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La posizione di Mountain Wilderness Italia sull’eolico

Mountain Wilderness Italia è consapevole della necessità di fronteggiare i cambiamenti


climatici in atto ed in particolare della necessità di limitare l’immissione di gas serra
nell’atmosfera terrestre, ritenendola una delle priorità fondamentali per la difesa globale
della natura e della vita sul nostro pianeta.

Mountain Wilderness Italia è altresì consapevole che l’eolico, il solare, l’idrogeno e le altre
fonti di energia “pulita” ancora in fase di sperimentazione rappresentino senza dubbio un
passaggio importante nella direzione di un futuro energetico sostenibile.
Tuttavia, va ricordato che un simile cambiamento non è in alcun modo ipotizzabile senza
la realizzazione preventiva di un concreto piano di riduzione e razionalizzazione degli
sprechi e dei consumi, che interessi enti pubblici, aziende private e singoli cittadini.

Consapevoli quindi dell’urgenza e della gravità del problema, riteniamo rimanga, in ogni
caso, nostro dovere valutare con la massima cura anche gli effetti negativi che ciascuno
dei suddetti metodi possa avere sull’ambiente. Solo così, infatti, sarà possibile realizzare
un serio piano energetico nazionale e regionale, (attualmente inesistente) in grado di
individuare la fonte energetica più idonea alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche
dei siti in esame e viceversa.

La mancanza di una politica energetica nazionale e regionale apre le porte a meccanismi


di speculazione imprenditoriale locale che poco hanno a che fare con una reale tutela
dell’ambiente, lasciando nelle mani delle singole amministrazioni la responsabilità di
valutare l’opportunità di un proprio estemporaneo contributo al fabbisogno nazionale.

Va osservato che l’eolico non è l’unica alternativa sostenibile alla produzione energetica
tradizionale. In Italia, ad esempio, le installazioni solari (175.000 mq di pannelli) sono
ampiamente sottodimensionate e ci pongono in condizione di grandissimo svantaggio
rispetto a nazioni europee che pur non godono delle nostre condizioni climatiche (1/7 di
quelle austriache, 1/11 di quelle tedesche).

In Italia, il ricorso all’energia eolica sarà in grado di produrre annualmente un


risparmio energetico inferiore all’incremento del consumo energetico stesso,
mediamente pari all’1,1%.

Diversi studi scientifici condotti in Spagna, negli Stati uniti ed in altre nazioni hanno
ampiamente dimostrato, ormai da diversi anni, come le centrali eoliche costituiscano a tutti
gli effetti una grave minaccia all’integrità di ecosistemi e paesaggi, comportando, in taluni
casi, gravissimi danni al paesaggio e pesanti effetti su popolazioni di uccelli ad alto valore
conservazionistico, con drastiche riduzioni di popolazione e compromissione degli habitat.

In territorio montano, la realizzazione di impianti eolici anche di piccola dimensione


(inferiore a 1 MegaWatt) porta con sé impatti ambientali (infrastrutturazione in quota
e di accesso, effetti sull’avifauna e sulla fauna in generale, forte antropizzazione
complessiva) e paesaggistici che non posso essere trascurati. In zone montuose la
scelta del tipo di turbina (tipo e numero di pale e potenza/dimensioni) o della
potenza complessiva della centrale (numero di turbine) può solo in minima parte
ridurre gli effetti complessivi di un grave degrado paesaggistico ed ambientale.
Alla luce di quanto esposto, Mountain Wilderness Italia ritiene del tutto incompatibile
la realizzazione di impianti eolici di piccole, medie o grandi dimensioni con gli
obiettivi di conservazione di tutte le aree protette del nostro paese, dove con il
termine “aree protette” si intendono tutte le aree protette incluse nella Lista Ufficiale
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e tutte le aree facenti parte
della Rete Natura 2000, ovvero i Siti di Interesse Comunitario (SIC - Direttiva
Comunitaria 92/43/CE) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS - Direttiva Comunitaria
79/409/CE).

MW Italia ritiene che la realizzazione di impianti eolici debba essere esclusa da zone
di migrazione di specie veleggiatrici (aquile, avvoltoi, rapaci, ecc.), tipicamente
valichi e dorsali montane e che debbano altresì essere escluse tutte le aree
interessate dalla presenza di specie considerate minacciate secondo i criteri IUCN
(Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) nella Lista Rossa Nazionale, e
delle specie inserite nell'art. 2 della L.N. 157/92, comma b.

Mountain Wilderness Italia ritiene sostanzialmente non accettabile la realizzazione


di impianti eolici di piccole, medie o grandi dimensioni in aree montane di pregio
paesaggistico o interesse naturalistico pur non comprese nelle categorie
precedentemente elencate; che la realizzazione di impianti eolici debba essere
esclusa da tutte le zone sottoposte a tutela paesaggistica con individuazioni
specifiche, ai sensi degli articoli 139 e 140 del D.Lgs.490/1999 costituente il T.U. dei
Beni CC.AA e da tutte le altre aree sottoposte a vincolo paesaggistico. La cura e la
protezione del paesaggio in zone montane è una componente irrinunciabile e di
valore socio-economico-culturale certamente paragonabile a quello naturalistico.

Per tutte le altre aree, Mountain Wilderness Italia ritiene che la realizzazione degli impianti
eolici dovrà comunque sempre essere subordinata sia ad una Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA), che ad una Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ed essere
preceduta da un’indagine conoscitiva approfondita dei popolamenti animali presenti in loco
e nelle vicinanze.

In conclusione, accertata la grave mancanza di attenzione nell’individuazione dei siti


più idonei a questo genere di centrali, in aggiunta alla pressoché totale assenza di
un piano energetico nazionale, Mountain Wilderness Italia concorda con la richiesta
già avanzata da altre associazioni ambientaliste, di una moratoria sulla costruzione
di nuovi impianti eolici finché non si sia giunti all’elaborazione dei piani sopra citati;
chiede altresì che all’elaborazione di detti piani vengano chiamate a collaborare
anche le associazioni portatrici di interessi comuni, in pieno accordo con i principi
di democrazia partecipata affermati nel Piano di Azione Agenda 21 delle Nazioni
Unite e sottoscritti da 180 governi e dall’Unione Europea.

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