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CONTROLLI E VERIFICHE DI MACCHINE E

IMPIANTI PER SOLLEVAMENTO MATERIALI E


PERSONE
L. Tomassini, M. Madonna
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro
Via Alessandria 220/E, 00198 Roma
tel. 06-97892519, fax 06-25892590, laura.tomassini@ispesl.it
tel. 06-97892521, fax 06-25892590, marianna.madonna@ispesl.it

SOMMARIO
La legislazione nazionale per l’esercizio di macchine e impianti per operazioni di
sollevamento materiali e persone ha sempre previsto l’obbligo di controlli e verifiche
periodiche e straordinarie, in considerazione delle potenziali conseguenze in caso di
malfunzionamento o collasso delle stesse.
L’art. 71 del D.Lgs. 81/08 prevede che le attrezzature di lavoro “soggette ad influssi
che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni
pericolose” siano sottoposte a controlli periodici e, in caso di eventi eccezionali,
straordinari, per assicurarne il buono stato di conservazione e l’efficienza ai fini della
sicurezza. I controlli sono a carico del datore di lavoro che si avvale di persone
competenti. Per apparecchi di sollevamento, ponti mobili sviluppabili e ponti sospesi
e, a partire dal 20 agosto 2009, per carrelli semoventi a braccio telescopico,
piattaforme di lavoro autosollevanti su colonne e ascensori da cantiere, sono anche
previste delle verifiche da parte di ISPESL e ASL con le periodicità stabilite
nell’allegato VII.
Analogamente, per gli ascensori e i montacarichi in servizio privato, regolamentati
dal D.P.R. 162/99, la periodicità dei controlli manutentivi è definita nell’art. 15 per i
componenti di maggiore rilevanza per la sicurezza, mentre alle verifiche periodiche
biennali e straordinarie provvedono ASL/ARPA e organismi notificati (artt. 13-14).
Nella maggior parte dei casi non esistono riferimenti normativi sulle modalità di
controllo e verifica. In generale sono richiesti interventi, necessariamente non
distruttivi, mirati ad accertare il corretto funzionamento e lo stato di conservazione
dell’insieme e dei suoi componenti.
Nel passato, ad eccezione degli impianti funicolari aerei e terrestri in servizio di
pubblico trasporto, per i quali il ricorso ai CND è consolidato da tempo, i controlli e
le verifiche consistevano essenzialmente in ispezioni visive, prove di funzionamento
e di carico. Il ricorso ai CND si sta a poco a poco diffondendo anche ad altre tipologie
di macchine o impianti di sollevamento, per l’indagine di situazioni specifiche o per
applicazioni particolari; fra essi si possono citare i liquidi penetranti per le verifiche
strutturali, le rilevazioni termografiche per l’impiantistica o le tecniche magneto-
induttive per il controllo delle funi.
In tale prospettiva potrebbe rendersi utile la definizione di protocolli di controllo e di
verifica delle attrezzature, nel rispetto della legislazione applicabile.
Controlli e verifiche
Il presente lavoro si propone di rivolgere uno sguardo al panorama legislativo e allo
stato dell’arte riguardante le metodologie di controllo e verifica della sicurezza di
macchine e impianti per operazioni di sollevamento di materiali e persone (nel
seguito indicate brevemente con attrezzature di sollevamento).
Considerato l’elevato rischio associato all’utilizzo di questa tipologia di attrezzature,
la normativa per il loro esercizio prevede, in molti casi, un doppio livello di
intervento per il mantenimento della sicurezza:
- un intervento costante nel tempo da parte del gestore dell’attrezzatura di
sollevamento (proprietario, concessionario, datore di lavoro, ecc.), finalizzato
ad assicurare, in qualunque momento successivo alla messa in servizio, il
livello di sicurezza richiesto. Tale intervento si concretizza attraverso le attività
di manutenzione e i controlli periodici e straordinari;
- degli interventi di tipo puntuale, le verifiche, anch’esse periodiche e
straordinarie, demandate a soggetti terzi rispetto al gestore dell’attrezzatura,
finalizzate ad accertare che, effettivamente, le parti da cui dipende la sicurezza
dell’attrezzatura siano in condizioni di efficienza e in buono stato di
conservazione.

Macchine e impianti per operazioni di sollevamento di materiali e persone


(attrezzature di sollevamento)
La famiglia delle attrezzature di sollevamento è costituita da numerose tipologie, con
caratteristiche costruttive e d’impiego molto differenti fra loro. La trattazione del
tema dei controlli e delle verifiche, quindi, seppure sempre riconducibile alla logica
descritta, si presenta piuttosto articolata.
Una prima classificazione delle attrezzature di sollevamento può essere fatta in base
alla tipologia di carico da sollevare, per cui si distinguono le attrezzature destinate al
solo sollevamento di materiali, quali gli apparecchi di sollevamento (gru, argani e
paranchi) e i montacarichi da quelle destinate al sollevamento di materiali e persone,
quali le piattaforme di lavoro elevabili, le piattaforme di lavoro autosollevanti su
colonne, gli ascensori ecc..
Un ulteriore criterio di classificazione è quello della modalità di sollevamento del
carico. Considerando le attrezzature di sollevamento per soli materiali, si possono
individuare gli apparecchi di sollevamento (gru, argani e paranchi) che sollevano e
movimentano un “carico oscillante”, ovvero sospeso mediante elementi non resistenti
a flessione (funi, catene e simili) che, rispetto alla posizione del braccio di
sollevamento, non impediscono un ulteriore movimento di oscillazione libera nel
piano perpendicolare all’elemento di sospensione. Dall’altra parte esistono le
attrezzature a “carico guidato”, ovvero con carico contenuto in un “supporto”, chiuso
parzialmente o totalmente, mantenuto in posizione da uno o più elementi rigidi. In
particolare, il supporto del carico di ascensori, montacarichi, piattaforme di lavoro
autosollevanti su colonne, ecc. si sposta lungo un percorso perfettamente definito
nello spazio, coincidente con uno o più elementi fissi appositamente previsti, le
guide. Anche attrezzature di sollevamento come le piattaforme di lavoro elevabili
possono però essere considerate a carico guidato laddove l’insieme cilindro/pistone,
oltre alla funzione di trasmissione del moto al supporto del carico, assolve anche
quella di guida lungo un asse; la presenza di una ralla alla base del braccio consente
inoltre al supporto del carico di spostarsi nelle tre dimensioni dello spazio.
Fra le attrezzature di sollevamento con guide fisse si possono distinguere ancora gli
ascensori e i montacarichi da altre tipologie, quali ad esempio le piattaforme di lavoro
autosollevanti su colonne, in quanto i primi sono destinati a collegare piani definiti.
Per gli ascensori occorre inoltre considerare il tipo di servizio cui sono destinati: per
taluni fini costruttivi nonché di controllo e verifica vengono infatti distinti gli
ascensori in “servizio privato” da quelli in “servizio pubblico”, per i quali sono
previsti obblighi di legge più severi.
Considerando infine la tipologia di installazione si possono distinguere le attrezzature
di sollevamento installate in maniera “permanente” come gli ascensori, i montacarichi
e i carroponte, quelle installate in maniera “temporanea” e quindi “trasferibili” come
le gru a torre, gli ascensori/montacarichi da cantiere ecc. e quelle “mobili”
(semoventi e non semoventi) quali ad esempio le gru su autocarro e le piattaforme di
lavoro mobili elevabili.
Questa spiccata differenziazione fra le varie tipologie di attrezzature di sollevamento
si riflette naturalmente sul diverso percorso legislativo e normativo che ha
caratterizzato taluni gruppi, sia in termini costruttivi (normativa tecnica), di
immissione sul mercato e di messa in servizio, sia in termini di esercizio e quindi di
modalità di esecuzione dei controlli e delle verifiche. L’immissione sul mercato degli
ascensori è ad esempio disciplinata dalla direttiva europea 95/16/CE (direttiva
ascensori) recepita in Italia con il D.P.R. 162/99 mentre le altre attrezzature di
sollevamento ricadono sotto la direttiva 98/37/CE (direttiva macchine) recepita in
Italia con il D.P.R. 459/96. Sono previste alcune eccezioni, fra cui gli “ascensori da
cantiere per il trasporto di persone o di persone e materiali” che, fino all’entrata in
vigore della direttiva 2006/42/CE1, rimangono regolamentati dalla legislazione
nazionale, ed in particolare dall’allegato V del Titolo III del D.Lgs. 81/08, e i
“sollevatori per il trasferimento di persone disabili”, che ricadono nella direttiva
93/42/CEE (direttiva dispositivi medici) recepita con il D.Lgs. 46/97. A questi si
aggiungono gli “impianti a fune adibiti al trasporto di persone” (funicolari, funivie,
seggiovie, ecc.) che sono regolamentate dalla direttiva 2000/9/CE, recepita con
D.Lgs. 210/2003.
Un ulteriore importante aspetto, generalmente considerato dal legislatore, nazionale
ed europeo, nella regolamentazione delle attrezzature di sollevamento è costituita
dalla tipologia di utente cui esse sono destinate: l’“utente esperto e formato”
(lavoratore), l’“utente generico” (adulto/bambino), l’“utente speciale” (ad es.
disabile), il “pubblico” (utenti di servizi di pubblico trasporto) ecc..
Ai sensi del Titolo III del D.Lgs. 81/08, ad esempio, il datore di lavoro deve
sottoporre a controlli e verifiche tutte quelle attrezzature di sollevamento ricadenti
1
Il 29 dicembre 2009 entrerà in vigore la nuova “direttiva macchine” 2006/42/CE che abrogherà la direttiva
98/37/CE.
nella definizione di “attrezzatura di lavoro”, definita dall’art. 69 come: “qualsiasi
macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il
lavoro” (utente esperto e formato). L’obbligo di sottoporre a controlli e verifiche
ascensori e montacarichi in servizio privato (utente generico e speciale) è invece in
capo al proprietario dello stabile o del suo rappresentante legale (capo II del D.P.R.
162/99), mentre per i servizi di pubblico trasporto effettuati con impianti funicolari
aerei (funivie bifune, funivie monofune con veicoli a collegamento temporaneo o
permanente, ascensori ed impianti assimilabili) e terrestri (funicolari su rotaia,
sciovie, scale mobili ed impianti assimilabili) l’espletamento delle verifiche e delle
prove funzionali viene disposto dagli uffici della Motorizzazione Civile e dei
Trasporti in concessione (MCTC) su richiesta dell’azienda esercente il servizio di
pubblico trasporto (D.P.R. 753/80).

Attrezzature di lavoro : controlli e verifiche secondo il D.Lgs. 81/08


Secondo la legislazione vigente le attrezzature di sollevamento che ricadono nella
definizione di “attrezzatura di lavoro”, per la loro destinazione d’uso, sono soggette a
controlli e verifiche di tipo prevenzionistico ai sensi dell’art. 71 del D.Lgs. 81/08.
Oltre ai controlli iniziali (dopo l’installazione e prima della messa in servizio) e a
quelli successivi ad ogni montaggio (per le attrezzature la cui sicurezza dipende dalle
condizioni di installazione), sono previsti dei controlli periodici su tutte le
attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di
dare origine a situazioni pericolose. Per queste ultime sono anche richiesti controlli
straordinari ogni volta che intervengono eventi eccezionali che possono avere
conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza (riparazioni, trasformazioni, incidenti,
fenomeni naturali, periodi prolungati di inattività, ecc.). Tali controlli periodici e
straordinari sono volti ad assicurare il buono stato di conservazione e di efficienza ai
fini della sicurezza e il datore di lavoro provvede affinché essi vengano eseguite da
“persona competente” e affinché vengano intraprese le opportune azioni conseguenti
al loro esito. La frequenza e le modalità per la loro esecuzione non vengono definite
nel decreto, che rimanda alle indicazioni fornite dal fabbricante, alle norme tecniche e
ai codici di buona prassi, non sempre disponibili o completamente esaustivi.
Un esempio di “norma tecnica”, così come definita nell’art. 2 lettera u) del D.Lgs.
81/08, è costituita dalla norma UNI ISO 9927-1 per quanto attiene gli apparecchi di
sollevamento. L’Appendice A di tale norma infatti, contenendo “Esempi di lista di
controllo per ispezioni regolari degli apparecchi di sollevamento” può costituire un
utile strumento per il tecnico esperto incaricato dal datore di lavoro. Tale lista riporta
in una prima colonna gli elementi dell’apparecchio di sollevamento che devono
essere controllati e, nella seconda, la verifica da eseguire. In particolare, vengono
elencate le tipologie di verifiche con riferimento ai singoli componenti ed
apparecchiature meccaniche, ai componenti dell’apparecchiatura elettrica ed alle
attrezzature di movimentazione (funi, catene, cinghie, ecc.). Trattandosi di una norma
riferita ad apparecchi di sollevamento in generale, non vengono però specificate le
modalità di prova e la relativa periodicità.
In linea di principio, un’ispezione regolare consiste almeno in una prova di
funzionamento dei dispositivi di sicurezza, eseguita in accordo con le eventuali
istruzioni operative fornite dal fabbricante, e in un’ispezione visiva per i difetti
evidenti.
Specifica menzione è inoltre rivolta, al punto 3.1.2 dell’allegato VI “Disposizioni
concernenti l’uso delle attrezzature di lavoro” del D.Lgs. 81/08, alle funi e catene
che, in mancanza di specifiche indicazioni da parte del fabbricante, devono essere
sottoposte a controlli trimestrali.

Le verifiche, sono previste invece solo per quelle attrezzature di sollevamento


elencate nell’allegato VII dello stesso decreto, ovvero per:
- le scale aeree ad inclinazione variabile,
- i ponti mobili sviluppabili,
- i ponti sospesi e relativi argani,
- gli apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200 Kg non azionati a
mano, in installazione fissa, mobile o trasferibile.
Il datore di lavoro deve sottoporre a verifica tali attrezzature secondo la periodicità
indicata nell’allegato stesso in funzione della tipologia di attrezzatura e, per gli
apparecchi di sollevamento, del settore di impiego e dell’età. La prima di tali
verifiche è effettuata dall’ISPESL e le successive dall’ASL.
Il decreto D.Lgs. 106/2009 pubblicato sulla G.U.R.I. del 3 agosto 2009, correttivo del
D.Lgs. 81/08, ha introdotto l’obbligo di verifica anche per:
- i carrelli semoventi a braccio telescopico,
- le piattaforme di lavoro autosollevanti su colonne,
- gli ascensori da cantiere.
Ha stabilito inoltre che, qualora l’ISPESL o la ASL non provvedano alla verifica,
rispettivamente entro 60 e 30 gg. dalla richiesta, il datore di lavoro può rivolgersi a
“soggetti pubblici o privati abilitati”.
Le modalità di abilitazione di tali soggetti e di effettuazione delle verifiche dovranno
essere emanate, dal Ministro del lavoro della salute e delle politiche sociali di
concerto con il Ministro dello sviluppo economico, entro dodici mesi dall’entrata in
vigore del decreto correttivo, ovvero entro il 20 agosto 2010.
Nei prossimi mesi dovrà quindi essere affrontata, in maniera concreta, la definizione
delle modalità di verifica per garantire l’uniformità su tutto il territorio nazionale. Il
tema, seppur già sentito in regime di verifiche effettuate da strutture pubbliche dotate
di organi di indirizzo e coordinamento, diverrà infatti imprescindibile laddove il
settore si aprirà ad una pluralità di soggetti diversi.
Ripercorrendo a ritroso l’evoluzione del regime delle verifiche troviamo, già in seno
all’art. 25 (per le scale aeree ad inclinazione variabile, i ponti mobili sviluppabili e i
ponti sospesi muniti di argano) e all’art. 194 (per gli apparecchi di sollevamento di
portata superiore a 200 Kg non azionati a mano, in installazione fissa, mobile o
trasferibile) del D.P.R. 547/55, nonché all’art. 50 del D.P.R. 164/56 (per gli argani per
ponti sospesi), il riferimento alle verifiche, rispettivamente annuali e biennali, alle
quali queste attrezzature dovevano essere sottoposte per accertarne lo stato di
funzionamento, conservazione ed efficienza ai fini della sicurezza. Tuttavia solo nel
successivo D.M. 12 settembre 1959 furono attribuiti i compiti e determinate le
modalità e le documentazioni relative all’esercizio delle stesse, che furono affidate
all’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni (ENPI) e, successivamente,
all’ISPESL e alle ASL, per ciò che attiene alle verifiche periodiche.
Con l’entrata in vigore quasi contemporanea del D.Lgs. 626/94 (recepimento italiano
di numerose direttive sociali europee in tema di salute e sicurezza del lavoro) e del
D.P.R. 459/96 (recepimento italiano della direttiva macchine), è risultato
profondamente innovato l’intero sistema dei collaudi (Circolare n. 9 del 12/01/2001),
mentre è rimasto essenzialmente invariato il regime delle verifiche periodiche.
Infatti, in attesa del decreto di definizione delle modalità di effettuazione delle
verifiche periodiche nonché dei criteri per l’abilitazione dei soggetti pubblici e privati
sopra citato e di eventuali linee guida, a tutt’oggi si fa riferimento al D.M. 12
settembre 1959. Esso contiene un “verbale di verifica periodica” che prevede
l’accertamento delle “condizioni generali di conservazione e manutenzione”,
l’"esame degli organi principali” nonché il “comportamento durante le prove di
funzionamento dell’apparecchio e dei dispositivi di sicurezza”, senza però
specificarne le modalità di esecuzione.
Chiarimenti ed indicazioni supplementari, finalizzate ad uniformare le attività di
verifica, sono state talvolta fornite a livello decentrato; è ad esempio il caso della
regione Umbria che, con riferimento agli apparecchi di sollevamento, e in particolare
alle gru a torre, ha pubblicato linee guida vincolanti per la loro esecuzione. Secondo
queste linee guida, in relazione allo stato di conservazione dell’apparecchio e/o stante
la sua vetustà, il tecnico verificatore può prescrivere la “revisione” dell’apparecchio,
“integrata” con l’esecuzione di CND per l’accertamento dell’integrità strutturale.
Anche in questo caso non vengono però fornite indicazioni sufficienti a garantire la
valutazione oggettiva della necessità di indagini supplementari che dovrebbero essere
legate non tanto all’età anagrafica dell’impianto quanto ad altre contingenze
specifiche, quali ad esempio la durata di vita prevista dal fabbricante in sede di
progettazione, le condizioni di lavoro, eventuali difetti ipotizzati, il numero effettivo
di cicli effettuati, ecc..
Per quanto riguarda le verifiche c’è inoltre da sottolineare che, avendo il legislatore
europeo demandato il regime di esercizio delle attrezzature di lavoro ai singoli Stati,
le modalità di esecuzione delle verifiche risultano profondamente diverse tra essi, sia
dal punto di vista procedurale che dal punto di vista tecnico. Alcuni organismi
europei, quali ad esempio la CEOC2, che raggruppa i soggetti deputati alla
certificazione e alle ispezioni, sta lavorando ad un confronto delle attività previste in
ciascuno Stato membro, per elaborare una proposta di procedura che sintetizzi ed
uniformi il regime delle verifiche al fine di garantire un livello di sicurezza minimo
comune in tutto il territorio comunitario.

2
CEOC - Confédération Européenne des Organismes de Contrôle (European Confederation of Inspection
Organisations)
Ascensori e montacarichi in servizio privato: controlli e verifiche secondo il capo
II del D.P.R. 162/99
Diverso percorso, invece, hanno seguito gli ascensori e i montacarichi in servizio
privato. Fino al 1999, anno in cui è stata recepita la relativa direttiva europea di
prodotto, anch’essi erano soggetti a omologazione da parte dell’ISPESL e a verifiche
periodiche da parte delle ASL, nonché sottoposti a regolare manutenzione a cura di
personale abilitato. A partire da tale data il regime degli ascensori risulta regolato dal
D.P.R. 162/99 il cui capo I recepisce la direttiva 95/16/CE applicabile a tutti gli
ascensori installati in maniera permanente, mentre il Capo II è un regolamento
nazionale che riordina l’esercizio dei soli ascensori e montacarichi in servizio privato.
Gli ascensori e i montacarichi “in servizio privato” sono quelli “installati in edifici
pubblici o privati, a scopi o usi privati anche se accessibili al pubblico”. All’articolo
15 del decreto, è previsto che il proprietario o il suo legale rappresentante affidino la
manutenzione di tutto il sistema ascensore o del montacarichi a persona munita di
certificato di abilitazione o a ditta specializzata. Il manutentore incaricato deve
provvedere ai controlli periodici necessari secondo quanto indicato dall’installatore
dell’ascensore e deve garantire almeno, periodicamente, secondo le esigenze
dell’impianto:
a) la verifica del regolare funzionamento dei dispositivi meccanici, idraulici ed
elettrici e, in particolare, delle porte dei piani e delle serrature;
b) la verifica dello stato di conservazione delle funi, delle catene e dei loro
attacchi;
c) l’esecuzione delle operazioni normali di pulizia e di lubrificazione delle
parti.
Almeno ogni sei mesi per gli ascensori e una volta all’anno per i montacarichi deve
inoltre:
a) verificare l’integrità e l’efficienza del paracadute, del limitatore di velocità e degli
altri dispositivi di sicurezza;
b) verificare minutamente le funi, le catene e i loro attacchi;
c) verificare l’isolamento dell’impianto elettrico e l’efficienza dei collegamenti con la
terra.
Il proprietario dello stabile o il suo legale rappresentante, inoltre, sono tenuti ad
effettuare una verifica periodica ogni due anni. Dette verifiche sono eseguite da
soggetti terzi (ASL/ARPA o organismi notificati) e sono dirette ad accertare lo stato
di efficienza dei dispositivi di sicurezza e di quelle parti dalle quali dipende la
sicurezza di esercizio dell’impianto (art.13), considerato anche che gli utenti sono
persone non esperte, e fra queste possono esserci bambini, anziani e disabili. In
seguito ad una verifica periodica con esito negativo o nel caso in cui siano state
apportate all’impianto modifiche costruttive non rientranti nell’ordinaria e
straordinaria manutenzione, ma anche in seguito ad un incidente di notevole
importanza anche se non seguito da infortunio, è richiesta inoltre una verifica
straordinaria. Tale verifica viene eseguita dagli stessi soggetti deputati alla
effettuazione delle verifiche periodiche e su richiesta del proprietario o del legale
rappresentante dello stabile in cui è ubicato l’impianto.
Non vengono fornite ulteriori indicazioni in merito alle modalità di esecuzione dei
controlli e delle verifiche, demandate alla professionalità del manutentore e del
tecnico verificatore.

Impianti funicolari aerei e terrestri per il servizio di pubblico trasporto: la


“tradizione” dei CND
Per quanto riguarda gli impianti di sollevamento in “servizio pubblico”, vale a dire
“adibiti totalmente o parzialmente al trasporto pubblico”, bisogna invece far
riferimento al D.P.R. 753/80, recante “Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e
regolarità dell’esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto”, e ai successivi
decreti attuativi che impongono un livello di controllo particolarmente stringente.
Fra essi, il D.M. 2 gennaio 1985, oltre a definire una vita tecnica complessiva
massima dell’impianto (per gli ascensori e le scale mobili 30 anni), stabilisce la
necessità di eseguire, in aggiunta ai controlli e alle verifiche periodiche e
straordinarie, delle revisioni periodiche (speciali, generali e straordinarie).
Tale decreto, rispetto a quelli già esaminati per le attrezzature di lavoro e gli ascensori
e montacarichi in servizio privato, contengono anche un grado di dettaglio maggiore
riguardo gli elementi da sostituire o da verificare e prevedono in maniera esplicita il
ricorso ai CND. Agli artt. 4 e 5 sono infatti previsti, a cura di personale qualificato,
CND sugli elementi costruttivi, sugli organi meccanici e sulle relative giunzioni
saldate contro la cui rottura non esistono nell’impianto efficaci accorgimenti tecnici
atti a tutelare la sicurezza dei viaggiatori o del personale. Tali CND, atti ad
individuare l’insorgere di lesioni o di altre manifestazioni di degrado, sono di solito
indicati dalla casa costruttrice, tuttavia è previsto che metodi di controllo
complementari possano essere scelti dal responsabile di esercizio dell’impianto in
relazione al particolare elemento da verificare e al tipo di manifestazione che può
essere temuta. Per il controllo delle funi negli impianti funiviari adibiti al trasporto di
persone è richiesta invece esplicitamente l’applicazione del metodo magneto-
induttivo. La norma armonizzata di riferimento, che specifica i requisiti minimi
dell’attrezzatura per il controllo magneto-induttivo e le procedure per l’applicazione
nell’esame delle funi utilizzate negli impianti a fune per il trasporto di persone, è la
UNI EN 12927-8. Tale norma tecnica considera il controllo magneto-induttivo come
un metodo di controllo supplementare a quello visivo in quanto consente di acquisire
indicazioni anche sullo stato interno delle funi, il cui danneggiamento o
deterioramento non rilevato potrebbe essere causa di rotture improvvise.

Conclusioni
L’elevata frequenza di utilizzo e la massiccia affluenza di utenti che caratterizza
generalmente gli impianti per il trasporto pubblico ha probabilmente portato ad una
maggiore attenzione verso le modalità di controllo e verifica e all’impiego di metodi
più oggettivi, quali i CND.
Ciò non esclude che, in taluni casi, questi metodi possano essere di valido ausilio
anche per le altre tipologie di attrezzature di sollevamento fin qui trattate.
Si sono recentemente verificati dei casi in cui la formazione di cricche dovute a
fenomeni di fatica su attrezzature di sollevamento destinate ad essere utilizzate in
luoghi di lavoro è stata rilevata prima del collasso grazie ad una campagna mirata in
cui l’utilizzo dei liquidi penetranti e di altre metodologie di CND ha integrato l’esame
visivo.
L’esigenza di metodi di verifica tecnologicamente più evoluti potrebbe altresì nascere
da esigenze di tipo costruttivo. Ad esempio, il controllo a vista delle funi degli
ascensori potrebbe risultare di più difficile effettuazione o inadeguato per quegli
ascensori caratterizzati da pulegge di piccolo diametro ovvero da un maggior numero
di funi di diametro ridotto. In quest’ottica, il controllo magneto-induttivo, già
utilizzato per legge sugli impianti funicolari aerei e terresti per il servizio di pubblico
trasporto, può rappresentare un valido strumento.
Un esplicito riferimento ai CND è inoltre contenuto in alcune norme tecniche quali ad
esempio la UNI ISO 4309:2006 che indica i criteri per il controllo delle funi degli
apparecchi di sollevamento. Tale norma, elencando i casi in cui le funi devono essere
sostituite e le relative modalità di verifica, fa riferimento, negli allegati informativi,
ad un’ispezione visiva per il rilevamento dei danneggiamenti esterni (annex B) ed
interni (annex C). Per questi ultimi, ritenendoli legati sia a fenomeni corrosivi che di
fatica, ipotizza anche la possibilità del ricorso a CND per ispezioni sull’intera
lunghezza della fune.
Un’ultima considerazione può essere di natura economica: infatti una maggiore
affidabilità dell’indagine potrebbe tradursi in una riduzione dei costi, laddove si
riesca ad evitare inutili sostituzioni “cautelative”.

Bibliografia/Riferimenti normativi
1. Direttiva 95/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 giugno 1995,
per il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensori.
2. Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162 - “Regolamento
recante norme per l’attuazione della direttiva 95/16/CE sugli ascensori e di
semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e
montacarichi, nonché della relativa licenza di esercizio”.
3. Direttiva 98/37/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 giugno 1998
concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle
macchine.
4. Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 459 – “Regolamento
per l’attuazione delle Direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e
93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri
relative alle macchine”.
5. Direttiva 2006/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 maggio 2006
relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE.
6. Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 – “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3
agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro”.
7. Direttiva 93/42/CEE del Consiglio del 14 giugno 1993 concernente i dispositivi
medici.
8. Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46 - “Attuazione della direttiva
93/42/CEE, concernente i dispositivi medici.”
9. Direttiva 2000/9/CE del parlamento Europeo e del Consiglio del 20 marzo 2000
relativa agli impianti a fune adibiti al trasporto di persone.
10.Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n. 210 - “Attuazione della direttiva
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo
sistema sanzionatorio”.
11.Decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753 – “Nuove norme in
materia di polizia, sicurezza e regolarità dell’esercizio delle ferrovie e di altri
servizi di trasporto”.
12.Norma UNI ISO 9927-1: Apparecchi di sollevamento – Ispezioni – Generalità.
Gennaio 1997.
13. Decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106 – “Disposizioni integrative e correttive
del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro”.
14.Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547 – “Norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro”.
15.Decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164 – “Norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”.
16.Decreto ministeriale 12 settembre 1959 – “Attribuzione dei compiti e
determinazione delle modalità e delle documentazioni relative all’esercizio delle
verifiche e dei controlli previsti dalle norme di prevenzione degli infortuni su
lavoro”.
17.Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626 – “Attuazione delle direttive del
Consiglio 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,
90/394/CEE 90/679/CEE, 93/88/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza
e della salute dei lavoratori durante il lavoro”.
18.Circolare del Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale Ministeriale n. 9 del 12
gennaio 2001 – “Riflessi sul sistema dei collaudi e delle verifiche di talune
attrezzature di lavoro derivanti dalle disposizioni del D.P.R. 24.7.96, n. 459 e
dell'art. 46 della L. 24.4.98, n. 128”.
19.Deliberazione della Giunta Regionale 26 novembre 2003, n.1765 – “Linee guida
vincolanti per la verifica periodica degli apparecchi di sollevamento”. Bollettino
Ufficiale della Regione Umbria, 21 gennaio 2004.
20.Decreto ministeriale 2 gennaio 1985 – “Norme regolamentari in materia di
varianti costruttive, di adeguamenti tecnici e di revisioni periodiche per i servizi di
pubblico trasporto effettuati con impianti funicolari aerei e terrestri”.
21.Norma UNI EN 12927-8: Requisiti di sicurezza per gli impianti a fune progettati
per il trasporto di persone – Funi. Parte 8: Controllo magneto-induttivo delle funi
(Magnetic Rope Testing, MRT). Febbraio 2005.
22.Norma UNI ISO 4309: Apparecchi di sollevamento. Funi - Cura, manutenzione,
installazione, controlli e scarto. Novembre 2006.

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