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SINOSSI GRAMMATICALE

SINTETICA
DI EBRAICO
IN ALFABETO DI TIPO LATINO
IN
VERSIONE RIDOTTA

INTRODUZIONE
Potrebbe sembrare ridicolo parlare di EBRAICO IN ALFABETO DI TIPO LATINO per una
lingua che è stata tra le prime al mondo ad usare l'alfabeto e, tra l'altro, nei
testi più antichi, nella forma originaria che aveva l'alfabeto fenicio, da cui
il nostro alfabeto deriva, ma, quivi, coll'espressione "ALFABETO DI TIPO
LATINO", si intende semplicemente il riferirsi al tipo di alfabeto oggi più
diffuso è cioè a quello latino nell'attuale sua versione applicata all'inglese.
Precisato questo, per EBRAICO IN ALFABETO DI TIPO LATINO, non si vuole qui
intendere solamente una forma di trascrizione dell'ebraico in lettere latine,
ma, in un certo senso, un nuovo modo vero e proprio di codificare la lingua
ebraica, come si potrebbe fare se si codificasse una lingua mai scritta.
Qual è il vantaggio?
Direi che sia non da poco, in quanto ci si ritroverebbe di fronte ad una lingua
scritta, appunto, in alfabeto latino (che, come ho già detto, è poi, in
pratica, quello inglese, derivato dall'alfabeto latino) che è il modo entro cui
sono ormai codificate la maggior parte delle lingue più parlate del mondo.
Tuttavia, nel proprorre un sistema alfabetico, diciamo latino, anche per
l'ebraico, ho cerato di fare in modo che, dalla parola scritta in alfabeto
latino si possa facilmente passare alla parola scritta in caratteri alfabetici
tipicamente ebraici.
L'alfabeto da me proposto per l'ebraico poteva assumere anche una forma più
semplice, ma, questo alfabeto che io qui propongo, ha un'altra importante
proprietà e cioè quella di far parte di un'alfabeto più ampio in grado di
codificare, con caratteri dell'alfabeto latino, in pratica, le più importanti
lingue semitiche (nonché anche camitiche. come l'antico egizio) facilitando,
penso, non poco le comparazioni, anche se tuttavia, questo alfabeto adeguato
alle lingue semitiche che chiamo "ALFABETO PANSEMITCO(c)" non è direttamente un
alfabeto di tipo comparativo.
In origine, questo "ALFABETO PANSEMITICO(c)", comprendeva dei caratteri speciali
atti a trascrivere ogni lettere di suono semitico con una
sola lettera di tipo latino: in seguito, tuttavia, ho abbandonato questo
criterio e taluni suoni sono stati riprodotti con digrammi e trigrammi, in modo
da usare solo le lettere dell'alfabeto inglese.

Potrebbe rimanere, come unico carattere "speciale" l'accento tonico, ma per non
complicare la grafia, lo si può ritenere utile (ma non strettamente necessario)
solo in dizionari, anche se, volendo, si potrebbe segnalare per tutte quelle
parole che non presentano accento sull'ultima sillaba.
In ogni caso, volendo, l'uso dell' "ALFABETO PANSEMITCO(c)" con caratteri
speciali, ove lo si voglia, è pure possibile: sarebbe più chiaro per descrivere
la struttura delle parole semitiche, tuttavia la versione dell'ALFABETO
PANSEMITICO SENZA CARATTERI SPECIALI: è più comoda e pratica per la stampa.
Nel caso dell'EBRAICO, ma questo vale anche per la maggior parte delle lingue
semitiche, la presente versione dell'EBRAICO ALFABETICO risolve alche il
problema del fatto che molti testi ebraici, specie di uso corrente mancano di
vocalizzazione e quindi ne diventa più difficoltosa la lettura: non è quindi
impensabile che, se la versione ALFABETICO-LATINA dell'EBRAICO, risulterà di
utilità pratica possa esistere un'editoria che usi tale criteri più paritici per
la diffusione della lingua.
Esistono comunque anche altri vantaggio su cui ora non sto qui a insistere.
Mi scuso con il lettore del carattere un ripetivo di questa introduzione, che
spero tuttavia sia stata breve e chiara, per passare ora ad una visione
schematica e sintetica della grammatica ebraica, che dia comunque i principale
elementi al lettore per poter cominciare a leggere e capire l'ebraico.

Preciso infine che questa sinossi grammaticale si presenta in versione molto


ridotta e presenta solo le linee più essenziali della grammatica ebraica,
lasciando spiegazioni relative a fatti più complessi ai lessici morfologici che
vengano ad accompagnare i testi seguiti da traduzione.

***** F O N E T I C A *****

ALFABETO
Per ora consideriamo le
23 consonanti che in ebraico sarebbero
22 in quanto, in pratica, una lettera
(shiyn) scrive di fatto due consonanti (tramite l'apposizione distintiva di un
punto diacritico:

lettera nome pronuncia

ch chàolaeph deb. asp. aspra


b beyt b
g gìmael g sempre duro
d dàolaet d
h heich deb. asp.
w waow w ingl. (o "v")
z zàyin z dolce
kh kheyt forte asp.
tv tveyt t enfatico
y yowd y ingl.
k kaph k
l laomaed l
m meym m
n nuwn n
s saomaek s muto
gh ghàyin forte asp. aspra
p peich p
tz tzàodey z aspra
q qowph q
r reysh r
ts tsin tsh:"c" pal. asp.
sh shiyn sh ingl.
t taow t

NOTA: risalire a quella che poteva essere l'esatta pronuncia delle lettere, se
mai c'è stata una pronuncia unitaria non è cosa del tutto facile anche se studi
positivi e approfonditi sono stati fatti in proposito: ci si può attenere
all'attuale pronuncia quale è applicata nell'odierno stato di Israele: è
tuttavia possibile anche seguire le pronunce scolastiche europee: pertanto, in
Italia, si tende a pronunciare "waow" come "v", "tzàodey" come "tz" e si
distinguono poco tra loro le aspirate: diciamo che, in un primo momento, tali
"vizi" di pronincia italiani possono essere tollerati, in base al principio che,
della pronuncia, non si deve farne un "incubo".

"BEGAKEFAT"
Questa parola (un po' strana) è di uso tradizionale nella grammatica ebraica per
denotare la possibilità che le lettere

b, g, d, k, p, t
possano avere una doppia pronuncia dura o aspirata.
La pronuncia aspirata potrebbe essere connotata nel sistema alfabetico qui
adottato scrivendo:

bh, gh, dh, kh, ph, th,

notando tuttavia che

gh potrebbe essere confuso con "ghayin"


kh " " " " "kheyt"

Più giusta soluzione sarebbe allora di omettere, in scrittura, la segnalazione


della BEGADKEFAT, lasciandone l'intuizione alle elementari regole fonetiche che
ne regolano meccanicamente la pronuncia (in pratica è nel corpo di parola che
l'aspirazione della lettera si verifica): tuttavia, senza ingenerare alcuna
confusione, può valere la pena di segnalare, scrivendo, la BEGADKEFAT nei due
casi di
b e p,
scrivendo anche
bh e ph,
dove, rispettivamente,

bh si pronuncia v
e
ph si pronuncia f.

Negli altri quattro casi, si tralascia ogni distinzione nello scritto, tenendo
anche conto che nell'attuale pronuncia dell'ebraico moderno la "BEGADKEFAT" non
è molto distinta per

g, d e t;

lo è di più per k, ma rimane, nel complesso, in pratica, più vantaggioso non


segnalarlo e così, in questa grammatica sarà fatto.

Seguendo dunque questi criteri, non vi è alcun problema di ambiguità di


riconoscimento su quale lettere ebraica stia dietro la sua resa alfabetica.

In ogni caso, qualora si volesse segnalare, in un testo, la BEGADKEFAT al


completo, si può ricorrere al seguente criterio di trascrizione che evita ogni
ambiguità

b bh
g gv
d dh
k kv
p ph
t th,

dove si vede che per g e k, si è sostituito nel digramma la "v" alla "h", per
evitare confusione con ghayin e kheyt.

VOCALI
A rigore, le vocali nelle scrittura ebraica non sono segnate, tuttavia per la
BIBBIA e per opere letterarie, ove si voglia, esiste un ricco sistema di
"puntazione" che segnala le vocali che vanno lette vicino alle consonanti.
Esiste, nella pratica dell'ebraico mederno, anche l'uso di alcune consonati
adattate a segnalare vocali (criterio usato, molto limitatamente, anche
nell'antichità).
Tralasciando, cumunque quivi, la trattazione di questo argomento che sarebbe
piuttosto complicato, dico subito che, nel presente sistema alfabetico proposto
le vocali sono sempre segnalate (e questo può essere un degli indubbi vantaggi
di questo sistema alfabetico: non è di fatto fuori dal normale che uno studioso
abbastanza preparato che sappia di fatto leggere e facilmente tradurre i più
facili passi biblici, si trovi di fatto in difficoltà a leggere un moderno
quotidiano israeliano, dove a rigore la lingua dovrebbe essere più facile e
questo proprio per la mancanza di punti vocalici nei teati di uso corrente).

Secondo uno dei più usuali schemi usati dai grammatici potremo distinguere le
vocali in

LUNGHE, MEDIE, BREVI, SEMIVOCALI,

da cui il seguente specchietto che per individuare le vocali, per evitare


caratteri speciali o variamente accentati, fa largo uso di digrammi (anche se,
per la maggior parte di essi, non manca una certa logica nella scelta dei
componenti il digramma):

scritt. nome eb. pronuncia

LUNGHE
ao qaomeitz a osc. in o
ey tzeyrey e chiuso
iy khiyraeq magnum i
ow kholaem " o chiuso
uw shuwraeq u

MEDIE
ao qaomeitz a osc. in o
ei tzeyrey e chiuso
ii khiyreiq i
o(o) kholaem o chiuso

BREVI
a paotaokh a
ae segowl e aperto
i khiyraeq i
ao qaomeitz khaotvuwf o aperto
u qibbuwtz u

SEMIBREVI
e shewaoch e
ea kheatvaf paotaokh a
ee kheatvaf segowl e ap.
eo kheatvaf qaomeitz o ap.

- shewaoch quiescente

Potrebbe essere proposto anche un sistema più semplice, ma questo permentte, per
chi sia pratico, di risalire, senza equivoci, alla grafia di una parola scritta
in alfabeto ebraico.

Le lettere raddoppiate con punto verranno trascritte come doppie.

Tralascio quivi, per semplicità, una serie di note di fonetica, più che altro
utili a chi voglia trascrivere le parole ebraiche in "EBRAICO ALFABETICO",
inserendo successivamente nel testo di questa grammatica eventuali precisazioni
fonetiche.
PROPOSTA DI UNO SCHEMA DI SISTEMA FONOLOGICO PER LE CONSONANTI

Il presente schema non pretende di avere valore scientifico: esso tenta una
classificazione dei FONEMI, cioè di
suoni ideali considerati a livello FONOLOGICO a prescindere dalle loro
realizzazione fonetiche (livello FONETICO).

Si può distinguere in questo sistema fonologico:

a) il luogo di articolazione
(laringale, faringale, velare,
palatale, dentale,labiale)

b) il modo di articolazione
(esplosivo, fricativo, continuo,
liquido, nasale)

c) la qualità dell'articolazione
(muto, sonoro, enfatico)

specchietto

espl. fric. cont. liqu. nas.


m. s. e. m. s.
lar. ch h
far. kh gh
vel. k g q
pal. ts tz sh y l
dent. t d tv s z r n
lab. p b w m

NOTA: per maggior semplicità e chiarezza, ho tralasciato di classificare la


"BEGADKEFAT"; si è tralasciato anche di classificare i suoni vocalici.

LETTERE QUIESCENTI

Anche in questo sistema alfabetico di scrittura delle lettere risultano essere


"quiescenti".

Ossia h finale di parola e ch, w, y finali di sillaba perdono il loro suono


lasciando sentire soltanto il loro suono.

--> affinità:

ch riposa in ao, ei, o;

w riposa in o, u;

y riposa in e, ae, i:
notare che, per semplicità, la
scrittura di
eiy > ey

come anche la scrittura di


ou > o,
ma se, volendo essere più rigorosi,
si scrivesse
ou per o,
in tal caso, varrebbe la stessa
regola
ouw diverrebbe ow;
y riposa in ao quando è seguito da w
consonantico

h riposa in ao, ae, ei, o

h finale non è quiescente, quando è


seguito da apostrofo (che svolge la
funzione quivi del punto mappiq
dell'alfabeto ebraico): esempio:
chartz.aoh' = la terra di lei.

MORFOLOGIA

ARTICOLO

Non esiste in ebraico articolo indeterminato.

Esiste un articolo determinato in forma invariabile che, molto probabilmente,


originariamente era
hal
(qualcun pensa, invece, a un han).

Questa grafia, diciamo, "etimologica", viene matenuta in questo sistema


grammaticale, atto a descrivere l'ebraico in versione "alfabetica" (cioè scritto
in alfabeto latino), per evitare un uso eccessivo dell'apostrofo: infatti,
un'espressione del tipo

hal maelaek = il re

si potrebbe scrivere (con più rigore "filologico") benissimo anche

ha 'maelaek,

facendo precedere la "m" iniziale da un apostrofo che ne segnali il


raddoppiamento.

Evito invece grafie del tipo

ham maelaek o ha mmaelaek,

perché mi sembrano complicate; così pure la grafia

hammaelaek

non è usata (anche se sarebbe la più corrispondente al modo di scrittura in


alfabeto ebraico), perché uno dei criteri guida della scrittura "alfabetica" qui
usata è quello di dividere il più possibile i morfemi.

Di fatto, cumunque, la l, nella pronuncia, deve venir assimilata, se non


scompare e, in tal caso, si segnala il fatto con un apostrofo.

Quindi, nel pronunciare l'articolo, si dovranno far sentire le assimilazioni,


che in genere si verificano tranne, in alcuni casi, davanti "r" e le gutturali.

Esempi di vari casi notevoli:

hal tseiphaer (leggi cir. assefer)


hal daeraek (leggi cir. adderek)
hao' rochsh (leggi cir. ho rosc)
hao' chaodaom (leggi cir. ho chaodaom)

hal khaeraebh (leggi cir. hakkherev)


hael khaolaobh (leggi cir hekkhaolaobh)

Organizzata così l'"ortografia" "alfabetica", penso che questa materia non


presenti le difficoltà che sono proprie della grafia in alfabeto tipicamente
ebraico.

PRONOME PERSONALE

-sing.
I cheaniy chaonokiy io

II chattaoh tu m.
chatte chattiy tu f.

III huwch esso


hiych essa

-plur.
I cheanakhnuw cheanuw noi

II chatteim voi m.
chatteinaoh chattaen voi f.

III cheimmaoh cheim essi


cheinnaoh chein esse

PRONOME DIMOSTRATIVO

zaech questo
zocht questa

cheillaeh questi/queste

PRONOME RELATIVO

cheashaer che
shae ('C) che (forma posteriore)

PRONOME INTERROGATIVO

miy chi?
man che cosa?

N.B.: la n di man è ripristinata in via etimologica come per la l dell'articolo,


la cui trascrizione potrebbe essere, in modo più corrispondente alla grafia
ebraica, mah.
Tuttavia risulta, secondo me, di fatto più pratico ripristinare la "n"
etimologica e precisare che nel "sandi" sintattico la "n" di man si comporta
quasi esattamente come la "l" dell'articolo hal.

NOME

esempi
m. s. daobhaor parola
m.pl. debhaor-iym parole
m. d. yaod-ayim mani

f. s. beraok-aoh benedizione
f. pl. beraok-owt benedizioni
f. d. tseph-aot-ayim labbra

suffisso tipico femminile -aoh (da -at)

suffissi di femminili astratti: esempi:

mishmaer-aet custodia
reichsh-iyt principio
yald-uwt gioventù

La suffissazione comporta mutamenti nel vocalismo (indebolimenti): alcuni


esempi:

daobhaor debhaor-iym
gaodowl gedowl-aoh
shomaer shomer-iym
qaodowsh qedowsh-iym

STATO COSTRUTTO
Nelle lingue semitiche basta accostare due nomi per avere una relazione di
genitivo: questa situazione viene chiamata "stato costrutto": la prima parola
indebolisce, per "legarsi" alla seguente, il suo accento e si producono spesso
indebolimenti vocalici e altri fenomeni: esempi:

debhar hal maelaek = la parola del re


dibherey hal maelaek = le parole del re
beney Yitsraocheil = i figli di
Israele
suwsat hal maelaek = la cavalla
del re

CASI
non esiste declinazione con casi in ebraico, dato che in pratica, essendo cadute
le vocali finali, si sono perse le poche tracce di declinazione presenti nel
protosemitico.

Esiste un suffisso -aoh indicante moto a luogo


hal bayet-aoh verso la casa.

Si noti che in ebraico l'accusativo è indicato dalla preposizione

cheit (chaet)
Altri casi sono pure indicati da preposizione: esempi:

le --> dativo
min --> ablativo
chim --> compagnia
be --> stato

etc.
TIPI DI PROPOSIZIONE

a) proposizione verbale:
è quella che contiene un verbo.

b) proposizione nominale:
è quella che non contiene verbo:
noi vi immettiamo la copula
(verbo essere)

PRONOMI PERSONALI SUFFISSO

a) dopo deisinenza vocalica:

.y io
.kao tu m.
.k tu f.
.huw egli
.hao essa

.nuw noi
.kaem voi m.
.kaen voi f.
.haem essi
.haen esse

b) dopo desinenza consonantica:

.iy io
.ekao, .aekao tu m.
.eik .aok tu f.
.ow, .eihuw egli
.aoh', .aehao essa

.einuw .aonuw noi


.kaem voi m.
.kaen voi f.
.aom, .aomow essi
.aon esse

c) suffisso del nome plurale:

-a.y io
-aey.kao tu m.
-ayi.k tu f.
-aoy.w, -ey.huw egli
-aey.hao essa

-ey.nuw noi
-ey.kaem voi m.
-ey.kaen voi f.
-ey.haem, -ey.mow essi
-ey.haen esse

N.B.: la presenza dei suffissi può indurre mutazioni vocaliche sulle parole che
li precedono.

NOMI "SEGOLATI"

sono nomi di forma originaria


qatvl, qitvl, qutvl:

in genere assumono la forma

qaetvael, qeitvael, qotvael

e presentano vocalismi loro propri


al plur., st. cs. etc. su cui quivi non insisto.

NOMI IRREGOLARI
tralascio quivi trattazione per brevità.

AGGETTIVO

esempio:

tvowbh buono
tvowbh-aoh buona
tvowbh-iym buoni
tvowbh-owt buone

-comparativo: ottenuto con prep.:

metuwqiym min debhash


dolci dal miele
più dolci del miele

-superlativo: ottenuto in vari


modi:
esempi:

- sup. relativi:

ben.ow hal qaotvon


il figlio suo il piccolo
il figlio più piccolo

ketvon baonaoy.w
il piccolo dei figli suoi
il più piccolo dei suoi figli

hal yaophaoh b.al naoshiym


la bella tra le donne
la più bella tra le donne

- sup. assoluti:

tvobhat marchaeh mechod


bella di aspetto assai
bellissima d'aspetto

ghaomoq ghaomoq
profondo profondo
profondissimo

qodaesh qaodaoshiym
santo dei santi
santissimo
***NUMERALI E NUMERAZIONI VARIE***

cardinali

femminili per nomi maschili


assol. costr.
1 chaekhaod chakhad
2 shenàyim sheney
3 shelosh-aoh sheloshaet
4 charbaogh-aoh charbaghat
5 kheamissh-aoh kheamèishaet
6 shissh-aoh shèishaet
7 shibhgh-aoh shibhghat
8 shemon-aoh shemonat
9 tishgh-aoh tishghat
10 gheatsaor-aoh gheasàeraet
11 chakhad ghaotsaor ghashetey gh.
12 sheneym ghaotsaor sheney gh.
13 shelosh-aoh ghaots. sheloshaet
etc.

maschili per nomi femminili


assol. costr.
1 chakhad chakhat
2 shentàyim shentey
3 shaolosh shelosh
4 charbagh charbagh
5 khaoameish kheamèish
6 sheish shèish
7 shaebhagh shebhagh
8 shemon-aeh shemonaeh
9 teishagh tashagh
10 ghaetsaer ghaetsaer
11 chakhat ghaetsereih ghashetey gh.
12 shentàyim gh. shentey gh.
13 shelosh-aoh gh. sh.
etc.

20 ghaetsor-iym
30 shelosh-iym
40 charbaogh-iym
50 kheamissh-iym
60 shissh-iym
70 shibhgh-iym
80 shemon-iym
90 tishgh-iym
100 meich-aoh mechat
200 maochtàyim
300 shelosh meichowt
1000 chaelaeph
2000 chalpàyim
3000 sheloshaet chealaophiym
4000 charbaghat chealaophiym
10.000 gheatsaeraet chealaophiym
o rebhaobhaoh
20.000 ghaetsriym chaelaeph
o ribbotàyim
100.000 mechat chaelaeph
o meichaoh chaelaeph
***AVVERBI***
consultare dizionari: ometto elenco.

***PREPOSIZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.
Notare, tuttavia:
be = in, ke = come, le = a;
esempi di vocalizzazione:
be shaolowm
bi debhar
b'iymey per bi yemey
bae chaemaet
ka cheariy
lei'chmor per lae cheaemor

esempi di unione coll'articolo hal (preposizioni articolate):


b.al seiphaer
b.ael ghaoriym

N.B.: come l'articolo, be, ke, le sono uniti al termine cui si riferiscono nella
scrittura in alfabeto ebraico, mentre nel sistema di scrittura qui proposto
vengono separati per maggior chiarezza: volendo, tuttavia, potrebbero anche
essere uniti al nome separandoli con un punto come si è fatto nel caso dei
pronomi suffisso.

***CONGIUNZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.
Notare solo:
we vocalizzato circa come be, ke, le.

***INTERIEZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.

***VERBO***
SPECCHIETTO SINOTTICO CONIUGAZIONE
EBRAICA

Giova a questo punto chiarire (forse sarebbe stato opportuno farlo anche prima)
il concetto di radice in ebraico, concetto che vale anche per le lingue
semitiche in genere.

Sia per i nomi che per i verbi la radice che porta significato è in genere
TRILITTERE. Non è da escludersi il fatto che molte radici trilittere possono
essere di fatto detivate da radici bilitteri, ma qui badiamo al dato di fatto
storico.

In ebraico, in genere, tranne casi particolari, la radice trilittere è ben


individuabile. Questa caratteristica, tra l'altro, renderebbe più conveniente
scrivere le parole ebraiche, anche in trascrizione, con caratteri speciali, in
modo che ad ogni suono corrisponda una sola lettera, perché, in tal caso, il
trilitterismo, risulterebbe meglio evidente. Nella mia trascrizione ove si usano
anche digrammi tale situazione può non risultare, dal punto di vista grafico, a
volte, meno evidente.

Un fatto del genere succede già nel caso del verbo-modello, non solo per la
coniugazione, ma per enunciare in genere la radice in ebraico, che, presso i
grammatici moderni è il verbo
qaotvaon = uccidere,
le cui lettere radicali sono

q tv n.
Ora, come si vede, nella mia grafia il verbo potrebbe apparire come
quadrilittero, ma si tratta, diciamo, di "farci l'abitudine".
In ogni caso, per chiarezza, nel sistema di scrittura qui proposto, potrà
utilmente così segnalarsi una radice:
*q-tv-n.

In particolare (prendendo come esempio questa radice), è importante notare la


seguente nomenclatura grammaticale:

q è detta prima radicale


tv è detta seconda radicale
n è detta terza radicale.

Notare inoltre che, rispetto alle lettere un verbo del tipo


*q-tv-n
può essere detto di

1.ae qowph dicendo di primae qowph


2.ae tveyt dicendo di secundae tveyt
3.ae nuwn dicendo di tertiae nuwn

In ebraico in pratica i verbi non presentano forme composte con preposizioni:


tuttavia attraverso le forme si riescono a moltiplicare di qualche po' i
significati: inoltre le forme possono avere signicati passivi, riflessivi,
causativi etc.: in breve, nell'ebraico le forme del verbo sono sette secon il
seguente paradigma:

1.a qal normale


2.a ni-qtval rifl. o pass.
3.a qittveil intens. att.
4.a quttval intens. pass.
5.a hi-qtviyl caus. att.
6.a hao-qtval caus. pass.
7.a hit-qattveil intens. rifl.

N.B.: la grammatica tradizionale usa come verbo-paradigma

paoghaol *p-gh-l

che, per semplicità, oggi non si usa perché ha comportamenti particolari nella
coniugazione, in quanto 2.ae gh.

VERBO FORTE

FORMA QAL

PERFETTO

qaotval uccise m.
qaotvel-aoh uccise f.
qaotvàl-tao uccidesti m.
qaotvàl-te uccidesti f.
qaotvàl-tiy uccisi

qaotvel-uw uccisero
qetval-tàem uccideste m.
qetval-tàen uccideste f.
qaotvàl-nuw uccidemmo

-stativi in "ei"

kaobheid fu grave m.
kaobhed-aoh fu grave f.
kaobhàd-tao fosti grave m.
kaobhàd-te fosti grave f.
kaobhàd-tiy fui grave

kaobhed-uw furono gravi


kebhad-tàem foste gravi m.
kebhad-tàen foste gravi f.
kaobhàd-nuw fummo gravi

-stativi in "o"

qaotvaon fu piccolo m.
qaotven-aoh fu piccola f.
qaotvòn-tao fosti piccolo m.
qaotvòn-te fosti piccola f.
qaotvòn-tiy fui piccolo

qaotven-uw furono piccoli


qetvaon-tàem foste piccoli m.
qetvaon-tàen foste piccole f.
qaotvòn-nuw fummo piccoli

INFINITO ASSOLUTO

qaotvown

INFINTO COSTRUTTO

qetvol

nota con le --> li-qtvol = a scrivere


che serve anche da gerundio

INFINITO CON SUFFISSO

qaotvl.iy = il mio uccidere

FUTURO

yi-qtvol ucciderà m.
ti-qtvol ucciderà f.
ti-qtvol ucciderai m.
ti-qtvel-iy ucciderai f.
chae-qtvol ucciderò

yi-qtvel-uw uccideranno m.
ti-qtvòl-naoh uccideranno f.
ti-qtvel-uw ucciderete m.
ti-qtvòl-naoh ucciderete f.
ni-qtvol uccideremo
IMPERATIVO
qtvol uccidi m.
qitvel-iy uccidi f.

qitvel-uw uccidete m.
qetvòl-naoh uccidete f.

IMPERATIVO ENFATICO

qaotvl-aoh uccidi

COORTATIVO
esempi:
chae-shmer-aoh
ne-dabber-aoh

IUSSIVO
per terze persone: abbreviazioni

yaoquwm > yaoqom

PARTICIPIO

att.:
qotveil o qowtveil
qotvel-aoh o qtvàelaet
qotvel-iym qotvel-owt

pass.:
qaotvuwl
qetuwl-aoh
qetuwl-iym qetvuwl-owt

PARTICIPIO VERABI STATIVI

C'è al suo posto un aggettivo verbale:


kaobheid onorato
qaotvon piccolo
yaoreich timido

ma talvolta esistono due forme

shokein e shaokein

PERFETTO DELLE VARIE FORME

facilmente deducibili tranne che per hi-qtviyl

hi-qtval fece uccidere m.


hi-qtviyl-aoh fece ucc. f.
hi-qtvàl-tao facesti ucc. m.
hi-qtvàl-te facesti ucc. f.
hi-qtvàl-tiy feci ucc.

hi-qtvìyl-uw fecero ucc.


hi-qtval-tàem faceste ucc. m.
hi-qtval-tàen faceste ucc. f.
hi-qtvàl-nuw facemmo ucc.
PARADIGMA DELLE 7 FORME AL FUTURO

1.a qal yi-qtvol


2.a ni-qtval yin-qaotveil
3.a qittveil ye-qattveil
4.a quttval ye-quttval
5.a hi-qtviyl ya-qtviyl
6.a hao-qtval yao-qtval
7.a hit-qattveil yit-qattveil

2.a
qal niqtval
3 yi-qtvol yin-qaotveil
ti-qtvol tin-qaotveil
2 ti-qtvol tin-qaotveil
ti-qtvel-iy tin-qaotvel-iy
1 chae-qtvol chaen-qaotveil

3 yi-qtvel-uw yin-qaotvel-uw
ti-qtvòl-naoh tin-qaotval-naoh
2 ti-qtvel-uw tin-qaotvel-uw
ti-qtvòl-naoh tin-qaotval-naoh
3 ni-qtvol nin-qaotveil

3.a
qal qittveil
3 yi-qtvol ye-qattveil
ti-qtvol te-qattveil
2 ti-qtvol te-qattveil
ti-qtvel-iy te-qattvel-iy
1 chae-qtvol chea-qattveil

3 yi-qtvel-uw ye-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-qattveil-naoh
2 ti-qtvel-uw te-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-qattveil-naoh
3 ni-qtvol ne-qattveil

4.a
qal quttval
3 yi-qtvol ye-quttval
ti-qtvol te-quttval
2 ti-qtvol te-quttval
ti-qtvel-iy te-quttvel-iy
1 chae-qtvol chea-quttval

3 yi-qtvel-uw ye-quttvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-quttval-naoh
2 ti-qtvel-uw te-quttvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-quttval-naoh
3 ni-qtvol ne-quttval

5.a
qal hiqtviyl
3 yi-qtvol ya-qtviyl
ti-qtvol ta-qtviyl
2 ti-qtvol ta-qtviyl
ti-qtvel-iy ta-qtviyl-iy
1 chae-qtvol cha-qtviyl

3 yi-qtvel-uw ya-qtviyl-uw
ti-qtvòl-naoh ta-qtveil-naoh
2 ti-qtvel-uw ta-qtviyl-uw
ti-qtvòl-naoh ta-qtveil-naoh
3 ni-qtvol na-qtviyl

6.a
qal haoqtval
3 yi-qtvol yao-qtval
ti-qtvol tao-qtval
2 ti-qtvol tao-qtval
ti-qtvel-iy tao-qtvel-iy
1 chae-qtvol chao-qtval

3 yi-qtvel-uw yao-qtvel-uw
ti-qtvòl-naoh tao-qtval-naoh
2 ti-qtvel-uw tao-qtvel-uw
ti-qtvòl-naoh tao-qtval-naoh
3 ni-qtvol nao-qtval

7.a
qal hitqattveil
3 yi-qtvol yit-qattveil
ti-qtvol tit-qattveil
2 ti-qtvol tit-qattveil
ti-qtvel-iy tit-qattvel-iy
1 chae-qtvol chaet-qattveil

3 yi-qtvel-uw yit-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh tit-qattveil-naoh
2 ti-qtvel-uw tit-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh tit-qattveil-naoh
3 ni-qtvol nit-qattveil

Tralascio, per brevità, quivi l'esame delle forme per altri modi (imperativo
etc.), in quanto le forme saranno analizzate di volta in volta nel lessico
morfologico.

WAW INVERSIVO

Scambia i tempi nelle narrazioni.

Esempi col perfetto (acc. verso fine):


we-qaotval-tìy
uw-bhaonàoh
uw-qetval-tàen

Esempi col futuro (accento ritratto):


wa-yyiktvol
wa-yyaoqaom
PRONOME ACCUSATIVO DOPO VERBO

a) forme teoriche

.niy me
.kao te m.
.ke te f.
.huw, .w egli
.hao essa

.nuw noi
.kaem voi m.
.(kaen) voi f.
.m (.mow) essi
.n esse

a) forme dopo perfetto

.aniy, .aoniy me
.ekao, .aekao, .aok te m.
.eik, .aek te f.
.aohuw, .ow egli
.aoh' essa

.aonuw noi
.ekaem voi m.
.(kaen) voi f.
.aom, .am (.aomow) essi
.aon, .an esse

(N.B.: l'apostrofo dopo h indica il "mappiq" e significa che h non è lettera


quiescente)

b) forme dopo futuro

.einiy me
.ekao, .aekao, .aok te m.
.eik, te f.
.eihuw egli
.eihao essa

.einuw noi
.ekaem voi m.
.(ekaen) voi f.
.eim (.eimow) essi
.(ein) esse

c) con n energico

.aen.niy, .an.niy me
.aen.kao te m.
.(aen.k) te f.
.aen.huw, .aen.nuw egli
.aen.naoh essa

L'aspetto del verbo subisce variazioni facilmente individuabili.


CLASSI VERBALI
Nella pratica il verbo ebraico può essere diviso in tre classi:

a) forte
b) forte gutturale
c) debole.

In particolare:

i verbi forti in gutturale


si distinguono in:
1.ae gutt.
2.ae gutt.
3.ae gutt.

Quanto ai verbi deboli, si ha la seguente classificazione:


1.ae deb.: 1.ae ch
1.ae n
1.ae y
2.ae deb.: 2.ae w
2.ae y
geminati
3.ae deb.: 3.ae ch
3.ae h

Sia i verbi forti con gutturale che i verbi deboli presentano alterazioni nella
coniugazione che li allontana, più o meno, dalla coniugazione del verbo forte:
non è qui il caso di presentare, in questo breve panorama grammaticale, di
presentarne le forme, che verranno segnalate e analizzate di volta in volta
nell'ambito dei lessici morfologici di cui si possono corredare i brani,
evidenziando i vari fenomeni fonetici che provocano le differenze rispetto alla
coniugazione regolare.

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