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INTRODUZIONE

Narrazione intesa come attività piuttosto che come genere testuale.

Con scelta di analizzare le narrazioni prodotte dai partecipanti al corso di interazioni spontanee, l'interesse
degli studiosi si è concentrato sulla gestione interattiva dell'attività di story-telling nella conversazione e
sulla sua funzione di strutturazione e organizzazione della realtà e dell’esperienza personali.

In questo capitolo saranno analizzate alcune delle caratteristiche strutturali e funzionali delle narrazioni
prodotte spontaneamente nel corso della conversazione, focalizzando l'attenzione sull' attività e sul ruolo
degli ascoltatori.

Definizione di Ochs e Capps di narrazione:

Pur mantenendo una definizione del concetto di narrazione in termini di organizzazione temporale , Ochs e
Capps sembrano essere orientate a circoscrivere l'attività discorsiva che intendono indagare specificando
che non si tratta di un genere discorsivo di per sé, ma semmai di un genere discorsivo che ne ospita altri in
misura anche molto diversa secondo le circostanze. Secondo le autrici, infatti, nell’ambito di una stessa
narrazione si possono trovare generi discorsivi tra loro molto diversi quali la descrizione, la narrazione,
intendendo con questa l'organizzazione cronologica degli eventi, la valutazione e la spiegazione.

└ analisi della narrazione in termini di dimensioni (5) e non di tratti, Le dimensioni indicate concernono la
natura più o meno collettiva dell' attività di narrare (tellership), il livello di «raccontabilità» di ciò che è
effettivamente introdotto nella conversazione come narrabile (tellability), il livello di incassamento dell'
attività narrativa rispetto ad altre attività correnti (embeddedness), l'organizzazione sequenziale degli
eventi nella narrazione (linearity) e la valutazione morale degli eventi narrati (moral stance).

IL LANCIO DELLA NARRAZIONE

Narrazioni prodotte
spontaneamente nel corso della
conversazione, se la narrazione
non è esplicitamente elicitata da
parte di uno dei partecipanti
all'interazione, infatti, chi abbia
intenzione di raccontare una
storia deve negoziare uno spazio
conversazionale relativamente lungo, sospendendo la normale alternanza dei turni di parola ed assicurarsi
una struttura di attenzione adeguata da parte degli altri partecipanti.

Coinvolta dimensione della raccontabilità: Il ruolo di narratore ha una sua distribuzione sociale, per cui non
tutti e in qualsiasi momento possono ricoprire tale ruolo. Tale diritto è connesso in modo particolare al tipo
di esperienza che si ha dell'evento che si intende narrare, per cui l'esperienza diretta (firstband knowledge)
è considerata un importante fattore di legittimazione del narratore. Chi intenda narrare una storia, per
poterlo fare con successo, deve verificare la disponibilità degli altri partecipanti a lasciargliela raccontare e
ad ascoltarla (prefazione del narratore e replica dell’interlocutore che conferisce diritto alla narrazione)

 il carattere di prefazione di una storia di un turno può anche non essere immediatamente
riconosciuto ed essere oggetto di negoziazione.

LIVELLI DI CO-PRODUZIONE NARRATIVA


Grado di partecipazione degli interlocutori alla narrazione stessa, la dimensione che Ochs e Capps
definiscono tellership. Gli interlocutori, infatti, possono limitarsi a mantenere una struttura di attenzione
che dimostri che sono orientati all'attività narrativa producendo segnali di feedback di varia natura, ma
possono anche partecipare in modo più consistente all' attività in corso (secondo Goldwin sguardo è
feedback molto importante, ha mostrato che la produzione narrativa del parlante è sensibile a movimenti
dello sguardo e che la narrazione è influenzata dalla struttura di attenzione dell'interlocutore. Laddove
l'interlocutore distoglie lo sguardo dal parlante, possono esserci tratti della produzione, quali pause o
incertezze nell'eloquio che, sospendendo momentaneamente l'attività narrativa, richiedono l’attenzione
dell'altro o degli altri partecipanti).

La stessa funzione può essere svolta ed eventualmente rinforzata da altri segnali di feedback, quali
movimenti del capo e/o produzioni vocali. Oltre questo livello, è possibile che le storie siano co-prodotte ad
un livello più macro, ad esempio tramite richieste di chiarimento che necessariamente influenzano la
produzione successiva, o tramite completamenti, anche in forma interrogativa.

La co-produzione narrativa può verificarsi anche ad un livello più macroscopico, in cui persone diverse
producono fasi diverse di una stessa narrazione: caso di co-narrazione di tipo conflittuale -> figlio minore
che anticipa durante il racconto della madre che è svenuta in chiesa, il racconto della madre diventa banale
e scontato.

CO-PRODUZIONE A LIVELLO MACROSCOPICO: PERSONE DIVERSE PRODUCONO FASI DIVERSE, RICHIESTE DI


CHIARIMENTO O COMPLETAMENTI

NARRAZIONI A PIÙ VOCI

Partecipanti hanno vissuto l'esperienza di cui si narra o comunque conoscono già la storia nel momento in
cui essa è proposta nell'interazione.

Es. 3 ragazzi che raccontano esperienze discoteca in gita scolastica -> L'esempio è interessante, oltre che da
un punto di vista strutturale, da un punto di vista funzionale. Il fatto che tre persone si impegnino nella
narrazione collettiva di un episodio che conoscono comporta una revisione della funzione che solitamente
attribuiamo all' atto di narrare, cioè quella di raccontare agli altri qualcosa che ancora non sanno. In questo
caso, invece, i tre amici si raccontano tra loro una storia che già conoscono.

Il formato di partecipazione che emerge dall' analisi delle posture e degli sguardi fa emergere una struttura
in cui A, B e C sono alternativamente narratori e destinatari, mentre D sembra avere uno status ambiguo
tra il partecipante ratificato e l'astante -> narrazione con forte funzione identitaria, obiettivo non è
raccontare a D ma ricordare e rivivere un’esperienza passata (confermare la loro identità di ex compagni
attraverso la celebrazione della loro passata esperienza comune).

STORIE CHE RISPONDONO AD ALTRE STORIE

In questi casi, la storia appena narrata è utilizzata come risorsa per la produzione di ciò che segue . In
letteratura ci si riferisce a questo fenomeno con l'espressione response stories. Le response stories sono
storie che si configurano come responsive nei confronti della storia immediatamente precedente. Queste
storie sono introdotte mostrando il nesso con le storie precedenti, nesso da cui traggono la loro legittimità
conversazionale.

La narrazione di seconde storie, seconde nel senso appena esposto, cioè di storie costruite in modo da
mostrare il loro legame con le precedenti, oltre ad essere un importante mezzo di dimostrazione della
comprensione delle storie precedenti, ha un'importante funzione di dimostrazione di attenzione nei
confronti della narratrice precedente. Narrare immediatamente una storia che si collega a quella degli altri,
infatti, significa dimostrare di mettere le proprie risorse cognitive, tra cui la propria memoria al servizio
della conversazione, e di farlo in un tempo brevissimo, Come dice Sacks, significa dimostrare e dire all'altro
«la mia mente è con te».

CONCLUSIONI

L’analisi si è concentrata sulla costruzione interattiva delle storie prodotte spontaneamente nel corso della
conversazione. Si è mostrato come ogni fase della narrazione, dal suo lancio, al suo sviluppo e alla sua
conclusione, sia oggetto di negoziazione, più o meno esplicita, tra la narratrice e gli altri partecipanti, e
come questi possano, in modi e gradi diversi, influire sulla narrazione stessa.

La modalità di partecipazione degli interlocutori è stata analizzata dal livello minimo dei segnali di feedback
che dimostrano attenzione ed interesse per le storie raccontate dagli altri, fino ai casi di narrazione a più
voci, in cui più persone contribuiscono allo sviluppo della storia. Infine, ho mostrato una modalità
frequente di utilizzo interattivo di una storia, quando questa è usata come fonte per la produzione di storie
ulteriori. Questa possibilità è stata analizzata come modalità di cui dispongono i partecipanti per dimostrare
e non più solo affermare il loro interesse, la loro partecipazione e la loro comprensione delle storie
raccontate dagli altri.

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