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CAPITOLO I
Per una utile comprensione del concetto di educazione bisogna individuare I nuclei
di significato: dal verbo latino educò = nutrire allevare far crescere
Riduco uguale trarre fuori far uscire. Quindi nel significato via è un doppio
movimento: dall’esterno all’interno del soggetto(l’azione the nutrire)
In senso opposto dall’interno del soggetto Colonna l’intervento dell’educazione
vieni invitato ad emergere ad uscire.
Questa duplice interpretazione fa capire la doppia funzione dell’educazione E
dell’educatore: dal lato quella di accogliere contenere aver cura, ma anche the
incoraggiare E invitare avvenire fuori: essere” concreto pungolo”.
Funzioni educative sono caratterizzate dalla compresenza the due codici
comportamentali- affettivi diversi ma complementari:
- un codice materno che da accoglienza protezione
- Un codice paterno Che si concentra maggiormente Sulla ri chiesta di
prestazione introducendo lo scambio-negoziazione Sulla base del merito delle
competenze.
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Nell’epoca contemporanea alla parola educazione spesso si accompagna O si
preferisce quella di formazione, secondo alcuni la parola educazione dovrebbe
essere usata in relazione all’età evolutiva in relazione all’età evolutiva mentre il
termine formazione riferendosi anagramma di accezioni più ampia.
L’educazione non si rapporta sullo con la dinamica temporale dei soggetti del
mondo ma anche con i luoghi in cui si manifesta. In questa prospettiva chi non pone
una gerarchia ma una pluralità, la letteratura pedagogica individua tre campi
dell’educazione: formale, non formale E informale.
Educazione formale promuovere un cambiamento che si svolge all’interno di confini
istituzionali( scuola università eccetera)
Educazione non formale fa riferimento a quelle attività precedenti ma appartengono
al terzo settore E mirano a obiettivi specifici( organizzazioni sportive, Culturali
eccetera.
Educazione informale intende tutte le esperienze a cui soggetti possono andare
incontro E costituiscono occasione di cambiamento E trasformazione.
Questa non è una classificazione rigida infatti l’ambito informale rivela quanto
l’educazione sia il processo diffuso quotidiano E puoi agire senza permesso.
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educare non è facile per l’estranea familiarità, Terra l’ambivalenza tra adattamento
all’ambiente individualizzazione dei soggetti, per cornici spazio temporale, per un
processo diffuso. E’ importante dare vita ho un processo di autoformazione prima
ancora di proporsi come educatori gli altri, trasformando l’essere il prodotto
dell’educazione ricevuta.
DEwey ( che sostenne il passaggio dalla scienza dell’educazione alle scienze delle
educazione) parla di disposizione scientifica cioè di approfondire le basi scientifiche
dell’arte di educare allargando l’orizzonte permettendo all’educatore di cogliere un
maggior numero di occasioni E possibilità di intervento. Per questo all’educatore È
richiesta l’esercizio di una razionalità pratica cioè di dare vita automazione calata in
un contesto che collega E Tiene insieme sia le finalità generali del processo sia le
condizioni mezzi concreti cioè fare il meglio possibile indagata situazione.
Bisogna contare su strumenti di analisi, Riflessione ed intervento.
La pedagogia È quella scienza che raggruppa le conoscenze intorno all’educazione E
che si occupa della gestione dell’azione educativa. Pertanto riflettere in modo
organico critico irrazionale sull’insieme dei processi della crescita istruzione
deformazione dei soggetti.
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CAPITOLO 2 EDUCARE OGGI :
PROBLEMATICHE APERTE
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SECONDA PROBLEMATICA LE SCELTE DELL’EDUCATORE LO SCIVOLO E L’ATTRITO
Vi sono alcuni che si sentono arrivati alla fine della storia ed altri che sono convinti
che l’avvenire l’avventura dell’uomo si è appena inizi
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. Nel primo caso È impossibile educare: si lascerebbero alle nuove generazioni solo
briciole e rottami.
Nel secondo caso È possibile sperare E trasmettere speranza affinché non ci sia il
crollo di ideali.
In realtà educazione semplicemente non più di moda, l’ha mandare in crisi la critica
ai condizionamenti, La critica all’autoritarismo, La critica alla asimmetria della
relazione educativa cioè una presunta ed impossibile parità tra educatore E
educando.
Il lavoro di gruppo come risorsa con i colleghi favorisce la collaborazione tra esperti
di diversi settori ma anche tra professionisti di una stessa disciplina favorendo una
gestione integrata dei problemi. Anche sul piano personale lavorare in gruppo aiuta
a focalizzare il proprio ruolo E a maturare la specificità E le proprie prospettive
evitando rischi di isolamento.
Nei servizi educativi il lavoro di rete È sempre più una Mission condivisa ti anime il
lavoro tra professionisti afferenti alle diverse discipline ho accomunati dal
medesimo profilo. Il KNOWLEDGE MANAGEMENT è una risorsa conoscitiva chi
sostiene la strutturazione di learning organizations ossia gli ambienti di
apprendimento ispirati alla condivisione E allo scambio di conoscenza informazioni
sapevi competenze questo apprendimento condiviso promuove una cultura di
apprendimento continuo E di condivisione Belle della conoscenza. Nella realtà
scolastica ci sono numerose relazioni professionali: interpersonale tra colleghi con
genitori con alunni; Inter gruppale tra diversi soggetti dell’istituzione scolastica
consigli di istituto consigli di classe commissione; Inter istituzionali con scuole del
territorio. Anche le normative più recenti introducono il valore strategico della
collegialità che implica una condivisione delle responsabilità E delle competenze.
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Quando si affronta la sfida dell’educare insieme, l’alleanza tra educatori-
insegnanti- formatori ma anche tra professionisti in genere È strategica, Un’alleanza
non formale ma basata Sulla fattiva collaborazione sul confronto sulla
contaminazione Devi sapere e delle competenze.
Un esempio emblematico dell’alleanza educativa il lavoro di equipe ossia una
strategia di lavoro che vede integrazioni di professionisti che si pongono obiettivi
comuni operando in gruppo, Ciao stimola il rende più efficace il raggiungimento di
obiettivi E si evitano I rischi di isolamento E situazioni diBURNOUT. Infatti il lavoro
educativo presenta un’elevata esposizione del professionista hai eccessive forme di
responsabilità edil presa in carico che possono creare insicurezza fragilità sconforto
rispetto alle quali il gruppo si pone come contesto produttivo.
La sindrome di BURNOUT si manifesta quando si sottopongono gli operatori al forte
carico di responsabilità a trovare risposte repentine a problematiche complesse
creando la sensazione di sentirsi consumati, bruciati. Poter condividere la
responsabilità E tipo di risposte sprigiona nuove risorse energia evitando disagi.
Le informazioni che ciascun membro del gruppo possiede le Sue conoscenze
competenze possono rendere più efficace l’operato dei singoli del gruppo stesso,
per questo è interessante riflettere sul fatto chel’equipe è tanto un esito quanto
processo cioè si impara a fare equipe facendo equipe. Il gruppo cresce equilibrando
efficienza e relazionalità. Il gruppo È un’entità dinamica generativa E produce uno
sguardo olistico Sulla realtà E strategie di problem solving più sofisticate efficaci.
Criterio fondamentale criterio fondamentale per il buon funzionamento del gruppo
È l’efficacia ossia la realizzazione B interventi effettivi pertinenti significativi. Ogni
gruppo È convocato per un compito E in riferimento a ciò viene valutato.
In un contesto profondamente relazionale come un lavoro collegiale si lavora anche
Sulla propria identità sull’immagine di sé chi si offre chi si riceve dagli altri, tutti
imparano ad autorivelarsi attraverso pratiche riflessive E auto riflessive lo stare in
gruppo lavorare con gli altri.. L’attenzione alla diversità È una condizione
fondamentale per rendere il gruppo un contesto relazionale capace di rispondere ai
bisogni formativi delle persone.
Apro proposito del lavoro di città È interessante ciò che dicE MOYNE .” l’ascolto di
un insegnante da parte di un insegnante. Questo paradosso l’homo sapiens a chi si
chiama homo docenS al tempo stesso homo surdus. Un essere sordo di fronte ai
propri simili.”
Il processo del TEAM BUILDING parte dalla consapevolezza che non mancano
tensioni e divergenze tra colleghi ma bisogna affrontare un’esperienza paziente e
laboriosa. Il gruppo È un luogo fertile per l’azione formativa. È fondamentale
confrontarsi scambiare conoscenze per generare un apprendimento condiviso.
Bisogna essere complementari E non competitivi nel gruppo.
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I pilastri per costruire un gruppo di lavoro che èquello di una cultura il lavoro
orientata al dialogo sono quattro:
La fiducia: negli altri nel gruppo per creare uno spirito accogliente E nonna
atteggiamenti valutativi, una condivisione del sapere che favorisce una pentita
integrazione del lavoro, così il gruppo È un luogo di formazione, Di trasformazione e
di innovazione.
L’apertura cambiamento--- utilizzare il confronto come occasione di cambiamento
La responsabilità------ considerata come motore della collaborazione, lavorare
insieme promuovere il senso di responsabilità fondamentale per un lavoro di città
infatti il gruppo via che dialoga E partecipativo chiedere a ciascuno di fare la propria
parte.
La riflessività------- praticare la riflessività Mette in condizione il gruppo di analizzare
criticamente il proprio operato di agire insieme di crescere meglio, Consente di
prevenire il rischio di schiacciare il senso di stare insieme per il conseguimento di
una performance..
Bisogna coltivare una cultura dello scambio E della condivisione per una crescita dei
saperi E delle professioni.
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di un genitore di costruire un’interazione col bambino E con l’altro genitore cioè
un’alleanza familiare.
La famiglia È portatrice di un sapere implicito che origina dalla agire quotidiano, la
scuola È ambiente di diffusione di un sapere esplicito. Pertanto promuovere la
comunicazione sinergica tra scuole famiglia significa creare nuovi equilibri che
possono lavorare in modo efficace. Importante È l’affidabilità del servizio scolastico,
l’alleanza tra scuole famiglia può devo partire dal piano delle relazioni tra genitori e
docenti sia insegnanti e genitori sono accomunati done esercizio di una funzione
genitoriale da intendersi come l’insieme di attività e comportamenti volti a
sostenere l’autonomia dei bambini a Funzionare con successo nella società di
appartenenza.
Importante il concetto di sussidiarità introdotto Leone 13º chi si pone come un
bere proprio principio pedagogico che mette in luce l’importanza delle relazioni
sociali. Al concetto di sussidiarietà deriva quello di corresponsabilità, Il patto di
corresponsabilità a seguito tre tappe fondamentali la legge delega del 1973, Il
decreto delegato del 1974 kia introdotto la cooperazione tra scuole famiglia È la
legge 59 1997 leggi Bassanini fino ad arrivare alla legge 107 della buona scuola.
Una relazione educativa specifica E quella tra insegnante alunno una corretta
comunicazione È il veicolo privilegiato dell’apprendimento che si sviluppa intorno
alle quattro aree della comunicazione:
Senso-motoria
Cognitiva
Emotivo- affettiva
Socio- relazionale
Un un fattore che condiziona l’apprendimento È la motivazione, L’interesse
l’aspettativa l’attenzione la memoria la capacità la competenza la creatività la
gratificazione eccetera.
Il docente Deve tener conto della specificità via ogni alunno a cui si rivolge, Chi è il
vero protagonista delle sistema insegnamento- apprendimento. Deve guidare lo
studente a un apprendimento autonomo, inoltre Deve essere in grado di attivare
diversi canali di comunicazione in modo da coinvolgere tutti gli alunni E stimolarne
la partecipazione. La metodologia didattica dire comunicare attraverso dire
differenti media. Occorre che l’insegnante sappia variare a seconda della situazione
gli stili scegliendoli di volta in volta:
Attivi ,Simbolici, iconici, analogici e tecnologici.
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CAPITOLO 8 COMPETENZA EMOTIVA
La storia del pensiero occidentale assegnato la bipartizione tra sapere sentire cioè
anime corpo spirito materia per cui sapere sentire sono contrapposti.
A metà del seicento Cartesio ha parlato d’identità tra essere pensare cogito ergo
sum E Pascal che rivalutare il valore del sentire.
Con il contributo delle neuroscienze si è dimostrato in modo sempre più
convincente ok processi logici e quelli emozionali interagiscono continuamente E
sono inseparabili.
La pedagogia ha sottolineato l’importanza delle dimensioni emotive nell’educativo
mi ha sviluppato una riflessione sull’educazione dei sentimenti. Con Bruner E rogers
si è arrivati alla convenzione che il processo educativo comporta un certo
coinvolgimento emozionale per Quale l’educatore Devi avere consapevolezza per
orientarlo in modo costruttivo per questo Devi maturare una competenza effettiva E
un’attitudine empatica.
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MAX SCHELER ha individuato 4 gradi° del sentire
I sentimenti sensoriali
I sentimenti vitali O UMORI
I sentimenti psichici
I sentimenti spirituali
A questi si possono aggiungere le passioni.
Galimberti parla di analfabetismo emotivo come una delle cause prevalenti del
disagio degli adolescenti in mancanza di un’educazione emozionale fanno fatica a
riconoscere I propri sentimenti E talvolta ne vengono sopraffatti.
Per gestire in modo consapevole la vita emotiva vi sono 4GRADI° del sentire
Come mi sento ?
Come posso esprimere ciò che sento?
Che cosa significa questo sentimento?
Che cosa posso fare riguardo?
Chi sarà in grado invia gestire le proprie emozioni sarà in grado di educare gli altri a
gestire le proprie con più consapevolezza.
Lavoro educativo si deve creare custodire spazi e tempi dedicati all’ascolto la
condivisione delle emozioni attraverso strumenti della narrazione della scrittura o
tecniche di caratteri animati come gioco arti plastiche E figurative musica Teatro che
favoriscono l’espressività e la partecipazione. È importante riabilitare l’esercizio
della sensibilità come risorsa nella relazione educativa
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Il primo vede l’insegnante protagonista assoluto---- a cui corrisponde uno stile
d’insegnante tradizionale- formale in cui il docente è al centro del processo e
gli studenti devono sottostare alle sue scelte.
Il secondo vide l’ insegnante coadiuvato dalla classe------ che corrisponde ad
una didattica più attiva in cui il docente mette al centro del suo lavoro gli
studenti che guida verso soluzioni che ritiene migliori per loro.
Il terzo vede gli allievi coadiuvati dall’insegnante------- lo stile è pienamente
attivo in cui lo studente è al centro del processo ,l’insegnante ha un ruolo di
supporto nelle sia nella fase decisionale che in quella pratica.
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Il gruppo classe È un gruppo che ha come scopo l’apprendimento di abilità
cognitive, sociali, affettive, emotive che può raggiungere solo se tutti lavorano
di concerto.
L’insegnante ha il compito di creare un clima di lavoro che valorizzi tutti e che
faccia sentire a tutti che il gruppo funziona solo se tutti possono contribuire alla
costruzione delle conoscenze.
Prima di formarsi come gruppo, il gruppo di classe passa attraverso tre fasi.
La prima è quella in cui gli studenti iniziano a conoscersi ma dipendono
ancora dall’insegnante
La seconda è quella in cui studenti cercano di trovare una loro
collocazione nel gruppo, si stabiliscono ruoli in cui emergono leader e
posizioni, gli studenti prendono le distanze dall’insegnante.
La terza fase vede gli studenti interagire tra loro e formarsi come vero
gruppo coeso.
Il gruppo classe attraverso le attività quotidiane sviluppa via via una “cultura
dei coetani” che diventa il vero collante sociale del gruppo stesso, continuo scambio
fra pari che imparano. Tocca poi all’insegnante saper leggere dinamiche del gruppo
classe.
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