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di A n t o n i o M e n e
i ' ' Insieme .il il.p.r. n. 447 venivano emanati i dd.pp.rr. n. 44S 1 C>SS per il processo penale per i mino-
renni e ii. 44^' l'-'SS per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario al nuovo processo penale: nel luglio
1 k>Nl) venivano emanati i dd.pp.rr. mi. 27 1. 272 e 27 $ contenenti le norme di attuazione, di coordinamen-
to e transitorie riferite ai testi legislativi citati.
Stratificazione legislativa e coelice di procedura penale 353
i2) G i à nel corso del 1989 veniva emanato un decreto c o r r e t t i v o , il n. 351/1989; nel corso del 1990
venivano emanati 7 decreti (un. 15, 24, 77, 1 M . 193, 293 e 369); nel 1991 e nel 1992 venivano emanati,
rispettivamente, un decreto, il n. 12 e tre decreti, i n n . 410, 41 1 e 41(3.
354 Antonio Mene
l'i l'n.i efficace ricostruzione ile-I dibattito sul ritenuto "ipeniarantismo" del e.p.p. si ha nella relazio-
ni.' introduttiva al \ 1 Convegno dell'Associazione tra p\\ studiosi elei processo penale, tenuta il 25 ottobre
l l ' l '2 dal prot. Pisapia. presidente della Commissione ministeriale incaricata della redazione del codice
i Riv. ital. dir. proc. penale 1 1 W > .
is> Sentenze mi. 24. 241. 2^4 e 2TT del 1W2.
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 357
C1) Si tratta degli articoli 190-bis 210, 238. 295, 351. 357, 362, 431, 495, 500, 503. 51 I-bis c.p.p. Il
decreto prevede 1 equiparazione dell'assunzione di informazioni condotta dal RM. alla testimonianza, sia
per quanto riguarda le regole che ne disciplinano l'assunzione e gli obblighi, sia per quanto concerne il
loro valore probatorio; l'ampliamento del novero degli atti ili cui può essere data lettura in dibattimento
e che possono così acquistare valore di prova; il valore probatorio delle dichiarazioni assunte dal giudice
dell'udienza preliminare; l'equiparazione della posizione dell'imputato e dell'imputato in procedimento
connesso a tini probatori; l'utilizzazione di verbali di prove raccolte in altri processi anche senza il con-
senso delle parti, salvo l'esame dibattimentale delle persone le cui dichiarazioni sono state acquisite nei
processi "ordinari" (mentre nei processi di "criminalità organizzata" spetta al giudice valutare se sia asso-
lutamente necessario ascoltare tali persone); I acquisizione e la valutazione a fini probatori ili sentenze irre-
vocabili ili altri processi. Va poi ricordata l'introduzione di una nuova tonte di prova, rappresentata dalle
intercettazioni ambientali, ossia da intercettazioni, realizzate con strumentazioni elettroniche, ili conver-
sazioni tra persone presenti.
358 Antonio Mene
i7 i Arti. ì^O in tema ili poteri della polizia pillili/lana. 406 in tenui ili indagini preliminari e 'JOO in tenia
ili prove.
'Si Approvata eon 1M voti favorevoli e li Hi eontran.
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 359
(9) Vantiti ricordati: la legge n. 55/1990 in materia di misure di prevenzione; il d.l. n. S/199] (lentie n.
82/19911, in materia di lotta ai sequestri di persona e di protezione ilei pentiti; il d.l. n. 60/1991 (legge n.
13 5/1991) di interpretazione autentica degli artt. 297 e 304 e.p.p. e in materia di custodia cautelare; il d.l.
n. 152/1991 (legge n. 203/19911, provvedimento "owtiihus" in materia di ordinamento penitenziario, cir-
costanze aggravanti, armi, coordinamento della polizia giudiziaria, intercettazioni teleioniche, controllo
sulle attività amministrative; il d.l. n. 292/1991 (legge n. 356/1991 ) in materia di custodia cautelare, avo-
cazione dei procedimenti penali per reati eli criminalità organizzata, e trasferimenti d'ufficio dei magistra-
ti: il d.l. n. 345/1991 (legge n. 410/1991 ) in materia ili coordinamento delle attività investigative e infor-
mative nella lotta contro la criminalità organizzata: il d.l. n. 367/1991 (legge n. <S<1992> in materia ili coor-
dinamento ilelle indagini sui reati di criminalità organizzata; il d.l. n. 419 1991 (legge n. 172 1992i istilli
tivo del tonilo di sostegno per le vittime delle estorsioni.
360 Antonio Mene
momento che ognuno di questi decreti, alcuni dei quali reiterati più volte, è
stato oggetto di significative modificazioni in sede di conversione parlamen-
tare dei relativi disegni di legge.
Se si guarda al tipo di modificazioni introdotte al e.p.p. con le nuove
norme è possibile effettuare alcune considerazioni.
La modifica di alcuni dei principi e degli istituti regolati dal nuovo pro-
cesso ad opera della legislazione emergenziale avviene, in alcune occasioni,
prevedendo deroghe alla disciplina generale del nuovo processo per i pro-
cessi relativi alla criminalità organizzata. L'impostazione adottata porta alla
creazione di un "doppio regime" per quanto attiene alla disciplina di singoli
istituti processuali nei processi "ordinari" e nei processi per fatti di "crimi-
nalità organizzata" (ad esempio in tema di perquisizioni e ispezioni, di inter-
cettazioni telefoniche, di ritardo nell'emissione nei provvedimenti limitativi
della libertà per consentire l'acquisizione di ulteriori elementi probatori, in
tema di utilizzazione di prove, ecc.).
In altri casi la tumultuosa stratificazione normativa segna l'affermazione di
indirizzi legislativi che realizzano una vera e propria inversione di tendenza
rispetto ai principi affermati nel nuovo codice del 1988, con una sorta di
"pendolarismo" nell'impostazione di alcuni principi basilari del sistema pro-
cessuale.
Il caso della custodia cautelare è emblematico, in quanto su tale tema di
grande rilevanza politica e culturale si manifesta appieno il fenomeno che
potremmo definire di "pendolarismo" nell'individuazione di un indirizzo
politico-legislativo.
Una delle innovazioni di maggiore significato del nuovo codice è stata
quella di abolire le ipotesi nelle quali, secondo il codice del 1930, il mandato
di cattura era obbligatorio; il nuovo codice dispone invece che la custodia
cautelare in carcere costituisca Yexfrcwci ratio tra le diverse misure cautelari
coercitive e interdittive che il giudice può disporre per il soddisfacimento
delle esigenze cautelari precedenti alla definizione del processo.
Nel 1991, prima il d.l. n. 151 (1. n. 203 del 1991) e poi il d.l. n. 292 (1. n.
356 del 1991 ), per dare una risposta di contrasto alla criminalità organizzata,
modificavano sostanzialmente l'indirizzo codicistico, prevedendo che per i
reati di criminalità organizzata o per gravi reati dovesse essere applicata in via
ordinaria la custodia cautelare in carcere; finalità della misura era quella di
consentire che gli esponenti malavitosi arrestati dalle forze dell'ordine rima-
nessero in carcere nelle more del processo, combattendo in tal modo il feno-
meno della latitanza; da notare che l'inasprimento della disciplina veniva rea-
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 361
di durata della custodia in carcere, che con due provvedimenti del 1991 (10)
venivano ampliati, relativamente alle diverse fasi processuali e nei limiti mas-
simi complessivi, revocando scelte compiute dal legislatore nel corso della
medesima X legislatura parlamentare, nelle quali si era manifestamente affer-
mato l'indirizzo di limitare i termini massimi di durata della custodia in misu-
ra tale da non risultare eccessivamente gravosa per i sottoposti a procedi-
mento penale. Il caso è analogo al precedente, perché anche qui, pur dopo
un intervento di organica codificazione, si accedeva ad una tipologia di inter-
vento non nuovo nella storia del processo penale: una scelta analoga (o inver-
sa, secondo ritmi ciclici e del o occasionali) era già stata più volte ripetuta in
costanza di vigenza del codice del 1930.
i '"i Decreti l e ^ c un. 60 W->1 il. 1 V-> del 1WD e 2^2 del 1W1.
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 363
( ' ') Duranti.' l'esame in Assemblea, alla Camera, venivano discusse e respinte, nella seduta del 20 marzo
1991, ilue questioni pregiudiziali ili costituzionalità che affermavano il carattere retroattivo della normati-
va di interpretazione autentica e. in rapporto al principio della separazione dei poteri dello Stato, la vio-
la/ione del giudicato formatosi sulle questioni incidentali relative alla libertà personale. Diversamente dai
due casi precedenti, invece, l'intervento legislativo si muove nella direzione di accrescere i profili di dite-
sa sociale degli istituti processuali rispetto a quelli di garanzia dei diritti della difesa.
I14) Concessa con i d.p.r. nn. 7 T e 20* del 1990 sulla base della legge n. 75/1990.
I ,s> Legge n. H) 1989, d i . n. 17 V 1989-1. 25 1 1989 per la costituzione delle preture circondariali, a loro
volta vettori di una pluralità di leggi istitutive di uffici giudiziari al di fuori di un organico disegno ili geo-
grafia giudiziarie (leggi nn. ^ 2 1 9 8 9 , n . 42 1990. n . 219/1990. n . W 1 9 9 0 ) .
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 365
a cavallo del biennio 1991-92 (con misure quali il prolungamento a due anni
dei termini massimi di durata delle indagini, l'incremento delle attribuzioni
della polizia giudiziaria recato dal citato decreto legge n. 306 del 1992, ecc.);
sia altri interventi normativi non incidenti direttamente sul testo del e.p.p.,
ma volti a soddisfare esigenze diverse e classificabili in settori diversi da quel-
lo processuale, quali il diritto penale sostanziale, l'ordinamento giudiziario e
penitenziario, le misure strutturali di organizzazione giudiziaria, eccetera.
Si possono includere in questi provvedimenti ad effetto "indiretto" alcune
ipotesi.
a) Rientrano in tale ambito il rafforzamento delle funzioni della polizia
giudiziaria (16), ma soprattutto, le innovazioni ordinamentali degli organi
inquirenti, con la creazione di una struttura ad hoc e di coordinamento per lo
svolgimento delle indagini in tema di criminalità organizzata: segnatamente,
la costituzione presso le procure della Repubblica delle Direzioni distrettua-
li antimafia per lo svolgimento delle indagini di criminalità organizzata e l'i-
stituzione di un Procuratore nazionale antimafia nell'ambito della procura
generale presso la Corte di cassazione. E evidente come la riorganizzazione
strutturale degli organi della pubblica accusa, secondo canoni di specializza-
zione, di accentuazione della componente professionale e di lavoro collettivo,
disposta per ovviare alle lacune organizzative rivelatisi nello svolgimento di
indagini contro la criminalità organizzata, incide sulle funzioni e sull'efficacia
dell'azione inquirente, con un potenziamento del ruolo del pubblico mini-
stero che non è indifferente all'accrescimento della rilevanza della fase delle
indagini preliminari nell'economia processuale.
b) Va poi ricordato l'introduzione nel codice penale C7) di una nuova fat-
tispecie delittuosa, il reato di false informazioni al pubblico ministero, che
appresta una tutela penale ai comportamenti di mancala collaborazione con
il pubblico ministero da parte di chi, richiesto di fornire informazioni nel
corso delle indagini preliminari, taccia o renda false dichiarazioni. Si tratta di
una norma delicata da un punto di vista costituzionale, in quanto investe
direttamente il diritto di difesa e di non collaborazione con la pubblica accu-
("') Attraverso misure di coordinamento dell attività della polizia giudiziaria, con l'istituzione ili seni-
zi interni specializzati per la lotta alla criminalità organizzata e di servizi "intertorze" tra Polizia, Carabi-
nieri e Guardia di Finanza e di strutture collegiali (Consiglio generale per la lotta alla criminalità) od ope-
rative (la Direzione investigativa antimafia - DIA), introdotte dai decreti-legge n. 152/1991 (legge n.
203/1991), n. 8/1991 (legge n. 82/1991) e n. 345/1991 (legge n. 410/199] ).
C7) L'art. 37I-bis c.p. introdotto dal d.l. n. 306/1992.
366 Antonio Mene
( |s ) Stabilito dall'art. 8 ilei decreto legge n. 1 "J2 del 1991 per il delitto di associazione di stampo mafio-
so e dall'art, o del decreto legge n. 8 del 1991 (legge n. 82/1991 ) por i sequestri di persona.
I^> Decreti-legge n. 8 1991 0 ?()(-,. 1992 (legge n. ^(v'1992).
Stratificazione legislativa e codice di procedura penale 367
7. Conclusioni
(20> A. S. 1085.
(21) A. S. 1086.
<22) A. S. 1087.
I25) A. S. 1167.