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I - Lidea della filosofia: cos lEuropa?

Nella conferenza La crisi dellumanit europea e la filosofia, Edmund Husserl intende affrontare il tema
della crisi dellumanit europea facendo uno studio di quella che lui definisce lEuropa spirituale, trattando
il problema delle scienze dello spirito dal punto di vista della storia dello spirito. Secondo Husserl, infatti, il
mondo storico circostante dei greci non il mondo obiettivo nel senso delle scienze; bens la loro
rappresentazione del mondo, cio la validit soggettiva del mondo, con tutte le realt incluse in questa
validit, tra laltro: gli di, i dmoni, ecc; ci vuol dire che il nostro mondo circostante una formazione
storica in noi e nella nostra vita storica. Si tratta di mostrare lidea filosofia immanente alla storia
dellEuropa (spirituale), la sua immanente teleologia che si rivela con la nascita e con linizio dello sviluppo
di una nuova epoca dellumanit. Il ragionamento seguito da Husserl molto semplice: considerando che
ogni forma spirituale sta in un periodo storico pi o meno particolare, essa ha una propria storia; quindi se
noi andiamo indietro al nostro passato, questo viaggio ci porta sempre pi lontano, di nazione in nazione,
di epoca in epoca, fino allantichit, fino alla preistoria; in questo modo lumanit risulta come ununica
vita, ed ben comprensibile adesso perch, pur essendo al tempo nemiche alcune nazioni europee, esse
continuassero e continuino tuttora ad avere unaffinit spirituale che le accomuna, una sorta di fratellanza,
di appartenenza alla stessa comunit.

Husserl dunque afferma che il luogo di nascita dellEuropa spirituale lantica Grecia del VII e del VI
secolo a.C., in quanto l che nasce la filosofia, la scienza universale, della totalit di tutto ci che , che poi
si ramifica e si trasforma in una serie di scienze particolari. Con la semplice concezione delle idee luomo
diventa a poco a poco un uomo nuovo, il suo essere spirituale entra nel movimento di una progressiva
trasformazione. Tutto ci avviene inizialmente nellambito della sola Grecia, in cui sorge uno spirito
culturale generale, che poi si evolve in campo pi ampio, fino a coinvolgere lintera umanit.

Bisogna dunque chiarire la peculiarit della filosofia, che si dispiega in sempre nuove scienze particolari: i
prodotti scientifici, una volta attinto un metodo sicuro per produrli, diventano definitivi, in modo tale che
chiunque svolga latto produttivo raggiunga sempre lo stesso risultato; perci il filosofo afferma che lesito
dellattivit scientifica non un che di reale, bens di ideale. I risultati raggiunti servono da materiale per
la possibile produzione di idealit di grado pi alto, e cos sempre di nuovo, quindi il termine scienza
significa lidea di uninfinit di compiti, di cui un certo numero finito stato assolto e ha assunto una
permanente validit.

La nascita della filosofia greca ha portato ad unidealizzazione del senso dellinfinit, tanto le idee della
finitezza e la cultura spirituale complessiva e lumanit che la rappresenta sono state astratte dal proprio
ambito: per noi europei, scrive il pensatore tedesco, esistono anche al di fuori della sfera filosofico-
scientifica, molte altre idee infinite, ma se esse sono analoghe allinfinit, lo sono soltanto grazie alla
trasformazione dellumanit attraverso la filosofia e le sue idealit; in poche parole, la cultura scientifica
retta dalla idee ha portato ad un rivoluzionamento della cultura complessiva, cio dei modi in cui lumanit
crea la cultura.

Husserl esclude dalla sua riflessione le filosofie egizie, cinesi, indiane ecc. in quanto esse non vanno alla
ricerca di una theoria, non hanno quindi un atteggiamento teoretico; esso, come tutti gli atteggiamenti,
prende forma da quello originario, quello naturale, delle umanit. In questultimo di volta in volta nasce
un rivolgimento: questo pu comportare alla nascita dellatteggiamento pratico, cio inerente alla prassi
naturale, e dellatteggiamento teoretico, del tutto non-pratico, che emana una theoria filosofica, la quale
a sua volta diventa un campo di interessi a s. Ci non vuol dire che tra vita teoretica e pratica non vi possa
essere un legame: esiste ancora la possibilit di una terza forma di atteggiamento universale, [] una
sintesi dei due interessi, [] critica universale di qualsiasi vita e di qualsiasi fine della vita. Questa mira ad
innalzare, attraverso la ragione scientifica universale, lumanit, mediante multiformi norme di verit.
Ma, com evidente, esiste anche unaltra forma di sintesi di teoria e prassi, che consiste nellapplicazione
dei risultati delle scienze specialistiche limitate cio che, specializzandosi, hanno perso luniversalit
dellinteresse teoretico alla prassi della vita naturale. Qui atteggiamento teoretico e originario si
congiungono.

Ma per comprendere pi a fondo come la scienza greco-europea, cio la filosofia, si differenzia dalle
filosofie orientali, bisogna osservare latteggiamento pratico-universale proprio di queste, e chiarirlo in
senso mitico-religioso: difatti noto che unumanit che vive naturalmente include motivi mitico-religiosi
ed una prassi mitico-religiosa. Il mondo da questa percepito miticamente, e anche laddove vi sia la ricerca
di una spiegazione pratica, essa vista in chiave pi o meno religiosa da coloro che vengono riconosciuti
come sapienti, cio i sacerdoti, che attuano semplicemente una speculazione mitica (riplasmano cos lo
stesso mito). Eppure questo sapere speculativo ha lo scopo di servire alluomo per i suoi fini umani, cio
pratici: questo atteggiamento universale definito dal filosofo come mitico-pratico, che si stacca perci
dallatteggiamento puramente teoretico, non-pratico in tutti i sensi, dei filosofi greci.

Occorre ora chiarire levoluzione che va dalla theoria originaria (considerazione disinteressata del mondo
che avviene nellepoch), alla theoria della scienza vera e propria. Allinizio, linteresse teoretico come
thaumazein (meraviglia) una modificazione della curiosit, una forma particolare di interesse che si
sottrae agli interessi vitali, che li lascia cadere. Fa parte dellatteggiamento teoretico del filosofo la
decisione di dedicare la sua vita alla theoria, costruendo gradualmente la conoscenza teoretica infinita;
quindi attraverso le singole personalit che sorge una nuova umanit, attraverso laiuto reciproco
esercitato attraverso la critica. La filosofia si diffonde quindi in due modi: in quanto comunit dei filosofi e
in quanto movimento comune della formazione culturale. Qui nasce la scissione tra dotti e profani.

Lessenza dellatteggiamento teoretico delluomo filosofico costituita dalla peculiare universalit di un


contegno critico deciso a non assumere nessuna opinione gi data, nessuna tradizione, senza indagarle; si
delinea quindi una profonda trasformazione di tutta la vita culturale, poich la verit ideale diventa valore
assoluto e attraverso la formazione culturale e leducazione infantile produce una prassi modificata in
senso universale. Si forma cos una nuova comunit interiore [] fondata su interessi puramente ideali,
una comunit di uomini [] che sono congiunti nella dedizione alle idee, le quali non soltanto servono a
tutti ma nella loro identit sono proprie di tutti.

Questa diffusione non porta soltanto a unevoluzione omogena della vita statale normale, che nel suo
complesso soddisfacente, bens, a interne tensioni; la vita nazionale stessa e il complesso della cultura
nazionale entrano in una fase di rivolgimento. [] La persecuzione comincia gi con gli inizi della filosofia.
Coloro che vivono per le idee sono sospetti. Eppure: le idee sono pi forti di qualsiasi forza empirica.

In questa societ totale idealmente orientata, la filosofia e il suo specifico compito infinito esercitano una
funzione determinante; la funzione di una considerazione libera e universalmente teoretica che abbracci
anche tutti gli ideali e lideale totale: dunque luniverso di tutte le norme. La funzione che la filosofia deve
costantemente esercitare allinterno dellumanit europea una funzione di guida per tutta lumanit.
II - La causa del fallimento della filosofia

Ci che abbiamo detto non nasconde forse [] la convinzione che la scienza possa rendere saggio luomo?
[] Chi sar disposto, oggi come oggi, ad accettare queste convinzioni? cos che Husserl introduce
questa seconda parte della sua conferenza, continuando poi affermando: sono persuaso che la crisi
europea affonda le sue radici in un razionalismo erroneo. Ma ci non significa che la razionalit come tale
sia una calamit o che rivesta unimportanza soltanto subordinata per lumanit.

La ragione propria delluomo, ma cos come luomo rispetto allanimale un nuovo grado dellanimalit,
anche la ragione filosofica rappresenta un nuovo grado dellumanit e della ragione. Nel momento in cui
lumanit giunta ad un grado pi alto di spiritualit, quindi giunta alla ragione, esige perci unautentica
filosofia: questo il punto pericoloso, in quanto bisogna distinguere la filosofia inerente ad una certa epoca
dalla filosofia come idea, in quanto le singole filosofie storiche rappresentano sempre un tentativo pi o
meno riuscito di realizzare lidea di infinit. Una razionalit unilaterale pu diventare pericolosa.

Secondo Husserl, il filosofo deve tendere agli orizzonti infiniti della filosofia, senza dare nessuna verit
singola assoluta ed isolata, e soltanto attraverso questa costante riflessione la filosofia diventa una
conoscenza universale. La filosofia, infatti, deve portare al di l dellingenuit; questa intesa come quel
razionalismo che in genere viene scambiato come razionalit filosofia, ed il titolo generale per definire
questingenuit lobiettivismo: il mondo diventa quindi un mondo obiettivo di fronte alle rappresentazioni
del mondo, e la verit diventa obiettiva, cos come gli eventi psichici hanno una certa obiettivit. Ma presto
si scopre linfinito, innanzitutto nellidealizzazione di grandezze, misure ecc., poi nellampliamento ideale
allinfinito di natura, spazio e tempo. La natura intuitiva viene quindi trasmutata in un mondo matematico,
quello delle scienze naturali matematiche. Finch si aveva un atteggiamento obiettivistico, la spiritualit
sembrava fondata sulla corporeit: fin da Democrito si nota quindi la tentazione di trasporre il pensiero
delle scienze naturali nella sfera spirituale. E nellepoca moderna i successi nella conoscenza della natura
vengono utilizzati per conoscere lo spirito: lo spirito viene riconosciuto come fondato sulla corporeit, e la
concezione del mondo assume quindi una forma dualistica, una forma psicofisica. questa che, secondo il
filosofo, la causa di tutti i mali del suo tempo: lobiettivismo, la concezione psicofisica del mondo,
ingenua unilateralit che non stata avvertita come tale. Per lui lessere spazio-temporale nella natura
dello spirito un controsenso.

Lepoca moderna arrivata ad una situazione di crescente disagio, di negativit, di insoddisfazione delle
stesse scienze. Colui che stato educato alle scienze della natura ritiene ovvio che la sfera soggettiva sia
naturalmente esclusa dalle scienze, e che la psiche debba venire indagata dalla psicologia, ma non si rende
conto che il suo lavoro concettuale ha senso solo nel contesto del mondo circostante della sua vita, che
soggettivo e soltanto su di esso hanno senso i suoi problemi, i suoi metodi di pensiero. La rivoluzione di
Einstein investe le formule della fisica idealizzata e ingenuamente obiettiva. [] Ma Einstein non riforma lo
spazio e il tempo entro cui si svolge la nostra vita vivente.

Husserl afferma che la psicologia, che vuole essere la scienza generale e fondamentale dello spirito, fallita
in partenza in quanto fondata sullobiettivismo, in quanto isola lanima concepita in un senso obiettivo, in
quanto presuppone norme vere ed assolute.

Da ogni parte, nel nostro tempo si annuncia lurgente esigenza di una comprensione dello spirito: in
molti hanno tentato di chiarire la relazione tra natura e spirito, ma una scienza obiettiva dello spirito, una
dottrina obiettiva dellanima, obiettiva nel senso che attribuisca alle anime, alle comunit personali,
unesistenza nella forma della spazio-temporalit, non mai esistita n mai esister. Lo spirito e soltanto lo
spirito essente in se stesso e per se stesso; lo spirito autonomo e soltanto in questautonomia pu essere
trattato in modo veramente razionale e in modo radicalmente scientifico.
La mancanza di una razionalit autentica ed unilaterale, quindi, la vera fonte di oscurit in cui luomo si
ritrova per quanto concerne la sua esistenza ed i suoi compiti infiniti. la fenomenologia trascendentale a
superare lobiettivismo naturalistico, in quanto il filosofo partendo dal proprio io diventa spettatore
disinteressato delle validit prodotte dallio stesso; in questo atteggiamento lo spirito pu essere auto-
compreso e la natura viene riassorbita nella sfera dello spirito.
III - Conclusione

La crisi dellesistenza europea non quindi una situazione impenetrabile in quanto risulta comprensibile
e trasparente sullo sfondo di quella teleologia della storia europea che la filosofia pu farci comprendere.
La crisi appare come un apparente fallimento del razionalismo: ma di fatto il fallimento della sua
manifestazione esteriore in quanto obiettivismo.

La crisi dellesistenza europea ha solo due sbocchi: il tramonto dellEuropa, [] oppure la rinascita
dellEuropa dallo spirito della filosofia. [] Il maggior pericolo dellEuropa la stanchezza. Combattiamo
contro questo pericolo estremo, in quanto buoni europei.

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