte le fasi evolutive
del lungo percorso è rappresenta dalla ricerca di una QUALITA’ superiore. Qualità a
qualunque costo, per un prodotto che deve risultare più performante e affidabile delle
aspettative, ma anche qualità nel servizio e soprattutto nel rapporto personale.
Siamo un’azienda in continua evoluzione, che investe per rispondere sempre meglio
alle esigenze del cliente e ai rapidi cambiamenti del mercato; ma siamo anche un eccellente
posto dove lavorare, dove incontrare i nostri clienti e scoprire insieme come un gruppo di
persone affiatate trasmettono quella voglia di fare e quei valori essenziali della vita e del
lavoro senza i quali non avremo mai potuto arrivare a tanto:
Passione
Affidabilità
Concretezza
Curiosità
Miglioramento
Ecco, quindi che il connubio tra i valori sopra citati, in cui ci riconosciamo e soprattutto
riconosciamo nei nostri clienti, e la qualità del prodotto e del servizio che ne esce quasi
automaticamente, diventano un tutt’uno, quale formula vincente per costruire insieme
nuove ed emozionanti imprese.

GP di Piazzon Srl

La G.P. Di Piazzon S.r.l. grazie ad una trentennale esperienza progetta e costruisce


internamente impianti per lo stoccaggio, la miscelazione e il trasporto di materie prime in
polvere e granulo per il settore plastico, alimentare e chimico.
Negli anni la G.P. di Piazzon srl si trasforma e dà vita ad una società che produce manufatti
per il mercato italiano ma, soprattutto per quello estero.
Ultimo grande traguardo per la G.P. è stata la marcatura e la certificazione dei suoi prodotti.
Convinti che la sicurezza e la qualità debbano diventare elementi distintivi della
produzione, la G.P. di Piazzon sceglie di certificarsi EN ISO 1090-1.
Gli imballaggi attivi e intelligenti sono "invisibili" ma
prolungano la durata e migliorano la conservazione

Le novità destinate a rivoluzionare il settore alimentare nel prossimo futuro


riguarderanno sempre di più il contenitore e non il contenuto. I nuovi imballaggi definiti
attivi e intelligenti sono in grado di garantire meglio la tracciabilità dei cibi e di migliorarne
la conservazione. Questa realtà è ancora poco percepita dai consumatori, perché i nuovi
imballaggi interagiscono direttamente con l’alimento in modo discreto, senza rivoluzionare
la forma e il colore.

Stiamo parlando delle atmosfere modificate che consentono di prolungare la


scadenza, di nuovi materiali in grado di assorbire cattivi odori e di rilasciare sostanze per
contrastare l’azione dei microrganismi. Alcune confezioni assorbono l’ossigeno oppure
indicano il livello di maturazione della frutta. Si tratta di sistemi poco conosciuti in Italia e
che in Europa incontrano qualche difficoltà anche a causa della scarsa informazione. Sono
invece diffusi in Giappone e in Usa.
Gli imballaggi attivi interagiscono con l’alimento o con l’atmosfera all’interno della
confezione assorbendo sostanze indesiderate o rilasciandone di utili. In altre parole
eliminano i gas indesiderabili, o producono altri gas in modo da mantenere inalterato
l’ambiente iniziale. Il risultato è un aumento della durata (shelf-life) e il miglioramento
della conservazione.

In Italia le atmosfere modificate si utilizzano in molti prodotti come la carne


macinata, il pesce fresco, la frutta fresca sbucciata. Il trattamento viene indicato sulle
etichette dove compare la scritta: ”Confezionato in atmosfera protettiva”. In genere viene
aggiunta una miscela di tre gas, ossigeno, anidride carbonica e azoto in percentuale
variabile a seconda dell’alimento e si crea all’interno della vaschetta un ambiente che
rallenta l’azione di batteri e microrganismi.
Nel caso delle verdure, la miscela inibisce la respirazione delle foglie e rallenta
l’azione degli ormoni vegetali molto attivi nella fase di maturazione, aumentando
l’intervallo di durata. Nelle vaschette di carne l’ossigeno consente di mantenere viva la
tonalità, mentre nei contenitori di salumi affettati si inibisce l’inrancidimento.
Sul fondo di molti contenitori di polistirolo utilizzati per la carne e il pesce fresco ci
sono anche foglietti di materiale ultrassorbente (in genere cellulosa, gel di silice o
poliacrilammide) in grado di imprigionare e trasformare in gelatina il sangue e i liquidi che
si liberano. L’operazione permette di ridurre drasticamente la crescita di batteri e di
prolungare la conservazione.
Nelle bevande sono i tappi delle bottiglie di vino, olio e birra che giocano un ruolo
fondamentale, grazie alla presenza di sostanze minerali in grado di assorbire l’ossigeno. In
questo modo si impedisce la crescita di muffe e microrganismi nello spazio tra il tappo e il
liquido, evitando fastidiose ingerenze capaci di modificare il sapore.
Gli imballaggi intelligenti sono dotati di dispositivi per monitorare costantemente
lo stato dell’alimento e informare il consumatore sulle condizioni del cibo o dell’ambiente
nel contenitore. L’utilità è notevole poiché il gestore del supermercato può valutare le
eventuali interruzioni della catena del freddo dei surgelati, prima di esporre il prodotto
sugli scaffali.

Questi dispositivi sono in grado di garantire la tracciabilità de lotto, consentendo, in


caso di allerta, di risalire immediatamente e in modo esatto, ai luoghi dove sono venduti i
prodotti.
I metodi più utilizzati sono indicatori adesivi tempo-temperatura che cambiano colore
quando l’alimento rimane per troppo tempo a temperature elevate.
Ci sono poi indicatori utilizzati nelle vaschette sottovuoto che cambiano colore
quando rilevano la presenza di ossigeno, causata da manomissioni o saldature difettose.
Altri sistemi cambiano colore in presenza di microrganismi, arrivando persino a
“cancellare” il codice a barre e rendendo così la confezione non più registrabile alle cassa.

Legalmente, in Italia ed in Europa, questo tipo di packaging è riconosciuto dal


Regolamento CE 450/2009 e dalle successive linee guida. Un aspetto importante richiesto
dalle norme è che gli imballaggi attivi non devono modificare le caratteristiche
organolettiche e la composizione dell’alimento “mascherandone” la freschezza (ad esempio
non possono assorbire ammine o aldeidi, considerate indici di deterioramento del
prodotto).
Il timore di molti consumatori è la possibilità di interferenze con il cibo. La
tecnologia per migliorare la conservazione di numerosi tipi di alimenti attraverso gli
imballaggi esiste, e alcuni sistemi come le atmosfere protettive comportano costi
ragionevoli. Ci sono però alcuni interrogativi da sciogliere come capire se il consumatore si
renda conto delle novità e valutare se sarebbe disposto a spendere di più per un
contenitore più sofisticato e capace di indicare lo stato di conservazione.

Imballaggi attivi
Foglietti assorbenti: si presentano sotto forma di materiale in grado di assorbire il
liquido che si libera dalla carne o dal pesce fresco confezionato in vaschette.
Bustine assorbi-ossigeno: a forma di piccolo sacchetto, sequestrano il gas presente nella
confezione per rallentare la crescita dei microrganismi e ridurre le alterazioni.
Materiale assorbi-etilene: questo gas è un ormone naturale prodotto dalla frutta
durante la maturazione. Sequestrando il gas, si riesce a rallentare per mesi la maturazione
nei magazzini, e anche nelle singole confezioni. Questo sistema si usa soprattutto per la
frutta (mele, pere, kiwi…).
Imballaggi che rilasciano aromi, enzimi, antiossidanti e antimicrobici permettono di
evitare la crescita di microrganismi patogeni e di altri che favoriscono la deperibilità.
Queste sostanze possono essere utilizzate negli imballaggi solo se sono già autorizzate
dall’Unione Europea come additivi alimentari.
Imballi intelligenti
Si tratta di indicatori di tempo-temperatura (TTI) situati all’eterno della confezione che
segnalano quando una temperatura prefissata viene superata per troppo tempo, come nel
caso dei prodotti surgelati compromettendo la conservazione.
Gli indicatori di maturazione della frutta.
Indicatori di sviluppo microbico riconoscono alcuni batteri patogeni.
Esistono altri tipi di imballaggi molto più funzionali che però non rientrano in queste
categorie, come ad esempio le lattine autorefrigeranti e quelle autoriscaldanti…
Imballaggi organici: il packaging sostenibile,
commestibile e biodegradabile

Hanno un elevato impatto ambientale, riempiono le nostre discariche senza poter


essere riciclati e in molti casi sono dannosi per la salute. Parliamo degli imballaggi
alimentari, una delle questioni più spinose per l’industria del cibo, di cui si fa
indubbiamente un abuso. Se in molti casi è impensabile eliminarli del tutto optando per
alimenti sfusi una soluzione interessante arriva dagli imballaggi organici, per realizzare i
quali vengono utilizzati scarti alimentari.
Imballaggi organici, l’alternativa biologica e sostenibile
Negli ultimi anni un numero crescente di imprenditori e ricercatori stanno investendo
in materiali e tecniche alternative per trasformare alcuni alimenti come funghi, alghe,
latte e bucce di pomodoro in sostanze commestibili che possano sostituire rivestimenti
e contenitori tradizionalmente utilizzati per il packaging.
L’interesse parte anche dall’industria stessa, come dimostra la recente partnership
siglata da due fra le più grandi aziende leader nel settore dell’acqua in bottiglia, Danone e
Nestlé Waters (in Italia attraverso il Gruppo Sanpellegrino), con la Origin Materials,
un’azienda biotech californiana. L’obiettivo è quello di sviluppare nei prossimi 5 anni una
bottiglia di plastica completamente biodegradabile, a partire da segatura e da altri
materiali di recupero. I più critici ritengono che sia solo una strategia di marketing e non un
reale interesse verso una maggiore sostenibilità dell’industria ma resta il fatto che è in atto
un’inversione di tendenza, che mira ad abbandonare materiali inquinanti in favore dello
sviluppo di imballaggi organici e bio.
EcoCradle, il packaging fatto di funghi
Il Merck Forest e Farmland Center, un gruppo ambientalista senza scopo di lucro con
sede a Rupert, negli Usa, e che si sostiene economicamente vendendo sciroppo d’acero ha
fatto una scelta drastica negli ultimi due anni: ha bandito del tutto il tradizionale packaging
sostituendolo con imballaggi organici fatti di funghi.
L’innovazione si chiama EcoCradle, è prodotta dalla Ecovative Design, azienda di Green
Island, New York, e si tratta di contenitori a base di funghi, che vengono coltivati
utilizzando gli scarti dell’agricoltura, come i semi di cotone, il truciolo o la buccia del grano
saraceno. Come funziona? Gli scarti agricoli, il micelio e le radici dei funghi vengono
versati in uno stampo. In poco tempo i funghi assorbono gli scarti adattandosi al
contenitore e una volta che si è raggiunta la forma desiderata il composto viene trattato con
il calore che ne blocca l’ulteriore crescita.

Secondo le stime questi imballaggi consentono di consumare il 98% di energia in


meno rispetto a quella normalmente necessaria per la produzione del packaging in
polistirolo, riducendo drasticamente gli sprechi, perché i contenitori sono biodegradabili
o possono addirittura essere mangiati.
Shrink, pellicola alimentare al chitosano
Un’alternativa alla plastica è anche il chitosano, una sostanza naturale derivata dalla
chitina, un polimero che protegge crostacei e insetti conferendo durezza e resistenza a
gusci e corazze. Il Wyss Institute dell’Università di Harvard lo ha utilizzato, unendolo a una
proteina della seta chiamata fibroina per dar vita a Shrilk, una pellicola alimentare 100%
biodegradabile. Secondo i ricercatori il materiale è molto simile alla plastica in quanto a
resistenza e consistenza ma è completamente naturale e presente in grandi quantità in
natura: basti solo pensare a quanti gusci di crostacei finiscono nel cestino tutti i giorni.
Shrink può essere utilizzato al posto della platica per la realizzazione di imballaggi organici
ma le applicazioni potrebbero essere diverse: dai sacchetti dell’immondizia ai pannolini
fino a oggetti in 3D dalla forma complessa.
Ohoo, bottiglia d’acqua alle alghe
Le bottiglie di plastica sono sicuramente uno dei problemi maggiori per l’inquinamento
legato al packaging. Prospettive interessanti arrivano dalle alghe, che sono state utilizzate
per la realizzazione di Ohoo, piccole sfere d’acqua rivestite da un materiale di sintesi
ottenuto da una soluzione di cloruro di calcio e alghe, dalla consistenza gelatinosa,
completamente commestibile e biodegradabile.
L’invenzione è stata messa a punto dal londinese Skipping Rocks Lab, che aveva
inizialmente immaginato una soluzione che potesse sostituire le bottigliette d’acqua
distribuite nelle manifestazioni sportive. Ma le cose sono andate meglio del previsto e,
grazie alla prima licenza commerciale, il prodotto può essere venduto sul mercato. Oltre ad
essere ecosostenibili le Ooho Balls sono anche molto economiche; infatti il costo di
produzione si una sola bolla è di appena 2 centesimi.
Biocopac Plus, la latta rivestita da bucce di pomodoro
Oltre allo spreco e alla produzione di rifiuti, c’è anche la questione della sicurezza
alimentare. La maggior parte dei rivestimenti con cui vengono conservati gli alimenti sono
stati considerati dannosi per la salute. Anche in questo caso, le soluzioni arrivano dagli
scarti alimentari. Un’innovazione tutta italiana è quella di Biocopac Plus, nato per sostituire
il BPA e il Bisfenolo A utilizzato nei rivestimenti di lattine e bottiglie. Si tratta di una
lacca ecologica creata a partire da una sostanza, la cutina, estratta dagli scarti delle bucce
di pomodoro e utilizzata per il rivestimento delle lattine di prodotti alimentari in scatola. Il
progetto, finanziato dal settimo Programma Quadro dell’Unione Europea per la Ricerca e lo
Sviluppo Tecnologico, si è concluso nel 2014 e da allora sulla tecnologia sta investendo un
gruppo che comprende un’azienda agricola a conduzione familiare, un produttore
alimentare e uno di rivestimenti industriali. Al momento è in fase di realizzazione un
impianto pilota a Mantova dove verrà prodotta la vernice bio.
I 10 packaging più originali a cui ispirarsi

Un packaging creativo ed originale permette di aumentare le vendite. Sappiamo però


che creare un packaging che catturi l’attenzione del potenziale cliente non è facile: sono
tanti gli elementi da prendere in considerazione per ottenere il risultato perfetto.
Per questo motivo abbiamo cercato e selezionato i 10 packaging più originali che
abbiamo trovato nella rete al fine di darvi degli spunti e favorire la vostra ispirazione.

1. Un packaging elegante per una vodka di classe.


2. Grafica quasi fiabesca per una bottiglia di aperitivo. Designer: Tingsia.com
4. La serie completa di packaging per il ping pong.

5. Lo studio TSMGO ha ideato un packaging con un design fresco ma che allo stesso
tempo fa trasparire un carattere tradizionale.
6. Grafica moderna e d’impatto per un prodotto sempre attuale.

7. Ancora pop corn. Stavolta dal design semplice e pulito.

8. La linea di cibo organico per bambini ideata da @Turn Style Studio.

9. Scatola per liquirizie ideata da Bond Creative Agency.


10. Progetto realizzato da @SaturdayMfg in occasione dei 108° anniversario di
Thelma’s un’azienda americana di biscotti.

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