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DISCORSO 47

LE PECORE
DA EZECHIELE 34, 17-31.

Dio nostro pastore perch nostro creatore.


1. Le parole che abbiamo cantate contengono l'affermazione che noi siamo pecore di Dio. Se siamo
sue pecore, non inopportuno che chiediamo con lacrime la sua misericordia. Abbiamo detto
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infatti: Piangiamo dinanzi al Signore, nostro Creatore, poich egli il Signore nostro Dio . Perch
nessuno che piange disperasse di venire ascoltato, stata ricordata a Dio una specie di necessit che
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egli ha di esaudirci: Poich egli il Signore nostro Dio, che ci ha creati . Egli il nostro Dio, noi il
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popolo del suo pascolo e le pecore delle sue mani . I pastori-uomini, o anche i signorotti
proprietari di bestiame, non hanno formato loro le pecore che posseggono, non hanno creato le
pecore che pascolano. Il Signore nostro Dio invece, essendo Dio e Creatore, ha formato lui le
pecore che possiede e che pasce. Non stato un altro a raccogliere le pecore che egli pasce, n
lascia pascolare a un altro le pecore che egli ha raccolte. Piangiamo quindi dinanzi a lui. Non siamo
infatti nel bene finch ci troviamo a vivere su questo mondo. Quando piaceremo al Signore
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[trovandoci] nella regione dei vivi , allora saranno asciugate le nostre lacrime e canteremo lodi a
colui che ci ha strappato ai vincoli della morte, che ha impedito ai nostri piedi di scivolare e ai
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nostri occhi di versar lacrime, per piacere al Signore nella regione dei viventi , essendo difficile
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potergli piacere nella terra dei morti . C', vero, anche quaggi un modo di piacergli, ed
scongiurando la sua misericordia, astenendoci per quanto possibile dai peccati e, per quanto non
possibile, confessandoli e piangendoli. In tal modo siamo in questa vita ma ne speriamo un'altra:
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piangiamo nella speranza o, meglio, piangiamo nel [mancato] possesso, godendo nella speranza .

Pecore e pastori.
2. Nel cantico abbiamo proclamato di essere sue pecore: Pecore e popolo del suo pascolo e pecore
delle sue mani. Ascoltiamo pertanto ci che, come a sue pecore, egli ci dice. L'altra volta, nella
lettura precedente, parlava ai pastori; nella presente, letta appunto quest'oggi, parla alle pecore.
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Nelle parole dell'altra volta toccava a noi ascoltare con timore, mentre voi vi sentivate al sicuro. E
che diremo delle parole lette oggi? Forse che noi potremo sentirci sicuri, mentre voi trepidate?
Certo no. Prima di tutto perch, anche se siamo pastori, il pastore ascolta temendo non solo ci che
vien detto ai pastori ma anche ci che detto alle pecore. Se infatti ascoltasse indifferente le parole
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rivolte alle pecore, non avrebbe cura delle pecore . E poi c' quello che allora dicevamo alla vostra
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Carit , cio che noi dobbiamo considerare due cose: la prima, che siamo cristiani; la seconda, che
siamo vescovi. Per essere vescovi, siamo annoverati fra i pastori, supposto che siamo buoni; per
essere cristiani, siamo anche noi pecore al pari di voi. Sia dunque che il Signore parli ai pastori sia
che parli alle pecore, noi dobbiamo ascoltare con trepidazione tutte le sue parole: n pu esulare dai
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nostri cuori la preoccupazione di piangere dinanzi al Signore che ci ha fatti .

3. Ascoltiamo, fratelli, che cosa il Signore rimproveri alle pecore cattive e cosa prometta alle sue
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pecore. Dice: Quanto a voi, mie pecore, cos dice il Signore Dio . Prima di tutto, chi pensi alla
felicit che s'incontra nell'essere gregge di Dio, prova in cuore, fratelli, una profonda gioia anche in
mezzo alle lacrime e alle tribolazioni della vita presente. Si infatti nel gregge di colui che i lupi
non possono addentare e che i briganti non possono imprigionare trovandolo addormentato. A lui
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infatti, come gli si dice: Tu che pasci Israele , cos si dice: Il custode d'Israele non prender
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sonno n si addormenter . Egli dunque veglier su di noi tanto se vegliamo quanto se dormiamo.
E se sicuro un gregge di pecore quando lo pasce un uomo, quale non dovr essere la nostra
sicurezza avendo per pastore Dio, che non soltanto ci mena al pascolo ma ci ha anche creati?.

In attesa della sentenza del Giudice.

4. Un'unica preoccupazione ci viene comandata: quella di ascoltare la voce del pastore. E proprio
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ora tempo di ascoltarlo, poich egli non ha iniziato il tempo di giudicare . Colui che parla adesso
tace: parla nei precetti ma tace quanto al giudizio. Perci dice in un passo [scritturale]: Ho taciuto,
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ma forse che tacer per sempre? . In che senso ha taciuto se queste cose ce le ha dette parlando?
Chi dice: Ho taciuto non tace, poich lo stesso dire: Ho taciuto un rompere il silenzio. Ti ascolto
mentre parli in tanti precetti, in tanti misteri, in tante pagine, in tanti libri; ti ascolto finalmente nello
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stesso tuo dire: Ho taciuto, ma forse che tacer per sempre? . In che senso allora hai taciuto?
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Perch non dico ancora: Venite, benedetti del Padre mio; ricevete il regno . E nemmeno dico agli
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altri: Andate al fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli . Queste parole ancora non le
dico, anche se gi le predco. Il giudice pronunzier l'ultima sentenza; con la sua mano la scriver
nella tavoletta. Emessa la sentenza, cesser dal giudicare. Quanto alle parti, esse non odono la
sentenza del giudice: viene scritta mentre loro escono fuori. Le parti sono tutt'e due ansiose e stanno
col fiato sospeso, non sapendo contro di chi o a favore di chi si lever la sua sentenza. Gran segreto
quello di un giudice!, e da questa segretezza viene appunto il nome di "luogo segreto". Grande il
timore di coloro che sono in causa, non sapendo cosa il giudice pensi e cosa scriva. Eppure egli un
uomo, come sono uomini coloro che vengono giudicati. Ma il giudice di lass il nostro Dio, e noi
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siamo popolo del suo pascolo e pecore delle sue mani . Egli il Creatore, noi creature; egli
immortale, noi mortali; egli invisibile, noi visibili: tuttavia non ha voluto che ci restasse celata,
mentre viviamo, la sentenza definitiva che pronunzier alla fine. Nessuno che voglia condannare
dice prima: Ti condanno; nessuno che voglia ferire un altro gli dice prima: Ti ferisco.

Ascoltiamo Dio finch c' tempo.


5. Grande mitezza, dunque, grande misericordia, grande mansuetudine! A patto per che noi non
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abusiamo della sua pazienza per soddisfare la nostra malizia e, mentre lui si carica dei nostri
peccati, noi, quasi per accrescergli il peso, non aggiungiamo peccati a peccati, affinch egli sia pi
gravato, egli che non si affatica per il carico. I nostri peccati, che continua a perdonare, nel senso
che ancora tollera, mentre mostrano la sua pazienza, aggravano il nostro fardello. Dice: Ma non sai
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che la pazienza di Dio per farti ravvedere? . pazienza quel comportamento altrove chiamato
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silenzio, quando dice: [Finora] ho taciuto, ma forse che tacer per sempre? . In un passo
rimprovera certuni dicendo: Tu che predichi non doversi rubare rubi, tu che dici non doversi
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commettere adulterio lo commetti ecc. Poi aggiunge: Ma perch vuoi non calcolare le ricchezze
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della sua bont e pazienza? . Perch egli buono e longanime, perch vede e tace, vede e
sopporta, tu lo riterrai ingiusto? Ma non sai che la pazienza di Dio per farti ravvedere? E osserva
se colui che tace tacer per sempre. Dice: Tu al contrario secondo la durezza del tuo cuore e la tua
impenitenza accumuli sopra di te l'ira per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto
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giudizio di Dio, il quale dar a ciascuno secondo le sue opere . Dunque, ora tace, ma forse che
tacer sempre? Allo stesso modo, dopo aver elencato alcuni peccati, dice: Tu facevi queste cose e io
tacevo cio: Tu facevi le tali cose e io non me ne vendicavo; tu allora pensasti una cosa iniqua,
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che cio io fossi simile a te . In effetti son molti coloro che pensano cos. Avendo fatto del gran
male e constatando che non ne hanno subto pena alcuna, si compiacciono del male compiuto, non
solo ma pensano che i loro peccati piacciano anche a Dio. L'empiet ha fatto [in loro] passi cos
grandi che l'empio spregiatore ritiene Dio simile a s; e mentre Dio, per elevarlo alla sua
somiglianza, lo ammonisce, istruisce, esorta, rimprovera, lui non solo non acquisisce la somiglianza
con Dio ma pretende di abbassare Dio alla somiglianza con s. questa un'iniquit superiore agli
stessi peccati, dei quali non si vuol emendare. Tu pensasti una cosa iniqua, che cio io fossi simile a
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te. E come continua? Ti sgrider . Perch questo? Ho taciuto, ma forse che per sempre
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tacer? Ecco dunque, fratelli, in che senso il presente discorso, che esce dalla bocca di Dio ,
spaventa me e voi. Tutti infatti abbiamo un'unica speranza che ci rasserena, e questa in lui; come
pure dobbiamo tutti temere che, avendone provocato lo sdegno, non conseguiamo quel che
speravamo ma incorriamo nella pena non adeguatamente valutata. Come pecore di Dio, ascoltiamo
tutti mentre parla colui che tace; ascoltiamo mentre ci avvisa colui che ci ha creati e non ancora ci
giudica; ascoltiamolo mentre ci consentito ascoltarlo, mentre abbiamo facolt di leggerne le
parole.

La zizzania e il buon grano.


6. Dice: E voi, mie pecore, cos dice il Signore Dio: Ecco io giudico fra pecora e pecora, fra
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montoni e capri . Cosa c'entrano i capri nel gregge di Dio? Sono negli stessi pascoli, bevono alle
stesse fonti. Sebbene destinati alla sinistra, tuttavia i capri si mescolano con quei della destra e
occorre, in un primo tempo, tollerare coloro che saranno separati. In questo si esercita la pazienza
delle pecore a somiglianza della pazienza di Dio. Poi egli far la separazione: alcuni a sinistra, altri
a destra. Adesso per egli tace e tu vorresti parlare? Ma di che cosa dico: Tu vorresti parlare? Di ci
su cui egli tace: della vendetta che avverr nel giudizio, non della parola di richiamo. Egli non opera
ancora la separazione e tu vorresti separarli. Lui, che ha seminato, tollera la mescolanza. Se prima
della vagliatura tu volessi che il frumento fosse purificato, a causa del vento da te suscitato saresti tu
stesso esposto a una molto brutta vagliatura. vero che i servi si permisero di dire: Vuoi che
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andiamo a raccoglierla? . S'erano indignati al vedere la zizzania ed erano rattristati perch al
buon frumento si fosse mescolata la zizzania. Dissero: Non hai tu seminato del buon seme? Da dove
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venuta fuori la zizzania? . Egli spieg da dove provenisse, ma non permise che la si strappasse
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prima del tempo . I servi erano, certo, adirati contro la zizzania, tuttavia ricorsero al consiglio e al
comando del padrone. Vedevano di malocchio, i servi, l'erbaccia fra il grano, ma capivano che, se
nello sradicare la zizzania avessero agito anche in parte secondo il loro arbitrio, sarebbero stati
anche loro annoverati fra la zizzania. Attesero l'ordine del padrone, ricorsero al loro re per riceverne
il comando: Vuoi che andiamo a raccoglierla? E lui: No. E ne spieg il motivo: Perch non
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succeda che, mentre volete raccogliere la zizzania, sradichiate insieme anche il buon grano . Ne
plac lo sdegno, senza lasciarli nel dolore. Sembrava infatti ai servi una cosa grave che la zizzania
si trovasse in mezzo al grano, ed era veramente cos. Ma una cosa la condizione di quando ci si
trova nel campo, un'altra la quiete del granaio. Sopporta! Per questo infatti sei nato. Sopporta!
Poich c' forse qualcuno che sopporta te. Se sei stato sempre buono, usa misericordia; se a volte sei
stato cattivo, non te ne scordare. E chi stato sempre buono? Se Dio ti facesse un esame minuzioso,
pi facilmente ti troverebbe cattivo anche adesso, che non tu stesso buono in ogni momento.
Occorre dunque sopportare la zizzania tra il buon grano, i capri fra i montoni, i capretti fra le
pecore. E cosa diceva quel padrone riguardo al frumento? Diceva: Al tempo della mietitura dir ai
mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fascetti per buttarla nel fuoco; quanto invece
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al mio frumento, riponetelo nel granaio . Passer il tempo del crescere insieme nel campo, verr
la separazione della mietitura. Adesso il Signore esige da noi pazienza, e ne propone in se stesso
l'esempio dicendo: Certamente, se io volessi mettermi a giudicare, forse che giudicherei
ingiustamente? Se volessi mettermi a giudicare, forse che potrei ingannarmi? Se dunque io, che
sempre giudico rettamente e non posso ingannarmi, rimando il mio giudizio, come osi tu, che non
sai come si debba giudicare, essere tanto frettoloso nel giudicare? Osservate, fratelli, come a quei
servi che volevano sradicare la zizzania anzitempo il padrone non accord questa incombenza
nemmeno quando fu giunta la mietitura. Disse infatti: Al tempo della mietitura dir ai
mietitori. Non disse: Dir a voi. Ma non saranno stati mietitori gli stessi servi? No. Esponendo
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infatti i singoli particolari della parabola disse: Mietitori sono gli angeli . Tu dunque, o uomo,
rivestito di carne, che porti con te la carne o forse sei tutto carnale (sei cio carne nel corpo e
carnale nell'animo), oseresti usurpare, anticipando i tempi, un compito che spetta ad altri, che non
spetter a te nemmeno il giorno della mietitura? Questo, della separazione della zizzania; e dei capri
che diremo? Quando verr il Figlio dell'uomo e con lui tutti gli angeli, seder nel trono della sua
gloria e saranno radunate davanti a lui tutte le genti, ed egli le separer come il pastore separa le
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pecore dai capri . Verr e far la separazione. Verr la mietitura e gli uomini saranno separati.
Adesso per non il tempo della separazione ma della sopportazione. Non diciamo questo, fratelli,
affinch dorma la nostra premura nel riprendere; che anzi, per non incorrere incautamente nel
giudizio e non trovarci improvvisamente alla sinistra, essendo stati dei ciechi trascurati nel
rimediare alla nostra cecit, esercitiamoci nella disciplina senza affrettare il giudizio.

Temiamo il giudizio.

7. Cosa diceva dunque il Signore? Ecco, io giudico fra pecora e pecora e fra i montoni e i
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capri . Io giudico. Grande sicurezza! lui che giudica: stiano tranquilli i buoni. Il loro giudice
non si lascia corrompere da alcun avversario, n circuire da alcun avvocato, n ingannare da alcun
[falso] teste. Ma quanto debbono essere tranquilli i buoni, altrettanto debbono temere i cattivi. Egli
non giudica in maniera che gli si possa nascondere qualcosa. O che forse nel giudicare Dio cercher
dei testimoni per conoscere quale tu sia?. Come potrebbe ingannarsi sulla tua condizione colui che
anticipatamente sapeva ci che saresti stato? Egli interroga te, non un altro che lo informi su di te.
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Dice: Il Signore interroga il giusto e l'empio . Interroga te, non per sapere qualcosa da te ma per
confonderti. Avendo dunque un giudice che nessuno pu ingannare a nostro sfavore o a nostro
favore, comportiamoci in modo da non dover temere il suo futuro giudizio ma piuttosto
aspettiamolo e desideriamolo. O che forse il buon grano teme d'essere riposto nel granaio? Anzi, lo
brama ardentemente e lo desidera. O che le pecore temono d'essere collocate alla destra? Anzi, nulla
procede per loro cos a rilento quanto l'attesa che ci avvenga. Gente di questa categoria dice di
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cuore e con tutta sincerit: Venga il tuo regno . Quanto ai cattivi, viceversa, a queste parole il loro
cuore trepida e la lingua inciaccia. Con che disposizione infatti dici: Venga il tuo regno? Ecco che
sta per venire: come ti trover? Comportati dunque in modo da poter pregare con tranquillit. E se
per caso nella tua coscienza c' qualche errore o peccato, hai il rimedio nella stessa
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orazione: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori . Dio ha voluto che
tu [gli] fossi debitore avendo a tua volta dei debitori. Col peccato ti rendi nemico di Dio, ma bada se
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per caso non abbia anche tu un qualche nemico. Perdonagli e ti sar perdonato . Ci che fai tu,
uomo soggetto al peccato, lo far a te colui che non pu essere giudicato reo di alcun peccato. Se
invece tu, pur essendo immerso nel peccato, non vuoi perdonare a chi pecca contro di te n
consideri nel tuo simile la tua propria condizione n hai paura delle cadute in cui ti fa incorrere la
tua fragilit, cosa pensi che ti far colui che giudica con quella sicurezza che gli accorda il fatto di
non poter mai peccare?.

Con la confessione preveniamo il giudizio.


8. Occorre quindi darsi da fare per avere una coscienza pura. Se per caso c' l'inquietudine [per
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qualche difetto], preveniamo il suo volto con la confessione . Or ora, quando si cantava il salmo,
abbiamo ascoltato questo: Preveniamo il suo volto con la confessione. Preveniamolo, affinch non
sia lui a prevenirci. Se tu avrai confessato, egli non verr col castigo, a meno che tu, dopo la
confessione, non ricada nella colpa. Previenilo prima d'essere prevenuto! Che infatti egli verr,
cosa certa. Perderai [la causa] se non desideri ci che [inevitabilmente] accadr: egli verr infatti
anche se tu non vorrai. Forse che, per il fatto che tu ti opponi alla sua venuta, lui la rimander?
Come conosceva l'ora in cui doveva essere giudicato, cos conosce l'ora in cui deve giudicare. Egli
verr; tu controlla in che condizione ti troverai. Oggi c' il difetto che ti inquieta: ci sia oggi stesso
la confessione; si rinunzi oggi stesso al difetto, e oggi stesso ti verr rimesso e condonato. Non devi
dire: Dio tarda a perdonare, n devi tardare a ricorrere alla tua medicina. Hai in cuore qualche
angustia. Se ti angustia, ti stimola pure. Certo, se nella tua casa ci fosse una pietra sgradita ai tuoi
occhi, la faresti togliere di mezzo, specialmente se dovessi accogliere un ospite un po'
ragguardevole. Ebbene, quando preghi Dio lo chiami dentro di te. Come verr a te se non gli avrai
pulito i locali dove riceverlo? Ma non sei capace di toglierti dal cuore ci che tu stesso ti sei
procurato? Implora da lui che ti purifichi; lui invita perch entri. Purch ci che devi fare lo faccia
adesso che egli parla ammonendo e tace quanto al giudizio.

Dio giudica fra pecora e pecora.

9. Qui menziona i capri e menziona gli arieti; li giudica e cosa dice di loro? Com' che non vi
bastava pascolare in pascoli buoni? Voi pesticciavate con i vostri piedi gli altri vostri pascoli e
bevevate l'acqua depurata - che cio era pura e limpida - mentre intorbidavate l'altra con i vostri
piedi. E le mie pecore dovevano pascolare ci che i vostri piedi avevano pesticciato e bere ci che i
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vostri piedi avevano intorbidato . Cosa significa questo? I pascoli di Dio sono buoni e le fonti di
Dio sono pure. Queste cose troviamo nelle sante Scritture. Chi sono, allora, quei tali che bevono
acque limpide e si pascono di erba pulita, calpestando poi l'erba che rimane e intorbidando l'acqua,
per cui le altre pecore dovranno brucare le erbe calpestate e bere le acque intorbidite? Vedete inoltre
come tutto questo dispiaccia al pastore, che, mentre tali cose accadono, dice: Io giudico fra pecora e
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pecora , certo al fine di impedire tali inconvenienti. Ci son molti che, pacati quando apprendono,
sono inquieti quando insegnano, e mentre hanno un maestro paziente, sono feroci col proprio
discepolo. Chi non sa infatti con quanta pacatezza viene ad istruirci la sacra Scrittura? Viene uno, vi
legge i voleri di Dio: li legge e li capisce. Capisce con animo sereno ci che beve dal limpido fonte
e ci che bruca dal [prato] verde e pulito. Ecco per che un altro viene ad ascoltare da lui [ci che
ha appreso]. Si sdegna, s'infuria, accusando la tardit d'ingegno di colui che, come a volte succede,
capisce con una certa lentezza: lo turba il comprendere scarso di ci che egli aveva potuto ascoltare
sereno.

Prontezza nel comprendere la parola di Dio.


10. Non dico questo, fratelli, perch non si debba, a volte, rimproverare la durezza, che la stessa
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Verit, sempre cos pacata, rimproverava dicendo: O stolti e tardi di cuore nel credere! . Occorre
per farlo con quell'amore che c'induce a curare le persone, esigendo la diligenza nell'attenzione e
dissipando, ove occorra, le nubi della loro mente: quelle nubi che han contratte a causa di
preoccupazioni mondane e per le quali, appunto perch pensano a cose inutili, non sono in
condizione di udire ci che utile. Inoltre, anche se ognuno riscontra in se stesso della tardit [di
cuore], non tempo perso rimproverare anche l'altro affinch voglia pregare Dio che lo liberi dalla
tardit e lo riempia della verit. Or dunque, se per nostra negligenza comprendiamo limitatamente
ci che abbiamo ascoltato, dobbiamo prendercela con la nostra stessa negligenza; se invece
lentezza d'ingegno, il sentircela rimproverare sar sufficiente perch ci si muova a invocare Iddio.
Non si debbono pertanto biasimare quei maestri che agiscono cos; piuttosto meritano biasimo
coloro che lo fanno con animo amaro, invidioso, poich son costoro che calpestano i pascoli e
intorbidano le sorgenti. Ci che sanno vogliono saperlo in modo che gli altri lo ignorino. Sono
uomini dalla coscienza perversa, pieni di gelosia infernale, che hanno letto e compreso [la parola di
Dio] con l'invidia non nel corpo ma nel cuore. Alle richieste [rispondono]: Abbondi in molto ed io
dovrei confidarti anche questo? sei tu degno di leggere e di ascoltare queste cose? Perch intorbidi
l'acqua? La fonte ne versa per tutt'e due! Perch calpesti le erbe destinate al nostro pascolo comune?
Non sei stato tu a mandare la pioggia che le ha fatte nascere!.

Essere irreprensibili anche nel comportamento esteriore.

11. C' in queste parole un altro significato che non reputeremo assurdo. Ecco della gente che
conduce una vita buona, ma crede basti avere la [testimonianza della] propria coscienza e non si
cura gran che di quello che sul suo conto pensano gli altri. Non si rendono conto, costoro, che,
quando uno vede comportarsi negligentemente una persona di buona coscienza (la vedono, ad
esempio, fraternizzare con tutti e andare dappertutto; la vedono assidersi ai banchetti idolatrici,
certamente perch sa che l'idolo un nulla), allora la coscienza dell'altro, essendo inferma, riceve
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l'esempio non dalle cose che vede ma da ci che sospetta . L'uomo infatti, il tuo simile, il tuo
fratello, non pu entrare nella tua coscienza che solo Dio conosce. Sia dunque la tua coscienza
aperta a Dio, ma il tuo comportamento sia edificante per il tuo fratello! Se costui, supponendo in te
del male, sar rimasto turbato e avr preso da te l'esempio per fare ci che crede abbia anche tu
fatto, dal momento che tu vivi cos, cosa giova che il ventre della tua coscienza abbia bevuto acqua
pura, se il tuo simile per la tua trascuranza avr ricevuto del turbamento nella condotta?.

Talora ci si deve contentare della testimonianza della buona coscienza.


12. Quando gente di questa sorta viene rimbrottata affinch non faccia cose simili, te la senti
rispondere: Ma l'Apostolo ha detto: Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servo di
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Cristo . Anche in questo caso intorbidi le acque e calpesti pascoli. Considera meglio le parole
dell'Apostolo per non intorbidare l'acqua anche a te stesso. Egli diceva: Se cercassi di piacere agli
uomini, non sarei servo di Cristo. "Le comprendo benissimo e accetto volentieri la massima
dell'Apostolo". Ma non hai letto altro negli scritti dell'Apostolo [stesso] ? Cercate di piacere a tutti
in ogni cosa, come anche io cerco di piacere a tutti in tutto, cercando non il mio utile ma ci che
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utile a molti, perch si salvino . Inoltre, non hai ascoltato mai le parole dell'Apostolo: Siate
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irreprensibili di fronte ai giudei e ai greci e alla Chiesa di Dio ? In terzo luogo, non hai sentito
quel che ancora diceva l'Apostolo, e cio: Procuriamo [di fare] il bene non solo dinanzi a Dio ma
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anche dinanzi agli uomini ? Mi replica l'avversario: Esponimi per che senso debbo dare a
espressioni fra loro diverse e contrastanti. Da un lato dice l'Apostolo: Se cercassi di piacere agli
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uomini, non sarei servo di Cristo ; da un altro viceversa dice: Cercate di piacere a tutti in ogni
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cosa, come anch'io cerco di piacere a tutti in tutto . Da un lato dice: Nostro vanto la
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testimonianza della nostra coscienza ; dall'altro invece: Procuriamo [di fare] il bene non solo
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dinanzi a Dio ma anche dinanzi agli uomini . Se mi ascolterai con pazienza e non intorbiderai a
tuo danno l'acqua della tua mente, per quanto mi sar consentito ti spiegher forse [la difficolt]. Ci
sono degli uomini soliti pronunziare giudizi temerari, maldicenti, brontoloni, mormoratori, pronti a
sospettare ci che non vedono e a lanciare addosso [all'altro] ci che nemmeno riescono a
sospettare. Contro gente di questa sorta, cosa resta se non contentarsi della testimonianza della
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propria coscienza ? In realt, fratelli, anche nei confronti di coloro ai quali cerchiamo di piacere,
non che cerchiamo la nostra gloria, o che dobbiamo cercarla, ma la loro salvezza, nel senso che,
diportandoci noi rettamente, chi ci segue non batta strade sbagliate. Siano nostri imitatori, se noi lo
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siamo di Cristo ; se invece noi non siamo imitatori di Cristo, che lo siano per lo meno loro!
Cristo infatti colui che pasce il suo gregge e insieme con tutti coloro che pascolano [nel] bene egli
un solo uomo, poich tutti sono in lui. Allorch dunque cerchiamo di piacere agli uomini, non
cerchiamo il nostro tornaconto, ma vogliamo godere con gli altri: godiamo che a loro piaccia il
bene, perch ci un loro vantaggio e non perch incrementa la nostra dignit. poi manifesto
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contro chi dica l'Apostolo: Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo ; come
anche manifesto in favore di chi dica: Cercate di piacere a tutti in ogni cosa, come anch'io cerco
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di piacere a tutti in tutto . L'una e l'altra espressione limpida, palese, pura e non intorbidata. Tu
contentati di pascervi e bere; non calpestare n intorbidare.

Non operare il bene per compiacere gli uomini.

13. Tu hai certamente ascoltato dal nostro Signore Ges Cristo, maestro degli apostoli, le
parole: Splendano le vostre opere buone dinanzi agli uomini, in modo che vedano le vostre opere
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buone e diano gloria al vostro Padre che nei cieli , cio che vi ha resi quel che siete. Noi infatti
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siamo popolo del suo pascolo e pecore delle sue mani . Se dunque sei buono, sia lodato colui che
ti ha fatto buono, non tu che di per te stesso non potevi essere se non cattivo. Perch mai vorresti
stravolgere la verit, volendo per te le lodi se riesci a compiere il bene, se invece fai il male volendo
che ne sia incolpato il Signore? In effetti, colui che disse: Splendano le vostre opere buone dinanzi
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agli uomini , disse pure nello stesso discorso: Non praticate la vostra giustizia dinanzi agli
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uomini . Ma a te queste cose, come sembravano contrarie quando le diceva l'Apostolo, cos
quando le dice il Vangelo. Se per non intorbidi l'acqua del tuo cuore, riconoscerai anche qui la
pace delle Scritture e tu stesso avrai pace con loro. Se al contrario tu non vorrai aver pace con loro,
tu sosterrai nel tuo intimo la tua discordia, esse non resteranno private della loro pace. Ci sono
infatti alcuni che vantandosi vorrebbero conquistarsi la stima degli uomini e sventolano le proprie
opere buone, riponendo nel plauso degli uomini il fine per cui le compiono: ritengono, quasi, che
questa lode umana costituisca il compenso delle loro opere buone. Ora, di questi detto: In verit vi
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dico, hanno ricevuto la loro mercede , e a loro riprovazione: Guardatevi dal praticare la vostra
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giustizia dinanzi agli uomini, con l'aggiunta: Per essere osservati da loro . Non si spinse oltre con
le sue acute precisazioni, si ferm qui. Ora voi, qualunque opera buona compiate, non la compite
dinanzi allo sguardo degli uomini per essere da loro osservati sicch questo essere osservati dagli
uomini costituisca il fine del vostro agir bene. Dunque non agite cos, cio per esser visti dalla
gente. Le nostre opere buone debbono, certo, esser fatte dinanzi agli uomini, ma Cristo non ripose
in questo il fine per cui le facciamo, cio l'essere visti dagli uomini, anche se disse: Risplendano le
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vostre opere buone dinanzi agli uomini perch vedano le vostre opere buone . Non si ferm qui
tuttavia, non s'arrest qui, ma da questa meta ti sollev in alto, sottrasse te a te (se infatti fossi
rimasto in te, saresti caduto), e ti pose in un luogo sicuro. Dice: Vedano le vostre opere buone e
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diano gloria al Padre vostro che nei cieli . Non ti stranire per il fatto che venga glorificato lui.
Sta' con lui, e in lui sarai glorificato anche tu. Dice l'Apostolo: Affinch nessun uomo possa
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gloriarsi di fronte a lui . Resteremo quindi privi di gloria? No!, poich egli diceva: Chi si gloria si
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glori nel Signore . E cos anche la testimonianza della nostra coscienza per noi una fonte di
gloria perch in lui. Se infatti la nostra gloria consistesse nel piacere a noi stessi e noi
diventassimo persone che si compiacciono di loro stesse, uno che piace a se stesso piace a una
persona estremamente balorda.

14. Ebbene, fratelli, preoccupiamoci non solamente di vivere bene ma anche di tenere una buona
condotta di fronte alla gente. Procuriamo d'avere non soltanto una buona coscienza ma, per quanto
ce lo consente la nostra debolezza, per quanto riesce al controllo della fragilit umana, abbiamo
anche l'attenzione di non far nulla che crei dei sospetti nel nostro fratello pi debole. Non deve cio
succedere che, mentre noi mangiamo erbe pulite e beviamo acque limpide, calpestiamo i pascoli di
Dio e le pecore pi deboli debbano mangiare ci che stato calpestato e bere ci che stato
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intorbidito. Guai! E questo in vista di colui che dice: Io giudico fra pecora e pecora .

Le pecore e i capri.
15. Nei loro riguardi, cos dice loro il Signore Dio: Ecco, io giudico tra la pecora forte e la pecora
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debole . Lasciamogli aggiungere un'altra cosa. Gi l'abbiamo sentito parlare di coloro che
calpestano l'erba e intorbidano l'acqua, ascoltiamo da lui un'altra sorta di male, una sorta di male
molto grave. D'ora in poi non fa menzione dei capri: li ha nominati una volta perch noi sapessimo
che esistono - lui li conosce bene! -, ma poi parla come se tutti [gli uomini] fossero pecore. Ha
parlato una volta conformandosi al modo come vede lui, in seguito parla alla maniera come
vediamo noi. Sia noto alle pecore che in mezzo a loro ci sono i capri e che essi alla fine saranno
separati; ora voglio stabilire una distinzione tra pecora e pecora. Le pecore e i capri non li conosce
nella sua predestinazione e prescienza se non colui che poteva predestinare conoscendo in anticipo.
Ora si trovano tutti sotto il segno di Cristo e tutti partecipano della grazia di Dio: tu quindi ti ritieni
una pecora, mentre pu darsi che Dio sappia essere tu un capro. Comunque, in quanto pecora,
ascolta le parole che ti si fanno sentire: Ecco, io giudico tra la pecora forte e la pecora debole.

I malvagi che disperdono le pecore.

16. Con i vostri fianchi e le vostre spalle spingevate e con le vostre corna cozzavate e schiacciavate
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quelle che erano deboli, fino a cacciarle fuori . Chi non comprende quest'affermazione? chi non
se ne spaventa? Se nessuna pecora fosse fuori, ci non sarebbe un fatto accaduto; se invece con
lacrime vediamo molte pecore andare errando fuori [dell'ovile], guai a coloro che con le spalle e i
fianchi e le corna han provocato questo. Non avrebbero fatto questo se non fossero state pecore
forti. Chi sono questi forti? Coloro che presumono delle loro forze. Chi sono questi forti? Coloro
che si gloriano della propria giustizia. Responsabili della divisione delle pecore e della loro cacciata
dall'ovile non sono se non coloro che si sono autoproclamati giusti. Audaci di spalle e pronti a dare
spintoni perch non portano il peso di Dio: fianchi cattivi, amici cospiratori, congrega di ostinati,
corna dritte, innalzate dalla superbia. Spingi con i fianchi e con le spalle, scaraventa con le corna,
caccia via quel che tu non hai comprato! Ovviamente tutta la questione questa: che tu sei giusto,
mentre gli altri sono ingiusti, ed cosa sconveniente che il giusto stia con gli ingiusti, sconveniente
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che il frumento stia con la zizzania , sconveniente che le pecore pascolino insieme ai capri fino
alla venuta del pastore che non sbaglia nel fare la separazione. Ma sarai tu davvero uno degli angeli
incaricati di sradicare la zizzania? Non ti prenderei per un angelo mandato a sradicare la zizzania
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nemmeno se fosse gi arrivata la mietitura . Prima della mietitura n tu n alcun altro, chiunque
fosse, sareste veri [angeli]. Colui che ha fissato i mietitori ha fissato anche il tempo. Potrebbero
anche gli uomini arrogarsi il nome di angeli - e forse nelle Scritture troviamo degli uomini cui si d
il nome di angeli -; io comunque preferisco aspettare il tempo della mietitura. Tu puoi arrogarti il
nome di angelo, ma non puoi abbreviare il tempo stabilito per la mietitura. Falsamente quindi
asserisci di esserlo, se il tempo di esserlo non ancora arrivato. Quando questo arriver e saranno
inviati i veri mietitori, non so dove ti troveranno: se cio debba essere purificato perch ti si accolga
nel granaio ovvero legato per essere gettato nel fuoco. Se poi dico "forse", perch non oso
giudicare. Adesso mi rammarico perch sei fuori, n so se un giorno sarai ammesso dentro.

Esortazione e polemica con i donatisti.

17. Al presente, mentre vivi, ascolta quanto scritto di te in un'altra testimonianza della Scrittura, e
non voler sradicare zizzania a tempo indebito: procura piuttosto di entrar dentro te stesso finch c'
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tempo. Un'altra Scrittura di Dio dice: Il figlio cattivo da se stesso si proclama giusto . Ecco le tue
spalle, i tuoi fianchi e le tue corna. Quanto sarebbe meglio che tu, malamente forte, fossi debole!
Malamente forte-dico-ma non sano. Una persona malamente forte, metti uno in delirio, capace di
bastonare anche il medico. Se tu ti definisci perfetto, finirai col perderti. Quanto pi opportuno,
quanto meglio sarebbe stato che tu fossi infermo, affinch ti portasse alla perfezione colui che ti
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sapeva imperfetto ! L'apostolo Paolo, vaso di elezione , perch non avesse a inorgoglirsi delle
rivelazioni - cosa che noi mai avremmo osato affermare se lui non ce ne avesse parlato e noi non
avessimo dovuto prestargli fede - dice: Perch non mi insuperbisca della grandezza delle
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rivelazioni, mi stato dato un pungolo nella carne, un angelo di satana che mi schiaffeggi .
Perch non avesse osato alzare le corna, diceva di essere schiaffeggiato. Per
questo, continua, pregai tre volte il Signore che me lo togliesse, ma lui mi rispose: Ti basta la mia
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grazia, poich la potenza si esplica nella debolezza . Quanto pi utile, dunque, la debolezza che
vien portata a perfezione che non quella robustezza che allontana le pecore, disperdendole e
cacciandole fuori [dell'ovile]! Sei un figlio cattivo tu che ti dici giusto. Il figlio cattivo da se stesso
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si proclama giusto ma non pulisce la sua uscita . Notate, miei fratelli, un'espressione breve quanto
a numero delle parole ma grave per il peso della verit. Si proclama giusto per uscire e segregarsi.
Si proclama giusto ma cattivo, e per questo non pulisce la sua uscita. Che vuol dire: Non pulisce?
Non purifica, non difende, non scusa. In effetti, perch ti sei separato? perch sei uscito [da noi]?
Come non ti palpita il cuore quando dai libri divini ascolti [la sentenza]: Uscirono da noi, ma non
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erano dei nostri ? Ammesso sempre che la tua cattiva robustezza, per la quale spingi e urti e
sparpagli le pecore di Dio, consenta al tuo cuore la facolt di trepidare. Quando infatti ascolti il
detto: Uscirono da noi, ma non erano dei nostri, chi parla cos uno che sta nella Chiesa. La Chiesa
diffusa in tutto il mondo: tu cosa stai facendo l fuori? E non sono io a predicarti che la Chiesa
diffusa in tutto il mondo. I profeti, gli apostoli, lo stesso nostro Signore ti hanno detto che la Chiesa
diffusa in tutto il mondo. Or ora, mentre si leggeva il salmo, abbiamo ascoltato: Il Signore non
scaccia il suo popolo; e, come se gli fosse stata posta una domanda, risponde: Poich nelle sue
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mani sono i confini della terra . Lui non scaccia, tu spingi fuori: spingi, sparpagli, escludi. Tacci
da traditori, ma non lo dimostri. Tutto questo son corna di uno che sparpaglia, non mitezza di uno
che pasce. Ecco il popolo di Dio diffuso fin nelle estremit della terra. Ecco il popolo di Dio che,
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gemendo e piangendo dinanzi al suo Creatore , dice nel salmo al Signore, alla presenza del quale
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piange: Ho gridato a te dai confini della terra mentre il mio cuore era nell'ambascia . Nota come
si umili nell'ambascia del suo cuore. E cosa dice essergli stato accordato? Mi hai innalzato sulla
pietra. Mi hai innalzato su quella pietra che Cristo; non mi hai precipitato da quel monte che si
chiama Donato. Va' ora, solleva le corna, dilata i fianchi, gonfia le spalle e dando spintoni alle
pecore di': Io sono giusto. Ti risponder la Scrittura: Cattivo [sei], non giusto. Il figlio cattivo si
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proclama giusto da se stesso . Se sei giusto, perch esci fuori? perch scacci fuori gli altri? cosa
fai insieme con coloro che cacci fuori? Considerandoti pecora, hai voluto fuggire i capri? Meglio
per te che il pastore ti separi da loro [ponendoti] a destra, che essere riprovato insieme con loro alla
sinistra. Anche se essi fossero stati capri, tu invece pecora, avresti dovuto pascolare insieme ai
capri... In che cosa ti avevano molestato i pascoli o le fonti? Ovvero, alla fin delle fini, in che cosa ti
aveva molestato il pastore, che per un certo periodo di tempo aveva voluto tener mescolati i due
greggi (cos infatti gli sembrato bene di fare), riservandosi per la fine di fare la separazione? Egli
non commetterebbe errore nemmeno se volesse compiere adesso tale separazione, ma la rimanda
alla fine; tu al contrario ti metti a separare anzitempo. Non aspetti la fine, pur non sapendo quando
arriver la tua fine. Ma questo perch [succede] se non perch, quegli stessi che hai accusato di
essere capri, li hai accusati falsamente? Se infatti li avessi accusati dicendo il vero, non ti saresti
separato. La tua separazione per loro una pulitura. Erano zizzania! Ma perch tu hai voluto
separarla prima del tempo? Avresti dovuto essere un grano mescolato ad essa, ed essere piantato
nello stesso campo e bagnato dalla stessa pioggia. Perch allora sei uscito? Puoi trovare un motivo?
Quelli che accusi, non sei in grado di convincerli. Viceversa, uscendo prima del tempo e
separandoti, tu stesso vieni convinto [di errore]. Osserva come sei un figlio cattivo. Tu da te stesso
ti definisci giusto, ma non pulisci la tua uscita. Non vengo a dirti che tu, piuttosto, sei un traditore
(se lo dicessi facilmente potrei dimostrarlo!); non voglio dirlo perch quell'errore lo commisero i
tuoi, non tu, n io voglio attribuire a te le opere degli altri, anche se della tua setta. Osservo le opere
compiute da te, e ti rimprovero perch sei fuori, ti rimprovero la tua uscita [da noi]. Metto
assolutamente da parte tutte le accuse che si potrebbero rivolgere contro di voi. Ometto [di
ricordare] le vostre ubriachezze, gli strozzinaggi e le usure aggiunte ad usure; ometto [di ricordare] i
branchi furiosi dei circoncellioni; ometto tutte queste cose e anche le altre che potrei enumerare. Del
resto, non tutti fra voi fanno di queste cose. Si faccia avanti e venga a parlare, pertanto, uno che tali
nefandezze non compie, uno anzi al quale dispiaccia che vengano compiute nella setta. Non gli
rinfaccer le colpe altrui, ma lo esorter a pulire la sua uscita. Vedi con quanta esattezza gli si
dice: Il figlio cattivo da se stesso si proclama giusto. Il Signore, che parla secondo verit, dice: Il
figlio cattivo si proclama giusto da se stesso. Non [lo dico] io, ma lui. Vuole per che anch'io lo
chiami giusto? Venga, produca frutti nella pace cattolica e nella pace cattolica li conservi, poich
non esistono frutti dove non li si produce mediante la pazienza. Dice: E porteranno frutti nella
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pazienza . Vuoi vedere come sei stato colpito dalla grandine? Ascolta da un altro passo: Guai a
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costoro che han perso la pazienza .

Dove trovare la vera Chiesa.


18. Supponete ora uno che come spesso capita, si metta a ricercare da che parte sia il [vero]
cristiano. Si messo in cammino per farsi cristiano, constatando che tutta l'umanit si muove verso
Cristo. Non vuol essere cristiano attendendosi dei vantaggi temporali: non vuol conciliarsi il favore
dell'amico pi potente, non conquistarsi la sposa agognata, non evadere da qualche molestia
mondana, sebbene ci siano molti che, entrati con queste intenzioni, poi si ravvedano. Supponiamo
per che si tratti di uno che vuol provvedere al bene della sua anima e per questo voglia diventare
cristiano. Scruta con attenzione e vede l due fazioni: domanda perch gli uni si siano separati dagli
altri. Loro rispondono: Ci siamo separati, in quanto giusti, da coloro che erano peccatori, quasi che
parlino a un cieco che ne ascolti le parole ma non ne veda le opere. Ma ci pu essere uno che
osservi la loro condotta, con tutte le cose che poco fa ho ricordate. Costui domanda loro: Ma, per
favore! Voi vi chiamate giusti e con questo motivo pretendete di giustificare la vostra separazione.
Come mai allora sono tra voi quei tali e quegli altri? Probabilmente non se la sentiranno di negare il
fatto, poich si rimproverano ad essi cose di pubblico dominio; quindi rispondono: vero che in
mezzo a noi ci sono di tali persone, ma forse che siamo tali tutti quanti? Benissimo! Anche uscito
fuori ti vedo in compagnia di peccatori. Perch allora non [sei rimasto] dentro? Frutto della tua
separazione doveva essere in effetti la vita non pi in compagnia con i peccatori. Se fuori ti trovassi
senza avere persone come quelle dalle quali tu supponi di essere fuggito, in qualche modo tollererei
la tua separazione. Orbene, ritornando a quel tizio intenzionato di diventare cristiano, mettete che
egli stia scrutando dove si trovi il [vero] cristiano. Vede gli eretici separati da coloro che sarebbero
peccatori, e nello stesso tempo pieni essi stessi di peccatori. Supponete d'altro canto che egli si
ponga a scrutare la Chiesa di Cristo, in conformit col tenore di vita che probabilmente tutti si tiene
e secondo il quale tenore di vita lui stesso, sebbene provenga dal mondo, pi o meno in grado di
giudicare. Ammettiamo che anche nella Chiesa trovi alcuni sobri, altri ubriaconi, alcuni poveri e
angariati, altri smaniosi di rubare l'altrui, e cos via discorrendo. Vede [mali] qui e [ne] vede l.
Dovr in ultima analisi rivolgersi a Dio, per sapere cosa dica della sua Chiesa. Trova il Signore che
della sua Chiesa dice essere diffusa fra tutte le genti. Trova Dio che, anche nella parabola della
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zizzania, dice: Il campo questo mondo . Non campo l'Africa ma questo mondo. Per tutto il
mondo il grano, per tutto il mondo la zizzania. In effetti, campo il mondo, seminatore il Figlio
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dell'uomo, mietitori gli angeli , non i capi dei circoncellioni. Grano e zizzania crescono fino alla
mietitura; non che cresca la zizzania e decresca il frumento, ma crescono l'una e l'altro fino alla
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mietitura. Quale mietitura? Ascolta lui! La mietitura la fine del mondo . Il nostro ricercatore
ascolta ben bene queste parole e, giudicando assennatamente, cosa conclude? Non voglio essere in
quella fazione separata; sar da quest'altra parte e sar buono in nome di colui a cui ormai
apparterr. Sar buono, non facendomi buono da me stesso ma attendendo di diventarlo con l'aiuto
di lui; non definendomi da me stesso buono e giusto, ma desiderando d'essere cos chiamato da lui.
Entra, si fa cattolico. Eccolo, egli purifica la sua entrata: pulisci anche tu la tua uscita! Ma non ce la
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farai, poich il figlio cattivo da se stesso si proclama giusto ma non pulisce la sua uscita .

La Chiesa sparsa per tutta la terra.


19. Con i vostri fianchi e le vostre spalle [le] spingevate, e le colpivate con le vostre corna, e
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opprimevate chi veniva meno fino a cacciarle fuori. Io per le salver . Come son detestabili la
loro malizia e crudelt, cos da lodarsi la misericordia del nostro Pastore e Dio (veramente Dio):
egli salver le sue pecore. Miei fratelli, forse far questo per mezzo dei pi piccoli fra i suoi servi,
forse per mezzo di persone indegne come noi, che diciamo: Salvi [Dio] le sue pecore. Che essi per
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ascoltino la voce del loro pastore e lo seguano ! Non cerchino la Chiesa sulla base di quanto
dicono gli uomini; la cerchino ricorrendo a ci che dice Dio, a ci che dice Cristo. Se lui di uno dice
che empio, empio; se dice che giusto, giusto; se dice che pecora, pecora; se dice che
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capro, capro . Egli la verit: parli lui e dalle sue parole si ricerchi la Chiesa. Dicci, Signore:
Dov' la tua Chiesa? E lui a tutti: Ma non sapete dove sono io? Gli risponderanno tutti: In cielo alla
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destra del Padre . la retta fede: questa ho insegnato, seminato, e seminato per il mondo.
Continua: Quando professate che io sono in cielo, vi verr in mente senza dubbio quel salmo che
dice: Innalzati sopra i cieli, o Dio. Cercate la Chiesa? Leggete il resto: E sopra tutta la terra [sia] la
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tua gloria . Fratelli, nello stesso passo dove, parlandosi di Cristo risorto e asceso [al cielo], si
dice: Innalzati sopra i cieli, o Dio, l subito si aggiunge: E sopra tutta la terra [sia] la tua gloria. Lo
sposo in cielo, la sposa sulla terra. Egli [si estende] su tutti i cieli, lei su tutta la terra. O eretico,
credi a ci che, essendo in cielo, non vedi, mentre neghi ci che vedi sulla terra! Dica dunque quel
che segue: lo dica e lo si ascolti. Egli salvi le sue pecore! Dice: Io salver le mie pecore e non
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saranno pi depredate, e io giudicher fra pecora e pecora .

Cristo, raffigurato da David, il vero pastore.


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20. E susciter sopra di loro un pastore . Non aveva egli detto nel brano
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precedente: Io [le] pascoler ? Colui che pascola [le pecore] ora fa sorgere un pastore. O che in
cos breve spazio di testo egli si sia stancato di pascolare e abbia fatto sorgere un pastore a cui
affidare le pecore e lui restarsene esente da preoccupazioni? Vediamo chi chiami pastore e da ci
comprendiamo in che senso, anche suscitando quest'altro pastore, resti lui a pascere e a pascere da
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solo. Susciter sopra di loro un pastore e Davide mio servo le pascer, lui le pascer . Se
conoscete la storia, comprendete subito, fratelli, che la profezia riguarda Cristo, venuto fra gli
uomini dalla stirpe di Davide. Il nostro profeta, Ezechiele, visse al tempo della captivit avvenuta
quando il popolo fu deportato in Babilonia. Dal tempo di Davide fino a questa deportazione
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trascorsero quattordici generazioni . Ecco, quanto tempo pi tardi dice: E Davide le pascer. Se
questo fosse stato detto al tempo di No o di Abramo o di Mos o anche al tempo di Saul, al quale
Davide successe sul trono, potremmo con fondatezza riferirlo a Davide figlio di Iesse e dire che lui
sarebbe stato il pastore del gregge di Dio, in quanto a lui, costituito re, sarebbe stato affidato quel
popolo. Invece, nel nostro caso, Davide aveva gi cessato di regnare, se n'era andato da questa vita,
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era stato riunito ai suoi padri e godeva la meritata requie . Cos' mai quel che dice: Susciter
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Davide e lo costituir loro unico pastore , se non che "Davide" colui che venuto [a noi] dalla
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stirpe di Davide ? In che maniera dunque Dio ci fa sorgere un pastore? e qual quest'unico
pastore? E te pascer il mio servo Davide. Poc'anzi ci pascolava lui; ora ci pasce il suo servo
Davide. Perch quasi un altro? In effetti, quando ci pasceva lui ci pasceva Dio; e quando ci pasceva
Dio, ci pascevano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ora si suscita e si fa avanti quasi un altro
pastore. Ma non un altro pastore. Non un altro secondo la natura divina poich, nella stessa
natura divina, lui e il Padre sono un solo Dio. Quanto invece alla natura di servo, egli vien suscitato
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quasi diverso [dal Padre] e come tale inviato a pascere, perch il Padre maggiore di lui .
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Ascolta come uno solo pasca e colui che pasce sia Cristo: Io e il Padre siamo una cosa sola .
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Ascolta come Cristo venga suscitato perch pascoli: Il Padre maggiore di me . Unico dunque
colui che pasce, in quanto, essendo di natura divina, non stim un tesoro geloso la sua uguaglianza
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con Dio . Lo si suscita a pascere, poich svuot se stesso prendendo la natura di servo .
Questa verit affermata anche nelle parole del profeta: Le pascer il mio servo Davide. Servo,
cio nella natura di servo. Servo perch umili se stesso assumendo la natura di servo, divent
simile agli uomini e per le sembianze fu trovato uguale all'uomo. Umili se stesso facendosi
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obbediente fino alla morte e morte di croce . Lo si susciti, allora, e si faccia pascolare! Dice: Per
questo, Dio lo ha esaltato di fra i morti e gli ha dato il nome che al di sopra di
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ogni altro nome . Elevato il suo servo Davide, innalzata ormai la sua natura di servo posta [da
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Dio] alla sua destra , gli ha dato il nome che al di sopra di ogni altro nome . Vedi com'egli
pascoli e in quali ampiezze egli pascoli! Sicch nel nome di Ges ogni ginocchio si pieghi, nei cieli,
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sulla terra e sotto terra . In quale angusta parte vorresti comprimere, o vanit eretica, un
possessore che cos si estende?! Hai per caso tanta fiducia nelle tue spalle e corna superbe che non ti
curi di raccogliere [le pecore] attorno al pastore ma ti sforzi d'allontanare il pastore dal gregge? Le
pascer il mio servo Davide. Ascoltate Davide che pasce voi pecore; ascoltate la voce del vostro
pastore, non la voce degli assassini, non l'urlio dei lupi. Le pascer il mio servo Davide; lui le
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pascer . Oh, quale raccomandazione! Egli le pascer. Nessuno all'infuori di lui dica di
pascerle; egli le pascer. Chi vuol pascerle le pasca in lui poich egli le pascer. Diceva poco prima
Dio: Io [le] pascer; ora dice: Egli le pascer. Ci risponda il Figlio e ci dica: Tutt'e due le
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affermazioni sono vere, poich io e il Padre siamo una cosa sola . Colui che
dice: Io [le] pascer non mentisce quando dice: Egli le pascer; e, pur dicendo: Egli le
pascer, non mentisce se dice: Io[le] pascer. Non credi - diceva - che io sono nel Padre e il Padre
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in me? Filippo, chi vede me vede anche il Padre . Giustamente dice: Io pascer, e giustamente
dice: Egli pascer. una distinzione, non una separazione. Egli le pascer. Non spaventatevi, voi
pecore! Non vi abbandona colui che dice: Egli le pascer. Dio che vi pasce: il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo; Dio in persona vi pasce. Ma occorreva distinguere la natura del servo, non separarla o
disgiungerla o costituirla in altra persona. Il Creatore infatti assunse la creatura, non si mut in
creatura; assunse ci che non era, non perse ci che era.

Cristo pastore insieme col Padre.


21. Le pascer il mio servo Davide. Egli le pascer e sar loro pastore e io, il Signore, sar loro
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Dio . State attenti, fratelli! Osservate l'unit della natura divina e la distinzione delle persone, in
modo che non diciamo esser Figlio colui che Padre n esser Padre colui che Figlio. Colui che
poco prima aveva detto: Io le pascer dice: Egli le pascer. E ancora: E sar loro pastore e io, il
Signore, sar loro Dio. Spiegaci, Signore [quest'affermazione]. Che nessuno intorbidi l'acqua!
Beviamo ci che scaturisce limpido dalla limpida fonte. Perch hai voluto parlare come spezzando
[la frase]: Egli sar loro pastore [e] io sar loro Dio, quasi che lui sia il nostro pastore e tu il nostro
Dio? Perch dire, Signore, che tu non sei nostro pastore ed egli non nostro Dio? Ascolta con
calma! sii mansueto nell'ascoltare la parola, per poterla comprendere. Potrebbe infatti a questo
punto ascoltarmi l'orecchio di uno che la pensi diversamente, l'orecchio infetto da veleno ereticale, e
deridermi perch ho detto che il Padre e il Figlio sono un solo Dio, anche se non pu deridere le
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tante migliaia di fratelli che hanno un'anima sola . Costui potrebbe dirmi: Ecco, Dio asserisce
espressamente: Sar loro pastore il mio servo Davide, che tu hai identificato con Cristo e che non
pu intendersi diversamente. Come ragione hai addotto che queste affermazioni furono pronunziate
dopo la morte di Davide. Or dunque, Cristo sar loro pastore, mentre io, il Signore, - dice - sar
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loro Dio. L'uno sar pastore, l'altro sar Dio. Spiegami quindi cosa significhi: Io [le] pascer .
Chi diceva: lo [le] pascer? Certamente Dio di sua bocca diceva: Io pascer. Come non separava
Cristo dalla funzione di pascere quando diceva: Io pascer, cos non separa Cristo dalla divinit
quando dice: Io Dio. Ecco, Cristo pastore; e pastore anche il Padre. Allo stesso modo Dio il
Padre e Dio anche Cristo. Come non separi il Padre da Cristo pastore, cos non separi Cristo da
Dio Padre. Il Padre ha in comune col Figlio la compassione che l'ha indotto a pascerci; il Figlio ha
in comune col Padre l'uguaglianza nella [stessa] divinit. Ma, se non si fosse espresso in tal
maniera, tu avresti ritenuto per Padre colui che Figlio. Dicendo dunque: Egli pascer e: Io sar
loro Dio, ti esorta ad ammettere l'unit nella divinit e la distinzione nelle persone. Il Padre non si
separa dal Figlio che pasce, n separa il Figlio dalla sua potest; devi anzi vedere nel Padre il Dio,
Figlio e nel Figlio il Padre, pastore. Dice: Io, il Signore, sar loro Dio e il mio servo Davide sar
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principe in mezzo a loro . Perch: In mezzo a loro? Perch il Verbo si fatto carne ed ha abitato
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in mezzo a noi . Principe in mezzo a loro. Per questo anche mediatore fra Dio e gli uomini ,
perch Dio come il Padre e uomo come gli uomini. Non mediatore l'uomo privo della divinit, n
Dio privo dell'umanit. Ecco il Mediatore. La divinit senza l'umanit non mediatrice, come non
lo l'umanit senza la divinit. Ma fra l'umanit sola e la divinit sola mediatrice l'umana divinit
e la divina umanit di Cristo. E il mio servo Davide sar principe in mezzo a loro. Io, il Signore, ho
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parlato Io, non un non so quale eretico. Io, il Signore, ho parlato.

Il testamento di Dio va rispettato.


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22. E disporr in loro favore un testamento di pace , ovviamente ad opera di colui che disse: Vi
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do la mia pace, vi lascio la mia pace . Questo il testamento del nostro Padre: un testamento di
pace. Se qualsiasi [altra] eredit pu dividersi fra gli interessati, l'eredit della pace non pu
dividersi. La nostra pace Cristo: la pace unifica gli estremi, non divide in due ci che era uno.
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Diceva: Egli la nostra pace, egli unific le due cose . il testamento di Dio: eredit la pace.
Sia posseduta fra partecipanti concordi, non sia divisa da gente in lite. E disporr in loro favore un
testamento di pace. Svegliatevi, o eretici! Dalla bocca del pastore ascoltate che c' un testamento di
pace; venite alla pace. Voi vi irritate contro gli imperatori cristiani che non fecero valere nelle
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vostre case i vostri testamenti . Notate quanto sia giusta la pena. E cosa rappresenta il fatto che il
vostro testamento non vale in casa vostra? Cos' questo? Che gran cosa ? Codesto [vostro] dolore
un avvertimento, non ancora una condanna. Dio infatti volle usare compassione quando fece il
testamento della sua pace. Tu ti addolori per il tuo testamento, se esso non considerato valido
nella tua casa. Tu certamente morrai, e non conosci cosa succeder nella tua casa dopo che sarai
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morto. Dice: In quel giorno svaniranno tutti i suoi pensieri , ed egli non riconoscer pi il suo
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posto . Non conosci dunque cosa succeder a casa tua dopo che sarai morto, tuttavia ti addolora il
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fatto che nella tua casa il tuo testamento invalidato. Cristo mor ma risuscit e dal cielo guarda
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perch resti valido il suo testamento . Destati sospinto dal tuo dolore! In forza della tua
sofferenza ravvediti! Sai che a un legno distorto si soliti avvicinare del calore. Che codesto tuo
dolore ti faccia ravvedere! Non ancora la fiamma del fuoco eterno; , per cos dire, il calore di un
fuoco che viene avvicinato al tuo cuore ricurvo, perch ammonito si corregga. Addolorati!
Assolutamente giustificato il dolore che provi perch nella tua casa non viene rispettato il tuo
testamento. Casa di Dio il tuo cuore. Se vuoi che nella tua casa viga il tuo testamento, perch non
vuoi che abbia valore il testamento di Dio nella casa di lui? Tu lasci ai tuoi figli delle mura, e ti
dispiaceresti se sapessi che i tuoi figli si divideranno [l'eredit] diversamente da come hai disposto
tu. Quanta cura hai, quanta sollecitudine provi per una casa miserabile, per un tetto destinato a
crollare! Con che forza reagisci - per quanto puoi - all'ardore della febbre, alla malattia che ti
tormenta e perfino alla morte che incalza, balbettando le ultime parole affinch veda realizzato il
tuo testamento! Quanti legali consulti, quante trappole cerchi d'imbastire pur di dar validit al tuo
testamento fatto contro la legge dell'imperatore! Prontamente Dio ti risponde: Non ordire inganni,
non cercare formule illegali. Vuoi che abbia valore il tuo testamento? Abbia valore il mio nel tuo
cuore. Ti rammarichi perch un altro, contro tua voglia, si prende quello che tu avevi acquistato:
che dire della mia eredit, tanto vasta, tanto sacra? Nella tua discendenza saranno benedette tutte le
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genti . Lo dissi al mio servo - cos ti dice Iddio - ed egli credette pur senza vedere . Tu vedi e
neghi! Ecco, egli rispett il testamento fatto [in suo favore]; tu, adesso che ti noto, lo rescindi.
Quando lo si ud [per la prima volta], il mio testamento venne rispettato; quando si ademp, allora lo
si aperse; esso stato osservato fino a che non giunto nelle tue mani. Tu certo vuoi essere erede;
ma forse che il tuo coerede si pone a litigare con te dicendoti: Tu prenditi questa parte, io mi
prender quella?, ovvero: Prenditi tu la pi piccola, io la pi grande? Non ti dice: Dividiamo [il
testamento], ma: Possediamolo insieme. Questa infatti la volont del testatore. Apri e leggi! Ma tu
gridi: Io ho fatto in modo che non fosse bruciato; io l'ho preservato dal fuoco. Tu l'hai preservato
dal fuoco? Aprilo, e vedi che l'hai conservato proprio per cadere nel fuoco, quantunque io sia ben
lontano dal credere che l'hai conservato tu che, a quel che constato, non osservi ci che vi si
prescrive. E disporr in loro favore un testamento di pace.

Il deserto della coscienza e l'acqua della vita.


136
23. E sterminer dalla terra le bestie feroci . Sono chiamati bestie i nemici del testamento di
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pace. Di queste bestie detto in un altro salmo: Sgrida le belve del canneto . Che significa: Le
belve del canneto? Le bestie che si oppongono alla sacra Scrittura, scritta appunto con la
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canna. Sterminer dalla terra le bestie feroci, e abiteranno nel deserto pieni di speranza . Che
significa: Nel deserto? Nella solitudine. E "nella solitudine" che significa? Al di dentro, nella
coscienza. Grande solitudine, dove non solo non passa alcun uomo ma neanche la raggiunge con lo
sguardo. L abitiamo pieni di speranza, poich non ancora nel possesso reale. In effetti, quel che di
noi sta al di fuori tutto sconvolto dalle tempeste e dalle tentazioni mondane. Esiste per un deserto
interiore: l interroghiamo la nostra fede; interroghiamo se l dentro c' la carit. Vediamo se,
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mentre diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori , non siano
solo le labbra a emettere tal voce, ma ci sia anche il cuore. Se il cuore a dire la verit, se diciamo
la verit l dove non penetra sguardo umano, l abbiamo trovato il deserto in cui riposiamo pieni di
speranza. Passeranno infatti tutte le tribolazioni del tempo presente, e ci che era speranza diventer
realt, e ogni nostro [possesso] sar realt. Noi saremo visibili a noi stessi, e il [nostro] pensiero non
sar pi una pecora, diciamo cos, nascosta. La coscienza non sar un deserto poich tutti si
conosceranno e non avranno pi pensieri occulti quando verr il Signore e illuminer i nascondigli
delle tenebre e render manifesti i pensieri del cuore e allora ciascuno ricever da Dio la sua
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lode . Adesso viceversa vedi due individui nella tribolazione, ma non puoi vedere il loro cuore.
Forse uno prova i rimorsi della coscienza mentre l'altro trova riposo nella coscienza, come in un
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deserto. E abiteranno nel deserto pieni di speranza e prenderanno sonno , avranno cio quiete,
come chi ha i sensi lontani da ogni strepito mondano, e riposeranno dentro di s, presso i
ruscelli. Dentro, in quel deserto, ci sono dei ruscelli di memoria che contengono acque divine,
scaturite dalla mente di chi possiede e medita la Scrittura. Occorre per che quanto hai letto e
ascoltato tu lo fissi nella tua mente puro, limpido e inviolabile e che cominci a farlo depositare in
quel deserto interiore che la buona coscienza. Allora dall'interno della tua mente si effonder e
fluir, in qualche modo, il ricordo della parola di Dio, e tu, riposando con gli altri pieno di speranza,
dici: vero: buon per me! Questa la mia speranza; questo mi ha promesso Dio. Egli non
mentisce; io sono tranquillo. Questa tranquillit il sonno presso i ruscelli. Prenderanno sonno
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presso i ruscelli .
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24. E dar loro la benedizione intorno al mio colle . Sebbene sia un monte, sebbene sia un colle,
ci piaccia stare attorno ad esso. Colle Cristo: il quale se in mezzo a noi, noi siamo attorno a lui.
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Poc'anzi aveva detto infatti: Davide [sar] principe in mezzo a loro . Essendo principe, anche
colle: un colle dolce, non scosceso e difficile a salirsi, a meno che non vi si posino i piedi
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dall'alto. E do loro la benedizione intorno al mio colle, e mander la pioggia a suo tempo , cio
la pioggia della parola di Dio. C' infatti anche una pioggia nociva: quella che abbatte la casa
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costruita sulla rena e alla quale molto che resista la casa fondata sulla roccia . la pioggia della
tentazione, che causa crolli e non irriga la terra. Non sar di questo genere la pioggia che il Signore
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dice di voler mandare. Cosa dice infatti? Saranno piogge di benedizione . Al sentirti nominare la
pioggia, t'eran venuti dei dubbi. Saranno piogge di benedizione, non di tentazione. Saranno piogge
di benedizione.

La nostra terra dar il suo frutto.


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25. Osserva ora i frutti di quella pioggia. E gli alberi che sono nel campo daranno il loro frutto .
Nel campo, nella pianura; non in localit scoscese ma nella facilit, per cos dire, della vita. Ha
definito "campo " quella facilit della vita presente, che non ha in s nulla di arduo, di faticoso, di
difficile, qual nella Chiesa di Dio la vita di molti fedeli sposati con figli e case proprie. Sono come
gli alberi in un campo; non son riusciti a salire su alcuna vetta scoscesa. Ricevano per la pioggia!
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Daranno anche questi alberi il loro frutto Frutto di questi alberi : Spezza il tuo pane all'affamato
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e accetta in casa tua il povero senza tetto . A tali alberi diceva l'Apostolo: Non che io cerchi il
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dono ma esigo il frutto . E gli alberi che sono nel campo daranno il loro frutto. Se non ne
avranno uno pi grande, tuttavia un loro frutto l'avranno. E la terra dar i suoi prodotti: tutta la
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terra. E abiteranno nella loro terra . Campi, colli, monti, tutti daranno i loro prodotti. Cosa potr
[dare] il campo? cosa il colle? cosa il monte? Basta soltanto che l'agricoltore lo riconosca. E
abiteranno nella loro terra pieni di speranza. Vedete come prometta quelle cose che in questo
tempo dona a noi. Se infatti dice: Nella speranza, intendo: Adesso, al presente. Quando
raggiungeremo le promesse, non ci sar pi la speranza ma la realt.

26. E sapranno che io sono il Signore, quando io spezzer le spranghe del loro giogo: le spranghe
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da cui schiacciato il loro collo . Signore, spezza le spranghe con le quali gli eretici schiacciano
il collo dei deboli. Cosa c' infatti di pi stretto e pressato da spranghe che [le minacce]: Non
ascoltare Cristo, ascolta me? Getta via le spranghe, procura di respirare. Non so cosa tu dica.
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Ascolto la voce del mio pastore: In tutte le genti cominciando da Gerusalemme . Lasciami
seguire il pastore! Perch vuoi schiacciarmi? Togli le spranghe dal mio collo, e io prender su di me
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il giogo leggero del mio Signore . Egli ascolta queste parole e mi stringe. Signore, l'eretico non
vuol ritrarre le sue spranghe; tu spezzale. La croce del Signore solleva, le spranghe dell'eretico
schiacciano; ma saranno spezzate. Quando spezzer le spranghe del loro giogo. Vogliono infatti
imporre sulla testa degli uomini il loro dominio, pretendendo che siano soggetti a loro, non a
Dio. Quando spezzer le spranghe del loro giogo e li liberer dalle mani di coloro che li
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riducevano in schiavit . Che significa: Li riducevano in schiavit? Li costringevano a
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peccare. Chiunque infatti commette peccato schiavo del peccato . Vedete, fratelli, di che cosa li
vogliono persuadere. A dire: Essi risponderanno per noi; noi siamo pecore e li seguiamo dove ci
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conducono. Sei pecora? ascolta il pastore, non il lupo .

Gli eretici son discordi fra loro, d'accordo contro l'unit della Chiesa.
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27. E non saranno pi devastati dalle genti . In tutte le genti non mancano infatti [i predatori],
alcuni qui, altri l. Non gli stessi qui e l, tuttavia n qui n l mancano coloro che con spranghe
schiacciano il collo dei fedeli. Discordi fra loro, son tutti concordi contro l'unit [della Chiesa].
L'unit per non dissente da se stessa; combatte e s'affatica dovunque contro tutti coloro che da lei
dissentono. Ha per un riposo nel deserto. E non saranno pi devastati dalle genti e gli animali
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feroci non li divoreranno pi . Ascoltando la voce del pastore saranno sottratti ai morsi dei lupi.
Non li sbraneranno quelle belve del canneto che vogliono stravolgere le Scritture traendole al senso
da loro inteso, che distolgono l'orecchio dai passi espliciti della Scrittura, esigendo d'essere ascoltati
mentre loro ricusano d'ascoltare la Scrittura. E gli animali feroci non li divoreranno pi ma
abiteranno nella speranza. Osservate in quante maniere dimostri che quanto promette adesso lo
promette per quaggi: parla cio di cose che fa vedere fin da questo mondo. E non ci sar chi li
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spaventi . Come non ci sar pi chi li spaventi? Non ci sar nessuno assolutamente. Confido nel
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Signore . E comincer a dire l'uomo: In Dio loder il discorso, nel Signore loder la parola ;
non la loder in me. Essi lodano in s la parola e dicono: Credete ci che noi vi diciamo; noi
lodiamo nel Signore la parola dicendo: Crediamo quel che ci vien detto dal Signore. Non ci sar chi
ci spaventi perch in Dio loder il discorso, nel Signore loder la parola: in Dio ho sperato, non
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temer quel che potr farmi l'uomo . Non ci sar chi li spaventi.

Scandalo del pagano nell'osservare le discordie fra cristiani.


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28. E susciter una piantagione di pace . Testamento di pace, piantagione di pace. Germogli ci
che ha piantato Dio; sia sbarbicato ci che ha piantato l'eretico! Ci che Dio ha piantato da s o per
mezzo della sua Chiesa: da s in cielo, per mezzo della Chiesa sulla terra; da s sopra tutti i cieli,
per mezzo della Chiesa sopra tutta la terra. Ecco quel che ha piantato Dio. [Mi si dice] tuttavia:
Vieni qua, sii della fazione di Donato; la Chiesa soltanto in Africa. Non [ti] ha piantato Dio; non ti
riconosco per pianta di Dio. Ci che dici da svellersi, non da irrigarsi. E susciter loro una pianta
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di pace, n ci saranno pi coloro che sulla terra saranno consumati dalla fame . Veramente,
fratelli, c' della fame. Cercate e vi accorgerete che sorta di fame patiscono, e, ci che peggio,
hanno il cibo in bocca ma non vogliono mangiarlo. Sono esattamente come i malati che spesso
muoiono di nausea: non che manchi loro da mangiare, ma non vogliono mangiare, anzi lo rifiutano.
Difatti con certezza anche le Scritture parlano di queste cose, e ne risuona il salmo qui e l: Si
ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i confini della terra e lo adoreranno tutte le stirpi
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delle genti . Ecco il cibo posto nel piatto. Se tu fossi sano e ne mangiassi, forse che resteresti da
quella parte? Non ci saranno pi coloro che sulla terra saranno consumati dalla fame e non
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saranno pi gravati della maledizione delle genti . Veramente, fratelli, nel nome di Cristo la
Chiesa elevata a tanto fastigio da esserne confusi tutti i detrattori: i quali non osano nemmeno
sparlarne. Questo solo loro rimasto da dire contro di noi: Perch fra di voi non siete d'accordo? I
pagani rimasti, non avendo nulla da dire contro il nome di Cristo, rinfacciano ai cristiani la
discordia esistente fra loro. Pertanto, tutti coloro che dall'eresia son passati alla Chiesa cattolica non
hanno da sostenere questo insulto da parte dei gentili: non porteranno la maledizione della
discordia, in quanto sono stabili nella radice dell'unit, nella piantagione della carit. Non saranno
gravati di maledizione.

29. E sapranno che io sono il Signore loro Dio, mentre essi [saranno] il mio popolo, la casa
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d'Israele: oracolo del Signore Iddio . Ecco, sono pecore; ecco, sono anche vigna. Di una certa
vigna parlava il profeta Isaia, rimbrottando una vigna cattiva, in modo che la vite non dicesse di non
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aver capito. Si spiega alla fine quando dice: Vigna del Signore delle schiere la casa d'Israele ,
affinch non dicessero: Non si riferisce a noi, ma a non so quale vigna. Lo stesso qui. Avendo
parlato di pecore, al termine volle impedire che qualcuno pensasse: Forse, in non so qual posto ci
sono delle pecore di Dio, pecore delle quali Dio ha cura ma che io non conosco. Chi pensasse cos
cadrebbe, nelle sue distinzioni, in un assurdo contro il senso comune dell'umanit; tuttavia il Pastore
divino per condiscendenza verso gli infermi si abbassa fino a tali pensieri ed espone
inequivocabilmente quali siano le sue pecore. E mie pecore, pecore del mio gregge, siete voi
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uomini . Ma quali uomini? Tutti? No. Difatti, beato l'uomo la cui speranza il Signore Dio . E
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ancora: Quanto buono Iddio d'Israele per i retti di cuore! Beato l'uomo il cui Dio il Signore .

Gli uomini posseggono Dio e son possesso di Dio. . .


30. Dio al disopra di tutti. Tuttavia non facile avere il coraggio di dire: Mio Dio, a meno che non
si tratti di uno che creda in lui e lo ami. Costui pu dire: Mio Dio. Ti sei fatto tuo, appropriandolo a
te, colui al quale appartieni. Questo quel che egli ama. Sicuramente! Nella dolcezza del tuo affetto
e nell'amore pacato e oltremodo fiducioso, di': Mio Dio. Lo dici tranquillo e dici la verit
affermando che tuo: con questo non fai che non sia degli altri. Non dici infatti: Mio Dio, come
dici: Il mio cavallo. Il tuo cavallo, appunto perch tuo, non degli altri. Dio tuo e di qualsiasi altro
che, come te, dica: Mio Dio. Ognuno dice: Mio Dio, mio Dio. Egli di tutti e a tutti in comune si
concede per essere goduto, intero in tutti, intero in ciascuno, poich quanti dicono: Mio Dio, non se
lo dividono in parti fra loro. Ecco il discorso che ora sto pronunciando con la lingua. Col suono
continuato delle lettere e delle sillabe esso giunge intero a ciascun uditore, n i diversi uditori se lo
dividono in parti fra loro. Effettivamente, un discorso che risuona fisicamente agli orecchi del corpo
viene percepito interamente da tutti gli uditori, sebbene in maniera pi forte da chi sta vicino e pi
debole da chi sta lontano. Non viene diviso in sillabe, fra i diversi uditori, ma tutti lo ricevono per
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intero . Quanto pi non sar posseduto da tutti in maniera identica Iddio, che presente ovunque
e tutto riempie, non in maniera pi marcata ci che vicino e in maniera pi fioca ci che lontano,
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ma si estende con fortezza da un estremo all'altro e tutto dispone con soavit ? Ecco, miei fratelli,
la luce del giorno. certamente corporea, splende dal cielo, nasce, tramonta, si muove, passa da
luogo a luogo; eppure in essa si muovono e ad essa si indirizzano gli occhi di tutti: la posseggono in
uguale maniera, senza per ci dividerla, gli occhi di tutti. Nessun ricco le ha posto un confine n,
arrivato per primo a guardarla, ha o escluso o delimitato la vista del povero. Dica il povero: Mio
Dio; dica il ricco: Mio Dio. Il primo ha meno, l'altro ha pi, ma in fatto di oro, non in ordine a Dio.
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Per raggiungere Dio Zaccheo, che era facoltoso, diede met del suo patrimonio ; Pietro per
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raggiungerlo lasci le reti e la barca ; per raggiungerlo quella vedova diede due spiccioli . Per
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raggiungerlo, uno ancora pi povero porse un bicchiere di acqua fresca e un altro, assolutamente
povero e sprovvisto di beni, lo raggiunse ponendo soltanto la buona volont. Diedero cose di
diverso valore, ma raggiunsero l'Unico, perch non amarono cose diverse [da lui]. Cos anche voi,
uomini, pecore di Dio, pecore del gregge di Dio, non vi angustiate per ci che nel tempo presente vi
diversifica. Alcuni sono onorati, altri privi di onori; alcuni posseggono denaro, altri no; alcuni si
presentano con una bella corporatura, altri con una meno bella; alcuni sono sfiniti dall'et, mentre
altri sono giovani o ragazzi; alcuni sono uomini, altre sono donne. Dio presente a tutti nella stessa
misura. Presso di lui occupa spazio pi ampio colui che gli presenta una maggiore quantit non di
argento, ma di fede. Dice: E voi, uomini, siete mie pecore e pecore del mio gregge, e io sono il
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vostro Dio, oracolo del Signore Iddio . O noi beati per un tale possesso e per un tale possessore!
Difatti egli possiede noi e noi possediamo lui. Ci possiede in quanto ci coltiva, lo possediamo in
quanto gli tributiamo il culto. Noi lo onoriamo come Dio, lui ci coltiva come suo campo. Lui ci
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coltiva perch produciamo frutto, noi lo onoriamo per poter produrre [questo] frutto . Tutto si
rifonde su di noi poich lui non ha bisogno di noi. Dice: Ti dar come tua eredit e come tuo
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possesso gli estremi confini della terra . Ecco in che modo siamo suo possesso. Dice: Il Signore
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parte della mia eredit e del mio calice . Ecco in che modo egli nostro possesso. Tuttavia
occorre tener presente la distinzione: Voi siete uomini, io il Signore vostro Dio, oracolo del Signore
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Iddio nostro.

DISCORSO 46
I PASTORI
DA EZECHIELE 34, 1-16

1. Tutta la nostra speranza in Cristo; egli tutta la nostra gloria, gloria vera e salutare. La
vostra Carit non ode oggi per la prima volta queste cose: voi infatti appartenete al gregge di
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colui che provvidamente pasce Israele . Ma, siccome ci sono pastori che amano esser chiamati
pastori mentre si rifiutano d'adempiere l'ufficio di pastori, scorriamo le parole ad essi rivolte
dal profeta secondo la lettura che abbiamo or ora ascoltato. Voi ascoltate con attenzione; noi
ascolteremo con tremore.

Vescovi e cristiani.

2. Il Signore mi rivolse la parola e mi disse: Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele
2
e di' ai pastori d'Israele . Abbiamo ascoltato poc'anzi la lettura di questo testo, sul quale
abbiamo stabilito d'intrattenerci alquanto con la vostra Santit. Ci aiuter il Signore a dirvi il
vero; e a ci riusciremo se non presumeremo dirvi cose nostre. Infatti, se diremo del nostro,
saremo pastori che pasciamo noi stessi, non le pecore; se invece ci viene dal Signore quel che
diciamo, qualunque sia la persona che vi pasce, sempre il Signore a pascervi. Queste cose
dice il Signore Iddio: Guai ai pastori d'Israele! Essi pascono soltanto se stessi. Non invece
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compito dei pastori pascere le pecore? . Vuol dire: i pastori non debbono pascere se stessi ma
le pecore, sicch questo il primo motivo per cui vengono rimproverati tali pastori: perch
pascono se stessi e non le pecore. Chi sono coloro che pascono se stessi? Son coloro dei quali
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dice l'Apostolo: Tutti cercano i propri interessi, non gli interessi di Ges Cristo . Consideriamo
un istante noi stessi. Il Signore ci ha posti in questo luogo (di cui dovremo rendere stretto
conto) per un tratto della sua condiscendenza e non certo per i nostri meriti. Ebbene, noi
siamo insigniti di due dignit che occorre ben distinguere: la dignit di cristiani e quella di
vescovi. La prima, cio l'essere cristiani, per noi; l'altra, cio l'essere vescovi, per voi. Nel
fatto di essere cristiani vanno sottolineati i vantaggi che derivano a noi; nel fatto di essere
vescovi, ci che conta esclusivamente la vostra utilit. Vi sono molti che, essendo cristiani e
non vescovi, raggiungono Dio e la loro via forse pi agevole [che non la nostra], ed essi
possono camminare tanto pi spediti quanto pi leggero il peso che portano. Noi, invece,
oltre ad essere cristiani, per cui dovremo render conto a Dio della nostra vita, siamo anche
vescovi, e quindi dovremo rendergli conto anche del nostro ministero. Vi fo presente tale
difficile situazione affinch vogliate compatirci e pregare per noi. Verr infatti il giorno in cui
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tutto sar sottoposto a giudizio ; e quel giorno, se per il mondo intero lontano, per i singoli
uomini vicino, coincidendo con l'ultimo giorno della propria vita. Inoltre, Dio ha voluto che
a noi fosse celato sia il giorno della fine del mondo sia quello della fine della vita dei singoli
uomini: per cui, vuoi non aver paura del giorno che non conosci? Fa' che quando arriva ti
trovi preparato. Quanto al compito dei vescovi, esso di curare il bene dei loro sudditi, e nella
funzione stessa del comando non debbono assolutamente mirare al proprio tornaconto ma al
bene di coloro dei quali sono i servi. Ogni vescovo pertanto che godesse per il posto che
occupa e cercasse il suo onore e guardasse esclusivamente ai suoi interessi privati, sarebbe di
quelli che pascono se stessi e non le pecore. E a costoro diretta la profezia. Quanto a voi,
ascoltate come pecore di Dio e osservate come Dio vi abbia posti al sicuro. Qualunque sia il
comportamento di chi vi sta a capo, cio di noi, voi state sempre al sicuro per la sicurezza che
vi ha donato il Pastore d'Israele. Dio non abbandona le sue pecore: sicch i cattivi pastori
sconteranno le loro colpe, mentre le pecore conseguiranno i beni loro promessi.

3. Prestiamo dunque attenzione alle parole che rivolge ai pastori intenti a pascere se stessi, e
non le pecore, la divina Scrittura che certo non adula nessuno. Ecco - dice - voi consumate il
latte e vi coprite con la lana; voi uccidete le pecore grasse e non menate al pascolo le mie pecore.
Non sostenete quelle che son deboli, non rinvigorite quelle che sono malate, non fasciate quelle
che hanno le ossa spezzate, non richiamate [all'ovile] le fuorviate, n ricercate quelle che si sono
perdute; anzi uccidete quelle che son forti. In tal modo, per mancanza di pastore, le mie pecore si
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sono sbandate . Lo si dice contro i pastori che pascono se stessi, e non le pecore, e si indica
cosa essi amino e cosa trascurino. Che cosa amano? Voi ne consumate il latte e vi coprite con la
lana. Al riguardo direbbe l'Apostolo: Qual uomo pianta una vigna e non ne coglie il frutto? Chi
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mena al pascolo un gregge, senza nutrirsi del suo latte? . Dal che si ricava che per "latte del
gregge" deve intendersi tutto ci che il popolo di Dio offre ai suoi sacerdoti per provvedere al
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loro sostentamento; e proprio a questo si riferiva l'Apostolo nel testo citato .

Paolo ricusa il sostentamento offertogli dai cristiani.

4. Personalmente, l'Apostolo aveva scelto di vivere con il lavoro delle sue mani, rinunciando a
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chiedere il latte alle pecore ; tuttavia asserisce chiaramente che aveva il diritto di prenderlo,
in quanto il Signore aveva disposto che i banditori del Vangelo dovessero vivere del Vangelo.
Ricorda ancora che certi suoi compagni di apostolato si regolavano secondo questa facolt,
che non era da loro usurpata ma effettivamente concessa [dal Signore]. Quanto a se stesso,
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egli fece di pi: cio ricus di ricevere anche quello che gli era dovuto . Si priv di ci che gli
sarebbe spettato, facendone un dono [alle comunit]; and oltre il prescritto; non che gli altri
esigessero ci che loro non era dovuto. Figura di ci potrebbe, forse, essere quel tale che dopo
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aver portato il ferito all'ospizio disse: Se avrai speso di pi, te lo rimborser al ritorno .
Ebbene, di questi tali che non hanno bisogno del latte del gregge cosa diremo ancora? Sono
pi generosi, o, meglio, adempiono con maggiore larghezza [di cuore] lo stesso dovere degli
altri, che un dovere di generosit. Lo possono fare; e quel che possono fare lo fanno in
realt. Lodiamoli pure, ma non condanniamo gli altri. E, riguardo all'Apostolo, sebbene non
si avvalesse della concessione, tuttavia desiderava che le pecore fossero feconde, non sterili o
prive di latte. E una volta trovandosi in gravi strettezze, incarcerato per la confessione della
verit, gli fu mandato dai fratelli quel che occorreva al suo bisogno e necessit. Rispose
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ringraziandoli e dicendo: Avete fatto bene a provvedere ai miei bisogni . Io infatti ho imparato
a bastare a me stesso: so abbondare e so sopportare le privazioni; tutto posso in colui che mi d
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forza; tuttavia voi avete fatto bene a venirmi incontro nelle mie necessit . Per dimostrare poi
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a che cosa egli mirasse plaudendo all'opera buona da loro compiuta e per non rientrare
nella categoria di quei pastori che pascono se stessi e non le pecore, eccolo godere non tanto
per l'aiuto recato alle sue necessit quanto piuttosto per la fecondit degli offerenti. Che cosa
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dunque ricercava l'Apostolo? Dice: Non cerco doni, ma esigo frutti . Cio: Non sono io che
debbo essere ben provvisto, ma siete voi che non dovete rimanere infecondi.

E' lecito farsi mantenere dal popolo.

5. Quanti non riescono a fare lo stesso che Paolo, cio mantenersi con il lavoro delle proprie
mani, prendano pure il latte dalle pecore e vi si mantengano nella loro penuria. Tuttavia, non
trascurino la debolezza delle pecore, cio nella loro attivit non cerchino, per dir cos, il loro
tornaconto dando l'impressione d'annunziare il Vangelo per sbarcare il lunario loro
personalmente, ma dispensino agli altri la luce della parola di verit che li illumini. Essi infatti
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sono come lucerne, e di loro sta scritto: Siano cinti i vostri fianchi e accese le vostre lucerne ;
e ancora: Nessuno accende una lucerna e la pone sotto il moggio ma sopra il candeliere,
affinch illumini tutti coloro che sono nella casa. Cos risplenda la vostra luce dinanzi agli
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uomini, affinch vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro celeste . Se tu
avessi in casa una lucerna accesa, non vi aggiungeresti continuamente dell'olio per non farla
estinguere? Che se poi questa lucerna, dopo che tu l'hai rifornita di olio, non ardesse,
vorrebbe dire che non era degna di stare sul candeliere e dovrebbe essere subito spezzata.
Quanto dunque all'indispensabile per vivere, una necessit riceverlo, carit donarlo. Non
nel senso che il Vangelo sia roba da mercato e che quanto ricevono per vivere coloro che lo
annunziano ne sia il prezzo. Se lo vendessero cos, venderebbero a prezzo troppo vile una cosa
troppo preziosa. Gli evangelizzatori pertanto ricevano pure dal popolo il sostentamento, se
necessario, ma si aspettino dal Signore la ricompensa delle loro fatiche. Difatti il popolo non
in grado di ripagare con giusta mercede coloro che lo servono nella carit del Vangelo; n,
d'altra parte, costoro se l'aspettino se non da colui dal quale gli altri si ripromettono la
salvezza. Che cosa si rimprovera dunque a certi pastori? e qual il motivo per cui li si
rimprovera? Li si rimprovera perch, pur prendendo [dal gregge] il latte per nutrirsi e la lana
per vestirsi, non si curano delle pecore. Essi, insomma, cercano solamente gli interessi propri,
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non quelli di Ges Cristo .

6. Abbiamo spiegato cosa sia consumare il latte [del gregge]. Ora dobbiamo indagare cosa
significhi coprirsi con le sue lane. Chi offre il latte somministra il cibo; chi offre la lana rende
l'onore. Questi sono i due vantaggi che cercano dalla gente quei pastori che pascono se stessi e
non le pecore: risorse per sopperire alle proprie necessit e riguardi particolari consistenti in
onorificenze e lodi. Il vestito infatti si pu ben riferire alle onorificenze in quanto serve a
coprire la nudit. In effetti ogni uomo misero; e cos' colui che vi sta a capo se non ci che
siete voi? rivestito di carne, mortale; mangia, dorme, si alza; nato e dovr morire. Se
dunque tu consideri ci che egli in se stesso, vedi che un semplice uomo; se gli tributassi un
onore esagerato in certo qual modo ne nasconderesti la miseria.

L'esempio dell'apostolo Paolo.

7. Un manto di questo genere aveva ricevuto dal buon popolo di Dio lo stesso Paolo, vedete,
quando diceva: Mi avete ricevuto come un angelo di Dio. Io infatti vi rendo testimonianza che,
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se fosse stato possibile, vi sareste cavati persino gli occhi per darli a me . Egli per, pur
essendo stato fatto segno di tanto onore, forse che li risparmi, a motivo dell'onore ricevuto, e
li abbandon nell'errore, temendo d'essere da loro rinnegato o elogiato con meno trasporto,
poich li rimproverava? Se avesse agito cos, sarebbe stato tra coloro che pascono se stessi e
non le pecore. Avrebbe infatti ragionato cos: Che me ne importa? Ciascuno faccia ci che gli
piace; il mio sostentamento assicurato, e cos pure il mio onore. Ho latte e lana a sufficienza.
Vada pure ciascuno dove gli pare. Ma davvero? ogni cosa a posto per te quando ciascuno va
dove gli pare? Non voglio supporre che tu sia vescovo; ti prendo come uno qualunque del
popolo: ma anche allora varrebbero per te le parole: Se un membro soffre, ne soffrono insieme
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tutte le membra . Pertanto l'Apostolo, ricordando ai lettori come si erano comportati nei suoi
riguardi per non sembrare dimentico dell'onore da loro ricevuto, attesta che lo accolsero come
un angelo di Dio e che, se fosse stato possibile, si sarebbero persino cavati gli occhi per darli a
lui. Nonostante ci, per, egli si china sulla pecora malata, in via di decomposizione, per
incidere la piaga e non lasciar progredire l'infezione. Diceva: Per avervi annunziato la verit,
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son dunque diventato vostro nemico? . Ecco uno che dalle pecore prese il latte, come poco fa
ricordavamo, e si copr con la loro lana, ma non trascur le pecore. Egli infatti cercava non i
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vantaggi propri, ma quelli di Ges Cristo .

Una predicazione aberrante.


8. Mai dunque succeda che veniamo a dirvi: Vivete come vi pare! State tranquilli! Dio non
condanner nessuno: basta che conserviate la fede cristiana. Egli vi ha redenti, ha sparso per
voi il sangue: quindi non vi danner. Che se vi viene la voglia d'andarvi a deliziare con gli
spettacoli, andateci pure! Alla fin fine che male c'? E queste feste che si celebrano nell'intera
citt, con grande tripudio di gente che banchetta e - come essa crede - si esilara, mentre in
realt si rovina, alle mense pubbliche... andateci pure, celebratele tranquilli: tanto la
misericordia di Dio senza limiti e tutto lascer correre! Coronatevi di rose prima che
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marciscano ! E anche dentro la casa del vostro Dio, quando ve ne venisse la voglia,
banchettate pure! rimpinzatevi di cibi e bevande insieme con i vostri amici. Queste creature
infatti ci sono state date proprio affinch ne godiate. O che Dio le avrebbe mai date agli empi e
ai pagani, negandole poi a voi? Se vi facessimo di questi discorsi, forse raduneremmo attorno
a noi folle pi numerose; e, se pur ci fossero alcuni che s'accorgessero come nel nostro parlare
diciamo delle cose inesatte, ci inimicheremmo questi pochi, ma guadagneremmo il favore della
stragrande maggioranza. Tuttavia, comportandoci in questa maniera, vi annunzieremmo non
le parole di Dio o di Cristo, ma le nostre parole; e saremmo pastori che pascono se stessi, non
le pecore.

Il pastore che uccide le pecore sane.

9. Dopo aver detto che cosa amino questi pastori, [il profeta] ci dice che cosa trascurino.
Pecore viziate si trovano infatti per ogni dove, mentre sono pochissime le pecore sane e grasse,
cio nutrite del solido cibo della verit e capaci, per dono di Dio, di cibarsi in buoni pascoli.
Ora i cattivi pastori non risparmiano nemmeno queste. Non basta loro trascurare le prime,
cio le malate, le deboli, le fuorviate, le sperdute; per quanto sta in loro, essi ammazzano
anche le forti e le grasse. Eppure esse vivono: vivono per un dono della misericordia di Dio,
ma, per quel che dipende dai pastori cattivi, essi le uccidono. In che modo, mi chiederai, le
uccidono? Vivendo male, dando cattivo esempio. O che forse fu detto invano a quel tal servo
di Dio, esimio tra le membra del sommo Pastore: Offri a tutti te stesso quale modello di opere
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buone , e ancora: Sii modello per i tuoi fedeli ? Succede infatti talora che la pecora, anche
quella forte, rilevi la condotta cattiva del suo pastore. Se per un istante essa distoglier lo
sguardo dai comandamenti del Signore, e lo fisser sull'uomo, inizier a dire in fondo al suo
cuore: Se il mio pastore vive in questa maniera, chi sono io che non debba permettermi le
stesse cose che egli fa? In tal modo uccide la pecora forte. Ora, se uccide la pecora forte, cosa
mai far delle altre, lui che con la sua cattiva condotta stato causa di morte per quelle che,
pur non avendole lui rese forti e robuste, tuttavia le aveva trovate tali? Dico e ripeto alla
vostra Carit: Facciamo pure il caso che le pecore siano vive e forti per la parola del Signore e
che si ricordino di quanto udito dal loro Signore: Fate ci che vi dicono ma non fate ci che
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essi stessi fanno . Ebbene, anche in tale caso, uno che pubblicamente vive male, per quanto
sta in lui uccide quelli che vedono il suo comportamento. Non si lusinghi costui [d'essere
innocente] per il fatto che l'altro non morto. vero che questi vive, ma egli ugualmente
omicida. come quando un uomo lussurioso guarda una donna con intenzioni cattive. La
donna rimane casta, ma quel tale un adultero. La sentenza del Signore , al riguardo, tanto
verace quanto risaputa: Chiunque guarda una donna desiderandola malamente ha gi
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commesso con lei adulterio in fondo al suo cuore . Non gli fu dato di raggiungere il di lei
talamo, ma egli nel suo giaciglio interiore tresca con lei. Allo stesso modo ogni superiore che si
comporti male in presenza di coloro che egli deve governare, per quanto sta in lui uccide
anche le pecore forti. Chi lo imita muore, chi non lo imita vive; ma il pastore, per quanto sta
in lui, causa di morte per l'uno e per l'altro. Dice: Voi ammazzate le pecore grasse, e non
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pascete le mie pecore .
Preannunziare al cristiano le prove che l'attendono.

10. Avete ormai udito che cosa [tali pastori] amino; ascoltate che cosa trascurino. Voi non
sostenete le pecore deboli, non rinvigorite quelle che sono malate, non fasciate quelle che hanno
le ossa spezzate, cio rotte; non richiamate [all'ovile] le fuorviate, n ricercate quelle che si sono
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perdute; anzi, uccidete quelle che son forti , cio le ammazzate, macellate. La pecora debole
quando ha debole il cuore, sicch pu cedere alla tentazione che non ha prevista n vi si
preparata. A uno che ha tali convinzioni, il pastore negligente non dice: Figlio, quando ti metti
al servizio del Signore, sta' saldo nella giustizia e nel timore, e prepara la tua anima alla
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tentazione . Chi parla cos sorregge il debole e da debole lo rende robusto, sicch egli,
aderendo alla fede, non se ne ripromette delle comodit materiali. Se al contrario fosse stato
educato a ripromettersi dei vantaggi materiali, si troverebbe infrollito dalle comodit e, al
sopraggiungere delle avversit, ne verrebbe ferito e forse anche ucciso. Chi lo educa in tale
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maniera non lo costruisce sopra la roccia ma sopra la sabbia . Poich la roccia Cristo , e il
cristiano deve imitare i patimenti di Cristo, non andare a caccia di piaceri. Viceversa, il
debole incoraggiato quando gli si dice francamente: Da questo mondo aspttati pure delle
tribolazioni, ma da tutte ti liberer il Signore; se il tuo cuore non si allontaner da lui n si
volger indietro. Infatti, per infondere coraggio al tuo cuore egli venne a patire e a morire; fu
coperto di sputi e coronato di spine; ud oltraggi, e infine fu confitto in croce. Tutte queste
cose egli sub per te, e tu non vorresti sopportare nulla! Non per lui, ma per te.

Partecipi della croce di Cristo.

11. Come giudicare allora quei pastori che, per timore di dispiacere a chi li ascolta, non solo
non premuniscono i fedeli contro le tentazioni che li sovrastano ma anche promettono una
felicit temporale che Dio in nessun modo ha promessa allo stesso mondo? Dio predice al
mondo, come tale, travagli su travagli, sino alla fine, e tu pretendi che il cristiano da tali
travagli sar esentato? Essendo invece cristiano, avr da soffrire in questo mondo pi che non
gli altri! Dice infatti l'Apostolo: Tutti coloro che vogliono piamente vivere in Cristo soffriranno
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persecuzioni . Piaccia o non piaccia a te, pastore che cerchi i tuoi vantaggi e non quelli di
Ges Cristo, l'Apostolo afferma: Tutti coloro che vogliono piamente vivere in Cristo soffriranno
persecuzioni; e tu di' pure: Se vivrai piamente in Cristo, diguazzerai nell'abbondanza di ogni
bene. E se non hai figli, ne avrai e li alleverai tutti e nessuno ti morr... Questo dunque il tuo
edificare? Guarda che cosa fai e dove costruisci. Tu poni sulla sabbia l'edificio di quel tale che
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vuoi edificare : verr la pioggia, si gonfier il fiume, soffier il vento, e si abbatteranno su
quella casa, ed essa cadr e grande sar la sua rovina. Toglilo dunque da sopra la sabbia e
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ponilo sulla roccia : sia fondato su Cristo colui che tu vuoi sia cristiano! Che egli consideri i
patimenti sofferti immeritatamente da Cristo; che consideri come Cristo, che era senza
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peccato, sconti per ci che non aveva rapito . Ricordi la Scrittura che gli dice: Dio flagella
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ogni figlio che accoglie , e si prepari ad essere flagellato, ovvero dica che non gli interessa
d'essere accolto {da Dio]. Dice: Egli flagella ogni figlio che accoglie, e tu gli dici che forse ne
sar eccettuato. Se ti si risparmieranno i flagelli, segno che non sei incluso nel numero dei
figli. Ma che davvero - dirai - Iddio flagella tutti i suoi figli? Senza dubbio! al segno da non
escludere dai flagelli nemmeno il suo Unigenito. Questo Unigenito era nato dalla sostanza del
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Padre, nella natura divina era uguale al Padre , era il Verbo ad opera del quale furono
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create tutte le cose . Egli non aveva modo di essere flagellato, ma per non rimanere senza
flagelli si rivest di carne. Se dunque Dio flagella il suo Unigenito senza peccato, risparmier i
flagelli al figlio adottivo carico di peccati? Che siamo chiamati ad essere figli adottivi, ce lo
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dice l'Apostolo ; e questa adozione a figli che abbiamo ricevuta ci rende coeredi del Figlio
unigenito, mentre ne siamo anche l'eredit, come scritto: Chiedimelo, e io ti dar le genti in
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eredit . Nelle sofferenze di questo Unigenito ha tracciato un modello per noi.

Incoraggiare chi si spaventa.

12. Con ogni cura si deve evitare che il debole venga meno nella prova; per questo non
dev'essere n lusingato con infondate speranze n oppresso con [esagerati] timori. Digli
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pertanto: Prepara la tua anima alla tentazione ; ma, se per caso comincer a vacillare, a
trepidare, a rifiutare ulteriori passi, hai l'altra massima: Dio fedele e non permetter che
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siate tentati sopra le vostre forze . Parlar chiaro di certe cose e annunziare che ci saranno
delle sofferenze un rafforzare chi debole. Quando per questo debole passa all'eccesso del
timore e si sgomenta, occorrer promettergli la misericordia di Dio: non nel senso che non ci
saranno le prove, ma in quanto Dio non gli mander prove superiori a quel che egli possa
sopportare. Questo fasciare le pecore dalle ossa spezzate. Ci sono infatti persone che,
sentendo parlare di prove future, si agguerriscono maggiormente e divengono, per cos dire,
pi assetati di ci che dovranno bere: considerano roba da poco la medicina comune dei fedeli
e anelano alla gloria dei martiri. Delle stesse prove, inevitabili ad ogni cristiano ( infatti una
necessit inderogabile per il cristiano avere delle prove: nessun altro avr da esperimentarle
ma solo colui che per davvero vorr essere cristiano), delle stesse prove dunque si va a parlare
con altri. All'udire ci che li attende, si sgretolano e traballano. Offri loro la fasciatura della
consolazione! stringi ci che va a pezzi! Di' loro: Non aver paura! Non ti abbandoner nella
prova colui nel quale hai creduto. Dio fedele, e non permetter che la prova sia superiore
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alle tue forze . Non sono, queste, parole mie ma dell'Apostolo, il quale altrove dice: Volete
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forse toccare con mano il Cristo, che vi parla per mio mezzo? . Pertanto le parole che ascolti
[da me] son parole che ti pervengono dalla bocca stessa di Cristo, il pastore che pasce Israele,
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il pastore al quale si dice: Tu ci abbevererai di lacrime con misura . Quanto dice l'Apostolo, e
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cio: Egli non permetter che siate tentati al di l di quello che potete tollerare , l'aveva gi
detto il profeta: Ci sar una misura. Ebbene, non sottrarti all'azione di colui che ti sgrida ed
esorta, spaventa e consola, sferza e guarisce.

La sopportazione della prova.


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13. Ci che era debole - dice - voi non l'avete sostenuto . Son parole rivolte ai pastori cattivi e
falsi, ai pastori che cercano i propri interessi, non quelli di Ges Cristo; a coloro che godono
per i vantaggi del latte e della lana ma non si curano affatto delle pecore e, quando le vedono
malate, non le ristorano. Occorre infatti distinguere fra "debole", cio privo di forze, e
"malato". Anche il malato certamente un debole, ma mi sembra che fra il debole in genere e
il malato, cio uno colpito da infermit, ci sia della differenza. Son queste, fratelli, delle
distinzioni appena abbozzate. Mettendoci maggiore impegno potremmo, forse, noi stessi
approfondirle meglio, come potrebbero fare anche altri pi esperti e interiormente illuminati.
Per non deludervi sul senso delle parole scritturali, vi esporr la mia opinione. Quando si
tratta di una persona debole, c' da temere che, capitandole una prova, ne resti schiacciata;
nel caso invece di un malato, esso gi affetto da qualche passione disordinata e questa gli
impedisce di entrare nella via di Dio e di sottomettersi al giogo di Cristo. Osservate certi
uomini intenzionati e gi decisi a vivere bene: potreste riscontrare che son meno disposti a
subire il male di quanto non lo siano a compiere il bene. Invece la fortezza cristiana comporta
non solo la pratica del bene ma anche la pazienza di fronte al male: sicch chiunque zelante
in opere buone (o sembra esserlo), se poi si rifiuta o non in grado di accettare le tribolazioni
che gli sopravvengono, costui un debole. Quanto invece a quegli altri che, vinti da passioni
disordinate, si abbandonano all'amore del mondo e trascurano totalmente le opere buone,
costoro giacciono infermi, malati. La malattia li ha svigoriti completamente e non sono in
grado di compiere alcun bene. Cos dovette essere nell'anima quel paralitico che, non potendo
essere presentato a Cristo per altra via, da coloro che lo portavano gli fu calato dinanzi
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attraverso un'apertura praticata nel tetto . Voglio dire: Essendo una tal anima paralitica,
flaccida in tutte le sue membra, priva di opere buone, coperta di peccati e illanguidita dal
male dei suoi cattivi desideri, occorre che tu faccia su per gi lo stesso, e cio che scoperchi il
tetto e la cali dinanzi al Signore. Quando dunque tutte le membra sono intorpidite e c' una
paralisi interiore, per giungere al medico (pu darsi infatti che il medico, sebbene sia dentro
di lei, le rimanga nascosto: pu darsi, cio, che il vero significato delle Scritture le sia
impervio), in tal caso, spiegando il significato occulto apri il tetto a quel paralitico [spirituale]
e lo deponi dinanzi [a Cristo]. Chi non fa questo o lo fa con negligenza, avete sentito la
sentenza che lo attende: Voi non avete rinvigorito le pecore malate n avete fasciato quelle che
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avevano le ossa spezzate . Ne abbiamo gi parlato. L'uomo era spezzato dallo spavento della
prova; sopraggiunge qualcosa che pu fasciare ci che era spezzato: la consolazione che gli
danno le parole: Dio fedele e non permetter che voi siate tentati oltre le vostre forze; anzi,
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insieme con la prova, vi mander una via d'uscita, sicch possiate reggere .

L'eretico va ricondotto all'ovile.

14. Quelle che erano fuorviate, voi non richiamaste [all'ovile]. Ecco il pericolo che ci sovrasta in
mezzo agli eretici. Quelle che erano fuorviate non richiamaste [all'ovile]; quelle che si erano
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perdute non le ricercaste . Noi, si voglia o no, ci troviamo in balia di predoni e come fra i
denti di lupi feroci. In mezzo a tali nostri pericoli, vi scongiuriamo di pregare per noi. Si tratta
di pecore riottose, le quali, quando si vedono ricercate nella via dove si sono smarrite, si
proclamano estranee a noi per un loro errore e con loro perdizione. Perch vi interessate di
noi - dicono -, perch ci ricercate? Quasi che la ragione per cui ce le prendiamo a cuore e le
ricerchiamo non sia l'essere loro nella falsit e sulla via della perdizione! E insistono: Se sono
nell'errore e nella perdizione, perch mi vieni appresso? perch mi cerchi? Proprio perch sei
nell'errore, te ne voglio cavar fuori; proprio perch sei perduto ti voglio ritrovare! Ma io
voglio errare cos, e cos magari perdermi! Vuoi errare e perderti cos? Quanto pi
saggiamente io voglio impedirtelo! Ve lo dico francamente: Sar un importuno, ma conosco le
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parole dell'Apostolo: Annunzia la parola, insisti e quando opportuno e quando importuno .
A chi si predica opportunamente e a chi importunamente? Opportunamente a chi vuol
ascoltare, importunamente a chi non lo vuole. Ebbene, sar importuno quanto vi pare, ma con
coraggio debbo dirvi: Tu vuoi camminare nell'errore e andare alla perdizione? Io non lo
voglio. Del resto, non lo vuole nemmeno colui che mi infonde timore. S, anche se io lo volessi,
osserva cosa mi dice lui, cosa mi fa risuonare agli orecchi: Le pecore fuorviate voi non avete
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richiamate [all'ovile] n avete ricercato le pecore perdute . Dovr io temere te pi che non
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lui? Tutti infatti dovremo presentarci al tribunale di Cristo . Non ho quindi timore di te, in
quanto tu non riuscirai di certo a rovesciare il tribunale di Cristo, magari sostituendolo con
quello di Donato. Pertanto ti richiamer se sei una pecora sbandata, ti cercher se sei perduta.
Vuoi o non vuoi, far cos. E se nel ricercarti mi feriranno i rovi delle siepi, anche in tal caso
mi caccer nelle loro strettoie, frugher per tutte le siepi e con tutte le forze che mi dar il
Signore, autore della mia paura, mi spinger per tutto il mondo, richiamando all'ovile chi si
era sbandato, ricercando chi s'era perduto. Se tutto questo ti riesce insopportabile, non
andare fuori strada, non metterti sulla via della perdizione.

Impedire che il buono si perda.


15. Io mi rattristo perch tu sei fuori strada e ti avvii alla perdizione. Ma questo poco: temo
ancora che, trascurando te, finisca coll'uccidere chi forte. Nota infatti come continui [la
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profezia]: Voi uccidete le pecore forti . Se non mi prender cura di chi sbandato e si perde,
anche chi robusto s'invoglier d'uscire di strada e d'andare in rovina. Desidero certo gli
emolumenti esterni, ma temo di pi i danni interiori. Se restassi indifferente di fronte al tuo
errore, chi forte osservando [il mio comportamento] potrebbe convincersi che sia roba da
poco cadere nell'eresia. Quando a uno, forte ma in pericolo di perdersi, balener allo sguardo
un qualche vantaggio temporale che l'invogli a cambiare strada se io non ricercassi te, pecora
perduta, immediatamente egli mi obietterebbe: Dio con loro come lo con noi. Che
differenza c'? Tutto questo l'han causato uomini in lite fra loro. Dio lo si pu servire
dovunque! Che se a questo tizio si presenta un donatista e gli dice: Non ti lascer sposare mia
figlia se non passerai dalla mia parte, allora costui ha molto bisogno di riflettere e deve poter
replicare: Se non fosse un gran male aderire alla loro setta, i nostri pastori non spenderebbero
tante parole contro di loro n si affannerebbero tanto per richiamarli dall'errore. Se al
contrario noi lasciassimo correre e ce ne stessimo zitti, quel tale trarrebbe la conclusione
opposta: Se l'essere dalla parte di Donato fosse un male, [i nostri vescovi] parlerebbero contro
di loro, li riprenderebbero e cercherebbero di recuperarli [alla verit]. Se fossero fuori strada,
li richiamerebbero; se stessero in pericolo di perdersi, li ricercherebbero. Non sono quindi
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inutili le parole che [il profeta] pone per ultime: Le pecore forti voi avete ammazzate ; e ci
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dopo aver detto: Le pecore grasse voi uccidete . Si tratta della medesima espressione ripetuta
una seconda volta e nata da quanto detto prima, e cio: Voi non avete richiamato [all'ovile] le
pecore fuorviate n avete ricercato quelle che si erano perdute. Comportandovi cos, voi avete
ucciso anche le pecore forti.

16. Ascolta ora le conseguenze derivanti dalla trascuratezza di questi pastori cattivi o, meglio,
falsi. Per mancanza di pastore le mie pecore si sono sperdute e son diventate preda di tutte le
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bestie feroci . Quando le pecore non sono col pastore, lupi insidiosi le rapiscono, leoni
frementi le azzannano. In effetti il pastore c', ma per coloro che si comportano male egli non
fa da pastore: sicch [le pecore] seguono pastori che non sono pastori, pastori che pascono se
stessi, non le pecore; e da ci deriva un errore fatale: le pecore se ne vanno l dove le
attendono belve assetate di preda e smaniose di saziarsi del loro cadavere. Questo infatti sono
tutti coloro che godono degli errori altrui: sono belve che si saziano di stragi.

I monti buoni e i monti cattivi.


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17. Le mie pecore si sono disperse e sbandate per ogni monte e colle elevato . Bestie dei monti e
dei colli sono l'alterigia terrena e la superbia del mondo. Si sollev un giorno la superbia di
Donato e si cre uno scisma. Parmeniano lo segu e ne rafforz l'errore. L'uno un monte,
l'altro un colle. E altrettanto sono tutti gli inventori di falsit che si lasciano gonfiare da
orgoglio terreno. Promettono alle pecore la pace, promettono pascoli ubertosi; e in realt
talora le pecore trovano fra loro del buon pascolo: il quale proviene per dalla pioggia
mandata da Dio, non dalla durezza del monte. Difatti anche gli eretici hanno le Scritture e i
sacramenti, ma queste cose non sono dei monti, ma, anche se le si trovano sui monti, male
soffermarsi sui monti. Le pecore che si sbandano su tali monti e colli abbandonano il gregge,
abbandonano l'unit, abbandonano la compattezza delle coorti agguerrite contro i lupi e i
leoni. Le richiami Iddio dai luoghi dove si sono disperse! S, voglia lui richiamarle. E difatti
udrete ora com'egli le richiami. Dice: Le mie pecore si sono sbandate per ogni monte e colle
elevato. Cio: al seguito dell'orgoglio e della superbia terrena. Ci sono infatti anche dei monti
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buoni [dei quali dice]: Ho innalzato i miei occhi ai monti dai quali mi verr l'aiuto . Ma nota
subito come la speranza non ti proviene dai monti. Seguita infatti: Il mio aiuto dal Signore,
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che ha fatto il cielo e la terra . Non pensare che offendi questi monti santi quando affermi: Il
mio aiuto non mi verr dai monti ma dal Signore che ha fatto cielo e terra. Sono i monti stessi a
gridarti cos. Era un monte quel tale che scriveva: Sento dire che tra di voi ci sono delle fazioni
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e che andate dicendo: Io sono di Paolo, io invece di Apollo, io di Cefa e io di Cristo . Solleva gli
occhi a questo monte e ascolta le sue parole, perch non abbia ad arrestarti sul monte. Ecco
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come continua: Forse che Paolo stato crocifisso per voi? . Ebbene, fissa pure lo sguardo sui
monti dai quali ti viene l'aiuto, cio sugli autori delle sacre Scritture, ma poi osserva com'essi,
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con tutto se stessi, ossa e midolla, gridino a Dio: Signore, chi simile a te? . In tal modo tu,
senza timore d'offendere i monti, potrai dire: Il mio aiuto dal Signore che ha fatto il cielo e la
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terra . Se ti comporterai cos, i monti non solo non si adireranno con te, ma ti ameranno e
appoggeranno; mentre invece, se confiderai in loro, si dispiaceranno. Un giorno un angelo
mostr a un uomo le infinite meraviglie del Signore. Quell'uomo si fece per adorarlo (voleva,
per cos dire, elevare lo sguardo su quel monte), ma l'angelo, dissuadendolo e indirizzandolo
al Signore, gli disse: Non fare cos. Adora Dio, poich, quanto a me, sono uno dei suoi servi,
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come lo sei tu e i tuoi fratelli .

Il moltiplicarsi delle stte eretiche e l'unit della Chiesa.


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18. Si sono sparse per ogni monte e colle e su tutta la faccia della terra . Che significa: Si sono
sparse su tutta la faccia della terra? Vanno in cerca di tutte le cose terrene, amano ci che qui
sulla terra presenta dello splendore e vi si attaccano. Ricusano di morire al fine di condurre
una vita nascosta in Cristo. Dice: Su tutta la faccia della terra perch amano le cose terrene e
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perch di pecore cos sbandate ce ne sono per tutta la terra . Non che gli eretici siano tutti in
ogni parte della terra, ma di eretici ce ne sono dovunque in tutta la terra. Gli uni qui, gli altri
l, ma non c' luogo che ne sia esente, al segno che gli stessi eretici non si conoscono fra loro.
Una setta in Africa, un'altra in Oriente, un'altra ancora in Egitto o in Mesopotamia, tanto per
far degli esempi. In luoghi diversi diverse eresie, ma generate tutte dalla stessa madre: la
superbia, come unica anche la nostra madre, la Chiesa cattolica, che ha generato tutti i
cristiani fedeli sparsi in tutto il mondo. N c' da stupirsi che l'orgoglio produca
disgregazione, mentre l'amore produce unit. Orbene, questa madre che la Chiesa cattolica,
e il pastore che la regge, in ogni luogo ricerca gli smarriti, rafforza i deboli, cura i malati,
fascia gli spezzati, eretici distinti gli uni dagli altri, al segno che non si conoscono fra loro. La
Chiesa al contrario li conosce tutti poich a contatto con tutti. Vi fo degli esempi. La setta di
Donato in Africa, mentre gli eunomiani in Africa non ci sono. Ebbene, qui nell'Africa
insieme con la setta di Donato c' la Chiesa cattolica. Gli eunomiani sono in oriente, dove non
c' lo scisma donatista. Ebbene, in oriente insieme con gli eunomiani c' la Chiesa cattolica.
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Questa Chiesa infatti come una vite: sviluppandosi si estesa per tutto il mondo ; gli
eretici al contrario sono rami inutili e quindi, appunto perch infruttuosi, sono stati recisi
dalle forbici dell'agricoltore. La vite stata potata, non tagliata alle radici, mentre i rami
secchi, tagliati, sono rimasti sul luogo della potatura. Comunque, questa vite che seguita a
crescere in ogni direzione conosce i rami che le sono rimasti attaccati e vede attorno a s quelli
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che sono stati recisi da lei ; n mai omette di richiamare i dispersi, poich proprio riguardo
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ai rami staccati [dalla vite] dice l'Apostolo che Dio potente da poterveli riattaccare . Si parli
dunque di pecore sbandate dal gregge o di rami troncati dalla vite, resta sempre vero che non
diminuito il potere di Dio di richiamare le pecore [all'ovile] e di reinnestare [alla vite] i tralci
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recisi: poich il supremo pastore e il vero agricoltore lui . Si sono disperse su tutta la faccia
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della terra e non c'era nessuno che le ricercasse e le richiamasse . Non c'era nessuno: (intendi:
in mezzo a quei pastori cattivi). Non c'era nessuno (intendi: nessun uomo) che le ricercasse.
Il giuramento del Signore.

19. Pertanto ascoltate la voce del Signore, o pastori! Com' vero che io vivo, dice il Signore
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Dio . Notate l'inizio [della frase]: come un giuramento sulla bocca di Dio. Egli prende a
testimone la sua vita. Com' vero che io vivo, dice il Signore. I pastori sono morti, ma le pecore
sono al sicuro poich il Signore vive. Com' vero che io vivo, dice il Signore Dio. Quali sono i
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pastori morti? Quelli che cercano gli interessi propri e non quelli di Ges Cristo . Ma,
allora, ci saranno anche (e li si dovranno anche incontrare!) dei pastori che, dimenticando gli
interessi propri, cercheranno quelli di Ges Cristo? Senz'altro! ci saranno e li si
incontreranno. Non mancano oggi e non mancheranno in avvenire. Ma vediamo cosa dice il
Signore dopo aver giurato sulla sua vita: se dice che toglier le pecore ai cattivi pastori, intenti
a pascere se stessi e non le pecore, e le dar ai pastori buoni, che pasceranno le pecore e non se
stessi. Per la mia vita, dice il Signore Dio, mi vendicher del fatto che, per mancanza
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del [vero] pastore, le mie pecore son divenute preda di tutte le bestie selvagge . Menziona
ancora il pastore. Come aveva detto prima, cos ripete adesso. Non si lamenta che manchino
pastori. Infatti queste pecore, disgraziatamente sbandate e avviate alla rovina, sebbene
abbiano l vicino a loro un pastore, sono senza pastore: come nel caso della luce, la quale,
sebbene in realt ci sia, per chi cieco essa non c'. I pastori non hanno ricercato le mie pecore;
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essi pascolarono se stessi, non le mie pecore .

Pastore e sentinella.
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20. In conseguenza di ci, ascoltate, o pastori, la parola del Signore . A quali pastori dice:
Ascoltate? Cos parla il Signore Iddio: Ecco io [interverr] contro i pastori e domander loro
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conto delle mie pecore che erano nelle loro mani . Ascoltate, o pecore di Dio, e imparate! Dio
chieder conto delle sue pecore ai cattivi pastori; chieder conto della loro morte. Dice infatti
il Signore in un altro passo dello stesso profeta: Figlio dell'uomo, ti ho costituito sentinella per
la casa d'Israele. Dalla mia bocca ascolterai la parola e tu li metterai in guardia da parte mia. Io
dir al peccatore: Certamente morrai, e se tu non parlerai esortando l'empio ad abbandonare la
sua via, il colpevole morr nelle sue iniquit, ma a te chieder conto del suo sangue. Se invece tu
metterai in guardia l'empio dalla sua condotta, esortandolo ad abbandonarla, ma lui non vorr
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ritrarsene, egli morr nella sua colpa, ma tu avrai liberato la tua anima [da ogni
responsabilit]. Cosa significa questo, fratelli? Vedete quanto sia pericoloso starsene in
silenzio! Quel tale muore e muore meritatamente: muore per la sua empiet e i suoi peccati.
La sua negligenza lo uccide; avrebbe dovuto infatti scoprire il [pastore] vivente, che
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afferma: Com' vero che io vivo, dice il Signore . Ma siccome egli se ne rest inerte n fu
richiamato al dovere da colui che proprio per questo era stato costituito capo e sentinella,
l'uno giustamente morr e l'altro ne ricever giusta condanna. E seguita: Se invece dirai
all'empio al quale io ho minacciato la sentenza capitale: Tu certamente morrai, in tal caso, se
lui non si curer di schivare la condanna che lo sovrasta e questa gli piomber addosso e lo
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uccider, lui effettivamente morr ma tu avrai liberato la tua anima [da ogni
responsabilit]. pertanto nostro dovere non starcene muti; ma, anche nel caso che noi
tacessimo, sarebbe vostro compito porvi in ascolto della parola del Pastore [supremo]
tramandataci dalle sacre Scritture.

Conto severo sar chiesto al pastore eretico.

21. Tornando al tema propostoci, vediamo se Dio tolga le pecore ai cattivi pastori per darle ai
buoni. Che le tolga ai pastori cattivi, lo vedo. Dice infatti: Ecco io [interverr] contro i pastori
e domander loro conto delle mie pecore che erano nelle loro mani; e le allontaner da loro, in
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modo che non pascano pi le mie pecore, e cosi essi non pasceranno pi se stessi . Sebbene
infatti io dica loro che pascano le mie pecore, essi pascono se stessi e non le mie pecore. Le
allontaner quindi, in modo che essi non pascano pi le mie pecore. In che senso le allontana,
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sicch essi pi non le pascano? Fate ci che dicono, non ci che essi stessi fanno . come se
dicesse: Dicono del mio, ma fanno del loro. Avrebbe potuto dire: Fate tranquillamente ci che
fanno, poich, sebbene ad essi per la loro cattiva condotta io infligger il castigo, tuttavia ne
risparmier voi che avete seguito i vostri capi. Se avesse parlato in questa maniera, avrebbe
incusso timore ai cattivi pastori, che pascono se stessi e non le pecore; ma il Signore vuole che
tema non soltanto il cieco che fa da guida ma anche quello che si lascia guidare. Non dice
infatti: Cadr nella fossa il cieco che guida, mentre non vi cadr chi lo segue, ma: Se un cieco
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fa da guida a un altro cieco, tutt'e due cadono nella fossa . Volendo quindi mettere in guardia
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anche le pecore disse: Fate ci che dicono, ma non ci che essi stessi fanno . Evitando di
compiere le opere che compiono i cattivi pastori, vi sottraete al loro pascolo; facendo le opere
che essi vi insegnano, vi lasciate pascere da me, poich mie son le cose che essi, pur senza
praticarle, vi dicono. Certuni affermano: Noi stiamo tranquilli, poich seguiamo i nostri
vescovi. Son parole che si odono spesso sulla bocca degli eretici, quando vengono convinti per
l'evidenza sfolgorante della verit. Noi siamo il gregge - dicono -; di noi renderanno conto i
nostri pastori. Certo, essi renderanno conto severo della vostra rovina, poich il cattivo
pastore render conto severo della rovina delle pecore, anche cattive. Tuttavia, vivr forse la
pecora per il fatto che la sua pelle marchiata? Si rimprovera il pastore perch non s' curato
della pecora smarrita e questa stata inghiottita e sbranata dal lupo. Cosa giover a un tale
pastore presentare una pelle marchiata? Il padrone di casa vuole la vita della pecora; il
cattivo pastore gli presenta la pelle. Di quella pelle render conto. Ma non potr
ingarbugliarlo? Colui che giudica ha osservato gi prima ogni cosa dall'alto. Colui al quale il
cattivo pastore voleva raccontar frottole registra i fatti, scruta i pensieri. Si provi dunque, il
cattivo pastore, a render conto della pelle della pecora uccisa. Dir: Le ho gridato le tue
parole, ma essa si ricusata di seguirmi; ho fatto l'impossibile per non farla allontanare dal
gregge, ma lei non mi ha obbedito. Se, dicendo cos, le sue parole saranno vere (Lui lo sa!), il
pastore si sar scagionato bene della sorte toccata alla pecora cattiva. Ma se egli non si
curato della pecora errante n l'ha richiamata quand'era sull'orlo della rovina (e Dio lo
conosce), cosa giover al pastore l'aver ritrovato la pelle da riportarsi? La pecora avrebbe
dovuto ritrovare, non la pelle dell'uccisa da presentare [al Giudice] ! E poi, se vero che non
ha scuse valide colui che ha omesso di ricercare la pecora smarrita, quali scuse potr addurre
colui che l'ha spinta nell'errore? E mi spiego. Se nell'ambito della Chiesa cattolica un vescovo
render conto severo di ogni pecora che non abbia ricercata quando errava lontano dal
gregge di Dio, quale non sar il conto che dovr rendere l'eretico, che non solo non richiama
dall'errore le pecore ma ve le sospinge?.

Fate quel che dicono, non quel che fanno.

22. Vediamo ora - come accennavo sopra - in che modo Dio richiami le pecore dal seguito dei
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cattivi pastori. L'ho ricordato prima. Fate ci che vi dicono, non ci che loro stessi fanno . In
realt, chi vi pasce non sono loro ma Dio. Difatti i pastori, se vogliono appropriarsi della lana
e del latte, debbono, volenti o nolenti, predicarvi la parola di Dio. Tu predichi di non rubare e
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intanto rubi , dice l'Apostolo a chi insegna il bene e vive male. Ebbene, in tal caso tu
ascolterai chi ti esorta a non rubare, ma non imiterai chi ruba. Se lo imiterai nel rubare, ti
lascerai pascere dalle opere dell'uomo cattivo il quale ti somministrer del veleno, non cibo
sano. Ascolta invece ci che egli ti dice non di suo ma da parte di Dio. vero infatti che non si
raccoglie uva dagli spini - questa una massima del Signore: Nessuno raccoglie uva dagli spini
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n fichi dagli sterpi -, ma non per questo tu devi recriminare contro il tuo Signore
dicendogli: Signore, tu mi metti in crisi, poich mi dici che impossibile raccogliere uva dagli
spini e poi, nei riguardi di certe persone, mi esorti a fare ci che mi dicono, pur evitando di fare
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ci che fanno . Difatti, costoro per il fatto che agiscono male sono spini. Come pretendi che
io, da tali spini, raccolga l'uva della [tua] parola? Ti risponder: Tale uva non prodotta
dagli spini, ma come quando un tralcio allungandosi penetra in una siepe: l'uva pende dal
cespuglio di spini ma non nasce dalla radice dello spino. Se ti senti affamato e non hai altro
per saziarti, stendi pure la mano verso la siepe, ma sta' attento a non lasciarti ferire dalle
spine. Cio: Non imitare la condotta dei cattivi! Raccogli pure l'uva che pende in mezzo alle
spine ma nasce dalla vite. Tu dal grappolo ricaverai nutrimento, alle spine riservato il
tormento del fuoco.

Le pecore di Cristo ascoltano la sua voce.


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23. Dice: Strapper le mie pecore dalla loro bocca e dalle loro mani, n saranno pi loro pasto .
questa un'idea che torna anche in un salmo: Non se ne accorgeranno forse tutti coloro che
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compiono opere inique e divorano il mio popolo come un boccone di pane? . Lo stesso
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qui. Non saranno pi loro pasto, poich cos parla il Signore Iddio: Ecco io stesso ... Ho
sottratto ai pastori cattivi le mie pecore quando - come ricordavo sopra - le mettevo in
guardia affinch non facessero le loro opere, e cio: affinch le pecore per superficialit o
trascuranza non facessero quel che fanno i loro cattivi pastori. E cosa aggiunge? A chi affida
le pecore tolte ad essi? Forse a pastori buoni? Non continua cos. E allora cosa diremo,
fratelli? Non ci sono forse pastori buoni? Non detto in un altro passo scritturale: Io dar loro
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dei pastori secondo il mio cuore e le pasceranno nella saggezza ? In che senso dunque non d
ai pastori buoni le pecore che toglie ai cattivi ma, quasi che in nessuna parte siano rimasti dei
buoni pastori, asserisce: Io stesso [le] pascer? Eppure a Pietro diceva un giorno: Pasci le mie
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pecore . Come risolveremo il problema? Quando le pecore vengono affidate a Pietro, non si
verificano le parole del Signore secondo le quali egli personalmente, e non Pietro, le avrebbe
pascolate. L infatti si dice: Pietro, mi ami tu? Ebbene, pasci le mie pecore. O che, forse, per il
fatto che Pietro non sulla terra - egli nel riposo eterno fra gli Apostoli e i martiri - non ci
sar pi adesso sulla terra nessuno al quale il padrone delle pecore possa dire fiducioso: Pasci
le mie pecore?, sicch egli stesso debba scendere quasi per necessit - diciamo cos -e menare al
pascolo le sue pecore, non trovando persone a cui affidarle e, dall'altro canto, non volendole
lasciare sole? Questo infatti sembrerebbe il senso delle parole: Questo dice il Signore Iddio:
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Ecco io stesso . Proprio come noi or ora dicevamo: Volgiti a noi, tu che pasci Israele e che
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conduci come un gregge Giuseppe , cio il popolo formatosi in Egitto; poich Giuseppe lo
stesso popolo d'Israele, in quanto diffuso fra le genti. Voi infatti sapete che Giuseppe dovette
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rifugiarsi in Egitto, dove fu venduto dai fratelli , come pi tardi avverr a Cristo venduto
dai giudei. Non fu infatti senza motivo che fra gli apostoli ci fosse quel mercante di Giuda.
Ebbene, quando Cristo cominci a manifestarsi alle genti e fu da queste onorato, cominci
anche a svilupparsi nel mondo un suo popolo, un popolo che il buon pastore mai non
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abbandona. Dice: Scuoti la tua potenza e vieni a salvarci . E difatti cos fa egli oggi e cos
far sempre, secondo quelle parole: Ecco io stesso [provveder] e ricercher le mie pecore e le
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visiter come il pastore visita il suo gregge . I cattivi pastori non si son curati delle pecore
perch non le avevano riscattate con il loro sangue. Continua: Come il pastore visita il suo
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gregge nel giorno. Quale giorno? Quando ci saranno turbine e nuvolosit , cio pioggia e
nebbia. Pioggia e nebbia sono gli errori del mondo presente; grande infatti la foschia che si
leva dalle passioni umane: nebbia fitta che ricopre la terra, e in mezzo a questa nebbia
difficile che le pecore non si smarriscano. Tuttavia il pastore non le abbandona ma le ricerca,
lui che con vista acutissima penetra la nebbia e non ostacolato dall'opacit delle nubi. Egli
vede, e da ogni parte richiama la [pecora] smarrita, in modo che si adempiano le parole del
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Vangelo: Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono . In mezzo alle pecore disperse io
ricercher cos le mie pecore, e le ricondurr all'ovile da ogni luogo in cui si saranno sperdute
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nel giorno del turbine e della nuvolosit . Quando sar difficoltoso ritrovarle, le ritrover io
di persona. Sia pur fitta la nebbia e denso il turbine nulla sfugge al suo occhio.

Monti d'Israele sono gli autori delle Scritture.

24. E le ritrarr di mezzo alle genti e le raccoglier dalle [diverse] regioni, e le ricondurr nella
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loro terra e le pascer sui monti d'Israele . Egli ha formato i monti d'Israele, cio gli autori
delle Scritture divine. L andate a pascolare, se volete pascolare sicure. Ci che udrete da quei
monti formi il vostro gusto; ci che vi viene da altre parti, respingetelo. Per non smarrirvi fra
le nebbie, ascoltate la voce del pastore: raccoglietevi attorno ai monti che sono le sacre
Scritture. L sia la delizia del vostro cuore, poich l non c' nulla di velenoso n di estraneo:
sono pascoli inesauribili. Badate soltanto a giungervi sane, per pascervi salutarmente sui
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monti d'Israele. E lungo i ruscelli e in ogni dimora esistente sulla terra . Dai monti or ora
descritti sono emanati i ruscelli dell'annuncio evangelico, quando il loro suono si diffuse per
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tutta la terra e ogni dimora esistente sulla terra si alliet e divenne feconda e capace di
nutrire le pecore. Le pascer in pascoli ubertosi e sugli alti monti d'Israele. L saranno i loro
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ovili . Vuol dire: L avranno modo di riposare, l diranno: Ora stiamo bene; l diranno:
vero, chiaro, non siamo ingannate. Riposeranno nella gloria di Dio come nel loro
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ovile. Dormiranno ( lo stesso che "riposeranno") e riposeranno in luoghi buoni e deliziosi .
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25. Pascoleranno in pascoli ubertosi sui monti d'Israele . Ho gi parlato dei monti d'Israele:
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monti buoni, verso i quali leviamo lo sguardo perch ce ne venga l'aiuto . Ma il nostro aiuto
dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Per questo, al fine d'insegnarci che la nostra
speranza non riposa nei monti, nemmeno quelli buoni, dopo aver detto: Pascer le mie
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pecore sui monti d'Israele , perch non ti fermassi nei monti, subito aggiunge: Io pascer le
mie pecore. Leva pure lo sguardo ai monti da cui ti viene l'aiuto, ma ricordati di colui che ti
dice: Io le pascer. Difatti l'aiuto viene a te dal Signore, creatore del cielo e della terra.
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26. E io le far riposare, dice il Signore Iddio . Per farle riposare, prima di che cosa si
premura? infatti di quello che prima ha curato che in seguito dice: Cos parla il Signore
Iddio: Ricercher le pecore perdute, richiamer quelle sbandate, fascer quelle con le ossa
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spezzate, rinvigorir quelle in fin di vita e custodir quelle che son grasse e robuste . Cose
tutte, queste, che non facevano i pastori cattivi, intenti a pascere se stessi e non le pecore. Non
dice il Signore: Incaricher altri pastori, pastori buoni, che facciano queste cose, ma: Io stesso
lo far - dice -, n affider ad altri pastori le mie pecore. Voi, fratelli, siete al sicuro; voi,
pecore, siete sicure; quanto a noi invece sembra che dovremmo temere che venga a mancare il
buon pastore.

Cristo pasce con retto giudizio coloro che ha riscattati.


116
27. Conclude nel modo seguente: E le pascer con [retto] giudizio . Nota come lui sia l'unico
a pascere perch pasce con giudizio. Quel uomo infatti in grado di giudicare rettamente
l'uomo? Il mondo pieno di giudizi avventati. Si dispera della salvezza di uno, e invece
eccotelo convertirsi e diventare ottimo. Si ha cieca fiducia in un altro; invece all'improvviso
scantona e diventa pessimo. Non siamo certi n in quello che temiamo n in quello che
amiamo. Che cosa sia adesso un uomo, lo sa, s e no, l'interessato: il quale, se sa con una certa
approssimazione quello che al presente, non sa in alcun modo quel che sar domani. Dio solo
dunque pascola con giudizio, distribuendo a ciascuno quel che gli compete: questo a questi e
quello a quelli, a ciascuno secondo quel che gli dovuto: questo o quest'altro. Egli infatti ben
conosce il da farsi: egli pasce con retto giudizio coloro che riscatt sottoponendosi al giudizio.
Sicuramente quindi egli pasce con giudizio.

Il diavolo seduttore punito.

28. Sta scritto nel profeta Geremia: Una pernice ha gridato; ha radunato i figli da lei non
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generati, accumulando ricchezze senza giudizio . A differenza di questa pernice, che si
procura ricchezze senza giudizio, il pastore divino pasce con giudizio. Perch della pernice si
afferma che opera senza giudizio? Perch raduna ci che lei non ha generato. Perch il
pastore agisce con giudizio? Perch ha cura di ci che ha generato. Parliamo infatti del
pastore buono. I pastori buoni o non ci sono o stanno nascosti... Se non ci sono, perch
occuparcene? Se stanno nascosti, perch passarli sotto silenzio? Ad ogni modo per, quanto
alla pernice sopra nominata, certi studiosi dell'antichit che ci hanno preceduto
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nell'interpretazione della Scrittura vi hanno ravvisato il diavolo, il quale si raduna attorno
un popolo da lui non generato. Il diavolo infatti non creatore ma seduttore, e si procura delle
ricchezze senza curarsi del giudizio. Non gli interessa infatti se uno sbaglia in una direzione e
un altro in un'altra: vuole che tutti vadano fuori strada, qualunque sia l'errore in cui ciascuno
incappa. Quanto sono diverse le eresie! quanto diversi i vari errori! Di tutti per si compiace il
diavolo, se l'uomo ne traviato. Il diavolo non dice: Ci siano pure i donatisti, ma non ci siano
gli ariani. Gli uni e gli altri, si trovino qui o altrove, son propriet sua: di lui, cio, che raduna
senza giudizio. Dice ancora: Adori pure quel tale gli idoli: egli mio. Ovvero: Rimanga nelle
aberrazioni del giudaismo: mio. Abbracci questa o quell'eresia: quando si sar staccato
dall'unit, mio. Ecco chi raduna accumulando ricchezze senza giudizio. Ma come prosegue il
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testo sacro? A met dei suoi giorni lo abbandoneranno e alla fine diverr uno stolto . Verr
infatti il Signore a radunare da ogni dove le sue pecore, e l'altro a met dei suoi giorni (cio
pi presto di quanto non si lusingasse o illudesse) si vedr abbandonato e alla fine diverr uno
stolto. Perch in un primo tempo egli era sapiente e alla fine diviene uno stolto? Ascoltatemi,
fratelli! Nella Scrittura a volte col nome di sapienza si indica l'astuzia, per un uso abusivo,
non appropriato, della parola. Si dice ad esempio: Dov' il sapiente? dove lo scriba? dove il
sottile ricercatore della scienza mondana? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo
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mondo? . Ora, questa pernice, che lo stesso di dragone e di serpente, fu, per cos dire,
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sapiente quando ingann Adamo servendosi di Eva . Lo si ritenne veritiero, si suppose che
volesse dare un consiglio vantaggioso, e gli si prest fede a dispetto di Dio. E tutto questo
chiamato sapienza, per un uso improprio e peggiorativo del termine frequente nelle nostre
Scritture (cosa infatti intendano per "sapienza" gli autori profani, a noi non interessa). Lo si
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ricava dal medesimo libro, dove detto: Il serpente era la pi saggia di tutte le bestie . Saggio
pi di tutte le bestie in quanto fu pi astuto e scaltro nell'ordire l'inganno. In un secondo
momento poi, ecco che non lo si crede pi e gli si dice: Noi rinunziamo a te. Basta l'averci tu
presi di sprovvista una volta e ingannati. Cos alla fine diverr stolto: i suoi tranelli saranno
scoperti e quindi non saranno pi tranelli. Alla fine diverr stolto lui che s' raccolto attorno
figli da lui non generati e si procurato delle ricchezze senza giudizio. A differenza di lui, il
nostro Redentore ci pasce nel giudizio.

Le astuzie degli eretici.


29. Ecco ora un eretico. Se non un fratello del diavolo certo ne un collaboratore e un figlio.
Anche a costui io darei il nome di pernice, animale litigioso al segno che (come ben sanno i
cacciatori) si lascia prendere anche per la voglia che ha di attaccare. Allo stesso modo gli
eretici muovono attacchi alla verit; e questo fin dal momento che si separarono dall'unit.
Attualmente dicono: Non abbiamo alcuna voglia di litigare; ma lo dicono perch gi sono stati
catturati. Anzi, oggi non hanno pi nemmeno l'occasione di dire: Non voglio litigare. O
eretico, ora imbrigliato, tempi addietro, agli inizi del tuo scisma, tu eri certamente uno di
quelli che rimproveravi i "traditori" condannavi gli innocenti, ricorrevi al giudizio
dell'imperatore, dissentivi dalle sentenze dei vescovi, vinto ti appellavi ripetutamente, e
dinanzi al tribunale dell'imperatore contendevi con un accanimento esacerbato. Volevi
radunare figli che non avevi generati. Dov' ora la tua alterigia, le tue chiacchiere, i tuoi
insulti? Effettivamente, avvicinandoti alla tua fine sei divenuto uno stolto, e ti sei messo a
temere, sebbene senza giudizio. Non cerchi infatti un giudizio retto n riguardo al tuo errore
n riguardo alla verit. A differenza di te, Cristo ci pasce nel giudizio, discernendo a dovere le
sue pecore da quelle che non sono sue. Dice: Le mie pecore conoscono la mia voce e mi
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seguono .

Non mancheranno mai i buoni pastori.

30. In questo passo trovo che nell'unico pastore ci sono tutti i pastori buoni. Non infatti vero
che manchino i buoni pastori: essi si trovano nell'unico pastore. Gli altri, essendo divisi, sono
in molti; fra noi si predica che uno il pastore come affermazione di unit. Che se si omette di
parlare dei diversi pastori per menzionare l'unico pastore, non lo si fa perch il Signore non
abbia trovato a chi affidare le sue pecore. Le affid un tempo quando trov Pietro; ma nella
scelta stessa di Pietro inculc l'unit. Gli Apostoli erano molti, eppure fu detto ad uno
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solo: Pasci le mie pecore . Lungi da noi il pensiero che adesso manchino i buoni pastori! Dio
non voglia che ne rimaniamo privi! Lungi da noi il pensiero che la misericordia divina abbia
smesso di generarli e d'investirli della loro missione! In realt, se ci sono buone pecore
debbono esserci anche buoni pastori: i buoni pastori infatti nascono in mezzo a buone pecore.
Tuttavia i buoni pastori sono tutti nell'unit, sono una cosa sola. In essi che pascolano,
Cristo che pascola. Non fanno risuonare la loro voce, gli amici dello sposo, ma si rallegrano
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quand'odono la voce dello sposo . Quando pascono loro Cristo che pasce, e per questo pu
dire: Io pasco, in quanto in loro c' la sua voce e la sua carit. Riandiamo a Pietro. Nell'atto di
affidare a lui, come a persona distinta, le proprie pecore, Cristo volle immedesimarlo con s,
sicch, consegnando a lui le pecore, il Signore restasse sempre il capo e Pietro rappresentasse
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il corpo, cio la Chiesa, e tutt'e due, come lo sposo e la sposa, fossero due in una sola carne .
A tal fine (cio per non affidare come ad un estraneo le proprie pecore) cosa gli chiede prima
di consegnargliele? Pietro, mi ami tu? E Pietro: S, ti amo. E di nuovo: Mi ami tu? E Pietro: S,
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ti amo. E per la terza volta: Mi ami tu? E Pietro: S, ti amo . Gli conferma l'amore per
rinsaldare l'unit. In simili pastori pasce dunque l'unico pastore, essendo tutti nell'unit: per
cui dei pastori [buoni] non si fa menzione [nella profezia], pur non omettendosi di parlarne.
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Se tali pastori si gloriano di qualcosa, ricordano che chi si gloria si glori nel Signore . Ecco
cosa significa pascere Cristo, per Cristo e in Cristo, e non voler pascere per s escludendo
Cristo. Non infatti in riferimento alla scarsit dei pastori che il profeta dice: Io stesso
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pascer le mie pecore (cio: Non ho a chi affidarle), quasi che preannunzi per l'avvenire
simili tempi disgraziati. Anche al tempo di Pietro, anche quando erano al mondo gli Apostoli
(cio quando vivevano su questa terra), disse quell'uno nel quale tutti si forma una unit: Ho
delle pecore che non sono di questo gregge, e bisogna che io le conduca [all'ovile], perch uno
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sia il gregge e uno il pastore . Che tutti i pastori siano dunque nell'unico pastore ed
emettano l'unica sua voce, in modo che le pecore ascoltino quest'unica voce e seguano il loro
pastore! Non questo o quello, ma l'unico. E in lui parlino tutti un unico linguaggio; non
abbiano voci discordanti. Vi scongiuro, fratelli! Abbiate tutti lo stesso sentire, n siano scismi
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tra voi! . Ecco la voce limpida, purificata da ogni scisma e da ogni eresia, che le pecore
debbono ascoltare, seguendo il loro pastore che dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi
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seguono .

I donatisti respingono i cattolici dalle loro assemblee.

31. Vuoi convincerti, o eretico, di quanto tu sia privo della voce del pastore e di quanto
pericolosamente le pecore seguono te, internamente lupo rapace sebbene all'esterno rivestito
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di pelle di pecora ? Che ascoltino la tua voce! Vedremo se sia la voce di Cristo. Ecco, una
pecora malata, smarritasi dal gregge, cerca la Chiesa. Non sapendo dove sia il gregge di
Cristo, ne va in cerca per riunirvisi, ne cerca la porta. Parla! facci udire se [la tua voce] sia
quella di Cristo, se sia voce d'agnello o di pernice. La pecora di Dio cerca il suo gregge. Fa'
conto che si tratti di una pecora partitasi dall'oriente e giunta in Africa. Mentre cerca il suo
gregge, s'imbatte in te, nella tua basilica, e vuole entrare. Trattandosi d'una faccia
sconosciuta, tu rimani perplesso: tu o il tuo accolito. In piedi o seduto, alla porta egli interroga
la pecora che sta ricercando il suo gregge o, meglio, il gregge di Dio. Ella vuol entrare fra
quelli del suo gregge che crede si trovi l, e tu prendi a interrogarla: Sei pagano o cristiano?
Risponde: Cristiano; si tratta infatti d'una pecora del Signore. Gli domandi se per caso sia
catecumeno e si disponga ai sacramenti, e ti risponde: Sono un fedele. Gli chiedi ancora di
quale comunione sia, e ti risponde: Sono cattolico. Tu allora lo scacci: scacci chi cristiano,
fedele, cattolico. Chi sono, dunque, quelli che ti tieni dentro? Avanti! sbattilo pure fuori,
scomunicalo! Scomunicato da te, sar accettato da Cristo. E volesse il cielo che quanti sono
presso di te ti conoscano [a fondo] e nel mezzo dei tuoi giorni ti piantino in asso! Alcuni dei
nostri fratelli ieri si recarono alla basilica degli eretici: per quanto infatti cattivi fratelli, essi
son sempre fratelli. Orbene, fratelli miei, notate la differenza che passa tra la fiducia di chi
nella verit e il timore di chi nella falsit. Quando in mezzo alla folla voi riconoscete
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qualcuno di loro, come godete! Questo, perch in voi colui che cerca chi s'era perduto .
Talvolta vi si insinua: "Vi ascolter ma poi vi abbandoner". E voi: "Che intanto ascolti!
anche se dovesse abbandonarci". "Ma... ascolter e si beffer di voi!". "Ascolti anche se
dovesse beffarsi di noi!. Verr giorno in cui rinsavito riconoscer [la verit]. Verr giorno in
cui il suo popolo lo abbandoner e rimarr solo con la sua coscienza. Allora rinunzier al suo
errore e ringrazier Dio". Loro invece come si comportano? "Chi siete?". "Siamo cristiani".
"Non vero; siete spioni". E gli altri: "Noi siamo cattolici". Al sentir questo, pi volte li
hanno strapazzati, sebbene poi, cambiando idea, se ne siano pentiti. Oh, volesse il cielo che si
pentano di rimanere nello scisma come si son pentiti d'aver oltraggiato quelli che erano andati
da loro! Comunque, quelli che hanno scacciati erano cristiani, fedeli, cattolici. Chi siano
coloro che si son tenuti, non voglio dirlo. Vedo chi abbiano scacciato. Chi si siano tenuti, lo
dicano loro!.

32. Emettano dunque la loro voce! Controlliamo se sia la voce di Cristo, la voce del pastore
che le pecore debbono seguire. Sia buono o cattivo l'uomo che la emette, osserviamo se sia la
voce del Pastore. Un'anima inferma e fuorviata cerca la Chiesa. Tu cosa le dici? La Chiesa
nella setta di Donato. Ma io vo in cerca della voce del pastore! Trovami in qualche profeta o
nei salmi una prova che lo confermi. Citami qualcosa o dalla Legge o dal Vangelo e dagli
scritti apostolici. Attingendo alle stesse fonti, io ti mostrer che la Chiesa dev'essere sparsa
per tutto il mondo, e comincio con le parole del Signore: Le mie pecore ascoltano la mia voce e
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mi seguono . Qual la voce del pastore? Nel nome di lui ha da essere predicata la
136
conversione e il perdono dei peccati in tutte le genti a cominciare da Gerusalemme . Ecco la
voce del pastore. Riconosci te stesso e segui lui, se vuoi essere una delle sue pecore.

Le Scritture parlano dell'universalit della Chiesa.

33. Ma quei tali consegnarono i sacri codici e quegli altri offrirono incenso agli idoli: ad
esempio quel tale, quell'altro. Che importa a me di quello e di quell'altro? Se si son
comportati cos, segno che non erano pastori. Tu fai conoscere la voce del Pastore, poich
non annunzi la voce del Pastore per riguardo a loro. Tu li accusi, non il Vangelo! tu, non uno
dei profeti o degli apostoli! Se la voce di questi mi parla di qualcheduno, io ci credo; agli altri
non credo. Ma tu mi presenterai gli atti [del proconsole]. Ti presento gli atti, mi dici. Ebbene,
crediamo alle tue testimonianze; tu per credi alle mie. E se io non le creder, allora non
credere nemmeno tu alle mie. Oh, si tolgano di mezzo i documenti umani e risuonino le voci
divine! Citami una sola riga della Scrittura che sia favorevole allo scisma di Donato. Ascolta
invece le innumerevoli testimonianze in pr della Chiesa universale. Chi potr contarle? chi
esaurirle? Tuttavia, tanto per ricordarne qualcuna, odi la Legge, il testamento primitivo di
137
Dio. Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti . Nel salmo: Chiedi a me, e io ti
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dar in eredit le genti, i confini della terra in tuo possesso . Si ricorderanno e si volgeranno
al Signore tutti i confini della terra, e lo adoreranno tutte le famiglie delle genti, poich suo il
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dominio e lui governer le genti . Cantate al Signore un cantico nuovo; cantate al Signore, [o
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uomini di] tutta la terra . E: Lo adoreranno tutti i re della terra, tutte le genti lo serviranno .
Chi sar in grado di citare [tutti i passi]? Non c' pagina, si pu dire, in cui non si parli di
Cristo e della Chiesa diffusa su tutta la terra. Mi si tiri fuori una sola parola in favore dello
scisma di Donato! forse troppo quello che ti chiedo? Loro dicono che la Chiesa diffusa su
tutta la terra sarebbe scomparsa. Scomparsa quando con tante testimonianze la si predice
stabile per sempre? Non c' in tal senso, n nella legge n nei profeti n nei salmi, una sola
voce che sia voce del pastore. N loro sono mai stati in grado di dire la verit, separati come
sono dal Verbo di Dio, cio da Cristo. Ora ascolta la voce del Verbo e ascoltala dalla bocca
stessa del Verbo.

34. Ammirando la fede del centurione, disse: In verit vi dico che in Israele non ho trovato una
fede cos grande. Per questo vi dico: Molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente e si
142
assideranno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli . Molti verranno
dall'Oriente e dall'Occidente: ecco la Chiesa di Cristo, il gregge di Cristo! Notalo bene, se vuoi
essere una pecora [buona]. Non pu sfuggirti un gregge diffuso per ogni dove; n troverai
cosa rispondere al tuo giudice, che ti sei rifiutato d'avere per tuo pastore. Non potrai - dico -
ribattere al tuo giudice: Ma io non lo sapevo! Non l'ho mai visto; non ne ho mai sentito
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parlare. Cosa non sapevi? Nessuno pu sottrarsi al suo calore . Cosa non hai visto? Le
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estremit della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio . Che cosa non hai udito? In
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tutta la terra s' sparso il loro rumore e fino agli estremi confini della terra le loro parole .

Nessun testo scritturale a favore dei donatisti.

35. A buon diritto si esige di udire da voi la voce di Cristo, la voce del pastore che le pecore
debbono udire per porsi al suo seguito. Voi non trovate una risposta, in quanto non avete la
voce del pastore. Ascoltatelo e mettetevi al suo seguito! Smettetela con la [vostra] voce da lupi
e seguite la voce del pastore; o, almeno, fateci ascoltare la voce del pastore. Rispondono: Certo
che ve la facciamo sentire! Bene! ascoltiamo. Anche da noi risuona la voce del pastore.
Ascoltiamola! Dicono: Nel Cantico dei cantici la sposa parla allo sposo, la Chiesa a Cristo. Noi
conosciamo il Cantico dei cantici: un poema santo, un poema d'amore, di amore santo, di
santa carit, di santa dolcezza. Mi piace veramente ascoltare da quel carme la voce del
pastore, la voce dello sposo amabilissimo. Tira fuori quel che ci trovi. Ascoltiamo! Dicono: La
sposa rivolge allo sposo queste parole: Rivela a me, o diletto dell'anima mia, dove siano i tuoi
146
pascoli, dove riposi . E lui (sempre secondo loro) risponde: Nel mezzod. Io ti portavo delle
prove irrefragabili, prove che non ammettevano interpretazioni differenti, come [ad
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esempio]: Chiedi a me, e io ti dar in eredit le genti, i confini della terra in tuo possesso ;
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ovvero: Se ne ricorderanno e si volgeranno al Signore tutti i confini della terra . E tu cosa mi
vieni a presentare dal Cantico dei cantici? Un brano che, probabilmente, tu stesso non capisci.
Difatti il Cantico un libro denso di misteri, che solo pochi, dotati del dono dell'intelletto,
riescono a penetrare, e che vengono palesati soltanto a quei pochi che perseverano nel
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bussare . Quanto a te, accetta e conserva con venerazione e rispetto le verit palesi, per
meritarti la comprensione di quelle occulte, poich... come pretenderai d'essere scopritore di
verit nascoste se avrai disprezzato quelle manifeste?.

Esegesi di Cant 1, 6 di cui abusavano i donatisti.

36. Vogliamo ora, fratelli, esaminare (nei limiti che ci consentito) le parole del Cantico. Ci
aiuti il Signore a mostrarvi quale ne sia il significato esatto. In primo luogo notiamo una cosa
che con estrema facilit pu essere valutata da tutti, anche dai pi ignoranti, e cio com'essi
spezzino malamente la frase. Appena l'ascolterete ve ne convincerete. Il testo della profezia,
come giace, si presenta cos. La sposa parla allo sposo dicendogli: Rivela a me, o diletto
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dell'anima mia, dove siano i tuoi pascoli e dove riposi . Che queste siano parole rivolte dalla
sposa allo sposo (cio dalla Chiesa a Cristo), non lo poniamo in dubbio n noi n loro. Ma
ascolta tutte le parole della sposa. Perch vuoi attribuire allo sposo parole che invece sono
dette ancora dalla sposa? Prima si riferiscano per intero le parole della sposa, poi risponder
lo sposo. Ascolta come non ci sia cosa pi evidente della divisione [della frase] di cui ti parler.
Non vi troverai alcun appiglio. Rivela a me, o diletto dell'anima mia, dove siano i tuoi pascoli e
dove riposi a mezzod. sempre la sposa che dice: Dove siano i tuoi pascoli e dove riposi a
mezzod. Nota come sia realmente la stessa sposa a pronunziare tali parole. Continua infatti il
151
testo: Affinch io non diventi come una [che ] nascosta fra i greggi dei tuoi compagni .
Suppongo che voi tutti, dotti e ignoranti, sappiate distinguere fra genere maschile e genere
femminile. Nascosta di che genere ? Lo chiedo a tutti: maschile o femminile? Dice: Rivela a
me, o diletto dell'anima mia. Parlando di un diletto, si rivolge a un uomo, allo sposo. Che poi a
interpellare quest'uomo sia una donna, lo indicano le parole successive: Rivela a me dove siano
i tuoi pascoli e dove riposi a mezzogiorno, perch io non divenga come una [che
] nascosta. Intendi nascosta [al femminile] perch il senso sia palese. Rivela a me, o diletto
dell'anima mia, dove siano i tuoi pascoli e dove riposi a mezzogiorno, perch io non divenga
come una [che ] nascosta fra i greggi dei tuoi compagni. Fin qui le parole della sposa; dopo
cominciano ( chiarissimo) le parole dello sposo: Bada a conoscere te stessa! Pur essendo
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donna, riconosci virilmente te stessa. Bada - dice - a conoscere te stessa , - e ascolta anche il
seguito: o bella fra le donne -. Bada a conoscere te stessa o bella fra le donne! Esci sulle orme
dei greggi e pasci i tuoi capretti fra le tende dei pastori, non dentro la tenda del pastore. Nota
come lo sposo parli minaccioso. Nota com'egli, sebbene amabile, dinanzi al pericolo escluda
ogni lusinga. Con che tenerezza aveva parlato lei! Rivela a me, o diletto dell'anima mia, dove
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siano i tuoi pascoli e dove riposi a mezzod . Verr infatti il mezzogiorno, quando i pastori si
rifugiano sotto l'ombra, e potrebbe, forse, celarmisi il luogo dei tuoi pascoli e del tuo riposo,
mentre io voglio che tu me lo riveli affinch io non sia come una che nascosta, cio non vista,
sconosciuta. In realt io sono manifesta, n ha da succedere che, come una che nascosta,
celata, mi mescoli alle greggi dei tuoi compagni. Difatti tutti gli eretici sono usciti dal [gregge
di] Cristo. Quanti son diventati pastori cattivi e posseggono greggi non propri, pur avendoli
segnati col nome di Cristo, un tempo furono suoi compagni, presero parte alla sua mensa. Si
chiamano infatti compagni coloro che partecipano (come si dice) di una mensa comune; e la
lingua latina li dice appunto sodales per il fatto che mangiano alla stessa mensa. Ascolta da un
salmo il rimprovero che un tale rivolge a certi cattivi compagni, cio a gente nutrita alla stessa
mensa. Dice: Se mi avesse ingiuriato un nemico, l'avrei tollerato; se contro di me avesse
pronunciato parole offensive, mi sarei certo nascosto lontano da lui. Ma tu, mio amico e mio
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conoscente, tu, mia guida che insieme con me prendevi i cibi gustosi . In effetti, molti amici
del Signore, ingrati alla mensa da lui imbandita, se ne sono usciti fuori. Erano commensali
perversi, e si fecero mense proprie ed eressero dei contraltari. In costoro teme lo sposo che la
sposa abbia ad incorrere.

Il cristiano forestiero che capita in Africa.

37. Tu ritieni che il mezzod sia l'Africa. Io potrei dimostrarti che parti della terra situate a
mezzod siano piuttosto l'Egitto o quelle regioni bruciate dal sole dove non piove mai. Difatti
sono il mezzod quei luoghi dove picchia il sole a met giorno. L per c' il deserto, che
rigurgita di migliaia di servi di Dio. Per cui, se vogliamo parlare di mezzod in senso locale,
perch non sarebbero quelli i luoghi dove egli ha i suoi pascoli e dove riposa, dal momento che
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fu detto: Ubertosi saranno i deserti pi aridi ? Ma voglio ammettere la tua interpretazione e
ritenere che il mezzod sia l'Africa. Sia dunque l'Africa il mezzod, dove sono i cattivi
compagni. La Chiesa d'oltremare, in qualche suo membro, fa vela per l'Africa e, sollecita che
quel tale possa cadere in errore, invoca il suo sposo e gli dice: Sento dire che in Africa ci sono
in gran numero gli eretici, in gran numero i ribattezzatori. Tuttavia - a quanto sento dire - ci
sono anche i tuoi. Mi giunge l'una e l'altra notizia; ma io voglio udire direttamente dalla tua
bocca quale dei due gruppi sia il tuo. Rivela a me, o diletto dell'anima mia, dove siano i tuoi
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pascoli e dove riposi a mezzod , cio in quelle regioni meridionali donde mi giunge notizia
dell'esistenza di due fazioni: l'una di Donato, l'altra in comunione con l'universo a te fedele.
Dimmi tu stesso dove debbo andare, in modo che io, come una [che ] nascosta (cio
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sconosciuta), non sia fra i greggi dei tuoi compagni . Affinch cio non m'imbatta nei greggi
degli eretici, intenti a sovrapporre pietra su pietra nel loro edificio destinato a crollare, n
precipiti in mezzo ai ribattezzatori. Rivela a me. Le risponde colui che, volendo inculcare
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l'unit del pastore, nel brano ora letto diceva: Io stesso le pascer ; colui che biasimava certi
pastori che, per essere in molti, avevano lacerato l'unit. La sua risposta non mite ma
quanto mai severa, proporzionata alla gravit del pericolo. Dice: Bada a conoscere te stessa, o
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bella fra le donne . Tu sei bella fra le donne, ma sappiti riconoscere! Da che cosa ti
riconoscerai? Dall'essere in tutto il mondo. Se infatti sei bella devi possedere l'unit, poich
dove c' divisione c' bruttezza, non belt. Bada a conoscere te stessa! Hai creduto in me:
riconosci te stessa! Come hai creduto in me? Alla stessa maniera come vi hanno creduto quei
tuoi cattivi compagni i quali, come te, ammettono che il Verbo si sia fatto carne, sia nato dalla
Vergine, sia morto sulla croce e poi sia risorto e asceso al cielo. Tale mi hai creduto tu ed
altrettanto mi proclamano loro. Ebbene, sappi riconoscere me e te: me in cielo, te sparsa su
tutta la terra. Cristo che cos apostrofa un membro qualsiasi della Chiesa, come parlando
alla Chiesa intera. Difatti, come potrebbe la Chiesa essere in cerca della Chiesa? Voglio
argomentare come usano loro. Rivela a me, o diletto dell'anima mia, dove siano i tuoi pascoli e
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dove riposi . Cosa cerca? La Chiesa. E l'interpellato, come mostrandole la Chiesa,
risponde: Nel mezzod. Cos interpretano. Mi rispondano allora come faccia la Chiesa a
ricercare la Chiesa. Rivela a me, o diletto dell'anima mia. Chi parla cos? La Chiesa. Cosa
desidera le venga palesato? Dove siano i tuoi pascoli e dove riposi, cio dove sia la Chiesa.
Parla la Chiesa e cerca dove si trovi la Chiesa; e l'altro - cos opinano - risponde: Nel
mezzod. Se, come dicono il mezzod unicamente l'Africa, come fa la Chiesa a domandare
dove lei stessa si trovi? O, forse, la Chiesa d'oltremare che si pone la domanda (in verit
pertinente) nei riguardi del mezzod per non cadere in errore. Cristo che si rivolge ai singoli
membri della sua Chiesa e come parlando a [tutt'intera] la sua Chiesa. E cosa dice? Bada a
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riconoscerti, o bella fra le donne; altrimenti esci fuori ! Uscire proprio degli eretici.
Orbene, o sappiti riconoscere o esci fuori! poich, se non saprai riconoscerti, uscirai fuori. E
dove andrai uscendo? Sulle orme dei greggi: seguirai greggi cattivi. Non credere che, uscendo
fuori, seguirai le orme delle pecore! Ascolta come continua [il profeta]: Esci fuori, sulle orme
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dei greggi, e pasci i tuoi capretti . Non le pecore! E voi sapete, fratelli, dove andranno a
finire i capretti. Tutti coloro che sono usciti dalla Chiesa finiranno alla sinistra. A Pietro che
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perseverer detto: Pasci le mie pecore ; all'eretico che se ne andr via: Pasci i tuoi
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capretti .

Esegesi donatista di Hab 3, 3.

38. Insistono: C' un altro testo. Ugualmente contro di te. Dillo: ascoltiamo! Sar senz'altro
contrario a te, come il precedente che ritenevi a te favorevole. Dicono: vero che per mezzod
intendete l'Egitto? Noi allora potremmo intenderlo in molte altre maniere; anzi, prendendo lo
stesso Egitto per una qualsiasi regione del mondo; potremmo perfino identificarlo con
l'Africa. Odi per cosa io intendo per mezzod. Vi intendo il fervore degli uomini spirituali,
ardente per il fuoco della carit, splendente per la luce della verit. Si dice infatti in un
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salmo: Manifestami la tua destra e quanti hanno il cuore istruito nella sapienza . Mostrami la
destra, non i capretti; e quanti hanno il cuore istruito nella sapienza, poich un uomo siffatto
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il mezzod, come sta scritto nel profeta: Le tue tenebre saranno come il meriggio . In molte
maniere possiamo quindi interpretare questo "mezzod", ma io voglio vedervi proprio
l'Africa, nient'altro che l'Africa. Forse da te mi viene una spiegazione migliore di quella che,
senz'essere edotto da te, io non sarei riuscito a scoprire. Sia dunque l'Africa il mezzod ! Ma la
Chiesa d'oltremare teme d'incappare nei ribattezzatori, teme d'imbattersi come una
sconosciuta nelle greggi dei compagni, e chiede allo sposo che le riveli dove siano i suoi pascoli
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e dove riposi a mezzod . Questo, perch nello stesso mezzod ci sono alcuni nei quali egli
pasce mentre in altri non pasce, alcuni nei quali riposa e altri nei quali non riposa. Ebbene,
ascolti [questo emigrante] il [nostro] consiglio: Venga dalla Chiesa cattolica; non si mescoli ai
greggi dei compagni, non si metta a pascere propri capretti! E adesso citami pure il testo che
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mi volevi citare. Risponde: Il profeta afferma: Dio verr dalle regioni dell'africo . Ora, dove
l'africo l c' anche l'Africa... O testimonianza [veramente magnifica]! Dio verr dalle regioni
dell'africo. E questo vorr dire che Dio ha da venire dall'Africa? Dunque gli eretici
proclamano che in Africa ha da nascere un altro Cristo e da l spingersi per tutto il mondo !
Vi prego, cosa significa: Dio verr dalle regioni dell'africo? Se voi mi rispondeste: Significa che
Dio ha soggiornato in Africa, questa sarebbe certo una risposta sconcia. Voi invece mi asserite
che significa: Dio ha da venire dall'Africa! Di Cristo sappiamo dove sia nato, dove abbia
patito, dove sia asceso al cielo e donde abbia inviato gli apostoli, dopo averli riempiti di Spirito
Santo, comandando di evangelizzare il mondo intero. Al suo ordine si attennero i discepoli e il
mondo gi pieno del messaggio evangelico; e tu mi sostieni che Dio ha da venire dall'Africa?

Replica di Agostino.

39. Mi replica: Allora dimmi tu il significato delle parole Dio verr dalle regioni dell'africo.
Cita per intero il passo e forse lo comprenderai. Dio verr dalle regioni dell'africo, e il Santo
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dal monte ombreggiato . Spiegami tu in che modo pu venire dall'Africa, se viene dal monte
ombreggiato. Lo scisma di Donato sorto in Numidia: furono numidi quelli che per primi
passarono allo scisma, provocando tumulti e scandali e infliggendo [alla Chiesa] una terribile
piaga. Altri numidi ve li sospinsero. Ve li sospinse Secondo di Tigisi, e dove sia Tigisi cosa
nota. I chierici che vi furono inviati li radunarono fuori della chiesa, n vollero far parte del
clero cartaginese. Si nominarono un visitatore, e furono accolti in casa da Lucilla. L'autore di
tutta questa sciagurata vicenda fu, dunque, un eretico della Numidia. Ora, nella Numidia, da
cui ebbe origine il movimento che con tanti disastri giunto fino a noi, c' s e no un qualche
cespuglio, tant' vero che la gente abita nelle grotte. Ci saranno dunque nella Numidia
montagne ombreggiate? Spiegami la cosa. Non fermarti alle parole: Dio verr dalle regioni
dell'africo; io voglio la spiegazione anche del resto: Il Santo [verr] dal monte
ombreggiato. Mostrami come il donatismo, sorto in Numidia, possa venire dal monte
ombreggiato. Ovunque troverai regioni prive di vegetazione. Se vi sono dei campi fertili, essi
son coltivati a frumento, ma in nessun posto troverai oliveti o altre piantagioni che rendano
ameno il paese. Come parlare di monti ombreggiati esistenti in Numidia, donde ha tratto
origine lo scandalo donatista?.

La realizzazione della profezia di Hab 3, 3.

40. Insistono: Spiegami dunque tu cosa significhi il detto: Dio verr dalle regioni dell'africo e il
Santo dal monte ombreggiato. Vedi quanto mi sia facile spiegartelo! Ascolta in primo luogo le
parole del Signore: Era necessario che Cristo patisse e il terzo giorno risorgesse, e che nel suo
nome fossero predicati la conversione e il perdono dei peccati fra tutte le genti a cominciare da
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Gerusalemme . Ecco da che parte venuto il Signore. Quando dice: A
cominciare preannunzia che a partire da l avrebbe raggiunto le altre genti nella persona dei
suoi santi. Leggi nel libro di Ges di Nave in qual modo la terra dei figli d'Israele venne
ripartita fra le diverse trib. Ivi detto chiaramente che dalle parti dell'africo c' Gebus, cio
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Gerusalemme . Leggi, scruta e troverai; e volesse il cielo che, trovando [la verit], vi creda e
la smetta con il tuo astio. Dalle parti dell'africo c' Gebus, cio Gerusalemme; e il Signore: A
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cominciare da Gerusalemme . Ecco cosa significa: Dio verr dalle regioni dell'africo. Ma
allora, in che senso: Dal monte ombreggiato? Leggi il Vangelo! Cristo sal al cielo dal monte
Oliveto. Continua! Potrebbe essere pi chiaro? Ti senti dire: Dall'africo, e ancora: Dal monte
ombreggiato. Riferiamo parole della Legge e riferiamo parole del Vangelo. Ti sei sentito
dire: A cominciare da Gerusalemme; ascolta anche: Fra tutte le genti. Dalla bocca dello stesso
profeta prosegui a leggere anche le parole che non avevi calcolate, anzi avevi del tutto
omesse: Dio verr dalle regioni dell'africo e il Santo dal monte ombreggiato; la sua ombra
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coprir i monti, e della sua gloria sar piena la terra . Dunque, fra tutte le genti a cominciare
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da Gerusalemme . Ma come a cominciare da Gerusalemme? Dio verr dall'africo e il Santo
dal monte ombreggiato, cio dal monte degli Olivi, dove Cristo sal al cielo e donde invi i
discepoli. Fu l che, prima di ascendere, disse: Non spetta a voi conoscere il tempo che il Padre
nella sua potenza ha stabilito, ma riceverete una forza dall'alto e mi sarete testimoni. Notate
come ebbe inizio la predicazione evangelica! Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in Giudea e
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in Samaria e per tutta la terra . Pertanto, allorch venne [a noi] Cristo-Dio e quando il suo
nome e l'annunzio evangelico mossero da Gerusalemme, fu allora che egli venne dall'africo; e
venne anche dal monte ombreggiato, cio dal monte Oliveto. E siccome fra tutte le genti s'
diffuso il Vangelo, ecco perch la sua ombra coprir i monti (si riferisce al suo refrigerio e alla
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sua protezione! e in che modo della sua lode piena la terra . Con tutta la terra
dunque cantate il cantico nuovo; non il cantico antico che si canta in un angolo della terra.

Il cireneo e Giuseppe d'Arimatea.


41. Dicono un'altra storia. Questa: Simone di Cirene fu costretto a portare la croce del
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Signore . S, lo leggiamo; ma vorrei proprio sapere cosa ti serva questo. Risponde: Il
cireneo un africano, e quel tale fu costretto a portare la croce esattamente per questo
motivo. Ma tu, forse, non sai dove si trovi Cirene. nella Libia, nella Pentapoli: una regione
confinante con l'Africa, che per fa parte piuttosto dell'Oriente. Ricavalo almeno dalla
distribuzione delle province imperiali. l'imperatore d'Oriente che manda il giudice a
Cirene. Ti rispondo in due parole: Dove alligna la setta di Donato, non Cirene; e dove
Cirene, l non esiste la setta di Donato. La verit, chiarissima, smaschera l'errore. Mi si
mostri Cirene l dove sono i donatisti; mi si mostrino i donatisti a Cirene! infatti cosa
arcinota, fratelli, che nella Pentapoli c' la Chiesa cattolica, non la setta donatista. Sicuri
[della verit], prendiamoci pur gioco di quelli che dovremmo compiangere o, meglio,
compiangiamo quelli che ci verrebbe voglia di prendere in giro. Cosa mai dici? Mi richiami
alla mente i meriti insigni di quel tal cireneo che port la croce del Signore, e lo supponi un
africano. Invece egli un orientale. Si pu infatti parlare di Libia in doppio senso: o
intendendo questa [provincia] che propriamente l'Africa o quella regione dell'Oriente vicina
e confinante in tutto con l'Africa. Ma ammettiamo pure che quel cireneo fosse un africano. Lo
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ritieni beato perch, costretto, port la croce del Signore ? Con quanto maggior ragione un
altro potrebbe concludere che la Chiesa di Cristo rimasta in Arimatea! Difatti quel
Giuseppe, uomo ricco di Arimatea che aspirava al regno di Dio, si avvicin alla croce non
forzato, non costretto, anzi, a differenza degli altri, sopraffatti dal timore, chiese a Pilato di
seppellire il corpo del Signore, lo depose dal patibolo, ne cur la sepoltura, lo nascose nel
sepolcro: e di tutto questo elogiato nel Vangelo. E allora? Perch questo devoto, che tanta
cura si prese della salma del Signore, era nato in Arimatea, forse che, per questo, la Chiesa
rimasta in Arimatea? O, al contrario, dato che a voi piace di pi quell'altro che venne forzato
(cio costretto) a portare la croce, in tal caso fanno bene gli imperatori cattolici, a ridurvi per
forza all'unit.

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