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scritti patafisici [open access]

Architrave
*

piuttosto verosimile che molti non si renderanno conto che quanto segue sia oltre-
modo bello (senza superlativo: dipartenza [1]). E supponendo che una o due cose in-
contrino il loro interesse, anche possibile che si rifiutino di credere che siano state
suggerite loro volutamente. Poich avranno modo di intravedere idee appena abboz-
zate, senza i belletti che di solito le accompagnano, e si stupiranno per la mancanza di
citazioni attinenti, mentre si compilano manuali in cui i giovani doggi leggono quan-
to necessario per seguire i suddetti usi. bene aver frequentato i filosofi, nei secoli
var, per imparare 1 lassurdit di ripetere le loro dottrine che, recenti, si trascinano
in caff e birrerie, pi vecchie, nei quaderni delle matricole; 2 e soprattutto, la doppia
assurdit di citare a proprio sostegno il nome di un filosofo quando ciascuna delle
sue idee, isolata dallinsieme del suo sistema, sbava dalle labbra di un ebete (e questo
frammento di dissertazione tanto banale quanto la banalit del non bisogna dir tutto
che spiega).

Suggerire invece di dire, fare lungo la strada delle frasi un crocevia di tutte le parole.
Come i prodotti naturali (ai quali falsamente stata paragonata la sola opera di genio,
poich ogni opera scritta vi rassomiglia), la dissezione indefinita riesuma sempre nel-
le opere qualcosa di nuovo. Confusione e pericolo: lopera dignoranza fatta parole-
schede-elettorali prese fuori di senso o pi precisamente senza preferenze di senso. E
questultima, in principio, riesce ai superficiali pi bella, poich la diversit dei sensi
attribuibili soverchiante, la verbalit libera di ogni vincolo sceglie di essere pi tin-
tinnante; e basta appena che la forma sia un po rude e irregolare, a difetto di aver
avuto contezza della regolarit, perch ogni regolarit inattesa riluca, pietra, orbita,
occhio di pavone, lampadario, accordo finale. Ma ecco il criterio per orientarsi in que-
sta oscurit, facile caos, dellAltro, semplicit* condensata, diamante di carbonio, ope-
ra unica fatta da tutte le opere possibili offerte a tutti gli occhi che circondano il faro
aguzzo della periferia del nostro cranio sferico: qui il rapporto della frase verbale con
ogni senso che vi si possa trovare costante; e in quanto tale, infinitamente variabile.

(dilemma) Dal momento che si scrive unopera, attiva superiorit sullaudizione pas-

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siva. Ogni senso che il lettore potr trovarvi previsto, e mai li trover tutti quanti; e
lautore potr indicargliene, mosca cieca cerebrale, altri inattesi, posteriori e contrad-
dittori.

Ma 2 Caso. Lettore infinitamente superiore a chi scrive. Non avendo affatto scritto
lopera, non la penetra tuttavia punto, resta parallelo, se non uguale, al lettore del 1
caso.

3 Se, per impossibile, si identifica con lautore, lautore stesso, almeno nel passato, lo
sopravanzer scrivendo lopera, momento unico in cui vive tutto (e non si esimerebbe
allora, come sopra, dal dirlo. Si sarebbe trattato, allora cfr. Pataph. di unassocia-
zione di idee animalescamente passiva, sdegno (o difetto) di libero arbitrio o di intel-
ligenza deliberante, e di sincerit, antiestetica e disprezzabile).

4 Se, passato questo momento irripetibile, lautore dimentica (e dimenticare gli in-
dispensabile timeo hominem [2] per rivoltare lo stile nel proprio cervello e buli-
narvi lopera nuova), la costante del rapporto suddetto diviene per lui il paletto in
base al quale potr ritrovare tutto. Il che soltanto accessorio della reciproca: in ogni
caso non avrebbe potuto sapere tutto ci che vi si riferisce scrivendo lopera, gli basta-
no due paletti ben piazzati (tacca, mirino) per intuizione, se si vuole una parola
per descrivere tutto (come direbbe il tiralinee al compasso) e scoprire. E Cartesio mo-
stra di aver avuto ambizioni piuttosto modeste nellessersi limitato a voler edificare
un sistema su un Album [3] (niente a che vedere con Stuart Mill, Metodo dei residui
[4]).

bene scrivere una teoria dopo lopera, leggerla prima dellopera.

Prima di leggere una cosa passabile:

stupido commentarsi da s lopera scritta, buona o brutta che sia, perch al momen-
to di scriverla si fatto del proprio meglio non per dire tutto, il che sarebbe assurdo,
bens pi del necessario (di cui mai, peraltro, il lettore avr interamente contezza), e
non si potr essere pi chiari. Si pesino dunque le parole, poliedri didee, con lo scru-
polo che si userebbe per i diamanti sospesi alle proprie orecchie, senza chiedere per-
ch questo o questaltro, dato che non c altro da fare se non guardare, sta scritto l.

Prima di leggere una cosa che non vale niente:

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E ci sono diversi versi e prose che ci sembrano molto brutti, e che pure abbiamo la-
sciato, tagliando molto, perch per una ragione che oggi ci sfugge, hanno per un
istante incontrato il nostro interesse, dato che le abbiamo scritte; lopera pi comple-
ta quando non si tagliano affatto le parti deboli o brutte, riscontri lasciati l a spiegare
per somiglianza o differenza i loro simili o i loro contrari e per altri versi c chi sar
dellavviso che di buono non c altro.

A. J.

11 agosto 1894

Commento inteso
alla costruzione pratica della macchina
per esplorare il tempo
*
[^]

I. la natura del mezzo

Non pi malagevole costruire una Macchina per esplorare il Tempo di quanto non
sia costruirne una per esplorare lo Spazio, che si consideri il Tempo come la quarta
dimensione dello Spazio o come un luogo del tutto differente quanto al suo contenu-
to.

Si definisce abitualmente il Tempo: il luogo degli eventi, come lo Spazio il luogo dei
corpi. O pi semplicemente: la successione, mentre lo Spazio che si tratti dello spa-
zio euclideo, ovvero a tre dimensioni; oppure dello spazio a quattro dimensioni, im-
plicato dallintersezione di pi spaz tridimensionali; o degli spaz di Riemann [5],
dove le sfere sono reversibili, poich il cerchio la linea geodesica sulla sfera avente il
medesimo raggio; o degli spaz di Lobacevskij, dove il piano non reversibile; o anco-
ra di qualunque altro spazio non euclideo, riconoscibile per il fatto che non vi si pos-
sono costruire due figure simili la simultaneit.

Ogni parte simultanea del Tempo estesa, e pertanto pu essere esplorata servendosi
di macchine per esplorare lo Spazio. Il presente esteso in tre direzioni. Qualora ci si
trasporti in un punto qualsiasi del passato o del futuro, questo punto, al momento in
cui vi si soggiorna, sar presente ed esteso in tre direzioni.

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Lo Spazio, o Presente, ha reciprocamente le tre dimensioni del Tempo: lo spazio per-


corso o passato, lo spazio a venire e il presente propriamente detto.

Lo Spazio e il Tempo sono commensurabili. Lesplorazione in base alla conoscenza


dei punti dello Spazio pu effettuarsi soltanto nel corso del Tempo. E per misurare
quantitativamente il Tempo, lo si riconduce allo Spazio del quadrante dei cronometri.

Lo Spazio e il Tempo, che hanno la stessa natura, possono essere considerati come
stati fisici differenti della medesima materia, o modi diversi del movimento. A meno
che non li si voglia considerare in definitiva come forme del pensiero, si intende lo
Spazio come una forma solida e un sistema rigido di fenomeni, mentre divenuto di
fatto banale comparare il Tempo a un liquido animato da un movimento rettilineo e
uniforme, costituito da molecole mobili la cui minima facilit di scivolamento o la vi-
scosit, insomma, non altro che la coscienza.

Poich lo spazio intorno a noi fisso, per esplorarlo ci muoviamo con il veicolo della
Durata [6]. Questa svolge in cinematica il ruolo di una variabile indipendente qualsia-
si, in funzione della quale si determinano le coordinate dei punti considerati. La cine-
matica una geometria. I fenomeni in tal caso non hanno un prima e un poi, e il fatto
che noi creiamo una tale distinzione prova che ce ne lasciamo coinvolgere.

Ci muoviamo nel senso del Tempo e con la stessa velocit, poich siamo noi stessi
parte del presente. Se potessimo rimanere immobili nello Spazio assoluto, attraverso il Cor-
so del Tempo, cio rinchiuderci immediatamente in una Macchina che ci isoli dal Tem-
po (eccezion fatta per quel poco di velocit di durata normale di cui rimarremmo
animati per via dellinerzia), ogni istante futuro e passato (constateremo in seguito
che il Passato oltre il Futuro, visto dalla Macchina) sarebbe esplorato in successione,
cos come lo spettatore sedentario di un panorama ha lillusione di un rapido viaggio
attraverso paesaggi successivi.

II. teoria della macchina

Una macchina che ci isoli dalla Durata [7], o dallazione della Durata, invecchiare o
ringiovanire, scuotimento fisico impresso a un essere inerte mediante una successione
di movimenti, dovr renderci trasparenti a tali fenomeni fisici, farceli attraversare sen-
za che ci modifichino o ci spostino. Questo isolamento sar sufficiente ( peraltro im-
possibile realizzarne uno pi perfetto) se il Tempo, superandoci, ci trasmette un im-
pulso minimo, che tuttavia dovr compensare il rallentamento della nostra durata

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abituale, conservata dallinerzia; rallentamento, questo, dovuto a unazione compara-


bile alla viscosit di un liquido o allattrito di una macchina.

Essere immobili nel Tempo significa dunque attraversare (o esserne attraversati senza
subire alcun danno, come un riquadro di vetro lascia passare un proiettile senza in-
frangersi, o meglio come il ghiaccio si riforma una volta che sia stato sezionato con un
fil di ferro e un organismo percorso senza lesioni da un ago asettico) ogni corpo,
ogni movimento o ogni forza il cui luogo successivo sar il punto dello Spazio scelto
dallEsploratore per la partenza della suamacchina per essere immobili.

La Macchina dellEsploratore del Tempo deve:

1 Essere di una rigidit, ovvero di unelasticit, assoluta, al fine di penetrare il solido


pi denso come se si trattasse di vapore estremamente rarefatto.

2 Venir sottoposta alla gravit al fine di rimanere nel medesimo luogo dello spazio,
ma abbastanza indipendente dal movimento diurno della terra per poter conservare
una direzione invariabile nello Spazio assoluto; a mo di corollario: bench pesante,
incapace di cadere se il suolo, nel corso del viaggio, dovesse incavarsi.

3 Non essere magnetica, al fine di non subire linfluenza di rimando (vedremo in se-
guito perch) della rotazione del piano di polarizzazione della luce.

Esiste un corpo ideale che soddisfa la prima condizione: letere luminoso [8], solido
elastico perfetto, poich le vibrazioni donda vi si propagano alla velocit nota; pene-
trabile da qualunque corpo o capace di penetrare ogni corpo senza attrito calcolabile,
poich la Terra vi gravita come nel vuoto.

Ma, ed questa la sua unica somiglianza con il corpo circolare o etere aristotelico, non
ha natura grave; e, girando nel suo insieme, determina la rotazione magnetica scoper-
ta da Faraday.

Ora, un apparecchio molto noto un eccellente modello di etere luminoso, e soddisfa


i tre postulati.

Ricordiamo brevemente la costituzione delletere luminoso. un sistema ideale di


particelle materiali che agiscono le une sulle altre per mezzo di molle prive di massa.
Ciascuna molecola meccanicamente linvolucro di una bilancia a molla i cui bracci di
sospensione sono connessi a quelli delle molecole vicine. Una trazione sul braccio del-

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lultima molecola far vibrare lintero sistema, esattamente come avanza il fronte del-
londa luminosa.

La struttura della bilancia a molla analoga alla circolazione senza rotazione dei li-
quidi infinitamente grandi attraverso aperture infinitamente piccole, o a un sistema
articolato di aste rigide e volani in rapido movimento di rotazione sorretti da tutte le
aste o soltanto da alcune [9].

La bilancia a molla si distingue dalletere luminoso soltanto perch ha un peso e non


gira nel suo insieme, come neppure letere luminoso farebbe in un campo sprovvisto
di forza magnetica.

Se si rendono le velocit angolari dei volani sempre pi elevate, o le molle sempre pi


tese, i periodi dei movimenti vibratori elementari diverranno sempre pi brevi e le
ampiezze diminuiranno progressivamente: i movimenti saranno allora sempre pi
simili a quelli di un sistema perfettamente rigido formato da punti materiali mobili
nello Spazio, che gira secondo la ben nota legge di rotazione dei corpi rigidi che han-
no movimenti inerziali uguali intorno ai tre assi principali.

In sintesi, il perfetto elemento di rigidit il girostato.

Sono note delle porzioni di rame, circolari o quadrate, che contengono un volano in
rapida rotazione su un asse interno. In virt della rotazione, il girostato si mantiene in
equilibrio su qualunque lato. Se spostiamo il centro di gravit poco al di fuori della
verticale del punto dappoggio, gira in azimut e non cade.

noto che lazimut sia langolo compreso tra il meridiano e il piano individuato dalla
verticale del luogo e da un punto dato, per esempio una stella.

Quando un corpo animato da un movimento di rotazione intorno a un asse del qua-


le un punto sia compreso nel movimento diurno del globo, la direzione del suo asse
di rotazione permane invariabile nello Spazio assoluto; in modo tale che per un osser-
vatore coinvolto a sua insaputa nella rotazione diurna, questasse sembra muoversi
uniformemente intorno allasse del globo, esattamente come farebbe un cannocchiale
parallattico costantemente puntato in direzione della medesima stella molto vicina
allorizzonte.

Tre girostati in rapida rotazione, le cui linee dei cuscinetti siano parallele alle tre di-

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mensioni, producono la rigidit cubica. LEsploratore seduto in sella alla Macchina


meccanicamente rinchiuso allinterno di un cubo la cui rigidit assoluta, capace
di penetrare qualunque corpo senza esserne modificato, al modo delletere luminoso.

E abbiamo appena visto che la Macchina sospesa secondo una direzione invariabile
nello Spazio assoluto, ma in relazione con il movimento diurno della Terra, al fine di
avere un riscontro del tempo percorso.

Infine, del tutto sprovvista di parti magnetiche, come si vedr dalla sua descrizione.

III. descrizione della macchina

La Macchina composta da un telaio debano, analogo al telaio dacciaio di una bici-


cletta. Le barre debano sono assemblate per mezzo di manicotti di rame saldati tra
luna e laltra.

I tre tori (o volani dei girostati), nei tre piani perpendicolari dello spazio euclideo,
sono di ebano ricoperto di rame, montati secondo i loro assi su molle di lamina di quar-
zo avvolta a spirale (la lamina di quarzo si fabbrica secondo lo stesso procedimento del
filo di quarzo [10]); le estremit ruotano su cardini di quarzo.

I telai circolari o le forcelle semi-circolari dei girostati sono di nichel. Sotto la sella, un
po in avanti, si trovano gli accumulatori del motore elettrico. Non vi altro ferro nel-
la Macchina oltre al ferro dolce dei magneti elettrici.

Il movimento si trasmette ai tre tori mediante scatole di rocchetti e catene senza fine
di filo di quarzo, avvolte su tre ruote dentate, ciascuna sul medesimo piano di ciascun
toro, e collegate tra loro e a un motore per mezzo di alberi e pignoni angolari. Un tri-
plo freno comanda simultaneamente i tre assi.

Ogni giro del volano anteriore aziona uno scatto, e quattro telai davorio, giustappo-
sti o concentrici, attraverso una carrucola e un filo senza fine, registrano i giorni, mi-
gliaia, milioni e centinaia di milioni di giorni. Un telaio speciale, allestremit inferio-
re dellasse del girostato orizzontale, in relazione con il movimento diurno terrestre.

Una leva, che sinclina in avanti per mezzo di unimpugnatura davorio, su un piano
parallelo a quello longitudinale della Macchina, regola laccelerazione del motore;
una seconda impugnatura, per mezzo di un fusto articolato, rallenta la marcia. Si ve-
dr che il ritorno dal futuro al presente si produce attraverso un rallentamento della

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marcia della Macchina, e la locomozione in avanti nel passato, mediante una velocit
ancora superiore (intesa a produrre una maggiore immobilit di durata) alla marcia in
avanti nel futuro. Perch si arresti in un punto qualsiasi della durata, una leva blocca
il triplo freno.

La Macchina in quiete tangente al suolo in corrispondenza dei telai circolari dei due
girostati; in marcia, poich il cubo girostatico immobile quando in rotazione, o co-
munque fissato alla deviazione angolare che sarebbe determinata da una coppia co-
stante, si libra in azimut sullestremit dellasse del girostato del piano orizzontale.

iv. marcia della macchina

Per via delle azioni girostatiche, la macchina trasparente agli spaz successivi del
Tempo. Essa non dura, e conserva senza durata, al riparo dai fenomeni, il suo contenu-
to. Bench oscilli nello Spazio, bench lEsploratore abbia addirittura la testa allingi,
pure egli vede normalmente e continuamente nel medesimo senso gli oggetti un po
distanziati, poich non ha punti di riferimento, dal momento che tutto ci che vicino
anche trasparente.

Poich non dura, il tempo non trascorre durante il viaggio, per quanto questo sia lun-
go, anche se si fermato al di fuori della Macchina. Abbiamo detto che non dura se non
come un attrito o una viscosit, durata praticamente sostituibile a quella che avrebbe
continuato a subire se non fosse salito sulla Macchina.

La Macchina messa in marcia si dirige sempre verso il futuro.

Il Futuro la successione normale dei fenomeni: una mela sullalbero, cadr; il Pas-
sato una successione inversa: la mela cade dallalbero. Il Presente nullo. una
piccola frazione di un fenomeno. Pi piccola di un atomo. noto che la grandezza
materiale di un atomo sia, secondo il suo diametro, di centimetri 1,510-8. Non stata
ancora misurata la frazione di secondo di tempo solare medio alla quale pari il Pre-
sente.

Come nello Spazio occorre, perch un mobile si sposti, che sia pi piccolo, nel senso
del suo contenente (la grandezza), di questo stesso contenente; cos occorre, perch la
Macchina si sposti nella Durata, che sia minore in durata rispetto al Tempo, il suo
contenente, vale a dire pi immobile nella successione.

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Ora, limmobilit di durata della Macchina direttamente proporzionale alla velocit


di rotazione dei girostati nello Spazio.

Indicato il futuro con t, la velocit spaziale o lentezza di durata, necessaria per esplo-
rare il futuro, dovr essere,v essendo una quantit di tempo:

v< t

Ogni volta chevsi avvicina a 0, la Macchina si rivolge verso il Presente.

La marcia nel Passato consiste nella percezione della reversibilit dei fenomeni. Si ve-
dr la mela saltare da terra nuovamente sullalbero, il morto resuscitare, poi la palla
rientrare nel cannone. Questo aspetto visuale della successione gi noto, in quanto
pu essere ottenuto teoricamente superando la luce, e poi continuando ad allontanar-
si a una velocit costante, uguale a quella della luce. La Macchina, per converso, tra-
sporta lEsploratore con tutti i suoi sensi in piena Durata, e non a caccia di immagini
preservate dallo Spazio. Gli sar sufficiente accelerare la marcia finch il quadrante
che registra la velocit (rammentiamo ancora una volta che velocit dei girostati e len-
tezza di durata della Macchina, cio velocit degli eventi in senso contrario, sono si-
nonimi) segna

v< t

E continuer a una velocit uniformemente accelerata che regoler allincirca secondo


la formula della legge di gravitazione newtoniana, perch un passato anteriore a t
indicato da < t, e per raggiungerlo dovr leggere sul quadrante una cifra equivalen-
te a

v< (< t)

V. il tempo visto dalla macchina

Osserviamo che vi sono due Passati per la Macchina: il passato anteriore al nostro pre-
sente, o passato reale, e il passato costruito dalla Macchina allorch ritorna al nostro
Presente, ovvero la reversibilit del Futuro.

Allo stesso modo, poich la Macchina pu raggiungere il Passato reale soltanto dopo
che ha percorso il Futuro, essa attraversa un punto, simmetrico al nostro Presente,
punto parimenti morto tra futuro e passato, che chiameremo appunto Presente imma-

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ginario.

Il Tempo si presenta cos al nostro Esploratore sulla sua Macchina come una curva, o
meglio una superficie curva chiusa, analoga alletere [aither] di Aristotele. Noi stessi
abbiamo scritto altrove (Gesta e Opinioni, libro VIII) [11], per una ragione di poco dif-
ferente, Ethernit. Losservatore sprovvisto di Macchina vede meno della met delle-
stensione del Tempo, esattamente come un tempo la Terra era vista piatta.

Si deduce facilmente dalla marcia della Macchina una definizione della Durata.

Considerato che la riduzione di t a 0 e di 0 a t, diremo: La Durata la trasformazione


di una successione in una inversione.

Cio:

il divenire di una memoria

Dr. Faustroll

Essere e vivere
* [^]

ubu Ve ne compiacete, signore, bench vi rivolgiate a un grande patafisico.

achras Vi chiedo scusa, signore, come dite?

ubu Patafisico. La Patafisica una scienza che abbiamo inventato, il cui bisogno si
faceva generalmente sentire.**

In principio era il Pensiero? O in principio era lAzione? Il Pensiero il feto dellAzio-


ne, o piuttosto lazione gi giovane. Non introdurremo un terzo termine, il Verbo: ch
il Verbo non altro che il pensiero percepito, da colui che esso abita oppure dai pas-
santi dellesteriorizzato. Eppure dobbiamo osservarlo; poich fatto Verbo, il Pensiero
fissato in uno dei suoi istanti, in una forma in quanto percepita, dunque, non pi
embrione e non pi embrione dellazione. LAzione, occorre che sia in principio
per lo svolgimento degli atti del presente e del passato. Essa era, e sar nei minuti
della durata, per lindefinito discontinuo. Il Pensiero non era in principio, poich
fuori dal tempo: il pensiero che secerne il tempo con la sua testa, il suo cuore e i suoi

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piedi di Passato, Presente e Avvenire. in-s e per-s, e scende verso la morte scen-
dendo verso la durata.

Tanto vale vivere, si risponde a tutti gli idolatri della moda. Lesteven [12], morto in
bellezza volontaria, lo confuti con il tuo balzo scimmiesco; e voi, scheletri che mi an-
nusate con le mitre vescovili dei vostri nasi camusi, non vi curate di simili banalit,
ordinaria e per lo snob e il borghese sferica. Non vivete a dispetto della testimonian-
za dei terrorizzati che vi acclamano quali antichi compagni di viaggio non negatelo,
non vivete, non c niente di male, voi fate di meglio,

voi Siete.

LEssere, infra-sommo dellIdea, in quanto meno comprensivo del Possibile, hypo-


indefinibile. Accontentati, cervello mio dai lobi lucenti, di questa intuizione, la fratel-
lanza dellEssere e dellEternit. LEternit, contrario del Vivere, lo distrugge. Dun-
que anche lEssere, pari dellEternit.

Definiamo ora il suo antipode conclamato, il Vivere.

Vivere atto, e le sue lettere hanno il solo senso del delirio di un coleottero riverso.
Vita uguale azione di succhiare dal futuro attraverso il sifone ombelicale: percepire,
cio essere modificati, rinfilati, rigirati come un guanto parziale; essere percepiti an-
che, vale a dire modificare, protendere tentacolarmente il proprio corno ameboide.
Poich e dunque noto che i contrari sono identici.

Essere, sgravato del ridicolo basto di Berkeley [13], reciprocamente non gi percepi-
re o essere percepito, ma consiste nel fatto che il caleidoscopio mentale iridatosi pen-
sa.

Vivere: discontinuo, impressionismo seriale.

Essere: continuo, poich inesteso (lo 0 non ha componenti di sorta, come non ne ha
neppure ).

Di conseguenza:

Quando lEssere diviene il Vivere, il Continuo diviene il Discontinuo, lEssere sillogi-


sticamente il Non-Essere. Vivere = cessare di Esistere.

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Vivere, ricordiamolo, inteso come vita di relazioni, vita nella cassa di chitarra del
tempo che lo plasma; Essere, vita in s, senza queste forme anortopediche. Vivere il
carnevale dellEssere.

Un vivente interseca la vostra Perennit: verser il vino del suo Tempo nel vostro Cri-
stallo fuori-forma. Non modifica voi possibile che se [14] contrariamente alle cose
note una sola sua porzione vi unge (abitudine forse di Mitridate).

Assimilatelo a voi, affinch il vostro timore cessi.

O che scompaia. Poich lEssere e il Non-Essere sono ben prossimi, accomunati come
sono da un elemento. Insinuato in voi, sar tramutato nella vostra sostanza; espulso
da voi, sar scambiato per la vostra secrezione.

LAnarchia ; ma lidea delude chi si risolve allatto; occorrerebbe lAtto imminente,


quasi asintoto*. (Sempre. E per questo nessunaltra cura oltre alla manutenzione
delle padelle degli Atti) . Vaillant [15], per via del suo nome predestinato volle vive-
re la sua teoria. In vece del Mostro inconcepibile, fu palpabile e udibile la caduta non
crepata di uno dei sonagli del suo gioioso berretto. Eppure fu grande. Bench fosse
contrario allEssere. Poich lEssere migliore del Vivere. Ma casuistica lecita
per glorificare in pace con la mia coscienza il Vivere, voglio che lEssere scompaia, ri-
solvendosi nel suo contrario. Giorni e notti successivi evitandosi destramente, mezzi-
toni, coincidenti, io li aborro; e sogno lascensione scintillante di uno solo dei due.

I miei marchingegni non sono costruiti; ma prima che lEssere scompaia voglio anno-
tarne i simboli e non cimbali, nonostante la rima futura, come dovette scrivere (e
con ragione, lo sapete) la mia penna avvezza al lapsus che per i nipoti fu buon pa-
dre e sposo lo si scolpir sulla sua lapide.

Simboli dellEssere: due Occhi Nittalopi, cimbali in effetti accoppiati, di cromo circo-
lare, poich identico a se stesso;

Un cerchio senza circonferenza, perch inesteso;

Limpotenza dei lamenti di un coro, perch eterno.

ogni assassinio bello: distruggiamo dunque lEssere. Con la sterilit. Ogni organo in
quiete si atrofizza. LEssere genio: non eiacula affatto, muore. Ma le Opere travalica-
no le barriere, per quanto io disdegni di tendere, allorch cadono, grazie alla mia voce

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lansia degli altrui timpani. Con lo stupro; incosciente con il commercio e la frequen-
tazione degli Uomini, la lettura delle Opere e lo sguardo circolare delle Teste. Per
quanto lazione e la vita siano degrado dellEssere e del Pensiero, pure sono pi belle
del Pensiero quando coscienti o no abbiano ucciso il Pensiero. Dunque Viviamo e cos
saremo Signori. Laggi, sugli scaffali, non vivono affatto, ma forse che il loro pen-
siero non recita per loro che solo pu comprendere Genio, sui tre cerchi stridulanti
dellavorio del ventre loro irreale?

Visioni attuali e future


* [^]

Questa la legge della macchia di lebbra sopra una veste di lana o di lino, sul tessuto
o sul manufatto o su qualunque oggetto di pelle: cos che si giudicher se siano
mondi oppure immondi.

Levitico 13, 59

Voi perseguite gli anarchici in blocco, io colpisco la borghesia in blocco, diceva Emile
Henry [16]. Apparente logica orbante di matricola, assurdit guerreggiante conto
lassurdit, ciechi di Nadir-Khouli [17] con borse di dinari, confusi dalla cecit dei
loro randelli. Ciechi per ciechi, preferisco quelli che si aiutano lun laltro per la ter-
minale caduta scivolosa e profonda dei capitelli cattolici nella vasca da bagno di Seso-
stri [18]. Com meglio studiare le congiunzioni! E di fronte al proprio nemico, lo scal-
pello scelto grazie a un indice nellarsenale portato da tre schiavi leporini, tagliargli
saggiamente naso e orecchie Ma il plurale oggi, il duello allamericana, nascon-
dino, folgorante meteora che esplode e scompare, triangolo di una mannaia che i suoi
due bracci rossi riportano a dormire; bascula, oscurit. Meglio della ghigliottina, la
forca, permanente e pi elegante, morti e forche dopo i corvi verminosi, navigazione
aerea; che la Bomba banale e ronzante, la Macchina per Decervellare [19], coram po-
pulo tutte le domeniche per il Signore che russa su un tumulo, nipotina di Moloch
[20] e delle Vergini di ferro [21]. Basta liniziativa di un piccolo Cesare nel suo villag-
gio. Tre servi docili (li preferisco di caucci, perch dopo il servizio, sgonfi, li si ri-
chiude in un cassetto) per battere e lubrificare. Rinnovamento delle arti, il chiocciare
circolare di un organo apposito incanta gli ultimi istanti. Phynanza [22], giusti- e
puri-ficatrice di tutto, scorre da un rubinetto. Il popolare familiare tutto bianco del
cervello ritorna felice e moralizzato da quel democratico spettacolo. Ma let doro

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troppo di l da venire.

Sostituzione, ahim! della Scienza allArte, ed una macchina che compir il Bel Ge-
sto, a dispetto della nostra volont e a dispetto del Dom Juniprien [23] e della sua
Reverenza ben fondata. Si sarebbe almeno certi di ripetere il gesto a tempo e luogo
di suo grado: il breve gesto umano ondeggia e soltanto quel che ne risulta . Con Th.
de Quincey [24] morto il club dei dilettanti dellassassinio perfetto (Society for the
propagation of great Ideas). Secondo lesempio suo, diciamo che lassassinio deve es-
sere esecrato, ma che se si tratta di vederlo interamente perpetrato meglio vederlo
opera darte ragion per cui la Ghigliottina vandalismo paralogico: priva il corpo
(se lo si vuole conservare al muro) del suo sospensorio naturale; riduce a dualit la
tripla guaina di bamb della tripla anima platonica [25], spezza lequilibrio senza epi-
thumiale profitto, forza perduta . Eppure chiss che questa forza non si risolva in
pensiero, e se il sesso del decapitato non abbia coscienza?

Limpiccagione uno dei fini delluomo. Il collo si raggrinza per un porta-Pipe. Ma


chi lavora la schiuma delle onde del mare (calcinandola, com noto, in un calco di
grs chiuso fino a siccit) non ha affatto preso in considerazione le anse delle orec-
chie.

Il Palo (melius est principium orationis [26]) abbandonato segnando il tempo con
paletti graduati. E si sviteranno prossimamente quelli che sono apofisi del carnale e
del prismatico tetto della Sala da vino e di qualcosaltro, che si chiama tetti, come gli
aghi che distendono oltre i loro morti le lingue di camaleonte sui reni delle loro scimi-
tarre, poich attirano il fuoco del cielo.

Le cose obbediscono allora al magnete repulsivo della loro prima destinazione, come
i treni che sono stati addomesticati al modo dei buoi (gi) e dei rinoceronti, mentre
sarebbe stato pi bello lanciarli luno sullaltro in libert in unarena, come lIttiosa-
uro e il Megalosauro. Non sarebbe stato forse meglio ingrandire, per insufflarne le
amache, le gole degli Onocrotali [27]?

Presto o tardi peraltro li si sostituir con pi pratici apparecchi locomotori. Poich


altrettanto assurdo voler muovere tutto sulla nostra terra rotonda con una meccani-
ca circolare [28] (non si tratta di imitare lorbe, bens Cartesio) piuttosto che fiorire,
perch uomini, in cappelli antropomorfi:

del bastone da fisica [29]:

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Fallo sradicato, non fare simili balzi! Sei una ruota la cui sostanza sola sussiste, il dia-
metro del cerchio senza circonferenza che crea un piano ruotando intorno al suo pun-
to medio. La sostanza del tuo diametro un Punto. La linea e la sua ampiezza sono
nei nostri occhi, ammiccando di fronte alle striature dorate e verdi di un becco da gas
falloide [30].

Il ciclo un pleonasmo: una ruota e la superfetazione del parallelismo prolungato


delle manovelle. Il cerchio, finito, si desueta. La linea retta, infinita nei due sensi, gli
succede. Non fare simili balzi, semi-cubista sulluno e laltro polo del tuo asse e del
tuo s! Il cavaliere ti frena (sospeso se lo desidera, come Cardano [31] tra i tuoi fianchi
lasciamo il disco qualche secolo ancora agli accessor e alluomo) e continua la suc-
cessione dei tuoi equilibr momentanei, nel senso del moto (se lo spettatore si trova
alla tua destra, e ancora la tua destra e la tua sinistra nella seconda met della tua cor-
sa) delle lancette di un orologio.

Tu concili il discontinuo della marcia e il continuo della rotazione astrale; a ogni quar-
to di ciascuna delle tue rivoluzioni (che le si voglia misurare o no) fai una croce su te
stesso. Sei santo, sei lemblema del bocciolo della generazioni (se cos fosse, tuttavia,
saresti maledetto, Borghese), ma della generazione spontanea, vibrione e volvox le
cui immagini giroscopico-successive svelano ai nostri occhi, ebbene troppo puri, la
tua scissiparit, e che proietta lontano dai sessi terrestri il riso cerebrale del tuo sper-
ma madreperlato fino allo strascico dove i filari di indipendenti pinzette di cinesi Ga-
stronomi illustrano la Vergine lattea.

Cos cantammo quel giorno, quando non parlammo affatto delle nostre malthusiane
Macchine [32], n dellAutoclave, n della Digitale, e neppure del pinza-porco [33].

(La Macchina nata dalle ceneri dello schiavo e differenzier i suoi servi organi
istintivi per la serva intelligenza, marca dellintelligenza dispotica, di un negro dietro
lAnticristo, cosa che lApocalisse non ha detto).

Secondo un principio affatto diverso, la locomozione di questi servitori di caucci, ge-


nericamentepalotini, i soli

Perfetti per chi vuole che la sua Volont si erga a legge sovrana. Sono

Meccanici, eppure non si risollevano per la quiete come

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Esseri animati, in serpentine casse di latta, domenicalmente

Aperte. E hanno

Una volont propria, parallela pi in l prolungata

Rispetto alla volont del loro signore. Hanno

Almeno quattro onecchie [34], sulle quali il polo

Esercita svariati influssi

Di declinazione, e parimenti dinclinazione. Hanno

Soltanto pinne piccole, e grandi

Piedi piatti sonori. Nella massa li si riconosce dalla pronuncia: il vocabolo

Spesso proferito: Hon, sinnioore! e la transizione

Comequalmente ne consegue. Ben prima di Ravachol [35] ne esistevano alcuni Esplosivi


per la sola forza di volont. Il che spiega come mai lo Stato, per le prigioni o il Museo
non mai stato in grado di procurarsene uno vivo.

La rapidit della loro corsa uguale o superiore a quella delle Mummie che inseguo-
no il loro doppio. Nei casi disperati, sanno morire in questo schematico dialogo:

la coercizione esteriore: Siete in arresto.

il palotino: Hon, sinnioore!

Esplosione dagli effetti gemelli

......................................
......................................

Richiudete questo libro dalla copertina autunnale, per oggi abbiamo finito. La Patafi-
sica la scienza di questi esseri e marchingegni attuali o futuri con la Facolt dellUso
loro (discipulus) [36] Definizione della scienza Divulgata, prima di arrampicarsi
sugli arcani inverbali Disc. Voglia lo spirito che questo Divulgato sia compreso
dal pi ignaro, fosse anche il Cavaliere che si lagna di come si imbottisce misericor-

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diosamente di paura che non vi sinfranga e non vi si rompa lo smeriglio irregolare


dei suoi violetti denti ghiotti Vostra statua vivente di ebano lucente e di smeraldo
adamantino, e le pustole coralline del triangolare dio dei Giardini.

Ciclo-guida miran illustrata


* [^]

Si apprende che le figure geometriche, quando le linee loro siano prolungate allester-
no, costruiscono altre figure dotate di propriet simili e di maggiori dimensioni; ep-
pure luomo si reso conto piuttosto tardi che i suoi muscoli potevano muovere, per
pressione e non pi per trazione, uno scheletro esterno e locomotore, da preferirsi in
quanto non abbisogna dellevoluzione nei secoli per trasformarsi secondo la direzio-
ne della maggior forza impiegata.

I Rosny [37] hanno gi chiamato il ciclo un nuovo organo; soprattutto un prolunga-


mento minerale del nostro sistema osseo, ed quasi infinitamente perfettibile, poich
nato dalla geometria.

In questa Guida, i Sigg. Miran e E. Cousturier si sono rivolti ai ciclisti passeggiatori pi


che viaggiatori, ai quali segnalano una serie di escursioni fattibili in mezza giornata,
un giorno tuttal pi, o nei pressi di Parigi oppure, per ferrovia, nei dintorni di citt
rinomate per grazia o bellezza. Bench preferiamo a questo turismo di siti e monu-
menti, senza comune misura, lemozione estetica della velocit nel sole e la luce, allor-
ch le impressioni visive si succedono con una rapidit tale che se ne trattiene la sola
risultante e, soprattutto, si vive e non si pensa, pure non possiamo far altro che glori-
ficare questo libro, serie di itinerari pratici con una profusione di fotografie molto bel-
le di tutti i siti, dalla porta di Suresnes fino alla Cattedrale di Chartres. Presenta il
vantaggio di indicare le comodit degli alberghi e dei ristoranti, non secondo la loro
affiliazione allUnione Ciclistica di Francia o al Touring Club di Francia, ma in base
alla personale esperienza degli autori. In conseguenza di questo sistema, per (ed
lunica critica che facciamo), questi si limitano al percorso che attraversa le citt e i
villaggi che hanno visitato, e ignorano, ad esempio, alla data di pubblicazione della
Guida, il percorso che attraversa Rueil secondo il sig. A.-F. Herold [38], in cui si evita-
no tutti i sampietrini, al contrario dellitinerario comunque prezioso proposto dal
Touring Club.

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Incidenti ferroviari
* [^]

Per via di un curioso istinto atavico, le folle sentono ancora oggi linesplicabile biso-
gno di ammassarsi in luoghi chiusi e di aspetto noioso, nel modo in cui luomo prei-
storico trovava rifugio nelle caverne. Laffluenza dei viaggiatori ai vagoni ferroviari ,
di questa tendenza, il vestigio pi facile da studiare. Sfortunatamente, questi soggetti
bizzarri e impulsivi sono spesso vittime di un ritorno alla barbarie let del ferro,
del resto, non un progresso notevole rispetto a quella della pietra e nella collisione
avvenuta di recente si estinto un gran numero di esemplari di questa specie di tro-
gloditi. La civilt circostante ormai troppo avanzata per lasciar proliferare molti di
questi folli o disperati. Ch non forse cosa da folli o disperati lasciarsi benevolmente
rinchiudere in gabbie munite di ruote, alla merc di gente che non ha altro intento se
non quello di trascinarvi chiss dove, a gran velocit, su percorsi intenzionalmente
complicati in modo che si intreccino nel maggior numero possibile di punti?

I pedoni investitori
* [^]

Lopinione pubblica si commossa in occasione della corsa automobilistica Parigi-


Berlino [39], per lincidente che segue: in una delle citt neutralizzate, un bambino di
dieci anni ha inteso attraversare la strada al sopraggiungere di un veicolo che proce-
deva alla velocit piuttosto moderata di dodici chilometri allora, rimanendo ucciso
sul colpo.

Si tratta, a nostro avviso, di una cosa eccellente, per le ragioni che ora esporremo. I tu-
risti in bicicletta o in biciclo, nellanno 1888 o 1889, erano insultati in lingua abbaiata,
morsi e incitati alla caduta, finch i cani, come oggi possiamo constatare, non presero
labitudine di scansarsi, come al passaggio di una vettura, cos anche di fronte al nuo-
vo apparecchio locomotore. Completata leducazione canina, i frustini e gli altri stru-
menti destinati in quei tempi remoti alla difesa del ciclista hanno potuto aggiungersi
agli smonta-pneumatici dellet della pietra.

Lessere umano adulto ha poi imparato, bench con maggiore lentezza rispetto al suo
compagno quadrupede, a lasciar passare il rapido veicolo. Luomo a piedi non si am-
massa pi sulle piste ciclabili, mentre vi si riscontra ancora piuttosto comunemente la

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presenza dellorso, nei pressi delle roulotte dei nomadi, e una volta vi incontrammo
perfino, a dispetto dei regolamenti, un cavallo sormontato da un ufficiale francese.

Lessere umano in giovane et, il bambino, poich bisogna chiamare le cose con il loro
nome, si esercita al coraggio delle guerre future attraversando la strada, per bravata,
davanti a cicli e automobili. Osserviamo che, seguendo lesempio di certe popolazioni
selvagge, che manifestano il loro valore mostrando il didietro al nemico, bench abi-
tualmente non sia esercitata troppo vicino al nemico, il bambino si diverte a correre
questo rischio soltanto quando il pericolo ancora distante, cio quando il veicolo
non sopraggiunge troppo rapidamente. Lincidente della Parigi-Berlino accaduto
logicamente, a causa dellassurda idea di neutralizzare le citt. anzi un fatto
straordinario che un solo bambino, e non diecimila persone che hanno raggiunto da
tempo quella che si conviene di chiamare et della ragione, non abbiano sgambettato
davanti ai corridori che avessero dato loro il tempo di farlo. Per altri versi, si osserve-
r che nessuna collisione si prodotta sulla strada, percorsa alla velocit di circa cen-
to chilometri allora.

Aggiungiamo, per giustificare il nostro titolo, che il pedone corre un rischio minore
rispetto al ciclista o al guidatore: si espone a una semplice caduta dalla sua propria
altezza e non alla proiezione da un veloce apparecchio, n alla rottura di questo stes-
so prezioso apparecchio. Quindi, fino al giorno in cui la follia che consiste nel lasciar
circolare la gente a piedi senza autorizzazione, targa, freno, campanello, tromba e fa-
nale non sar finita, dovremo sconfiggere questo pericolo pubblico: il pedone investi-
tore.

Conclusione del pedone investitore


* [^]

Un regolamento in corso di elaborazione al fine di dare un freno al pedone investi-


tore. Nellintento di documentarci pi ampiamente sullargomento, ci siamo esposti
alla sua ferocia, montando un eteromobile. Il pedone, osservato in tenera et, si con-
formato da ogni punto di vista, quanto al suo modo di procedere, alla descrizione che
ne abbiamo dato.

Concluso lesperimento, poich non avevamo pi bisogno di lui, lumanit ci ha inve-


stito del dovere di metterlo fuori uso.

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Ecco, crediamo, qualche prescrizione del futuro regolamento gi in vigore in diversi


comuni (larticolo quarto applicato universalmente):

Articolo primo

Il permesso di circolazione del pedone potr essere richiesto esclusivamente dai mi-
nori: bambini, donne e uomini che non abbiano ancora svolto il servizio militare.
noto che questultimo sia stato istituito principalmente per inculcare nelluomo i pri-
mi rudimenti dellandare a piedi.

Articolo secondo

Il pedone che abbia let richiesta o sia munito di regolare autorizzazione, provvisto
dei regolamentari apparecchi di segnalazione sar (ispirandosi alla legge che in In-
ghilterra regola la circolazione delle vetture prive di cavalli) preceduto, alla distanza
di cinquanta passi, da un agente del Genio Civile, giurato, che agiter una bandiera o
un fanale rosso, e seguito, alla stessa distanza, da un agente di ronda che agiter a sua
volta freneticamente una bandiera o un fanale verde.

Articolo terzo

Il pedone in tenera et, per via del legittimo sospetto che sia propenso a velocit esa-
gerate, sar ammesso sulle strade, stanti le condizioni suddette, soltanto se tenuto al
guinzaglio.

Articolo quarto

Una sola bandiera collettiva sar sufficiente per i pedoni intruppati; tuttavia, poich
necessario che la pubblica sicurezza non sia compromessa da una tolleranza tanto
ampia, la truppa in questione dovr essere preceduta da una musica rumorosa a suf-
ficienza da essere udibile alla distanza di cinquecento metri: ciascun individuo, inol-
tre, dovr essere munito di un segnalatore a detonazione.

Psicologia sperimentale del gendarme


* [^]

Alcuni recenti fatti privati ci hanno permesso di osservare da vicino qualche belle-
semplare di questorgano prensile della societ, il gendarme. Le condizioni del nostro

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commercio con loro furono eccellenti, bench tali da presentarceli sotto una luce trop-
po favorevole: non eravamo affatto detenuti nelle loro mani, ma anzi lautorit supe-
riore li aveva affidati alle nostre, con un pretesto qualsiasi, ai fini di un esperimento.

Sorvoleremo rapidamente sulla morfologia esteriore di questi militari, da ogni punto


di vista conforme, in grande, alle ben note effig in forma di marionetta, destinate a
educare lo spirito dei bambini. Occorre notare che unamministrazione avara non per-
mette loro, quando sono in servizio, di indossare il maestoso tricorno, a danno del
loro prestigio tradizionale. Citeremo il detto di dubbio gusto prima se ne sente
lodore, poi li si vede al solo fine di trarne un insegnamento filosofico: in realt, con-
siderato linfimo numero di esemplari disponibili capita che ve ne siano cinque per
otto comuni non li si vede mai. E con questo si intendiamo i malfattori, che pure
sono i loro compagni naturali.

Quanto al loro linguaggio, non vi abbiamo rilevato alcuna straordinaria prolissit di


avverbi.

Non pretendiamo qui di far altro che porre le basi di una breve psicologia del gendar-
me, come gi in parte abbiamo fatto con quella del militare e del magistrato. Bisogna-
va prevedere che labitudine, contratta nel corso di lunghe generazioni, di seguire le
tracce di ogni crimine e delitto o, meglio, di una quantit ristretta e catalogata di cri-
mini e delitti, abbia forgiato loro uno stato danimo speciale, ormai ben definito e di-
venuto proprio della loro specie. Si tratta dunque di un momento propizio per sonda-
re questi oscuri cervelli. Quel che vi accade, stando alle nostre osservazioni, sorpren-
der forse luomo onesto: rispetto alluomo onesto, il gendarme interpreta infatti
unazione legalmente cattiva in modo diverso. Cattiva indica per lui soltanto il fatto
che in tal caso deve svolgere i suoi servizi remunerati, ovvero, in termini pi chiari,
ogni cattiva azione per lui buona, poich gli d da vivere.

Eccoci dunque indotti a mettere allindice gli infami desiderata del gendarme: nel suo
paese di Bengodi nessun cittadino andrebbe a caccia se non nei periodi di sospensio-
ne e, beninteso, senza permesso, nessuno pescherebbe se non servendosi di mezzi
vietati, lo stupro sarebbe pratica molto ricorrente e quotidiana e lassassinio la forma
pi diffusa delle relazioni sociali. Tuttavia, malgrado le nostre esortazioni intese a ot-
tenere confidenze precise, ci sembra che il gendarme aspiri in modo tuttora confuso a
questa felicit futura, e non riusciamo a trovare altra spiegazione se non il suo pecu-
liare disinteresse. Pertanto, osa approvare lassassinio soltanto quando non ne trae al-

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cun vantaggio, vale a dire quando autorizzato dalla legge. Esempio: il caso di legit-
tima difesa. Il gendarme si rallegra del fatto che il borghese massacri il malandrino
che ha appena scavalcato il suo muro di cinta, ma per uno scrupolo bizzarro, il mede-
simo gendarme detesta lidea che siano messe a morte le persone che camminano lun-
go il lato esterno del medesimo muro. Raccomandiamo allora un metodo nuovo e
conciliatore, che consiste semplicemente nel portare allinterno della propriet le vitti-
me che ci si dati la pena di procurarsi fuori.

I gendarmi a cavallo vanno generalmente a piedi per due ragioni: la prima, quella che
ci hanno rivelato e che ci sembra frivola, che altrimenti sarebbero costretti ad affida-
re ad altri le cavalcature quando ricevono un invito a bere; la seconda, che molto
spesso, quando vanno in coppia, si accompagnano allo zio delluno o dellaltro, ben-
ch si dia il caso che nessuno dei due abbia uno zio. In effetti questo il nome che
dnno allamico che li segue per profittare delle varie occasioni di rinfrescarsi la gola.
Lo scelgono con cura, che sia di aspetto miserabile, in modo che lo si possa agevol-
mente contrabbandare come un pendaglio da forca, e affetto dalla mania di andare in
giro con le mani dietro la schiena. Fanno in modo di camminargli a lato, con disinvol-
tura, e grazie a questo innocente stratagemma ottengono, attraversando i villaggi, e
senza scontentare nessuno, lacclamazione popolare. Abbiamo osservato prima che la
cattura di un malfattore autentico fuori discussione: luniforme si vede da molto
lontano e bisognerebbe che il gendarme fosse in abiti civili. Ma allora smetterebbe di
essere un gendarme, e non avrebbe pi una psicologia.

Appendice al gendarme
* [^]

Certe comunicazioni di estremo interesse, tanto pi se si considera la distanza dei


paesi da cui ci provengono, rendono doverosa una breve aggiunta alla psicologia del
Gendarme. incauto affermare, ci scrivono dalla Polonia, che i pennacchi tengano
miserabilmente lo zio nel mezzo per via di una premeditazione malevola. Sono mossi
piuttosto da considerazioni di ordine estetico e da un lodevole istinto di simmetria. In
effetti, due gendarmi uno accanto allaltro e un Onesto Gentiluomo che camminasse
accanto a loro sarebbe cosa priva di senso, barocca e sconsiderata, tale da turbare il
buon gusto. Un Onesto Gentiluomo tra due gendarmi promosso dun tratto allin-
degnit di Disonesto Gentiluomo ecco la pura saggezza e lequilibrio, e in qualche
sorta limmagine concreta della bilancia della Giustizia. Mai pi recriminazioni, dun-

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que, per i cosiddetti arresti arbitrari.

Alcune ricerche, basate sullanalogia, in merito a questo gusto per la simmetria, ci


conducono a considerazioni delle quali, a malincuore, siamo noi stessi costretti ad
ammettere lirriverenza: liberate sul boulevard due Tenenti e un Capitano: fatalmen-
te, irresistibilmente, con una precisione infallibile e ammirevole, non tarderanno affat-
to, dopo qualche oscillazione, a orientarsi verso ci che chiameremo il senso piramida-
le, i tre galloni al centro, i due tenenti a sinistra e a destra. Se li si pone innanzi a una
distanza propizia, la pi conveniente molto precisamente di sei passi a un gruppo
di semplici sottoposti, il solo Capitano saluter, o almeno lo far per primo, e la sua
mano sar come il coronamento di un intero edificio, per lestasi dellosservatore.
Qualora si disponga di un solo Tenente, questi si disporr senzaltro a sinistra. I no-
stri esperimenti non sono stati abbastanza prolungati da consentirci di verificare se
tale sistema si orienti verso nord-ovest o verso qualche altro punto cardinale.

Questo fenomeno di orientamento pu essere facilmente spiegato nei termini della


meccanica: pare a prima vista che i due gradi inferiori si raggruppino simmetrica-
mente rispetto al superiore obbedendo a un intento onorifico. Ma se cos fosse, biso-
gnerebbe ammettere che lo stesso avvenga anche negli altri casi di simmetria, cio che
i gendarmi si dispongano ai lati del loro zio per un identico desiderio di fargli pia-
cere. Si tratta di unipotesi assurda, e la sola conclusione possibile che le forze si rag-
gruppino intorno a una forza superiore in tutti i casi, posto che tali casi non sono pi
di due: questa forza superiore va nello stesso senso oppure in senso contrario. Le ob-
bediscono nel primo caso, nel secondo le oppongono resistenza. Moralmente, la di-
fendono o lattaccano.

Questo processo da ogni punto di vista compatibile con la vilt dellessere umano e
rende universale la sagacia del Signor Prudhomme [40] a proposito della sua spada,
o, in altri termini: quel che ha detto della sua spada particolare vero per tutte le spa-
de.

La scadenza nel suo rapporto con il suicidio


* [^]

Lettori posati, pratici e cpidi attendono da lunghi mesi, avendo visto il titolo nostro
di Speculazioni, che sia delucidata da parte nostra una volta per tutte qualche questio-
ne finanziaria. Il che non avvenuto dal primo gennaio quando, bibliografando su

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queste pagine Leconomia politica pura del signor Lon Walras [41], abbiamo tratteggia-
to una teoria della fabbricazione della moneta fiduciaria in regime di libera concor-
renza, operazione definita con irriverenza dallo Stato falsa moneta, a meno che non
sia perpetrata dallo Stato stesso.

Esamineremo oggi il meccanismo di un fenomeno commerciale periodicamente attua-


le, la scadenza, e, per essere pi precisi, lo studieremo dal punto di vista esclusivo del
suo rapporto con il suicidio.

Larte drammatica ha reso popolare lidea che il galantuomo, in occasione delle mede-
sime date in cui ordinariamente si pregia di svuotare le sue casse tra le mani di un in-
serviente delegato dalla Banca, su convocazione da inviarsi con anticipo di tre mesi, si
sottrae talvolta, e senza motivo evidente quanto alle conseguenze, a tale incontro me-
diante il suicidio. Poich si sempre constatato che in tali circostanze il pi delle volte
la cassa si trovava a essere vuota, ha acquistato credito lopinione secondo cui il sud-
detto galantuomo si sarebbe ucciso perch non poteva far fronte alla sua scadenza.

Spesso, dunque, i due fenomeni coesistono la scadenza e il suicidio e possiamo


fondatamente servirci, quale comune misura, di uno di essi, il suicidio, che comporta
il vantaggio matematico di essere ben noto agli esperti di statistica, come sappiamo,
perch si verifica ogni anno in quantit costanti.

Ora, la cifra annuale dei suicid, in ogni paese in cui si trovino commercianti e scaden-
ze, non che sensibilmente costante. Se si osserva la curva dei suicid di ogni sorta, vi
si scorgeranno irregolarit simili tra loro, e distanti secondo i numeri 5, 15, 25, 30, che
altro non sono se non i quinti del mese dedicati alle scadenze. Inoltre, secondo i me-
desimi intervalli, il vertice delle sinusoidi coincide curiosamente con la curva degli
assassin seguiti da furto.

La conclusione chiara come il sole: linserviente della banca, la cui sorte ha impieto-
sito a torto i filantropi e perfino la gente nata per ridere, gli umoristi; linserviente del-
la banca, dicevo, nei giorni che saranno dunque precisamente il 5, il 15 ecc. inizia a
compiere il suo dovere professionale fino in fondo, cio a raccogliere loro rilasciando
in cambio gli effetti di cui portatore. Ma in seguito ed allora che si scatena la sua
iniziativa personale! in seguito: fa un buco in testa al commerciante,si riprende gli
effettie, divenuto in tal modo legittimo proprietario delloro, riporta la ricevuta alla
Banca, a dimostrazione del fatto che la somma non stata pagata.

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Ordinariamente la Banca ha la mansuetudine di non perseguire il commerciante, se


non quanto alla sua posterit, in considerazione del fatto che si spossessato fino alla
rovina e, mediante il suicidio, fino al disonore, il che corrisponde a uno dei modi so-
cialmente ammessi, bench fraudolenti, di rimanere un galantuomo.

Cinegetica dellomnibus
* [^]

Delle specie diverse di grandi primati e pachidermi non ancora estinti sul territorio
parigino, nessuna, senza tema di smentita, riserva emozioni e sorprese al cacciatore di
pelli pi dellomnibus.

Certe Compagnie si sono riservate il monopolio della caccia; a prima vista non ci si
spiega come possano prosperare: la pelle dellomnibus priva di valore e la sua carne
non commestibile.

Esiste un gran numero di variet di omnibus, a distinguerli per il colore; ma si tratta


di differenze puramente accidentali, dovute allhabitat e allinflusso dellambiente. Se
il pelo del Batignolles-Clichy-Odon, per esempio, presenta una sfumatura che ri-
corda quella dellenorme rinoceronte bianco, il borel dellAfrica meridionale, non
si devono cercare altre cause che non siano le migrazioni periodiche dellanimale.
Questo fenomeno di mimetismo non pi anormale di quello che si riscontra nei
quadrupedi delle regioni polari.

Proporremo una divisione pi scientifica, in due variet la cui permanenza ben


nota: 1 quella che confonde le proprie tracce; 2 quella che lascia una pista visibile.
Le tracce di questultima sono straordinariamente ravvicinate, come se fossero pro-
dotte da movimenti di rettazione, e simili, tanto da poterli scambiare, allincavo pro-
dotto dal passaggio di una ruota. I naturalisti discutono ancora per stabilire se la pri-
ma variet sia pi antica, o se piuttosto non sia tornata a una forma di esistenza pi
selvaggia. fuor di dubbio, in ogni caso, che la seconda variet sia pi stupida, poi-
ch ignora larte di confondere le tracce; ma e questo spiegherebbe il fatto che anco-
ra non stata sterminata del tutto in tutta evidenza anche pi feroce, a giudicare
dal grido che mette in fuga gli uomini al suo passaggio, ingenerando il panico e la
ressa, e che regge il confronto solo con quello dellanatra o dellornitorinco.

Poich la pista dellanimale pu essere individuata con grande facilit, facilit decu-

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plicata dalla curiosa abitudine che ha lanimale di seguire sempre lo stesso cammino
nel corso delle sue migrazioni periodiche, la specie umana ha potuto escogitare delle
trappole mortali disposte sul suo percorso. Con un istinto sorprendente, tuttavia, la
pesante massa, arrivata nel punto del pericolo, ha sempre fatto dietro-front e si ri-
messa in marcia stando attenta, questa volta, a confondere le tracce facendo coincide-
re la pista con le orme precedenti.

Altre trappole sono state sperimentate, simili a capanne disposte sul cammino, molto
simili a quelle che si utilizzano per la caccia in palude. Bande di gagliardi risoluti si
imboscano in attesa che passi lanimale: di solito questultimo li schiva e fugge, non
senza mostrare segni di furore con uno sfregamento della pelle posteriore, blu come
quella di certe scimmie e fosforescente di notte; si tratta di una smorfia che imita mol-
to bene, con righe bianche, la grafia della parola: completo.

Qualche esemplare della specie, tuttavia, si lasciato addomesticare: obbedisce con


una docilit accettabile al suo mentore quando questi d il comando di avanzare o
fermarsi tirando la coda. Questa appendice presenta poche differenze rispetto a quel-
la dellelefante. La Societ per la protezione degli animali ha ottenuto al modo in cui
si adopera un carretto per sostenere la coda adiposa di certe pecore del Tibet che
quella dellomnibus sia protetta da una maniglia di legno.

Questa misura di riguardo del tutto sconsiderata, perch gli esemplari selvaggi di-
vorano gli uomini, che attirano incantandoli alla maniera dei serpenti. In seguito a un
complicato adattamento del loro apparato digerente, espellono le loro vittime ancora
in vita, una volta assimilate le particelle di rame che ne hanno potuto estrarre. La pro-
va che vi digestione, che lassorbimento di contanti in superficie lepidermide
dorsale minore della met esatta rispetto allassimilazione interna.

Conviene forse accostare a questo fenomeno quella sorta di gioiosa scoreggia, dal
suono metallico, che precede invariabilmente il loro pasto.

Alcuni vivono in uno strano commensalismo con il cavallo, che pure sembra per loro
un pericoloso parassita: la sua presenza, in effetti, caratterizzata da una rapida per-
dita della potenza di locomozione, che invece considerevole negli individui sani.

Nulla ci noto dei loro amori, se non che come certe piante il cui polline trasportato
dalluna allaltra grazie agli insetti che vi penetrano, si riproducono per corrisponden-
za.

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La legge francese sembra considerare questi grandi primati come animali nocivi, poi-
ch non prevede sospensione alcuna della caccia per un periodo di fermo.

La risoluzione aviatoria
* [^]

Uno dopo laltro i var Santos-Dumont [42]hanno attratto lattenzione sulla locomozio-
ne aerea. Occorrer notare che nessuno di questi apparecchi tenta di imitare da vicino
il meccanismo del volo degli uccelli. Ma abbiamo motivo di credere che nessuno si sia
reso conto della vera ragione per cui non bisognava affatto imitarlo. Ora, per poco
che si voglia riflettere sulla questione, si constater che il meccanismo del volo degli
uccelli tanto rudimentale che, se produce qualche risultato, lo fa a dispetto di tutte
le leggi meccaniche: le ali degli uccelli che si possono rappresentare schematicamen-
te come due triangoli dal vertice opposto fanno leva sullaria soltanto a destra e a
sinistra, tralasciando per una buona met il supporto ancora disponibile, che si esten-
de davanti e dietro. Per altri versi, se si concepisce unala circolare, che comprima sen-
za perdite latmosfera tutto intorno al corpo per sollevarlo, laviatore che ne fosse do-
tato sarebbe per due volte pi efficace di un uccello. Ora, lo strumento in questione
alla portata di chiunque: il parapioggia, la cui applicazione al volo appena abbozza-
ta nel paracadute. noto che il paracadute sia sostenuto dallaria che comprime. Si
supponga dunque che un motore lo arresti con violenza: laria sar compressa mag-
giormente, e lapparecchio si sollever tanto pi facilmente quanto minore la resi-
stenza che incontra in questo stato di semi-quiete. Lo si pu facilmente immaginare
palpitante, disteso e poi contratto, come la medusa si muove in mare. La valvola del
paracadute prevista per leccesso daria avrebbe delle ramificazioni in forma di stec-
che fabbricate con tubi dacciaio, il cui orifizio, chiuso o aperto, permetterebbe di mo-
dificare la direzione.

Se poi questa invenzione possa percorrere pi chilometri allora di un Santos-Du-


mont un parapioggia chiuso somiglia molto a una freccia!

ippomobilismo
* [^]

Ci capitato di scalare il corso del Trocadero a bordo di un tram ippomobile al fine di


osservarne il funzionamento. Lapparecchio, tirato da due cavalli, era preceduto da

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un terzo che incedeva senza tirare: in un primo momento non abbiamo potuto indovi-
narne limpiego. Qualche istante dopo, tuttavia, come pare accada di frequente, il vei-
colo destinato a procedere in salita scendeva invece, suo malgrado, allindietro con
moto uniformemente accelerato, trascinando i tre solidunguli. Il cocchiere, dallalto
del seggio, era del tutto impotente, e in preda a quella vertigine provocata dalla rare-
fazione dellaria, ben nota agli alpinisti, che si riscontra a quote elevate. Ma il primo
cavallo, mostrando un istinto sorprendente, si rannicchi sul suo didietro, improvvi-
sando cos un freno efficace.

Comprendiamo adesso perch, nelle strade scoscese che volentieri frequentano, quali
capre di montagna o camosci, gli omnibus, dal canto loro, con lodevole prudenza, si
dotano di un cavallo di rinforzo: a volte in salita, ma sempre in discesa, poich soltan-
to in questultimo caso indispensabile.

Il tempo nellarte
* [^]

Signore e Signori,

Vi senza dubbio, in questa esposizione degli Indipendenti, dove ci troviamo, pi di


unopera che durer, che sar eterna o quanto meno, secondo lespressione consacra-
ta, che si far beffe dellinsulto del tempo. Che resti tra noi, lespressione consacrata
non eccellente, e non si vede come un quadro possa piegarsi dal ridere fino a far sal-
tare la tela e rompere i lacci al fine di prolungare la propria durata. Comunque sia, far
s che la propria opera sia fuori dal tempo, credo che questa sia lambizione dellarti-
sta, che si tratti di un pittore, di un letterato, di uno scultore, di un architetto o di un
musicista. Ora, poich per le sue creazioni larte non ha migliore attestazione di meri-
to se non laffrancarsi dal tempo, forse non ozioso esaminare quale sia il rapporto
che il tempo intrattiene con larte.

Tutte le arti attingono al tempo la materia che trattano. Come noto, vi una sola dif-
ferenza tra le arti plastiche pittura, scultura e la letteratura, almeno secondo quan-
to insegnano i professori di filosofia. Si tratta del fatto che la letteratura ha lobbligo
di far sfilare in successione e uno per uno gli oggetti che descrive: se un romanziere
intende parlare, ad esempio, di un uomo, di una pecora e di un albero, non li presen-
ter simultaneamente a lettore, bens uno dopo laltro, ovvero questuomo, questal-
bero e questa pecora. Per converso, in un quadro lo spettatore abbraccia con un colpo

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docchio un numero di oggetti simultanei tanto grande quanto al pittore piacque met-
terne insieme.

Pertanto il quadro o la statua colgono e fissano un momento della durata. Scelgono


un movimento tra i movimenti, naturalmente il pi plastico, lo immobilizzano e lo
circondano di accessor che erano, nel corso del gesto, alla portata del gesto stesso, e
lo completavano. La leggenda dellamoglie di Loth [43] non altro, secondo ogni evi-
denza, che linvenzione della prima statua. LEterno ha operato, in quella circostanza,
come un vero artista: ha scelto, per fissarla, la posa che avrebbe svelato lemozione
pi intensa, dunque la pi estetica: quella della donna divorata dalla curiosit, da un
timido desiderio e dalla disobbedienza e dal terrore improvviso di fronte allincendio
di Gomorra. Allora lEterno ha detto: Attenzione, non muovetevi!.

Se la statua di sale non si conservata per arricchire i musei moderni, molte scene di
epoche trascorse, pi o meno altrettanto antiche quanto questavventura della moglie
di Loth, hanno fornito temi allestro dei pittori o dei romanzieri. La ricostruzione sto-
rica sempre stata motivo di seduzione, come pretesto per delle opere darte. Il colo-
re particolare o la forma bizzarra dei gioielli antichi affascinano il pittore, come le pa-
role delle et scomparse sembrano allo scrittore tanto pi sonore ed espressive quan-
to pi risultano incomprensibili, perfino a lui. Egli interpreta che il loro senso si scu-
rito nella notte dei tempi.

Alla questione della ricostruzione o, come dicono alcuni, della verit storica, mi sem-
bra che si possa rispondere con grande semplicit, basta ricordare un quadro noto e
ammirevole, La strage degli Innocenti di Brueghel il Vecchio.

Di questo quadro, loriginale di trova a Vienna, ma se ne pu ammirare una copia


meticolosa di Brueghel il Giovane al museo di Bruxelles. La scena rappresentata si
svolge, com noto, al tempo di Erode, allincirca duemila anni or sono. Lartista non
si dato pena di cercare quali fossero le divise e i dettagli delle divise dei soldati di
Erode duemila anni or sono. Ha semplicemente illustrato il fatto: una soldataglia che
massacra dei bambini. Come sfondo, non ha cercato altro che le strade di una citt
fiamminga che conosce bene; con una sublime mancanza di vergogna, ha steso sulla
sua tela un cielo brumoso del nord e un tappeto di neve. Mercenari, con la loro lama,
infilzano al suolo freddo i marmocchi riversi. Madri e padri col capo chino supplica-
no il borgomastro, che incede a cavallo circondato da alabardieri. Certi militari che
hanno lavorato abbastanza o vogliono ritemprarsi un po, bevono seduti su panche,

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davanti a una locanda. Il terrore considerevole di un marmocchio in fasce, brutalmen-


te strappato alla madre, lascia tracce sulla neve. Queste tracce orrorose riescono gioio-
se allo spettatore, perch siamo al paese delle kermesse. Una donna ha trovato rifugio
in una casa insieme ai suoi figli, e i soldati sfondano la porta con il calcio dei loro mo-
schetti.

Moschetti o fucili al tempo di Erode, ebbene, non mi pare che vi siano inconvenienti
particolari. Brueghel ha rappresentato lo sfondamento di una porta con il calcio di un
fucile, perch ha ritenuto che il calcio di un fucile fosse lo strumento pi adatto alla
bisogna. I soldati di Erode non avevano fucili? Che importa, avrebbero dovuto aver-
ne. In un caso simile, poich siamo di fronte al genio del pittore, il pittore che ha ra-
gione.

Allo stesso modo, gli antichi incisori su legno rappresentano cannoni allassedio di
Troia: forse che le loro opere guadagnerebbero di molto se vi avessero rappresentato
della catapulte? I pittori gotici raffigurano, nelle loro crocifissioni, ai piedi della Cro-
ce, nelle sembianze delle Sante Donne o degli Apostoli, i committenti del quadro, loro
contemporanei, e i notabili della citt si compiacciono della rassomiglianza dei loro
amici. Questo non ha forse lo stesso valore del tentativo di avventurarsi a ricostruire
la fisionomia dei personaggi della leggenda sacra che non hanno mai visto?

Non v dubbio, per concludere in merito al quadro di Brueghel, che ogni pittore mo-
derno, beninteso se il suo genio pari a quello dellantico maestro, potrebbe realizza-
re il medesimo orrore tragico supponendo una Strage degli Innocenti ai giorni nostri e
ovunque gli piaccia, sulla Place de lOpra, ad esempio. Qualche brigata centrale non
sarebbe forse pi malvagia, o meno malvagia, degli alabardieri del pittore fiammin-
go. Si obietter che le uniformi degli antichi mercenari erano pi ricche di colori e pi
pittoresche. Ma non vi forse colore ovunque il pittore sappia vederlo?

Il massacro dei bambini si rinnova peraltro, a grandezza naturale, in tutte le guerre,


come nella pi recente. uno degli sport preferiti del militare sistemare, come un ber-
saglio, i bambini sul seno della madre per poi staccarli a colpi di fucile. Il tiratore sa-
rebbe naturalmente squalificato se colpisse la madre, il che prova che nellesercito
sempre viva lantica galanteria francese.

Osserviamo, dato che ci troviamo a parlare di gesta militari, come i romanzi storici di
Sienkiewicz [44], il romanziere polacco, sono molto pi interessanti del tanto celebra-
to Quo Vadis. Semplicemente, Sienkiewicz ha descritto nei romanzi eroici fatti che se

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non sono contemporanei almeno non necessitano sforzo alcuno di ricostruzione. Sta-
nislas Podbipieta, il boia che si affligge per tre teste allineate e il signor Zagloba, il
buon bevitore, sono dei polacchi piuttosto simpatici.

Un argomento in favore della ricostruzione storica, tuttavia, vale la pena di esaminar-


lo: si d il caso che un certo mobile, uno strumento o unarma antica inducano un ro-
manziere a modificare la descrizione, o un pittore la composizione, di tutta una scena.
Rammentiamo limmagine strana e molto bella che abbiamo trovato nelle rivelazioni
mistiche di Catherine Emmerich [45]; il testo dei Vangeli dice, credo, che la testa di
San Giovanni Battista fu portata non su un vassoio, come si traduce di solito, bens
letteralmente: su un disco, in disco. Catherine Emmerich interpreta che la testa fu por-
tata su una specie di cesoia circolare a forma di disco, strumento mostruoso, che era
servito a tagliarla.

Ma osserveremo che limmaginazione di Catherine Emmerich ad aver suggerito


lidea di quellarma fantastica. Bisogna passare in rivista un certo numero di utensili
dei tempi antichi per scoprirne qualcuno che sia davvero diverso dai nostri. Gli india-
ni, i greci e i romani avevano, nessuno lo ignora al giorno doggi, cappelli, sandali,
abiti e parapioggia, o almeno parasole, piuttosto simili a quelli del nostroxxsecolo, e
cosaltro faceva la Fortuna, sulla sua ruota, se non andare in monociclo?

possibile, certo, che tuttavia oggi si attribuisca agli utensili di quelle genti, piuttosto
simili ai nostri, un uso del tutto diverso. Ne abbiamo la prova ogni giorno non certo
a proposito di oggetti antichi, bens di oggetti esotici con la paccottiglia del Giappo-
ne. Vi sono tazzine giapponesi che ci sembrano fatte apposta per mettervi la cenere
delle nostre sigarette. Nientaffatto. In Giappone si usano per bere il sak, che una
specie di alcol, non molto forte peraltro.

Unobiezione pi seria sarebbe questa: vi sono civilt, mode e oggetti scomparsi,


come sono scomparsi gli animali preistorici. importante che larte sia documentata
se vuole riprodurre gli ambienti perduti. Nella civilt contemporanea, un cittadino di
Parigi non ritrover le emozioni del suo avo delle caverne, in lotta con il grande orso,
il mammut o il rinoceronte dellet della pietra. Ma queste emozioni, non le hanno
forse provate tutti aspettando al varco, ad esempio, imboscati, nei pressi di una ca-
panna alluopo prevista come per la caccia in palude, il passaggio di un omnibus?
Quale disperazione non ci ha colmato quando il cornac [46] dellomnibus ha fatto
proseguire quel grosso animale tirandolo per la coda, che in effetti molto simile a

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quella di un elefante? Lanimale emette un grido discordante, da ogni punto di vista


simile a quello dellanatra o dellornitorinco, e fugge mostrando la sua scontentezza
con un raggrinzamento della sua pelle posteriore, blu come quella di certe scimmie e
fosforescente di notte, cosparsa di striature bianche che rappresentano perfettamente
la grafia della parola: completo.

Insomma, lopera darte fa perfettamente a meno della nozione di tempo: la preoccu-


pazione di ricostruire unepoca non ha altro effetto se non quello di ritardare il mo-
mento in cui essa si affrancher dal tempo, cio sar eterna nella gloria. Se si vuole
che lopera darte divenga eterna un giorno, non forse pi semplice, liberandola dai
lacci del tempo, renderla eterna gi adesso?

Libro-strenna: il calendario del postino


* [^]

Il millenovecentotr appena iniziato. Potrebbe facilmente accaderci di non compren-


dere limportanza di questa demarcazione se var artifici non vi mettessero ordine.
Un tempo i bambini potevano egualmente non capire con quale intento morale si im-
piccassero certi malfattori; allora si frustavano, magistralmente, i ragazzini, e se non
ne capivano la ragione, quanto meno se ne ricordavano. Secondo un metodo pedago-
gico simile, una quindicina di giorni prima dellavvento dellanno futuro, i postini ce
ne hanno consegnato la segnalazione a stampa, e per fissare la nostra attenzione, non
si sono congedati prima di averci sottratto un qualche obolo.

I filosofi hanno dibattuto a lungo la questione: pu luomo pensare senza fare ricorso
alle parole? Sembra che oggi la biologia ne sia venuta a capo. Haeckel [47] differenzia
luomo, il catarenano orientale dalla scimmia muta (alalus) in quanto la sua laringe
si ammorbidita in modo particolare. La scoperta non nuova: Omero non separa il
sostantivo uomini dal suo epiteto dalla voce articolata, come se ai suoi tempi si
trattasse di una facolt acquisita di recente. La parola, luomo avrebbe scritto Buf-
fon [48], se non fosse stato ben al corrente del fatto che si rivolgeva a persone civiliz-
zate. La sua definizione, per come lha formulata, rimane esatta, perch si d forse il
caso che il semplice alalismo differisca dallo stile, quando lo stile realizzato, pi
che dalla semplice parola?

Un problema parallelo il seguente: pu luomo vivere senza fare ricorso alle date?
La durata cosa troppo trasparente per essere percepita se non colorata da qualche

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divisione.

Si mai osservato che tutti gli eroi sono morti giovani, se si contano i loro giorni se-
condo la moda umana? Alessandro e Napoleone hanno avuto tre o quattro conce-
diamo anche venti o trenta punti di riferimento nella loro carriera, poich non pre-
stavano attenzione ad altro che a questi. Un gigante conta di Himalaya in Himalaya.
Bouvard e Pcuchet [49] hanno avuto centomila anniversari sensazionali, poich tutto
sembr loro pretesto per un anniversario. nota lillusione ottica: di due rette uguali,
se ne divide una in un certo numero di segmenti, e questa sar per locchio la pi
lunga. Il valore di un blasone dipende dai suoi quadranti, che, come noto, possono
essere molto pi di quattro.

C a Lione un orologio [50] che segna i secoli. Ogni cento anni, la lancetta si sposta di
un grado esattamente come i minuti dei nostri quadranti pneumatici. I borghesi che
hanno assistito a questo spettacolo tornano a casa colmi di elevazione.

Con altrettanta solennit, dunque, il millenovecentotr iniziato: ci accingiamo a fare


ancora una volta il giro del sole! Crediamo ciecamente a questo vecchio concetto
astronomico, anteriore ad Aristotele e respinto da Aristotele, della rotazione della ter-
ra. Ci si immaginati di riscoprirlo in seguito. La terra rotonda per noialtri pedoni.
Una setta americana proclama che sia concava: a parte lesplicazione geometrica che
possiamo immaginare, certo che per losservatore che la guardi un po pi dallalto,
laeronauta, la terra concava

Lunica verit attuale questa: lo spazio e il tempo non sono altro che forme Ninon
de Lenclos [51], ottuagenaria e adolescente, consultando il suo specchio, con sincerit,
direbbe al suo almanacco: Tu menti!

La passione considerata come corsa in salita


* [^]

Barabba, invocato, dichiar la resa.

Lo starter Pilato, azionando il suo cronometro ad acqua o clessidra fu cos che si ba-
gn le mani, a meno che non vi avesse semplicemente sputato diede il via.

Ges part a tutta birra.

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A quei tempi usava, stando al buon redattore sportivo san Matteo, flagellare alla par-
tenza gli sprinter ciclisti, come i nostri cocchieri fanno con i loro ippomotori. La frusta
nel contempo uno stimolante e un massaggio igienico. Quindi Ges, in buona for-
ma, part, ma lincidente al pneumatico avvenne subito. Un tappeto di spine perfor
tuttintorno la ruota anteriore.

Ai giorni nostri si pu constatare come somigliasse a una vera e propria corona di spi-
ne presso i fabbricanti di cicli, che la affiggono come pubblicit dei pneumatici indi-
struttibili. Di certo non lo era quello di Ges, un semplice tubolare del tutto ordinario.

I due ladroni, che se la intendevano, presero terreno.

falso che vi fossero chiodi. I tre che figurano in certe immagini sono gli attrezzi per
smontare i pneumatici, detti un minuto.

Occorre per, innanzi tutto, dar conto delle cadute. Per cominciare, dedichiamo dun-
que qualche parola alla descrizione della macchina.

Il telaio uninvenzione relativamente recente. Fu nel 1890 che comparvero le prime


biciclette dotate di telaio. Prima di allora il corpo della macchina era composto da due
tubi incrociati perpendicolarmente luno sullaltro. Si trattava della cosiddetta bici-
cletta a corpo retto o a croce. Quindi Ges, dopo lincidente del pneumatico, scal il
pendio a piedi, prendendo in spalla il suo telaio o, se si vuole, la sua croce.

Incisioni dellepoca, basate su documenti fotografici, riproducono la scena. Sembra


per che lo sport ciclistico in seguito al ben noto incidente che pose sgradevolmente
fine alla corsa della Passione e che, quasi in coincidenza dellanniversario, lincidente
simile del conte Zborowski riporta agli onori della cronaca sembra che questo sport
sia stato vietato per un certo periodo, con decreto prefettizio. Il che spiega come mai
nelle riproduzioni della celebre scena che si trovano nei giornali illustrati figurino bi-
ciclette di pura fantasia. Si confuse la croce del corpo della macchina con quellaltra
croce, la forcella dritta. Ges fu rappresentato con le braccia aperte e le mani sul ma-
nubrio. Osserviamo a tale proposito che Ges pedalava disteso sul dorso, al fine di
contrastare la resistenza dellaria.

Osserviamo anche che il telaio, ovvero la croce della macchina, come certi cerchioni
moderni, era di legno.

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Si insinua da parte di certuni, a torto, che la macchina di Ges fosse un velocipede,


strumento piuttosto inverosimile in una corsa di montagna, in salita. Secondo gli anti-
chi agiografi ciclofili, santa Brigida [52], Gregorio di Tours e Ireneo, la croce era muni-
ta di un dispositivo detto suppedaneum. Non certo necessario un esperto per tra-
durre: pedale.

Giusto Lipsio, Giustino, Bosius e Erycius Puteanus descrivono un altro accessorio che
ritroviamo ancora nel 1634, come riporta Cornelius Curtius, in certe croci del Giappo-
ne: una parte prominente della croce, ovvero del telaio, di legno o cuoio, che il ciclista
inforca: evidentemente il sellino.

Queste descrizioni, peraltro, non sono pi infedeli di quelle che i cinesi dnno oggi
della bicicletta: piccolo mulo che si conduce per le orecchie e procede a suon di pe-
date.

Abbrevieremo il racconto della corsa, riportato nei dettagli in varie opere specialisti-
che, ed esposto dalla scultura e dalla pittura in monumenti ad hoc: sul durissimo pen-
dio del Golgota ci sono quattordici curve. Fu alla terza che Ges cadde per la prima
volta. Sua madre, in tribuna, si allarm.

Lottimo gregario Simone di Cirene, la cui funzione sarebbe stata, se non si fosse veri-
ficato lincidente delle spine, quella di tirare e di prendere il vento, port allora la
sua macchina.

Ges, bench non portasse niente, sudava. Non sicuro che una spettatrice gli abbia
deterso il volto, ma certo esatto che la reporter Veronica abbia preso unistantanea
con la sua kodak.

La seconda caduta avvenne alla settima curva, su un pav sdrucciolevole. Ges scivo-
l per la terza volta, su un paracarro, allundicesima.

Le cortigiane dIsraele agitarono i fazzoletti allottava.

Il deplorevole incidente che sappiamo avvenne alla dodicesima curva. Ges era, in
quel momento, testa a testa con i due ladroni. Sappiamo anche che continu la corsa
come aviatore ma questo ci porta fuori tema.

Parigi-Madrid. ricordi della strada

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* [^]

Il barone di Sze-Coat [53] si asciug una lacrima, seccandola senzaltro involonta-


riamente con la cenere del sigaro che scrollava via con lunghia e che gli era finita in
un occhio, e, cedendo alle sollecitazioni dei convitati muniti di liquori, disse: S, si-
gnori, iscritto con il numero trecentoquindici, ma stando in testa fin dal primo chilo-
metro, ancora in vista della frontiera spagnola covavo lillusione della vittoria. La mia
duecentossessanta cavalli scivolava via senza sforzi, oziosamente, se mi passate lesp-
ressione, come in un sogno. Mi dispiaceva perfino, desideroso comero di mettere alla
prova le eccellenti qualit del motore, che il gran re avesse escluso dal circuito, con
intenzioni peraltro certamente lodevoli, i Pirenei. Va bene per un sovrano incoraggia-
re lautomobilismo, ma che diavolo!, preserviamo i siti!

Un mormorio dapprovazione si propag.

Tuttavia, riprese Sze-Coat lo spettacolo della celebre catena montagnosa defunta


vale il viaggio. Prima di arrivare in vista di quel panorama sensazionale fui avvisato
di spingere la manetta che apre lanima dellartista alle emozioni estetiche dal consi-
glio del Touring Club letto su una targa blu Attenzione! Discesa pericolosa segui-
to dal disegnino in bianco di un canale di scolo.

Perch la storia ha ragione: i Pirenei non ci sono pi, ma nel luogo da cui furono di-
velti, naturalmente, c un buco, un canale di scolo piuttosto profondo. I colli di
una volta, invece, si riconoscono da questo segno, poich adesso sono picchi scoscesi.
Le nevi eterne mantengono la loro bianchezza.

Tuttavia, il rombo, dietro di me, del motore del temibile professionista Annul [54]
junior (iscritto con il numero 101) mi distolse dalle delizie della contemplazione del
sito.

Allora, letteralmente, la velocit fu ebbrezza [55].

Ebbrezza la parola giusta, perch non avevo certo da mangiar polvere, e presto la
strada si offr al mio sguardo da un nuovo punto di vista.

Gli alberi e i cumuli di sassi filavano in senso inverso rispetto alla mia corsa, ai due
lati della mia auto, almeno a centocinquanta chilometri allora, quasi fossero intenti a
stabilire per conto loro un record allincontrario: Madrid-Parigi.

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Levidenza si imponeva: se quegli oggetti filavano, io ero in panne: odiosa evenienza!

E gli scoppi della macchina di quellanimale di Annul che non smettevano di avvici-
narsi!

Inoltre scoprii qualcosa di peggiore: un pedone allorizzonte, nel bel mezzo della stra-
da, che in virt di qualche miracolo si precipitava allindietro verso di me, a quella
velocit, che non era pi la mia, di centocinquanta chilometri allora.

Lauto sarebbe andata in pezzi!!!

Siamo futi! urlai al mio meccanico.

Il didietro dello straordinario pedone urt lavantreno con un rumore flaccido: lauto,
non so come, gli mont sulle spalle (sale molto bene le coste). Non fui pi sorpreso
quando luomo a piedi declin le sue generalit:

Strongfort [56], Strongfort in persona, disse Si-Beve-Senza-Sete-LOstacolo [57].

E il ben noto atleta aggiunse:

Pesa meno quando lanciata in corsa che non quando ferma.

Lasci che Annul guadagnasse un vantaggio di due minuti, poi cortesemente depo-
se la mia auto a terra.

Il barone concluse:

Lavrete indovinato, signori, Strongfort era stato assoldato dallo sponsor del mio
solo serio rivale, il professionista Annul junior.

Ed ecco perch, signori, non fui il vincitore.

Lauto popolare
* [^]

La signora Folla, quella piccolina che si pregia di scimmiottare i grandi, ha appena


gustato, a prezzi modici per tre soldi le gioie che procura lo sport dei ricchi: lauto-
mobilismo. Come se fosse, che so io, il conte Zborowski [58], si fatta dono del suo

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piccolo scompiglio: la catastrofe del metr [59].

I nostri figli sanno che nei negoz si vendono piccole ferrovie perfettamente riprodot-
te con stazioni, gallerie e, al prezzo di un supplemento minimo, anche con catastrofe
inclusa.

Il modello con catastrofe inclusa larticolo di lusso, delicato da maneggiare.

La signora Folla, al gran completo dei suoi elementi costitutivi proletari, lavoratori,
piccoli commercianti in pensione, patentati di vario genere e altri miserabili non sa
ancora come comportarsi in occasione di una catastrofe. Non muore tutta dun pezzo.
La sua natura quella dellIdra di Lerna e nei vermetti che nascono dalla fatta di coni-
glio, detti che la ragione sia questa oppure no vermi del terriccio. Quando vi si
cammina sopra, si ritorce e va in pezzi.

Il pezzo che non era completamente arrostito ha anche urlato: da parte della Folla
un gesto davvero poco decoroso, ma tanto efficace, e tanto francese, che ha sbito ri-
preso il controllo della situazione e ha reclamato i suoi tre soldi.

La cupidigia dei sopravvissuti ha una spiegazione: i tre soldi servivano per scrivere
alla famiglia.

Non una lettera, ma una cartolina illustrata, con listantanea dellincidente.

Essere stati quasi morti, il tutto naturalmente senza averlo fatto apposta, come bere
un caff corretto, vi mette in una certa posizione nel quartiere e di fronte alla vostra
portinaia.

Vi mette anche in lizza per ottenere una parte delle piccole somme sempre inviate in
casi simili, attraverso i giornali, da donatori generosi e non anonimi al fine di allevia-
re gli infortun pi importanti.

Non credevate di essere tanto interessanti.

Si pu anche avere la medaglia del salvataggio. Salvarsi la pelle non vuol dire forse
salvare quella di un cittadino francese e se il cittadino in questione anche un Gallo
quella di una folla di piccoli cittadini futuri? Non pu esserci il salvataggio di s
stessi, come c il suicidio?

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Poich la si scampata, ci si trova nella condizione di spirito, eccellente, del vecchio


eroe che narra le sue campagne.

C di buono, negli incidenti di metr, treni, tram, ecc., che come le guerre dnno
sfogo al miserabile eccesso di popolazione.

Il panico, provocato dunque utilmente dalle cure giudiziose dellamministrazione del


metr, d soddisfazione al pubblico ponendo rimedio, per qualche tempo, al sovraf-
follamento dei vagoni.

Chi dunque il non molto raccomandabile idiota che diceva che letimologia della pa-
rola metr deriva dal verbo mettere con laggiunta di un avverbio di quantit?

Ciononostante, per aumentare ancora la soddisfazione del pubblico, il cappellano del


metr, ovvero, per chiamare le cose con il loro nome, il metropolita, prodigava lest-
rema consolazione ai morenti e associati.

cosa notevole che il borghese candido, che non pu impedirsi un brivido nel vedere
come il garzone dei giornali si fa strada in bicicletta nellincastro delle vetture, affidi
senza esitazioni i suoi giorni preziosi alla ferrovia, al metr o ad ogni altro mezzo di
trazione meccanica.

Dal momento che si tratta di una Compagnia di ingegneri con la supervisione


dello Stato che crea ricchezza

Dover pagare, di persona, per entrare, gli d sicurezza. Devessere una cosa seria.

E poi non sa costruire volte, lui, n fare il conducente del tram. Vietato attraversare i
binari. Il capo vettura, come un Giove tonante, brandisce la folgore del cortocircuito.

Lonesto borghese, si scusi la sua ignoranza, fa affidamento sulla gente esperta.

Quanto a lui, non un esperto, ma quando ogni sabato sera si sforza, con laiuto di
sua moglie, di farsi un erede, dice: Lo mandiamo al Politecnico.

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stato un bene che alcuni di questi esseri siano morti dasfissia, ma ahim in numero
troppo ristretto, grazie a un sistema che richiama perfettamente, come abbiamo visto,
quello dellecatombe dei cani al canile.

Un ignoto ufficiale fornaio ha proposto di praticare un foro sul soffitto del metr, sen-
zaltro perch vi fosse un buon tiraggio.

La raffinatezza di questa bestialit selvaggia non ci sembrata affatto indispensabile.

Asfissiati, daccordo; arrostiti, si tratta forse di una spesa inutile.

Ricordiamo con piacere, per dare fondamento alla nostra quiete, che questi fatterelli
si sono verificati, insomma, nelle fogne, qualche metro al di sotto dei nostriwc.

Bisogner forse inventare il metr aereo?

Lettere a guillame apollinaire


* [^]

27 ottobre 1903

Mio caro amico,

sono io senza scuse per non avervi scritto prima. Lepisodio dellmo e della triglia
me ne aveva dato la tentazione, ma poi la mia naturale pigrizia ha avuto la meglio
Credo che quando due letterati provano della simpatia reciproca, un incontro avviene
sempre, anche senza corrispondenza postale.

Sono gi sei mesi che ho messo da parte per voi un Cesare-Anticristo [60], bench il li-
bro non sia particolarmente importante; ritrovare il primo atto mi costato una gran
fatica. Ma adesso ce lho, ed tutto completo.

Vi ringrazio di aver pensato a me per Le Festin dEsope [61]. Una rivista fondata da voi

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non pu che interessarmi. Forse sarebbe il caso (per ora non mi muovo pi da Parigi,
tranne domenica prossima, da sabato a luned vado al Coudray) di incontrarci per
prendere accordi sulla lunghezza di quella copia Ho anche scoperto il biliardo coi
birilli, che mi procura una gioia paradisiaca.

Vostro

Alfred Jarry

7, rue Cassette

II

1 luglio 1904

Mio caro amico,

proprio una disdetta che non si riesca mai a incontrarci. Il vostro telegramma lho
ricevuto a giro di posta, come una lettera, quando mi trovavo in campagne lontane, e
volevo proprio scrivervi. Per fortuna sar a Parigi per un giorno, e anche se gi in
mattinata dovrei ripartire mi piacerebbe molto chiacchierare un po. Vorreste venire
oggi alle cinque (cos avremo pi tempo), al caf du Rocher, di fronte alla statua di
Danton?

Se siete libero anche pi presto nel pomeriggio o se preferite che ci si veda da qualche
altra parte, ritelegrafatemi pure.

Con grande amicizia,

A. Jarry

7, rue Cassette

III

Luglio 1904

Mio caro amico,

mi rincresce infinitamente di non aver fatto in tempo allappuntamento (sono arrivato

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al caf alle sette e mezzo). Sono stato trattenuto a una lettura di Pantagruele [62]: pe-
raltro adesso la cosa va piuttosto bene. Vi devo mille scuse, e le devo anche a me stes-
so perch in quel caf avremmo potuto fare una magnifica partita di biliardo. In setti-
mana dovrei sbarazzarmi dellopera pantagruelica fino al momento delle prove, e
vi scriver due righe.

A. Jarry

IV

1 agosto 1904

Caro amico,

se per caso, come spero, queste righe vi giungono in tempo, riuscireste a passare ver-
so le cinque e mezzo al caf du Rocher? Costellato degli ori del Figaro e del sig. Fa-
squelle, sarei felice di condurvi, a mia volta, in un ristorante dove si beve Chteau-du-
Pape e in quel caf dove si gioca a biliardo coi birilli.

Dico alle cinque e mezzo perch devo essere al Figaro prima delle sette. Ma penso che
per voi un viaggio tanto breve non sia un problema.

Cordialmente

A. Jarry

Ottobre 1904

Caro amico,

ahim, ricevo il vostro cortese invito troppo tardi! al rientro da un secondo viaggio a
Le Grand-Lemps, dove stavolta sono rimasto soltanto dieci giorni. Torno in rue Cas-
sette passando da Le Coudray.

A Le Grand-Lemps ho imparato nuovi giochi di biliardo.

Tra breve sar a Parigi.

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A presto, penso, e con amicizia

Alfred Jarry

VI

22 aprile 1905

Caro amico,

Sono tornato alla mia tenuta di Le Coudray allindomani di quella cena e stasera vado
in Bretagna, ma torner al pi tardi tra otto giorni. Sarebbe molto gentile da parte vo-
stra se poteste tenere il revolver [63] che vi ho prestato, me lo restituirete al mio ritor-
no. Ci vedremo certamente da Austin. Penso che le folli emozioni di quella serata non
abbiano lasciato unimpressione sgradevole alla padrona di casa.

Molto cordialmente

A. Jarry

VII

28 luglio 1905

Caro amico,

vi chiedo mille volte scusa. Non sono mai a Parigi, ho trovato luned il vostro invito
per domenica, e marted vado in Bretagna dai miei zii di Lamballe, anche se soltanto
per tre o quattro giorni. Domenica prossima dovrei essere gi di ritorno; sto facendo
costruire una torre tremenda in riva alla Senna e spero proprio che potrete venire alla
festa quando i lavori saranno ultimati. A presto, dunque

Alfred Jarry

psHo ancora il vostro libro, Storia del principe C.E. e della principessa F***.

VIII

Aprile 1906, venerd, alle 5

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Caro amico,

mille scuse per domani, sabato. Vado in campagna con Vallette [64] alle 11, ma per
pochi giorni. A presto, spero: potremo fare quella magnifica spedizione da Rousseau.
Avrei dovuto pranzare con lui mercoled, ma sono stato tanto occupato da non trova-
re il tempo. Ho appena finito il romanzo greco [65].

Con grande amicizia,

A. Jarry

Ho ancora quel libretto, Storia del principe ecc.: a vostra disposizione.

note al testo
* Linteau, estratto da Les Minutes de sable mmorial, Editions du Mercure de France, Pa-
ris 1894, pp. i-ix.

[1] . Chiave di volta della frase letimologia dellavverbio trs, altrimenti comune-
mente usato in francese per la formazione del superlativo, che proviene dal latino
trans come il prefisso italiano tra- (traboccare, tradurre ecc.) in cui si sovrappone an-
che ultra. Dunque al di l del bello. Dpart (comunemente partenza) da inten-
dere nel senso di commiato, congedo, nuovo avvio (cfr. lomonima poesia di A. Rim-
baud).

[2] Allusione al detto timeo hominem unius libri (temo luomo che ha letto un solo li-
bro) attribuita ora a San Tommaso ora a SantAgostino.

[3] Nelledificazione del suo sistema filosofico, Cartesio (1596-1650) insiste particolar-
mente sullimportanza dellenumerazione e dellordinata successione delle idee. La
settima delle sue Regul ad directionem ingenii, ad esempio, prescrive Per portare a
compimento la scienza, occorre che il pensiero percorra con moto ininterrotto e conti-
nuo tutti gli oggetti che appartengono al fine che esso vuole perseguire, e che in se-
guito li riassuma per mezzo di unenumerazione metodica e acconcia.

[4] Il Metodo dei residui del filosofo ed economista britannico John Stuart Mill (1806-
1873) permette di mostrare con certezza che A causa di a se linsieme ABC
antecedente ad abc, ed noto che B causa di b e che C causa di c. Date

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queste condizioni, consegue infatti per residuo che A causa di a.

* Docteur Faustroll, Commentaire pour servir la construction pratique de la machine ex-


plorer le temps, Mercure de France,110, febbraio1899, pp. 387-396.

[5] Georg Friedrich Bernhard Riemann (1826-1866), fisico e matematico tedesco. Alla
base dei suoi stud vi era la formulazione della geometria ellittica (o della superficie
della sfera), che come gli altri modelli di geometria non-euclidea si fonda sulla ne-
gazione del quinto postulato di Euclide e afferma che, dati un punto e una retta non
passante per esso, non esiste alcuna retta passante per il punto dato e parallela alla
retta data. La formulazione del primo modello di geometria non-euclidea invece di
Nikolaj Ivanovic Lobacevskij (1792-1856). Nellenunciazione della sua geometria iper-
bolica il matematico russo sempre negando il quinto postulato afferma che su un
piano, per un punto dato passano due parallele a una retta. La linea geodesica, infine,
corrisponde alla distanza pi corta tra due punti di una superficie sferica o ellissoida-
le.

[6] La nozione di Durata trov proprio in quegli anni la sua pi acuta espressione nel
Essai sur les donnes immdiates de la conscience (1889) di Henri Louis Bergson (1859-
1941), in cui viene nettamente distinta dal concetto di Tempo, come qualit interiore
non esprimibile attraverso misurazioni quantitative che la coscienza coglie nella sua
fluidit originaria; da qui il tempo liquido evocato nel testo. Jarry, che di Bergson
fu allievo al liceo Henri iv, nel periodo 1891-1892, affermer ne LeSurmle: il tempo si
misura dal numero degli avvenimenti che lo riempiono e lo dilatano (A. Jarry, Il su-
permaschio, trad. it. di G. Agamben, es, Milano 1991, p. 131).

[7] La concezione che sta alla base della Macchina del Tempo di Jarry, fondata sulli-
potesi di una Durata isolata dal Tempo, riconducibile alla nozione di sistema isola-
to in elettro-magnetismo e al classico modello della gabbia di Faraday.

[8] Augustin-Jean Fresnel (1788-1827) propose di indicare con il termine etere il


mezzo elastico attraverso il quale si supponeva che si propagassero le onde luminose.
Aristotele stesso ritiene che la luce sia unattivit dei mezzi trasparenti: non per
delletere, bens di ci che il filosofo chiama diafano. Letere invece secondo Ari-
stotele lelemento costitutivo del mondo celeste, caratterizzato specificamente dal
moto circolare.

[9] William Thomson (1824-1907), insignito del titolo di Lord Kelvin, propose nellar-

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ticolo On a Gyrostatic Adynamic Constitution for Ether ( 1-6, Comptes Rendus, 16


settembre 1889; 7-15, Proceedings of the Royal Society Edinburgh, 17 marzo
1890), qui citato da Jarry, un modello meccanico inteso a illustrare le ipotetiche pro-
priet delletere, cio elasticit e rigidit massime e capacit di non opporre resistenza
alcuna ai corpi che lo attraversano. Kelvin ne realizz un prototipo, che espose in al-
cuni incontri pubblici di divulgazione scientifica, costituito da quattro assicelle dispo-
ste a formare un tetraedro, da molle e da una coppia di girostati che ruotavano in sen-
so reciprocamente contrario.

[10] Di filo di quarzo la camicia del dottor Faustroll (A. Jarry, Gestes et opinions du
Docteur Faustroll, pataphysicien, libro I, cap. ii).

[11] Jarry allude allVIII libro dal titolo Ethernit, posto a chiusura di Gesta e opinioni
del dottor Faustroll, patafisico, che contiene insieme alle due lettere a Lord Kelvin i pro-
legomeni a ogni patafisica futura. Questo passo indica che Jarry gi nel 1899, anno in
cui scrive il Commentaire, stesse completando detto libro che le fonti pi accreditate
dnno per ultimato solo nel 1901.

* Etre et vivre, Echo de Paris, 23 aprile 1893 e successivamente LArt littraire, 3-4,
marzo-aprile 1894.

** A. Jarry, Ubu cocu, atto I, scena iii (1897; Ubu cornuto).

[12] Louis Lesteven (1861-1894), assassino e sobillatore, si precipit da una finestra


per sfuggire allesecuzione.

[13] Secondo lempirismo radicale di George Berkeley (1685-1753), lessere di tutto ci


che non dotato di intelletto, ovvero delle cose, si riduce allessere percepito (esse
est percipi) e reciprocamente, per i soggetti dotati di facolt conoscitiva, si risolve nel
conoscere, cio nel percepire idee. Per via della negazione dellesistenza assoluta
delle cose e della materia, che sono oggetto di studio delle scienze, e dunque anche
della scienza degli epifenomeni, Berkeley si pu considerare un avversario della pa-
tafisica.

[14] La traduzione ricalca qui loriginaria anomalia grammaticale.

[15] Auguste Vaillant (1861-1894), anarchico francese autore di un attentato dinami-


tardo alla Camera dei Deputati il 9 dicembre 1893. Jarry allude al significato letterale

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del cognome (valente).

* Visions actuelles et futures, LArt littraire, n.s., 5-6, maggio-giugno 1894, pp. 77-82.

[16] Emile Henry (1872-1894), anarchico francese, autore di due attentati dinamitardi.

[17] I 50 ciechi o i dnari di Nadir Khouli un racconto persiano tradizionale, ispirato al


generale persiano Nadir Khouli (1736-1747).

[18] Qui Jarry si riferisce alla vasca da bagno delle donne nel complesso urbano del
Fayyum in Egitto, edificato dal faraone Sesostri ii, altrimenti noto come Seshemtawy
ii.

[19] Il decervellamento (decervelage) era una pratica goliardica cui Jarry sottoponeva i
suoi condiscepoli ai tempi del liceo: dopo averli assoggettati con la forza, riproduceva
lesecuzione simbolica spiaccicando una carota lessa al muro. In unaltra finzione,
quella scenica di Ubu Roi, atto III, scena ii (1896; Ubu re), i nobili della corte polacca
vengono via via gettati dallingombrante tiranno Ubu attraverso uninfernale botola
negli scantinati del palazzo dove subiscono il decervellamento per opera di bizzarri
marchingegni quali il pinza-porco e la camera-da-soldi.

[20] Nella tradizione ebraica (libro di Enoch), angelo decaduto condannato da Dio
alla perenne vita sulla terra. In antichi culti fenici e dellAfrica settentrionale Moloch
o Molekh una divinit cui venivano associati sacrifici particolarmente cruenti.

[21] La Vergine di Norimberga, o vergine di ferro, una macchina di tortura, inventa-


ta nel xix secolo, dalle dimensioni di un sarcofago e dotata di aculei che, senza ledere
gli organi vitali, era in grado di procurare atroci sofferenze.

[22] Traslitterazione del neologismo phynance, variazione del francese finance, forse
ricalcata su physiocratie (fisiocrazia), la grande corrente di pensiero economico france-
se sviluppatasi a met del Diciottesimo secolo, che indicava nellagricoltura, e dun-
que nel governo della natura (physis) la sola attivit produttrice di ricchezza. Cos il
bastone da phynanza (bton phynances), prerogativa di Pre Ubu rappresenta il di-
spotico quanto cieco dominio sulle casse statali, e si accosta al bastone da physica
(bton physique), altro simbolo fallico, qui richiamato a p. 29. Nel lessico di Jarry il
termine indica tutto quanto abbia a che fare con il vile denaro.

[23] Jarry allude a Laurent Tailhade (1854-1919), poeta e polemista francese che a par-

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tire dagli anni 90 dellOttocento firmava i suoi violenti articoli sulla pagine del
Mercure de France con lo pseudonimo di Dom Juniprien.

[24] Riferimento a Thomas DeQuincey (1785-1859), On Murder Considered as One of the


Fine Arts (Blackwoods Magazine 1827; Lassassinio come una delle belle arti).

[25] Si tratta della nota tripartizione platonica delle facolt dellanima: razionale, con-
cupiscibile (cio soggetta al desiderio o epithumia) e irascibile (Repubblica IV, 440 ss.).

[26] La parte migliore di unorazione linizio, parafrasi della vulgata di Ecclesiaste


7, 8: Melior est finis orationis quam principium (La fine di unorazione migliore del
suo inizio). Era il motto della rivista LArt littraire.

[27] Il Pelecanus onocrotalus o pellicano comune (la denominazione onocrotalo, ricalcata


sul greco, stata di uso comune in francese e in italiano fino a met Ottocento) con-
serva il cibo per i piccoli in un sacco golare, al quale attinge incurvando il becco. Que-
sto il fondamento dellantica leggenda secondo cui luccello si squarcerebbe il petto
per nutrire i figli, credenza che rende il pellicano uno dei pi importanti simboli cri-
stologici. Si tratta in ogni caso di un animale caro a Rabelais, che lo cita pi volte nei
cinque libri e in particolare nel Prologo del Pantagruele, dove associa al verso asinino
delluccello (questa la probabile etimologia) la voce narrante mostrando con una serie
di assonanze di apprezzare la sonorit del termine: Jen parle comme un gaillard
onocrotale, voire dy-je, crotenotaire des martyrs amans et croquenotaire de amours
(Ne parlo come fossi un valente onocrotalo, che dico, come un crostanotaio dei mar-
tiri amanti e scroccanotaio degli amori). Cfr. infra, n. 34.

[28] Per la sua analisi del moto circolare nel Trait du monde et de la lumire (postumo)
e nelle Mditations sur la philosophie premire (1641) Cartesio considerato lo scopritore
del principio dinerzia. Cartesio ricondusse inoltre il moto dei pianeti a un sistema di
vortici la cui descrizione matematica, pur essendo inconciliabile con la gravitazione
universale newtoniana, influenz la fisica in modo duraturo.

[29] Cfr. supra, n. 22.

[30] Jarry si riferisce alla forma del becco di Bunsen, bruciatore a gas tuttora in uso.
Perfezionato da Peter Desdega, assistente di Robert Wilhelm Bunsen, fu per proget-
tato per la prima volta da Michael Faraday, ispiratore della Macchina per esplorare il
tempo.

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[31] A Girolamo Cardano (1501-1576), figura eminente del Rinascimento italiano, si


deve linvenzione del cosiddetto giunto cardanico che trasmette il moto rotatorio
tra due assi di diversa angolatura.

[32] Leconomista inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834) nei Principles of Political
Economy (Pickering, London 1836, sez. V, par. 1072; Princip di economia politica), aveva
osservato: Quando si inventa una macchina che grazie al lavoro risparmiato introdu-
ce sul mercato merce a costi molto meno elevati di prima, leffetto che ne consegue so-
litamente, data la grande quantit di beni prodotti dalla macchina, che il loro valore
complessivo eccede di molto il valore originario. Leconomista francese Jean-Bapti-
ste Say (1767-1832) cerc di sviluppare queste osservazioni in vista della formulazio-
ne di una legge economica degli effetti dellinvenzione di nuove macchine ricalcata
sul noto principio di popolazione malthusiano (Lettre quatrime. Quels avantages la
socit retire de lemploi des machines, et en gnral des moyens expditifs, in Lettres M.
Malthus sur diffrents sujets dconomie politique, notamment sur les causes de la stagnation
gnrale du commerce, Bossange, Paris 1820, pp. 127-152).

[33] Pince-porc, cfr. supra, n. 19.

[34] Nel gioco delle storpiature linguistiche caro a Jarry, oneilles sta al francese oreilles,
come onecchie sta allitaliano orecchie. Il termine presumibilmente da collegare a ono-
crotalo, letteralmente animale dal verso simile a quello dellasino. Cfr. supra, n. 27 e
il manoscritto del Discorso dellOnocrotalo di Cassiano Dal Pozzo (1588-1657), conser-
vato alla biblioteca dellEcole de Mdecine di Montpellier.

[35] Claudius Koeninstein, detto Ravachol (1859-1892), anarchico francese.

[36] Allusione alla nota massima di Publilio Siro (i sec. a.C.) Discipulus est prioris
posterior dies (Il giorno seguente impara dal giorno prima).

* Cyclo-guide Miran illustr, Mercure de France, 82, novembre 1896, p. 388.

La recensione si riferisce alla pubblicazione Cyclo-Guides Miran illustrs : environs de


Paris (ouest), Firmin-Didot, Paris 1896, 184 pagine, corredata di illustrazioni e carte,
costo 3 franchi e 50 cent. La guida proponeva diciotto diversi itinerari nei dintorni a
ovest di Parigi, ed era ricca di indicazioni su luoghi di ristoro e officine meccaniche,
ma anche di consigli pratici su come porre rimedio a piccoli incidenti quali forature,
contusioni o colpi di sole. Edmond Cousturier, citato burlescamente da Jarry come

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coautore della guida, era in realt uno scrittore, critico darte e collaboratore de La
Plume e La Revue blanche. Nellindice dei nomi delle ?uvres compltes (Gallimard,
Paris 1987) si trova tuttavia la voce Coustrier (E.), auteur dun guide turistique.

[37] J.-H. Rosny, pseudonimo collettivo di Joseph-Henri-Honor Boex (1856-1940) e di


Sraphin-Justin-Franois Boex (1859-1948), romanzieri francesi.

[38] Andr-Ferdinand Hrold (1865-1940), poeta e scrittore francese, collaboratore del


Mercure de France.

* Accidents de chemin de fer, La Revue blanche, 189, 15 aprile 1901, p. 615.

Nel periodo dal 1 al 15 aprile del 1901 si verificarono in Francia ben quattro incidenti
ferroviari, che tuttavia causarono nel complesso una sola vittima. Inoltre il primo
aprile 1901 il rapido Bordeaux-Parigi entr in collisione con un treno fermo alla Gare
des Aubrais: la dinamica dellincidente, definito grave dalla stampa quotidiana per
via del bilancio di 14 feriti, rinnov il ricordo della catastrofe di Saint-Mand, avvenu-
ta dieci anni prima (il 26 luglio 1891), che aveva provocato 43 morti e pi di 100 feriti.

* Les Pitons craseurs, La Revue blanche, 195, 15 luglio 1901, p. 467.

[39] La corsa automobilistica Parigi-Berlino (27 giugno 1901) ebbe un ruolo importan-
te nella politica di distensione tra Francia e Germania: per questo motivo Jarry allude
alla neutralizzazione delle citt. Le polemiche provocate dallincidente evocato da
Jarry, fatale per un bambino che assisteva alla competizione, e dai numerosi altri che
funestarono la Parigi-Madrid del 1903, condurranno alla radicale revisione dei regola-
menti delle corse automobilistiche.

* Conclusion du Piton craseur, La Revue blanche, 202, 1novembre 1901, p. 384.

* Psychologie exprimentale du gendarme, La Revue blanche, 198, 1settembre 1901,


pp. 72-73.

* Appendice au gendarme, La Revue blanche, 199, 15 settembre 1901, pp. 142-143.

[40] Joseph Prudhomme il personaggio creato dallo scrittore e caricaturista parigino


Henri Monnier (1799-1877), che ebbe grande influenza su Jarry. Di Prudhomme tipi-
co il frasario basato sullaffastellamento di metafore incongruenti, divenute prover-
biali, come il carro dello stato naviga su un vulcano in eruzione o appunto questa

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spada il pi bel giorno della mia vita. Nel suo saggio sullumorismo Henri Bergson
riflette sullintraducibilit di simili espressioni.

* LEchance dans ses rapports avec le suicide, La Revue blanche, 205, 15 dicembre
1901, pp. 461-462.

[41] Lon Walras (1834-1910), economista francese, tra i primi sostenitori della teoria
economica del marginalismo, secondo cui, in contrasto con leconomia classica e il
marxismo, il valore della merce a determinare il valore dei fattori produttivi e non
viceversa. La sua opera pi nota Elments dconomie politique pure, ou thorie de la ri-
chesse sociale (1874), di cui Jarry recens ledizione Pichon su La Revue blanche (182,
1 gennaio 1901).

* Cyngtique de lOmnibus, La Revue blanche, 205, 15 dicembre 1901, pp. 609-610.

* LAviation rsolue, La Revue blanche, 205, 15 dicembre 1901, pp.610-611.

[42] Alberto Santos Dumont (1873-1932), ingegnere brasiliano e pioniere dellaviazio-


ne. Presero il suo nome gli innumerevoli prototipi di palloni aerostatici e aeromobili
da lui progettati. Jarry si riferisce in particolare al record segnato dallaviatore il 19 ot-
tobre 1901 con il dirigibile N 6 che riusc a volare da Saint-Cloud alla Tour Eiffel e
a tornare indietro in 29 e 30, a una velocit media di 22 km/h.

* Hippomobilisme, La Revue blanche, 207, 15 gennaio 1902, p. 149.

* Le Temps dans lart, conferenza tenuta a Parigi l8 aprile 1902 presso la Socit des ar-
tistes indpendants, e pubblicata per la prima volta nei Dossiers du Collge de pata-
physique, 3, 1958, pp. 5-20.

[43] Cfr. Genesi 19, 26.

[44] Henryk Sienkiewicz (1846-1916), romanziere polacco, ottenne il Nobel per la let-
teratura nel 1905. Il suo romanzo storico Quo vadis (1895) ebbe una notevole eco in
Europa e offr diversi spunti a Jarry per il suo Messaline (1901). Stanislas Podbipieta e
Zagloba sono suoi personaggi (Ogniem i mieczem, 1884; Col ferro e col fuoco).

[45] Anna Katharina Emmerick (1774-1824), mistica dellordine delle agostiniane, bea-
tificata nel 2004; ricevette le stimmate e le si attribuirono doti di veggente e visionaria.

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[46] Nellironica analogia di Jarry sarebbe un cornac, laddestratore di elefanti, e non


un vetturino, a guidare lomnibus.

* Livres dtrennes : Le Calendrier du facteur, La Plume, 330, 15 gennaio 1903, pp.


141-142.

[47] Ernst Haeckel (1834-1919), zoologo e naturalista tedesco, fu fervente difensore


dellevoluzionismo darwiniano. In questottica propose una descrizione teorica e una
denominazione dellanello mancante, il Pithecantropus alalus (lett. pitecantropo muto),
e incaric perfino i suoi studenti di mettersi alla ricerca dei resti fossili dellanimale
che a suo avviso potevano trovarsi nelle Indie Orientali Olandesi (Indonesia).

[48] Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (1707-1788), naturalista e matematico


francese. Con la sua opera Histoire naturelle, gnrale et particulire, in 36 volumi (pub-
blicati a partire dal 1749), influenz non poco le successive ricerche di Lamarck e Dar-
win. Jarry parafrasa lespressione attribuita allo scienziato e divenuta proverbiale Lo
stile, ecco cos luomo, che peraltro di per s una distorsione di quel che Buffon
disse in realt nel suo Discours de reception lAcadmie franaise (1753) Ces choses
[scil. connaissances, faits, dcouvertes] sont hors de lhomme, le style cest lhomme
mme ovvero conoscenze fatti e scoperte appartengono pienamente alluomo sol-
tanto nel momento in cui egli le tramanda esprimendole in modo chiaro e appropria-
to (lo stile), rendendole immortali.

[49] Personaggi dellomonimo romanzo di Flaubert, pubblicato postumo nel 1881, che
mettono in pratica e celebrano entusiasticamente, senza per capirne il senso, tutte le
conoscenze della loro epoca.

[50] Si tratta dellorologio astronomico del xiv secolo della cattedrale di San Giovanni
Battista e Santo Stefano di Lione.

[51] Anne de Lenclos (1616-1705), anche detta Ninon, fu dama di corte e scrittrice
francese.

* La Passion considre comme course de cte, Le Canard sauvage, 4, 11-17 aprile 1903,
pp. 10 ss.

Memorabile la parodica rielaborazione di questo brano fatta da J.G. Ballard in Lassas-


sinio di John Fitzgerald Kenedy considerato come una gara automobilistica in discesa che

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chiude The Atrocity Exhibition (1970; La mostra delle atrocit).

[52] Santa Brigida (1302-1373), san Gregorio di Tours (538 ca.-594 ca.), Ireneo di Lione
(130-202), Giusto Lipsio (1707-1778), Marcus Junianus Justinus (ii sec.), Giacomo Bo-
sio (xvi sec.), Eric de Put de Balmerode (1576-1646), Cornelius Curtius (xvi sec.), tutti
eruditi chiamati in causa come fonti accreditate per la finzione letteraria messa in
opera da Jarry.

* Paris-Madrid. Souvenirs de la Route, L?il, 3, 31 maggio 1903.

Partita il 23 maggio 1903, la corsa fu annullata gi il 25, alla tappa di Bordeaux, per
decreto ministeriale: aveva causato la morte di otto spettatori.

[53] Nome fittizio, suona come sedici coste.

[54] Nome fittizio, letteralmente Annullato.

[55] Si rende in questo modo un gioco di parole (griser/gris) altrimenti intraducibile.

[56] Allusione al culturista e artista circense Lionel Strongfort, pseudonimo di Max


Unger (1878-1970), il cui numero pi famoso consisteva nel sorreggere unautomobile
facendola passare tra due rampe come un ponte umano (Human Bridge Act).

[57] Parafrasi dello slogan dei pneumatici Michelin Il pneumatico che si beve lost-
acolo.

* LAuto populaire, Le Canard sauvage, 23, 23-29 agosto 1903, pp. 6 e 10.

[58] Conte Louis Zborowski (1864-1903), corridore automobilistico.

[59] Jarry commenta qui uno dei pi gravi incidenti della storia del metr parigino,
avvenuto il 10 agosto 1903 alla stazione Couronnes: 83 persone trovarono la morte
per soffocamento o schiacciate dalla folla che si ammass verso lunica uscita per
sfuggire a un incendio.

* Nel loro insieme le lettere ad Apollinaire furono pubblicate per la prima volta in Le
Soires de Paris, 23, 15 aprile 1914.

Guillaume Apollinaire, pseudonimo di Wilhelm Apollinaris Kostrowitsky (1880-


1918), fu poeta, letterato e ispirato animatore delle avanguardie parigine di inizio No-

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vecento; il primo incontro con Jarry risale al 1904.

[60] Riferimento allopera di Jarry Csar-Antechrist, pubblicato nel 1894 allinterno de


LArt littraire.

[61] La rivista Le Festin dEsope diretta da Apollinaire, ospit nel secondo numero
(dicembre 1903) LObjet aim, pastorale in un atto di Jarry.

[62] Jarry allude al Pantagruel, rielaborazione teatrale in cinque atti del testo di Rabe-
lais, con musiche di Claude Terrasse. Il testo fu pubblicato postumo nel 1911, grazie a
Terrasse e a Eugne Demolder.

[63] Cfr. Nota biografica, infra, p. 119. In proposito Apollinaire riferisce: Jarry non mi
nascose la soddisfazione provata nello spaventare i buoni borghesi e, ancora con
larma in pugno, sal sullimperiale dellomnibus diretto a Saint-Germain-des-Prs. Di
lass mi salutava agitando ancora il suo cannone, citato in A. Breton, Antologia dell0
houmour nero, Einaudi, Torino 1970, p. 222.

[64] Alfred Vallette (1858-1935), letterato francese e fondatore del Mercure de Fran-
ce che, sino al 1935, diresse insieme a sua moglie, la scrittrice Marguerite Eymery
(1860-1953), nota come Rachilde.

[65] Si allude alla traduzione de La Papesse Jeanne, roman mdival, di Emanuele di


Rodi (Emmanuel Rhods), a cui collabora lamico Jean Saltas (1855-1954).

Nota alla traduzione


Per tradurre Jarry ho trovato indispensabile luso del vocabolario. In effetti pi di
uno. Qualcuno antico, qualcun altro moderno. Per il resto ho seguito alcune sempli-
ci indicazioni: 1. Deus ex machina, il dio stato tolto dalla macchina. E senzaltro la
macchina ha meno attrito. Questa traduzione ci sembra plausibile: giova in effetti alla
traduzione [] fornire risultati tanto sorprendenti quanto svariati (A. Jarry, Deus ex
machina, La Plume, 340, 15 giugno 1903, p. 707); 2. Per chi sa leggere, lo stesso suono o
la stessa sillaba hanno sempre lo stesso senso in tutte le lingue; 3. Quando le parole gio-
cano tra loro, in effetti riconoscono la loro cuginanza; 4. Le allitterazioni, le rime, le
assonanze e i ritmi rivelano parentele profonde tra le parole. Dove in pi parole si
trova una stessa sillaba, c un punto in comune; 5. Babele una cosa [] come la
Tour Eiffel: unimpalcatura troppo recente perch potesse cambiare qualcosa nellas-

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soluto (A. Jarry, Ceux pour qui il ny eut point de Babel, La Plume, 338, 15 maggio
1903, pp. 597-599).

ep

Colui che nasce con il nome di alfred jarry


Secondo unabitudine ubuesca Jarry incapace di chiamare le cose con il loro nome,
ossia con il nome burocratico, piatto, insignificante, terribilmente comune, quello de-
gli altri. Jarry reinventa il mondo che lo circonda, ne studia formule ed eccezioni, at-
tribuisce a ogni fenomeno nuove sonorit, nuovi significati, a volte oscuri, a volte pa-
radossali, a volte illuminanti. il principio delle maschere di Jarry, le marionette mec-
caniche e sfuggenti di cui si circonder per tutta la vita. Tra le invenzioni pi originali
del suo vocabolario vengono subito alla mente quegli epiteti eccentrici che affibbia
con ironia e spesso tagliente crudelt alle personalit della Parigi fin-de-sicle, tra que-
sti si possono ricordare Jules Renard che diventa colui che scortica, Franc-Nohain
colui che flauteggia, Henri de Rgnier colui che ciclopizza, Pierre Loti colui che
piagnucola, Felix Fnon colui che silenzia, o Henri Rousseau colui che dogana.

Il suo stesso destino sembra non poter sfuggire alle conseguenze della sua fantasia,
nata per essere fraintesa o solo superficialmente intuita. La biografia, per quanto ac-
cennata e parziale, necessariamente il teatro in cui tutte le marionette tornano a tro-
vare una loro collocazione.

Alfred Henry Jarry nasce l8 settembre 1873 a Laval, nel dipartimento di Mayenne
nella Loira, sul quai de lImpratrice (oggi quai Jean-Fouquet). il terzo figlio di An-
selme Jarry, commerciante di tessuti, e di Caroline Quernest, sposati dal 1863. Degli
altri due figli della coppia, Marie Caroline e Gustave Anselme, sopravvivr soltanto
la primogenita, che diventa semplicemente Charlotte per distinguersi dalla madre, e
che avr un ruolo fondamentale nelle vicende biografiche del fratello minore. A com-
pletare il quadro familiare il nonno materno, Jean Baptiste Quernest, giudice di pace
a Hd e appassionato bibliofilo, figura autoritaria, invadente anche se non priva di
una certa sensibilit estetica. La moglie di questi, Octavie-Sophronie Coutouly, sar
motivo di continue crisi domestiche che culmineranno con il suo internamento in gio-
vanissima et in un ospedale psichiatrico. Il resto della vita del giudice, rispettato e
benestante, sar caratterizzato dal timore che una tara abbia compromesso la sua di-
scendenza. Per questo motivo favorir il matrimonio della figlia Caroline con Ansel-

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me Jarry, di condizioni decisamente modeste, inseguendo la speranza di poter cos


evitare nuovi scandali, salvando la facciata di rispettabilit della propria famiglia.

Il carattere bizzarro, laspetto poco attraente e i precedenti familiari di Caroline, sin


dalladolescenza, alimentano meschine maldicenze, soprattutto lasfittico universo
provinciale in cui vive non le perdona linquietante predilezione per i travestimenti
maschili (da torero, da marinaio, da antico romano) e quella eccessiva attrazione per
le amicizie femminili, ritenute troppo intense ed esclusive.

I primi anni della vita di Alfred trascorrono relativamente tranquilli, dal 1878 un al-
lievo modello del Liceo di Laval; lattivit del padre, sostenuto dai capitali del nonno
materno, sembra poter garantire una discreta solidit alla famiglia. In realt proprio
in questo periodo i rapporti tra i coniugi Jarry si sono fatti pi che tesi inesistenti, e
non sfugge come il giovane Alfred consideri con distacco sia la statura mediocre del
padre (un bonne homme), sia le stranezze della madre, nei confronti della quale co-
munque manifesta un sentimento contorto e viscerale, gi consapevole di condividere
con lei, almeno in parte, la diversit e, forse, persino le tendenze omosessuali.

A seguito di un improvviso rovescio finanziario Anselme costretto a liquidare la so-


ciet con limprenditore Marie, e a riprendere lo sfibrante lavoro di commesso viag-
giatore. I coniugi Jarry si separano. Alfred si trasferisce con la madre e la sorella dal
nonno materno, a Saint-Brieuc. Qui Alfred terr i suoi stud regolari fino al 1888, di-
stinguendosi in egual misura per i brillanti risultati accademici e per la condotta irri-
verente e sconsiderata. A partire dal 1885 si hanno notizie dei suoi primi componi-
menti: abbozzi di commedie, versi e prose che si affastellano nei famosi 260 foglietti
(successivamente raccolti da Maurice Saillet) a cui dar il nome di Ontognie, e che la-
sciano intravedere la volont di trarne materiali coerenti per una prima pubblicazio-
ne.

Nellottobre del 1888, i Quernest-Jarry si trasferiscono a Rennes, citt natale di Caroli-


ne, forse per sottrarsi allautorit del vecchio giudice. Qui Alfred frequenta il Liceo,
dove avviene lincontro pi significativo della sua vita artistica: si tratta dellampollo-
so professore di fisica, Flix-Frdric Hbert. Questo anziano insegnante, simile in
tutto alle caricature di cui era oggetto, diventer nel tempo il calco per la figura di
Ubu (lo stesso nome ne un derivato: P. H., o Pre Heb, poi Eb, Eb, Ebon, Ebance,
Ebouille). La prima elaborazione di una saga epica e satirica che ha come protagoni-
sta P. H. si deve a Charles Morin, fratello maggiore di Henri, compagno di classe di

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Alfred. Il giovane Jarry adatter lesile canovaccio in una commedia per marionette,
intitolata Les Polonais, rappresentata dal Thtre des Phynances, tra il dicembre del
1888 e il gennaio del 1889. Le rappresentazioni si tengono nel granaio dei fratelli Mo-
rin e successivamente presso la casa dei Jarry. Allo stesso periodo appartiene Onsime
ou les Tribulations de Priou (successivamente adattato con il titolo di Les Polydres), che
rappresenta il nucleo originario di Ubu cocu, secondo episodio del ciclo ubuesco.

Nel 1891, dopo aver conseguito brillantemente il baccellierato in lettere, si trasferisce


a Parigi per continuare gli stud superiori. a lungo in dubbio tra le aspirazioni lette-
rarie e la strada delle discipline scientifiche, verso le quali ha sempre dimostrato note-
voli interessi. Si decide per i corsi di retorica al Liceo Henri iv. Qui incontra Henri
Bergson, suo professore di filosofia, di cui segue con passione le lezioni, dimostrando-
si un allievo di intelligenza fuori dal comune. Di questa esperienza rimangono i suoi
appunti di studio ed indubbio linteresse dimostrato anche in seguito per le teorie
sul riso e sul tempo. In questo periodo frequenta il condiscepolo Albert Thibaudet,
futuro critico letterario, e d avvio a una sistematica operazione di sprovincializzazio-
ne, dedicandosi alla scoperta della letteratura simbolista e alle riviste darte. Nel 1892
si ammala e la madre lo raggiunge a Parigi. Non potendo frequentare regolarmente i
corsi accademici viene bocciato al concorso di ammissione alla Scuola Normale. No-
nostante le difficolt mette in scena nuove rappresentazioni di Ubu Roi e Ubu cocu, te-
sti che vanno subendo nuove e significative variazioni. Sempre nel 1892 fa la cono-
scenza del suo inseparabile amico Lon-Paul Fargue. Con questi condivide la passio-
ne per il semi-sconosciuto Isidore Ducasse, il conte di Lautraumont. I due vivono
una breve e intensissima stagione dissennata, fatta di passeggiate notturne, provoca-
zioni e letture esoteriche. La contrastata relazione sentimentale diventer il tema au-
tobiografico fondamentale dellopera Haldernablou, intrisa di cripitico simbolismo e
gusto per il macabro, pubblicata soltanto dopo che si era ormai consumata linsanabi-
le rottura tra i due (luglio 1894 sul Mercure de France).

Il 28 aprile 1893, LEcho de Paris littraire illustr, diretto da Catulle Mends e Mar-
cel Schwob, pubblica Guignol, nel quale fa la sua comparsa ufficiale Pre Ubu: lini-
zio dellamicizia con il fine intellettuale Schwob, colui che sa, primo vero estimato-
re del talento dirompente del giovane Jarry. A questi Jarry dedicher in futuro lUbu
Roi. Nello stesso anno muore la madre da tempo gravemente malata.

Nel marzo del 1894 fallisce nuovamente la licenza in lettere, intanto inizia a frequen-
tare i marted letterari organizzati da Rachilde, moglie di Alfred Vallette, direttore del

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Mercure de France. Si tratta di riunioni rese celebri dalla presenza di tutto il pano-
rama simbolista parigino, spesso presenziate dallo stesso Stphane Mallarm. Si lega
a Rmy de Gourmont e Paul Fort. Dal febbraio al giugno dello stesso anno collabora
come critico darte al Mercure, manifestando sin da subito la sua ammirazione per
il pittore conterraneo, Henri Rousseau, il Doganiere. In giugno soggiorna a Pont-
Aven presso Paul Gauguin e Charles Filiger, qui conosce le opere dello sconosciuto
pittore olandese Vincent Van Gogh.

Limmediato successo in societ e le prime pubblicazioni portano Jarry a concedersi


lussi al disopra delle sue effettive possibilit, inizia a contrarre debiti sempre pi rile-
vanti, mantenendo tuttavia labitudine a rifiutarsi di saldare i creditori. Abbandona la
sua residenza della prima stagione parigina, il Calvaire du Trucid. In ottobre pubbli-
ca Les Minutes de sable mmorial, il suo primo libro in volume, che appare nelle edizio-
ni del Mercure de France. Con de Gourmont dirige i primi cinque numeri della lus-
suosa rivista darte Ymagier. Conosce il direttore del Ttre de l?uvre, Lugn-Poe.
Viene richiamato a Laval per adempiere agli obblighi militari presso la Caserma Cor-
bineau. Resta sotto le armi dal 13 novembre del 1894 al 14 dicembre del 1895, data in
cui riformato, ufficialmente a causa di una litiasi biliare cronica, ma in realt per di-
retta intercessione di Berthe deCourrire. Questa era stata in passato una personalit
importante del bel mondo parigino, legata al generale Boulanger, presa a modello da
Huysmans per la controversa Madame de Chantelouve di L-bas. Ancora piacente ma
non pi giovanissima era diventata la pi intima amica del vecchio Rmy de Gour-
mont. Jarry la ribattezz la Vieille dame, e dopo avere approfittato della sua benevo-
lenza non si fece scrupoli nellumiliarla pubblicamente. La reazione della gran dama
resta memorabile: nel giro di pochi giorni de Gourmont rompe ogni rapporto con Jar-
ry e un ritratto dello stesso, opera di Rousseau esposta nel 1895 al Salon des Indpen-
dants, viene presentato nuovamente con il titolo di Ritratto della signora A. J..

Nello stesso anno pubblica in volume Csar-Antchrist, in cui si delineano alcune delle
pi articolate e sorprendenti intuizioni del suo teatro, il cui principio ispiratore viene
definito araldico e si discosta da ogni altra concezione conosciuta. Questo testo ver-
r apprezzato soltanto in chiave avanguardista dal movimento dada e quindi ritenuto
un esempio di antesignano del teatro dellassurdo.

Nel gennaio del 1896 espone ad Aurlien Lugn-Poe il progetto della messa in scena
di Polydres. Nel marzo, fonda a proprie spese la rivista di stampe Perhindrion, di
cui vedranno la luce solo due numeri. Da giugno accetta di buon grado lincarico di

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segretario del Thtre de l?uvre, dove gi da qualche tempo aveva preso a recitare in
sostituzione dellattore Van Bever. Per svolgere questa nuova mansione si presenta
immancabilmente al lavoro in tenuta da ciclista. L11 giugno Ubu Roi viene pubblica-
to per conto delledizioni del Mercure de France (sostanzialmente lo stesso testo era
apparso pochi mesi prima sulle pagine della rivista diretta da Paul Fort, Le Livre
dart).

Il 10 dicembre del 1896 la prima dellUbu Roi al Thtre de l?uvre: si tratta di un


vero scandalo, lo spettacolo risulta a lungo incomprensibile per gli stessi critici che
non sanno decidersi se decretare la nascita di una stella del firmamento simbolista o
schierarsi dalla parte del pubblico urlante, che pi volte minaccia di voler trasformare
la serata in una rissa colossale. Altro evento fondamentale di quellanno, lacquisto
della bicicletta Clment Luxe 96 course sur piste presso il biciclettaio Jules Trochon
di Laval, che come tanti altri creditori non sar mai pagato (525 franchi) e perseguite-
r Jarry fin sul letto di morte. La bicicletta la macchina per antonomasia: simbolo
del moto, trascelto in una variegata costellazione di feticci in quanto protesi esosche-
letrica dellimpalcatura ossea del corpo umano.

Nel gennaio del 1897 su La Revue blanche appare una risposta di Jarry alla pessima
accoglienza della critica di Ubu Roi, una prima occasione pubblica in cui lautore
presenta una visione coerente e allo stesso tempo corrosiva della sua idea di teatro,
dando sfogo alla vena polemica nei confronti di un pubblico bigotto e sbigottito, non
ancora pronto per il suo Ubu. La fama di uomo dello scandalo cresce e allautore si
comincia a sovrapporre la maschera del personaggio. Jarry stesso sembra accettare
questa identificazione e sempre pi spesso appare in pubblico sotto le vesti di Ubu,
con il volto imbrattato di cerone. Le sue provocazioni linguistiche diventano prover-
biali e indimenticabile rester il Merdre con cui tuona Ubu presentandosi al mon-
do. Le sue finanze risultano per ancora inadeguate al tenore della sua vita mondana,
ed costretto a tornare al vecchio e scalcinato alloggio: il Calvaire du Trucid, come
lo ha soprannominato.

Il 2 marzo del 1897, nelcorso di una cena in compagnia di letterati e artisti, evidente-
mente ubriaco, esplode due colpi di revolver contro il giovane poeta belga Christian
Beck: fortunosamente manca il bersaglio. Beck, accusato da Jarry di essere pedante e
insulso, successivamente diverr il modello per la celebre scimmia-cinocefala Bosse-
de-Nage, assistente del dottor Faustroll.

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Il 18 maggio viene pubblicato Les Jours e les nuits, per le edizioni del Mercure de Fran-
ce. Le vendite non coprono le spese.

In questo periodo acquista la piccola canoa in acajou che chiama lAs (come la cele-
bre imbarcazione del dottor Faustroll). Le sue escursioni lungo la Senna gli dnno
modo di sfuggire alle ristrettezze della vita parigina e allo stesso tempo di sottrarsi
alla maschera di Ubu tornando a essere il giovane spensierato amante dellattivit fi-
sica e della buona compagnia.

Sfrattato anche dal Calvaire du Trucid si rifugia presso lamico Rousseau. La convi-
venza non facile e alla fine viene interrotta quando riesce ad affittare lalloggio noto
come la Grande Chasublerie, al terzo piano e mezzo di rue Cassette 7 nel vi Arron-
disement, che poco pi di un tugurio dai soffitti bassissimi e che diventer la sua ul-
tima residenza parigina.

Allinizio del 1898 il Thtre des Pantins mette in scena Ubu Roi con le marionette di
Pierre Bonnard. un periodo relativamente felice che viene coronato dalla costituzio-
ne di una specie di comune. Insieme ai suoi amici del Mercure, affitta una villa nei
pressi di Corbeil sul quai de lApport. Nel clima festoso e quasi irreale del Phalanst-
re, come chiama il suo rifugio, Jarry lavora a buona parte della stesura delle Gestes et
opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien. Circondato da amici e lontano dalla ribalta
parigina Jarry si allontana da Ubu e d vita a un nuovo doppio.

Durante i suoi sporadici soggiorni parigini, in compagnia di Alfred Douglas frequen-


ta lultimo rifugio di Oscar Wilde, dove questi si ritirato quasi in clandestinit.

Nello stesso anno appare il suo romanzo LAmour en visites, per le edizioni di Pierre
Fort, e termina loperetta per marionette Par la taille, che non deve essere confusa con
lopera omonima del 1902, rappresentata soltanto nel 1906 (si tratta del nucleo narra-
tivo centrale del romanzo LeSurmle). Nel dicembre del 1898 viene alla luce il primo
Almanach du Pre Ubu illustr, con le splendide e inquiete incisioni di Pierre Bonnard.

Nel 1899 gli amici phalansteristi sono costretti a lasciare la prima residenza, e per
qualche tempo si trasferiscono in unaltra villa nei pressi di La Frette. Jarry scrive
lUbu enchan, e subito dopo pubblica a sue spese in tiratura limitata il romanzo LA-
mour absolu. Nel 1900 La Revue blanche d alle stampe Les Silnes, adattamento di
una pice teatrale di Christian Ditrich Grabbe.

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Per motivi meramente economici lavora sempre pi spesso con il librettista Eugne
Demolder alla stesura di operette per il compositore e grande amico Claude Terrasse.
Appare in forma di feuilleton Messaline (tra luglio e settembre) su La Revue
blanche. Alla fine di dicembre pubblica lAlmanach illustr du Pre Ubu (xxme sicle),
quarto ciclo della saga di Ubu, ledizione completata dalle illustrazioni di Pierre
Bonnard, e alcune partiture di Claude Terrasse.

Nel corso del 1901 si intensifica la sua collaborazione con La Revue Blanche; pub-
blica una serie di articoli di argomento vario sotto il titolo di Spculations, a cui seguo-
no Gestes successivamenteriedite in volume. A novembre viene rappresentato presso
il thtre Guignol des Gueules de bois au Cabaret des Quatz-arts, il quinto ciclo di
Ubu: Ubu sur la butte, spettacolo per marionette.

Nel marzo del 1902 Jarry tiene una conferenza sul teatro delle marionette al Salon de
la Libre Esthtique, a Bruxelles. A maggio per le edizioni dellaRevue blanche appare
Le Surmle, roman moderne, in cui fa la sua comparsa un altro doppio: Marcueil.

Nel 1903 pubblica regolarmente su La Plume, e su Le Canard sauvage, il settima-


nale diretto da Franc-Nohainfino alla sua chiusura in ottobre.

In aprile appare su La Revue blanche un frammento del romanzo a cui sta lavoran-
do da tempo, La Dragonne. A novembre si trasferisce a casa di Claude Terrasse, a Le
Grand-Lemps presso Grenoble, per lavorare alla conclusione di Pantagruel, operetta le
cui prime stesure risalgono al 1897. In dicembre pubblica una parte de lObjet aim
sulla rivista di Apollinaire, Le Festin dEsope.

Il 1904 segnato da nuove catastrofi economiche in parte dovute alla cessazione delle
pubblicazioni della rivista La Plume e dal fallimento della nuova collaborazione
con Le Figaro, presso cui era stato introdotto da Flix Fnon.

Nel aprile del 1905, ormai ritornato a Parigi dopo il periodo di Grenoble, nuova-
mente protagonista di una sparatoria. Durante una cena tenuta a casa di Maurice
Raynal, alla presenza dellamico Apollinaire, spara due colpi a vuoto contro lo sculto-
re spagnolo Manolo. Lepisodio viene successivamente riportato in alcune lettere del-
lo stesso indirizzate ad Apollinaire. Jarry sembra dare allepisodio un peso relativa-
mente insignificante, una specie di piccola rappresentazione teatrale ad uso di quella
Parigi mondana che aveva alimentato il culto della maschera Jarry-Ubu. Soprattutto
si preoccupa di tornare in possesso del suo inseparabile revolver sottrattogli dallami-

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co. La storia del revolver di Jarry avr un seguito leggendario: passando dalle mani di
Apollinaire a quelle del giovane Picasso, che tratter la pistola come un vero e pro-
prio amuleto. Per strano caso proprio Apollinaire sar ancora una volta testimone di
uninquietante vicenda legata a una rivoltella. Alla prima del suo Les Mamelles de Tir-
sias (1917; Le mammelle di Tiresia), il giovane Jacques Vach anticipatore del surreali-
smo e postumo discepolo di Jarry, minaccer il pubblico in sala con il suo revolver
dordinanza. Non improbabile che anche in questo stravagante episodio si possa
ravvisare una specie di provocatorio omaggio alle follie pubbliche di Jarry.

Ad aprile Jarry realizza un vecchio sogno, acquista un piccolissimo appezzamento di


terreno a Coudray, nei pressi della residenza degli amici Vallette, e nonostante le ri-
strettezze economiche fa costruire per s una piccolissima abitazione, qualcosa di si-
mile a una baracca che chiamer il Tripode.

In ottobre comincia a tradurre, in collaborazione dellamico dottore Saltas, La Papesse


Jeanne, del greco Emmanuel Rhods.

Le condizioni di salute di Jarry si aggravano, quelle economiche appaiono disperate


gi da tempo. Nel 1906 pubblica il primo capitolo de La Dragonne per la rivista di Paul
Valry Vers et prose. L11 maggio costretto a ritirarsi a Laval dalla sorella, che lo
accudisce devotamente. Il suo stato degenera ulteriormente al punto da dettare le sue
ultime volont. In questa occasione affida alla sorella il piano generale del romanzo
La Dragonne. E sempre alla sorella si devono delle confuse e spesso inattendibili note
biografiche e il pesante rimaneggiamento del romanzo rimasto incompleto.

Scrive allamica Rachilde una lettera che suona come un testamento sentimentale. Il
dottor Henri Bucquet che lo ha in cura lo d per spacciato, ma inaspettatamente, in
luglio, sembra ritrovare le forze e torna a Parigi al vecchio e malmesso appartamento.
Con leditore Sansot prepara la pubblicazione di Ubu sur la butte, primo volume di
una collezione che dovrebbe avere per titolo Thtre Mirlitonesque dAlfred Jarry.

Allinizio del 1907 gli amici dei giorni del Phalanstre capeggiati da Vallette realizza-
no una sottoscrizione per la pubblicazione delloperetta Le Moutardier du Pape. Ledi-
tore Victor Lemasle pubblica Albert Samain: souvenirs, volume che lo stesso Jarry rifiu-
ta considerandolo inaccettabile per la fattura dozzinale.

Per quasi tutto lanno costretto a soggiornare a Laval, da cui si allontana solo spora-
dicamente per brevi soggiorni parigini. Il 7 ottobre Jarry si sottrae nuovamente alle

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cure della sorella, e a quelle del farmacista mile Labb, lasciando definitivamente il
rifugio di Laval.

Malato e quasi isolato dal mondo riceve in rue Cassette soltanto gli irriducibili Vallet-
te e Saltas. Questultimo, preoccupato dalle sue condizioni di salute, il 29 ottobre si
reca al suo appartamento e dopo aver forzato la porta trova Jarry semiparalizzato, in
stato di totale abbandono. Ricoverato durgenza allOspedale de la Charit, il primo
di novembre spira a causa di una meningite tubercolare non curata adeguatamente.
Lultima richiesta di Jarry suona come tutta la sua vita, del resto una beffa: chiede
allamico Saltas uno stuzzicadenti e dopo averne ricevuto unintera confezione lo rin-
grazia soddisfatto. Queste sono le sue ultime parole. Alla cerimonia funebre in tono
dimesso partecipano solo alcuni dei pi intimi amici. La citt di Parigi, teatro delle
mille provocazioni, sembra aver fretta di dimenticare la maschera di Alfred Jarry.

Seppellito nel cimitero di Bagneux, pi tardi le sue spoglie verranno sfrattate anche
dalla tomba e disperse in una fossa comune.

RS

Jarry estensore di universi paralleli, anche


padre ubu Cornoventraglia! non avremo demolito tutto se non demoliamo anche
le rovine [i].

Gli scritti selezionati in questa raccolta recuperano uno dei filoni pi interessanti del-
la produzione di Jarry, la patafisica, che segnatamente indica se non una teoria, sicu-
ramente un chiaro percorso, sia pur privo di pretese di organicit e completezza, spe-
cie se si ammette lasserzione di Michel Arriv secondo cui nella scrittura di Jarry non
vi una verit che precede il segno[ii].

In merito alla frammentariet teorica del nostro autore basti ricordare quanto espres-
so in Architrave[iii], testo espunto, in questedizione, da Les Minutes de sable mmorial
(1894; I minuti di sabbia memoriale): Suggerire invece di dire, fare lungo la strada delle
frasi un crocevia di tutte le parole e Dal momento che si scrive unopera, attiva su-
periorit sullaudizione passiva. Ogni senso che il lettore potr trovarvi previsto, e
mai li trover tutti quanti; e lautore potr indicargliene, mosca cieca cerebrale, altri
inattesi, posteriori e contraddittor, ma anche: stupido commentarsi da s lopera
scritta, buona o brutta che sia, perch al momento di scriverla si fatto del proprio

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meglio non per dire tutto. Sembra depositata in questo breve intervento del 1894 la
chiave daccesso per ogni possibile ermeneutica dellopera di Jarry. A ben vedere, nel-
le parole di Vincenzo Accame, studioso e artista, oltre che pioniere della riscoperta
jarryana in Italia, avvenuta assai tardivamente negli anni Sessanta, lironia di Jarry
in agguato costante. Se da un lato chiaro che sopra tali dichiarazioni sarebbe possi-
bile costruire un castello poetico quanto mai suggestivo, dallaltro bisogna ricordare
quanto Jarry ami confondere le piste, sviare lattenzione dal dato essenziale, o meglio
annullare lessenzialit di un dato, se necessario, pur di salvaguardare la propria pri-
vatezza, la propria tormentata intimit. Jarry non ama fare il teorico[iv].

opportuno ricordare che la maggior parte degli scritti che costituiscono la presente
rassegna doveva comporre, nelle intenzioni di Jarry[v], una ben pi estesa silloge dal
titolo La Chandelle verte (La candela verde)[vi]che avrebbe compreso articoli, elzeviri e
spculation, in parte gi pubblicati nel corso degli anni su diverse testate parigine.

Il progetto di una simile raccolta luccicava ormai da qualche anno nella mente di
Jarry se gi dal 1903 egli usava lespressione magniloquente di ?vres
compltes[vii]per designare i suoi testi speculativi; mentre nel 1905 aveva program-
mato di pubblicare con il titolo di Siloques, superloques, soliloques et interloques de patha-
physique, una miscellanea di suoi articoli apparsi su La Revue blanche.

Nei testi che Jarry scrive a profusione si possono trovare le suggestioni pi disparate:
dalle pi recenti conoscenze scientifiche del tempo alle teorie sociologiche e economi-
che, dai fatti di cronaca ai mezzi di trasporto che al sorgere del secolo scorso iniziava-
no a cambiare irrimediabilmente il volto di Parigi. Ad ogni pagina cambiano gli sce-
nari, le notazioni dotte si alternano ad analogie improbabili e a immagini iperboliche,
il periodare elegante d luogo a unaffastellarsi di frasi, di neologismi e di nomi de-
formati che sistematicamente e simultaneamente sovvertono gli arbitrari ma conven-
zionali segni del mondo reale[viii]. Da qui la predilezione per una scrittura
sghemba, cos come per le geometrie non euclidee.

Non a caso lo stile di Jarry stato accostato al realismo grottesco di Franois


Rabelais[ix], per altro una delle sue letture preferite[x]. Da Rabelais attinge tra laltro
un tono pomposo per trattare temi futili o uno stile analitico per descrivere contesti
stravaganti[xi].

Rabelais fu quindi un riferimento costante per Jarry, come daltra parte lo furono i
simbolisti, da Lautramont a Mallarm, n minore rilevanza hanno avuto sulla sua

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ricerca alcuni autori di romanzi scientifici fantascientifici, diremmo oggi come Ju-
les Verne, apprezzato sin dallinfanzia, o come Herbert George Wells e il suo roman-
zo The Time Machine (1895; La macchina del tempo)[xii].

Se chiara in definitiva la provenienza di Jarry la sua scrittura per lo meno , gli esi-
ti non sono di certo scontati.

La Patafisica la pi alta tentazione dello spirito[xiii].

Per meglio identificare questa nuova scienza a integrazione della presente silloge,
sar il caso di chiamare in causa altre due opere fondamentali di Jarry, entrambe de-
positarie di passi illuminanti: Gestes et opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien (ulti-
mato nel 1901, ma pubblicato postumo soltanto nel 1911; Gesta e opinioni del dottor
Faustroll, patafisico) e Le Surmle (1902; Il supermaschio). Linsieme di questo corpus, ci
sembra, delinei nettamente, senza esaurirne le potenzialit, la nozione di patafisica e
la sua materia.

Ma iniziamo in maniera geometrica al modo di Jarry da una

definizione La patafisica la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolica-


mente ai lineamenti le propriet degli oggetti descritti per la loro virtualit.

La scienza attuale si fonda sul principio dellinduzione: la maggior parte degli uomini
ha visto il pi delle volte un dato fenomeno precedere o seguire un altro, e ne conclu-
de che sar sempre cos. Innanzi tutto questo non esatto che il pi delle volte, dipen-
de da un punto di vista, ed codificato secondo la comodit, e poi! Invece di enuncia-
re la legge della caduta dei corpi verso un centro, perch non si preferisce la legge
dellascensione dal vuoto verso una periferia, essendo il vuoto preso quale unit di
non-densit[xiv].

Letimo di questa curiosa branca dello scibile ce la offre ancora Jarry: # %&# #
'()*+)[] la scienza di ci che si aggiunge alla metafisica, sia in essa sia fuori di
essa, estendendosi cos ampiamente al di l di questa quanto questa al di l della fisi-
ca[xv]. La corretta ortografia patafisica, per evitare un facile gioco di parole, tan-
to che nella tradizione lapostrofo ha finito per indicare la patafisica operata con co-
scienza.

Lorigine della patafisica viene di volta in volta attribuita da Jarry ora a Re

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Ubu[xvi],ora a Ippocrate di Chio, geometra dellantichit, pi noto come


Ibicrate[xvii], che elabor lespediente logico della dimostrazione ab absurdo, secondo
cui si pu verificare la validit di unaffermazione, assumendo che il suo contrario sia
veritiero e confutandone successivamente la correttezza.

In definitiva, per quanto criptica in alcuni passaggi, la definizione data dallo stesso
Jarry denuncia il carattere centrifugo della patafisica che per lappunto pone il suo
interesse su gli aspetti marginali dei fenomeni fisici: Es.: lepifenomeno essendo
spesso laccidente, la patafisica sar soprattutto la scienza del particolare, per quanto
si dica che non vi scienza se non nel generale. Studier le leggi che reggono le ecce-
zioni e spiegher luniverso supplementare a questo[xviii].

Uninteressante chiave interpretativa della meccanica patafisica di Jarry stata offer-


ta da Michel Carrouges attraverso la teoria delle macchine celibi[xix]. Una macchina
celibe unimmagine fantastica che trasforma lamore in meccanica di morte[xx].
Questo schema, elaborato da Carrouges in seguito a un sogno, modellato sulla mac-
china del racconto In der Strafkolonie di Franz Kafka (1919; Nella colonia penale) e sul co-
siddetto Grand Verre di Marcel Duchamp (La Marie mise nu par ses clibataires, mme,
1915-1923), ma si adatta in particolare alla macchina magneto-elettrica capace di ispi-
rare lamore, ideata da Jarry ne Il supermaschio. Questa macchina inizialmente si con-
fronta, come un doppio, con il protagonista stesso del romanzo, il supermaschio in-
capace di provare sentimenti: Se Andr Marcueil era una macchina o un organismo
di ferro che si faceva gioco delle macchine, ebbene, la coalizione dellingegnere, del
chimico e del dottore avrebbe opposto macchina a macchina per la pi grande salva-
guardia della scienza, della medicina e dellumanit borghese. Se questuomo diven-
tava un meccanismo, era necessario, per linevitabile ristabilirsi dellequilibrio del
mondo, che un altro meccanismo fabbricasse lanima[xxi]. E bench la macchina
prendesse a funzionare secondo le previsioni e i calcoli dei suoi costruttori, tuttavia
accade un fenomeno indescrivibile, n0n ponderato nellequazioni del progetto.
Tutti sanno che quando due macchine elettrodinamiche entrano in contatto, quella
di potenziale pi elevato che carica laltra. [] Dunque, comera vero che la macchina
produceva amore, la macchina sinnamor delluomo[xxii].

In piena corrispondenza con lo schema di Carrouges, le fasi successive della narrazio-


ne porteranno per a esiti letali Marcueil.

Con il mito delle macchine celibi osserva lo storico dellarte Harald Szeemann ci

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troviamo nellepoca di Freud, delle macchine, delle figure dellorrore, della scoperta
della quarta dimensione, dellateismo, dello stato celibe militante di ambedue i sessi
con la rinuncia alla procreazione[xxiii].

Mentre Carrouges precisa che nella loro mirabile ambiguit le macchine celibi signi-
ficano contemporaneamente lonnipotenza dellerotismo e la sua negazione, morte e
immortalit, tortura e wonderland, caduta e resurrezione[xxiv]

Lo scarto dalla cultura positivista ormai irriducibilmente segnato e ad aprire questo


sentiero sono le teorie di Malthus sul collasso demografico, lo scardinante effetto dei
modelli geometrici non-euclidei, il convenzionalismo in campo scientifico di Poinca-
r, la relativizzazione del tempo, inteso come durata, in Bergson. Jarry si mostra acu-
to conoscitore, in particolare, delle leggi fisiche per cui il tempo compiutamente re-
versibile. Ma sub specie pataphysic il tempo si compone anche di istanti epifenomeni-
ci, che costituiscono un sistema mutevole di corrispondenze, slittamenti e ritardi: ne
sono eterna testimonianza gli scamb epistolari con Apollinaire.

Al meccanicismo puro, assoluto, di quella esaltazione della macchina e della tecnolo-


gia di cui il Positivismo pervase la societ francese di fine Ottocento, Jarry oppone
nella personale visione delle macchine e del tempo, un atteggiamento meno determi-
nistico. In Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico mutua, in termini letterari, dalla
fisica di Epicuro e da Lucrezio suo estensore[xxv], il concetto di clinamen: la deviazio-
ne casuale e imprevedibile (in termini di tempo e spazio) che, secondo la teoria epicu-
rea, gli atomi subiscono nella loro caduta altrimenti lineare nel vuoto, finendo per
scontrarsi e generare cos il mondo, diventa quindi il metodo di rappresentazione del
mondo stesso. Il caso sottende tutti gli accadimenti, tanto che leccezione, nel suo va-
lore esemplare, supera la regola, cos come gli epifenomeni appaiono ben pi interes-
santi dei fenomeni, di cui nella realt comune costituiscono gli aspetti secondari. Su
queste premesse la fantasia e il suo veicolo di elezione, la letteratura, rappresentano
lunico mezzo a ermeneutica per descrivere il mondo.

Una ventina danni dopo la morte di Jarry, quando la Teoria della relativit di Ein-
stein era gi stata oltremodo digerita, il Principio di indeterminazione (1927), definito
dal fisico tedesco Werner Heisenberg, dar ragione a un tale visionario recupero del
clinamen: impossibile conoscere simultaneamente la posizione esatta e lesatta
quantit di moto di una particella subatomica.

Lennesimo duro colpo inferto al determinismo scientifico che aveva sino ad allora

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concesso non poche certezze alla societ benpensante di fine Ottocento. Ancora due
guerre mondiali e il potere di fascinazione dellassurdo avrebbe fatto il resto.

10 settembre 2008, un secolo dopo, nei sotterranei del cern di Ginevra due fasci di
protoni, percorrendo i ventisette chilometri del Large Hadron Collider (lhc), il pi
grande acceleratore di particelle mai ideato dalluomo, avrebbero dovuto mostrarci
attraverso il loro impatto lorigine delluniverso.

Viene allora in mente la serie di definizioni che il Collge de Pataphysique, listituzi-


one che dalla sua creazione nel 1948 ha portato avanti la ricerca sul campo, avviata
da Jarry, d della patafisica stessa: la pi vasta e pi profonda delle Scienze, quel-
la che daltronde le racchiude tutte e proprio questa Scienza, alla quale Jarry aveva
dedicato la sua vita, gli uomini la praticano tutti senza la conoscenza. Ancor pi facil-
mente che respirare; sino a riconoscere poi che la patafisica la sostanza stessa di
questo mondo.

Una scienza che, edificata da Jarry sullidentit dei contrar, proiettata verso la co-
noscenza di una verit superiore, superumana, extraterrena[xxvi], tanto che: As-
sioma e principio dei contrar identici, il patafisico, aggrappato alle tue orecchie e alle
tue ali retrattili, pesce volante, il nano cimiero del gigante, al di l delle metafisiche;
per tuo mezzo lAntecristo e anche Dio, cavallo dello Spirito, Meno-in-Pi, Meno-
che-sei-Pi, cinematica dello zero rimasta negli occhi, poliedrico infinito[xxvii].

Ma il tempo si misura dal numero degli avvenimenti che lo riempiono e lo


dilatano[xxviii].

Jarry uomo dellOttocento, che irride la borghesia bigotta, era in definitiva un irredi-
mibile visionario. A lui e alla sua opera il merito di aver aperto degli squarci impen-
sabili attraverso il tempo, di aver preceduto e preconizzato lintero teatro del Nove-
cento, dada, surrealismo e rispettivi post, smascherando le future evoluzioni del rap-
porto morboso tra uomo e macchina e linsuperabile conflitto con il Tempo.

Serve allora rifarsi al sarcasmo di questo estensore di universi paralleli, che, postulan-
do luguaglianza dei contrar, sottesa come una vera e propria poetica a gran parte
della sua opera, ci propone la sconvolgente quanto ironicamente determinista dimo-
strazione della misurabilit della superficie di Dio: definizione Dio la distanza pi
breve da zero allinfinito. Da cui deriva che: Dio la distanza pi breve da 0 a , in un
senso o nellaltro e che, per passaggi successivi che omettiamo: dio il punto tangen-

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te di zero e dellinfinito[xxix].

GS

i . Esergo a Ubu incatenato, in A. Jarry, Ubu, traduzione di B. Candian, Adelphi, Mila-


no 1990, atto I, scena i, p. 108.

ii . M. Arriv, Le Langages de Jarry, Klinksieck, Paris 1972, p. 39.

iii . Cfr. supra.

iv . V. Accame, Alfred Jarry, La Nuova Italia, Firenze 1974, p. 23.

v . Nella lettera a Louis Lormel, 3 luglio 1907, Jarry accenna alla futura uscita presso
leditore Fasquelle de La Chandelle verte, lumires sur le choses de ce temps, raccolta di
spculations tratte dalle riviste La Revue blanche, Le Canard sauvage, La Plu-
me, La Renaissance latine e dalla rubrica Fantasies parisiennes del Le Figaro.

vi . Le ragioni della scelta di un titolo cos colorito sono da ricondursi evidentemen-


te a padre Ubu, personaggio centrale del teatro di Jarry e suo alter ego nella vita. La
candela verde, nellaraldica jarryana prerogativa di re Ubu come il bastone e lunci-
no da phynanza (bton phynances e croc phynances), il pinza-porco (pince-porc) o lo
spurga-merdra (pompe merdre) , allegoria del denaro (le phynances, appunto) e, al
tempo stesso, simbolo fallico, n tanto meno casuale che in certi riti magici simboliz-
zi abbondanza e fertilit.

vii . Cfr. la cronaca teatrale apparsa su La Revue blanche, 231, 15 gennaio 1903 (in
A. Jarry, ?uvres compltes, a cura di M. Arriv, P. Besnier, H. Bordillon, B. Le Doze,
Gallimard, Paris 1989, t. ii, p. 657), e la lettera a Karl Bos del 31 gennaio 1903 (ibidem,
t. iii, p. 570).

viii . L. Klieger Stillman, The Morphonetic Universe of Ubu, The French Review, 4
(1977), p. 586.

ix . M. Bachtin, Lopera di Rabelais e la cultura popolare, Einaudi, Torino 1979, p. 54.

x . La biblioteca non era che una riduzione di una biblioteca, ed dir molto. Era co-
stituita da unedizione popolare di Rabelais e da due o tre volumi della Biblioteca
rosa da G. Apollinaire, Il fu Alfred Jarry, traduzione e cura di A. Castronuovo, Stam-

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pa Alternativa / Nuovi Equilibri, Viterbo 2003, p. 13.

xi . Cfr. P. Murphy, Rabelais and Jarry, The French Rewiev, 51 (1977), p. 32.

xii . Cfr. A. Jarry, De qualques romans scientifiques, La Plume, 347-348 (1903) ora in
Id., ?uvres compltes, cit., t. ii, p. 520.

xiii . J. Baudrillard, Patafisica e arte del vedere, traduzione di A. Bertioli, Giunti, Firenze
2006, p. 105.

xiv . A. Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, cit., libro II, cap. viii, pp. 31-
32.

xv . Ibidem, p. 31.

xvi . A. Jarry, Ubu cornuto, in Id., Ubu, cit., atto I, scena iii, p. 72.

xvii . A. Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, cit., libro VIII, cap. xxix, pp.
134-136.

xviii . Ibidem, libro II, cap. viii, p. 31.

xix . Cfr. M. Carrouges, Les Machines clibataires, Arcanes, Paris 1953; J. Clair, Sur Mar-
chel Duchamp et la fin de lart, Gallimard, Paris 2000.

xx . M. Carrouges, Istruzioni per luso, in Le macchine celibi, a cura di H. Szeemann,


Electa, Milano 1989, p. 17.

xxi . A. Jarry, Il supermaschio, traduzione di G. Agamben, es, Milano 1991, p. 143.

xxii . Ibidem, p. 145.

xxiii . H. Szeemann, introduzione a Le macchine celibi, cit., p. 9.

xxiv . M. Carrouges, Les Machines clibataires, cit.; citato in Le macchine celibi, cit., p. 9.

xxv . Lucrezio, De rerum natura, ii, 216-219.

xxvi . V. Accame, Alfred Jarry, cit., p. 35.

xxvii . Brano del Csar-Antechrist, citato in V. Accame, Alfred Jarry, cit., p. 34.

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xxviii . A. Jarry, Il supermaschio, cit., p. 131.

xxix . A. Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, cit., libro VIII, cap. xli, pp.
138-141.

Repertorio bibliografico in lingua italiana


Omettiamo di addentrarci, in questa sede, nella sconfinata bibliografia jarryana in lin-
gua francese per la quale rimandiamo alledizione in tre volumi delle ?uvres compl-
tes, Gallimard, Paris 1987, curata da M. Arriv e H. Bordillon a favore di un inventa-
rio cronologico di quanto pubblicato in Italia.

Opere di Jarry

Ubu re, traduzione di N. Frank, Formiggini, Roma 1924.

Messalina, Pervinca, Milano 1926.

Ubu re. Dramma in 5 atti, traduzione e nota di A. Camerino, Ed. Cavallino, Venezia
1945.

Ubu Roi, Pozza, Venezia 1945.

Costumanze degli annegati, traduzione di C.E. Gadda, in Umoristi dellOttocento, a


cura di A. Bertolucci, Milano, Garzanti, 1960.

Ubu re,Ubu incatenato, prefazione di T. Giglio, Area, Milano 1962.

Il dottor Faustroll. Gesta e opinioni del dottor Faustroll patafisico. Romanzo neoscientifico,
traduzione e note di S. Jacini, prefazione di C. Bo, Giordano, Milano 1966.

Tatane, traduzione di S. Jacini, illustrazioni di F. Squatriti, Sergio Tosi, Milano 1966;


Ed. di 25 esempleari numerati.

Il supermaschio, traduzione e nota di G. Agamben, Bompiani, Milano 1967.

Poesie, a cura di V. Accame, Guanda, Parma 1968.

I giorni e le notti, Laltra Alceste, Lamore assoluto, a cura di C. Rugafiori, Adelphi, Mi-
lano 1969.

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Opere, a cura di C. Rugafiori, Adelphi, Milano 1969; 3 voll. Comprende: vol. I Esse-
re e vivere, Guignol, Ubu re, Scritti sul teatro, introduzione di S. Solmi; vol. II I giorni e
le notti, Laltra Alceste, Lamore assoluto; vol. III La candela verde, Gesta e opinioni del dot-
tor Faustroll, Ubu incatenato, La dragona.

Essere e vivere, Guignol, Ubu re, a cura di C. Rugafiori, Adelphi, Milano 1974.

I minuti di sabbia memoriale, a cura di V. Accame, Munt Press, Samedan-Milano 1974.

Messalina, traduzione di S. Jacini, Formichiere, Milano 1974.

Tutto il teatro, introduzione di J.-L. Barrault, a cura di L. Chiavarelli, Newton Comp-


ton, Roma 1974; successivamente Club del libro Fratelli Melita, La Spezia 1982.

I giorni e le notti, appunti per una biografia e bibliografia a cura di L. Chiavarelli, tra-
duzione di S. Ammendola, Newton Compton, Roma 1975.

Ubu re, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, a cura di C. Rugafiori, traduzio-
ne di C. Rugafiori e H.J. Maxwell, introduzione di S. Solmi, Mondadori, Milano 1976.

Visite damore, introduzione, traduzione e note di V. Accame, Guanda, Milano 1976.

Ubu: Ubu re, Ubu cornuto, Ubu incatenato, Ubu sulla collina, traduzione di B. Candian
e per Ubu re di C. Rugafiori, Adelphi, Milano 1977.

Messalina. Romanzo dellantica Roma, traduzione, introduzione e commenti di B. Eru-


li, Espansione, Roma 1980.

Il supermaschio, traduzione e cura di P. Brogi, Savelli, Roma 1980.

Ubu coloniale, a cura di V. Accame, con i disegni originali di P. Bonnard e una lito-
grafia di E. Baj, Do-Soul, Milano 1983.

Essere e vivere, Guignol, Ubu re, Scritti sul teatro, a cura di C. Rugafiori, introduzione
di S. Solmi, traduzione di C. Rugafiori e H.J. Maxwell, Adelphi, Milano 1984.

Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, a cura di C. Rugafiori, Adelphi, Milano
1984.

Haldernablou, a cura di V. Accame, Severgnini, Milano 1984.

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Ubu re, a cura di G.R. Morteo, Einaudi, Torino 1988.

Loppio, a cura di V. Accame, Severgnini, Milano 1989; edizione di 150 esemplari nu-
merati, i primi 99 dei quali con una incisione originale di William Xerra.

Poesie, disegni di J. Dubuffet, Nautilus, Torino 1990.

Ubu cocu, a cura di A. Mancini, illustrazioni di A. Rauch, Burattini del sole, sl. 1990.

Lamore assoluto. Romanzo, a cura di C. Rugafiori, Adelphi, Milano 1991.

Il supermaschio, traduzione di G. Agamben, con uno scritto di H. De Reigner, es, Mi-


lano 1991; successivamente se, Milano 1999.

Ubu Roi, a cura di E. Lui, Greco & Greco, Milano1993.

Cesare anticristo, a cura di V. Accame, Edizioni dellarco, Milano 1994.

Ubu Roi, a cura di G. Aleo, Centrografico, Catania 2000.

Il mostardiere del Papa, ovvero la Papessa, libera versione di M. Moretti, copertina e il-
lustrazioni di E. Luzzati, Ei editori, Roma 2002.

Lamore in visita, a cura di A. Mainardi, Kami, Roma 2006.

Messalina. Romanzo dellantica Roma, cura e traduzione di B. Eruli, Giunti, Firenze


2007.

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