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DELLA SICILIA

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J l CA>su ' Vj-t^yJt/AjUA-O
DELLA SICILIA

DI VITO AMICO y

TRADOTTO DAL LATINO E CONTINUATO SINO AI NOSTRI GIORNI

PER

GIOACC:HI3ST0 SI DMf AKZo

CIIIERICO DISTINTO DELIA REAL CAPPELLA PALATINA, CAVALIERE DEL REA!. ORDINE DI FRANCESCO I.
CUSTODE BIBLIOTECARIO DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI PALERMO

/'

SECONDA EDIZIONE .' AA

VOLUME I.

PALERMO
SALVATORE DI MARZO EDITORE FRANCESCO LAO TIPOGRAFO
VIA TOI.KDO N. 179. SALITA CBOCIFF.BI N. SO.
1858. /
L " T(~V\>tA/^J

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neon Siculum dell'abate
poich il nome di quel-
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ri sin oltre all'Alpe. Quc-
quel che ne hanno scritto

tutto al suo tempo ri-


di queste egli forma le
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i, oggi province, seguir
e sconcio si fatto ebbesi
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ma voce si appartenga,
della valle corrispon-

joca di Amico alla no


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alle opere artistiche
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liei accenna di ogni
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IL TRADUTTORE

Nel riprodurre la versione e le continuazioni al Lexicon Siculum dell'abate


Amico, superfluo sarebbe di voler mostrarne l'utilit; poich il nome di quel
l'illustre scrittore noto ormai dapertutlo, ed apprezzato il suo magnifico la
voro e sommamente ricercato in tutta Sicilia e fuori sin oltre all'Alpe. Que
sta seconda edizione ne d fermo argomento, non che quel che ne hanno scritto
diffusamente i nostri giornali, e gli esteri.
Il metodo tenuto dall'autore in ordinare il lavoro tutto al suo tempo ri
feribile. In tre valli era allora divisa la Sicilia, onde di queste egli forma le
tre parti del suo Dizionario; ma soggetta poscia ad ulteriori mutazioni sin dai
primordii del secol nostro, poich in sette valli divisa, oggi province, seguir
l'ordine antico nella versione non conveniva. Ad evitare sconcio si fatto ebbesi
cura di ridurre in una sola le tre parli, riunendone gli alfabeti. Perch inlanto
possa sapersi a qual valle, secondo l'ordine dell'autore, una voce si appartenga,
notammo in principio di ogni articolo la lettera iniziale della valle corrispon
dente (V. N.) (V. M.) (V. D.).
La lacuna di quasi un secolo inoltre, che apresi dall'epoca di Amico alla no
stra, meno interessante farebbe divenir quest'opera cotanto classica, se appo
site note non ne supplissero in qualche modo il vuoto. In esse ci siamo sfor
zati a mostrare, per quanto con mezzi particolari si potuto, lo stalo presente
dell'isola, riguardo alla partizione amministrativa e giudiziaria, alle istituzioni
di beneficenza di ogni genere, ai monumenti sacri e civili, alle opere artistiche
antiche e moderne sparse qui dovunque in gran copia, poich la Sicilia da
considerarsi come un maraviglioso museo che i fasti artistici accenna di ogni
epoca. Se vi siamo riesciti rimane ai prudenti leggitori il giudizio, i quali pur
troppo han compatito la nostra et giovanile, e le deboli forze.
Non sapremmo intanlo incominciar la stampa senza sdebitarci verso chi pi
da presso ci porse un aiuto di quella gratitudine che pesa sul cuore non pro
fessata , e professala si soavissima. Si deve adunque alla solerte Direzione
Centrale di Statistica per la Sicilia tutto che spelta a notizie topografo-stati
stiche; ed in speziai guisa a Gaetano Vanneschi, illustre cultore tra noi delle
scienze sociali. Per tutto che poi riguarda notizie catastali al signor marchese
Vincenzo Mortillaro per ingegno e dottrina prestantissimo. Al padre Narbone
della compagnia di Ges per la sua Bibliografa di Sicilia, uomo in cui la pro
fondit delle conoscenze non scompagnata dalla ricchezza della erudizione ;
ad amici cari per ogni verso che arricchirci di necessarie cognizioni premu
rosamente curarono.
VITA DELL' AUTORE

Fra' nomi illustri, che nel leste passalo se gazione cassinese, che sostenne per un bien
colo onorarono la Sicilia, splende giustamen nio con una esattezza e con una religiosit
te con chiara luce quello di Amico, Abate Straordinaria. La gloria letteraria, che diviene
Cassinese e R. Storiografo. passione nelle anime belle, il desiderio di es
In Catania, citt produttrice in ogni tempo sere utile alla societ, che ingenito nel cuo
di felici ingegni, nacque Vito Maria Amico il re delle persone di genio, lo indussero ad es
d 15 febbraio 1697 da Yito Amico ed Anna sere scrittore, in mezzo ad un vortice enorme
Stalella, di famiglie nobili Catanesi. Inclinato di affari gravi, nei quali lo tenevano invilup
naturalmente alla quiete ed all'applicazione, pato gl'impieghi di sommo peso che sostene
malgrado la vivacit del suo spirito, nel 1713 va, che dovevano inceppare il suo talento ed
volle vestir l'abito benedettino nel patrio mo occuparlo interamente. Con un sistema di vita
nastero, rinunziando per sempre agli agi ed tenacemente osservalo, e con economizzare
ai lusinghieri piaceri che gli offrivano le do sempre il tempo, come Plinio, egli giunse al
mestiche comodit. In mezzo alle agitazioni l'adempimento esalto di ogni impresa, alla
tumultuose che accompagnano la prima gio quale o il dovere o la propria inclinazione lo
vent, lo sviluppo delle sue facolt cammin avevano chiamalo. Non dormiva che tre o
con passo cosi rapido, che sotto la guida stes qualtr'ore al giorno, e non mangiava che una
sa della severa educazione si vide aperta in sola volta ed assai parcamente; il suo pranzo
nanzi una carriera brillante, nella quale pro era mischiato a frequenti letture, ed interrot
grediva coraggioso, spinto dalla passione di to spesso per dover notare nel registro gior
sapere
cabile che
cheloloanimava,
tormentava,
ed aiutato
dallo zelo
dall'attivit
infidi? naliero quanto egli trovava di utile e di con
facentc ai suoi studii. Essendo in patria le sue
della sua mente, dalla lucidezza del suo la- passeggiate erano per le falde dell'Etna, rac
lento e dalla saggezza della sua indole. Sono cogliendo lave ed ogni genere di prodotti di
questi i felici augurii, dei quali il mondo de quel famoso vulcano; allorch era al suo mo
cide sino dalla infanzia della nostra esistenza nastero di Mililcllo peregrinava per quei mon
morale e civile. Sobrio, prudente, severo nel ti calcarei, onde raccogliere conchiglie fossili
l'adempimento dei suoi doveri, dolce nelle ed allre spoglie dell'antico mare, di cui ne fa
sue maniere, egli acquist ogni titolo alla sti ceva anche rimessa ai dotti suoi amici d'Italia.
ma ed all'umore dei suoi monaci. Non aveva Lo sue villeggialure erano in luoghi dove po-
che 33 anni, allorch venne fallo maestro dei lea scavando ritrovare vasi greco-siculi, meda
novizii, e loro lettore nelle dottrine filosofiche glie, marmi ed altri resti di antico che potes
e teologiche. Dopo due anni gli fu addossato sero illustrare la storia siciliana e le patrie
insieme l'incarico di computista della congre antichit.
Persuaso
onore clic ogni
allo studio edgenerazione di dolli deb
ai talenti luminosi del nostro storico che la rese cos importante,
ba proporsi un doppio oggetto, quello cio die l'invitto Carlo III si compiacque ordinare
di rettificare gli errori dei secoli antecedenti, che uscisse alla luce sullo gli augusti di lui
e l'altro di aumentare la massa del sapere auspicii.
umano, che con (tasso or pi or meno celere La Sicilia, oggetto in ogni tempo della cu
si avanza sempre, egli si applic con profitto riosit delle persone di ogni nazione, man
all'uno all'altro. cava di un libro che ne indicasse dettaglia
Il Pirri aveva falla una Sicilia Sacra; ma tamente tulli i luoghi e che racchiudesse la
come sono tulle le opere che Iraltano un ar descrizione di lutti gli oggetti interessanti.
gomento la prima volto, era piena di lacune Amico fece il suo Lexicon Sicul uni Pan. vo
e d'inesattezze; il Mungitore e l'abate Amico lumi 0 in 4, J757 dove con saggia disposi
supplironoa tutto; quest'ultimo segnalamento zione l'inni quanto in Sicilia degno di ve
vi inser le milizie delle abbazie benedettine, dersi e di sapersi, quanto di pi importante
e cistercensi. avvi nella nostra storia aulica e nello sialo
L'opera cos completa ricomparve nel 4733 presente. Fu questo l'ultimo suo lavoro let
per le stampe di Venezia con la finta data di terario.
Palermo. Aveva una brama illimitata di sapere, era
La storia antica di Catania, al pari di al infaticabile; metteva nelle sue occupazioni un
cune altre citt siciliane, da vari scrittori dei ardore che sapeva comunicare a tulio ci che
due ultimi secoli era slata involta in credu lo circondava. Non era tolleralo per pompa,
lit ed in puerili invenzioni che deturpano ma per sistema, cos egli consacr sempre
sovente i migliori traili dei nostri annali. lutti i suoi averi all'utile delle scienze e dei
Amico invitalo dall'amore della palria si buoni sludii.
diede ad illustrare una delle pi belle citt L'uomo di ledere era per questo titolo suo
dell'antica e della moderna Sicilia. La Cata amico, e il giovane che volea istruirsi dive
nia illustrata in quattro grossi volumi con niva suo confidente. Egli incoraggiava tulli
tiene nei primi due la scric cronologica dei con dei mezzi reali, e fu amante sempre di
falli e degli avvenimenti della citt, nel terzo supplire ai torli che la fortuna fa spesso al ta
le iscrizioni, le medaglie, e lutti i premiabili lento ed al vero merito. Sin dalla pi tenera
monumenti di cui va essa gloriosa, nel quarto eia avendo avuto affidala la custodia della Bi
la biografia degli illustri Calanesidiogni tem blioteca del suo monastero non lasci mai di
po. Il lutto maneggiato con critica e con arricchirla di nuove opere acquistato col suo
ogni maniera di dotlrina, e d a vedere l'uo danaro , e col prezzo delle sue stampe in
mo di genio che si distingue anche nei pi iscainbio. E sua opera il Museo che esiste a
minuti dettogli. fianco dj quella Biblioteca, prezioso per molti
Era appena compiuta questa laboriosa im oggetti, e certamente uno dei migliori orna-
presa che egli ne prese un'altra. Mancava una nienli della Sicilia. Egli non solo vi radunava
storia ben fatta e generale dell'isola. Il famoso quanto trovava di bello nella natura e nelle
Giovio persuase a Roma il nostro Fazello a arli, ma ne illustrava le cose pi interessanti.
volerne essere il Livio. Le decadi de rebus Si ha una dotto memoria sua inserito negli
siculi* comparvero nel 1538, ma imperici lo, Opuscoli di autori siciliani, con la quale spie
e piene di credulit del tempo, ancorch una ga un basso-rilievo in marmo di gran valore,
delle pi belle opere che siano stole falle in che il P. Scamalla, altro illustre benedettino
Sicilia nei nostri tempi. Essa ricomparve ar Catenese, porlo da Roma e che rappresenta
richita di annotazioni, di giunte, e di un sup l'iniziazione di una fanciulla ai sacri misteri.
plemento dal 1 .'>."><; sino al 1749 in cui fu pub Gli fu eretta espressamente una cattedra di
blicala, in Ire grandi volumi, e fa cos grande storia
cui libreria
civileessendo
nella palria
stalo fallo
Universit,
Custodedella
perpe-
di
9
Ino, non solo l'accrebbe di ua'iillra, delle pi Fu compiacente ed obbligante all'eccesso.
complete che fossero a Palermo, ma destin Il suo cuore buono non si abbassava mai sino
per compre di libri lutto l'onorario clic gli alla vendetta; egli disarmava la calunnia e
era slato assegnato come custode; genero l'invidia con la beneficenza. Nel suo volto si
sit ammirabile e non mollo comune. vedeva l'uomo dabbene, e vi regnava sempre
Era di un'attivit straordinaria. Sosteneva la serenit che era nel suo cuore; e nel suo
cariche pesanti del suo ordine, studiava, pub sguardo vi si leggeva il pensiero, e vi brillava
blicava opere, manteneva un carteggio assai il genio e l'intelligenza.
grande con letterati nazionali, italiani, in II di 5 dicembre del I7G2 Tu l'ultimo di
glesi e di altrove, dai quali come un ora una cos bella vita. La mestizia fu generale,
colo veniva consultato in punii di storia si ciascheduno aveva una ragione per rattristar
ciliana. Priore per 25 anni, and reggendo si. L'immortal principe di Discari Ignazio gli
varii monasteri per l'isola, e non fu che al coni una medaglia col motto : Quem nulla
declinare dell'et che rinunciandovi, ebbe il aequaverit aelas; chiaro argomento che fu
titolo di Abate con lutle le preeminenze, co esso segnalato dall'amicizia in lacrime. Le pa
me scorgesi dal breve della S. Sede emanato trie Muse lo piansero assise meste sulle spon
nel 1757. de dell'algoso Amcnano. Fra gli scritti ine
Caro alle persone di lettere, non lo fu me dili del canonico Coco si legge una elegia
grafo
no ai con
grandi.
un Carlo
diploma
III lo
delfece
1731,
regionelislorio-
quale composta per cosi lugubre circostanza che
mestamente comincia : Hoc habilu, hoc dri
quel generoso Ite fa conoscere i sentimenti tti, serena hac fronte frequenler. A nome
di slima e di riguardo che avea per un uomo della comune patria io vengo dopo 56 anni
che tanto onorava la Sicilia. Il vicer Foglia a rendere questo debole ma giusto tributo
ri, giusto estimatore dei talenti, lo ebbe in di elogio alla memoria del mio insigne con
grande amicizia, ci che gli valse per renr cittadino, in quest'opera consacrala alla glo
dcrc dei servigi sovente assiti segnalali alla ria degli illustri siciliani estinti. (/tacco/fa
virt,
Fu socio
al merito,
dell' Accademia
ed alla umanit.
di Londra , di di Vioij rafie di Ortolani).

quasi lutle quelle d'Italia, e dejlc dolio so Ab. Francesco Fkhuaua.


ciet della nostra Isola.
DEDICA DELL'AUTOM

GIOVANNI
INTIMO
CAVALIERE FOGLIANI
COMANDANTE
ALL'ECCELLENTISSIMO
CONSIGLIERE
VICER
DELL'ORDINE
IN IN
CAPO DI S. ARAGONA
E SECRETARIO
SICILIA
DELLE
DISIGNORE
GENNARO
ARMI
DEL RE

IN PACE ED IN GUERRA
COMMENDATORE
MARCHESE
SIGNORE
RIVA,
DI PELLEGRINO,
DELL'ORDINE
DI
CARMIANO
CASTELNUOVO
E PONTE
VAL
COSTANTINIANO
MOZZOLA,
VIGOZZOLO
DALVAROLA
VICOBARONE
DI
ec. S.ec.GIORGIO

DON VITO H. AMICO E STATELLA


INDELL'ORDINE
PERENNE MONUMENTO
CON
DI S.OGNI
BENEDETTO
RISPETTO
DI SUADEI
VENERAZIONE
CASSINESI

OFFRE, DEDICA, CONSACRA.


1

tikcrllcntisBimo {frinripc

Non a te questo lavoro dirigcsi, non degli onori tuoi compone sulle prime pa
gine un serto, ad attirarsi una protezion di interesse. Toccavi appena queste Si
cilie spiagge, e la tua fama che aveva di ciascuno l'attenzione destato, per averti
il Serenissimo ed Augustissimo Carlo Re nostro affidato del suo potere la precipua
cura e scelto a parte delle fatiche sue; quella fama, io dico, che in te desiderato
sostegno alle lettere ed alle arti annunziava, talmente a tutti si f" nota sul fatto
da risplendere in certo modo ancor fra le tenebre. E mentre con sommo piacere
nelle pubbliche filosofiche assemblee assiderti, or a questa o a quella mostra di
erudizione consentire, plaudire, ora accettar ti ammirammo con viso ilare e gio
condo fiori di etrusco o latina poesia, qual opinione in noi non s'accrebbe della
tua premura verso gli ottimi studii? Chi, sebbene in estensione non pari al vero,
del tuo innato amor per le Muse e dell'ingegno in favorire le brame dei lette
rati non si avvide, non parl? Ed io, ottimo Principe, oser con preghiere spro
narti o con richieste a sorger protettore del mio comunque siasi lavoro ? Ti no
miner io in questo esile rcgaluzzo, cui spesso e spesso con non vulgare indizio
di umanit ebbi ad esortarmi a pubblicarlo , talch non solo voler esserne tu
proteggitore mi comprendeva, ma neanco se tuo lavoro sdegnarlo ? Poteva a ben
ragione prendere opporlunissima occasione al mio proposito, o dalla vetusta gloria
di una famosa nobilt, come la tua propagine dei Fogliani, o di Sforza, o di Ara
gona, che per le parentele coi grandi Prenci di Italia, per le insegne dei Re e i
generosi titoli, per le cariche supreme di Toga, di Spada, di Bacolo, per vaste
signorie , o per preclare imprese in patria o fuori giganteggia , o dalla indole
che migliore nessun altro sorti, quale manifestasti nella patria letteraria pale
stra, e che di coltivar sempre non trascuri in isceltissimi libri che congregasti con
u
somma premura quasi gemme preziose a migliore ornamento di casa tua. Non
immcritamente dalle sostenute famose legazioni in Europa, dal giusto regime della
Repubblica, dall'uso degli affari, dalla brillante esperienza nei grandi ed ardui
travagli di Corte, da una morale incorrotta, da una esimia prudenza, dalla sin
goiar benignit, che contieni in cuore ed esprimi, a cui congiungi una soave cor
tesia che tutti innamora, perch ti attiri l'ossequio e la comune benevolenza,
dalla munificenza verso i tapini e gli umili, in te i Siciliani riconoscono la de
lizia dell' universo, della umanit. Potrei di molto ancora prolungarmi, e cos
non mancare a un dovere, compiacere il mio genio, e compararti per ogni verso
a Mecenate e nell'infiammar le voglie, e nel comprimer le voci dei linguardi e
degli Aristarchi. Mi strapperebbe allor di mano la penna quella virt di che pi
vai bello, la modestia, dico, la pacatezza, la onesta moderazione; colpcrei allora
contro gli ordini tuoi, avendomi di gi comandato di astenermi dalle lodi.
Rimane or solo che tu provveda al mio bene, alla mia industria, talch col
tuo nome a fronte consegua quell'onore il mio libro di che manca nel vero. Vivi
a lungo, ed a noi, ed alla repubblica delle lettere.
Da Monreale li 13 marzo 1757.
L'AUTORE AL SUO LETTORE

Obbligalo dalla mia promessa, SGiolgo il debito. Pubblicate da un pezzo le


considerazioni e le aggiunte alle decadi sulle cose sicolc di Tommaso Fazello,
spesso rimandai al mio Dizionario Topografico di Sicilia, gi preparato pei tor
chi , avendo io stabilito che non dovesse andar disunito dalle aggiunte alla
seconda decade, ed in poche coso mancando, le quali altronde sperai fra breve
supplirvi, volli far piccola posa per compirlo, il che pur volli avvisare nella pre
fazione al Tomo HI, acciocch avesse comparso pi ricco e pi maestoso. Ivi
feci noto bens quanti prima di me mossero a descrivere la superficie della
Sicilia, ma solo registrando nomi e distanze di lerrilorii, eccettuatine i prin
cipali. Io per giudicai dovere trattarne pi in copia. Fazello, assumendo nella
prima deca quel lavoro medesimo, disse dei primarii luoghi soltanto, toccando
di volo gli altri. L'Arezio poco prima del Fazello sotto l'Imperatore Carlo rac
colse poche cose sul sito della Sicilia. Accennando il Maurolico alcuni difetti
del Fazello, trascorse rapidamente l'isola intera. N il Bonflglio, n lo stra
verio
niero solo
Domenico
si prefisse
Negrodinella
descrivere
Corografia
l'antica
dellaSicilia,
Siciliae sistimo
allargamo
potere di
appena
pi. spie
Clu-

garsi quanto a lui debba l'isola nostra; n tenue parte confesso dei suoi sludii
essermi stala utile nell'illuslrare le antiche citt. Il lavoro di Antonio Filolco
di Castiglione, scritto quasi nella slessa epoca quando il Fazello pubblic il suo,
dove descrive alienamente la Sicilia, bench degno di venir pubblicato, si ri
mane ancor nell'oscurit; nondimeno da misurarne la vaglia, come se da un' un
ghia un leone, dalla topografia dell'Etna stampata in latino. Ci rammarico
esser periti i libri sulla Sicilia di Pietro Ranzano, pi importanti che le opere
degli scrittori sovraccennati, sebbene alcuni compresi in molli tomi che rias
sumono la storia universale del mondo si conservano nella biblioteca di S. Do
menico in Palermo, che io rifrustava non senza molto piacere nelle ore di ozio.
16

Sorba il dolio Domenico Scavo, uomo ben noto al mondo letterario, il mano
scritto autografo sulla Topografia di Val di Mazzara di Giacomo Adria, dove
segnansi le nostre lerre e descrivesi l'amenit dei campi: non per intero.
Giuseppe Mazzara della Compagnia di Ges nei suoi annali prescelse da lutto il
regno la provincia indicata dal suo slesso cognome, del qual lavoro m'avvidi
pendio
nella ricca
ridotto,
Biblioteca
indicedel
di Collegio
nomi anzich
Palermitano
descrizione
: ma avendo
pu appellarsi.
lutto in breve
Tre coni-
libri

di Marco Antonio Marlines sul sito della Sicilia, compiuti in tutto, alti alle
slampe , mi ebbi comunicali dal lodato Scavo. Stretto imilalor del Fazello
di cui anche spesso usurpa le frasi, poco vi mise del suo; eJ aggiungendo i
rapporti di ciascun luogo ai punti cardinali, a mettervi un'aria di novit, in
vece di promontori! appella tre regioni della Sicilia, il Peloro, il Pachino ed
il Lilibco. Dai riferii di Camillo Camilliano e di Giovanni Venlimiglia descrisse
magnificamente Giannandrea Massa della Compagnia di Ges la spiagge di Si
cilia, ed addossandosi una immensa fatica, si propose spiegare lutto che leg-
gesi nel frontispizio di quest'opera; ma non raggiunse il suo scopo con cgualt,
poich avendo dello prolissamente di alcune cose , di moltissime non indiG
che il nome solo. Ma dimostrano palesemente i miei lavori stessi qual pro
fitto ho cavalo dagli sforzi di lui , ne usurpare oserei alcun che della gloria
di un lauto autore, che sempre per grande io l'ebbi, anzi non ricuso di con
fessare di aver seguilo le sue vestigia. Dir la cosa stessa se le mie promesse
vengon compite; poich si avr di ciascuna citt, o terra, o castello, tanto an
tichi che moderni, i nomi per dovunque usati, l'origine, il silo, gli edilzii,
le doti, i privilegii, le magistrature, il numero delle case, gli aumenti, i pi
celebri falli, la gloria dei cittadini , la ricchezza de' campi, le signorie; nel
che altrove indicai essermi stali di aiuto gli scritti dell' eruditissimo Fran
cesco Emmanuele marchese di Villabianca ; e ci che allo stato morale e fi
sico si spetta , e ci che ai limili del Dizionario sar di raccoglier convene
vole; i monasteri dipi, le torri, i monti, i boschi, i fonti, i fiumi, le pa
ludi, gli stagni, i laghi, i ponti, i seni, i lidi, le isole adiacenti, le penisole,
gli scogli, tutti finalmente i luoghi dell'Isola descritli, illustrali, accuratamente
indicato il silo, e come innanzi agli occhi collocali. Ma disconviene, o lettore,
fermarli qui a lungo sulla soglia; ten vieni all'opera, scevro di ogni pregiu
dizio, la scorri con giusto e prudente animo, memore della povert del mio
ingegno; mentre dall'ottimo Dio imploro per te ogni bene.
DIZIONARIO TOPOGRAFICO

DELLA SICILIA
DELLA SICILIA IN GENERALE
I. Del nome della Sicilia. presso i Greci ARPA vale promontorio e Ir
Omero il pi grande e rinomalo appo gli promontori ha l'isola, Trinacria la dice, il
scrittori profani appellava la Sicilia confi che ben anche osserv l' interpctre di Apol
nante all'Italia isola del Sole per la sua lonio Timeo Trinacria disse la Sicilia
fecondit, terra dei Ciclopi che ne furono perch ricinta da tre AKPA2; ma affer
i primi abitatori (Odiss. lib. 9 e 12). Tr- mano gli storici, egli soggiunge, perch
nacia poi e Trinacria la dissero i Greci, Trinaco vi esercit l'impero suo atte
Triquetra i Latini. Polibio sul principio del stano Stefano ed Euslazio ci non essere
ti libro. Dai Sicani ebbe il nome di Si slato dello dagli storici, ma dalla Sibilla.
cario quell'isola, della Trinacria. Ac Allor Trinacria si nom, che il prode
Trinaco, a quei che le tempesto alTrcna
cenna Diodoro la ragione del nome lib. 5. Inclito figlio, d cittadi e merli
L'isola dalla figura ebbe un tempo il Rendeala bella
nome di Trinacria; e pi evidentemente Alcuni, nota il sullodato Eustazio, dissero
Dionisio d' Alicarnasso lib. 1. Dicevasi ma insulsamente, appellarsi Trinacria per
Trinacria dalla figura triangolare; Plinio ch simile ad un tridente, il che riferisco
lib. 3, cap. 5. Dalla celebrit pria di anche il Cluverio. Altri ancor diconla
lutto Sicilia, Sicania da Tucidide, da molli Trinacria perch simile ad un tridente,
Trinacria , e Triquetra dalla forma del lo che discorda affatto dall' opinione de
triangolo; Solino dai Ire promontori cap. 2. gli antichi, poich la non sembra di tal
Dai tasti promontori come un triangolo figura. Dai popoli Sicani, o dal loro Re Si-
figurasi; Mela al a dei Greci comparala cano, o sia che stranieri siano stati e ve
lib. 2, cap. l.Essa ben vasta, nelle tre nuti dalla vicina Italia, o indigeni siccome
punte
dei Greci;
protendendosi,
con pi diviene
armonia
a formare
finalmente
il A presso gli antichi si dispula, ebbesi il nome
di Sicania. Gi udimmo Polibio e Plinio cui
Strabone lib. 6. Da Trinacria la dice Tri- anche si accoppia Diodoro. Dai Sicani
tiacris, ed Ovidio fast. lib. 3. cultori fu detta Sicania; e Dionisio ma
Terra che per Ire scogli al mar si stende i Sicoli tragittarono dall' Italia nell' isola
Che dalla Torma Trinacri si appella. vicina . . . allora ti dominavano i Sica
e Tzclzcs Chiliad. dalle punte dissela Tri- ni, che Sicania dal proprio nome la dis
nacride e pel medesimo oggetto Trivertice sero; ed Isidoro lib. 14, cap. VI. La Si
Licofrone; Orfeo e Pindaro Tricuspide; Non cilia fu nominata Sicania da Sicano li-
no Tricefala e Tricolle, i di cui versi sono ranno, e poi da Siculo fratello di Italo,
accennati da Cluverio; ma Stefano, perch Sicilia. Dai Sicoli popoli dunque, come gi
3
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dissi da Dionisio, fu finalmente delta Sici triangolo. Essa fra l' Italia, l'Africa e la Sar
lia, il che attenua Diodoro; finalmente, egli degna sta posta, delle quali dalla prima da
dice, dui Sicoli che qui Irariparono dal Nord ed Est disia per un angusto stretta
l' Italia Sicilia si disse. Quantunque tali un miglio e '/, 100 dall'Africa verso Sud
cose vedansi corroborale da antichi lesli- ed Ovest, 230 verso Ovest dalla Sardegna.
monii, non mancano scrittori di polso a de Ugual distanza slabilisccsi da Plinio, cio
durre altre etimologie. Bochart dei primi 12 sladii, dall' Italia, che erroneamente Tu
nella sua Geografia sacra lib. 1, Canaam, cidide trasporta sino a venti. Tolomeo e Io
dove prova essere derivati tulli i vocaboli slesso Plinio s'ingannano nello stabilire la
si di Sicilia che delle altre terre dal lin Sicilia distante 180 miglia dall'Africa, poi
guaggio fenicio; Escoi, scrive, tale presso ch in realt dal Lilibco promontorio della
gli Ebrei Botrus, come Segol pei Siri, o nostra Isola, al Mercurio dell'Africa appena
Segula, il di cui plurale Scyulcja pare Ilo- conlansi 100 m. Di nuovo Plinio abbacinalo
tris, per la qual voce verisimile averla 120 m., dice, disiar dalla Sardegna. Le tre
cdamalo Sicilia , quasi isola dei Botri, punte per tanto colle quali il Pcloro, il Pa
poich abbondantissima in vini. Mauro- chino, il Lilibeo si terminano, celebre re
lieo, Sicilire, disse, vale il secare dei La- sero la Sicilia negli antichi tempi, che come
lini, forse fu delta cosi dai Greci, perch di lei simbolo imprimevansi nelle medaglie,
congiunta un tempo al continente, da cui rappresentate da tre gambe, qual figura vol-
poscia o per tremuolo o per impeto del ma lesi detta, a denotarle, Trucelon, tutto il
re fu distaccata. che dall'interprete d'Apollonio Argonaul:
Dalla fico finalmente e dall'olio, di che lib. 4, Tzetze sopra Alessand. di Licofrone,
l'isola abbonda fanno alcuni derivare la voce Servio sull'Eneide di Virgilio lib. 1, Slra-
Sicilia, poich presso i Greci 2TKH, vale- bone lib. 6, Mela lib. 2, capo 7, Solino
fico, ed EAAIA olio, donde Sicilia. cap. 11, Plinio lib. 3, cap. 8, Capclla lib. 6
L' isola nostra conserv un tal nome : e da altri moltissimi, e da poeti si rimem
quantunque qualche volta nei bassi tempi bra ; dai quali tulli basta solo recitar le pa
anche se l'applic il regno di Napoli come role di Slrabone. Dan forma all'isola
sotto il Ponteficato di Clemente IV nel 1265; tre promontorii; il Pcloro, che coi seni,
tenendo poi la sede di Roma Gregorio XI gini
oggi sicoda
comunica
di volpe,pere colla
uno stretto;
terra deiilBeg-
Pa~
Giovanna di Napoli regina di Sicilia, e Fe
derico che ne era signore in sancir la pace chino, che volto ad oriente bagnalo dal
trai due regni vollcrli ambi appellarli Tri- mare Siculo, guarda il Peloponneso e la
imene , per la qual cosa disse Martino il via di Creta; il terzo il Lilibeo confi
regno di Napoli non di sua ragione, Sicilia nante coli' Africa alla quale rivolto verso
al d qua dal faro, e l'isola cui dominava Nord-Ovest. Non niego aver variato di pa
Sicilia al di l; acquistali Alfonso final rere gli scrittori sul sito di ciascun pro
mente ambidue i regni, si proclam Be delle montorio, u da stare allo stesso Slra
due Sicilie della quale cognominazionc usa bone, cui gran rispetto professar dobbiamo,
rono sinora i successori di lui; del che s'in come esattissimo; e Cluverio che avendo
trattiene ampiamente il prestantissimo Mon giralo diligentemente l'isola l'annot, ripro
itore nell' apparato alla Biblioteca Sicola. vando le carte della Sicilia lineate da To
lomeo ora s' appiglia ad un autore ora ad
li. Silo e figura della Sicilia. un altro, ed all'ernia con Dionisio essere il
Lilibco rivolto all'Ovest, il Pachino con Mar
Mostrai di sopra rassomigliare la Sicilia ziano e Solino a Sud-Est o verso Est che
per la sua forma il Greco a e 1' ineguale piega a Nord, il Peloro verso Nord-Est.
19
In quanlo ai fianchi dell'isola, il setten il lido settentrionale di XXXVIII, XXV min.,
trionale dal Lilibeo al Peloro, avanzandosi corrispondendo esattamente alla opinione
non pochi promontorii, l'Orientale tra il Pa di tutti i moderni. Riguardo alla longitudine
chino ed il Peloro non lievemente s'interna vi ha Ira gli scrittori maggior dissenzione,
verso il Siatelo, che sembrane il centro, deducendosi questa dalla linea del primo
ed al di l si distingue in seni e punte; meridiano, quale collocano alcuni al Pico
l'australe stendesi quasi rettamente tra il Pa di TencriFTe, altri all'isola di Ferro una del
chino ed il Lilibeo, eccetto dove o con uno le Canarie ; i primi cui mancano pur tut-
con altro breve promontorio sporge nel tavolta XI. VI minuti, computano l'estcnzio-
mare ; il lato orientale sembra come la base ne tra il grado XXX e XXIII e gli altri tra il
del triangolo, di tutti il meno esteso, gli grado XXXVI con XXX min. ed il gra
altri due i pi lunghi vengono a poco a do XXXIX ; io seguo il di costoro calcolo,
poco occupando il Tirreno e l'Africano sin il siciliano Agatino Aidonc nella sua tavola
ch presso il Lilibeo si riuniscono, quale della Sicilia va coi primi ; li guarda dal Fa-
un poco avanzandosi, la punta del triangolo zcllo intanto che servitosi di tavole antiche
non bene aguzza presenta per alcun tratto erra gravemente circa la longitudine e la
la figura d' un arco piano. Viene battuto il titudine.
lato settentrionale dal mar Tirreno o infe
riore , l' orientale dall' Adriatico e dal Jo III. Divisione della Sicilia dall'Italia.
rio o mar superiore; dall'Africano il me
ridionale , e dove tende ad occidente dal Antichi scrittori riferiscono , m' appro
Sardo che fa parte dell' inferiore ; il mare prio le parole di Diodoro al cap. 5, esser*
che corrisponde al lato orientale ed austra stala la Sicilia congiunta un tempo al
le, dicesi ben anche Siculo dalle Sicule l' Italia ma poi per la seguente cagiona
spiagge che bagna; finalmente qui, mi viene essersene divisa; laddove un angusto con
in mente, costituire il promontorio australe tinente era da ambi i tali battuto dal ma
i confini d'Europa col monte Calpe di Spa re, rolla dai flutti la terra occup l' acqua
gna, e col capo Tenere oggi Maino del Pe Reggio
quel mezzo
, qual
dalnome
che quel
poi luogo
s' attribuiva
renne detto
una
loponneso ; ed perci che io sospetto ap
pellarsi capo Passaro o Passalo, poich citt sorla molti anni dopo quel famoto
pu di l tragittarsi nell' altra parte del avvenimento; purtuttavolta soggiunge il Fa-
mondo, nell'Africa, come il Peloro dalla torre zollo con altri autori esserne stati cagione
d' ispezione dove risplendeva un faro, sorti i veementi tremuoti; t' hai presso il Cluve-
da faro il nome, ed il Lilibeo venne chia rio Ub. i, cap. 1, versi di poeti si Greci
mato capo di Marsala per la vicina citt che Latini che affermano, essere stata un
Saracenica cos detta. tempo la Trinacria parte d'Italia, la furia del
Secondo poi i Geografi che climi consi mare, o le scosse della terra averne mutato
derano, zone, paralleli, gradi di longitu il sito ed essere state soverchiale dalle onde
dine, e latitudine, la posta la prima delle le montagne; nota filosofi, storici, gramma
parli di Europa nella zona temperala Aqui tici della opinione medesima, e finalmente
lonare, Ira il Iropico del Cancro cio, ed espone del noslro Fazcllo le ragioni, che
il Polare circolo Artico; nel IV clima circa costa non esser fandonie ; egli per ade
il parallelo IX ed XI, fra il grado XXXVI rendo a Mariano Valguarnera, di cui arreca
e XXXVIII di latitudine; non convengono le non inferme congetture a provare , la
dei minuti, stanlcch da alcuni si stabilisce Sicilia essere slata sin dal principio isola
il promontorio australe di grado XXXVI ne abbraccia il sistema , ed a ci racco
min. XXIV, da altri di grado XXXVI min. XL; glie i leslimonii degli antichi , nggiungen
20
do non essere slata dctla Reggio la citt go da consultarsi sul principio della prima
dalla celebre catastrofe , ma dal promon Decade. Possidonio fra gli antichi, nota 21 6
torio 6 miglia distante dal sito, di quel no dal Pachino al LiHbco, donde al Pachino
me, come afferma il sopraccennato Diodoro 194, e 140 al Peloro che sommano 550 ni .
prima che fosse stata quella fabbricala. Tan Diodoro sul principio del lib. 6, il cir
to
parve
lo avvallamento
la longitudine
esserdello
dovette,
stretto
quanto
da coni
Scil - cuito della Sicilia, scrive, di 4360 sladiiy
poich uno dei tre lati comprende 1100
la, cio, a Lcucopctra o capo degli Amori, sladii dal Pachino al Lilibco, dal Lilibeo
ed in questo spazio sboccando al mare da al Pachino delle terre siracusane 1300,
gli anteriori gioghi degli Appennini molli stendendosi il rimanente per 1160; essen
fiumi, non inconsideratamente pu credersi do intanto lo stadio un'ottava parie di mi
le loro sorgenti e di quei bens, che scor glio, secondo il comune parere, 125 passi,
rono dalla opposta banda di Sicilia non es cio, sar secondo Diodoro il circuito del
sere slate prima di tal rivoluzione, ma le l'isola 545 miglia, ed afferma Tucidide per
scosse medesime che la Sicilia dalla Italia corrersi in otto giorni di navigazione lib. 6,
divisero averle finalmente aperto; le boc di epoca pi recente il Maurolico 1' estende
che dunque che ora si hanno i fiumi nello a 700 m., ed assegna le disianze dei luo
stretto, provano ad evidenza essere stato que ghi particolari della spiaggia marittima da
sto sin dal principio ; ma questo argomento ciascun promontorio, esattamente corrispon
del Cluvcrio che il Valguarnera per l'enor denti alle indicate dal Fazcllo, ma afferma
me attuale profondit stima Ineluttabile, al le dimensioni del circuito lerrestre non a-
tri facilmente contraddicono, stabilendo un vanzare le 600 miglia. Cluvcrio finalmente,
istinto tra la Sicilia e l'Italia dal Peloro al che per intero un anno si spazi a girar
l'opposta punta di Calabria. 11 Rircher del la Sicilia, propone in 4 tavole sentenze di
Mondo solter. lom. l.lib. 2, cap. 16, arre varii autori, notando nelle prime le distanze
cando esattissime misure dello stretto, vol di ciascun lato, e nell'ultima l' intero cir
garmente faro, al promontorio di Scilla, con cuito ; le dice vere e genuine, accuratamen
fessa aver rinvenuto un tramile di scogli, te da se stesso osservate, e conchiude, es
o un lai quale ponte nel profondo di quello ser di tutta l'isola il terrestre circuito di
abisso che preso aveva ad esplorare; con 600 m. ; avverte per che tragittando da
che non osta a credere lo sboccar dei fiu Messina per Palermo ed il Lilibeo sino a
mi, la Sicilia essere stala un tempo unita Girgenti, esser poco meno le miglia che da
all' Italia. Credono ci alcuni doversi attri Girgenli al Pachino e di l a Messina. Ec
buire ad una poesia di Eschilo : non voglio cone la IV tavola :
affermarlo con Diodoro il quale scrive : Gli Da Diodoro 545 o 542 miglia.
antichi scrittori di favole attestano essere Da Possidonio 550. Da Agrippa 618.
etala la Sicilia penisola un giorno lib. 4. Dal Corografo presso Slrabonc lib. 6, 588.
Esiodo ed Omero precessero di 4 secoli Da Tolomeo 586. Da Solino 375 o 400.
Eschilo, e descrissero per isola la Sicilia. zello
Da 634.
Isidoro 400. Da Arezio 616. Da Fa-

IV. Dimensione della Sicilia. Indicai altrove nelle note al Fazcllo quale
sia slata la cagione di tante diverse opinio
Scrive il Fazcllo costare il lato setten ni. Deducesi intanto esser pi lunga che
trionale della Sicilia di 281 m., di 193 il larga la Sicilia, correr dal Peloro al Lili
meridionale, di 160 l'orientale, l'in bco di circa 220 miglia in lunghezza, e
tiero circuito del lillorale di 634; e sog 150 nella costa orientale in larghezza, indi
giunge le peculiari distanze di ciascun luo procedendo verso l' Ovest ristringersi un
21
poco, e finalmente al Lilibco farsi angustis alcun encomii di antichi scrittori che riguar
sima. dano tale fortilil. Pindaro dunque ricca in
V. Uberto della Sicilia. armenti dice la Sicilia, pingue terreno Eu-
stazio in Omero, ostello di Cerere Ovidio,
Attesta Omero nell'Odissea essere si uber fertile terra in biade solcata la prima
tosa la Sicilia, che nei suoi campi non a- dall' aratro, e seminata Isidoro. Isola sa
rali, n anco seminati produconsi e le bifi cra a Cerere ed a Bacco Diodoro, poich
de, e gli orzi, e le viti; notammo anzi di Cerere si come abbastanza noto la Dea
sopra, dirla isola del Sole per la fecondit. delle messi : granajo di Roma Slrabone
Di ci che produce, testimonio Solino, o per lib. VI, cui consuona M. Tullio, contro Ver-
la natura del terreno o per l'industria de re il copioso granajo della Repubblica,
gli abitanti, lo che ottimamente si giudica, la nutrice, l' antico, ricolmo erario della
tutto ricchezza. Nota Plinio lib. 23, ca plebe Romana.
pii. 15, rendere la semenza in alcuni campi
agli agricoltori il centuplo di frullo, ne lo VI. Meraviglie della Sicilia.
Diega Fazcllo ; con pi di verit tuttavia la
pi ricca messe non d in qualche luogo Di tanti portenti della natura, di che per
che il trentesimo, o poco sopra il ventesi beneficio del superno Artefice del tutto, va
mo ma qualche volta avvenuto avere reso bella a preferenza delle altre parli dell'or
l'orzo il sessantesimo dippi, ed ultima be e risplcndc la notissima nostra Sicilia
mente, scrive il Maurolico, potere la Sicilia l' Etna meritamente occupa i primi posti ,
contrastar coli' Egitto di ogni terra feracissi che forse anzi di tutte le meraviglie di che
mo; e Cluvcrio molte sentenze degli antichi l'isola abbonda l'origine e l'unica ca
esponendo che esaltano la fertilit dell' iso gione. manifesta , dice Baccio sulle
lacome grand* la bellezza, esclama, e Terme lib. 7, cap. 4, la natura del fuoco
la talubril del ciel di Sicilia, cos in in Sicilia, fiamma, vapore, combustione,
quel molo , celebre la fertilit e con- fumo; e la materia, zolfo, terra grassa,
chiudc e per tale ubert di terreno fra cenere, pumice, bitume, sale, calcunto,
tante delizie crebbero i Siculi da passare vani metalli; ed i diversi effetti del fuoco
in proterbio la Sicilia mensa. Pietro secondo la materia, utilissime stufe, ac
Opmeer finalmente nella Cron. lib. 2, que calde , tiepide , fredde , e non in
quasi in nessun' altra nazione come in vene soltanto ma in fiumi interi , laghi ,
questa beatissima provincia di Europa, fonti, bagni; di s numerosi effetti una
lutto di che lu vita abbisogna pi pre la sorgente, una la causa prima, l'immensa
zioso producesi ; di biade, vino, olio, or ratri
forza per
dell'Etna
tortuose
cio,
fornaci
che nei
ovunque
profondi
diffusa
bar
taggi, lino, vesti, bestiame, cavalli, e di
metalli, oro, argento, bronzo, ferro qua comunica vapori per tutta l'isola, che a
lunque siane il consumo come attcsta Pli seconda del calorico che contengono, o
nio, in niente manc, e sempre gravida bollono nelle caverne formando delle stu
svariati liquidi e biade e succhi produs fe, o venendo alle acque ed alterandole
se. Qui al certo mi credo dovere gli Eli- formano tanti generi di bagni quanti in
tii costituirsi: di tali specie ciascuna, don tutto il mondo non sono. L'acqua cineri-
de l'uberl risulta della Sicilia, effusamente cia dunquo dei campi di Girgcnti, la puz
enumera il Fazcllo lib. 1, decad. 1, cap. 4, zolente e zolfurca del lago Palicino , la
ed io nelle note al medesimo considerai fredda, o bollente , o acida non lungi da
esattamente, anche indicatine i luoghi, don Paterno, o la piclrificanlcsi presso Sciacca
de provengono. Soggiunger qui solamente e Girgenli , la oleosa o bituminosa delle
22
terre di Girgenti, Pietra, Bivona, o di mo particolare si hanno le imagini norie (di che
lestissimo odore a Gela, o la mentovala da a suo luogo) sul lido di Messina, all'isola
Salino ntiocevole ai serpenti, ed agli uo delle Correnti, e presso i Palici nei campi
mini salubre non lungi da Pietra, la Buy- Mcnesi. Peregrine cose e propriet, n al
hula di nome saracenico, o la medicala in trove osservate ascondono le terre dell'Iso
pi luoghi, riconoscono l'Etna a loro fonte la, o sia che consideri le pietre di generi
che l'intera mole della Sicilia del suo fuoco svariati e di non vulgare eccellenza , o le
invade; il sale che scioglicsi col fuoco, e crete, le marghe, i fossili, i metalli, ed al
crepita con l'acqua in Girgenti, trasparente tro di tal genere di che troverai menzione
come uno specchio in Licata ed al Pachi in Boccone , Cupani , ed in questo Dizio
no, vermiglio presso Ccntorbi e violetto al nario.
Peloro a dirsi effetto del fuoco di Mon-
gibcllo. Passo sollo silenzio ci che super VII. Divisione della Sicilia.
stiziosamente gli antichi ascrivevano a pro
digio , fra' quali il Fazello. Del fonte di In Sicania e Sicilia fu l'isola un tempo
Diana o dell'Alesino o del Gelesc rinver divisa ; poich terra dei Ciclopi , Iperia
rai a suo luogo nell'opera le descrizioni; de' Feaci , campo dei Lestrigoni piuttosto
e solamente soggiungo in tante meraviglie, dai Poeti che dagli Storici si disse. Sica
olire l'uso comune della natura abbondar nia dai popoli Sicani ebbe nome , Sicilia
la Sicilia di copiose ammirevoli sostanze, dai Sicoli ; le parli meridionali e setten
come una volta affermava il siracusano Nin- trionali, secondo Tucidide lib. G, ne spet
fodoro encomialo da Ateneo, e Polemonc tavano ai primi, occupato dagli altri il ri
nel trattato dei maravigliasi fiumi di essa; manente ; Questi con grande esercito, dice
testimonio Marrubio nei Saturnali. Nei bassi lo storico greco, passali nell'isola, vinti
tempi Vincenzo Auria raccolse in un opu i Sicani cacciaronli nelle parli di mezzo
scolo manoscritto, che conservasi nella Bi giorno ed occidente, e disser Sicilia V iso
blioteca del Collegio Palermitano i portenti la che prima Sicania, e sui luoghi mi
della Sicilia ; ed ultimamente il eh. Anto gliori sovraneggiarono ... ; ed t nostri
nino Mongitorc intraprese un lavoro ove giorni aneora le parti centrali, e le set
raccolse ed ordin, checch in moltissime tentrionali possiedono. Scrive Diodoro , i
opere crasi pubblicato sulle meraviglie di Sicani un d abitanti dell' isola intiera mossi
essa ; giover in fine ripetere le parole del da paura del fuoco dell'Etna che in varii
Rircher nella prefazione al Mondo sotler. punti prese a divampare , abbandonate le
opera altrove da me citala. Venuto nel parti orientali dell'isola aver trasmigrato
1637 in Sicilia, trovomi, il che ardente nelle occidentali , e dopo molte et sboc
mente
che spiegasi
bramava,
in maravigliosa
nel teatro d'una
variet
natura
di cati dall'Italia i Sicoli avere occupato le
terre abbandonate dai Sicani; spinti poi
cose, e che di maraviglioso , raro, inso dalla brama di sempreppi acquistare a-
lito e da desiare ammirazione occorre in vendo messi a sacco i campi vicini, essersi
tutto il Geocosmo, qui, come in Epitome in molle guerre coi Sicani travagliali, sin
con una certa industria di sagace natura ch sanciti dei palli slabilironsi i confini,
trovai raecollo. In tutti gli elementi ci ha che non facil cosa poter derivare dagli
un che nella Sicilia degno di attenzione , scritti degli antichi ; e volendo indagar per
poich oltre il gi dello, il fuoco dell' Etna congetture , costa non estendersi al di l
come canta il Poeta serba fede alle nevi. delle sponde australi del fiume Salso il
Le acque tumultuanti dello stretto di Mes territorio dei Sicani , poich Gela , o in
sina superano ogni capacita; non poco di tendasi l'attuale Licata o Terranova fu citt
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dei Siracusani. Inico e Caniico in tempi po- riati danni sofferti la potenza Siracusana a
sleriori cill principali di Cocalo Re dei questi si sottomise : in due province sotto
Sirani , c metropoli dopo Agrigento , sul ilvisaloro
la Sicilia,
governo,la secondo
Siracusana
alcuni,
e la Lilibctana,
venne di*
lido del fiume Ipsa sedettero, oggi Belcc
presso l'imboccatura dell' Agragantc o Dra unica provincia Pretoria, secondo altri, ed
go; e falsamente il Fascilo, come dicemmo indi Proconsolare sotto due Questori tutta
nelle nostre note , colloca Inico presso il via. Sullo gl'lmperadori greci risedette il
fiume Irminio. Pi ingarbugliata la matas comando in balia di un Patrizio o Strate
sa dove a settentrione si fu stabilito il li go , n partizione di sorla appare dai po
mile ai Sicani; afferma Cluverio lib. 1, es chi monumenti che rimangono. All'epoca
sere stale occupale dai Sicoli le terre verso dei Saraceni , come bene stabilisce il Fa-
Oriente, e dai Sicani le altre di l dai fiumi zello in tre valli venne divisa delle di Maz-
delle due Imcre, quindi secondo lui nomava- zara, Nolo e Demone; Normanni e Svcvi u-
Sicilia la parte orientale, e le altre Sica- surparono una tale divisione, ma derivo da
oia: e lorch, come credesi, conquistarono i alcuni monumenti essere slato sotto questi
Siculi la parte meridionale sino ad Agrigen ultimi stabilito il Magistrato di Giustizia al
to, vide restringersi la Sicania d' ivi a Paler di qua ed oltre il Salso ; presso i Francesi
mo; finch alla caduta dei Sicani final ci ebbero due Vicarii del Re uno al di qua
mente l'isola intera s'ebbe il nome dai Si- uno al di l dal fiume medesimo, quali ri
coli ; pure il Valguarncra altrove enco masero sotto il dominio degli Aragonesi ,
mialo, afferma le regioni occidentali essere poich trovai recate da Pietro di Queralt
slate sempre abitale dai Sicani : abitano, le vicende di Giacomo oltre il fiume Sal
dice Tucidide, anche sinora i Sicani le so. Poi sullo scorcio del secolo xiv la valle
parli occidentali della Sicilia ; sebbene Agrigentina ed Ennese si uni alle tre enu
con Diodoro alcuni scrittori la sentono al merale , cio alcuni luoghi presso Agri
trimenti. I Greci poscia adduccndo delle gento ed Ernia dalle antiche valli divisi ,
colonie ed i Fenici tennero le parti marit principalmente all' et di Martino in una
time rinculando nel centro e Siculi e Si- novella si congiunsero; ma dopo pochi anni
cani; ordinala ed aumentata per la po ritorn l'attuale numero di tre valli gover
tenza di Siracusa, quantunque alcune cill nale da un Vicer. Chiese Messina la isti
e fra le prime Trinacria avrebbero voluto tuzione di un secondo Vicer che l'avesse
serbare intatta la propria indipendenza, pie governala, e cosi venisse bipartito il regi
garono finalmente le cervici al greco vin me dell' isola, ma a buon drillo oppostesi
citore. I Peni allora o Cartaginesi diffon le altre genti svan la sua richiesta (1).
dendosi pei lidi occidentali ed australi del
l'isola vi stabilirono l'imperio di Cartagine, (t) Comparve intanto per decreto di Ferdinan
ehe (eslimonio Diodoro, il fiume Lieo oggi do I dato in Napoli l'I! ottobre 1817, divisa l'Isola
in sette valli il 1 gennaro 1818; veune cosi ugua
Platani divideva dal Siracusano. Traripan- gliala alle forme, il 12 dicembre 1816, stabilite alle
do immantinente i Romani fu in tre parti terre di Napoli; vennero cosi a rimuoversi i molli
divisa, parte verso Nord-Est e Sud di l dal ostacoli nascenti dagli usi e dalle abitudini feu
Simeto ubbidiva a Gerone Re di Siracusa dali che avrebbero paralizzato la nuova ammini
strazione ; soppresse poi per Decreto del 26 di
sino al fiume Salso, da Agrigento ad Imera cembre 1824 le tre valli di Trapani , Siracusa e
sellenlrionale dominavano i Cartaginesi, e Girgenti venne nelle quattro ridotta la Sicilia, di
la rimanente migliore parte sotto l' Aquila nuovo in sette nel 182S. sinch abolita quella di
di Roma; finche scacciali i Cartaginesi nella Girgenti e nuovamente poi restituita, acquistarono
tutte l'odierno nome di province. Suddividenti
seconda guerra Punica la loro regione pie queste in 24 distretti, Palermo cio comprende
g ai Romani , n dopo lungo tempo sva quei di Palermo, Termini, Cefalo, Corleone ; Me
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Vili. Abitanti di Sicilia e loro numero. poter dirsi di pi conveniente tra tante opi
nioni , essersi dalla Iberia , provincia del
Non dubitarono gli antichi dei primi abi l' Asia, dopo le primitive divisioni nel cam
tatori della Sicilia poich quasi tulli seguen po di Sennaar recali nell'isola, trascorsa
do Omero ne introdussero i Ciclopi. Ome per terra l' Italia, valicalo lo stretto, o coi
ro , dice Strabonc , ricava dalla storia i navigli , avendone imparalo l' uso , solcato
principii della sua poesia, poich e narra rettamente il pelago. Da qui la comune fin
cere Eolo sovraneggialo sulle isole di zione, che dopo i Ciclopi sieno da Sicano
Lipari , ed abitato Ciclopi e Lestrigoni , fiume d' Iberia venuti popoli in Sicilia; ma
gente inospitale, i luoghi all'Etna vicini, certo avere i Sicani, che tali dal proprio
ed il territorio di Leonzio; crede egli, signore appellaronsi , tratto origine dagli
conformarsi alle storie, ed il regno di Eolo Iberi, ed esserne siali perci i primi abi
nelle isole di Lipari, la dimora dei Ciclopi tatori. Filislo, sono parole di Diodoro,
vicino l'Etna, e Lestrigoni presso Leonzio. lib. 5, nota esser venuti i Sicani, che da
Scrive bens Tucidide, avere i Ciclopi sul Sicano fiume della Spagna presero tal
principio abitato la Sicilia, dei quali n il nome , da questa regione in colonie al
genere, n il donde sicno venuti, ne donde conquisto della Sicilia; ma Timeo redar
partili confessa aver potuto indagare: ne guendo l'ignoranza di questo scrittore
basti, soggiunge, ci che dai Poeti se ne prova ad evidenza essere stali indigeni,
disse, o che di loro sente da per se slesso ma non credo necessario di registrare
ciascuno. I poeti i primi, pensiero degli qui le molle ragioni che adduce a dimo
storici, diedero i fatti dei tempi antichi ve strare la loro antichit; e Io stesso Tu
lati in qualche modo di favole, come fa cidide che va con Filislo , avverte tuttavia
vola infatti essere stali d'un occhio solo i essere stati i Sicani abitanti dell'isola an
Ciclopi , divorare i forestieri accostatisi teriori ai Ciclopi, anzi indigeni. Narra in
all' isola, e gli altri mortali, sorpassare in tanto Pausania Sicani, Siculi, e Frigi avere
gigantesca statura : or io di costoro dissi abitalo la Sicilia ; essersi mossi i Sicoli dal
in larga copia nelle note alla 2a Decade del l'Italia, dal fiume Scamandro i Frigi; dei
Fazello, e considerai al lib. 1, cap. G della Sicani per non aggiunge parola. Or ere-
prima la vera misura del corpo loro e de desi nato l'errore perch la Spagna fu un
gli altri giganti. Prova Mariano Valguarncra tempo al pari appellata Iberia , forse dai
essere stati gli Eolici di razza greca, o Pc- popoli medesimi della Iberia d'Asia, come
lasgici i primi abitatori della Sicilia; no affermano; nessun fiume altronde nella Spa
dissente per Cluverio che crede piuttosto gna vien detto Sicano, da cui fama aver
i Calcidesi di origine greca ; tuttavolla eru preso nome quei popoli: i Sicani, secon
ditamente dimostra il Yalguarnera esservi do Diodoro , dimoravano nei borghi e si
questi ultimi venute in colonie per dritto avevano fabbricate le abitazioni sui colli a
ripreso; ed io, nelle note al Fazello, a pro motivo delle scorrerie dei ladroni ; non
var mi sforzai con mille congetture, da non eran gi riuniti sotto l'impero d'un tiran
no , ma ciascuna borgata si aveva il suo ;
quali i ladroni, di che paventavano i Sica
sina, qnei di Messina, Caslroreale, Patii, Mistretta; ni, non dimostra lo storico, ma forse parla
Catania, quei di Catania, Callaglrone, Nicosia, Aci-
Heale; Girgenli, quei di Girgcnli, Sciacca, Bivo- di pirati, perch ricusavano i Sicani di fab
na; Noto, quei di Noto, Siracusa, Modica; Tra bricare nelle spiagge. Come prese l'Etna
pani , quei di Trapani, Mazzara, Alcamo, Cal- per ad eruttare sino a molti luoghi fiam
tanissetta, quei di Caltanissetta, Piazza, Terrano
va ; sotto di cui comprendoni circondarli e co me desolanti, e venne non poco spazio da-
muni. gl'incendii devastalo, intimoriti gli abita-
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lori abbandonate le parli orientali dell'isola di Enea. Presso Slrabone lib. 6, alcuni dei
trasmigrarono alle occidcnlali. Molle eia Tessali vengono bens collocati in Sicilia,
trascorse , passate colle famiglie da Italia come nota Cluverio; ma diecsi finalmente
i Sicoli nella Sicilia occuparono le terre esservi venuti, ultime colonie, i Greci negli
lasciate dai Sicani ; avevano essi tenuta anni , secondo Tucidide , dopo espugnata
quella parte d' Italia dove poi fu Roma, ed Troja 448 ; i Calcidesi scortati da Teocle,
essendo al di sotto in guerra ai Pelasgi ed i Megaresi, i Corinti da Archia, i Rodii, i
agli aborigeni, figli, spose, oro, argento Cumani, i Samii, i Jonii, i Morgeti, i Gni-
seco loro recando, cedettero a quelli l'in dii ed altri. Avendo per poco prima oc
tera regione , ed incamminatisi pei monti cupato i Fenici le parli vicine al mare e le
verso il mezzogirno, tutta percorsa la bassa isoleltc per commerciare coi Sicoli , dopo
Italia e dovunque scacciati , preparate in la venula dei Greci , stabilitisi in Mozia ,
fine le navi al passaggio dello stretto, ed in Solunlo, in Panormo, luoghi confinanti
osservato il mare placido allora, sboccarono cogli Eliini, vi dimorarono insieme. La guer
da Italia ncll' isola vicina ; eran quivi i Si- ra che si accese tra Greci e Fenici, fu oc
cani ; grande non era il loro numero ri casione ai Cartaginesi d'invader la Sicilia,
guardo all'estensione della terra, ed i molti che se coltivarono o devastarono l'isola non
campi non coltivati. Qui venuti dunque i oscuramente appare dai loro fatti. Invo
Sicoli popolarono in prima le parti orien gliatisi i Romani di scacciameli, nella pri
tali, le altre dappoi, e cangiato nome co ma guerra che dissero Punica, li limitarono
minci l'isola a dirsi Sicilia; cosi Dionisio ad alcune terre intorno al Lilibeo, costrin-
d'AIicarnasso, che seguendo Ellanico e Fi- serli nella seconda ad abbandonare l'isola
lisfo, ne assegna il tempo prima della presa tutta. Recando allora i Romani estese loro
di Troja; ma Antioco di Siracusa, egli sog colonie , proclamata la Sicilia prima pro
giunge, non accenn il tempo del passag vincia fuori d'Italia; espugnata finalmente
gio: Tucidide dice Sicoli gli emigrati che Siracusa, intera la sottomisero al dominio
espulsero gli Opici, ma molti anni dopo dell'Aquila, e di nuove colonie sotto Augu
la guerra di Troja; pure Cluverio riprende sto la vollero accresciuta; e non che leg
di errore Tucidide, e con Ellanico e Fili- giamo avervi avuto i cavalieri di Roma e
sto, prima dell' espugnazione di Troja sta feudi e servi innumerevoli, ma le proprie
bilisce avere avuto luogo in Sicilia le co abitazioni benanche e le dimore. Diviso lo
lonie dei Sicoli. impero tocc la Sicilia ai Costantinopolita
Fiorendo i Sicani, i Cretesi non pochi in ni, ed i Greci perci di nuovo in gran co
numero , a vendicare la morte di Minosse pia vi si sparsero, poscia espulsi dai Sa
loro tiranno, irruppero in Sicilia, e soste- raceni; durato per pochi anni l'impero dei
nuli dei contrasti si diffusero per l' isola , Goti, crebbe nell'isola il potere dei primi,
varie terre occupando. Un pugno di Tro talch pochissimi degli antichi suoi indigeni
iani condotti da Elimo ed Aceste slabilironsi la vide, e questi dal barbaro giogo oppressi;
nei luoghi presso Drcpano ed il promon nuove citt costrussero, molle ne devasta
torio Lilibeo al fiume Crimiso, dove a caso rono, confuso ogni cosa, gli antichi nomi
scoperti fortunatamente altri Trojani, dopo cancellali, fu veduta vestir la Sicilia forme
1* eccidio della loro citt, unitisi fermarono novelle ; finch dovunque oppressi dal va
quivi insieme stanza, tutti appellandosi Eli lor dei Normanni , i vincitori in breve di
mi, dal nome di colui, in cui , perch di molto aumentati, estesamente stabilendosi
regia progenie, risiedeva la suprema auto richiamarono la fede di Cristo. Avere al
rit. Dimostra Tucidide avere abitato cogli lora occupate i Longobardi alcune terre coi
Elimi in Sicilia i Foccsi, poich compagni Normanni, nel dice la loro lingua ancor su-
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perstite, ma corrotta non poco. palese mai contarsi gli abitanti di Palermo, e Mes
che l'isola fu dipoi soggetta ai Germani, e sina, come appresso. Nel 1607 , Vicer il
nuovamente ai Longobardi di Piacenza, ai Marchese di Viglicna, comparvero nel cen
Francesi, agli Aragonesi, ai Catalani, a prin so 203400 case ed 831944 abilanli;in Palermo
cipi di ciascuna nazione; n Genovesi, Pi 18518 case, 104989 abitanti; e nel 1615,
sani, Lucchesi, Fiorentini, inviperendo le Vicer il Duca d' Ossuna, montarono g' iso
guerre civili d'Italia, desistettero in gran nu lani ad 857699 ed a 214104 le case; men
mero , nel tempo medesimo , di emigrare tre contenevano 18591 Palermo con 111818
in Sicilia. Nel secolo xv finalmente molte cittadini, e Messina coi suoi casali 91466
colonie accorsero dalla Grecia in luoghi par case, 537717 anime; la somma perci di
ticolari, popolarono contrade che in breve tutto il regno fu allora di 279161 case,
cresciute in paesi, e nome e linguaggio e 1107234 abitanti. Sotto Filiberto Principe
riti sinora conservano. Del resto ci che si di Savoja, eccettuati come dissi di sopra
appartiene al numero degli abitanti, negar Palermo e Messina, contavansi 224949 case,
non posso esser decaduto dall' antico, poi 859221 abitanti; nel 1636, 1034743 anime;
ch tanto celebre era un d la Sicilia, che un sessennio dopo pel censo di Giovanni
sul fiorir di Siracusa montava ad un milione di Cabrer 888062; nel 1753, 222329 case,
il numero dei soli suoi cittadini; attestano 873742 abitanti; nel 1681 contata anche
gli storici la non essere stata inferiore ad Messina 1011076 vite; nel 1714 finalmente
Atene, e ben sanno gli eruditi quale la po 268120 case, 983163 abitanti; a che sono
polazione di Atene a quei tempi ; port la da aggiungere circa 111000 cittadini Paler
guerra in Africa ai Cartaginesi mentre ne mitani, e 40000 Ecclesiastici di tutto il re
era assediata, sola resistette ai Romani, e gno, che non comprendonsi dal censo. Una
per occulta invasione dei muri cadde in loro novissima tavola statistica della Sicilia si
potere. Agrigento, secondo Laerzio autore dar fra breve, che con gran vigilanza ed
della vita di Empedocle, contava 800000 cit accuratezza descriver per alquanti anni la
tadini; facil cosa a ciascuno poter sapere duodecima et del regno ; la mostrer nella
il numero rimanente degli isolani. Quanto prima parte del primo tomo fatta per cia
al resto ci abbandonano del tutto i monu scuna parrocchia; quando per sar esi
menti degli antichi, e possiamo conoscere bila dall'autorit civile m'ingegner pre
al pi il numero dei Siciliani al secolo XVI, sentarla ai lettori in appendice (1).
quando si tenne il primo registro; nel quinto
anno dello stesso secolo dunque, vicer Gio IX. Cento, lettere, arti in Sicilia.
vanni la Nuza, computaronsi noli' isola tut
ta 120864 case, 488500 abitanti ; ncll' an Dell'indole e de' costumi della Sicula gen
no 1548 sotto Giovanni Vega governante per te, nulla da me Siciliano puoi attendere poi
Carlo V imperatore 160989 case, 731560 a- ch non lecito su questo argomento at
bitanti; sotto il Marchese di Piscaria nel tingere ad alcuni degli antichi, che o per
1570, 196089 case, 788363 abitanti; sotto partito o per invidia o per altre cagioni
Marcantonio Colonna nel 1583, 194268 case, contaminarono pagine ; e ci maravigliamo
801401 abitanti, n molto dopo nel 1595 sot del Fazello che narra cose indegne dei Si
to il conte di Olivares 124035 case, 730770
abitanti; nell'anno poi 1591, Coriolano di ti) Contavansi nell'intera Sicilia nel 1798 1660967
Bologna Pretore della citt di Palermo, abitanti; alla fine del 1831, 19433C6 compresivi 7591
Ecclesiastici Regolari, e finalmente nello scorcio
114131 cittadini enumeravansi in essa, 16627 del 1852 8208398. noto pertanto a tutti di quanta
case; bisogna per avvertire nei computi strage sia stato cagione a latta l'isola il funesto
descritti e che saremo a descrivere, non Cholera-morbui del 1837.
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ciliari, da render meritevoli di scusa le ca dell' Imperator Federico, al par della poe
lunnie oltramontane ; e come non sar lecito sia. Fu invenzione del Siracusano Epicarmo
il frizzo allo straniero se il nazionale osi il 6 ed il X dei Greci. Quanto non deve
cotanto censurare? Ma a compire il propo ad Archimede in fatto di macchine l'arte
sito , come nulla vi ha di pi puro e di militare? quanto a Dionisio? a colui, testi
pi salubre del cielo di Sicilia, cosi a po monio Diodoro, la Catapulta, ed altra sin
chi i Siciliani cedono in Europa per altez golarissima invenzione il Litobolo, che sca
za d' ingegno; come acuti e pronti a perce glia sassi di tre talenti , saette di dodici
pire Cicerone contro Verr. 6, ed altrove, cubili sino ad uno stadio; taccio dello Spec
Giul. Firmic. Aslronom. lib. i, gli commen chio Ustorio, delle branchie di ferro, e di
dano; oratori di natura gli appella Apulcjo, altri strumenti a lui attribuiti, come la sfera
per ispedite idee Silio lib. 14, per sali e di vetro, la chiocciola (fra noi Pompa) ed
e facezie gli vanta; l'agevolezza del mot il modo di disccrnere la quantit di ar
teggiare lo stesso Tullio ne encomia, dotta gento o di metallo in qualunque massa con
per eccellenza chiama Siracusa Tusc. 1. 5. sistente. La Medicina Empirica e Chirurgi
Ci prova inoltre il frequentissimo culto di ca , la Musica , la Geometria , la Gnomo
Minerva nella Sicilia, che dagli antichi ve- nica , la Prospettiva , l' Astronomia furono
'neravasi Dea della Sapienza; cel provano dai Siciliani accresciute, illustrate, ed per
gli ossequii dei Siculi ad Apollo ed alle ci che non terra da poter dirsi pi fe
Muse tributati, non che loro dovunque tem conda d'ingegni che la Sicilia. Vieni a con
pii monete dedicarono, ma vollero anche sultar Vincenzo
invenzioni trov Auria
materia
, chead nelle
esaltare
svariale
i Si
molte fontane fossero sacre alle nove so
relle; e Virgilio celebra la Sicula Musa al ciliani, feconda alla composizione di un li
ludendo a Teocrito. bro intero, da bastare a sufficienza lo spi
Per le invenzioni principalmente i Sici golamento di osservazioni ed aggiunte al
liani commendansi. Cerere nata in Sicilia medesimo di Antonino Mongitore, che se
si manifest ad insegnare la cultura della nominar volessi alcuni pochi celebri per
terra, la semina del grano, delle biade e del fama letteraria, ai quali ogni straniero al
necessario alla vita, il maneggiare gli stru paragone rimane inferiore, qual gloria in
menti da villa, falce, aratro ec. ec. ; dett fatto di scienza non diffonderci sull'isola
leggi, donde si disse Legifera, intrecci co nostra? Dai Fenici e i Caldei, e poscia dai
rone di spiche, mostr 1' uso del vino, si Greci prova il meritamente sullodato Mon
acquist eterno l'affetto presso gli uomini. I gitore, nella sua Biblioteca, essere state in
Ciclopi esercitarono i primi l'arte del ferro, trodotte le lettere in Sicilia; perloch as
e fabbricarono delle torri; i Siculi Dionisio ser Cicerone Divin. lib. 5, essere stata nei
e Senagora coslrussero placidissime barchet bassi tempi piena della dottrina dei Greci,
te, l' uno a cinque remi, l' altro a sei or e pi per la venuta del celeberrimo Pi
dini ; Gorgia Leontino fu il padre dell' arte tagora, e di Platone, Eschinc, Aristippo,
sofistica, ed altri ornamenti aggiunse all'o Senocrate, e finalmente Porfirio e Plotino,
razione. Della Bucolica Poesia, delle Odi, dei quali sappiamo non solo esser venuti
dei Cori, degli Epitalami, degli ornati Sce a visitarla , ma a comunicarsi coi Siculi
nici , dell' antica e nuova commedia , dei bens in letterarie radunanze. In ogni et
Mimi, della Tragedia, delle Maschere, della vide i suoi figli versatissimi in ogni genere
Palinodia, del metro Anapesto, Ibico, Epi- di scienze i nomi dei quali, gli scritti s ine
carmico, e di altre cose che alle arti liberali dili che pubblicati rinvengonsi nella Biblio
si spettano furono i Siculi, inventori. La lin teca medesima, cui fra breve comparir un
gua Italiana ebbe culla in Sicilia nella corte suppliiuciilo, lavoro del dottissimo France
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sco Serio. Ciascuno dei pi illustri io lo perci che i Siracusani rispettarono il fiu
der nel corso del Dizionario, come se ne me Anapo, la fonte Ciane, ed il Tcrmenite;
offrir occasione, e dal loro numero appa i Segestani il Porpace ed il Telmisso; gli
rir evidentemente cosa debba pensarsi de- Agrigentini l'Agragcntc; il Crisa gli Assonni;
gl' ingegni, delle lettere, delle arti della l'Aci, il Simcto, l'Ancaseno o Amenano i
Sicilia. Catanesi; il Pantagia i Trolilesi; il lago Per-
gusa gli Ennesi, e gli Elimi il Crimiso; fu
X. Antica superstizione della Sicilia. celebre presso g' Iblei il delubro della Diva
Religione novella. che dicevano Iblea, sulla quale scrive Pau-
sania ; ebbe Adrano un tempio sull' Etna e
Vi ebbe della gente un tempo in Sicilia, un simulacro coli' asta; maraviglioso per
non clic alle altre nazioni comune, ma pro fu il culto tributato alla Pudicizia dagli A-
pria ed indigena, clic con empii riti e vani grigentini, bello l' altare eretto in Siracusa
sacrilzii incliinavasi ai Numi della super alla Concordia. Catania profuse onori alla
stizione, addotta in lungo ordine da Ottavio Piet, ed certo, tempii, statue, monete,
Gaelani Isagoge. Omero ed Euripide dis avere ai due fratelli Amfinopo ed Anapia
sero i Ciclopi dispreggiatori della divinit, consacrato, che involarono i genitori dal fu
ma Thuris ed Alcimo de Rcb. Sic. lib. 3, rore dell'Etna.
attestano intanto avere eretto sull'Etna il E se vuoi comparisca pi delle altre na
Ciclope Polifemo un tempio a Galatea ad zioni religiosa, eccola addetta alla venera
asseguire uberl di pasture, copia di latte. zione di Numi Barbari, Greci, Romani; e il
Nessuno ignora presso i Sicoli l'antichis monte Etna non solo dedic a Vulcano ,
simo culto dei Palici, detti Numi indigeni ma un celebre tempio in suo onore vi co-
da Palcmonc, o figli di Adriano da Esichio, strussc, altro Orione nel Pcloro a Nettu
o di Giove da Talia, o Etnei sorti dall'O no , testimonio Diodoro , gli Agrigentini a
ceano e figli di Vulcano da Sileno. Cerere giove Atabirio , all' Olimpico i Siracusani,
e Proscrpina nate in Enna contrastano coi all'Etneo i Catanesi, i Tindarilani a Mer
Palici l'antichit, il primo culto dei Sici curio, a Minerva Calcieca, a Giunone Lici
liani per fu tributato a Cerere. Erice fi nia, ad Apolline Libistino i Dafnili e i Te-
glio di Unta nato da Licasta di nobile seme menili, ed a Venere celeste molte citt sol
l' ascrisse nel coro delle Dee, ed impostole levanti delubri; pose (laico un ara a suo
il nome di Venere levolle un delubro a po padre Apolline ; istituirono annui giuochi e
chi uguale in magnificenza, di cui gli onori sacrifizii gli Agirii in onore di Gcrione e
ed il. culto descrive Diodoro nei suoi scrit di Iolao nipote d'Ercole, il quale accett
ti. Celebra lo stesso autore il provato va fra' Sicoli i divini onori che altrove avea
lore di'Leucaspe e dei compagni condut ricusato, e quivi consecrarsi Nume non di
tori dei Sicani, che Ercole uccise venuto sdegn. Fu al pari di un Dio celebrato Ari-
in Sicilia, ed il culto dei Siracusani per sleo dalla cui beneficenza avevano appreso
Lcucaspe derivasi da monete dove venne gl'indigeni la coagulazione del latte, gli
impresso per riverenza ed onore. Coltivasi alveari , e la coltivazione degli ulivi ; fu
dai Siracusani il lago maggiore, dice Gae compreso fra' Numi dai Segestani Pantacide
lani, poich veneratori essi della Ninfa il pi bello del suo tempo, Bellona onorata
Arelusa, celebre per fiore di pudicizia, e d'un tempio presso Enna dal tiranno Ge-
per la fuga, scansasse l'amante Alfeo, rone, avuti in venerazione iDioscoxi in Agri
essere stata ella la gloria dei fonti, prosic gento , in Catania , in Tindari , in. Siracu
ene il medesimo, dei laghi, dei fiumi e sa, in molli luoghi. Quante colonie final
delle paludi, e loro Diva altcslavasi; e fu mente invasero la Sicilia tante diverse re
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Jigioni vennero introdotte. Timoleonc di Co quale, aflcsta il sullodato Gaetani , essere
rinto istitu in Siracusa il culto della fortu stato prima di tutta Sicilia accollo e quivi
na, i Cretesi in Engio delle Dive madri, creilo al vero Dio a Cristo il primo tem
Oreste vicino al Peloro di Diana Fascellile, pio ; altri per attribuiscono un tale onore
Ulisse di Ecuba e di Ecalc al Pachino, i a Taormina , cui voglio sia stato destinato
Calcidesi vicino Nasso di Apolline Archagc- l' unico Vescovo Apostolico Pancrazio, lo che
ta. Enea in Trapani la venerazione della l'eruditissimo Francesco Serio convince di
madre Venere ; questi ed altri Numi, ed al falso ; ma inconcusso per esser fiorili
tri culli si ebbe la Sicilia dagli stranieri, sul terzo secolo in Sicilia non pochi eccel
ed essa a vicenda i suoi fra loro introdu lenti Pontefici , talch caduta la supersti
ceva : sorgeva un tempio in Arcadia a Ve zione, manifesto il culto della Cristiana Re
nere Ericina, ed i Romani consacraronlc ligione coi loro sudori si divulgasse, ed ac
due delubri volivi ; misero ambasciatori, in cresciuto il numero dei fedeli nell'obblio,
critiche circostanze della Repubblica, in En- crollasse il prestigio. Esserci siali prima
na a rendersi Cerere propizia , donde il dell' accanila persecuzione di Diocleziano
di lei antichissimo culto traeva origine, e dei pubblici tempii, dove cclebravasi il sa
poi di nuovo alcuni dei suoi destinarono a crifizio incruento , ci attestano gli Atli di
riparar le mine presso l'aliare di Giove S. Lucia V. e M. , ma piuttosto , come io
nell'Etna. Cartagine emula di Roma prese credo, eran pubblici luoghi dove senza ti
daUa Sicilia il culto di Cerere e di Proser- more alcuno congregavansi i Cristiani, poi
pina. Ma perch ricordar si fatte ed innu- ch non fu concessa, prima dell'Imperato
merevob' altre circostanze, che ai profani re Costantino , facolt di eriger pubbliche
sili, ai sacrifizii, agli oracoli, ai presligii Chiese e consacrarle. Rilevasi dall'Isagoge
ed indovinamene degli antichi si apparten del Gaelani , tulle le terre di Sicilia mac
gono, se pi opportunamente ci dato di chiate da gran tempo d'un cullo infernale,
descrivere il cullo del vero Dio e della fede essersi al vero Dio inchinate, e addette ai
di Cristo, con fausti primordii promulgato Sacri Riti ; ci hanno bens delle congetture,
con raccolta di frutti ricchissimi esteso, con eolle quali disputasi antichissimo presso i
solidissime basi stabilito? Siciliani il cullo verso la Madre di Dio ,
Ci prova della particolar provvidenza tempii in di Lei onore cretti , osscqoii in
dell' Eterno a pr della Sicilia la propaga qualunque et. Ma tacer qui non oso, con
zione del Vangelo sin dai primi esordii di tal vivo desiderio aver l' isola intrapresa la
nostra Religione, pei sudori dei santi ed ec fede dell'Agnello con tanta e tale coslanza
cellenti Marciano, Berillo, Libertino, Filip ritenuto, che n partor, n svilupp autori
po, Bacchilo ed altri discepoli degli Apo di eresie, il che a sua gran laude si dica;
stoli. Non solo essere stali costoro di ab nessun di noi promosse finora novella dot
bondantissima messe raccoglitori, ma costi trina colla fede discordante, n os alzare
tutori della vera Chiesa, ci attcsta il san un dito contro la cattedra di Pietro, maestra
gue dei Martiri nella prima persecuzione di verit, poich Porfirio, che dice siculo
di Nerone, e nelle susseguenti diffuso. Non S. Agostino, molti volumi scrisse nel Lili-
di pochi parere aver goduto la Sicilia beo contro la Religione Cattolica , ma fu
della presenza di Pietro, et. aver Siracusa, Tirio di nazione: Gregorio Asbcrta, Ponte
attestano le sacre pagine, intesa la voce di fice di Siracusa, che eccit contro S. Igna
Paolo. IVon niego, n per ardisco asse zio' i popoli in Oriente fu scellerato vero
rire dovere stabilirsi dopo l'Anliochesc, ma e di pessima vita , ma da nessuno notasi
prima delle altre del mondo, le sedi Ve macchiato di eresia, il che prova ad evi
scovili di Taormina e di Siracusa , dalla denza il Gaetani. Nulla trasandarono i Si-
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culi a scacciare alcuni della setta di Pela solo ne esclude l'ultima. Passata l' isola ai
gio sbarcati in Sicilia a predicarvi dei falsi Greci nella partizione dell'Impero, ci mo
dorami, ed altri poscia, e le spacciate ere stra la disposizione dell'Imperatore Leone,
sie respinsero. Convocati concilii, inviali la aver subito altre forme la Chiesiaslica Po
Sicilia vescovi suoi ai Sinodi Ecumenici , lizia, poich i prelati di Siracusa, Taormi
ogni opera apprest a conservarsi intatta na, Catania, diconsi Metropolitani ed Arci
nella Divina Religione, ed un saldo muro per vescovi; Vescovi suffragane! del Siracusano
fede ortodossa , per le Apostoliche tradi sono , testimonio Alberto Mirco , quei di
zioni oppose in ogni et ; fu sempre un so Taormina , Messina , Agrigento , Palermo ,
lido refugio ai pietosi Cristiani , n in al Cronio, Lilibeo, Drepano, Termini, Cefal,
cuna sua terra s'infievol mai lo spirito di Alesa, Tindari ed anche di Lipari ; ma un
tutelare e conservare inconcussa o col la tale statuto di Leone venne fuori per opera
bro o coi scritti la religione della Croce, dei scismatici, e provan gli argomenti del
e propagarla col sangue sin dai priinordii sullodato Scavo nessun dritto avere avuto
della Chiesa ai tempi ulteriori. Consultisi i Patriarchi di Costantinopoli sulle Chiese
il dotto Gactnni nell'Isagoge, donde que Sicule. Si sa esser mancati tutti i Vescovi
ste cose accozzammo. di Sicilia sotto l'empio giogo dei Saraceni
fuorch il solo di Palermo IVicodcmo, per
XI. Governo ecclesiastico e civile ciocch il Conte Ruggiero lo restitu alla
della Sicilia. sede nella chiesiuola di S. Ciriaco presso
la citt, evidente indizio che ncanco in quel
A nessuno fia dubbio essere stati impressi la
Il medesimo
et infelicissima
Ruggiero
manc
volle
Palermo
posciadida
Pastori.
Urba
sulla culla della fede,o come dicono nei tem
pi apostolici, gli esordii della sicula Chiesa no II Romano Pontefice, consacrali i Ve
come di sopra notai, ed in quei luoghi e citt scovi di Troina, Agrigento, Catania, Sira
dove sappiamo aver presieduto gli Apostoli cusa, Mazzara e Malta e trasferita in Mes
viene attribuita dignit patriarcale ; non al sina la sede di Troina dove rimase ; Urbano
trimenti, dove credonsi da essi destinati i poscia, assunto ad Arcivescovo quel di Pa
pastori, la carica Arcivescovile, e ci in bassi lermo, prescrissegli soggetti quei di Girgen-
tempi , lorch furoro stabiliti dalla Chiesa ti, Mazzara, e Malta, n lungo tempo dopo
Arcivescovati e Metropoli. Molti Vescovi apo il Monastero di Patti e di Lipari adorno di
stolici enumerando pertanto la Sicilia, esser dignit vescovile divenne suffraganeo di
dovevan Metropoli Siracusa, Catania, Taor quel di Messina che acquist drilli metro
mina, Palermo, Messina, Agrigento, ma gli politani. Patti e Lipari si ebbero Vescovi a
angusti confini della Provincia, mi credo, se, e quello [di Cefal fu dichiaralo per
ci non permisero; nessuna Metropoli fu opera del Re Ruggiero il terzo Vescovo sog
dunque in Sicilia, nessun Primate, ed il getto al bacolo di Messina. L'anno 1112
Romano Pontefice conobbero Patriarca le Guglielmo II costrusse dalle fondamenta il
Sicule Chiese, che quando l'avesse voluto monastero di S. Maria di Morrcalc, e dopo
l'occasione, delegava le sue veci al Vescovo sci anni impetr esserne l' Abate creato Ve
il pi antico, come afferma il Pirri. Conta- scovo, e poco di poi Arcivescovo, a cui il
vansi oltre le enumerate fra le Vescovili, decreto di Lucio II assegn suffraganei quei
Leonzio, Lilibeo, Tindari, Triocala, Terme, di Catania e di Siracusa, dal che ambi per
Iccara, Mile, Cefalo, alle quali alcuni ag dettero il pallio di che erano insigniti^ e
giungevano Cronio, Drepano ed Alesa di cui decaddero dalla immediata soggezione alla
l' eruditissimo Rocco Pirri lib. 2, Not. Eccl. Sede Apostolica.
Sic. e recentemente Domenico Scavo che Si hanno i Vescovi le proprie Diocesi o
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Parrocchie, nelle quali e quel di Palermo desi alle cause marillime: il Maestro Por-
e gli altri istituiscono dei Yicarii , e quei tulano ha cura dei Pubblici Emporii del
di Messina e di Cefalo Yicarii e Visitatori. Regno; l' Editor Generale bada a decidere
La cura delle anime nelle Diocesi di Pa delle questioni dei soldati; il Maestro Se
lermo, Messina, Girgenti, Mazzara incombe creto supplisce in tutto il regno le parti di
agli Arcipreti, in quella di Siracusa i Par- Procuratore Regio ; il Percettore riscuote in
rochi appcllansi Beneficiali , in Catania e ciascuna valle i censi che si spettano al Re;
Cefalo Yicarii e Curati poich il solo Ve sommclte al suo esame il Maestro Giuralo
scovo Parroco. questo l'ordine attuale i conti delle citt soggette al Regio Dema
del governo Ecclesiastico. Diremo in ap nio. Istituivansi da gran tempo per tutta
presso del Tribunale della Regia Monar l'isola sci istruttori della milizia indigena;
chia. i capi di comarca sono tanti quante le citt
E questa la forma del governo civile di soggette immediatamente al Re. Intorno al
tutta l'isola: un Supremo Regnante, un Vi Magistrato supremo del Regno composto di
cer comandante delle armi, che sostiene 12 Pari dir qui finalmente e dei pubblici
le veci del Re, presso cui risiede la som Comizii pi che si pu brevemente. I Co-
ma di tutti gli affari, e nella di cui assenza mi/.ii o le radunanze di tutto il Regno per
per Regio decreto emanalo, l' Arcivescovo di grande intervallo di tempo convocati, o ce-
Palermo ascende a Presidente del Regno; lebransi in Palermo o altrove, giusta il
il Maestro giustiziero assunto un tempo dal volere del Re; tre Bracci, cosi li appella
le comarche, oggi il di lui Luogotenente , no , in essi risiedono ; l' Ecclesiastico che
Presidente di giustizia, giureconsulto suc costa di 66 Magnati dell' ordine sacro , Ar
cede al Vicer , cui assistono tre Consul civescovi cio , Vescovi , Abbati e Priori ;
tori Criminali ed altrettanti Civili col Pa il Militare di 58 Principi , 27 Duchi , 31
trono del Fisco; un Presidente del Real Marchesi, 27 Conti, un Visconte, 79 Ba
Patrimonio; tre Maestri di Ragione togati roni ; ed il Demaniale dei Magistrati di cia
giureconsulti, ed altrettanti della primaria scuna citt o terra legata al Regio Dema
nobilt, col Patrono del Fisco ed il Con nio, o dei Procuratori 43 di numero. Quattro
senatore soprintendono al Regio Erario; il Pari corrispondono a ciascun Braccio , ai
Questore generale riscuote le somme delle quali si affida la cura delle cose pubbli
gabelle. Filippo II form il Tribunale della che , 12 perci di numero; i Curatori del
. Sacra Regia Coscienza, di un Presidente e Regno diconsi volgarmente Deputati : di
tre Consultori cui ammettonsi ad esame le questi il primo Presule chi a capo dei
cause di appello. Il giureconsulto Consi Comizii ; il secondo il Principe di liniera,
gliere del Vicer scegliesi dai primi agenti il terzo il Pretore di Palermo. Vi sono al
della Regia Camera, che ha libero ingresso tri signori, che non me lo dimentichi, quali
a ciascun Tribunale, e il Secretano di lui non ban luogo nei Comizii poich sono
che esercita gli uffcii di Secretano Regio. 120 i Principi di Sicilia, 82 i Duchi , 124
Il quarto noli* ordine il Tribunale della i Marchesi , 28 i Conti , 356 i Baroni o
Regia Monarchia che si ha un Prefello di fcudalarii (1).
ceto ecclesiastico; si attribuisce agl'Inqui
sitori della fede il poter giudicare delle
(1) Dall'epoca dell'Autore alla nostra non poche
cose che la riguardano: la carica di Pro- e non insignificanti mutazioni ha subito il governo
tonotaro stendesi per tutta l'isola; cura civile dell'isola, non eccettuato in qualche modo
del Protonotaro della Camera Rcginalc delle il chiesiastico. Sotto il regno di Ferdinando I nel
sole cill che ad essa si spettano; la giu 1819, cangiata la forma delle leggi, venne del pari
mutato 1' aspetto della reggenza. Nel Re risiede la
risdizione del Grande Ammiraglio cslen-
somma degli affari di tutto il regno, presso di cui
32
Kelle peculiari citt, villaggi e terre lo ralori ossia i Giurati, il Sindaco, i Giudici,
Inquisitore
in Napoli un dei delitti,per
Ministro detto
gli Capitano, i Cu-
affari di Sicilia; il Fisco formano il Magistrato ; ma di que

stori, o secondo le massime amministrative: i pub


risiedo per in Palermo capitale della Sicilia un blici spettacoli, che sono sotto la vigilanza degli
Luogotenente Generale con un Ministero di Stato Intendenti, Sottintendenti ec; in Palermo in par
composto di quattro Direttori, cio della Finanza, ticolare vi ha una Soprintendenza , dipendente
dell'Interno, di Grazia e Giustizia, di Polizia. direttamente dal Governo. Il grande Archivio di
Dipendono dalla Finanza: la Gran Corte dei Con pendente da un Soprintendente generale , e gli
ti; la Tesoreria generale, che si compone d'un Archivii provinciali diretti da Archivarii gene
Controloro generale , un Tesoriere generale, ed rali sotto la giurisdizione degli Intendenti; queste
uno Scrivano di Razione coi rispettivi Secretarli officine custodiscono i diplomi e gli atti governa
generali; il Gran Libro del debito pubblico di tivi e servono alla compilazione dell'istoria nazio
Sicilia con un Direttore ed un Secretarlo genera nale ed agli interessi dei privati: i lavori pub
le ; il Banco Regio con un Direttore, un Consiglio blici ec. ec.
di Amministrazione e un Secretarlo generale; Dipendono dal Direttore di Grazia e Giustizia:
l'Amministrazione dei Regii Lotti; le Direzioni la Corte suprema di Giustizia, nella cui giurisdi
Generali dei Dazii indiretti e dei Rami e Dritti zione van compresi tutti i Tribunali, tutte le Gran
Diversi rispettivamente con un Direttore ed un Corti, e in generale tutto l' ordine giudiziario della
Secretano generale ec. ec. Sicilia; composta di un Presidente, un vice-
Dipendono dall' Interno: le Intendenze nelle sette Presidente, otto Consiglieri , due Supplenti , nn
province, che hanno un Intendente residente nel Regio Procuratore generale, un suo Sostituto col
capoluogo della provincia , e dei Sottintendenti titolo di Avvocato generale, di un Cancelliere e
che risiedono nei copoluoghi di distretto. Presso un vice-Cancelliere; giudica col numero di nove
le stesse Intendenze avvi un Consiglio cosi detto votanti nell' interesse delle leggi a ponderarne
d'Intendenza, il quale giudica dell" cause del Con l'applicazione nelle anteriori decisioni che an
tenzioso amministrativo, in prima istanza se sono nulla di fatto alle volte. Le Gran Corti civili che
altari la cui competenza finale -.ella Gran Corte son tre in Sicilia ; la prima in Palermo e com
dei Conti, in seconda se la prima istanza stata prende nella sua giurisdizione le province di Pa
incoata presso l'autorit comunale ossia il Sinda lermo, Girgenti, Siracusa, Trapani, e Caltanissetta;
co; avvi pure un Consiglio provinciale che intende la seconda in Messina , la terza in Catania con
all'amministrazione finanziera della provincia; giurisdizione nella sola propria provincia. Quella
l'Istituto d'Incoraggiamento, che si compone d'un di Palermo i composta di un Presidente, un vice-
Presidente, un vice-presidente ed un numero di Presidente, quattordici Giudici, due Supplenti, nn
socii ordinarli ed estraordinarii , il di cui scopo Regio Procuratore generale, un suo Sostituto, un
quello di discutere e proporre al Real Governo Cancelliere e un vice-Cancelliere ; divisa in due
tutto che possa migliorare il nostro commercio, camere; le di Messina e Catania sono composte
la nostra agricoltura, le nostre industrie; la Sta di un Presidente , sette Giudici , due Supplenti,
tistica, con un Direttore centrale ed un Segreta un Regio Procuratore generale e un Cancelliere;
rio; il suo scopo quello di raccogliere e ridurre giudicano sull'appello delle sentenze degli arbi
in quadri sinottici tutte le notizie relative alla tri e dei Tribunali civili e di commercio , e in
topografia, alla popolazione , al commercio, alle torno a vari altri articoli; vi sono sette i votanti:
professioni arti e mestieri, all'industria agricola Le Gran Corti criminali; ciascuna provincia ha
e manifatturiera ec. ec. L'Istituto d'Incoraggia la sua Grau Corte Criminale , composta di un
mento e la Statistica sono uniformi nel loro fine. Presidente , sei Giudici , un Regio Procurator
La pubblica istruzione, con un Presidente ed una generale ed un Cancelliere; giudica in prima ed
Commestione presso di se residente in Palermo ; unica istanza tutte le cause dei delitti; il numero
le Regie Universit di Palermo, Messina, Catania, dei votanti di sei, ed in uguall di voti se
i pubblici licei e le scuole di ogni sorta ne di guita l'opinione favorevole all'imputato; alcune
pendono. I pubblici stabilimenti; abbiamo in Si volte ed in certi casi stabiliti dalle leggi assu
cilia un numero molto grande di pubblici stabi mono titolo ed attribuzioni di Gran Corti spe
limenti, diretti taluni alla cura degl'infermi, ta ciali: il Tribunale di commercio residente in Pa
luni altri al mantenimento, all'istruzione della lermo, Messina e Trapani composto di un Presi
povera gente, altri al soccorso degli agricoltori dente, quattro Giudici , cinque Supplenti ed un
poveri, ed altri finalmente ad opere di piet e Cancelliere, giudica le cause dipendenti da atti
religione; la direzione ora affidata a fidecom- di commercio di terra e di mare: i Tribunali ci
missarii, ora a sopraintendenti e deputati, ora a vili, che risiedono nella capitale di ciascuna pro
pubblici funzionarli secondo la volont degl'isti- vincia, composti di un Presidente, tre Giudici, un
33
sle alcune principali si hanno la forma me luogo apparir nell'opera. Basti aver rac
desima di Governo , e godono dell' onore colto queste cognizioni in breve compendio
del Senato e di altri privilegi come a suo sulla Sicilia in generale.

Regio Procuratore e un Cancelliere; quel di Pa detto : avverti intanto risedere in ogni Corte Ve
lermo per di un Presidente, un vice-Presidente, scovile o Arcivescovile un Avvocato fiscale ed un
otto Giudici , un Regio Procuratore , un suo So Procuratore fiscale : il Tribunale della Crociata
rtitolo, un Cancelliere, e un Tice-Cancelliere ; le residente in Palermo conosce le cause relative
sentenze vengon pronunziate da tre volanti: i Giu agli affari che interessano il cespite della Crociata
dici istruttori che risiedono nel capoluogo di cia e i debitori, e i distributori delle Bolle; componesi
scun distretto col grado di Giudici di Tribunale del Commissario generale della Crociata che ap
civile: i Gindici di circondario, i Conciliatori. punto l'Arcivescovo di Palermo, da un Assessore
Dipende dal Direttore di Grazia e Giustizia il e un Avvocato fiscale : il Tribunale dell'Aposto
ramo Ecclesiastico per l'amministrazione, per la lica Legazia e Regia Monarchia composto dai solo
parte spirituale per direttamente dal Re come suo Giudice Ecclesiastico licenziato nell'uno e l'al
Delegato dal Pontefice. Cade qui a proposilo tro dritto e costituito in dignit ecclesiastica; ci
dir qualche cosa sull'attuale governo chiesiaslico ha un Avvocato fiscale ed un Procuratore fiscale
della Sicilia prima di entrar nella materia ammi giusta la Prammatica del Vicer Marco Antonio
nistrativa, si per seguire l'ordine dell'autore, si Colonna del 1583. questo un privilegio magni
per non trasandare notizie di non poca impor fico concesso da Urbano li al Conte Ruggiero e
tanza. Sono Arcivescovati attualmente le citt di suoi legittimi successori per Bolla data in Saler
Palermo, Messina, Morreale, Siracusa ; sono suf no il 5 luglio 1098, confermato dagli ulteriori Pon
fragane! all'Arcivescovo di Palermo i Vescovi di tefici, e colla concordia tra l'Imperatore Carlo VI
Cefal, Usuava , Trapani; a quello di Messina e Benedetto XIII nel 1728 ; privilegio che Carlo VI
qoei di Patti, Lipari, Nicosia ; a quel di Morreale Regal
di Borbone
Coronadiceva
comeladagioja
un suo
pi Diploma
preziosa della
del 25 sua
lu
quei di Catania, Girgenti, Caltanisselta ; ed all'Ar
civescovo di Siracusa finalmente i Vescovi di Cal- glio 1750 ( Siati, sanct. toni. I V ) ; privilegio final
lagirone, Piazza, Noto; tutti colle loro Diocesi cui mente (servomi delle espressioni dell'eruditissimo
assegnano Parrorhi, Curati, Arcipreti. Dei Pre signor Gallo) che in uno congiunge le due supre
lati cod autorit Vescovile il primo il Cappel me potest, la spirituale e la temporale, per cui
lano maggiore del Re che non soggetto a Vesco il Re nostro Monarca mentre con una mano im
vi od Arcivescovi esercita assoluta giurisdizione pugna lo scettro, coli' altra qual legalo de lalere
vescovile sui siti , sulle case reali , sulle truppe della Sede Apostolica sostiene il bacolo. (Pragm.
e sul comune di Calascibella ; risiede presso il Re Sanct. Ferd. Il , 22 januarii 15U Cap. tom. 1 ,
in Napoli con un Vicario generale nei Reali do pag. 56). Il Giudice Ecclesiastico delegato che ne
mimi di Sicilia; poi l'Archimandrita di Messina, esercita le veci conosce, salve alcune eccezioni,
l'Abate di S. Lucia. tutte le materie chiesiastiche di giurisdizione sia
Riguardo ai Tribunali Ecclesiastici, dipendenti contenziosa sia amministrativa il cui giudizio sa
dal Ministro di Grazia e Giustizia enumeransi ; le rebbe privativamente riserbato alla Sede Aposto
Corti per le prime cause dei Regolari che giudi lica (Andr. Gallo Addiz. ad Eineccio).
cano privativamente in prima istanza le quistioni Ed il Tribunale dell'Inquisizione? Fu per sem
che insorgono intra Claustra trai regolari , ad pre abolito nel 1782. Il Vicer Caraccioli , ac
eccezione delle cause di nullit di professione mo compagnato dal Ministero e da una forza arma
nastica; compongono dal proprio superiore assi ta, in marzo di quell'anno memorabile per cosi
llilo da quei congiudici, secondo le costituzioni gran fatto, si port al palazzo dell'Inquisizione in
dell'ordine, e da un Assessore giurisperito, ai ter Palermo, ed alzando la mano a nome dell'uma
mini del Real Dispaccio del 26 febbraro 1792; le nit chiam alla libert ed alla luce del giorno
Gran Corti vescovili che riconoscono nel loro foro tante vittime miserabili che quasi dimenticata la
lolle le cause spirituali e chiesiastiche , e su di avevano in quelle fosse oscure ; processi , scrit
esse dicono sentenza ; vengono composte dal Ve ture tutto fu dato alle fiamme. I Tribunali che
scovo e dal suo Vicario generale , da un Asses prima della venuta della Corte in Palermo, in al
sore ordinario e due Assessori aggiunti giurispe cune sale del Regio Palazzo, poi nelle case rispet
riti. Le Gran Corti Vescovili o Metropolitane che tive dei Presidenti, come per Regal permesso ra-
conoscono in prima istanza nella propria diocesi dunavansi, sedettero il 3 febbraro 1800 nel palazzo
latte le cause ecclesiastiche, sono poi Giudici di dell'abolita Inquisizione, dello dello Sieri, e di
appello delle sentenze che si pronunziano dai Ve allora una iscrizione del P. Angelini, recata dal
scovi loro suffragane!; compongonsi al modo sud- Diblasi ne avvis tutte le vicende.
5
35
AB AB

Abacena. Lai. Abacacnum. Sic. Abacc- bocca del fiume Elicona, oggi d'Oliteri,
na(Y. D.) Cill mentovala da Diodoro, Ste come di sopra nel lib. 2, cap. S.
fano, Svida e Favorirlo -, Tu della Abacaena Cluverio stesso raccolse da Appiano, avere
da Tolomeo, e ne il nome della genie Augusto prima che circondalo avesse Mes
Abacenino. Erroneamente deduce il Fazello sina, devastato il territorio Abacenino, poi
dal lib. 20 di Diodoro esser sorta nei cam ch egli scrisse nella Guer. Civ. lib. 5. Mal
pi di Siracusa ; essendo stata quivi Digeni men dopo ci la terra dei Palesteni, e
dubita alquanto potere aversi come un re fallosi a lui incontro Lepido ammassando
siduo di quel!' aulica cill; ma scrive Dio frumento, entrambi mossero ad assediar
doro medesimo nel lib. 24 aver Magone Messina. Quali dunque i Palesteni? a
rapo dei Peni contro i Messinesi, dopo de correggere questa voce di Appiano in Aba
vastate le loro campagne e ritiralo l'eser cenini come evidentemente lo indica il filo
cito, stabiliti presso la citt Abacena gli medesimo della Storia e delia Corografia.
accampamenti ; era questa dunque vicina Dice Bochart dedursi il nome di Abacena
a Messina lontanissima da Siracusa: quivi dalla voce Punica Aboe che vale elevare ,
narra bens essere stala accordala da Dio quale consuona a maraviglia coi luoghi emi
nisio tiranno di Siracusa una terra della nenti dove un tempo sorgeva la citt. Al
regione Abacenina ai Mcssenii che abban cuni tra Messina e Taormina slabilironla ,
donarono Zancla , dove essi fabbricarono altri nel territorio Sollcrio, ma s'ingannarono
Tindari; e Tindari fondata nel territorio poich ivi un'altra ne sorse (1).
Abacenino vicino al mare , sotto Dionisio , Aliale. V. Villanate.
sulla spiaggia meridionale non stette di A bica. Lat. Habica. Sic. Abica (V. M.)
scoste da Messina : nel 19 lib. finalmente Casale nel territorio di Trapani, altrimenti
afferma la citt di Abacena vicina a Milc, Labica, che nel 1320 appartenevasi di drit
castello dei Mcssenii, enumera questi e gli to a Guglielmo di Linquido; Giovannuccio
Abacenini trai primi dei Sicoli che si uni suo figliuolo donolla a Guarneri Yenlimi-
rono al Cartaginese Amilcare , ed attesta glia con una conferma di Federico II nel
lib. 20 negli elogii essere Abacenini e 1360, del che nel Capibrevio e nel Censo
Tindarilani collegati a Cerone tiranno, ed di Federico II.
avere Agatocle grandemente stimato la loro Aitino. Lai. Abisus. Sic. Abisu (V. N.)
amicizia. Aderendo al Bonfiglio il Cluvcrio fiume che bagna ad oriente il territorio di
lib. 2, cap. 12 afferma essere stala l' an Noto , fioro un tempo appellato , Labiso
tica e famosa Abacena di sotto un inonle da Areno, oggi anche Atellaro ed in sici
scosceso, dove oggi Tripi, e sotto bens que liano Tellaru,- precipita nel mar Jonio o
sto monte nota il Fazello lib. 9, cap. 7 sco Adriatico. Erroneamente Slrabonc ed altri
prirsi all'intorno mura di grande citt , e degli antichi ferman la sorgente dcll'Eloro
come appare vastissima c di gran circuito, al promontorio Pachino, poich perenne e
ma sino alle fondamenta ruinata , pietre copioso sgorga da Gallo, sotto quel collo
quadrale, colonne infrante, archi abbattuti, cui soprast Ceretano quasi a 3 miglia da
ma non saper quale confessa : io, soggiun Palazzolo; vi si uniscono al di sotto le acque
ge il Cluverio, sono a buon dritto per co del Chiape e dell'Ilice, e cadendo poi al
loro the opinano esister oggi presso Tri-
pi i monumenti di Abacena, persuaso mag (1) Osservarsene oggi le vestigia cogli ubertosi
giormente dalle autorit di Diodoro e di contorni del comune Montnlbano , poco distante
Tolomeo , poich collocala costui sulla da Tripi.
3G
AB AB

basso ad otto miglia, col nome di Atellaro, Aborancio distante otto miglia da Agrigento,
accoglie sotto la rocca di Renda il fiumi- verso Nord. Vi ha una miniera di sale di
cello Dilemisi o Alellimisi che sgorga dalla natura discordante dagli altri poich discio-
valle dei Servi e dal territorio Grampolo gliesi al fuoco , indurisce e scroscia nel
non lungi dalla fortezza di Castellucdo, e l'acqua; Plinio lib. 31, cap. 7, il sale A-
scorrendo si lascia a destra un'antichissima grigentino die soffre nel fuoco, balza fuori
piramide orhiculare di pietre quadrate nel dall'acqua. Solino cap. 11 , se al fuoco
luogo detto Saecolino, monumento, come congiungerai il sale di Girgenli si liquef,
credono alcuni, di una vittoria riportata dai e se l'accosterai all'acqua stride come se
Siracusani contro i Cartaginesi capitanati bruci. Oggi soggiunge il Cluvcrio, sono
da Cromio; e poco dopo sulla riva mede le miniere di detto sale nel territorio Bo-
sima la piccola citta Saracenica di Yhadc~ rangio.
do , e sul vicino colle dello stesso nome AC
molli sepolcri; a sinistra poi in luogo al
quanto elevato detto Foye molte rovine di ifnrnnnia. (V. N. ) Terricciuola un
antica abitazione ; scorrendo vieppi vien tempo presso Siracusa, collocala da Fazcllo
trapassato sul ponte Bayhachemo altrimenti non lungi dal tempio di Giove Olimpico,
Baghachemo oggi S. Cosmano, e quasi ad della quale , scrive , nel luogo che oggi
un miglio trasandato il primo, sotto nome dicono Corrano osservami alcune mine;
di Abi80, con sotterraneo lenissimo corso Carrano detto ora dagli abitanti Pantano.
sbocca nel mare. Di esso pi diffusamente Lorch nella Verr. 3 Cicerone nomina i
nella voce Eloro. popoli Acarcsi presso Siracusa, la citt dei
Abita. Lat. Habita. Sic. Abita (V. M.) quali Ortelio e Baudrand dicono Acara; sli
Monastero di S. Maria dell'ordine di S. Be mano alcuni aver quivi Tullio fatta men
nedetto , due miglia a Nord presso Gibel- zione degli abitanti di Acarnania; ma Ortelio
Iina, onorato un tempo del titolo di Abba numera Acara tra le citt di silo incerto ;
zia oggi di Priorato: d'incerta fondazione, rio
Bonanno
lib. 2,per
cap.nella
8 affermano
Sirac. Illuslr.
essercie errore
Cluve-
appartenente per di dritto di vassallaggio
al signore di Gibcllina. L'istituzione del negli esemplari di Tullio e doversi in quel
Priore si spetta al Vescovo di Mazzata. luogo comprendere dei popoli Imacaresi,
Abolla. Lat. Abolla. Sic. Abulia (V. N.) dei quali Plinio; appigliarmi intanto a que
Antica citt secondo il compilatore di Ste sti non posso, poich Imacara testimonio
fano sulle citt, dai Greci ABOAAA; ne lo stesso Cluverio, poco distava da Siracusa
Abolleo il nome della gente; credasi Avola come dir a suo luogo; Giov. And. Massa
da Maurolico per l'affinit del nome. Nota nella Sic. in Prosp. afferm Acarnania non
Holstcin esserne memoria presso Goltz nelle lungi da Siracusa poi distrutta dai Goti.
monete dell' Imperator Vespasiano; giusta Acara. Lat. Achara Acarnania, Ima
gli altri scrittori il sito ne incerto; Oli cara o Macara.
verio anzi sospetta esserne corrotto il no (V.Arate.
Massa,
N.)diFiume
Lat.
cui Silio
Achates
dettoItalico.
Birillo
Sic. da
Agata
Cluvcrio
e Gattae
me, leggonsi, dice, di silo incerto queste
citt: Abolla Amatha ...ma percfi presso
Stefano innumerevoli sono i vocaboli cor E quei che l'Ipsa e il rumoroso Alabi
E quei che bagna lo splendente Acale.
rotti, anche a dubitar di questi.
Aboranglo. Lat. Aborangius aul Bo- Enumerando egli i popoli che soccorsero
rangius (V. M.) Territorio detto dal Fazcllo M. Marcello consolo Romano all' assedio di
37
AC AC
Siracusa li accenna, imitando Virgilio, dal per le macchie di quel nome che contiene
nome dei fiumi vicini, e quivi intese dir la pietra. Chiarandano di Piazza finalmen
di coloro che occupavano le rive dello te, intcsscndo la storia del territorio suo,
splendenlissimo Acate. Di questo fiume diffusamente dimostra non esser V Acale
Yibio nel suo Catalogo dei fiumi : in degli antichi se non il Buffarilo o Galla
Sicilia l' Acale dote rinvengonsi dei la che scaturisce non lungi da Piazza, inafla
pilli dello slesso nome da cui formatisi i campi di Galla e coll'Erice scaricasi nel
le gemme, e Plinio lib. 36, cap. 19 par l'altro di S. Paolo, poich il nome di Gatta
lando di esse, la pietra agata, scrive, fu in si have affinit colf Acale; occorre intanto
sommo pregio ora in nessuno, rinvenuta la pietra Agata dove scorre Gatta, che es
prima in Sicilia presso il fiume dello sles sendo di basso nome e letto, n di splen
so nome, ora in molti luoghi; e Fazcllo denti acque, non pot esser mentovato da
Dee. 1, lib. 1, cap. 4; prima la Sicilia gli antichi scrittori ; e se vero finalmente
rinvenne l'agata sulle rive del fiume Acale ritrovarsi quivi l'agata, il che provar non
oggi a noi sconosciuto; altrove poi lib. 3, potei , dissi di sopra trovarsi tale gemma
cap. 3, nota delle congetture di alcuni che in molti luoghi di Sicilia, e quindi essere
credono sia il fiume Salso o di Licata. Sic il nome ad altri connine.
come poi in Sicilia in molti luoghi occorre Accia. (V. M.) Borgo, nel territorio dello
questo nome Acate non facile disccrnere slesso nome a 10 miglia da Palermo, non
l' Acato fiume; poich Cluverio bilanciando discosto dal mare, che presentasi ai vian
le congetture colle quali crede essere Acate danti da Valdemona a Palermo verso Greco.
il Difillo scrive: nel lato settentrionale Quivi l'amcnissimo podere di Biagio Spuc-
dell'isola quantunque non piccoli siano i ches e dei suoi eredi , che sostenendo in
fiumi pure non ce ne ha alcuna memo Sicilia di cariche primarie vi congreg della
ria presso gli scrittori; tuttavia bench gente e costrusscvi la Parrocchia dedicata
dicesi V Acale di splendenti e luminosi a S. Giuseppe : presso la Parrocchia me
gorghi, nessun quivi ne rinvenni, che a desima la suburbana terra del Principe di
buon dritto e meritamente si possa aver Valguarncra , non che quella del Duca di
questo epiteto; sul lato orientale poi, i Angi con elegante Casina non ancor com
pi nobili fiumi ritennero presso gli au pita ed altre di minor vaglia.
tori i nomi antichi, nel lato meridionale Accllla o Acrllla. Lai. Accilla aut
appena due
eccetto ne trovi
tra Jppari
alcunoenon
Gela,
rammentalo,
dei quali Acrilla (V. K.) Citt distrutta, di cui appo
Stefano: Acrilla dita non molto dista da
il minore vicino alla seconda, dicesi vol Siracusa, ne Acrilleo il nome della gente.
garmente dagli abitanti Manumuzza , il Credesi
cilla neidavolgati
Cluverio
esemplari
dirsi corrottamente
di Li,vio lib. 24,
Ac*
maggiore frai pi nobili di acque limpi
dissime e giocondo aspetto, dicesi Dirillo, poich afferma Sigonio appellarsi Acrilla
che io congetturai dogi' indizii degli an da un codice antico. Costa dal succennato
tichi esser V Acale. Con Cluverio HoFTinann Livio essere slata la sua posizione tra Aera
l'appella corrottamente Gagate; Fazcllo ed ll>la: un colle non lungi da Palazzolo,
come suo costume descrive, lib. 5, ca da ogni parte scosceso, pcrloch dicesi Pel
pii. 2, la sorgente e il corso del Dirillo o legrino e volgarmente del Ceuso, che con
Acate come vedremo a suo luogo. Bochart tiene molte vestigia di una citt distrutta,
lib. 1, cap. 29 all'erma derivarsi l'antico dove opina Pietro Carrera nel Mss. del Diluc.
nome del fiume dulia voce Punica Acad Islor., essere slata Acrilla. Sotto nome di
38

AG dalle eruzioni dei-


a Messina, poi distrutta AC

Acrilla Stratone e Polibio, c dei moderni l'Etna, dove da doppio commercio frequen-
Uollz c Maurolico ricordarono quella cill. tavasi, avvenne essere accresciuta in ampia
Acello. Lai. Acellu*. Sic. Accddu(V. M.) citt, ed esservi tratta ad abitarla la gente
Castello, un tempo presso promontorio Egi- dei municipii vicini. La pubblica e frequen
lallo da Diodor. lib. 24. Giunio scn venne tata strada di Messina volgeva pei pi oc
agli accampamenti nel Lilibeo; nottempo as cidentali borghi, uno dei quali diecsi Via-
salilo Erice l'occup, fortific V Egital- grande, dove molti aprivano delle ospite-
lo. quale oggi appellano Acello, lascia voli bettole, oggi conosciute dalle vestigia,
titi 8000 uomini di presidio; ma inleso a comodo dei passeggieri. Non niego avere
Carialo, che tratlenetasi presso Erice, il Aci avanzalo per l' innanzi altre cill , ed
nemico, quivi fra le tenebre condusse sulle in opportunit di silo, ed in vantaggi per
nati una squadra e sconfitto il presidio la vicinanza del mare, ed in vistosa popo
s' impossess di Egilallo, altri uccise, al lazione, ed in magnificenza negli edifizii.
tri fug ad Erice: 3000 armati da allora Nolano avervi tenute le sue radunanze un
in poi custodirono il castello; da tal non Magistrato di cill, cui le vicine contrade
iscarso numero di presidiarli slimo essere appellavansi; il Municipio di S. Filippo per
stala di esteso circuito la rocca di Acello, per esserne la Chiesa la pi aulica, vi aveva
della quale dippii dove diremo del pro dei drilli parrocchiali.
montorio Egitallo. Occupa Aci-Reale a Nord-Est le radici
Acl Aqullca od Acl-ecale. Lat. Acis dell'Etna dove bagnale dal mar Jonio, ed
Aquilia. Sic. Jaci-Riali (V. D.) comune appoggiasi ad un colle' sotto il medesimo
mente Culia; ed Aci-Reale, poich essendo tratto di ciclo, non disgiunto dagli altri cir
uno , e dei principali municipii della cill convicini; all'elevalo sito prepara inolio de
di Aci, alienali gli nitri e concesse le Si clive scesa insino al lido una scala ad ar
gnorie, rimase sotto il Demanio Regio ed chi costrutta, e a pietre obblique, di spesa
ottenne il 34 posto nei pubblici Comizii tra non poca, la di cui parte superiore bea
le altre di Regio drillo. Prese nome secondo fortificata dicesi volgarmente 7'occo, l'in
il Ronfglio ed il Maurolico da Aquilio con feriore poi percossa dal mare Scala di Aci;
sole Romano; del vocabolo Aci diremo al raccolgonvisi le navi minori di carico, n
trove ; costui dice Ronfglio falla la guerra mancami di umili casuccic di marinai, di
servile elev un castello a scgnRl di vitto granai, di casino di est a delizia dei cit
ria nel luogo appellalo Culia. Il borgo pres tadini, ed una piccola Chiesiuola rurale.
so Catania, scrive Maurolico, credesi detto Sgorga verso destra il gran fonte delle Ac
Aquilia dal vincitore Aquilio che vi aveva que Grandi che attestano gli scrittori es
stabiliti gli accampamenti ; anzi dirci , sere il fiume di Aci, ma noter esserne
avere allora concessa Aquilio V esenzione dubbia la opinione loro; bevono di que-
ai soldati emeriti, che in quel luogo scel st' acqua gli abitanti , e se ne servono ad
tosi ad abitare stabilirono una colonia. Se imbiancare le tele di lino, alla tessitura
bastiano Girelli nota nell'Ari Antico una delle quali massimamente si danno, con
citt ristorala da Aquilio, in prima esisten che aprono commercio con tutta l' isola.
te, e di vero ne riconosce gli aumenti de Agevolmente sopra Tocco sorge la cill
gli ultimi scorsi secoli verso il tempo di nei magnifici ed eleganti edifizii s pubblici
Carlo Imperatore, poich quando da Aci che privati, distinta, nelle piazze ed i larghi
cominciossi a tagliar la strada da Catania come in appresso. Alla pi grande via ma
rittima corrisponde il pi spazioso largo ri-
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AC AC

rinto a Nord dal tempio principale e dal mento la tomba di Ottavio Branciforti Ve
l'ospedale, ad Est dall'elegantissima Chiesa scovo di Catania. Presenta il coro, dove ne
di S. Pietro, a Sud del palazzo del Magi intende sin dal 1650 ai divini uflcii un Col
strato ed altre fabbriche, e finalmente d'un legio di Canonici, l'altare maggiore dedi
Hoaastero di monache ad Ovest; a questo calo alla Madonna Annunziala; attirasi bens
per ampia via intermedia succede un' altra attenzione la cappella di S. Venera V. e
piazza certo di circuito minore ma ammi M. Patrona principale della citt, con reli
rabile per la Chiesa di S. Sebastiano. Ad quie, simulacro ed ampio tesoro ; solenne
Est nel luogo il pi basso le conserve del festa celebrano gli abitanti con pompa e
l'annona pubblica, ed a Sud presentasi una piet a questa Eroina il 26 luglio, con ce
diflcilc scesa ma per intervalli allungata leberrime fiere per tutta la provincia. Il
c<l acclive-, ivi la parte migliore della citt prospetto e la torre della Chiesa di S. Pie
cliiudcsi col convento dei Carmelitani, alla tro e Paolo leggiadramente adorno di
di cui piazza mctton capo le vie principali e doppio ordine di colonne; vi si amministra
diritte. Apresi rimpello la Parrocchia del no i sacramenti ed una compagnia di laici
l'Uria la piazza di riscatto ad Ovest, dove ed un corpo di clero vi praticano pompo
tulio che tende al sostentamento della vita, samente i sacri riti nei giorni festivi; non
n d'ivi lontano l'ospizio delle Vergini d'inferiore vaglia il tempio di S. Seba
povere. Seguono le contrade di S. Martino, stiano, il di cui prospetto, la cupola oltre
Ges e Maria, S. Giovanni , e S. Michele, ogni credenza torreggiano; vi ha bens una
cosi dette dalle Chiese che ci hanno. Dove congrega di Chierici destianti alle sacre ceri
poi elevasi il suolo, ne sta a capo d'ogni monie ed alla custodia degli arnesi divini,
parte apparente il Convento dei Minori Os ed un religioso sotterraneo; infiamma i cit
servanti e gi quel dei Padri Predicatori, tadini una pia emulazione per le due Chiese
un Reclusorio di monache e la Chiesa Par e la loro cultura, e nella celebrazione delle
rocchiale di S. Giuseppe. Il resto della cit feste in gennaro non lieve religioso contrasto
t tende verso Nord per le due rette vie si agita per tutti gli ordini. Vi hanno gi
maggiori alla porla di Messina ed alla Chie oltre la maggiore quattro Parrocchie: S.
sa di S. Maria sotto titolo della Direzione; Maria dell'Uria nel mezzo della citt, S. Mi
il Convento dei Cnpuccini soprasl alla chele verso Nord-Ovest, S. Giuseppe a Sud-
spiaggia del mare, ed occupano la non an Ovest, e le Anime sante ad Est sulla sca
gusta parte d'Est dopo il tempio maggiore, la; il sobborgo Cavallaris volgarmente quar
gli ospizii dei Chierici minori, e degli as tiere verso Sud appresso la Chiesa dei Car
sistenti ai moribondi ed altre case private; melitani, attaccato ad un colle che soprasl
sopra Tocco finalmente donde cominciam alla marina, va bello della Parrocchia, sacra
mo la nostra descrizione, la Chiesa Parroc a S. Caterina; l' antica contrada di Plalaniu
chiale delle Anime sante. stendentesi ad Ovest per circa un miglio
Cosi generalmente percorsa la Taccia del computasi come parte di Aci, con Parroc
la citt passiamo a dire delle singole parli chia dedicata a S. Maria di Monte Carme
non indegne di ricordanza. La precipua lo, che coltivasi da clero proprio, il di cui
Chiesa parrocchiale dunque presenta un in drillo si compete agli abitanti perch han
gresso ornato con maestria di bianche co luogo nel Magistrato. Alle religiose fami
lonne da Genova e di statue, un campa glie precede d'et quella dei Carmelitani,
nile, ed un elegante prospello inlcrno, avvi la cui Chiesa, giusta Pirri, fior un tempo
nella venerabile Cappella del SS. Sacra- sotto nome di S. Maria del Rosario; fu della
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AC AC

poi di Monte Carmelo; Desiderio La Placa nano i Magistrati. Private case di cittadini
nel 1619 diedcla ad abitare ai frati da lui ammirevoli, frequenti botteghe di artigia
riformati, e dissela primo istituto; fu data ni ci parlano non esser Aci l'ultima citt
sullo slesso tempo ai Minori Osservanti nel di Sicilia , che anzi delle prime. nello
colle occidentale la chiesa di S. Biagio, cui spirituale sottomessa al Vescovo di Catania
attaccato un convento dei principali della o al di lui Vicario. Il Regime civico poi
provincia, destinato ad educar la giovent quasi Patrizio; i Padri Giurati , il Prefetto
ed istituirla nelle scienze. Si ebbero i Cap di Giustizia, il Sindaco ed i Giudici secondo
puccini dal 1574 un sito amenissimo sulla le sanzioni del Regno. Da gran tempo il
spiaggia del mare ; i frali Predicatori sulla Comandante delle armi deslinavasi dal Re,
met dello scorso secolo si stabilirono in scelto una volta dai Patrizii dianosi: am-
un luogo popolato sotto il titolo di S. Do minisra il Procuratore volgarmente Secre
menico, e ne accrescono magnificenza gli to, di dritto della famiglia Genovese De
edifizii, non lieve onore, l'eccellenza degli Vigo, che compr con somme versate nello
alunni ammaestrati dal clero di Aci nelle erario, i censi, i balzelli, le decime dei pin-
sacre lettere. Erog tulio il suo Pietro Ma guissimi campi perpetuamente inaffiati e
rchino a costruir la casa pegli assistenti spaziosi, ricchi in lino, canape, legumi, or
ai moribondi, come anche la chiesa di S. taggi, frutti, vini, biade, altri tesori. Rap
Maria delle Grazio. Tommaso di Schiros presenta lo stemma di Aci un castello che
dei Chierici minori regolari medit ad sovrasta al mare, circondato da scogli; mo
durre in Aci una famiglia di suoi , e fab stra tre torri in una delle quali un vessillo,
bricata una Chiesa a S. Giovanni Ncpomu- nell'altra un leone. Viene la citt nei Re-
ccno, per la fama di sue virt e la somma gii libri intitolata Amplissima. Cinquecento
facondia dette non lievi auspizii all' opera pedoni, suoi e dei Municipii, quando temesi
che speriamo fra breve promossa. Stanno del nemico, militano sotto un Colonnello ed
nel centro le moniali del chiostro di S. un Tenente-Colonnello presi dai Patrizii di
Agata Sotto regola Benedettina. Enumcransi Catania e scelli dal Senato della medesima.
pi di 38 chiese filiali tra le quali risplende Il censo degli abitanti nel secolo XVI fu
quella della SS. Trinit; da poco finalmente di 6381, le case 1744, nel 1652 furono 2127
stabili Antonio Russo un ritiro per le ver le case, 8805 i cittadini, nel 1713, 2945 abi
gini povere e vi attacc nel 1C60 un ospe tazioni, 11601 ed ora 13383 vite. Ci ha fi
dale per gl'infermi. Fuori , verso Sud, la nalmente il Capo di contrada, ed esercita
Chiesa del SS. Crocifisso di cui ci ha un dritti su 12 terre. Affermando scrittori na
immagine celebre per prodigii ; a Nord sul zionali essere slata Aci subrogala all'antica
poggetto un'altra delta del Calvario, ambe Xifonia, dicono il pastore Aci celebratissimo
principalmente frequentatissime dai fedeli dai poeti per gli amori di Galatea e loro
sulla feria vi ; a tre miglia verso Nord-Ovest cittadino, esserne stato il fondatore; dir
il pozzo di S. Venera, o fonte di acqua sul di Xifonia a suo luogo, e poche cose del
furea con Chiesa vicina, e camere da bagno, pastorello.
oggi diroccale ; non che ad egual disianza In epoche Cristiane e nel 1 secolo del
a Nord-Ovest la casa degli Eremili di S. la Chiesa dicesi avere nobilitato Aci, Venera
Maria di Loreto dove venerasi con pccu- Verg. e Mart., dai Greci Parasceve, la di
liar divozione l'immagine della Madonna. cui vita apparve scritta da Anselmo Grasso,
Sorge nella piazza principale la casa Pre dove a ci provare leggonsi raccolte con
toria di magnifica fabbrica, dove si radu- getture di vaglia non poca. Fiori ai nostri
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AC AC

giorni Martino Diaria, di nobile famiglia, ec Ael 8. Antonio. Lat. Acis S. Antonius.
clesiastico chiarissimo per l'esempio d'una Sic. Jaci S. Antoniu (V. D.) Paese sopra
vila innocente , pel ferventissimo zelo alla Aci-Reale verso sud-ovest, in un campo pia-
conversione delle anime e per altre esimie
virt. Furono nel 1720 trasferite le spoglie di rocchiali sulfraganeo all'insigne duomo, dov' un col
lui, con gran popolo, nella chiesa di s. Mar- legio di canonici. Ivi avr luogo la dignit di cattedra
lino da lui eretta. Si fa menzione nella Biblio le, quando alla prima vacanza della sede vescovile di
teca Sicula del sapere e delle opere di Ansel Messina n di Catania ne sar smembrata la nuova dio
cesi di Aci-Rcale (Vedi appendice in line al volume se
mo Grasso dell'ordine dei cappuccini, oratore condo).
e storico, e di Benedetto Barbagallo, autore In questa citt tu fondato nell'anno 1141 un ospizio
della Nuovissima Prassi e Teoria del Rito pei crociferi da Pietro Barrabini, che poi fu ampliato
della Magna Regia Curia Sicula. Arcangelo da Giuseppe Vigo e convertito in loro casa ncll' an
no 1816 per bolla di Pio VII. da ammirare altres
Scandurra cappuccino ed Arcangelo Tropea la casa dell'oratorio dei. Filippini eretta nel 1156, ed
minore osservante, eruditi nelle sacre lettere il loro collegio con una biblioteca, rondato nel 1800.
c valorosi predicatori: Celestino Grasso, del Sorse nel 1814 il reclusorio delle projette per cura di
Mariano Finocchiaro Valcstro, che ridusse bens una
terzo ordine di S.Francesco, maestro in S.T., chiesuola campestre derelitta intitolala alla Madonna
direttore della pubblica accademia dei sacri dell'Kdcra in ricco e nobile santuario- Ed il reclusorio
canoni in Napoli: Atanasio benedettino, di cui largizioni
delle poveredei orfane,
cittadini,istituito
ampliatenell'anno
poi le sue
1199
rendile
con lecotta
pie
rimane un libro Sulla remila del re Gt'a- eredit della signora Barbara Cantinella. Contansi In
corno in Catania : Erasmo Sacca, poeta la somma in Aci-Realc 42 chiese, 4 conventi, ed altret
tino e medico non comune, scrisse in versi tante
Avvisando
case religiose.
il re nel 1826, sorpassare la popolazione
esametri sull'i ndole varia delle febbri e del di Aci i 13000 abitatori, elev a grado di seconda classe
metodo di curarle: Pietro Paolo Platanin poe- il suo circondario, e non avendo edilizio la citt de
to.e Vincenzo Geremia matematico e celeber stinato al giudice, un novello ne fu costruito dove l'an
rimo macchinista, dei di cui lavori si serv tico spedale , a capo della via Carolina. Sorge com
piuto dal 1833, ed accresce magnificenza alla piazza del
papa Clemente X: mori ottogenario in braccio duomo. Si molto ivi accresciuta in questo secolo
ai suoi, lasciando monumenti del suo genio e la cultura intellettuale, ed in prova di ci le scuole di
limino insegnamento introdotte dal 1824, il gabinetto
dell'arte. Viveva in questi ultimi anni l'abale di lettura e la biblioteca dell'accademia, ed il ricchis
Sebastiano Vasta Cirelli. retore e poeta in simo gabinetto numismatico fondato in sua casa dal
gelosissimo , di cui rimane l'alci Antico: barone Pennislo.
Celso Grasso inoltre, abate dell'ordine degli Delle strade, fu nel 181 1 costruita la cosi della Ca
rolina, magnifica, di grande ornamento; nel 1826 quella
Olivetani : Mariano Leonardi, dei pp. predi- di Mancano, nel 1828 quella di s. Lucia. Fu sovente
calori, profondissimo teologo, illustre poli scossa la citt da tremendi tremuoti, ne fu devastato
glotta, pi illustre bens per la probit dei il territorio dalle dcvoralrici lave del Mongibcllo, onde
costumi e l'innocenza della vila: Domenico pressoch continuamente gli ediflzii abbisognano di
riparo.
Cavallaro, maestro del medesimo istituto, a Montava la popolazione di Aci-Realc nel 1798 a 14994,
niun altro secondo in zelo, prudenza e dot- nel 1831 a 19762, e dall' ultimo censimento statistico
Irina, ispcttor generale della Provincia sicu nello scorcio del 1832 a 23465 abitatori.
Fra le accademie di Aci prevale quella del Zelanti,
la. Diremo in appresso dei municipii (1). fondata nel giorno 3 ottobre del 1671 da Michelangelo
Bonadics. Doveva essa travagliarsi delle scienze mo
rali e delle lettere, e vi riusc per allora, e si accrebbe,
(1) Aci-Realc eapo-distrclln, in provincia c diocesi e rifulse per un secolo e pochi anni. Toccato poi il
di Catania, dista da Palermo 183 miglia, e 10 dal capo periodo del suo decadimento, cominci a poco a poco
luogo di provincia, in 37, 42 di lai. c 33, 72 di long. a paralizzarsi, sinch del lutto peri nel fine del secolo
Ulta posto il titolo di reale dal re Filippo IV nel 164-2, scorso. Ma nel 1832 Gaetano D'Urso in prima, poi Lo
ed accordati nel 1806 al suo magistrato urbano titoli renzo Maddcm cccilaronla di nuovo, e S. A. B. il Conto
?4 onori di senato. Ilannovi attualmente 10 chiese par- di Siracusa, socio protettore , diede tutti gli onori,
AC AC

nissimo, circondato da amene e frullifere ter distrutto: radunaronsi nello scorbio del seca
re, e con non pochi abitatori, i quali un tem lo wi intorno alla chiesa di s Antonio Abate,
dritti,
po abitavano
gli obblighi,il levicino
propriet
borgo
dell'antica
Casalotlo.
accademia.
ora e cresciuti di giorno in giorno, formarono
l'attuiti paese, che nel 1672 per privilegio
del re Carlo II ebbe con gli altri villaggi il
titolo di principato. Ha verso Sud il borgo
divisa in due classi; una di scienze, l'altra di let Mauceri con una chiesa : e Valverde , con
tere ed arti. Va adorna d'una biblioteca, di un gabi una parrocchia indipendente da S. Antonio,
netto letterario, ed di onore non che alla cill, al occupa il centro del territorio, sotto il vi
l'isola intera.
La costa di Aci-lteale per la estensione di circa un cario vescovile che presiede alle suddette ter
miglio presenta una carriera verticale, che sembra ta re. Il palazzo baronale siti a capo di am
gliata a picco, alla 400 palmi, composta a strali di cor plissima e retta via che domina tutta la con
renti di lava antichi, l'uno sovrapposto all'altro. Se ne
contano da cinque sino ad olio, e l'uno e interrotto trada ed estende lo sguardo infino al lido.
dall' immediato di altri strati pi piccoli di arene e sco
rie vulcaniche miste a terreno alluviale. Queste arene
sono rossastre, simili alla ghiaja che si estrac dalle ca talento meschino. And poi in Roma , c vi raccolsi?
ve vulcaniche (Dencr. di Catania). Il territorio di Aci- fama ed onori, e venne ammesso nell'accademia di
Bcale di salme 2491, 106, delle quali 8.987 in giar
dini, 198,044 in orli semplici, 8.889 in cannoli. 2,154 s. Luca fra gli eccellenti nell'arte. Percorse l'alia Italia;
In gelseti, 673,439 in semnatorii semplici. 68,278 in 11- e poich il suo fare e splendido di effetto pittorico ,
ehcli d'India, 28,813 in alberi misti. 9.228 in mandor si attirava ammirazione dovunque. Ilitorn flnalmcnti;
leti, 3.229 in castagneti. 21.248 in boscate, 372.302 in in patria, recandovi da Roma infinito numero di gessi,
terreni improduttivi. Gran parte dello contadine eser disegni , slampe , e tele preziose. Dipinse allora a di
citano la vita in tessere, filare, cardare seta, lana, co- spello di Venerando Costanzo soprannominato il Var-
Ione, canapa, lino; perci celebri ed abbondanti sono vazza, piltorc di merito assai inferiore a lui, il coro
i tessuti e pi le tele e i damaschi di Aci- E quando della basilica di s. Sebastiano, poi quello della mag
Carlo Vcbbc presentati i tessuti acitanf nel 1528 li lod gior chiesa, ed indi le chiese dei ss. Pietro e Paolo,
molto e se ne compiacque. R queslo solo: ma ogni dei Crociferi e del Suffragio. Il Vasta in mezzo all'ti-
sorta di strumenti di musica ed organi stupendi vi si niversal decadimento dell'arte della pittura in grembo
fabbricano ; e mcrilano in ci lode moltissima i due al manierismo diede prova di gran mente e di spirilo
Giovanni Patan ilo e nipote. Pria che la mattezza di immenso.
bandir buono che che vien di fuori nascesse, Il rame Degnissimo ancor di rinomanza Venerando Ganci,
orpellato di Aci, scrive il Vigo, scusava il bisogno di nato da bassa gente in Aci-lteale nell'anno 1748. Oltre
quello di Francia. Il vino la principale derrata del ad un ingegno brillante, fu Tornilo dalla natura di vi
paese, poi la canapa e il lino. I cereali, tranne l'orzo, vissima immaginazione. I primi lampi di essa sfavilla
sono scarsi. Le campagne sono generalmente da con rono nel suo poemetto siciliano il Don Camilla , la
siderarsi fra le pi culle e ridenti dell'isola, e gli agiati voro morale clic Icnde a coltivare nei cuori giovanili
cittadini consumano in villa una quarta parte quasi del la bont de' costumi. Sfoggi di tutto il suo splendori:
l'anno. Si deve al patrizio Candido Carpitolo un albe negli apologhi, Ioli i ad imitazione di La Fonlaine da
rato passeggio suburbano che le strade del Salvatore questo o da quell'altro favoleggiatore, adorni da lui
e dell'Indirizzo congiunge. Eli' desiderabil cosa che di circostanze siffalle da esser non che dal volgo nm
si faccia altrettanto per tulle le carreggiate da man dalle colte genti ricercale. Non supera il Meli (e chi
gano ad Aci, e da qui a s. Lucia ed a Trezza. Un ma pu avanzar quel grande?) ma gli si accosta. Abbracci
gnifico belvedere contermine ad una graziosa villa e- 10 stalo ecclesiastico , al quale scopo che erasi pre
stende il guardo dal capa di Agosla sino oltre a Masso, fisso dalla pi verde giovent, studi profondamente
dominando s gran parte del lido orientale di quest'isola 11 Ialino e conobbe in tutta la bellezza loro i classici.
sorrisa dal Cleto, e vera cuna di amore e poesia. Fu canonico della insigne collegiata della patria; arse
Fra gli uomini pi rinomati che questa citt onora di filantropia , pcrloch passava giorni interi per gli
rono, oltre di quelli dei quali accenna l'abate Amico, ospedali, le carceri, e le case degli aulilti a consolare,
da notarsi Pietro Paolo Vasta pittore, il quale nacque a (ergere il pianto, ad acchetare gli animi, e largheg
in Aci-Rcale nel 31 luglio dell'anno 1697 e vi mori giare in elemosine. Da fulminatile apoplessia fu col
pel 1760. Egli ebbe dalla nalura un ingegno energico pito nella collegiata, mentre versavasi nei misteri di
e veramente artistico, ma fu guaslo dal barocchismo vini : onde avverassi quel che ci dir soleva a chi mi
che dominava quell'epoca. Studi prima con Giaciuto randolo infermiccio csortavalo a riposo ; Buon soldati
t'Ialania , pittore acese meno di lui sfrenalo , ma di muore sul campo.
43
AC w:
Da ivi non lungi han cura i frali di S. Maria singolare. Tra le rupi dell'Etna vien frequen
della Mercede della chiesa di S. Domenica tala s. Maria di Lavina per continue grazie
vergine, ai quali Stefano Riggio fabbric il conferite agli abitatori.
convento ed assegn una dote convenevole. Dipende il paese dai principi di Campo-
Fu questi il primo signore di Aci S. An fiorito, e costa di 208 case, 1011 abitanti.
tonio, secretano del re , due volte pretore Spettane la cura delle anime al vicario del
in Palermo, ed ebbe Luigi ed altri figli da vescovo di Catania. Ne hanno l'amministra
Dorolea Branciforti. Luigi, onore di sua fa zione civile gli amministratori del principe.
miglia e dell'intera Sicilia, sostenne in patria, Sin qui la comarca di Aci, essendo questo
in Ispagna, in Italia e nella Francia le prime compreso Irai suoi municipii. Apparteneva
cariche; le pi gravi ambascerie in tutta Eu un tempo ad un nobile genovese della fa
ropa. Gener Stefano con Caterina Gravina, miglia Diana. Unitamente ad altri casali ot
ammesso oggi trai governatori delle due Si tenne il titolo di marchesato nel 1652, di
cilie, i di cui elogi e del padre porremo in cui gode (1760) Giuseppe Nicol Diana du
appresso. Dei censimenti del paese si par ca di Cefala (1).
ler dove di Aci S. Filippo (1). Aci castello. Lat. Acis caslellum. Sic.
turtus.
Aei Bonaeeorso.
Sic. Jaci Bonaccursu
Lat. (V.
AciD.)Bonac-
Terra Jaci casleddu (D. D.) Sito sopra un'alta e
scoscesa rupe, nel lido orientale dell'isola,
alle radici dell'Etna verso nord-est. cosi detta tra gli scogli dei Ciclopi, la terra di Ongia,
dalla famiglia di tal nome. Costa della con e le spiagge di Catania e di Aci. Arezio ne
trada dei Pnuloti e dei Leonii, dell'altra dei scrisse : Ad euro una rocca su d'uno sco
Baltiati, e della terza dei Bonaccorsi, dalla glio, che col suo villaggio, dello dal fiume
quale ultima, fabbricala nella met del se Acide, appellasi anche Aci. Le rupi color di
colo XVI, prese nume il paese. Sorge da lun ruggine, come i vicini colli ed i massi enormi
go lempo presso i Pauloli la chiesa di s. Ste insino agli scogli della spiaggia soggetta ed
fano, e quella di s. Lucia presso i Baltia all'isola del nome stesso, sono a dirsi opera
ti , dove un sacerdote amministra i sacra di natura , in tulio diversi dalle lave del -
menti. Ouando per per voto comune degli l'Etna, volgarmente sciare. Ma a questi at-
abitatori pi elegante edificossi la chiesa di laccansi verso sud delle moli vomitale un
s. Maria sotto titolo della Direzione nel 1588, tempo dal vulcano, non poca variet presen
vi si trasferirono i drilli parrocchiali, e co tando e nel curioso combaciarsi e nel co
minci a venerarvisi s. Stefano prolomarlire lore. Nei sopraccennali colli finalmente rin-
come principal tutelare. Havvi un'altra chie vengonsi dei sassi ammonticchiati a poggi,
da, inferiore alla prima, delta di s. Maria della d'indole e peso del ferro, pietre trasparenti,
Consolazione, con una congrega di pratica sostanze testacee e simili che non occorro
no in materie vulcaniche. Sollevasi in quanto
(I) Oggi capo-circondario di 3a classe, in provincia al resto una mole di sassi, dove siede il ca
e diocesi di Catania, distretto di Aci-Hcale, distante 183
miglia da Palermo, IO dal capo-luogo della provincia, di Oggi comune in provincia e diocesi di Catania,
2 dal capoluogo di-I distretto ; con una popolazione distretto di Aci-Kealc, circondario di Aci-S.- intonili, di
di 11U abitanti. Il suo territorio di salme 977,217, stante 184 miglia da Palermo, 11 dal capo-luogo della
delle quali 2.390 in giardini , 23,357 in orli semplici , provincia, 3 da quello del dislretto, 1 dal capo-circon
4,(81 in canneti, 12,667 in scminatorii alberali, 115,871 dario. Il suo territorio di salme 84,094, delle quali
ia seminalorii semplici, 98,941 in pascoli, 395,862 in 29,737 in seminalorii semplici, 18,740 in pasture, 34,276
tigncli alberali, 30,351 in "cheli d'India, 10,995 in ca in vigneti semplici, 1,169 in terreni improdullivi, 0,172
ttaglieli, 53,235 in boscale, 164,958 in terreni impro in suoli di case. Conlava alla fine del 1852 una popo
duttivi, 2,053 in suoli di case. lazione di 1427 abitanti.
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AC AC

stello , concava nelle parti interne, battute piissimo territorio alla chiesa di Catania, non
dai flutti verso oriente. Sovrasta perci al fa menzione di villaggio. Largito poi dai ve
mare, ripida in tutto, se non che verso au scovi di Catania a varii principi , pervenne
stro vi si attaccano alle radici pietre del agli Alagona, sotto i quali vicino il castel
l'Etna. Una scala scoscesa di cementi vi apre lo ed altrove nel territorio slesso crebbero
la salita a Nord, ma s'interpone tra questa le abitazioni, come diremo in appresso. Il
e l'ingresso del castello un ponte levatoio, possiede (1760) per dritto di clientela Giu
che dato il bisogno e nella notte sollevasi con seppe Emmanuele Massa, figlio di Cristo
catene di ferro e custodisce l'entrata. Ga foro, nipote di Giannandrea. Costui lo com
gliardi muri sostengono intorno i piani: nei pr dai ministri del re nel 1647 con altri
pi bassi vi ha 1' uso delle cisterne ; poco municipii di Catania, e sebben si opponesse
pi in l i magazzini delle armi da guer il vicer perch non venisse alienato dal De
ra, e le carceri dei colpevoli di delitti ca manio, l'ottenne in feudo con drillo di armi
pitali. La torre pi alta finalmente ha forma ed onore di ducato da Carlo II nel 1634.
di lorica , destinala ai soldati di presidio ; Tiene il xiii posto nel Parlamento. Pi gi
sotto la quale negli anni scorsi fu scoverta degli altri signori. Computaronscne sempre
una fossa rotonda scavata nel vivo sasso, do le case e gli abitanti con quelli degli altri
ve gli antichi abitatori scendevano dalla parte municipii; ma nel 1713 fu notato il censo
superiore; ma ne l'uso incerto del tut- delle prime di 120, con 521 abitanti, che
lo (1). crebbero ultimamente ad 824. Il suolo fer
Non appare in qual anno sia stalo fab tile in pasture, non per in frumento ed in vi
bricato il castello. Diconlo antichissimo, ap gne; ma piantato in alcuni luoghi a vigneti,
pellato Saturnio da alcuni con Carrera ed non rende vano il sudore degli agricoltori. I
Arcangelo. E ci portaci a credere l'oppor pescatori che non in poco numero vi stanno,
tunit del luogo , poich in antichi tempi fruiscono di un mare abbondante (1).
quando vollero fortificarsi i lidi si altest Aci-atcnn. Lai. Acis-Catena. Sic. Ja-
l'esistenza di un castello su di una rupe, ci-Catina (V. D.) Terra, cos della dalla chiesa
da potervisi stabilire un sicuro presidio od di Maria Vergine del medesimo titolo ; oggi
un asilo contro le incursioni nemiche, che fra le prime e le pi numerose per la lunga
poi dissero Aci dal fiume vicino, qual' il dimora dei suoi principi. Siede sotto S. An
nome di tutto il circostante territorio. Sotto tonio, in un terreno un po' declive, e dista
il castello, verso nord-est, fu nei secoli an tre miglia a sud-ovest dalla citt di Aci. Costa
dati un piccol villaggio con la chiesa par di tre parrocchie , s. Giacomo nell' alto ad
rocchiale dedicala a san Mauro abate , ed aquilone, s. Maria della Catena dove riesce
un'altra non lontana a s. Giuseppe, eretta il suolo ad appianarsi, s. Maria della Con
dalla piet degli abitanti non lungi dal ca
stello. Vi ha un tratto di mura con una porla ti) Oggi Aci-Caslello un comune in provincia e dio
verso il luogo medesimo che le altre avanza cesi di Calania, circondario di Aci-S. -Antonio, distante
in antichit. Crede il Pirri, contare il solo 118 miglia da Palermo, S dal capo-luogo della provincia,
altrettante dal capo-distretto, 4 dal capo-circondario.
castello l'et dei normanni, poich il conte
He il territorio di salme 428,927, cio 2,712 in giar
Ruggiero avendolo concesso con tulio l'aiu dini , 9,816 in orti semplici , 35.1 in canneti, 8,808 in
seminatori! alberali, 144,930 in seminatori! semplici ,
104,737 in pasture, 28,434 in oliveti, 20,379 in vigneti
ti) Chi sa che non sia slata un'antica conserva di fru alberati, 14,931 in ficheti ri' India, 30,694 in mandor
mento, come quelle rinvenute da molli anni nel largo leti, 62,703 in terreni improduttivi, 430 in suoli di case.
del real palazzo in Palermo. Ne la popolazione di 194S abitatori.
45
AC AC

colazione verso occidente ; delle quali ne degli agricoltori feconda le terre sottostanti.
la seconda la primaria, donde prese nome il Diremo appresso del numero degli abitanti,
paese, e prevale sommamente per l'eleganza e dei loro signori. Il vecchio Luigi Riggio
e l'ampiezza dell'edificio, per la nave, le fu detto col consenso di Carlo II il primo
ali, le absidi , il campanile, l'intero corpo principe di Catena nel 1 681 , cui sottenlr
di s. Candido Martire protettore del paese Stefano, poi Luigi II, per dono di cui questo
composto in ricca arca, ed il famoso mar titolo pervenne nel 1708 ad Antonino Rig
moreo sepolcro del fu esimio Gioacchino Rig gio, il quale da consigliere del re e questore
irio; come bens pel collegio canonico, a cui del regno, fu grande in prudenza ed accorgi
nel 1730 Antonio D'Orso accrebbe la dote, mento. Intorno agli credi di lui vedi Catena
istituito gi da Pietro Galletti vescovo di Cata nuora (1).
nia. Da essa per via intermedia ed ampia mol Ad S. Filippo. Ut. Adi S. PhiUpptu.
lo si viene ad un largo, dove s'innalza un Sic. Jaci S. Filippu (V. D.) Paese con ele
magnifico fabbricato degno in tutto di regia gante chiesa e campanile, cui affermasi es
citt, adorno di spaziose sale da radunanze sere stali attribuiti dritti parrocchiali dai ve
e con una chiesa eretta alla pi fina eleganza; scovi di Catania sugli altri municipi) sin
ricco in ornamenti, arazzi, mobili, pitture, da antichi tempi , cio dalla prima chiesa
statue, vasi, pronto da gran tempo ad acco fondala dopo i saraceni. Vi ha una cassetta
gliere splendidamente i signori. Fu ordinato d'avorio lavorata a delicato rilievo in cui
da Luigi Riggio principe di Campoliorito, re portava il parroco in viatico agl'infermi il sa
duce in Sicilia da una legazione del re di cramento. Sorge il villaggio alle falde di un
Spagna ni Francesi, il di cui animo non de colle amenissimo, primo ad incontrarsi ve
sisteva in alcun luogo d'innalzare opere fa nendo da Catania dalla contrada Mzeli. Ha
mose. una via diritta e spaziosa, dov' la chiesa
Ci ha nel paese medesimo verso greco un parrocchiale di s. Filippo, decorala di un
decentissimo convento di minori riformati, collegio di canonici per concessione del ve
sotto
da Stefano
titolo Riggio,
di s. Antonio,
con d'innanzi
fondato
un largo.
nel 1C>8!)
Ad scovo di Catania , assegnatavi una dote da
Filippo Rosa nell'anno 1731. Al di sopra
occidente la chiesa di s. Giuseppe, con ma della chiesa e nell'alto la contrada dei l'a-
gnifica scala di pietra costruita a spese del vonii, un'altra verso settentrione detta dei
l'abate Ignazio Riggio. Quivi presso il ri Finocchiari con una chiesa nella strada che
tiro delle vergini povere , che il sullodato conduce in Catania; a sud Regilana; e sulla
Luigi costru per testamento della moglie Ca pi eccelsa sommit ad occidente la casa di
terina, di cui attendesi in breve il compi s. Anna degli Eremili.
mento dal figlio Stefano colle rendite ere I villaggi che portano il titolo di Aci, i
ditarie. Luigi fond un ritiro nel piano su quali sono s. Antonio, Catena, s. Filippo ,
periore del suo palazzo , dove radun le
donzelle prive di genitori , apprestando loro (I) Aci S.Filippo Catena ogni comune in provincia e
i mezzi onde potere accasarsi, giusta la pie diocesi di Catania, distretto c circondario di Aci-Realc,
tosa disposizione della defunta sua sposa, distante da Palermo 184 miglia, ti dal capo-luogo
della provincia, 1 dal capo-distretto c circondario, con
id un tiro di archibugio da s. Giuseppe se una popolazione di 4961 ubi tanti- Se ne compone II
gue il quartiere di s. Maria della Consola territorio di salme 420,103, cio 21,030 in giardini,
zione, con chiesa parrocchiale sopraccenna 1,100 in canneti, 11,161 in scminatorii irrigui, 51,136
in scminatorii alberati, 120,332 in scminatorii semplici,
ta. Sgorga non lungi di l una perenne e 191,169 in olivcll, 9,112 in ficheti d'India, 1,342 in suoli
copiosa vena d'acqua che con gran vantaggio di case.
ili

AC Esichio accenna Y AciACpresso Catania, cio

e s. Lucia, di cui diremo in appresso, com-


pulavansi colle terre vicine. Ma appare la sul lido che ascrive alla pi celebre citt vi
loro prima descrizione statistica distinta da cina. Vibio nel Calai. L'Aci dal monte Etna
Acireale nel 1632 , quando di s. Antonio, va a sboccare nel mare, ed alle tue rive
s. Filippo e contrade registravansi 1746 ca si sa avere il Ciclope scagliali dei sassi
se, 6994 abitanti; e poi nello scorso secolo contro Ulisse. Lo scoliaste di Teocrito sul 1
1861 case, 7669 abitatori. idil. cos appellasi il fiume Acide in Sicilia,
Aci-Fiumc. Lat. Acis Fhmus. Sic. Ciumi perct i suoi riti sono pari alle saette.
di Aci (V. D.) Ne notissimo il mito. Un E Teocrito : sacra onda di Aci. Silio de
pastorello di forme leggiadre, gratissimo a scrive i tenui rivi e dolcissimi dell' Aci ;
Galatea, moriva colpito da un sasso ingente erbifero l'appella Ovidio; e Solino cap. II :
dal
dellaciclope
Ninfa, Polifemo,
avendola veduta
che perduto
conversar
essendo
col- nessun fiume avanza in freddezza il fiume
Aci, quantunque dall' Etna sgorghi. Il che
f amante, svelta una mole dall'Etna vicino, anche Teocrito aveva espresso, gelido dicen
scagliona contro il fuggitivo, e ne lo schiac dolo o freddo. Per considerando il Fazello,
ci ; poi rivissuto in fiume per opera dei altro essere il fiume in quelle parli che scor
numi a preghiere di Galatea. Scrissero Ovi re nel territorio di Mascali, dello volgarmente
dio e Silio , scientissimi dell' antico mito ; freddo,
sine, o l'uno
falsamente
o l'altromostr
confonde,
esseroquesto
loro il l'ace-
nome
l'uno, essere il Simelo nato da Fauno e dalla
Ninfa Simetide; l'altro, che il pastorello fug medesimo atlribuisce. Errano con lui, come
gitivo disciolto in acqua scans le furie del altrove diremo, Arezio. Carnevale. Gollz. La
nemico e mescolatosi alla nereide Galatea descrizione di Cluverio esattissima; erra
sgomentala dalla voce del Ciclope, nel mar per, allorquando al lido dove si appressa,
vicino si sommerse. nota, diffondersi il fiume nella contrada dello
Altrove pertanto osservammo nella Cata stesso nome, poich in tulio il territorio ba
nia illustrata, ascondersi nel velame dell'al gnato dal fiume Aci non ci ha contrada alcuna
legoria una verit storica; ed avere Polifemo del nome medesimo. Porli a m qui un epitaf
gigante. l'Etna cio, cos oppresso dei suoi fio, detto apocrifo nelle tavole di Sicilia di
infocali massi il fiume Aci, da lasciar soltanto Guallerio, posto, come favola, da Aci.
scorrerne al mare sotto enorme rupe dei ru 1)1VAE
scelli, he ritengono l'antico nome di Aci:
questa esser la rupe dove oggi sorge la citt, OG.VIAE . SATVRJflAE . KT1MEAE
ed i rivi esser quelli che presso il lido dif- DEOKVJI
fondonsi , appellati acque grandi. E nelle MATRI . FILMI . VXOKI
note al Fazello, citando Cluverio, similmente
IN . POBTV
mostrammo , unirsi il fiume Aci sotto sco
scesa rupe alle acque sgorgale a Regilana, SEPVIXHRVM . TEIPLVI . ET . ARCEM
che fecondano per varie vene le terre d'in ACIS
torno ed agitano non molto lungi dalla sor FAVKI . FILIVS . PICI . EPOS
gente dei mulini, propriamente verso la con SATVRHI . PKO.XKPOS
trada di Barracca, infino al lido che perci
LATI.M . FRATER.
si appella dei mulini, e finalmente al fianco
occidentale del promontorio Xifonio precipi Aci. (Isola di) Lat. Acis insula. Sic. Isula
tano nel mare Jonio. di Jaci (V. D.) Vedi Aci, scogli.
Vien poi mentovato dagli antichi scrittori, Ael a. Luciti. Lat. Acis s. Lucia. Sic.
47

AC AC

Jaci s. Lucia (V. D.) Villaggio tra Acireale l' ingresso ne rivolto verso settentrione.
e Catena, da questa lontano un tiro di ar A mezzogiorno un belvedere taglialo nel
chibugio, con una parrocchia dedicata a quel sasso domina il mare sottostante. Qucst'iso-
la Vergine e con un collegio di canonici sin lelta non costa di una natura sola di pie
dal 1734. tra , poich altra di tufo suboscura , al
Aei-Reale. Vedi Aci-AoBitSA. tra nera del tutto, cui sono frammischiale
lei. (Scogli di) Lai. Aeis Scopuli. Sic. delle pielruzze splendentissime dette berilli
Scogghi di Jaci (V. D.) Scogli dei Ciclopi fu dai nostri. Venne forse dalla parte di tra
rono appellati dagli antichi; or Faraglioni. montana squarciala da tremuoto, ed aprcsi
fri un'isolella, e nell'opposto lido la terra di ai flutti dalla parte di oriente. Verso il 1748
Trezza. Questi scogli sono talmente aguzzi, ordin il sullodalo Luigi si fosse abbattuta
da aTerli appellato Stazio Silv. lib. $ gli ar a forza di puntoni e di mine una parte della
dui tassi delle piramidi. Sono come gra rupe, a rendere il seno pi sicuro dai venti;
dini disuguali: al primo che il pi basso ma l'impeto del mare scosse l'incominciato
succedene un altro pi allo, elevandosi il lavoro e devaslollo. Al lido di sud ebbe cura
Imo tre volte pi del primo. Favoleggiano intanto di costruire il medesimo principe un
averli scagliali Polifemo contro i compagni piccolo molo di pietre quadrale, in pr dei
di Ulisse: ma in verit manifcslansi opera marinai che sempre vi traggono , e vi ac
di natura. Succede a questi l'Isola di Aci, crebbe l'abitazione. Fabbricossi un'elegante
altrimenti Trezza; uno scoglio grandissimo casa di delizia, fortific di due fortezze la
che di circa trecento passi di circuito sol spiaggia. Conlansi (1760) 205 abitatori e 60
levasi in alto, opportunamente assicurando il case. Vi ha una parrocchia sotto il titolo di
seno vicino dai venti di levante e di mezzo s. Giovanni (1).
giorno. Per opera del principe Luigi Riggio
fu talmente profondalo quel seno da potere (I) Conlansi oggi in quella tcrrlcciuola un 600 abi
accogliere bens navi di gran mole. Venne tatori; distante 6 miglia da Catania, ed esporla orzi
un di munito lo scoglio da una fortezza, di e vini. liti scogli di Aci o dei Ciclopi sono celebri
presso i mincralogisli, dopo che Dolomieu vi scoperse
cui tuttavia non rimangono che ruderi sulla per la prima volla l'analcimc limpida, detta da lui zso
cima, le porle, la soglia ed una cisterna (1). lite bianca {tlem. sur let islet Ponce ete. pag. i3i)
Vedesi verso occidente una grolla , dove c che il Ferrara chiam ciclopilc. Ma ollraci vi ha
un gran numero di cose ammirabili su queslo fatto.
fama esser vissuto un solitario cospicuo in L'isola maggiore tutta squarciata all'intorno da pro
fior d' innocenza ; capace d' un uomo , e fondi burroni, pei quali se ne pu discernere la co
struzione interna. La sua massa principale di lava
bigia o nerastra, su cui si poggia immediatamente una
(t) Frai cretacei delta Trezza potranno scorgersi gli roccia spaziosa che ha l'aspetto d'una marna o di una
stanzi di un antico monumento ad uso di conserva di argilla, come e stala indicata da Dolomiou. Ma non
acque , che fu cosi descritto dal principe di Discari : vi hanno sopra pianlc meritevoli di attenzione, fuorch
> E un'antica fabbrica quadrata, coverta colla volta, e il Mesembriantliemum cryslaUinum , che col Ifodi-
le mura vestile di riquadrate pietre. E da osservarsi florum comune in Sicilia. A poca disianza levasi un
(lie non ha porla, ma si vede l'interno da una gran altro scoglio sul mare a forma di piramide, composto
rottura nel muro, c si scorge che negli angoli interni di lava prismatica higio-scura , con pirossena giahV
<i sono quattro grandi pietre sopra le quali posa la gnota e laminottu di feldspato, e contenente talvolta
uriti interamente circolare. Due buchi nei lati opposti globulo di racsotipe radiala. Ne coverta la cima dalla
nostrano che ad essa appoggiatasi alcun acquidollo, stessa roccia di apparenza argillosa, che sembra do
t l'acqua che per questo edilizio passava forse in esso vesse originariamente formare un esteso deposilo. Due
lasciata le sue disposizioni; mentre la sua picciolezza altri scogli pi piccoli analmente fan corteggio a que
oh fa giudicare ebe ad altro uso avrebbe potuto scr- sto, da cui non differiscono nella struttura, presen
vire , essendo senza aperture e non pi grande di tando gruppi colonnari della lava medesima. Sono quat
palmi H per ogni lato ed 8 nell'interno. tro dunque gli scogli di Aci o dei Ciclopi, quantunque
48
AG AC

Aef-Vnlvcrdc. Lat. Acis talli viridi. guisa di un dardo. Abitatori ne furono


Sic. Jaci Valvirdi (V. D.) Vedi Valverde. i Valerii, donde credesi essere stati ap
Aci-Xifonia. Lat. Acis Xifonia. Sic. Jaci pellali Aciscoli. Ed avendo i Valerii emi
Sifonia (V. D.) Apparve negli anni scorsi una grato dai Sabini a Roma sotto il governo di
esattissima topografia di questa antica citta Tazio, pu dal dello di Orsino ricavarsi la
con tutti gli edifizii, bench particolari, in origine di Aci o prima o nel tempo della
dicati ed espressi, eccellentemente condotta, costruzione della citt. E da avvertire intanto
come si dice, sulla descrizione d'un certo Oro- che varii furono i cognomi della gente Va
fone. Ma allora che altrove avr mostrato non leria:
vini, Corvini,
Flacci, Messala,
che di certo
Catuli,
in Pubblicola,
varii tempi Le-
fio
esser presso gli antichi opera di sorla di que
sto scrittore, ed esser quella un miserabile rirono e poi tennero il consolalo della re
ritrovato di uomo piuttosto incapace e di gros pubblica; quindi gli Aciscoli, che stabilironsi
sa pasta, nessun che ha fior di senno sapr nel territorio di Aci, non possono al fermo
negarmelo. IVon voglio per ora infastidire i scambiarsi coi Sabini. Ma poich la Sicilia
miei lettori, e trascorro avanti, brevissima divenne provincia romana perch vicina, si
mente esponendo le congetture che riman cur di abitarla, e le parli di Aci principal
gono della Xifonia, o checch debba stabilirsi mente. Del resto sotto la scorta di Valerio
dell'antica Aci. Affermano gli eruditissimi Or Messala Catania si un ai romani ; a ben
sino, Gualterio, ed Agostino Dialog., esser ragione adunque sospella il Carrera lib. 3,
da noi pervenuto il cognome Aciscolo alla cap. 18 . tom. 1 , essersi allora i Valerii ,
famiglia di Valeria Romana ; perloch re presi dall'amenit del terreno, stabiliti nelle
cano molle monete consolari di questa fa rive dell'Aci (1).
miglia, tra le prime della repubblica , dove Molli monumenti bens rimangono della
scorgonsi impresse delle sirene, mostri del antica cill sino alla contrada Nizeli, come
mar di Sicilia, come fingevano i poeti. Ecco le sepolcri, ruderi di mattoni, frammenti di
parole di Orsino che descrive le famiglie ro staine , vasi , lacrimatoi , lucerne. E pi
mane dalle monete: Appartengono agli A- di ogni altro una mole ingente di pielre
ciscoli i primi tre denari, nel secondo dei quadrale nel territorio Piti lungo la stra
quali si scorge una sirena, impressavi forse da pubblica che conduce al villaggio Por
da C. Valerio, per avere abitalo una volta ta ci d notizia di antica e non ignobile
gli Aciscoli nel territorio del fiume Aci, citl , abitata un tempo come da cre
popolato da sirene; e di l parliti, avere dere a borgate, al par di oggi. Non dubito
in prima occupalo il territorio Sabino, indi
Roma. Il fiume Aci che scorre dal monte (2) Silio Malico, enumerando nel suo poema le cill
Etna fu detto RIAOS; poich, siccome, ab di Sicilia confederate ai romani, che valorosamente li
soccorsero nella seconda guerra punica, vi accenna an
biamo da Eustazio , si disse procedere a che Aci, enunciandola poeticamente dal suo fiume :
Vieri Gela che dal fiume ha nome, e Meta;
Plinio non ne rammenti che Ire, scopali Ire Cyclopum; Ed i Palici che i spergiuri pelli
e se non vogliasi ammcllorc in lui un errore, 6 forza Domati con pena subitanea, e viene
credere che il quarto sia sialo isolalo dopo i suoi lem- La teucra Acesia; ed Aci, che i tuoi /lutti
pi o da trcmuolo , o dall' urlo delle procelle , poich Al mare volge per le spiagge etne,
queir ammasso di prismi pu venir facilmente scom l'alma nereida con dolce onda bagna;
paginalo. Cosi anche sembra verisimile che lutti questi Del tuo amor. Polifemo, ecco il rivale
scogli siano siali un tempo in continuila ed abbiano Che l'ira atroce del selvaggio petto
formato un sol corpo cogli ammassi colonnari della Schivando, sciolto in lentie rivo, eluse
costa donde furono divelli. Vedi Biblioteca Italiana Il suo nemico; e allora, o Galateo,
Tom. XX. Con le mischi le sue onde vittrici.
49
AC AC

essere stala della Aci dal fiume vicino ed di Napoli; e morto finalmente nella patria,
aver poi preso dal promontorio soggetto il prelese Roberto il possesso di Aci, poich
soprannome di Xifonia; del resto ci che era stalo sancito doverne Lauria e gli eredi
si disse, principalmente da Orofone, da tenere il possesso non ostante ribellione;
abbandonarsi colle favole antiche essendo ma appellala la lite a Giacomo Aragonese,
indegno allatto di memoria. costui decise per Federico di Sicilia; solle
Ad imporre finalmente un compimento al vatisi i Galli sotto di lui, ostilmente inva
le notizie di Aci, rimane dir delle signorie, dendo il territorio di Aci, devaslaronlo col-
cui si addicono per dritto di clientela i l'incendio, ed avendo e campi e villaggi de-
municipj di essa. Scacciali i Saraceni larg vorato, una pioggia di neve copr quelle rui-
il conte Ruggiero tra le altre possessioni ne, donde il molto dei Siciliani : Aci poi
ad Angerio Vescovo di Catania, con suo ch arse nevic.
diploma del 1092, il territorio di Aci col Mosco Alagona l'ottenne dallo slesso Fe
castello; ed allora fu onorato bens Ada- derico come se ne fa menzione nel regi
metto Sismondo dal Conte medesimo, della stro del 1320; ma sotto il Re Ludovico ne
carica di governatore di quello, come rin rinvengo signore V Infante Giovanni Duca
vengo nelle memorie di s nobile casato: di Randazzo, alla morte di cui pervenne ad
si ebbe poscia a successore il figliuolo Artale Alagona figlio di Blasco, che nel 1301
Stefano, il di cui erede fu confermato da s' ebbe una nuova concessione da Simone
Guglielmo II nel 1173, e per essersi unito del Pozzo Vescovo di Catania, di che con
a Tancredi col Vescovo di Catania dicesene segu la conferma da Urbano V; disse ere
privato da Errico VI. Molle famiglie allora de per suo testamento fatto in Catania, il
abitavano a borgate il territorio, con nomi figlio Staziona di letto illegittimo, cui, es
che persislonvi ancora; per evidente, dai sendo morto senza figliuoli, Blasco e dopo
querceti, che frequentissimi occorrono in di lui il giovane Artale successero; nemi
varii luoghi, essere stato per lo pi occu co costui al Re Martino, lungamente con
pato da densissime selve, che abbattute po tro gli eserciti regii nel forte di Aci, con
scia e distrutte, piantali i campi a vigne, moglie e figli, si difese; cedette finalmente
ad alberi fruttiferi, vestiti di gelsi i monti, con un accordo di cui ritrovai esserne que
resero tal copia di fruito da superare l'a ste le condizioni: consegnasse Artale al Re
spettazione dei cultori. le fortezze di Aci e di Paterno, prendesse
Consumali sotto i Principi Svevi i dritti del a protegger Malta; ma dopo breve tempo
Vescovato di Catania, anche la signoria di perdette Aci, n finalmente si ebbe la pos
Aci sostenne perdite non leggiere; rimessa sessione di Malia; partilo da Sicilia allora
poi alla primiera integrit, sotto i Re di mor in esilio. Celebrato dopo ci il Re Mar
Francia, per opera del Legato Apostolico, tino in Siracusa il Parlamento nel 1398
tosto per negligenza del Vescovo Gentile, stabil, rimanessero il territorio di Aci ed
sotto Federico II , ne ebbe il potere per il castello sotto il Regio Demanio; Alfon
l'annuo censo di 75 monete d'oro Ruggiero so tuttavia con lettere di Messina del 5
di Lauria Comandante del mare dell' isola, aprile 1422 li assegn per 10000 fiorini a
che ne fortific egregiamente il castello: Ferdinando Vclasquez. Nel seguente anno
vi si difese una volta, come abbiamo dalle poi , essendosi lagnato presso il Romano
storie, il nipote di Ruggiero contro il me Pontefice il Vescovo Giovanni del Poggio
desimo Re, e se l'ebbe Margherita figlia di del dilapidamene) della sua Chiesa, pro
Ruggiero, lorch quegli si un a Roberto Re cur il prelato di Siracusa, a comando del
7
50
AC AC

Papa, restituirlo nella possessione di Aci e ne vendette k> stesso Giovanni Ir


negli altri beni male alienati; rappattumalo nel 1 465 a Bernardo Requesens ai
l'affare, gravato Velasqucz del censo, as cer, da cui dopo tre anni per op
sunse il dominio. Volle allora Alfonso si Questore di Sicilia, per pi vistosa
fossero tenute fiere nel territorio di S, Ve sborsala nell'erario, se l'ebbe Anti
nera, dove un pozzo di acque termali ; e Mastro Antonio: Giulio Reitano poi ;
rammentano che il Magistrato componen- tali al Re 40000 fiorini, prese Aci a
tesi dei singoli municipii, procedendo con laggio, del che inleso il Mastro Ai
solenne pompa a cavallo dal villaggio Pa- che
feritocomprala
a ciascun
l'aveva
altrocol
anche
paliosedi pres
ess<
vonio a piantarle, non lieve danno recas
se agli agricoltori; l'imperatore Carlo v le avesse somma pi grossa, conl6.il co
conferm e trasferille poscia in Aci-Reale, danaro al Questore, di nuovo rientra
dove ora verso i 21 di luglio, con gran con in possesso ; alla morte di lui fu si
corso del vicinalo, celebranti ogni anno. In sorc nel 1478 il figliuolo Luigi di Jti
quel tempo Adamo Asmondo si disse Barone Antonio, cui nel 1505 sottcntr Salva
di Aci, perciocch largo in concedere il Ve- sero
che laallora
tenneglisino
Acesi
al 1528.
vendersi
Appena
dalla
con<
lasquez, segn nel 1434 suo successore lo
Infante Pietro Conte di Nolo fratello d'Al il dritto di ricompra , ed aver Salve
fonso , per nelle ultime disposizioni del presentalo al Questore 5000 fiorini ad
1437 Alfonso medesimo, e morto costui sen postergarsene, per opera del Senato di
za figliuoli, lasci successore l'altro fratello tania e per l'industria di Girolamo G
Giovanni; frattanto 1' assegn Alfonso per rera, ambasciadori spedili all'impera!
4020 fiorini a Giambattista Platamone da Carlo equivalente prezzo oITerendor per
gran tempo Vicer in Sicilia, e Segretario creto del 25 luglio 1521 , ottennero
del Re; ed avendo impetrato due anni dopo nire incorporati al Demanio Regio.
Guglielmo Raimondo di Moncada la terra to
pra,
Rimase
il potere
Aquilea
dunque
Regio,
massimamente,
per
impinguossi
un secolo
finch
come
e pi,
ques
di s<s
di lui, pagati 5000 fiorini per drillo di ri
compra che avevasi il Re conservato, sci ri
vendic dipoi Platamone sborsati nel regio dalle altre
sultori avevan
terre
segnato
divisa,dicci
il che
annii prima,
Regj Coii
erario 43000 fiorini; lasciolla nel 1451 al
figliuolo Giulio Sancio confermalo con re masc nel Demanio ; furon date le altre
scritto del medesimo Alfonso, il quale mor glio
rio
Niccola
33000
Guglielmo,
Diana,
fiorini.
avendo
e Successe
si sborsati
ebbe nela nel
Kiccola
1662
Regio
AciS
ilera
fi
to, successogli in Sicilia il fratello Giovanni,
ripeteva da Giulio Sancio il territorio di
Aci col castello, che asseriva doverglisi giu Antonio,
sali; ed avendo
Catena, poi
S. Filippo
Stefanoe gli
Riggio
annessiPrin
ca
sta il testamento dell'Infante Pietro ; ingag
giala una lite nella M. C. del Regno di Si cipe di Campofiorito conlati 36000 scudi al
cilia, decret questa in favore di Giovanni, Questore del Regno ed altrettanti ai Diana,
il che mal sopportando Sancio, calpestando prese perpetuamelo in vassallaggio Icso-
la parola data al Re, nel 1463 si fortific nel vraccennale terre, alle quali annesse bens
castello, ma espugnalo per opera di Pic il borgo di Plalania, che poco dopo ven
cola Settimo, lui ed il figlio gettali nella ne compreso territorio di Aci Reale. Sor-
rocca Orsina di Catania , vi furon sino a sevi, per dritto della moglie, Stefano Principe
morte obbliali; Aci soggiacque al dominio di Campofranco, primo Marchese di Gine
regio. Incalzando poco dopo una guerra, stra , ornalo in patria di cariche primarie,
51
AC AC

esercit in critiche circostanze le veci di primo inauguralo dal padre medesimo ad


Vicer, ed in Catania principalmente nel un orrevole sentiero nel primario governo
1669, quando il monte minacci allagar la della milizia del Re di Sicilia, suo Legato
citt; Segretario del Re, Razionale dell'E in Ispagna , Comandante del Castel nuovo
rario di lui, Legato in varie Corti, e finalmen in Napoli, Direttore del Regno, oggi appa
te eletto Stratego di Messina : fondatore, co recchiasi a cariche maggiori. La lai. di Aci
me dissi di sopra, del Convento dei Minori di gradi xxxvn xl, la long, quasi di xxxix
presso Aei-Calena, che disegnato dal 1633, dall'isola di Ferro.
un tanto benefattore finalmente conobbe in Acqua del Corsali. Lat. Aquae pira-
Islerano nel 1689; si ebbe Luigi dalla mo larum. Sic. Acqua di li Cursali (V. M.) Ter
glie Angela, primo Principe di Catena, Ca ra nella spiaggia settentrionale di Palermo,
valiere di S. Giacomo, dei Pari del Regno con una torre di guardia ed una sorgente
e Pretore di Palermo ; celebr le nozze con di acqua a circa due miglia dalla cill (1).
Francesca Saladino, donde nacquero Stefano Acqua del Be. Lat. Reg Aqua. Sic.
Principe di Aci S. Antonio e S. Filippo, An Acqua di lu Re (V.M.) Fonte e Torre verso
drea Vescovo di Catania, ed altri. Nacquero Ponente nel seno di Castellammare o Se-
da Stefano e Dorotea Rranciforti , Luigi , gestano. Vedi Fonte del Re.
Andrea., Michele, e Pietro il quale ascritto Acqua Manta. Lat. Aqua Sancta. Sic.
!i Roma trai Prelati, fini sul fiore la vita; Acqua Santa (V. M.) Seno nel liltorale di
Andrea vivente , supremo Prefetto della Palermo verso Oriente sotto il monte Pel
flotta Spagnuola; Michele, Ammiraglio del legrino, con un borgo di marinai ed una
Re di Napoli, Cavaliere dell'Ordine di San Parrocchia (2).
Gennaro, Presidente da gran tempo di tutto
il regno , ora con altri moderatore delle (1) In quella torre cosi della dello Sia: zone fa
recentemente stabilito un Telegrafo tra il Molo
due Sicilie; il Principe Luigi, Ammiraglio di Palermo e Bagheria.
di Sicilia in prima, e Vicegerente del Vi (2) Ivi sorge il lazzaretto di Palermo fondato dal
cer, andatone nella Spagna Vicer di Va Duca di Albuquerque nel 1631; vi furono aggiunti
varii corpi nel 1771 e ristorato ed accresciuto colla
lenza ed Orano, Comandante dell'esercito, debita magniflcenza venne Analmente nel 1833,
ambasciadorc presso i Veneziani, con pie sotto la vigilanza del Sig. Duca della Verdura.
no potere per l'Italia, di carica uguale de Occupa
cinto di unmura
grande
chespazio
ben loincustodiscono;
riva al maresitutto
ha due
ri-
corato in Parigi , ovunque pales somma
porte una al Sud , l'altra a Sud-Ovest che la
moderazione di animo, prudenza, destrez principale, a cui si apre a dritta un angusto sepol
za , munificenza; merit poi venir segnalo creto ad uso degli eterodossi, piantato a mirti ed a
ai Grandi di Spagna, trai cavalieri di S. cipressi, ornalo di tombe con iscrizioni ec. Vi sor
Gennaro, S. Spirito, S. Giacomo, si attras ge nel mezzo di un gran cortile la primaria cap
pella a comodo dei contumacisti, ed una piccola
se la confidenza dei Principi; dando un ad scala di pochi gradini mette in un ciborio, dove
dio finalmente agli onori ed a tutto, a se il simulacro in rilievo di M." Immacolata, patrona
lungamente vissuto ed al Creatore, in Val- dei naviganti, lavoro dello scalpello dell'egregio
verde terra di sua pertinenza , come era Salvatore Bagnasco, oltre il basso rilievo di pittura
di Giovanni Patricola silnato nel cortile, ed il
stalo suo desiderio, attese intrepido la mor busto in marmo del Re opera dell' abilissimo
te nel 1758, ed ivi insieme coll'amala sposa Nunzio Morello. Ad un tiro di palla dal Lazza
dorme un sonno di pace in comune mar retto merita attenzione la Regia peschiera di ce
moreo sepolcro; fu dessa Caterina Gravina fali non mollo estesa, ma aggradevole al sommo.
Sorge nel territorio dell'Acqua Santa la maestosa
da cui si ebbe Stefano , Ignazio , Carlo e rasine del Principe di Belmonte fabbricata sul fine
ftaldassarc, di cariche ed onori insigniti; il del trascorso secolo, adorna di ameuissima glo
52
AC AC
Acqua Tlva. Lat . Aqua viva. Sic. Acqua con 137 case , ma si accrebbero sin oggi
viva (V. M.) Villaggio nella diocesi di Gir- ad 829. Il suolo ne fecondissimo, abbon
genli non lungi da Sutcra e Castronuovo, dante in pascoli a nutrire gli armenti, non
col titolo di Ducato sin dal 1680, alle fal scarso
Acque in Grandi.
oliveli, vigne
Vedi ed
Ad altri
fiume.
utili (1).
de di un monte Ira Camerata e Monte di
Mele
chinese
o Manfrcda,
che di molte
chiuso
sorgenti
dal territorio
e vari fiumi
Ma- Acrmiina. Lai. Aerodina. Sic. Agradina
(V. i\ .) La pi grande e migliore parte della
copioso, diede nome al villaggio. Nel Capi- citt di Siracusa, detta a buon dritto munitis-
brevio di Barbera si fa menzione del feu sima da Plutarco, bellissima, vastissima, di
do Machinese presso Sulera, essere stato visa da un muro dalle altre, Tica cio e Nea-
di drillo verso il 1330 di Giovanni Loarria, poli, quali Diodoro nomina come sobborghi,
da cui pass alla figlia Marina moglie di e dall'isola, ossia Orligia per un angusto
Santoro del Castello: succeduto poi al Ca stretto di mare reso come un istmo da un
stello Antonio Spatafora nel 1*08, pass ponte e da argini. Tullio contro Verr. Ci ha
quindi ai figli che rinvengo nel 1516 signori un'altra citt in Siracusa, cui nome Aero
del Machinese; compresselo tempo dopo dina; dote un estesissimo foro, bellissimi
Francesco Abarca e lasciollo alla figlia portici, un ben collo collegio, amplissima
Francesca unila in matrimonio a Pietro curia ed il famoso tempio di Giove Olim
Oliveri, quale per varii onori rifulse, Pre pico; le altre parli della citt tagliate da
sidente del Regio Erario nel 1675, elevalo larga ed estesa via e da molle diagonali,
al supremo posto del Consiglio Italico, mo contengono edifizii privali. Fu in prima
r in Madrid lasciato il figliuolo Michele unila ad Ortigia e popolosa, poscia abban
che fu nominato il primo, Duca diAcquavi- donala a poco a poco dopo i tempi di Au
va; nacque Pietro da lui e da Rosaria Pilo dei gusto al declinar dell'impero, distrulla fi*
Marchesi di Marineo, che gener France nulmcnle dai Saraceni. Strabonc lib. 6,
sco con Caterina Gisulfo, oggi marito di Maltrattata fra le altre ai nostri giorni
Rosalia Migliaccio: gli si compete il dritto Pompeo, Siracusa, mandarvi Augusto una
di armi ma non ha luogo nel Parlamento. colonia , rislaur gran parte dell' antica
Un legato del Vescovo presiede al Clero struttura; costava un tempo Siracusa di
ed esercita drilli parrocchiali nella Chiesa cinque citt, ricinta d'un muro della lun
maggiore sacra alla Madonna SS., la di cui ghezza di 1800 sladii; n slima aver po
festa, come di primaria protettrice, celebrano
gli abitanti nella terza domenica di settem li) Oggi Acqnaviva un comune in provincia
bre ; il loro numero nel 1613 fu di 549 distretto diocesi di Caltanissetla , circondario di
Mossomeli da cui dista 2 miglia e 26 dalla prima.
Il suo territorio componesi di salme 813,628: 4,520
conila villa; ne il sito sommamente delizioso e in giardini, 1,311 in orti semplici, 0,032 in can
sovraneggia sul mare, oggi di propriet di Ferdi neti, 13,871 in seminatorii alberati, 623,646 in
nando Morroy Principe di S. Giuseppe, Pandolflna seminatori! semplici, 76,816 in pascoli, 4,855 in
e Belmonle per dritto di moglie. Fa menzione oliveli, 11,490 in vigneti alberali, 27,888 in vi
l'eruditissimo Scavo di un sale catartico trovato gneti semplici, 2,927 in ficheti d'India, 15,049 in
in un'acqua che scaturisce da una apertura a mandorleti, 1,735 in pistacchieti, 29,382 in terreni
pochi passi da quel fabbricalo in un masso del improduttivi, 8,106 in suoli di case. Alla distanza
Pellegrino, appellata da ci dal volgo Palermitano d'un miglio dall'abitato nota l'Ortolani Di*. Ceog.
Acqua di la Macca; sembra della slessa natura di esservi una miniera di salgemma di cui si fa uso
quella detta dagl'Italiani delle Capanne in Noce- con gran profitto, nel salare principalmente. Con
ra, e Tu da gran tempo encomiata dai medici co tava nell'anno 1798, t953 abitanti, che erausi dimi
me un farmaco alle pi gravi malattie. nuiti nel 1831 a 1642 e nel fine del 1852 a 1513.
53

AC sta due miglia il fiume


AC Anapo , potersi in

tuto Augusto abbellire una citt di s gran


circuito, ma aver assegnato soltanto alla una notte far il viaggio da Acrilla a Sira
parte abitala presso l'isola Orligia un nu cusa, da cui non lungi colloca altronde Ste
mero maggiore di bracciaper elegantemen fano la prima, e sappiamo non disiar mollo
te compire la parte di tal circuito di mu Palazzolo dalle fonti dell'Anapo; non a ragio
ra, da potere entro rinchiudercisi quello ne dunque afferma il Cluverio,mal contentan
d'una citt molto grand* . Orligia congiun- do Livio, avere errato Fazello nello stabilire
gesi al continente con un ponte; dunque Acre verso Palazzolo. Plutarco poi narran
ai tempi di Augusto questa parte sola cio do il viaggio di Dione da Agrigento verso
YAcradina era abitata, che egli forni d'una Siracusa, dice aver posto il campo presso
colonia. Verso la mela del vii secolo l'Im Agras , e toltolo poi noltempo , e venuto
peratore Costante stabili la sua diinora in all' Anapo lontano dieci stadii da Siracusa,
Siracusa, ed certo in quella parte; da aver quivi salutalo l'alba nascente; le foci
allora affermo essere Acradina a lungo esi di quel fiume ne distano per fermo altret
stita, a poco a poco essersi spopolala sotto tanti. Pu un esercito, a sentimento di Clu
i Saraceni, poi del tutto abbandonala e 0- verio, percorrere in una notte lo spazio di
nalmenle spiantata. circa 24 m. tra Palazzolo e Siracusa, don
Acre. Lat. Acrae. Sic. Acri (V. N.) An de a buon drillo riprendesi di tale errore
tica citt in Greco AKPAi, della di cui gente il Fazello, che stabilisce Acre presso Palaz
il nome Aerea, da Plinio Iib. 3, cap. 8 in zolo, dai due argomenti addotti da Livio e
conio latino Acrese. Variano circa il sito da Plutarco, in convento di Cisterciesi fi
Geografi , tutti per la collocano in un nalmente porla il nome dell'Arco non del
luogo eminente, come suona lo stesso no l'Ama come disse Cluverio, dove si ha
me, il che indica Silio in quel verso lib. 14. qualche vestigio dell'antico nome di Acre.
Dubita Cluverio essere siala dove oggi Chia
N i Tapsi, o qoei delle aerose rupi
Mancami) d'Acre... ramente , quasi che la voce Acramonte si
sia corrollamcnle cambiata in Chiaramontc;
Cluverio tra Noto ed Avola al convento dista per quella torre pi di 30 miglia
di S. Ilaria dell'Arco, Arezio dove era Chia da Siracusa, cos appellala dai borgomastri
ramente, Fazcllo presso Palazzolo; prende Chiaramonlani ; e rimanendo oggi presso
questi due argomenti da Livio e da Plutar Palazzolo il vocabolo Acramonte, il Fazel
co: Livio descrivendo il viaggio d'Ippocrate lo apertamente abbraccia la congettura di
capitano dei Siracusani nota aver con 10000 Arezio.
pedoni e 5000 cavalieri fermato nollcmpo Notando Stefano molte Acri , la terza ,
il campo presso Acrilla, e ritornalo coi suoi scrive , opera dei Siracusani. Tucidide
Marcello da Agrigento e rinvenuti scompi nel lib. vi, Acre, dice, e Casmene furono
gliati e dispersi i Siracusani in piantar gli fabbricale dai Siracusani; Acre 0 anni
accampamenti e molli incrini , fug con dopo Siracusa , Casmene 20 quasi dopo
Ippocrate la cavalleria insino ad Acre. Ri Acre. noto gi aver Siracusa cominciato,
tornando poi Marcello in Siracusa, pose il nell'anno n della xi Olimpiade, a popo
campo Ippocrate a due miglia presso il fiu larsi di Corinzi!; fu dunque Acre costruita
me Anapo con Imilcone condottiero dei Car nell'anno iv della xxviu Olimpiade, 665
taginesi: tutto il che ci abbiamo da Livio. Dal anni prima di Cristo. Dalle tavole dell'Iti
sin qui detto pu ricavarsi , essere stala nerario romano ricavasi; da Ibla 24, dalle
Acrilla uon lungi da Acre, distare da que- Acri 18, da Siracusa 24 dislare. Trovasi ne-
54
gli elogi (li Diodoro,ACavere i Romani per AD
di cui sotto Federico II era signore Fran
messo a Geronc , di ritener sotto il tuo im cesco Mangiavacca Milite Messinese.
pero e i Siracusani e le citt loro soggette Attorno. Lat. Adranum. Sic. Adorn
Acre, Leonzio, Megara, Eloro, Dolo, Taor (V. D.) V. Adrano.
mina. Adracno. Lat. Adragnum. Sic. Alragnu
Ecco quanto scritto di Acre: ma ascol (V. M.) Casale Saracenico non lungi da Sam
tiamo il Fazello che parlando della terra buca , poi abitato dai Cristiani e concesso
Busccmi di nome recente, dove ripone la con
Morreale;
altri da
concediamo
Guglielmoe IIdoniamo,
al Monastero
sono pa'<
sorgente del fiume Anapo di Siracusa, sog
giunge esser Palazzolo a due miglia di l; role del rea! diploma, Palermo 1185, alla
detto un tempo Acre dai Siracusani, co chiesa medesima, i casali di Giuliana, Co
struito sul fiore dei loro tempi: ne rima mico , Adragno , Lasabuca e Senure con
ne un vestigio al convento dei minori di tulli i loro tenimenli, pertinenze e cappel
S. Maria di Ges, che dicesi ancora Aere- le. Dal beneficio dell'Arcivescovo di Morreale
monte e corrispondendo all'autorit, pre pass alle signorie secolari; quindi se 1' ebbe
senta una distanza con Siracusa di 2f mi Eleonora figlia dell'infante Giovanni ed il
glia. Checch dei rimasugli di Acre, dove suo erede Giovanni di Luna (V. Sambuca).
di Palazzolo. Afferma Cluverio avere Adrone mentovato
Aerina. Lai. Acrilla (V. N.) V. Accilla. da Diodoro in questo spazio di terre, ce
ai- riniia. Lat. Acristia (V. M.) Villaggio duto il luogo ad Adragno, detto deserto
fabbricato sopra rupi eminenti, oggi deserto, dal Fazello e superstite solo per noir
non lungi da Giuliana e Chiusa: Fazello (licc e ruine.
io spiantato e dalle sue rovine accresciuto Adrano. Lat. Adranus flurius. Sic. Adr.
llurgio. Francesco Venlimiglia possedeva nu (V. D.) Vengono cos appellale le vene
nel 1320 il castello di Crislia, secondo i regii di acqua che sgorgano copiose sotto la citt
libri; nel 1408 apparteneva agli eredi di dello stesso nome e sboccano nel Simcto;
Nicola di Peralta conte di Chiusa, Gir'ir.- due principalmente meritano di essere com
na e Bivona. Dubita Cluverio essere slata mondate, l'uria nominala eli iara. nera l'altra,
l'antica Scirtea di cui a suo luogo: non lun poich limpide d la prima le sue acque,
gi da Triocala verso Settentrione un vil torbide la seconda. Per falsa persuasione
laggio deserto, volgarmente Acristia, che credono alcuni essere i fonti Delli o Pan
si per la vicinanza che per una certa somi cini, poich Adrano, Dio del superstizioso
glianza di nome sembra siasi l'antica Scir gentilesimo, diecsi dall'antico Esichio padre
tea. Egli crede bens esserle stata un tempo dei Palici, dei quali, alcuni stabiliscono la
vicina Crasto citt (1). favola presso il Simelo; n mancan di co
Acuta. Lat. Acuta. Sic. Pizzuta (V. N.) loro che affermano venir qucslo, sotto il no
Piramide al Pachino, di l dal fiume Assi- me dell' Adrano, che in questa eia nostra
naro volgarmente Falconara. scorre nei confini di Adorn, e la barchetta
pel suo tragitto prenderne il nome.
AD Adrano. Lat. Adranum. Sic. Adorn
(V. D.) Popolosa e ricca cill con titolo di
Aderitile. Lat. Adernitis. Sic. Adorniti Con Indo, di antica origine, rammentata da
(V. M.) Un tempo casale di Val di Mazzera, Diodoro, Plutarco, IS'infodoro, Eliano, Livio e
Plinio; Adranum dai Greci, come anche da
1 Credeti da alenai esser sorta tra Bisacquino
e Sambuca.
molti Latini; e dai scrittori del basso tempo
55
AD AD

Adirino,
il monto Etna
dai Siciliani
nei colliAdern.
sopra ilSorge
Sinodo
solloa Adrano, ma l'attuale citt credesi solle
varsi in un pi largo spazio; fior al certo
Sud-Ovesl, fu costruita secondo Diodoro non ultima tra le altre. Poich narra Dio
lib. 13 da Dionisio tiranno di Siracusa: Dio doro l'assalto dato dai Romani ad Adrano
nisio, scrive, fabbric una citt sullo stes e Macella, nota come scrive Cluverio d'un
so monte Etna, detta da lui Adrano da altro Adrano nella valle di Mazzara. Silio
un famoso tempio. Esser fiorita prima di del resto lib. iv enumera gli Adranili tra
Dionisio col nome di Inessa sotto l'Etna, quei popoli nostri, che soccorsero il console
poco si accorda colla storia; sorgeva Inessa Marcello; e Plinio tra quei del centro; mol
sin prima di Gerone vero, ma il suo silo ri to illustri finalmente addimoslranli le mo
pongo altrove. Risponde la fondazione di nde con l'epigrafe AAPANIJIN, dove da una
Adrano
Olimpiade,
sotto400
Dionisio
anni nel
prima
primo
di anno
Cristo.
della
Fa xcv
poi parte si scorge un'Aquila che dilania col
rostro e le unghie un lepre, dal di dietro
menzione Plutarco, nella vita di Timoleontc, un cancro cui sottogiace un pesce; se ne
del tempio di Adrano che diede nome alla ha poi di altre in cui si osserva il capo di
citt: abitavano gli Adranili una terra Apollo o di Adrano con una lira ed il
piccola vero , ma consacrala al Dio motto AAPANitan. Sorgeva al tempo dei
Adrano teneralo in tutta Sicilia. Kliano Saraceni , come costa da una pietra non
degli Anim. lib. 2, cap. 20 : ci ha in Si lungi dalla chiesa di S. Domenico segnala
cilia, dice Ninfodoro, la citt di Adra di caratteri arabi, di cui si ha interpreta
no, dor sorge un tempio al Fum indi zione appo il Pirri. Non ignobile fioriva sot
geno, che afferma magnifico; ma vedre to i principi Normanni, e spesso viene en
mo altrove cosa dicono del Dio , quan comiata Adelasia Contessa del luogo, nipote
tunque famigerato, propizio, secondo ai del
alloraconte
fabbricata
Ruggieroquella
; dicono
torreessere
gigantesca
siala
supplichevoli. Pi di 1000 cani vagolavano
intorno al tempio nutriti dai sacerdoti , a che occorre di tutte la prima nella de
ravviar coloro che pellegrinassero religiosi scrizione di Adem; quadrilatera, ele
al Nume, fugar coi latrati e coi denti i vasi a 300 cubili , munita di esteso ba
profanatori, i ladroni, ed accompagnar not- stione con un ponte; le basse interne ca
tempo i devoli alle case loro ; notizia di mere erano destinale ai malfattori, i piani
Elcino. Adrano quell'eroe per vero, da superiori a Ir ordini presentavano un gior
cai , secondo Hacrobio , ammoniti i Sicoli no sale magnifiche; oggi per pi non so
della divina risposta dei Palici, offrirono un no in istato di potere abitarsi. Non distan
sacrifizio. Riportata Timoleone vittoria con te dalla torre il tempio principale verso
tro Icele , sacrific nel tempio secondo il Occidente dedicato a Maria Assunta, ampio,
costume della gente, poich i cittadini presi decentissimo, che da pochi anni minaccian
d'orrore veduto Adrano bagnato di sudore do ruina fu in forma pi solida ristaurato
squassare un arme, a Timoleone il rac con nave ed assidi ; l' unico Parrocchiale,
contarono nell'entrare in citt, e tentando adorno di un Collegio Canonico stabilito ver
due sicari mandati da Icele sotto spoglie so il 1C90 per ordine del Vescovo di Catania
di contadini insidiare la vita del Corinzio e Diocesano, poi confermalo nel 1706 dal
addetto ai sacrifizii, vennero presi, e dopo l'autorit del Romano Pontefice, al di cui
avere svelato la trama furon, secondo Plu Preposito e Dignit, come diconsi, si attri
tarco nelle storie, rilasciati liberi. buiscono le cariche di Parroco ; nella piaz
Presso quel tempio sorgeva un giorno za dinanzi il tempio larga e spaziosa, sorge
50
AD AD

il Pretorio Civile dove esercitano il drillo bo dei frali Predicatori sollo titolo del SS.
della
i Magistrati
citt sie hanno
i Consultori.
le loro Chiese
Le altre
cheparli
di Rosario, 30 anni prima stabilito al di fuori
nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, quale
cono filiali, dove amministransi i Sacramenti Adelasia aveva assegnato con le terre d'intor
a comodo degli abitanti, delle quali la prin no alla Chiesa di Catania. Nella parte occiden
cipale sul centro quella di S. Pietro pa tale abitano i Minori Osservanti un ampio
trono del paese, bella per l'eleganza del convento fabbricato, testimonio Uvadingo, dal
l' edificio e gl'interni ornati ; ne magni R. Matteo di Girgenli. sebbene scriva il Pirri
fica la cappella del S. Apostolo ; sono de averlo la Contessa Adelasia onoralo dei suoi
corati gli Altari di antiche nobili pitture del auspicii sotto nome di S. .Maria di Ges
famoso Zoppo di Gangi ; una solenne festa nel 1466, dopo la morte del Santo; vi ha
vi si celebra con gran pompa e fiere il di un Collegio generale di studii dell'ordine,
primo di agosto. Nell'altra parte, ossia la dopo quel di Messina sommesso al Ministro
terza, amministra i Sacramenti la Chiesa del Generale, che ne assegna i professori; segn
SS. Salvatore, anch'essa maestosa, e posta il tempio dell'olio sacro, giusta il co
verso Oriente, presso alla quale al giorno stume della Chiesa, Ludovico Contri/eri Ve
d'oggi la casa degli Esercizii spirituali; scovo di Cartagine nel 1312, e d' insigni re
la quarta detta di S. Leonardo Vescovo, ver liquie l'adorn, del legno della S. Croce,
so Nord-Est. Oltre di queste merita at delle Spine della corona di N. Signore; vi
tenzione , la Chiesa di S. Maria della Ca inorila finalmente attenzione un simulacro
tena, elegantemente costruita a pubbliche della Vergine sotto titolo di Monserralo in
spese e convenientemente dotata, dove ogni devota cappella, adoralo dal popolo pei be-
anno ai 5 di agosto con gaudio universale befizii ricevuti. Alla parte opposta cio ad
degli abitanti, sciolgonsi i voli a Maria co Oriente adornalo il Convento dei frati di S.
me a Patrona; non che quella di S. Nicola Agostino, dalla Chiesa di S. Maria Annunzia
Anacoreta cittadino di Adern , fabbricata ta, il quale prosper dal 1424 fuori le mura,
come fama nel luogo stesso dove nacque; collocato nel 1585 entro il paese dove ri
sono 12 le altre minori colle confraternite. mane finora. A 300 passi in questa parte
Trai Monasteri di donne viene il primo stessa il Convento dei Cappuccini fabbri
quello di S. Lucia V. e M. fondato fuori cato nel 1605 a pubbliche spese sotto gli
il paese dalla contessa Adelasia nel USO, auspicii di Maria Immacolata; occorre il pri
impinguatosi largamente di beni e di ren mo in sulla via. Fissarono di recente nel
dite; videro i nostri maggiori parte della 1738 cio, la loro sede in Adern i Chierici
comunit condotta in Catania a slabilirvisi Regolari delle Scuole Pie, per dote del Ba
sotto il titolo della stessa Santa ; restano rone Pietro Spedalicri , e gli aumenti del
nel territorio di Adrano ruderi del Mona censo di Pielro Costa Cianlro della Chiesa,
stero e della Chiesa, consacrata nel 1159 perch provvedesse allo studio ed alla cul
dall'Arcivescovo di Bari , poich trasferito tura degli abitanti; pi i Renedcttini di S.
nel 159C nel piano delle Rose alla parte Lucia, ed al lato aquilonare del fianco mag
australe del paese, quivi sorge magnifico; giore il Cenobio delle Vergini di S. Chiara,
occupa il mezzo la Chiesa, ed ai fianchi da decentemente stabilito a spese di Pielro
Oriento ad Occaso slendonsi in un lungo ed Agata Bruno ; non lungi il Collegio
spazio entrambi gli edifizii, attirandosi l'am delle Vergini povere sotto la cura delle Mo
mirazione dei forestieri. Quasi nel centro nache di S. Teresa, fondalo rimpelto la tor
del paese elevasi dall'anno 1S93 il ceno- re nel 1693; e l'Ospedale finalmente dove
57
AD AD

la compagnia dei Bianchi sollecita dei ma dell'altra. Degna inoltre da vedersi, come
lati o dei pellegrini ne intende ad opere aulico monumento, la citt o il luogo difeso
di carit. Tali pubblici edifuii non volgare dagli Schiavi verso Occidente, poco prima
maest conciliano al paese , ma anche le il passaggio del Simelo. dove un pon
private case civili ne sono di principale or te di pietra dello di Carcaci dal villaggio
namento, di eleganza e grandezza non man vicino ; di dugenlo passi di circuito ,
cando. Il sito di Adern lievemente de difesa d' una fossa scavata tra i massi del
clive , disposte con ottimo ordine sono le l' Etna, dagli altri lati munita d'un mu
vie e le piazze, talch non l'ultimo luogo ro levato della pietra slessa senza opera
tiene nelle citt dell' interno. Quattro perso di calce; coli' artifizio e l'industria mede
naggi oltre il Proconservatore oggi ne com sima sono compattati i tugurii, di che den
pongono il magistrato civile ; un tempo lo tro ogni parte della fossa occorrono dei
Stratego e Prefetto del Castello giudicava frammenti di tegole : moslrer altrove do
dei delitti, cui oggi furono sostituiti il vol ver questi ruderi attribuirsi ai tempi della
garmente Capitano, i suoi Giudici, i Mini guerra Servile, parlando di Paterno, nel di
stri, gli Apparitoli. cui territorio rimane non dissimile vestigio
La milizia urbana o indigena va soggetta di quell'et. Non qui a lacere dell'antica
ai dritti del Prefetto di Argir e costa di Chiesa dedicala a S. Domenica nello stesso
78 fanti, e 9 cavalli; ma custodiscono gli territorio, nel campo Policello, memorala da
Adranili il vessillo della legione. Ne lo Adclasia nel diploma, in cui segn le terre
stemma la figura del falso Nume Adrano ad uso delle monache S. Lucia, di che do
coli' asta, e carico di armi. Registraronsi nel n il monastero nel 1150; credesi esservi
secolo xvi 800 case, 6438 anime colle ter rimasta un' antica memoria della supersti
re vicine di Biancavilla e Centorbi; nell'an ziosa religione, consacrala alle Muso, per
no 1652 1127 abitazioni, 5933 abitanti, nel meile appellasi il luogo Yallc della Musa:
1712 case 1520, 5191 cittadini, ed ultima anche meritevole di ricordanza l' anti
mente 7325. Si appartiene la citt alla co- ca Chiesa dell' Annunziata abitata in pri
marca di Randazzo. ma dagli Agostiniani: rimangono colossa
L' esleso territorio verso le montuose fal li avanzi di antico edilzio , creduli dai
de del Mongibello, comprende non poco spa paesani d' un tempio di Marte ; finalmente
zio d'un bosco che volge ad Occidente, dove S. Maria del Rovere Grosso, monastero un
beri
sono altissimi
in gran edcopia
annosi,
pinctitalch
, querceti
di grandi
, al- tempo, sotto titolo di Priorato, dell' ordine
di S. Bcnedetlo, oggi annesso a quel di Li-
seghe mosse dalla forza delle acque ado- codia del medesimo istillilo. Non lungi af
pransi a tagliarli, a comodo della circostante fermasi rimaner vestigia di magnifico edi
contrada , o campi piantali a vigne ed al lzio, del tempio di Vulcano nell'Etna cio,
beri fruttiferi , e lietissime pasture ; ingol nominato dagli scrittori.
fandosi poi il territorio alle radici del monte, Lessi nelle tavole Sicole presso Guaite-
abbraccia le rive del Simelo, abbondante in rio: Porticcllum xn stadi in ab Hadrano,
oliveti, biade, ortaggi, e ricco in acque pro rupi incisa ad scaturiginem: Ceamadiaeus.
duce buonissime messi, corrispondendo al Phesinus. Poulcnus. Lalus. Raiphus. Pius
sudor dell'agricoltore. Biancavilla e Centor Hadranum Comitato* Domini Ducis Mon
bi si spellano alla giurisdizione di Adrano, ti Alti: Camislralus. Rulori. F. Mcucus
entrambe non di poca celebrit: diremo Chischytos, Clirisoli F. Ed il Pirri che par
della prima in Val Noto, a suo luogo ora lando della sudetla Chiesa di S. Domenica
8
58

AD AD

c di Policcllo , hi su nera pietra, gerire, tasi in nozze a Rinaldo Avcncllo


queste Saraccniche toci si leggono Ialina Adamo e Matilde: prese a moglie
mente: Quivi su questo luogo avvenne giero
la figlia
ad del
erede
R. Be
delBuggiero,
Contado ed
, che
eb
la morte di Albugazaro Principe dei Sa
raceni. sente alla inaugurazione del Re Gu
Sorsero da Adrano uomini famosi: il B. e cognominossi Conte di Aquila e
Kiccola Politi clic trasse i suoi giorni in un nello; fu bens Direttore dei fond
eremo vicino lcara, la cui vita piena di Campania, e Conte di Polrzzi in Sicili
virtl c di prodigi e la santissima morte di cui morte nel 1183 Gualtieri
descritta in un libro estratto dagli atti del Conte, e nei primi tempi degli Ara
medesimo, e presso il Gactani: Giuseppe del Pietro Luca Pellegrino, alla di cui
l'Ordine dei Cappuccini, come dicesi lai congiuntosi in matrimonio Matteo Sei
co , che destinato per molli anni alla cerca divenne Signore di Cenlorbi e di Ac
dei viveri pei frati, rifulse per innoccenza e e si ebbe dal Bc le insegne di Coni
candidezza di vita; addetto all'orazione, in principei registri
condo di Chiusa,
di Federico
Sclafnni, II;
Ciminn;
e si
tento a domar di continuo la carne coi di
giuni, le veglie, il cilicio, i flagelli, si con due
cisa, figlie
e Beatrice
dalle due
Calvello,
mogli Bartolomeo
Luigia unii
serv intatto da ogni macchia ; trasferitosi
dal Convento di Castrorealc, dove lungo tem Guglielmo Peralta, e Margherita a M
po era vissuto, a S. Lucia, quivi spir l'a Moncada; morendo poi di peste, disse
nima sua nel 1718: Anna del Ite donna re sta, erede dei beni al di qua dal ti
ligiosissima, professa dell'istituto dei Mino Salso , quella al di l. Matteo Monca
ri, eccellente in purit di costumi, le di cui divenuto perci Conte di Adrano, inn
azioni pubblic Francesco Mosca; ed Anna in Palermo un magnifico palazzo nel 1
Pietrasanta delle Cappuccine, vergine per ed altri eleganti fabbricali; succcssegl
spicua per piet, del di cui spirito Francesco figlio Antonio partorito da Allegranza Ab;
medesimo si piacque. Fiorirono poi per dopo alcuni mesi dalla morie del pad
iscienze in Adrano: Agostino Pignatclli cele divenne nemico al Be Martino , ma j
bre oratore in Italia: Pellegrino Scanaglia, e riavuto in grazia, fu nel 1408 noveralo t
Fulgenzio Pecorella eccellenti nelle sacre Principi; morendo senza figli dopo cinq
scienze, nell'arte del pergamo e nell'eser vanni,
anni,
do, poilasci
nato
Siniscalco,
dal
Conte
fratello
per
Cancelliere
suo
Guglielmo
tcslamenlo
e Gran
Raimo,
Gii
Ci
cizio di cariche primarie, egregiamente esal
tati da Bonaventura Attardi Agostiniano ;
bens Iodato il Pellegrino dal Mongitorc , slizicre; successegli Guglielmo Raimond
nella Biblioteca Sicula: il Sac. Giuseppe detto Conte di Adcrn, e l'altro, suo figlie
Galletto coltivatore delle umane lettere e Raimondo Piero fu costituito Barone dell
della poesia, scrisse in versi sulle eruzioni jorca;
Feria,
vanni entrambi
Andrea
tocc a Sfammaler
partoriti
GuglielmoduliaSignora
Cancelliere
moglie didi Gio
Ma
de
dell'Etna, c pubblic di altri poetici lavori
enumerati dal Mongitore.
Si rammentano i Conti di Adcrn sino Begno e Vicer della Puglin, da Diana San-
dall'epoca normanna, poich si ebbe la Severino , il figlio Giovan Tommaso pro
prima quella citt Adclasia, nata da Matilde nunziato Conte nel 1461; dopo la morie
o Emma figliuola del Conte Buggicro, e da del padre promosso Giustiziere di Sicilia,
Rodolfo Signore di Monte Caveoso , rice due volle Presidente del Regno, Supremo
vendo il nome di Contessa di Adrano; uui- Comandante dell' esercito , prestantissimo
59
AD AD
essendo nelle nrmi e nelle scienze; si Adriano. Lat. Adrianum nemus. Sic.
ebbe da Raimondclla Venlimiglia Gugliel Alrianu (V. M.) Bosco tra Prizzi e Bivona,
mo Raimondo, vi di questo nome nella adattissimo al cacciare. Uccisevi una volta
famiglia , che dichiarato nel 1501 crede
del padre, non che consegui le illustri ca monasteri, nulla fuorch abbellimenti, rislauri rin
vengo di nuovo, e dico solamente d'un Collegio
riche di lui, ma le egregie virt; prese in di Maria stabilimento di pubblica beneficenza : fa
moglie l'unica figliuola di Antonio Moncada l'Autore menzione della Chiesa deISS. Salvatore che
Conte di Callanisselta, che gli partor An per la sua ampiezza e la grave architettura ser
tonio, di molli titoli decorato sotto l'Impe viva di Parrocchia, primach ne fosse stato trasfe
rito il privilegio a quella di S. Leonardo; dopo
ratore Carlo V; tenne oltre le Signorie ci i Padri della Compagnia di Ges vi unirono
poterne e materne, Paterno e Molla S. Ana la loro casa, quali nel 1772 soppressi, restarono
stasia, e vennegli partorito il figlio Fran frustranee le loro assegnazioni, vuota la casa su.
detta, finch nel 1786 vi s' introdusse il Collegio,
cesco suo successore da Giovanna Eleonora utilissimo istituto che molto influisce all'educa
De Luna, come dir parlando di Caltanis- zione delle fanciulle di qualunque condizione, che
seUa , dove rinverrai registrati i di costui vanno ad istruirsi nella morale e nelle arti dome
eredi. Oggi Conte di Adern , Antonio stiche. Merita analmente attenzione il magnifico
teatro fabbricato ad imitazione di quello di S. Car
Alvarcz di Toledo figlio di Vincenzo Duca lo in Napoli. In generale poi il paese si di molto
di Ferrandina e di Caterina di Moncada, accresciuto in estensione, non poche case vi fu
enumerati trai Signori di Callabellolta. rono in questo secolo costruite, molle bellissime
Pongono Adern a gradi xxxvn, xxx di strade tagliate, sin da quando venne a questo in
tento deputata nel 179i una amministrazione. II
lat. e xxxviii, xxv di longitudine (1). clima di Adern, per la posizione della citt, tem
perato e salubre, quantunque nel!' inverno molto
(1) Oggi un capo-circondario di seconda clas vi si patisca il freddo; ne fertilissimo il terri
se, in provincia distretto e diocesi di Catania da torio, di cui l'estensione di sai. 6522,908, cio 8,213,
cui
che dista
nel secol
21 miglia,
nostroe ba
151 segnato
da Palermo.
l'epoca
una
del citt
suo in giardini 62,147 in orli semplici, 1,703 In can
neti. 391,010 in seminatori! irrigui, 356,182 in
progresso. Oltre le Chiese notate dall'Autore, me seminatori! alberati, 1003,046 in seminatorii sem
ritano oggi attenzione, quella di S. Giuseppe do plici, 1848,210 in pascoli, 48,137 In oliveli, 278,249
tata dal Canonico D. Francesco Crinii nel 1005 , in vi gneli alberati, 53,222 in ficheti d'India, 351,873
dove si richiam l'antica confraternita sotto ti in alberi misti, 21,844 in castagneti, 280 in boscate,
tolo della buona morte, che esercita I' opera ca 1815,318 in culture miste, 3,452 in suoli di case. Vi
ritatevole di seppellire i morti poveri; vi unita ban trovato i mineralogisti dei sciorli simili a
quella di S. Nicol di Bari o del SS. Crocifisso quelli del Delfnato di Francia, ed anche della
dotata da D. Filippo Costa colle leggi medesime Mronziana solfata. Una zolfatara scoverta nel
che adott il Crimi per la sua; era piccolissima 1820 accresce la ricchezza del commercio. La po
Bel secolo xv , fu ampliata come attualmente si polazione di Adern ascendeva nel 1798 a 6623,
trova nel 1801, e d'allora sino al 1615 si vide ri nel 1831 a 10748, ed ultimamente a 12283. Sino al
sorgere come la pi bella fra quelle di nuova ar 1798 fu singolare il vestire greco delle contadine,
chitettura; meritano precipuamente attenzione gli col manto di tela bianco sino ai talloni. Cosi dai
adorni del suo stucco, lavoro di Filippo Consoli da nobili furouo per lungo tempo adottali gli abiti
Catania : quella inoltre di S.Antonio Abate bens tpagnuoli.
nobilmente adornala; non che quella di S. Filippo Rifulsero famosi in questi ultimi tempi in Ader
e Giacomo riedificata su di antiche rovine: la n in fatto di scienze : il P. Antonio Siverino
Chiesa degli Agonizzanti sotto titolo di S. Gio delle Scuole Pie, celebre Poeta ed eloquente Ora
vanni Evangelista con alcuni monumenti degli an tore; fu il fondatore della Casa delle scuole, ma
tichi Cristiani: non posso passar sotto silenzio immatura morte lo recise nel 1801 ; dei suoi com
quella di S. Nicola Politi concittadino, citata dal ponimenti si stamparono in Messina diverse ora
l'Autore, ma dopo quell'epoca riedificata a pub zioni funebri, dove si ammira la forbitezza del suo
bliche spese nel 1791 poich ne andarono diroc stile: Mario Sanfllippo e Spitaleri nato nel 1761 ,
cati ed il tetto ed il muro meridionale; taccio di egregio predicatore; fu assunto all'et di 22 anni
altre di minor conto. Intorno ai conventi ed ai alla dignit di Canonico non peraltro che pel pr-
60
AD AG

Guglielmo II Re di Sicilia un cinghiale, e Agata (s.) Lat. S. Agatha. Sic


per voto ordin vi si edificasse un mona ti (V. D.) Celebre torre di guarc
stero, che volle unito a quel di S. Giovanni parte aquilonare dell'Isola appo Ca
degli Eremiti di Palermo : scrive anzi il tuato
land,
sale
no
cerdote,
alcune
Massa,
sul
volgarmente
volte
colle
poich
casuccie,
avicino.
S.intorno
S.Filadclfo,
una
Agl;
La Chiesa
alla
torre
appe
villa
lorr
<
Pirri avervi avuto una visione.
Attrice. Lai. Adrix. Sic. Adrici (V. N.)
Citt nel territorio di Siracusa, nella di lei
giurisdizione una volta, oggi di silo incerto:
ne d notizia il solo Stefano; Adrice cill di
telare
artiglierie
le magnifiche
ad allontanare
fiere lenutevi
i piral
ogi
dei Siracusani ; il nome della gente Adri-
cina. Di essa Cluvcrio lib. 2. in
nato.
novembre con gran concorso de
Adronc. Lat. Adronus. Sic.Adronu (V.M.)
Borgo antichissimo tra Segcsta e Macella, Agata (s.) Lat. S. Agatha. Sic. *
talmente fortificato da non aver potuto espu trada
ti (V.D.)
dei Municipio
Salienti con
sopraParrocchia
Catania nell
e 1
gnarlo il brando dei Romani. Assalilo, dice
Diodoro lib. 23, per molli giorni i Romani del nome stesso. Lo appellano altri d;
i borgo Adrone e Macella, non espugnalo lenii poich vi dimora gente di tal noni
lo abbandonarono. Agaterla. Lat. Agalhcria (V. 31.)
me; collocano due pumi, dice Arezi<
AG cno Termini, verso Palermo, uno
oggi Agaleria, Teresa l'altro, che s
Agata (S.) Lat. S. Agalha. Sic. S. Ag- essere il fonte della Trabia: dunque .
ti (V. D.) Municipio di Messina verso Set leria, secondo lui, il fiume di Terr
tentrione, alla spiaggia del mare, non lungi venne anche rammentato dal Bonanno
da Faro villaggello cui si apparteneva. Vi oggi perdette allatto quel nome.
ha ai di nostri una chiesa dedicata alla Mar Agatirno. Lat. Agalhirnum. (V.D.)
tire Verginella, in cui amministransi i sa
cramenti agli abitanti, oggi 2417 di numero
dario di terza classe con una popolazione di 3
con quei di Faro (1). Usuo territorio di salme 2989,555, cio 27,5*
giardini, 4, 1 17 a canneti, 3,356 a gelseti, 6,001 a
minatori! irrigui, 9,462 a seminatori! alberati,
prio ingegno, mont i pergami delle principali 056, a seminatori! semplici, 1265,980 a pasc
citt dell'isola, fu decorato da Monsignor Deodati 36,107 ad oliveli, 1,594 a vigneti alberati, 33,94
delle insegne canonicali di Catania, dove dett le vigneti semplici, 9,300 a ficheti d'India, 1,666
sioni di eloquenza, ma nella ancor verde et di 49 castagneti, 21,071 a boscate,867,269a terreni impi
anni si mori il 3 giugno del 1810; furono le suo dullivi.
sto paeseVerso
istallalo
Sud-Est
un ed
telegrafo.
in poca distanza da qi
opere pubblicate in diversi volumi in Catania nel
1816: Antonino Sidoli coetaneo ed emulo nell'elo (1J Oggi un comune in provincia distretto
quenza e nella dottrina a) SaoGlippo; ed il P. Pie diocesi di Catania , circondario di Mascaluci;
tro Sidoti Analmente, delle Scuole Pie, professore distante da Palermo 177 m., 4 dalla rapitale dell
di poetica in quel Collegio, di spirito Monlcsco; lazione
provincia,
di 518
2 daledcapo-circondario,
un territorio di Ha
salme
una150,091
pope
ed altri di vaglia minore che anche si distinsero
e furono la gloria della patria loro. 75,732 alberati,
gneti cica in seminatori!
2,996 in flcheli
irrigui
d'India,
, 17,838
27,171
io viil
(lj una terra vicina all'Alcara de' Fusi sopran
nominala comunemente di Militelloa differirla dal alberi misti, 15,368 in boscatc, 10,875 in culturt
l' altra nella provincia di Catania detta dei Battea- miste, 0,099 in suoli di case, e 0,031 d'un pic
ti; va compresa nella provincia di Messina, di colissimo Camposanto. la terra di S. Agata
stretto e diocesi di Patti, distante 92 m. da Paler dei Batteali un ex-feudo della famiglia Massa dei
mo, 85 da Messina, 31 da Patti; ed capo-circon- Principi di Caslelfortc.
CI
AG AG

lica citt, della bens da alcuni Agalirna Agnone. Lat. Aniuni. Sic. Agnuni (V.IV.)
tdAgalirso, nella parte aquilonare dell'Isola da altri Angluno ed Agnuni. Lido nella parte
tra Alesa e Tindari. Cluverio della sua ori orientale di Sicilia, punto di traffico diLen-
gine lib. 2, cap. C, tanla, scrive, ne la lini, detto da alcuni Engio o Morganzio;
antichit, che rimontane la fondazione e l'ultima parte del seno di Catania, esten
ai tempi di Troja, ed afferma Diodoro es dendosi poscia il promontorio Tauro o vol
serne stato il fondatore, Agalirso figliuolo garmente di S. Croce dello da Cluverio i-
di Eolo. Varie sono le opinioni riguardanti fonio; ci ha una bettola, e conserva esso
il sito; falsamente pongonla alcuni a Patti, i vesligii d'un gran tempio che Federico II
come Mario, Aero, Riccioli ; altri dove sie aveva ordinato fosse eretto con gran ma
de oggi S. Filadelfio, quali not il Fazel- gnificenza ; hannovi dei colli vicini , e bo
lo, che riconosce Agatirno nel campo di S. schi attissimi a cacciare nel territorio detto
Marlino occupalo da mine di antica citt; Murgo , dove spesso quel Principe rilira-
molli verso Pilaino o Piracmone, confutali vasi da Catania a ricrear lo spirilo: solide
dal Maurolico ; ed afferma Cluverio , dalle sono le pareli del sacro edilizio, alle verso
mine di Agatirno aver preso origine S. Nord otto palmi, un poco pi verso Mez
Marco, ed opinano finalmente aver di 11 zogiorno; elegantissima ne la porla, la
trailo il nome il promontorio d'Orlando, voro gotico come dicono, dell' altezza del
quali pi sagacemente col Fazclo, parlano lato meridionale ; tre assidi che rimangono
al mio tenue giudizio, poich vi ha alle verso Oriente, stabiliscono la grandezza del
orientali sue radici un seno per le navi, tempio , quale di 250 palmi in lungo, di
ma insecuro, ed un castello di cui diremo circa 70 in largo; credesi essere rimasta im
quando del promontorio, cui congiunto il perfetta quella fabbrica per la morie di Fe
colle, conserva dei ruderi, aquedolli, matto derico, o aver egli desistito dall'opera per
ni, e molli rimasugli di antica abitazione, l'insalubrit del luogo; credono altri averlo
ed estendendo il suo vertice sulla pianura destinalo a Convento dei Cisterciesi di S.
molto ampia, detta dal Fazello di S. Mar Maria di Roccadia di Lentini, perch i mo
tino, compie un nmenissiino prospetto in naci stabiliti nell'interno, trasferissero quivi
tutto quasi il lido settentrionale. il domicilio; cos sta scritto negli annali
celebre Agatirno Ira le citt di Sicilia Cislerciesi, mancando io per di antiche
secondo Tolomeo, Strabone, Stefano, Plinio, carte non ardisco stabilire certezza di sorta.
Silio, Diodoro, Livio, Polibio ed altri; Si Agosta. Lat. Augusta. Sic. Austa (V. N.)
lio ne enumera il popolo Ira quelli che Citt marittima, nella spiaggia orientale del
soccorsero il console Marcello ; scrivono al la Sicilia con porto magnifico; fabbricata,
tri, aver dopo la prima guerra Punica tra come voce, tra Catania e Siracusa di l
sferito da Agatirno il console Levinio 4000 dal promontorio Tauro , dalle macerie di
uonni, a popolar di una nuova colonia il Megara, in un chersoneso o penisola, dal
territorio Brucio e Reggio: erano schiu l'Imperatore Augusto, rislaurala poi dall'al
ma di malfattori, banditi, debitori, rei di tro Imperatore Federico II Re di Sicilia ,
delitti capitali, e chi lussureggiavan di beni come nel dice un epigramma sulla facciata
in Agatirno , per furti e rapine ; mal sof del rcal Castello a Nord:
friva la citt una folta popolazione. V. Ca
Auguttam Divus Angustiti condidit urbem
po d' Orlando. Et tiilit ut titulo sit Veneranda suo.
Aspira. Lat. Aggrumi (V. N.) Vedi S. Teutonica Vridericus eam de prole secundus
Filippo d'Argir. Donavit populo finibue, aree, loco.
62
AG AG

Quantunque il titolo di Venerando credasi che congiunti al mille duecento, ren


venuto alla citt dagli Spagnuoli nei pi 1242; non niego intanto indicar ques
bassi tempi, e distrugger si voglia merc di il tempo quando si compi il Castel,
questa congettura non rondata sopra alcun essere avvenuta la prima rinnovazi
argomento, il testimonio di tanta antichit; Agosta nel 1229; del resto non san
gli scrittori nazionali ad onta di ci traggono divario che di 13 anni, molto lieve p
l'origine della loro patria da altri monumenti, Passiamo ora a vedere qual sia lo
poich fuori le mura a Sud dove estendesi attuale di tutta la penisola e della
una penisola, occorrono dei ruderi e di con AI sudelto muro va soggetto un fra
siderevoli rimasugli d'una citt diroccata, terra di circa un miglio di circuito, sca
qual tratto finora appellano terra antica, ma che pure si solca, dove s'innalza
affermando esservi slata prima di Federi chiesiuola sacra al N. S. Salvatore,
co II una citt molto celebre; sospetterei lungi da un fonte di acqua dolcissimi
di Megara, se ad una voce gli scrittori non si appella Claradia, dal che si osserva
ne avessero stabilito le vestigia presso le mancare
condo il Fazello.
Agosta assolutamente
Diccsi, come di
mostrai,
acqua
foci dell'Alabo ; credonla altri Gela. Distrut
ta Centorbi nel 1242, che era insorta a ri ra antica dai paesani, poich conserva
volta, ridottine in colonia gli abitanti, volle stigia di fabbricali, e spesso appresta d
l'Impcrador Federico, venissero ad abitare monete
si, lacrimatoi,
di ciascun
vasi genere
a due manichi,
e metalli vai
dii
Agosta; fabbric una fortezza sull'istmo, a-
dornolla di quattro larghissime vie rette da lini delicatamente screziati. Not l'eri
Tramontana a Mezzogiorno, ed altrettante da tissimo Mario Murena, non oscuramente
Oriente ad Occidente. Fabbric il Re Gia dicare il terreno da scavi, distinto per vi
como di Aragona, dopo scacciali i Francesi strati, essere stalo in varii tempi popola
dalla citt, un muro di difesa sul centro, Sorge la citt appresso il muro a IVor
dalla parte australe , con batterie ed una porta. dov' l'istmo ed il castello che siede
Costituiscono gli annali di Sicilia la fonda poggio elevalo nell'istmo medesimo, eret
zione di Agosta nel 1229; Neocnslro che com- nel secolo xvi secondo le norme dell'ar
pillonne la storia nel 1229, cinquanta anni, moderna; con valide fortificazioni ai quatti
scrive, or sono,daccli fabbricassi Agosta; angoli, e nel mezzo un' alta ed antica torri
se da 92 anni se ne sottraggono 50, occor con forti ripari, e bastioni ad ogni porta ;
rer il 42. Tronc un dubbio il Muratori battuto dal mare in ogni Iato, menoch ne
sul tempo dell'origine di Agosta nella pre bricato
meridionale,
secondo
che l'arti
indole
foiosamente
del suolovedesi
a guardi;
fab
fazione al medesimo Ncocaslro; poich sono
scolpili in una lapide sulla porta dell'antico del porto. Ci ha prima dell'istmo una ampia
castello della citt, questi scia pi li versi : e profonda fossa, per dove si d adito al
Bujus apex operi* ex majettate decori* le acque del mare , donde il chersoneso
Denotai Authorem Te Friderice suum. dell' isola; aggiungonsi dei ponti alle for
Tura tria detta, decerti duo, mille ducenta trahebat tezze semilunari, uno dei quali appoggialo
Tempora, post Genitum per nova jura Deum. alla porta di fuori a ino' di tanaglia, assi
Come parmi, scrive il sullodato Muratori , cura il forte ; da questo si ha l' unico in
non altro anno segna l'autore, che il 1242, gresso alla citt la di cui porta non scevra
e volendo rinchiudere nel metro con una di bastione. Nel continente ci ba per cer
circonlocuzione il quarantadue, scrisse Ire to una fossa con batterie di difesa, coperta
diecine, cio trenta, pi dieci e due, o dodici, dalla via, munita di argini e di siepe. Di-
G3
AG AG

Tidesi la citt dal castello Terso austro per mare. Nella parte interna del porlo sfesso ,
ben ampio spazio; succede il palazzo del torreggiano due ben muniti bastioni sugli
preretto, quindi un insigne convento di P. scogli.det'i volgarmente farli, ad un dei quali
Predicatori, che trac l'origine sin dalla fon nome Garsia dal Vicer Garsia di Toledo,
dazione di Agosta, fabbricato per opera del all'altro Vittoria dalla moglie di lui. La pe
B. Reginaldo compagno di S. Domenico; nisola quasi tutta circondala dal mare
ammirabile per la magnificenza: poi la gran nocchieri
che vi ha un
conoscitori
gran fondo,
di alcuni
e solocanali,
ad esperii
luo
diosa sala del Consiglio civile; il tempio
principale sacro a S. Maria dei Miracoli, ghi guadosi come diconli, dato potere
elegantissimo per mole, ordine, prospetto, prendere spiaggia. Verso Oriente, dove
cupola e svariati ornamenti ; vi attaccato il promontorio di S. Croce, incurvasi un altro
Monache
uno spedale
dell': ordine
non lungi
di S. ilBenedetto,
chiostro dello
sotto porlo appellato XifonioAe, di cui acque meno
profonde, non dissimili da quelle delle lacu
titolo di S. Caterina V. e M., fabbricato nel ne, infettano l'aria; quivi una piccola secca
f G10 colle somme del Conte Giovanni Mar di quasi un miglio di circuito della di S.
cello; verso Oriente quel dei Carmelitani, Pietro dagli abitanti. Vi si produce a ri
fondato nel 1376 nella Chiesa di S. Agata; bocco del Siile che Plinio dice: atto a con
quel dei Minori osservanti verso il 1C20, servar le carni, aspro, secco come quel
in S. Maria delle Grazie ; e quel dei Pan di Megara; ci hanno delle altre saline a
imi con l'annessa Chiesa di S. Pietro e Pao destra, donde non piccol guadagno ritrag
lo nel 1631 : stabilironsi i Minori Cappuc gono gli abitanti, poich se ne fa traffico,
cini in Agosta, nell'ultima parte della citt e per la Sicilia e per le province dell'A
dentro le mura ad Occidente, nei primor driatico. Sboccano in quel porlo quattro
di! del secolo xvn. Vi ha l'altra Parrocchia fiumi, l'Alabo Cantaro, il Marcellino, Millia
della di S. Sebastiano col suo Sacerdote, dello da Livio, quel di S. Cosmo, ed il Yha-
quale col Parroco della Chiesa maggiore ne dedn o Molinello, di quali altrove, come
intende alla cura delle anime sotto il Ve anche di Tasso altra penisola, dello scoglio
scovo di Siracusa, che delega le sue veci: Rocadia e di altri luoghi e residenze ma
a questa Parrocchia van soggette altre dicci rittime.
Chiese. Degni sono di ammirazione i ma Ritornando alla citt: ne risiede la Poli
gazzini dei Cavalieri di Malia, destinali a zia civile presso quattro Decurioni, il Sin
preparare, ed approntare i viveri alle tri daco, il Censore dei delitti, i Giudici, ma
remi, con un mulino a vento rivolto ad il Prefetto della milizia col (itolo di Gover
Oriente, in fondo alla cill presso le mura. natore ha cura degli alfa ri principali, ed a lui
Passiamo a dire del porlo. va soggetto tulio che spella la guerra : vi ha
Apresi per circa dodici miglia, laiche il cavaliere Ricevitore pel sacro ordine di
pu dirsi propriamente un seno, nel di cui Malta. Gode la citt nei pubblici registri il
ingresso sorge una torre con faro a como nome di Veneranda, e d il xxxviii volo nel
do dei naviganti, fortificala di artiglierie e Parlamento Generale del Regno; ne lo
di soldatesca, detta Aralo da Ferdinando stemma un'aquila coronata, con sotto il
di Avalos, Marchese di Piscaria, Vicer in mare sparso di monete ; sono liberi in ogni
Sicilia, e protetto da una spaziosa sirle; con modo i cittadini , per beneficenza dei Re,
giuntesi alla parte meridionale del eherso- da pagare i dazii di trasporto, le case dei
neso per un angusto trailo di cementi, ora quali eran 622 nel secolo xvi , nel susse
diroccato in qualche parlo dall'impeto del guente 1185 e gli abitanti 5040; nel 1713
G4
AG AG

le case 1836 e 76(6 gli abitanti, dall'ulti per liberalit del Re, il primogenito Mat
moFinalmente
registro 9205.
ci ha il Borgomastro, ma sen teo al Marchesato d' Agosta, che dopo sei
anni riconsegn al Re con un cambio col
za terre soggette. Oggi si spella la citt al Contado di Caltanissclta ed altre signorie.
Regio Demanio, ma un Icmpo col titolo di Rimase Agosta sullo il regale dominio sino
Contado ubbid a varii Signori: Gugliel ad Alfonso che concessela nel 1417 a Die
mo Raimondo di Montecatini) aveva sposalo, go Gomet di Sandoral , Adeletitado del
solto gli Aragonesi, Lucbina di Alagona con regno di Castella, con rescritto di Valenza;
per dote Malta e Gozo; e Federico II per ma avutosi poi da Giovanni Re di IVavarra
aversi queste isole, assegnando Agosta a il Contado De Castro nel regno di Castella
Guglielmo, se ne impossess; dal 1317 i cesse quello di Agosta donandolo col con
Montecatini si dissero Conti di Agosta ; an senso di Alfonso a Sancio di Landogna,
zi osservasi nel registro del Re sudclto, che per 5200 fiorini Aragonesi (ne vale
aversi avuto Agosta, Curcuraccio e Mclilli ciascuno nove Ieri e '/>) vendendo a Gu
quali eran del Contado : successe il figlio glielmo liellomo e ad /Inforno figlio di
a Guglielmo, del nome stesso, cui poscia lui , secondo il volere del Re , da Napoli
Matteo, che volle nel 1365, e di nuovo nel li 12 giugno del 1444. Non molto dopo
73 confermata da Federico III la mutazio Pietro di Busulduno Conservatore gene
ne. Guglielmo Raimondo III sotlentr a rale del Regno, perch non bene alie
Matteo, solto cui vennero accresciuti al Con nato, l'incorpor ai regii domimi; crealo
tado , Feria e Monte di Climatc ; quel lilli
prefello
e poco
di Agosla
di poiottenne
la stessa
la terra
Agosta
di Me-
col
famoso costui che trasferita noltcmpo di
soppiatto dalla fortezza Orsina di Catania, peso di sborsare a Pietro Bellomo ed alla
la consenziente Maria figlia di Federico III di lui moglie Giovanna, eredi di Gugliel
ed crede del Regno, alla sua di Agosta, mo 2000 once. Da Busulduno e Ferdinan
dove non senza di lei piacere orrcvolmcnte do figliuolo del Re Giovanni, pass per
ritcnnela, e cinto da duro assedio, da vendila nel 1562 a Raimondo Guglielmo
Artale Alagona ed altri Baroni di Sicilia , Monlccatino Conte di Adrano , che l'ipo
con pari scaltrezza trasport la Bcgal Don tec a Bernardo Rcquesens con la con
zella nel castello di Licata , poi in Sar ferma del Re nel 1576. Pass tosto a Gio-
degna, e finalmente nella Catalogna ad unir tan Tommaso figlio di Guglielmo , secon
la in matrimonio al Re Martino; nel 1388 do Luca Barberi, bench altrove rinvengo
per la proscrizione di Guglielmo falla dai in tale epoca Signor d' Agosta Antonio Mon-
Siciliani, Ariate Alagona assunse Agosto e lalto, che sbors il prezzo al Requesens.
lasciolla alla sua morie al figliuolo del Il Re frattanto ne concesse il dritto di ri
fratello Artale II. Dopo quattro anni ritorn compra pel contado, alla Regina Elisabet
a Guglielmo sotto Martino, da cui si ebbe ta, che vernicitelo a Guglielmo Raimondo
in dono nuovamente e Gozo e Malta, quali figliuolo di Giovan Tommaso, e signore di
tuttavia non lungo tempo dopo, secondan Adcrn, Caltanisselta, da cui Antonio,- che
do il genio del Re, rinunzi in favore di sborsati 9000 fiorini prese i dritti del porto
Artale Alagona; ribellatosi nel 1398, non e del caricatojo. Scrive Francesco Vita es
che privato della carica di Gran Giuslizic- ser passala Agosta dopo il Monlalto a Gu
ro, di tulli i beni., aborrito dai suoi, dagli glielmo Raimondo iv Conte di Caltanissclta,
altri , si mori. A preghiere dei Signori quale morendo lasci al fratello Antonio ,
successegli nei primordii del xv secolo , ed il contado di Agosla ad Antonello suo
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figliuolo, ma di letto illegittimo, che con Pagani. Nola il Pirri d'un M. Vincenzo Ba
cesse a titolo di dote nel 1472, alla figlia sto, tenuto come un secondo Angelo Car
Beatrice, sposala a Pietro di Cardona pri melitano nella sacra predicazione; fu del
monato di Ariate, Conte di Collcsano : ma l' istituto di S. Domenico, dove in ogni tem
dopo quattro anni assegnollo Pietro a Gio- po (rovinisi di celebri ingegni, che tralascio
Tan Tommaso Monlecalino, che falsamente per amor di brevit. Scrive poi il Fazcllo
crede il sullodnto Vita, Signore di Calla- guasti
intorno pat
ai danni
questasofferti
citt sin
da dal
Agosta
principio,
: molti
aisselta insieme c diAdern; pone poscia
in
mondo
serie r,sino
ed Antonio
al 1511,progenito
Guglielmo,
di poi
lui, Ilai-
ere e quando ribellatasi nel 1360 a Federi
co III per Luigi Re di Napoli fu malcon
de della paterna signoria ; a buon dritto cia dall' incendio, adeguala al suolo dai
perci ascrive ad Antonello la compra dei Siracusani ed i Calanesi; tuttavia venne
dritti del porto e dell'emporio, che diecsi poscia restituita alla primiera magnificen
effettuila prima dell'anno 40. Fu maritala za da Federico slesso : ed in questa et no
la figlia di Antonio a Giovanni Marnilo stra presa la rocca nel d 1 7 luglio del ISSI,
messinese, Conte di Congiovanni, il di cui da Sinano comandante di una flotta di
padre Tommaso Montilo ne sciolse per circa cento triremi di Solimano Re dei
50000 fiorini ogni debito, onde libero ed Turchi, tutta fu data in preda alle fiam
immune da qualunque peso, si tenne il con me : ricorda Francesco Vita essere avve
tado d' Agosta assegnato in dote al fi nuto lo sbarco del Comandante . Sinano al
glio, e nel 1516 pronunzi il giuramento promontorio del Tauro, ed il devastamento
al Re Ferdinando. Giovanni nominalo nel della cill il d 26 luglio; ripetuto una se
1519, pei drilli del padre e della moglie, conda volta sotto l'Ammiraglio Russano in
Conte di Agosta, poi ne lasci al figlio la luglio del seguente 52 , e sotto Dragutto
signoria, donde pass a Federico Staili, una terza volta nel 60. II castello dell'istmo
cui successe il figlio Andreolla, quale es reso validissimo non che per fossale, per
sendo sotlo la tutela della madre, 35000 nuove batterie dal Conte di S. Stefano Vi
scudi sborsati ai possessori Carlo d'Arago cer in Sicilia, fu sconquassalo da tremuoto
na Presidente del Regno, a nome del Re, nel 1693, e destatovisi un subilo incendio
perch si munisse l'isola contro le inva nella polveriera merc il reciproco movi
sioni dei Turchi, prese la giurisdizione di mento dei sassi, vieppi s'accrebbero le ro
Agosta e tosto la fortific; nel quale tem vine, e fu falla strage di gran numero di
po enumerata tra le citt regie, divenne cittadini, che superstiti all'eccidio della pa
una delle principali piazze forti di Sicilia. tria eranvisi rifuggili. Ristaurata a regie
Francesco Vita scrisse la storia di Ago spese, fu guastala dai Savoiardi nel 1718,
sta, e la pubblic nell' anno 1663, sotto il rintegrata indi di nuovo. Ne il silo a
titolo di Insilium ad Siculam hystoriam, xxxvn, va di latitudine, xxxvm, ivi di lon
ed il di lui fratello Onofrio molli lavori gitudine, giusta il pi recente computo dei
d ingegno diede anche alla luce, lodati da Geografi.
Antonino Mongitore nella Bibliol. Siculo, Grand ne il territorio talch eslcn-
dove rinvieni altres l'elogio di Pietro Pa desi da Oriente dal caricatojo di Lentini o
dovano dell' ordine dei Predicatori , noli- la terra di S. Calogero, alla spiaggia di Tar
zie di Domenico Friscia detto da altri Pie sia, di l dallo antico porto dei Trogili, ed
tro, pei meriti della vita e l'eccellenza della era un tempo di confine al Siracusano, al
dottrina assunto al Vescovado di Lucer dei Sorlincsc, al Lconlino; pa