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SINTETICA
DI EBRAICO
IN ALFABETO DI TIPO LATINO
IN
VERSIONE RIDOTTA
INTRODUZIONE
Potrebbe sembrare ridicolo parlare di EBRAICO IN ALFABETO DI TIPO LATINO per una
lingua che è stata tra le prime al mondo ad usare l'alfabeto e, tra l'altro, nei
testi più antichi, nella forma originaria che aveva l'alfabeto fenicio, da cui
il nostro alfabeto deriva, ma, quivi, coll'espressione "ALFABETO DI TIPO
LATINO", si intende semplicemente il riferirsi al tipo di alfabeto oggi più
diffuso è cioè a quello latino nell'attuale sua versione applicata all'inglese.
Precisato questo, per EBRAICO IN ALFABETO DI TIPO LATINO, non si vuole qui
intendere solamente una forma di trascrizione dell'ebraico in lettere latine,
ma, in un certo senso, un nuovo modo vero e proprio di codificare la lingua
ebraica, come si potrebbe fare se si codificasse una lingua mai scritta.
Qual è il vantaggio?
Direi che sia non da poco, in quanto ci si ritroverebbe di fronte ad una lingua
scritta, appunto, in alfabeto latino (che, come ho già detto, è poi, in
pratica, quello inglese, derivato dall'alfabeto latino) che è il modo entro cui
sono ormai codificate la maggior parte delle lingue più parlate del mondo.
Tuttavia, nel proprorre un sistema alfabetico, diciamo latino, anche per
l'ebraico, ho cerato di fare in modo che, dalla parola scritta in alfabeto
latino si possa facilmente passare alla parola scritta in caratteri alfabetici
tipicamente ebraici.
L'alfabeto da me proposto per l'ebraico poteva assumere anche una forma più
semplice, ma, questo alfabeto che io qui propongo, ha un'altra importante
proprietà e cioè quella di far parte di un'alfabeto più ampio in grado di
codificare, con caratteri dell'alfabeto latino, in pratica, le più importanti
lingue semitiche (nonché anche camitiche. come l'antico egizio) facilitando,
penso, non poco le comparazioni, anche se tuttavia, questo alfabeto adeguato
alle lingue semitiche che chiamo "ALFABETO PANSEMITCO(c)" non è direttamente un
alfabeto di tipo comparativo.
In origine, questo "ALFABETO PANSEMITICO(c)", comprendeva dei caratteri speciali
atti a trascrivere ogni lettere di suono semitico con una
sola lettera di tipo latino: in seguito, tuttavia, ho abbandonato questo
criterio e taluni suoni sono stati riprodotti con digrammi e trigrammi, in modo
da usare solo le lettere dell'alfabeto inglese.
Potrebbe rimanere, come unico carattere "speciale" l'accento tonico, ma per non
complicare la grafia, lo si può ritenere utile (ma non strettamente necessario)
solo in dizionari, anche se, volendo, si potrebbe segnalare per tutte quelle
parole che non presentano accento sull'ultima sillaba.
In ogni caso, volendo, l'uso dell' "ALFABETO PANSEMITCO(c)" con caratteri
speciali, ove lo si voglia, è pure possibile: sarebbe più chiaro per descrivere
la struttura delle parole semitiche, tuttavia la versione dell'ALFABETO
PANSEMITICO SENZA CARATTERI SPECIALI: è più comoda e pratica per la stampa.
Nel caso dell'EBRAICO, ma questo vale anche per la maggior parte delle lingue
semitiche, la presente versione dell'EBRAICO ALFABETICO risolve alche il
problema del fatto che molti testi ebraici, specie di uso corrente mancano di
vocalizzazione e quindi ne diventa più difficoltosa la lettura: non è quindi
impensabile che, se la versione ALFABETICO-LATINA dell'EBRAICO, risulterà di
utilità pratica possa esistere un'editoria che usi tale criteri più paritici per
la diffusione della lingua.
Esistono comunque anche altri vantaggio su cui ora non sto qui a insistere.
Mi scuso con il lettore del carattere un ripetivo di questa introduzione, che
spero tuttavia sia stata breve e chiara, per passare ora ad una visione
schematica e sintetica della grammatica ebraica, che dia comunque i principale
elementi al lettore per poter cominciare a leggere e capire l'ebraico.
***** F O N E T I C A *****
ALFABETO
Per ora consideriamo le
23 consonanti che in ebraico sarebbero
22 in quanto, in pratica, una lettera
(shiyn) scrive di fatto due consonanti (tramite l'apposizione distintiva di un
punto diacritico:
NOTA: risalire a quella che poteva essere l'esatta pronuncia delle lettere, se
mai c'è stata una pronuncia unitaria non è cosa del tutto facile anche se studi
positivi e approfonditi sono stati fatti in proposito: ci si può attenere
all'attuale pronuncia quale è applicata nell'odierno stato di Israele: è
tuttavia possibile anche seguire le pronunce scolastiche europee: pertanto, in
Italia, si tende a pronunciare "waow" come "v", "tzàodey" come "tz" e si
distinguono poco tra loro le aspirate: diciamo che, in un primo momento, tali
"vizi" di pronincia italiani possono essere tollerati, in base al principio che,
della pronuncia, non si deve farne un "incubo".
"BEGAKEFAT"
Questa parola (un po' strana) è di uso tradizionale nella grammatica ebraica per
denotare la possibilità che le lettere
b, g, d, k, p, t
possano avere una doppia pronuncia dura o aspirata.
La pronuncia aspirata potrebbe essere connotata nel sistema alfabetico qui
adottato scrivendo:
bh si pronuncia v
e
ph si pronuncia f.
Negli altri quattro casi, si tralascia ogni distinzione nello scritto, tenendo
anche conto che nell'attuale pronuncia dell'ebraico moderno la "BEGADKEFAT" non
è molto distinta per
g, d e t;
b bh
g gv
d dh
k kv
p ph
t th,
dove si vede che per g e k, si è sostituito nel digramma la "v" alla "h", per
evitare confusione con ghayin e kheyt.
VOCALI
A rigore, le vocali nelle scrittura ebraica non sono segnate, tuttavia per la
BIBBIA e per opere letterarie, ove si voglia, esiste un ricco sistema di
"puntazione" che segnala le vocali che vanno lette vicino alle consonanti.
Esiste, nella pratica dell'ebraico mederno, anche l'uso di alcune consonati
adattate a segnalare vocali (criterio usato, molto limitatamente, anche
nell'antichità).
Tralasciando, cumunque quivi, la trattazione di questo argomento che sarebbe
piuttosto complicato, dico subito che, nel presente sistema alfabetico proposto
le vocali sono sempre segnalate (e questo può essere un degli indubbi vantaggi
di questo sistema alfabetico: non è di fatto fuori dal normale che uno studioso
abbastanza preparato che sappia di fatto leggere e facilmente tradurre i più
facili passi biblici, si trovi di fatto in difficoltà a leggere un moderno
quotidiano israeliano, dove a rigore la lingua dovrebbe essere più facile e
questo proprio per la mancanza di punti vocalici nei teati di uso corrente).
Secondo uno dei più usuali schemi usati dai grammatici potremo distinguere le
vocali in
LUNGHE
ao qaomeitz a osc. in o
ey tzeyrey e chiuso
iy khiyraeq magnum i
ow kholaem " o chiuso
uw shuwraeq u
MEDIE
ao qaomeitz a osc. in o
ei tzeyrey e chiuso
ii khiyreiq i
o(o) kholaem o chiuso
BREVI
a paotaokh a
ae segowl e aperto
i khiyraeq i
ao qaomeitz khaotvuwf o aperto
u qibbuwtz u
SEMIBREVI
e shewaoch e
ea kheatvaf paotaokh a
ee kheatvaf segowl e ap.
eo kheatvaf qaomeitz o ap.
- shewaoch quiescente
Potrebbe essere proposto anche un sistema più semplice, ma questo permentte, per
chi sia pratico, di risalire, senza equivoci, alla grafia di una parola scritta
in alfabeto ebraico.
Tralascio quivi, per semplicità, una serie di note di fonetica, più che altro
utili a chi voglia trascrivere le parole ebraiche in "EBRAICO ALFABETICO",
inserendo successivamente nel testo di questa grammatica eventuali precisazioni
fonetiche.
PROPOSTA DI UNO SCHEMA DI SISTEMA FONOLOGICO PER LE CONSONANTI
Il presente schema non pretende di avere valore scientifico: esso tenta una
classificazione dei FONEMI, cioè di
suoni ideali considerati a livello FONOLOGICO a prescindere dalle loro
realizzazione fonetiche (livello FONETICO).
a) il luogo di articolazione
(laringale, faringale, velare,
palatale, dentale,labiale)
b) il modo di articolazione
(esplosivo, fricativo, continuo,
liquido, nasale)
c) la qualità dell'articolazione
(muto, sonoro, enfatico)
specchietto
LETTERE QUIESCENTI
--> affinità:
w riposa in o, u;
y riposa in e, ae, i:
notare che, per semplicità, la
scrittura di
eiy > ey
MORFOLOGIA
ARTICOLO
hal maelaek = il re
ha 'maelaek,
hammaelaek
PRONOME PERSONALE
-sing.
I cheaniy chaonokiy io
II chattaoh tu m.
chatte chattiy tu f.
-plur.
I cheanakhnuw cheanuw noi
II chatteim voi m.
chatteinaoh chattaen voi f.
PRONOME DIMOSTRATIVO
zaech questo
zocht questa
cheillaeh questi/queste
PRONOME RELATIVO
cheashaer che
shae ('C) che (forma posteriore)
PRONOME INTERROGATIVO
miy chi?
man che cosa?
NOME
esempi
m. s. daobhaor parola
m.pl. debhaor-iym parole
m. d. yaod-ayim mani
f. s. beraok-aoh benedizione
f. pl. beraok-owt benedizioni
f. d. tseph-aot-ayim labbra
mishmaer-aet custodia
reichsh-iyt principio
yald-uwt gioventù
daobhaor debhaor-iym
gaodowl gedowl-aoh
shomaer shomer-iym
qaodowsh qedowsh-iym
STATO COSTRUTTO
Nelle lingue semitiche basta accostare due nomi per avere una relazione di
genitivo: questa situazione viene chiamata "stato costrutto": la prima parola
indebolisce, per "legarsi" alla seguente, il suo accento e si producono spesso
indebolimenti vocalici e altri fenomeni: esempi:
CASI
non esiste declinazione con casi in ebraico, dato che in pratica, essendo cadute
le vocali finali, si sono perse le poche tracce di declinazione presenti nel
protosemitico.
cheit (chaet)
Altri casi sono pure indicati da preposizione: esempi:
le --> dativo
min --> ablativo
chim --> compagnia
be --> stato
etc.
TIPI DI PROPOSIZIONE
a) proposizione verbale:
è quella che contiene un verbo.
b) proposizione nominale:
è quella che non contiene verbo:
noi vi immettiamo la copula
(verbo essere)
.y io
.kao tu m.
.k tu f.
.huw egli
.hao essa
.nuw noi
.kaem voi m.
.kaen voi f.
.haem essi
.haen esse
.iy io
.ekao, .aekao tu m.
.eik .aok tu f.
.ow, .eihuw egli
.aoh', .aehao essa
-a.y io
-aey.kao tu m.
-ayi.k tu f.
-aoy.w, -ey.huw egli
-aey.hao essa
-ey.nuw noi
-ey.kaem voi m.
-ey.kaen voi f.
-ey.haem, -ey.mow essi
-ey.haen esse
N.B.: la presenza dei suffissi può indurre mutazioni vocaliche sulle parole che
li precedono.
NOMI "SEGOLATI"
NOMI IRREGOLARI
tralascio quivi trattazione per brevità.
AGGETTIVO
esempio:
tvowbh buono
tvowbh-aoh buona
tvowbh-iym buoni
tvowbh-owt buone
- sup. relativi:
ketvon baonaoy.w
il piccolo dei figli suoi
il più piccolo dei suoi figli
- sup. assoluti:
ghaomoq ghaomoq
profondo profondo
profondissimo
qodaesh qaodaoshiym
santo dei santi
santissimo
***NUMERALI E NUMERAZIONI VARIE***
cardinali
20 ghaetsor-iym
30 shelosh-iym
40 charbaogh-iym
50 kheamissh-iym
60 shissh-iym
70 shibhgh-iym
80 shemon-iym
90 tishgh-iym
100 meich-aoh mechat
200 maochtàyim
300 shelosh meichowt
1000 chaelaeph
2000 chalpàyim
3000 sheloshaet chealaophiym
4000 charbaghat chealaophiym
10.000 gheatsaeraet chealaophiym
o rebhaobhaoh
20.000 ghaetsriym chaelaeph
o ribbotàyim
100.000 mechat chaelaeph
o meichaoh chaelaeph
***AVVERBI***
consultare dizionari: ometto elenco.
***PREPOSIZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.
Notare, tuttavia:
be = in, ke = come, le = a;
esempi di vocalizzazione:
be shaolowm
bi debhar
b'iymey per bi yemey
bae chaemaet
ka cheariy
lei'chmor per lae cheaemor
N.B.: come l'articolo, be, ke, le sono uniti al termine cui si riferiscono nella
scrittura in alfabeto ebraico, mentre nel sistema di scrittura qui proposto
vengono separati per maggior chiarezza: volendo, tuttavia, potrebbero anche
essere uniti al nome separandoli con un punto come si è fatto nel caso dei
pronomi suffisso.
***CONGIUNZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.
Notare solo:
we vocalizzato circa come be, ke, le.
***INTERIEZIONI***
consultare dizionari: ometto elenco.
***VERBO***
SPECCHIETTO SINOTTICO CONIUGAZIONE
EBRAICA
Giova a questo punto chiarire (forse sarebbe stato opportuno farlo anche prima)
il concetto di radice in ebraico, concetto che vale anche per le lingue
semitiche in genere.
Sia per i nomi che per i verbi la radice che porta significato è in genere
TRILITTERE. Non è da escludersi il fatto che molte radici trilittere possono
essere di fatto detivate da radici bilitteri, ma qui badiamo al dato di fatto
storico.
Un fatto del genere succede già nel caso del verbo-modello, non solo per la
coniugazione, ma per enunciare in genere la radice in ebraico, che, presso i
grammatici moderni è il verbo
qaotvaon = uccidere,
le cui lettere radicali sono
q tv n.
Ora, come si vede, nella mia grafia il verbo potrebbe apparire come
quadrilittero, ma si tratta, diciamo, di "farci l'abitudine".
In ogni caso, per chiarezza, nel sistema di scrittura qui proposto, potrà
utilmente così segnalarsi una radice:
*q-tv-n.
paoghaol *p-gh-l
che, per semplicità, oggi non si usa perché ha comportamenti particolari nella
coniugazione, in quanto 2.ae gh.
VERBO FORTE
FORMA QAL
PERFETTO
qaotval uccise m.
qaotvel-aoh uccise f.
qaotvàl-tao uccidesti m.
qaotvàl-te uccidesti f.
qaotvàl-tiy uccisi
qaotvel-uw uccisero
qetval-tàem uccideste m.
qetval-tàen uccideste f.
qaotvàl-nuw uccidemmo
-stativi in "ei"
kaobheid fu grave m.
kaobhed-aoh fu grave f.
kaobhàd-tao fosti grave m.
kaobhàd-te fosti grave f.
kaobhàd-tiy fui grave
-stativi in "o"
qaotvaon fu piccolo m.
qaotven-aoh fu piccola f.
qaotvòn-tao fosti piccolo m.
qaotvòn-te fosti piccola f.
qaotvòn-tiy fui piccolo
INFINITO ASSOLUTO
qaotvown
INFINTO COSTRUTTO
qetvol
FUTURO
yi-qtvol ucciderà m.
ti-qtvol ucciderà f.
ti-qtvol ucciderai m.
ti-qtvel-iy ucciderai f.
chae-qtvol ucciderò
yi-qtvel-uw uccideranno m.
ti-qtvòl-naoh uccideranno f.
ti-qtvel-uw ucciderete m.
ti-qtvòl-naoh ucciderete f.
ni-qtvol uccideremo
IMPERATIVO
qtvol uccidi m.
qitvel-iy uccidi f.
qitvel-uw uccidete m.
qetvòl-naoh uccidete f.
IMPERATIVO ENFATICO
qaotvl-aoh uccidi
COORTATIVO
esempi:
chae-shmer-aoh
ne-dabber-aoh
IUSSIVO
per terze persone: abbreviazioni
PARTICIPIO
att.:
qotveil o qowtveil
qotvel-aoh o qtvàelaet
qotvel-iym qotvel-owt
pass.:
qaotvuwl
qetuwl-aoh
qetuwl-iym qetvuwl-owt
shokein e shaokein
2.a
qal niqtval
3 yi-qtvol yin-qaotveil
ti-qtvol tin-qaotveil
2 ti-qtvol tin-qaotveil
ti-qtvel-iy tin-qaotvel-iy
1 chae-qtvol chaen-qaotveil
3 yi-qtvel-uw yin-qaotvel-uw
ti-qtvòl-naoh tin-qaotval-naoh
2 ti-qtvel-uw tin-qaotvel-uw
ti-qtvòl-naoh tin-qaotval-naoh
3 ni-qtvol nin-qaotveil
3.a
qal qittveil
3 yi-qtvol ye-qattveil
ti-qtvol te-qattveil
2 ti-qtvol te-qattveil
ti-qtvel-iy te-qattvel-iy
1 chae-qtvol chea-qattveil
3 yi-qtvel-uw ye-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-qattveil-naoh
2 ti-qtvel-uw te-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-qattveil-naoh
3 ni-qtvol ne-qattveil
4.a
qal quttval
3 yi-qtvol ye-quttval
ti-qtvol te-quttval
2 ti-qtvol te-quttval
ti-qtvel-iy te-quttvel-iy
1 chae-qtvol chea-quttval
3 yi-qtvel-uw ye-quttvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-quttval-naoh
2 ti-qtvel-uw te-quttvel-uw
ti-qtvòl-naoh te-quttval-naoh
3 ni-qtvol ne-quttval
5.a
qal hiqtviyl
3 yi-qtvol ya-qtviyl
ti-qtvol ta-qtviyl
2 ti-qtvol ta-qtviyl
ti-qtvel-iy ta-qtviyl-iy
1 chae-qtvol cha-qtviyl
3 yi-qtvel-uw ya-qtviyl-uw
ti-qtvòl-naoh ta-qtveil-naoh
2 ti-qtvel-uw ta-qtviyl-uw
ti-qtvòl-naoh ta-qtveil-naoh
3 ni-qtvol na-qtviyl
6.a
qal haoqtval
3 yi-qtvol yao-qtval
ti-qtvol tao-qtval
2 ti-qtvol tao-qtval
ti-qtvel-iy tao-qtvel-iy
1 chae-qtvol chao-qtval
3 yi-qtvel-uw yao-qtvel-uw
ti-qtvòl-naoh tao-qtval-naoh
2 ti-qtvel-uw tao-qtvel-uw
ti-qtvòl-naoh tao-qtval-naoh
3 ni-qtvol nao-qtval
7.a
qal hitqattveil
3 yi-qtvol yit-qattveil
ti-qtvol tit-qattveil
2 ti-qtvol tit-qattveil
ti-qtvel-iy tit-qattvel-iy
1 chae-qtvol chaet-qattveil
3 yi-qtvel-uw yit-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh tit-qattveil-naoh
2 ti-qtvel-uw tit-qattvel-uw
ti-qtvòl-naoh tit-qattveil-naoh
3 ni-qtvol nit-qattveil
Tralascio, per brevità, quivi l'esame delle forme per altri modi (imperativo
etc.), in quanto le forme saranno analizzate di volta in volta nel lessico
morfologico.
WAW INVERSIVO
a) forme teoriche
.niy me
.kao te m.
.ke te f.
.huw, .w egli
.hao essa
.nuw noi
.kaem voi m.
.(kaen) voi f.
.m (.mow) essi
.n esse
.aniy, .aoniy me
.ekao, .aekao, .aok te m.
.eik, .aek te f.
.aohuw, .ow egli
.aoh' essa
.aonuw noi
.ekaem voi m.
.(kaen) voi f.
.aom, .am (.aomow) essi
.aon, .an esse
.einiy me
.ekao, .aekao, .aok te m.
.eik, te f.
.eihuw egli
.eihao essa
.einuw noi
.ekaem voi m.
.(ekaen) voi f.
.eim (.eimow) essi
.(ein) esse
c) con n energico
.aen.niy, .an.niy me
.aen.kao te m.
.(aen.k) te f.
.aen.huw, .aen.nuw egli
.aen.naoh essa
a) forte
b) forte gutturale
c) debole.
In particolare:
Sia i verbi forti con gutturale che i verbi deboli presentano alterazioni nella
coniugazione che li allontana, più o meno, dalla coniugazione del verbo forte:
non è qui il caso di presentare, in questo breve panorama grammaticale, di
presentarne le forme, che verranno segnalate e analizzate di volta in volta
nell'ambito dei lessici morfologici di cui si possono corredare i brani,
evidenziando i vari fenomeni fonetici che provocano le differenze rispetto alla
coniugazione regolare.
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