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Il decreto legge Sblocca Italia (n. 133/2014) ha introdotto l’articolo 23 ter al Testo Unico per l’edilizia individuando 4
categorie di destinazione urbanistica:
residenziale e turistico-ricettiva
produttiva e direzionale
commerciale
rurale
La norma stabilisce che per la legge nazionale costituisce mutamento rilevante della destinazione d’uso ogni forma di utilizzo
dell’immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originale anche se non accompagnata dall’esecuzione di opere
edilizie, purché tale da comportare l’assegnazione dell’immobile o dell’unità immobiliare considerate una diversa categoria
funzionale.
DIFFERENZE
Il mutamento di destinazione d’uso può essere con opere o senza opere: in quest’ultimo caso si parla di mutamento
funzionale di destinazione d’uso, nel primo caso di mutamento strutturale di destinazione d’uso.
Questo sta a significare che il passaggio da destinazione residenziale a direzionale è mutamento di destinazione d’uso perché si
passa da una categoria a una diversa mentre il passaggio dalla destinazione direzionale a quella produttiva oppure dalla turistica
a residenziale non è mutamento di destinazione d’uso rilevante ai fini della legislazione edilizia.
Per quel che concerne l’identificazione delle categorie prevale la legge regionale: alcune regioni hanno già una
regolamentazione normativa dei cambi d’uso con categorie diverse da quelle del decreto Sblocca Italia. Vi sono Regioni in cui la
destinazione turistico-ricettiva è considerata a se stante e non associata alla destinazione residenziale oppure in cui la
destinazione direzionale è autonoma rispetto alla destinazione produttiva.
IMPLICANZE
La rilevanza di un cambio di utilizzo come formale variazione delle destinazione d’uso implica dover ottenere permessi e
pagare oneri, la non rilevanza sta a significare di regola meno casi in cui bisogna conseguire un titolo edilizio e meno spese per
contributi di costruzione.
In alcune leggi regionali è previsto che sono onerosi i mutamenti delle destinazioni d’uso anche in assenza di lavori edilizi, solo
nei casi in cui si verifica il passaggio dell’una o dell’altra delle categorie censite. L’onerosità è commisurata alla differenza tra gli
oneri dovuti per la classe della nuova destinazione d’uso e quelli dovuti per la destinazione in atto con obbligo di versamento del
conguaglio.
http://www.impresedilinews.it/nel-dl-n-1332014-quattro-categorie-di-destinazione-urbanistica/ 1/1