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Dell'arte e della morte

Le giornate scorrevano serene, l'assenza di pioggia rendeva le strade ben solide e


ed i mercanti procedevano da qualche giorno sulla strada che conduceva verso la
citt di Irenke, finalmente avevano riaperto le porte della citt superato un
periodo terribile in cui una misteriosa malattia aveva colpito la citt, costringendo
la Signora che governava la citt a impedire a chiunque di entrare ed uscire dalla
stessa.
Ora che finalmente il morbo era stato debellato, le porte civiche erano state
riaperte, e questo per un qualunque mercante voleva dire una sola cosa, affari
d'oro per i primi mercanti che vi fossero giunti, la carovana non era molto grande,
era composta giusto da tre carri che trasportavano essenzialmente pesce sotto
sale, olio e vino, tutti erano trainati da un cavallo, sulle cassette stavano seduti in
ordine, sul primo Claus e Ortan, sul secondo la giovane Arhea e suo padre Garon
mentre sull'ultimo restava da solo il vecchio Obbs, il vecchio infatti a differenza
degli altri aveva il dono di non sentirsi mai solo, data la sua predilezione nel
parlare anche con se stesso, purtroppo il giorno stava volgendo al termine,il sole
stava gi calando oltre le cime degli alberi pi alti e la foresta che attorniava la
strada stava allungando le sue ombre sempre di pisulla strada.
Era evidente per Claus, come per tutti gli altri, che sarebbe stato pi sicuro per
loro e per le loro cavalcature trovare un riparo e riposarsi per la notte, infatti
azzoppare un cavallo per la fretta, avrebbe creato ritardi e danni difficilmente
gestibili; cos anche se mancava non molto ad arrivare in citt decisero che era
meglio fermarsi.
Senza contare che in quel giorno il destino sembrava arridere ai viaggiatori,
infatti, la strada ad un certo punto si allargava in una piccola radura al centro
della quale sorgevano i ruderi di quelli che una volta doveva essere una grande
casa forse a pi piani, i cui muri perimetrali in pietra ancora sfoggiavano la forza
e la resistenza che solo la pietra dimostra verso le intemperie, certo, le sommit
erano ormai indefinite e la calce che legava le pietre era divenuta friabile oltre
misura, prova ne erano i muschi ed i ciuffi di erba che iniziavano a crescervi in
cima, ma al di la dei dettagli di poco conto le strutture sembravano essere ancora
abbastanza solide per configurarsi come un buon recinto difensivo dove
trascorrere la notte.
Infatti quando si viaggiava non si era mai troppo prudenti, sopratutto se si
trasportavano beni che potevano stimolare gli appetiti di persone con pochi
scrupoli e moralit, senza contare che la figlia di Garon, la giovane Arhea
meritava pi di tutti di essere protetta, era un viaggio lungo e suo padre avrebbe
sinceramente voluto lasciare la ragazza a casa, ma non era riuscito ad aver
ragione delle insistenze della giovane, lei non voleva rimanere da sola
nuovamente, cos, come spesso accade quando un padre costretto ad allevare
una figlia da solo, questo si ritrova privo del coraggio di dirle di no, fu cos che la
giovane si un alla carovana.
Ben presto il padre ne fu lieto, perch la ragazza era sempre e comunque di aiuto
a lui e a tutti i membri della compagnia, lei si impegnava giornalmente a
cucinare e a accudire i cavalli alleggerendo cos il lavoro degli altri quando
arrivava la sera.

Cos, poco prima che il sole scendesse definitivamente oltre la linea dell'orizzonte,
il gruppo di mercanti, mise i carri in semicerchio di fronte all'ingresso della
grande struttura, in modo da precluderne l'accesso ad estranei e tennere i cavalli
all'interno di quest'area, dandogli del fieno secco da bere in un grosso barile,
praticamente l'ultimo carro, quello del vecchio Obbs era un carro per il trasporto
delle necessit degli animali e delle persone, mentre le merci erano tenute sui
primi due carri.

Il gruppo forgiato da anni di conoscenza e viaggi comuni si era trasformato in una


grande famiglia.
Tutto procedeva come di consueto, acceso il fuoco e sistemato il campo per la
notte i mercanti ricavarono i loro giacigli in prossimit dei carri, la stagione era
ancora bella e il cielo stellato era un tetto decisamente piacevole, li in mezzo alle
foreste non vi erano rumori fastidiosi e gli animali selvatici sarebbero stati tenuti
lontani dal fuoco da campo.
Arhea era curiosa come tutte le ragazzine della sua et cos mentre gli altri
ultimavano i preparativi per la notte, si diede all'esplorazione dei ruderi, per lei
era entusiasmante entrare in quei ruderi che un tempo avevano ospitato magari
persone importanti, e chiss quante storie avevano da raccontare quei muri, se
solo avessero avuto modo di parlare....

Girovagando alla luce degli ultimi raggi del tramonto, in quel sottile crepuscolo, la
ragazzina si trov in quella che doveva essere una stanza, li dove un tempo si
doveva trovare una porta si intravvedeva una grande lastra di marmo, un tempo
questa doveva essere eretta, ma ora si trovava leggermente inclinata e solo
chinandosi si poteva guardare cosa vi era sulla facciata inferiore, mentre da un
lato la pietra era semplicemente liscia, sull'altro lato capeggiava invece l'immagine
di una ragazza bionda e bellissima, la qualit del dipinto era sorprendente, la
ragazza si presentava a braccia aperte come a voler accogliere in un abbraccio
chiunque vi si trovasse davanti, Arhea rimase molto colpita da quel dipinto,
sarebbe rimasta ad osservarlo per ore se solo la luce glielo avesse concesso, lo
sguardo della ragazza dipinta era vivo e dolcissimo, chiunque aveva realizzato
quel dipinto doveva aver di per certo amato la ragazza, inutile dire che Arhea
inizi a fantasticare sull'avere una persona che l'amasse al tal punto da creare un
opera del genere anche per lei.

Felice della sua piccola scoperta, immediatamente chiam gli altri membri della
carovana, questi accorsero dalla ragazza in un misto di curiosit e
preoccupazione per il richiamo di Arhea.
Giunti innanzi alla lastra marmorea tutti rimasero affascinati dal dipinto,
immediatamente Ortan, che nella sua professione si occupava di vendere anche
piccola oggettistica d'arte, cap che quell'oggetto poteva avere un certo valore, cos
immediatamente comunic agli altri l'intenzione di portarlo via; certo, la lastra di
marmo doveva avere un certo peso, ma loro era quattro uomini e con i cavalli e
un po' di ingegno (che a dei mercanti in previsione di profitto non manca mai),
avrebbero trovato il modo di sollevarla e caricarla su un carro, certo, avrebbe
occupato moto spazio, ma poteva valerne la pena; ad Irenke avrebbero potuto
provare a venderla a qualche nobilastro locale, magari attribuendo l'opera a
qualche importante e rinomato artista ormai morto, disolito era una strategia
funzionante, anche perch un'artista morto possibilmente senza eredi non poteva
disconoscerla.
La loro fortuna stava inoltre nel fatto che la qualit dell'opera era tale che
nessuno avrebbe potuto dire nulla... e comunque se poi ad Irenke non fosse
andata bene, al ritorno a Specularum avrebbero potuto pensare di venderla al
Duca Stefano in persona.

Fu cos, che con delle robuste funi, delle assi e due cavalli adibiti al traino
riuscirono a scalzare la lastra e a trascinarla fuori dai ruderi per poi caricarla sul
carro del vecchio Obbs.
Quella sera andarono a dormire sfiniti per il lavoro extra, ma erano tutti felici di
quel casuale colpo di fortuna che avrebbe potuto renderli un po' pi ricchi.

Arhea era felicissima, si sentiva importante, sentirsi dire grazie da tutti i membri
della compagnia la rendeva orgogliosa oltre misura, con tutta quell'emozione in
corpo non riusciva a prendere sonno cos continuava con una lanterna ad
esplorare i ruderi, purtroppo non trov nient'altro di pregio e quando fu per
l'ennesima volta richiamata dal padre, perch andasse a dormire not che una
pietra vicino allo stipite destro della porta era insolitamente smossa e qualcosa di
chiaro ne emergeva, la curiosit era troppo forte, cos non ci pens due volte a
rimuovere la pietra e prendere ci che essa nascondeva, purtroppo si rivel
essere solo una pergamena, nuova, neppure antica e su questa qualcuno aveva
scritto qualcosa in ogni parte disponibile, questo non era certo un tesoro e la
tentazione di buttare via quel foglio fu forte, tranne che poi pens che al vecchio
Obbs poteva far piacere avere qualcosa da leggere quando non parlava da solo
cos decise di portarlo direttamente al vecchio come piccolo dono della buona
notte, lei non aveva i nonni e Obbs era quanto pi di vicino a quelle figure poteva
avere, era vecchio e un po' svitato, ma voleva un gran bene sia a lei e anche a
tutti gli altri membri della compagnia.

Giunta presso il fuoco, proprio prima di andare a dormire accontentando in quel


modo il padre, con un sorriso porse la pergamena al vecchio mercante, questi
ricambio il sorriso e la ringrazio per l'inaspettato regalo.
Il vecchio Obbs era vecchio, ma anche curioso inforc gli occhiali di vetro con la
montatura in legno li appoggio sul naso e alla luce del fuoco da campo inizi a
leggere il contenuto della pergamena...

dal canto suo pens immediatamente che chiunque avesse scritto quel messaggio
doveva essere colto da una strana ossessione, era andato a colmare ogni pi
piccolo spazio per cercare di contenere una storia che forse per lunghezza e
contenuti non ci poteva stare su un solo foglio, ma al di la di alcune difficolt per
la grafia non sempre chiara inizio a leggerne il contenuto che si rivel essere
questo.

non so se uscir vivo da qui, il mondo mi sta crollando addosso, ma se un domani


qualcuno ritrovasse questa storia ed il mio corpo sappia ci che mi capitato... la
scrivo ora sino a che la lucidit mentale mi assiste, si perch non so sino a quando
riuscir a rimanere lucido non per fame o per mancanza di sonno che scrivo
questo, ma perch mi sono realmente ritrovato in un incubo, non so neppure , non
riesco a ricordare neppure che giorno oggi... io volevo solo potermene andare
l'indomani...

certo io sono un poeta e cantore il mio nome Matt e come credo quasi tutti ho
pensato al giorno della mia dipartita gi mi ero immaginato il mio epitaffio se non
anche il mio funerale, gi me lo vedevo pieno di autorit di cui avevo cantato le
gesta e pieno di donne piangenti distrutte dalla sofferenza della mia perdita, ma
anche se morto avevo lasciato le mie opere che mi sarebbero sopravvissute e mi
avrebbero reso eterno... se poi mi fosse andata particolarmente bene magari in citt
dove ero nato magari mi avrebbero anche eretto una statua. Magari in qualche
pietra pregiata e sotto un bella frase tipo qui nacque e mor Matt il Cantore, le sue
opere saranno imperitura memoria e modello per l'arte e le genti... ed invece
guardate come finir... gi li sento gli spettri che mi reclamano, il fiato mi si fa
corto, e non per l'olezzo che proviene dal nano... si il nano un essere orribile e
deforme dovevo capirlo quando lo visto entrare che non era normale, qui dentro
nulla era normale... l'altro nano che fumava e leggeva un libro invece, la strega, i
due falsi chierici di <furia che probabilmente sono in realt devoti di una qualche
divinit malvagia... si questa non pi una locanda un sabba un raduno orribile
di creature malvagie... perch non sono scappato, perch mi dico io non sono
rimasto a dormire sotto le stelle...

comunque, voglio cercare di raccontarvi tutto in modo da mettervi in guardia,


affinch non possa ricapitare ad altri. Cerco di mettere a fuoco i pensieri e i ricordi
e cerco di far smettere il tremore che mi sconvolge e che da alla mia grafia un
aspetto orribile ma spero ancora comprensibile
Io mi chiamo Matt, certo non sono particolarmente famoso ma avevo possibilit di
diventarlo se solo non mi fossi ritrovato in questa situazione ero in viaggio e gi mi
ero rassegnato a dormire sotto le stelle, quando ad un crocicchio ho visto la luce di
una locanda la struttura sembrava solida e accogliente, al piano terreno le luci
erano accese e sembrava veramente la mia giornata buona, con un po' di fortuna
avrei potuto contrattare con il proprietario vitto e alloggio in cambio di un
intrattenimento per gli altri ospiti della locanda... ero fortunato, ero stato il primo ad
arrivare se non contavamo un vecchio nano che si era messo a leggere un grosso
libro e si stava caricando un pipa...ma quelli della sua razza sono tirchi per natura
e poco potevo sperare di cavarci, comunque entrato venni accolto dai gradevoli
profumi di buon cibo dal caldo tepore di una locanda ben tenuta e pulita, e dal
sorriso di una ragazza molto carina ed educata. Certo magari non potevo dire lo
stesso delle altre persone di servizio, uno era un pseudo ritardato che aveva paura
della sua ombra, l'altro un tipo decisamente grosso, stupido e con un velo di
malvagit stampato sulla faccia... a seguito comunque ho scoperto essere tutti
parte della stessa famiglia di cui l'oste era il padre, l'oste era un tipo forse un po'
strano ma d'altronde, chi non lo di questi tempi, poi, per me, sino a che uno sta in
cucina e serve le bevande in modo corretto a me va pi che bene, ad ognuno il suo
lavoro dico sempre io, comunque, erano tutti visibilmente contenti della mia venuta
e quasi senza fatica sono riuscito a concordare un pasto caldo e una stanza per la
notte in cambio di un po' di musica durante la serata in modo da allietare la
permanenza agli ospiti.
La locanda si stava pian piano riempiendo, certo c'era chi svettava pi di altri. tra
cui una coppia di chierici di Furia che cercavano di passare inosservati, ma
speravano forse che non me ne accorgevo, se c' una cosa che uno deve sapere nel
mio lavoro con quali culti si ha a che fare che ci sono certe canzoni che per alcuni
sono al limite dell'eresia...ed a proposito di eresia come non ricordare la vecchia
megera strega rigurgitata da qualche cimitero che guardava tutti malissimo, ecco
anche da lei mi sa che avrei cavato poco anche il suo essere donna doveva essere
talmente passato nel tempo che forse ne rimaneva solo la cattiveria e gelosia
tipiche del genere...
poi chi che entrato a si un mercante con la sua guardia del corpo, era sorridente e
ben pasciuto e aveva la faccia di uno a cui gli affari non stavano andando male,
poi vennero anche un tipo grosso pure lui chierico... inizio a sospettare di un
qualche conclave in zona.. accompagnato da una ragazza poi ad un certo punto
moti si erano seduti e il fuoco scaldava la stanza eravamo tutti in attesa che fosse
pronto il cibo e l'oste desse il via alla cena quando con un colpo di vento la porta si
apri di colpo, sulla soglia comparve una figura interamente ammantata di nero
vestita di nero che praticamente era un tutt'uno con la notte che aveva portato
l'oscurit nelle terre circostanti questo si guard intorno e manco a dirlo si and a
sedere e confabulare con la vecchia matta... non oso neppure immaginare quali
nefandezze potevano nascondersi nei loro discorsi...

poi vennero un grosso gruppo con un nano lurido, un cavaliere e un ragazzetto un


tipo dall'aria sospetta che teneva il volto celato sotto un cappuccio, e poi chi altro
cera... la mia memoria fa cilecca no possibile non ho mai avuto vuoti di memori
ma in questi momenti non so cosa sta succedendo, non so neppure ormai da chi
sono circondato, voi, voi che leggete queste poche righe credetemi...

sono dei mostri io li ho visti e capiti sono mostri che combattono mostri , forse per il
dominio di qualche inferno... io ho visto e ancora non mi capacito il nano lurido
colpire ripetutamente il copro del chierico di Furia quando questi era a terra
spargendo le interiora di questo in met della stanza, quel nano bravava
distruggere e spargere sangue... e poi ho visto anche di peggio ho visto il tipo
ammantato di nero che poi si rivelato essere un elfo dai capelli corvini... a
disegnato con il suo stesso sangue qualcosa simile a un cerchio blasfemo nel
pavimento della locanda... forse voi lettori potreste trovarne ancora traccia poco
lontano da voi io celer questa pergamena, nel circolo demonico ha inserito il corpo
della vecchia megera e della giovane cameriera... ma quest'ultima ancora
respirava... io l'ho vista... non oso immaginare quale osceno destino ci toccher io
sono ancora qui rintanato in un angolo ma lo so che da quel cerchio o la da sotto la
locanda dove sono tutti andati uscir qualche cosa di terribile, qualcosa di terribile
partorito da questo raduno diabolico...
le porte e le finestre sono state murate una strana nebbia circonda la locanda e
anche dagli spiragli che ho trovato non riesco a trovare via di fuga... mi hanno
lasciato qui da solo ad aspettar eil mio destino... non ho neppure cibo neppure
l'unico che mi era stato amico, il vecchio nano voluto rimanere con me, anche lui
andato a seguire la processione diabolica che andava nel sottosuolo... io sono qui,
con resti di corpi umani, qui con resti di mostri senza forma e serpenti che
emergevano dai ventri delle persone... ed io sono qui da solo... non lo so,,, sento
rumori provenire da la sotto... tonfi , ma certo non mi muovo non mi avranno tanto
facilmente certo devo trovare un luogo sicuro... ma non so se lo trover... non lo so...
anzi lo so so che morir e di me nella migliore delle ipotesi non rester nulla... non
so neppure a che divinit affidare la mia anima, ho passato la mia vita a prendere
in giro chierici e la fede sopratutto quando troppo seriosa e dora mi ritrovo a
ricercare in essa un minimo di conforto per il mio trapasso... e molto ironico tutto
ci io Matt il Bardo che potevo essere il cantore dei regni di Mystara mi trovo qui a
morire in una taverna persa nel nulla senza la possibilit di svelare al mondo il mio
talento... ma poi quale talento... non riusci mai a mettere insieme il pranzo con la
cena... che devo dire... che sono un fallito... si forse vero sono un fallito... ma sono
un fallito che sapeva cantare...
ora non ho pi spazio per scrivere oltre non so chi mai trover queste mie righe ma
state in guardia questo luogo malvagio e memore di cose terribili... diffidate di
coloro che si vestono di nero, diffidate dai nani puzzolenti e dai falsi chierici di
Furia... dei vecchi nani che preparano bevande invece potete fidarvi, nei momenti
pi bui potrebbero rilevarsi i vostri unici amici... un attimo, sento dei passi forse
stanno tornando. Devo lasciare queste mie ultime parole ai posteri per metterli in
guardia, vorrei davvero che la mia morte ormai certa sia da non ritenersi vana, se
un giorno trovate questi miei fogli portateli nei templi, portateli dai nobili perch
tutto ci che ho qui scritto vero per quanto incredibile e raccapricciante.

Obbs era allibito, il contenuto del messaggio che gli fece vedere i ruderi sotto
un'altra luce non certo piacevole, ma sopratutto perch se solo un decimo di ci
che era scritto fosse stato vero, quel luogo era fonte e custode di orrori, non la
fortuna dei viandanti in cerca di riparo, ma ora era tardi, non voleva allarmare
nessuno, e non aveva prove che ci che aveva letto fosse vero, cos pieg la
pergamena, la mise in una tasca del suo giustacuore e anche lui and a dormire
lasciando la preoccupazione al di la dei sogni ed alla gente pi giovane di lui
ripromettendosi di raccontare il tutto agli altri il giorno seguente... se la memoria
lo aiutava.

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