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Cosa rimane del glorioso arcipelago delle

Isole dei Principi, antico avamposto regale


alle porte di Istanbul.

ADALAR l e i sol e d ei p r in c ip i tu rc h i Due ragazzini giocano in un campetto da calcio dell’isola di Kınalıada, tra
erba troppo alta e case di edilizia popolare. A partire dagli anni Sessanta le
isole hanno cominciato a subire un drastico calo di popolazione, dovuto al
trasferimento della classe elevata verso i quartieri ricchi di Istanbul.

Da quel momento molti luoghi sono lasciati a loro stessi e si trovano oggi in
uno stato di semi abbandono.
Alcune barche in rimessa nel porto dell’isola di Heybeliada.
Da aprile a ottobre le isole si riempiono di turisti provenienti dalle periferie di
Istanbul, in ricerca di un momento di svago o di refrigerio dalla calura della
città in continuo movimento.

In quel periodo fa ritorno sull’isola anche chi per tutto l’inverno vive in città, ma
spesso le piccole barche utilizzate per spostarsi da un’isola all’altra vengono
lasciate in ormeggio nei porti dell’arcipelago anche nei mesi freddi, coperte
da grandi teloni colorati in plastica.
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TESTO E FOTOGRAFIE ISOLE DEI PRINCIPI, TURCHIA
MAG PHOTOS MATTIA GAIDO MAGGIO 2016

S
ulla zona del porto di Eminönü, dove si affollano pescatori della domenica
e gruppi di turisti intenti a scattare fotografie dello skyline del quartiere di
Galata, un annunciatore promuove il tour del Bosforo in crociera, rimanendo
seduto sulla ringhiera di prua della sua nave, pronta a salpare non appena
sarà carica di turisti. La sua voce esce gracchiante da una vecchia radio con un alto-
parlante semi guasto, appesa in alto ad un palo del porto vicino al punto di attracco. In-
tanto, le prime barche di pescatori giungono al porto di Galata per scaricare al mercato
ittico il pescato fresco del giorno, e il sole comincia a scaldare il cemento della banchi-
na, su cui entro pochi minuti si accalcheranno decine di persone pronte a montare sul
traghetto in partenza per le isole vicine.

Tra queste ci sono anche io, oggi la mia destinazione è l’arcipelago delle Isole dei
Principi, conosciuto in turco come Prens Adaları. Si tratta di un piccolo arcipelago di
nove isole, situato di fronte alla costa asiatica di Istanbul, a circa tre chilometri di di-
stanza dalla terraferma.

Le isole sono raggiungibili solamente attraverso i traghetti di linea in partenza dai


porti europei e asiatici di Istanbul, che fanno la spola tra le quattro isole principali, per
poi ritornare in città con sei corse completate nell’arco di una giornata festiva, e solo
due in quelle lavorative.

Gabbiani volano affianco al traghetto in attesa di qualche pezzo di cibo lanciato dai turisti. Dirigendosi verso le Isole dei
Principi con il traghetto in partenza dal molo di Kadıköy, si apprezza per una buona mezz’ora una vista dello skyline
dei nuovi quartieri residenziali della parte asiatica di Istanbul, espressione diretta dell’espansione demografica della
periferia della città. “Le isole sono
conosciute e abitate

È sin dai tempi antichi,


tanto da avere un
una calda domenica di maggio
nome turco e uno
e la città di Istanbul continua la sua routine che sembra non fermarsi mai. I negozi in
greco, simbolo della
periferia sono chiusi per il riposo settimanale, ma quelli più vicini alle zone turistiche dominazione subita nei
del centro di Sultanahmet sono presi nella frenesia dei primi week end caldi e soleg- secoli passati.”

giati, che preannunciano una nuova stagione turistica. Nella zona antica della città Un scooter elettrico percorre la strada principale dell’isola di Kınalıada,
antica isola di Proti, la più vicina alla città di Istanbul.
solo il Gran Bazaar del vecchio distretto di Fatih rimane chiuso la domenica, mante- Su tutte le isole dell’arcipelago dei Principi è vietata la circolazione di
veicoli a motore di qualsiasi tipo, ad eccezione dei veicoli di emergenza.
Ogni famiglia possiede quindi uno o più scooter elettrici, che utilizzano
nendo l’antica tradizione già in uso dai mercanti di spezie e tappeti da più di dieci secoli. per attraversare l’isola più velocemente.

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Le isole sono conosciute e abi- altri a perdita d’occhio il calmo fine con la Siria, è una tradizione
tate sin dai tempi antichi, tanto da mar di Marmara che, dolcemen- dei giorni di festa in Turchia, che
avere ciascuna un nome turco, in te, mi contorna con le sua acque per la sua varietà di alimenti e
quanto facenti ufficialmente par- di un blu intenso scontrando- per le loro quantità funge anche
te della municipalità di Istanbul, si verso le coste sabbiose della da pranzo. È inoltre tradizione
ma anche un secondo nome gre- piccola isola. Qui regna il silen- consumarla con calma e legge-
co, strascico della dominazione zio in tutte le strade, percorse rezza, assaporando fino in fondo
subita nei secoli passati: le isole solamente da alcuni ragazzini i prodotti simbolo della cucina
fecero prima parte del dominio alla ricerca di qualche amico mediterranea turca, meglio an-
coloniale della Grecia tra il VII e il con cui passare la giornata che cora se accompagnati da un thè
VI secolo a. C., per poi essere an- ha davanti, o da qualche anzia- preso in un locale in riva al mare
nesse all’interno della provincia na signora turca che innaffia le delle Isole dei Principi. Mentre
romana della Bitinia dal 63 a.C. buganvillee del suo giardino cu- siamo qui, io e Enrique riflettia-
fino all’epoca Bizantina, e infine rato. Su questa isola e su tutte le mo sugli avvenimenti recenti che
passare nelle mani della dinastia altre dell’arcipelago è vietata la stanno colpendo la Turchia, e su
dei Selgiuchidi nel 1071. Con la circolazione con veicoli a moto- come qui si abbia l’impressione
caduta dell’Impero Romano d’O- re e a gas, tranne per i mezzi di di trovarsi su una sperduta iso-
riente del 1453 le isole divennero emergenza. Tutti i cittadini sono la della costiera Amalfitana o su
definitivamente parte della cit- provvisti di semplici motorette una delle numerose isole greche
tà di Istanbul, per rimanere tali elettriche a due o tre posti, che nel mezzo del mar Egeo. La cal-
fino ad oggi. Le nove isole, con passano per le strade silenzio- ma e la tranquillità accompa-
il nome greco qui scritto tra pa- se, per iniziare ad arrancare non gnano il nostro pasto e la nostra
rentesi, sono Kınalıada (Proti), appena si inerpicano lungo una riflessione. Il proprietario del lo-
Burgazada (Andigoni), Heybe- delle tante strade in salita che cale dove stiamo mangiando si
liada (Hanki), Büyükada (Prinki- conducono alle alture dell’isola. chiama Adem. Vive sull’isola da
pos), Sedefada (Andhirovithos), Sono sull’isola per incontrare un aprile a settembre, e torna in cit-
Yassıada (Plati), Sivriada (Oksia), amico spagnolo che mi ha dato tà solo per piccole commissioni
Ka�ıkada (Pita) e Tav�anada appuntamento qui, approfittando e per i rifornimenti di merce più
Il molo di attracco (Neandros). Di queste solo le della giornata soleggiata per tra- importanti. «Ho aperto questo lo-
dell’isola di
Büyükada riporta prime quattro, con una superfi- scorrere un po’ di tempo lontano cale nel 1998. Prima lavoravo in
alla memoria uno
stile architettonico
cie complessiva di circa 11 km2, dalla confusione cittadina. Trovo un bazaar della Istanbul storica
di inizio Novecento, sono abitate. Enrique in un caffè del lungoma- insieme a mio moglie, ma dopo
epoca in cui le
isole vissero il loro re, e approfittiamo per ordinare che lei è mancata io e i miei tre
massimo splendore.
Scendendo dal traGHetto al un kahvaltı, tipico piatto di cola- figli abbiamo deciso di dedicarci
Nonostante questo
sia il terminal terminal del piccolo porto dell’i- zione turca a base di formaggi, a qualcosa di più tranquillo, così
di arrivo delle
centinaia di turisti sola di Kınalıada scorgo in lonta- olive, pomodori, cetrioli, uova, ci siamo lanciati nel ramo della
che ogni weekend
visitano l’isola più nanza i grattacieli della città mo- marmellate, miele e fette di ristorazione di famiglia» spiega
naturalisticamente
attraente, la derna che mi sono lasciato alle pane. Il kahvaltı, originario della Adem. Gli domando cosa faccia-
conservazione della
struttura attende
spalle da un lato, e da tutti gli città di Gaziantep, vicina al con- no durante l’inverno «finché c’è
ancora di diventare
una priorità.
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Un ragazzino passeggia
sul molo di Kınalıada
durante una mattina di fine
primavera.

Molte famiglie passano il


weekend sulle Isole dei
Principi, ma non per tutti
i ragazzi questo tempo é
sufficiente per stringere
dei legami di amicizia
forti. Spesso si ritrovano
a girovagare soli per le
strade vedendo l’isola
come una prigione del fine
settimana più che come
un’occasione di svago dal
caos cittadino.

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gente rimaniamo qua sulle iso- ni dell’entroterra con le spiagge sciuta come Prinkipos, trovarono
le, poi intorno alla metà di set- della costa. Passeggiando lungo esilio molti degli imperatori di
tembre io e i miei figli torniamo le strade osserviamo la varietà epoca alto medievale. Qui venne
a Istanbul. Viviamo nel quartiere delle costruzioni che ornano i imprigionata l’imperatrice Irene,
di Galata, e mandiamo avanti un bordi delle strette vie, mostrando e in seguito altri imperatori de-
piccolo caffè artistico alla fran- un gusto che unisce lo stile della posti dai loro rivali e successori.
cese. Poi verso metà marzo io e casa in legno tipica del Bosforo Anche in epoca ottomana la tra-
il mio figlio più grande veniamo con dei singolari stili decorativi dizione venne mantenuta, e su
qui sull’isola per riaprire questo delle pareti esteriori, che vanno questa isola continuarono ad es-
caffè. Gli altri due figli negli ulti- da una decorazione multicolore sere confinati i membri scomodi
mi anni hanno scelto di rimanere a strisce fino ad un rivestimen- della famiglia reale e delle altre
in città anche durante l’estate, to completo di conchiglie e sas- famiglie illustri della società ot-
per mandare avanti il Caffé e si rotondi perfettamente levigati tomana, contribuendo in questo
per terminare gli studi.» rispon- dalle correnti marine. In certe modo alla formazione del nome
de lui. Io continuo chiedendo «è strade di Kınalıada si respira un dell’arcipelago, con cui ancora
difficile continuare a mantenere oggi esso è conosciuto. Il mo-
due attività? Cosa vi dà l’isola per tivo della scelta di queste isole
tornarci ogni anno?» e Adem «è Personalmente trovo come luogo di confino risiedeva
complicato, bisogna far quadra- nell’isola una bellezza che probabilmente nel fatto che si
re tutti gli ordini e le varie sca- in città non trovo, quella trattava di un territorio isolato, Questa casa costruita nel 1904 sull’isola di Büyükada, la più ricca delle isole, è un esempio perfetto della contaminazione architettonica
denze con i fornitori, ma non è leggerezza di assaporare raggiungibile solo attraverso la sviluppatasi all’inizio del XX secolo: lo stile viennese si mischia con rimandi classicheggianti, facendo di queste dimore luoghi perfetti per
il ristoro della borghesia del passato. Molte di queste case sono oggi trasformate in piccoli alberghi o AirBnb di lusso.
troppo difficile. Personalmente ogni singolo giorno. navigazione, ma pur sempre vi-
trovo nell’isola una bellezza che cino al centro dell’impero e de- tà l’arcipelago che in passato era oclassico austriaco o che, imi- giorno solcavano le acque del
in città non trovo, quella legge- cisamente adeguato alle esigen- luogo di reclusione e isolamen- tando l’architettura vittoriana e Bosforo.
rezza di assaporare ogni singo- atmosfera tipica di una borghe- ze dei principi ottomani che, nel to. Ciò offriva alle classi più ele- unendola alla diffusa passione In quel tempo, oltre alle bor-
lo giorno, e soprattutto di vivere sia neoclassica di inizio secolo, e caso in cui ad essi non venissero vate la possibilità di trascorrere dell’esotismo marocchino - ara- ghesie elevate, le isole erano
in un ambiente più tranquillo in altri una sensazione molto di- riconosciute colpe gravi e quin- i mesi estivi lontani dalla calura beggiante, producevano singola- abitate anche da una radicata
e molto meno caotico, rispetto versa di libertà e spensieratezza, di giustiziati, erano sottoposti ad e dalla congestione di una città ri esempi di contaminazioni occi- popolazione a maggioranza gre-
al centro di Galata.» Paghiamo che a tratti fa sembrare di essere un allontanamento dalla sede che, ormai, si stava convertendo dentali e ottomane. Ancora oggi, ca e ortodossa. Essi vivevano la
Adem e lo salutiamo ringrazian- capitati in un villaggio di qualche del governo, ma non ad una tota- all’industrialismo. In pochi anni molte di queste abitazioni sono loro vita seguendo i dettami reli-
dolo per l’ottimo kahvaltı. Dopo- vecchia comunità hippie. le confinazione al di fuori del ter- le isole diventarono luogo di vil- presenti sull’isola, sopravvissu- giosi, e molti insegnavano la pre-
diché ci dirigiamo verso la strada ritorio di proprietà del sovrano. leggiatura per le classi più ab- te in quanto non sottoposte alle ghiera e la scienza nelle scuole e
principale dell’isola. Su questa, Fin dall’epoca bizantina le Successivamente, sul fini- bienti, e queste davano sfoggio disgrazie patite dalle loro gemel- nei monasteri diffusi sulle isole.
come anche su tutte le altre iso- isole erano luogo di pace e me- re del XIX secolo cominciarono delle loro capacità e della loro in- le situate lungo lo stretto della Man mano che la popolazione
le dell’arcipelago è presente una ditazione, e ancora oggi riman- a diffondersi nella splendente fluenza sociale commissionando zona europea di Istanbul, che ricca di Istanbul cominciò a sta-
sola strada principale che gira gono tracce degli antichi mo- Costantinopoli i primi battelli a la costruzione di case e palazzi. molto spesso prendevano fuoco bilirsi definitivamente sulle isole,
come un anello intorno alla costa nasteri localizzati sulle alture vapore adatti ad una navigazio- Situate nei punti più panoramici in seguito ad atti di vandalismo o la presenza greca diventava una
dell’isola, con alcune piccole di- delle isole più grandi. Sull’isola ne veloce, permettendo alla bor- delle isole, spesso risultavano in a causa di perdite di carburante minoranza, diminuendo progres-
rettrici che uniscono le abitazio- di Büyükada, anticamene cono- ghesia di raggiungere con facili- splendide abitazioni in stile ne- delle navi commerciali che ogni sivamente in seguito ai numerosi

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trasferimenti nei quartieri ricchi ste sulle isole: interessante è l’e- età. Vivono sull’isola da quando que mastichiamo un po’ di lingua buona opportunità non penso di spiaggia di sassi, situata sotto la
di Istanbul. Sul finire degli anni sempio della comunità armena sono nati, e studiano all’Univer- locale. Gli domando come abbia dire di no solo per rimanere nella porzione più stretta della strada
Settanta la rimanente minoran- stabilita sull’isola di Kınalıada. sità di Istanbul. Il più alto tra i fatto a capire che conosciamo quiete dell’isola, ci si può sem- principale che gira intorno all’i-
za lasciò le isole per spostarsi a Ha come base il monastero gre- due, Burak, si presenta amiche- il turco, e lui risponde veloce- pre tornare nel week end.» dice sola. È una spiaggia coperta di
Sofia e Atene in seguito al con- co di Hiristos situato anch’esso, volmente e ci invita a sederci mente «i turisti si avvicinano Erol «concordo, ormai le buone piccoli sassi rotondi, levigati dal
flitto tra Cipro e Turchia, che come gli altri, sulla sommità insieme a loro. «Studio antropo- per chiedere informazioni, voi vi opportunità sono in città. Chi ri- mare, come quelli che poco pri-
portò ad una consistente pulizia dell’isola, ed è l’ultima voce di logia alla Marmara University di comportate quasi come dei loca- mane qui si deve accontentare di ma abbiamo visto come elemen-
etnica. Chi rimase furono i tur- quel multiculturalismo favorito e Istanbul, ogni giorno è lunga fare li. E poi quando ci avete salutati il fare il pescatore, o il ristoratore. to decorativo delle murature dei
chi che potevano permettersi di apprezzato nella Turchia di epo- avanti e indietro dall’isola alla vostro accento nel dire Merhaba Ma non sono ambiti che fanno palazzi moderni dell’isola. Poco
vivere per lunghi periodi dell’an- ca ottomana. città, ma ne vale la pena. Non ce era molto credibile, si vede che per me» aggiunge Burak. più avanti vediamo una grande
no sulle isole, che ormai si erano la farei a vivere tutto il giorno nel lo dite spesso!» Domando loro famiglia intenta ad un pranzo
completamente trasformate in Sulla piazzetta di Kınalıada traffico del centro o nel grigiore se in futuro pensano di trasferir- L’ora di pranzo è già passata domenicale, seduta su un tavolo
luogo di villeggiatura per l’alta incontriamo due giovani ragazzi della periferia» spiega. «Istanbul si in città, nel caso in cui doves- da un po’. Dopo aver esplora- piazzato proprio sulla spiaggia.
società delle vicine città turche. intenti a fumare lo shisha, anche çok kalabalık!» (Istanbul è molto sero trovare l’amore, o il lavoro. to la parte più bassa dell’isola Consumano il pasto in manie-
Ad oggi, solo alcune piccole conosciuto come narghilè nei pa- incasinata) aggiunge Erol in tur- Rimangono pensierosi per un di Kınalıada e osservato le case ra rilassata, godendosi le prime
comunità ortodosse sono rima- esi arabi. Avranno circa la nostra co, che ha capito che io e Enri- momento, poi rispondono chia- antiche di inizio secolo, io e En- domeniche di sole tra una chiac-
ramente «Dipende. Sicuramen- rique continuiamo la nostra chiera e un piatto di mantı, i tipici
Una famiglia consuma un pranzo sulla spiaggia di sassi dell’isola di Heybeliada. Alle loro spalle le rovine di un vecchio molo di cemento.
Le Isole dei Principi sono ufficialmente parte della municipalità centrale della città di Istanbul, ma spesso gli interventi di sistemazione e
te se si dovesse presentare una passeggiata dirigendoci verso la ravioli turchi conditi con yogurt,
conservazione qui tardano ad arrivare, contribuendo a far crescere la condizione di periferia di alcune delle isole.

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Un momento di festa
comunitaria sull’isola
di Kınalıada. Capita
spesso che le famiglie
in villeggiatura del fine
settimana si riuniscano
per cucinare insieme
e condividere il pranzo
domenicale sulle rive del
mar di Marmara.

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loro se gli piacereb- stanza ripida, costellata di alcune buche e stretta
be trasferirsi defini- e sterrata nell’ultimo tratto. Mi chiedo come fac-
tivamente sulle isole ciano le debole motorette elettriche a raggiungere
«sarebbe bello ma questa zona alta dell’isola pensando che arranca-
credo che alla lunga no già solo sulle deboli salite vicine alla spiaggia.
diventerebbe noioso, Trovo la risposta poco dopo, quando la vista si apre
tutti i nostri amici e i sul meraviglioso paesaggio costiero che si può os-
parenti sono in città» servare dalla cima. In questa zona, che costituisce
dice Mehmet «questo un piccolissimo altopiano, si trovano solamente
per noi è solo un bel alcuni tralicci delle rete elettrica e le alte antenne
luogo di vacanza, ma delle emittenti radiofoniche. Qui e là incontriamo
se ci dovessi rima- alcune baracche in legno, utilizzate come ricovero
nere per più di una attrezzi per i piccoli uliveti che si nascondono in
settimana di segui- mezzo ai pini bassi, che governano la vegetazione
to… credo potrei im- mediterranea della sommità dell’isola. Cammi-
pazzire» spiega Leyla nando incrociamo anche alcuni turisti che osser-
mentre scorre la vano lo spettacolo della giornata che giunge alla
bacheca di un social fine, e intanto si chiedono se in estate le strette
dal suo smartphone spiagge dell’isola siano coperte di lettini a sdraio e
«A me piacerebbe ombrelloni, o di teli per il pic-nic.
molto» dice Deniz, la Ci fermiamo vicino a un pino per scattare qual-
nonna della famiglia che foto al paesaggio. Mentre osserviamo il pa-
«amo molto il mare e norama, scorgiamo in lontananza le altre isole
ora che io e mio ma- dell’arcipelago dei Principi, ognuna con la sua
rito siamo andati in storia e il suo speciale significato nella storia di
Il proprietario di un “büfe” caratteristico negozietto di dolciumi, bibite e oggettistica, sistema la merce con la luce del tramonto. pensione potremmo pensarci, chissà. Dopotutto il questa città ricca di vissuto umano. Vediamo pas-
Molte delle persone che sono rimaste a vivere sulle isole gestiscono piccole attività locali, che sono sostenute in gran parte
dal frequente passaggio di turisti e visitatori. mio nome in turco significa proprio “mare”.» sare i traghetti che collegano le varie isole e che
Dopo una lunga partita a tavla, il corrispondente lentamente, scivolando dolci sulle onde, si avvia-
olio piccante e menta. L’ospitalità violi sembrano avere un aspetto di Istanbul. Lui e la sua famiglia
turco del gioco del backgammon, insieme a Leyla no verso il profilo lontano della parte europea di
turca si fa sentire anche su que- tra i più invitanti fra quelli pro- hanno una piccola casa su que-
e il fratello Destan, io e Enrique salutiamo abbrac- Istanbul. Lo skyline risalta sulle acque azzurre del
ste isole, e ben presto Mehmet, vati finora. L’aspettativa si rivela sta isola che dalla primavera in
ciando la famiglia Behramyan, con il loro cognome Bosforo come una silhouette scura di un teatrino
il figlio più grande, si avvicina a fondata e, intanto che gustia- poi cercano di sfruttare lascian-
di origine persiana. Ci scambiamo i contatti au- delle ombre, illuminata in controluce dal sole di un
noi, che intanto siamo intenti ad mo il piatto di mantı, Mehmet ci dosi alle spalle le vie trafficate
gurandoci di poterci rincontrare ancora in città, e tramonto che preannuncia il sapore dell’estate che
osservare la città a pochi chilo- presenta i componenti della fa- del quartiere di Harbiye, situato
poi ci dirigiamo verso la strada che porta verso la sta ormai per arrivare.
metri di distanza, per chiederci miglia: la madre Nour, il padre nella periferia ricca di Istanbul.
sommità della collina dell’isola di Kınalıada, pas-
se vogliamo provare le pietanze Orhan, i fratelli Destan e Leyla, «Veniamo qui per trovare un po’ « ... potremmo pensarci,
sando vicino al vecchio deposito delle barche.
tipiche. Accettiamo volentieri, la lo zio e i nonni. Mehmet è un ra- di pace, e per respirare dell’aria chissà. Dopotutto il mio
colazione turca di qualche ora gazzo alto e atletico, ben vestito buona. A Istanbul anche le aree nome in turco sigfnifica
Arriviamo in cima dopo un’ora di cammino. La
prima comincia a non pesare e dai modi pacati. Ci racconta di verdi stanno diventando inqui- proprio “mare”. »
strada lungo cui abbiamo camminato era abba-
più sullo stomaco, inoltre i ra- studiare ingegneria all’università nate» spiega Orhan. Domando

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Una ragazzina si allena
in un parco dell’isola di
Büyükada durante un
pomeriggio soleggiato.

Il contrasto tra zone


turistiche e zone popolari,
già molto presente nella
penisola storica di Istanbul,
è su queste isole ancora
più forte, anche se più
circoscritto.

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Un gruppo di ragazze osserva il passaggio delle navi
dalla sommità dell’isola di Kınalıada. I numerosi punti
panoramici delle Isole dei Principi offrono spesso una
vista a 360° e permettono di osservare la città di Istanbul e
il mare aperto allo stesso tempo. Probabilmente la stessa
vista che potevano apprezzare i principi imperiali esiliati,
come unica consolazione della loro prigionia di lusso.

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FOTOGALLERY SELEZIONATA
MAG PHOTOS MATTIA GAIDO
ISTANBUL, MAGGIO 2016

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ADALAR
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