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Le norme di seguito indicate sono necessarie per ottimizzare il lavoro di tutti coloro che interverranno sino
alla stampa del volume e razionalizzare le fasi di lavorazione. Se ne raccomanda perciò la scrupolosa
osservazione.
- non cercare di dare al testo una struttura che si avvicini all’impaginato definitivo (testo giustificato
e sillabato, rientro prima riga paragrafo, inserimento testatine, ecc.);
- evitare i rientri di paragrafo e non dare il comando di a capo (return o invio) alla fine di ogni riga ma
solo alla fine del paragrafo. Andare invece a capo a ogni fine di paragrafo, per indicare a chi impaginerà
dove effettuare i rientri.
- non spostare il testo di titoli, citazioni ecc. verso il centro della pagina.
- per le note non utilizzare il sistema di notazione automatica. Inserire tutte le note in un file autoromo,
raggruppate per capitolo e numerate manualmente (evitare l’uso dell’elenco puntato). Inserire il numero di
riferimento nel testo con un numero in stile apice senza parentesi e senza usare il comando di rimando nota.
- stili del carattere: per adottare gli stili del carattere in word (ad esempio corsivo, grassetto, maiuscoletto
ecc.) utilizzare la paletta degli strumenti evitando la creazione di stili dal menu. Il testo sarà così
trasportato nel programma di impaginazione senza perdere gli attributi assegnati.
- tabelle e formule matematiche non vanno inserite direttamente nel testo. Come per le note, inserire
nel punto dove andrà la tabella un rimando tra parentesi quadre. Inserire le tabelle in un file a parte o
consegnarle in originale per la scansione. In file a parte andranno anche didascalie, bibliografia,
indici, ecc.
- se è necessario l’impiego di particolari caratteri non disponibili in tastiera (es. segni per la
traslitterazione da lingue con alfabeti non latini, lingue slave ecc.): è opportuno concordare con la
redazione l’uso di una gamma di codici convenzionali che possano poi essere convertiti nel segno
desiderato.
- non inserire spazi doppi o multipli tra le parole;
- i segni di punteggiatura vanno sempre attaccati alla parola che precede e separati con uno spazio da
quella che segue.
- il segno di apertura della parentesi va separato con uno spazio bianco dalla parola che precede e attaccato
alla parola che segue, contrario vale per il segno di chiusura.
- non salvare tutto il documento in un unico file ma separarlo in file di max 30/40.000 byte secondo i
capitoli esistenti o parti del libro. Il nome di ciascun file non deve contenere più di otto caratteri e deve
riportare l’estensione per i file di pc (es. 1cap.doc).
- il cd consegnato deve essere nuovo, deve contenere solo i testi dell’opera e riempito al massimo per i due
terzi della capienza. Usare eventualmente più cd, ognuno dei quali va contrassegnato con nome
dell’autore, titolo ed elenco dei file contenuti.
Per quanto riguarda l’uniformazione redazionale del manoscritto si prega di attenersi alle norme
espresse di seguito. Per quanto non specificamente previsto e per casi particolari, preconcordare i
criteri da seguire prima della consegna del manoscritto direttamente con il responsabile di
redazione.
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ABBREVIAZIONI
Per le abbreviazioni adottare i seguenti criteri:
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Non si abbreviano mai i termini: libro, tomo, nota, parte, idem, passim, ad indicem.
ACCENTI
In italiano le vocali a, i, u, richiedono solo l’accento grave. La e richiede l’accento acuto in percheé e in
finale di parola di tutti i composti di che (poicheé , affincheé , cosiccheé ecc.), sui composti di tre
(ventitreé , trentatreé ecc.) e nella terza persona sing. del passato remoto. EÈ grave negli altri casi: eè ,
ahimeè , caffeè , cioeè , nei termini di derivazione francese entrati nell’uso italiano (bebeè , bigneè ). La terza
persona sing. del verbo essere, quando eè maiuscola, va accentata (EÈ ) non apostrofata (E’).
APOSTROFO
Va sempre unito sia alla parola che precede sia a quella che segue. Non deve mai trovarsi in fin di
riga. Preferire la forma senza elisione dell’articolo quando esso eè posto davanti a nome proprio,
titolo di opera, testo corsivato o tra virgolette: es. l’introduzione alla Apocalisse di Giovanni. Non
vanno mai elisi gli articoli plurali gli e le.
L’apostrofo non va indicato davanti al secondo elemento delle date unite da trattino: ’15-18. Va
evitato l’uso del doppio apostrofo. Se eè necessario lasciare un numero in cifre si usi un solo
apostrofo: i poeti dell’800.
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o luogo di edizione nella grafia originale (New York, London) oppure s.l., editore oppure s.e.
Abbreviare le sigle in M/m (cioeè l’iniziale maiuscola, il resto minuscolo non puntato, es. Puf,
Utet); non si riportano le indicazioni di editore, company, & figli, ecc.; evitare il nome proprio se
non fa parte della sigla editoriale.
o anno di edizione oppure s.d.
o numero volumi se piuè di uno
o p. o pp. citate
CITAZIONI
Le citazioni letterali tratte da altri autori, quando sono brevi possono andare nel corpo del testo
racchiuse tra sergentine (« »). EÈ preferibile l’uso delle virgolette anzicheé del corsivo anche per le
citazioni in lingua straniera se sono lunghe. All’interno di citazione adottare i doppi apici (“ ”) e gli
apici singoli (‘ ’) per il grado successivo. Eventuali omissioni vengono indicate da tre puntini tra
parentesi tonde. Commenti, spiegazioni, integrazioni all’interno delle virgolette ma esterni alla
citazione vengono poste tra parentesi quadre. Citazioni lunghe o citazioni brevi di particolare rilievo
andranno staccate nel manoscritto di una riga sopra e una sotto dal testo, a capo ma non centrate.
CORSIVO
Si usa per ogni genere di titoli (libri, opere d’arte, teatrali e musicali, dischi, film); per le espressioni
straniere che non siano entrate nell’uso corrente italiano e locuzioni latine inserite in un testo
italiano; per parole e locuzioni dialettali non ancora entrate nell’uso corrente della lingua italiana;
per nomi propri di aerei, navi, mezzi di trasporto. Si raccomanda di evitarlo o di ridurlo al minimo
per evidenziare parole o frasi all’interno del testo utilizzando invece i doppi apici se trattasi di
commento dell’autore o le sergentine se trattasi di citazione letterale o modo di dire universalmente
riconosciuto. Se un termine particolare ricorre piuè volte nel testo si puoè corsivare solo la prima volta
e lasciare in tondo nelle successive. Si prega infine di tenere conto della materia del volume per la
scelta dei termini stranieri o inusuali da corsivare. Ad es. il termine tank in un libro di guerra andraè
in tondo.
D EUFONICA
Si tende oggi a conservare la d eufonica di ad, ed od, solo davanti alle parole che cominciano con la
stessa vocale: ad aiutare, ed ecco...
eccezioni: ad ogni, ad esempio, ad essa, ad opera.
DATE
I giorni si scrivono in cifre arabe e il mese in lettere per esteso: 28 febbraio 1970. Nei testi tecnici si
puoè scrivere: 28.2.1970 oppure 28/02/70.
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I decenni si possono scrivere nei due modi seguenti: gli anni ’20 (collana zona grigia e fuori luogo,
attenzione all’apostrofo che va con la schiena al numero: ’20, no ‘20); gli anni Venti (collana Caratteri
e letterarie, con iniziale maiuscola).
I numeri romani che indicano i secoli vanno prima della parola secolo, peroè si ammette: i secoli XI-
XII, XI e XII secolo per indicare piuè secoli insieme. Si ricordi che in italiano i numeri romani indicano
di per seé l’ordinale e quindi non vanno mai scritti con l’esponente °.
DIALOGHI
Di norma, tutte le collane seguono le seguenti regole:
o frasi poste tra sergentine « »
o incisi posti tra lineette medie (−)
o il parlato di allocutori diversi eè posto a capoverso
LINEETTE
Si usa il trattino (-) per separare o unire due termini, due concetti, due misure o due date; per
indicare il segno di a capo. Le lineette medie (–) evidenziano invece l’inciso all’interno di una frase.
Da evitare le lineette lunghe (—). Per i dialoghi eè preferibile l’uso delle virgolette sergentine. La
lineetta obliqua (/) si usa solo nei rapporti aritmetici.
MAIUSCOLE E MINUSCOLE
Il maiuscolo nel testo non viene mai usato al di laè di particolari eccezioni (es. nei linguaggi
informatici). Per evidenziare una parola o una frase si utilizzino le virgolette o il corsivo. I nomi
propri, nomi di aziende, titoli ecc. vanno scritti M/m.
Le sigle vanno composte sempre non puntate e M/m (Pc, Enel, Usa, Bnl ecc.). Per i nomi di enti,
istituti si scriveraè la prima parola con iniziale maiuscola, il resto minuscolo (Istituto centrale per il
catalogo unico). Eventuali eccezioni a questa regola sono da valutare con la redazione in relazione al
contenuto del libro e allo spirito della collana.
Di norma le cariche amministrative, religiose, militari e termini comuni vanno in minuscolo
(regina d’Inghilterra, presidente della Repubblica, professore, dottore, governo, sindacato, via,
piazza, viale), con eccezioni per alcune parole quando si vogliono evitare ambiguitaè o evidenziarne il
prestigio (Stato, Paese, Chiesa ecc.).
Vanno in minuscolo i movimenti religiosi, politici, filosofici, letterari (stoicismo, cattolicesimo,
futurismo, marxismo ecc.).
Hanno l’iniziale maiuscola i nomi di facoltà e corsi di studio (ma si scriva Scienze politiche,
Filologia romanza); maiuscoli i nomi dei ministeri ma non i termini generici (ministero dei Lavori
pubblici).
Per i titoli di periodici si segua la dicitura che compare nella testata («Corriere della sera», «il
manifesto»).
Adottare comunque all’interno dello stesso testo un criterio uniforme. Per le lingue straniere
adottare le regole della lingua (Sherman Act, Fifth Avenue ecc.).
NOTE
Il rimando nota va di norma dopo i segni di punteggiatura: va dopo la virgola e il punto ma prima dei
due punti e del punto e virgola: .1 ,1 1: 1;
Va sempre dopo le virgolette di chiusura di un periodo tra virgolette ».1 se la nota si riferisce
all’intero periodo, ma va tra virgolette e due punti e virgolette e punto e virgola: »1: »1;
PUNTEGGIATURA
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Se un periodo eè citato tra virgolette, la punteggiatura va dentro le virgolette di chiusura soltanto se
fa parte della citazione, altrimenti si mette solo quella all’esterno.
Il punto fermo va anche dopo altra punteggiatura dentro virgolette: che ne dici?».
Se la frase termina con i puntini di sospensione (mai piuè di 3) o con un’abbreviazione puntata non
occorre mettere il punto.
Non va il punto alla fine del titolo di un capitolo, di un paragrafo o sottoparagrafo. Per il punto alla
fine delle didascalie concordare un criterio uniforme con la redazione.
VIRGOLETTE
Per quanto riguarda i tre tipi di virgolette in uso, si prega di attenersi ai seguenti criteri:
o virgolette sergentine o caporali (« »)
si usano per i dialoghi; per evidenziare una citazione d’autore letterale, in alternativa al
corsivo per citazione di termini tradotti o brevi espressioni in lingua straniera; per contenere
citazioni in infratesto se la collana lo richiede; nei riferimenti bibliografici per i titoli dei
periodici, delle opere non pubblicate.
o apici doppi (“”)
si usano per le citazioni non fedeli, alle quali si eè apportato un cambiamento; per citazioni
nelle citazioni; per commenti dell’autore o parole per lui con un significato da evidenziare;
prima volta in cui viene utilizzato un termine inusuale.
o apici singoli (‘’)
si usano raramente, e soltanto nel terzo grado di intercitazione.
La data ultima per la consegna del manoscritto in forma completa e definitiva è quella dei tre mesi
antecedenti la pubblicazione del volume. Entro tale data infatti dovranno essere stabiliti i costi editoriali
e consegnata la scheda promozionale al distributore, completa di numero di pagine e prezzo di copertina,
calcolabili esclusivamente a manoscritto chiuso. Il mancato adempimento dell’operazione promozionale
pregiudica l’uscita in libreria; si raccomanda perciò l’estremo rispetto dei tempi di consegna concordati
con l’Editore.
Il manoscritto può essere inviato in file word allegato a e-mail oppure in formato cartaceo accompagnato
da dischetto. Eventuali tabelle, immagini appendici e note (per le quali cfr. più avanti, p.) dovranno essere
contenuti in file separati. Da evitare assolutamente l’invio a più riprese di versioni ritoccate: una volta
impaginato dal grafico secondo le caratteristiche di collana, il volume non potrà subire modifiche
sostanziali, come tagli o aggiunte consistenti, che richiederebbero un’ulteriore impaginazione. Pur
ammettendo l’eventualità di uno scarto minimale in eccesso o difetto, l’entità del testo consegnato dovrà
in tutti i casi corrispondere ai dati dichiarati nel contratto di edizione.
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- elenco dettagliato degli eventuali codici utilizzati per ottenere particolari caratteri.
LA CORREZIONE DI BOZZE
Il manoscritto (testo originale o tradotto) potraè essere preventivamente passato alla correzione
dell’autore o del traduttore sottoforma di “strisciata” non impaginata o anche consegnato giaè in
bozza impaginata, eventualmente con pagine affiancate e ridotte. Nel primo caso, necessario quando
il testo presenta troppi refusi o tagli di testo o eè da sottoporre a editing profondo tanto da rendere
rischiosa l’impaginazione definitiva, correzioni andranno apportate esclusivamente al contenuto,
alla sintassi, ai refusi, ripetizioni ecc. Nel secondo caso le pagine si presenteranno come nella stampa
definitiva, il controllo potraè dunque riguardare anche gli aspetti grafico-estetici, anche se saraè
compito della redazione effettuare la revisione finale prima della consegna del lavoro in tipografia.
Le correzioni vengono indicate con un contrassegno inserito nel testo che indica il punto della
correzione; lo stesso contrassegno viene riportato a margine di riga accompagnato dalla correzione
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da effettuare. Nel caso di piuè correzioni sulla stessa riga o su righe vicine si utilizzino contrassegni
differenti.
Si prega di utilizzare una penna colorata (rosso, verde, blu) a punta fine, mai una matita, e di non
scrivere le correzioni direttamente sopra il testo. Per eventuali sostituzioni o inserimenti di testo
nuovo, quando lo spazio nei margini eè insufficiente o vi sono troppe aggiunte, si possono spillare alla
bozza strisce con il testo nuovo (meglio se battuto al computer) numerando sia la striscia che il
punto esatto dell’inserimento. Consegnare poi insieme alla bozza corretta il dischetto con i nuovi
testi indicando anche qui il punto esatto dell’inserimento.
Si richiamano comunque gli autori sulla necessitaè , come si eè detto all’inizio di questo prontuario, di
non apportare cambiamenti radicali ad una bozza giaè impaginata e di fare riferimento per ogni
dubbio nel corso della correzione alla redazione della casa editrice.
Oltre al testo originale con note, se presenti, e testi introduttivi, se non diversamente indicato vanno
tradotti anche:
o quarta di copertina originale
o indice generale
o didascalie
o termini tecnici e abbreviazioni bibliografiche
CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Vedi sopra, capitolo II, paragrafo Bibliografia
DIVISIONE IN PERIODI
In linea di massima andare a capo secondo i criteri adottati dall’autore. Essi possono, tuttavia, essere
modificati se non corrispondono alla buona sintassi italiana, oppure se cioè agevola la comprensione
del testo.
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con il responsabile di redazione se optare eccezionalmente per una uniformazione grafico-
redazionale generale.
Comunque per tutti i testi tradotti in lingua italiana valgono i criteri redazionali qui esposti, non
quelli dell’editore del volume originale.
Nella fase di revisione delle bozze si raccomanda di apportare le correzioni in una calligrafia chiara e
comprensibile, usando una penna e non la matita.