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208, 17-27
G. Comiati
1
G. Ferrò, Maestro di cerimonie. Intervista a Michele Serra, in «Jesus» 5 (2002).
18 CredOg n. 208
2
M. Serra, Cerimonie, Feltrinelli, Milano 2003, 12.
3
Ibid., 10.
4
R. Barthes, L’impero dei segni, Einaudi, Torino 1984, 75.
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chi andare a dirlo. Ci prende una passione per la vita, e ce la teniamo per
noi, ma non va mica bene, non va mica. [...] E allora, aiutaci, o fiume,
a organizzare il nostro piacere qui sulla tua riva, che tanto la amiamo5.
5
Serra, Cerimonie, 17.
6
A.N. Terrin, Liturgia come gioco, Morcelliana, Brescia 2014, 12.
7
Barthes, L’impero dei segni, 81.
20 CredOg n. 208
8
Serra, Cerimonie, 19.
9
Barthes, L’impero dei segni, 77.
10
Ibid., 78.
11
Serra, Cerimonie, 23.
CredOg n. 208 21
12
A.B. Seligman - R.P. Weller - M.J. Puett - B. Simon, Rito e modernità. I
limiti della sincerità, Armando Editore, Roma 2011, 47.
13
Ibid., 62.
22 CredOg n. 208
libro liturgico che, per sua natura, più di ogni altro si presta ad accogliere,
nel grande solco della tradizione, le istanze dell’umano nel mistero della
celebrazione della salvezza donata da Cristo Signore16.
21
Ibid., 17.
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ritualità. Il libro liturgico che noi oggi abbiamo tra le mani lega
la soteriologia a un’altissima antropologia e cosmologia, quella che
racconta Dio come autore e perfezionatore di ogni bene, che vede
l’uomo custode e interprete dell’opera divina, che annuncia il mondo
«capace» di manifestare la grazia creatrice e liberatrice. La benedi-
zione è il «terzo spazio» per antonomasia, il rito fondante: parola
e gesto che plasmano il mondo in terra di gratitudine, rendendolo
così luogo abitabile, favorevole, fecondo. Qui ci seguirebbe anche il
Saletti, uomo in cerca di liturgie proprio perché uomo stupito e grato,
percorso e percosso dalla potenza della vita. Certo, il suo professato
ateismo va preso sul serio e non addomesticato nella forma debole
di un «cristianesimo anonimo». Ma a indispettire il pensionato non
è la credenza religiosa in quanto tale ma la «tristezza» dei riti «dei
preti» nei quali si presume un controllo della «sensibilità» e di fatto
negano «la soddisfazione del vivere», obbiettivo perseguito anche
dalle più modeste liturgie.
Al valore iniziatico del Benedizionale si lega l’ultimo passaggio
di questa riflessione, che ha voluto esplicitare le linee guida del labo-
ratorio La ritualità del quotidiano. Nella vivace Introduzione al suo
Riti che educano. I sette sacramenti22, Andrea Grillo afferma:
La «nostra mala educazione» [...] dipende da un punto cieco che grave-
mente emargina una zona dell’esperienza umana e cristiana che a torto
abbiamo ritenuto secondaria, derivata, persino irrilevante. Manchiamo di
educazione rituale. [...] Il luogo originario di ogni cura formativa è quella
«forma elementare» della relazione che si chiama, appunto, rito. I riti sono
perciò «forme di vita», stilizzate e tipizzate, che istruiscono sensibilità ed
emozione e sostengono l’intelletto e la ragione nel campo di incontro/
scontro dello spazio e del tempo23.
22
A. Grillo, Riti che educano. I sette sacramenti, Cittadella, Assisi 2011.
23
Ibid., 10.
24
Ivi.
26 CredOg n. 208
25
I. Zizioulas, Il creato come eucarestia. Approccio teologico al problema dell’eco-
logia, Qiqajon, Magnano (BI) 1994.
26
Ibid., 75.
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Gaetano Comiati
docente di Liturgia fondamentale e Li-
turgia dei sacramenti presso la Facoltà
teologica del Triveneto, Vicenza
Sommario
Il signor Saletti, personaggio creato dalla penna di M. Serra, è ateo ma vuole
pregare. In lui vi è un desiderio rituale insopprimibile. Che cosa avrà mai da insegnarci
questo scalcinato liturgo? La riflessione proposta desidera mettere in luce l’impor-
tanza della ritualità del quotidiano valorizzandola nella sua capacità umanizzante e
iniziatica. L’interlocutore privilegiato sarà il Benedizionale, libro liturgico dall’insu-
perabile capacità di condurre alla lode in ogni situazione, evento e tempo della vita.
NOTA BibliografiCa
27
D. Cravero, A tavola come all’altare. Le liturgie familiari, EMP, Padova 2014, 8.
28
C.M. Martini, La preghiera di chi non crede, Mondadori, Milano 1994.
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