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DELLA SICILIA

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J l CA>su ' Vj-t^yJt/AjUA-O
DELLA SICILIA

DI VITO AMICO y

TRADOTTO DAL LATINO E CONTINUATO SINO AI NOSTRI GIORNI

PER

GIOACC:HI3ST0 SI DMf AKZo

CIIIERICO DISTINTO DELIA REAL CAPPELLA PALATINA, CAVALIERE DEL REA!. ORDINE DI FRANCESCO I.
CUSTODE BIBLIOTECARIO DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI PALERMO

/'

SECONDA EDIZIONE .' AA

VOLUME I.

PALERMO
SALVATORE DI MARZO EDITORE FRANCESCO LAO TIPOGRAFO
VIA TOI.KDO N. 179. SALITA CBOCIFF.BI N. SO.
1858. /
L " T(~V\>tA/^J

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neon Siculum dell'abate
poich il nome di quel-
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ri sin oltre all'Alpe. Quc-
quel che ne hanno scritto

tutto al suo tempo ri-


di queste egli forma le
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i, oggi province, seguir
e sconcio si fatto ebbesi
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ma voce si appartenga,
della valle corrispon-

joca di Amico alla no


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alle opere artistiche
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liei accenna di ogni
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IL TRADUTTORE

Nel riprodurre la versione e le continuazioni al Lexicon Siculum dell'abate


Amico, superfluo sarebbe di voler mostrarne l'utilit; poich il nome di quel
l'illustre scrittore noto ormai dapertutlo, ed apprezzato il suo magnifico la
voro e sommamente ricercato in tutta Sicilia e fuori sin oltre all'Alpe. Que
sta seconda edizione ne d fermo argomento, non che quel che ne hanno scritto
diffusamente i nostri giornali, e gli esteri.
Il metodo tenuto dall'autore in ordinare il lavoro tutto al suo tempo ri
feribile. In tre valli era allora divisa la Sicilia, onde di queste egli forma le
tre parti del suo Dizionario; ma soggetta poscia ad ulteriori mutazioni sin dai
primordii del secol nostro, poich in sette valli divisa, oggi province, seguir
l'ordine antico nella versione non conveniva. Ad evitare sconcio si fatto ebbesi
cura di ridurre in una sola le tre parli, riunendone gli alfabeti. Perch inlanto
possa sapersi a qual valle, secondo l'ordine dell'autore, una voce si appartenga,
notammo in principio di ogni articolo la lettera iniziale della valle corrispon
dente (V. N.) (V. M.) (V. D.).
La lacuna di quasi un secolo inoltre, che apresi dall'epoca di Amico alla no
stra, meno interessante farebbe divenir quest'opera cotanto classica, se appo
site note non ne supplissero in qualche modo il vuoto. In esse ci siamo sfor
zati a mostrare, per quanto con mezzi particolari si potuto, lo stalo presente
dell'isola, riguardo alla partizione amministrativa e giudiziaria, alle istituzioni
di beneficenza di ogni genere, ai monumenti sacri e civili, alle opere artistiche
antiche e moderne sparse qui dovunque in gran copia, poich la Sicilia da
considerarsi come un maraviglioso museo che i fasti artistici accenna di ogni
epoca. Se vi siamo riesciti rimane ai prudenti leggitori il giudizio, i quali pur
troppo han compatito la nostra et giovanile, e le deboli forze.
Non sapremmo intanlo incominciar la stampa senza sdebitarci verso chi pi
da presso ci porse un aiuto di quella gratitudine che pesa sul cuore non pro
fessata , e professala si soavissima. Si deve adunque alla solerte Direzione
Centrale di Statistica per la Sicilia tutto che spelta a notizie topografo-stati
stiche; ed in speziai guisa a Gaetano Vanneschi, illustre cultore tra noi delle
scienze sociali. Per tutto che poi riguarda notizie catastali al signor marchese
Vincenzo Mortillaro per ingegno e dottrina prestantissimo. Al padre Narbone
della compagnia di Ges per la sua Bibliografa di Sicilia, uomo in cui la pro
fondit delle conoscenze non scompagnata dalla ricchezza della erudizione ;
ad amici cari per ogni verso che arricchirci di necessarie cognizioni premu
rosamente curarono.
VITA DELL' AUTORE

Fra' nomi illustri, che nel leste passalo se gazione cassinese, che sostenne per un bien
colo onorarono la Sicilia, splende giustamen nio con una esattezza e con una religiosit
te con chiara luce quello di Amico, Abate Straordinaria. La gloria letteraria, che diviene
Cassinese e R. Storiografo. passione nelle anime belle, il desiderio di es
In Catania, citt produttrice in ogni tempo sere utile alla societ, che ingenito nel cuo
di felici ingegni, nacque Vito Maria Amico il re delle persone di genio, lo indussero ad es
d 15 febbraio 1697 da Yito Amico ed Anna sere scrittore, in mezzo ad un vortice enorme
Stalella, di famiglie nobili Catanesi. Inclinato di affari gravi, nei quali lo tenevano invilup
naturalmente alla quiete ed all'applicazione, pato gl'impieghi di sommo peso che sostene
malgrado la vivacit del suo spirito, nel 1713 va, che dovevano inceppare il suo talento ed
volle vestir l'abito benedettino nel patrio mo occuparlo interamente. Con un sistema di vita
nastero, rinunziando per sempre agli agi ed tenacemente osservalo, e con economizzare
ai lusinghieri piaceri che gli offrivano le do sempre il tempo, come Plinio, egli giunse al
mestiche comodit. In mezzo alle agitazioni l'adempimento esalto di ogni impresa, alla
tumultuose che accompagnano la prima gio quale o il dovere o la propria inclinazione lo
vent, lo sviluppo delle sue facolt cammin avevano chiamalo. Non dormiva che tre o
con passo cosi rapido, che sotto la guida stes qualtr'ore al giorno, e non mangiava che una
sa della severa educazione si vide aperta in sola volta ed assai parcamente; il suo pranzo
nanzi una carriera brillante, nella quale pro era mischiato a frequenti letture, ed interrot
grediva coraggioso, spinto dalla passione di to spesso per dover notare nel registro gior
sapere
cabile che
cheloloanimava,
tormentava,
ed aiutato
dallo zelo
dall'attivit
infidi? naliero quanto egli trovava di utile e di con
facentc ai suoi studii. Essendo in patria le sue
della sua mente, dalla lucidezza del suo la- passeggiate erano per le falde dell'Etna, rac
lento e dalla saggezza della sua indole. Sono cogliendo lave ed ogni genere di prodotti di
questi i felici augurii, dei quali il mondo de quel famoso vulcano; allorch era al suo mo
cide sino dalla infanzia della nostra esistenza nastero di Mililcllo peregrinava per quei mon
morale e civile. Sobrio, prudente, severo nel ti calcarei, onde raccogliere conchiglie fossili
l'adempimento dei suoi doveri, dolce nelle ed allre spoglie dell'antico mare, di cui ne fa
sue maniere, egli acquist ogni titolo alla sti ceva anche rimessa ai dotti suoi amici d'Italia.
ma ed all'umore dei suoi monaci. Non aveva Lo sue villeggialure erano in luoghi dove po-
che 33 anni, allorch venne fallo maestro dei lea scavando ritrovare vasi greco-siculi, meda
novizii, e loro lettore nelle dottrine filosofiche glie, marmi ed altri resti di antico che potes
e teologiche. Dopo due anni gli fu addossato sero illustrare la storia siciliana e le patrie
insieme l'incarico di computista della congre antichit.
Persuaso
onore clic ogni
allo studio edgenerazione di dolli deb
ai talenti luminosi del nostro storico che la rese cos importante,
ba proporsi un doppio oggetto, quello cio die l'invitto Carlo III si compiacque ordinare
di rettificare gli errori dei secoli antecedenti, che uscisse alla luce sullo gli augusti di lui
e l'altro di aumentare la massa del sapere auspicii.
umano, che con (tasso or pi or meno celere La Sicilia, oggetto in ogni tempo della cu
si avanza sempre, egli si applic con profitto riosit delle persone di ogni nazione, man
all'uno all'altro. cava di un libro che ne indicasse dettaglia
Il Pirri aveva falla una Sicilia Sacra; ma tamente tulli i luoghi e che racchiudesse la
come sono tulle le opere che Iraltano un ar descrizione di lutti gli oggetti interessanti.
gomento la prima volto, era piena di lacune Amico fece il suo Lexicon Sicul uni Pan. vo
e d'inesattezze; il Mungitore e l'abate Amico lumi 0 in 4, J757 dove con saggia disposi
supplironoa tutto; quest'ultimo segnalamento zione l'inni quanto in Sicilia degno di ve
vi inser le milizie delle abbazie benedettine, dersi e di sapersi, quanto di pi importante
e cistercensi. avvi nella nostra storia aulica e nello sialo
L'opera cos completa ricomparve nel 4733 presente. Fu questo l'ultimo suo lavoro let
per le stampe di Venezia con la finta data di terario.
Palermo. Aveva una brama illimitata di sapere, era
La storia antica di Catania, al pari di al infaticabile; metteva nelle sue occupazioni un
cune altre citt siciliane, da vari scrittori dei ardore che sapeva comunicare a tulio ci che
due ultimi secoli era slata involta in credu lo circondava. Non era tolleralo per pompa,
lit ed in puerili invenzioni che deturpano ma per sistema, cos egli consacr sempre
sovente i migliori traili dei nostri annali. lutti i suoi averi all'utile delle scienze e dei
Amico invitalo dall'amore della palria si buoni sludii.
diede ad illustrare una delle pi belle citt L'uomo di ledere era per questo titolo suo
dell'antica e della moderna Sicilia. La Cata amico, e il giovane che volea istruirsi dive
nia illustrata in quattro grossi volumi con niva suo confidente. Egli incoraggiava tulli
tiene nei primi due la scric cronologica dei con dei mezzi reali, e fu amante sempre di
falli e degli avvenimenti della citt, nel terzo supplire ai torli che la fortuna fa spesso al ta
le iscrizioni, le medaglie, e lutti i premiabili lento ed al vero merito. Sin dalla pi tenera
monumenti di cui va essa gloriosa, nel quarto eia avendo avuto affidala la custodia della Bi
la biografia degli illustri Calanesidiogni tem blioteca del suo monastero non lasci mai di
po. Il lutto maneggiato con critica e con arricchirla di nuove opere acquistato col suo
ogni maniera di dotlrina, e d a vedere l'uo danaro , e col prezzo delle sue stampe in
mo di genio che si distingue anche nei pi iscainbio. E sua opera il Museo che esiste a
minuti dettogli. fianco dj quella Biblioteca, prezioso per molti
Era appena compiuta questa laboriosa im oggetti, e certamente uno dei migliori orna-
presa che egli ne prese un'altra. Mancava una nienli della Sicilia. Egli non solo vi radunava
storia ben fatta e generale dell'isola. Il famoso quanto trovava di bello nella natura e nelle
Giovio persuase a Roma il nostro Fazello a arli, ma ne illustrava le cose pi interessanti.
volerne essere il Livio. Le decadi de rebus Si ha una dotto memoria sua inserito negli
siculi* comparvero nel 1538, ma imperici lo, Opuscoli di autori siciliani, con la quale spie
e piene di credulit del tempo, ancorch una ga un basso-rilievo in marmo di gran valore,
delle pi belle opere che siano stole falle in che il P. Scamalla, altro illustre benedettino
Sicilia nei nostri tempi. Essa ricomparve ar Catenese, porlo da Roma e che rappresenta
richita di annotazioni, di giunte, e di un sup l'iniziazione di una fanciulla ai sacri misteri.
plemento dal 1 .'>."><; sino al 1749 in cui fu pub Gli fu eretta espressamente una cattedra di
blicala, in Ire grandi volumi, e fa cos grande storia
cui libreria
civileessendo
nella palria
stalo fallo
Universit,
Custodedella
perpe-
di
9
Ino, non solo l'accrebbe di ua'iillra, delle pi Fu compiacente ed obbligante all'eccesso.
complete che fossero a Palermo, ma destin Il suo cuore buono non si abbassava mai sino
per compre di libri lutto l'onorario clic gli alla vendetta; egli disarmava la calunnia e
era slato assegnato come custode; genero l'invidia con la beneficenza. Nel suo volto si
sit ammirabile e non mollo comune. vedeva l'uomo dabbene, e vi regnava sempre
Era di un'attivit straordinaria. Sosteneva la serenit che era nel suo cuore; e nel suo
cariche pesanti del suo ordine, studiava, pub sguardo vi si leggeva il pensiero, e vi brillava
blicava opere, manteneva un carteggio assai il genio e l'intelligenza.
grande con letterati nazionali, italiani, in II di 5 dicembre del I7G2 Tu l'ultimo di
glesi e di altrove, dai quali come un ora una cos bella vita. La mestizia fu generale,
colo veniva consultato in punii di storia si ciascheduno aveva una ragione per rattristar
ciliana. Priore per 25 anni, and reggendo si. L'immortal principe di Discari Ignazio gli
varii monasteri per l'isola, e non fu che al coni una medaglia col motto : Quem nulla
declinare dell'et che rinunciandovi, ebbe il aequaverit aelas; chiaro argomento che fu
titolo di Abate con lutle le preeminenze, co esso segnalato dall'amicizia in lacrime. Le pa
me scorgesi dal breve della S. Sede emanato trie Muse lo piansero assise meste sulle spon
nel 1757. de dell'algoso Amcnano. Fra gli scritti ine
Caro alle persone di lettere, non lo fu me dili del canonico Coco si legge una elegia
grafo
no ai con
grandi.
un Carlo
diploma
III lo
delfece
1731,
regionelislorio-
quale composta per cosi lugubre circostanza che
mestamente comincia : Hoc habilu, hoc dri
quel generoso Ite fa conoscere i sentimenti tti, serena hac fronte frequenler. A nome
di slima e di riguardo che avea per un uomo della comune patria io vengo dopo 56 anni
che tanto onorava la Sicilia. Il vicer Foglia a rendere questo debole ma giusto tributo
ri, giusto estimatore dei talenti, lo ebbe in di elogio alla memoria del mio insigne con
grande amicizia, ci che gli valse per renr cittadino, in quest'opera consacrala alla glo
dcrc dei servigi sovente assiti segnalali alla ria degli illustri siciliani estinti. (/tacco/fa
virt,
Fu socio
al merito,
dell' Accademia
ed alla umanit.
di Londra , di di Vioij rafie di Ortolani).

quasi lutle quelle d'Italia, e dejlc dolio so Ab. Francesco Fkhuaua.


ciet della nostra Isola.
DEDICA DELL'AUTOM

GIOVANNI
INTIMO
CAVALIERE FOGLIANI
COMANDANTE
ALL'ECCELLENTISSIMO
CONSIGLIERE
VICER
DELL'ORDINE
IN IN
CAPO DI S. ARAGONA
E SECRETARIO
SICILIA
DELLE
DISIGNORE
GENNARO
ARMI
DEL RE

IN PACE ED IN GUERRA
COMMENDATORE
MARCHESE
SIGNORE
RIVA,
DI PELLEGRINO,
DELL'ORDINE
DI
CARMIANO
CASTELNUOVO
E PONTE
VAL
COSTANTINIANO
MOZZOLA,
VIGOZZOLO
DALVAROLA
VICOBARONE
DI
ec. S.ec.GIORGIO

DON VITO H. AMICO E STATELLA


INDELL'ORDINE
PERENNE MONUMENTO
CON
DI S.OGNI
BENEDETTO
RISPETTO
DI SUADEI
VENERAZIONE
CASSINESI

OFFRE, DEDICA, CONSACRA.


1

tikcrllcntisBimo {frinripc

Non a te questo lavoro dirigcsi, non degli onori tuoi compone sulle prime pa
gine un serto, ad attirarsi una protezion di interesse. Toccavi appena queste Si
cilie spiagge, e la tua fama che aveva di ciascuno l'attenzione destato, per averti
il Serenissimo ed Augustissimo Carlo Re nostro affidato del suo potere la precipua
cura e scelto a parte delle fatiche sue; quella fama, io dico, che in te desiderato
sostegno alle lettere ed alle arti annunziava, talmente a tutti si f" nota sul fatto
da risplendere in certo modo ancor fra le tenebre. E mentre con sommo piacere
nelle pubbliche filosofiche assemblee assiderti, or a questa o a quella mostra di
erudizione consentire, plaudire, ora accettar ti ammirammo con viso ilare e gio
condo fiori di etrusco o latina poesia, qual opinione in noi non s'accrebbe della
tua premura verso gli ottimi studii? Chi, sebbene in estensione non pari al vero,
del tuo innato amor per le Muse e dell'ingegno in favorire le brame dei lette
rati non si avvide, non parl? Ed io, ottimo Principe, oser con preghiere spro
narti o con richieste a sorger protettore del mio comunque siasi lavoro ? Ti no
miner io in questo esile rcgaluzzo, cui spesso e spesso con non vulgare indizio
di umanit ebbi ad esortarmi a pubblicarlo , talch non solo voler esserne tu
proteggitore mi comprendeva, ma neanco se tuo lavoro sdegnarlo ? Poteva a ben
ragione prendere opporlunissima occasione al mio proposito, o dalla vetusta gloria
di una famosa nobilt, come la tua propagine dei Fogliani, o di Sforza, o di Ara
gona, che per le parentele coi grandi Prenci di Italia, per le insegne dei Re e i
generosi titoli, per le cariche supreme di Toga, di Spada, di Bacolo, per vaste
signorie , o per preclare imprese in patria o fuori giganteggia , o dalla indole
che migliore nessun altro sorti, quale manifestasti nella patria letteraria pale
stra, e che di coltivar sempre non trascuri in isceltissimi libri che congregasti con
u
somma premura quasi gemme preziose a migliore ornamento di casa tua. Non
immcritamente dalle sostenute famose legazioni in Europa, dal giusto regime della
Repubblica, dall'uso degli affari, dalla brillante esperienza nei grandi ed ardui
travagli di Corte, da una morale incorrotta, da una esimia prudenza, dalla sin
goiar benignit, che contieni in cuore ed esprimi, a cui congiungi una soave cor
tesia che tutti innamora, perch ti attiri l'ossequio e la comune benevolenza,
dalla munificenza verso i tapini e gli umili, in te i Siciliani riconoscono la de
lizia dell' universo, della umanit. Potrei di molto ancora prolungarmi, e cos
non mancare a un dovere, compiacere il mio genio, e compararti per ogni verso
a Mecenate e nell'infiammar le voglie, e nel comprimer le voci dei linguardi e
degli Aristarchi. Mi strapperebbe allor di mano la penna quella virt di che pi
vai bello, la modestia, dico, la pacatezza, la onesta moderazione; colpcrei allora
contro gli ordini tuoi, avendomi di gi comandato di astenermi dalle lodi.
Rimane or solo che tu provveda al mio bene, alla mia industria, talch col
tuo nome a fronte consegua quell'onore il mio libro di che manca nel vero. Vivi
a lungo, ed a noi, ed alla repubblica delle lettere.
Da Monreale li 13 marzo 1757.
L'AUTORE AL SUO LETTORE

Obbligalo dalla mia promessa, SGiolgo il debito. Pubblicate da un pezzo le


considerazioni e le aggiunte alle decadi sulle cose sicolc di Tommaso Fazello,
spesso rimandai al mio Dizionario Topografico di Sicilia, gi preparato pei tor
chi , avendo io stabilito che non dovesse andar disunito dalle aggiunte alla
seconda decade, ed in poche coso mancando, le quali altronde sperai fra breve
supplirvi, volli far piccola posa per compirlo, il che pur volli avvisare nella pre
fazione al Tomo HI, acciocch avesse comparso pi ricco e pi maestoso. Ivi
feci noto bens quanti prima di me mossero a descrivere la superficie della
Sicilia, ma solo registrando nomi e distanze di lerrilorii, eccettuatine i prin
cipali. Io per giudicai dovere trattarne pi in copia. Fazello, assumendo nella
prima deca quel lavoro medesimo, disse dei primarii luoghi soltanto, toccando
di volo gli altri. L'Arezio poco prima del Fazello sotto l'Imperatore Carlo rac
colse poche cose sul sito della Sicilia. Accennando il Maurolico alcuni difetti
del Fazello, trascorse rapidamente l'isola intera. N il Bonflglio, n lo stra
verio
niero solo
Domenico
si prefisse
Negrodinella
descrivere
Corografia
l'antica
dellaSicilia,
Siciliae sistimo
allargamo
potere di
appena
pi. spie
Clu-

garsi quanto a lui debba l'isola nostra; n tenue parte confesso dei suoi sludii
essermi stala utile nell'illuslrare le antiche citt. Il lavoro di Antonio Filolco
di Castiglione, scritto quasi nella slessa epoca quando il Fazello pubblic il suo,
dove descrive alienamente la Sicilia, bench degno di venir pubblicato, si ri
mane ancor nell'oscurit; nondimeno da misurarne la vaglia, come se da un' un
ghia un leone, dalla topografia dell'Etna stampata in latino. Ci rammarico
esser periti i libri sulla Sicilia di Pietro Ranzano, pi importanti che le opere
degli scrittori sovraccennati, sebbene alcuni compresi in molli tomi che rias
sumono la storia universale del mondo si conservano nella biblioteca di S. Do
menico in Palermo, che io rifrustava non senza molto piacere nelle ore di ozio.
16

Sorba il dolio Domenico Scavo, uomo ben noto al mondo letterario, il mano
scritto autografo sulla Topografia di Val di Mazzara di Giacomo Adria, dove
segnansi le nostre lerre e descrivesi l'amenit dei campi: non per intero.
Giuseppe Mazzara della Compagnia di Ges nei suoi annali prescelse da lutto il
regno la provincia indicata dal suo slesso cognome, del qual lavoro m'avvidi
pendio
nella ricca
ridotto,
Biblioteca
indicedel
di Collegio
nomi anzich
Palermitano
descrizione
: ma avendo
pu appellarsi.
lutto in breve
Tre coni-
libri

di Marco Antonio Marlines sul sito della Sicilia, compiuti in tutto, alti alle
slampe , mi ebbi comunicali dal lodato Scavo. Stretto imilalor del Fazello
di cui anche spesso usurpa le frasi, poco vi mise del suo; eJ aggiungendo i
rapporti di ciascun luogo ai punti cardinali, a mettervi un'aria di novit, in
vece di promontori! appella tre regioni della Sicilia, il Peloro, il Pachino ed
il Lilibco. Dai riferii di Camillo Camilliano e di Giovanni Venlimiglia descrisse
magnificamente Giannandrea Massa della Compagnia di Ges la spiagge di Si
cilia, ed addossandosi una immensa fatica, si propose spiegare lutto che leg-
gesi nel frontispizio di quest'opera; ma non raggiunse il suo scopo con cgualt,
poich avendo dello prolissamente di alcune cose , di moltissime non indiG
che il nome solo. Ma dimostrano palesemente i miei lavori stessi qual pro
fitto ho cavalo dagli sforzi di lui , ne usurpare oserei alcun che della gloria
di un lauto autore, che sempre per grande io l'ebbi, anzi non ricuso di con
fessare di aver seguilo le sue vestigia. Dir la cosa stessa se le mie promesse
vengon compite; poich si avr di ciascuna citt, o terra, o castello, tanto an
tichi che moderni, i nomi per dovunque usati, l'origine, il silo, gli edilzii,
le doti, i privilegii, le magistrature, il numero delle case, gli aumenti, i pi
celebri falli, la gloria dei cittadini , la ricchezza de' campi, le signorie; nel
che altrove indicai essermi stali di aiuto gli scritti dell' eruditissimo Fran
cesco Emmanuele marchese di Villabianca ; e ci che allo stato morale e fi
sico si spetta , e ci che ai limili del Dizionario sar di raccoglier convene
vole; i monasteri dipi, le torri, i monti, i boschi, i fonti, i fiumi, le pa
ludi, gli stagni, i laghi, i ponti, i seni, i lidi, le isole adiacenti, le penisole,
gli scogli, tutti finalmente i luoghi dell'Isola descritli, illustrali, accuratamente
indicato il silo, e come innanzi agli occhi collocali. Ma disconviene, o lettore,
fermarli qui a lungo sulla soglia; ten vieni all'opera, scevro di ogni pregiu
dizio, la scorri con giusto e prudente animo, memore della povert del mio
ingegno; mentre dall'ottimo Dio imploro per te ogni bene.
DIZIONARIO TOPOGRAFICO

DELLA SICILIA
DELLA SICILIA IN GENERALE
I. Del nome della Sicilia. presso i Greci ARPA vale promontorio e Ir
Omero il pi grande e rinomalo appo gli promontori ha l'isola, Trinacria la dice, il
scrittori profani appellava la Sicilia confi che ben anche osserv l' interpctre di Apol
nante all'Italia isola del Sole per la sua lonio Timeo Trinacria disse la Sicilia
fecondit, terra dei Ciclopi che ne furono perch ricinta da tre AKPA2; ma affer
i primi abitatori (Odiss. lib. 9 e 12). Tr- mano gli storici, egli soggiunge, perch
nacia poi e Trinacria la dissero i Greci, Trinaco vi esercit l'impero suo atte
Triquetra i Latini. Polibio sul principio del stano Stefano ed Euslazio ci non essere
ti libro. Dai Sicani ebbe il nome di Si slato dello dagli storici, ma dalla Sibilla.
cario quell'isola, della Trinacria. Ac Allor Trinacria si nom, che il prode
Trinaco, a quei che le tempesto alTrcna
cenna Diodoro la ragione del nome lib. 5. Inclito figlio, d cittadi e merli
L'isola dalla figura ebbe un tempo il Rendeala bella
nome di Trinacria; e pi evidentemente Alcuni, nota il sullodato Eustazio, dissero
Dionisio d' Alicarnasso lib. 1. Dicevasi ma insulsamente, appellarsi Trinacria per
Trinacria dalla figura triangolare; Plinio ch simile ad un tridente, il che riferisco
lib. 3, cap. 5. Dalla celebrit pria di anche il Cluverio. Altri ancor diconla
lutto Sicilia, Sicania da Tucidide, da molli Trinacria perch simile ad un tridente,
Trinacria , e Triquetra dalla forma del lo che discorda affatto dall' opinione de
triangolo; Solino dai Ire promontori cap. 2. gli antichi, poich la non sembra di tal
Dai tasti promontori come un triangolo figura. Dai popoli Sicani, o dal loro Re Si-
figurasi; Mela al a dei Greci comparala cano, o sia che stranieri siano stati e ve
lib. 2, cap. l.Essa ben vasta, nelle tre nuti dalla vicina Italia, o indigeni siccome
punte
dei Greci;
protendendosi,
con pi diviene
armonia
a formare
finalmente
il A presso gli antichi si dispula, ebbesi il nome
di Sicania. Gi udimmo Polibio e Plinio cui
Strabone lib. 6. Da Trinacria la dice Tri- anche si accoppia Diodoro. Dai Sicani
tiacris, ed Ovidio fast. lib. 3. cultori fu detta Sicania; e Dionisio ma
Terra che per Ire scogli al mar si stende i Sicoli tragittarono dall' Italia nell' isola
Che dalla Torma Trinacri si appella. vicina . . . allora ti dominavano i Sica
e Tzclzcs Chiliad. dalle punte dissela Tri- ni, che Sicania dal proprio nome la dis
nacride e pel medesimo oggetto Trivertice sero; ed Isidoro lib. 14, cap. VI. La Si
Licofrone; Orfeo e Pindaro Tricuspide; Non cilia fu nominata Sicania da Sicano li-
no Tricefala e Tricolle, i di cui versi sono ranno, e poi da Siculo fratello di Italo,
accennati da Cluverio; ma Stefano, perch Sicilia. Dai Sicoli popoli dunque, come gi
3
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dissi da Dionisio, fu finalmente delta Sici triangolo. Essa fra l' Italia, l'Africa e la Sar
lia, il che attenua Diodoro; finalmente, egli degna sta posta, delle quali dalla prima da
dice, dui Sicoli che qui Irariparono dal Nord ed Est disia per un angusto stretta
l' Italia Sicilia si disse. Quantunque tali un miglio e '/, 100 dall'Africa verso Sud
cose vedansi corroborale da antichi lesli- ed Ovest, 230 verso Ovest dalla Sardegna.
monii, non mancano scrittori di polso a de Ugual distanza slabilisccsi da Plinio, cio
durre altre etimologie. Bochart dei primi 12 sladii, dall' Italia, che erroneamente Tu
nella sua Geografia sacra lib. 1, Canaam, cidide trasporta sino a venti. Tolomeo e Io
dove prova essere derivati tulli i vocaboli slesso Plinio s'ingannano nello stabilire la
si di Sicilia che delle altre terre dal lin Sicilia distante 180 miglia dall'Africa, poi
guaggio fenicio; Escoi, scrive, tale presso ch in realt dal Lilibco promontorio della
gli Ebrei Botrus, come Segol pei Siri, o nostra Isola, al Mercurio dell'Africa appena
Segula, il di cui plurale Scyulcja pare Ilo- conlansi 100 m. Di nuovo Plinio abbacinalo
tris, per la qual voce verisimile averla 120 m., dice, disiar dalla Sardegna. Le tre
cdamalo Sicilia , quasi isola dei Botri, punte per tanto colle quali il Pcloro, il Pa
poich abbondantissima in vini. Mauro- chino, il Lilibeo si terminano, celebre re
lieo, Sicilire, disse, vale il secare dei La- sero la Sicilia negli antichi tempi, che come
lini, forse fu delta cosi dai Greci, perch di lei simbolo imprimevansi nelle medaglie,
congiunta un tempo al continente, da cui rappresentate da tre gambe, qual figura vol-
poscia o per tremuolo o per impeto del ma lesi detta, a denotarle, Trucelon, tutto il
re fu distaccata. che dall'interprete d'Apollonio Argonaul:
Dalla fico finalmente e dall'olio, di che lib. 4, Tzetze sopra Alessand. di Licofrone,
l'isola abbonda fanno alcuni derivare la voce Servio sull'Eneide di Virgilio lib. 1, Slra-
Sicilia, poich presso i Greci 2TKH, vale- bone lib. 6, Mela lib. 2, capo 7, Solino
fico, ed EAAIA olio, donde Sicilia. cap. 11, Plinio lib. 3, cap. 8, Capclla lib. 6
L' isola nostra conserv un tal nome : e da altri moltissimi, e da poeti si rimem
quantunque qualche volta nei bassi tempi bra ; dai quali tulli basta solo recitar le pa
anche se l'applic il regno di Napoli come role di Slrabone. Dan forma all'isola
sotto il Ponteficato di Clemente IV nel 1265; tre promontorii; il Pcloro, che coi seni,
tenendo poi la sede di Roma Gregorio XI gini
oggi sicoda
comunica
di volpe,pere colla
uno stretto;
terra deiilBeg-
Pa~
Giovanna di Napoli regina di Sicilia, e Fe
derico che ne era signore in sancir la pace chino, che volto ad oriente bagnalo dal
trai due regni vollcrli ambi appellarli Tri- mare Siculo, guarda il Peloponneso e la
imene , per la qual cosa disse Martino il via di Creta; il terzo il Lilibeo confi
regno di Napoli non di sua ragione, Sicilia nante coli' Africa alla quale rivolto verso
al d qua dal faro, e l'isola cui dominava Nord-Ovest. Non niego aver variato di pa
Sicilia al di l; acquistali Alfonso final rere gli scrittori sul sito di ciascun pro
mente ambidue i regni, si proclam Be delle montorio, u da stare allo stesso Slra
due Sicilie della quale cognominazionc usa bone, cui gran rispetto professar dobbiamo,
rono sinora i successori di lui; del che s'in come esattissimo; e Cluverio che avendo
trattiene ampiamente il prestantissimo Mon giralo diligentemente l'isola l'annot, ripro
itore nell' apparato alla Biblioteca Sicola. vando le carte della Sicilia lineate da To
lomeo ora s' appiglia ad un autore ora ad
li. Silo e figura della Sicilia. un altro, ed all'ernia con Dionisio essere il
Lilibco rivolto all'Ovest, il Pachino con Mar
Mostrai di sopra rassomigliare la Sicilia ziano e Solino a Sud-Est o verso Est che
per la sua forma il Greco a e 1' ineguale piega a Nord, il Peloro verso Nord-Est.
19
In quanlo ai fianchi dell'isola, il setten il lido settentrionale di XXXVIII, XXV min.,
trionale dal Lilibeo al Peloro, avanzandosi corrispondendo esattamente alla opinione
non pochi promontorii, l'Orientale tra il Pa di tutti i moderni. Riguardo alla longitudine
chino ed il Peloro non lievemente s'interna vi ha Ira gli scrittori maggior dissenzione,
verso il Siatelo, che sembrane il centro, deducendosi questa dalla linea del primo
ed al di l si distingue in seni e punte; meridiano, quale collocano alcuni al Pico
l'australe stendesi quasi rettamente tra il Pa di TencriFTe, altri all'isola di Ferro una del
chino ed il Lilibeo, eccetto dove o con uno le Canarie ; i primi cui mancano pur tut-
con altro breve promontorio sporge nel tavolta XI. VI minuti, computano l'estcnzio-
mare ; il lato orientale sembra come la base ne tra il grado XXX e XXIII e gli altri tra il
del triangolo, di tutti il meno esteso, gli grado XXXVI con XXX min. ed il gra
altri due i pi lunghi vengono a poco a do XXXIX ; io seguo il di costoro calcolo,
poco occupando il Tirreno e l'Africano sin il siciliano Agatino Aidonc nella sua tavola
ch presso il Lilibeo si riuniscono, quale della Sicilia va coi primi ; li guarda dal Fa-
un poco avanzandosi, la punta del triangolo zcllo intanto che servitosi di tavole antiche
non bene aguzza presenta per alcun tratto erra gravemente circa la longitudine e la
la figura d' un arco piano. Viene battuto il titudine.
lato settentrionale dal mar Tirreno o infe
riore , l' orientale dall' Adriatico e dal Jo III. Divisione della Sicilia dall'Italia.
rio o mar superiore; dall'Africano il me
ridionale , e dove tende ad occidente dal Antichi scrittori riferiscono , m' appro
Sardo che fa parte dell' inferiore ; il mare prio le parole di Diodoro al cap. 5, esser*
che corrisponde al lato orientale ed austra stala la Sicilia congiunta un tempo al
le, dicesi ben anche Siculo dalle Sicule l' Italia ma poi per la seguente cagiona
spiagge che bagna; finalmente qui, mi viene essersene divisa; laddove un angusto con
in mente, costituire il promontorio australe tinente era da ambi i tali battuto dal ma
i confini d'Europa col monte Calpe di Spa re, rolla dai flutti la terra occup l' acqua
gna, e col capo Tenere oggi Maino del Pe Reggio
quel mezzo
, qual
dalnome
che quel
poi luogo
s' attribuiva
renne detto
una
loponneso ; ed perci che io sospetto ap
pellarsi capo Passaro o Passalo, poich citt sorla molti anni dopo quel famoto
pu di l tragittarsi nell' altra parte del avvenimento; purtuttavolta soggiunge il Fa-
mondo, nell'Africa, come il Peloro dalla torre zollo con altri autori esserne stati cagione
d' ispezione dove risplendeva un faro, sorti i veementi tremuoti; t' hai presso il Cluve-
da faro il nome, ed il Lilibeo venne chia rio Ub. i, cap. 1, versi di poeti si Greci
mato capo di Marsala per la vicina citt che Latini che affermano, essere stata un
Saracenica cos detta. tempo la Trinacria parte d'Italia, la furia del
Secondo poi i Geografi che climi consi mare, o le scosse della terra averne mutato
derano, zone, paralleli, gradi di longitu il sito ed essere state soverchiale dalle onde
dine, e latitudine, la posta la prima delle le montagne; nota filosofi, storici, gramma
parli di Europa nella zona temperala Aqui tici della opinione medesima, e finalmente
lonare, Ira il Iropico del Cancro cio, ed espone del noslro Fazcllo le ragioni, che
il Polare circolo Artico; nel IV clima circa costa non esser fandonie ; egli per ade
il parallelo IX ed XI, fra il grado XXXVI rendo a Mariano Valguarnera, di cui arreca
e XXXVIII di latitudine; non convengono le non inferme congetture a provare , la
dei minuti, stanlcch da alcuni si stabilisce Sicilia essere slata sin dal principio isola
il promontorio australe di grado XXXVI ne abbraccia il sistema , ed a ci racco
min. XXIV, da altri di grado XXXVI min. XL; glie i leslimonii degli antichi , nggiungen
20
do non essere slata dctla Reggio la citt go da consultarsi sul principio della prima
dalla celebre catastrofe , ma dal promon Decade. Possidonio fra gli antichi, nota 21 6
torio 6 miglia distante dal sito, di quel no dal Pachino al LiHbco, donde al Pachino
me, come afferma il sopraccennato Diodoro 194, e 140 al Peloro che sommano 550 ni .
prima che fosse stata quella fabbricala. Tan Diodoro sul principio del lib. 6, il cir
to
parve
lo avvallamento
la longitudine
esserdello
dovette,
stretto
quanto
da coni
Scil - cuito della Sicilia, scrive, di 4360 sladiiy
poich uno dei tre lati comprende 1100
la, cio, a Lcucopctra o capo degli Amori, sladii dal Pachino al Lilibco, dal Lilibeo
ed in questo spazio sboccando al mare da al Pachino delle terre siracusane 1300,
gli anteriori gioghi degli Appennini molli stendendosi il rimanente per 1160; essen
fiumi, non inconsideratamente pu credersi do intanto lo stadio un'ottava parie di mi
le loro sorgenti e di quei bens, che scor glio, secondo il comune parere, 125 passi,
rono dalla opposta banda di Sicilia non es cio, sar secondo Diodoro il circuito del
sere slate prima di tal rivoluzione, ma le l'isola 545 miglia, ed afferma Tucidide per
scosse medesime che la Sicilia dalla Italia corrersi in otto giorni di navigazione lib. 6,
divisero averle finalmente aperto; le boc di epoca pi recente il Maurolico 1' estende
che dunque che ora si hanno i fiumi nello a 700 m., ed assegna le disianze dei luo
stretto, provano ad evidenza essere stato que ghi particolari della spiaggia marittima da
sto sin dal principio ; ma questo argomento ciascun promontorio, esattamente corrispon
del Cluvcrio che il Valguarnera per l'enor denti alle indicate dal Fazcllo, ma afferma
me attuale profondit stima Ineluttabile, al le dimensioni del circuito lerrestre non a-
tri facilmente contraddicono, stabilendo un vanzare le 600 miglia. Cluvcrio finalmente,
istinto tra la Sicilia e l'Italia dal Peloro al che per intero un anno si spazi a girar
l'opposta punta di Calabria. 11 Rircher del la Sicilia, propone in 4 tavole sentenze di
Mondo solter. lom. l.lib. 2, cap. 16, arre varii autori, notando nelle prime le distanze
cando esattissime misure dello stretto, vol di ciascun lato, e nell'ultima l' intero cir
garmente faro, al promontorio di Scilla, con cuito ; le dice vere e genuine, accuratamen
fessa aver rinvenuto un tramile di scogli, te da se stesso osservate, e conchiude, es
o un lai quale ponte nel profondo di quello ser di tutta l'isola il terrestre circuito di
abisso che preso aveva ad esplorare; con 600 m. ; avverte per che tragittando da
che non osta a credere lo sboccar dei fiu Messina per Palermo ed il Lilibeo sino a
mi, la Sicilia essere stala un tempo unita Girgenti, esser poco meno le miglia che da
all' Italia. Credono ci alcuni doversi attri Girgenli al Pachino e di l a Messina. Ec
buire ad una poesia di Eschilo : non voglio cone la IV tavola :
affermarlo con Diodoro il quale scrive : Gli Da Diodoro 545 o 542 miglia.
antichi scrittori di favole attestano essere Da Possidonio 550. Da Agrippa 618.
etala la Sicilia penisola un giorno lib. 4. Dal Corografo presso Slrabonc lib. 6, 588.
Esiodo ed Omero precessero di 4 secoli Da Tolomeo 586. Da Solino 375 o 400.
Eschilo, e descrissero per isola la Sicilia. zello
Da 634.
Isidoro 400. Da Arezio 616. Da Fa-

IV. Dimensione della Sicilia. Indicai altrove nelle note al Fazcllo quale
sia slata la cagione di tante diverse opinio
Scrive il Fazcllo costare il lato setten ni. Deducesi intanto esser pi lunga che
trionale della Sicilia di 281 m., di 193 il larga la Sicilia, correr dal Peloro al Lili
meridionale, di 160 l'orientale, l'in bco di circa 220 miglia in lunghezza, e
tiero circuito del lillorale di 634; e sog 150 nella costa orientale in larghezza, indi
giunge le peculiari distanze di ciascun luo procedendo verso l' Ovest ristringersi un
21
poco, e finalmente al Lilibco farsi angustis alcun encomii di antichi scrittori che riguar
sima. dano tale fortilil. Pindaro dunque ricca in
V. Uberto della Sicilia. armenti dice la Sicilia, pingue terreno Eu-
stazio in Omero, ostello di Cerere Ovidio,
Attesta Omero nell'Odissea essere si uber fertile terra in biade solcata la prima
tosa la Sicilia, che nei suoi campi non a- dall' aratro, e seminata Isidoro. Isola sa
rali, n anco seminati produconsi e le bifi cra a Cerere ed a Bacco Diodoro, poich
de, e gli orzi, e le viti; notammo anzi di Cerere si come abbastanza noto la Dea
sopra, dirla isola del Sole per la fecondit. delle messi : granajo di Roma Slrabone
Di ci che produce, testimonio Solino, o per lib. VI, cui consuona M. Tullio, contro Ver-
la natura del terreno o per l'industria de re il copioso granajo della Repubblica,
gli abitanti, lo che ottimamente si giudica, la nutrice, l' antico, ricolmo erario della
tutto ricchezza. Nota Plinio lib. 23, ca plebe Romana.
pii. 15, rendere la semenza in alcuni campi
agli agricoltori il centuplo di frullo, ne lo VI. Meraviglie della Sicilia.
Diega Fazcllo ; con pi di verit tuttavia la
pi ricca messe non d in qualche luogo Di tanti portenti della natura, di che per
che il trentesimo, o poco sopra il ventesi beneficio del superno Artefice del tutto, va
mo ma qualche volta avvenuto avere reso bella a preferenza delle altre parli dell'or
l'orzo il sessantesimo dippi, ed ultima be e risplcndc la notissima nostra Sicilia
mente, scrive il Maurolico, potere la Sicilia l' Etna meritamente occupa i primi posti ,
contrastar coli' Egitto di ogni terra feracissi che forse anzi di tutte le meraviglie di che
mo; e Cluvcrio molte sentenze degli antichi l'isola abbonda l'origine e l'unica ca
esponendo che esaltano la fertilit dell' iso gione. manifesta , dice Baccio sulle
lacome grand* la bellezza, esclama, e Terme lib. 7, cap. 4, la natura del fuoco
la talubril del ciel di Sicilia, cos in in Sicilia, fiamma, vapore, combustione,
quel molo , celebre la fertilit e con- fumo; e la materia, zolfo, terra grassa,
chiudc e per tale ubert di terreno fra cenere, pumice, bitume, sale, calcunto,
tante delizie crebbero i Siculi da passare vani metalli; ed i diversi effetti del fuoco
in proterbio la Sicilia mensa. Pietro secondo la materia, utilissime stufe, ac
Opmeer finalmente nella Cron. lib. 2, que calde , tiepide , fredde , e non in
quasi in nessun' altra nazione come in vene soltanto ma in fiumi interi , laghi ,
questa beatissima provincia di Europa, fonti, bagni; di s numerosi effetti una
lutto di che lu vita abbisogna pi pre la sorgente, una la causa prima, l'immensa
zioso producesi ; di biade, vino, olio, or ratri
forza per
dell'Etna
tortuose
cio,
fornaci
che nei
ovunque
profondi
diffusa
bar
taggi, lino, vesti, bestiame, cavalli, e di
metalli, oro, argento, bronzo, ferro qua comunica vapori per tutta l'isola, che a
lunque siane il consumo come attcsta Pli seconda del calorico che contengono, o
nio, in niente manc, e sempre gravida bollono nelle caverne formando delle stu
svariati liquidi e biade e succhi produs fe, o venendo alle acque ed alterandole
se. Qui al certo mi credo dovere gli Eli- formano tanti generi di bagni quanti in
tii costituirsi: di tali specie ciascuna, don tutto il mondo non sono. L'acqua cineri-
de l'uberl risulta della Sicilia, effusamente cia dunquo dei campi di Girgcnti, la puz
enumera il Fazcllo lib. 1, decad. 1, cap. 4, zolente e zolfurca del lago Palicino , la
ed io nelle note al medesimo considerai fredda, o bollente , o acida non lungi da
esattamente, anche indicatine i luoghi, don Paterno, o la piclrificanlcsi presso Sciacca
de provengono. Soggiunger qui solamente e Girgenli , la oleosa o bituminosa delle
22
terre di Girgenti, Pietra, Bivona, o di mo particolare si hanno le imagini norie (di che
lestissimo odore a Gela, o la mentovala da a suo luogo) sul lido di Messina, all'isola
Salino ntiocevole ai serpenti, ed agli uo delle Correnti, e presso i Palici nei campi
mini salubre non lungi da Pietra, la Buy- Mcnesi. Peregrine cose e propriet, n al
hula di nome saracenico, o la medicala in trove osservate ascondono le terre dell'Iso
pi luoghi, riconoscono l'Etna a loro fonte la, o sia che consideri le pietre di generi
che l'intera mole della Sicilia del suo fuoco svariati e di non vulgare eccellenza , o le
invade; il sale che scioglicsi col fuoco, e crete, le marghe, i fossili, i metalli, ed al
crepita con l'acqua in Girgenti, trasparente tro di tal genere di che troverai menzione
come uno specchio in Licata ed al Pachi in Boccone , Cupani , ed in questo Dizio
no, vermiglio presso Ccntorbi e violetto al nario.
Peloro a dirsi effetto del fuoco di Mon-
gibcllo. Passo sollo silenzio ci che super VII. Divisione della Sicilia.
stiziosamente gli antichi ascrivevano a pro
digio , fra' quali il Fazello. Del fonte di In Sicania e Sicilia fu l'isola un tempo
Diana o dell'Alesino o del Gelesc rinver divisa ; poich terra dei Ciclopi , Iperia
rai a suo luogo nell'opera le descrizioni; de' Feaci , campo dei Lestrigoni piuttosto
e solamente soggiungo in tante meraviglie, dai Poeti che dagli Storici si disse. Sica
olire l'uso comune della natura abbondar nia dai popoli Sicani ebbe nome , Sicilia
la Sicilia di copiose ammirevoli sostanze, dai Sicoli ; le parli meridionali e setten
come una volta affermava il siracusano Nin- trionali, secondo Tucidide lib. G, ne spet
fodoro encomialo da Ateneo, e Polemonc tavano ai primi, occupato dagli altri il ri
nel trattato dei maravigliasi fiumi di essa; manente ; Questi con grande esercito, dice
testimonio Marrubio nei Saturnali. Nei bassi lo storico greco, passali nell'isola, vinti
tempi Vincenzo Auria raccolse in un opu i Sicani cacciaronli nelle parli di mezzo
scolo manoscritto, che conservasi nella Bi giorno ed occidente, e disser Sicilia V iso
blioteca del Collegio Palermitano i portenti la che prima Sicania, e sui luoghi mi
della Sicilia ; ed ultimamente il eh. Anto gliori sovraneggiarono ... ; ed t nostri
nino Mongitorc intraprese un lavoro ove giorni aneora le parti centrali, e le set
raccolse ed ordin, checch in moltissime tentrionali possiedono. Scrive Diodoro , i
opere crasi pubblicato sulle meraviglie di Sicani un d abitanti dell' isola intiera mossi
essa ; giover in fine ripetere le parole del da paura del fuoco dell'Etna che in varii
Rircher nella prefazione al Mondo sotler. punti prese a divampare , abbandonate le
opera altrove da me citala. Venuto nel parti orientali dell'isola aver trasmigrato
1637 in Sicilia, trovomi, il che ardente nelle occidentali , e dopo molte et sboc
mente
che spiegasi
bramava,
in maravigliosa
nel teatro d'una
variet
natura
di cati dall'Italia i Sicoli avere occupato le
terre abbandonate dai Sicani; spinti poi
cose, e che di maraviglioso , raro, inso dalla brama di sempreppi acquistare a-
lito e da desiare ammirazione occorre in vendo messi a sacco i campi vicini, essersi
tutto il Geocosmo, qui, come in Epitome in molle guerre coi Sicani travagliali, sin
con una certa industria di sagace natura ch sanciti dei palli slabilironsi i confini,
trovai raecollo. In tutti gli elementi ci ha che non facil cosa poter derivare dagli
un che nella Sicilia degno di attenzione , scritti degli antichi ; e volendo indagar per
poich oltre il gi dello, il fuoco dell' Etna congetture , costa non estendersi al di l
come canta il Poeta serba fede alle nevi. delle sponde australi del fiume Salso il
Le acque tumultuanti dello stretto di Mes territorio dei Sicani , poich Gela , o in
sina superano ogni capacita; non poco di tendasi l'attuale Licata o Terranova fu citt
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dei Siracusani. Inico e Caniico in tempi po- riati danni sofferti la potenza Siracusana a
sleriori cill principali di Cocalo Re dei questi si sottomise : in due province sotto
Sirani , c metropoli dopo Agrigento , sul ilvisaloro
la Sicilia,
governo,la secondo
Siracusana
alcuni,
e la Lilibctana,
venne di*
lido del fiume Ipsa sedettero, oggi Belcc
presso l'imboccatura dell' Agragantc o Dra unica provincia Pretoria, secondo altri, ed
go; e falsamente il Fascilo, come dicemmo indi Proconsolare sotto due Questori tutta
nelle nostre note , colloca Inico presso il via. Sullo gl'lmperadori greci risedette il
fiume Irminio. Pi ingarbugliata la matas comando in balia di un Patrizio o Strate
sa dove a settentrione si fu stabilito il li go , n partizione di sorla appare dai po
mile ai Sicani; afferma Cluverio lib. 1, es chi monumenti che rimangono. All'epoca
sere stale occupale dai Sicoli le terre verso dei Saraceni , come bene stabilisce il Fa-
Oriente, e dai Sicani le altre di l dai fiumi zello in tre valli venne divisa delle di Maz-
delle due Imcre, quindi secondo lui nomava- zara, Nolo e Demone; Normanni e Svcvi u-
Sicilia la parte orientale, e le altre Sica- surparono una tale divisione, ma derivo da
oia: e lorch, come credesi, conquistarono i alcuni monumenti essere slato sotto questi
Siculi la parte meridionale sino ad Agrigen ultimi stabilito il Magistrato di Giustizia al
to, vide restringersi la Sicania d' ivi a Paler di qua ed oltre il Salso ; presso i Francesi
mo; finch alla caduta dei Sicani final ci ebbero due Vicarii del Re uno al di qua
mente l'isola intera s'ebbe il nome dai Si- uno al di l dal fiume medesimo, quali ri
coli ; pure il Valguarncra altrove enco masero sotto il dominio degli Aragonesi ,
mialo, afferma le regioni occidentali essere poich trovai recate da Pietro di Queralt
slate sempre abitale dai Sicani : abitano, le vicende di Giacomo oltre il fiume Sal
dice Tucidide, anche sinora i Sicani le so. Poi sullo scorcio del secolo xiv la valle
parli occidentali della Sicilia ; sebbene Agrigentina ed Ennese si uni alle tre enu
con Diodoro alcuni scrittori la sentono al merale , cio alcuni luoghi presso Agri
trimenti. I Greci poscia adduccndo delle gento ed Ernia dalle antiche valli divisi ,
colonie ed i Fenici tennero le parti marit principalmente all' et di Martino in una
time rinculando nel centro e Siculi e Si- novella si congiunsero; ma dopo pochi anni
cani; ordinala ed aumentata per la po ritorn l'attuale numero di tre valli gover
tenza di Siracusa, quantunque alcune cill nale da un Vicer. Chiese Messina la isti
e fra le prime Trinacria avrebbero voluto tuzione di un secondo Vicer che l'avesse
serbare intatta la propria indipendenza, pie governala, e cosi venisse bipartito il regi
garono finalmente le cervici al greco vin me dell' isola, ma a buon drillo oppostesi
citore. I Peni allora o Cartaginesi diffon le altre genti svan la sua richiesta (1).
dendosi pei lidi occidentali ed australi del
l'isola vi stabilirono l'imperio di Cartagine, (t) Comparve intanto per decreto di Ferdinan
ehe (eslimonio Diodoro, il fiume Lieo oggi do I dato in Napoli l'I! ottobre 1817, divisa l'Isola
in sette valli il 1 gennaro 1818; veune cosi ugua
Platani divideva dal Siracusano. Traripan- gliala alle forme, il 12 dicembre 1816, stabilite alle
do immantinente i Romani fu in tre parti terre di Napoli; vennero cosi a rimuoversi i molli
divisa, parte verso Nord-Est e Sud di l dal ostacoli nascenti dagli usi e dalle abitudini feu
Simeto ubbidiva a Gerone Re di Siracusa dali che avrebbero paralizzato la nuova ammini
strazione ; soppresse poi per Decreto del 26 di
sino al fiume Salso, da Agrigento ad Imera cembre 1824 le tre valli di Trapani , Siracusa e
sellenlrionale dominavano i Cartaginesi, e Girgenti venne nelle quattro ridotta la Sicilia, di
la rimanente migliore parte sotto l' Aquila nuovo in sette nel 182S. sinch abolita quella di
di Roma; finche scacciali i Cartaginesi nella Girgenti e nuovamente poi restituita, acquistarono
tutte l'odierno nome di province. Suddividenti
seconda guerra Punica la loro regione pie queste in 24 distretti, Palermo cio comprende
g ai Romani , n dopo lungo tempo sva quei di Palermo, Termini, Cefalo, Corleone ; Me
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Vili. Abitanti di Sicilia e loro numero. poter dirsi di pi conveniente tra tante opi
nioni , essersi dalla Iberia , provincia del
Non dubitarono gli antichi dei primi abi l' Asia, dopo le primitive divisioni nel cam
tatori della Sicilia poich quasi tulli seguen po di Sennaar recali nell'isola, trascorsa
do Omero ne introdussero i Ciclopi. Ome per terra l' Italia, valicalo lo stretto, o coi
ro , dice Strabonc , ricava dalla storia i navigli , avendone imparalo l' uso , solcato
principii della sua poesia, poich e narra rettamente il pelago. Da qui la comune fin
cere Eolo sovraneggialo sulle isole di zione, che dopo i Ciclopi sieno da Sicano
Lipari , ed abitato Ciclopi e Lestrigoni , fiume d' Iberia venuti popoli in Sicilia; ma
gente inospitale, i luoghi all'Etna vicini, certo avere i Sicani, che tali dal proprio
ed il territorio di Leonzio; crede egli, signore appellaronsi , tratto origine dagli
conformarsi alle storie, ed il regno di Eolo Iberi, ed esserne siali perci i primi abi
nelle isole di Lipari, la dimora dei Ciclopi tatori. Filislo, sono parole di Diodoro,
vicino l'Etna, e Lestrigoni presso Leonzio. lib. 5, nota esser venuti i Sicani, che da
Scrive bens Tucidide, avere i Ciclopi sul Sicano fiume della Spagna presero tal
principio abitato la Sicilia, dei quali n il nome , da questa regione in colonie al
genere, n il donde sicno venuti, ne donde conquisto della Sicilia; ma Timeo redar
partili confessa aver potuto indagare: ne guendo l'ignoranza di questo scrittore
basti, soggiunge, ci che dai Poeti se ne prova ad evidenza essere stali indigeni,
disse, o che di loro sente da per se slesso ma non credo necessario di registrare
ciascuno. I poeti i primi, pensiero degli qui le molle ragioni che adduce a dimo
storici, diedero i fatti dei tempi antichi ve strare la loro antichit; e Io stesso Tu
lati in qualche modo di favole, come fa cidide che va con Filislo , avverte tuttavia
vola infatti essere stali d'un occhio solo i essere stati i Sicani abitanti dell'isola an
Ciclopi , divorare i forestieri accostatisi teriori ai Ciclopi, anzi indigeni. Narra in
all' isola, e gli altri mortali, sorpassare in tanto Pausania Sicani, Siculi, e Frigi avere
gigantesca statura : or io di costoro dissi abitalo la Sicilia ; essersi mossi i Sicoli dal
in larga copia nelle note alla 2a Decade del l'Italia, dal fiume Scamandro i Frigi; dei
Fazello, e considerai al lib. 1, cap. G della Sicani per non aggiunge parola. Or ere-
prima la vera misura del corpo loro e de desi nato l'errore perch la Spagna fu un
gli altri giganti. Prova Mariano Valguarncra tempo al pari appellata Iberia , forse dai
essere stati gli Eolici di razza greca, o Pc- popoli medesimi della Iberia d'Asia, come
lasgici i primi abitatori della Sicilia; no affermano; nessun fiume altronde nella Spa
dissente per Cluverio che crede piuttosto gna vien detto Sicano, da cui fama aver
i Calcidesi di origine greca ; tuttavolla eru preso nome quei popoli: i Sicani, secon
ditamente dimostra il Yalguarnera esservi do Diodoro , dimoravano nei borghi e si
questi ultimi venute in colonie per dritto avevano fabbricate le abitazioni sui colli a
ripreso; ed io, nelle note al Fazello, a pro motivo delle scorrerie dei ladroni ; non
var mi sforzai con mille congetture, da non eran gi riuniti sotto l'impero d'un tiran
no , ma ciascuna borgata si aveva il suo ;
quali i ladroni, di che paventavano i Sica
sina, qnei di Messina, Caslroreale, Patii, Mistretta; ni, non dimostra lo storico, ma forse parla
Catania, quei di Catania, Callaglrone, Nicosia, Aci-
Heale; Girgenli, quei di Girgcnli, Sciacca, Bivo- di pirati, perch ricusavano i Sicani di fab
na; Noto, quei di Noto, Siracusa, Modica; Tra bricare nelle spiagge. Come prese l'Etna
pani , quei di Trapani, Mazzara, Alcamo, Cal- per ad eruttare sino a molti luoghi fiam
tanissetta, quei di Caltanissetta, Piazza, Terrano
va ; sotto di cui comprendoni circondarli e co me desolanti, e venne non poco spazio da-
muni. gl'incendii devastalo, intimoriti gli abita-
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lori abbandonate le parli orientali dell'isola di Enea. Presso Slrabone lib. 6, alcuni dei
trasmigrarono alle occidcnlali. Molle eia Tessali vengono bens collocati in Sicilia,
trascorse , passate colle famiglie da Italia come nota Cluverio; ma diecsi finalmente
i Sicoli nella Sicilia occuparono le terre esservi venuti, ultime colonie, i Greci negli
lasciate dai Sicani ; avevano essi tenuta anni , secondo Tucidide , dopo espugnata
quella parte d' Italia dove poi fu Roma, ed Troja 448 ; i Calcidesi scortati da Teocle,
essendo al di sotto in guerra ai Pelasgi ed i Megaresi, i Corinti da Archia, i Rodii, i
agli aborigeni, figli, spose, oro, argento Cumani, i Samii, i Jonii, i Morgeti, i Gni-
seco loro recando, cedettero a quelli l'in dii ed altri. Avendo per poco prima oc
tera regione , ed incamminatisi pei monti cupato i Fenici le parli vicine al mare e le
verso il mezzogirno, tutta percorsa la bassa isoleltc per commerciare coi Sicoli , dopo
Italia e dovunque scacciati , preparate in la venula dei Greci , stabilitisi in Mozia ,
fine le navi al passaggio dello stretto, ed in Solunlo, in Panormo, luoghi confinanti
osservato il mare placido allora, sboccarono cogli Eliini, vi dimorarono insieme. La guer
da Italia ncll' isola vicina ; eran quivi i Si- ra che si accese tra Greci e Fenici, fu oc
cani ; grande non era il loro numero ri casione ai Cartaginesi d'invader la Sicilia,
guardo all'estensione della terra, ed i molti che se coltivarono o devastarono l'isola non
campi non coltivati. Qui venuti dunque i oscuramente appare dai loro fatti. Invo
Sicoli popolarono in prima le parti orien gliatisi i Romani di scacciameli, nella pri
tali, le altre dappoi, e cangiato nome co ma guerra che dissero Punica, li limitarono
minci l'isola a dirsi Sicilia; cosi Dionisio ad alcune terre intorno al Lilibeo, costrin-
d'AIicarnasso, che seguendo Ellanico e Fi- serli nella seconda ad abbandonare l'isola
lisfo, ne assegna il tempo prima della presa tutta. Recando allora i Romani estese loro
di Troja; ma Antioco di Siracusa, egli sog colonie , proclamata la Sicilia prima pro
giunge, non accenn il tempo del passag vincia fuori d'Italia; espugnata finalmente
gio: Tucidide dice Sicoli gli emigrati che Siracusa, intera la sottomisero al dominio
espulsero gli Opici, ma molti anni dopo dell'Aquila, e di nuove colonie sotto Augu
la guerra di Troja; pure Cluverio riprende sto la vollero accresciuta; e non che leg
di errore Tucidide, e con Ellanico e Fili- giamo avervi avuto i cavalieri di Roma e
sto, prima dell' espugnazione di Troja sta feudi e servi innumerevoli, ma le proprie
bilisce avere avuto luogo in Sicilia le co abitazioni benanche e le dimore. Diviso lo
lonie dei Sicoli. impero tocc la Sicilia ai Costantinopolita
Fiorendo i Sicani, i Cretesi non pochi in ni, ed i Greci perci di nuovo in gran co
numero , a vendicare la morte di Minosse pia vi si sparsero, poscia espulsi dai Sa
loro tiranno, irruppero in Sicilia, e soste- raceni; durato per pochi anni l'impero dei
nuli dei contrasti si diffusero per l' isola , Goti, crebbe nell'isola il potere dei primi,
varie terre occupando. Un pugno di Tro talch pochissimi degli antichi suoi indigeni
iani condotti da Elimo ed Aceste slabilironsi la vide, e questi dal barbaro giogo oppressi;
nei luoghi presso Drcpano ed il promon nuove citt costrussero, molle ne devasta
torio Lilibeo al fiume Crimiso, dove a caso rono, confuso ogni cosa, gli antichi nomi
scoperti fortunatamente altri Trojani, dopo cancellali, fu veduta vestir la Sicilia forme
1* eccidio della loro citt, unitisi fermarono novelle ; finch dovunque oppressi dal va
quivi insieme stanza, tutti appellandosi Eli lor dei Normanni , i vincitori in breve di
mi, dal nome di colui, in cui , perch di molto aumentati, estesamente stabilendosi
regia progenie, risiedeva la suprema auto richiamarono la fede di Cristo. Avere al
rit. Dimostra Tucidide avere abitato cogli lora occupate i Longobardi alcune terre coi
Elimi in Sicilia i Foccsi, poich compagni Normanni, nel dice la loro lingua ancor su-
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perstite, ma corrotta non poco. palese mai contarsi gli abitanti di Palermo, e Mes
che l'isola fu dipoi soggetta ai Germani, e sina, come appresso. Nel 1607 , Vicer il
nuovamente ai Longobardi di Piacenza, ai Marchese di Viglicna, comparvero nel cen
Francesi, agli Aragonesi, ai Catalani, a prin so 203400 case ed 831944 abilanli;in Palermo
cipi di ciascuna nazione; n Genovesi, Pi 18518 case, 104989 abitanti; e nel 1615,
sani, Lucchesi, Fiorentini, inviperendo le Vicer il Duca d' Ossuna, montarono g' iso
guerre civili d'Italia, desistettero in gran nu lani ad 857699 ed a 214104 le case; men
mero , nel tempo medesimo , di emigrare tre contenevano 18591 Palermo con 111818
in Sicilia. Nel secolo xv finalmente molte cittadini, e Messina coi suoi casali 91466
colonie accorsero dalla Grecia in luoghi par case, 537717 anime; la somma perci di
ticolari, popolarono contrade che in breve tutto il regno fu allora di 279161 case,
cresciute in paesi, e nome e linguaggio e 1107234 abitanti. Sotto Filiberto Principe
riti sinora conservano. Del resto ci che si di Savoja, eccettuati come dissi di sopra
appartiene al numero degli abitanti, negar Palermo e Messina, contavansi 224949 case,
non posso esser decaduto dall' antico, poi 859221 abitanti; nel 1636, 1034743 anime;
ch tanto celebre era un d la Sicilia, che un sessennio dopo pel censo di Giovanni
sul fiorir di Siracusa montava ad un milione di Cabrer 888062; nel 1753, 222329 case,
il numero dei soli suoi cittadini; attestano 873742 abitanti; nel 1681 contata anche
gli storici la non essere stata inferiore ad Messina 1011076 vite; nel 1714 finalmente
Atene, e ben sanno gli eruditi quale la po 268120 case, 983163 abitanti; a che sono
polazione di Atene a quei tempi ; port la da aggiungere circa 111000 cittadini Paler
guerra in Africa ai Cartaginesi mentre ne mitani, e 40000 Ecclesiastici di tutto il re
era assediata, sola resistette ai Romani, e gno, che non comprendonsi dal censo. Una
per occulta invasione dei muri cadde in loro novissima tavola statistica della Sicilia si
potere. Agrigento, secondo Laerzio autore dar fra breve, che con gran vigilanza ed
della vita di Empedocle, contava 800000 cit accuratezza descriver per alquanti anni la
tadini; facil cosa a ciascuno poter sapere duodecima et del regno ; la mostrer nella
il numero rimanente degli isolani. Quanto prima parte del primo tomo fatta per cia
al resto ci abbandonano del tutto i monu scuna parrocchia; quando per sar esi
menti degli antichi, e possiamo conoscere bila dall'autorit civile m'ingegner pre
al pi il numero dei Siciliani al secolo XVI, sentarla ai lettori in appendice (1).
quando si tenne il primo registro; nel quinto
anno dello stesso secolo dunque, vicer Gio IX. Cento, lettere, arti in Sicilia.
vanni la Nuza, computaronsi noli' isola tut
ta 120864 case, 488500 abitanti ; ncll' an Dell'indole e de' costumi della Sicula gen
no 1548 sotto Giovanni Vega governante per te, nulla da me Siciliano puoi attendere poi
Carlo V imperatore 160989 case, 731560 a- ch non lecito su questo argomento at
bitanti; sotto il Marchese di Piscaria nel tingere ad alcuni degli antichi, che o per
1570, 196089 case, 788363 abitanti; sotto partito o per invidia o per altre cagioni
Marcantonio Colonna nel 1583, 194268 case, contaminarono pagine ; e ci maravigliamo
801401 abitanti, n molto dopo nel 1595 sot del Fazello che narra cose indegne dei Si
to il conte di Olivares 124035 case, 730770
abitanti; nell'anno poi 1591, Coriolano di ti) Contavansi nell'intera Sicilia nel 1798 1660967
Bologna Pretore della citt di Palermo, abitanti; alla fine del 1831, 19433C6 compresivi 7591
Ecclesiastici Regolari, e finalmente nello scorcio
114131 cittadini enumeravansi in essa, 16627 del 1852 8208398. noto pertanto a tutti di quanta
case; bisogna per avvertire nei computi strage sia stato cagione a latta l'isola il funesto
descritti e che saremo a descrivere, non Cholera-morbui del 1837.
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ciliari, da render meritevoli di scusa le ca dell' Imperator Federico, al par della poe
lunnie oltramontane ; e come non sar lecito sia. Fu invenzione del Siracusano Epicarmo
il frizzo allo straniero se il nazionale osi il 6 ed il X dei Greci. Quanto non deve
cotanto censurare? Ma a compire il propo ad Archimede in fatto di macchine l'arte
sito , come nulla vi ha di pi puro e di militare? quanto a Dionisio? a colui, testi
pi salubre del cielo di Sicilia, cosi a po monio Diodoro, la Catapulta, ed altra sin
chi i Siciliani cedono in Europa per altez golarissima invenzione il Litobolo, che sca
za d' ingegno; come acuti e pronti a perce glia sassi di tre talenti , saette di dodici
pire Cicerone contro Verr. 6, ed altrove, cubili sino ad uno stadio; taccio dello Spec
Giul. Firmic. Aslronom. lib. i, gli commen chio Ustorio, delle branchie di ferro, e di
dano; oratori di natura gli appella Apulcjo, altri strumenti a lui attribuiti, come la sfera
per ispedite idee Silio lib. 14, per sali e di vetro, la chiocciola (fra noi Pompa) ed
e facezie gli vanta; l'agevolezza del mot il modo di disccrnere la quantit di ar
teggiare lo stesso Tullio ne encomia, dotta gento o di metallo in qualunque massa con
per eccellenza chiama Siracusa Tusc. 1. 5. sistente. La Medicina Empirica e Chirurgi
Ci prova inoltre il frequentissimo culto di ca , la Musica , la Geometria , la Gnomo
Minerva nella Sicilia, che dagli antichi ve- nica , la Prospettiva , l' Astronomia furono
'neravasi Dea della Sapienza; cel provano dai Siciliani accresciute, illustrate, ed per
gli ossequii dei Siculi ad Apollo ed alle ci che non terra da poter dirsi pi fe
Muse tributati, non che loro dovunque tem conda d'ingegni che la Sicilia. Vieni a con
pii monete dedicarono, ma vollero anche sultar Vincenzo
invenzioni trov Auria
materia
, chead nelle
esaltare
svariale
i Si
molte fontane fossero sacre alle nove so
relle; e Virgilio celebra la Sicula Musa al ciliani, feconda alla composizione di un li
ludendo a Teocrito. bro intero, da bastare a sufficienza lo spi
Per le invenzioni principalmente i Sici golamento di osservazioni ed aggiunte al
liani commendansi. Cerere nata in Sicilia medesimo di Antonino Mongitore, che se
si manifest ad insegnare la cultura della nominar volessi alcuni pochi celebri per
terra, la semina del grano, delle biade e del fama letteraria, ai quali ogni straniero al
necessario alla vita, il maneggiare gli stru paragone rimane inferiore, qual gloria in
menti da villa, falce, aratro ec. ec. ; dett fatto di scienza non diffonderci sull'isola
leggi, donde si disse Legifera, intrecci co nostra? Dai Fenici e i Caldei, e poscia dai
rone di spiche, mostr 1' uso del vino, si Greci prova il meritamente sullodato Mon
acquist eterno l'affetto presso gli uomini. I gitore, nella sua Biblioteca, essere state in
Ciclopi esercitarono i primi l'arte del ferro, trodotte le lettere in Sicilia; perloch as
e fabbricarono delle torri; i Siculi Dionisio ser Cicerone Divin. lib. 5, essere stata nei
e Senagora coslrussero placidissime barchet bassi tempi piena della dottrina dei Greci,
te, l' uno a cinque remi, l' altro a sei or e pi per la venuta del celeberrimo Pi
dini ; Gorgia Leontino fu il padre dell' arte tagora, e di Platone, Eschinc, Aristippo,
sofistica, ed altri ornamenti aggiunse all'o Senocrate, e finalmente Porfirio e Plotino,
razione. Della Bucolica Poesia, delle Odi, dei quali sappiamo non solo esser venuti
dei Cori, degli Epitalami, degli ornati Sce a visitarla , ma a comunicarsi coi Siculi
nici , dell' antica e nuova commedia , dei bens in letterarie radunanze. In ogni et
Mimi, della Tragedia, delle Maschere, della vide i suoi figli versatissimi in ogni genere
Palinodia, del metro Anapesto, Ibico, Epi- di scienze i nomi dei quali, gli scritti s ine
carmico, e di altre cose che alle arti liberali dili che pubblicati rinvengonsi nella Biblio
si spettano furono i Siculi, inventori. La lin teca medesima, cui fra breve comparir un
gua Italiana ebbe culla in Sicilia nella corte suppliiuciilo, lavoro del dottissimo France
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sco Serio. Ciascuno dei pi illustri io lo perci che i Siracusani rispettarono il fiu
der nel corso del Dizionario, come se ne me Anapo, la fonte Ciane, ed il Tcrmenite;
offrir occasione, e dal loro numero appa i Segestani il Porpace ed il Telmisso; gli
rir evidentemente cosa debba pensarsi de- Agrigentini l'Agragcntc; il Crisa gli Assonni;
gl' ingegni, delle lettere, delle arti della l'Aci, il Simcto, l'Ancaseno o Amenano i
Sicilia. Catanesi; il Pantagia i Trolilesi; il lago Per-
gusa gli Ennesi, e gli Elimi il Crimiso; fu
X. Antica superstizione della Sicilia. celebre presso g' Iblei il delubro della Diva
Religione novella. che dicevano Iblea, sulla quale scrive Pau-
sania ; ebbe Adrano un tempio sull' Etna e
Vi ebbe della gente un tempo in Sicilia, un simulacro coli' asta; maraviglioso per
non clic alle altre nazioni comune, ma pro fu il culto tributato alla Pudicizia dagli A-
pria ed indigena, clic con empii riti e vani grigentini, bello l' altare eretto in Siracusa
sacrilzii incliinavasi ai Numi della super alla Concordia. Catania profuse onori alla
stizione, addotta in lungo ordine da Ottavio Piet, ed certo, tempii, statue, monete,
Gaelani Isagoge. Omero ed Euripide dis avere ai due fratelli Amfinopo ed Anapia
sero i Ciclopi dispreggiatori della divinit, consacrato, che involarono i genitori dal fu
ma Thuris ed Alcimo de Rcb. Sic. lib. 3, rore dell'Etna.
attestano intanto avere eretto sull'Etna il E se vuoi comparisca pi delle altre na
Ciclope Polifemo un tempio a Galatea ad zioni religiosa, eccola addetta alla venera
asseguire uberl di pasture, copia di latte. zione di Numi Barbari, Greci, Romani; e il
Nessuno ignora presso i Sicoli l'antichis monte Etna non solo dedic a Vulcano ,
simo culto dei Palici, detti Numi indigeni ma un celebre tempio in suo onore vi co-
da Palcmonc, o figli di Adriano da Esichio, strussc, altro Orione nel Pcloro a Nettu
o di Giove da Talia, o Etnei sorti dall'O no , testimonio Diodoro , gli Agrigentini a
ceano e figli di Vulcano da Sileno. Cerere giove Atabirio , all' Olimpico i Siracusani,
e Proscrpina nate in Enna contrastano coi all'Etneo i Catanesi, i Tindarilani a Mer
Palici l'antichit, il primo culto dei Sici curio, a Minerva Calcieca, a Giunone Lici
liani per fu tributato a Cerere. Erice fi nia, ad Apolline Libistino i Dafnili e i Te-
glio di Unta nato da Licasta di nobile seme menili, ed a Venere celeste molte citt sol
l' ascrisse nel coro delle Dee, ed impostole levanti delubri; pose (laico un ara a suo
il nome di Venere levolle un delubro a po padre Apolline ; istituirono annui giuochi e
chi uguale in magnificenza, di cui gli onori sacrifizii gli Agirii in onore di Gcrione e
ed il. culto descrive Diodoro nei suoi scrit di Iolao nipote d'Ercole, il quale accett
ti. Celebra lo stesso autore il provato va fra' Sicoli i divini onori che altrove avea
lore di'Leucaspe e dei compagni condut ricusato, e quivi consecrarsi Nume non di
tori dei Sicani, che Ercole uccise venuto sdegn. Fu al pari di un Dio celebrato Ari-
in Sicilia, ed il culto dei Siracusani per sleo dalla cui beneficenza avevano appreso
Lcucaspe derivasi da monete dove venne gl'indigeni la coagulazione del latte, gli
impresso per riverenza ed onore. Coltivasi alveari , e la coltivazione degli ulivi ; fu
dai Siracusani il lago maggiore, dice Gae compreso fra' Numi dai Segestani Pantacide
lani, poich veneratori essi della Ninfa il pi bello del suo tempo, Bellona onorata
Arelusa, celebre per fiore di pudicizia, e d'un tempio presso Enna dal tiranno Ge-
per la fuga, scansasse l'amante Alfeo, rone, avuti in venerazione iDioscoxi in Agri
essere stata ella la gloria dei fonti, prosic gento , in Catania , in Tindari , in. Siracu
ene il medesimo, dei laghi, dei fiumi e sa, in molli luoghi. Quante colonie final
delle paludi, e loro Diva altcslavasi; e fu mente invasero la Sicilia tante diverse re
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Jigioni vennero introdotte. Timoleonc di Co quale, aflcsta il sullodato Gaetani , essere
rinto istitu in Siracusa il culto della fortu stato prima di tutta Sicilia accollo e quivi
na, i Cretesi in Engio delle Dive madri, creilo al vero Dio a Cristo il primo tem
Oreste vicino al Peloro di Diana Fascellile, pio ; altri per attribuiscono un tale onore
Ulisse di Ecuba e di Ecalc al Pachino, i a Taormina , cui voglio sia stato destinato
Calcidesi vicino Nasso di Apolline Archagc- l' unico Vescovo Apostolico Pancrazio, lo che
ta. Enea in Trapani la venerazione della l'eruditissimo Francesco Serio convince di
madre Venere ; questi ed altri Numi, ed al falso ; ma inconcusso per esser fiorili
tri culli si ebbe la Sicilia dagli stranieri, sul terzo secolo in Sicilia non pochi eccel
ed essa a vicenda i suoi fra loro introdu lenti Pontefici , talch caduta la supersti
ceva : sorgeva un tempio in Arcadia a Ve zione, manifesto il culto della Cristiana Re
nere Ericina, ed i Romani consacraronlc ligione coi loro sudori si divulgasse, ed ac
due delubri volivi ; misero ambasciatori, in cresciuto il numero dei fedeli nell'obblio,
critiche circostanze della Repubblica, in En- crollasse il prestigio. Esserci siali prima
na a rendersi Cerere propizia , donde il dell' accanila persecuzione di Diocleziano
di lei antichissimo culto traeva origine, e dei pubblici tempii, dove cclebravasi il sa
poi di nuovo alcuni dei suoi destinarono a crifizio incruento , ci attestano gli Atli di
riparar le mine presso l'aliare di Giove S. Lucia V. e M. , ma piuttosto , come io
nell'Etna. Cartagine emula di Roma prese credo, eran pubblici luoghi dove senza ti
daUa Sicilia il culto di Cerere e di Proser- more alcuno congregavansi i Cristiani, poi
pina. Ma perch ricordar si fatte ed innu- ch non fu concessa, prima dell'Imperato
merevob' altre circostanze, che ai profani re Costantino , facolt di eriger pubbliche
sili, ai sacrifizii, agli oracoli, ai presligii Chiese e consacrarle. Rilevasi dall'Isagoge
ed indovinamene degli antichi si apparten del Gaelani , tulle le terre di Sicilia mac
gono, se pi opportunamente ci dato di chiate da gran tempo d'un cullo infernale,
descrivere il cullo del vero Dio e della fede essersi al vero Dio inchinate, e addette ai
di Cristo, con fausti primordii promulgato Sacri Riti ; ci hanno bens delle congetture,
con raccolta di frutti ricchissimi esteso, con eolle quali disputasi antichissimo presso i
solidissime basi stabilito? Siciliani il cullo verso la Madre di Dio ,
Ci prova della particolar provvidenza tempii in di Lei onore cretti , osscqoii in
dell' Eterno a pr della Sicilia la propaga qualunque et. Ma tacer qui non oso, con
zione del Vangelo sin dai primi esordii di tal vivo desiderio aver l' isola intrapresa la
nostra Religione, pei sudori dei santi ed ec fede dell'Agnello con tanta e tale coslanza
cellenti Marciano, Berillo, Libertino, Filip ritenuto, che n partor, n svilupp autori
po, Bacchilo ed altri discepoli degli Apo di eresie, il che a sua gran laude si dica;
stoli. Non solo essere stali costoro di ab nessun di noi promosse finora novella dot
bondantissima messe raccoglitori, ma costi trina colla fede discordante, n os alzare
tutori della vera Chiesa, ci attcsta il san un dito contro la cattedra di Pietro, maestra
gue dei Martiri nella prima persecuzione di verit, poich Porfirio, che dice siculo
di Nerone, e nelle susseguenti diffuso. Non S. Agostino, molti volumi scrisse nel Lili-
di pochi parere aver goduto la Sicilia beo contro la Religione Cattolica , ma fu
della presenza di Pietro, et. aver Siracusa, Tirio di nazione: Gregorio Asbcrta, Ponte
attestano le sacre pagine, intesa la voce di fice di Siracusa, che eccit contro S. Igna
Paolo. IVon niego, n per ardisco asse zio' i popoli in Oriente fu scellerato vero
rire dovere stabilirsi dopo l'Anliochesc, ma e di pessima vita , ma da nessuno notasi
prima delle altre del mondo, le sedi Ve macchiato di eresia, il che prova ad evi
scovili di Taormina e di Siracusa , dalla denza il Gaetani. Nulla trasandarono i Si-
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culi a scacciare alcuni della setta di Pela solo ne esclude l'ultima. Passata l' isola ai
gio sbarcati in Sicilia a predicarvi dei falsi Greci nella partizione dell'Impero, ci mo
dorami, ed altri poscia, e le spacciate ere stra la disposizione dell'Imperatore Leone,
sie respinsero. Convocati concilii, inviali la aver subito altre forme la Chiesiaslica Po
Sicilia vescovi suoi ai Sinodi Ecumenici , lizia, poich i prelati di Siracusa, Taormi
ogni opera apprest a conservarsi intatta na, Catania, diconsi Metropolitani ed Arci
nella Divina Religione, ed un saldo muro per vescovi; Vescovi suffragane! del Siracusano
fede ortodossa , per le Apostoliche tradi sono , testimonio Alberto Mirco , quei di
zioni oppose in ogni et ; fu sempre un so Taormina , Messina , Agrigento , Palermo ,
lido refugio ai pietosi Cristiani , n in al Cronio, Lilibeo, Drepano, Termini, Cefal,
cuna sua terra s'infievol mai lo spirito di Alesa, Tindari ed anche di Lipari ; ma un
tutelare e conservare inconcussa o col la tale statuto di Leone venne fuori per opera
bro o coi scritti la religione della Croce, dei scismatici, e provan gli argomenti del
e propagarla col sangue sin dai priinordii sullodato Scavo nessun dritto avere avuto
della Chiesa ai tempi ulteriori. Consultisi i Patriarchi di Costantinopoli sulle Chiese
il dotto Gactnni nell'Isagoge, donde que Sicule. Si sa esser mancati tutti i Vescovi
ste cose accozzammo. di Sicilia sotto l'empio giogo dei Saraceni
fuorch il solo di Palermo IVicodcmo, per
XI. Governo ecclesiastico e civile ciocch il Conte Ruggiero lo restitu alla
della Sicilia. sede nella chiesiuola di S. Ciriaco presso
la citt, evidente indizio che ncanco in quel
A nessuno fia dubbio essere stati impressi la
Il medesimo
et infelicissima
Ruggiero
manc
volle
Palermo
posciadida
Pastori.
Urba
sulla culla della fede,o come dicono nei tem
pi apostolici, gli esordii della sicula Chiesa no II Romano Pontefice, consacrali i Ve
come di sopra notai, ed in quei luoghi e citt scovi di Troina, Agrigento, Catania, Sira
dove sappiamo aver presieduto gli Apostoli cusa, Mazzara e Malta e trasferita in Mes
viene attribuita dignit patriarcale ; non al sina la sede di Troina dove rimase ; Urbano
trimenti, dove credonsi da essi destinati i poscia, assunto ad Arcivescovo quel di Pa
pastori, la carica Arcivescovile, e ci in bassi lermo, prescrissegli soggetti quei di Girgen-
tempi , lorch furoro stabiliti dalla Chiesa ti, Mazzara, e Malta, n lungo tempo dopo
Arcivescovati e Metropoli. Molti Vescovi apo il Monastero di Patti e di Lipari adorno di
stolici enumerando pertanto la Sicilia, esser dignit vescovile divenne suffraganeo di
dovevan Metropoli Siracusa, Catania, Taor quel di Messina che acquist drilli metro
mina, Palermo, Messina, Agrigento, ma gli politani. Patti e Lipari si ebbero Vescovi a
angusti confini della Provincia, mi credo, se, e quello [di Cefal fu dichiaralo per
ci non permisero; nessuna Metropoli fu opera del Re Ruggiero il terzo Vescovo sog
dunque in Sicilia, nessun Primate, ed il getto al bacolo di Messina. L'anno 1112
Romano Pontefice conobbero Patriarca le Guglielmo II costrusse dalle fondamenta il
Sicule Chiese, che quando l'avesse voluto monastero di S. Maria di Morrcalc, e dopo
l'occasione, delegava le sue veci al Vescovo sci anni impetr esserne l' Abate creato Ve
il pi antico, come afferma il Pirri. Conta- scovo, e poco di poi Arcivescovo, a cui il
vansi oltre le enumerate fra le Vescovili, decreto di Lucio II assegn suffraganei quei
Leonzio, Lilibeo, Tindari, Triocala, Terme, di Catania e di Siracusa, dal che ambi per
Iccara, Mile, Cefalo, alle quali alcuni ag dettero il pallio di che erano insigniti^ e
giungevano Cronio, Drepano ed Alesa di cui decaddero dalla immediata soggezione alla
l' eruditissimo Rocco Pirri lib. 2, Not. Eccl. Sede Apostolica.
Sic. e recentemente Domenico Scavo che Si hanno i Vescovi le proprie Diocesi o
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Parrocchie, nelle quali e quel di Palermo desi alle cause marillime: il Maestro Por-
e gli altri istituiscono dei Yicarii , e quei tulano ha cura dei Pubblici Emporii del
di Messina e di Cefalo Yicarii e Visitatori. Regno; l' Editor Generale bada a decidere
La cura delle anime nelle Diocesi di Pa delle questioni dei soldati; il Maestro Se
lermo, Messina, Girgenti, Mazzara incombe creto supplisce in tutto il regno le parti di
agli Arcipreti, in quella di Siracusa i Par- Procuratore Regio ; il Percettore riscuote in
rochi appcllansi Beneficiali , in Catania e ciascuna valle i censi che si spettano al Re;
Cefalo Yicarii e Curati poich il solo Ve sommclte al suo esame il Maestro Giuralo
scovo Parroco. questo l'ordine attuale i conti delle citt soggette al Regio Dema
del governo Ecclesiastico. Diremo in ap nio. Istituivansi da gran tempo per tutta
presso del Tribunale della Regia Monar l'isola sci istruttori della milizia indigena;
chia. i capi di comarca sono tanti quante le citt
E questa la forma del governo civile di soggette immediatamente al Re. Intorno al
tutta l'isola: un Supremo Regnante, un Vi Magistrato supremo del Regno composto di
cer comandante delle armi, che sostiene 12 Pari dir qui finalmente e dei pubblici
le veci del Re, presso cui risiede la som Comizii pi che si pu brevemente. I Co-
ma di tutti gli affari, e nella di cui assenza mi/.ii o le radunanze di tutto il Regno per
per Regio decreto emanalo, l' Arcivescovo di grande intervallo di tempo convocati, o ce-
Palermo ascende a Presidente del Regno; lebransi in Palermo o altrove, giusta il
il Maestro giustiziero assunto un tempo dal volere del Re; tre Bracci, cosi li appella
le comarche, oggi il di lui Luogotenente , no , in essi risiedono ; l' Ecclesiastico che
Presidente di giustizia, giureconsulto suc costa di 66 Magnati dell' ordine sacro , Ar
cede al Vicer , cui assistono tre Consul civescovi cio , Vescovi , Abbati e Priori ;
tori Criminali ed altrettanti Civili col Pa il Militare di 58 Principi , 27 Duchi , 31
trono del Fisco; un Presidente del Real Marchesi, 27 Conti, un Visconte, 79 Ba
Patrimonio; tre Maestri di Ragione togati roni ; ed il Demaniale dei Magistrati di cia
giureconsulti, ed altrettanti della primaria scuna citt o terra legata al Regio Dema
nobilt, col Patrono del Fisco ed il Con nio, o dei Procuratori 43 di numero. Quattro
senatore soprintendono al Regio Erario; il Pari corrispondono a ciascun Braccio , ai
Questore generale riscuote le somme delle quali si affida la cura delle cose pubbli
gabelle. Filippo II form il Tribunale della che , 12 perci di numero; i Curatori del
. Sacra Regia Coscienza, di un Presidente e Regno diconsi volgarmente Deputati : di
tre Consultori cui ammettonsi ad esame le questi il primo Presule chi a capo dei
cause di appello. Il giureconsulto Consi Comizii ; il secondo il Principe di liniera,
gliere del Vicer scegliesi dai primi agenti il terzo il Pretore di Palermo. Vi sono al
della Regia Camera, che ha libero ingresso tri signori, che non me lo dimentichi, quali
a ciascun Tribunale, e il Secretano di lui non ban luogo nei Comizii poich sono
che esercita gli uffcii di Secretano Regio. 120 i Principi di Sicilia, 82 i Duchi , 124
Il quarto noli* ordine il Tribunale della i Marchesi , 28 i Conti , 356 i Baroni o
Regia Monarchia che si ha un Prefello di fcudalarii (1).
ceto ecclesiastico; si attribuisce agl'Inqui
sitori della fede il poter giudicare delle
(1) Dall'epoca dell'Autore alla nostra non poche
cose che la riguardano: la carica di Pro- e non insignificanti mutazioni ha subito il governo
tonotaro stendesi per tutta l'isola; cura civile dell'isola, non eccettuato in qualche modo
del Protonotaro della Camera Rcginalc delle il chiesiastico. Sotto il regno di Ferdinando I nel
sole cill che ad essa si spettano; la giu 1819, cangiata la forma delle leggi, venne del pari
mutato 1' aspetto della reggenza. Nel Re risiede la
risdizione del Grande Ammiraglio cslen-
somma degli affari di tutto il regno, presso di cui
32
Kelle peculiari citt, villaggi e terre lo ralori ossia i Giurati, il Sindaco, i Giudici,
Inquisitore
in Napoli un dei delitti,per
Ministro detto
gli Capitano, i Cu-
affari di Sicilia; il Fisco formano il Magistrato ; ma di que

stori, o secondo le massime amministrative: i pub


risiedo per in Palermo capitale della Sicilia un blici spettacoli, che sono sotto la vigilanza degli
Luogotenente Generale con un Ministero di Stato Intendenti, Sottintendenti ec; in Palermo in par
composto di quattro Direttori, cio della Finanza, ticolare vi ha una Soprintendenza , dipendente
dell'Interno, di Grazia e Giustizia, di Polizia. direttamente dal Governo. Il grande Archivio di
Dipendono dalla Finanza: la Gran Corte dei Con pendente da un Soprintendente generale , e gli
ti; la Tesoreria generale, che si compone d'un Archivii provinciali diretti da Archivarii gene
Controloro generale , un Tesoriere generale, ed rali sotto la giurisdizione degli Intendenti; queste
uno Scrivano di Razione coi rispettivi Secretarli officine custodiscono i diplomi e gli atti governa
generali; il Gran Libro del debito pubblico di tivi e servono alla compilazione dell'istoria nazio
Sicilia con un Direttore ed un Secretarlo genera nale ed agli interessi dei privati: i lavori pub
le ; il Banco Regio con un Direttore, un Consiglio blici ec. ec.
di Amministrazione e un Secretarlo generale; Dipendono dal Direttore di Grazia e Giustizia:
l'Amministrazione dei Regii Lotti; le Direzioni la Corte suprema di Giustizia, nella cui giurisdi
Generali dei Dazii indiretti e dei Rami e Dritti zione van compresi tutti i Tribunali, tutte le Gran
Diversi rispettivamente con un Direttore ed un Corti, e in generale tutto l' ordine giudiziario della
Secretano generale ec. ec. Sicilia; composta di un Presidente, un vice-
Dipendono dall' Interno: le Intendenze nelle sette Presidente, otto Consiglieri , due Supplenti , nn
province, che hanno un Intendente residente nel Regio Procuratore generale, un suo Sostituto col
capoluogo della provincia , e dei Sottintendenti titolo di Avvocato generale, di un Cancelliere e
che risiedono nei copoluoghi di distretto. Presso un vice-Cancelliere; giudica col numero di nove
le stesse Intendenze avvi un Consiglio cosi detto votanti nell' interesse delle leggi a ponderarne
d'Intendenza, il quale giudica dell" cause del Con l'applicazione nelle anteriori decisioni che an
tenzioso amministrativo, in prima istanza se sono nulla di fatto alle volte. Le Gran Corti civili che
altari la cui competenza finale -.ella Gran Corte son tre in Sicilia ; la prima in Palermo e com
dei Conti, in seconda se la prima istanza stata prende nella sua giurisdizione le province di Pa
incoata presso l'autorit comunale ossia il Sinda lermo, Girgenti, Siracusa, Trapani, e Caltanissetta;
co; avvi pure un Consiglio provinciale che intende la seconda in Messina , la terza in Catania con
all'amministrazione finanziera della provincia; giurisdizione nella sola propria provincia. Quella
l'Istituto d'Incoraggiamento, che si compone d'un di Palermo i composta di un Presidente, un vice-
Presidente, un vice-presidente ed un numero di Presidente, quattordici Giudici, due Supplenti, nn
socii ordinarli ed estraordinarii , il di cui scopo Regio Procuratore generale, un suo Sostituto, un
quello di discutere e proporre al Real Governo Cancelliere e un vice-Cancelliere ; divisa in due
tutto che possa migliorare il nostro commercio, camere; le di Messina e Catania sono composte
la nostra agricoltura, le nostre industrie; la Sta di un Presidente , sette Giudici , due Supplenti,
tistica, con un Direttore centrale ed un Segreta un Regio Procuratore generale e un Cancelliere;
rio; il suo scopo quello di raccogliere e ridurre giudicano sull'appello delle sentenze degli arbi
in quadri sinottici tutte le notizie relative alla tri e dei Tribunali civili e di commercio , e in
topografia, alla popolazione , al commercio, alle torno a vari altri articoli; vi sono sette i votanti:
professioni arti e mestieri, all'industria agricola Le Gran Corti criminali; ciascuna provincia ha
e manifatturiera ec. ec. L'Istituto d'Incoraggia la sua Grau Corte Criminale , composta di un
mento e la Statistica sono uniformi nel loro fine. Presidente , sei Giudici , un Regio Procurator
La pubblica istruzione, con un Presidente ed una generale ed un Cancelliere; giudica in prima ed
Commestione presso di se residente in Palermo ; unica istanza tutte le cause dei delitti; il numero
le Regie Universit di Palermo, Messina, Catania, dei votanti di sei, ed in uguall di voti se
i pubblici licei e le scuole di ogni sorta ne di guita l'opinione favorevole all'imputato; alcune
pendono. I pubblici stabilimenti; abbiamo in Si volte ed in certi casi stabiliti dalle leggi assu
cilia un numero molto grande di pubblici stabi mono titolo ed attribuzioni di Gran Corti spe
limenti, diretti taluni alla cura degl'infermi, ta ciali: il Tribunale di commercio residente in Pa
luni altri al mantenimento, all'istruzione della lermo, Messina e Trapani composto di un Presi
povera gente, altri al soccorso degli agricoltori dente, quattro Giudici , cinque Supplenti ed un
poveri, ed altri finalmente ad opere di piet e Cancelliere, giudica le cause dipendenti da atti
religione; la direzione ora affidata a fidecom- di commercio di terra e di mare: i Tribunali ci
missarii, ora a sopraintendenti e deputati, ora a vili, che risiedono nella capitale di ciascuna pro
pubblici funzionarli secondo la volont degl'isti- vincia, composti di un Presidente, tre Giudici, un
33
sle alcune principali si hanno la forma me luogo apparir nell'opera. Basti aver rac
desima di Governo , e godono dell' onore colto queste cognizioni in breve compendio
del Senato e di altri privilegi come a suo sulla Sicilia in generale.

Regio Procuratore e un Cancelliere; quel di Pa detto : avverti intanto risedere in ogni Corte Ve
lermo per di un Presidente, un vice-Presidente, scovile o Arcivescovile un Avvocato fiscale ed un
otto Giudici , un Regio Procuratore , un suo So Procuratore fiscale : il Tribunale della Crociata
rtitolo, un Cancelliere, e un Tice-Cancelliere ; le residente in Palermo conosce le cause relative
sentenze vengon pronunziate da tre volanti: i Giu agli affari che interessano il cespite della Crociata
dici istruttori che risiedono nel capoluogo di cia e i debitori, e i distributori delle Bolle; componesi
scun distretto col grado di Giudici di Tribunale del Commissario generale della Crociata che ap
civile: i Gindici di circondario, i Conciliatori. punto l'Arcivescovo di Palermo, da un Assessore
Dipende dal Direttore di Grazia e Giustizia il e un Avvocato fiscale : il Tribunale dell'Aposto
ramo Ecclesiastico per l'amministrazione, per la lica Legazia e Regia Monarchia composto dai solo
parte spirituale per direttamente dal Re come suo Giudice Ecclesiastico licenziato nell'uno e l'al
Delegato dal Pontefice. Cade qui a proposilo tro dritto e costituito in dignit ecclesiastica; ci
dir qualche cosa sull'attuale governo chiesiaslico ha un Avvocato fiscale ed un Procuratore fiscale
della Sicilia prima di entrar nella materia ammi giusta la Prammatica del Vicer Marco Antonio
nistrativa, si per seguire l'ordine dell'autore, si Colonna del 1583. questo un privilegio magni
per non trasandare notizie di non poca impor fico concesso da Urbano li al Conte Ruggiero e
tanza. Sono Arcivescovati attualmente le citt di suoi legittimi successori per Bolla data in Saler
Palermo, Messina, Morreale, Siracusa ; sono suf no il 5 luglio 1098, confermato dagli ulteriori Pon
fragane! all'Arcivescovo di Palermo i Vescovi di tefici, e colla concordia tra l'Imperatore Carlo VI
Cefal, Usuava , Trapani; a quello di Messina e Benedetto XIII nel 1728 ; privilegio che Carlo VI
qoei di Patti, Lipari, Nicosia ; a quel di Morreale Regal
di Borbone
Coronadiceva
comeladagioja
un suo
pi Diploma
preziosa della
del 25 sua
lu
quei di Catania, Girgenti, Caltanisselta ; ed all'Ar
civescovo di Siracusa finalmente i Vescovi di Cal- glio 1750 ( Siati, sanct. toni. I V ) ; privilegio final
lagirone, Piazza, Noto; tutti colle loro Diocesi cui mente (servomi delle espressioni dell'eruditissimo
assegnano Parrorhi, Curati, Arcipreti. Dei Pre signor Gallo) che in uno congiunge le due supre
lati cod autorit Vescovile il primo il Cappel me potest, la spirituale e la temporale, per cui
lano maggiore del Re che non soggetto a Vesco il Re nostro Monarca mentre con una mano im
vi od Arcivescovi esercita assoluta giurisdizione pugna lo scettro, coli' altra qual legalo de lalere
vescovile sui siti , sulle case reali , sulle truppe della Sede Apostolica sostiene il bacolo. (Pragm.
e sul comune di Calascibella ; risiede presso il Re Sanct. Ferd. Il , 22 januarii 15U Cap. tom. 1 ,
in Napoli con un Vicario generale nei Reali do pag. 56). Il Giudice Ecclesiastico delegato che ne
mimi di Sicilia; poi l'Archimandrita di Messina, esercita le veci conosce, salve alcune eccezioni,
l'Abate di S. Lucia. tutte le materie chiesiastiche di giurisdizione sia
Riguardo ai Tribunali Ecclesiastici, dipendenti contenziosa sia amministrativa il cui giudizio sa
dal Ministro di Grazia e Giustizia enumeransi ; le rebbe privativamente riserbato alla Sede Aposto
Corti per le prime cause dei Regolari che giudi lica (Andr. Gallo Addiz. ad Eineccio).
cano privativamente in prima istanza le quistioni Ed il Tribunale dell'Inquisizione? Fu per sem
che insorgono intra Claustra trai regolari , ad pre abolito nel 1782. Il Vicer Caraccioli , ac
eccezione delle cause di nullit di professione mo compagnato dal Ministero e da una forza arma
nastica; compongono dal proprio superiore assi ta, in marzo di quell'anno memorabile per cosi
llilo da quei congiudici, secondo le costituzioni gran fatto, si port al palazzo dell'Inquisizione in
dell'ordine, e da un Assessore giurisperito, ai ter Palermo, ed alzando la mano a nome dell'uma
mini del Real Dispaccio del 26 febbraro 1792; le nit chiam alla libert ed alla luce del giorno
Gran Corti vescovili che riconoscono nel loro foro tante vittime miserabili che quasi dimenticata la
lolle le cause spirituali e chiesiastiche , e su di avevano in quelle fosse oscure ; processi , scrit
esse dicono sentenza ; vengono composte dal Ve ture tutto fu dato alle fiamme. I Tribunali che
scovo e dal suo Vicario generale , da un Asses prima della venuta della Corte in Palermo, in al
sore ordinario e due Assessori aggiunti giurispe cune sale del Regio Palazzo, poi nelle case rispet
riti. Le Gran Corti Vescovili o Metropolitane che tive dei Presidenti, come per Regal permesso ra-
conoscono in prima istanza nella propria diocesi dunavansi, sedettero il 3 febbraro 1800 nel palazzo
latte le cause ecclesiastiche, sono poi Giudici di dell'abolita Inquisizione, dello dello Sieri, e di
appello delle sentenze che si pronunziano dai Ve allora una iscrizione del P. Angelini, recata dal
scovi loro suffragane!; compongonsi al modo sud- Diblasi ne avvis tutte le vicende.
5
35
AB AB

Abacena. Lai. Abacacnum. Sic. Abacc- bocca del fiume Elicona, oggi d'Oliteri,
na(Y. D.) Cill mentovala da Diodoro, Ste come di sopra nel lib. 2, cap. S.
fano, Svida e Favorirlo -, Tu della Abacaena Cluverio stesso raccolse da Appiano, avere
da Tolomeo, e ne il nome della genie Augusto prima che circondalo avesse Mes
Abacenino. Erroneamente deduce il Fazello sina, devastato il territorio Abacenino, poi
dal lib. 20 di Diodoro esser sorta nei cam ch egli scrisse nella Guer. Civ. lib. 5. Mal
pi di Siracusa ; essendo stata quivi Digeni men dopo ci la terra dei Palesteni, e
dubita alquanto potere aversi come un re fallosi a lui incontro Lepido ammassando
siduo di quel!' aulica cill; ma scrive Dio frumento, entrambi mossero ad assediar
doro medesimo nel lib. 24 aver Magone Messina. Quali dunque i Palesteni? a
rapo dei Peni contro i Messinesi, dopo de correggere questa voce di Appiano in Aba
vastate le loro campagne e ritiralo l'eser cenini come evidentemente lo indica il filo
cito, stabiliti presso la citt Abacena gli medesimo della Storia e delia Corografia.
accampamenti ; era questa dunque vicina Dice Bochart dedursi il nome di Abacena
a Messina lontanissima da Siracusa: quivi dalla voce Punica Aboe che vale elevare ,
narra bens essere stala accordala da Dio quale consuona a maraviglia coi luoghi emi
nisio tiranno di Siracusa una terra della nenti dove un tempo sorgeva la citt. Al
regione Abacenina ai Mcssenii che abban cuni tra Messina e Taormina slabilironla ,
donarono Zancla , dove essi fabbricarono altri nel territorio Sollcrio, ma s'ingannarono
Tindari; e Tindari fondata nel territorio poich ivi un'altra ne sorse (1).
Abacenino vicino al mare , sotto Dionisio , Aliale. V. Villanate.
sulla spiaggia meridionale non stette di A bica. Lat. Habica. Sic. Abica (V. M.)
scoste da Messina : nel 19 lib. finalmente Casale nel territorio di Trapani, altrimenti
afferma la citt di Abacena vicina a Milc, Labica, che nel 1320 appartenevasi di drit
castello dei Mcssenii, enumera questi e gli to a Guglielmo di Linquido; Giovannuccio
Abacenini trai primi dei Sicoli che si uni suo figliuolo donolla a Guarneri Yenlimi-
rono al Cartaginese Amilcare , ed attesta glia con una conferma di Federico II nel
lib. 20 negli elogii essere Abacenini e 1360, del che nel Capibrevio e nel Censo
Tindarilani collegati a Cerone tiranno, ed di Federico II.
avere Agatocle grandemente stimato la loro Aitino. Lai. Abisus. Sic. Abisu (V. N.)
amicizia. Aderendo al Bonfiglio il Cluvcrio fiume che bagna ad oriente il territorio di
lib. 2, cap. 12 afferma essere stala l' an Noto , fioro un tempo appellato , Labiso
tica e famosa Abacena di sotto un inonle da Areno, oggi anche Atellaro ed in sici
scosceso, dove oggi Tripi, e sotto bens que liano Tellaru,- precipita nel mar Jonio o
sto monte nota il Fazello lib. 9, cap. 7 sco Adriatico. Erroneamente Slrabonc ed altri
prirsi all'intorno mura di grande citt , e degli antichi ferman la sorgente dcll'Eloro
come appare vastissima c di gran circuito, al promontorio Pachino, poich perenne e
ma sino alle fondamenta ruinata , pietre copioso sgorga da Gallo, sotto quel collo
quadrale, colonne infrante, archi abbattuti, cui soprast Ceretano quasi a 3 miglia da
ma non saper quale confessa : io, soggiun Palazzolo; vi si uniscono al di sotto le acque
ge il Cluverio, sono a buon dritto per co del Chiape e dell'Ilice, e cadendo poi al
loro the opinano esister oggi presso Tri-
pi i monumenti di Abacena, persuaso mag (1) Osservarsene oggi le vestigia cogli ubertosi
giormente dalle autorit di Diodoro e di contorni del comune Montnlbano , poco distante
Tolomeo , poich collocala costui sulla da Tripi.
3G
AB AB

basso ad otto miglia, col nome di Atellaro, Aborancio distante otto miglia da Agrigento,
accoglie sotto la rocca di Renda il fiumi- verso Nord. Vi ha una miniera di sale di
cello Dilemisi o Alellimisi che sgorga dalla natura discordante dagli altri poich discio-
valle dei Servi e dal territorio Grampolo gliesi al fuoco , indurisce e scroscia nel
non lungi dalla fortezza di Castellucdo, e l'acqua; Plinio lib. 31, cap. 7, il sale A-
scorrendo si lascia a destra un'antichissima grigentino die soffre nel fuoco, balza fuori
piramide orhiculare di pietre quadrate nel dall'acqua. Solino cap. 11 , se al fuoco
luogo detto Saecolino, monumento, come congiungerai il sale di Girgenli si liquef,
credono alcuni, di una vittoria riportata dai e se l'accosterai all'acqua stride come se
Siracusani contro i Cartaginesi capitanati bruci. Oggi soggiunge il Cluvcrio, sono
da Cromio; e poco dopo sulla riva mede le miniere di detto sale nel territorio Bo-
sima la piccola citta Saracenica di Yhadc~ rangio.
do , e sul vicino colle dello stesso nome AC
molli sepolcri; a sinistra poi in luogo al
quanto elevato detto Foye molte rovine di ifnrnnnia. (V. N. ) Terricciuola un
antica abitazione ; scorrendo vieppi vien tempo presso Siracusa, collocala da Fazcllo
trapassato sul ponte Bayhachemo altrimenti non lungi dal tempio di Giove Olimpico,
Baghachemo oggi S. Cosmano, e quasi ad della quale , scrive , nel luogo che oggi
un miglio trasandato il primo, sotto nome dicono Corrano osservami alcune mine;
di Abi80, con sotterraneo lenissimo corso Carrano detto ora dagli abitanti Pantano.
sbocca nel mare. Di esso pi diffusamente Lorch nella Verr. 3 Cicerone nomina i
nella voce Eloro. popoli Acarcsi presso Siracusa, la citt dei
Abita. Lat. Habita. Sic. Abita (V. M.) quali Ortelio e Baudrand dicono Acara; sli
Monastero di S. Maria dell'ordine di S. Be mano alcuni aver quivi Tullio fatta men
nedetto , due miglia a Nord presso Gibel- zione degli abitanti di Acarnania; ma Ortelio
Iina, onorato un tempo del titolo di Abba numera Acara tra le citt di silo incerto ;
zia oggi di Priorato: d'incerta fondazione, rio
Bonanno
lib. 2,per
cap.nella
8 affermano
Sirac. Illuslr.
essercie errore
Cluve-
appartenente per di dritto di vassallaggio
al signore di Gibcllina. L'istituzione del negli esemplari di Tullio e doversi in quel
Priore si spetta al Vescovo di Mazzata. luogo comprendere dei popoli Imacaresi,
Abolla. Lat. Abolla. Sic. Abulia (V. N.) dei quali Plinio; appigliarmi intanto a que
Antica citt secondo il compilatore di Ste sti non posso, poich Imacara testimonio
fano sulle citt, dai Greci ABOAAA; ne lo stesso Cluverio, poco distava da Siracusa
Abolleo il nome della gente; credasi Avola come dir a suo luogo; Giov. And. Massa
da Maurolico per l'affinit del nome. Nota nella Sic. in Prosp. afferm Acarnania non
Holstcin esserne memoria presso Goltz nelle lungi da Siracusa poi distrutta dai Goti.
monete dell' Imperator Vespasiano; giusta Acara. Lat. Achara Acarnania, Ima
gli altri scrittori il sito ne incerto; Oli cara o Macara.
verio anzi sospetta esserne corrotto il no (V.Arate.
Massa,
N.)diFiume
Lat.
cui Silio
Achates
dettoItalico.
Birillo
Sic. da
Agata
Cluvcrio
e Gattae
me, leggonsi, dice, di silo incerto queste
citt: Abolla Amatha ...ma percfi presso
Stefano innumerevoli sono i vocaboli cor E quei che l'Ipsa e il rumoroso Alabi
E quei che bagna lo splendente Acale.
rotti, anche a dubitar di questi.
Aboranglo. Lat. Aborangius aul Bo- Enumerando egli i popoli che soccorsero
rangius (V. M.) Territorio detto dal Fazcllo M. Marcello consolo Romano all' assedio di
37
AC AC
Siracusa li accenna, imitando Virgilio, dal per le macchie di quel nome che contiene
nome dei fiumi vicini, e quivi intese dir la pietra. Chiarandano di Piazza finalmen
di coloro che occupavano le rive dello te, intcsscndo la storia del territorio suo,
splendenlissimo Acate. Di questo fiume diffusamente dimostra non esser V Acale
Yibio nel suo Catalogo dei fiumi : in degli antichi se non il Buffarilo o Galla
Sicilia l' Acale dote rinvengonsi dei la che scaturisce non lungi da Piazza, inafla
pilli dello slesso nome da cui formatisi i campi di Galla e coll'Erice scaricasi nel
le gemme, e Plinio lib. 36, cap. 19 par l'altro di S. Paolo, poich il nome di Gatta
lando di esse, la pietra agata, scrive, fu in si have affinit colf Acale; occorre intanto
sommo pregio ora in nessuno, rinvenuta la pietra Agata dove scorre Gatta, che es
prima in Sicilia presso il fiume dello sles sendo di basso nome e letto, n di splen
so nome, ora in molti luoghi; e Fazcllo denti acque, non pot esser mentovato da
Dee. 1, lib. 1, cap. 4; prima la Sicilia gli antichi scrittori ; e se vero finalmente
rinvenne l'agata sulle rive del fiume Acale ritrovarsi quivi l'agata, il che provar non
oggi a noi sconosciuto; altrove poi lib. 3, potei , dissi di sopra trovarsi tale gemma
cap. 3, nota delle congetture di alcuni che in molti luoghi di Sicilia, e quindi essere
credono sia il fiume Salso o di Licata. Sic il nome ad altri connine.
come poi in Sicilia in molti luoghi occorre Accia. (V. M.) Borgo, nel territorio dello
questo nome Acate non facile disccrnere slesso nome a 10 miglia da Palermo, non
l' Acato fiume; poich Cluverio bilanciando discosto dal mare, che presentasi ai vian
le congetture colle quali crede essere Acate danti da Valdemona a Palermo verso Greco.
il Difillo scrive: nel lato settentrionale Quivi l'amcnissimo podere di Biagio Spuc-
dell'isola quantunque non piccoli siano i ches e dei suoi eredi , che sostenendo in
fiumi pure non ce ne ha alcuna memo Sicilia di cariche primarie vi congreg della
ria presso gli scrittori; tuttavia bench gente e costrusscvi la Parrocchia dedicata
dicesi V Acale di splendenti e luminosi a S. Giuseppe : presso la Parrocchia me
gorghi, nessun quivi ne rinvenni, che a desima la suburbana terra del Principe di
buon dritto e meritamente si possa aver Valguarncra , non che quella del Duca di
questo epiteto; sul lato orientale poi, i Angi con elegante Casina non ancor com
pi nobili fiumi ritennero presso gli au pita ed altre di minor vaglia.
tori i nomi antichi, nel lato meridionale Accllla o Acrllla. Lai. Accilla aut
appena due
eccetto ne trovi
tra Jppari
alcunoenon
Gela,
rammentalo,
dei quali Acrilla (V. K.) Citt distrutta, di cui appo
Stefano: Acrilla dita non molto dista da
il minore vicino alla seconda, dicesi vol Siracusa, ne Acrilleo il nome della gente.
garmente dagli abitanti Manumuzza , il Credesi
cilla neidavolgati
Cluverio
esemplari
dirsi corrottamente
di Li,vio lib. 24,
Ac*
maggiore frai pi nobili di acque limpi
dissime e giocondo aspetto, dicesi Dirillo, poich afferma Sigonio appellarsi Acrilla
che io congetturai dogi' indizii degli an da un codice antico. Costa dal succennato
tichi esser V Acale. Con Cluverio HoFTinann Livio essere slata la sua posizione tra Aera
l'appella corrottamente Gagate; Fazcllo ed ll>la: un colle non lungi da Palazzolo,
come suo costume descrive, lib. 5, ca da ogni parte scosceso, pcrloch dicesi Pel
pii. 2, la sorgente e il corso del Dirillo o legrino e volgarmente del Ceuso, che con
Acate come vedremo a suo luogo. Bochart tiene molte vestigia di una citt distrutta,
lib. 1, cap. 29 all'erma derivarsi l'antico dove opina Pietro Carrera nel Mss. del Diluc.
nome del fiume dulia voce Punica Acad Islor., essere slata Acrilla. Sotto nome di
38

AG dalle eruzioni dei-


a Messina, poi distrutta AC

Acrilla Stratone e Polibio, c dei moderni l'Etna, dove da doppio commercio frequen-
Uollz c Maurolico ricordarono quella cill. tavasi, avvenne essere accresciuta in ampia
Acello. Lai. Acellu*. Sic. Accddu(V. M.) citt, ed esservi tratta ad abitarla la gente
Castello, un tempo presso promontorio Egi- dei municipii vicini. La pubblica e frequen
lallo da Diodor. lib. 24. Giunio scn venne tata strada di Messina volgeva pei pi oc
agli accampamenti nel Lilibeo; nottempo as cidentali borghi, uno dei quali diecsi Via-
salilo Erice l'occup, fortific V Egital- grande, dove molti aprivano delle ospite-
lo. quale oggi appellano Acello, lascia voli bettole, oggi conosciute dalle vestigia,
titi 8000 uomini di presidio; ma inleso a comodo dei passeggieri. Non niego avere
Carialo, che tratlenetasi presso Erice, il Aci avanzalo per l' innanzi altre cill , ed
nemico, quivi fra le tenebre condusse sulle in opportunit di silo, ed in vantaggi per
nati una squadra e sconfitto il presidio la vicinanza del mare, ed in vistosa popo
s' impossess di Egilallo, altri uccise, al lazione, ed in magnificenza negli edifizii.
tri fug ad Erice: 3000 armati da allora Nolano avervi tenute le sue radunanze un
in poi custodirono il castello; da tal non Magistrato di cill, cui le vicine contrade
iscarso numero di presidiarli slimo essere appellavansi; il Municipio di S. Filippo per
stala di esteso circuito la rocca di Acello, per esserne la Chiesa la pi aulica, vi aveva
della quale dippii dove diremo del pro dei drilli parrocchiali.
montorio Egitallo. Occupa Aci-Reale a Nord-Est le radici
Acl Aqullca od Acl-ecale. Lat. Acis dell'Etna dove bagnale dal mar Jonio, ed
Aquilia. Sic. Jaci-Riali (V. D.) comune appoggiasi ad un colle' sotto il medesimo
mente Culia; ed Aci-Reale, poich essendo tratto di ciclo, non disgiunto dagli altri cir
uno , e dei principali municipii della cill convicini; all'elevalo sito prepara inolio de
di Aci, alienali gli nitri e concesse le Si clive scesa insino al lido una scala ad ar
gnorie, rimase sotto il Demanio Regio ed chi costrutta, e a pietre obblique, di spesa
ottenne il 34 posto nei pubblici Comizii tra non poca, la di cui parte superiore bea
le altre di Regio drillo. Prese nome secondo fortificata dicesi volgarmente 7'occo, l'in
il Ronfglio ed il Maurolico da Aquilio con feriore poi percossa dal mare Scala di Aci;
sole Romano; del vocabolo Aci diremo al raccolgonvisi le navi minori di carico, n
trove ; costui dice Ronfglio falla la guerra mancami di umili casuccic di marinai, di
servile elev un castello a scgnRl di vitto granai, di casino di est a delizia dei cit
ria nel luogo appellalo Culia. Il borgo pres tadini, ed una piccola Chiesiuola rurale.
so Catania, scrive Maurolico, credesi detto Sgorga verso destra il gran fonte delle Ac
Aquilia dal vincitore Aquilio che vi aveva que Grandi che attestano gli scrittori es
stabiliti gli accampamenti ; anzi dirci , sere il fiume di Aci, ma noter esserne
avere allora concessa Aquilio V esenzione dubbia la opinione loro; bevono di que-
ai soldati emeriti, che in quel luogo scel st' acqua gli abitanti , e se ne servono ad
tosi ad abitare stabilirono una colonia. Se imbiancare le tele di lino, alla tessitura
bastiano Girelli nota nell'Ari Antico una delle quali massimamente si danno, con
citt ristorala da Aquilio, in prima esisten che aprono commercio con tutta l' isola.
te, e di vero ne riconosce gli aumenti de Agevolmente sopra Tocco sorge la cill
gli ultimi scorsi secoli verso il tempo di nei magnifici ed eleganti edifizii s pubblici
Carlo Imperatore, poich quando da Aci che privati, distinta, nelle piazze ed i larghi
cominciossi a tagliar la strada da Catania come in appresso. Alla pi grande via ma
rittima corrisponde il pi spazioso largo ri-
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AC AC

rinto a Nord dal tempio principale e dal mento la tomba di Ottavio Branciforti Ve
l'ospedale, ad Est dall'elegantissima Chiesa scovo di Catania. Presenta il coro, dove ne
di S. Pietro, a Sud del palazzo del Magi intende sin dal 1650 ai divini uflcii un Col
strato ed altre fabbriche, e finalmente d'un legio di Canonici, l'altare maggiore dedi
Hoaastero di monache ad Ovest; a questo calo alla Madonna Annunziala; attirasi bens
per ampia via intermedia succede un' altra attenzione la cappella di S. Venera V. e
piazza certo di circuito minore ma ammi M. Patrona principale della citt, con reli
rabile per la Chiesa di S. Sebastiano. Ad quie, simulacro ed ampio tesoro ; solenne
Est nel luogo il pi basso le conserve del festa celebrano gli abitanti con pompa e
l'annona pubblica, ed a Sud presentasi una piet a questa Eroina il 26 luglio, con ce
diflcilc scesa ma per intervalli allungata leberrime fiere per tutta la provincia. Il
c<l acclive-, ivi la parte migliore della citt prospetto e la torre della Chiesa di S. Pie
cliiudcsi col convento dei Carmelitani, alla tro e Paolo leggiadramente adorno di
di cui piazza mctton capo le vie principali e doppio ordine di colonne; vi si amministra
diritte. Apresi rimpello la Parrocchia del no i sacramenti ed una compagnia di laici
l'Uria la piazza di riscatto ad Ovest, dove ed un corpo di clero vi praticano pompo
tulio che tende al sostentamento della vita, samente i sacri riti nei giorni festivi; non
n d'ivi lontano l'ospizio delle Vergini d'inferiore vaglia il tempio di S. Seba
povere. Seguono le contrade di S. Martino, stiano, il di cui prospetto, la cupola oltre
Ges e Maria, S. Giovanni , e S. Michele, ogni credenza torreggiano; vi ha bens una
cosi dette dalle Chiese che ci hanno. Dove congrega di Chierici destianti alle sacre ceri
poi elevasi il suolo, ne sta a capo d'ogni monie ed alla custodia degli arnesi divini,
parte apparente il Convento dei Minori Os ed un religioso sotterraneo; infiamma i cit
servanti e gi quel dei Padri Predicatori, tadini una pia emulazione per le due Chiese
un Reclusorio di monache e la Chiesa Par e la loro cultura, e nella celebrazione delle
rocchiale di S. Giuseppe. Il resto della cit feste in gennaro non lieve religioso contrasto
t tende verso Nord per le due rette vie si agita per tutti gli ordini. Vi hanno gi
maggiori alla porla di Messina ed alla Chie oltre la maggiore quattro Parrocchie: S.
sa di S. Maria sotto titolo della Direzione; Maria dell'Uria nel mezzo della citt, S. Mi
il Convento dei Cnpuccini soprasl alla chele verso Nord-Ovest, S. Giuseppe a Sud-
spiaggia del mare, ed occupano la non an Ovest, e le Anime sante ad Est sulla sca
gusta parte d'Est dopo il tempio maggiore, la; il sobborgo Cavallaris volgarmente quar
gli ospizii dei Chierici minori, e degli as tiere verso Sud appresso la Chiesa dei Car
sistenti ai moribondi ed altre case private; melitani, attaccato ad un colle che soprasl
sopra Tocco finalmente donde cominciam alla marina, va bello della Parrocchia, sacra
mo la nostra descrizione, la Chiesa Parroc a S. Caterina; l' antica contrada di Plalaniu
chiale delle Anime sante. stendentesi ad Ovest per circa un miglio
Cosi generalmente percorsa la Taccia del computasi come parte di Aci, con Parroc
la citt passiamo a dire delle singole parli chia dedicata a S. Maria di Monte Carme
non indegne di ricordanza. La precipua lo, che coltivasi da clero proprio, il di cui
Chiesa parrocchiale dunque presenta un in drillo si compete agli abitanti perch han
gresso ornato con maestria di bianche co luogo nel Magistrato. Alle religiose fami
lonne da Genova e di statue, un campa glie precede d'et quella dei Carmelitani,
nile, ed un elegante prospello inlcrno, avvi la cui Chiesa, giusta Pirri, fior un tempo
nella venerabile Cappella del SS. Sacra- sotto nome di S. Maria del Rosario; fu della
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AC AC

poi di Monte Carmelo; Desiderio La Placa nano i Magistrati. Private case di cittadini
nel 1619 diedcla ad abitare ai frati da lui ammirevoli, frequenti botteghe di artigia
riformati, e dissela primo istituto; fu data ni ci parlano non esser Aci l'ultima citt
sullo slesso tempo ai Minori Osservanti nel di Sicilia , che anzi delle prime. nello
colle occidentale la chiesa di S. Biagio, cui spirituale sottomessa al Vescovo di Catania
attaccato un convento dei principali della o al di lui Vicario. Il Regime civico poi
provincia, destinato ad educar la giovent quasi Patrizio; i Padri Giurati , il Prefetto
ed istituirla nelle scienze. Si ebbero i Cap di Giustizia, il Sindaco ed i Giudici secondo
puccini dal 1574 un sito amenissimo sulla le sanzioni del Regno. Da gran tempo il
spiaggia del mare ; i frali Predicatori sulla Comandante delle armi deslinavasi dal Re,
met dello scorso secolo si stabilirono in scelto una volta dai Patrizii dianosi: am-
un luogo popolato sotto il titolo di S. Do minisra il Procuratore volgarmente Secre
menico, e ne accrescono magnificenza gli to, di dritto della famiglia Genovese De
edifizii, non lieve onore, l'eccellenza degli Vigo, che compr con somme versate nello
alunni ammaestrati dal clero di Aci nelle erario, i censi, i balzelli, le decime dei pin-
sacre lettere. Erog tulio il suo Pietro Ma guissimi campi perpetuamente inaffiati e
rchino a costruir la casa pegli assistenti spaziosi, ricchi in lino, canape, legumi, or
ai moribondi, come anche la chiesa di S. taggi, frutti, vini, biade, altri tesori. Rap
Maria delle Grazio. Tommaso di Schiros presenta lo stemma di Aci un castello che
dei Chierici minori regolari medit ad sovrasta al mare, circondato da scogli; mo
durre in Aci una famiglia di suoi , e fab stra tre torri in una delle quali un vessillo,
bricata una Chiesa a S. Giovanni Ncpomu- nell'altra un leone. Viene la citt nei Re-
ccno, per la fama di sue virt e la somma gii libri intitolata Amplissima. Cinquecento
facondia dette non lievi auspizii all' opera pedoni, suoi e dei Municipii, quando temesi
che speriamo fra breve promossa. Stanno del nemico, militano sotto un Colonnello ed
nel centro le moniali del chiostro di S. un Tenente-Colonnello presi dai Patrizii di
Agata Sotto regola Benedettina. Enumcransi Catania e scelli dal Senato della medesima.
pi di 38 chiese filiali tra le quali risplende Il censo degli abitanti nel secolo XVI fu
quella della SS. Trinit; da poco finalmente di 6381, le case 1744, nel 1652 furono 2127
stabili Antonio Russo un ritiro per le ver le case, 8805 i cittadini, nel 1713, 2945 abi
gini povere e vi attacc nel 1C60 un ospe tazioni, 11601 ed ora 13383 vite. Ci ha fi
dale per gl'infermi. Fuori , verso Sud, la nalmente il Capo di contrada, ed esercita
Chiesa del SS. Crocifisso di cui ci ha un dritti su 12 terre. Affermando scrittori na
immagine celebre per prodigii ; a Nord sul zionali essere slata Aci subrogala all'antica
poggetto un'altra delta del Calvario, ambe Xifonia, dicono il pastore Aci celebratissimo
principalmente frequentatissime dai fedeli dai poeti per gli amori di Galatea e loro
sulla feria vi ; a tre miglia verso Nord-Ovest cittadino, esserne stato il fondatore; dir
il pozzo di S. Venera, o fonte di acqua sul di Xifonia a suo luogo, e poche cose del
furea con Chiesa vicina, e camere da bagno, pastorello.
oggi diroccale ; non che ad egual disianza In epoche Cristiane e nel 1 secolo del
a Nord-Ovest la casa degli Eremili di S. la Chiesa dicesi avere nobilitato Aci, Venera
Maria di Loreto dove venerasi con pccu- Verg. e Mart., dai Greci Parasceve, la di
liar divozione l'immagine della Madonna. cui vita apparve scritta da Anselmo Grasso,
Sorge nella piazza principale la casa Pre dove a ci provare leggonsi raccolte con
toria di magnifica fabbrica, dove si radu- getture di vaglia non poca. Fiori ai nostri
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AC AC

giorni Martino Diaria, di nobile famiglia, ec Ael 8. Antonio. Lat. Acis S. Antonius.
clesiastico chiarissimo per l'esempio d'una Sic. Jaci S. Antoniu (V. D.) Paese sopra
vila innocente , pel ferventissimo zelo alla Aci-Reale verso sud-ovest, in un campo pia-
conversione delle anime e per altre esimie
virt. Furono nel 1720 trasferite le spoglie di rocchiali sulfraganeo all'insigne duomo, dov' un col
lui, con gran popolo, nella chiesa di s. Mar- legio di canonici. Ivi avr luogo la dignit di cattedra
lino da lui eretta. Si fa menzione nella Biblio le, quando alla prima vacanza della sede vescovile di
teca Sicula del sapere e delle opere di Ansel Messina n di Catania ne sar smembrata la nuova dio
cesi di Aci-Rcale (Vedi appendice in line al volume se
mo Grasso dell'ordine dei cappuccini, oratore condo).
e storico, e di Benedetto Barbagallo, autore In questa citt tu fondato nell'anno 1141 un ospizio
della Nuovissima Prassi e Teoria del Rito pei crociferi da Pietro Barrabini, che poi fu ampliato
della Magna Regia Curia Sicula. Arcangelo da Giuseppe Vigo e convertito in loro casa ncll' an
no 1816 per bolla di Pio VII. da ammirare altres
Scandurra cappuccino ed Arcangelo Tropea la casa dell'oratorio dei. Filippini eretta nel 1156, ed
minore osservante, eruditi nelle sacre lettere il loro collegio con una biblioteca, rondato nel 1800.
c valorosi predicatori: Celestino Grasso, del Sorse nel 1814 il reclusorio delle projette per cura di
Mariano Finocchiaro Valcstro, che ridusse bens una
terzo ordine di S.Francesco, maestro in S.T., chiesuola campestre derelitta intitolala alla Madonna
direttore della pubblica accademia dei sacri dell'Kdcra in ricco e nobile santuario- Ed il reclusorio
canoni in Napoli: Atanasio benedettino, di cui largizioni
delle poveredei orfane,
cittadini,istituito
ampliatenell'anno
poi le sue
1199
rendile
con lecotta
pie
rimane un libro Sulla remila del re Gt'a- eredit della signora Barbara Cantinella. Contansi In
corno in Catania : Erasmo Sacca, poeta la somma in Aci-Realc 42 chiese, 4 conventi, ed altret
tino e medico non comune, scrisse in versi tante
Avvisando
case religiose.
il re nel 1826, sorpassare la popolazione
esametri sull'i ndole varia delle febbri e del di Aci i 13000 abitatori, elev a grado di seconda classe
metodo di curarle: Pietro Paolo Platanin poe- il suo circondario, e non avendo edilizio la citt de
to.e Vincenzo Geremia matematico e celeber stinato al giudice, un novello ne fu costruito dove l'an
rimo macchinista, dei di cui lavori si serv tico spedale , a capo della via Carolina. Sorge com
piuto dal 1833, ed accresce magnificenza alla piazza del
papa Clemente X: mori ottogenario in braccio duomo. Si molto ivi accresciuta in questo secolo
ai suoi, lasciando monumenti del suo genio e la cultura intellettuale, ed in prova di ci le scuole di
limino insegnamento introdotte dal 1824, il gabinetto
dell'arte. Viveva in questi ultimi anni l'abale di lettura e la biblioteca dell'accademia, ed il ricchis
Sebastiano Vasta Cirelli. retore e poeta in simo gabinetto numismatico fondato in sua casa dal
gelosissimo , di cui rimane l'alci Antico: barone Pennislo.
Celso Grasso inoltre, abate dell'ordine degli Delle strade, fu nel 181 1 costruita la cosi della Ca
rolina, magnifica, di grande ornamento; nel 1826 quella
Olivetani : Mariano Leonardi, dei pp. predi- di Mancano, nel 1828 quella di s. Lucia. Fu sovente
calori, profondissimo teologo, illustre poli scossa la citt da tremendi tremuoti, ne fu devastato
glotta, pi illustre bens per la probit dei il territorio dalle dcvoralrici lave del Mongibcllo, onde
costumi e l'innocenza della vila: Domenico pressoch continuamente gli ediflzii abbisognano di
riparo.
Cavallaro, maestro del medesimo istituto, a Montava la popolazione di Aci-Realc nel 1798 a 14994,
niun altro secondo in zelo, prudenza e dot- nel 1831 a 19762, e dall' ultimo censimento statistico
Irina, ispcttor generale della Provincia sicu nello scorcio del 1832 a 23465 abitatori.
Fra le accademie di Aci prevale quella del Zelanti,
la. Diremo in appresso dei municipii (1). fondata nel giorno 3 ottobre del 1671 da Michelangelo
Bonadics. Doveva essa travagliarsi delle scienze mo
rali e delle lettere, e vi riusc per allora, e si accrebbe,
(1) Aci-Realc eapo-distrclln, in provincia c diocesi e rifulse per un secolo e pochi anni. Toccato poi il
di Catania, dista da Palermo 183 miglia, e 10 dal capo periodo del suo decadimento, cominci a poco a poco
luogo di provincia, in 37, 42 di lai. c 33, 72 di long. a paralizzarsi, sinch del lutto peri nel fine del secolo
Ulta posto il titolo di reale dal re Filippo IV nel 164-2, scorso. Ma nel 1832 Gaetano D'Urso in prima, poi Lo
ed accordati nel 1806 al suo magistrato urbano titoli renzo Maddcm cccilaronla di nuovo, e S. A. B. il Conto
?4 onori di senato. Ilannovi attualmente 10 chiese par- di Siracusa, socio protettore , diede tutti gli onori,
AC AC

nissimo, circondato da amene e frullifere ter distrutto: radunaronsi nello scorbio del seca
re, e con non pochi abitatori, i quali un tem lo wi intorno alla chiesa di s Antonio Abate,
dritti,
po abitavano
gli obblighi,il levicino
propriet
borgo
dell'antica
Casalotlo.
accademia.
ora e cresciuti di giorno in giorno, formarono
l'attuiti paese, che nel 1672 per privilegio
del re Carlo II ebbe con gli altri villaggi il
titolo di principato. Ha verso Sud il borgo
divisa in due classi; una di scienze, l'altra di let Mauceri con una chiesa : e Valverde , con
tere ed arti. Va adorna d'una biblioteca, di un gabi una parrocchia indipendente da S. Antonio,
netto letterario, ed di onore non che alla cill, al occupa il centro del territorio, sotto il vi
l'isola intera.
La costa di Aci-lteale per la estensione di circa un cario vescovile che presiede alle suddette ter
miglio presenta una carriera verticale, che sembra ta re. Il palazzo baronale siti a capo di am
gliata a picco, alla 400 palmi, composta a strali di cor plissima e retta via che domina tutta la con
renti di lava antichi, l'uno sovrapposto all'altro. Se ne
contano da cinque sino ad olio, e l'uno e interrotto trada ed estende lo sguardo infino al lido.
dall' immediato di altri strati pi piccoli di arene e sco
rie vulcaniche miste a terreno alluviale. Queste arene
sono rossastre, simili alla ghiaja che si estrac dalle ca talento meschino. And poi in Roma , c vi raccolsi?
ve vulcaniche (Dencr. di Catania). Il territorio di Aci- fama ed onori, e venne ammesso nell'accademia di
Bcale di salme 2491, 106, delle quali 8.987 in giar
dini, 198,044 in orli semplici, 8.889 in cannoli. 2,154 s. Luca fra gli eccellenti nell'arte. Percorse l'alia Italia;
In gelseti, 673,439 in semnatorii semplici. 68,278 in 11- e poich il suo fare e splendido di effetto pittorico ,
ehcli d'India, 28,813 in alberi misti. 9.228 in mandor si attirava ammirazione dovunque. Ilitorn flnalmcnti;
leti, 3.229 in castagneti. 21.248 in boscate, 372.302 in in patria, recandovi da Roma infinito numero di gessi,
terreni improduttivi. Gran parte dello contadine eser disegni , slampe , e tele preziose. Dipinse allora a di
citano la vita in tessere, filare, cardare seta, lana, co- spello di Venerando Costanzo soprannominato il Var-
Ione, canapa, lino; perci celebri ed abbondanti sono vazza, piltorc di merito assai inferiore a lui, il coro
i tessuti e pi le tele e i damaschi di Aci- E quando della basilica di s. Sebastiano, poi quello della mag
Carlo Vcbbc presentati i tessuti acitanf nel 1528 li lod gior chiesa, ed indi le chiese dei ss. Pietro e Paolo,
molto e se ne compiacque. R queslo solo: ma ogni dei Crociferi e del Suffragio. Il Vasta in mezzo all'ti-
sorta di strumenti di musica ed organi stupendi vi si niversal decadimento dell'arte della pittura in grembo
fabbricano ; e mcrilano in ci lode moltissima i due al manierismo diede prova di gran mente e di spirilo
Giovanni Patan ilo e nipote. Pria che la mattezza di immenso.
bandir buono che che vien di fuori nascesse, Il rame Degnissimo ancor di rinomanza Venerando Ganci,
orpellato di Aci, scrive il Vigo, scusava il bisogno di nato da bassa gente in Aci-lteale nell'anno 1748. Oltre
quello di Francia. Il vino la principale derrata del ad un ingegno brillante, fu Tornilo dalla natura di vi
paese, poi la canapa e il lino. I cereali, tranne l'orzo, vissima immaginazione. I primi lampi di essa sfavilla
sono scarsi. Le campagne sono generalmente da con rono nel suo poemetto siciliano il Don Camilla , la
siderarsi fra le pi culle e ridenti dell'isola, e gli agiati voro morale clic Icnde a coltivare nei cuori giovanili
cittadini consumano in villa una quarta parte quasi del la bont de' costumi. Sfoggi di tutto il suo splendori:
l'anno. Si deve al patrizio Candido Carpitolo un albe negli apologhi, Ioli i ad imitazione di La Fonlaine da
rato passeggio suburbano che le strade del Salvatore questo o da quell'altro favoleggiatore, adorni da lui
e dell'Indirizzo congiunge. Eli' desiderabil cosa che di circostanze siffalle da esser non che dal volgo nm
si faccia altrettanto per tulle le carreggiate da man dalle colte genti ricercale. Non supera il Meli (e chi
gano ad Aci, e da qui a s. Lucia ed a Trezza. Un ma pu avanzar quel grande?) ma gli si accosta. Abbracci
gnifico belvedere contermine ad una graziosa villa e- 10 stalo ecclesiastico , al quale scopo che erasi pre
stende il guardo dal capa di Agosla sino oltre a Masso, fisso dalla pi verde giovent, studi profondamente
dominando s gran parte del lido orientale di quest'isola 11 Ialino e conobbe in tutta la bellezza loro i classici.
sorrisa dal Cleto, e vera cuna di amore e poesia. Fu canonico della insigne collegiata della patria; arse
Fra gli uomini pi rinomati che questa citt onora di filantropia , pcrloch passava giorni interi per gli
rono, oltre di quelli dei quali accenna l'abate Amico, ospedali, le carceri, e le case degli aulilti a consolare,
da notarsi Pietro Paolo Vasta pittore, il quale nacque a (ergere il pianto, ad acchetare gli animi, e largheg
in Aci-Rcale nel 31 luglio dell'anno 1697 e vi mori giare in elemosine. Da fulminatile apoplessia fu col
pel 1760. Egli ebbe dalla nalura un ingegno energico pito nella collegiata, mentre versavasi nei misteri di
e veramente artistico, ma fu guaslo dal barocchismo vini : onde avverassi quel che ci dir soleva a chi mi
che dominava quell'epoca. Studi prima con Giaciuto randolo infermiccio csortavalo a riposo ; Buon soldati
t'Ialania , pittore acese meno di lui sfrenalo , ma di muore sul campo.
43
AC w:
Da ivi non lungi han cura i frali di S. Maria singolare. Tra le rupi dell'Etna vien frequen
della Mercede della chiesa di S. Domenica tala s. Maria di Lavina per continue grazie
vergine, ai quali Stefano Riggio fabbric il conferite agli abitatori.
convento ed assegn una dote convenevole. Dipende il paese dai principi di Campo-
Fu questi il primo signore di Aci S. An fiorito, e costa di 208 case, 1011 abitanti.
tonio, secretano del re , due volte pretore Spettane la cura delle anime al vicario del
in Palermo, ed ebbe Luigi ed altri figli da vescovo di Catania. Ne hanno l'amministra
Dorolea Branciforti. Luigi, onore di sua fa zione civile gli amministratori del principe.
miglia e dell'intera Sicilia, sostenne in patria, Sin qui la comarca di Aci, essendo questo
in Ispagna, in Italia e nella Francia le prime compreso Irai suoi municipii. Apparteneva
cariche; le pi gravi ambascerie in tutta Eu un tempo ad un nobile genovese della fa
ropa. Gener Stefano con Caterina Gravina, miglia Diana. Unitamente ad altri casali ot
ammesso oggi trai governatori delle due Si tenne il titolo di marchesato nel 1652, di
cilie, i di cui elogi e del padre porremo in cui gode (1760) Giuseppe Nicol Diana du
appresso. Dei censimenti del paese si par ca di Cefala (1).
ler dove di Aci S. Filippo (1). Aci castello. Lat. Acis caslellum. Sic.
turtus.
Aei Bonaeeorso.
Sic. Jaci Bonaccursu
Lat. (V.
AciD.)Bonac-
Terra Jaci casleddu (D. D.) Sito sopra un'alta e
scoscesa rupe, nel lido orientale dell'isola,
alle radici dell'Etna verso nord-est. cosi detta tra gli scogli dei Ciclopi, la terra di Ongia,
dalla famiglia di tal nome. Costa della con e le spiagge di Catania e di Aci. Arezio ne
trada dei Pnuloti e dei Leonii, dell'altra dei scrisse : Ad euro una rocca su d'uno sco
Baltiati, e della terza dei Bonaccorsi, dalla glio, che col suo villaggio, dello dal fiume
quale ultima, fabbricala nella met del se Acide, appellasi anche Aci. Le rupi color di
colo XVI, prese nume il paese. Sorge da lun ruggine, come i vicini colli ed i massi enormi
go lempo presso i Pauloli la chiesa di s. Ste insino agli scogli della spiaggia soggetta ed
fano, e quella di s. Lucia presso i Baltia all'isola del nome stesso, sono a dirsi opera
ti , dove un sacerdote amministra i sacra di natura , in tulio diversi dalle lave del -
menti. Ouando per per voto comune degli l'Etna, volgarmente sciare. Ma a questi at-
abitatori pi elegante edificossi la chiesa di laccansi verso sud delle moli vomitale un
s. Maria sotto titolo della Direzione nel 1588, tempo dal vulcano, non poca variet presen
vi si trasferirono i drilli parrocchiali, e co tando e nel curioso combaciarsi e nel co
minci a venerarvisi s. Stefano prolomarlire lore. Nei sopraccennali colli finalmente rin-
come principal tutelare. Havvi un'altra chie vengonsi dei sassi ammonticchiati a poggi,
da, inferiore alla prima, delta di s. Maria della d'indole e peso del ferro, pietre trasparenti,
Consolazione, con una congrega di pratica sostanze testacee e simili che non occorro
no in materie vulcaniche. Sollevasi in quanto
(I) Oggi capo-circondario di 3a classe, in provincia al resto una mole di sassi, dove siede il ca
e diocesi di Catania, distretto di Aci-Hcale, distante 183
miglia da Palermo, IO dal capo-luogo della provincia, di Oggi comune in provincia e diocesi di Catania,
2 dal capoluogo di-I distretto ; con una popolazione distretto di Aci-Kealc, circondario di Aci-S.- intonili, di
di 11U abitanti. Il suo territorio di salme 977,217, stante 184 miglia da Palermo, 11 dal capo-luogo della
delle quali 2.390 in giardini , 23,357 in orli semplici , provincia, 3 da quello del dislretto, 1 dal capo-circon
4,(81 in canneti, 12,667 in scminatorii alberali, 115,871 dario. Il suo territorio di salme 84,094, delle quali
ia seminalorii semplici, 98,941 in pascoli, 395,862 in 29,737 in seminalorii semplici, 18,740 in pasture, 34,276
tigncli alberali, 30,351 in "cheli d'India, 10,995 in ca in vigneti semplici, 1,169 in terreni improdullivi, 0,172
ttaglieli, 53,235 in boscale, 164,958 in terreni impro in suoli di case. Conlava alla fine del 1852 una popo
duttivi, 2,053 in suoli di case. lazione di 1427 abitanti.
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AC AC

stello , concava nelle parti interne, battute piissimo territorio alla chiesa di Catania, non
dai flutti verso oriente. Sovrasta perci al fa menzione di villaggio. Largito poi dai ve
mare, ripida in tutto, se non che verso au scovi di Catania a varii principi , pervenne
stro vi si attaccano alle radici pietre del agli Alagona, sotto i quali vicino il castel
l'Etna. Una scala scoscesa di cementi vi apre lo ed altrove nel territorio slesso crebbero
la salita a Nord, ma s'interpone tra questa le abitazioni, come diremo in appresso. Il
e l'ingresso del castello un ponte levatoio, possiede (1760) per dritto di clientela Giu
che dato il bisogno e nella notte sollevasi con seppe Emmanuele Massa, figlio di Cristo
catene di ferro e custodisce l'entrata. Ga foro, nipote di Giannandrea. Costui lo com
gliardi muri sostengono intorno i piani: nei pr dai ministri del re nel 1647 con altri
pi bassi vi ha 1' uso delle cisterne ; poco municipii di Catania, e sebben si opponesse
pi in l i magazzini delle armi da guer il vicer perch non venisse alienato dal De
ra, e le carceri dei colpevoli di delitti ca manio, l'ottenne in feudo con drillo di armi
pitali. La torre pi alta finalmente ha forma ed onore di ducato da Carlo II nel 1634.
di lorica , destinala ai soldati di presidio ; Tiene il xiii posto nel Parlamento. Pi gi
sotto la quale negli anni scorsi fu scoverta degli altri signori. Computaronscne sempre
una fossa rotonda scavata nel vivo sasso, do le case e gli abitanti con quelli degli altri
ve gli antichi abitatori scendevano dalla parte municipii; ma nel 1713 fu notato il censo
superiore; ma ne l'uso incerto del tut- delle prime di 120, con 521 abitanti, che
lo (1). crebbero ultimamente ad 824. Il suolo fer
Non appare in qual anno sia stalo fab tile in pasture, non per in frumento ed in vi
bricato il castello. Diconlo antichissimo, ap gne; ma piantato in alcuni luoghi a vigneti,
pellato Saturnio da alcuni con Carrera ed non rende vano il sudore degli agricoltori. I
Arcangelo. E ci portaci a credere l'oppor pescatori che non in poco numero vi stanno,
tunit del luogo , poich in antichi tempi fruiscono di un mare abbondante (1).
quando vollero fortificarsi i lidi si altest Aci-atcnn. Lai. Acis-Catena. Sic. Ja-
l'esistenza di un castello su di una rupe, ci-Catina (V. D.) Terra, cos della dalla chiesa
da potervisi stabilire un sicuro presidio od di Maria Vergine del medesimo titolo ; oggi
un asilo contro le incursioni nemiche, che fra le prime e le pi numerose per la lunga
poi dissero Aci dal fiume vicino, qual' il dimora dei suoi principi. Siede sotto S. An
nome di tutto il circostante territorio. Sotto tonio, in un terreno un po' declive, e dista
il castello, verso nord-est, fu nei secoli an tre miglia a sud-ovest dalla citt di Aci. Costa
dati un piccol villaggio con la chiesa par di tre parrocchie , s. Giacomo nell' alto ad
rocchiale dedicala a san Mauro abate , ed aquilone, s. Maria della Catena dove riesce
un'altra non lontana a s. Giuseppe, eretta il suolo ad appianarsi, s. Maria della Con
dalla piet degli abitanti non lungi dal ca
stello. Vi ha un tratto di mura con una porla ti) Oggi Aci-Caslello un comune in provincia e dio
verso il luogo medesimo che le altre avanza cesi di Calania, circondario di Aci-S. -Antonio, distante
in antichit. Crede il Pirri, contare il solo 118 miglia da Palermo, S dal capo-luogo della provincia,
altrettante dal capo-distretto, 4 dal capo-circondario.
castello l'et dei normanni, poich il conte
He il territorio di salme 428,927, cio 2,712 in giar
Ruggiero avendolo concesso con tulio l'aiu dini , 9,816 in orti semplici , 35.1 in canneti, 8,808 in
seminatori! alberali, 144,930 in seminatori! semplici ,
104,737 in pasture, 28,434 in oliveti, 20,379 in vigneti
ti) Chi sa che non sia slata un'antica conserva di fru alberati, 14,931 in ficheti ri' India, 30,694 in mandor
mento, come quelle rinvenute da molli anni nel largo leti, 62,703 in terreni improduttivi, 430 in suoli di case.
del real palazzo in Palermo. Ne la popolazione di 194S abitatori.
45
AC AC

colazione verso occidente ; delle quali ne degli agricoltori feconda le terre sottostanti.
la seconda la primaria, donde prese nome il Diremo appresso del numero degli abitanti,
paese, e prevale sommamente per l'eleganza e dei loro signori. Il vecchio Luigi Riggio
e l'ampiezza dell'edificio, per la nave, le fu detto col consenso di Carlo II il primo
ali, le absidi , il campanile, l'intero corpo principe di Catena nel 1 681 , cui sottenlr
di s. Candido Martire protettore del paese Stefano, poi Luigi II, per dono di cui questo
composto in ricca arca, ed il famoso mar titolo pervenne nel 1708 ad Antonino Rig
moreo sepolcro del fu esimio Gioacchino Rig gio, il quale da consigliere del re e questore
irio; come bens pel collegio canonico, a cui del regno, fu grande in prudenza ed accorgi
nel 1730 Antonio D'Orso accrebbe la dote, mento. Intorno agli credi di lui vedi Catena
istituito gi da Pietro Galletti vescovo di Cata nuora (1).
nia. Da essa per via intermedia ed ampia mol Ad S. Filippo. Ut. Adi S. PhiUpptu.
lo si viene ad un largo, dove s'innalza un Sic. Jaci S. Filippu (V. D.) Paese con ele
magnifico fabbricato degno in tutto di regia gante chiesa e campanile, cui affermasi es
citt, adorno di spaziose sale da radunanze sere stali attribuiti dritti parrocchiali dai ve
e con una chiesa eretta alla pi fina eleganza; scovi di Catania sugli altri municipi) sin
ricco in ornamenti, arazzi, mobili, pitture, da antichi tempi , cio dalla prima chiesa
statue, vasi, pronto da gran tempo ad acco fondala dopo i saraceni. Vi ha una cassetta
gliere splendidamente i signori. Fu ordinato d'avorio lavorata a delicato rilievo in cui
da Luigi Riggio principe di Campoliorito, re portava il parroco in viatico agl'infermi il sa
duce in Sicilia da una legazione del re di cramento. Sorge il villaggio alle falde di un
Spagna ni Francesi, il di cui animo non de colle amenissimo, primo ad incontrarsi ve
sisteva in alcun luogo d'innalzare opere fa nendo da Catania dalla contrada Mzeli. Ha
mose. una via diritta e spaziosa, dov' la chiesa
Ci ha nel paese medesimo verso greco un parrocchiale di s. Filippo, decorala di un
decentissimo convento di minori riformati, collegio di canonici per concessione del ve
sotto
da Stefano
titolo Riggio,
di s. Antonio,
con d'innanzi
fondato
un largo.
nel 1C>8!)
Ad scovo di Catania , assegnatavi una dote da
Filippo Rosa nell'anno 1731. Al di sopra
occidente la chiesa di s. Giuseppe, con ma della chiesa e nell'alto la contrada dei l'a-
gnifica scala di pietra costruita a spese del vonii, un'altra verso settentrione detta dei
l'abate Ignazio Riggio. Quivi presso il ri Finocchiari con una chiesa nella strada che
tiro delle vergini povere , che il sullodato conduce in Catania; a sud Regilana; e sulla
Luigi costru per testamento della moglie Ca pi eccelsa sommit ad occidente la casa di
terina, di cui attendesi in breve il compi s. Anna degli Eremili.
mento dal figlio Stefano colle rendite ere I villaggi che portano il titolo di Aci, i
ditarie. Luigi fond un ritiro nel piano su quali sono s. Antonio, Catena, s. Filippo ,
periore del suo palazzo , dove radun le
donzelle prive di genitori , apprestando loro (I) Aci S.Filippo Catena ogni comune in provincia e
i mezzi onde potere accasarsi, giusta la pie diocesi di Catania, distretto c circondario di Aci-Realc,
tosa disposizione della defunta sua sposa, distante da Palermo 184 miglia, ti dal capo-luogo
della provincia, 1 dal capo-distretto c circondario, con
id un tiro di archibugio da s. Giuseppe se una popolazione di 4961 ubi tanti- Se ne compone II
gue il quartiere di s. Maria della Consola territorio di salme 420,103, cio 21,030 in giardini,
zione, con chiesa parrocchiale sopraccenna 1,100 in canneti, 11,161 in scminatorii irrigui, 51,136
in scminatorii alberati, 120,332 in scminatorii semplici,
ta. Sgorga non lungi di l una perenne e 191,169 in olivcll, 9,112 in ficheti d'India, 1,342 in suoli
copiosa vena d'acqua che con gran vantaggio di case.
ili

AC Esichio accenna Y AciACpresso Catania, cio

e s. Lucia, di cui diremo in appresso, com-


pulavansi colle terre vicine. Ma appare la sul lido che ascrive alla pi celebre citt vi
loro prima descrizione statistica distinta da cina. Vibio nel Calai. L'Aci dal monte Etna
Acireale nel 1632 , quando di s. Antonio, va a sboccare nel mare, ed alle tue rive
s. Filippo e contrade registravansi 1746 ca si sa avere il Ciclope scagliali dei sassi
se, 6994 abitanti; e poi nello scorso secolo contro Ulisse. Lo scoliaste di Teocrito sul 1
1861 case, 7669 abitatori. idil. cos appellasi il fiume Acide in Sicilia,
Aci-Fiumc. Lat. Acis Fhmus. Sic. Ciumi perct i suoi riti sono pari alle saette.
di Aci (V. D.) Ne notissimo il mito. Un E Teocrito : sacra onda di Aci. Silio de
pastorello di forme leggiadre, gratissimo a scrive i tenui rivi e dolcissimi dell' Aci ;
Galatea, moriva colpito da un sasso ingente erbifero l'appella Ovidio; e Solino cap. II :
dal
dellaciclope
Ninfa, Polifemo,
avendola veduta
che perduto
conversar
essendo
col- nessun fiume avanza in freddezza il fiume
Aci, quantunque dall' Etna sgorghi. Il che
f amante, svelta una mole dall'Etna vicino, anche Teocrito aveva espresso, gelido dicen
scagliona contro il fuggitivo, e ne lo schiac dolo o freddo. Per considerando il Fazello,
ci ; poi rivissuto in fiume per opera dei altro essere il fiume in quelle parli che scor
numi a preghiere di Galatea. Scrissero Ovi re nel territorio di Mascali, dello volgarmente
dio e Silio , scientissimi dell' antico mito ; freddo,
sine, o l'uno
falsamente
o l'altromostr
confonde,
esseroquesto
loro il l'ace-
nome
l'uno, essere il Simelo nato da Fauno e dalla
Ninfa Simetide; l'altro, che il pastorello fug medesimo atlribuisce. Errano con lui, come
gitivo disciolto in acqua scans le furie del altrove diremo, Arezio. Carnevale. Gollz. La
nemico e mescolatosi alla nereide Galatea descrizione di Cluverio esattissima; erra
sgomentala dalla voce del Ciclope, nel mar per, allorquando al lido dove si appressa,
vicino si sommerse. nota, diffondersi il fiume nella contrada dello
Altrove pertanto osservammo nella Cata stesso nome, poich in tulio il territorio ba
nia illustrata, ascondersi nel velame dell'al gnato dal fiume Aci non ci ha contrada alcuna
legoria una verit storica; ed avere Polifemo del nome medesimo. Porli a m qui un epitaf
gigante. l'Etna cio, cos oppresso dei suoi fio, detto apocrifo nelle tavole di Sicilia di
infocali massi il fiume Aci, da lasciar soltanto Guallerio, posto, come favola, da Aci.
scorrerne al mare sotto enorme rupe dei ru 1)1VAE
scelli, he ritengono l'antico nome di Aci:
questa esser la rupe dove oggi sorge la citt, OG.VIAE . SATVRJflAE . KT1MEAE
ed i rivi esser quelli che presso il lido dif- DEOKVJI
fondonsi , appellati acque grandi. E nelle MATRI . FILMI . VXOKI
note al Fazello, citando Cluverio, similmente
IN . POBTV
mostrammo , unirsi il fiume Aci sotto sco
scesa rupe alle acque sgorgale a Regilana, SEPVIXHRVM . TEIPLVI . ET . ARCEM
che fecondano per varie vene le terre d'in ACIS
torno ed agitano non molto lungi dalla sor FAVKI . FILIVS . PICI . EPOS
gente dei mulini, propriamente verso la con SATVRHI . PKO.XKPOS
trada di Barracca, infino al lido che perci
LATI.M . FRATER.
si appella dei mulini, e finalmente al fianco
occidentale del promontorio Xifonio precipi Aci. (Isola di) Lat. Acis insula. Sic. Isula
tano nel mare Jonio. di Jaci (V. D.) Vedi Aci, scogli.
Vien poi mentovato dagli antichi scrittori, Ael a. Luciti. Lat. Acis s. Lucia. Sic.
47

AC AC

Jaci s. Lucia (V. D.) Villaggio tra Acireale l' ingresso ne rivolto verso settentrione.
e Catena, da questa lontano un tiro di ar A mezzogiorno un belvedere taglialo nel
chibugio, con una parrocchia dedicata a quel sasso domina il mare sottostante. Qucst'iso-
la Vergine e con un collegio di canonici sin lelta non costa di una natura sola di pie
dal 1734. tra , poich altra di tufo suboscura , al
Aei-Reale. Vedi Aci-AoBitSA. tra nera del tutto, cui sono frammischiale
lei. (Scogli di) Lai. Aeis Scopuli. Sic. delle pielruzze splendentissime dette berilli
Scogghi di Jaci (V. D.) Scogli dei Ciclopi fu dai nostri. Venne forse dalla parte di tra
rono appellati dagli antichi; or Faraglioni. montana squarciala da tremuoto, ed aprcsi
fri un'isolella, e nell'opposto lido la terra di ai flutti dalla parte di oriente. Verso il 1748
Trezza. Questi scogli sono talmente aguzzi, ordin il sullodalo Luigi si fosse abbattuta
da aTerli appellato Stazio Silv. lib. $ gli ar a forza di puntoni e di mine una parte della
dui tassi delle piramidi. Sono come gra rupe, a rendere il seno pi sicuro dai venti;
dini disuguali: al primo che il pi basso ma l'impeto del mare scosse l'incominciato
succedene un altro pi allo, elevandosi il lavoro e devaslollo. Al lido di sud ebbe cura
Imo tre volte pi del primo. Favoleggiano intanto di costruire il medesimo principe un
averli scagliali Polifemo contro i compagni piccolo molo di pietre quadrale, in pr dei
di Ulisse: ma in verit manifcslansi opera marinai che sempre vi traggono , e vi ac
di natura. Succede a questi l'Isola di Aci, crebbe l'abitazione. Fabbricossi un'elegante
altrimenti Trezza; uno scoglio grandissimo casa di delizia, fortific di due fortezze la
che di circa trecento passi di circuito sol spiaggia. Conlansi (1760) 205 abitatori e 60
levasi in alto, opportunamente assicurando il case. Vi ha una parrocchia sotto il titolo di
seno vicino dai venti di levante e di mezzo s. Giovanni (1).
giorno. Per opera del principe Luigi Riggio
fu talmente profondalo quel seno da potere (I) Conlansi oggi in quella tcrrlcciuola un 600 abi
accogliere bens navi di gran mole. Venne tatori; distante 6 miglia da Catania, ed esporla orzi
un di munito lo scoglio da una fortezza, di e vini. liti scogli di Aci o dei Ciclopi sono celebri
presso i mincralogisli, dopo che Dolomieu vi scoperse
cui tuttavia non rimangono che ruderi sulla per la prima volla l'analcimc limpida, detta da lui zso
cima, le porle, la soglia ed una cisterna (1). lite bianca {tlem. sur let islet Ponce ete. pag. i3i)
Vedesi verso occidente una grolla , dove c che il Ferrara chiam ciclopilc. Ma ollraci vi ha
un gran numero di cose ammirabili su queslo fatto.
fama esser vissuto un solitario cospicuo in L'isola maggiore tutta squarciata all'intorno da pro
fior d' innocenza ; capace d' un uomo , e fondi burroni, pei quali se ne pu discernere la co
struzione interna. La sua massa principale di lava
bigia o nerastra, su cui si poggia immediatamente una
(t) Frai cretacei delta Trezza potranno scorgersi gli roccia spaziosa che ha l'aspetto d'una marna o di una
stanzi di un antico monumento ad uso di conserva di argilla, come e stala indicata da Dolomiou. Ma non
acque , che fu cosi descritto dal principe di Discari : vi hanno sopra pianlc meritevoli di attenzione, fuorch
> E un'antica fabbrica quadrata, coverta colla volta, e il Mesembriantliemum cryslaUinum , che col Ifodi-
le mura vestile di riquadrate pietre. E da osservarsi florum comune in Sicilia. A poca disianza levasi un
(lie non ha porla, ma si vede l'interno da una gran altro scoglio sul mare a forma di piramide, composto
rottura nel muro, c si scorge che negli angoli interni di lava prismatica higio-scura , con pirossena giahV
<i sono quattro grandi pietre sopra le quali posa la gnota e laminottu di feldspato, e contenente talvolta
uriti interamente circolare. Due buchi nei lati opposti globulo di racsotipe radiala. Ne coverta la cima dalla
nostrano che ad essa appoggiatasi alcun acquidollo, stessa roccia di apparenza argillosa, che sembra do
t l'acqua che per questo edilizio passava forse in esso vesse originariamente formare un esteso deposilo. Due
lasciata le sue disposizioni; mentre la sua picciolezza altri scogli pi piccoli analmente fan corteggio a que
oh fa giudicare ebe ad altro uso avrebbe potuto scr- sto, da cui non differiscono nella struttura, presen
vire , essendo senza aperture e non pi grande di tando gruppi colonnari della lava medesima. Sono quat
palmi H per ogni lato ed 8 nell'interno. tro dunque gli scogli di Aci o dei Ciclopi, quantunque
48
AG AC

Aef-Vnlvcrdc. Lat. Acis talli viridi. guisa di un dardo. Abitatori ne furono


Sic. Jaci Valvirdi (V. D.) Vedi Valverde. i Valerii, donde credesi essere stati ap
Aci-Xifonia. Lat. Acis Xifonia. Sic. Jaci pellali Aciscoli. Ed avendo i Valerii emi
Sifonia (V. D.) Apparve negli anni scorsi una grato dai Sabini a Roma sotto il governo di
esattissima topografia di questa antica citta Tazio, pu dal dello di Orsino ricavarsi la
con tutti gli edifizii, bench particolari, in origine di Aci o prima o nel tempo della
dicati ed espressi, eccellentemente condotta, costruzione della citt. E da avvertire intanto
come si dice, sulla descrizione d'un certo Oro- che varii furono i cognomi della gente Va
fone. Ma allora che altrove avr mostrato non leria:
vini, Corvini,
Flacci, Messala,
che di certo
Catuli,
in Pubblicola,
varii tempi Le-
fio
esser presso gli antichi opera di sorla di que
sto scrittore, ed esser quella un miserabile rirono e poi tennero il consolalo della re
ritrovato di uomo piuttosto incapace e di gros pubblica; quindi gli Aciscoli, che stabilironsi
sa pasta, nessun che ha fior di senno sapr nel territorio di Aci, non possono al fermo
negarmelo. IVon voglio per ora infastidire i scambiarsi coi Sabini. Ma poich la Sicilia
miei lettori, e trascorro avanti, brevissima divenne provincia romana perch vicina, si
mente esponendo le congetture che riman cur di abitarla, e le parli di Aci principal
gono della Xifonia, o checch debba stabilirsi mente. Del resto sotto la scorta di Valerio
dell'antica Aci. Affermano gli eruditissimi Or Messala Catania si un ai romani ; a ben
sino, Gualterio, ed Agostino Dialog., esser ragione adunque sospella il Carrera lib. 3,
da noi pervenuto il cognome Aciscolo alla cap. 18 . tom. 1 , essersi allora i Valerii ,
famiglia di Valeria Romana ; perloch re presi dall'amenit del terreno, stabiliti nelle
cano molle monete consolari di questa fa rive dell'Aci (1).
miglia, tra le prime della repubblica , dove Molli monumenti bens rimangono della
scorgonsi impresse delle sirene, mostri del antica cill sino alla contrada Nizeli, come
mar di Sicilia, come fingevano i poeti. Ecco le sepolcri, ruderi di mattoni, frammenti di
parole di Orsino che descrive le famiglie ro staine , vasi , lacrimatoi , lucerne. E pi
mane dalle monete: Appartengono agli A- di ogni altro una mole ingente di pielre
ciscoli i primi tre denari, nel secondo dei quadrale nel territorio Piti lungo la stra
quali si scorge una sirena, impressavi forse da pubblica che conduce al villaggio Por
da C. Valerio, per avere abitalo una volta ta ci d notizia di antica e non ignobile
gli Aciscoli nel territorio del fiume Aci, citl , abitata un tempo come da cre
popolato da sirene; e di l parliti, avere dere a borgate, al par di oggi. Non dubito
in prima occupalo il territorio Sabino, indi
Roma. Il fiume Aci che scorre dal monte (2) Silio Malico, enumerando nel suo poema le cill
Etna fu detto RIAOS; poich, siccome, ab di Sicilia confederate ai romani, che valorosamente li
soccorsero nella seconda guerra punica, vi accenna an
biamo da Eustazio , si disse procedere a che Aci, enunciandola poeticamente dal suo fiume :
Vieri Gela che dal fiume ha nome, e Meta;
Plinio non ne rammenti che Ire, scopali Ire Cyclopum; Ed i Palici che i spergiuri pelli
e se non vogliasi ammcllorc in lui un errore, 6 forza Domati con pena subitanea, e viene
credere che il quarto sia sialo isolalo dopo i suoi lem- La teucra Acesia; ed Aci, che i tuoi /lutti
pi o da trcmuolo , o dall' urlo delle procelle , poich Al mare volge per le spiagge etne,
queir ammasso di prismi pu venir facilmente scom l'alma nereida con dolce onda bagna;
paginalo. Cosi anche sembra verisimile che lutti questi Del tuo amor. Polifemo, ecco il rivale
scogli siano siali un tempo in continuila ed abbiano Che l'ira atroce del selvaggio petto
formato un sol corpo cogli ammassi colonnari della Schivando, sciolto in lentie rivo, eluse
costa donde furono divelli. Vedi Biblioteca Italiana Il suo nemico; e allora, o Galateo,
Tom. XX. Con le mischi le sue onde vittrici.
49
AC AC

essere stala della Aci dal fiume vicino ed di Napoli; e morto finalmente nella patria,
aver poi preso dal promontorio soggetto il prelese Roberto il possesso di Aci, poich
soprannome di Xifonia; del resto ci che era stalo sancito doverne Lauria e gli eredi
si disse, principalmente da Orofone, da tenere il possesso non ostante ribellione;
abbandonarsi colle favole antiche essendo ma appellala la lite a Giacomo Aragonese,
indegno allatto di memoria. costui decise per Federico di Sicilia; solle
Ad imporre finalmente un compimento al vatisi i Galli sotto di lui, ostilmente inva
le notizie di Aci, rimane dir delle signorie, dendo il territorio di Aci, devaslaronlo col-
cui si addicono per dritto di clientela i l'incendio, ed avendo e campi e villaggi de-
municipj di essa. Scacciali i Saraceni larg vorato, una pioggia di neve copr quelle rui-
il conte Ruggiero tra le altre possessioni ne, donde il molto dei Siciliani : Aci poi
ad Angerio Vescovo di Catania, con suo ch arse nevic.
diploma del 1092, il territorio di Aci col Mosco Alagona l'ottenne dallo slesso Fe
castello; ed allora fu onorato bens Ada- derico come se ne fa menzione nel regi
metto Sismondo dal Conte medesimo, della stro del 1320; ma sotto il Re Ludovico ne
carica di governatore di quello, come rin rinvengo signore V Infante Giovanni Duca
vengo nelle memorie di s nobile casato: di Randazzo, alla morte di cui pervenne ad
si ebbe poscia a successore il figliuolo Artale Alagona figlio di Blasco, che nel 1301
Stefano, il di cui erede fu confermato da s' ebbe una nuova concessione da Simone
Guglielmo II nel 1173, e per essersi unito del Pozzo Vescovo di Catania, di che con
a Tancredi col Vescovo di Catania dicesene segu la conferma da Urbano V; disse ere
privato da Errico VI. Molle famiglie allora de per suo testamento fatto in Catania, il
abitavano a borgate il territorio, con nomi figlio Staziona di letto illegittimo, cui, es
che persislonvi ancora; per evidente, dai sendo morto senza figliuoli, Blasco e dopo
querceti, che frequentissimi occorrono in di lui il giovane Artale successero; nemi
varii luoghi, essere stato per lo pi occu co costui al Re Martino, lungamente con
pato da densissime selve, che abbattute po tro gli eserciti regii nel forte di Aci, con
scia e distrutte, piantali i campi a vigne, moglie e figli, si difese; cedette finalmente
ad alberi fruttiferi, vestiti di gelsi i monti, con un accordo di cui ritrovai esserne que
resero tal copia di fruito da superare l'a ste le condizioni: consegnasse Artale al Re
spettazione dei cultori. le fortezze di Aci e di Paterno, prendesse
Consumali sotto i Principi Svevi i dritti del a protegger Malta; ma dopo breve tempo
Vescovato di Catania, anche la signoria di perdette Aci, n finalmente si ebbe la pos
Aci sostenne perdite non leggiere; rimessa sessione di Malia; partilo da Sicilia allora
poi alla primiera integrit, sotto i Re di mor in esilio. Celebrato dopo ci il Re Mar
Francia, per opera del Legato Apostolico, tino in Siracusa il Parlamento nel 1398
tosto per negligenza del Vescovo Gentile, stabil, rimanessero il territorio di Aci ed
sotto Federico II , ne ebbe il potere per il castello sotto il Regio Demanio; Alfon
l'annuo censo di 75 monete d'oro Ruggiero so tuttavia con lettere di Messina del 5
di Lauria Comandante del mare dell' isola, aprile 1422 li assegn per 10000 fiorini a
che ne fortific egregiamente il castello: Ferdinando Vclasquez. Nel seguente anno
vi si difese una volta, come abbiamo dalle poi , essendosi lagnato presso il Romano
storie, il nipote di Ruggiero contro il me Pontefice il Vescovo Giovanni del Poggio
desimo Re, e se l'ebbe Margherita figlia di del dilapidamene) della sua Chiesa, pro
Ruggiero, lorch quegli si un a Roberto Re cur il prelato di Siracusa, a comando del
7
50
AC AC

Papa, restituirlo nella possessione di Aci e ne vendette k> stesso Giovanni Ir


negli altri beni male alienati; rappattumalo nel 1 465 a Bernardo Requesens ai
l'affare, gravato Velasqucz del censo, as cer, da cui dopo tre anni per op
sunse il dominio. Volle allora Alfonso si Questore di Sicilia, per pi vistosa
fossero tenute fiere nel territorio di S, Ve sborsala nell'erario, se l'ebbe Anti
nera, dove un pozzo di acque termali ; e Mastro Antonio: Giulio Reitano poi ;
rammentano che il Magistrato componen- tali al Re 40000 fiorini, prese Aci a
tesi dei singoli municipii, procedendo con laggio, del che inleso il Mastro Ai
solenne pompa a cavallo dal villaggio Pa- che
feritocomprala
a ciascun
l'aveva
altrocol
anche
paliosedi pres
ess<
vonio a piantarle, non lieve danno recas
se agli agricoltori; l'imperatore Carlo v le avesse somma pi grossa, conl6.il co
conferm e trasferille poscia in Aci-Reale, danaro al Questore, di nuovo rientra
dove ora verso i 21 di luglio, con gran con in possesso ; alla morte di lui fu si
corso del vicinalo, celebranti ogni anno. In sorc nel 1478 il figliuolo Luigi di Jti
quel tempo Adamo Asmondo si disse Barone Antonio, cui nel 1505 sottcntr Salva
di Aci, perciocch largo in concedere il Ve- sero
che laallora
tenneglisino
Acesi
al 1528.
vendersi
Appena
dalla
con<
lasquez, segn nel 1434 suo successore lo
Infante Pietro Conte di Nolo fratello d'Al il dritto di ricompra , ed aver Salve
fonso , per nelle ultime disposizioni del presentalo al Questore 5000 fiorini ad
1437 Alfonso medesimo, e morto costui sen postergarsene, per opera del Senato di
za figliuoli, lasci successore l'altro fratello tania e per l'industria di Girolamo G
Giovanni; frattanto 1' assegn Alfonso per rera, ambasciadori spedili all'impera!
4020 fiorini a Giambattista Platamone da Carlo equivalente prezzo oITerendor per
gran tempo Vicer in Sicilia, e Segretario creto del 25 luglio 1521 , ottennero
del Re; ed avendo impetrato due anni dopo nire incorporati al Demanio Regio.
Guglielmo Raimondo di Moncada la terra to
pra,
Rimase
il potere
Aquilea
dunque
Regio,
massimamente,
per
impinguossi
un secolo
finch
come
e pi,
ques
di s<s
di lui, pagati 5000 fiorini per drillo di ri
compra che avevasi il Re conservato, sci ri
vendic dipoi Platamone sborsati nel regio dalle altre
sultori avevan
terre
segnato
divisa,dicci
il che
annii prima,
Regj Coii
erario 43000 fiorini; lasciolla nel 1451 al
figliuolo Giulio Sancio confermalo con re masc nel Demanio ; furon date le altre
scritto del medesimo Alfonso, il quale mor glio
rio
Niccola
33000
Guglielmo,
Diana,
fiorini.
avendo
e Successe
si sborsati
ebbe nela nel
Kiccola
1662
Regio
AciS
ilera
fi
to, successogli in Sicilia il fratello Giovanni,
ripeteva da Giulio Sancio il territorio di
Aci col castello, che asseriva doverglisi giu Antonio,
sali; ed avendo
Catena, poi
S. Filippo
Stefanoe gli
Riggio
annessiPrin
ca
sta il testamento dell'Infante Pietro ; ingag
giala una lite nella M. C. del Regno di Si cipe di Campofiorito conlati 36000 scudi al
cilia, decret questa in favore di Giovanni, Questore del Regno ed altrettanti ai Diana,
il che mal sopportando Sancio, calpestando prese perpetuamelo in vassallaggio Icso-
la parola data al Re, nel 1463 si fortific nel vraccennale terre, alle quali annesse bens
castello, ma espugnalo per opera di Pic il borgo di Plalania, che poco dopo ven
cola Settimo, lui ed il figlio gettali nella ne compreso territorio di Aci Reale. Sor-
rocca Orsina di Catania , vi furon sino a sevi, per dritto della moglie, Stefano Principe
morte obbliali; Aci soggiacque al dominio di Campofranco, primo Marchese di Gine
regio. Incalzando poco dopo una guerra, stra , ornalo in patria di cariche primarie,
51
AC AC

esercit in critiche circostanze le veci di primo inauguralo dal padre medesimo ad


Vicer, ed in Catania principalmente nel un orrevole sentiero nel primario governo
1669, quando il monte minacci allagar la della milizia del Re di Sicilia, suo Legato
citt; Segretario del Re, Razionale dell'E in Ispagna , Comandante del Castel nuovo
rario di lui, Legato in varie Corti, e finalmen in Napoli, Direttore del Regno, oggi appa
te eletto Stratego di Messina : fondatore, co recchiasi a cariche maggiori. La lai. di Aci
me dissi di sopra, del Convento dei Minori di gradi xxxvn xl, la long, quasi di xxxix
presso Aei-Calena, che disegnato dal 1633, dall'isola di Ferro.
un tanto benefattore finalmente conobbe in Acqua del Corsali. Lat. Aquae pira-
Islerano nel 1689; si ebbe Luigi dalla mo larum. Sic. Acqua di li Cursali (V. M.) Ter
glie Angela, primo Principe di Catena, Ca ra nella spiaggia settentrionale di Palermo,
valiere di S. Giacomo, dei Pari del Regno con una torre di guardia ed una sorgente
e Pretore di Palermo ; celebr le nozze con di acqua a circa due miglia dalla cill (1).
Francesca Saladino, donde nacquero Stefano Acqua del Be. Lat. Reg Aqua. Sic.
Principe di Aci S. Antonio e S. Filippo, An Acqua di lu Re (V.M.) Fonte e Torre verso
drea Vescovo di Catania, ed altri. Nacquero Ponente nel seno di Castellammare o Se-
da Stefano e Dorotea Rranciforti , Luigi , gestano. Vedi Fonte del Re.
Andrea., Michele, e Pietro il quale ascritto Acqua Manta. Lat. Aqua Sancta. Sic.
!i Roma trai Prelati, fini sul fiore la vita; Acqua Santa (V. M.) Seno nel liltorale di
Andrea vivente , supremo Prefetto della Palermo verso Oriente sotto il monte Pel
flotta Spagnuola; Michele, Ammiraglio del legrino, con un borgo di marinai ed una
Re di Napoli, Cavaliere dell'Ordine di San Parrocchia (2).
Gennaro, Presidente da gran tempo di tutto
il regno , ora con altri moderatore delle (1) In quella torre cosi della dello Sia: zone fa
recentemente stabilito un Telegrafo tra il Molo
due Sicilie; il Principe Luigi, Ammiraglio di Palermo e Bagheria.
di Sicilia in prima, e Vicegerente del Vi (2) Ivi sorge il lazzaretto di Palermo fondato dal
cer, andatone nella Spagna Vicer di Va Duca di Albuquerque nel 1631; vi furono aggiunti
varii corpi nel 1771 e ristorato ed accresciuto colla
lenza ed Orano, Comandante dell'esercito, debita magniflcenza venne Analmente nel 1833,
ambasciadorc presso i Veneziani, con pie sotto la vigilanza del Sig. Duca della Verdura.
no potere per l'Italia, di carica uguale de Occupa
cinto di unmura
grande
chespazio
ben loincustodiscono;
riva al maresitutto
ha due
ri-
corato in Parigi , ovunque pales somma
porte una al Sud , l'altra a Sud-Ovest che la
moderazione di animo, prudenza, destrez principale, a cui si apre a dritta un angusto sepol
za , munificenza; merit poi venir segnalo creto ad uso degli eterodossi, piantato a mirti ed a
ai Grandi di Spagna, trai cavalieri di S. cipressi, ornalo di tombe con iscrizioni ec. Vi sor
Gennaro, S. Spirito, S. Giacomo, si attras ge nel mezzo di un gran cortile la primaria cap
pella a comodo dei contumacisti, ed una piccola
se la confidenza dei Principi; dando un ad scala di pochi gradini mette in un ciborio, dove
dio finalmente agli onori ed a tutto, a se il simulacro in rilievo di M." Immacolata, patrona
lungamente vissuto ed al Creatore, in Val- dei naviganti, lavoro dello scalpello dell'egregio
verde terra di sua pertinenza , come era Salvatore Bagnasco, oltre il basso rilievo di pittura
di Giovanni Patricola silnato nel cortile, ed il
stalo suo desiderio, attese intrepido la mor busto in marmo del Re opera dell' abilissimo
te nel 1758, ed ivi insieme coll'amala sposa Nunzio Morello. Ad un tiro di palla dal Lazza
dorme un sonno di pace in comune mar retto merita attenzione la Regia peschiera di ce
moreo sepolcro; fu dessa Caterina Gravina fali non mollo estesa, ma aggradevole al sommo.
Sorge nel territorio dell'Acqua Santa la maestosa
da cui si ebbe Stefano , Ignazio , Carlo e rasine del Principe di Belmonte fabbricata sul fine
ftaldassarc, di cariche ed onori insigniti; il del trascorso secolo, adorna di ameuissima glo
52
AC AC
Acqua Tlva. Lat . Aqua viva. Sic. Acqua con 137 case , ma si accrebbero sin oggi
viva (V. M.) Villaggio nella diocesi di Gir- ad 829. Il suolo ne fecondissimo, abbon
genli non lungi da Sutcra e Castronuovo, dante in pascoli a nutrire gli armenti, non
col titolo di Ducato sin dal 1680, alle fal scarso
Acque in Grandi.
oliveli, vigne
Vedi ed
Ad altri
fiume.
utili (1).
de di un monte Ira Camerata e Monte di
Mele
chinese
o Manfrcda,
che di molte
chiuso
sorgenti
dal territorio
e vari fiumi
Ma- Acrmiina. Lai. Aerodina. Sic. Agradina
(V. i\ .) La pi grande e migliore parte della
copioso, diede nome al villaggio. Nel Capi- citt di Siracusa, detta a buon dritto munitis-
brevio di Barbera si fa menzione del feu sima da Plutarco, bellissima, vastissima, di
do Machinese presso Sulera, essere stato visa da un muro dalle altre, Tica cio e Nea-
di drillo verso il 1330 di Giovanni Loarria, poli, quali Diodoro nomina come sobborghi,
da cui pass alla figlia Marina moglie di e dall'isola, ossia Orligia per un angusto
Santoro del Castello: succeduto poi al Ca stretto di mare reso come un istmo da un
stello Antonio Spatafora nel 1*08, pass ponte e da argini. Tullio contro Verr. Ci ha
quindi ai figli che rinvengo nel 1516 signori un'altra citt in Siracusa, cui nome Aero
del Machinese; compresselo tempo dopo dina; dote un estesissimo foro, bellissimi
Francesco Abarca e lasciollo alla figlia portici, un ben collo collegio, amplissima
Francesca unila in matrimonio a Pietro curia ed il famoso tempio di Giove Olim
Oliveri, quale per varii onori rifulse, Pre pico; le altre parli della citt tagliate da
sidente del Regio Erario nel 1675, elevalo larga ed estesa via e da molle diagonali,
al supremo posto del Consiglio Italico, mo contengono edifizii privali. Fu in prima
r in Madrid lasciato il figliuolo Michele unila ad Ortigia e popolosa, poscia abban
che fu nominato il primo, Duca diAcquavi- donala a poco a poco dopo i tempi di Au
va; nacque Pietro da lui e da Rosaria Pilo dei gusto al declinar dell'impero, distrulla fi*
Marchesi di Marineo, che gener France nulmcnle dai Saraceni. Strabonc lib. 6,
sco con Caterina Gisulfo, oggi marito di Maltrattata fra le altre ai nostri giorni
Rosalia Migliaccio: gli si compete il dritto Pompeo, Siracusa, mandarvi Augusto una
di armi ma non ha luogo nel Parlamento. colonia , rislaur gran parte dell' antica
Un legato del Vescovo presiede al Clero struttura; costava un tempo Siracusa di
ed esercita drilli parrocchiali nella Chiesa cinque citt, ricinta d'un muro della lun
maggiore sacra alla Madonna SS., la di cui ghezza di 1800 sladii; n slima aver po
festa, come di primaria protettrice, celebrano
gli abitanti nella terza domenica di settem li) Oggi Acqnaviva un comune in provincia
bre ; il loro numero nel 1613 fu di 549 distretto diocesi di Caltanissetla , circondario di
Mossomeli da cui dista 2 miglia e 26 dalla prima.
Il suo territorio componesi di salme 813,628: 4,520
conila villa; ne il sito sommamente delizioso e in giardini, 1,311 in orti semplici, 0,032 in can
sovraneggia sul mare, oggi di propriet di Ferdi neti, 13,871 in seminatorii alberati, 623,646 in
nando Morroy Principe di S. Giuseppe, Pandolflna seminatori! semplici, 76,816 in pascoli, 4,855 in
e Belmonle per dritto di moglie. Fa menzione oliveli, 11,490 in vigneti alberali, 27,888 in vi
l'eruditissimo Scavo di un sale catartico trovato gneti semplici, 2,927 in ficheti d'India, 15,049 in
in un'acqua che scaturisce da una apertura a mandorleti, 1,735 in pistacchieti, 29,382 in terreni
pochi passi da quel fabbricalo in un masso del improduttivi, 8,106 in suoli di case. Alla distanza
Pellegrino, appellata da ci dal volgo Palermitano d'un miglio dall'abitato nota l'Ortolani Di*. Ceog.
Acqua di la Macca; sembra della slessa natura di esservi una miniera di salgemma di cui si fa uso
quella detta dagl'Italiani delle Capanne in Noce- con gran profitto, nel salare principalmente. Con
ra, e Tu da gran tempo encomiata dai medici co tava nell'anno 1798, t953 abitanti, che erausi dimi
me un farmaco alle pi gravi malattie. nuiti nel 1831 a 1642 e nel fine del 1852 a 1513.
53

AC sta due miglia il fiume


AC Anapo , potersi in

tuto Augusto abbellire una citt di s gran


circuito, ma aver assegnato soltanto alla una notte far il viaggio da Acrilla a Sira
parte abitala presso l'isola Orligia un nu cusa, da cui non lungi colloca altronde Ste
mero maggiore di bracciaper elegantemen fano la prima, e sappiamo non disiar mollo
te compire la parte di tal circuito di mu Palazzolo dalle fonti dell'Anapo; non a ragio
ra, da potere entro rinchiudercisi quello ne dunque afferma il Cluverio,mal contentan
d'una citt molto grand* . Orligia congiun- do Livio, avere errato Fazello nello stabilire
gesi al continente con un ponte; dunque Acre verso Palazzolo. Plutarco poi narran
ai tempi di Augusto questa parte sola cio do il viaggio di Dione da Agrigento verso
YAcradina era abitata, che egli forni d'una Siracusa, dice aver posto il campo presso
colonia. Verso la mela del vii secolo l'Im Agras , e toltolo poi noltempo , e venuto
peratore Costante stabili la sua diinora in all' Anapo lontano dieci stadii da Siracusa,
Siracusa, ed certo in quella parte; da aver quivi salutalo l'alba nascente; le foci
allora affermo essere Acradina a lungo esi di quel fiume ne distano per fermo altret
stita, a poco a poco essersi spopolala sotto tanti. Pu un esercito, a sentimento di Clu
i Saraceni, poi del tutto abbandonala e 0- verio, percorrere in una notte lo spazio di
nalmenle spiantata. circa 24 m. tra Palazzolo e Siracusa, don
Acre. Lat. Acrae. Sic. Acri (V. N.) An de a buon drillo riprendesi di tale errore
tica citt in Greco AKPAi, della di cui gente il Fazello, che stabilisce Acre presso Palaz
il nome Aerea, da Plinio Iib. 3, cap. 8 in zolo, dai due argomenti addotti da Livio e
conio latino Acrese. Variano circa il sito da Plutarco, in convento di Cisterciesi fi
Geografi , tutti per la collocano in un nalmente porla il nome dell'Arco non del
luogo eminente, come suona lo stesso no l'Ama come disse Cluverio, dove si ha
me, il che indica Silio in quel verso lib. 14. qualche vestigio dell'antico nome di Acre.
Dubita Cluverio essere siala dove oggi Chia
N i Tapsi, o qoei delle aerose rupi
Mancami) d'Acre... ramente , quasi che la voce Acramonte si
sia corrollamcnle cambiata in Chiaramontc;
Cluverio tra Noto ed Avola al convento dista per quella torre pi di 30 miglia
di S. Ilaria dell'Arco, Arezio dove era Chia da Siracusa, cos appellala dai borgomastri
ramente, Fazcllo presso Palazzolo; prende Chiaramonlani ; e rimanendo oggi presso
questi due argomenti da Livio e da Plutar Palazzolo il vocabolo Acramonte, il Fazel
co: Livio descrivendo il viaggio d'Ippocrate lo apertamente abbraccia la congettura di
capitano dei Siracusani nota aver con 10000 Arezio.
pedoni e 5000 cavalieri fermato nollcmpo Notando Stefano molte Acri , la terza ,
il campo presso Acrilla, e ritornalo coi suoi scrive , opera dei Siracusani. Tucidide
Marcello da Agrigento e rinvenuti scompi nel lib. vi, Acre, dice, e Casmene furono
gliati e dispersi i Siracusani in piantar gli fabbricale dai Siracusani; Acre 0 anni
accampamenti e molli incrini , fug con dopo Siracusa , Casmene 20 quasi dopo
Ippocrate la cavalleria insino ad Acre. Ri Acre. noto gi aver Siracusa cominciato,
tornando poi Marcello in Siracusa, pose il nell'anno n della xi Olimpiade, a popo
campo Ippocrate a due miglia presso il fiu larsi di Corinzi!; fu dunque Acre costruita
me Anapo con Imilcone condottiero dei Car nell'anno iv della xxviu Olimpiade, 665
taginesi: tutto il che ci abbiamo da Livio. Dal anni prima di Cristo. Dalle tavole dell'Iti
sin qui detto pu ricavarsi , essere stala nerario romano ricavasi; da Ibla 24, dalle
Acrilla uon lungi da Acre, distare da que- Acri 18, da Siracusa 24 dislare. Trovasi ne-
54
gli elogi (li Diodoro,ACavere i Romani per AD
di cui sotto Federico II era signore Fran
messo a Geronc , di ritener sotto il tuo im cesco Mangiavacca Milite Messinese.
pero e i Siracusani e le citt loro soggette Attorno. Lat. Adranum. Sic. Adorn
Acre, Leonzio, Megara, Eloro, Dolo, Taor (V. D.) V. Adrano.
mina. Adracno. Lat. Adragnum. Sic. Alragnu
Ecco quanto scritto di Acre: ma ascol (V. M.) Casale Saracenico non lungi da Sam
tiamo il Fazello che parlando della terra buca , poi abitato dai Cristiani e concesso
Busccmi di nome recente, dove ripone la con
Morreale;
altri da
concediamo
Guglielmoe IIdoniamo,
al Monastero
sono pa'<
sorgente del fiume Anapo di Siracusa, sog
giunge esser Palazzolo a due miglia di l; role del rea! diploma, Palermo 1185, alla
detto un tempo Acre dai Siracusani, co chiesa medesima, i casali di Giuliana, Co
struito sul fiore dei loro tempi: ne rima mico , Adragno , Lasabuca e Senure con
ne un vestigio al convento dei minori di tulli i loro tenimenli, pertinenze e cappel
S. Maria di Ges, che dicesi ancora Aere- le. Dal beneficio dell'Arcivescovo di Morreale
monte e corrispondendo all'autorit, pre pass alle signorie secolari; quindi se 1' ebbe
senta una distanza con Siracusa di 2f mi Eleonora figlia dell'infante Giovanni ed il
glia. Checch dei rimasugli di Acre, dove suo erede Giovanni di Luna (V. Sambuca).
di Palazzolo. Afferma Cluverio avere Adrone mentovato
Aerina. Lai. Acrilla (V. N.) V. Accilla. da Diodoro in questo spazio di terre, ce
ai- riniia. Lat. Acristia (V. M.) Villaggio duto il luogo ad Adragno, detto deserto
fabbricato sopra rupi eminenti, oggi deserto, dal Fazello e superstite solo per noir
non lungi da Giuliana e Chiusa: Fazello (licc e ruine.
io spiantato e dalle sue rovine accresciuto Adrano. Lat. Adranus flurius. Sic. Adr.
llurgio. Francesco Venlimiglia possedeva nu (V. D.) Vengono cos appellale le vene
nel 1320 il castello di Crislia, secondo i regii di acqua che sgorgano copiose sotto la citt
libri; nel 1408 apparteneva agli eredi di dello stesso nome e sboccano nel Simcto;
Nicola di Peralta conte di Chiusa, Gir'ir.- due principalmente meritano di essere com
na e Bivona. Dubita Cluverio essere slata mondate, l'uria nominala eli iara. nera l'altra,
l'antica Scirtea di cui a suo luogo: non lun poich limpide d la prima le sue acque,
gi da Triocala verso Settentrione un vil torbide la seconda. Per falsa persuasione
laggio deserto, volgarmente Acristia, che credono alcuni essere i fonti Delli o Pan
si per la vicinanza che per una certa somi cini, poich Adrano, Dio del superstizioso
glianza di nome sembra siasi l'antica Scir gentilesimo, diecsi dall'antico Esichio padre
tea. Egli crede bens esserle stata un tempo dei Palici, dei quali, alcuni stabiliscono la
vicina Crasto citt (1). favola presso il Simelo; n mancan di co
Acuta. Lat. Acuta. Sic. Pizzuta (V. N.) loro che affermano venir qucslo, sotto il no
Piramide al Pachino, di l dal fiume Assi- me dell' Adrano, che in questa eia nostra
naro volgarmente Falconara. scorre nei confini di Adorn, e la barchetta
pel suo tragitto prenderne il nome.
AD Adrano. Lat. Adranum. Sic. Adorn
(V. D.) Popolosa e ricca cill con titolo di
Aderitile. Lat. Adernitis. Sic. Adorniti Con Indo, di antica origine, rammentata da
(V. M.) Un tempo casale di Val di Mazzera, Diodoro, Plutarco, IS'infodoro, Eliano, Livio e
Plinio; Adranum dai Greci, come anche da
1 Credeti da alenai esser sorta tra Bisacquino
e Sambuca.
molti Latini; e dai scrittori del basso tempo
55
AD AD

Adirino,
il monto Etna
dai Siciliani
nei colliAdern.
sopra ilSorge
Sinodo
solloa Adrano, ma l'attuale citt credesi solle
varsi in un pi largo spazio; fior al certo
Sud-Ovesl, fu costruita secondo Diodoro non ultima tra le altre. Poich narra Dio
lib. 13 da Dionisio tiranno di Siracusa: Dio doro l'assalto dato dai Romani ad Adrano
nisio, scrive, fabbric una citt sullo stes e Macella, nota come scrive Cluverio d'un
so monte Etna, detta da lui Adrano da altro Adrano nella valle di Mazzara. Silio
un famoso tempio. Esser fiorita prima di del resto lib. iv enumera gli Adranili tra
Dionisio col nome di Inessa sotto l'Etna, quei popoli nostri, che soccorsero il console
poco si accorda colla storia; sorgeva Inessa Marcello; e Plinio tra quei del centro; mol
sin prima di Gerone vero, ma il suo silo ri to illustri finalmente addimoslranli le mo
pongo altrove. Risponde la fondazione di nde con l'epigrafe AAPANIJIN, dove da una
Adrano
Olimpiade,
sotto400
Dionisio
anni nel
prima
primo
di anno
Cristo.
della
Fa xcv
poi parte si scorge un'Aquila che dilania col
rostro e le unghie un lepre, dal di dietro
menzione Plutarco, nella vita di Timoleontc, un cancro cui sottogiace un pesce; se ne
del tempio di Adrano che diede nome alla ha poi di altre in cui si osserva il capo di
citt: abitavano gli Adranili una terra Apollo o di Adrano con una lira ed il
piccola vero , ma consacrala al Dio motto AAPANitan. Sorgeva al tempo dei
Adrano teneralo in tutta Sicilia. Kliano Saraceni , come costa da una pietra non
degli Anim. lib. 2, cap. 20 : ci ha in Si lungi dalla chiesa di S. Domenico segnala
cilia, dice Ninfodoro, la citt di Adra di caratteri arabi, di cui si ha interpreta
no, dor sorge un tempio al Fum indi zione appo il Pirri. Non ignobile fioriva sot
geno, che afferma magnifico; ma vedre to i principi Normanni, e spesso viene en
mo altrove cosa dicono del Dio , quan comiata Adelasia Contessa del luogo, nipote
tunque famigerato, propizio, secondo ai del
alloraconte
fabbricata
Ruggieroquella
; dicono
torreessere
gigantesca
siala
supplichevoli. Pi di 1000 cani vagolavano
intorno al tempio nutriti dai sacerdoti , a che occorre di tutte la prima nella de
ravviar coloro che pellegrinassero religiosi scrizione di Adem; quadrilatera, ele
al Nume, fugar coi latrati e coi denti i vasi a 300 cubili , munita di esteso ba
profanatori, i ladroni, ed accompagnar not- stione con un ponte; le basse interne ca
tempo i devoli alle case loro ; notizia di mere erano destinale ai malfattori, i piani
Elcino. Adrano quell'eroe per vero, da superiori a Ir ordini presentavano un gior
cai , secondo Hacrobio , ammoniti i Sicoli no sale magnifiche; oggi per pi non so
della divina risposta dei Palici, offrirono un no in istato di potere abitarsi. Non distan
sacrifizio. Riportata Timoleone vittoria con te dalla torre il tempio principale verso
tro Icele , sacrific nel tempio secondo il Occidente dedicato a Maria Assunta, ampio,
costume della gente, poich i cittadini presi decentissimo, che da pochi anni minaccian
d'orrore veduto Adrano bagnato di sudore do ruina fu in forma pi solida ristaurato
squassare un arme, a Timoleone il rac con nave ed assidi ; l' unico Parrocchiale,
contarono nell'entrare in citt, e tentando adorno di un Collegio Canonico stabilito ver
due sicari mandati da Icele sotto spoglie so il 1C90 per ordine del Vescovo di Catania
di contadini insidiare la vita del Corinzio e Diocesano, poi confermalo nel 1706 dal
addetto ai sacrifizii, vennero presi, e dopo l'autorit del Romano Pontefice, al di cui
avere svelato la trama furon, secondo Plu Preposito e Dignit, come diconsi, si attri
tarco nelle storie, rilasciati liberi. buiscono le cariche di Parroco ; nella piaz
Presso quel tempio sorgeva un giorno za dinanzi il tempio larga e spaziosa, sorge
50
AD AD

il Pretorio Civile dove esercitano il drillo bo dei frali Predicatori sollo titolo del SS.
della
i Magistrati
citt sie hanno
i Consultori.
le loro Chiese
Le altre
cheparli
di Rosario, 30 anni prima stabilito al di fuori
nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, quale
cono filiali, dove amministransi i Sacramenti Adelasia aveva assegnato con le terre d'intor
a comodo degli abitanti, delle quali la prin no alla Chiesa di Catania. Nella parte occiden
cipale sul centro quella di S. Pietro pa tale abitano i Minori Osservanti un ampio
trono del paese, bella per l'eleganza del convento fabbricato, testimonio Uvadingo, dal
l' edificio e gl'interni ornati ; ne magni R. Matteo di Girgenli. sebbene scriva il Pirri
fica la cappella del S. Apostolo ; sono de averlo la Contessa Adelasia onoralo dei suoi
corati gli Altari di antiche nobili pitture del auspicii sotto nome di S. .Maria di Ges
famoso Zoppo di Gangi ; una solenne festa nel 1466, dopo la morte del Santo; vi ha
vi si celebra con gran pompa e fiere il di un Collegio generale di studii dell'ordine,
primo di agosto. Nell'altra parte, ossia la dopo quel di Messina sommesso al Ministro
terza, amministra i Sacramenti la Chiesa del Generale, che ne assegna i professori; segn
SS. Salvatore, anch'essa maestosa, e posta il tempio dell'olio sacro, giusta il co
verso Oriente, presso alla quale al giorno stume della Chiesa, Ludovico Contri/eri Ve
d'oggi la casa degli Esercizii spirituali; scovo di Cartagine nel 1312, e d' insigni re
la quarta detta di S. Leonardo Vescovo, ver liquie l'adorn, del legno della S. Croce,
so Nord-Est. Oltre di queste merita at delle Spine della corona di N. Signore; vi
tenzione , la Chiesa di S. Maria della Ca inorila finalmente attenzione un simulacro
tena, elegantemente costruita a pubbliche della Vergine sotto titolo di Monserralo in
spese e convenientemente dotata, dove ogni devota cappella, adoralo dal popolo pei be-
anno ai 5 di agosto con gaudio universale befizii ricevuti. Alla parte opposta cio ad
degli abitanti, sciolgonsi i voli a Maria co Oriente adornalo il Convento dei frati di S.
me a Patrona; non che quella di S. Nicola Agostino, dalla Chiesa di S. Maria Annunzia
Anacoreta cittadino di Adern , fabbricata ta, il quale prosper dal 1424 fuori le mura,
come fama nel luogo stesso dove nacque; collocato nel 1585 entro il paese dove ri
sono 12 le altre minori colle confraternite. mane finora. A 300 passi in questa parte
Trai Monasteri di donne viene il primo stessa il Convento dei Cappuccini fabbri
quello di S. Lucia V. e M. fondato fuori cato nel 1605 a pubbliche spese sotto gli
il paese dalla contessa Adelasia nel USO, auspicii di Maria Immacolata; occorre il pri
impinguatosi largamente di beni e di ren mo in sulla via. Fissarono di recente nel
dite; videro i nostri maggiori parte della 1738 cio, la loro sede in Adern i Chierici
comunit condotta in Catania a slabilirvisi Regolari delle Scuole Pie, per dote del Ba
sotto il titolo della stessa Santa ; restano rone Pietro Spedalicri , e gli aumenti del
nel territorio di Adrano ruderi del Mona censo di Pielro Costa Cianlro della Chiesa,
stero e della Chiesa, consacrata nel 1159 perch provvedesse allo studio ed alla cul
dall'Arcivescovo di Bari , poich trasferito tura degli abitanti; pi i Renedcttini di S.
nel 159C nel piano delle Rose alla parte Lucia, ed al lato aquilonare del fianco mag
australe del paese, quivi sorge magnifico; giore il Cenobio delle Vergini di S. Chiara,
occupa il mezzo la Chiesa, ed ai fianchi da decentemente stabilito a spese di Pielro
Oriento ad Occaso slendonsi in un lungo ed Agata Bruno ; non lungi il Collegio
spazio entrambi gli edifizii, attirandosi l'am delle Vergini povere sotto la cura delle Mo
mirazione dei forestieri. Quasi nel centro nache di S. Teresa, fondalo rimpelto la tor
del paese elevasi dall'anno 1S93 il ceno- re nel 1693; e l'Ospedale finalmente dove
57
AD AD

la compagnia dei Bianchi sollecita dei ma dell'altra. Degna inoltre da vedersi, come
lati o dei pellegrini ne intende ad opere aulico monumento, la citt o il luogo difeso
di carit. Tali pubblici edifuii non volgare dagli Schiavi verso Occidente, poco prima
maest conciliano al paese , ma anche le il passaggio del Simelo. dove un pon
private case civili ne sono di principale or te di pietra dello di Carcaci dal villaggio
namento, di eleganza e grandezza non man vicino ; di dugenlo passi di circuito ,
cando. Il sito di Adern lievemente de difesa d' una fossa scavata tra i massi del
clive , disposte con ottimo ordine sono le l' Etna, dagli altri lati munita d'un mu
vie e le piazze, talch non l'ultimo luogo ro levato della pietra slessa senza opera
tiene nelle citt dell' interno. Quattro perso di calce; coli' artifizio e l'industria mede
naggi oltre il Proconservatore oggi ne com sima sono compattati i tugurii, di che den
pongono il magistrato civile ; un tempo lo tro ogni parte della fossa occorrono dei
Stratego e Prefetto del Castello giudicava frammenti di tegole : moslrer altrove do
dei delitti, cui oggi furono sostituiti il vol ver questi ruderi attribuirsi ai tempi della
garmente Capitano, i suoi Giudici, i Mini guerra Servile, parlando di Paterno, nel di
stri, gli Apparitoli. cui territorio rimane non dissimile vestigio
La milizia urbana o indigena va soggetta di quell'et. Non qui a lacere dell'antica
ai dritti del Prefetto di Argir e costa di Chiesa dedicala a S. Domenica nello stesso
78 fanti, e 9 cavalli; ma custodiscono gli territorio, nel campo Policello, memorala da
Adranili il vessillo della legione. Ne lo Adclasia nel diploma, in cui segn le terre
stemma la figura del falso Nume Adrano ad uso delle monache S. Lucia, di che do
coli' asta, e carico di armi. Registraronsi nel n il monastero nel 1150; credesi esservi
secolo xvi 800 case, 6438 anime colle ter rimasta un' antica memoria della supersti
re vicine di Biancavilla e Centorbi; nell'an ziosa religione, consacrala alle Muso, per
no 1652 1127 abitazioni, 5933 abitanti, nel meile appellasi il luogo Yallc della Musa:
1712 case 1520, 5191 cittadini, ed ultima anche meritevole di ricordanza l' anti
mente 7325. Si appartiene la citt alla co- ca Chiesa dell' Annunziata abitata in pri
marca di Randazzo. ma dagli Agostiniani: rimangono colossa
L' esleso territorio verso le montuose fal li avanzi di antico edilzio , creduli dai
de del Mongibello, comprende non poco spa paesani d' un tempio di Marte ; finalmente
zio d'un bosco che volge ad Occidente, dove S. Maria del Rovere Grosso, monastero un
beri
sono altissimi
in gran edcopia
annosi,
pinctitalch
, querceti
di grandi
, al- tempo, sotto titolo di Priorato, dell' ordine
di S. Bcnedetlo, oggi annesso a quel di Li-
seghe mosse dalla forza delle acque ado- codia del medesimo istillilo. Non lungi af
pransi a tagliarli, a comodo della circostante fermasi rimaner vestigia di magnifico edi
contrada , o campi piantali a vigne ed al lzio, del tempio di Vulcano nell'Etna cio,
beri fruttiferi , e lietissime pasture ; ingol nominato dagli scrittori.
fandosi poi il territorio alle radici del monte, Lessi nelle tavole Sicole presso Guaite-
abbraccia le rive del Simelo, abbondante in rio: Porticcllum xn stadi in ab Hadrano,
oliveti, biade, ortaggi, e ricco in acque pro rupi incisa ad scaturiginem: Ceamadiaeus.
duce buonissime messi, corrispondendo al Phesinus. Poulcnus. Lalus. Raiphus. Pius
sudor dell'agricoltore. Biancavilla e Centor Hadranum Comitato* Domini Ducis Mon
bi si spellano alla giurisdizione di Adrano, ti Alti: Camislralus. Rulori. F. Mcucus
entrambe non di poca celebrit: diremo Chischytos, Clirisoli F. Ed il Pirri che par
della prima in Val Noto, a suo luogo ora lando della sudetla Chiesa di S. Domenica
8
58

AD AD

c di Policcllo , hi su nera pietra, gerire, tasi in nozze a Rinaldo Avcncllo


queste Saraccniche toci si leggono Ialina Adamo e Matilde: prese a moglie
mente: Quivi su questo luogo avvenne giero
la figlia
ad del
erede
R. Be
delBuggiero,
Contado ed
, che
eb
la morte di Albugazaro Principe dei Sa
raceni. sente alla inaugurazione del Re Gu
Sorsero da Adrano uomini famosi: il B. e cognominossi Conte di Aquila e
Kiccola Politi clic trasse i suoi giorni in un nello; fu bens Direttore dei fond
eremo vicino lcara, la cui vita piena di Campania, e Conte di Polrzzi in Sicili
virtl c di prodigi e la santissima morte di cui morte nel 1183 Gualtieri
descritta in un libro estratto dagli atti del Conte, e nei primi tempi degli Ara
medesimo, e presso il Gactani: Giuseppe del Pietro Luca Pellegrino, alla di cui
l'Ordine dei Cappuccini, come dicesi lai congiuntosi in matrimonio Matteo Sei
co , che destinato per molli anni alla cerca divenne Signore di Cenlorbi e di Ac
dei viveri pei frati, rifulse per innoccenza e e si ebbe dal Bc le insegne di Coni
candidezza di vita; addetto all'orazione, in principei registri
condo di Chiusa,
di Federico
Sclafnni, II;
Ciminn;
e si
tento a domar di continuo la carne coi di
giuni, le veglie, il cilicio, i flagelli, si con due
cisa, figlie
e Beatrice
dalle due
Calvello,
mogli Bartolomeo
Luigia unii
serv intatto da ogni macchia ; trasferitosi
dal Convento di Castrorealc, dove lungo tem Guglielmo Peralta, e Margherita a M
po era vissuto, a S. Lucia, quivi spir l'a Moncada; morendo poi di peste, disse
nima sua nel 1718: Anna del Ite donna re sta, erede dei beni al di qua dal ti
ligiosissima, professa dell'istituto dei Mino Salso , quella al di l. Matteo Monca
ri, eccellente in purit di costumi, le di cui divenuto perci Conte di Adrano, inn
azioni pubblic Francesco Mosca; ed Anna in Palermo un magnifico palazzo nel 1
Pietrasanta delle Cappuccine, vergine per ed altri eleganti fabbricali; succcssegl
spicua per piet, del di cui spirito Francesco figlio Antonio partorito da Allegranza Ab;
medesimo si piacque. Fiorirono poi per dopo alcuni mesi dalla morie del pad
iscienze in Adrano: Agostino Pignatclli cele divenne nemico al Be Martino , ma j
bre oratore in Italia: Pellegrino Scanaglia, e riavuto in grazia, fu nel 1408 noveralo t
Fulgenzio Pecorella eccellenti nelle sacre Principi; morendo senza figli dopo cinq
scienze, nell'arte del pergamo e nell'eser vanni,
anni,
do, poilasci
nato
Siniscalco,
dal
Conte
fratello
per
Cancelliere
suo
Guglielmo
tcslamenlo
e Gran
Raimo,
Gii
Ci
cizio di cariche primarie, egregiamente esal
tati da Bonaventura Attardi Agostiniano ;
bens Iodato il Pellegrino dal Mongitorc , slizicre; successegli Guglielmo Raimond
nella Biblioteca Sicula: il Sac. Giuseppe detto Conte di Adcrn, e l'altro, suo figlie
Galletto coltivatore delle umane lettere e Raimondo Piero fu costituito Barone dell
della poesia, scrisse in versi sulle eruzioni jorca;
Feria,
vanni entrambi
Andrea
tocc a Sfammaler
partoriti
GuglielmoduliaSignora
Cancelliere
moglie didi Gio
Ma
de
dell'Etna, c pubblic di altri poetici lavori
enumerati dal Mongitore.
Si rammentano i Conti di Adcrn sino Begno e Vicer della Puglin, da Diana San-
dall'epoca normanna, poich si ebbe la Severino , il figlio Giovan Tommaso pro
prima quella citt Adclasia, nata da Matilde nunziato Conte nel 1461; dopo la morie
o Emma figliuola del Conte Buggicro, e da del padre promosso Giustiziere di Sicilia,
Rodolfo Signore di Monte Caveoso , rice due volle Presidente del Regno, Supremo
vendo il nome di Contessa di Adrano; uui- Comandante dell' esercito , prestantissimo
59
AD AD
essendo nelle nrmi e nelle scienze; si Adriano. Lat. Adrianum nemus. Sic.
ebbe da Raimondclla Venlimiglia Gugliel Alrianu (V. M.) Bosco tra Prizzi e Bivona,
mo Raimondo, vi di questo nome nella adattissimo al cacciare. Uccisevi una volta
famiglia , che dichiarato nel 1501 crede
del padre, non che consegui le illustri ca monasteri, nulla fuorch abbellimenti, rislauri rin
vengo di nuovo, e dico solamente d'un Collegio
riche di lui, ma le egregie virt; prese in di Maria stabilimento di pubblica beneficenza : fa
moglie l'unica figliuola di Antonio Moncada l'Autore menzione della Chiesa deISS. Salvatore che
Conte di Callanisselta, che gli partor An per la sua ampiezza e la grave architettura ser
tonio, di molli titoli decorato sotto l'Impe viva di Parrocchia, primach ne fosse stato trasfe
rito il privilegio a quella di S. Leonardo; dopo
ratore Carlo V; tenne oltre le Signorie ci i Padri della Compagnia di Ges vi unirono
poterne e materne, Paterno e Molla S. Ana la loro casa, quali nel 1772 soppressi, restarono
stasia, e vennegli partorito il figlio Fran frustranee le loro assegnazioni, vuota la casa su.
detta, finch nel 1786 vi s' introdusse il Collegio,
cesco suo successore da Giovanna Eleonora utilissimo istituto che molto influisce all'educa
De Luna, come dir parlando di Caltanis- zione delle fanciulle di qualunque condizione, che
seUa , dove rinverrai registrati i di costui vanno ad istruirsi nella morale e nelle arti dome
eredi. Oggi Conte di Adern , Antonio stiche. Merita analmente attenzione il magnifico
teatro fabbricato ad imitazione di quello di S. Car
Alvarcz di Toledo figlio di Vincenzo Duca lo in Napoli. In generale poi il paese si di molto
di Ferrandina e di Caterina di Moncada, accresciuto in estensione, non poche case vi fu
enumerati trai Signori di Callabellolta. rono in questo secolo costruite, molle bellissime
Pongono Adern a gradi xxxvn, xxx di strade tagliate, sin da quando venne a questo in
tento deputata nel 179i una amministrazione. II
lat. e xxxviii, xxv di longitudine (1). clima di Adern, per la posizione della citt, tem
perato e salubre, quantunque nel!' inverno molto
(1) Oggi un capo-circondario di seconda clas vi si patisca il freddo; ne fertilissimo il terri
se, in provincia distretto e diocesi di Catania da torio, di cui l'estensione di sai. 6522,908, cio 8,213,
cui
che dista
nel secol
21 miglia,
nostroe ba
151 segnato
da Palermo.
l'epoca
una
del citt
suo in giardini 62,147 in orli semplici, 1,703 In can
neti. 391,010 in seminatori! irrigui, 356,182 in
progresso. Oltre le Chiese notate dall'Autore, me seminatori! alberati, 1003,046 in seminatorii sem
ritano oggi attenzione, quella di S. Giuseppe do plici, 1848,210 in pascoli, 48,137 In oliveli, 278,249
tata dal Canonico D. Francesco Crinii nel 1005 , in vi gneli alberati, 53,222 in ficheti d'India, 351,873
dove si richiam l'antica confraternita sotto ti in alberi misti, 21,844 in castagneti, 280 in boscate,
tolo della buona morte, che esercita I' opera ca 1815,318 in culture miste, 3,452 in suoli di case. Vi
ritatevole di seppellire i morti poveri; vi unita ban trovato i mineralogisti dei sciorli simili a
quella di S. Nicol di Bari o del SS. Crocifisso quelli del Delfnato di Francia, ed anche della
dotata da D. Filippo Costa colle leggi medesime Mronziana solfata. Una zolfatara scoverta nel
che adott il Crimi per la sua; era piccolissima 1820 accresce la ricchezza del commercio. La po
Bel secolo xv , fu ampliata come attualmente si polazione di Adern ascendeva nel 1798 a 6623,
trova nel 1801, e d'allora sino al 1615 si vide ri nel 1831 a 10748, ed ultimamente a 12283. Sino al
sorgere come la pi bella fra quelle di nuova ar 1798 fu singolare il vestire greco delle contadine,
chitettura; meritano precipuamente attenzione gli col manto di tela bianco sino ai talloni. Cosi dai
adorni del suo stucco, lavoro di Filippo Consoli da nobili furouo per lungo tempo adottali gli abiti
Catania : quella inoltre di S.Antonio Abate bens tpagnuoli.
nobilmente adornala; non che quella di S. Filippo Rifulsero famosi in questi ultimi tempi in Ader
e Giacomo riedificata su di antiche rovine: la n in fatto di scienze : il P. Antonio Siverino
Chiesa degli Agonizzanti sotto titolo di S. Gio delle Scuole Pie, celebre Poeta ed eloquente Ora
vanni Evangelista con alcuni monumenti degli an tore; fu il fondatore della Casa delle scuole, ma
tichi Cristiani: non posso passar sotto silenzio immatura morte lo recise nel 1801 ; dei suoi com
quella di S. Nicola Politi concittadino, citata dal ponimenti si stamparono in Messina diverse ora
l'Autore, ma dopo quell'epoca riedificata a pub zioni funebri, dove si ammira la forbitezza del suo
bliche spese nel 1791 poich ne andarono diroc stile: Mario Sanfllippo e Spitaleri nato nel 1761 ,
cati ed il tetto ed il muro meridionale; taccio di egregio predicatore; fu assunto all'et di 22 anni
altre di minor conto. Intorno ai conventi ed ai alla dignit di Canonico non peraltro che pel pr-
60
AD AG

Guglielmo II Re di Sicilia un cinghiale, e Agata (s.) Lat. S. Agatha. Sic


per voto ordin vi si edificasse un mona ti (V. D.) Celebre torre di guarc
stero, che volle unito a quel di S. Giovanni parte aquilonare dell'Isola appo Ca
degli Eremiti di Palermo : scrive anzi il tuato
land,
sale
no
cerdote,
alcune
Massa,
sul
volgarmente
volte
colle
poich
casuccie,
avicino.
S.intorno
S.Filadclfo,
una
Agl;
La Chiesa
alla
torre
appe
villa
lorr
<
Pirri avervi avuto una visione.
Attrice. Lai. Adrix. Sic. Adrici (V. N.)
Citt nel territorio di Siracusa, nella di lei
giurisdizione una volta, oggi di silo incerto:
ne d notizia il solo Stefano; Adrice cill di
telare
artiglierie
le magnifiche
ad allontanare
fiere lenutevi
i piral
ogi
dei Siracusani ; il nome della gente Adri-
cina. Di essa Cluvcrio lib. 2. in
nato.
novembre con gran concorso de
Adronc. Lat. Adronus. Sic.Adronu (V.M.)
Borgo antichissimo tra Segcsta e Macella, Agata (s.) Lat. S. Agatha. Sic. *
talmente fortificato da non aver potuto espu trada
ti (V.D.)
dei Municipio
Salienti con
sopraParrocchia
Catania nell
e 1
gnarlo il brando dei Romani. Assalilo, dice
Diodoro lib. 23, per molli giorni i Romani del nome stesso. Lo appellano altri d;
i borgo Adrone e Macella, non espugnalo lenii poich vi dimora gente di tal noni
lo abbandonarono. Agaterla. Lat. Agalhcria (V. 31.)
me; collocano due pumi, dice Arezi<
AG cno Termini, verso Palermo, uno
oggi Agaleria, Teresa l'altro, che s
Agata (S.) Lat. S. Agalha. Sic. S. Ag- essere il fonte della Trabia: dunque .
ti (V. D.) Municipio di Messina verso Set leria, secondo lui, il fiume di Terr
tentrione, alla spiaggia del mare, non lungi venne anche rammentato dal Bonanno
da Faro villaggello cui si apparteneva. Vi oggi perdette allatto quel nome.
ha ai di nostri una chiesa dedicata alla Mar Agatirno. Lat. Agalhirnum. (V.D.)
tire Verginella, in cui amministransi i sa
cramenti agli abitanti, oggi 2417 di numero
dario di terza classe con una popolazione di 3
con quei di Faro (1). Usuo territorio di salme 2989,555, cio 27,5*
giardini, 4, 1 17 a canneti, 3,356 a gelseti, 6,001 a
minatori! irrigui, 9,462 a seminatori! alberati,
prio ingegno, mont i pergami delle principali 056, a seminatori! semplici, 1265,980 a pasc
citt dell'isola, fu decorato da Monsignor Deodati 36,107 ad oliveli, 1,594 a vigneti alberati, 33,94
delle insegne canonicali di Catania, dove dett le vigneti semplici, 9,300 a ficheti d'India, 1,666
sioni di eloquenza, ma nella ancor verde et di 49 castagneti, 21,071 a boscate,867,269a terreni impi
anni si mori il 3 giugno del 1810; furono le suo dullivi.
sto paeseVerso
istallalo
Sud-Est
un ed
telegrafo.
in poca distanza da qi
opere pubblicate in diversi volumi in Catania nel
1816: Antonino Sidoli coetaneo ed emulo nell'elo (1J Oggi un comune in provincia distretto
quenza e nella dottrina a) SaoGlippo; ed il P. Pie diocesi di Catania , circondario di Mascaluci;
tro Sidoti Analmente, delle Scuole Pie, professore distante da Palermo 177 m., 4 dalla rapitale dell
di poetica in quel Collegio, di spirito Monlcsco; lazione
provincia,
di 518
2 daledcapo-circondario,
un territorio di Ha
salme
una150,091
pope
ed altri di vaglia minore che anche si distinsero
e furono la gloria della patria loro. 75,732 alberati,
gneti cica in seminatori!
2,996 in flcheli
irrigui
d'India,
, 17,838
27,171
io viil
(lj una terra vicina all'Alcara de' Fusi sopran
nominala comunemente di Militelloa differirla dal alberi misti, 15,368 in boscatc, 10,875 in culturt
l' altra nella provincia di Catania detta dei Battea- miste, 0,099 in suoli di case, e 0,031 d'un pic
ti; va compresa nella provincia di Messina, di colissimo Camposanto. la terra di S. Agata
stretto e diocesi di Patti, distante 92 m. da Paler dei Batteali un ex-feudo della famiglia Massa dei
mo, 85 da Messina, 31 da Patti; ed capo-circon- Principi di Caslelfortc.
CI
AG AG

lica citt, della bens da alcuni Agalirna Agnone. Lat. Aniuni. Sic. Agnuni (V.IV.)
tdAgalirso, nella parte aquilonare dell'Isola da altri Angluno ed Agnuni. Lido nella parte
tra Alesa e Tindari. Cluverio della sua ori orientale di Sicilia, punto di traffico diLen-
gine lib. 2, cap. C, tanla, scrive, ne la lini, detto da alcuni Engio o Morganzio;
antichit, che rimontane la fondazione e l'ultima parte del seno di Catania, esten
ai tempi di Troja, ed afferma Diodoro es dendosi poscia il promontorio Tauro o vol
serne stato il fondatore, Agalirso figliuolo garmente di S. Croce dello da Cluverio i-
di Eolo. Varie sono le opinioni riguardanti fonio; ci ha una bettola, e conserva esso
il sito; falsamente pongonla alcuni a Patti, i vesligii d'un gran tempio che Federico II
come Mario, Aero, Riccioli ; altri dove sie aveva ordinato fosse eretto con gran ma
de oggi S. Filadelfio, quali not il Fazel- gnificenza ; hannovi dei colli vicini , e bo
lo, che riconosce Agatirno nel campo di S. schi attissimi a cacciare nel territorio detto
Marlino occupalo da mine di antica citt; Murgo , dove spesso quel Principe rilira-
molli verso Pilaino o Piracmone, confutali vasi da Catania a ricrear lo spirilo: solide
dal Maurolico ; ed afferma Cluverio , dalle sono le pareli del sacro edilizio, alle verso
mine di Agatirno aver preso origine S. Nord otto palmi, un poco pi verso Mez
Marco, ed opinano finalmente aver di 11 zogiorno; elegantissima ne la porla, la
trailo il nome il promontorio d'Orlando, voro gotico come dicono, dell' altezza del
quali pi sagacemente col Fazclo, parlano lato meridionale ; tre assidi che rimangono
al mio tenue giudizio, poich vi ha alle verso Oriente, stabiliscono la grandezza del
orientali sue radici un seno per le navi, tempio , quale di 250 palmi in lungo, di
ma insecuro, ed un castello di cui diremo circa 70 in largo; credesi essere rimasta im
quando del promontorio, cui congiunto il perfetta quella fabbrica per la morie di Fe
colle, conserva dei ruderi, aquedolli, matto derico, o aver egli desistito dall'opera per
ni, e molli rimasugli di antica abitazione, l'insalubrit del luogo; credono altri averlo
ed estendendo il suo vertice sulla pianura destinalo a Convento dei Cisterciesi di S.
molto ampia, detta dal Fazello di S. Mar Maria di Roccadia di Lentini, perch i mo
tino, compie un nmenissiino prospetto in naci stabiliti nell'interno, trasferissero quivi
tutto quasi il lido settentrionale. il domicilio; cos sta scritto negli annali
celebre Agatirno Ira le citt di Sicilia Cislerciesi, mancando io per di antiche
secondo Tolomeo, Strabone, Stefano, Plinio, carte non ardisco stabilire certezza di sorta.
Silio, Diodoro, Livio, Polibio ed altri; Si Agosta. Lat. Augusta. Sic. Austa (V. N.)
lio ne enumera il popolo Ira quelli che Citt marittima, nella spiaggia orientale del
soccorsero il console Marcello ; scrivono al la Sicilia con porto magnifico; fabbricata,
tri, aver dopo la prima guerra Punica tra come voce, tra Catania e Siracusa di l
sferito da Agatirno il console Levinio 4000 dal promontorio Tauro , dalle macerie di
uonni, a popolar di una nuova colonia il Megara, in un chersoneso o penisola, dal
territorio Brucio e Reggio: erano schiu l'Imperatore Augusto, rislaurala poi dall'al
ma di malfattori, banditi, debitori, rei di tro Imperatore Federico II Re di Sicilia ,
delitti capitali, e chi lussureggiavan di beni come nel dice un epigramma sulla facciata
in Agatirno , per furti e rapine ; mal sof del rcal Castello a Nord:
friva la citt una folta popolazione. V. Ca
Auguttam Divus Angustiti condidit urbem
po d' Orlando. Et tiilit ut titulo sit Veneranda suo.
Aspira. Lat. Aggrumi (V. N.) Vedi S. Teutonica Vridericus eam de prole secundus
Filippo d'Argir. Donavit populo finibue, aree, loco.
62
AG AG

Quantunque il titolo di Venerando credasi che congiunti al mille duecento, ren


venuto alla citt dagli Spagnuoli nei pi 1242; non niego intanto indicar ques
bassi tempi, e distrugger si voglia merc di il tempo quando si compi il Castel,
questa congettura non rondata sopra alcun essere avvenuta la prima rinnovazi
argomento, il testimonio di tanta antichit; Agosta nel 1229; del resto non san
gli scrittori nazionali ad onta di ci traggono divario che di 13 anni, molto lieve p
l'origine della loro patria da altri monumenti, Passiamo ora a vedere qual sia lo
poich fuori le mura a Sud dove estendesi attuale di tutta la penisola e della
una penisola, occorrono dei ruderi e di con AI sudelto muro va soggetto un fra
siderevoli rimasugli d'una citt diroccata, terra di circa un miglio di circuito, sca
qual tratto finora appellano terra antica, ma che pure si solca, dove s'innalza
affermando esservi slata prima di Federi chiesiuola sacra al N. S. Salvatore,
co II una citt molto celebre; sospetterei lungi da un fonte di acqua dolcissimi
di Megara, se ad una voce gli scrittori non si appella Claradia, dal che si osserva
ne avessero stabilito le vestigia presso le mancare
condo il Fazello.
Agosta assolutamente
Diccsi, come di
mostrai,
acqua
foci dell'Alabo ; credonla altri Gela. Distrut
ta Centorbi nel 1242, che era insorta a ri ra antica dai paesani, poich conserva
volta, ridottine in colonia gli abitanti, volle stigia di fabbricali, e spesso appresta d
l'Impcrador Federico, venissero ad abitare monete
si, lacrimatoi,
di ciascun
vasi genere
a due manichi,
e metalli vai
dii
Agosta; fabbric una fortezza sull'istmo, a-
dornolla di quattro larghissime vie rette da lini delicatamente screziati. Not l'eri
Tramontana a Mezzogiorno, ed altrettante da tissimo Mario Murena, non oscuramente
Oriente ad Occidente. Fabbric il Re Gia dicare il terreno da scavi, distinto per vi
como di Aragona, dopo scacciali i Francesi strati, essere stalo in varii tempi popola
dalla citt, un muro di difesa sul centro, Sorge la citt appresso il muro a IVor
dalla parte australe , con batterie ed una porta. dov' l'istmo ed il castello che siede
Costituiscono gli annali di Sicilia la fonda poggio elevalo nell'istmo medesimo, eret
zione di Agosta nel 1229; Neocnslro che com- nel secolo xvi secondo le norme dell'ar
pillonne la storia nel 1229, cinquanta anni, moderna; con valide fortificazioni ai quatti
scrive, or sono,daccli fabbricassi Agosta; angoli, e nel mezzo un' alta ed antica torri
se da 92 anni se ne sottraggono 50, occor con forti ripari, e bastioni ad ogni porta ;
rer il 42. Tronc un dubbio il Muratori battuto dal mare in ogni Iato, menoch ne
sul tempo dell'origine di Agosta nella pre bricato
meridionale,
secondo
che l'arti
indole
foiosamente
del suolovedesi
a guardi;
fab
fazione al medesimo Ncocaslro; poich sono
scolpili in una lapide sulla porta dell'antico del porto. Ci ha prima dell'istmo una ampia
castello della citt, questi scia pi li versi : e profonda fossa, per dove si d adito al
Bujus apex operi* ex majettate decori* le acque del mare , donde il chersoneso
Denotai Authorem Te Friderice suum. dell' isola; aggiungonsi dei ponti alle for
Tura tria detta, decerti duo, mille ducenta trahebat tezze semilunari, uno dei quali appoggialo
Tempora, post Genitum per nova jura Deum. alla porta di fuori a ino' di tanaglia, assi
Come parmi, scrive il sullodato Muratori , cura il forte ; da questo si ha l' unico in
non altro anno segna l'autore, che il 1242, gresso alla citt la di cui porta non scevra
e volendo rinchiudere nel metro con una di bastione. Nel continente ci ba per cer
circonlocuzione il quarantadue, scrisse Ire to una fossa con batterie di difesa, coperta
diecine, cio trenta, pi dieci e due, o dodici, dalla via, munita di argini e di siepe. Di-
G3
AG AG

Tidesi la citt dal castello Terso austro per mare. Nella parte interna del porlo sfesso ,
ben ampio spazio; succede il palazzo del torreggiano due ben muniti bastioni sugli
preretto, quindi un insigne convento di P. scogli.det'i volgarmente farli, ad un dei quali
Predicatori, che trac l'origine sin dalla fon nome Garsia dal Vicer Garsia di Toledo,
dazione di Agosta, fabbricato per opera del all'altro Vittoria dalla moglie di lui. La pe
B. Reginaldo compagno di S. Domenico; nisola quasi tutta circondala dal mare
ammirabile per la magnificenza: poi la gran nocchieri
che vi ha un
conoscitori
gran fondo,
di alcuni
e solocanali,
ad esperii
luo
diosa sala del Consiglio civile; il tempio
principale sacro a S. Maria dei Miracoli, ghi guadosi come diconli, dato potere
elegantissimo per mole, ordine, prospetto, prendere spiaggia. Verso Oriente, dove
cupola e svariati ornamenti ; vi attaccato il promontorio di S. Croce, incurvasi un altro
Monache
uno spedale
dell': ordine
non lungi
di S. ilBenedetto,
chiostro dello
sotto porlo appellato XifonioAe, di cui acque meno
profonde, non dissimili da quelle delle lacu
titolo di S. Caterina V. e M., fabbricato nel ne, infettano l'aria; quivi una piccola secca
f G10 colle somme del Conte Giovanni Mar di quasi un miglio di circuito della di S.
cello; verso Oriente quel dei Carmelitani, Pietro dagli abitanti. Vi si produce a ri
fondato nel 1376 nella Chiesa di S. Agata; bocco del Siile che Plinio dice: atto a con
quel dei Minori osservanti verso il 1C20, servar le carni, aspro, secco come quel
in S. Maria delle Grazie ; e quel dei Pan di Megara; ci hanno delle altre saline a
imi con l'annessa Chiesa di S. Pietro e Pao destra, donde non piccol guadagno ritrag
lo nel 1631 : stabilironsi i Minori Cappuc gono gli abitanti, poich se ne fa traffico,
cini in Agosta, nell'ultima parte della citt e per la Sicilia e per le province dell'A
dentro le mura ad Occidente, nei primor driatico. Sboccano in quel porlo quattro
di! del secolo xvn. Vi ha l'altra Parrocchia fiumi, l'Alabo Cantaro, il Marcellino, Millia
della di S. Sebastiano col suo Sacerdote, dello da Livio, quel di S. Cosmo, ed il Yha-
quale col Parroco della Chiesa maggiore ne dedn o Molinello, di quali altrove, come
intende alla cura delle anime sotto il Ve anche di Tasso altra penisola, dello scoglio
scovo di Siracusa, che delega le sue veci: Rocadia e di altri luoghi e residenze ma
a questa Parrocchia van soggette altre dicci rittime.
Chiese. Degni sono di ammirazione i ma Ritornando alla citt: ne risiede la Poli
gazzini dei Cavalieri di Malia, destinali a zia civile presso quattro Decurioni, il Sin
preparare, ed approntare i viveri alle tri daco, il Censore dei delitti, i Giudici, ma
remi, con un mulino a vento rivolto ad il Prefetto della milizia col (itolo di Gover
Oriente, in fondo alla cill presso le mura. natore ha cura degli alfa ri principali, ed a lui
Passiamo a dire del porlo. va soggetto tulio che spella la guerra : vi ha
Apresi per circa dodici miglia, laiche il cavaliere Ricevitore pel sacro ordine di
pu dirsi propriamente un seno, nel di cui Malta. Gode la citt nei pubblici registri il
ingresso sorge una torre con faro a como nome di Veneranda, e d il xxxviii volo nel
do dei naviganti, fortificala di artiglierie e Parlamento Generale del Regno; ne lo
di soldatesca, detta Aralo da Ferdinando stemma un'aquila coronata, con sotto il
di Avalos, Marchese di Piscaria, Vicer in mare sparso di monete ; sono liberi in ogni
Sicilia, e protetto da una spaziosa sirle; con modo i cittadini , per beneficenza dei Re,
giuntesi alla parte meridionale del eherso- da pagare i dazii di trasporto, le case dei
neso per un angusto trailo di cementi, ora quali eran 622 nel secolo xvi , nel susse
diroccato in qualche parlo dall'impeto del guente 1185 e gli abitanti 5040; nel 1713
G4
AG AG

le case 1836 e 76(6 gli abitanti, dall'ulti per liberalit del Re, il primogenito Mat
moFinalmente
registro 9205.
ci ha il Borgomastro, ma sen teo al Marchesato d' Agosta, che dopo sei
anni riconsegn al Re con un cambio col
za terre soggette. Oggi si spella la citt al Contado di Caltanissclta ed altre signorie.
Regio Demanio, ma un Icmpo col titolo di Rimase Agosta sullo il regale dominio sino
Contado ubbid a varii Signori: Gugliel ad Alfonso che concessela nel 1417 a Die
mo Raimondo di Montecatini) aveva sposalo, go Gomet di Sandoral , Adeletitado del
solto gli Aragonesi, Lucbina di Alagona con regno di Castella, con rescritto di Valenza;
per dote Malta e Gozo; e Federico II per ma avutosi poi da Giovanni Re di IVavarra
aversi queste isole, assegnando Agosta a il Contado De Castro nel regno di Castella
Guglielmo, se ne impossess; dal 1317 i cesse quello di Agosta donandolo col con
Montecatini si dissero Conti di Agosta ; an senso di Alfonso a Sancio di Landogna,
zi osservasi nel registro del Re sudclto, che per 5200 fiorini Aragonesi (ne vale
aversi avuto Agosta, Curcuraccio e Mclilli ciascuno nove Ieri e '/>) vendendo a Gu
quali eran del Contado : successe il figlio glielmo liellomo e ad /Inforno figlio di
a Guglielmo, del nome stesso, cui poscia lui , secondo il volere del Re , da Napoli
Matteo, che volle nel 1365, e di nuovo nel li 12 giugno del 1444. Non molto dopo
73 confermata da Federico III la mutazio Pietro di Busulduno Conservatore gene
ne. Guglielmo Raimondo III sotlentr a rale del Regno, perch non bene alie
Matteo, solto cui vennero accresciuti al Con nato, l'incorpor ai regii domimi; crealo
tado , Feria e Monte di Climatc ; quel lilli
prefello
e poco
di Agosla
di poiottenne
la stessa
la terra
Agosta
di Me-
col
famoso costui che trasferita noltcmpo di
soppiatto dalla fortezza Orsina di Catania, peso di sborsare a Pietro Bellomo ed alla
la consenziente Maria figlia di Federico III di lui moglie Giovanna, eredi di Gugliel
ed crede del Regno, alla sua di Agosta, mo 2000 once. Da Busulduno e Ferdinan
dove non senza di lei piacere orrcvolmcnte do figliuolo del Re Giovanni, pass per
ritcnnela, e cinto da duro assedio, da vendila nel 1562 a Raimondo Guglielmo
Artale Alagona ed altri Baroni di Sicilia , Monlccatino Conte di Adrano , che l'ipo
con pari scaltrezza trasport la Bcgal Don tec a Bernardo Rcquesens con la con
zella nel castello di Licata , poi in Sar ferma del Re nel 1576. Pass tosto a Gio-
degna, e finalmente nella Catalogna ad unir tan Tommaso figlio di Guglielmo , secon
la in matrimonio al Re Martino; nel 1388 do Luca Barberi, bench altrove rinvengo
per la proscrizione di Guglielmo falla dai in tale epoca Signor d' Agosta Antonio Mon-
Siciliani, Ariate Alagona assunse Agosto e lalto, che sbors il prezzo al Requesens.
lasciolla alla sua morie al figliuolo del Il Re frattanto ne concesse il dritto di ri
fratello Artale II. Dopo quattro anni ritorn compra pel contado, alla Regina Elisabet
a Guglielmo sotto Martino, da cui si ebbe ta, che vernicitelo a Guglielmo Raimondo
in dono nuovamente e Gozo e Malta, quali figliuolo di Giovan Tommaso, e signore di
tuttavia non lungo tempo dopo, secondan Adcrn, Caltanisselta, da cui Antonio,- che
do il genio del Re, rinunzi in favore di sborsati 9000 fiorini prese i dritti del porto
Artale Alagona; ribellatosi nel 1398, non e del caricatojo. Scrive Francesco Vita es
che privato della carica di Gran Giuslizic- ser passala Agosta dopo il Monlalto a Gu
ro, di tulli i beni., aborrito dai suoi, dagli glielmo Raimondo iv Conte di Caltanissclta,
altri , si mori. A preghiere dei Signori quale morendo lasci al fratello Antonio ,
successegli nei primordii del xv secolo , ed il contado di Agosla ad Antonello suo
65
AG AG

figliuolo, ma di letto illegittimo, che con Pagani. Nola il Pirri d'un M. Vincenzo Ba
cesse a titolo di dote nel 1472, alla figlia sto, tenuto come un secondo Angelo Car
Beatrice, sposala a Pietro di Cardona pri melitano nella sacra predicazione; fu del
monato di Ariate, Conte di Collcsano : ma l' istituto di S. Domenico, dove in ogni tem
dopo quattro anni assegnollo Pietro a Gio- po (rovinisi di celebri ingegni, che tralascio
Tan Tommaso Monlecalino, che falsamente per amor di brevit. Scrive poi il Fazcllo
crede il sullodnto Vita, Signore di Calla- guasti
intorno pat
ai danni
questasofferti
citt sin
da dal
Agosta
principio,
: molti
aisselta insieme c diAdern; pone poscia
in
mondo
serie r,sino
ed Antonio
al 1511,progenito
Guglielmo,
di poi
lui, Ilai-
ere e quando ribellatasi nel 1360 a Federi
co III per Luigi Re di Napoli fu malcon
de della paterna signoria ; a buon dritto cia dall' incendio, adeguala al suolo dai
perci ascrive ad Antonello la compra dei Siracusani ed i Calanesi; tuttavia venne
dritti del porto e dell'emporio, che diecsi poscia restituita alla primiera magnificen
effettuila prima dell'anno 40. Fu maritala za da Federico slesso : ed in questa et no
la figlia di Antonio a Giovanni Marnilo stra presa la rocca nel d 1 7 luglio del ISSI,
messinese, Conte di Congiovanni, il di cui da Sinano comandante di una flotta di
padre Tommaso Montilo ne sciolse per circa cento triremi di Solimano Re dei
50000 fiorini ogni debito, onde libero ed Turchi, tutta fu data in preda alle fiam
immune da qualunque peso, si tenne il con me : ricorda Francesco Vita essere avve
tado d' Agosta assegnato in dote al fi nuto lo sbarco del Comandante . Sinano al
glio, e nel 1516 pronunzi il giuramento promontorio del Tauro, ed il devastamento
al Re Ferdinando. Giovanni nominalo nel della cill il d 26 luglio; ripetuto una se
1519, pei drilli del padre e della moglie, conda volta sotto l'Ammiraglio Russano in
Conte di Agosta, poi ne lasci al figlio la luglio del seguente 52 , e sotto Dragutto
signoria, donde pass a Federico Staili, una terza volta nel 60. II castello dell'istmo
cui successe il figlio Andreolla, quale es reso validissimo non che per fossale, per
sendo sotlo la tutela della madre, 35000 nuove batterie dal Conte di S. Stefano Vi
scudi sborsati ai possessori Carlo d'Arago cer in Sicilia, fu sconquassalo da tremuoto
na Presidente del Regno, a nome del Re, nel 1693, e destatovisi un subilo incendio
perch si munisse l'isola contro le inva nella polveriera merc il reciproco movi
sioni dei Turchi, prese la giurisdizione di mento dei sassi, vieppi s'accrebbero le ro
Agosta e tosto la fortific; nel quale tem vine, e fu falla strage di gran numero di
po enumerata tra le citt regie, divenne cittadini, che superstiti all'eccidio della pa
una delle principali piazze forti di Sicilia. tria eranvisi rifuggili. Ristaurata a regie
Francesco Vita scrisse la storia di Ago spese, fu guastala dai Savoiardi nel 1718,
sta, e la pubblic nell' anno 1663, sotto il rintegrata indi di nuovo. Ne il silo a
titolo di Insilium ad Siculam hystoriam, xxxvn, va di latitudine, xxxvm, ivi di lon
ed il di lui fratello Onofrio molli lavori gitudine, giusta il pi recente computo dei
d ingegno diede anche alla luce, lodati da Geografi.
Antonino Mongitore nella Bibliol. Siculo, Grand ne il territorio talch eslcn-
dove rinvieni altres l'elogio di Pietro Pa desi da Oriente dal caricatojo di Lentini o
dovano dell' ordine dei Predicatori , noli- la terra di S. Calogero, alla spiaggia di Tar
zie di Domenico Friscia detto da altri Pie sia, di l dallo antico porto dei Trogili, ed
tro, pei meriti della vita e l'eccellenza della era un tempo di confine al Siracusano, al
dottrina assunto al Vescovado di Lucer dei Sorlincsc, al Lconlino; passali a varii Si-
9
GG

AG AG

gnori il villaggio di Melili! ed allri feudi, Agrigento. Lai. Agrigentum (V.


si ristrinse, ma fu sempre frai primi per la di Girgenti.
fecondit ; piantalo dovunque ad oliveti e Aurina. Lai. Agrilkt. Sic. Agridd,
vigne, largo agli abitanti di ricche ed uber Valle. Descrivendo un privilegio del
tose raccolte, e i vini, a preferenza di allri Ruggiero i confini della diocesi di M
nell'isola, squisitissimi, e gli olii, ne for la
nota,
e tender
prenderper
principio
le inarine
dallasino
valle
a dT
mano il principale oggetto di traffico; a Mi-
dolo e S. Cosmo abbonda di canne da zuc ita,
rocchia
toccar
trapoi
Mezzogiorno
Messina died
cuiOriente
sia un
chero, u manca di biade o di pasture; il
mare abbondante di pesca, pieno di asili e diviso da un grosso torrente il ter
di sirli, di quali cose a suo luogo. Riporta di Mascali da quello di Aci tra le ru|
Avcrcampo l' antica moneta di Spanemio l'Etna; or questa valle Agrilla quella
col motto AroT^TANilN Auguslanorum , bra di certo; formata dallo stesso Un.
con una testa nel dinanzi ed un capricor formidabile, a guadi, a fango nell'in
no nel rovescio, quale afferma appartenersi da non osare alcuno passarvi.
alla nostra Agosta. Agro (Fiume di). Lat. Ayrilla. Sic.
Molte cose accozzar potrei intorno al pa mid'Agru (V. D.) Scaturisce nei colli
trocinio di S. Domenico per gli abitanti e sio,
dal promontorio
estcndonsi fino
Argenno,
a Messina,
oggie di
sono
S. j.
la liberazione della citt per la visibile ap
parizione di lui, e finalmente della pom delle
que nell'inverno
foci di Taormina.
da poter
Accresconvisi
difficilmente1<
posa festa che gli si celebra nella stale;
ma il vietano i limiti del mio scopo (1).
l'incendio
curi dell'isola
del 1693,
pei ripari
attualmente
che viuno
furono
dei fai
pi

(t) Oggi Agosta Capo-circondario, dichiaralo molto frequentato, pel commercio di lete, pa
di 2" classe con Real Rescritto del 18 novembre stoffe di seta, ed altri generi di lusso, che r
del 1846, in provincia di Noto, distretto e diocesi biansi con zafferano, mele, cera, bambagia, .<
di Siracusa, distante da Palermo US miglia, dell* soda, manna, ferro, vino, olio, sale e sardi
quali 51 rotabili, 91 non rotabili, 40 dal capo Contava Agosta nel 1T98 una popolazione di (
luogo della provincia, 18 da Siracusa. stata la abitanti, di 8667 nel 1831 e nello scorcio del I
terra la pi sciagurata di Sicilia; sembra che lutti di 10182. Ilannovi ogni anno due Aere per be
gli elementi abbiano congiurato alla sua distru ine, quella cio di S. Caterina il d 15 novem
ttone; invasioni, incendii , tremuoti ; ed io fo della durata di 15 giorni, statuita con Real Disp
menzione particolarmente di quel del 1848, che es ci
menico
degliil 29
11 maggio,
dicembredi del
due1719;
giorni,quella
eoo ladisovra
S. 1
sendosi per tutta l'isola con variata intensit fattosi
sentire, distrusse di Agosta quasi la terza parte, risoluzione, che ogni qual volta succeda che
colla morto di non pochi individui; nondimeno feste
gano del
in un
Corpus-Domini
dei giorni 25 oe di
26 maggio,
Pentecoste
la fiera
avr<
fabbricasi continuamente sopraruine,e qui come
a Portici profferir si possono le tremende parole: ri trasferita il giorno seguente.il territorio diAg
posteri, posteri vestra res agitur. Vi si ripararo sta,
prende
dini,
plici,inclusavi
11,853
4,446
1744,530
salme
ininlacanneti,
6802,259,
inorli
piccolissima
pasture,
alberali,
4294,370
cio 240,277
38,653
(erra
107,336
in seminatori!
pianiate
diinBracoli
inoliveti,
orlia sei
gii
coi
IT
no ed abbellirono recentemente al di fuori e nel-
l' interno i minati Conventi dei Paolotli, degli Os
servanti e dei Domenicani. La Chiesa madre intan
to fu decorala di un Collegio di Canonici con tutte
le insegne di 1 ordine, per bolla data in Roma 571
ci, h.'jm
in vigueti
in ficheti
alberati,125,651
d' India, 18,601
in vigneti
in alberisempl
misi
il 7 settembre 1821 ed esecutoriala in Palermo il
di 13 luglio 18S3, stante il permesso accordato con 2,074 in suoli di case. Nei contorni osservasi I
R. Diploma del 20 aprile 1808. Agosta ha di circui di
Timpa
caverne.
cio dirupo;
L'aria luogo
buona,
considerevole
come altresporI'arqu
grai
to pi di nn miglio va adorna di eleganti edifizii
con commodi magazzini. Il porto antico o SenoMe- potabile di pozzo e di cisterna, non abbondante
garese divenuto impraticabile dopo il tremuoto e ma per quanto si basta.
67
AG Lombardi , abitalo
Galli Cisalpini , ora AI
gillarsi, scceano nella state. Ne la foce Piazza e la citt di Aidone non molto
appo Savoca alla radici settentrionali del discosta, il che si vede dal linguaggio;
promontorio di S. Alessio, dove un villag e loro si accordano i Regii libri, dove leg
gio con chiesa parrocchiale, di che in ap giamo avere Uberto Mostaccilo di Piacen
presso. Cavansi nella riva delle pietre za, di nobile stirpe, seco condotto in Sici
nerastre, di che ci serviamo per le scale lia molti concittadini e Lombardi, ai quali
dei palazzi dei nobili. il Re Federico permise potere abitar Piazza
Agro. (V. D.) Terra sopra Argenno, vol quasi allora deserta, e diede ad Uberto, pei
garmente Porzia. Vedi questo nome. servigli
cola nelprestati,
territorio
la grande
di Siracusa;
Targia dunque
e la pie1i '
.guglia. Lat. Pyramis. Sic. Agugghia
(V. Pi.) Piramide da cui prende il nome il Piacentini, che attribuiscono la loro origine
grandissimo e fertile territorio di Bigcni ai Longobardi, succedettero ad antiche co
appo il fiume Cantora o Alabo, detto al lonie; n a dubitare essere siala allora
trimenti piano dell' Aguglia, nell'interno, concessa la citt di Aidone, confinante a
rimpetto la penisola Tapso o Magnisi. Piazza , ai Piacentini , come oggi lo con
una mole quadrata, la di cui parte supe ferma la lingua di ambi i popoli; non du
riore scossa da tremuoto, ruin nel 1613. bito essere stata popolala prima di Fede
certo averla cretto i Siracusani dopo la rico. Nell'Itinerario Arabo descritto sotto i
vittoria riportala sugli Ateniesi, sebbene da Normanni, la terra Ailduni non lungi da
alcuni credesi elevata in ben altri tempi. Piazza, dove le sorgenti del fiume Bambolo,
che accresciuto dalle acque di altri ruscelli
AI sbocca finalmente nel Moise o Simelo; n
dubito essere Ailduni o Aynduni lo stesso
Aidonc. Lai. Aydonum. Sic.Aiduni (V.D.) che Aidone, sotto di cui scorre un fiume
Citt, volgarmente Daidone, creduta da al dallo stesso nome detto delle Canne, ed
cuni 1" antica Herbita, di cui affermano rima accresce il Simeto; dal che derivasi po
ner vestigia dove oggi Cittadella. Occupa tere dirsi opera dei Saraceni, poich pres
il dorso di un monte a Nord-Est di ardua so loro Ayn vale fonte e l'Arabo autore
salita, ma in amenissime pasture, in fruiti, dell'Itinerario celebra Aidonc dalle fonti
ed in biade feracissimo. Secondo la voce del Rambolo. Forse si lev dalle ruine di
comune rimonta la fondazione della citt Erbila! Vedi Erbila e Cittadella.
all'epoca dei Normanni, per opera dei sol Il pi grande tempio della citt, nel luo
dati Longobardi, che dopo il conquisto del go il pi eminente, sacro al martire S.
l'isola ottennero la esenzione, lo che anche Lorenzo, il solo che ha drilli parrocchiali,
attesta Falcando, alla di cui opinione ade ma in quel di S. Maria della Piana, dove
rendo, scrive il Fazello: venne fabbricata il terreno si abbassa, si ha cura bens della
Aidone al tempo dei Normanni, dai Lom salute delle anime. venerato con ^spe
bardi venuti in Sicilia con Ruggiero, e ciale piet in Aidone S. Leone II Romano
che superati i Saraceni si fermarono nel Pontefice Siculo di nazione, perch cre
monte cui sottost la piana di Catania; dulo particolarmente di Erbila, e gli fu
presso i quali sinora si rimane l'uso del dedicala la Basilica coli' epigrafe: Divo Leo
patrio linguaggio. Scrive tullavolla Are- ni Givi et Patrono, Populus Aydonensis
zio: dicono poi i moderni, addotta una Basilicam liane erexit.A S. Leone Citta
colonia dalla citt di Piacenza, avere i dino e Patrono, il Popolo di Aidone sot-
ler la Basilica. Sorge in oggi ristorala.
C8
AI AI
Ammirasi anche la Chiesa del Priorato di S. Professore in S. T., dell'ordine dei Pre
Maria la Cava, di dritto, sin dall'antica fon dicatori , di cui falsamente dice il Pirri.
dazione, dei Canonici di Catania, contrastata essere slato novizio nel Convento di Aido-
un tempo dal Principe che credeva spet- ne, poich fior), come costa dalle storie,
targlisi. Le altre chiese suffraganee sono la, nel secolo xiv, e la fondazione del con
con asili di pellegrini e di putti di ignoti vento secondo Pirri medesimo avvenne nel
genitori. Vi si contano tre case religiose: susseguente ; di somma prudenza e so
la prima antichissima, dei P. Predicatori, lerzia, n di volgare dottrina, fu mandato
fabbricata nel 1419 dal B. Vincenzo da Pi- in Sicilia da Papa Martino IV con Antonio
stoja , della oggi di S. Vincenzo Ferreri ; di Monte Gargano del medesimo istituto,
l'altra dei Minori Riformati presso la citt, a difendere i drilli della Chiesa Romana,
dal 1C23, sacra alla Vergine S. Rosalia; la ed accolto dal Re Pietro I, venne con ogni
terza dei Cappuccini eretta nel 1611 nella onoranza rinviato in Roma a comporre la
parte occidentale; fu abolita quella dei pace col Pontefice: Valeriano Balzo, detto
Minori Conventuali, di cui fa menzione il dal Mongitore non incrudito poeta, che
Pirri essere stala fabbricata nel 1515: abi pubblic un poema dove distintamente de
tato finalmente da monache sin dal 1535, scrive la distruzione di Gerosolima per
fu il Monastero di S. Caterina di Siena sotto opera di Antioco. Dicesi essere appartenu
gl'istituti di S. Domenico. Un castello in to Aidone sotto i Normanni, ad Adelasia ni
parie diroccato ai nostri giorni, domina tutta pote del Conte Ruggiero , moglie di Ri
la citt dal lato occidentale; vi dimorava naldo di Avcnello, ed avere ella, secondo
no i Signori. Segnano questi ogni anno i il Pirri, istituito il Priorato di S. Maria la
Magistrali civili secondo le sanzioni del Re Cava, di qual fondazione non mi ho certezza
gno, profferiscono il xv voto nel Parlamen alcuna. Nelle tavole della magnifica Cappella
to, e godono del titolo di Baroni. Gli abi di S. Pietro del R. Palazzo di Palermo tro
tanti che si appartengono alla diocesi di vo menzione di Aidone o Adona, nel tem
Catania, van soggetti nello spirituale al Vi po dell'Eletto Gioeni di Catania, che ne
cario del Vescovo; riconoscono la comarca amministr la Chiesa sodo il Re Ruggieri :
di Piazza e comprendoni nella prefettura coti venne ordinato di Aidone : si aves-
militare di Caltagirone con 54 pedoni, e 9 ero i Cappellani del Ile la terza par
cavalli sotto i vessilli. Contavansi nel secolo la
te delle
Chiesa decime
di Catania
e le ; altre
lo stesso
due parli
della
xvi. 800 case, poich erra nel conto il Fa-
zello, e 4353 anime, nel seguente 1773 citt di Castrogiovanni di regio dritto. No
case, 0422 vile, nel principio del corrente tano poi le storie, essersi spellala Aidone a
secolo xviii. 1157 le case, 4446 abitanti, Manfredi di Chiaramonle, ma averla com
ed oggi 5570. mutata nel 1257 col castello di Sperlinga
Vi si gode d'un fecondissimo e molto e trasferitone il dominio al vecchio Errico
esleso territorio, poich comprende i fondi Rosso, cui succedette il figlio Russo Rosso,
di Buccaralo, Fessinia e Pietra Tagliala clic nel registro sotto Federico II men
con un castello dello stesso nome, dovi tovato signore dei dritti di Noto, bidone,
ziosi in pasture per gli armenti, in albe non che di Scordia inferiore e Luppino ;
reti, in vigneti, in biade ; barinovi altres 1' ottenne dopo di lui il giovane Errico
dei boschi adattissimi alla caccia, che an abbastanza celebre negli annali di Sicilia,
che apprestano utile agli abitanti. Si nu che divenne anche signore di Favara pel
merano tra gli uomini illustri: il Perrone dritto della consorte Lucbina di Chiara
C9
AI Al

monte figliuola di Federico Conte di Mo terina diCardona crede di Giuliana, Chiusa,


dica e di Costanza di Moncada; divenne ni- BiirgioeCalalamauro;ne nacquero Giovanni
niicissimo a Federico HI, la di cui regia e Tommaso; il primo con Caterina Aragona
sposa Antonia assalt noltempo in una tri e Tagliavia fu padre ad Alfonso, quale mor
reme presso la spiaggia di Reggio, perloch to senza prole, ollennc i possedimenli lo
renne di tutti i beni spogliato. Indi rega zio Tommaso, per beneficenza di Filippo
lato di Aidone dal Re, con decreto di Mes III proclamato nel 1602 primo Principe di
sina del 1373, Bartolomeo Gioeni, ottenne Caslroleone ; spos Susanna di Bologna dei
anche, che se per caso venisse Errico a Marchesi di Marineo, fu dei dodici Pari del
conseguire il perdono, egli ed i figli si Regno e per ben due volle Pretore in pa
resterebbono nella possessione di Aidone tria rifulse: di due figli Giuseppe e: Lorenzo,
e delle altre terre, in perpetuo dominio; congiunto il primo ad Elisabetta Barresi di
successegli il figlio Perrone Protonolnio del infecondo letto, mor sul fior dell' et; cre
Regno, che offer Caslroleone ad Errico, de l'altro, colla consorte Antonia Avarna
che non voleva in modo alcuno rassegnarsi Signora di S. Caterina nella Calabria, ge
a lasciarlo, ed ancor duro, Artale Alagona ner Isabella, sposata poi a Marco Antonio
Maestro Giustiziero l'espugn colla forza e Colonna Principe di Paliano, donde Aidone
consegnoUo a Perrone, il di cui figlio Bar con le altre comarche pass ai Colonna
tolomeo venne confermato nel 1392 per nel 1665, perci ne fu in possesso Lorenzo
benefizio del Re Martino, cui prest giura Onofrio Colonna e Gioeni , poi Filippo ,
mento-, fu Gran Cancelliere di Sicilia, ac e finalmente Fabrizio Colonna e Panflio,
cetto sopra ogni altro a quel Re per lode il figlio d cui e di Caterina Salviati Lo
voli fatiche ; intimogli una lite Errico Bus renzo, vive attualmente. La longitudine di
so Il I detto il pi giovane, asserendo spet Aidone di grad. xxxvm. x, la latitudi
targli Aidone come nato dall'altro Errico, ne XXXVII. xxn (1).
ma fu talmente deciso, che cedette al Russo Alngefli. Lat. Ayngigeffis. Sic. Agigeffi
il Gioeni tutti i suoi dritti e sbors questi (V. N.) Piccola cala nella spiaggia meridio
al primo 900 onze di oro, coli' approvazione nale, mentovata dal Fazello, tra la bocca
di Martino nel 1411. Gener Bartolomeo del fiume Maulo ed il porlo Lombardo os
con Giovannella Aragona (fu data da ci sia Caucana; dicesi bens Annichigeff ed
un'aquila ai Gioeni per regio stemma da Ayngigef.
inserire nelle armi gentilizie che finora con
servano)
giusta altriPerrone
II, il diII,
cuidafiglio
cui Bartolomeo
Perrucchio; IH
da
'1) Oggi Aidone capo-circondario di seconda
classe, in provincia di Caltanisselta , distretto e
Perrucchio Bartolomeo, che nel 1494, nella diocesi di Piazza, distante da Palermo 118 ni.. 47
conferma che dicono Investitura, venne no dal capo-luogo della provincia, 6 dal capo-distret
minato Signore di Aidone, Pietra tagliata, to, 27, secondo l'Ortolani, dal mare Jonio. Con
Caslroleone, Koara, Valcorrentc, Carbone, tava nel 1798 una popolazione di 3869 abitanti, si
no al 1831 accresciutasi a 4483, ed al line del 1852
ed Oliveri; Gian Tommaso di lui figliuolo a 5128. Ne costa il fertilissimo territorio di sal
appena acquist il potere della paterna si me
alberati,
12300,838,
9,752 cio
in orli
6,965
semplici,
in giardini,
4,9190,484
in canneti,
in orli
gnoria nel 1341, fu dello per Regio diplo
9,525
8722,789
in in
pioppeti,
scminalorii
21,410semplici
in seminatori!
, 3096,925alberali,
in pa
ma primo Marchese di Caslroleone: Perruc
chio II primonalo di lui mori senza prole, scoli,
336,02546,301
in vigneti
in oliveti,
semplici,
16,2208,663
in vigneti
in flebeti
alberali,
d'In
quindi passarono i beni paterni al fratello
Lorenzo che nel 1532 prese in moglie Ca- dia, 24,650 in noccioleti, 2,180 in suoli di case.
70
AL AL

Aiabo. Lat. Alabum. Sic. Alabu (V. N.) villaggelto Comitini oggi Itarraf
Antico castello sulla riva del fiume Aiabo, diede Errico Conte di Policastro, e
in greco AAABON, di cui Plutarco, Stefano, to di Flandrina figlia di Ruggiero
e Cluverio con altri recenti scrittori; sono di Paterno, coi suoi villani al JH
le parole di Cluverio: presso il compen- di S. Maria della Valle di Giosafat n
diatore di Stefano, Aiabo citt e fiume giu Rimangono ancora non poche vei
sta Demetrio nei sinonimi; in/lettesi Ala- antico muro che appellano gli abiti
bone, il nome della gente Alabonio. Sorse biglioni. Trovo notizia del Priorati
senza dubbio questa citta presso lo stesso Nicol di Albara nei decreti di F
fiume, donde il nome, ma incerto in quale emanati in Enna nel 1509, dove oi
luogo, a qual delle due ripe, ed in quale lasciassero
ferma
mento. il Priore
i beniBartolomeo
del Priorato,
nel e pr
tempo stata vi sia. Ne parlano anche Hoff-
manu e Massa P. 2.
Aiabo. Lat. Alabus. Sic. Alabu (V. N.) Fiu Alcamo. Lai.Alcamus. Sic. Arcamu
me, Cantaro, qual voce vale ponte in latino; Nobile citt e delle prime, situata s
scorre in Val di Noto, ed ricordalo da Dio monte Bonifalo a circa 7 miglia dalla
doro, Esicbio, Vibio, Plutarco, Tolomeo e tutti gi marittima del lato settentrionale,
quasi i Geografi, detto Alobo presso Plu affatto incerto, dice Arezio, il fond
tarco per menda del codice, e presso Vi di Alcamo; ove non fosse il Trace Ale
bio Alalo; secondo Bocharl dalla voce Ila- quale corno scrisse Darete Frigio era vt
lava, equivalente al dulcedo dei Latini, per in soccorso di Priamo. molto evie
la copia del racle della vicina Ma e del dai monumenti Saraceno-Siculi esser
suo territorio. Ha le foci tra il chersoneso nulo un Adalcamo dall'Africa nell'82*
di Agosto e di Tapso, la sorgente ai colli secondo Fazello, Alcamo, con numerosa
di Ibla, oggi di Melilli, che soprastanno la di suoi, avere occupato alcune terre n
al seno diMcgaraoggi porto d'Agosla; ne spiaggia settentrionale della Sicilia, e>
dunque brevissimo il corso, ma le acque costituirsi
rarsi dai Sicoli,
in luogo
costruito
munitissimo,
una citt
ad assi
ed
che abbondano nell'inverno fanno difficile il
passaggio dove una volta s'innalzava un pon castello, cui assegn il proprio nome, in e
te, e ne ingombrano il letto di sterpi, pietre, vaio e precipitoso monte dello Bonifal
spine. Alla foce o come altri vogliono alle che poi Federico II fabbric nel 1330 ai
sorgenti, Dedalo celebre macchinista, costru gono
sto
stello
radici
vilegio
di tuttavia
dell'antica
del
quell'anno.
di lui,
monte
delle
segnato
,citt,
come
Dirocc
vestigia,
indiGiuliana
costa
cui
Martino
cheoggi
da
crede
nell'agi
un
rimar
il fai
pi
c,
Limbelra, o secondo il Cluverio un castello,
o una peschiera, come diremo a suo luo
go. Quivi si veggono delle fonti magnifiche
di acqua dolce, donde cavandone gli abi
tanti di Agosla, trasportatila alla citt nelle samcnlc Arczio dell'antichissima Aceite; i
brocche. Non lungi stette secondo alcuni monte Bonifalo, egli scrive, sovranegg
l'antichissima Megara. Dalle acque dell'Alabo su Calatafimi; ci lui sul vertice una citt
viene bagnalo il territorio sotto Melilli, che in rovine; dubitasi sia Aeeste poich Pli
perci fecondissimo, appresta agli agricol nio ne cita i popoli; ma chi pu asse
tori frutti d'ogni genere, erbaggi. rirlo ? Non niego esser di parere Cluverio ,
Albani. Lai. Albara (V. N.) o Albana. quelle pietre sul Bonifalo, alle mine di Loga-
Casale una volta sui confini del territorio rico appartenersi ; le son per diverse al
di Piazza, un miglio distante dallo antico certo da quelle dell'antico Alcamo fabbri-
AL AL 71

cato dai Saraceni. Sorge dunque ai noslri di regola Chiarina col nome della Santa
giorni Alcamo solto il monte , in terreno per titolo. Il Pirri antichissimo appella il
lievemente declive rivolto a Maestro; ne primo, Badia nuova il secondo , dice del
una parte difesa da muraglie, aperta e pi terzo essere slato fondato nella chiesa di
grande l'altra, che di mano in mano venne S. Cosmo e Damiano. Due chiostri vi sor
accrescendosi. Si ha quattro lati ineguali; gono; uno dei Minori Conventuali di S. Fran
in quel di mezzogiorno sorge un castello cesco nella parte occidentale, eretto vivente
munito di torri quadrate, due porte, delle il S. Patriarca dal B. Angelo da Reale com
quali una vicina al castello di cui prende pagno di lui, compiuto nel 1228; vi merita
il nome ; altrettante ne ha il lato di Sci attenzione il simulacro di S. Maria Madda
rocco ; presenta il settentrionale la elegante lena in marmo bianco, lavoro del Gagini:
porta di Palermo, per dove aprcsi un'ampia 1' altro dei padri di S. Maria di Monte Car
e retta va verso il castello; altre Ire final melo nella chiesa di S. Biagio, sollo ttolo
mente nel lato occidentale, e quella di mez di S. Maria Annunziala , che bello di ma
zo appellasi di Trapani cui corrisponde gnifico edilizio e d'un atrio a colonne, sorge
una lunga retta via e la pi larga, che con a Greco nell'angolo orientale delle mura,
duce alla porta del lato opposto , e scor vicino alla porla di Palermo dal 15... Ci mo
rendo di l la nuova citt, il doppio della strano la piet dei cittadini; la Casa dell'ora
antica pi grande, attaccasi al lato mede torio di S. Filippo Neri in S. Maria del
simo. Tra le due parti della citt apresi l' Ajuto dal 1633, il Ricovero delle Vergini
un largo, bagnato a Nord da un fiume ap orlane povere nella decentissima chiesa di
presso la porta di Trapani; quivi il suolo S. Pietro dal 1632, il Gineceo di oneste
declina e perdesi nel basso territorio. Tut matrone nella chiesa dell'Angelo Custode
te le vie lagliansi quasi ad angoli retti. Si sotto gl'istituti di S. Francesca Romana,
apre dinanzi il castello una grandissima lo Spedale di S. Spirito, il Ricovero dei
piazza, ed altra davanti la Chiesa principale pellegrini in S. Giacomo, il Monte di Piet
dedicala a Maria Vergine Assunta, ornata in S. Caterina a conservare i pegni degli
nella facciata esteriore di colonne di mar abitanti.
mo rosso di Sicilia, elegantissima per pit Nella rimanente parte della cill meri
ture e per la cupola nell' interno. Ricorda tano attenzione; presso le mura la Chiesa
il Pirri aver Goffredo dei Rondoni Vescovo parrocchiale dei SS. Pietro e Bartolomeo,
di Mazzara consacralo nel 1313 il tempio bella di pitture e varii ornamenti, du Marco
maggiore parrocchiale sotto titolo di S. Ma Lavaca Vescovo Diocesano istituita, coli' al
ria della Stella, innalzato sin dalla fonda tra della SS. Trinil anche una volta par
zione della citt, ora dei P. Domenicani. rocchiale , il Cardinal Giovan Domenico
Venti anni dopo per fabbricarono i citta Spinola per, congiunti di entrambe i dritti,
dini in pi celebre luogo, non lungi dalla formonne una sola nel 1639; non che la
porta di Trapani un (empio novello ; poco Chiesa di S. Oliva con una statua marmo
ne disia il palazzo del Consiglio Civile che rea di essa Vergine con bell'artifizio scol
corrisponde quasi al cenlro ed alle vie prin pila dal Gagini , dove molti sufTragii offe-
cipali. Non di volgar magnificenza vi sono risconsi a pr delle anime condannale al
i Monasteri di donne, cui sono annesse del fuoco di espiazione, ed opere di piet verso
le Chiese; due cio dell'istituto di S. Be i poveri si fanno; presso le mura nell'an
nedetto sotto i titoli, uno del SS. Salvatore, golo meridionale, il Collegio della Compa
l'altro di S. Francesco di Paola, un terzo gnia di Ges, cui congiunta una splen
72
AL dal Re, da quattro Decurioni,
AL dal Sindaco,

dida Chiesa sin dal 1650; l'antico con


vento dei P. Predicatori; quel dei Minori del dai Giudici, quanti ne nomina il Conte; ne
3 Ordine in S. Maria dell'Uria dal xviii lo stemma un' aquila Ira due querce nello
anno del secolo ix, e nell' estrema parte scudo; va compresa nella comarca di Sa-
di Oriente quel dei Paolotti; fabbricalo ap lenii e conia di milizia indigena sotto il co
presso la chiesa del SS. Crocifisso verso lo mando del Prefetto di Sciacca 100 pedoni
slesso tempo. Siedono a Nord nel declivio 33 cavalli; si appartiene alla diocesi di
i Cappuccini , che circa il 1580 eransi sta Mazzara; invigila un Arciprete alla cura
biliti in parte pi remota, e poi nel 1C26 delle anime ed il Vicario del Vescovo pre
passarono per pie limosine in S. Anna; loro siede al Clero. Nel secolo xvi conlavansi
rimpetlo verso Occidente nel territorio, una nei registri 1559 case, 7722 abitanti; nel
decente casa per gli esercizii spirituali : susseguente 2013 case, 9277 abitanti; verso
quivi stesso nella parte pi bassa , lungo i primordii del presente 2881 abitazioni,
la via che conduce a Palermo,, la Chiesa 7104 anime, e nell'ultimo computo 8241.
di S. Maria dei miracoli frequentata con Ci ha un territorio feracissimo, ricco in vi
cullo particolare, dove con ogni venerazione gne, biade, alberi fruttiferi, oliveli, vestito
ed all'etto ne adorano gli abitanti e le genti di amene pasture, n manca di selve molto
vicine l'Imaginc, come di principale patrona adatte ad una divertila ed utile caccia.
della citt ; dicesi ritrovata in una volta incerto se ai tempi degli Svevi e dei
sotterranea, intessuta di densi vepri , e fu Normanni sia slata Alcamo soggetta a Si
allora copiosa di tanti prodigi, da prendere gnori. Sotto il regno di Pietro II verso il
il soprannome deLViracofo; con gran plauso, 1280, era in vassallaggio a Giovanni, Infante
magnifica festa, e fiere celebrane il popolo del Duca di Randazzo, e da Eleonora figlia
il giorno del ritrovamento nel d 2f giugno. di lui pervenne ai Peralla. Sci ebbero poi
Rimpclto poi il castello a Mezzogiorno fuori i Chiaramonlnni da cui venne ristaurato il
le mura a circa 300 passi, l' elegante Con castello; il Re Martino tolse loro per fel
vento dei Minori Osservanti con bella Chie lonia il dominio della citt, e diedclo ad
sa, a pubbliche spese, da Federico Henri- Antonio Ycnlimiglia, pervenuto quindi a
quez signore un tempo, fabbricato. D'ivi Gualterio suo figlio nel 1397 : V ottenne
non lungi stabilirono le loro case non po poco di poi per grazia del medesimo Re,
chi cittadini, e quel luogo prende oggigiorno Giacomo di Prales Ammiraglio e Contesta
l'aspetto di sobborgo. Nota il Pirri aver bile del Regno , la di cui figlia Molante
gli Agostiniani dal 1570 abitalo Alcamo, ma spot Giovan Bernardo di Cabrer recan
poi Io abbandonarono, come anche i Mer- do per dote Alcamo, il castello Bonifalo, Ca-
cedarii che eransi stabiliti alle falde del mon latafimi. L' ultima femina dei Cabrer ne
te Bonifalo , donde diconsi anche soppres alien le signorie agli Henriquez ; ma nella
si i Minori riformati per decreto di Urba met del secolo xv compressele Pietro fi
no Vili. gliolo di Nicola Speciale, Presidente di Si
Fu Alcamo dall'eia degli Aragonesi ono cilia ; fu Consigliere del Re, e morto senza
rata del titolo di Principato, germin fa figliuoli, lasci i suoi beni a Vassallo fra
miglie illustri, i di cui rami meritano l'o tello suo, dal di cui erede Matteo ricom-
nore di venire arrolati ad Ordini Militari, e praronsclc gli Henriquez ; di essi e dei lo
godono dei privilegii medesimi, di che il ro successori vedrai le notizie sul Contado
Conte di Modica. Si compone il Magistrato di Modica. Nel Parlamento il Signore di Al
della citt dal Capitano delle armi scelto camo si ha il xxxix volo.
73
AL AL

Enumera il Pirri col Mongitore nella Bi il Crescimbeni, che stima esser fiorili Sici
blioteca Sicula gli uomini illustri di Alcamo, liani anteriori a Ciullo , ai quali d l' in
dei quali io noto: Paolo di Alcamo novizio venzione della novella poesia ; ne riman
cappuccino, che ovunque rifulse per virt, gono i versi presso il sullodato Allazio. Se
predisse l'ora del suo passaggio avvenuto bastiano Bagolino egregio Poeta, Filosofo,
il 15 agosto del 1577, quando vide la Ver Oratore, Pittore e Musico ; poich seguen
gine festeggiata da cori di angeli : Ludovi do nei primi anni di sua vita il mestiere
co sacerdote dello stesso ordine, di nobile del padre, studi pittura , cui congiunse
famiglia, che passala nella solitudine par per diletto la musica, e di molto in queste
te di sua vita, vest le lane cappuccine ; arti elevandosi, venne alle umane lettere, in
fatto prigioniero dai Turchi, molli mali sof cui talmente profitt, da prendere il nome
ferti, reduce in patria alfine, mor poi in di Oratore e di Poeta ; visse qualche tempo
Bivona in odore di beatitudine, in vita ed in Palermo ed in Napoli nella familiarit
in morte facoltato da Dio di maravigliosi di ingegni dottissimi , e finalmente in et
portenti : Mariano anche dell' istituto dei ancora fiorente di quasi 44 anni , cedette
Cappuccini di magnifico ingegno e splen nel 1604 alla morte; molli lavori ci lasci
dide virt; fu grande pel zelo alla salute nella prosa italiana, spagnuola, latina, non
delle anime, perch penetr fino nella Ger che nella poesia , ed i suoi epigrammi e
mania e nella Persia; devoto alla Vergine, le elegie van Ira i migliori , notali tutti
ne compose il primo lo Stellano del Con dal Mongitore nella sua opera : Pielro di
cepimento, mor in Palermo nel 1621 ; ce Alcamo dell'Ordine di S. Benedetto di S.
lebri fatti notan di lui Pirri e Mongitore: Martino delle Scale coltiv a maraviglia le
AlGo Mattiolo della famiglia dei Carmelitani, lingue ebraica, greca, latina , celeberrimo
eccellente negli sludi di ogni arte, eloquen- Poeta , fior nel 1530 in opinione di gran
tissimo Ecclesiastico, Rettore delle Accade dottrina: Stefano Politi Filosofo e Medico
mie di Sicilia, Padova, Napoli, Professore non volgare; rifulse nel liceo di Padova, e
nel liceo della Sapienza in Roma , Visita pubblic il libro: De interni et exlcrni
tore generale delle provincie di Sicilia , hominis cura Pad. 1566: il Sac. Vincenzo
Napoli, Spagna, Padre dell' ordine ; Vicer Politi figlio di Stefano , visse lungamente
il Duca di Feria, per opera di Filippo III, in Roma Professore dell'uno e dell'altro
fu elevato a Vescovo di Girgenli , e mor drillo , dove pubblic alcuni suoi lavori ,
finalmente in Roma nel 13...; non solo quali il Memoriale Clericorum ; Speculimi
presso i nostri scrittori famoso, ma pres opere
yitae ;etparlano
honestalis
di lui
Clericorum
Leone Allazio
, ed ed
allre
il
so il Passavino , Lucio Belga ec. ec. : il
chierico Francesco Lombardo cognominato Mongitore: Carlo Lazio eccellente per dot
il Devoto , promotore nella patria di pie trina e costumi pubblic le Dilucidaliones
opere , la di cui vita piena di egregii e in Bullam Crucialae, et Triumphum Ma-
santi aneddoti fu scritta da Sebastiano Ba rianum de Deiparae Conceplione Imma
golino. culata ; fior nel 1667 : Pielro Antonio Tor
Fior Ciullo di Alcamo, cio Vincenzo di nami Cassinese, avvocato una volta, poi
Alcamo, sotto Federico II Imperatore, e Re presi i sacri voli nel Monastero di S. Mar
di Sicilia, verseggi il primo nell' italiano tino in Palermo, s'impegn ad illustrare la
idioma , ed a lui perci si attribuisce da dignit del suo ordine, da nessuno in tale
Colacelo, A Dazio, Auria, e Mongitore l'in argomento preceduto; molte opere scrisse,
venzione del verso italiano, sebbene lo neghi delle quali molle ne pubblic spesso enumc-
10
74
AL AL

rate dal Fazcllo; sostenne la carica di Esami Alcantara. (V. N.) Corrottamente Ala-
natore sinodale dell'Arcivescovo di Paler bo, Cantava. Vedi questi nomi.
mo , fu Consigliere degl' Inquisitori della Alcantara, fiume. (V.D.) Vedi Cantaro.
mori
Fede,come
Decano
avevae vissuto
Priorepiamente
dell'Ordine
nel 1681:
suo; rara del frollili. Lat. Alcara de
friddis. Sic. Arcara di li friddi (V. SI.) Vil
Silvio Tornamira Sacerdote della Compa laggio cos detto dal feudo dei freddi do
gnia di Ges per costumi e sapere eccel ve fabbricato, a distinguerlo dall'altro
lente, fratello di Pietro Antonio, esemplare detto dei fusi in Val Demone. Quel feudo
di religiosa umilia e povert, divolissimo nel territorio di Caslronuovo si appartene
alla B. Vergine; diedesi costantemente per va sotto Martino a Simoncllo di Esquisa-
sei lustri interi alle umane lettere , eser no, dalla moglie, come abbiamo nel regi
cit aspramente il suo corpo in digiuni , stro deluna1408
merita sotto attenzione.
peculiare il medesimo Re. di
In fatto Il con
no-
flagelli , vigilie , dorm nel Signore final
mente un sonno di pace nel 1G81 ; pub
blic la Societ* Jem illustrala in quat venti venne abolito quel dell'Uria dei frati mi
nori del 3" ordine, di cui per ancor la chiesa
tro tomi, ed altri varii lavori : Andrea Cor ne sussiste,
fra breve verr
che riaperta
chiusa perch
gi ristorata;
pericolante
gli Agosti
il (etto,
done dottore in Teologia ed Abate ; sali
con sommo onoro i pergami delle primarie niani non erano pi sino dai tempi del nostro au
tore, erane ruinata la Chiesa, ora dai pietosi citta
citt dell'Isola e d'Italia, Teologo e Poe dini acconciata ed aperta; rum bens la piccola ma
ta non vulgare; lodalo trai scrittori Si graziosa Chiesa di S. Lucia fuori la citt; e la ma-
ciliani : Antonio Romano-Colonna finalmente gniQcaChicsa di S. Oliva adorna di bellissimi mar
Retore e Poeta elegantissimo; Agostino Spi- mi, che minacciava mina, venne dal 1848 al 53 ri
storata e meglio adorna. Osservasi nella Chiesa
noo della Compagnia di Ges, egregiamente dei minori Osservanti fuori le mura, un quadro
versato nelle umane lettere e nelle scienze creduto opera del Perugino, in realt non di lui
filosofiche; Giuseppe Abate, dell'ordine dei ma della sua scuola; rappresenta il Conte di Mo
Minimi, Teologo ed egregio predicatore, pe dica e la sua consorte, fondatori di quel tempio
(Gastone Viaggio in Sic.) Dellepubblichecase ven
ritissimo nell' aritmetica ; Francesco Ta- nero abolite, la Comunale ed il Monte di Piet;
bano grande per poesia in cui riscosse cominciossi a fabbricare quasi accanto al castello
molte lodi; Girolamo Ausilio fondatore del verso il 1846 un teatro, compito nel 1850; elegan
te ne l'interno, ma non vi corrisponde il pro
Collegio delle vergini donzelle nella patria
spetto. Merita anche attenzione il nuovo cimitero
sua; Francesco Laico che assegn una ca o camposanto a settentrione della citt, non di
sa alle oneste donne nel 1670, perch vi molla estensione. Montava nel 1798 la popolazio
vessero a Dio, entrambi nominati con cnco- ne di Alcamo a 13000 abitanti, a 15589 nel 1831, e
nel 1852 a 19955; vi abbonda una miserabile po
mii degni dal Mungitore per gli opuscoli veraglia; molto angusto il celo civile; trascu
che diedero alla luce (1). rata massimamente la cultura. La sua estensione
territoriale di salme 5864,394, cio 2,165 in giar
(1) Oggi Alcamo capo-dislrctlo della provincia dini, 1,649 in orti alberali, 13,816 in orti sem
di Trapani con quattro circondarii, nella diocesi di plici, 23,621 in canneti, 107,713 in seminatorii al
Mazzara, distante 32 miglia da Palermo, 36 da berati, 3605,924 in seminatorii semplici, 1132,820
Trapani, 4 dal mare. Vi risiede un Giudice istrut in pascoli, 45,865 in vigneti alberali, 891,650 in
tore col grado di Giudice di tribunale civile, un vigneti semplici, 29,557 in sommaccheti, 8,172 in
Sottintendente, ed un Sindaco coi suoi eletti: ha Dcheti d'India, 0,240 in terreni a delizia, 1,197
cura della pubblica salute una deputazione sani in suoli di case; dunque abbondante pressoch
taria di 4 classe. Riguardo poi alla attualit del in ogni genere di derrate, ed esporta frumento,
la topografia, Alcamo si in questo secolo estesa vino, sommacco; vi si trovano (Ortolani Dii-) va
di molto, le sue fabbriche aumentate, come accre rie cave di marmi, ed uno giallo dendridilieo par
sciuta mano mano la sua popolazione; nulla per si ticolare e bellissimo.
75
AL AL
Siro villaggio intanto in Val di Mazzara, si pella Lercara nel suo magnifico lavoro Del
tualo nei confini della diocesi di Palermo la Sicilia nobile (1).
le si appartiene. Oggi onorato del titolo Alcara del funi. Lat. Alcara de fusis.
di Principato, prende origine dalla mela del Sic. Arcara di li fusi (V. D.) Piccola terra,
secolo scorso e siede in un' altura lieve cognominala dei fusi a differenza del feudo
mente declive un po' pi verso libeccio. Ne dello stesso nome in Val di Mazzara , che
occupa il centro la Chiesa principale ma come vedemmo dicono dei freddi; in fianco
gnificamente costruita, e dedicata alla B. scosceso di profonda valle formata, secondo
Vergine sotto titolo del Rosario, cui davanti il Fazello ed altri succennali , dai Monlc-
apresi un largo col Palazzo del Signore del sori, guardando verso Scirocco. I colli Mon-
luogo ; altre cinque Chiese van soggette alla lesori vestiti di amenissime selve ed alberi
maggiore; presiedevi l'Arciprete, ed il Vi fruttiferi estcndonsi da Troina a S. Filadel-
cario dell'Arcivescovo al Clero. Annuo ne fio rendendo assai delizioso il sito della no
il consiglio giusta le Sicole Sanzioni, da stra Alcara. Occupa il fiume Chida, volgar
eleggersi ad arbitrio del Barone. Eranvi mente Rosmarino (che secondo Cluvcrio dif
nella met del secolo scorso 120 abitazio ferisce dal Chida) il seno della valle; sca
ni, 279 vite, ma nel ili 3 registraronsi 483 turisce circa i confini di Alcara e va nota
case, 1536 abitanti. Comprcndcsi nella co- bilmente nel suo corso accrescendosi. Molli
marca di Caslronuovo, ed bello di un terre aneddoti raccontano gli abitanti sull'origine
no feracissimo. Scrive il Barbieri del feudo di Alcara, ne dicono antichissimo il castello
dei freddi, e nota averne tenuto sotto Fe appellato Tauriano. Nota il Fazello non aver
derico i dritti, Mito o Benedetto de Mayda, distato una volta da Alcara Craslo mento
dalla di cui figlia conseguitili Ximene Vil- vala dagli antichi, cui si oppone il Cluverio
lalba, trasmiscli agli credi. Giovanni An in altra parte additandola. La prima me
tonio Yillalba era sposo nel 1516 ad Eu- moria di Alcara occorre in un diploma del
laliu Ventimiglia, donde si hanno nel se Conte Ruggiero in pr della chiesa di Troi
colo xvi Signori di Alcara i Ventimiglia: na, dove le si concede ti Castello Tauria
1* ottenne poi in dote Blasco Scammacca no con tutte le sue pertinenze in Val De
Signore di Murgo, sotto cui prese a fab mone , e la rocca che appellasi Alcara.
bricarsi il casale; Matteo successe a Blasco
nel 1640, cui il figlio Giuseppe Blasco, il (1) Oggi capo-circondario, in provincia e dio
cesi di Palermo, da cui distante 37 miglia, di
quale ottenne dui re Filippo nel 1708 le stretto di Termini donde 24. Contava nel 1798 una
insegne di Principe, e mor nel 1716 senza popolazione di 5336 nliit. , di 6305 nel 1831, e nella
avuta alcuna prole da Caterina Francica; ven (Ine del 1852 di 7463. Si ba salme 1831,977 di terri
ne dunque il Principato a Raffaella Scam torio, cio 3,307 in giardini, 26,811 in seminatori!
alberati, 1435,610 in seminalorii semplici, 273,138
macca e Gratina, moglie un tempo di Fran in pasture, 15,649 in vigneti alberati, 76,934 in
cesco Vincenzo Buglio Marchese di Bifara, vigneti semplici, 0,520 in suoli di case. un luo
e lasciollo al figlio Mario Buglio Principe go assai umido e freddissimo per la troppa neve
di Casalmonaco ; nacque da lui e Marianna che si ammassa nelle sue montagne nell'inver
no, e molto pi pei venti impetuosi. Ha ecci
Platanionc Emmanuel Francesco Buglio tato in qualche modo un cominci rio collo zolfo.
che vive felicemente, sposo di Stefana Gi- Nella contrada di Croce ci hanno le zolfatare di Cro
sulfo. Si ha la Signoria il dritto di armi, ce, Piraino, Giordano, Romano, Sociale, Malato,
Colle di Serio, Florio, Rossi, e nella contrada di
e nel Parlamento del Regno ultima dei Maidore quelle di Lello e di Jetaldi : poche ne
Principati profferisce il ivii volo. France sono soggette ad inondazione interna, e queste
sco Einmanuelc Marchese di Villalba l'ap- per la profondit.
76

AL AL

famosa la memoria di Tauriano negli a Ili 356 abitazioni, 1225 vite, nel rcceni
del ii Sinodo Niceno sotto Teodoro Vescovo registro statistico finalmente 1768. IN
di Sicilia, ed il Pirri che asserisce in nes stemma un' aquila che vola, con una
sun luogo della Sicilia essere Tauriano rossa sul petto. La latit. di gradi x
esistito, soggiunge tuttavia, avere il Conte v, la longit. xxxviii. xx. Comprende
Ruggiero reso soggetto tra le altre terre cara nella comarca di Tortorici e
Tauriano, al Vescovo di Troina; esposi in Prefettura militare di S. FiladelGo
tanto serpeggiare in quelli un qualche er somministrava un cavaliere, e 36 fan
rore. Alcharc voce Saracenica, oggi Alca- Fiorirono in Alcara: Cosmo cognon
ra, provaci senza dubbio esservi stato ap il Teologo per la celebrit della doti
posto quel nome dai Saraceni. Spesso viene dell'ordine di S. Basilio nel Monaster
rammentata ncll' Itinerario Arabo, nel tem cola
S. Maria
Eremita
de Rogato
di cui ; sublim
confessore
le divirltS
po del Ile Ruggiero, (limane oggi in gran
parte la fortezza Tauriano, e credesi dagli scrisse la vita : Filippo Salerno Mi
abitanti aver sofferto ruina nel (remuoto Conventuale, che diede un gran saggi
del 1490; le sottost Alcara, dove merita mondo letterario della sua eloquenza in
attenzione per la nobilt dell'edilzio il tem rie pubblicate orazioni ; quanto poi f
pio maggiore dedicato all'Annunziata; mi perito nelle scienze divine, mostranci le
gliore la cappella sacra a S. Nicola Ana riche che con grandi applausi sostcn
coreta patrono principale del paese, quan per ben sei anni egregiamente presici!
tunque la festa dell'Assunzione della B. Ver all'Accademia di scienze sacre in Vicn
gine vi si celebri del pari solennemente. indi fu Teologo di Ferdinando Augu*
Van soggette alla Chiesa maggiore le altre giov massimamente alla fondazione de
due di S. Pantaleone Martire, e S. Nicola studio universale di Praga, ed alcuna ve
Vescovo, dove amministrano i sacramenti, I vi toresalidi lamolte
bigoncia
province
di Dommalica;
in Germania,fuinr
Sacerdoti destinali dall'Arciprete. Sorgono
inoltre ai confini del paese due conventi, ! cilia, abbracci finalmente la morte cari
uno dei Minori Conventuali sotto titolo di di anni e di meriti nel 1676 : Michele Bi
S. Michele dal 1523, dei Cappuccini l'al Filosofo, Medico e Poeta egregio, Cavalie
tro fabbricato nel 1574: ne sbucciarono uo dello Sprone d'oro, a lungo rifulse in R
mini eccellenti per dottrina, come in ap ma, Malta, Messina, e mor decrepito n
presso : merita finalmente attenzione il Mo 1687 : Natale Donadeo Medico e Poeta >
nastero delle Vergini, sotto la regola di S. vaglia , nominalo nella Biblioteca classi<
Benedetto. Tutto si appartiene all'Arcive di Draudio e presso il Mongilore; scriss
scovo di Messina che vi ha bens dei dritti in versi latini De bello Christi ed altr
temporali, perch si appella signore di Al operette ; Michelangelo Cassaro profond
cara. L'Arciprete, il Vicario, il Visitatore, nei sacri studii e nella musica, famosi
giusta le leggi della Chiesa di Messina, han nelle
te cosematematiche
scrisse , mae nella
pubblic
medicina;
soltantomoli
cura dello spirituale. Si addicono al gover
no civile quattro Giurali , l' Inquisitor del S. Nicolai Vita, Poema. Aggiungi i susse
malfatto, il Sindaco, ed i Giudici scelti dal guenti, peritissimi nella musica; Vincenzo
l' Arcivescovo e dai Ministri del Re. Erano Gallo , Vittorio Laudo, Francesco Bruno,
586 le case nel secolo xvi, 1438 gli abi Giovan Vincenzo Valenti, tutti autori nel
tanti, nella met del seguente 501 le case, secolo scorso di armoniose noie che fecero
1681 gli abitanti, nel principio del corrente risuonare nelle primarie citt, esaltali dal
77
AL AL

Mongilorc per lavori che pubblicarono ; An Alenila. (V. iv.) Castello che al tempo
tonio Sardo Analmente, Abate di S. Maria di Martino apparlcnevasi con Licodia, Alia
de Rogato , e Giuseppe Riccardo, egregii ed allre terre, a Calcerando di Santapate.
predicatori per molto tempo nelle Chiese Vedi Occhiala un tempio Echtela.
di Sicilia e d'Italia; non che gli eleganti Aleuta. Sic. Arcusa. (V. M.) Casale una
Poeti , piccola Chiuppo e Placido Merlino. volla esistente, presso il fiume Torlo, ap-
Le campagne di Alcara possono contarsi pnrtenentesi alla Chiesa di Ccful per de
Ira le pi feraci di quelle contrade, poi creto del 1171 di Alessandro III Rom. Pon
ch Tengono bagnate da acque copiose ; so tefice. Oggi una villa volgarmente della
no piantate ad ulivi, viti, gelsi ed ortaggi. secondo il Pirri il feudo di Calcutta. ben
Discuter fra breve se vi sia sorta un tem s nominata in un diploma del Re Martino
po Demenna. Nell'altro lato della valle ver del 1392.
so Nord ad un miglio e mezzo da Alcara, Alesa. Lat. Alacsa o Halaesa. Sic. Alesa
sorge il Monastero di S. Maria de Rogalo (V. D.) Antica e famosa citt nella parie set
dell'ordine di S. Dasilio, celebre da gran tentrionale dell'isola, non lungi dal fiume
tempo per la piet dei Monaci ed una effi dello stesso nome, oggi di Petlineo, nel ter
gie di Maria con somma religione venerala; ritorio che prende nome dalla Chiesa di S.
erano unite alla Chiesa le abitazioni dei Mo Maria di Palale dove ad un mezzo miglio
naci, che or pi affatto non sono. D'ivi a circa si trova il moderno villaggio di Tusa.
tre miglia apresi un antro nel poggio Co Fazello che afferma scorrervi il fiume Aleso
lonna tra spineti ed asprissime rocche, do con prova di una antica iscrizione ripor
ve noto a Dio solo trasse lungamente i suoi tala da Gualtcrio, stabil tuttavolta Alesa
giorni S. Niccola Politi di Adern, e santa citt a Caronia, ben 12 miglia d'ivi disco
mente li comp; sei hanno a speciale Pa sta, ci che lo stesso Guallerio ed altri ri
trono, come notai, gli abitanti di Alcara, gettano del tutto, poich riesce evidente le
ne custodiscono con gran cura le preziose citt vicine ai fiumi prenderne il nome, od
spoglie, e solennemente ne celebrano con usurparlo viceversa i fiumi dalle citt; con
fiere la festa il d 16 agosto. Afferma Fa- fessa altronde occorrere nel luogo da me
zello sull'autorit di Dionisio d'AIicarnas- indicato grandi vestigia di citt distrutta,
so, avere sbarcalo Enea nei lidi di Alcara
rimpetlo le isole Eolie, ed avervi lascialo
mento con le norme generali e secondo l'esten
Patrono Turio con alcuni dei suoi perch sione dei terreni; venne stabilito dall'antico pe
fondato vi avesse una citt sul colle; ma culio frumentario, di cui s' ignora 1' epoca della
sembra asserir Dionisio altrove, essere ci fondazione; dipende dall'Intendente, e vien di
avvenuto appo il promontorio Orlando. Hav- retto da due Deputati scelti ogni biennio dal De-
curionato con l' approvazione dell' Intendente c
vi nel territorio il campo di S. Teodoro, del Sindaco. L'estensione del territorio di Alcara
cos appellato, perch hanno memoria tra di salme 3340,970, cio 2,610 in giardini, 0,734
dizionale gli abitanti, di esservi dimorato in orli semplici, 0,283 in canneti, 0,884 in gelseti,
13,011 in seminatorii irrigui, 794,639 in semina
quel Santo Vescovo (1). tori! semplici , 831,334 in pascoli , 32,841 in oli-
veti, 41,516 in vigneti semplici, 623,035 in bosca-
(1) Oggi in provincia di Messina, distretto e te, 0,032 in suoli di case. Contava Alcara nel 1798
diocesi di Patti, circondario di Militello; dista da una popolazione di 1394 abitanti, ascesa nel 1838
Palermo 104 miglia, 90 dal capo-luogo della pro a 1780, e nel One del 1852 a 2177. Gli abitatori ne
vincia, 34 dal capo-distretto , 4 dal capo-circon sono pacifici e laboriosi ed una delle loro prin
torio. Ti ha un monte agrario ad agevolazione cipali occupazioni si 1* alimentare i bachi da
degli agricoltori poveri , donde prestasi del fru- seta.
7S
AL AL

che noia esser di Aleta mentovala da To scordie civili, venne dall'autorit di Claudio
lomeo ; cerio nondimeno da varii codici Pulcro Pretore in Sicilia restituita alla pri
di geografi essersi appellala Alena e non miera pace , con prescrivere nuove norme
Aleta, n in alcuno degli antichi un tal no nella scella del magistrato ; colui cui se
me s' incontra , perci avverte Cluverio condo le congetture di Selinunle Drogon-
essere erroneo l'esemplare del Fazcllo che teo o Lancclotlo Castelli, eressero gli Ale
incerto cos poi conchiude: sicgue non disco sini una statua di marmo che si rinvenne
sta da questa citl distrutta pi che un dar da gran tempo fra le ruinc, e si ammira
di sasso la foce del fiume Pcltineo appellato quasi intera colle insegno, cio le verghe ai
Aleso in una lapide, donde, se questa piedi, nella piazza di Tusa; manca per
Alesa, a credere aver preso il suo no della sinistra che impugna una scure, che
mi*, come molle altre dal fiume vicino. conservasi in una cappella della chiesa, ma
La novella lapide del resto, scoverta nella come seppi da colta persona, credonla gli
predelta chiesa di Palazzi tolse ogni dub abitanti opera del secolo scorso, anzi era ne
bio, poich quivi si fa menzione del popolo gli anni passali appiccala al braccio; il sul-
Alesino. A tulli i Numi il Popolo Alesino, lodalo Castelli per prova essere dello scal
Diogene Lapirone di Diogene, per sua pello d un solo artefice e la stima anti
beneficenza (sollintcndesi ) commenda (1). chissima.
Diodoro parlando di Arconidc che par Attcsta SI. Tullio nelle sue orazioni con
tito da Erbila coi suoi aveva divisato sta tro Verro, essere slata Alesa con altre citt
bilire una nuova colonia, scrive essere slato dell' Isola da varie molestie oppressa sollo
fondatore di Alesa lib. 14. Raccolta dun la di lui pretura , e scrive encomiandola
que la gente occup un colle ben 8 sta- Verr. ni: molle sono le citt di Sicilia do
dii discosto dal mare, dote gett le fon ve ci ha fior di ornatezza e di onest,
damenta di Alesa; ma essendovi altre cit delle quali fra le prime ad annoverarsi
t
la dello
Arconide
stessodal
nome
suo.in Ci
Sicilia,
han poi
cognomini
di coloro Alesa, poicli nessuna pi fedele, pi ric
ca, pi autorevole ed imponente ne rin
che credonla fabbricala in prima dai Car verrai. Dopo la caduta della Romana Re
taginesi, nel tempo in cui si segn la pace pubblica sodo Augusto e i successori di lui
tra Amilcare e Dionisio; dal che pu dedur- perdette il drillo di franchigia, poich vien
si non oltrepassare la fondazione di Alesa i computala da Plinio tra le citt stipendiane;
tempi di Dionisio-; egli poi certo essere divenne municipio, e gli abitanti ottennero
stata una delle citt della Sicilia dai Ma il dritto di cittadinanza, di che ci prova
nierimi, non che dai Siracusani occupata; l'iscrizione addotta dal Castelli : Municipium
obbed poscia ai Cartaginesi, pieg quindi Alaesinum - Municipio d'Alesa. Dubita il
ai Romani perch vien dichiarata immune Pirri se sia stata decorala nel tempo sles
e libera, e si ha l'onore del Senato. Fu so di sede vescovile, o almeno sotto gli Im
in quel tempo abitala da molte famiglie peratori Greci, poich la disposizione di Leo
Romane e travagliata alcuna volta dalle di ne il Sapiente dice il prelato di Alesa sog
getto al Metropolitano di Siracusa, ma nel
lli 6EOI3* nASi la recentissima storia di questa citt, con
O AAM02* T1N AAAI2WUN sommo studio ed erudizione lavorata dal Ca
AIOrENHN AIOrENEOS stelli, troverai una lettera di Domenico Schia
AAniPiiNA vo dove, diligentemente il punto investigan
ETEPrESIAS . ENEKEN do, ribalte le ragioni di Leone e di altri.
79
AL AL

incerto il tempo in cui sia perita; ai delle altre Alese che vi hanno in Sicilia ;
tempi di Slrabone non era che un piccolo si fa menzione nelle lapidi si in greco
villaggio: Alesa, egli scrive, Tindari e Ce- scritte, che in latino, di Diogene, Lapirone,
fal sono piccole terre. Ne abbiamo men C. Virgilio, Cornelio Schizia, Augusto Mu
zione nel secolo vi di Cristo in una do nicipio , che tralascio per amor d' essere
nazione Tatta da Tcrtullo ad un Monastero breve; a consultar con accuratezza il Ca
Cassinese , portala nella cronica di Leone stelli di cui sin qui mi son servito. Scrive
Ostiense, confermata daMabillon dall'antico Cluvcrio sul porto di Alesa: il solo Cice
Calendario ; comune opinione perci es rone mollo sicuro testimonio, essei-vi
sere stala percossa dal ferro Saraceno. Ara stalo altres un porto nella spiaggia ;
sene il terreno ai nostri giorni, ed appena quale scrive nella Verr. in: Enna in
dislinguonsi dei ruderi, eccello la Chiesa terna in maggior parie; aggiungi averli
di S. Maria di Palazzi di drillo del Ve gli Ennesi misuralo presso quel fiume
scovo di Palli con gli edif/ii adjnccnli co il frumento', e di l nel giorno stesso
struitivi ad uso dei Monaci. Pubblic in ra trasportalo in Finlia , Alesa , Catania ,
me nella sullodala storia di Alesa il Ca luoghi tra loro lontani , secondo i tuoi
stelli il inarmo mentovalo dal Fazello, scrit ordini. Altrove affermai nelle note al Fa
to da entrambe le facce, ed altri monu zello esservi anche oggi il porto sotto il
menti che adornavano un tempo la citta. caslello di Tusa o un asilo per le navi
Diodoro descrive il tempio di Apolline da alcuni venti assicurale ; non mi ricordo
lib. 14, dove gli abitanti di Erbesso e gli per avervi attribuito gli epiteli di grande,
Atesini, che eran del vicinato, in unico rito d'ingente, di magno, come spaccia il Ca
offrivano sacrifizi!' ; il tempio di Milichio stelli senza ombra di vero; del resto ne
sollo qual nome o Bacco o Giove si appel lascio il giudizio ai sa vii lettori.
lava; quel di Venere ricordato da Cicerone Alese. Lat. Alcsae. Sic. Alesi (V. D.)
nell'orazione in, contro Verre,quel di Adrano Nelle parli interne. Sappiamo da Diodoro,
Nume indigeno di Sicilia. Rammenta anche come di sopra notammo , avere altre cilt
una lapide, bagni ed acquedotti, di che vide di Sicilia usurpalo il nome di Alesa, ma nes
il Fazello le vestigia che sin oggi rimangono; suno degli antichi ne noia la posizione. Enu
r erario inoltre e le torri ; e il Castelli mera Plinio gli Alesini tra le genti dell'in
parla di allri monumenti di minor vaglia terno dell'isola; sorge intanto nel lato aqui
da lui stesso rinvenuti nei campi di Alesa, lonare di questa la popolosa Collcsano, che
come a dire avanzi di statue, imaginette di diecsi dagli abitanti cos appellarsi dal vicino
creta, lapidi scritte ma frantumale, e mo colle Alesano, dove sono dei ruderi ad un
nete; dissi di gi della statua del Pretore; miglio verso Occidcnle rimpetto la cilt, coi
ed io stesso portai nel musco di S. Nicola quali confermano l' opinione propria. Forse
in Catania, vasi, lucerne, ed un serpente di Collcsano fu una delle Alese, ma per sola
bronzo da ivi disotterrato. Vcdonsi impres congettura il dico, nulla di certo stabilendo.
se nelle monete le teslc di Giove e di Apol Negli alti dei SS. Martiri Lucia e Gcminiano
line, e nel rovescio i loro attributi, mani nominasi un Alesa tra Taormina ed il Simcto
cio congiunte col caduceo segno di con o il fiume
meto intendono
Onobala
dire(poich
di questo)
sotto
nelnome
lato orien
di Si-
cordia, lire, archi, aquile, un milite astalo,
la figura di Apolline, e simili; ne una in tale; sono per segnali d' illegittimit dagli
tutte l' epigrafe, AAAI2A2, colle lettere ag eruditi, perloch ignorasi il sito delle in
giunte APX. cio di Arconide, a differenza terne Alesc.
80
AL AL

Aleso. Lat. Alexus. Sic. Alcsu (V. D.) sigliere di Carlo VI Imperatore, onorato nel
V. Petlineo. lo stemma del titolo di Viri forlis, dei Grandi
Aicslno.Lat.Afaesi'mw.Sic.Alisiuu(V.D.) di Spagna, si ebbe da Eleonora Bellacera
Fonte mentovala da Solino cap. 2 e da Principessa di Monteleone sua sposa, il fi
Rennio Fannio intcrpelre di Dionisio Perie- glio Pietro, oggi Signore di Alessandria e
gesc, e quantunque quieto e tranquillo scor di Pietra d'Amico adorno di molti altri ti
ra nel suo letto, tuttavia al suonar della piva toli, che sposala Elisabetta Montaperlo. ge
eccitasi lieto come a canto, e preso dall'ar ner Federico Duca di Campobello, oggi
monia gonfia e trabocca. Crede avere ci per dritto della moglie Felicia Bonfiglio
preso Fannio da Solino, il di cui testimo Principe di Condro in Val Demone.
nio alquanto debole; o favoloso un tal prodi Siede Alessandria in un terreno lieve
gio, o prodotto da demoniaci tranelli, secon mente inclinato ad Oriente, ne parroc
do Gaetani nell'Isagoge, ad ingannare le chia il tempio dedicalo a S. Nicol Vesco
menti degli etnici. Nessun degli 'scrittori per vo, cui van soggette altre sci Chiese mino
nota a qual delle Alese appartenuto si sia. ri : l' Arciprete ha cura del ramo parroc
Alessandria. Lai. Alexandria. Sic. Li- chiale, ed il Vicario del Vescovo presiede
sciandra di Petra (V. M.) Paese presso la al Clero. Fabbric una casa Carlo Barresi
fortezza di Pietra d" Amico che appoggiala pei Minori Conventuali nel 1592, dove
ad un masso enorme mostra oggi delle mi un sepolcro pei Baroni. Ammirasi fuori le
ne, donde dicesi Alessandria di Pietra. mura il nuovo convento dei Riformati del
Dista 4 miglia da Bivona, chiuso nei con l'ordine slesso, e quel dei Carmelitani sotto
fini della comarca di Castronuovo e della titolo dell'Annunziata dal 1608. Innalzasi
diocesi di Girgenli. Riportasene l' origine oggi dagli abitatori un monastero per le
al 1370, fondato da Mosco Barresi Signore Chiarine, sotto titolo dell' Immacolata Con
del castello di Pietra d'Amico e del ter cezione ; venerano essi qual Patrona prin
ritorio; successegli il figliuolo Carlo, a cui cipale S. Chiara nella Chiesa di S. Maria
Francesco padre di Elisabetta Mclchiora, della Rocca ricinta da rupe di gran mole,
che sposato Girolamo Napoli Signore di Re- donde, come dicono, gocciola in giorni sta
sutlana e di Campobello, partor Giuseppe biliti un liquore salutare agl'infermi: ne dista
e Pietro, e stabili morendo nelle sue di un tiro di palla, e vi sono aggregale le case
sposizioni, che i suoi figli e nipoti Baroni degli Eremili che badano a coltivarla. Sono
d' Alessandria e di Pietra d' Amico assu ancora addetti gli Alessandrini al culto di
messero il cognome della casa Barresi. 11 S. Rocco e S. Rosalia Vergine, dai quali
primonato Giuseppe che assunse il princi vennero liberati dalla peste che infestava
pato d'Alessandria nel 1636, celibe essen il paese, e perci lor sollevarono delle ele
do, disse erede Girolamo II figlio del fra ganti Chiese : sorge lo spedale per gl'in
tello Pietro, Duca di Bissana, che ammoglia fermi presso la Chiesa di S. Anna. con
tosi a Rosalia Filirigieri, mor senza prole, forme il governo civile alle leggi di Sici
onde raccolse i beni di lui il fratello Giu lia; delega il Barone nel paese un Prefetto
seppe, che prese in moglie Rosalia Massa, ad esercitar le sue veci. Eran circa 110 le
e mori del pari senza figliuoli; nel 1697 case nel 1392, 307 gli abitanti; 516 le case
pervennero le signorie per sua disposizione nel secolo scorso, 2220 abitanti, secondo il
al terzo fratello Federico; costui Pretore di Pirri; dai Regii libri per 890 case, 3466
Palermo, Vicario del Vicer in Catania, del abitanti; 1011 abitazioni, 3862 anime nel
gabinetto di Vittorio Amedeo , inlimo Con- 1712, e recentemente 4037. abbondante
81
AL lo (1). Levasi poi adALOccidente, un colle

il territorio in vigne, biade, pascoli, boschi,


e tutto che bisogna alla sussistenza. Fu ma occupalo da Forzia d'Agro: sul lido verso
dre Alessandria a Francesca Furia del terzo Messina, sotto la fortezza, una villa appar
ordine di S. Domenico di splendissime vir tenetesi a Forzia, con una Chiesa coltivata
t , di cui scrive Marchesi nel Diario Do da un sacerdote che somministra i sacra
menicano, ed accuratamente la vita Miche menti agli abitanti. V. Argennum.
langelo Chiaramontc anche di Alessandria, Alfano. Lai. Alfanus mons. Sic. Alfanu
registrato dal Mongitore nella sua Biblio (V.M.) Monte nel territorio di Palermo, detto
teca (1). dai Saraceni l'haifanus, e Calalalf'anus. Si
Alessio. Lat. Alexius. Sic. Alesi (V. N.) vuole cos chiamato dall'Adria, nella Topogr.
Piccola isola o scoglio nel seno di Megara della Valle di Mazzara, da Alfano Mauro,
o porto di Agosta, tra le foci del fiume di o dalla citt del nome slesso quivi situata,
S. Cosmano, ed il lido di Roccadia dove di cui crede occorrano dei ruderi attribuiti
nn altro scoglio dello stesso nome. Nell'in per dai dotti all' antica Solunto. Stendesi
terno a Nord i ruderi di Megara, ed alla nel mare ad Oriente, nel liltoralc di Pa
spiaggia di Gianlena un chersoneso, delle lermo; appare congiunto al colle Gerbino,
quali cose parleremo in seguito. V. Massa ma ne in realt diviso da una angusta
Sic. in Prosp. valle. Chiude il seno di Palermo, ed l'ul
Alessio (s.) Lat. Alexius. Sic. S. Alesi timo dei monti che come una corona ne
(V. D.) Promontorio, di cui allenila Cluve- circondano il territorio. Dir altrove del
rio contro il Fazello ed altri, che stabili le antiche rovine di Solunto descritte da Sc-
scono Argennum al Capo Grosso, esser l' an Iinunle Drogonteo. Squallido, scoscesola
tico Argennum. Sovrasta al mare Jonio, 24 rupi, a burroni, sterile il terreno del col
miglia discosto da Messina, 6 dal promon le ; una via sola pu praticarsi nelle parli
torio Tauro. Asprissime rupi ne rendono settentrionali , che lastricata un tempo di
ripida la salita ad Oriente; anche pi rui- pietre quadrate menava alla citt di Solun
noso dalle altre parti. Neil' alto verso to; lievemente acclive e montuosa elevasi ad
Scirocco sorgeva un tempo una torre forse un miglio verso Occidente, piega poi ad
di guardia, di che rimangono vestigia; ma Oriente dove tra vepri e spine si scorgono
nel pi allo vertice sin oggi una ben mu i rumali monumenti di una citt che fu,
nita rocca col suo presidio ed il Prefet quale, come avvertii, descriver accurata
mente a suo luogo.
ti) Oggi comune in provincia e diocesi di Gir- Aireo. Lat. Alpheus (V. Ti.) Fiume di
genti, distretto e circondario di Bivona, distante Elide nella Grecia , dove riconosce la sua
jO ni. da Palermo, 20 dal capo-luogo della provin origine, e fiume ugualmente di Sicilia poi
cia, 4 dal capo-distretto. Contava nel 1798 una
popolazione di 4416 abitanti, diminuitasi nel 1831 ch sgorga in Siracusa ad Ortigia, e me
a 4280, ma accrebbe sino al fine del 1852 a 4852. scolasi alle acque di Aretusa, donde la poe
Si ha un territorio di salme 3330,751 , cio 6,074 sia della fuga di Aretusa e degli amori di
io giardini, 205,623 in seminatorii alberati, 2818,629
in seminatorii semplici, 88,074 in oliveti, 81,392
Alfeo. Strabone mise in campo l'opinione
in vigneti semplici, 81,119 in sommaccheti, 49,107 di questo corso sotterraneo, che Cluvcrio
in mandorleti, 0,433 in suoli di case. Vi ha una ammise, provando con molte antiche auto
solfatara nella contrada Cini su di cui nel 1834 rit sboccare nel Jonio soltanto in parte;
'incominciarono dei tentativi; vi si trovarono po
chi primi zolfi , poi si estinse e venne abbando
ed afferma Mirabella nulla potere contrari
nata. I principali generi del commercio di Ales-
tandria sono il grano e le mandorle. li) Oggi vi istallato un telegrafo.
11
S2
AL AL
dirci, scaricarsi in parte le acque di Alfco tusa. Da ci puoi ricavare assentir Pausania
nel Jonio, far sodo il mare il loro corso alle favole dei Poeti, e stabilire il corso
per meati sotterranei, introdursi alle sor sottomarino dell' Alfco; ma in descrivere
genti di Aretusa e mescolatisi. Fu intanto nelle Eliache gli amori del pastore e della
ammessa questa opinione non che da Vir Ninfa, not essersi il primo trasformato in
gilio, Silio, Claudiano, Stazio, Lucano, Si- fiume , e per sotterranei meati trasferito
donio, Ovidio che fiorirono in pi vicini tem in Orligia a congiungersi alla amala Arelusa
pi, ma da Pindaro nella I IV etnea, che dice mutala in fiume anch'essa. favola alTalto
Aretusa sacro ristoro d'Alfeo , da Mosco che scorra inconfuso l' Alfeo in mezzo al
negli Idilli e da antichissimi autori recali mare, ma non ripugna al vero, potere per
da Pausania , che riportano l'Oracolo di meati occulli sotto il mare per 400 miglia,
Apollinc Delfico ad Arcliia , concepito in pervenire in Sicilia. Pi gi diremo di
questi sensi: Aretusa.
Un' isoletta cui dier nome Orligia Ali. Lat. Aleum. Sic. Ali (V. D.) Citt
Dal mar ricinta oltre Trinacria siede; nel giogo d'un colle donde amenissimo
Ivi diffondo Alleo la lucid'onda il prospetto dello stretto di Messina e del
Che ad Aretusa vagamente unisce. mare Jonio ; nella spiaggia orientale del
N solo fu questa opinione dei Poeti, ma l' isola, discosta 15 miglia da Messina, a
d'innumerevoli filosofi e storici, come Pau Mezzogiorno. Placido Saperi autore recen
sania, Plinio, Antigono, Carislio , Timeo, te ne attribuisce la fondazione ai Greci
Seneca , Libanio , tralasciando i moderni Elidesi, che venuli, come egli scrive, in
che con esperienze di altri fiumi ed os gliorino,
colonia, sliibilirons
al promontorio
in prima
oggi Capo
nel colle
Grosso,
Jfi-
servazioni confermano lo stesso : Carislio
Stor. cap. 133. Aretusa fonte di Orligia e secondo alcuni Argenno: dove molestali
lui origine da Alfeo che sgorga neW Eli allo spesso dalle incursioni dei pirati, tra
de... talch ai tempi degli Olimpii quando sferitisi nel monte Saturnio oggi Spraveri,
lavatami nel fiume le interiora delle vil fondaronvi non meschina terra, donde dopo
ume sorgea l'acqua in Sicilia bruttala molti anni partili per l'incostanza dell'aria,
di escrementi, ed una lazza perdutasi una tennero il territorio sotto il monte mede
rolla neW Alfeo rinvennesi in Aretusa; e simo, distante tre miglia dal mare, che dis
Pausania nelle Arcadiche: dotalo i Alfeo sero Eli dall'antica patria Elide, poi cor-
di una natura dagli altri fiumi diversa, rollamcnte Ali, dagli eruditi Aleum; ci ab
poich spesso sotterra ascondendosi, poi biamo dal Samperi, provato per senza alcun
nuovamente ne sgorga. Emanando in pri testimonio di antichi autori, ma da sole sue
ma da Filale e dai confluenti, confondesi congetture, poich moltissimi antichi monu
nel territorio Tegeatide; di nuovo pro menti vi si rinvengono. Sorgeva sotto i Sa
rompendo in Asea e mescolandosi ad Eu- raceni, poich nel 1093 soggeltollo il conlc
rola, riprende una via sotterranea, e ri- Ruggiero al Monastero di S. Pietro e Paolo
sorlo nelle fonti che dicono Arcadi, tra ed a Geraslmo che erane allora l'Abate. Il
scorso il terreno Piseo ed Olimpia sbocca colle poi che ne occupato unito ad altri
nel mare sopra Cillene degli Elei; n vicini, sembra rivolto al Saturnio, monte
vale a ritardarlo la violenza del mare celeberrimo di quei contorni.
Adriatico , anzi impetuoso internandosi Diccsi aversi scelto gli abitanti a princi
nel pelago riappare in Orligia isola di pale patrona S. Agata Vcrg. e Mart. Cata-
Siracusa e mescolasi alla fontana di Are- nese nel trasferimento delle sacre spoglio
83
AL AL

di lei nella patria, poich approdato sotto vizii. Componesi in Ali il Magistrato Civile
Ali il sacro convoglio con custodi, e Mau da 4 Decurioni, un Sindaco, un Inquisitore
rilio Vescovo di Catania, a gran folla traen- del malfatto, e dai Giudici; tutti soggetti al
dovi la gente della vicina Ali, ebbe lasciato R. Senato, e segnali in ogni anno, s per in
in perenne prezioso monumento del suo dulto del conte Ruggiero, che per privile
ossequio e divozione, il velo dove erano in gio di Federico IH, dall'Abate di S. Pietro
folte le ossa, che a gran pompa recarono e Paolo d'Itala come signore temporale;
al paese , e da allora si dettero al cullo ma spettandosi , come nolai, i sacri drilli
di quella Vergine Eroina, e fabbricarono un all'Archimandrita, sceglie il suo Vicario e
elefante tempio in onore di lei, che ne diven l' Arciprete , ed esercita sul paese altre
ne il principale, poich la prima chiesa di autorit vescovili. L' esteso territorio di
Ali credesi essere stata consacrata alla B. maravigliosa ubert produce vini squisitis
Vergine delle Grazie, quale oggi rimane tra simi celebrati dagli antichi, e dai moderni
le minori. Incendiatasi improvvisamente la ricercati, gelsi in non piccola copia, ed
chiesa di S. Agata, ne sorse nel 1582, senza olive; vi hanno miniere di ogni sorla di
riguardo a spese, una pi elegante e ma metallo, rame, argento ed oro; occorrono
gnifica; ne la lunghezza di 200 palmi, spesso nelle colline dei capislazzuli, delle
di 80 la larghezza, di 100 l'altezza, e la buone crete, boli di gran sottilit; cele
cupola avanza i 150; cinta la nave di 16 bre il liltorale per acque termali, salutari
intiere colonne di pietra, fabbricato in mar in varie malattie, principalmente nelle cu
mo a serpeggiamenti l'altare maggiore, ma tanee, dove da tulle le parti orientali del
gnifiche le cappelle di entrambi i lati, bel l'isola viene nell'est a prender bagni non
lissima la facciala, molto famosa la prospet poca gente, non esclusi i nobili. Porla il
tiva s dal lido di gi, che dal mare, poich registro statistico di Ali del secolo xvi, ese
sorge nel pi allo luogo del paese e supera guilo sotto il Re Carlo, 407 case, e dopo lui
gli altri non dispregevoli ediGzii; ne suf- quasi 3817 abitanti; nel 1652, 514 le ca
fraganea la chiesa di S. Maria del Rosario se, 2934 abitanti; ai nostri tempi nel 1713
con un sacerdote che amministra i sacra con grave decrescimento 451 case, 1663
menti, coadjutore dell'Arciprete, poich un abitanti. Presenta lo stemma due ale in
Parroco vi solamente nella chiesa di S. campo azzurro. Spellasi alla comarca ed al
Agata; si ha cura bens delle anime in quel la Prefettura militare di Taormina, e dava 4
la di S. Spirito dove una buona compagnia cavalli, 38 pedoni. Sta nel grado xxxvm,
di laici; speravasi da gran tempo poter xx di longitudine, e quasi xxxvm. di lati
vedervisi annesso un Monastero di mona tudine. Conlansi tra gli uomini illustri di
che , ed all'oggetto varii vicini edifzii si Ali: Kiccola Coniglio Signore della cill pri
assegnarono , ma l' opera ancora in ma del 1093, e nel secolo scorso Pielro
compiuta. Succedono a queste, altre sci Fama, celebre nelle armi, chiarissimo pei
chiese minori che non mancano di elegan sostenuti onori, Cavaliere della Gran Croce
za, tra le quali enumerasi l'antichissima di Malta, Giudice della M. C, Vicario del
di S. Maria de Remore (del bosco) soggetta Vicer; mor in Trapani nel 165... (1).
al monastero Basiliano di Itala. Sorge non
lungi dalle mura il famoso convento dei
fi) Oggi AH capo-circondario di 2* classo, in
Miiimi Cappuccini sotto titolo di S. Maria provincia e distrettto di Messina, diocesi dell' Ar
degli Angeli, eretto sin dal 1C74, con chie chimandrita, distante 215 miglia da Palermo, 19
sa ricca in reliquie di santi; casa di No- da Messina. Conlava nel 1798 una popolazione di
84
AL AL
Alla. Lai. Alia. Sic. Alia. (V. N.) Ca zionc se ne fa nel censo del 1652. Diro
sale un tempo esistente, detto anche Lalia, dei successori di Pietro in S. Croce (1).
nel territorio di Vizzini a Scirocco, in un Aliano. Lat. Alianus fiume (V. N.) V.
terreno piano; fu dato, come leggesi, dal Buffarito.
Re Martino ad Ugone Sanlapace e a Calcc- Alleata. (V. M.) V. Licata.
rando figlio di lui. Conserva oggi il nome, Alice. Lat. Yhalicis. Sic. Alici (V. M.)
sotto il volgare titolo di feudo. Stagno al di l dalla foce del fiume Belice.
Alia. (V. M.) Villaggio di nome novello verso Occidente. Si rifa dalle onde del ma
presso la sorgente del fiume Torto nei colli re che vi traboccano, perlochc nella state
tra Sclafani e Vicari , un tempo nel terri molto pernicioso agli abitanti. Scrivene il
trio di Polizzi sotto il nome di Lalia, co Fazcllo nel lib. 6, cap. 4.
me ci rileva dalle disposizioni dei Re Federi Alicia. Lat. Halicyae (V. M.) Antica citt
co II e Martino. Il sito ne poco acclive. La creduta dal Fazello, servitosi di un volgare
chiesa parrocchiale di S. Maria della Grazia esemplare di Tucidide, vicina a Cenluripc:
ha una filiale commessa alle cure di un fatto di ci consapevole D'icia, scrive lo
sacerdote. Nel 1713 vi si contavano 228 ca Storico Greco lib. 7 , spedisce i Sicoli ai
se, 603 abitanti, ed ultimamente 1959.
l'ultimo della diocesi di Cefalo e ne chiu 572 in ficheti d'India, 8,583 in castagneti, 92,82" io
de i confini; vi si godo d' un'aria salutare boscate. Sul monte Scaderi o Sparveri abbondano
rarissime erbe medicinali molto dai botanici ricer
e d'un terreno trai primi della provincia cate; mostravisi una profondissima fenditura ca
per feracit. Nel 1320 appartenevasi in feudo gionata forse da gagliardo Iremuoto; vi hanno
a Matteo de Milite, poi nel 1408, come sulla cima di grandi conserve di neve che traspor
dai registri del Re Martino, ne troviamo si tasi nell'est in Messina e nei contorni.
Passando intanto ai bagni, riconoscesi all'et no
gnore Federico Crispo, poich Matteo ven- stra pi che sempre la somma utilit delle acque
dettelo nel 1366 a Rinaldo Crispo messi minerali di Ali. Avevasi da gran tempo notizia
nese, come scrive Barberi, che nota sino al abbondassero di ferro, di sale, di gas-acido, gas-
l'ilo tutti gli eredi di Federico o Errico. idrogeno dell'egregio
indagini solforalo, e chimico
carbonico;messinese
merc per
Gioaclo
Dopo i Crispo pervenne ai \illaraul, e po chino Arrosto si venne a scoprire, contenervi
scia ai Cifonti, e Luca ramo primario di tale quantit di jodio da renderle le pi pre
questa famiglia consegui Alia verso il 1557, gevoli e salutari dell'intera Sicilia, quale ritro
e lasciolla in dote alla figlia Francesca, che vamento fu non solo attestato dalle osservazioni e
gli esperimenti dell'Accademia Gioenia di Catania,
prese a marito Pietro Celeste Principe di ma eziandio dal famoso geologo P. Barnaba La Via
S. Croce; Alia dopo la loro morte pas cassinese; perlocb molte portentose guarigioni
s al figlio Giambattista. Aveva Francesca verificaronsi, e l'affluenza da tutta Sicilia ed anche
da oltremare eccit un considerevole commercio
impetrato dal Re nel 1615 la facolt di am
nella citt.
massar della gente nel feudo di Alia, ma (1J Alia oggigiorno capo-clrcondariodi 3" classe
se
1370,nemonl
differsino
l'effetto,
al 1831 poich
a 1852 , nessuna mcn-
e rileviamo fi in provincia di Palermo, da cui dista 43 miglia, di
stretto di Termini donde 18 miglia, diocesi di Ce-
fal; con un territorio di salme 3183,928, cio 1,
824 in canneti, 40,742 in seminatorii alberati, 2476,
nalmente dall'ultimo quadro statistico esserne la 204 in seminatorii semplici, 373,249 in pascoli, 39,
attuale di 3186. Estendesi il suo territorio per sal 917 in vigneti alberati, 211,421 in vigneti semplici
me 1916,169; cio 36,728 in giardini, 1,584 in canne 13,072 in ficheti d'India, 2,179 in alberi misti, 22,
ti, 22,726 in gelseti, 9,153 in seminatorii irrgui, 102, 720 in mandorleti, 40,600 in suoli di case. Contava
885 in seminatorii alberali, 284,502 in detti sem nel 1798 una popolazione di 3855 anime, diesino
plici, 1068,709 in pascoli, 56,224 in olivcli, 94,949 al 1837 si accrebbe a 4036 ed al 1852 a 4759. Ne il
ni vigneti alberati, 127,727 in vigneti semplici, 9, grano il principale genere di commercio.
85
AL AL

patti donde passar doveva il nemico, di che sorge sotto Salcmi , l'altro detto da
cendo agli allegati, Cenluripini , Alicei , Platani , non sembra incongruente poter
che noi permettano; ma disse, come mo Salemi essere stala Alicia; del resto
stra Oliverio lib. 2, cap. 6, Agirini i po opinione di Cluverio esser VAlico che scorre
poli \k ini a Centuripe. Fu intanto Alicia presso Salemi il Salso nella origine (1).
nel medesimo tratto che Segesta, Entella ,
e Sclinuntc, presso il fiume Alico, non lungi (1) Plinio enumerando nel lib. 3, cap. 8 gli abi
dal Lilibeo; tra Entella, scrive il Cluvcrio, tanti di Sicilia, fa menzione si degli Aliciesi che
dei Semellitani : il Fazello nelle sue decadi De
ed il LiUbeo , ci aveva una citt , t( di Rebus Siculi* afferma essere state in Sicilia due
cui nome s'inflette solamente in plurale; Alicie, confondene una con Alesa o Aleten, e po-
llalicyae ; ed in formazione latina Hali- nela
sa, l'altra
pressoricino
Cefal,l'Etna
un mezzo
e Centuripe,
miglio lungi
ed appog
da l'u
eyenses ; e soggiunge le parole di Diodoro giandosi a Plinio, che apprestagli una consonanza
da varii luoghi, come dal libro xiv; pre di nome, di sentimento che l'odierna Salemi sia
parato l'esercito, invase Dionisio le terre stata piuttosto Semellio e non Alicia; anche Pirri,
dei Cartaginesi , ed intimor gli Alicicsi cui conforme altres il Facciolali, si accorda al
Fazello a dir che Salemi sia stata abitala da quei
col saccheggio, per cui mandati alliba Semellitani, di cui al citato lib. 3. favella Plinio.
ti indori agli alloggiamenti, gli si colle Il Paci, oltre di Arezio, Junio , Millio, il Cieco
garono ; fatto che poi ci ripete ; mentre di Forl, Leandro, Alberto, ha menato sopra tutti
appo Segesta era Dionisio accampalo col- maggior rumore, appoggiandosi all'autorit di
Plinio, da lui male interpretata, ma vedesi evi
V esercito , ed aveva Imilcone espugnato dentemente il suo errore per l'egregia confuta
Mozia ; nel lib. 22 ; allora si uniscono i Se- zione fattane da Giuliano Passalacqua , che su
I tintili ini al Re Pirro, poi gli Aliciesi e i perfluo sarebbe riportare, poich opera notissima
Segestani; dal lib. 23 finalmente; gli Ege- all'amatore delle cose Sicole. Rispondo intanto
al Fazello, affermando non descriver Plinio topo
stani soggetti in prima all'impero dei grafia alcuna di Semellio, ma solo per ordine al
Cartaginesi piegarono ai Romani, e lo fabetico enumerarla tra le altre citt interne del
slesso fecero gli Aliciesi; dal che si vede l' isola; donde prende egli adunque quella natura
a sufficienza, essere stata Alicia dalle parti di luogo? cosa per essa intende? N altro scrittore
ebbe a mani che Plinio, n attinse da altra fonte,
della Sicania: altronde il fiume Alico donde poich questo solo adduce in testimone; se poi
prende il suo nome fa in queste il suo cor ci prova , come egli afferma , la propriet del
so : scrive Stefano: nota Duri molte citt nome, cio la somiglianza di nome tra le due
citt, lo stesso di tante altre avverrebbe, al che
della Sicilia prender nome dai fiumi; Si ci sian d'esempio Solunto e Selinunte; il Pirri
racusa cio, Gela, Imera, Comico, Alico ec; ed il Facciolali presentano in altra forma il pa
di prova evidentissima e principale ci sono rere medesimo.
finalmente le parole di Diodoro e di Tullio, A provare intanto la nostra opinione e non at
tirarci la taccia di temerarii in opporci ad uo
nella m Verr. dove: due sono le citt fe mini di polso, presentiamo il testimonio di quel
derate, la Mamertina e la Tauromenitana, grand' uomo di Cluverio, che sostenuto da for
cinque le libere ed immuni; Centuripe, Ale tissime ragioni e da solide prove di ottimi ed an
sa, Segesta, Alicia, Panormo. tichi scrittori , mostra non essere stale citt ap
pellate Alicie n presso l'Etna, n presso Tusa ,
Stima il Cluverio conservare la famosa e svolge il suo nitido parere al nostro conforme
citt, volgarmente Salcmi, l'antico nome di per lunga dimostrazione, che meglio slimiamo ap
Alicia, perciocch presso i Greci Sale dicesi prestar nell'originale latino dettato, come pi au
A.V2, donde deriv AUco, che presso i La tentica. Porro, scrive quel sommo, inter Enttl-
lam , et Lilybeum fuit oppidum , cui vocabulum
tini suona Salso, donde Salemi; ed essendo plurali* numeri Halicyae Stephano dicitur : et
due fiumi dello slesso nome cio di AUco inde oppidani eidem ex Diodoro Halicyei; at la
nella spiaggia australe della Sicilia, uno tina formatione Cic. in Verrini* et Plin. lib. 3,
86
AL AL
anche
Alle.
Delia,
Lat.Biligero,
llulycus. e(V.M.)
Belligero
Fiume,
e pres
dello Gurgo; incontra, bagnando il territorio dello
di Delia, il convento della SS. Trinila dello
so le foci, delle Arene. Mostra Ire sorgenti stesso nome; accoglie le acque del Fiume
presso Salerai; Rabisi , Gibeli, Donna di Grande, che scaturisce a Mezzogiorno, anche

cap. 8, Halicyenses. Stephani Epitomator: Hali- citur Salemi etc. quindi conchiade a De caeten
cyae, urbs Sicilia ; auclure Theopompo inter En- haud
tatem postremi
ex suprafuisse
cilatismomenti
historiisIlalicyensiitm
haud obscure citi-
per-
talloni et Lilybeum sita. Ctc. et Diodorut quoque
eodem cum Entello , Mgttta ae Selinunte tractu spicitur. Eamdem diynilalem etiam posterioribut
eam rtfert ut lib. 14. Dionytiui Mgettam atque temporibus sub Romanorum imperio servavit, sic
Entellam obiidere jussit. Ipse vero exeunte jam quippe Cicero in Verrina III Faederatae Civita-
destate, eum exercitu Syracusas regretiut ett. An tes duae sunt , quorum decumae venire non so-
no adfinem delapso, Alhenit tummum magistratum leant, Hamertina et Tauromentana : quinque prae-
adii Phormio. Et Ohjmpias tum agebatur ICVI. terea sine foedere immunes ritirare ac liberae:Cen-
Tum Dionysiut , edueto Syracutit exercitu , Car- turipina, Halesina, Segestana, Halicyensis, Panar-
thaginiemium ditionem invadit. Dumque agroi po- untanti; praeter eas omnis ager Siciliae dteuma-
pulatur, Halicyenses metu pere uhi, missis in ca hiis est. Siciliae Antiqua lib. 9, cap. XII.
stra legati!, societatem cum eo junxerunt. AtMge- IlofTniann, Piccolo, Briezio, Caruso, Longo, quan
etani,
ti, igni
obtidientium
tabernaculiimunitionei
injecto, magnum
ex improviso
per castra
adot ti autori non potrei io spiegare a consolidare il
mio parere, oltre la magnifica auloril del Clave-
pavorem , atque tumultuili excitarunt et eodem rio! ma il vietano i limiti della brevit e del nostro
libro haud multopost. Quum per hoc tempus apud lavoro; gli evidente per ebe la pi parie di
jEgestam Dionysius cum exercitu haereret , Hi- storici in fatto di cose Sicole abbracciano il pare
milco vi Molyam expugnat a et mox tum etiam re di questo storico. una obbiezione di alcuni,
AXixvaot Halicyenses deficiunt, emissisque Cartha- essere impossibile aver segnato Salemi origine si
giniensium in castra legatis , societatem inive- vetusta,
antichitperch
ce ne danonuna
monumento,
prova, mentre
non vestigio
sollevanti
Ji
runt et ex lib. 22 , ita referunt excerpta lega-
tionum. Il ine SelinuntU Regi Pirro se adjun- altrove sublimi avanzi che ci affermano una gran
gunt : mox et 'AXtxvxToi Ualicienses atque Mge- dezza che fu, un avvicendarsi di catastrofe, no
stani et ex lib. 23. Mgestani primum Carthagi- teatro di antiche memorie; veniamo all' Ab. '.cari
niensium imperio subjecti, ad Romanos inclina le nell'opera intitolata Stato generale della Sici'id
timi , idemque et 'AXixvaot Halicyenses fecere. p. t, cap. 3, pag. 92, dove appella l'attuale ca
Verum in utroque loco corruptum, ut pleraque stello di Salemi, avanzo di uno antichissimo di
alia in dictis Legationum excerptis, legitur voca- strutto; ma e' non si son poi rinvenute altres di
bulum AXcxvaoi qui facilis erat ex scriploris lap antiche medaglie e monete in accidentali scavi,
sus
igitur
x allatis
in i\ etdiserte
u in vpatet
convertentis.
quam vehementer
Ex hactenus
erra- non vasi e statue, per soverchio zelo al Cristia
nesimo ed ignorante scrupolo, infrante e risepolte
verit Fazellus, dum Halicyam urbem facit gemi- o per vile guadagno vendute a stranieri? Icnla-
nam; alteram apud Tusam in littore Tusco; ubi ronsi forse degli appositi scavi? nulla dalle tenebre
ego Alaeseam fuisse , supra cap. ostendi : alte fu mosso! come
giovamento? non
potere
ci occorrere
per che militi
un checontro
in noslro
l'o
ram ex Thucydidis sententia, circa .Et nam et Cen-
turipas : quum corrupta legalur apud Thucydidem pinione nostra, anzi dalle tenebre medesime parlaci
vox 'AXixurjofou? pr 'Afmvafec ut cap. VI docui. una risposta: chi degli antichi avea novella del
Apud Stephani Epitomatorem ita legitur Acragas, teatrodeidi monumenti
uno Segesta , quel
i piche
bellipoi
dell'Italia?
scoperto un
(orma
Gu
urbs Siciliae, a praefluente amne dieta : Ait quip-
pe Dueis, plerasque Sicularum urbium a /lumini- glielmo Ilaris, un Samuele Angeli scoprirono in
bus nomina habere; Siracusas sciliuet, Gelam, Hi- questa et nostra preziose metopi in Selinunte!
meram, Selinuntem, Phaenicuntem, Frycem , Ca- presso Palermo vasi magnifici, lucerne, lacrima
micum, A\a)bv Halycum , Thermum, et Camari- toi, in cavar acquedotti ad abbellir la via che me
ftum. Certe 'AXux; Haiicus urbs nulla me inorai ur na in Morreale, oggigiorno si rivennero! per ben
aucloribus apud celeberrimum illum amnem Ha diciassette secoli la marra e l'aratro passaronsut
lycum; quem nunc vulgo Platani dici supra lib. 1, campi di Pompei e di Ercolano, che ora aperti,
cap. XVII, docui. Inter En teline vero ruinas et mostrano altre citt, altre magnificenze. Grande*
Lilybeum, quo tracio Stephanus Halicyas collocai, la Sicilia, ed il di lei non ben scrutato seno rac
etiam nunc celebre oppidum vulgari vocabulo di- chiude la magnificenza dei padri nostri.
S7
AL AL

sotto Salenti; dicesi poi Biligero o BelKgero e ad Ovest la porta colle absidi, nel colle
e delle Arene per le bianche arene che che poggia sul lido , e moslrano ancora
ha nelle sue foci ; scaricasi finalmente nel un resto di antica magnificenza. Ricorda il
mare Africano tra il promontorio delle Pirri esserne stale trasferite nella Cattedra
Tre Fontane ed il llazzarese. Ci ha un altro le di Palermo le statue di S. Michele, S.
Alico, volgarmente Platani, e Lieo, che Basilio, e S. Lorenzo, poich a questa ce
situato tra i dominii di Cartagine c di Si dettero i dritti del convento.
racusa, divideva i due popoli: ne diremo Aliga. (V. N.) Palude nel liltorale di
in appresso. V. Platani. Noto presso la cala dello stesso nome.
Allear!. Lat. Alicuris aut Ericodes. Aliga grande. Sic. Alga (V. N.) Pro
Sic. Aricuri (V. D.) Isola sterile ed alpestre, montorio, volgarmente Capo dell'Aliga gran
altrimenti Ericusa, volgarmente Alicuria: de, di l dalle foci del lutnelrminio oggi det
una delle sette Eolie, a xxxvm gradi di te di Maulo e di Ragusa, ad Oriente, ed il
longitudine, \xxm,xxx di latitudine, distan piccolo asilo di Pellegrina nel lido di Scicli,
te dall'altra vicina, Filicuri 5 miglia verso ludo a scogli e a caverne. Quivi la cala della
Occidente, da Lipari 13 miglia, dalla pi anche Aliga. Ne appellano Corvo ed Organo
vicina punta della Sicilia , cio da Cefal i marinai le rupi e le spelonche.
20 miglia; deserta e montuosa, e prende Alimcna. (V. D.) Villaggio detto ben
il nome, secondo Slrabonc, Stefano, Isidoro, anche Mazza dal nome d'una bettola un
dagli arboscelli di erice di che piena, d esistente nei Iati di un colle, oggi distrutta,
di cui il frutice simile in colore a quel la quale cos appellavasi per un leone che
della mirica , ed in foglia al rosmarino ; aveva per insegna dipinto sulla porta, con
fiorisce nell'autunno , ed ha la forza di una clava in bocca dai Siciliani delta Mazza.
cacciare i calcoli dalla vescica. Erronea Si appartiene Aliraena alla diocesi di Mes
mente S. Isidoro Orig. lib. 14 cap. 16 di sina, quantunque afferma Pirri, essere stata
stingue Ericode da Ericusa. Attesta Plinio compresa sin dalla sua fondazione a Catania.
lib. 3 cap. 9, essere stata con Filicuri ad rivolta a Nord-Est, ed occupa le giogaje di
detta a stalle, a mandre del bestiame delle alcuni colli, trai fiumi delle Saline, e delle
altre isolette. cinta di scogli ad Oriente, Vanelle, di cui a suo luogo; estesissime
non apre alcun riparo alle navi , e ne quelle, vedonsi vestite nell'inverno di neve,
il circuito di 7 miglia (1). e lungo tempo; le parli verso Sud-Est pren
Allei o Ayilei. (V. M.) Antico frantu dono il nome di Areddola, fra noi Ared-
mato casale nella via da Termini Imerese dira, dall' Edera, e vi si osservano avanzi di
a Palermo, dove la chiesa di S. Michele o una citt distrutta ed antichissima, ed an
di S. Maria di Campogrosso coli' annesso che vi occorrono di acquidotti di mattoni che
convento dell'ordine di S. Basilio, fabbri senza dubbio rimontano ad una rimola an
calo dal Conte Roberto Guiscardo nel 1077; tichit.
ammiratisene oggi le quasi intere pareli, Sorge il villaggio nel mezzo della stra
da da Catania a Palermo , che riconosce
il Va attualmente compresa nella provincia e l'origine nel 1628 da Giulio Cesare Impe
d distretto di Messina, nella diocesi e circondario ratore , cio da Antonio. AUmena n di
li Lipari, e dista da Palermo 50 miglia; vi si tro questo nome si ha una Parrocchia dedi
iano delle lave c dei zolfi, vegetanci oltre l'erica, cata a S. Maria Maddalena, adorna di co
olivi, palmizii e capperi, e conta appena una po- lonne e molto elegante. Abitano i Minori
poliziooe di 443, per lo pi di molto ardili ma
rmai. Riformali, dal 1740 in luogo eminente verso
88
AL AL

Sud, il ben fabbricalo convento detto di Ailmlnusa. Lat. Almenusa. Sic. Armi-
S. Maria di Ges: un'altra chiesa minore nusa (V. M.) Piccolo villagio o contrada, nel
dedicata alle anime purganti. Costa oggi feudo dello slesso nome, fondato da poco,
Alimena di 336 case secondo il registro del la di cui Chiesa Parrocchiale dedicata a S.
1713 contava 1255 abitanti, che ultimamente Anna
al Palazzo
Madredella
della
Signoria.
B. Vergine
Comprossi
quasiilunila
feu
1523, ma cont nel secolo scorso 47 abitazio
ni, e 185 anime: compresa nella comarca do di Almenusa il chiarissimo Mario Cutelli
di Polizzi ; fu decorata per benignit di Fi Conte di Villarosata, nobile Calanese e ce
lippo IV degli onori di Marchesato, e vi sor leberrimo Giureconsulto, e lasciollo al fi
se il palazzo della Signoria con dinanzi un glio Giuseppe, colla disposizione che se
largo, ed un fonte d'acqua. mancasse di erede diretto, curerebbe fon
Fu assunto il primo a questo onore il dare un collegio di nobili giovanetti con
sullodato Antonio, che si ebbe Orazio dalla l'assegnazione di Aliminusa ed altri suoi
moglie Francesca Urbano ed Imperatore, possedimenti ; ma da Giuseppe che fu an
il quale, poi morto prima del padre, gener, che signore di Valle d'Olmo, nacque An
colla moglie Onofria Colnago , i figli Giu tonio da cui Giuseppe Giovanni, quale fio
lio Cesare IV e Carlo , non che Dorolea ; r ornato di varie erudizioni, ma mor senza
entrambi i primi morirono senza prole/per prole
a volernelfondare
1747. ilMossero
collegioallora
secondo
i Calanesi
la di
ch l'ottenne il figlio di Dorolea, e di Ste
fano Benzo Girolamo Benzo, che si disse sposizione di Mario, e concessero ad Igna
Giulio Cesare Imperatore VI, e sposata zio Paterno Principe di Biscari per censo an
Melchiora Rosso, lasci la sola figlia Do nuale,
annesse.
la contrada
soggettadi nello
Almenusa
spirituale
e le allerrc
Ve
rolea, alla di cui morte Giulio Benzo fra
tello contrast il Marchesato di Alimena; scovo di Cefal, e non ne arrivano gli abi
opposloglisi tuttavia nel 1717 Giuseppe Bo tanti ad un centinaio : il Barone vi ha po
sco,
ottenne
Principe
la Signoria
di Belvedere
per sentenza
e figliodei
di Dorolea
Consul tere di vita e di morte (1).
0,6ti a giardini, 1,012 ad orti semplici, 1,361 a
tori di Sicilia nel 1737, e si disse Giulio Ce canneti, 0,798 a seminatorii irrigui, 2,881 a semi
sare Imperatore VII; allualc Consigliere del natori! alberati, 2167,623 a seminatorii semplici,
Re, e gener con Lucrezia Lancia, Vincenzo, 1066,162 a pascoli, 3,173 ad oliveti, 4.61* a vigneti
marito a Caterina Branciforli. Spella al Mar alberati, 112,688 a vigneti semplici, 4,346 a ficheti
d'India, 3,664 a mandorleti, 1,902 a frassineli, 0,
chese di Alimena il xxxvi posto nel Par 816 in suoli di case; da tatto il che si vede non
lamento. Produce il territorio, viti, fru essere affatto negalo quel territorio alla produ
mento, legumi, ortaggi, ma quasi inetto zione degli alberi, come dice l'Autore, ma forse
per gli alberi; non manca di acque nom non fattosene ancora a quei tempi un sagace e-
sperimento sembr non corrispondere. Contava
inai nelle alture, come notai, dove rimangono Alimena nel 1798 3376 abitanti, 3155 nel 1831, e
le vestigia degli antichi acquidocci. Nel feu finalmente nel Cne del 1852 circa 3352.
do di li ur fa ni alcuni sepolcreti ci dan notizia (1) Oggi un comune in provincia di Palermo,
di antica vicina citt nel colle dell'Edera, distretto di Termini , circondario di Monlemag-
giore, diocesi di Ofal , distante 36 miglia dal
di che dissi di sopra (1).
capo-luogo dalla provincia, 12 dal capo-dislretto,
2 dal capo-circondario. Il suo territorio di sal
(1) Oggi comune in provincia di Palermo, di me 762,626 , cio 32,757 in seminatorii alberali,
stretto
lia soprana,
e diocesi
distante
di Cefal
da Palermo
, circondario
53 miglia,
di Pelra-
36 dal 414,584 in seminatorii semplici, 60,796 in pascoli,
12,641 in oliveti, 20,168 in vigneti alberati, 116,245
capo-distretto, 10 dal capo-circondario. Ne la in vigneti semplici, 7,325 in ficheti d'India, 93,491
sua estensione territoriale di salme 3371,654, cio in boscate , 4,580 in frassineti , 0,039 in suoli di
89
AL AL

Alloro. (Torre dello) Lai. Lauri Tur- di Cisterciesi detti di S. Maria; abbon
ri. Sic. Turri di l'Addauru (V. D.) Torre di dantissimo in acqua, e perch in luogo ele
guardia di l dalle foci di Furiano. vato verso Sud-Ovest dicesi Alto, ed irriga
tnnmirn. (V. D.) Casale di Bavuso, le estesissime terre sottostanti. Era chiuso
cio un castello col palazzo della Signoria, un tempo da un Parco col quale nome si
onorato nel 1534 degli onori di Marchesato. appella oggi dagli abitanti il villaggio vi
Si spella ai Coltone (). Vedi Bavuso. cino (1).
Aitareiio di Balda Vedi Baida. nunzio. Lat. il uni in m Ilalimtium ed
Altari. Lat. Egimuri. Sic. Olari (V. M.) Alonlium da Tullio (V. D.) Antica citl di
Scogli o piccolissime isole tra la Sicilia o strulla nella parte settentrionale della Si
la Sardegna. cilia, non lungi dalla spiaggia, in un colle
Altari. (V. N.) Vedi Riesi. eminente difficile alla salila, come attcsta
Altavilla. (V. M.) Altrimenti Isola lun Cicer. nella vi Vcrr. essendo venuto Pre
ga o Isola dei sorci; una delle cinque tore in Alunzio, solerle e diligente non
isole fra Trapani ed il Lilibco o Marsala, meno volle visitar la citl perch di dif
non lungi dal litlorale, delle quali la prin ficile e faticosa salita. Dubitasi intanto del
cipale dicesi 5. Panlaleone, a cui sia pres sito preciso; il compcndiatore di Stefano,
so Altavilla, che prende il nome dai ghiri come corregge Cluverio, disseta vicino a Ca-
di che abbonda, poich questi in Sicilia di- lalta ; nomina Plinio lib. 3, cap. 8. Cefalo,
consi Sorci. Alunzio, Agalirno, la Colonia di Tindari;
Altavilla. (V. W.) Scoglio nella spiag e Tolomeo, Ccfalu, la bocca del fiume Mo-
gia orientale di Siracusa. nale, Alesa, Calotta, la bocca del Ch'ala.
Alto fonte. Lat. Altus fons. Sic. Altu Alunzio, Agalirno; nel quale tratto ritro
fonli (V. M.) nel territorio di Palermo , e vandosi oggi i due villaggi di S. Filadelfio
d il soprannome ad un famoso monastero e di S. Marco, che conservano entrambi ri
masugli di antichi monumenti, quislione
cast. Contava Aliminusa nel 1798, non pi di 709 quale di questi sia slato ad Alunzio sosti
abilanti, accresciutisi insino al 1831 a "J'.2 , ed tuito. Nota il Fazello, che le acque dolci
ultimamente a 1191.
Verificatasi, come si disse dall'autore, la devo nel lido rimpelto S. Filadelfio, scorrevano
luzione dell'eredit di Mario ditelli in pr dello sotto Alunzio lib. i, dee. i, e poi nel lib. 6,
stabilimento, nel 1747, censuali i beni ad Ignazio cap. 4. t giace sotto il villaggio di S.
Paterno, se ne imprese in Catania la fabbrica. Nel Filadelfio l'antica citt di Alunzio, di cui
1779 ne segui l'apertura, riformata la volont del
testatore si nel ramo letterario, che si estese ad ancora ammirami gl'ingenti e maravi-
ogni scienza , che nelle condizioni dell' ammes gliosi monumenti distrutti nel pi. Vi rin-
sone, che si allarg sino agli estranei di ceto no
bile, col pagamento di onze 36 annuali. Ha la fi- tirato
(I) Fu
il famoso
celebrePaolo
quel Silvio
monastero
Bocconi
perBotanico
esservisi del
ri>
tura di un rettangolo, ed attaccato ad un giar
dino che gli si appartiene; componesi di due or Granduca di Toscana, nato in Palermo nel 1633;
dini, ed decorato di magnifico portone di entrata pubblic un piccol numero di opere che trattano
con otto colonne geminate di marmo, che sosten di piante della Sicilia, della Francia, dell'Italia)
gono balconata a livello del secondo piano; di- dell'isola di Malta, della Corsica, del Piemonte e
ugno del signor Ittar: la corte poi adorna di della Germania;
cerche sul corallo,lasci
sullaprincipalmente
pietra stellata, alcune
sulla com
iti-
un portico circolare di archi e colonne di buon la
voro eseguita sul disegno del Vaccarini : lo stabili bustione dell'Etna; fu membro dell'Accademia dei
mento ha 1600 onze all'anno di rendita, e prese il Curiosi della Natura, encomiato grandemente dal
nome del fondatore, appellandosi Collegio entelli. l'Abate Francesco Ferrara (Ortol. Biog.) limona-
(Il Oggi un ei-feudo dei Principi di Caslel- stero
ed incorporatene
dopo i tempi del
le rendile
nostro Autore
al Regio
venne
Erario.
abolii,
naovo di essa famiglia Cottone.
12
90
AL AL
retini un' antichissima lapide di marmo presenta l'altra una lesta parimenti coro
scritta in caratteri Greci. Per la citt al nala di ellcra, ed una corona di alloro. Del
tres occorrono di grandi mine di anti di cui mezzo la stessa epigrafe Alontino
chi lavori. Allenila Cluverio lib. 2, cap. 4, rum. Celebra Cicerone nella vi Y'crr. ir-
a ben ragione avere indicato quel luogo cagato Alonlino, uomo non solo in patria
il Fazello, poich nota Guallerio nelle Ta ma in tutta Sicilia famigerato, cui diede
vole, aversi chiarissima memoria del Mu Yerre l'incombenza di scrutare l'argento
nicipio di Alunzio dopo S. Marco, e ri celalo in Alunzio, onde potere imbarcar
porta molte lapidi quivi trovale dal n. 308, selo (I).
al 317, Ire delle quali ricordano il Municipio
I. Liviae . Augusti . Deae . Municipium. IL AM
Municipium . Alontinorum ... tieneficii .
Caussa. III. Augusto . Dici . F. Ponlif. Max. aurato. (V.D.) Cill, altrimenti ime-
Municipium. Insulsamente pu dirsi essere stratus, oggi Mislrella. Silio per adallare
state trasferite dal colle sotto S. Filadelfia questa voce al metro, l'accorcia, lib. IL
a S. Marco , poich nota Gualterio esser
grandissime n meno di nove , come dir (t) Ci fa anche sospettare con fondamento es
parlando di S. Marco, n alcuna amicizia sere slata Alunzio dove oggi S. Filadelfia, allri-
passa Imi due paesi, n gli abitanti di S. menli S. Fratello, una medaglia rinvenuta quivi
dall'erudito
mente abbraccia
Domenico
questa Schiavo,
opinione. ilCosi
quale
egliaperti-
scrive
Filadclfio permesso 1" avrebbero a quei di
S. Marco. A quale antica citt si appar ad un suo amico in Palermo:
tengono intanto quei grandi avanzi, quelle la 5. Fratello 2 giugno 1756.
pidi quadrate che occorrono entro S. Fi- Vi rimetto una, medaglia antica, la quale per
ladelfo? n Tolomeo n Plinio n altri pressoch
vostre
essere palermitane,
inedita
similevineldovr
che
conio
da recar
una
e nella
parte
piacere.
grandezza
hanno il desia
volto
atte
scrittori ccl dinolano, ancora in discus
sione se siano di Alunzio, della di cui ori di Giove,
in essa sono
e nel belle
rovescio
, chiare
V Aquila;
, e lampanti
ma le lettere
dieone:
ehi
gine scrive Dionisio di Alicarnasso nel lib. 1,
AAONTlNiiN.
V antica AlunzioCos
fosse
non
stata
dovrete
dove pi
sorge
dubitare,
questa pa
chi
dove della peregrinazione di Enea : da Bu-
trinlo traggillasi il Ionio : presi alcuni da
tria voi,
mia,seo in
l'animaletto
questi contorni.
che sostiene
Vorrei l'Aquila
per sapert
coi
piloti per condottieri che gli si unirono
a compagni, ed anche Patrono Turio coi piedi sia un sorcio o una pecora ec. ee.
Rinvennesi anche presso S. FiladelOo ai tempi
suoi; molli di questi ritornarono indietro dell'Autore
non so come una
non abbia
pregevolissima
avuto notizia;
iscrizione,
credesi
di cai
di
donde cran venuti poich l'esercito per
venne in salvamento in Italia; ma Patron Alunzio, non gi per che cel dice il contenuto,
fupersuaso da Enea affinch gisse con gen ma il luogo dove fu scoperta, che appunto l'in
dicalo dagli scrittori: fu pubblicata la prima volta
te a formare una colonia , alcuni per nello novelle letterarie di Firenze del 1749, p. 716.
dei suoi compagni rimasero nella flotta; XAPITUIN . EIIO
scrivono taluni avere fermalo il loro nONTON . KAAO
soggiorno in Alunzio citt della Sicilia. OP*ITIANO
AOTAO . ENELUTE
NIE : : :
E se vero che rimonta Alunzio ai tempi di
Trojafu senza dubbio delle antichissime citt Gratis super-
di Sicilia. Ne reca il Parula due monete di abundanlibus , pulchro
rame, una con testa cinta di corona d'alloro Orphitiano : : :
Servo renovavit
col mollo AAONTlNiiN nel dinanzi, ed un bue Questa nuovi forma di il fu ignota a Montfau-
inchinato nel rovescio, su cui la lettera A: coo, ed ai pi celebri antiquarii.
91

AM AM

Comitato Semaeis nia, ed aprendosi la foce sotto le mura


Venit Amastra viris. australi della citt, scaricasi nel mare; di
Scortata dai Nemei sen viene Amastra.
cesi Amaseno altres, Amena, e volgarmen
V. Mislretla. te .ludi ci'llo. Nola il Maurolico esserne la
Ambir. Lat. Ambiata. (V. M.) Anlica sorgente appresso andazzo, verso le ra
villa, di cui Diodoro al lib. 20; villaggio dici settentrionali del monte Etna, dove il
che appellati Gorgio ed Ambico. Dicela lago Gurrida, le di cui acque sotterra in-
Cluverio di sito incerto, lesse egli tuttavia Iroduccndosi accresciute da piogge e nevi,
appo Esichio; appellasi Torgio in Sicilia, in nessun luogo esterno appariscono, ma
un monte dote nidificano gli avvoltoi, don correndo 40 miglia sino a Catania, quivi
de diconsi Torgi; pu dunque congetturarsi credenza si manifestino; sminuisconsi per
avere scritto Diodoro Torgio. Il monte de ci le acque del (lunula, quando ingros
gli avvoltoi, ai di cui fianchi mia opinione satosi l' Amenano, allaga la citt vicina.
essere slato Ambico, sorge trai colli di .lati Celebrasi da Pindaro, Ovidio, Claudiano,
e di Cefali appartenenti alla valle di Maz- non che da storici e geografi, Tolomeo,
zara. Stefano, Strabone ed altri. Ci abbiamo da
Ambicri. (trqua di) Lat. Amblcris Ovidio potere seccarsi occupatene le fonti,
fon. Sic. Acqua d'Ambreri (V. M.) Fonte di e da Slrabone, che avendo per alcuni an
nome Saracenico, di acque limpidissime, de ni mancato di acqua, poi cominciato avesse
scritto dall'Adria e dall' Inveges, nella parte a scorrere di nuovo, ed indi avvenne, che
australe del territorio di Palermo, da cui o naturalmente o per industria dei cittadi
dista 4 miglia, alle radici del monte Oric- ni ingrandirono i canali, che ci non ostan
chiula. Gli sia presso la villa delta un tem te capir non potevano la ridondanza dell'ac
po Ambleri, ora in siciliano Yillabianca, qua, che pi volle erompendo fuori , in
cogli onori di Contado, adornata delizio vase le parti inferiori della citt, ma quindi
samente di fontane, bellissime casine, ver- ricominci a scorrere regolarmente. Abbon
lieri, melaranci, mirti, bossi, da Giambat d nell'et mia, ma non avvertii esser prima
tista Alitala Cavaliere Gerosolimitano. Fu pri mancato, sebbene anche scarseggiare qual
mo Conte di Villa bianca, per decrelodi Filip che volta il vidi; pure ai tempi di Carrera,
po IV del 1655, Benedetto Emmanuele, che come egli attesta, manc per ben 12 anni,
onorato nel Regno delle cariche primarie perloch credevasi si avesse aperto un'al
e di illustri gradi di milizia si ebbe dalla mo tra via, ma verso il fine del marzo del 1634
glie Lcandra Suarez, Francesco ed altri figli, ritorn con grande allegrezza dei cittadini,
questi gener con Dorotca Vanni, Benedet incanalandosi nel suo letto; nel quale senso
to II, il di cui figlio Francesco Emmanuele devono al certo comprendersi le parole di
marito a Zenobia Vanni vive ricco di prole; Ovidio e di Strabone. Attestano Fazello,
pubblic ultimamente un lavoro magnifico Cluverio, ed altri scrittori nazionali scatu
intitolato la Sicilia nobile, diviso in quat rir V Amenano da un fonte non ancor be
tro tomi, di che molto profittai per questa ne investigalo alle radici dell' Etna, correre
opera mia (1). a canale ricolmo per mezzo alla citt, tu
(minano. Lat. Amenanus (V.D.) Fiume rate qualche volla le vene delle sorgenti,
che per occulti canali scorre sino a Cala svanire per alcuni anni, e poi d'un subilo
con violenza erompendo esalare una aria
ti) Oggi un ruscello presso la Grazia, nelle crassa e pestifera; osservammo la ragione
arupagne fertilissime tra Palermo ed il Parco. del mancamento, insegnaci l'esperienza lo
92

AM AM

ammorbamento dell'aria; nessuno finalmen diarono


e DiodoroSinistralo
lib. 29 , allora
fabbricarono
i Romani ino
a*>
te nota le stragi di che, come essi soggiun
gono, cagione. Scrive Carrera con Arcan macchine ad espugnarlo, ma dopo se-
gelo, avere improntalo i Catanesi le monete mesi levalo il campo, perduti molli <
loro del genio di questo fiume, ma ne mo dati, mordendosi il dito abbandonaronl
stra l'epigrafe Camaseni: attesta intanto Indi assediato una terza tolta Milislra
Pancrazio averne vedute in Palermo col i Romani, lo espugnarono, adeguaronlo
motto AMENANOC. Scrvonsi i cittadini delle suolo,
lora la vendettero
prima guerrai Punica,
superstiti.
e presiedevano
Agilavasi a
sue acque a muovere nella citt e fuori
le ruote da mulino, ma sono altres dol trai Romani Aulo Acilio, e Cajo Sulpizio; dal
cissime a beversi. lunghe di costoro oppugnazioni, descritl
Ameweio. Lat. Ameselum (V. N.) Antica in pi larga copia da Zonara, vedesi essei
citt accennata da Diodoro nel lib. 22 del stato Sinistrato naturalmente munilissim<
le scelte: espugnala Siile, Germe fe' pri li Fitzello cos lo descrive: Sinistrato, si
gionieri 1500 soldati; e sottomesse rapi sima
condodella
Polibio
Amcslrala
lib. 1, da
unaCicerone
citt anlich
e </.
damente altre terre, marci sopra Ame-
selo sita tra Centorbi ed Aggira, quan Plinio, oggi Slistretta; molli monument
tunque mumlissima e da numeroso pre di
te, antica
ed un dita
castello
si ammirano
vetustissimo.
versoVedi
il mori
Sii
sidio difesa, cadde nel potere di lui, che
rispettando i presidiarii ed arrolalili stretta.
nelle sue file , discussela : da ci deriva Amorello. Lai. Amurellus. Sic. Mured
il Cluverio essere slata dove oggi Ragal- du (V. N.) Fiume. Vedi Morello.
buto, che sorge nella strada tra Centorbi Amarlo. Lat. Amorium (V. M.) Cnsah
ed Argir, alla destra del fiume Salso, in un tempo esistente sotto il monte Jalo.
un' altura ; la parie occidentale del suo mentovato nelle carte della chiesa di 3Ior-
territorio tocca Argir, quella di oriente reale. Diccsi Amro in altro diploma.
e di mezzogiorno confina con Centorbi. Amne. (V. N.) Casale nel territorio di
Soggiunse il medesimo scrittore , essere Argir , olTerlo da' pietosi fedeli al. Mona
il nome di Ameselo una corruzione del ge stero di S. Maria di Latina in Gerusalem
nuino di Simelo di cui scrive Tolomeo, e me, con la conferma di Papa Benedetto XI
registrane Plinio le genti tra le interne; per bolla pubblicata in Roma nel 1304.
ma non essendo alcuna somiglianza tra le
voci AMH35EAON e 2>TMHeo2, ed essendo AN
vissuti Plinio e Tolomeo lungo tempo do
po Cerone che distrusse Amesclo, forse dai Anaor. (V. Pi.) registralo trai villaggi
rimasugli di questa sorse Simcto ricordato della diocesi di Siracusa in un diploma del
da quei due scrittori: sono del resto in 1093 di Papa Urbano II, riportato dal Pir-
dubbio, come dir a suo luogo, se sia stalo ri, anzi vi segnato come punto di divi
il Simelo presso Ragalbuto, o presso l'antica sione: le terre dei seguenti confini ven
Amesclo. gono concedute dal predetto figlio Rug
Ameitrata. Lat. Ameslratus (V. D.) giero Conte alla Chiesa medesima, cio
Citt antichissima, oggi Mistretla, dai Greci dal castello Limpiados insino al fiume
Mytistralum, della quale Polibio lib. 1 . Pre Salso dove scaricasi nel mare, e come mon
se Sinistrato luogo per natura munito, e ta al di sopra tra le divisioni di Caslro-
che perci sostenne lungamente V assedio, giovanni ed Anaor, e quindi tendendo a
93
AN AN

Mauroneo ascende al fiume di Calhacl- ed al sito ed alle allegorie , registra il


far ec. ec. !>'ci diplomi poi di Alessandro passo di Vibio dal Catal. dei fiumi, L'Anelo
HI, dove notatisi anche le Parrocchie dei di Sicilia, che per 2 miglia, ascondendosi
luoghi sudetti, non si Tu menzione alcuna sotterra in Siracusa, tiene a mescolarsi al
di Anaor. Vi ha olire il fiume di Terranova, mare, dicesi Ano, poi Anapo e nella sorgen
che partisce verso la sua origine la chiesa te Anlisforo: dippi soggiunge il Cluverio:
di Catania da quella di Siracusa, il monte ed in oggi celatosi nell'est per circa 8
fiumi,
un tempo
doveunnotano
villaggio,
gli scrittori
a parer essere
mio Anaor
stalo miglia dalla foce in un meato sotterra
neo, rinasce finalmente dopo J miglia di
e Meneo forse Mauroneo, donde si ascende corso, e scarica nel mare le sue limpide
al fiume di Calalfaro. ed abbondanti acque. Sospeltossi dagli eru
lupo. Lat. Anapus. Sic. Anapu (V. N.) diti esser viziali nel pi quei vocaboli in
Fiume del territorio di Siracusa notissimo Vibio; sembra tuttavia essere stala del
appo gli antichi, s poeti che storici, Teo la Anlisforo la parie superiore dalla sor
crito cio, Tucidide, Plutarco, Livio, Eliano, gente, il mezzo dove scorreva sotterra
Silio, Ovidio, Vibio ed altri. Ne espone il Fa- Anos, l'ultima insino al mare Anapo. Fa
zello il corso e le fonti Dee. 1, lib. 4. Scatu voleggiano i Poeti dell' Anapo, dicono degli
ro
risce
oggi
sopra
Gulfano
Buscemi
da citt,
566 piccoli
nel territorio
rivi di acqua
Bufia- amori di lui colla Aiuta Ciane, che final
mente si ebbe; ed in Ovid. Metani, lib. 5.
limpidissima, che in unico fiume raccolgonsi, son queste le voci di Ciane.
che prende il nome della contrada;oltre scor Ed Anapo mi am, n da terrore
rendo poi per Palazzolo lasciasi a sinistra Come costei, ina sol da amor commossa
nei colli, Feria e Cassaro, dove da altre Alio l'accettai...
fonti accresciuto prende il nome di Grande Scrive perci Eliano: pareggiano l'Anapo
e dicesi anche della Feria: per tutto que i Siracusani ad un uomo, e venerano Cia
sto tratto ed altro di alquante miglia ne ne sotto le forme d'una donzella. Canta
lussureggiano di platani le rive, ed abbonda Teocrito nell'Utili. 7., essersi assisi i Ci
di saporite anguille e di trote. Trascorso clopi alle rive dell' Anapo, e Polifemo coi
il territorio di Feria accoglie sotto Punta primi.
li , un tempo Erbesso, citt deserta, il Ricavai
Dell'avere
Anapoavuto l' Anapo
sul margin in molli luo
Polifemo
fiume di Bottiglieria, e poco dipoi alla chie
sa della SS. Annunziata sotto Sortino ag ghi dei ponti, di quali celebre anzi gli
giungendosi al fiume di questo nome origina altri quel dove accadde la battaglia tra Si
rio dal fonte Gorgiano, introducesi nel ter racusani ed Ateniesi descritta da Tucidide
ritorio di Siracusa. Ivi scorre placidamente, lib. 6, che narra essere stato poi distrutto
Ira verdi margini ombreggiati da salici e da da questi ultimi. Variano i letterali circa
pioppi, in un letto profondo, onde frequen l'etimologia della parola Anapo, le opinioni
tasi a ritroso ogni giorno dai pescatori colle dei quali rigetta Cluverio come fandonie.
nati, e pria di scaricarsi nel mare, con- Vedi Bottiglieria.
giungesi a destra alle acque del celebra- Anelilo. Lat. Ancylium. Sic. Anciliu.
tissimo fonte Ciane oggi Pisma: viene quivi (V. >.) Antica citt, altrimenti Icilio, se
tragittato per un piccolo ponte di legno, condo Cluverio di sito incerto, i di cui cit
e sbocca nel porto di Siracusa, dalla quale tadini erano detti Acilii o Aditesi. men
dista dieci stadi! incirca. II Cluverio addotte zione appo Diodoro d'un territorio dello stes
le opinioni degli antichi riguardo all' Anapo so nome; scrive egli nel lib. 36 sollevatisi
04
AN
i servi , rifuggitisi dopo l' emigrazione (V. N.)- Priorato dell'ordine dei Canonici di
nel tempio dei Palici, maturavano una S. Agostino (1) Vedi Piazza.
rivolta, ed essendo in molli luoghi cre Andrea (Chiesa di s.) S. Andrene .Ec
sciuta quesV audacia , ben 32 schiavi di clesia (V. N.) al Pachino. ISe parla M. An
fratelli ricchissimi scossero i primi nel tonio Martines nella Descriz. mss. della
territorio Anciliano il giogo di servit; Sicilia: sono ammirabili sopra Xarzameno,
dove intanto sia questo territorio, quantun ad un miglio verso Occidente, le mine di
que non possa ricavarsi dalle parole di Dio pio
una dedicalo
citt distrutta,
a S. Pietro,
dove rimane
di cui aunmezzo
lem-
doro, fucile congetturarlo nella parte me
ridionale, dove Siracusa ed il tempio dei miglio osservansi famose , grandissime
Palici, percciocb narra lo storico quivi es vestigia d'una vasta citt ma diroccala sin
sersi radunati. Rammenta Tullio Verr. 3, il dalle fondamenta, ora terreno aralo: da
popolo Iciliese , eh,e a dir di Cluverio ivi ad ugual distanza un tempio d'una
forse detto Anciliese negli esemplari auto celebre antichit, mancante solamente di
grafi; scrisse Stefano d'una Ancirio citt letto, oggi consacralo a S. Lorenzo, con
d'Italia, ma non furono mai quivi Anciriesi sotto una chiesa a volte, sostenuta da co
attesta Cluverio, perloch crede avere com lonne; ad un miglio dal tempio una
preso la Sicilia nell'Italia. chiesa fabbricata a gran massi, a colonne,
Andra. Lat. Aneyra (V. M.) Cos detta a volle, dedicata a S. Andrea, lontana 2
da Tolomeo, da altri Ancrina. Citta distrut miglia dalla spiaggia, dove anche vedonsi
ta tra Eraclea ed Agrigento, il di cui silo rimasugli di antica abitazione. Scrivenc
sembra indicato dal Fazcllo Dee. 1, lib. 10, quasi lo stesso il Fazello , ma ne trama
secondo Cluverio: l'abbattuta Eraclea, dice la topografia da Siracusa a Pachino, e Marti
quegli, a 7 miglia da Jalo, su di un monte nes da Pachino a Siracusa. Ci ha inoltre
Ira Pecuaro e Platanella, osservasi qual il porto e cala Marzamemo, discosta cir
grande citt distrutta. Vien mosso Cluverio ca 6 miglia verso Oriente dal promontorio
dal passo di Diodoro lib. 14, dove narran Pachino.
do, essersi dati tutti i Sicani, atterrili dal Anello. Lat. Anellus (V. N.) altrimenti
numeroso esercito , a Dionisio intento ad Niveo o fontana grande. Fonte sotto il ca
assediare Modica, soggiunge; delle altre stello dell'antica Noto, donde l'Assinaro,
citt sole cinque rimasero fedeli a Car che dicesi altres in corso Falconara e
tagine; Andra cio, Solunlo, Segesta, Pa- di Nolo; ne scrive il Fazcllo. Lillara nella
normo, ed Eniella; poi afferma saccheg Corradiade lib. 1.
giali da quel tiranno i territori! dei Solun- Il niveo fonie, cui die nome Anello
tini, dei Panormilani, e degli Ancirinesi. Il Punico idioma...
Come le altre quattro era dunque posta . Angelo di Brolo. Lat. S. Angelus
Andra nei confini dei Sicani , alla destra de Brolo. Sic. S. Ancilu di Brolu (V. D.)
riva cio del fiume Alico oggi Platani, non Paese ricco e popoloso, nella spiaggia set
lungi da Eraclea, dove, secondo Fazcllo, tentrionale della Sicilia, detto cos dal fa
ci han vestigia d'una citt distrutta. moso castello di Brolo, a distinguerlo dal
Anco. Lat. Ancus (V. N.) Fiume secondo l'altro in Val di Mazzara soprannominato
Arezio, lo stesso che VAnapo, detto bens Muxiaro. Dista circa 3 miglia dalla spiaggia.
Anelo da Yibio, come accennai.
Andrea (S.) di Piazzo. Lat. S. An (I) Merita attenzione il quadro di S. Agata del
dreas de Platia. Sic. S. Antria di Chiazza Ligozzi di Verona nella chiesa.
95
AN AN

Dove apresi un seno intermedio Irai pro ro capo il supremo Prefetto del monastero.
montori! di Calava e d'Orlando, occorrono Vi accorsero poi, a loro comodo per lo spi
due valli amenissimc dette dai Siciliani rituale, religiosi di altri ordini nei tempi
Mamari (fiumane) dalla confluenza dei posteriori: i frati Predicatori cio, il con
ruscelli, in una delle quali in un silo emi vento dei quali destinalo allo studio dei
nente sorge S. Angelo, nell'altra il castello novizii; ne decorosa la Chiesa presso il
di Brolo, che sovrasta al mare, come di mercato, dedicata a S. Antonio: i Minori
remo. II terreno del nostro paese declive, Osservanti, che abitano nella parte supe
e tende a Maestro; poich ci ha dalla valle riore del paese nella chiesa di S. Maria
un'agevole e hreve salita alla Chiesa Par degli Angeli, con una antica famosa pittu
rocchiale di S. Filippo e Giacomo; poi quasi ra che la rappresenta: i monaci di S. Fran
nel centro vedesi l'altra di S. Maria, eh' cesco di Paola negli orli i pi elevati, che
la prima e la pi antica, bella di magni occuparono dal 1582, donde godono di una
ficenza non volgare e di elegante fabbrica ; gralissima prospettiva. Sorge finalmente nel
la terza quella di S. Niccol Vescovo; ed centro del paese un nobile monastero per
occupa finalmente le parti pi aite quella le Monache di S. Chiara, ammirabile per le
del SS. Salvatore; le quali quattro Chiese or virt delle educande. N manca spedale
nale di drilli parrocchiali, alternativamente per g' infermi , fondato splendidamente
ogni quattro anni, esercitano il potere di Ma dalla nobile famiglia Amalo a spese pro
tinee, come fu da gran tempo decretato, a prie nel secolo scorso, n il Priorato dei
troncare ogni lite ; tulle intanto coi loro Cavalieri di Malta nella chiesa di S. Maria
chierici celebrano con ogni decoro i sacri dell'Uria, della S. Lalcranense Basilica sot
riti. Lasci le sue sostanze Martino Taviano to titolo della SS. Trinit, n altre chiesto
ad istituirvi un collegio Canonico , ma le finalmente, istituite ad esercitarvi opere
ancora se ne attende l'esito (1). pie. Non di poca bellezza sono al paese
Stendesi sopra il paese una pianura, dove le case dei nobili cittadini ; or pubbliche
merita attenzione il famoso ed antichissimo perci ora private , talch reca piacere ai
monastero di S. Michele Arcangelo sotto forestieri , ottimamente in prospettiva co
gl'istituti di S. Basilio, ammirabile per la stituito. Si ha a singoiar Patrono S. Mi
struttura, le doli, i privilegi, la suppellettile, chele Arcangelo; apronvisi le fiere celebri
una magnifica statua di S. Michele, ed al per quelle contrade, nel mese di novembre
tri preziosi ornamenti ; ne era un tempo per regio indulto, nel largo dinanzi il Mo
l'Abate assunto dall'ordine, oggi scelto nastero , quando celebravisi la festa del
fidecommissario dal Re, come noteremo, Santo in rito Greco, larghe elemosine si
del dominio temporale del paese, ed i mo fanno altres dal 1642 per liberalit del no
naci che officiano sotto il rito Greco van bile Giuseppe Angotta; degna di atten
soggetti al da loro cosi detto, Abate rego zione la pompa ecclesiastica. Magistrato Ci
lare. Gli abitanti poi conoscono a loro pa vile il Prefello, l'Avvocalo dei dritti del
store negli affari spirituali l'Archimandrita l'Abazia, e T Assertore sono scelli dall'A
di Messina dello stesso ordine; crebbero dai bate; i Giurali, i Giudici, il Sindaco, van
pochi che rimasero supeslili dai Saraceni, soggetti ai R. Consultori ed al Clavario. Non
furono assegnali dal fondatore Ruggiero al entra nel Parlamento, ma v'interviene l'Aba
le cure dei monaci, c riconoscevano a lo te cogli altri corpi chiesiastici assumendo
il xvi posto. Il Vicario dell'Archimandrita
ti Non ebbe poi pi effetto. esercita giurisdizione sui chierici. Si appar
96

AN AN

licne il paese alla comarca di Palli, di cui Cappellano di Federico III, di molti o
riconosce il Prefetto militare , arrolando ri e varie grazie da lui decorato dico
solto le bandiere 11 cavalieri e 42 pe Abate, dopo cui Francesco Marino don
doni. Eranvi nel secolo xvi 792 case, 975 dei
sciuto
medesimi
; Angeloonori,
rifulsee indiquesta
esenzioni
dignit
acc
nel seguente, quando conlava 4099 abitanti;
registraronsi nel 1713 792 abitazioni, 3039 1393, ed ottenne dal Re Martino, come
paesani, e recentemente 3899. antico nella sua Abazia, d'esser Signore
Notano di ci che si spetta all'origine naco
porale;
S. Angelo
di Onofrio
S. sBasilio,
nello
Rizzi
spirituale
eletto
di nobile
Abate
chestirpe,
nel
dai te
sin
del paese; esterminati Ruggiero i Saraceni
di questa contrada, aver voluto in monu
mento della vittoria elevare un amplissimo venne confermato dal medesimo Re i
convento a S. Michele sua scoria, averlo 1408, dopo di cui Adriano de Scolari, c
accordato ai monaci convocativi sotto gl'i merit altres la benevolenza del Re Alfe
stituti di S. Basilio, e ad Erasmo primiero zo; successegli Giuliano di Lucchesi c
Abate, con tre ville del territorio, donde govern il primo l'Abazia a Commend
aveva scacciato il Saracenico sciame, ap Bessarionc
ma Arcivescovo
celeberrimo
Niceno, poi
traiCardinale
Greci, indel
p
pellate Lisican, Anzan, Tondonconon, su
cui concesse per un suo diploma potest S. Chiesa Romana, successe nel 1447
generale all' Abate, fuorch sul delitto di Giuliano , ed altri dopo lui , muniti del
sangue o di tradimento. Rimangono, presso prime dignit chiesiastiche, nominati Signe
il convento dei Paolotti, vestigia d'una tor temporali o Baroni del paese, vi elesse
re antichissima, che apparlenevasi al casale il Capitano, uno dei Giurali, il Giudice,
Tondonconcse; era Lisican rimpctto al nuo Maslro
tuale Abate
Notaro,
Antonino
ed il Balio;
Riggioparimenti
dei Princi
Vi
vo S. Angelo dove collivatissimo il terreno
a poderi, e la chiesa di S. Maria Annun di Campofiorito , chiarissimo per costur
ziata che si tiene il nome di Lisico; non e scienze, dimorante in Roma, dove pn
ardisco intanto affermare essere slato An gredisec vieppi in orrevole carriera, <
zan nell'alto, dove ritrovansi dei ruderi, tali cariche va bello.
che appellatisi volgarmente di Caslellac- Rimane tra la Chiesa del Priorato, e 1
cio ; nel sudetto diploma di Ruggiero soggette al Monastero di S. Angelo, fuo:
enumeratisi Anzan, Lisican, e S. Angelo il paese, quella di S. Maria dei Giardii
come casali soggetti all'Abate, ed in un al mentovata dal Pirri, dove si venera un
tro il Monastero di S. Angelo appellasi di statua in marmo di Nostra Donna celebr
Lisico Tondonconon , con che Ruggiero per prodigii, di cui molle cose registra Al
concede all' Abate il potere di stabilire berlo. Mostrano gli abitanti nel suprem
i Ministri in Anzan e Lisican ed il dritto vertice del colle, ruine di antica Chiesa, ei
di qualunque esercizio. litoni
un sepolcro
del Conte
di marmo
Ruggiero,
di uno
che dei
ucciso
commi
da
Nel cenno su questo Monastero enumera
il Pirri 7 Abati di istituto regolare , dei Saraceni
ni, quivi indicesi
conquistar
sepolto.terreno
amenissimo
i Normani
quali eccone i nomi: Erasmo dal 1084;
Teodoro successore di lui (1145) cui Rug territorio di S. Angelo, ricco in pasture
giero accord molli drilli con suo privi vigneti, ulivi, gelsi, alberi fruttiferi, in ogn
legio, ma ignorasene 1' epoca del governo, stagione salubre, nutrisce innumerevoli agri
come i nomi degli altri che ressero l'Aba coltori , che passano la vita in campagna
zia sino al 1332; poich allora Macario perloch ne occorrono frequentissime 1<
97
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capanne, che confuse alle casino suburba sotto S. Angelo, e ad altri usi. Ne fan menzio
ne dei paesani, recano non poca variet. ne il Fazello, il Maurolico, il Ferrario il qua
Tania oggi l' illustre Vincenzo Natoli , che le falsamente confondelo col fiume di Patii.
lungo tempo Irai primi rifulse nel foro di Angelo (*.) lo M ussaro. Lat. S. An
Palermo e sal ad ogni grado, Governndore gelus de Muxaro. Sic. S. Ancilu di lu Mu-
poi nella suprema Curia di Napoli, per dot xiaru (V. M.) Siede nella parte meridionale
trina e morigeratezza di costumi esimio, e della Sicilia nella Valle di Mazzara, e la
reduce, destinato Presidente del Patrimo Diocesi di Girgenti, presso le rive di Alico,
nio Regio in Sicilia, sempre suo prima volgarmente Platani; conlavanvisi nel seco
rio impegno di giorno in giorno superarsi. lo xvti 302 case, 1121 abitanti, oggi conta
La longit. di S. Angelo di gradi xxxvin, per 283 case, 949 abitanti. Ne montuoso
xu e la lati!, di xxxvin, xv (1). il silo verso Occidente, e rivolto ad Ostro.
Angelo (Fiume di S.) Lat. S. Angeli La Chiesa maggiore parrocchiale, del titolo
fluenlum. Sic. Xiumi di S. Ancilu (V. D.) della B. Vergine, va soggetta all' Arciprete;
Scorre nell'inverno per la convalle dello il singoiar Patrono per S. Angelo Martire
stesso nome, ed accresciuto delle acque di Licata venerasi in propria deccnlissima
dei colli occupali da Furnari , Librizzi , Chiesa. Abitavano i Carmelitani, ai tempi
Martino e lo slesso paese di S. Angelo , del Pirri, presso la Chiesa di S. Maria del
scaricasi nel mar Tirreno. Vedesene quasi l'Uria, poi costretti dalla povert ad abban
secco il letto nell' est, quando servonscne donare il convento. Poco dista di l il forte
gli abitanti a muovere le ruote dei mulini Mushar in una rupe, mentovalo dal Fazel
lo, di nome saracenico, ed espugnato dal
(1! Oggid capo-circondario di 2* classe, in pro Conte Ruggiero con Naro nel corso mede
vincia di Messina, distretto di Patti, diocesi del simo di una battaglia : Giacomo Adria nella
l'Archimandrita, distatile da Palermo 108 miglia,
68 da Messina, 18 dal capo-luogo del distretto. Me
Topografia della Valle di Mazzara Mussavo,
rita attenzione nella chiesa del Convento dei Mi scrive, una terra distrutta; non ne alcu
nori Osservanti un magnifico simulacro di N. S. na menzione appo Fazello. Tuttavia, del casal
Crocifisso, ma ne ignoro l'autore; se ne celebra di Mussavo, non che di Ragalnoto, S. Gio
con molta devozione in ogni anno la festa nel di
tre di maggio, e processionalmentc conduccsl in vanni e Favara trovo Signore nel censo del
pericolose circostanze del paese. Nella chiesa par Re Federico verso il 1320 Giovanni di
rocchiale di S. Filippo sono di buone pitture, co- Chiaramonle ; indi impossessavasene nel
Mie anche nella chiesa di S. Michele un bel qua
dro che rappresenta la deposizione dalla croce.
1392 Andrea di Chiaramonle, per la di cui
Estinto il feudalismo cess l'Abate, come dice- ribellione dal Re Martino, ne assumeva i
Tanlo, Commendatario, di avere giurisdizione ba dritti Raimondo Monlecatcno, commutatolo
ronale sul paese, poich alfn dei conti non era con Girgenti che allora spellavaglisi ; per
che un signore feudale come gli altri; gli rima-
Hro alcuni beni, come un ex-feudo, che gli con-
fellonia di lui investi il sudelto Principe
lerviTano il titolo, ma poi consumati o dimi del Castello di Mussavo e dei feudi di Gua-
nuiti, non pi alcuno venne in tal carica assunto. stanella, Ragalnoto, Favara, e S. Giovanni,
Contaransi in S. Angelo nel 1798 in popolazione, Filippo de Marinis, presso gli eredi di
Ut abitanti, 4000 nel 1831, e 5064 nella One del
1851. Il suo territorio di salme 1120,338, cio
cui sino a Pietro Ponzio mi so essere ri
55,200 in giardini, 3,481 in orli semplici, 0,996 in masti Mussaro e Favara; la di costui figlia
canneti, 6,890 in gelseti, 223,437 in seminatori! Maria de Marinis spos Giovanni Aragona
'empiici, 587,231 in pascoli, 30,262 in olivcli, 19, di Tagliavia prmonato di Carlo Principe
8*8 in vigneti semplici, 4,536 in ficheti d'India,
*,S64 in castagneti, 118,533 iu boscale. L'olio e di Caslclvelrano ; nacque da essi un altro
I* Mia ne sono i principali generi del traffico. Carlo, che gener con Giovanna Pignalelli
13
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Giovanni hi cui far encomio parlando di fondarono il villaggio, la di cui Parrocchi


Avola. Tiene oggid la signoria di Mussaro o appellasi di S. Maria della Catena, cui v
di S. Angelo, Fabrizio Pignalelli, assegnavi soggetta l'altra Chiesa dedicala alle anim
i suoi amministratori, profferisce trai Baro del Purgatorio: il Patrono principale deg
ni il xxxvii voto , gode del potere delle abitanti
gio nel secolo
S. Leonardo.
xvii di 96Costava
case, 451
il villag
abi
armi , e riscuote grosse somme sul molto
ampio territorio in pascoli ameno, in fru tanti, e conia oggiinai 170 abitazioni,
mento, in ogni genere di biade, vini, olio circa 500 anime.
abbondantissimo (1). Da Luigi Montaperlo ed Antonia degl
Angi. Lat. Andegatium. Sic. Anci L'berli nacque Gaspare, da cui Bartolomeo
(V. M.) altrimenti dai Siciliani Monte Alle che si ebbe a successore il figlio Pietro.
gro. Villaggio nella diocesi di Girgenti, la confermato nel 1516 Barone di Ciealdo <
di cui comarca si appartiene oggi ni ai ai di S. Lorenzo. Nello scorcio del secolo
Signori Giocni, che dal 1633, per privile medesimo era detto Signore di Monlallcgrc
gio di Filippo III, si dissero Duchi di An- Niccol Monlaperto , da cui compressele
gi. Il territorio ed il colle appellato Ci col territorio nel 1619 Lorenzo di Gioen;
calilo , in cui sorge , apparlenevasi sotto Principe di Castrolcone, Marchese di Giu
Federico II, agli eredi di Rinaldo Garresi, liana, e Diana sua sorella, con per dote
e poi agli l'berli. Successa Antonia degli Montallcgro, si congiunse in matrimonio al
liberti figlia di Andrea, pronipote di Sca- cugino Giovanni figliuolo di Girolamo : fu
loro, tutti che noter parlando di Assoro, desso Cavaliere di S. Giacomo, Pretore di
dopo il fratello Giovanni, prese a marito Palermo , capo in Sicilia della famiglia
nel 131)7 Luigi Monlaperto, eh' entra perci Giocni, poich l'unica figlia che rimase a
nel censo del Re Martino, Signore di Ci- Lorenzo fu Isabella , che moglie a Marco
caldo e di S. Lorenzo per dritto di moglie. Antonio Colonna portgli in dote amplis
Molestali intanto gli abitatori delle terre vi sime signorie; Giovanni dunque nel 1C33
cine ch'esercitavano il traffico del carbo fu nominato Duca d'Angi dal Re Filippo HI,
ne, dalle spcssissiine incursioni dei Turchi, e si ebbe da Diana Girolamo, che sposalo
poich stendesi Ciealdo verso la parte ma a Laura Bologna gener Giovanni II, per
rittima, radunatisi insieme sul colle viciuo, drilli materni Principe di Solanto; Elisa
betta Vcnlimiglia gli partor Girolamo, ono
(1) un Comune oggigiorno in provincia di
stretto e diocesi di Girgenti, circondario di RafTa- ralo in questo secolo di varie cariche, Pre
dali, distante da Palermo Gi miglia, 13 dal capo tore nella patria , Vicario del Vicer dei
luogo della provincia, 7 dal capo-circondario. 12 Pari del regno, Consigliere del Duca di
Nel 1798 contava 1210 abitanti, 1017 nel 1831, sin Savoja, Signore di IN'oara; fu padre a prole
ch nel fide del 1852 erascne diminuito il numero
a 998. Il territorio di S. Angelo comprendesi in numerosa, poich da Anna Maria Lancia eb-
sai. 3532,334, delle quali 0,737 in giardini, 91,845 in besi Giovanni crede de' beni, Lorenzo Ve
seminatorii alberali, 2138,657 in seminatori! sem scovo di Girgenti, e Pietro Vescovo di As-
plici, 1219,126 in pascoli, 75,306 in oliveli, 5,985 suria, Ottavio supremo prefetto della Mili
in vigneti semplici, 0,132 in culture miste, 0,546
in suoli di case; fertilissimo principalmente in zia in Sicilia, Comandante del forte di Ca
oIyc. Nelle contrade di Muciarello e Montagna stellammare ia Palermo, ed altri, ornati di
sono due solfatare, l'una detta di Marra a 18 m. splendidi titoli : gener Giovanni con Eleo
dal mare, l'altra di Scala a 16, ma non sono in nora Valguarncra, Girolamo IV oggi Duca
attivit; nella contrada Luzza quella altres di Las
sa a 8 miglia dal punto d'imbarco, nemmeno an d' Angi , Principe di Solanto, Signore di
cora in esercizio. Monlallegro e di Noara, Consigliere del Re,
90

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marito di Isabella Valguarnera,da cui si ebbe dedicala a S. Anna Patrona, cui due altre
dei Agli; inlimgli una lite per Montalle- van soggette, sta sollo il Vicario del Ve
gro e i feudi confinanti di Cicaldo e di S. scovo, cui si appartiene la cura delle ani
Lorenzo, Bernardo Montaperto Principe di me. Pass dagli Alliala a Fortunio Arri-
BafTadnlc, e se ne attende la decisione. Oc gliclli Questore del Regno di Sicilia, poi
cupano i Duchi di Angi nel Parlamento a Giuseppe Strozzi Marchese di Fiore, che
Generale del Regno il ix posto. fertile aveva sposata Luigia primogenita di For
in biade il terreno, abbonda di pingui pa tunio, e fu nominato il primo, per privile
sture, ed altres occupato da boschi (1). gio di Filippo IV, nel 1643 Principe di S.
Anguilla. Lat. Angilla. Sic. Ancidda Anna; morii senza prole, l'ottenne Eleo
(T. N.) Lago nella spiaggia di Noto. nora Ferreri moglie del Barone di Pcltineo,
Aniceffl. Lat. Anigigeffis. Sic. Anigcffi primogenita di Giovanna altra figliuola di
(V. N.) Vedi Ainge/fi. Forlunio, che senza figli perita, ebbe a suc
Aniilo. Lat. Anillus. Sic. Aniddu (V. N.) cessore Fortunio Valguarncra Marchese
Fonie le di cui acque aumentano il fiume di Ragalgiovanni, nato dalla terza figlia Vit
Cacipari, volgarmente Cassibili. Scrivenc il toria Arrighelti ; sposata Bianca Ludovica
Faiello. Scribani e Farina gener Vittoria, marita
Anna. (S.)Lat. S. Anna. Sic. Sant'Anna tasi a Carlo \cnlimiglia Conio di Pradcs,
[V. M.) Piccolo villaggio alle sorgenti del donde /Intorno , Prefetto da gran lempo
fiume Mncaudo, che appresso la foce del del supremo Magistrato di mercatura, Ca
fiume di Caltabellotta, scaricasi nel mare, valiere di S. Giovanni, dal gabinetto del Re,
non lungi da quel paese ; compreso nella a lui per la patria ambasciadorc ; si ha da
comarca di Sciacca e la diocesi di Girgcnli, Giovanna Spinola Principessa di Granmonle
e sorge su di agevole altura a Sud, verso il figlio Luigi, che anch' egli dal gabinetto
le falde del monte su cui Caltabellotta. del Re, prese in moglie Ninfa Ventimigla:
Attesta il Pirri averlo fondato Francesco Fortunio fratello d' Antonio si ebbe la ca
Alliala Principe di Yillafranca nell' agro rica d'Inquisitor della fede (1).
dell' antica distrutta Triocala nel 1624. Anna (S.) (V. D.) Villaggelto un tempo
Conta vansi sul principio, nella met dello esistente nella Signoria di Messina, mento
scorso secolo 140 abitanti e 30 case, si ac vato nel Registro di Federico II, dove Fran-
crebbe oggi il numero a 130 abitazioni, e ecsco Romeo diecsi soggetto alla Curia Re
600 anime, e racchiude nei suoi confini i
feudi di Gurgio, Celso, Manco e Scala, che di Oggid un Comune in provincia e diocesi
fertilmente producono lutto ci che biso di Girgenti , distretto di Sciacca, circondario di
gna alla sussistenza. La Chiesa principale Caltabellotta, distante da Palermo 108 miglia, 32
dal capo-luogo della Provincia, 9 dal capo-luogo
ri; Oggi un Cornane in provincia, distretto, e del distretto, 2 dal capo-circondario. Nel 1798 ne
diocesi di Girgenti, circondario di Cattolica, di ascendeva la popolazione a 582 individui , erasi
ttante da Palermo 78 miglia, 16 dal capo-luogo della nel 1831 diminuita a 398, ed a 372 nel fine del 1852.
provincia, 4 dal capo-circondario. Il suo piccolo 11 piccolo terreno di S. Anna componesi di sal
territorio comprende! in salme 1522,801 , cio me 1526,774, delle quali 0,772 in giardini, 87,228
1.122 in giardini , 92,440 in seminatorii alberati, a seminatorii irrigui, 149,690 a seminatorii albe
H6.337 in seminatorii semplici, 627,486 in pascoli, rati, 819,738 a seminalorii semplici, 303,038 in pa
t,56 in oliveti, 93,691 in vigneti semplici, 5,533 scoli, 85,770 in oliveti, 79,146 in vigneti semplici,
ia Gcbeli d'India, 0,472 in snoli di case; inaf 0,570 a culture miste, 0,822 in suoli di case. Quei
fiato da nn grosso ruscello. Montavano la popo pochi abitanti sono espertissimi nella coltivazione
linone nel 1798 a 1863, erasi diminuita a 1435 e nella pastorizia, porloch i loro terreni sono
ael 1831, e finalmente a 1417 nell'anno 1852. fertilissimi.
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gin pei casali di S. Anna, S. Martino, e Chiesa parrocchiale sacra alla Vergine ,
il
Parlenico,
Re Martino,
dei quali
dice ilSignora
censo della 1408,
madresodo
di sotto i drilli di Savoca (1).
Antonio (S.) Lai. S. Anlonius. Sic. S.
Antonio e Francesco Lancia. Quivi era da Antoniu (V. M.) Piccolo paese. Vedi Cian
gran tempo l'antico Monastero e Priorato ciano.
di S. Anna detto di Calali, sotto gl'isti Antonio (*.) Lat. S. Anlonius. Sic. S.
tuti di S. Benedetto, di cui scrive il l'ini Antoniu (V. D.) Paese, detto altrimenti
nella Notizia sulla Chiesa Arciv. di Messi Aci-Soprana. Vedi Aci S. Antonio.
na , ed afferma averlo fondato a proprie Antonio (S.) Lat. S. Anlonius. Sic. S.
spese nel 1124 la Contessa Adelasia, e po Antoniu (V. D.) Casale di Castroreaie, che
scia essere stalo annesso al Cenobio della prende il nome dalla Parrocchia intitolata
Valle di Giosafat. dalla
a quelcitt
santoad tutelare:
aquilone dista
versounlamiglio
spiaggia,
e '/>
Anna (Torre di s.) Lai. S. Annae l'ur
na. Sic. Turri di S. Anna (V. D.) Fabbri dov' la cala di Coltone frequentala da
cata nelle rupi dell' Etna, e propriamente navi.
nel promontorio Xifonio, che dicono Capo Antonio (S.) Lat. .S. Anlonius. Sic. S.
dei Mulini, poich si ha vicino un casale Anioni (V. M.) Isole ita rimpello Trapani.
con mulini, che si appartengono ad Aci, Antuiio. Lat. Anlulium (V. M.) Castello
il di cui Magistrato si ha oggid la cura espugnalo dal Conte Ruggiero , come at
della torre. Fu anticamente affidala con ti tcsta Malalerra nella vita di lui, apparte
tolo di Contado alla imitile famiglia cela netesi alla Valle di Mazzara ; oggi di sito
nese d'Amico, perch fondata in territorio incerto.
di sua pertinenza. Anxan. (V. D.) Contrada di Saraceni,
Sorge di figura quadrala , ben munita di cui dissi dove di S. Angelo di Brolo.
di cannoni, ed la vedetta primaria della
spiaggia orientale; giacch quel promon AP
torio forma la punta setlenlrionale del seno
di Catania, onde appellasi Xifonio. Apolllne (Tempio di) Lat. Apollinis
Annunziata. Lai. Annunciala. Sic. Nun Ternplum (V. N.) o Refugio , sotto nome
ziata (V. D.) Municipio di Messina a Nord, in di
zello
Libislino,
abbacinato
al promontorio
dalle parole Pachino.
di Pausania,
Fa-
Lingua di faro, lungo il lido del mare, con
una Chiesa della B. V'ergine dello stesso stabili la celebre Mozia al Pachino; quivi
titolo, ed una Parrocchia; di 94 case at
tualmente, e 458 abitanti.
(t) Attualmente un Comune in provincia di
Annunciata. Lat. Annunciata. Sic. Nun Messina, distretto di Caslroreate, circondario di
ziata (V. D.) Municipio della cill di Ma- Savoca, diocesi dell'Archimandrita, distante 2 mi
scali , volgarmente Quartiere , donde glia dal mare, 128 da Palermo, 20 da Messina.
Sorge sopra una collina. Nello scorcio del 1852
distante un miglio e mezzo verso aqui
presentava una popolazione di 729. Comprendesi
lone, alle falde dell'Etna. Vi ha una Chie il suo territorio in salme 1716,711, delle quali
sa sollo lo stesso titolo. Vedi Massa-An 1,382 in orli semplici, 0,941 in canneti, 11,575 in
nunziata. gelseti, 44,898 in seminalorii alberali, 753,836 in
aeminatorii semplici, 544,433 in pasture, 7,326 in
Alitino. Lai. Anlillus. Sic. Antiddu (V.D.) vigneti alberali, 43,244 in vigneti semplici, 2,892
Casale appartenente a Savoca, non lungi in ficheti d'India, 23,887 in boscale, 282,265 in
dalla spiaggia orientale, volgarmente An terreni improduttivi, 0,032 in suoli di case. Sono
tiddu, e da Rocco Pirri Antellis. Vi ha una suoi generi di esportazione i vini e le ghiande.
iO\
AP AP

disse aver levato i Mo/icsi un (empio ad il Maurolico due Apollonic: Apollonia,


Apolline, per aver egli liberalo la citt dal scrive, ora Pollina, vicino Cefali* , fab
duro assedio dei Libici. Oggi comune bricata dalle reliquie di una pi antica
.-ertezza degli eruditi esser sorta M'ozia al Apollonia nell' agro di Catania. Muovonsi
Lilibeo. Costa altronde dall'itinerario di An a ci , Arezio e Cluverio perch riunisce
tonino, dove si fa menzione del Rcfugio di Tullio Apollonia con Alunzio e Capizzi, e con
Apolline, aver distato il tempio 20 miglia altre terre di quel lato aquilonare; Verr. 3:
dalla terra Erea o Ibla Erea, e 31 dal comprendete andar la nobilissima Tin-
territorio siracusano. Sappiamo da Macro- dari, Cefal, Alunzio, Apollonia, Engio,
Lio il perch quel Dio venne soprannomi Capizzi infestale da questa iniquit dei
nato Libislino lib. 1, cnp. 17. Apollo Li- Decumani. Fazello che pose falsamente En
bistino celebralo appo il promontorio gio verso la foce del fiume di Lentin, e
Pachino in Sicilia con somma venera vide forse il depravalo passo di Stefano
zione, poich appena una /lotta di Li dove notando costui nel mondo molte Apol
bici approd nel promontorio ad invade Ionie , la settima ripone, presso Lentini e
re la Sicilia, Apollo invocalo dagli abi Culatta: leggesi per Apollonia, appo Dio
tanti, suscitata una peste fra' nemici, e doro, come congiunta a Ccnlorbi, e collo
quasi lutti con subita morte uccisili, ten cala non lungi dalle parli Etnee. Vedremo
ne soprannominalo Libislino. Non lungi altrove il vero sito di Engio : Cluverio emen
dal promontorio oggid un paese ben po da ottimamente il testo di Stefano: la settima
polalo, feudo d'Ipsica, volgarmente detto presso gli Al uni ini e Calotta, poich in
Spaccaforno,
del tempio di dove
Apolline.
additaScrive
Cluverio
il Fazello
il silo congruamente avrebbe posto Apollonia tra
Cai. Illa e Lentini, sedendo la prima nella
del promontorio : ad Oriente non si ha al parte settentrionale dell' isola , e l' altra
cun seno sicuro, ma dove guarda Mezzo nell'orientale; Alunzio per e Cnlalla con
giorno una cala appellata da Cicerone vengono per sito. Scrive finalmente Dio
contro Verre, porlo del Pachino, volgar doro : lo slesso Agalocle , marcialo per
mente oggi Longobardo... E attaccala al l'interno, sforzasi nollempo ad entrar di
porlo una citt diroccala di quasi un mi soppiatto in Centuripe, col favore di al
glio di circuito: probabile appartener quanti cittadini; svelatesi per le insidie,
si le ruinc del Refugio di Apolline a questa accorrendo il presidio, ne viene scacciato.
citt, che crede, errando, lo slesso Fazello Chiamato poi da alcuni cittadini di Apol
essersi Mozia. Allestii Cluverio essere quei lonia, che avevangli promesso la patria,
ruderi nel Pachino il porto medesimo men l'assal; ma presi i traditori e scannati,
tovato da Cicerone ; e ce ne conferma persistette in quel giorno ad oppugnare, ma
il circuito di quasi un miglio. Pot dunque senza frutto, da molli incomodi all' indo
in questo villaggio del porto del Pachino mani molestalo, dopo perdila non lieve di
sorgere il tempio di Apolline Libislino. suoi, a stento s'impadronisce della citt, e
Apollonia. (V. D.) Antica citl, sul di molti dei cittadini scannati, ne mette a
cui silo variano di opinione gli scrittori ruba i beni. Scacciato adunque Agalocle
nazionali. Riponcla Arezio nella spiaggia da Ccnlorbi nollempo, pot nel giorno se
settentrionale, dove oggi Pollina, nell'alto guente o nel terzo venir sopra Apollonia
din colle; vi si accosta il Cluverio: il (non perci fu questa vicina a Ccnlorbi) ed
ostro Fazello nell'agro di Catania tra Cen- espugnarla nel giorno susseguente : que
torbi e l'Etna, e con lui Goltz : riconosce sto intanto un altro passo di Diodoro.
102

AP AR

assalila Engio Timoleone, citt aggravata Aragona. (V. M.1 Paesello costruito n
dalla tirannide di Leptina, la travagliava feudo Diesi per opera di Duldassare Ri
di continue oppugnazioni. Percosso il li- scili, compreso nella provincia chicsiastic
ranno da terrore, e chiedendo capitola e la comarca di Girgenti, dello cos da Bei
zione, fu mandalo nel Peloponneso, e per tricc Aragona madre di Baldassare, e sor!
ch stendeva altres sopra Apollonia il verso il 1606. Occupa il giogo d'un coli
suo dominio, s ad Engio che a questa rivolto
gante
mente palazzo
declina
a Levante,
della
ornato
esignoria;
dovedell'ampio
il ne
terreno
sta presso
edlierf
eiei
disse i suoi drilli e le leggi sue. Avendo
quivi, essere stato Engio verso la medesima
parte dell'isola che Apollonia, e rilevando tempio principale sacro al SS. Crocifsso
da quel che diremo in appresso, seder Pol che l'unico parrocchiale, ed amministras
lina non lungi da Engio, quivi bisogna pa dall'Arciprete; verso Mezzogiorno sorge i
rimenti confessare il silo di Apollonia; en convento
cede, colla
dei chiesa
frali didella
S. Maria
di S. della
MariaMer
de
trambe insieme soggiacquero alla tirannide
di Leptina (1). Rosario Patrona principale, il di cui giorni
festivo si celebra con pompa e con Aere
AQ in altre cinque chiese si celebrano gli uffi-
cii divini ; fuori la citt un cenobio d:
Aquila. (V. N.) volgiirmcntc Occhiala.
padri Cappuccini, costruito dai Baroni nel
Terra distrutta da un tremuoto nel 1693,
1689. Ministri scelti dal Principe han cura
nel di cui sito sorge oggid Granmichele.
della Polizia Civile ; vi ha egli potere di
Aquila. (V. D.) Colle nella parte me
vita e di morte, ed occupa nel General Par
ridionale del Mongihcllo , la di cui som
lamento del Regno il posto di Diesi, dove
mit nell'eruzione del 1635 descritta da
siede Aragona, cio il xxxi. Diccsi casale
Carrera e da altri , fu come dicono , per
nel Registro dei Baroni sotto Federico II,
800 passi coverta in giro da un mare di
e possedvaio Mariano Capece cogli altri
lava; ne ricordanza nelle storie.
terreni di Mulotta, Comiano, Ragalmico, e
Aquiiea, ossia Aci-Realc, volgarmente
Bocalc, dai quali mi so provenire 130 onze.
Culia, di cui parlammo.
Pervenne da Mariano a Niccol Abate, che
(1) Ci rimangono di Apollonia tre medaglie men vendettelo a Rinaldo di Bonito, il quale
tovale dal Partita : presenta la prima la testa di poi come nemico al Re Martino venne spo
un giovane, e nel rovescio una clava; alluden gliato dei beni; si ebbe allora Diesi cogli
dosi, secondo il Major, per la testa del giovane
al tiranno Leptina, costretto a cedere alla clava, annessi feudi Guglielmo Raimonda Monte-
cio alla forza di Timoleone: si osserva nella catino per la di cui ribellione, lo slesso Re,
seconda medaglia il capo di Apollino coronato con diploma segnato in Catania nel d 2
di alloro con le lettere TAEU e nel rovescio un
candeliere cinto da una corona di lauro, col luglio del 1395, ne invest Guglielmo Yen-
mollo APOAAONIATAN : scorgesi nella terza la limiglia da cui l'assunse Antonio Bonito
testa di Proserpina coronata di spighe, ed il ro nipote di Rinaldo dal figliuolo Niccol, che
vescio come la seconda: non mai le ho credute nel censo di Martino del 1308, dicesi sog
della nostra Apollonia; poich non stata alcuna
volla ricordanza di esservisi rinvenulc; quante getto alla Curia pei feudi di Diesi, Bocale,
Apollonie intanto nelle allre parti occupale dai e Ragalmico. Margarilclla nipote di Anto
Greci, anticamente non sorsero! se ci vogliamo nio l'assegn indole & Luigi Montaperto,
attenere al Majer, rispondo che alla Dn Bue non dai quali nacque Pietro Antonio; morlo sen
egli ci presenta che una allusione incapace di
fondamento; il Parula non ci arreca poi argo za figliuoli, successegli la sirocchia Isabella
mento di sorta. nel 1517, che trasfer i suoi dritti al ma-
103
AR AR

rilo Baldassare Naselli: fior il loro figliuo Camera, Cavaliere di S. Gennaro, Presiden
lo Guasparri sollo Giovanni de Vega Vi te Supremo del Magistrato di Sicilia, ed
cer Terso il 15iO; fu Prefetto militare nella intimo Consigliere, in quali cariche accreb
\alle di Mazzara, ed unito in matrimonio a be la concepitane opinione, accrebbe la
che
Giotannclla
presa in
delmoglie
Porto, gener
AntoniaBaldassare
Gajcmi figlia
II, gloria del paese, appag le voglie del suo
dilettissimo Principe. Morto in Parigi nel
del Barone del Fiume Salso, ebbesi ad crede 1753, lasci Luigi, che avevasi avuto da Lau
il Aglio Gaspare II nel 1558; costui primo ra Morso e Filingicri attuale Dama di Corte;
Conte di Jomiso, e marito a Beatrice di Ara Luigi oggid Principe di Aragona, marito a
gona medit la costruzione di un nuovo vil Stefana Morso, per dritto della quale Signo
laggio nel feudo di Diesi, secondo la fa re di Poggioreale e di Gibellina, Capitano
colt
tor Carlo
concessa
V, alla
da sua
granfamiglia
tempo :dall'
natoImpcra-
da lui della Guardia del Corpo in Sicilia rifulge,
e ricco di larga prole.
Baldassare HI prese in moglie nel 1598 An Contavansi in Aragona nel 1653, 626 case,
tonia Saccano Signora di Casalnuovo, e fe 249i abitanti; nel 1713 1220 case, 4329
ce s che interpellalo il Ite a nome di tutto anime, e recentemente 5822. Fecondissimo
il Regno, ottenne l' esecuzione del rescritto ne il territorio, e somministra tutto che
dell'Imperatore nel 1005. Ottenuto l'ampio necessario al sostentamento, in maggior par
potere del ferro, adun della gente, e co te piantato a mandorleti donde cavano i
me notai, diede principio ad Aragona: Lui possidenti un grosso profitto. Vi ha un trat
gi figliuolo di lui ottenne dopo dieci anni to detto Macalubi (Vedi questo nome) dove
gli onori di Principe, e merit la suprema per alquanti jugeri il terreno condannato
Prefettura nella provincia di Cosenza nella ad una sterilit perpetua % ed abbonda di
Calabria; ebbesi a consorte Eleonora Car fenditure, da alcune delle quali scaturisce
tglio e Toledo, con cui gener Baldassa un'acqua solfurea bollente, ed in altre si
re IV, nominato nel 1673 Signore di Casal- versa ; se verga o altro lieve corpo vi si
nuovo, Conte di Jomiso, e Principe di Ara getta subilo viene balzato in alto (1).
gona: mostr egregiamente fedelt al suo (1) Oggid in provincia, distretto e diocesi
Re nella guerra coi Francesi, e celebrate di Girgenti, circondario di Grotte, distante OS
le nozze con Celidonia Fiorito e Tagliavia miglia da Palermo, 8 miglia e mezzo dal capo
ebbesi figliuoli Stefano e Luigi; fu Cava luogo della provincia, 6 dal capo-circondario.
male edificata e contiene un antico castello dove
liere del Vello d'oro, Signore del Golfo si ammira una bella galleria di quadri, molte an
di Castellammare, e disse finalmente al tichit, e si gode di bellissima veduta. Montava
mondo il comune addio. Morto poi Stefano no nel 1798 la popolazione a 6535, a 5850 nel 1831,
e finalmente a 6990 nel fine del 1852. S. Elisa
senza figliuoli , Luigi ottenne le signorie,
betta e Joppulo sono dei sotto-comuni ad essa
ed ascritto per privilegio di Filippo V trai riuniti, non compresi per nel novero della popola
Grandi di Spagna, esercit egregiamente le zione, ma nella estensione territoriale. Conta per
veci di Vicer nella valle di Mazzara; avuti ci salme 5050,829 di territorio, 1,050 cio a giardi
figliuoli da Margherita Branciforti, e morta ni, 190,016 a seminatorii alberati, 4790,086 a se-
miiialorii semplici, 67,i09 a vigneti semplici, 1,
poi questa, e fattosi Sacerdote, disse suo 350 a ficheti d'India, 0, 488 a culture miste, e 0,
successore il primonato Baldassare; meri 430 in suoli di case. Esporta mandorle, vi si trova
t questi i primi onori nella patria e nel in copia dello asfalto, ed datinovi delle zolfatare
Regno, poich destinato ambasciadore al Re non soggette ad inondazione; quelle di Licata e
Scarila nella contrada Vocali, una in quella di
Carlo, divenne tosto dal gabinetto di lui, non Diesi, otto appellate di Amenta nella contrada
che Bracciere della Regina, Gentiluomo di 8. Vincenzo; ne Io zolfo di 2" qualit.
104
AR AR

Aragona. (V. D.) Casale un tempo esi con Teocle capo della colonia, fabbric
stente nel territorio detto oggi volgarmente rono
line Arcliagela,
flusso, e costruirono
c/te ora si
un'ara
vede ad
fuori
Api
di Ragona, tra Centorbi ed Adern, con una
torre. Appartenevasi nel 1408 a Giovanni citt, dove quante volle partono dai
Eschisano, come si rileva dal censo del Re rogano:
Sicilia, sacrificano
ed Appianoall'oracolo
Bel. Civ. lib.
e lo5. inte
Mi
Martino; a Perotto di Modica nel 1479,
che il vendette ad Ariate Mincio, donde chiederla
Cesare ambasciadori
della resa;inma
Taormina
non essent
a i
pervenne a Giovanni Paterno, ed oggi per
dritto dei padri suoi ad Ignazio Paterno slati ammessi dal presidio, oltrepassa
Principe di Discari (1). Cesare V Onobala, lasciatosi addietro
Arbeia. (V. M.) Antica citt di silo in tempio di Venere, visit Archagela; de
certo, volgarmente Arabeja. L'Epitomalore sa
calauna
dalla
piccola
prima
statua
colonia
di Apolline,
fondatrice
ded<
di Stefano : Arbeia piccola citt di Si
cilia, della di cui gente il nome Arbo- D'asso. Dicono essere impresse le mone
leo , secondo Filisto, Sicul. rer. lib. 8. di Taormina della lesta di Apolline cinl
Svida poi : Arbele piccola citt di Sicilia, di lauro, e l'epigrafe APXArETA (1).
o Arbeia. Slimavansene famosi gli abitanti tuaCrede
sulla Cluverio
riva sinistra
collocala
del fiume
oggi Asine,
questa og;
sii
neir artifizio di mentire, onde quel prover
bio : Quid non fies Arbelas si te confer*? Fiume
sto e l'Onobala;
Freddo, poich
ma altrove
pone Nasso
dimostrer
tra qut
mentovalo, testimone Cluverio, da Aposlo-
lio. Silio finalmente lib. 14. sito di Nasso essere slato appresso l'Onc
La fertile Arebea, l'eccelsa Jeta baia, dove oggi siede la rocca Schison,
Jcta fu nella Sicania, dove oggi Jato, se prover essere quivi altres Archageta, eh
dunque Arbeia stette da presso a Jato, fu sembra da Tucidide posta al di fuori : poi
di certo anch'essa in Val di Mazzara, che ch Cesare Augusto, come dice Appiano
comprende la parte principale della Sica navigato l'Onobala onde assalir Taormina
nia. occup il lempio di Venere presso Archage
Arenasela. (V. D.) Piccola statua di la; dunque congruente si fosse accampati
Apollo conduttore, situata non lungi dalla nel luogo il pi vicino alla citt da assediare
spiaggia, alle rive del fiume Onobala, oggi e dall'Asine progredendo, che pi lung
appellato Cantaro o di Calatabiano. Dei che l'Onobala, si avesse scello un luogo op
Greci, i Calcidesi i primi, dice Tucidide portuno. Se stabilissimo Archagela ad Asi
lib. G, parlili dall' Eubea in una flotta, ne, o bisogna supporre distarne il campo
di Cesare, o non avere il suo esercito in
(1) Ci ha nna sorgiva di acqua puzzolente ne trapreso l'assedio di Taormina. Nessun de
rastra e zolfurea. L'opera intanto che inerita gli antichi afferma ci che Fazcllo nella Dee.
gomma ammirazione in quel feudo, si il magni
fico ponte fabbricato nel 1761-66; per esso tradu- 1, lib. 1, cap. 2, aver coli' ara e la statua
consi le acque della sorgerne di Policello da una levato Teocle un tempio; dubito del resto
cima di rupe ad un'altra, a traverso del fiume
Simeto; l'altezza degli archi rendeva rettilineo
il corso dei canali dell'acqua, ed essendo perci (1) Ne ho vedule di bronzo nel medagliere del
smisurata non fece reggerlo agli urli d'un vento Sac. D. Carmelo Felice, con una testa di Apollo
impetuoso, forse accompagnato da tremuolo, che nel 'dinanzi, e nel rovescio una testa di loro ed
nel 178S l'atterr; fu riedificalo nel 1786-91 se una clava, con d' intorno il molto APXArETA:
condo il disegno del francese M. Fonlaine, e vi ce ne hanno altres con invece di clava, un grap
sono ammirabili le leggi dell' idraulica, e la so polo d' uva sul capo del toro : sono tulle comuuis-
lidit della fabbrica. sime, e di conio diverso.
105

AB AR

nere accennato Olimpiodoro di quest' Ar Federico per consiglio di Rinaldo di Vi Ila-


chicela, presso Fozio nella Biblioteca ; nota nova valorosissimo medico, sollevatasi dalla
una statua inaugurata dagli antichi nelle podagra; passava intanto la notte in Mon
spiagge di Sicilia, rimpctlo Reggio, a scansa tavano.
re il fuoco dell'Etna, ed allontanar la fre Arco. Lat. Arcus. Sic. Arcu (V. IN.) Uno
quenza dei barbari; figuravasi perci pre dei fonti del fiume Cacipari, volgarmente
mente con un piede un fuoco perenne , CassibiH.
un flutto perenne coli' altro, il che ci ven Arco. Lat. Arcus. Sic. Arcu (V. N.) Mo
ne tramandalo da superstizione dell'antica nastero di Cistcrciesi detto di S. Maria del
gente. l' Arco, nel territorio dello stesso nome, di
Areni. (V. D.) Cala tra il promontorio stante 5 miglia dall'antico Noto, verso Aqui
ftaiscolmo e Milazzo detta un tempo IS'au- lone. Venne fabbricato nel 1212 per opera
loco. di Isimbardo di Morengia dei sicoli Otti
Archldemlo. Lat. Archidcmius font. mati, e Signore di Nolo, e sotto Federico
(V. K.) Fonte, di cui Cluverio : tra Ciane Re ed Imperatore Romano, ne accrebbe la
e l'Anapo un fonte detto volgarmente dote. Diffusamente se ne parla nella Sicola
Cefalino; credesi esser lo stesso quel che Monast. Storia. Profferisce l'Abate nel Par
si appella da Plinio Archidemia , ma non lamento il lix voto nel Braccio Ecclesiastico.
alcun documento a confermare tale opi Croll per un tremuoto il monastero, nel
nione: dicelo Arezio Archidemissa : sono fine del secolo scorso, ed un altro ne co
parole di Plinio lib. 3, cap. 8. Siracusa struirono i monaci assai elegante nella citta
colonia col fonte Aretusa, quantunque le nuova, dove attualmente dimorano.
fonti Temenile, Archidemio, Megea, Cia Ardarla. Sic. Lardaria (V. D.) Munici
ne, e Milichia traggono le loro acque pio di Messina, volgarmente Lardaria. Ne
nell'agro siracusano. bagna i confini un fiume dello stesso nome,
ArrhiraO. Lat. Archirafis. Sic. Arcirafi e scaricasi nello stretto.
(V. D.) Torre nella spiaggia di Mascali, ap Arena (Monti della) Lat. Arenae mon
presso Capo Secco, con un piccolo villag te. Sic. Munti Riferi (V. D.) Nel lato me
gio fondato da poco da Giovanni Natoli ridionale dell' Etna; sono propriamente due
Principe di Sperlinga, perciocch, posse colli, unitisi sin dal 1669, quando vennero in
dendo il territorio di quel nome, ne con granditi da una tempesta di arena vomitata
greg in un punto gli agricoltori, e vol- dal vicino vulcano; diconsi anche Monti Ros
lene decorata la Chiesa parrocchiale del ti si, dal colore. E ammirabile sotto di essi una
tolo di S. Maria della Lettera, per indulto voragine verso mezzogiorno, donde sbocc
dell'Arcivescovo di Messina, che vi deput un torrente di lava; profonda alquanti
un Sacerdote alla cura delle anime. Dicono passi, e discendevisi a scrutare arcani di
parimenti Archirafi un luogo nel vertice del natura, e contemplar le ignivome gole og-
l'Etna, appellato con pi di ragione da al gimai chiuse , donde sgorgava la ruinosa
tri, Torre del Filosofo, come noter in ap tempesta. Il circuito di quei colli di pi df
presso (1). un /, miglio, una sterilit perpetua ne ac
Arcimata. Lat. Archimusis. Sic. Arci- cresce lo squallore, mentre altri dell'in
musa (V. D.) Colle, non lungi da Montal- dole stessa, nella stessa regione, pi an
bano, mentovato dall'Adria. Portatovisi il Re tichi quasi interamente, sono vestiti di vir
gulti, n i pi recenti, quelli cio da po
(1) Oggi * punta dell'Olmo, presso Torre d' Ar
chirafi e Riposto, istallato un telegrafo. co formati dal vulcano, mancano di erbe.
106
AR AR
.4rena(Honaterodl S. Niccol del lorda di un non so che di salmastro, lo
la) Lat. Arcnae Monasterium (V. D.) Di che si attribuisce ai Iremuoti sofferti da Si
istituto Benedettino, antichissimo, rondato racusa nel secolo xvi. Prodigii favoleggia
nel 1636 da Simone Conte di Policastro, no di essa gli antichi, e come notai l'ap
nipote di Ruggiero dalla figlia Flandrina; pellavano alilo di Alfeo, che sebbene ori
prima unito al cenobio di S. Leone di Pen ginario in Acaja nella Grecia viene a sgor
nacchio, poi all'altro di S. Maria di Lieo- gare presso Orligia. noia, scrive Pausa-
dia, fior per la perfezione degli ottimi no- nia nelle Eliache , la favola di Alfeo, es
\i/ii alla vita monastica; quantunque oggi sere stalo un cacciatore, avere amala An
manchi di monaci, che dimorano in Catania ima, anch'essa piacenlesi della caccia,
nella famiglia dei Cassinesi, conserva tut che avendone rifiutale le nozze, si dice,
tavia , fornito di congrui edifizii , l' onore mutatasi
ligia presso
in fonie,
Siracusa,
essersi
la stessa
trasferita
mutazione
in Or-
di egregia fama e di antico lustro. Ne
il cemeterio in somma venerazione ai ter avere effettuila Alfeo in se stesso per l'amo
rieri. Rimane una cisterna che merita at re che verso lei Irascinavalo ; (il che fa
tenzione per la sua grandezza, ed altri mo ecile
sollo
a il
vedere,
mare poeticamente
scorrendo essersi
essersi
congiun
dello)
numenti che resistettero al tremuoto del
1693. to alla fonte appresso Siracusa, alla realt
Arena (Fiume della) Lat. Aretine flu- del che pu fede prestarsi; e ponderando
viu8. Sic. Xiumi di la Rina (V. M.) Altri il riportato oracolo del Delfico Apolline, con-
menti Salami, ed anche dagli antichi Ha- chiude : e da ci che uniscesi il fiume Al
lycus : male credesi da alcuni il destro Be- feo all' Aretusa, si diede luogo allafatola
lice. dell'amore d' Alfeo.
Arenella. Lat. Arenella. Sic. Rinedda qui a rammentare il surriferito dello
(V. M.) Antica tonnara, non lungi da Paler del medesimo Pausania intorno all' Alfeo,
mo, sotto il monte Pellegrino, comunemen per ben due volle ascondersi, e sgorgare
te appellata dell' Arenella. Dal 1296 dice- poi nei varii campi; donde chiaramente ap
Tasi Signore dell'Arenella Giovanni Calvel pare se a ben ragione il Cluvcrio riprenda
lo; appartenevasi nel 1408 a Roberto della Fazello, il quale scrive: poich di tutti gli
stessa nobilissima famiglia , ed oggi gode antichi, che questo prodigio di natura de
dei titolo di Duca dell' Arenella Vitale Val- scrissero, nessuno os credere V Alfeo as
guarnera Principe di Sistemi (1). sorbito alla foce o mescolalo alle acque
Arem!!. Lat. Arelhusa (V. N.) Cele del mare; (come stim Cluverio con Slra-
berrima fonte di Siracusa, un tempo di bone) ma che introdotto in mediterranei
acqua dolcissima, di grande estensione, e meati, o in tulio o in parie, per corso sot
copiosa in pesci, che al dir di Tullio ver tomarino, venisse poi a riscalurire sino
rebbe tutta coverta dal flusso del mare, se ad Aretusa: di questa poi ci hanno diverse
con ripari non ne fosse slaccala. Oggi per opinioni. Fazello stabilendola al lato occi
ristretta in un angusto letto, inanca per dentale, Aretusa scrive, era una volta di
ci di pesci; separala dal mare, dove sboc grandezza indicibile, poich molli ruscelli
cano le sue copiose acque, dalle mura della che sgorgano all' intorno, e scorrono og
citt; dolce al palato dei nostri padri, ora gi a guisa di fiumi per vie diverse presso
i magazzini dei conciapelli, insieme tu
(1) Oggi di propriet del Signor D. Vincenzo prima uniti, formavano un lago, che del
Florio dei primi negozianti di Sicilia che vi fab
bric altres un molino a vento da sommacco. circuito d'uno stadio slendciasi dallo spe
107
AR che dice il Fanello delle
AR dighe che difen

co donde oggi sgorga, sino al fonte, che


all'et mia prendeva nome dai Canali, devano Aretusa dall'impeto del mare, a co
talch ancor si osservano vestigia di sassi noscere nell' intero aspetto fonte s celebre;
e di acque dov'era l'antica porta della erosi dunque ben vasto il fonte di Aretusa,
citt delta Aretusa da Livio, ma nell'et abbondante in pesca, attorniato di massi
mia dei Saccari, donde secondo lui entr disposti a mo' di rete nel mare, che im
Marcello nell'isola. Ma sembra raccoglier piastrali di molla mistura di pece e di
Cluverio da Livio, sboccare l'Arelusa nel por bitume ne allontanavano i flutti; se ne
lo minore ed al lato aquilonare dell'isola, ammirano ancora evidenti vestigia, per
o all' orientale; poich Merico, uno dei Pre ciocch all' et mia vedevansi i vicini fon
fetti della citt, nell'assedio di Marcello, pre dachi dei conciapelli fabbricali su queste
se a custodire quella parte di citta che sten- masse di materia bituminosa . . . Spar in
desi dal fonte Aretusa sino al porto grande. tanto ad un tratto V Aretusa negli anni di
Era una porla presso Aretusa, dove not- mia giovinezza nel 10 gennaio del 1306,
tempo ordin Marcello sbarcassero quelle ma molle fonti di acqua sgorgarono nel
schiere, cui Merico, secondo il patto, do l'istmo ed il lido del porlo marmoreo,
veva dare adito in citt : era secondo Livio che poi immantinente mancarono al riap
rimpetto Acradina, di cui tutto il muro este parir dell' Aretusa.
riore , nota Cluverio , esser ricinto verso Argennnm. (V. D.) Promontorio IraMes-
Oriente dal grande e dal piccolo porto. sina e Taormina, oggi dello di S. Alessio,
Scrive inoltre Tullio essere stato il fonte quasi negli orli dello stretto; celebre nel
di Aretusa nella punta dell'isola; lunga in le tavole di Tolomeo, il quale per si per
tanto l'isola essendo, e venendo a formare de nel segnarne la distanza, secondo lui
di una delle sue estremit, col promontorio di 10 miglia, in realt di C dal monte Tau
Plenilunio, il porto grande, unita l'altra in ro, dando occasione a Maurolico e ad altri
quei tempi per un ponte ad Acradina, sem dopo di lui di affermare, essere il Capo
bra aver parlato Cicerone di una delle due, Grosso degli antichi. Per colpa per dei
n a dar luogo a dubbio aver indicalo con librai trovansi spessissiine volte cangiali i
Livio il fonte nella estremila, presso Acra numeri nelle (avole di Tolomeo, o mal se
dina. Solino finalmente sembra accennare gnati; del resto sembrami affatto incon
il congiungimento del Porto Marmoreo o gruente, che messo da parie quel Geografo
minore col fonie Aretusa. Questi ed altri il capo di S. Alessio, che un vero pro
tratti recali il Cluverio, conchiudc: certo montorio, cio un monte che stcndesi nel
adunque, essere slata Aretusa in quel sito mare, abbia voluto indicare colla voce Ar-
dor d^scrivonla gli autori sicoli, non solo gennum il Capo Grosso. dubbio degli eru
essersi appartenuta Acradina al mare ester diti se Plinio ricordando in questa stessa
no ed al piccolo porto, ma al grande altre spiaggia il promontorio Drepano, parli di
s, ed in questa sua parte avere Marcello Argenno; io credo piuttosto^ sia Drepano il
ordinalo lo sbarco nel luogo della porla, Capo Grosso. Vedi S. Alessio.
che era vicina al fonte di Aretusa; aver Arida. (V. D.) Antica citt secondo
Tullio appellala Orligia, dove il fonte, isola Tullio , fabbricata , come dal Lessico di
estrema, in comparazione alle altre parli di Hoffmann, dal Sicolo Archigenc; sembra es
Siracusa. Solino finalmente enumera i pi ser sorta, come nota lo stesso scrittore, nel
illustri monumenti contenuti nel porto mar la parte settentrionale della Sicilia.
moreo ed il fonte di Aretusa. Aggiungo ci Aruieili uo. Lat. Armellinus. Sic. Ar
108
AR AR

milliaii (V. K. ) Monte, il di cui dorso oc sare tenuto in Sicilia il campo, e vedendo
cupato da Piazza a nessuna delle citt interne Pompeo, nota Appiano, essere per giungere
seconda, con sorgenti di acque limpidissi Agrippa, passa al Pcloro abbandonate le
me alle radici, come scrive il Pirri, e va gole di Mite, che immantinente Cesare oc
gamente ameno. Ne parleremo di nuovo cup, anzi con Mite slessa ed il tempio
quando di Piazza. di Diana, dove un piccolissimo villaggio,
Arse. Sic. Arsi (V. D.) Casale della chie in cui favoleggiano essere stale le stalle
sa di Cefal, creduto Alcusa dal Pirri tom. 2. dei bovi del Sole, ed avere Ulisse sognato.
Armila. (V. D.) Municipio di Messina a Da tutto il che stabilisce Oliverio il tempio
Mezzogiorno, detto da altri Arlisia, dal Pir di Diana o Artemisio appresso le gole su-
ri Lartilia; occorre in una gran corrente dette, non lungi dal fiume Mela , oggi Cu
non lungi dalla spiaggia, discosto 8 miglia, cito, appellato perci da Vibio nel Catal.
per la strada regia, dalla citt. La chiesa dei fiumi, corrottamente Felelino. Accostasi
parrocchiale va sotto il titolo di S. Maria a Oliverio il Massa nella Sic. in Prosp., po
di Porto-salvo : contanvisi 80 case, 300 abi nendo l' Artemisio tra il promontorio Rais-
tanti, e ne il Patrono S. Biagio. colmo e Milazzo, ma affermano alcuni re
Artemisio. Lat. Artemisium (V. D.) starne avanzi nel territorio appresso Milaz
Tempio di Diana Fascellina, cui d'intorno zo, che appellasi volgarmente Sollaria;
sorgeva da gran tempo una piccola terra do n sembra dissentirne Arczio che nota par
po Pcloro. Diana dicesi Arlemis dai Greci, lando di Tindari appresso Milc : fama esser
onde si appella Artemisio il tempio. Men quivi approdato Oreste col simulacro di
tovando Silio lib. 14, le citt ed i popoli Diana Fascellile. Venendo in appresso a
di Sicilia, canta: Milazzo ed ai suoi confini, dir qualche co
Mille dal tempio Fascellin, dimora sa degli armenti del Sole, e del sonno di
Della Taurina Diva... Ulisse.
rammenta la terra dove sorgeva il tempio di Artcslno. Lat. Arlisinus. Sic. Arlisinu
Diana, e di mille soldati che ne venivano (V. N.) Monte detto Lartisina dal Pirri,
tratti fuori. Ricaviamo da Igino, e da altri la quasi nel centro dell'isola, perloch sene
ragione di questo soprannome di Fascellina appella l'ombelico, e la divide oggigiorno
dato a Diana, poich egli scrive Mitol. cap. 26, in tre valli, che singolarmente riguarda;
dopo che Ifigenia figliuola di Agamennone quindi volgarmente si crede esservi slati tre
ebbe schivata, per compassione del Nume cui massi e tre sedi, giusta la divisione della
andar doveva immolata, la morte, venne con isola rivolli alle parti corrispondenti. Cre-
segnata al Re Toante e fecesi Sacerdotessa desi uno degli Erci, poich verso la parte
di Diana Dillimna, rapito poi col fratello di Oriente sono alcune fonti speltantesi a
Oreste il simulacro della Dea fuggisscne Crisa, volgarmente Dittamo; e scrive Vibio:
in Italia , ed avendolo nascosto tra fa Crisa da un monte Ereo, donde affermano
sci di legna, ne pervenne alla Dea il sopran con Cluverio essere l'Artesino uno degli
nome di fascellile; afferma il medesimo Erei. Quivi, dove stendesi una amena pia
scrittore essere stata parimenti detta Facel- nura, sorgeva un antico convento, o eremo,
lina, dalla face con che suole descriversi. del titolo di S. Maria di Lartisina dell'or
Dicesi vinto Sesto Pompeo da Cesare Augusto dine di S. Agostino della riforma di Cen-
presso Artemisio, tra Milazzo e Nauloco, se torbi, 17 miglia distante da Calascibetta,
condo Appiano, Dione, Svetonio; scrive Dio dove ai tempi del Pirri menavano i frati,
ne : appresso Artemisio oppose Sesto a Ce- con grande austerit e con innocenza di
109

AR AS

coslumi la vita, ma oggi deserto; vi ve perci dicono porto, non lungi dalla spiag
nivano religiosamente pregando, nel mese di gia e dalla cala, Rossa (1).
maggio,, le genti ed il Clero di Calascibct- Asparaneiio. Lat. Aspranellus. Sic.
ta. Alle falde dell' Artesino verso Ponente Aspraneddu (V. N.) Piccola isola, ad un tiro
il Iago FicUino, donde il fiume Murello (1). di pietra dal lido sudetlo di Siracusa, tra
Asparano ed Arenella; vi ha altres una
AS cala, ed un capo del nome slesso, appresso
il promontorio Longo, ed il porto d'Ongia,
Asinelio. Lat. Asinellum. Sic. Asincd- dinanzi il Plemmirio.
du (Y. M.) Piccola isola, volgarmente Le- Asslnaro. Lat. Assinarus (V. N.) Fiume
tinello, non lungi dalla spiaggia, dove sorge oggi appellato fiume di Piolo e Falconara,
la torre di S. Giuliano , tra il porto di Tra dagli antichi koiaos iiotamos, cio scor
pani, e la cala di Bonaga; deserta e rente in terreno concavo , e ci per avere
quasi tutta ricinta di acutissimi scogli come profondo il letto in qualche parte, ed alto
lesine, donde, secondo Orlandino, deriva il le rive, come dir. Prende origine dalla
suo nome (2). valle che difende l'antica Noto, nel lato oc
Asinelio. Lat. Asinellus. Sic. Asineddu cidentale, sotto una fortezza della citt, da
(V. D.) Fiume e villaggio appresso Cefal. un fonte, che si dice dagli indigeni Fon
Vedi /snello. tanadonde
lo, Grande,
impetuoso
ed altrimenti
erompeKiveo
a taledsegno,
Anti-
Asines. (V. D.) Fiume , oggid appella
to freddo, che d il nome al vastissimo da muovere macine di mulini da frumento ,
territorio donde prende origine. Diccsi Ace- ed a circa un miglio, rinchiuso come in un
sines da Tucidide, come bene avverte Clu- doccione, precipitarsi tra rupi ruinosc. Ac
verio , ma altri erroneamente il dicono coglie allora le acque del fonie Giandrone,
Ad. Ha larghe fonti non lungi dalla fo ed a mezzo miglio viene accresciuto dal ru
ce, prodotte dalle nevi dell'Etna; abbonda scello Ginuardo o Ainuardo; verso il quale
perci di copiose e fredde acque, n vie luogo sono i fondachi di cuojame dei Nolini.
ne accresciuto dalle piogge; in qualunque N lungi di 11, percorse gi dieci miglia, ac
stagione perci ne uguale la misura, e coppiasi per sino alla foce , alle sorgenti di
pu tragittarsi a piedi. Nel territorio dello Piucifora , Turluronc e Bombello ed altre di
stesso nome una torre famosa, della quale minor conto. Scorrendo pei lieti campi, ren
diremo in appresso. dendoli oltre modo fruttiferi e ricchi, bagna
parano. Lat. Asparanus. Sic. Aspa- le mura meridionali della nuova Nolo, e
ranu (V. N.) Scoglio nella spiaggia di Si prende il nome dal campiccllo Lombardo:
racusa ad Oriente, mentovato dal Caraillia- ma depostolo, sino al territorio di Ragal-
no, e dal Ventimiglia. Vi ha un capo del tnodica dicesi fiume di Pioto, entrando poi
nome stesso, ed un molto ampio asilo, che nei confini del feudo di Falconara, lascian
dosene a destra la quasi distrutta rocca T
(1) tatto formato di roccia calcarea, che" la ne riceve il nome. A circa un miglio e mez
scia a destra delle panie acute e gli d una for zo per, prima di scaricarsi nel mare, scor
ma bicorne; trovansi alle sue falde grosse masse
di pudinga composta di ciottoli silicei e quarzosi re di nuovo per un canale profondo ingom
legati da un cemento siliceo-calcareo; vi si osser
vano, come anche nelle alture vicine, delle moli mi) Non molto distante da Fontana Bianca;
siliceo-qnarzose, il di cui selce rosso e turchi credesi in queste vicinanze l'antico Polizzolo, di
niccio. Y. Ferrara Guida in Sicilia. cui parla Plutarco nella vita di Nicla, fabbricalo
l, Schivasi dai marinai perch assai pericolosa. per opera del fratello del Re Gerone.
410
AS Ma a ben ragioneASdisse il Farello cele

bro di rupi e di massi, dor i Siracusani


(come abbiamo da Tucidide) sconfissero l'e bre quel fiume per la strepitosa vittoria dei
sercito degli Ateniesi tra se tumultuanti, Siracusani contro gli Ateniesi, ed falsi
del che dir poco in appresso. Abbonda in affatto l'opinione di coloro, che dicono es
trotto ed in saporitissime anguille, ed sersi ingaggiata ad Eloro, che perci ap
piantato per lungo tratto, dall'una e dal pellano Assinaro; poich abbiamo da Tu
l'altra riva, ad orli ed albereti fruttiferi. cidide, che passato il fiume Erineo, per co
Verso Austro, presso la foce, la Balata mune sentenza il Miranda attuale, prese
di Noto, n molto lungi alla sinistra, una Kicia coi suoi un luogo eminente, condusse
famosa
Ne mentovato
tonnara questo
detta del
tratto
fiume
di mare
di Nolo.
per poi l'esercito al far dell'alba all' Assinaro,
o per estinguerne la sete o perch facil
una battaglia navale tra la flotta Inglese e mente passatolo avesse a scansare i nemi
la(1)Spagnuola
All'incendionel 1718dal
destato (.1).testamento di Car ci che da ogni parte con saette e giavel
lotti molcstavanlo. Succedendo dunque Fal
conara a 6 miglia da Erineo, fu qui tas
lo II, ai tredici anni di guerra, in cui la Ger sinaro . Soprastando a questi, cio agli
mania, l'Inghilterra, l'Olanda sollevavano il tri
Ateniesi, da ov inni ne i Siracusani, poich
plice brando contro la potenza francese, fu la
pace di Utrecht un'argine, un rimedio. Tocc per era scoscesa la riva, a furia di dardi fa-
essa la Sicilia a Vittorio Amedeo Duca di Savoja cevanne strage. Ecco il suddescrito canale
che seppe colla sua solenne beneficenza attirar di Falconara adatto ad insidie. Eloro poi
sene l'amore. Pei maneggi intanto di Giulio Al
borimi che era salito a Cardinale, e primo Mini si ha un non breve corso sotterraneo, come
si di Spagna, l'ingente armata spagnuola venne dissi di sopra parlando di Abiso, del clic
noi IT ih ad impossessarsi della Sicilia : seppe egli dir pi riccamente. Parlammo della Torre
ingannare tutte le potenze di Europa, finse di fare Acuta, volgarmente Pizzuta, appresso l'i*-
un secreto accordo con Vittorio Amedeo, di assali
re il Milanese, che conquistalo dovesse, cedendo la sinaro (1).
Spagna, rimanere in mani di lui. Fidossi, e traendo Aaworo. Lat. Assorus. Sic. Asaru(V.H.)
dalla Sicilia il fiore degli eserciti suoi, prescriveva Fiume appellato Chrysas dagli antichi, e
al Maffei suo vicer, facesse buon viso alia flotta
volgarmente Dittamo, di cui a suo luogo,
spagnuola, se mai si acrostasse all'isola, poich
amica: accost, ma il pi nero tradimento era Ha tre sorgenti, una sotto la citt di As-
ordito; la Sicilia le cedette, sprovveduta ed inerme, sar, l'altra sotto Leonforte, ed in ambii
le sole piazze forti resistetlero; il Marchese di luoghipermuove
pieg macine
gl'Inglesi da mulini
la fortuna; ; sotto
vi perdette Ar-
la Spa
Leda a nome di Filippo V pubblicava un manifesto
inorpellando venir a scacciare Vittorio, perch
mantenuto non aveva le condizioni della pace di gna il vascello comanda nte, e d ieci altre navi, delle
Utrecht di conservare al regno: us leyes , con- quali due dall' incendio consumate; il resto della
tituciones, capitolo! del reyno, pragmatica* , co- flotta sperperato e in fuga approd dopo giorni in
itumbres, liberlades , y immunitades , y exemeio- Palermo. Erasi gi acquistala la signoria del mare.
nes. Ma la fortuna non sempre seconda i dise Carlo VI assunse il travaglio di cacciare gl'inva
gni dei facimale ; l'Inghilterra, la Germania, la sori dall'interno, convenutosi dover poi ritener
Francia , il Re Vittorio , collegaronsi contro la la, e darsi in cambio a Vittorio la Sardegna.
Spagna; la Francia occup la Navarra e la Ca Il Re Filippo fu obbligato a chieder pace, e se
talogna; spedi l'Inghilterra l'ammiraglio Bing nel l'ebbe a condizion di aderire alla convenirne
mediterraneo con venticinque vascelli, a rinfor fatta dagli alleati di ceder Sicilia e Sardegna; il
zare nei luoghi non ancora occupati dalla Spagna, tristo Alberoni fu rimosso dal Ministero, e cac
i Savojardi, a distruggere la flotta spagnuola co ciato dal regno per volere del Duca di Orleans.
mandata dall' ammiraglio Castagnedo. Incontra- (1) L'etimologia della voce Assinarus, secondo
ronsi nel di lt agosto nel punto segnato dal no nota il Massa nella Sic. in Prosp. , presa dalla
stro autore le due armate, si batterono con pari va voce punica hastinor, che vale propriamente il
lore, ma ferito il Castagnedo e costretto a ritirarsi, canale appellato dai latini tubus.
Ancora sussistono mura
AS dell'antica
HI citt
AS

tesino la terza, cui si aggiungono le abbon


dantissime acque, clic scorrono dal colle fabbricata da massi maravigliasi, con una
Tari: conghingonsi tutti ruscelli nel terri porla. Sono impresse le monete, testimo
torio che giace tra le colline, donde sboc nio Orsino, della testa di un giovane im
cato, formano un fiume appellato oggid Dit berbe, con lunga capellatura e del molto
tamo. A520P0T, nel rovescio la figura del fiume
*oro. Lnt. Assorus. Sic. Asaru (V. N.) Chrysas, con nella destra un orciuolo, e
Antica citt dell'interno; occupa il dosso porgendo colla sinistra il corno dell'ab
del monte della Stella verso Libeccio, quasi bondanza, e dippi il nome impresso cio
inacessibile da Scirocco, dov' una forlez- KPT5A2; ricavansi dalla collezione del Pa
ia. Vien della dai Greci A22OP02 ed A2- rata:, e basii sull'antica Assoro; poich
20PION, Agaru dai Siciliani. Ne scrivono nulla pu ricavarsene dell' origine da sto
Diodoro, Stefano, Tolomeo, Tullio, e Plinio, riche fonti , e dal solo Diodoro appare es
dei quali il primo nel lib. 14, i soli Asso sere stata delle sicole citt , cio creila
nni, governando Dionisio, non essersi dati ed abitala dai Siculi: non dubito della
ai Cartaginesi, ed avere indi con lui pat sua esistenza sotto i Greci ed i Saraceni;
teggiato : in tempi posteriori dicevali forti trovo annesso, sotto i Normanni il Priorato
e fedeli Cicerone nella Vcrr. 4a, sebbene di S. Leone di Assaro al collegio mona
non fosse di tal grandezza e nobilt la citt stico di Catania nella Chiesa Cattedrale, e
loro da poter sostenere il paragone di Agri concesso nel 1186 a Pietro Confrate Priore
gento; adoravano con gran rispello il Crisa, allora della medesima Chiesa. Dopo l'ecci
genio del fiume vicino, come dalle parole dio dei Francesi venne in potere del Prin
dello slesso Tullio: il Crim un fiume, cipe Roberto, che essendo stato scaccialo dal
che scorre pei campi degli Assonni, dai la Sicilia, ritorn la citt agli Aragonesi suoi
quali si ha per un Dio, e con somma re legittimi signori, che nel 1336 la elevarono
ligione si renera; ne il tempio nella a Contado. La Chiesa del Priorato di S. Leo
ria stessa dell'agro, per cui da Assoro ne divenne poi parrocchiale e primaria
si viene ad Enna, con un simulacro mar nel paese, per opera del conte Vitale Val-
moreo del Dio, d'insigne scalpello; quale guarnera, e venne unta del sacro olio da
non potendo Verre, che tulle aveva furato Giacomo Valguarncra Vescovo di Milazzo;
le statue di Sicilia, toglier per se, pel sin a questa suffraganea un'altra Chiesa sot
golare rispello che avevasi al delubro, ne to il titolo di S. Lucia, dove amministransi
commise ai suoi la cura. Fa menzione Fa- altres i sacramenti; due altre a comodo
zello dei ruderi di esso tempio esistenti al della genie slan soggette al Vicario del Ve
suo tempo lib. 10, dee. 1, tre grandi ar scovo di Catania: sono destinati nella Chie
chi e nove porle rimangono di questo lem- sa maggiore agli utlicii divini 8 Canonici, 4
pio alle radici del monte Assoro, in mo Dignit, ed altrettanti amministratori di sa
numento di antichit. Penetraronvi dunque cramenti. Dove sono intanto gli avanzi an
armala mano, notlempo, imprcvedulanientc tichissimi del tempio, dei quali dissi di so
Teopolcmo e Gerone ad appagare l' ingor pra, sorgeva ai tempi del Fazcllo la Chie
digia di Verre, abbattute le porte tentarono sa di S. Pietro, comunemente San Peri,
il furto, ma avvedutisene i custodi ed ap forse quella che dicesi soggetta al Monaste
pellali col segno del corno i vicini, la die ro di S. Filippo d'Aggira, mentovata dal
dero coloro a gambe, non altro rubalo aven Pirri.
do che una piccolissima statua di bronzo. Passando ai Monaci ; i frati Carmelitani
112
AS AS

ad un */ miglio fuori il paese erano un pia; ci hanno, come anche asserisce il Fa-
tempo attaccati alla Chiesa di S. Petronilla, zello, cave di alabastro, e ne abbondano
ora per non sono pi: meritano oggi atten all'intorno le colline, eppure nessuno pren
zione : il convento degli Agostiniani nel cen de la cura di aprirle. La lat. di Assoro
tro del paese, sotto il patrocinio della B. di gr. 37,26, di gr. 38, 3 la long. Dicia
Vergine e di S. Niccol Tolentino ; rimonta mo intanto brevemente delle Signorie.
come abbiamo dal Pirri, in un'antichit pri mia congettura essersi Assoro appartenuto
ma del 1 iti., fabbricatone un nuovo nel sito a Principi consanguinei del conte Ruggiero,
della Chiesa dell'antico dal Conte Giuseppe, dalla donazione del Priorato di S. Leone
nel corso del secolo xvn, ed accresciuto di alla Chiesa di Catania , che per loro libe
beni e di privilegi; quel di S. Maria degli an ralit cominci ad impinguarsi sino dal sor
geli dei Minori della pi stretta Osservanza, gere. Nel 1299 Scoloro degli Vberti Pro-
cretto sin dal 1622 a pubbliche spese, vi tonolaro del Regno, nativo di Firenze, fi
cino Tognolelo; e quello dei Minori del terzo gliuolo di Giovenco, gi legalo del Re Fe
ordine prima a 300 passi fuori lo mura, derico al fratello Giacomo Re di Aragona,
del titolo di S. Maria di Ges, ora di S. si ebbe in dono dallo stesso Federico la
Caterina, dentro il paese. Virginia Valguar- terra di Assoro coi casali di Gatta e di Con
nera germana del Conte Ponzio eresse nel dro, e i feudi di Cicaldo e di S. Lorenzo;
1560 il monastero sotto gl'istituti di S. poi verso il 1320 dicesi Scoloro, nel censo
Chiara, dove ella stessa religiosamente vis del medesimo Re, soggetto alla Curia, e sot
se e mori. Sorge l'antica rocca nella som to Pietro II figlio di Federico ottenne con
mit d'un colle, verso oriente, ora deserta, altri tre signori il vessillo di Conte di Ca
ed il Palazzo del Signore verso la parte tania, di qual singoiar benefizio, nel solen
aquilonare del paese, dove anche il tem ne giorno di sua inaugurazione nel 1336,
pio maggiore che sovraneggia un gran lar a preferenza degli altri, volle quel monar
go. A home del Conte presiede sugli abi ca onorare; Michele Piazza nota nella sua
tanti il cosi detto Governatore, che ha la cronaca i nomi degli altri : Rosso Russo Mes
cura di riscuotere i dritti. Dirige le pubbli sinese Conte di Cerami , Matteo Polizzi Con
che coso un Magistrato composto di 4 Decu te di Noara, Guglielmo Raimondo di Mon-
rioni, il Sindaco, il Prefetto, ed il Giudice, tecateno Conte di Adern. Ma collegatosi
che esaminano i malfattori, tulli in ogni anno Scaloro ai Polizzi contro il Re, mancando
scelti dal Conte, che nel General Parlamen della data fede, costretto al bando, fu dei
to del Regno occupa il xi posto. Comprcndc- beni privato, pervenendo la Signoria di As
si Assoro nella comarca e la prefettura mili soro e di Gatta all'Infante Giovanni ger
tare di Aggira, e d due cavalli e 46 pe mano del Re; poi Scaloro ritornato in gra
doni alla bandiera provinciale. Contaronvisi zia sotto Ludovico, ottenne la Signoria, ma
nei registri del secolo xvi 923 case, 992 sollevatisi non molto dopo gli Assoresi cru
nel seguente, e 3988 abitanti; sui primordii delmente l'uccisero. Troviamo conte di As
dell'attuale 894 case, 2715 abitanti, e dal soro e di Colesano, al tempo di Federico
l'ultimo stato 4008. Ne la Patrona prin III, Damiano Polizzi, morto in esilio a Pisa
cipale S. Petronilla V. e M. che venerasi nel 1348. Fu dato Assoro dal medesimo Re
con divozione particolare. nel 1356 a Matteo Alagona, volgarmente
Feracissimo in tutto il territorio, bene inaf Maziolla, Prefetto della Regia Cavalleria; e
fiato, e ricco in pasture, e d agli agricol dichiarato poco dopo in un privilegio dato
tori vini, olio, frutti, ortaggi, in gran co- in Girgenti nel 1366, non avere in alcun
m
AS AS

che mancato Scoloro degli Uberti verso che nel 1517 pronunzi il giuramento al Re
il Re Pietro, restitu tutti i beni del padre Ferdinando; e Giovanni figliuolo di lui. Stra
ad Andrea, mench Assoro che conces tego poi di Messina, fu per benignila dell'Im
se ad Antonio di Monlecateno Conte di peratore Carlo V, nominato Conte di Assoro
Adorn, sotto di cui ribbcllossi il paese dal nel 1543; promosso Ponzio a u Conte la
Re, ma espugnato da Errico Russo, venne sci Giuseppe suo figlio da Diana Lancia e
destinato a Luigi d'Angi. Tuttavia tra le Ccnteglies, il quale vissuto 42 anni, morto
condizioni di pace, cedette Assoro al nostro in Assoro nel 1618, fu sepolto nella Chiesa
Federico, che lo restitu agli Alagona; ma del convento di S. Agostino; da lui nacque
ribellatisi questi dal Re Martino, Simone e Francesco, che fondato in Caropepe un vil
e Vitale Valguarnera nobilissimi fratelli Spa- laggio, imposcvi il nomo della propria fa
gnuoli vennero donati del paese con decreto miglia, e col consenso di Filippo IV si dis
segnalo in Catania nel d 20 gennaio 1393. se nel 1126 Principe di Valguarnera; fu
Giovanni ed Antonia erano nati ad Andrea Pretore di Palermo, ed esercit le veci di
degli Vberli, il primo si mor senza Tigli, An Vicer per l'isola tutta; da lui e da Doro-
tonia preso a consorte Luigi Montnpcrto, ot lea Lancia nacque Giuseppe , il quale go
tenne dal Re Martino, come crede di Andrea, vern la propria patria, e prese in moglie
i casali di Galla e di Condro, i fondi di Cical VittoriaErrichctta, dei quali il figliuolo Fran
ilo e di S. Lorenzo, che lasci ai suoi, come cesco, Cavaliere di S. Giacomo, dal gabinet
vedremo. Compr frattanto Vitale Valguar to di Re Carlo II, famoso in varie militari
nera i tcrritorii di Caropepe e Rosaura, e prefetture, Pretore di Palermo, Principe di
nel 1408 apprest Y omaggio nel censo del Ganci, Marchese di Rcgiovanni per drilli del
medesimo Martino per Assoro e i sudetti; la moglie Antonia Graffeo. Successegli Giu
avevagli Simone ceduto i dritti suoi quattro seppe nel principio di questo secolo, che
anni prima, nel d 10 ottobre in Catania; en immantinente esercit con lode la Pretura
trambi morirono senza prole, perci suc nella patria, e gener con Marianna Gra
cedette il figlio di Francesco loro fratello vina sua moglie Francesco Saverio, Pie
nei possedimenti , di nome Giovanni o tro, e Domenico, il quale ultimo fu Ve
Francesco il giovane, come rileviamo da al scovo di Cefalo, Colonnello il primo, capo
trove , che ottenne dal Re Alfonso nel della guardia del Corpo del Re di Sarde
li 10 drillo universale di armi nelle sue gna , Cavaliere alunno dell' Ordine della
comarchc; da lui e Marchesia nacquero Gia_ SS. Annunziata, dal gabinetto di Carlo Re
corno e Vitale II; al primo assegn il pa nostro , gener tra le altre Marianna con
dre i possedimenti nella Spagna, dichiar Agata Branciforli dei Principi di liniera ,
dal 1437 suo successore nelle Signorie di ma lasciata vergine, alla morte immatura del
Sicilia Vitale sposo di Antonella de Cente- padre, ed erede , maritossi con Pietro suo
glies, che si strinse per giuramento al Re Al zio ornato di molli onori; risplendc questi
fonso; nacque da lui Giovanni, che rifulse di vurii titoli; ascritto al Sacro Ordine di
nel 1487 Presidente del Regno di Sicilia, S. Giovanni, negli, anni di sua pubert fu
onde entr in dominio nei primordii del coi suoi alla guerra di Corf, Comandante
secolo xv il nipote Ponzio, nato dal gi mor supremo delle triremi dell'ordine, delle
to Francesco: successegli Girolamo, che guardie del Corpo e dal gabinetto di Em-
confermalo dal Re nel 1509, mor sullo sbuc manucle Re di Sardegna, finalmente Colon
ciar dei suoi giorni cedendo il luogo al fra nello, fu Irai pericoli della nuova guerra
tello Vitate; da questo nacque Girolamo, italiana. Godono i Conti di Valguarnera delle
15
114
AS AS

Signorie di Assoro, Ganci, Gravina, e S. Amtt. Lat. Attis. Sic. Asti (V. M.) Vedi
Giovan di Galcrino sotto l'Etna, del Prin Caccamo.
cipato di Bozzclla, e di altri feudi, dei quali AT
diremo a suo luogo.
Contansi primi fra gli uomini illustri di ttahirio. Lat. Alabiryum (V. M.) An
Assoro; Giacinto Pensabene peritissimo giu tica citt non lungi da Agrigento, e men
reconsulto, che dopo percorsi tulli i gradi tovata da Stefano. Era un monte del nome
dei Tribunali, sali a Consigliere del Re, e stesso, e favoleggiano dei buoi di bronzo
mor nel 1691; il di lui figliuolo Niccol postivi sul vertice, annunziar col mugilo
nato in Palermo, fu elevato alla suprema ai popoli qualche grande o famosa cata
dignit di Regente d'Italia; Arcangelo Go- strofe di quelle parli; attcstano esser quivi
rino del terz' Ordine dei Minori, Maestro in sorta la citt, di cui parlanci due monde
S. Teologia, fondatore dell'Accademia dei appo il Paruta essere slata ai tempi suoi
Concilii in Roma nel 1670, pubblic i Con famosa; una impressa d' un bue col ginoc
cini degli Apostoli, 6i mor in patria; Mi chio inclinalo ed una stella, l'altra d'un
chele Cantelli della Comp. di Ges clo- cancro. Nota Fran. Major apparlenersi ai
quenlissimo sul pergamo; Alberto Scarpuzza Rodii entrambi quei simboli, ed ai vicini
famoso predicatore anch' egli , encomiato Agrigentini, quindi non di lieve peso la
dall' Attardi (1). congettura avere avuto Atabirio i Rodii a
fondatori, appo i quali dicerasi Alabyrius
(I) Assoro oggid in Provincia di Catania , un monte, ed Alabiria una cilt, donde il
distretto e diocesi di Nicosia, circondario di Leon-
forte , distante da Palermo 127 miglia , 60 dal nome di quella di Sicilia.
capo-luogo della provincia, 14 dal capo-distretto, Ateiiaro. Lat. Alellarm (V. N.) Fiume.
4 dal capo-circondario. Oggi non che largo in Vedi Abiso, Eloro.
notizie , che attestano nn deplorabile decadi
mento. Vi manca gi il convento dei Minori del
3 Ordine , abolito nel di 15 ottobre del 1777, la mano perdendosi col raffinamento del gusto nei
di cui Chiesa accennata dall'Autore del titolo di posteriori. Ci ha un monte agrario di prestito
S. Caterina, attualmente una Parrocchia; man in frumento, dipendente dall'Intendente, diretto
cano parimenti gli Agostiniani, e la Chiesa al da due deputati da lui eletti in ogni due anni;
tres ruinala, come collaterale a quella dei Car venne fondato dall'antico peculio frumentario, per
melitani, che ora pi non sono, come l'Autore sovrana disposizione del 25 giugno del 1838; il
stesso ci avverte, venne poco fa costruito un pic capitale quello slesso proveniente dall'antico
colissimo camposanto con corrispondente cappel peculio, istituito colla legge del 13 febbraro del
la. La Chiesa suflraganea di S. Lucia manca del 1813, riscuotendosi allora il 5 per 100 per una
tetto, come ruinate in parte, in parte distrutte sono sola volta su' contribuenti della fondiaria. Con
le Chiese di S. Antonio*, S. Maria di Loreto, S. tava ilijoro in popolazione nel 1798 circa 2968 in
Rocco, S. Didaco, S. Maria della Provvidenza, S. dividui, 2983 nel 1831, e nello scorcio del 1S
Maria dei Miracoli, S. Agata, dentro il paese, ed al 2983. Comprendesene il territorio in salme 6429,
di fuori quelle di S. Maria, S. Giuliano, S. Pietro, 532, cio 3,927 in giardini, 5,184 in orli alberati,
S. Vincenzo, quelle della S. Croce, del Crocifissel- 4,282 in orli semplici, 3,565 in canneti, 109,585 in
lo, e a due miglia d i S. Elena, dove processionalmente seminatorii alberati, 4490,662 in seminatorii sem
popolo e Clero portavansi in ogni anno. Oggi la Ma- plici, 1314,462 in pascoli, 483,279 in vigneti albe
drice va adorna d'un Collegio Canonico, ed oltre rati, 13,273 in ficheti d'India ed altro, 1,303 in
di un bel Crocifisso, sono da ammirare sei buone suoli di case. Nella contrada di Livodi, in questo
statue in legno, quelle cio di S. Sebastiano, S. territorio, una zolfatara, due altre nella contrada
Niccol da Tolentino, S. Leone, S. Pietro, S. Giu di Pozzo, una in quella di Zimbalio; tutte in at
seppe, e la pi bella di S. Crisenzio; credole di tivit ma soggette ad inondazione per acqua sor
scalpello del 400 o di prima, perla profuionc del giva. Trovasi altres nei terreni di Assoro quan-
l'oro principalmente nei vestiti, che fu propria tii di bellissimo alabastro, pietra epatica e den-
di quell'epoca, dei tempi anteriori, e venne mano tritica.
115
AT AV
Aiina. (V. M.) Antica
AV citt di silo incerto. anno orrevolmente la festa, con fiere. Ci
hanno due conventi, uno di Minori Osser
vanti nell'angolo a Nord-Est, introdotti nel-
l' antica citt da Carlo Aragona Duca di Ter
Arila. (V. IV.) Salina nel promontorio ranova, e Marchese di Avola, e conservano
Pachino, o stagno formato dallo pioggie, il titolo di S. Maria di Ges; dei Cappuc
che secca nella state in sale. Dicesi anche cini l'altro, fuori le mura, nel territorio,
barila dal Fazello. Terso Nord-Est, con una Chiesa mentovata
Avola. Lat. Aboia. Sic. Aula (V. N.) dal Pirri, e fondata secondo lui nel 1580;
Citt popolosa, creduta da alcuni l'antica da pochi anni in qua venne introdotto un
Ibla, tra il Pachino e Siracusa, distante Ospizio di novizii della Compagnia di Ges,
circa 4 miglia da Noto, Terso la parte orien per opera di Niccola Boninconto Avolese,
tale dell' isola, tra il grado 38, 9 di longi del medesimo istituto , presso l' elegante
tudine, 37, 7 di latitudine, un 'U miglio circa Chiesa di S. Giovanni, in un angolo del
distante dalla spiaggia, trasferita dal decli l' orientale piazza minore : un Monastero di
vio del vicino monte di Aquilone, dove quasi monache finalmente, sotto la regola di S.
tutta soccombette al tremendo tremuoto del Benedetto, del titolo dell'Annunziata, eretto
1693. Mostra una figura esagona, con gran da Giovanni Orosco di Artz Prelato di Si
dissima piazza quadrata nel centro, ed altre racusa, oggi trasferito non lungi dall'an
quattro minori nel centro dei fianchi australe golo aquilonare della nuova citt : ci aveva
e settentrionale, e degli angoli orientale ed la casa dei SS. Leonardo ed Elisabetta dei
occidentale , donde le quattro pi grandi Cavalieri Teutonici, soggetta al Gran Mae
Tie metton capo nel largo maggiore. Due stro della Magione in Palermo, mcntoTata
Tie altres procedono dai singoli lati, e ren dal Mongitorc, ma che per coli' antica citt.
dono elegantissimo il sito della citt e molto Altre quattro Chiese dobbiamo aggiungere
comodo agli abitanti, poich essendo rivolte alle enumerate, quelle cio di S. Sebastia
ai solstizi!, Tengono riparale coll'ombra delle no, di S. Antonio, di S. Antonino, e di S.
fabbriche dal calore, e meno soggiacciono Pietro Apostolo, di decente struttura, ed
al freddo ed ai Tenti. Agli angoli ed ai lati opportunamente collocate.
dell'esagono sono dei forti, ma ancora im L'antica citt situata in un fianco sco
perfetti, ai quali sono appoggiate quattro sceso d'un monte, con delle grotte inca-
porle primarie, che corrispondono ai quat Tate nella rupe, come era costume degli
tro punii cardinali. Ubbidiscono gli abitanti, antichi, sorgeva ricca di edificii, munita
intorno a cose chiesiastiche, al VescoTO di d'un castello con due torri nel luogo il pi
Siracusa, sotto la cura immediata d'un Par eminente,, dove il palazzo del Barone, a di
roco. Il tempio principale dedicato a S. cui presidio, con decreto di Carlo d'Angi
Niccol di Mira sorge elegante nel lato aqui del 1272, fu destinato un Castellano Sat
lonare del largo maggiore, e t salmeggiano oller e sei soldati. Erano le parti primarie
ogni giorno i divini ufficii i Sacerdoti, con della citt; la supcriore in un ampio pia
congruo stipendio-, anche nella Chiesa di no, che prese il nome dal castello, di S.
8. Venera, che siede nella piazza minore Leonardo o di de Marchi* la seconda, de
di mezzogiorno amministransi i sacramenti, Balzis la terza, e Viagrande la quarta, che
a comodo maggiore degli abitanti : questa volgarmente dicovasi rua dell'Uria. Era il
Martire Eroina la patrona del paese, a tempio maggiore a stile gotico, n dissimile
di cui onore nel d 25 luglio celebrasi ogni a quel della tutelare S. Venera ; il Monte
116
AV AV

di Piet , l' Ospedale , e la Chiesa Parroc cui scrive Arezzo; non arere alcuna foce t'n
chiale dei SS. Pietro e Paolo, tutti erano sog guet campi, dove le canne divengono dolci
getti alla principale, ma tulli dal 1693 in imbevendosene, e soggiunge, alle sue fonti
gu ruinarono, non mostrando ora pi che Avola che da un alto colle guarda il
miserande ruine. Resta quasi intero tut- Pachino. Vien chiuso dal fiume Cacipari
tavolta il convento dei Cappuccini nell'al o Cassibili, e comprende una gran valla
tura pi eminente, da ogni lato scovcrto, della Cavagrande; delle quali cose diremo
ed ora abitalo da eremiti. Contano del in particolare. Il mare vicino abbondante
medesimo tremuoto, essersi squarciata una in pesci, e vi una famosa tonnara delta
parte
aver precipitalo
del colle Cesino
con tremendo
adjaccntefragore
alla citl,
nella del fiume di Noto. Dalle foci dell'^ssmaro
oggi Falconara stendesi il Iito della foggia,
sottoposta valla della di Camerale, fran dove occorrono delle acque marine stagnan
tumando mulini, con non poca perdita di ti. Ann lungi dalla foce del Cassibili una
uomini. Ci abbiamo poi dagli annali, essere grotta della del Ciaurello, cui rimpetto, in
siala dai Turchi incendiata e saccheggiata mezzo ai frulli del mare, sgorga una sor
la cill nel 1572, sotto Ululacelo Grande gente di acqua dolcissima, e con tanto im
Ammiraglio ; poscia dai cittadini ristorata. pelo,
navi. da contrastare il corso alle piccole
Nel 1342 ebbesi, per privilegio dell' Impe
ratore Carlo, gli onori di Marchesato, quan Cont Avola tra gl'illustri suoi figli: Mi
do conlavanvisi, testimonio Fazello, 749 ca chele Calvi sommo filosofo e medico, i di cui
se, n lungo tempo dopo 4904 cittadini ; ac- libri pubblicati enumera il Mongitorc nella
crebbescne il numero nel secolo seguente, sua Biblioteca, ma erroneamente crede il
e conlaronsi, secondo il Pirri, 1218 case, Pirri esserne il nome Alessandro; mor nel
ma secondo i libri regii 1066, e 4415 abi 1570: Beatrice Calvi figlia di Michele, Aba
tanti; 1283 le case della nuova citt nel dessa del Monastero, istruitissima in ogni ge
1713, e 5069 abitanti, ed ultimamente 6044. nere di alte discipline e principalmente nella
Presiedonvi un Inquisitore di reali, 4 De poesia latina: scrisse di questi poco fa, l'e
curioni, il Giudice, il Sindaco, eletti in ogni ruditissimo Francesco d'Avola Minore Cap
anno ad arbitrio del Marchese. Sorge l'ele puccino, nella sua storia patria Ibla Redi
gante casa del Magistrato rimpctto la Chie viva di cui asserisce essere slata Avola;
sa maggiore, con lo slemma della citt or gli si oppose un anonimo di Noto , le di
nato di una croce che sovrasta ad una co cui ragioni, che riporter altrove, abbatt
rona, e di tre api. Il Capitano delle armi Francesco con un altro lavoro pubblicato.
eletto dal Re, destinato a custodire la Passiamo alla serie delle dinaslic di Avo
spiaggia. Ma passiamo a dir del territorio, la: Scacciali i Saraceni, che eransi a lungo
che sebbene di angusti confini, inaflalo in Avola e in Noto difesi contro gli sforzi
tuttavia dalle acque delle sorgenti vicine, dei Normanni, occorre primo Signore della
abbonda in orli, frutteti, vigne, che dan nostra citt Rolando Landolina, poich il
no in larga copia un vino magnifico e Re Ruggiero con diploma del 1149 a Giorgio
grandemente ricercato, produce altres can Stratego di Messina e figliuolo di Rolando,
ne da zucchero ed abbonda in alveari; esaltando i meriti del padre, dice questo
copioso in olive, mandorle, biade, legumi suo amico e Barone di Avola. Nel 1299
ed ogni genere di ortaglia, appresta pingui Carlo II Re di Napoli , che veniva spac
pasture per le gregge e per gli armenti: ciando doverglisi la Sicilia, concesse Avola
inaflato parimenti dal fiume Miranda, di e Buscemi. come narra il Borrcllo nei drilli
AV \7
AV

della nobilt
leone nobile napoli!
catancse,
ann aldetto
suo intimo
perci Napo-
cana Donneilo successe a Federico morto con al
cuni suoi famigliari da un partito ; present al
neo. Dicdela in vassallaggio Federico II Re Martino, nel General Parlamento tenuto
alla Regina Eleonora sua moglie, nei pri- in Noto nel 1398, i diplomi di Federico III
mordii del secolo xiv, che alla morte la ad ottenerne la conferma, in qual serie di
sci cogli altri feudi al figliuolo Guglielmo privilegii leggesi nel di 28 di ottobre il gi
Mo ed Avola; morto senza prole, ne tenne dello di sopra sulla vendita falla da Ballo
il dominio nel 1338 l' Infante Giovanni Duca Milite, e la donazione al cancelliere Gan-
di Randazzo quarto figliuolo di Federico, dolfo. Ebbesi Giovanncllo dalla moglie Gio
alla di cui morte e del figlio suo Federico, vanna unita in prime nozze a Giacomo Ara
successero ad Avola Giacomo di Ballo Mi gona, Beatrice e Giovanni l: superstite
lite, ed il figlio Lorenzo, come rilevasi dai essa al secondo marito, prese il terzo, co
diplomi del Re Martino; la vendettero que me altrove dir; Giovanni intanto, da pec
sti alla Regina Elisabetta moglie di Pietro II, caminoso commercio con Eleonora, gener
che Mimata cordialmente dai suoi vassalli, Pietro o Pieri ed altri figliuoli e figlie, di
volle non venisse mai Avola conceduta ad al chiarati legittimi dal Re Martino, in Cata
tri che a Principi di sangue regio, pure nia 25 di agosto 1408. Morto il pidre, sot
derivasi dai registri del Re Martino non es to la tutela della zia Costanza di Aragona,
sere slata ferma alla promessa, poich vi fu detto Pietro, Barone di Avola, ed entr
si trova averla assegnato a Ruggiero di in potere nel 1419 ; successe a Pietro nel
Scandolfo, Cancelliere della Regal fami 1452 Giovanni figliuolo legittimo, ne otten
glia, Consigliere e familiare, qual dona ne nel seguente anno la cos delta Inve
zione tuttavia manc di effetto, poich sotto stitura, secondo un rescritto del Re Alfon
Federico III figlio di Elisabetta e di Pietro, so, e spos Beatrice de Cruillas figliuola
apparlenevasi Avola al Regio Demanio : di Berengario con per dote Terranova; fu
l'ottenne poi dal sudelto Principe, Giaimo poi confermalo Gaspare loro figliuolo Si
di Alagona , che cedette per i dritti di gnore di Avola e di Terranova nel 1470,
gabella dovuliglisi dalle vendile del vino in e prese in consorte Chiara Aragona sua zia,
Siracusa. Deroga poi Federico, nel suo pri che gli partor Beatrice o Carlo; fu moglie
vilegio del 1358, alle grazie fatte dai suoi la prima a Gianvincenzo Tagliavia Conte
predecessori sulla non alienazione della di Caslelvetrano, e Carlo ancor giovinetto
citt di Avola, confermate dal Re Ludovico, alla morte del padre, rimase nel 1470 sot
e concesse massimamente a Ruggiero Scan to la tutela della madre Signore di Avola
dolfo; mal crede poi il Pirri nella sua Cro e di Terranova, ma ottenuta dopo tre an
nologia aver dal medesimo Ludovico con ni l'autorizzazione dal Re Ferdinando, to
seguilo Avola l' Alagona: insorto per Gia sto prese in isposa Giulia, che moglie in
como contro Federico, con diploma dato prima di Carlo de Luna e Peralla, ebbesi
in Catania nel d 23 di aprile del 1361, ripresa Giuliana come di dritto di dote. Nac
concessela il Re con Buccheri e Jassibili que unica erede da Carlo Aragona la Con
a Rolando di Aragona, come a suo zio, tor tessa Antonia, confermata nel 1513, che
io Ggliuolo spurio di Federico II; si ebbe Francesco Tagliavia primogenito di Bea
da letto illegittimo i figli Alfonso, Federico trice e di Gianvincenzo, dei quali abbiamo
e Giovannello, ed antepose, con approva dello, dall'ultimo comando del padre mo
tone del Re nel 1369, Federico ad Alfonso rente, prese in consorte, assumendo il ti
meno adallo a regger sudditi. Il fiatel Gio- tolo e lo stemma della famiglia Aragona.
118
AV AV

Morto costui senza prole, Giovanni terzo gnatclli Marchese di Caronia in Sicilia poi
figliuolo di Beatrice spos Antonia, con dis Duca di Monteleone, partor Niccol nel
pensa del Romano Pontefice , ed ottenne 1032. Ettore nel secolo scorso, Niccol nel
le di lei signorie, venne dichiarato dal Re 1720, chiarissimi per la carica di Vicer
nel 1542 primo Marchese di Avola e di di Sicilia, furono Marchesi di Avola: nac
Terranova; fu gran Contestabile di Sicilia, que da Niccol Diego Aragona e Pigna
ed Ammiraglio , due volte Presidente del telli, da cui Ettore, ornamento attuale della
Regno, accetto moltissimo ai Re di Spa famiglia, spesso colla moglie dimorante in
gna; il figliuolo Carlo //Marchese di dito Sicilia. Occupano il 3 posto i Marchesi di
la ai paterni titoli aggiunse altri maggiori; Avola nel Parlamento Generale del Regno,
dei Grandi di Spagna, dei Cavalieri del sono soggetti al servizio militare ed alle
Vello d'oro, per ben sette anni Presidente singole vicende, cosicch nelle successioni
c sommo Prefetto della Catalogna e della sono tenuti a pagare il dritto d'Investi
Insubria, legato dal Re Filippo II al Par tura. soggetta la gente alla comarca di
lamento di Cotogna, ed alla morte di lui Noto, da gran tempo comprendevasi nella
supremo Governatore del Consiglio, ed ono Sergenzia di Lcntini, con qual nome ap
rato del titolo di Grande Siciliano (Magni pellano la Prefettura della Milizia si pro
Siculi); fu il primo Duca di Terranova, vinciale che comunale , e somministrava 8
Principe di Castelvctrano, Conte di Borgct- cavalieri e 48 fanti (1).
to, ed ebbesi dalla moglie Margherita Ven-
timiglia molti figliuoli, dei quali il primo (1) Oggi Avola nn capo-circondario, con real
Giovanni, per dritti della moglie Maria de Rescritto del 18 novembre 181G, dichiarato di 2*
Marini, Marchese di Favara, e mori prima classe, avendo la sua popolazione oltrepassato il nu
del padre, lasciando il figliuolo Carlo, che mero di 10000 anime cogli annessi villaggi : com
presa questa citt in provincia, distretto, e diocesi
succeduto al nonno , fu dello in Marchese di Noto, da cui dista 5 miglia, e 17i da Palermo.
di Avola; Cavaliere del Vello d'oro, e som Vi fu nuovamente costruita la Chiesa di S. Gio
mo Maestro della cavalleria in Sicilia, spo vanni Battista, compito un camposanto nel 18U,
e Tatla la strada provinciale nel 1839, tacendo dei
sata Giovanna Pignatelli figliuola del Duca due ponti di Sgangaporta e di Cavonazza nella
di Monleteonc, gener Giovanni, Pietro, e strada che porta a Noto costruiti nel 1815, e quel
Diego; Giovanni marito in prime nozze a di Cavolaia eretto nel 1854 nella strada medesima,
Zcnobia figliuola Ilei Principe di Guastalla, ed in quella poi che conduce a Siracusa quel di
Borgellusa, nel 1830. Ti ha un monte agrario che
a Giovanna Mendoza in seconde, nessuna dipende dall'Intendente, diretto da due deputali,
prole lasci superstite; Pietro Archimandri in ogni triennio da lui eletti; fu istituito nel 18*1
ta di Messina, e supremo Regente d'Italia con la somma di ducati 371 allora dovuta al Mar
mor di morte immatura; Diego fu iv Mar chese Loffredo da Messina pel cessato peculio
frumentario; il frumento prestasi ai coloni previo
chese di Avola, grande Ammiraglio di Si un garante solvibile con atto presso il Concilia
cilia, Principe del Romano Imperio, dei tore, e ad ogni colono possono prestarsi sino a 10
Grandi di Spagna, Comandante della caval tumoli di frumento. Il territorio di salme 3891,
771, delle quali 10,440 in giardini, 1,504 in canne
leria nelle due Sicilie, Vicer di Sardegna, ti, 27,423 in seminatori! irrigui, 1222,976 in semi-
Ambasciadore di Filippo IV appo Innocenzo nalorii alberali, 738,162 in seminalorii semplici,
X Romano Pontefice, e di altre illustri ca 1435,490 in pasture, 100,922 in oliveti, 201,284 in
riche onorato; gener con Stefania Cortes vigneti alberati, 146,173 in vigneti semplici, 1,517
in ficheti d'India, 4,258 in culture miste, 4,616 in
Marchesana di Vallia nell'America, Giovan suoli di case; pu appellarsi in toscano pingue
na Tagliavia, Aragona, Pignalelli, Cortes alberese, poich non produconvist a meravigli
c pi titoli; moglie questa ad Ettore Pi- le biade, come all'incontro gli alberi e gli arbu
119
AV AY
Avola (Torre di) Lat. Avalos Turris. Aynnilrnmlln. (V. M.) Casale della
Sic. Turri d'Aula (V. N.) Torre nell'im Chiesa di Girgcnti, di cui menzione nello
boccatura del porto d'Agosta, volgarmente boUe di Clemente IV del 12C6.
Avola.
AZ
iti 'Balsamo Viaggio). Fu celebre un tempo per Azarns. (V. N.) Cosi dello Assoro ,
1 industria delle canne da zucchero, che ora col-
tivansi per lo pi per farne il rbum , ignoran di cui dicemmo di sopra da Arezzo.
dosi l'arte di raffinare il primo, stanicene quel Azonc*. (V.M.) Citt mentovata da Dio
che per l'aranti facevasi era nericcio e somma doro nelle scelte delle Legazioni lib. 23,
mente impuro. Il clima di Avola cotanto caldo parlando delle imprese di Pirro : sottomise
che a principio di giugno tutte le biade sono di
gi mietute, e l'erbe dei prati cosi aride come in prima Eraclea, poi occup Azoncs. Clu-
se in luglio, donde che il colore degli abitanti verio che avverte non poche mende nelle
ha un non so che di lionato o tare. Montava la scelte delle legaz. non dubita affermare es
popolazione nel 1798 a 0782, ad 8822 nel 1831, e
finalmente a 9897 nel fine del 1852. Abbondarvi servi scritto Azoncs invece di Mazaro ca
le api, e Ti lavorano un mele soavissimo; queste, stello, poich da nessuno usato tal nome
secondo il P. La Cerda, diedero il nome alla citt, Azoncs.
ed a suo giudizio tanto dire Avola quanto Avi-
la, ovvero Apiola; ma asserisce il Pirri che dal stanno aperte nel suo littorale da giugno ad ot
principio appellata Ibla, le fu poi dai Mori can tobre: nel monte Scaladisa presso il fiume Cas
giato il nome in quel di Avola. Molle tonnare sili! le ed Avola, oggid istallato un telegrafo.

tveutbxza per la lettera. A.

Pag. 16 lin. 12 Yillalba Tillabianca


Pag. il lin. 2 nella nota 130 183
Pag. 80 lin. *Mentovala > leggasi mentovato
Pag. 51 lin. 20 Oriente Tramontana (in correzione dell'originale]*

Avvertiamo dippi che colla seconda cifra, nella indicazione della estensione territoriale in cul
ture, intendonsi millesimi.
120
BA BA
Bacena. Antica citt, Abaccna, di cui di con villaggio di cui diremo a suo luogo. Va
cemmo di sopra. rie opinioni si agitano sulla voce Bagheria,
Baflia. Lat. Bafia. Sic. Bada (V. D.) in latino Bayharia. Scandio la nomina
Dei municipii di Castrorcnlc, da cui dista Bacharia pel tempio di Racco costruitovi
circa 2 miglia verso Sud-Ovest. Si ha una una volta, come si crede, poich abbon
parrocchia intitolata a S. Carlo Borromeo; dante in eccellenti vini ; ma non ce ne ha
e mostrano ivi presso una Chiesa delta dello oggid alcuna menzione; afferma Tommaso
Yanelle, dove fama aver S. Venera, per Fazello dee. 1 , lib. 8 , essere un nome
la fede di Cristo, subito il martirio. Riman Saraceno che indica un terreno renoso , e
gono altres, non lungi dal Casale, vestigia soggetto a frane; l'inlerpetra Cascino ter
d'un castello fabbricato dal Re Martino, im ra marittima, cui si corrisponde il sito,
minente ad una angusta strada che mette poich nel pi bagnata dal mare, e gode
nell'interno dcllisola. Sono vicini a Badia della veduta dei seni di Palermo e di Ter
i municipii di Calati e di S. Michele, dei mini, poich Bahar fra gli Arabi vale mare.
quali dir in appresso (1). Francesco Agio peritissimo nelle lingue stra
Bagherla. Lai. Bayharia. Sic. Baaria niere, Bahria, scrive in un manoscritto per
(V. M.) Estesissima ed amena campagna, ad venutomi, donde forse scatur la voce Ba-
Oriente del territorio di Palermo, adorna ghcria, si ha presso i Punici in senso di
all'ultima eleganza di casino suburbanc di gran mosca, e questa credesi volgarmente
signori; lungo sarebbe luttc descriverle, dir un presagio di calma di mare; lecito con
tuttavia delle primarie. E prima occorre getturare se abbia originalo da l il nome
1* amplissima villa del Principe di Butcra della nostra terra (1).
che diecsi anche Conte di Raccuglia, ad Est
di cui da pochi anni fu promosso un vil (1) capo-circondario di 2 classe, io provincia,
laggio con una Chiesa, dove amministransi distretto e diocesi di Palermo, da cui dista 9 mi
glia, 1 dal mare. Alle etimologie recate dal nostro
i Sacramenti alla gente sotto la cura del Autore sul nome di questa terra ne aggiungono
Maestro Cappellano di Palermo; diecsi al un'altra gli abitanti; abbondava un tempo in ar
trimenti Raccuglia nuota; ne sono i Pa menti Maglieria, perloch si disse comunemente
troni tutelari Ges, Maria e Giuseppe , e in vernacolo Saccaria , qual voce per volger di
compone di 70 case e 300 abitanti. So tempo corrompendosi e sformandosi nel suono ,
venne a formarsi, come attualmente, Baaria. La
vrasta ad una altura, a mezzogiorno di quella Chiesa accennata dall'autore ad Est del palazzo
terra, la villa Valguarncra, dove nulla de del Principe di Butera Venne fondata nel 1708;
sideri che tenda alla delizia dell' animo ; centro
fu poi del
trasportata
Comune,nelfabbricata
1771 nel inluogo
maggiore
attuale.
gran
Del
magnifica altres quella di Aragona, n
quelle di Cattolica, Filingeri, Patagonia, Lar dezza con innanzi una piazza, e costituita Madri-
co, non pi soggetta al Maestro Cappellano del Clero
darla, sottostanno per fabbriche, ornamenti
di Palermo: le suffraga nca la Chiesa del Collegio di
e disegno; sono palazzi degni tulli da grande Maria, Palazzo un tempo del Principe di Lardaria,
citt. Chiude Accia, di cui gi parlai, quel lo
fondato
Curato
nel della
1816 dal
Chiesa
Beneficiale
Madre, D.
ed Giuseppe
aperto dopo
duella
territorio dalla parte di mezzogiorno, e
dalla parte opposta, il sobborgo Ficarazzi, morte di lui ; vi si ammaestra da solerti monache
ad arti donnesche la gioveut feminile; la Chiesa
del Miseremini eretta dalla devozione dei fedeli
(I) no sotto-comune aggregato a Casfroreale, nel 1722: un'altra delta del Sepolcro fondata nel
vicino a quello di S. Michele, nella provincia di 1737 da D. Giuseppe Toscano. Era un lnogo de
Messina, distante 155 m. da Palermo, 32 da Mes stinato al ricreamenlo dei Signori, perloch vedia
sina. Contava circa il 1844 una popolazione di 1 183. mo quelle casine magnifiche o piuttosto egregii
BA 121

Ungheria (fiume dell) Lat. Eleu- sto nome apparlenenlesi a Palermo, ed


iheru. Sic. Xiumi di la Bagaria (V. M.) attraversalo da un ponte ad un arco appo
Diccsi cos poich bagna il territorio di que- il villaggio dei Ficarazzi. Sgorga da amplis
sima fonte, in una grotta sotto la rocca di
palazzi in cui sono profusi di grandi tesori. Al Risalitimi, lungi 10 miglia dalla spiaggia
primo entrare sorge un grande edilzio, appartenen
te! allora al Principe di Cattolica, cinto di gran mura del mare, e prende varii nomi dalle terre
come una fortezza , in cui sono oggi allogate le che inaffia; poich all'osteria dei Mirti pren
troppe di presidio ; merita poi attenzione il ca de il nome dai Mirti, sotto Misilmcri, dove
tino del Principe di Patagonia, tanto celebralo dai accoglie le acque del fiume dello stesso no
forestieri e specialmente dal Conte di Korch, per me, di Misilmeri, poi della Bagheria; indi
le stravaganti ligure e la singolarit delle imagini
capricciose di che adorno; entratovi ti sembrer sbocca nel seno di Palermo, tra le foci del
un altro mondo, la gente pi mostruosa per figura, l' Orcto, ed il capo del monte Gerbino. Er
messa in campo nei poemi del Raruajan e del ra Fazcllo confondendolo coli Ore lo, fiume
Hahabaral ti si presenter alla vista, e tu intanto altres della piana di Palermo, poich Tolo
ne rimarrai dilettato e confuso; donde quella fa meo che parla dcll'Elcutcro, interpone sei mi
mosa ottava del fecondissimo genio del Meli:
glia tra la sua foce e Palermo, lo che si in
Giovi guardati da la $ua regia immensa
La bella villa di la Bagaria, realt, ma scorre avanti l' Orcto a 300 passi
Unni l'arti impitrisci, eterna, e addenta dalle mura.
L abbotti di bizzarra fantasia; Bagni. Lat. Balnea. Sic. Vagni (V. N.)
fiju, dissi, la mia 'nsufflcienza Territorio cos detto da avanzi di Bagni,
Mostri nn' escogitai, quantu palla ; che rimangono d'incerta distrutta cill nel
Ma davi tirminau la mia putenza la spiaggia australe della Sicilia, o pi pro
Dda stissu aecuminzau Palagunia.
priamente vicino al lido rivolto al mare Afri
Singolare contrasto a questa farnetica villa fa l'atti
cismo di quella d i Valguarnera, considerevole per l'e cano, tra le foci dei fiumi Irminio ed Oano,
minente sua posizione , poich sovra una collina volgarmente Maulo e Frascolari, appo la
che sovraneggia ed il mare, e le estese circostanti cala di Marzarello. Crede Fazcllo essere un
campagne, nella quale oggi istallato nn telegra resto della citt d'Initto, Cluverio di Cau-
fi); non sono a tralasciarsi non mentovali, il ca cana, come esamineremo a suo luogo. Se
sino del Marchese Inguauiato di una vaga e bella
architettura, n quelli del Principe di Trabia, del condo il medesimo Fazcllo, quel territorio
Conte S. Marco, e nei contorni, nella strada da ricinto di colline, irrigato da acque, perci
Bagheria a S. Flavia rifatta in modo pi commodo adattissimo alle culture, e splendidissimo
ed ameno, quei deA Prncipe di Culo, del Principe in amenit, del che ci son prova le ve
di S. Cataldo, e del Principe di Torremuzza. So- stigia degli antichi fruttiferi albereti e
uaneggia intanto il paese il palazzo del Principe
ii Boter, nel fondo della strada principale, bello degli orti, si ha un miglio di circuito. Di tre
ili grandi ornamenti, di architettura, e di parti Bagni due sono in parte diroccali, intiero
colarit; di altre ville di vaglia inferiore non te l'altro sinora, magnifico per fermo, e da
niamo conto, quantunque non dispreggcvoli per poter compararsi a quei di Roma. Sul pog-
disegno e leggiadria.
L'estensione territoriale di Bagheria di cal getto vicino indicano le famose ed ammi
ne l(6i,153 , delle quali 16,604 in giardini , 4, revoli ruine, essere stato un teatro. Di tutto
"5 in canneti, 217,013 in seminatorii semplici, ci diremo altrove.
H,8l in pascoli, 159,301 in oliveti, 183,126 in Bagni. Lat. Balnei. Sic. Vagni (V. W.) Pic
"ineli alberati, 456,317 in vigneti semplici, 86, colo villaggio nel territorio di Noto e nella sua
M in sommaccheli , 94,729 in ficheti d'India,
!.W0 in ficheti d'India ed altro, 0,359 a terreni era unita nel 1798 a quella di Palermo , ascen
1 delizia, 3,139 in inoli di case, 0,040 finalmen- deva nel 1831 a C16S abitanti, e nel fine del 1852
l in camposanto. La popolazione di Dagaria a 9832.
16
m
BA I

cornarci, falsamente indicato nelle moder Anna Bonanno, oggi vivente, ed unito in
ne tavole alla destra del fiume Anapo so matrimonio a Flora Mugnos (I).
pra Siracusa, da cui dista nel vero 43 m. Ragni di Ci- mi a. Lai. Aquae Cepha-
yerso Sud-Ovcst. Dicesi altrimenti Canicat- lenses. Sic. Vagni di Cifal (V. M.) Acque
tini e sorse nel 1678 nel feudo dello stesso che scaturiscono sodo una rupe, su cui siede
nome. Ne amenissimo il sito in un pog il Castello di Cefal, lungo la via da Palermo
gio, n d'aria insalubre, e mostra all'in a Siracusa, nel territorio dello della Fede.
torno rimasugli di antica abitazione, di cui Dicclc Arezzo mollo salulari agl'infermi, e
non pi memoria. La parrocchia sacra Fazello dee. 1, lib. 10 Bagni alluminosi.
a S. michele Arcangelo viene amministrala Re menzione nella vita di S. Angelo Car
da un Sacerdote , cui il Vescovo di Sira melitano, che fior nel secolo xm, il quale
cusa delega le veci; le soggetta un'al san alcuni leprosi, non introdotti ancora
tra Chiesa detta dello Anime Sante. Si nel bagno, dell'acqua d'un ruscello vici-
ha 300 case incirca con 10C0 abitanti ,
che ubbidiscono al borgomastro onoralo
di titolo di Marchese e drillo di armi. fi) Oggi un Comune in provincia di Noto ,
distretto e diocesi di Siracusa, circondario di Flo-
feracissimo il territorio, in vino,.olio, hiade ridia, distante da Palermo 144 m. , delle quali 53
ed altri frulli; riceve dal vicino fondo Car rotabili, 91 non rotabili, 15 non rotabili dal capo
dinali acque buonissime, che preeipitcvol- luogo della provincia , 9 rotabili , 6 non rotabili
mente cadendo in una grotta profonda, sva dal capo-distrello, 8 non rotabili dal capo-circon
dario, 12 non rotabili dal mare di Siracusa che
niscono del tulio, e cicdesi sgorghino di ne il pi vicino. Sin dal 1810 la Chiesa filiale
nuovo dai fonti di Pisma e Pismolla o Ciane, delle anime purganti ricostruiva! per 1 ingrandi
donde prende origine il fiume di quel nome. mento, essendo ab antico una Chiesa piccolissima,
Tenne la Signoria di Canicallini, sotto Fe e l'attuale accresciuta dallo stato primiero, fu com
derico li, Giovanni di Mgliotla e gli eredi pletata nel 1826; intanto dal 1852 in qui sonosi
gettate le basi perla nuova costruzione d'una Chiesa
di lui; pass di poi a Tommaso Capichio Madre, stante la piccolezza dell'attuale, cui con
dalla di lui moglie Violante; Pandolfma tiguo si allog dal 1837 un Orologio Comunale.
loro figliuola prese in prima a marito Fran Nel 1840 venne compito un Camposanto con cap
cesco di Moach, poi Bartolomeo di Alta pella corrispondente, costruito magnifico ponte Del
villa da Corlcone, Giudice della M. R. Cu 1796 , il quale poggia da una parte col territorio
di Canicallini e dall'altra con quel di Noto;
ria, che alla morte della moglie ne conse uu'opera privata della famiglia Trigona Sant'Al
gu tulli i beni per beneficenza del Re Mar fano da Noto, per mettere in comunicazione l'ei-
tino. Comprosseli poi Guarnuccio di Ala feudo d' Alfano coi comunisti agricoli Canical
Catanese, da cui ed Agata nacque Allegran- lini. Nel 1846 comiuciavasi la costruzione della
zia moglie di Andrea del Castello. Ven- strada rotabile, partendo dalla Comune, dirigendosi
ad incontrare quella di Siracusa per Noto , sino
detlerli costoro nel 1413 a Perrucchio Da all'ex-feudo Cavesecche , sospesa nel 1847. Ne
niele da Nolo, che subilo ottenne la con l'estensione territoriale di salme 715.891, cio 346,
ferma dal Re Ferdinando; ne nacque Gu 244 in seminalorii alberali, 223,230 in seminatori!
glielmo Daniele, da cui il figlio Vincenzo, semplici, 121,636 in pascoli, 21,428 in vigneti
che nel 1510 giur, come Signore di Ca semplici, 3,176 in ficheti d' India, 0,177 in suoli
di case. Fu separato da Siracusa questo Comune
nicallini, a Ferdinando li. Mario Daniele nel con decreto dei 18 ottobre 1827, per cui con essa
1680 fu il primo Marchese e fondatore di computavasi per popolazione nel 1798; ascendevano
Bagni, cui succedette Giuseppe Daniele e nel 1831 a 3373, e nel fine del 1852 a 4637. Vi
Pallavicino, e poi a questo Antonino, il si respira una buona aria, e l'acqua di pozzo e di
di cui primogenito Giuseppe, generato con cislerna buona altres ed abbondante. .
123

BA

no. Sono tre rivi di natura affatto diversa, bico, occorrono quattro ruscelli divisi da
Ira se discosti di breve spazio, freddo uno, poco spazio, ma di qualit diverse; il pri
tiepido un altro, e caldo il terzo, e vanno mo zolfurco, vicn dello salso da Strabone
a mescolarsi in una casa a volte, efficacis liti. 6 , e fa naturalmente bollenti i bagni
simi, per esperimento, alla cura delle ma e salutari; il secondo appellato sanlo, per
lattie cutanee principalmente; non manda ch bcvulanc l'acqua, rilassa il corpo come
no queste acque alcun odore di zolfo, n per santa naturai facolt; indi segue il
se ne ha sapore alcuno, conservate per al terzo, e finalmente il quarto che salso e
cune ore raffreddano, divengono buone a quasi tiepido, giovevole rimedio a seccar
beversi e purgano il ventre. Il bagno si ha le piaghe, e scorrendo pel sottoposto terri
tre sedi , ed in giro delle nicchie a pro torio, produce una congerie nerastra aspra
durre il sudore (volgarmente sudaloi), cui porosa , di pietra. rimpcllo, nella rupe
attacca usi delle comode stanze da poco co che sottost al monte, una spelonca, che
struite ; non si ha menzione presso gli an tramanda 1' eco delle voci lontane o som
tichi dell' uso di queste acque , pure una messe. Non d'ivi distatile un pozzo ob-
iscrizione in grandi punici caratteri del tem bliquo ed immenso, in cui si ode un gran
po dei Saraceni, dai quali dicesi fabbricato rumore. All'angolo del vertice, verso mez
il castello di Cefal, posta nell'estremit di zogiorno, sono tre spelonche incavate nel
esso, creduta oggi illegibile, dichiarava es vivo sasso; sacra una a S. Calogero, di
sere state quelle acque copiose. Per alquan nessuna particolarit la seconda famosa,
to tempo svanirono, poi sgorgaron di nuovo. l'altra con un bagno sudatorio per tutta Si
JVeUa sommit della rupe e nella rocca, di cilia celebre, dove senza uso di acqua cal
cono essere un sotterraneo con bagno, dove da e col solo vapore, si hanno naturalmente
nessuno ai tempi nostri ha penetrato (1). copiosissimi e naturali sudori. A destra
Bagni di setacea. Lat. Aquae Saccen- del monte una amplissima spelonca ,
ges aul Selinuntinae. Sic. Vagni di Sciacca ed a mancina un naturale profondissimo
(V. M.) Acque termali vicino Sciacca, dette pozzo, dove scorrono abbondantissimamente
perci di Sciacca, che prendono altres il di molle grondajc di acqua calda. Sembra
nome dalla vicina antica citt di Selinunte. asserir Diodoro nel lib. 5, essere slato que
Hanno origine dal monte di S. Calogero o st'antro costruito da Dedalo. 11 nionlc poi
delle Gimmare, appellalo una volta Cronio, in moltissime altre parli manda vapori zol
dove sono delle grolle. Ne scrive in gran fi! ivi (1).
copia il Fazcllo, le di cui parole riassu Bagni di sclafanl. (V. M.) Vedi Scia-
miamo: ascendendoli monte dal mare Li font.
Bagni di Segesta. Lat. Aquae Segc-
ft) Non molti anni sono una frana ne rovin in stanae.
(1) Ne scriveva
Sic. Vagni
il Kircher:
di Sigcsta
fra (V.
luttiM.)
i bagni
Scrive
del
parte le fabbriche, che ora vennero ri falle con pi
di decenza nel luogo della sorgente, ed iu modo
tbe le acque senza far cammino sorgono dalla
cavit della rocca dentro la prima vasca. Sono mondo celebri sono quelli che li trovano nell' an
limpide, trasparenti, senza colore, e gli abitanti tica citt di Selinunte , oggi detta Sciacca , in
iella contrada dopo che raffreddano servonsene Sicilia ec. Nel 1838 si attendeva al risloramento
anche a cucinare. Segnano la temperatura di 31. di questi bagni, a renderli pi decenti e pi co-
2 di R., secondo Furitano, contengono acido car Diodi agli ammalati , pei quali si sono costruite
bonico, carbonato di calce , carbonato di magne delle stanze adatte. Nel monte donde scaturiscono,
sia, sostanza resinosa, solfato di calce, e muriato trovansi piriti di ferro, e cave di zolfo e di sal
di soda. gemma.
124

BA BA

Fazello dee. i, lib. 7, sovrastare queste dei Latini. Sono celebri in essa citt di Ter
acque alla foce del fiume Crimiso, dove mini, presso le mura orientali, vicini al lido,
sono i ruderi della cilt di Scgcsla, ma sperimentansi salutari a chi affetto da pa
pi congruentemente Cluverio, come espor ralisi, o da altri mali di nervi, poich con
remo, scorrere lo Scamandro sotto il colle cepiscono calore dall' influsso dello zolfo,
di Scgcsla. Dunque a mancina dello Sca ed addiconsi in gran copra agli usi di la
mandro, che diecsi oggi di S. Bartolomeo varsi e di sudare. Riporta da favole Diodo
ed appellasi anche freddo dagli abitanti, ro lib. 5, esscrvisi una volta lavalo Ercole
scorrono le ncque di Scgcsla, tra Alcamo ad esilararsi dal travaglio del viaggio. Desi
e Calcitatimi, pcrloch diconsi da alcuni di deroso Ercole, scrive egli, di peregrinar per
Alcamo , donde una valle dista tre miglia la Sicilia, venendo dal I'eloro ad Erice, di
in Occidente, ne pi di uno dalle rovine cesi avergli preparalo le Ninfe delle acque
di Scgcsla, intorno alle quali era il villag- calde a ristoro del suo corpo, ed essendo
getto dei Saraceni Calalamclh, oggi anche siale di due sorgenti , queste Imeresi ,
distrutto; ne sorge noli" estremit un colle Geple l' altre vennero app ellate, dai luo
declive ad Oriente, scosceso poi ad Occi ghi; il che emendando, prover a suo luo
dente a guisa di rupe inaccessibile; scorre go, queste seconde un poco lontane dalla
alle radici un fiumiccllo, e ad un tiro di spiaggia, appellarsi di Segesta (1).
pietra scaturiscono acque termali, in tanta
copia da poter subilo raggirare macine da (tj certo che le terme d' Iroera si ebbero on
posto presso gli antichi , e specialmente presso i
frumento ; mescolale al vicino fiumiccllo Romani , tra le celebrit dell' isola nostra ; se ne
dannogli il soprannome di caldo, ed il colle conobbero i grandi vantaggi, si coro di fruirne;
dicesi dei bagni ; sono queste le acque ne sono prova gli avanzi delle fabbriche, che dal
di Scgcsla. Il territorio vicino, che ne viene disegno e dalla forma, come il dottissimo Palmeri
Lagnato, appellato Guigliardotto, distinto evidentemente ci fa conoscere, sembrano di epoca
romana, e del fiorente progresso di quella potenza.
in varii poggctli, stendesi per sino alle ra Il dominio Bizantino altronde non poteva che
dici del monte Inico, dove meritano atten affrettare la distruzione della civilt, ingolfalo co
zione due bagni, uno per gli uomini di 10 m'era in sozzure ed in lascivie; permetteva a
palmi in largo 18 in lungo, mancante di barbari e ad eunuchi poter campeggiare per l'Ita
volta; altro per le donne scavato nella viva lia , ed a queste avide masnade di prepotenti si
soggiaceva; una sola scintilla d' incivilimento sa-
rupe, con una vena di acqua termale che rebbesi soffocala al divampare: il disegno intanto
sgorga in ciascheduno. Ad un / miglio ci parla non esserne stato fondatore il Normanno,
un' altra sorgente di acqua bollente al som e nei.secoli ulteriori della nostra Monarchia non
mo grado, e volgarmente della Gorgo cal troviamo
ne; non che rimane
causedunque
di decadenza
che il Gore
e di dell'epoca
oppressio- *
do, con una circonferenza di 50 passi circa;
vi bollono perennemente le acque, talch latina.
Squallido e pi che mai schifoso era lo stato
non possono toccarsi con mano senza le dei bagni ridotto; i poveri i pi meschini vi ave
sione, putono orribilmente di zolfo, ed unite vano scelto l'albergo; il lezzo, il bujo rimembra
finalmente a quelle del fiume caldo, agitano vano all' infermo la tomba imminente , quando
macine, e scaricansi insieme nel Freddo o 8. A. R. il Duca di Calabria, Luogotenente gene
rale in Sicilia , si degn visitarli ; fu allora che i
Scamandro. Senatori della citt , e principalmente il Senatore
Bagni ai Termini. Lnt. Aquae Mme- D. Antonino Gargotta, cui sempre fu brama veder
renses. Sic. Vagiti di Termini (V. 31.) Sono giganteggiare le patrie celebrit , ne implorarono
caldi, e diedero perci il nome alla citt, il ristauramento , facendo liberare a tal uopo i
poich il 6EPMA dei Greci vale il calidum crediti arretrati che avevasi il Comune contro
125
BA. BA
Balda. Lai. Bayda. Sic. Baria (V. M.) collina di Monte Cuccio, dove sorge oggid
Casale non lungi da Palermo , alle parli il monastero di S. Giovanni Battista, sacro
occidentali del suo territorio,- sopra una un tempo, come attesta il Pirri, a S. Maria
degli Angeli; confondonlo alcuni coli' an
l'Erario. Vennero accolte benignamente le istanze tichissimo monastero di Baja, mentovato
dall' A. S. R., e datane la direzione al signor daS. Gregorio nelle Epistole, ch'era nella,
Comandante Tenente Colonnello D. Giuseppe Poli,
i riusc a ridurre quei bagni a tal decenza e pu giurisdizione di Siracusa. Bayda un nome
litezza, da poter sostenere il paragone con fab saraccnico, che suona presso di noi Bianco,
briche di si (l'Alio genere di oltremare: da allora la poich si cava da quel luogo una terra
tegnente iscrizione ne addit l'avvenimento. bianca, salutare agli infermi. Don Gugliel
Therhae . FI1M1RENSB8 mo II di quel casale nel 1177 l'Arcivescovo
VETCSTATE . PRNE . LABEFACTATAB di Palermo, per aver questi ceduto il ca
AcSPIClIS . FERDINAND! . 1. stello di Corleone di suo diritto al nuovo
Sigili ahi m . begis
Vescovo di Morrenle. Indi Matteo Orsino,
P. F. A.
AC. FrAJCCISCI . PILII . PRINCIPI che presiedeva nel 1377 alla Chiesa Paler
juventctis mitana, concedettclo a Manfredi Chiaramen
In . Sicilia . locuhtenkntis te, che fabbricatovi un nuovoconvento sotto il
Provvidenza .pubblicar titolo di S. Maria degli Angeli, la di cui pittura
commoditati . pecunia . piiblica ancor si rimane nella Chiesa, non ai mo
ReSIITL'TAE . ADCTAE . ORNATAK
Anno. MDCCCX1X. naci Cisterciensi l' accord, come scrive il
Pirri, lo che notano il Fazello ed il Lello,
Tutto r edificio diviso in due parti; una per
gli uomini, per le donne l'altra, e vi si lasciarono e dopo loro il Gaetan, ma ai Benedettini
parte dei grandi antichi bacini per bagno comune del monastero di S. Martino, del di cui
che non altro pi che il necessario presenta ; Abate sottomiselo perpetuamente al go
ne sono divise e pi agiate le stanze particolari verno, e volle avessero cambialo stanza
da bagno, coi per pi di decenza sono aggregati i monaci dal remoto luogo di Caslellac-
dei camerini; le loro vasche sono intonacale di
lastre di marmo bianco , ed in tutte si pu far cio in questo amenissimo , da ovunque
nso dell'acqua minerale, della fredda e della doc irrigato da ruscelli, donde si gode d'un
cia. Ma il pi che merita attenzione dalla parte giocondo quadro dell' intero liltorale di
degli uomini un appartamento separato che il Palermo. Perch adunque non avesse sof
pi magnificamente fornito di comodit, con nella ferto la menoma perdita la Chiesa Paler
sala d'ingresso una stanza dove dimorano i medici.
Richiede anche ammirazione la stufa, che priva in mitana, diede Manfredi all'Arcivescovo il
prima affatto di luce, or, si resa molto bella e territorio di Cudemi, colla conferma del
luminosa, con ci altres, che scansato il brutto Papa, intorno al cambio. Dopo la morte di
inconveniente di non avere che un sudatorio Andrea figliuolo di Manfredi, il Re Martino
dell'intero corpo, merc alcuni buchi fatti in restitu il casale di Baida ancora esistente
liete parete nel luogo , di varie dimensioni, pu
solamente introdursi la parte affetta senza alcun ra, onde impedire, per deficienza di cura, tornas
rapporto sul rimanente, lorch per vuole aversi sero all'antico deplorabile stato.
generale, aprirannosi tutti i buchi del pavimento sot Secondo Furitano le acque si appartengono alle
to cui il gran recipiente, e della cennata parete. minerali salate, limpide, trasparenti, senza colore,
Nel secondo piano dell' edilzio trovasi un magnifico senza odore , sono d' un sapore salato ed amaro ,
albergo dove si potr dimorare per tutto il tempo e ne la temperatura di 35 di R. Contengono ,
che si prenderanno i bagni. Grande in lutto la giusta il medesimo , acido carbonico , solfato di
politezza, indicibile la premura e la sorveglianza calce, e mimalo di soda, ma afferma il Palmeri
degli ottimi amministratori. avere qualche ragione a credere , che compon-
Viri provvedimenti accompagnarono siffatta ope- gansi di qualche altro principio.
126
BA BA

a Giliforte Riccabono successore di Orsino, Guglielmo nato, (traduco letteralmente l'Au


ma venne poi del tulio a dislrudersi; il mo tore), dalla medesima Antonia ed i figli suoi
nastero, purch vi siano sempre mantenuti altres insino al 15G3 , quando Vincenzo
i monaci, fu incorporato nel 1510 alla Bosco Conte di Vicari ne fece un cambio
mensa Arcivescovile. Poi Giovanni Paterni con Blasco Corvino , ricevuta la terra di
Arcivescovo di Palermo ristor il tempio e Mczzojuso ; gli eredi di Corvino per, re
le abitazioni dei monaci, vi accrebbe di stituito nel 1579 il castello di Baida ai Bo
esimie fabbriche, orli amenissimi, e ruscelli, sco, se la ripresero: comprossclo da co
a suo diletto e dei suoi successori, e volle storo Francesco Tarallo nel 1679, cui suc
appellar quel luogo di S. Giovan Battista, cedette il figliuolo Simone Marchese della
una di cui statua marmorea elegantissima Feria , ed indi Francesco iv Signore di
colloc nella chiesa (1). Abbandonatolo i Be Baida, dai Tarallo. E munilissimo pel silo
nedettini) l'ebbero una volta i frati Carme c pei bastioni, decorato di nuove fabbriche
litani, ma finalmente Diego Aiedo nel 1595 a comodo dei coloni dell'estesissimo ter
concesselo ai Minori Osservanti. Arezzo, ritorio, degno in vero di ammirazione, ed
sul silo della Sicilia, celebra i ruscelli di appare da lontano ai viaggiatori di quelle
Baida. Ancor vi si osservano ruderi del parti.
casale : il territorio pi che mai fecon Baidono. Lat. Baidunus. Sic. Baiduni
do piantalo a vigne , ulivi , ed albere (V. N.) Fonte, le di cui acque accrescono
ti (2). il fiume Cacipari , poich caduto questo dal
Balda (Aitarono di) Sic. Latareddu teritorio sotto Palazzolo, dove si ha origine,
di Balda.
Baria (V.Lat.
M.)Bayda.
(3). Sic. Baida (V. M.) accoglie a sinistra le acque delle fonti di
Anillo, Arco, dei quali dicemmo, Baiduno
Rocca sotto Erice, non mollo discosta dal e Bella, e prende il nome di Magnisio.
l' antica Segesta, a 4 miglia da Castellam Baiatalo c Balstatuno. (V. N.) Lago.
mare. Appartencvasi nel 1320 a Bernardo Vedi Busaillono.
di Passando, poi a Riccardo Abate, che Bajachcmo. Lat. Bayachemus. Sic. Ba-
dichiarato nemico al Re Martino, per be jachcinu (V. N.) Ponte oggi detto di S. Co-
neficenza di questo, cbbesela in prima 41- smano, che non lungi dalla spiaggia del
legranza moglie di Matteo Monlecalcno, mare congiunge le rive dell' Eloro o Abiso
poi Antonio del Bosco, come erede di Gia volgarmente Atcllaro.
coma di Passando sorella di Bernardo. Eu Baiata. (V. M.) Casale mentovato nelle
femia figliuola di Antonio, e moglie di Fran tavole dell" Arcivescovato di Morreale, trai
cesco Sieri, contrast spettatesi, dopo la fiumicelli di Calalrasi e Frattina. Oggi non
morte del padre nel 1404 ; ma la ottenne pi, ma il territorio a seminatorii, si ha
il lxiv posto nel registro dei beni della
Chiesa della citt sopradetta.
(1) E del magnifico scalpello di Antonello Ga-
gini. Baiata dt Xoto. Lat. Balata Mi. Sic.
(2J Lo spedale fattovi fabbricare dal Re France Baiala di i\otu (V. N.) Cala alla destra ripa
sco I merita attenzione per la politezza e la de del fiume di Falconara, o Assinaro, dove
cenza con che tenuto. aprcscnc la foce.
(3) Nuovo villaggio a due miglia da Palermo, Balatelia. Sic. Balaledda (V. M.) Asilo
a tre dal convento di Baida, da cui prende il sopran nella spiaggia australe dell'isola tra Alicala
nome, nella strada che meua a Bocca di Falco, con una
parrocchia fondata per dispaccio del 27 ottobre 1799, e Girgcnli, mentovata dal Fazello, e che ri
ed una scuola comunale. covera soltanto piccole navi.
427
BA BA
Balestrate. (V. M.) (1). che sbocca nel Bali oJalo. Ha origine sotto
Balletto. Lat. Ballettila. Sic. Baddcltu il colle di S. Cosmo Mart., e bagna i lerri-
(Y.M.) Piccolo fiume mentovato dal Fazello, torii Giovannuccio , Giambasio, Decisa e
Balletto, da cui prende il nome, ed avendo
(1) Il Cornane di Balestrale non viene mento due tragclti nella pubblica strada, congiun-
valo dal nostro storico, poich non era in quei gesi al Jato nel luogo dello Fallamonca.
tempi che un territorio di poca rinomanza. Ma
essendo stato oggi dichiaratoComuneci conviene far
11 territorio di Ballello notalo a num. 33
ne parola. Sen giace trai fiumi diCalatubo e di S. nel regislro dell'Arcivescovado di Morreale.
Cataldo distanti otto miglia tra loro, e che metton Barbara. (V. M.) Terra dove fu un
foce nel golfo di Castellammare. Serve di confine tempo Sogesla.
a Nord alla foresta di Parlenico, da cui affatto Barcellona. Lai. Barcellonella Sic. Bar-
separato, ed stato ex antiquo ritenuto nel regio
demanio, mutava infatti continuamente di Baroni
salona e Barcillona (V. D.) Primario e fa
fendali e di Abati la selva Partenia, ma le Bale moso municipio di Caslroreale, che si pre
strale a tali cangiamenti non soggiacevano, onde senta nella strada Regia da Messina a Pa
scriveva Federico II in giugno del 1307: Marilimam lermo; disia dallii citt per 3 miglia a Nord,
tamen, et jus maritimae elicti nemoris, lamquam ed bagnalo dal fiume Longano che ne
ei antiquo ad regiam dignitatem spectantia, quan
tum a littore maris infra terram perjactum bali-
scorre pel mezzo; pi d'ogni altro po
tlae protender, Curiae nostrae reservavimus, (ex poloso, e nell'elegante Chiesa di S. Seba
Reg. Skiliae de anno iiSli et i^'66 fot. StSii). stiano si amministrano i Sacramenti : vi fu
Leggescne la prima concessione nel 1456 fatta nel da poco accrcsciula l'altra di S. Giovanni
di 21 febbraro da Alfonso il Magnanimo in bene
Ballista, dall'altra parte del fiume a como
ficio di Nicola Eleofante, non abrogando per i
dritti del demanio e quel sopra ogni altro di le do degli abilanli. Vi hanno un Convento i
dal
gnareSenato
conservalo
di Palermo...
Gn sulloNicolaode
scorcio del
Leofante
secolo ejus-
xvm Minori Osservanti dello di S. Antonio di
Padova fondalo nel 1630; rimangono, pres
?ue haeredibus et succesioribus damus, donamut so il fiume, delle case per monache ma
oc coneedimus jam dicium terrilorium per iactum
balittae, cum siivi*, nemoribuspascuis lignis ec. con
vuole oggid per l'insalubrit del luogo. 11
facolt altres di fabbricare, coltivare, renderlo in casale Naseri di cui daremo altrove- no
meglio, poich non era che mal coltivalo e boscoso, tizia, tocca la parte meridionale di Bar
sotto il demanio regio oppresso pi dal superfluo che cellona (1).
dal necessario spronato. Si attiv allora la cultura,
i die principio e perfezionamento a ben munito luogo la borgata di Sicciara come luogo centrale,
castello, veniva fondata da Francesco Bologna ge e sede dell'amministrazione comunale. Oggi il Co
nero di Niccol una fabbrica di zuccheri, fondato mune delle Balestrate in provincia e distretto
nn magazzino di vini da Giacomo Santoro. Eran di Palermo da cui dista 27 miglia, in circondario
gii nel Gne del secolo scorso quelle terre in po di l'ai tonico da cui dista 9 miglia, in diocesi di
tere di Pietro Miceli, Paolino Gesugrande, ed Igna- Morreale. Contavanvisi nel 1831 1069 abitanti, e
iio Graffeo , ma aucor non eran che fondi , con 1420 nel Gne del 1852, fertilissimo ne il terri
scarsa abitazione; e Sicciara principale borgata del torio, e comprendesi in salme 407,166, cio 8,119
territorio per la fertilit, la estensione dei poderi, la in canneti , poich dalle cannamele estraesi lo
fecondit del mare in qualche modo avanzava per zucchero di che ci hanno alcune fabbriche, 71,
tosamento le altre parti ; come ancho per popola 962 in seminatorii semplici, 112,680 in pascoli,
tone, che di 500 abitanti; Trappeto altra borgata 9,430 in oliveli, 172,543 in vigneti semplici, 28,
compresa nelle Balestrale venivane dietro, e non 275 in sommaccheli, 2,580 in Gcheti d'India, 1,445
contava che circa 100 anime. Fu nel 1800 che la in frassineti, 0,132 in suoli di case. Terso Sud-Ovest
Cbiesa di S. Anna di Sicciara venne elevata a real dal Comune , ed in poca distanza istallalo un
Parrocchia con assegnate in territorio le intiere Telegrafo.
(1) Il Comune di Barcellona, con Pozzo di Gotto
Mestraie, che con decreto del 29 marzo 1820
nunironsi In un sol Comune, destinala per capo- che un sotto-comune, con Real Decreto del 29
128
BA BA

Barracca Vecebla. La(. Barracca re ploma del 1168, le parti di quella Diocesi,
tti*. Sic. Barracca vecchia (V. D.) E una registra a n. la la Chiesa di Convitino
grotta verso i fianchi meridionali dell'Etna; con sue pertinenze, dopo quelle di Maz
vi si penetra per angusto ingresso, ma tro zarino; e Barberi che scrisse circa il 1317,
vasi poi spaziosamente incavata a volta nel pone Cornicino nel suo gran Capibrcvio
vivo sasso, talch, dice Filotco, pu facil tra le terre e i casali esistenti a suo tempo;
mente esercilarrisi alla giostra, con lan credola abbandonala perci ed in lutto poi
cia e cavallo. In un angolo a tramontana estinta per qualche tempo sinch sorse nuo
occorre un'altra grotta lunga quasi quaran vamente, ristorata da Matteo Barresi Mar
ta passi, nel di cui fondo dalle grondaie chese di Piclraperzia; e situala essendo ol
formasi come un ruscello. tre il fiume Bracini Ira Piclraperzia e Maz
Bai-clone. Lat. Barclunis. Sic. Barcuni zarino, che divideva la Diocesi Siracusana
(V. N.) Casale mentovato una volta nel re dalla Catanese, cominci dopo il ristauro
gistro di Federico II, di pertinenza di Gu a computarsi come parie di questa in cui
glielmo Venlimiglia. oggi comprendesi. Bimangono ancora avan
Barrarranca o Cornicino (V.N.) Citt zi di una famosa torre di Cornicino appo
di cui dice Fazcllo essere stata fabbricata 1 antica Chiesa maggiore, ed uno dei quat
ai suoi tempi; ne l' afferma di nuova fon tro angoli della moderna citt costituisce i
dazione il Martines, e trovola compresa un confini del territorio detto della Torre, poi
tempo nella Diocesi di Siracusa; poich enu ch gli altri tre corrispondono ad altrettanti
merando Papa Alessandro III in un suo di territorii, talch il largo centrale di Barra-
franca sta nei feudi di Sfornita, Bucciarria
Tardara o della Torre. La faccia del paese
ottobre del 1841 fu elevato a capo-luogo di cir
condario di 2a classe, dividendosi dal circondario piana , sopra un allo poggetto, e si ha
di Castroreale, cui era riunito. Comprcndesi nella vie rette, perloch riguarda lutti i punti car
provincia e diocesi di Messina, distretto di Castro- dinali, e perch molto soggetta ai venti set
reale, e dista 140 miglia da Palermo, 30 dal capo tentrionali, vi si gode di un'aria salutare. L'at
luogo della provincia, 4 dal capo-luogo del distret tuale tempio maggiore, oh' l'unico Par
to. Ne Venne allargata la Chiesa Madrice ed or rocchiale, intitolalo a S. Maria della Puri
nata nella pi fina eleganza, ma l'opera attende
ancora il rompimento, rimodernato il teatro, che ficazione , sotto la cura del Vicario del
pu contarsi come il pi bello del distretto. La Vescovo e di Sacerdoti da lui destinati. Vi
popolazione di Barcellona computavasi nel 179S avevano un tempo una Casa i frali di S. Do
con quella di Castroreale , montava sola , neanco menico, fondata a spese di un Signore, che
col aotlo-comune di Pozzo di Gotto che non vi era
stato ancora riunito, nel 1831, a 9818, e nel fine poi abbandonarono per la povert del luo
del 1852 col sotto-comune a 18701. L'estensione go e la diminuzione delle rendile; rammen
territoriale ne di salme 2924,764 ,' cio 185,374 ta il Pini esservi ritornati nel 1615, ma
in giardini , 54,285 in orti semplici , 10,357 in oggi non vi sono pi; nota dippi un chio
canneti , 22,735 in gelseti , 2,526 in seminatori! stro dei Conventuali di S. Francesco, che
irrigui, 474,259 in seminatori! semplici, 688,708
in pascoli, 560,538 in oliveti , 427,019 in vigneti sorse, testimonio Filippo Cagliola nel 1324
alberati, 349,069 in vigneti semplici, 149,894 in ad un tiro di pietra fuori la citt, e nella
boscate. Lodasene l'industria degli abitanti nella Chiesa, sin dal 1224, vedevasi un'antichis
cultura della terra, nella perizia della pesca, e la simo ed elegante quadro di S. Maria de
attivit in varie manifatture. Ci abbiamo dalle sto gli Angeli; fama, dice quegli, essere slata
rie avere alle rive del fiume Longano sconfitto il
tiranno Gerone, con 10000 fanti 1500 cavalli, le questa immagine presso gli abitanti da
schiere perniciose dei Manierimi comandati da Cione. immemorabili tempi nella Chiesa Madrice
BA

del paese, poscia alla venula dei frali, dei quali occorre il primo Berengario129 di
loro apprestata dall'Arciprete per l'al Albara, che prese forse il cognome dal ter
tare maggiore. Anche costoro poi manca ritorio vicino altrove mentovato. Compres
rono, ed in loro luogo i Riformati sotto ti selo da lui Francesco Yentimiglia, per be
tolo di S. Francesco occupano quei chio neficenza di Federico II, Conte di Ceraci,
stri ed han cura della Chiesa, che appel e con approvazione di lui commutollo poi
lano volgarmente di S. Maria di Ges; de per Motta di Piltinco con Alafranco di
centi celle si costrussero di proprie mani, S. Basilio mentovalo nel censo di Federico
ed una nuova Chiesa fabbricarono, con che II; alla morte di lui, sborsato il prezzo con
aggiungon magnificenza al paese. Fonda gruente , l'ebbe nel 1330 dagli esecu
rono di recente nel 1737, i Sacerdoti Diego tori dell'ultima sua volont Abone Barresi
Catalano ed Alessandro Bufalino, a proprie Signore di Pielraperzia, colla conferma di
spese, somministrando per la somma Er Pietro II, per diploma segnato in Palermo
cole Branciforti Principe di Butera Signore nel d 8 luglio dell'anno seguente. Suc
del paese, un Monastero per monache Be cedette ad Abone il figlio Artale, che in
nedettine, con un elegante tempio intitolato vest di Convicino il fratello Ugonetlo, cui
alla SS. Trinila. Venerano i cittadini come successe il figlio Arcimbao, col quale in
primario tutelare S. Alessandro Pontefice gaggi una lite Giannantonio Barresi figlio
c Martire, ma celebrano con singolare pom di Artale, che asseriva dinanzi al Vicer,
pa e con fiere, nel di 15 di settembre. la fe spettarglisi Cornicino; ma non ancor de
sta di S. Maria della Stella. Erano 232 le finita, mor Arcimbao senza prole , onde
case nella met del secolo xvi, 522 nel Giannantonio l' ottenne , il di cui nipote
seguente, con 1943 vite secondo il Pirri, Matteo fu il fondatore di Barrafranca, o
ma di minor numero secondo i Begli libri il ristauratore di Convicino; si ebbe que
nel 1552; nel principio di questo secolo sti il figlio Guglielmo, da cui nacque Pie
computaronsi 997 case, 3777 anime, e dal tro, nominato, per benefizio del Be Filip
l'ultima rivista 5022. Gode il Signore, sin po II, nel d 12 dicembre 1564, primo Mar
dal 15G4, del titolo e degli onori di Mar chese di Barrafranca ; dopo Pietro la so
chese, e profferisce il settimo voto nel pub rella Dorolea maritata a Giovanni Branci
blico consesso del Regno; sceglie in ogni forti Conte di Mazzarino , donde Fabrizio
anno i Magistrati Civili, secondo le sanzioni Branciforti: vedi degli altri dove parlasi dei
municipali , e si serve di assoluta facolt Principi di Butera oggi Signori di Barra-
di armi. Va soggetto il paese alla comarca franca della medesima illustre famiglia.
di Piazza, era sotto la Prefettura della mi Corrisponde il silo del paese a gr. 37,20
lizia provinciale di Callagirone, edapprcstava di latit., a gr. 37, 4C di longitudine (1).
4 cavalli, e 1G pedoni. Produce il fecon
dissimo territorio tutto che bisogna al
(11 II Comune di Barrafranca, ch'era dipenderne
necessario ed anche alle delizie della vita, dal circondario di Pielraperzia, fu elevato a capo-
non mancante di acque nutrisce armenti, circondario di 3" classe dal 1846 in poi, col De
ma poco esleso, poich occorre giusto creto del IT dicembre del 1845. Va compreso nella
ad un miglio dalla citt di Piazza verso provincia di Callanissella , distretto e diocesi di
Oriente, a quattro m. da Pielraperzia verso Piazza, e dista 103 miglia da Palermo, 23 dal
capo-luogo della provincia, 19 dal capo-luogo del
Punente-Maestro, ed altrettanti incirca daMaz- distretto. Ascendevano la popolazione nel 1798 a
jarino a mezzogiorno. Conviene presentare 5948, e nel 1831 a 7627, e finalmente nello scorcio
qui per ordine i borgomastri di Cornicino, del 1852 ad 8451. Ne l'estensione territoriale di
17
130
BA BA

BarriraiMio. Lat. Barrifaudum. Sic. nella piana di Milazzo ,. dove il Re Fede


Barrifaudu (V. N.) Territorio ad 8 miglia rico II nell'anno 1310 gett le fondamenta
da Lentini verso Occidente, dove il fiume del famoso monastero di S. Chiara di Ba
Sauna dividcsi arlifiziosamentc in due ra sico, sotto g' istituti di S. Francesco ; ebbe
mi, dei quali il sinistro sbocca nel Bcviere. ecura
Pietro
poi figlio
di trasferirlo
di lui vinella
conferm
citt di nel
Rametta.
1336
Bartolomee (S.) Lat. S. Bartolo-
taaei flurius. Sic. San Marlulu (V. M.) i beni, i privilegii, le immunit , e vi attri
Fiume dello dal Fazcllo Crimisio o Cri- bu i drilli di casale; del pari Ludovico nel
miso, e dal Cluverio Scamandro; depo- 1343, e finalmente Alfonso nel 1445. Ne
nesi nel seno Segestano oggi di Castellam fu la prima Abadessa Caterina sorella di
mare (1). Pietro, figliuola del fondatore Federico, mor
Sic.
Bartolomeo
San Marlulu (S.)
(V. Lat.
M.) Casale
S. Bartolomeus
oggi di ta in odore di beatitudine; Costanza poi
Vicaria di Sicilia l'amministr, ed ascrisse
strutto, altrimenti Carabbo , nel territo nel numero delle monache la sorella Eu
rio di Sciacca. Solto Federico II era sog femia, che anche ne fu a capo, e rifulse
getto a Luigi d'Incisa Cavaliere di Sciac altres Vicaria del Regno. Vi vestirono pa
ca, cui succedeltc il figlio Giacomo; 1' eb rimenti il sacro velo, Bianca, Violanta. Eleo
be poi Ariate Alagona, e ribellatosi, die- nora, sorelle di Federico III, Margherita
delo il Re Martino a Guglielmo di Perot zia, e finalmente Camiola Senese, di cui si
to; successegli Niccol, da cui comprosselo ha menzione nelle storie, la quale si chiu
per mille fiorini d'oro Giovanni di Pe se in quei chiostri, sprezzala la mano di
rotto, con approvazione del Re manifestata Rolando Aragona. Affermano essere stato
per diplomi. Pure sotto il Re Alfonso, An trasferito il Monastero in Messina in que
tonio de Luna Conte di Callabellolta ere sti tempi, o perdurando quello appo la pri
de del Pcralla, intimata una lite a Pietro ma, essersene edificato un novello, dove
Perotto figlio di Giovanni, che godeva del ai nostri giorni sorge con pari splendore (1).
la signoria di S. Bartolomeo, la vinse in tuNiiit aia. Lat. Basilicata (V. W.) I
giudizio appo Niccol Tedeschi giurisperitis- diplomi sovraccennati di Alessandro III enu
simo: fu questa la scintilla degli udii trai merano come membri della diocesi di Siracu
Perotto e i de Luna, che produssero un'a sa; le Chiese di Basilicata, e quelle del suo
perta guerra civile volgarmente appellata terrritorio, con pertinenze; intendendo del
Caso di Sciacca. villaggetto Grassiliato, di qual nome oggi
Balco (V. D.) Casale un tempo situato rimane il castello, come diremo a suo luogo.
Basjiiio (.) Lat. S. Basilius. Sic. S.
salme 3013,233, cio 5,458 in giardini , 1,634 in Basiliu (V. D.) Casale nei feudi settentrio
orti semplici, 0,930 in canneti, 0,792 in pioppeti, nali di Messina , verso Milazzo , di drillo
24,554 in seminatori! alberati, 1585,035 in semi solto il Re Federico II, di Livelo Chiccari,
natori! semplici , 528,013 in pascoli , 14,757 in e di Borgio Cirino sotto il regno di Mar
oliveli, 136,503 io vigneti alberali, 146,997 in vi
gneti semplici, 28,240 in ficheti d'India, 14,333
tino. Spiantato gi il casale, spcltavasi nel
in mandorleti , 155,844 in terreni improdottivi ,
0,143 in suoli di case. Nel suo territorio, contrada (1) Nella Chiesa di S. Maria di Basico in Mes
Galati, una solfara non soggetta ad inondazione sina, meritano attenzione quattro dipinti, cio la
appartenente all' eredit Bulera, e distante 24 mi Nativit, del pennello di Deodato Guinaccia , la
glia dal luogo dell' imbarco dello zolfo. Resurrezione del Rodriquez, l'Immacolata di Ago
(1) Nasce da due capi , uno presso Cablatimi , stino Scilla, ed i Magi di Francesco Comande; gli
l' altro nella pianura dell' llabita. affreschi sono del Turoari.
131
BA BA

1602 a Marcello Cirino crede <li Borgio; per che sembra come capitello, sostiene
ma oggi soggetto a Placido Ruffo , per dall'una e dall'altra parie equilibrati e
drillo della moglie Margherita Cirino. perci solidissimi gli epistilii. Slcndonsi
nasino (s.) Lat. S. Basilius. Sic. S. a) di sopra di grandi sassi per tetto, non
Basiliu (V. D.) Fiume detto Mela da Filippo a volta ma piano , lievemente inclinato
Amico, ma ignorato o tralasciato dal Cili ai Iati esterni, oggi in maggior parte di
berto, che all'ernia esser Mela il Nucito. strutto; rimangono vestigia intorno quei lati
Fazcllo dee. I, lib. 9, cap. 7. Nella spiag d'un condotto, dove incanalavnnsi le ac
gia pi oltre da Castroreale la foce di que piovane. Vcdonsi nell'interno lato orien
vn fiume... detto di S. Basilio dalla Chie- tale delle absidi o nicchie, delle quali in una
siuola di questo nome, colla foce dopo di a destra un tumulo adatto ad accogliere
tua; sgorga dal fianco occidentale del un cadavere; vi si osservano delle pitture
colle dot' fabbricato il villaggio S. Lu che sanno dei tempi moderni, alludenti
cia. Aula il medesimo Amico esserne stata ad imagini sacre e quasi cancellate. Non si
un tempo la foce nel porto di Milazzo; ma sa a qual uso sia stata destinala la grotta
poi costruiti degli argini, mutatone il corso di cui si fatto parola; non avanzano
al lato occidentale di quella citt, da ivi indizii di Chiesa sopra fabbricala , talch
effondersi nel mare. possa dirsi una adunanza sotterranea.
Basilio (S.) Lat. S. Basilius. Sic. S. Sembra del tutto improbabile esservi i
Basiliu (V. N.) Colle del territorio di Len- primi penetrati i cristiani per tema delle
tini, casale una volta, e forse non ignobile persecuzioni , come crede comunemente il
villaggio. I ruderi degni di ammirazione, lo volgo, poich era apertissima; sebbene non
ampio piano che in largo estende il ver si conosca a sufficienza dove tendano i con
tice del colle, il inunilissimo silo, le fre dotti destinati a ricever la pioggia per non
quenti grotte, le piedrc quadrate, e sovra essere intieri, nondimeno, secondo il mio
ogni altro l' amplissima Basilica scavata nel parere, questa cava sotterranea fu prima
la rupe, dove scendesi per gradini dal lato una conserva di acqua e forse poi le ab
australe, innumerevoli vestigia di antichit, ci sidi e le pitture vennero aggiunte dai pietosi
provano essere slato popolalo il luogo, e molto cristiani perch a Chiesa si accomodasse. Sot
famoso appo gli antichi. Vi si gode di una to i Normanni poi villaggio o casale non esi-
prospettiva amenissima, poich si ha sog stiva. Rinvengo concesso dal Re Ruggiero
getto Lcnlini col lago da Mezzogiorno, e lo nel 1137 all'Archimandrita di Messina il
amplissimo territorio di Catania da Greco: n feudo di S. Basilio del Fiume Freddo nel
ardua da ogni parte la salila, eccetto che territorio di Lentini. Nei registri di Re Fede
da Libeccio, dove si vede evidentemente es rico II e di Martino, dicesi soggetto il feudo
sere stata un tempo la strada e l' adito. Lo ad Alafranco e poi ad Antonino di S. Ba
artificio intanto della Basilica sudclta il silio; cognome, che la di lui nobile stirpe
seguente: una gran mole di sassi eguaglia prese da questo territorio, poich nomi-
l'alto vertice del colle, e scavala presenta navasi in prima da Lentini.
come una fossa quadrala divisa qua e col Baaiiuzzo. Lat. Basiluzus. Sic. Basiluz-
ad eguali intervalli da 32 colonne rustica zu (V. D.) Una delle isole Eolie, lleraclco-
mente lavorale; sovrasta una lunga pietra les appellala dai Greci, cio di Ercole dai
trasversale della medesima rozzezza, su Latini. Dista da Lipari verso oriente 10 m.,
cui poggia un'altra sul centro poco pi e quantunque di non pi di due miglia di
piccola, che ferma quella di sotto; quella circuito, adattissima alla cultura. Ne fa
4 32
DA BA

menzione, come osserva Cluverio, l'Itine che d il nome ad una chiesa parrocchiale
rario delle Isole, e la dice collocata tra poco di sopra, nella contrada dei Valenti.
Evonimo e Strongoli. Nel censo del passato secolo scgnaronsi 67
(maria. (V. M.) Foresta o bosco della case, 271 anime, ma 417 ncll ultimo. Ve
Curia; se ne ha menzione nel registro di di per la noia S. Agata dei Batteali.
Federico II, dove dicesi spettare a Giovanni Batti*-ani. Lai. Ballicanis. Sic. Vatli-
Mosca, che posscdcvala a nome di Giaco cani (V. M.) Fiume che nasce dal fonie
mo Chiaramonle. Pagava 43 sculali. Scorciavacca, nel territorio di Corleone;
Battalaro. Lat. Battalarum. (V. DI.) bagna poscia i confini di Contessa, e fe
Casale e Castello spettantcsi una volta al conda il territorio di Torretta, dove arami-
la Chiesa di Morreale, di cui fa menzione ransi
cresciuto
i ruderi
dalle d'una
acque antica
del Bruca
torre,
sbocca
ed nel
ao-
il Re Guglielmo II in un diploma del 1181,
e ne descrive i confini tra Busacchino e Belice (1).
Contessa. Dato egli l'aveva tre anni prima Batto. Lat. Batlum. (V. D.) Casale ap
a Goffredo d Battolavo e per fellonia di lui partenente alla Chiesa di Cefal, in un di
ne diede il Re i beni a quella Chiesa, conce ploma di Martino del 1393 dove registra
dendone il diploma nella festivit dell'Assun i beni di quella.
zione sull'altare, secondo l'antico costume; Bauduno. Lat. Baudunus. (V. N.) Fon
ma essendo Casale compreso nei confini te del Cassibili. Vedi Baiduno.
della Diocesi di Girgcnti, Bartolomeo Ve Baulo. Lai. Bauli fons. Sic. VauluJV.!1.)
scovo di essa cedendo ai suoi drilli , lo Fonte sotto Palazzolo, donde scaturisce il
larg al Rcal Monastero nel 1179. Og fiume Cassibili, da cui dista 3 miglia verso
gi un feudo dell'Arcivescovato di Mor Sud-Est.
reale, nei di cui registri occupa il num. 67; ita tu m>. Lat. Bavusum. Sic. Bavusu
conserva vestigia del castello. (V. D.) Paese detto Bavosa nei Regii Ta
Batte. (V. N.) Villaggio una volta nella bulari!', e Babusa appo Arezzo sul sito della
Diocesi di Siracusa, di cui menzione in Sicilia, che circa le foci di Mile, situato sur
un diploma di Alessandro III dell'anno 1168: un colle rivolto a Nord, signoreggia il sotto
le chiese di Balle e sue pertinenze. Man stante mare. Ha 90 case secondo una nuo
cando oggi buona parte di queste terre, vissima rivista, e 300 abitanti, ma nell'et
ovvero i nomi allora in uso, affalto incerto del Fazello 112 case, 413 abitanti. Fu ono
qual si venisse col nome Balle; diecsi do rato del (itolo di Contado dal Re Filippo
po Palazzolo ; non se ne ha intanto alcun II nel 1390. Vi sorge una sola Chiesa par
vestigio nell'Itinerario Arabo in quei tempi rocchiale dedicata a S. Nicola Vescovo, sog
dettato ; credo adunque sia cogli altri un getta con 11 altre Chiese minori all'Ar
nome corrotto in quel diploma. ciprete di Rametta. Sur un alto pog-
Batteati. Sic. Valliali (V. D.) Villagget- getto levasi un convento di Minori , sotto
lo sotto l'Etna, sopra Catania, di cui era gli Osservanti una volta, oggi solto i Con
una volta municipio, oggi di pertinenza, ventuali, fabbricato sin dal 1386 solto il ti
cogli altri delle contrade medesime, delle
Signorie Massa. Prende la Parrocchia il ti
tolo della SS. Annunziata, ma il patrono fi) D nome ad un ex-feudo con titolo di Du
cato appartenente alla famiglia Termini. Lunp> le
principale degli abitanti il martire S. Lo sue rive era il distrutto castello Thuyrium, e l'an
renzo, di cui celebrasi la festa. Venerano castello
tica borgata
del Conle
Gisia,Raineri.
e sinora vi si vede il cosi dello
anche S. Agata con particolar divozione,
433
BA BA

(olo di S. Maria Annunziata. Ma il Palaz fratello di Girolamo), ottenne le signorie nel


zo del Conte, che sovrasta a tutto il paese, 1670; Principe di Villanuova fu anche co
ha una forma di castello, perloch dicesi stui, e Marchese di Altamira, e con Agaia
Castel Nuovo, cogli onori di Principato, a Amato ed Alitata gener Filippo, che oggi
cui si va per amenissima strada fiancheg si ha il dominio di S. Caterina; nacque da
giata da pioppi ; il Casale altres nel pi lui e da Anna Maria Morso, Gaetano, che
alto sito , presenta il titolo di Marchesato sposata Lucrezia Cardona, onorato dei ti
di Alta mira, talch bella quella contrada toli di Altamira e di Villanova. Profferisco
di Ire titoli. Comprendesi nella comarca no i Conti di Bavuso nel Generale Parla
di Castroreale, e la Prefettura militare di mento del Regno il xxxi voto (1).
Patti e la Diocesi di Messina. Vanta a Pa Bnych. (V. M.) altrimenti Baylh. Torre
trona la Madre di Dio. Il suo territorio ab in una porta di Palermo delta un tempo
bondante in acque, piantato ad albereti dei Patilelli; ancor sorgeva al tempo
fruttiferi, vigne, oliveli e gelsi, poich vi del Fazello, ed oggi corrisponde alia Chiesa
comune l'artificio della seta. Parrocchiale di S. Antonio. Dicevasi fabbri
Appare la prima menzione di Bavuso sot cata a guardia s del destro che del sini
to gli Aragonesi, poich sotto Federico II stro porto, che di l allora stcndevansi, ed
dicesi soggetto agli eredi di Giovanni di Man era scolpita di una iscrizione. Crede fal
na. Compresselo con Monforte Piccola Casta samente Barono, come avvertono il Valguar-
gna Presidente di Sicilia verso i primordii nera, il Di Giovanni e l' Invcgcs, che seguono
del xv secolo, e venne poi soggetto alla il Fazello, essere stata dove oggi l' Ospedale
Curia nel registro di Martino, per Bavuso di S. Giovanni di Dio. La torre di Baych
ed altre terricciuole. Pervenne non lungo scrive il Fazello, nella di cui sommit sus
tempo dopo in nome di dote ai Pulichini, siste scolpita ancora V intiera iscrizione,
e da questi ai Moncada; ma appartenevasi non d'impaccio all'abitazione; ma chi vi
nel 1484 a Lorenzo Marnilo; pass poscia abitava nel 1S3i, rinnovandone il muro
ai Sciocconi, e fu dato per pegno ai Crisap, occidentale, donde comincia la pi famosa
nel 15.30; l' ebbe colla condizione mede via della antica citt, ne traspose le let
sima Guglielmo Spalafora nel 1630, e ce tere incise nel vertice, e molte ne dimez
dette finalmente ai Coltone, poich Andrea z. Riporta l'epigrafe, di cui parla, tradot
di questa famiglia, che avevasi acquistato ta in latino, ed i frammenti in caratteri
Linguagrossa fu detto Barone di Bavuso ; Punici, nel lib. 8, dee. 1, cap. 1. Le pietre
nacque da lui Stefano, nominato Conte nel di che era fabbricata la torre erano di tal
1690; lasci i figli Andrea e Giuseppe, il mole, che tre buoi aggiogati a stento po
quale successe al fratello, morto senza pro
le, e lasci il figlio Girolamo, per volere ti) Oggi un cornane in provincia distretto e
diocesi di Messina, circondario di Gesso (Messina);
del Re Filippo IV Principe di Castelr dista 14 m. dal capo-luogo della provincia, che u
niioro, dei dodici Pari del Regno, grande altres il capo-distretto, 4 dal capo-circondario.
Ammiraglio di Triremi s in Sardegna che Contava nel 1798 soli 543 abitanti, 710 nel 1831,
in Sicilia, e si ebbe in moglie, con per do ed 879 nel fine del 1852. La sna estensione ter
te il Contado di Naso, Flavia Cibo figliuola ritoriale di salme 123,961, cio 3,022 in giardi
ni, 1,540 in canneti, 0,391 in gelseti, 6,616 in se
ed erede di Pietro, donde Giovanni Emma-
minatori! alberali, 26,295 in seminatorii semplici,
mele, il quale sebbene venuto a seconde 12,331 in pascoli, 23,685 in oliveti, 49,643 in vi
nozze, non lasci alcun figliuolo, perloch gneti semplici, 0.438 in boscate. L'aria ne mal
Scipione Coltone figlio di Carlo, (fu questo sana.
134
BA

levano toglierle dal luogo. Venne spiantala noi ionio. Lai. Bcllu Font. Sic. Beddu
nel 1564, per comando di Ih Garzia di To Fonti
Cassibili.
(V. N.)
VediFonte
Baidone.
che sbocca nel flunie
ledo Vicer, in tracciar la Regia strada a
poche altre seconda in Europa, detta del
Sefo figlio di Philipaz non essere ttato fondator
Cassaro, poich gli angoli ne impedivano della torre ma prefetto, donde ardisco affermare,
la direzione. Scrive il Valguarnera esserne aver Palermo anteceduto a Sefo. Gli scrittori che
stato il vero nome Baylh, e corrottamente Gorirono dopo lui seguitarono ciecamente in quella
appellarsi Baych dal Ranzano , qual voce falsa opinione, di lutti il pi accanilo il Can. Do
equivale al latino Domus, come se la sede menico Schiavo, che a stabilire 1' antica interpre
tazione, scagliasi contro il Cluverio , il Retando,
di Sefo di cui parla l' iscrizione (1). l'Assemanni che 1' ebbero candidamente per una
(1) La discussione sull'antichit della Torre di favola; Mariano Valguarnera sebbene abbiane ve
Baych sembraci di importanza non lieve. dessa dute le difficolt, si sforz a tulfuomo a discio
uno di quei monumenti, che fece lambiccare il glierla confermandovisi. tacile abbattere gli ar
cervello ad uomini di alla risma , ad indagarne gomenti del Ranzano. La interpretazione degli Ebrei
la fondazione: non fu scienziato che non yi s' inte una ciancia, una favola ingegnosa. Chi sa a
ressasse, non amatore di cose patrie che fatto non quale privata o pubblica utilit dei Giudei di
avesse le sue indagini. Versavasi tulio l' astruso Palermo, scrive l' eruditissimo Salvatore Morso ,
della questione! in istabilire di quale mano siano poteva servire il lusingare il popolo con idee gran
stati i grandi caratteri, che portava in fronte scol diose dell' antichit della sua patria ; e quando
non fine alcuno particolare abbiali spinti, non ci
pili^ a dedurre da essi una conseguenza sull' ori
palese la superbia loro, che memori dell'antica
gine. Infatti Pietro Ranzano ingannato dai tra
grandezza aspirano sempre ad un ingiganlimento
nelli degli Ebrei, fu di parere ne salisse l'epoca
che non vien conceduto? Mostrar la grandezza
della fondazione, ai Caldei, ai Damasceni, ai Fenici,
della loro nazione , mostrar che erasi estesa per
anzi a non altro egli si appoggia che sulla inter
sino in Sicilia, che aveva signoreggialo, nel loro
pretazione dei caratteri fattane da Ebrei, di cui ri
posa sulla fede; la tradizione dei loro padri sulla tarpalo intendimento esser non poteva una sod-
disfazioue? Gl'ingegni siciliani cercarono intanto
esistenza di essa, un antichissimo codice Ebraico,
dissolversi da una servilit che loro non conveniva;
la interpretazione di un Siro peritissimo , come
s' introdusse Io studio del linguaggio arabico e di-
spacciavasi , nel caldeo, in realt nn impostore,
smagaronsi allora le ebraiche menzogne; messisi in
che arreca come una conferma , un' antica tra
communicazione i nostri cogli scienziati di oltre
duzione con cui tutto combinava, sono per lui
mare, si vide che la iscrizione non era che in
argomenti irrefragabili; e cosi in vero si sarebbero
arabo, non per comune, ma cufico, come scrive
creduli da ognuno, se altro sviluppo in tempi ul
il Torremuzzd: in hoc scriptorum dissidio si meum
teriori non si avesse avuto la faccenda. Non est
licevet proferre judidum. dicerem characteres istos
alias Deus praeter unum Deum , non est alius
non Chaldaicos neque Arabicos comunes esse, seti
potens praeter eumdem Deum, neque est alius
Arabicos reterei, vulgo cuficos diclos..., di quali
Victor praeter eumdem, quem colimus, Deum. Hujus
servivansi in Sicilia i Saraceni a segnare i monu
turris praefectus est Sepho filius Eliphaz. filii Esa,
fratris Jacob, filii Isaac, filii Abraham, et turris menti sacri ed i pubblici , di che vedesi anche
quidem ipsi nomen est Baych, sed turri huic adorno il vertice della Torre della Cuba, volgar
proximae nomen est Pherat, questa la versione mente dei Borgognoni, e di quella di Cefal, e la
che egli ne porla," volendo dedurre l'antichit di Chiesa del Monastero di S. Maria delle Vergini in
Palermo. Tale opinione sembra oggimai certissi
Palermo: saggissimi lettori alla prima comparsa
ma. N Caldei dunque n Ebrei furono i fonda-
risum teneatisl Non tono nostre finzioni, scrive
intanto, rimangono dei pubblici monumenti delle lori della Torre di Baych ; iscrizione e torre fu-
ron opera dei Saraceni invasori. Il Fazello ai di
nostre attestazioni; chi l'avesse per incredibile
cui tempi era ancora in piedi quel monumento,
vengano a periti di caldeo , leggansi da essi le
lettere incise in patrii caratteri, vedranchenon non pol che raccorne un frammento, (che il ri
vana iattanza dei Palermitani il ripetere l'ori manente era perduto) troppo piccolo in vero, ma
gine loro da tre mila e quasi cinquecento anni. da potervisi conoscere il genere dei caratteri;
maggior frammeuto ci fu per tramandato in un
Abbiano intanto riguardo chi han fior di senno,
LE BE 135
Beiice. (V. M.) In antico Belich. Casale neiice. Lat. Belici Arx. Sic. Bilici (V. D.)
Saracenico non lungi dal confluente dei ru
Castello1 sul monte Nebrode, tra Polizzi e
scelli del medesimo nome, ed alla destra Collesano. Al tempo degli Aragonesi appar-
sponda del sinistro Beiice, poich sono due lencvasi a Francesco \entimiglia, che pos
come in appresso diremo, i fiumi Beiice, il sedeva le signorie di tutta la circostante
destro cio ed il mancino. Ne menzione in contrada, e Collesano, alla di cui morte, ce
un privilegio del Conte Ruggiero del 1092; duto al Re, ne lo restitu ai figli cogli altri
dove descrivonsi i confini della Chiesa di villaggi e feudi. Pervenne con Collesano
llazzara, e nei diplomi di Pasquale Rom. nel secolo xv ad Errico Busso, poscia ai
Pont. All'epoca di Guglielmo II non era Cardona e finalmente ai Monlecatino, co
pi. come ricavasi dalle tavole della Chie me parte del Contado di quello. La Signo
sa di Morrcale. Eravi presso, l'Ospedale del ria di Beiice contiene dodici feudi e molto
l'ordine di S. Lazaro, sotto il titolo di S. grandi, dei quali hannosi alcuni Signori
Caterina di Beiice, di cui rimane oggi la particolari, come dir pi in appresso a
Chiesa nella cura d'un Beneficiale eletto suo luogo.
dal Re, d ' un Canonico di Girgenti una volta, elice. Lai. Belicis. Sic. Bilici (V. M.)
coli' annuo provento di circa 500 onze. Il Il destro ed il sinistro, dei quali il pri
territorio d'intorno ancora ritiene il nome mo dicevasi dagli antichi Crimisitts, e sboc
di Beiice, si stende diviso in 4 parti, e con ca nel sinistro, che appellavasi Hypsa, tra
fina con Castelvelrano e Menfri. Abbon Sciacca e l'antica Sclinunte, e precipitane!
da in boschi, ed in gineprai, che aprono mare Libico. Ili entrambi diremo a suo luo
covili alle fiere ed ai cinghiali, alla di cui go. Conserva il destro antichissime mine
caccia si versano i Grandi del Regno. Ap- d'un ponte, che chiedono riparo.
partenevasi un tempo a Matteo di Pcrol- Bella donna. Lat. Pulchra foemina.
lo, comprosselo nel 1573 Carlo di Arago Sic. Bedda li min ina (V.K.) Acquidolto nel ter
na, e ne oggi in potere Fabrizio Pigna- ritorio Siracusano, mentovalo dal Fazello, do
telli Principe di Castelvelrano. ve incanalatisi le acque da Sorlino o Xutino.
Beiiampo. Lat. Belampus. Sic. Bcddu
manoscritto di Marco Antonio Martine! , ed in lampu (V. M.) Monte del territorio di Pa
niwono di entrambi trovanti i nomi di Baych
l'horat , Sefo, Eliphaz, n alcun altro nome proprio; lermo verso Settentrione. sterile e di sco
fu invenzione assolata degli Ebrei , che i padri scesi scogli ricinto, donde ben questo no
nostri , riguardando i lumi di quel secolo , com me gli si compete, poich Belam vale Ste
patibili, s'ingozzarono senza ritegno. Non presenta rile presso i Saraceni. piantalo verso le
al postutto che un accozzamento di espressioni falde, a vigneti edolivclkbenc adallo a Ila cac
alroraniche non est Deus nisi Deus, non est po-
Untia neque forlitudo nisi in Deo forte omnipo- cia. Gli sottost una terra amenissima a col
tnti. dalla sura xxxvm ad Deum quod perti- line, a poggelli, di che a suo luogo diremo.
ntt non est Deus, nisi ipse vivens aeternus, dalla Beiiuori. Lat. Bellifiorcs. Sic. Bcddi-
ra III. Nola altres il sig. Tychsen, leggersi nella fiuri (V. D.) Piccola terra sotto l'Etna, so
lena linea, et trecentum,e le voci di avanti, seb pra Catania, appartenente alla Parrocchia
bene scritte con molla negligenza, permettono ri-
{gersi, anno trigesimo primo, cheinsicmeanno331 di Valverde, da cui disia 600 passi ad O.
dall'era maomettana, in arabo Egira, (952 di G. C.) S. 0, con una Chiesa dedicata a S. Anto
>el quale anno pu credersi essere stata compila. nio di Padova (1).
Prescindendo intanto di Sefo e di tutte le baje e
le fandonie, abbraccio la etimologia sulla voce (1) Oggi aggregata ad Aci S. Antonio in pro
-ai eh, data dal nostro scrittore. vincia di Catania. Ex- feudo della famiglia Higgio.
13G
BE Mi

Bcliucclilo. (V. M.) Casale distrutto flilto e Gactani, maritata nel 1638 a Fnro-
presso Sciacca, nel bosco Rifesi; apparte- ceco Vcnlimigliu Signore di Gratleri e di
nevasi, per dono del Re Guglielmo del 1162, S. Stefano; da questi l'ebbe Gaetano Ven-
alla chiesa di Girgenti. limiglia, e poi il nipote Giuseppe Emma-
Belmonte. Lat. Bcllm mons. Sic. Bcl- nuele nato da Vincenzo Principe di Villa
munli (V. N.) Casale un tempo, secondo d'oro, fratello di Gaetano, e da Marianna
Massa e Silvagio, oggi territorio, volgar Stalella; onorato di varii titoli, inlimo Se
mente appellato feudo Bclmonlino, verso cretano del Re, dei dodici Pari del Regno,
la parte estrema della piana di Catania, sot Pretore di Palermo ben due volte, otten
to i colli di Aidone ad 0. S. 0. Si ap ne di nuovo la facolt di formare un ca
partenne una volta a Giacomo di Mago sale del nome di Belmonte , a qual' uopo,
na, e per fellonia di lui l'ottenne prima radunale poche famiglie, fu il fondatore del
dal Re Martino Giacomo Campolo, poi Leo villaggello che dicesi oggigiorno Mezzagno;
nardo Fossaro , da cui comprosselo nel unito in matrimonio ad Isabella Alliala ,
1407 Giacomo Gravina soprannominalo Pi adorno di prole, si vive oggi in Napoli
no, secretano del Re; l'ebbe da Antonio Gentiluomo di Camera del Re Ferdinando.
Gratina crede di Giacomo Gullierrcs Val Il di lui fratello Salvatore Vescovo di Ca
le nel 1328, da cui dopo 16 anni compros tania (1).
selo Giovanni Ferrara; si fu finalmente nel Beipasso. Lat. Belpassus. Sic. Beddu
1338, sotto il dominio di Francesco Roma passu (V. D.) Terra alle radici australi del
no, che vcndeltelo ad Ambrogio di Santa- l'Etna, detta altrimenti Fenicia Moncada,
pace allora Conte di Rutcra e Marchese di e da gran tempo Mal/passo. E sotto la si
Licodia, donde ne sono oggi Signori i Bran- gnoria dei Moncada Principi di Paterno;
ciforli. pcrloch sono confinanti entrambi i lerri-
Belmonte. Lat. Bclmons. Sic. Bclmun- torii. Essendo stala nel 1669 devastata dal
ti (V. D.) Casale non pi esistente vicino le fiamme dell'Etna, cominci di nuovo a
a Frazzan ed a Mirto , nella parte aqui sorger nel territorio Mezzocampo, e preso
lonare della Sicilia, mentovalo dal Fazel-
10 (1). (1) Oggi nn comune in provincia, distretto, e
Belmonte. Lat. Belmons. Sic. Bclmun- diocesi di Palermo, da cui dista 6 miglia, ed al
trettanti da Misilmeri che ne il capo-circonda
ti o Mizzagnu (V. M.) Possedendo Vincen rio. Dicesi comunemente Mezzagno, e conlava nel
zo Afflitto Cavaliere Palermitano l'estesa 1798 uua popolazione di 930 abitanti, aumentatisi
terra del Mczzagno, ad 8 miglia da Paler sino al 1831 a 2043, e nel fine del 1852 a 32H.
mo, ne impetr dal Re Filippo IV gli ono Vi venne fondala la Chiesa madrice nel 177 da
ri di Principato nel 1627, ed il di lui fi Giuseppe Emmanuele Ventimiglia Principe di Bel-
monle, e la Chiesa del Miseremini nel 18*3 dal
glio Marchese ottenne il dritto di armi, e Palermitano Domenico Corrao. Si venera dagli
la facolt di potervi costruire un Casale abitanti con particolarit il SS. Crocifisso, di cui
sotto nome di Belmonte: morto costui sen celebrano solennemente la festa nel di 3 di mag
za
11 figliuolo
prole, successegli
Vincenzo iledfratello
il nipote
Albano,
Gerardo
cui gio in ogni anno, con concorso del popolo Paler
mitano. L' estensione territoriale di Belmonte di
salme 1957,813, cio 927 in giardini, 2.5G4 in
Melchiorre, che si ebbe ad erede Ninfa Af-
canneti, 446,309 in seminatori! semplici, 1101,46"
in pascoli, 27,013 in oliveti, 12,500 in vigneti al
(v II castello Belmonte, come attesta Luca Bar berati , 120,943 in vigucli semplici, 233,0)3 in
beri nel suo Capibrevio, parlando di Mirto, Capri, sommaccheti, 11,902 in ficheti d'India, 0,175 in
Frazzan e Belmonte, fu riedificato da Federico
di Aragona nel 1396. suoli di case.
137
BE BE

il nome di Terranova e di Fenicia Mon- so mezzogiorno, in ogni modo fertile in bia


cada, come se risorgesse come una Fenice de, e piantalo a vigne dalla parlo di Nord sot
dall'incendio; creduta di aria malsana da to l'Etna, somministra agli abitanti tutto che
gli abitanti, fu abbandonala del lutto quasi necessario al conservamene) della vita (1).
con inlatti gli edifizii, rimanendo deserta Belvedere (V. N.) Piccola terra, Mu
quantunque in regia strada. Prese dunque nicipio di Siracusa, soggella oggigiorno ai
a gara a fabbricarsene un'altra in pi adat Signori Bonanno. Siede in un poggio ap
to silo, lievemente declive verso Sud, ven pellalo Euryolum da Fazello, Mirabella ed
ne chiamata Belpasso sin dal 1095, mu Arezio , dov' era un lempo una rocca : il
tato il nome dell'antica, delta Malpasso. poggio Euriolo , scrive Arezio, con una
Si accrebbe notabilmente in breve tempo, fortezza , secondo narra Livio , or detta
talch prima del quarto lustro della origi Belvedere, mira due mari, quinci il por
ne nel 1713, conlava 773 case, 3426 abit. lo di Tapso, e quindi il porlo di Siracusa:
ed ora 5209. La Chiesa principale , del e Fazello: sopra Epipoli e Labdalo, a circa
titolo dell' Immacolata Concezione della due tadii ad occidente, un poggetlo ri
Tergine, magnificamente fabbricata, sorge pido da ogni parte, appellalo Euriolo da
nel mezzo del paese con dinanzi un am Tucidide... nella sua sommit si scorge
pia piazza; decorata di un Collegio Ca una rocca eretta rozzamente dagli anti
nonico formato da tre Dignit, 12 Alunni chi, oggi in parie diruta, che presenta una
i Mansionari! ; a questi affidala la cura cisterna cavala nel vivo sasso e che si
delle anime, e si commette la potest di gnoreggiando l'amena prospettiva inter
assegnare minori Sacerdoti nelle Chiese del posta tra il Pachino e il Peloro, Belve
S. Salvatore e di S. Antonio, dove anche dere vien dai Siracusani appellala. No
conferisconsi i sacramenli ai fedeli. Cele tai nelle aggiunte al medesimo Storico, non
brasi solcnncmenle una festa con fiere in corrispondere alla magnificenza di Eurialo,
onore della singolare patrona S. Lucia Ver n questa inelegante struttura, n la cisterna
gine e Martire Siracusana, di cui nella chie che rimane; fu di tale ampiezza e talmente
sa maggiore e un'elegante cappella. Altre munita da non aver potuto espugnarsi dall'e
quattro chiese filiali meritano attenzione, sercito romano, che sotto Marcello occupava
destinate a coltivare la piel degli abitanti; Epipoli. Cluverio, seguendo i sullodati scrit
e dal 17... vi sorse un Convento di Minori tori, stabilisce anche Eurialo a Belvedere,
Riformati sotto gli auspicii di S. Antonio e senesi di varie congetture , che vane
di Padova.
A circa 150 passi la villa Borcllo o Stel (1) Oggimai capo-circondario di 2' classe, in
la Aragona, cos detta dalla chiarissima fa provincia, distretto e diocesi di Catania, da cui
miglia dei Duchi di Monlallo, che subro dista to miglia, e 174 da Palermo. Eraue la po
polazione nel 1798 di 511i, di 6533 nel 1831, ed
gala all'antico casale delle Guardie, si ha
attualmente di 7438. Comprendesene il territorio
la Chiesa parrocchiale di S. Maria. Presiede in saline 10611,961, cio 17,506 in orli semplici,
al clero di Belpasso e di Borcllo un Vi 1,426 in canneti, 267,035 in semina lori i alberati,
cario del Vescovo di Catania ; esercita in 5177,1 10 in seminatore semplici, 873,503 in pascoli,
entrambi il Magistrato le parti del Barone, 90,181 in oliveti, 273,297 in vigneti alberati, 241,990
e computansi come una sola terra nella in ficheti d' India ed altro, 1 12,244 in alberi misti,
538,007 in buscale . 1113,241 in culture miste,
Comarca di Catania e nella Prefettura mi 1530,001 in terreni improduttivi , 3,941 in suoli
litare di S. Filippo d'Argir. L'amplissimo di case, 0,250 in camposanto. L'aria ne sana.
territorio slendesi in lungo ed in largo ver- Borcllo un sotto-comune riunito a Belpasso.
18
138
BE BE

dimostrai, affermando col Bonanno essere Belvedere. (V. D.) Nuovo villaggio ver
stalo Eurialo a Mongibellisi. Del resto va so le falde orientali del Mongibello, altri
riando gli scrittori di opinione in assegna menti Piedimonte, di cui diremo in ap
re il vero silo dei luoghi appresso Siracusa, presso.
nulla pu aversi di certo. Il poggio Belve Beribalda. Lat. Perribayda. Sic. Ili-
dere sembra al Gaelani ed allo stesso Bo ribaida (V. M.) Castello a piedi di un col
nanno il colle Temenite mentovato da Tu le verso tramontana, dove sono vestigia di
cidide. IVarrasi esservi stalo un tempo un una distrutta rocca appellala Castellacelo. 11
bosco sacro, ed un tempio dedicato ad Apol colle diecsi volgarmente Cozzo, nel territo
line. Sotto la diruta rocca siede adunque rio di Mazzara , presso il promontorio di
oggid il villaggetto , la di cui unica Chiesa Tre fontane, o di Granitoli. mentovalo nei
parrocchiale sacra a S. Maria della Con regii libri il bosco Beribaida, dove sorge
solazione, ed ha soggetta quella di S. Pao un castello, appartencntcsi solto gli-Aragonc-
lo di cui ora han cura gli cremiti. Scrive si a Tommaso Corano, e per di lui fellonia
il Pirri essere stala la prima conceduta da dato allo spagnuolo Graziano de Xuar, po
principio ai frati Agostiniani, ma poi cedet scia a Garsia figlio di lui, .altrimenti (lar-
te alla cura d' un Sacerdote Beneficiale. Ri- siolto. Succedette a costui la figliuola Gio
conosce la sua origine questa piccola terra vanna, alla di cui morte, senza prole es
circa il 1030, quando Giuseppe Bonanno sendo, ne invest il Be Federico III nel
Principe di Linguagrossa ottenne poter co 1350 Perrone Gioeni, riggellando Preziosa
struire un casale nella contrada Carancino e moglie di Garsia, e la sorella di lui Sere
Belvedere, tuttavia sotto la siracusana giu na, dimoranti nella Spagna. Pass da Per
risdizione. Nacquero da Giuseppe e Corne rone a Bartolomeo, che vcndetlelo nel 1399
lia Scllinio Francesco e Vincenzo, dei quali a Ferrcri di Ferreri, donde l'ottenne An
il primo mor senza prole, ebbesi l'altro tonio di Plaju coli' obbligo di assumere co
da Angela Grimaldi il figliuolo Domenico, gnome ed armi, confermando il Re Marti
da cui e Dorolca Kava nacque Vincenzo II; no. Succedette ad Anioni morto senza fi
men costui in moglie Bosa Mugnos, donde gliuoli, Serena nata da Ferreri e moglie di
nacque Giuseppe fallo padre da Giulia Fi- Guglielmo Invegcs; a questa la figliuola Mar-
lingeri al vivente Vincenzo III marito di gheritd, che prese a marito Giannotto di Mari
Vittoria Vanni, ricco in prole, Principe di no e diecsi confermata da Alfonso nel H53:
Linguagrossa, e Signore di Carancino, Bel nato da questi Melchiorre, ebbesi ad erede
vedere, Bulgareno, ed Alcimusa. La prin Giovannclla, unita in prime nozze a Pietro
cipale patrona del villaggio si S. Anna Sobia, a Bernardino di Termini in secon
madre della B. Vergine. Numcraronsi nel de. Da lui nacque Antoni, oggi xn Baro
l'ultimo censo 366 abitanti che godono dei ne di Beribaida, Principe di Castellermini,
privilegii di Siracusa. Leggemmo aver con Conte d'Isncilo, e per drillo della moglie
cesso la Begina Bianca, cui appartenevasi Si
racusa, il feudo di Carancino e di Belvedere a distante da Palermo 145 m. Ne fu calcolata la po
Giuseppe Arezio nel 1406; dagli Arczio pass polazione nel 1708 per 400 abitanti; prima del 1831
finalmente ai Bonanno, ed entrambe queste venne aggregalo al comune di Siracusa, e conlava
famiglie fioriscono tra le pi nobili diSiracusa, 650 vite, e 727 nel Gne del 1858. Vennevi nel 18*0
portato a compimento un camposanto, con cap
e splendidamente sin oggi si sostengono (1). pella corrispondente. Se ne computa con Siracusa
(1; Oggid un sollo-comune in provincia di l'estensione territoriale, e sulle sue allure posto
Noto, diilretto, diocesi e circondario di Siracusa, un telegrafo.
139
BEDaucina e di Monte-
Eleonora, Signore di BI
Biagio (S.) Lat. S. Blasim. Sic. S. Brasi
maggiore. (V. M.) Nuovo villaggio, appartcncnlesi ai
Bcrmiiuco. Lat. Bermisuci. Sic. Ver- Joppulo, nella diocesi di Girgenti, confinan
misucu (V. M.) Casale di Pietro di Moach, te a Sud colla contrada di Stiler; costa
sotto Federico II, che possedeva altres di 400 case e 1700 abitanti, sin dal 1650
Sorlino ed altre terre, come diremo a suo onorato del titolo di Ducalo. L'elegante
luogo. chiesa parrocchiale dedicata al tutelare S.
Belluno, Lat. Bivianum. Sic. Vivianu Biagio Vesc, sotto la cura d'un Arciprete,
(V.
vasi,M.)
sotto
Castello
Martino,
e aCasale,
Guglielmo
che dinppartene-
Monteca- con una sufTraganca. Il palazzo del Barone
sorge decenlissimo. Il grande territorio ir
tino con Camerata e la rocca di Pictramotla, rigato da acque, ferace in biade, unilo ad
nel territorio di Castronuovo. un altro spetlanlcsi a Cianciana o S. An
neviere di Leni ini. (V. K.) Vedi len- tonio, anche di dritto della famiglia Jop
tini (Lago di). pulo, apparlenevasi un tempo a Giovanni
Bevuto. Lat. Buyhutus. Sic. Vivutu Gerardi. Nel 1666 comprosselo Diego Jop
(V. N.) Fonte di nome saraceno, che man pulo da Girolamo Ficarra , ed impetrata
da fuori acqua adattissima a rammorbidire la facolt a poler congregar di gente, no
il ventre, presso la spiaggia, nel lato orien minato poco avanti 1 Duca di S. Biagio, at
tale del promontorio Pachino, dov' una tribu al nuovo villaggio il nome medesimo
cala delta Porlicello , tra la foce del- del S. Vescovo. Sostenne Diego le prime
l'Eloro ed il porto Vindicari. liminovi altri cariche nel Begno, ed eletto Beggenle d'Ita
ruscelli in Sicilia della medesima propriet lia, egregiamente si a questo soddisfece per
e dello stesso nome , dei quali principale molli anni, come agli altri ministeri; nac
quel di Termini Imerese. que da lui e da Sigismonda D'Onofrio, An
Bevalo. Lat, Buyhutus. Sic. Vivutu tonio Giuseppe , che fu Regio Razionale
(V. M.) Fonte appresso Termini, donde sca e Pretore; unilo in matrimonio ad Antonina
turiscono acque salutari, principalmente a Gianguercio gener Pietro, da cui, con la
malattie cutanee. Altre due ce ne hanno moglie Agata Spadafora, nacquero Anto
del medesimo nome nel territorio di Pa nino e Ludovico; il primo si inori senza
lermo, Bagheria, sotto il colle Bongiordano prole, perloch Ludovico nel 1716 diven
o Portella di mare, non dissimili di natu ne Duca di S. Biagio; colonnello di
ra e d'indole, dei quali uno, testimonio un'ala di cavalleria, ascritto trai Grandi di
l'Inveges, abbonda prima del sorgere del Spagna, cadde valorosamente combattendo
sole in acque oleaginose; le ha l'altro contro i Mori in Orano nel 1732; marito
zolfuree. Trovolle salutari Giacomo Adria, ad Isabella Pescatore Matrona Spagnuola
peritissimo medico, che ne ebbe esperienza gener Pietro II, che vive oggi in Madrid.
dalla guarigione di varie malattie (1). Si ha nel Parlamento di Sicilia il xx po
(I) Le acqne del Bevuto presso Termini sono sto, e gode del dritto di spada (1).
Della contrada cui danno il uomo, non lungi dalle
orientali radici del monte Pulieri , lontane dalla co, carbonaio di calce, carbonato di magnesia, sol
citt un '/> m'glio circa. Parte se ne serbano in falo di calce, sostanze organiche, muriatodi magne
un pozzo, parte sgorga/io in una vasca destinata sia, solfato di magnesia, murialo di aoda, secondo
ad ioalBare i giardini. Tra l'uno e l'altra vi ba Puritano.
breve distanza. Sono limpidissime e trasparenti, ma (1) Oggid un comune in provincia e diocesi
prive di odore e non molto graie al gusto. Segnano la di Girgenti, da cui dista 9 miglia e mezzo, di-
temperatura ordinaria, e contengono acido carboni- tiretto di Bivona da cui dista 9 za. , circondario
140
BI BI

Biagio (S.) (Fiume di) Lai. S. Blasius grarono dall'Epiro in Sicilia colonie di Gre
Sic. S. Brasi (V. M.) Scorre ad Oriente ver ci, molestate dai Turchi, come dir a suf
so Girgenli, sotto la quale cill mescolan ficienza parlando della Piana dei Greci. Im
dosi al fumoso fiume Drago, assunto il no petrato il terreno alcuni di essi dal Conte
me di Agraganle, sbocca nel mare Africa di Adern, costruirono piccole case in pri
no; il luogo diecsi Buccello. Fu appicca ma, in una lietissima irrigata pianura, incli
to quel nome al fiume che scaturisce dal nala verso Sud, e adorna a Nord di basse
le sorgenti dei colli vicini, dal territorio e collinette; vi si accrebbero a poco a poco, c
la chiesiuola dedicata al Vescovo S. Biagio. lasciato il greco rito, si appigliarono al lati
Poi dicesi anche di S. Benedetto, dalla no. Vi ha il tempio principale, unico par
contrada dello slesso nome, e dalle acque rocchiale, dedicato alla Madonna della Li
che ne sgorgano. Falsamente Cluverio e mosina, molto elegante, e posto nel sito il
Massa confondono il S. Biagio col fiume pi elevalo a Nord. Slcndonsi poi delle
di Naso, che scorre come diremo a suo case private, in alcune delle quali non
luogo, a quattro miglia da Girgenli; preci si desidera gusto. La grande via da Oriente
pita nel mare, di l dal promontorio Pun ad Occidente ha nel centro il mercato, e
ta Bianca, donde sono discoste le sorgenti. termina con una piazza, dove il convento
Traggittasi per un ponte presso la citt, e dei Minori Biformali, fondato dal 1684 sot
nella state quasi secca del lutto. to gli auspicii di S. Antonio. Sodo il mer
Blanravllla. Lat. Albavilla. Sic. Bran- cato la decenlissima chiesa della Vergine
cavilla (V. D.) Terra dei Greci Albanesi una Annunziala con largo, data una volta dal pio
volta da cui prende del pari il nome di Gre Sacerdote Giuseppe Piccione fondatore, ai
ci. Sorge sotto l'Etna verso Sud-Ovcst, nel ! novizii Paololli, che abbandonatala poco fa,
territorio di Adorn detto Callicari, da gran pass a Sacerdoti, che ne han cura del cul
tempo come un municipio di questa citt to. Sorse anche in questo secolo un mo
e del Contado, donde disia due miglia. Si nastero di Vergini presso la Chiesa mag
ebbe origine verso il 1480, quando emi giore. Conta finalmente il paese quattro
chiese filiali destinale a Confralernil. L'an
di Camerata, da cui disia 8 miglia, e 58 da tico tutelare il Martire S. Zenone; ma ce
Palermo. Vi fiori iicllo scorcio del passato secolo lebrasi con gran pompa la festa di S. Pla
il P. Fedele Cappuccino pittore e poeta dramma cido Abate dagli abitanti nel d 5 ottobre, e
tico dod volgare ; fu socio di varie accademie in come Patrono lo venerano. Va soggetto il
Roma ed in altre cospicue citt , e ci lasci un clero al Vicario del Vescovo di Catania: tie
dramma Sul martirio di S. Biagio , ed altro sul ne proprio Magistrato Civile dal 1680, men
figliuol prodigo, nei quali da correggere l' in
troduzione del burlesco a cose affatto gravi ; nei tre dal principio della fondazione compren-
Dialoghi familiari sulla pittura scorgesi molta devasi nel contado di Adorn, soggellone b
perizia in alcune dimostrazioni, ma perdesi spesso ministri. Il primo censo del 1652 mostr
in inezie fanciullesche. Nel convento dei Cappuc 576 case, 2241 abitanti, conlaronsi nel 1713,
cini in Palermo sono alcune sue tele. Comprende
il territorio di S. Biagio salme 2276,155, cio 4,898 1128 case, 4202 abit. ed ultimamente 5307.
in giardini, 17,820 in seminotorii irrigui, 45,954 Il piccolo territorio inaffiato di abbondan
in seminatori'! alberali , 1636,163 in seminalorii tissime acque dalle colline del Mongibcllo,
semplici, 461,212 in pascoli, 16,841 in oliveti, diviso per mezzo dal castello di S. Filippo
55,212 in vigneti semplici, 31,654 in mandorleti, 1 ferace in biade, piantalo a vigneti dalla
6,401 in suoli di case. Ne ascendeva la popolazione parte di Sud, sovrasta ai campi stendenti
nel 1798 a 2500, a 1911 nel 1831, e nel fine del
per le rive del Simulo; e da questa parte
1852 a 2135.
BI BI 141

perci magnifico riesce il prospetto del pae no i frali eremili di S. Agostino. Ma la


se, che collocato al medesimo grado di crederei piuttosto distante da Siracusa, poi
longitudine c latitudine che Adrano. Ne ch ne sono mentovale insieme per la dedi
enuncia il Mongitorc nella sua Biblioteca, cazione, le chiese di S. Niccol di Busccmi
Francesco Gemma, che pubblic un poema e di S. Niccol di Palazzolo, sile nelle ter
sull'incendio dell'Etna, e Giacomo figlio di re del medesimo nome. La terra Bibino era
lui, versato anche nella poesia (1). altronde vicina a Palazzolo, ed ivi fu un
Bianco. Lat. Album. Sic. Brancu (V. M.) casale con la chiesa di S. Lorenzo. Se ne
Promontorio che si avanza tra la foce del fa menzione in un diploma di Tancredi con
fiume Alico o Platani , ed il lido di Sicu- te di Siracusa: concedo finalmente il ca
liana, nel lato meridionale dell'isola. Eravi sale de Montanis, che volgarmente dicesi
un tempo da presso Macara, poi Minoa, e Bibino.
finalmente Eraclea, di che dir , n man mai. Lat. Bidis, Bidum, Bidinum(\.fl.)
cano i ruderi di un grande acquidotto ap- Antica citt, per sola congettura collocata
partenentesi a quest'ultima. Una torre di da Arezzo, Fazello , ed altri , nel territo
guardia fabbricatavi sopra scosese rupi ap rio di Siracusa. Colloca Cicerone poco di
pare da lontano. Poi la valle di HJalpasso stante da Siracusa la gente Bidena , e
con un rivo di acqua dolce, la grotta del scrirene della patria: piccola citt del
Bue Marino, altri scoscendimenti, e la torre ta Bidi , ora territorio di Bigeni , tra
Marinata, di lutto il che a suo luogo diremo. Tapso ed Eurialo, dov' una piramide
Bibino. Lat. Bibinum (V. N.) Leggesi rovinala in parte. Sono queste parole di
nel catalogo di Scobari di Bartolomeo lxiv Arezzo che altrove tuttavia aveva scritto: t
Vescovo di Siracusa: dedic la chiesa di popoli Bideni, la di cui citt che di
S. Ihccolb di Btiscemi, e quella di S. Lo cesi oggi Vizini , non ignobile. Fazello
renzo di Bibino; questa, dice il Pirri, forse poi : appresso il distrutto Caslelluccio
Tu al di fuori dalle mura di Siracusa, vi una citt , dove sorge una Chiesa in
cino a quella di S. Ippolito, che ora si han- titolata a S. Giovanni di Bidini ; dubito
non sia Bidi piccola citt, e non lungi da
(1) Questo Comune che faceva parte del circon Siracusa, come afferma Cicerone. Se
dario di Adorn, fu creato capo-luogo di circon guendo Fazello il Cluverio : vi hanno
dario con Beat Decreto del 30 settembre 1839 ; nel territorio di Siracusa rimasugli di
indi con Real Rescritto del 18 agosto 1841 fa ele antica terra, a circa 13 miglia dalla
vilo dalla 3* alla 2a classe. Comprendesi nella
provincia distretto diocesi di Catania da cui di citt , verso scirocco , con un tempio
lli 22 miglia e mezzo , 150 miglia e mezzo da detto volgarmente di S. Giovanni di Bi
Palermo. Oggi ne decorala la Madrice d'un col dini. Con entrambi si accorda il Mirabella;
legio di Canonici insigniti , che vi esercitano gli Bonanno tuttavia crede costruita la Chiesa
uffici i divini. La popolazione ne ascendeva nel di S. Giovanni, nel territorio Bibino, di
ITO a 5870, a 10382 nel 1831, ad 11166 nel fine
del 1852. Ha un territorio di salme 3656,182, cio cui dicemmo, ed menzione nei registri
',681 in giardini , 0,814 in canneti , 210,423 in di Federico II, e di Martino. Possedeva sot
Kroinatorii irrigui , 353,899 in seminalorii albe to Federico , la terra di Palazzolo ed il
rali, 854,421 in seminalorii semplici , 632,077 in feudo di Bibino, l'erede di Guglielmo Ca-
[coli, 10346 in oliveli 453,026 in vigneti albe slillar, e sotto Martino Alberto di Sodio.
rali. 63,051 in ficheti d'India, 157,938 in alberi
39,605 in castagneti, 276 in boscate , 508 Ignazio Nolo scrive nella sua storia di Vi
"> collare miste, 2,802 in suoli di case, 0,094 in zini, tulli costoro ingannarsi (V. Vizini).
camposanto. Molte cose narra Tullio di Epicrate citta-
142
BI BI

dino di Cidi , c della sua pingue eredit, Bidio.Lnt. Bidiim{\.D.) Castello. L'Epi-
che giusta le leggi della citt conseguir tomalore di Stefano, scrive Cluverio nel lib.
doveva , e di Verre finalmente contro di 2, cap. 6 , soggiungo dopo Bidi, ci ha un
lui, con quai tranelli spoglialo ne l'aves
se (1). miglia. Scrivendo Cicerone. Bidi non lungi da Si
racusa, non vuole con ci significarci, se non che
distante dal territorio siracusano, non solo per la
(I) Un detto di Tallio mise in isconvolgimenlo ragione Budella, ma poich se giusta Fazello avesse
scrittori di polso in fatto di cose sicole sul sito di voluto additarla dove oggi la Chiesa di S. Giovanni
Bidi. Fazello Irai primi, e seco Ini Cluverio, Mira di Bidini, avrebbe scritto nell'agro siracusano, e
bella, Arezzo, Pirri, appoggiandosi all'autorit di non gi non lungi da Siracusa. Posto ci come,
Cicerone, dissero Bidi vicina a Siracusa. Non fu ripigliar si potrebbe, pu ammettersi Vizini fon
rono tutti per di pari sentimento, in istabilirla in data sulle rovine di Bidi, mentre dista ben 30 mi
parte medesima: dubit il Fazello, sia stala quel glia da Siracusa! il non longe di Cicerone non pu
ruinalo villaggetto 15 miglia distante da Siracusa indicar distanza si grande; rispondo a ci colle
verso Occidente, dove vedesi oggi una Chiesa de parole del Bonanno, il quale di lutto avendo du
dicata a S. Giovanni di Bidini; e poi scrive di bitalo, volle anche mettere in dubbio colesla ob
Tizini; Vizini citt di nuovo nome e grande, do biezione; dubbio, scrive infalli, se Bidis debbasi
ve, come dicemmo altrove, ha origine il Dirillo. annoverare trai luoghi appartenentisi a notizie
Ne sono seguaci fedelissimi il Cluverio ed il Mi siracusane, quantunque dica Tullio nella 2 azioni
rabella ; non cosi dell'Arezzo il quale dice di Bidi, contro Verre. Bidis oppidulum est tenue, sane
essere ora l'agro Bigeni tra il Tapso e l'Eurialo, nou longe a Syracusis: perch molte altre citt
dov' una piramide rovinata in parte. Non so lontanissime da Siracusa, com' Camerino distante
intanto per quale istantaneo cambiamento poi scri quasi ben 60 miglia, detta da Vibio vicina a
va: : popoli Bideni, la citt non ignobile dei quali Siracusa, cosi insiememente l' Eloro vien detto da
ora Bixini, vicina a Licodia. Del pari il Pirri, Plinio non lungi da Siracusa, e pur sappiamo eh*
il quale avendoci prima conlradello, scrive poi nei la distanza che se ne intramette non i men di SO
suoi sinonimi: Bides-dis Bidenum-hi Bizinium-nis miglia. Se Plinio dunque e Vibio servironsi della
Ag. Bidenus Cic. Bizinensis. Riguardo alla opi frase non longe per additare una disianza maggiore
nione del Bonanno finalmente, dico che nesso di di 30 miglia, o quasi uguale, e se fu un vezzo del
sorta non pu dedursi dal suo discorso; ti mette l' idioma Ialino, come non pot in simile circo
in dubbio ogni cosa, e nulla al fin dei conti ti stanza Cicerone servirsene? e non 1' adopr il
conchiude. Coloro che slimarono esser sorta Bidi medesimo Fazello per additare una distanza di 27
nel territorio di Siracusa , tutti si appoggiarono miglia, quanti ne passano da Siracusa a Buccheri?
all'autorit di Cicerone, ma se badato bene aves interea Buxema, Palazolus, Sortinum, Ferula et
sero a ci che egli in appresso ne dice , cio , si Bucherium, oppida non longe a Syracusis medi
intestata essel mortua, Epicratem Bidinorum legi- terranea, metu belli, Jacopo regi deditionem. fe-
bus haeredem esse oporteret, avrebbero ricavalo, es cerunt. Faz. dee. 2, lib. 9, cap, 3, voi. 3, pag. 59
sersi governala Bidi con altre leggi che non quelle ediz. lat. 17*9. Un altro contrario argomento ci
di Siracusa , onde sorger non poteva nel territo si mette intanto dinanzi, fondato sul nome; qual
rio siracusano, poich se stato lo fosse, doveva es somiglianza pu scorgersi, ci dice Fazello, Ira il
sere soggetta alla capitale, ne una citt, piccola in nome di Vizini, e quello di Bidi? e calza qui l'os
paragone di Siracusa, avrebbe polulo emanciparsene servazione del Tardia nelle sue annotazioni alla
dalla giurisdizione. Siracusa, e chi lo ignora I, era la descrizione della Sicilia di Scherif Elidris: essendo
prima delle citt siciliane, e che a dir di Straberne pur forti le ragioni del P. JV'oto contro del Bonanno
vantava un circuito di 180 stadi, cio di ben 31 e del Cluverio, bisogna confessare che in Vizini
miglio , senza comprese le citt suburbane , e di deve riconoscersi V antica Bidi. lo da mio canto
ci argomento la distanza che s'intraraelte tra vi aggiungo, come facilmente da Bidi potettero i
Palazzolo e Siracusa; Palazzolo che risorta dalle Saraceni formar Vizini, fra le quali voci appresso
mine di Acre dista quasi 20 miglia da Siracusa; gli Arabi vi la sola differenza di un punto; poi
ed Acro secondo Tucidide, era un'antica citt del ch la D e la Z dei latini dagli Arabi si scrivono
l' agro siracusano; certo dunque che per lo meno collo slesso elemento, con la sola differenza di un
>1 territorio di si gigantesca citt estendeva a 20 punto, luna cio il Dhal j l'altra cio il Lrhsal j
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altro castello detto Bidio, nel territorio di gannasi a partito , poich varie comune
Taormina. Ne incerto il sito particolare, mente se ne scorgono. Del resto Mola sopra
poich non se ne ha memoria alcuna presso Taormina, detta antica dal Fazello ed ines
gli antichi. Opina il medesimo autore, es pugnabile pel sito, forse fu Bidio.
sere stato dove oggi Mascali , ed io come Blfara (V. 51.) Un tempo Castello Sa
a suo luogo prover, mi penso esser ivi raceni in Val di Mazzera, espugnato nel
sorta Gallipoli ; n vestigia di sorla di 1086, come scrive Malalcrra, dal Conte Rug
luogo antico, soggiunge egli, rintengonsi giero con le altre terre, Karo, Sutcra e Li-
oggid nel territorio di Taormina; ma in- cala, nella medesima regione. Dicesi anche
Rogai Bifara. Sorge allualmente Bifora
nuovo villaggetto nel territorio dello stesso
r .V vi si pot aggiungere pel Tanuin, ossia Nunna-
(l'one , cio il segno finale della reduplicazione
nome, detto anche di Licata, poich molto
itila mozione , e coti formassi da Bidi , Bixini , non ne distante, e dicesi sostituito allo
che io interpetro vetusta, squallida dalla voce oj antico castello. Vi ha unica Chiesa con un
Badhson , forse scorgevansi allora le rovine del- Sacerdote che esercita le veci del Vescovo
X antica citt desolata. Domando intanto come di Girgenti. Costa di 30 case e 70 abitanti.
pu dirsi nuovo il nome di Vizini da Fazello Sul principio del secolo xv il feudo Bi
scrittore del 1500 , se questo si aveva la citt ai
tempi dei Saraceni!, del che ci provala descri-
fara, nel territorio di Licata, appnrlcnevasi
sioiu della Sicilia cavala dalla Geografia Nubiese, a Bernardo Villardila, o come leggesi nel
e la Geografia della Sicilia sotto gli Arabi , opere Registro del 1408, a Berengario, che an
inserite nella raccolta delle cose arabe del Gre che colla moglie possedeva la terra di Fa
gorio; io ambe le quali si fa menzione di Vizini varella. Scrive il Salvira essere siali sotto
eoo qoesto nome attuale, (Gregorio rerum Arabi-
carum ampia collectio pag, 40 e 223 edit. Panor-
Martino questi terrilorii di Bifara e di Fa
mi 1790). Ma interroghiamo il territorio della varella, di Calcerando Mugnos; ma notasi
nostra Vizini , offuscato dalla caligine degli anni, nel censo la moglie di Berengario. L' ot
in muta obblivione abbandonato; svariati monu tenne per dote Ruggiero di Monafria milite
menti d'antichit, urne, lacrimatoi, vasi, mo e famigliare di quel Re, la di cui pronipote
nili, idoletli , lucerne , masserizie in argilla, me
Palina, sorella di Andrea di Monafria,s spo
daglie, tutto pel nostro assunto; di quale antica
citt si ha menzione nel territorio di Vizini se s col Cav. Ludovico Bugilo di Licata. Fu
queste
non solamente
anticagliedi, Bidi!
se nona quale
a Bidi citt
, si adunque
apparten Signore dopo di questi Andrea di Bifara,
che unilo in matrimonio ad Antonia Valle
gono! Abbattuta cosi la opinione del Fazello , ca calanese, gener Mario, da cui e da An
dano quelle parimenti dei seguaci suoi. Cluverio
tonia Gravina dei Marchesi di. Francofonte
lo segui alla lettera, Mirabella del pari , Arezzo
vide la insufficienza degli argomenti e si ripigli, nacque Francesco, dei sei Pari di Paler
coma altres Pirri. Aderisce alla nostra opinione mo, ed Ottavio, il quale ottenne le prime
ina schiera di saggissimi storici, Manrolico, Massa, cariche governative in Catania dove pro
il nostro Autore , Ferrarlo, Masbel , Villabianca, pag la sua famiglia; si ebbe Francesco,
Borignr, Pasqualino, Ortolani, Carta, e l'Abate il figlio Mario 11, versato nelle belle arti e
Girolamo Dimarzo-Ferro nel suo Discorso sull'an
tica Bidi.
nelle scienze, marito a Rosalia Serovira si
Nulla intanto ci abbiamo di certo sulla origine gnora di Fiume Salso, dove nacque Fran
di Bidi. Dalle molte grotte a forma di case, a due cesco Vincenzo detto primo Marchese di
pni, ed anche in alcune a tre, dentro l'attuale Bifara nel 1638; quantunque leggasi al
Vizini, nella parte principalmente che attacca le
trove, nei diplomi di Filippo IV, anche de
lotiche alle moderne fabbriche , mio sospetto
rimontarne l'origine sino ai sicoli: ne lascio al corato Mario di questa dignit. Francesco
Leoigno lettor il giudicarne. Vincenzo si ebbe da Raffaella Scammacca
1U
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Principessa di Alcara il figlio Mario in, che Bigemi, e nei Regii libri Libigini. Casale
fu perci Marchese di Bifora, Signore di e feudo speltanlesi una volta ai Montaper-
Alcara e primo Duca di Casalmonaco. Nac lo, nel territorio di N'aro , dove oggi Co-
que da Mario ed Anna Platanione Emma slroftlippo. Male confondesi da alcuni colla
nuel Francesco oggi vivente ed unito in rocca Bigeni presso Parlanna di cui di so
matrimonio a Stefania Gisulfo. E pingue il pra si disse.
terreno di Bifora , bene irrigato , quindi Biiiicmi. Lat. Billiemis. Sic. Biddie-
ubertosissimo in biade, ed abbondante in mi (V. M.) Alla montagna dell'agro Paler
pascoli (1). mitano ed acclive nella parte principal
Bisenl. Lai. Bigini. Sic. Bigini (V. M.) mente che guarda Palermo, cio la meri
Rocca mentovata dal Fazello Dee. 1, lib. 10, dionale, piantata a vigneti, alberi, ulivi;
sul dosso di un colle elevato, a circa due e Bclecm suona fertile presso i Saraceni.
miglia verso mezzogiorno da Parlanna, so Sorge a Nord appresso Bclampo, con alle
pra l'antica citt di Selinunle , le di cui radici la cala marillima Sferra-cavallo, e
rovine vengono oggi dette Terre dei Pulci. non lungi dalla spiaggia l' Isola delle Fe-
Vi ha una sorgente sotto la collina delta minc. Famigerate ne sono le pietraje, don
anche Bigeni , che scarica le sue acque de vennero cavate le gigantesche colonne
abbondanti nel fiume Madiuno o Sclino , che adornano principalmente il tempio di
le quali un tempo incanalavansi per acqui- S. Giuseppe in Palermo , e nel regno di
dotti, dei quali rimangono ancora vestigia Napoli ammirevoli per numero e mole, so
non ostante l'ingiuria dei tempi. Giacomo stengono i grandiosi portici del magnifico
Adria nella Topografia della Valle di Maz- Palazzo regale in Caserta. Apronsi nel mon
zara, fa menzione di Bigeni come villag- te profonde grotte, dove attesta Carlo Ven-
getlo, con un fortissimo castello; vi ha timiglia, non una volta sola essersi trovate
un fonte di acqua viva che scorre per un ossa di giganti.
canale di piombo. Fu il fondatore di Bimari. Lai. Bimaris (V. D.) Monte,
questa terricciuola Antonio da Ponte, che volgarmente Dinnamari. dagli antichi Sa
per facolt di Carlo Re ed Imperatore, es turnio, sulla spiaggia di Messina, cos detto
sendo quasi perita la ristor. Ci ha un perch dalla sua pi alla vedetta, secondo
vivajo nella contrada, dove deliziosa alcuni, sovraneggia due mari, il Tirreno ed
mente nutresi ogni genere di pesci, con il ionio. parere per di altri dirsi Din
anche delle alosc. Ma nell' et del Fa namari, o monte delle damme, perch le
zello, che visse poco dopo dell'Adria non sue parti selvose e scoscese abbondano in
rimaneva vestigio di Casale. stato oggi damme. Da Diodoro poi dello Calcidico,
ccnsualo il territorio al Collegio di Salerai Dimoiavi dal Fazello. Afferma Briezio es
della Compagnia di Ces. sere rivolto al Peloro, ma lo verso mez
Blgcm. Lai. Biginis (V. M.) Altrimenti zogiorno il nostro Nettunio; il Peloro, sol
fi) un totlo comune aggregato a Campobello levasi a Nord-Ovest. I fiumi altronde sepa
di Licata, in provincia, distretto o diocesi di Gir- ranti, quantunque sembrano unirsi. Dove
genti, circondario di Ravauusa, distante 90 miglia un'antica vedetta, fabbricarono gli abitanti
da Palermo, 6 del mare, e situato in una pia una Chiesa alla B. Vergine, che ancor si
nura di aria malsana, con sole 66 anime, ed un
rimane, con somma piet frequentata (1).
territorio di 765 salme. Vi ha una zolfara non
soggetta ad inondazione denominata Di-bella, a 6
miglia dal punto dell'imbarco, limitrofa ai terreni fi) Contiene questo monte, dei marmi, e varii
coltivali, con zolfi di z* qualit. minerali ed insetti, e principalmeute bellissime
l'ili)

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Blrgl. Lat. Birgis- Sic. Birgi(V. M.) Fiu armi del Barone, che era da gran tempo
me, che l' antico Acitio. Slima Cluverio es della famiglia Castelli; ma sono piane e
ser Acilio il Carrabi, ma notai di sopra esse rette sin dal nuovo tremuoto le vie alle
re stato questo da molli degli antichi ap quali corrisponde il Castello o il Palazzo
pellalo Ali. Secondo il Fazello si ha il Birgi del Principe, cui si sta presso la elegan
due sorgenti che spicciano a 6 miglia verso tissima Abadiale Chiesa di S. Giuseppe
Settentrione d- ila citt di Salcmi, delle qua adorna di colonne, fondata da Agatino Pa
li dicesi una di S. Giorgio, di Mangiadaino terno, riservato a se ed ai suoi il dritto
l'altra; accresciuto poi da svariate acque, di patronato, di scegliere l'Abate dalla pro
scorrendo a rao' di falce Ira Marsala e Tra pria famiglia. La Chiesa maggiore parroc
pani, sbocca nel mare. Irrigando nell'est ha
chiale
suffraganea
dedicata aquella
S. Maria
di S.della
Antonio,
Grazia,
cons
le circostanti terre, quasi a piede asciutto
si tragitta vicino alle foci, ma diviene for ceduta una volta dal Principe ai Carmeli
midabile nell' inverno ed inonda i campi. tani, i quali avendola finalmente abbando
Giacomo Adria l'appella Cinlio, ed alle sue nata, Vincenzo nipote di Agatino, ad ecci
foci colloca la citt dello stesso nome, di tare il culto di Dio, Chiesa e Cenobio con
cui intanto non menzione negli scrittori. cedette ai Minori Cappuccini. Yi inoltre
Blrlgeri* Lat. Birigeris. Sic. Birigcri nella Parrocchia una famosa Cappella de
(V. 5.) Fonte d'acqua lattea appo Buccheri, dicata a S. Biagio Vesc e Mart. particolare
mentovata dall' Arezio ; infetta da parti Protettore degli abitanti. Secondo le con
celle di zolfo , ed efficacissimo rimedio dizioni del regno viene stabilito dal Prin
a curare le malattie cutanee. cipe un annuo civile Magistrato della citt;
BlMcarl. Lat. Biscaris. Sic. Biscari (VN.) il potere ecclesiastico poi ed il regime delle
Kon Spopolala citt, alla riva sinistra del anime risiede appo il Parroco o Benefi
fiume Birillo o Acate, sopra un poggio, ciale, ed il Vicario del Vescovo. Va sogget
un tempo per in sito declive sui margini ta alla comarca di Callagirone, ma le d
stessi del fiume; travagliata sempre dall'in Scicli un Prefetto di Milizia provinciale sotto
salubrit dell'aria. insignita degli onori di di cui riscuotono stipcndii tre cavalieri e 10
Principato, e va compresa nei confini della fanti di Biscari- Vi si contavano nel seco
Diocesi di Siracusa. Stette verso la mede lo xvi 150 case, perloch dicesi dal Fazello
sima contrada il villaggetto Odcgrillo, o piccolo villaggio. Ma nel registro del 1652
Dirillo, che prendeva nome dal fiume, ed 315 case, 1108 abitanti, nel 1713, 384 ca
appartengasi alla giurisdizione del Contado se, 921 abitanti, ed ultimamente 1519.
di Modica: volgarmente dicesi Biscari so fertilissimo ed irrigato il territorio, presen
stituita a Dirillo, ma tra gli edifizii di que ta amene pasture agli armenti, ed appre
sta ed i ruderi dell'antico, s'interpone una sta insigne copie di biade agli agricoltori,
distanza. Sorgeva Dirillo nell'et di Marti che massimamente arricchisce col canape
no, e Biscari riconosce il suo nascere ver ed il lino. L'altezza polare della citt
so il fine del secolo xv. Rimangono anti tocca quasi il 37 grado, eccede appena il
che rovine, e una porta quasi intera colle 38 la longitudine. Mi ho sulle signore le
seguenti notizie; Antonio Beneventano si
farfalle ; vi si trovano altres tartarughe ed altri
renili; ed abbondante in caccia, si di volatili,
ebbe sotto gli Aragonesi il feudo di Biscari,
che di quadrupedi. Irai quali lepri, conigli, volpi, da cui pass ai Lamia nobili di Lentini.
e raramente qualche martora. 1 botanici 1' hanno Ribellatosi Buggiero di Lamia da Martino,
come interessante per piante rare, che vi vegetano. venne privato dai beni; perloch ottenne
19
146
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il feudo Giacomo Serra Milile Siracusano, questi in matrimonio ad Eleonora signora


il quale essendo morlo senza figliuoli , lo di Paterno, Ragalcacca, Spinagallo, fu pa
assegn il Re, con diploma dato in Catania dre a Vincenzo in , che accrebbe le avite
nel d 25 febbrajo 1396, il Niccol Castagna, possessioni, e per la bont dei costumi si
che essendo Questore del Regno ne divenne distinse; da cui ed Anna Scamraacca Igna
Preside; vendendo a Matteo Mazonc colla zio ii, profondamente versalo negli studii fi
conferma dello stesso Martino nel 1408, e lologici, e nella poesia, inlento a raccogliere
costui a Bernardo di Cabrer Conte di monumenti antichi s della patria sua, che
Modica, cui inlim una lite il catancse /In di fuori, non che opere di natura o di ar
forno de CastelUs che l'ottenne finalmente te, tulio colloc in un gran Museo con ele
in giudizio nel d 13 aprile UIC per dritto gantissimo ordine, che si rimane all'ammi
della madre Costanza Lamia; successegli razione s degli stranieri che degli abilanti.
Corrado, cui il figlio Guglielmo Raimondo, Vive unito in matrimonio ad Anna Morso
che venne confermato dal Re s nel 1478 che dei principi di Poggio Reale, fecondo di pro
nel 1516; divenne per drillo della moglie le, e non ignoto al mondo letterario (I).
Isabella Vipcrano, Signore di Catalfaro e BiMlrl. Lai. Risina. Sic. Risiri (V. M.)
di Favarolla, e Razionale del Re, sostenne Casale detto Mazzaresc dal Fazello, presso
con lode le primarie cariche del Regno, fu la citta di Mazzara, oggi spiantato, ed abi
il fondatore della villa di Riscari, lo che talo un tempo dai Greci , che passarono
ci afferma lo stemma ed il nome segnali ai tempi del medesimo Fazello in Contessa
in una lapide di un'antica porta ancora esi
(I) Biscari un comune in Provincia di Noto,
stente. Nacque da Raimondo Giovanni Mae distretto di Modica da cui disia 81 miglia non
stro Razionale altres sotto il Re Ferdinan rotabili, Diocesi di Siracusa, donde 9 rotabili 39
do , ed il figlio di lui Raimondo gener non rotabili. Circondario di Vittoria, da cui lon
Giovanni n, che fu padre a Vincenzo, il di tano C miglia non rotabili, 44 del pari da Noto,
cui figlio Ferdinando fu nominato nel 1566 135 da Palermi), 44 rotabili, 91 non rotabili, 18 non
rotabili dal mare Africano. Rovinala di gi la chie
Signore di Riscari , c fu l' ultimo dei Ca sa Madrice, se ne eseguisce attualmente la rico
stello, poich mor senza figli: per drillo struzione nel sito medesimo. Avvisa il Sacco osser
perci di Francesca Castelli figlia di Giovan visi introdotte ai suoi tempi, cio nel Gne del
ni, di lui madre, Orazio Palern calanesc secolo scorso, due fabbriche di manifatture, una
ne fu dello crede nel 1578, con la condi di tele fine, l'altra di colla, ignoro se sono sin'ora.
zione di assumere le armi ed il cognome L' aria poco sana pel macero dei canapi , e dei
lini , e la coltivazione del riso aquatico presso
dei Castelli : da lui nacque Francesco a cui l'abitalo. L'acqua di fonte, buona ed abbondante.
morlo senza prole successe nel 1709 il fra Apresi ogni anno in Biscari una fiera per bestiame
tello Vincenzo, la di cui unica figlia ed ere durante due giorni, avvenendo la festa di S. Vin
de .Varia si ebbe a marito Agatino Pater - cenzo Martire, che ha luogo 28 giorni dopo Pasqua
di Resurrezione. Nel 1790 vi si contarono 8700
n suo parente, il quale il primo dal Re anime, 8447 nel 1831, e finalmente 805C nello
Filippo IV ottenne il titolo di Principe nel scorcio del 1858. L'estensione territoriale di Bi
1623, e sostenne le veci del Vicer nella scari di salme 6154,604 cio 9, 854 ingiardini,
Valle di Noto; caro per varii titoli a Filip 17,374 in orli semplici, 1,243 in canneti, 69,019
po, caro alla sua patria Catania per molti in risaie, 774,011 in seminatori! irrigui, 846,048
in serainalorii alberali , 2308.708 in seminalorii
beneficii, e principalmente in una gran ca semplici, 1437,544 in pascoli, 136,085 in oliveti ,
restia; da lui dunque e Maria, nacque Vin 62,064 in vigneti alberali , 169,669 in vigneti
cenzo li, che gener Ignazio con Felicia semplici, 0,585 in culture miste, 321,300 in ter
Gravina dei Principi di Palagonia: unitosi reni improduttivi, 1,106 in suoli di case.
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nuovo villaggctlo. Pie fa menzione il Pini zio, e di citt distrutta di nome incerto. Ve
not. 6. di il Fazello-
Blnana (V. M.) Territorio verso Gir- Bivona. Lat. Bivona, antic. Bibona.
genli, alla destra sponda del fiume Ipsa, e Sic. Vivona (V- M ) Antica citt, una volta
dal 1670 decorato del titolo di Ducalo- Vi popolosa, delta da altri Bisbona, onorata
hanno innumerevoli crateri numerati sino la prima tra le Signorie di Sicilia del titolo
a 150 da Giacomo Adria, donde scaturi di Ducalo da Carlo V nel 1554, ornata poi
sce bollendo , putrida e puzzolente acqua della prerogativa di Citt. Sorge alla sini
mischiata di terra, che allorch vien fuori stra del fiume Alba o Majasoli, nella Dio
coli' acqua, si ammassa intorno al cratere, cesi di Girgenti, e la comarca di Castro-
ma poi di nuovo assorbita , e svani nuovo, su di agevole poggetlo, sotto alla rupe,
sce; poich non gi perenne l'eruzione, in luogo ameno ed irrigato da acque vol
ma in tempo stabilito suscitasi una tem garmente Fiumara. Diccsi di nuova data
pesta continua per alcuni giorni, e quella dal Fazello, ma si oppongono Goltz, Orte-
cessando, stanno i crateri, c i sollevamenti lio, Bonanno e Maurolico, stabilendo esser
della terra svaniscono in piano. Avviene un sorto Ipponio una volta nel di lei sito, ai
gran fragore nell'eruzione, e qualche vol quali io aderii nelle note al Fazello; per
ta tanta l'abbondanza delle acque da meglio ponderato l'affare, pongo in que
venire ad allargare il lago; ma non sem st'opera l' Ipponio luogo di delizia di l
pre sono i crateri nello slesso silo, n del da Siracusa, discosto perci le mille mi
medesimo numero. Durante l'eruzione ri glia da Bivona- Vi fu fabbricato un castel
mane deserta la contrada, trasferendosi in lo da Giovanni Aurea Ammiraglio di Sici
altro luogo gli abitanti, a non infettarsi del lia sotto gli Aragonesi, che rumato nel se
tremendo fetore, ed anche perire; lungi ne colo xv mostra ancora macerie. Costa og
vanno gli armenti e le pecore, n uccello gi la citt di 1024 case, 3303 abitanti; con
vagola per l'aere vicino, ch ne morireb tava tuttavia ai tempi del Fazello 1525 ca
be. Lo slesso in poche parole rinviensi de se, e nel 1595, 7109 cittadini; ne erano
scritto in Fazello: non lungi da questo ter finalmente 1870 le case al tempo del Pin i,
ritorio Aborangio, tra Girgenti e Bivona, 6.'?86 cittadini; tanto si diminuita la po
un lago zolfureo dello volgarmente Bis polazione nello spazio di un secolo, quan
sona, di quasi cento passi di circuito, con tunque sciolta negli scorsi anni dai balzelli.
due crafen, c/te mandano perpetuamente commessa all'Arciprete la cura della
a vicenda dell'acqua, all'altezza di tre Chiesa maggiore Parrocchiale di Bivona,
mbili. In quel lempo forse quando il Fa- sita nel luogo il pi elevato, e dedicala alla
lello visit il luogo presentava Bissona quel B. Vergine, di cui conserva un'antichissi
la figura; cel presenta l'Adria come io dif ma statua di marmo, dai pietosi fedeli ve
esamente ne ho detto. Venne anco detto nerata. Ma amministransi anche i Sacramen
saraccnicamenlc Baxaluba per Bissana. ti nella chiesa di S. Giovanni, forse in quel
il Signore del territorio il Principe di Re- la di S. Agata ai tempi del Pirri, che di
sottana, della famiglia Napoli, perci Duca ce questa seconda Chiesa Parrocchiale con
di Bissana. suo Rettore , ed afferma conservarvisi con
BiMxensa (V. M.) Antica rocca di l da somma venerazione degli abitanti l'antica
Siculiana, verso Occidente, non lungi dal imaginc della Patrona principale S- Rosalia.
mare, sotto Angi o il villaggctlo di Monte- Contansi oggi altre cinque Chiese minori,
allegro. Vi hanno vestigia di antico edifi- | di maggior numero una volta, delle quali
1/.8
Bl HI
alcune, mancali i cittadini, veggonsi deserte. della Compagnia di Ges: il secondo del
Elevasi ora nel silo il pi frequentalo il le donzelle povere, che professano le isti
Collegio della Compagnia di Ges , fabbri tuzioni di S. Benedetto, vicino alla Chiesa
calo dal palazzo di Giambattista Pcrollo, tra di S. Mauro Abate. Fa menzione anche il
sferito dal luogo antico, dove vivente il S. Pirri d'un Ospedale, e dell' antichissimo
Patriarca Ignazio- era slato coslruilo nel tempio della Vergine eremita S. Rosalia,
1356 per opera di Isabella de Vcga mo dove si venerano pietosamente alcune di
glie del Duca Pietro de Lumi, clic anche l'ar lei reliquie ritrovate in Palermo, e si am
ricch di pingue dote, sborsali per la fab mirano alcuni quadri mentovati dal Pirri,
brica 30000 aurei; ne riposano le spoglie clic presentano la Diva animata dal Si
nella Chiesa, in cui conservasi un tesoro gnore, con gli Angeli e gli Apostoli che le
di sacre reliquie notale dal Pirri , che le fanno corona. oggid rovinalo un Mona
afferma ottenute da Giovanni de Vcga Vicer stero Renedcllino col titolo di Priorato, in
di Sicilia, mentre era Oratore in Roma. Per signito del nome del S. Patriarca, ed an
altre monastiche famiglie; slabilironsi nella nesso una volta all'Abbazia di S. Giovanni
Chiesa di S. Michele nel 1394 i Minori degli Eremiti in Palermo, dislava 4 miglia
Conventuali, per opera di Ruggiero e Bona verso Tramontana nel territorio, che abbella
nobili Senesi ed abitanti in Bivona. Occupa Bivona della fecondit ed amenit sua-
rono al di fuori gli Osservanti, verso il 1300, Arezzo poi dice ; cill ornata di molle
S. Maria di Ges, cui dopo 84 anni succes fonli, e di alberi, famosa per la dimora
sero i Riformali. Si stabilirono anche i di Proserpina; indi nel modo seguente la
Cappuccini nel 1572, a spese di Giovanni descrive Giacomo Adria : sita Bivona in
de Luna, fuori la citt ad Oriente; tennero un piano, nel di cui mezzo scorre un gran
due anni dopo i Carmelitani la Chiesa di fiume con all' intorno l'i molini; abbonda
S- Antonio Abate, che era stata da gran in biade, frulli, ulivi, vigneti; due volle
tempo Ospizio dei Frati minori; vennero nella soavi
all' anno,
fiali in
di primavera
mele; adorna
ed in anche
autunno,
di bo
d
Chiesa di S. Maria di Loreto i Domenicani
nel 1490 per opera di Tommaso Filingieri schi, di selve, di armenti e di buoi,
di Bivona, ma abbandonarono dipoi; ri- nell'inverno vien travagliata dai nembi,
tiraronsi anche gli Eremiti di S. Agostino e le caverne dei suoi monti sono albergo
riformati di S. Adriano, che nel 1618 cransi di avvolto}. Non che il monte delle Rose,
stabiliti nell'antico tempio di S. Maria del ma quel della Quisquina, assai famoso per
l'Olio,, a due miglia dalla Citt, per cura la celebre grolla di S. Rosalia, che descri
del Vescovo di Girgcnti Vincenzo Bonincon- ver largamente in appresso, comprendesi
tro ; prende il nome quel tempio da una in questo territorio. Al tempo dei Norman
vicina sorgente, nelle di cui acque galleg ni non era Bivona che un casale, poiane
gia un olio di soave odore, giovevolissimo cos vien rammentala in un diploma di Gu
alle malattie cutanee. Vi sovrasta il mon glielmo II del 1172, in cui descrivonsi i
te delle Rose , di cui far in appresso confini della Diocesi di Girgenli. Anche nel
parola. Sorgono due monasteri di mona secolo seguente mantenne nome di casale,
che, uno antichissimo sotto la regola di S. prescrivendo il Re Manfredi al suo Maestro
Chiara, che nel principio del secolo scorso, Segreto Pielro di Capuana, di pagare le de
dalla Chiesa di S. Sebastiano presso Ca cime a quella Chiesa, dalle terre di Sciac
rila, venne trasferito nell'altra di S. Paolo, ca, Licata. Naro ce. e dal casale di Bitumi.
dove posero i primi fondamenti i Padri Leggiamo poscia aver data li icona la Re-
149
BI ni
gina Costanza moglie di Pietro a Federi tona, se vana e futile non fosse, opinione
co Campo; pass di poi sotto il dominio dei Bivonesi sui natale di lei; tutti comu
del Genovese Giovanni Corrado di Aurea nemente la confessiamo nata in Palermo,
grande Ammiraglio in Sicilia, che vi edi quantunque le terre delle Rose, e di Quis-
fic un castello , poi minato : questo , quina della paterna Signoria sin' ora a
proscritto, l'ottenne Simone di Montecati Bivona appartengansi. Sono commendali
ni, come si ha da un diploma di Federi per l' innoccenza della vita ; Maria Rocca
co Il del 1320. Si apparteneva sotto Fe forte Vergine Moniale dell'Ordine di San
derico III a Giovanni di Chiaramontc Con Benedetto, la di cui vita fu data alle slam
te di Caccamo, Signore di Sutcra, Siniscal pe; encomia il Pirri Sebastiano da Bi
co del Regno, che si ehbc da Isabella Ven- vona dei Minori Cappuccini, per austerit
timiglia 1 unica Figliuola Costanza, che con di vila , somme virt eccellente , pi
per dote Bitona prese a marito Giovanni eccellente bens pei doveri di carit eser
Peralta, il loro figlio Niccol fu padre a citali nella peste, di che mori nel 1577:
Giovanna e Margherita, delle quali celibe Francesco dei Riformati dello Bivonese dalla
mor la prima, l'altra con estesissime si lunga dimora, ma nato in Camerata, mor
gnorie fu data in moglie ad Ariate de Lu nel 1619 in grande opinione di santit:
na consanguineo del Re; Bivona perci fior Giuseppe Romano celebre Dottore in
pass ai De Luna, della di cui serie dir Filosofia ed in Medicina , poeta ingegno
altrove. Di essi Giovanni Vincenzo dom sissimo, e lodalo nelle Muse Sicolc dal
col ferro la gente ribellatasi, volendo di Gagliani: Vincenzo Romano dell'Ordine dei
pendere dal potere immediato del Re , e Predicatori, gravissimo Teologo, Predicatore
rifhiamolla a dovere, ed allora si dice di a pochi secondo nel suo tempo, Esami-
strutta la rocca. nalor Sinodale e Prefetto della Provincia,
Il nipote di lui Pietro de Luna marito che dopo pochi mesi rinunziala per umilt
ad Isabella de Voga fu nominato il primo, la carica, in sante opere versato, attese in
tra i Baroni di Sicilia , dall'Imperadore patria la morte nel 1660, ed indi tre anni
Carlo V, Duca di Bivona; ne nacque Luigia, dopo, vennero pubblicale in Palermo le sue
che maritata a Cesare Moncada, si ebbe orazioni sacre : Michelangelo Maymone della
il figliuolo Francesco; vedine i successori pi stretta osservanza di S. Francesco,
dove si parla di Callabellolla e di Paterno, Teologo e Predicatore, scrisse la Crono
Ollcnnela nel 1736 Federico Vincenzo To logia di Ges Cristo sino da Adamo, e dimo
ledo Duca di Ferrandina, per drillo della str, falsamente notarsi in S. Anna un triplice
moglie Caterina di Moncada; ai quali suc connubio. Scrivon di lui Tognolclo e Mon-
cedette nel 1736 il figliuolo Antonio Al- gitorc. La longitudine di Bivona di
rarez di Toledo Duca di Bivona. Gode gr. 37 10', di 37 40', la latitudine (1).
del drillo di armi, sceglie gli annui Magi (1) un Capo-distretto con * circondari! , nella
strali, e nel Generale Parlamento del Regno Provincia e Diocesi di Girgenti, da cui dista 24 mi
pronunzia il voto il primo trai Duchi. Com- glia, da Palermo 46. Vi risiede un Giudice Istrut
prendesi la citt nella Prefettura della mi tore col grado di Giudice di Tribunale civile, ed
lizia di Sciacca, e d 108 fanti e 20 cavalli. un Sottintendente. Sin dai tempi remoti esisteva
un peculio frumentario risultato di una imposta
Presiede al Clero il Vicario del Vescovo sulle propriet, per agevolare la pubblica panifi-
di Girgenti. cazione. Nel 1839 fu cambiato in Monte agrario
Sorpasserebbe a buon dritto la sola Ere per disposizione Sovrana, e destinato a provvedere
mita S. Rosalia gli uomini famosi di Bi i poveri coloni di semenze. 11 mutuo si fa per
150
r.i B0

Bizir (v. M.) Casale assegnalo dal Conte 1320, sotto il Re Federico, a Mariano Co-
Ruggiero nel 1003, colle circostanti terre, pece, insieme con Mulotta, Camiano, Diesi
a Stefano Vescovo di Mazzara. Ne men e Ragalmalo, allora parimenti casali, pos
zione in un diploma di Pasquale Rom- Pont, seduti sotto il regno di Martino da Anto
in cui descrivonsi i confini di quella Chiesa, nio di Bonito. Vanno oggi tutti soggetti a
dove erroneamente denominasi Buzir. varie Signorie, ma Diesi, dov' il villaggio
Bizolo. Lat. Bizolus. Sic. Rizolu (V. M.) Aragona, si appartiene a Luigi Naselli, di
Sorgente sotto il monte Jato ad Occidente, cui gi dissi di sopra.
donde scaturiscono acque abbondcvolissimc, Bocca di Falco. Lat. .Cucca Farci. Sic.
che accrescono il fiume Rati volgarmente Vucca di Farcu (V. M.) Contrada nel ter
Jali. Tre altre sorgenti del medesimo fiu ritorio di Palermo verso Occidente, sotto
me appcllansi dal Fazcllo di Chiusa, Gi monte Cuccio; vi si aprono delle valli ir
nestra, e Canavera. rigate da uberrimi ruscelli, per dove una
pubblica strada alle montagne di S. Marti
BL no ed altre della parte Occidentale , ed
alla Portello di S. Anna. Von ne spa
Binndlnea (V. M.) Torre all'acqua dei ruta la villa, e van belle le terre subur
Corsali nel liltoralc di Palermo, cui lasci bane degli abitanti di verzieri amenissimi.
il proprio nome il fondatore Riandino, secon Vi sorge una Parrocchia, tutto il che influi
do Adria nella Topog. della Val. di Mazz. sce alla gajezza ed alla leggiadria del vil-
laggelto (1).
BO Boccetta. Lat. Bozzello. Sic. Ruzzetla
Borale. Lai. Bucali (V. M ) Casale del (V. D.) Sobborgo di Messina, che stendesi
territorio di Girgenti , soggetto verso il verso Tramontana a circa 100 passi, con un
ruscello (2).
Bocina. Lat. Baucina. Sic. Rocina (V.M.)
atto d' obbligo presso il Conciliatore. Non vi Terra nella Diocesi e Comarca di Palermo,
quantit stabilita da darsi ad ogni colono : non si
fa verna esito per l'amministrazione. diretto da
due deputali eletti in ogni due anni dallo In tra il l'ornilo e il de Luna. Contava nel 1798 una
tendente. Comprendesi il territorio di Bivona popolazione di 2583, poi di 3256, nel 1831, e nel
in salme 5189,011 cio 37,608 in giardini , 160, fine del 1852 di 3U3, di 47829 dell'intero distretto.
613 in seminatori! alberali , 4876,135 in scmi- (1) Vi oggigiorno una Chiesa abaziale sacra
natorii semplici. Vi sono variel di belle agate , mentale intitolata a S. Gregorio Papa, fondata dai
di diaspri, di petrolio, e si ha una sorgente d' ac Benedettini di S. Martino delle Scale nel 1757 ,
qua talmente bituminosa, che si accende avvici supplita ad una Chiesa diruta poco distante ; vi
nandovi un lume. Nella contrada Baiala comin- amministra i Sacramenti un Beneficiale scelto dai
ciaronsi sin dal 1834 dei tentativi sopra una lol fondatori. Sorse anco in Bocca di Falco nel 1830
la tara, si trovarono pochi primi zolG. poi si estinse una Chiesa economicamente soggetta alla Real
e venne abbandonata. Si confuse da taluni con Parrocchia dell' Altarello di Baida, per decreto di
Tibona Valenza di Calabria, della quale scrisse S. M. il Re Ferdinando II (D. G.). che vi ha altres
Straberne; da Maurolico, Gollz, Orlelio e Bonanno, una Casina. Nel centro del villaggio una fontana
credula l' antica Ipponia fabbricata per opera del a comodo degli abitanti.
tiranno Gelone quasi a trofeo della sconfitta dei (2) Alla Boccetta , nel fondo della famiglia da
Cartaginesi in Imera , da cui si asserisce essere Domenico, contrada Scirpi, lungi da Messina due
stata detta altres Corno di Amaltea. Per la sua miglia, il terreno calcareo arenoso, le conchiglie
fertilit, nota l'Adria esser detta Biibona quasi fossili sono per lo pi microscopiche , come sa
ch due volte all'anno desse prodotti e ricchezze. rebbero piccoli buccini, cerile, terebralule, e
Non poco sofferse tra le guerre civili di Sciacca madrepore.
151
BO BO

decorata degli onori di Principato sin dal de di ogni genere, n manca in vino ed
1G23. Sorge in un luogo sovra colline, nel in olio (1).
la montagna detta del Cane, a Sud-Est. Se Bocinna. Lat. Bucinna (V. M.) Secon
gnasi la di lei origine nei primordii del do Stefano Bizantino citt della nostra iso
secolo passalo, ed appartenevasi una volta la, forse la Buda di Tolomeo. Nota CIu-
al Grande Spedale di Palermo, da cui pas vcrio non essere mai stala in Sicilia citt
so alla famiglia Migliaccio. Contava nel 1633 di tal nome; ma Forbanzia venir sotto no
95 case, 368 abit.; in questo secolo tutta me di Bocinna, che una piccola isola
via 302 ne sono le case, e 1283 le anime, adjacente alla spiaggia, rimpclto Trapani e
ed ultimamente 1504, la di cui cura spiritua Lilibeo. Vedi Letamo (2).
le incombe ad un Arciprete, che conferisce i Buco. Lat. Boeum (V. M.) Uno dei tre
Sacramenti nella Chiesa maggiore sita nel principali promontorii della Sicilia detto un
centro del paese e dedicata a S. Marco. La tempo Lilibe e Lilibeo dalla vicina citt.
civile economia spettasi a coloro che secon Vedi Lilibeo.
do le leggi del Regno vengono ogni anno Bogobeiio. Lat. Bugubcllum. Sic. Bu-
segnali dal Principe, il quale gode del drit gubeddu (V. N.) Casule concesso dal Re
to di spada, e profferisce il 23 voto nel Guglielmo alla Chiesa di Siracusa. Ne ri
Parlamento. Ne il Palazzo in un sito emi mane menzione nelle lettere di Alessandro
nente. Ad educar le donzelle fu stabilito III a Riccardo Vescovo di quella Chiesa nel
recentemente un Collegio di Maria , e Ire 1168, datate in Roma, dove leggesi: ed an
altre Chiese vi hanno bens, oltre la Par che a te ed ai tuoi successori veniamo a
rocchia. Mariano Migliaccio Marchese di confermare col presente privilegio il Ca
Monlemaggiore, per benefzio di Filippo IV, sale Bugubel vicino a Siracusa, coi vil
venne nominato nel gi suddetto anno pri lani e tutte le sue pertinenze, quale li fu
mo Principe di Bocinu, che dei 12 pari concesso , e per le alla Chiesa di Sira
del Regno, e tre volle Pretore di Palermo, cusa, dal nostro figlio carissimo in Cri
contrasse matrimonio con Violanta Marul- sto Guglielmo egregio Be di Sicilia, con
lo, donde nacque il figliuolo Ignazio va pietosa largizione. Nessuna pubblica copia
loroso nelle armi, abilissimo a trattare ne si falla ancora di questo diploma di Gu
gozi! pubblici; egregiamente amministr nel glielmo, che si conserva nel tabularlo della
lesl passalo secolo, inviperendo la guerra Chiesa sudetta, a poter disccrnere il sito
dei Francesi, la affidala Provincia di Cata
nia con i suoi conlini, sostenne le prima (1) Oggid un Comune in Provincia, e Diocesi
rie cariche della patria; si ebbe erede da di Palermo, da cui dista SI miglia, distretto di
Lucrezia Sarzana il figlio Mariano, che con Termini , da cui disia 14 miglia, circondario di
Eleonora Naselli e Tagliavia gener Igna Cimiuna da cui dista 2 m. Comprendesi la sua
ro ii cui fu superstite la sola figlia Eleonora, estensione territoriale in salme 1286,148, cio 0,180
in giardini, 3,573 ih orti alberati, 1,188 in can
che prese in marito Antonio Termine; ingag neti, 874,709 in serainatorii alberati , 158,942 in
gi una lite allora Mariano Migliaccio nipote pascoli, 220,133 in vigueti alberati, 18,992 in som-
d'Ignazio dal fratello Luigi; non doversi maccheli, 7,029 in ficheti d'India, 1,055 in ficheti
i lei le paterne signorie; chiedendo venir d'India ed altro, 0,260 in suoli di case. Contava
nel 1798 una popolazione di 2294 abitanti, di 2472
preferito alla femina; a lungo si pondera nel 1831, e finalmente di 2900 nel fine del 1852.
rono ragioni, ma finalmente fu deciso per L' aria buona, ed amenissime le pasture.
Eleonora. L' agro di Bocina nutre in ame (2) HofTman ed altri vogliono che dalle sue ro
ne pasture numerosi armenti, produce bia- vine ne sia naia fiuter.
152
BO BO
del Casale; ma aggiunti poi il Pontefice, vi tennero un consesso nel 1282 contro i
i Casali di Trcmiglia, Ciphilim, e quel di Francesi. mentovalo da Fazello su* Ves
S. Maria Maddalena, congclluriamo non aver pri Siciliani, e da altri.
ne mollo distato Bogobello. Boi fornello. Lat. Bonfornellus. Sic.
Bogomeno. Lat. Bugumenum (V. M.) Benfurneddu (Y. M.) Rocca nel lato setten
Rocca dei Saraceni , espugnala dal Conte trionale dell'isola, di l dalla Tore del Fiu
Ruggiero, e poi distrutta , testimonio Ma- me d'Imera, a mancina dei suoi margini,
lalerra nelle imprese di lui. Era nella val non lungi dalla spiaggia del mare ; ricinta
le di Mazzara. dall'amplissimo territorio di S. Niccola for
Boigurano. Lat. Bulgaranum- Sic. Bul- se dagli antichi appellato Minerrale. Vi
garanu (V. N.) Casale verso il 1320 di Pe- sorgeva il casale saraccnico Odesuare, poi
truccio di Linquida, come si rileva dal cen detto Senescalco, e finalmente Bonfornello;
so di Federico II ; sotto Martino per nel conceduto dalla Regina Costanza alla Chiesa
1408 di Pietro di Axono. Oggi un feu di Cefal nel 1198, confermato dopo tre
do famoso per vigneti e seminatori!, nel anni dall'Imperatore Federico; fu dato po
l'agro di Lcnlini, ad Occidente della citt, scia verso il 1424 ad Arnoldo Santa Co
spcttanlcsi a Vincenzo Bonanno Principe lomba Signore della lerricciuola d' Isnello,
di Linguagrossa per dritto della sua nonna col peso di apprestare a quella Chiesa sal
Rosa di Mugnos. me 23 di frumento. Ruinato il casale, per
Bolo. Lat. Bolum (V. D.) Casale un tem venne il castello col territorio a Blasco Al-
po del Vescovo di Messina, di cui non rima liala Signore di Roccella , sotto di cui fu
ne oggigiorno che la rocca nell'alto di una nel 1677 decorato degli onori di Principato;
rupe, rimpetto Bronte, e sotto l'Etna, quasi si ebbe poi quel territorio Federico di Na
a Nord-Ovest. poli per dritto della moglie Eleonora , e
Bonagla (V. M.) Cala vicino Trapani , trasmisclo al secondo nato Cristoforo, che
sotto il monte Erice, oggi con una tonnara, si un in matrimonio a Giuseppa Zati Si
ed una torre di guardia. Diccsi volgarmente gnora di Rifesi , e vien detto Principe di
Maremma di Bonaga. Bonfornello.
Bonagla (V. N.) Cala appresso Tapso, Bollicato. Lat. Bonifalus. Sic. Bonifata
che occorre ai naviganti verso Siracusa, nella (V. M.) Monte, altrimenti Bonifacio, verso
di lei spiaggia ad Oriente. Secondo alcuni il di cui vertice venne un tempo costruita
non ne stette discosto l'antico porlo de' Tro- l'antica famosa Alcamo, di cui parlai di
gili. Ci ha vicina oggigiorno una tonnara gi, e che volle uguagliala al suolo il Re
dello stesso nome, delta di S. Bonaga. Federico; ed anche la rocca che dopo lui
Bonaincrgo. Lai. Bonalbergum. Sic. si rimaneva, cadde distrutta per ordine del
Bonabcrgu (V. D.) Rocca mentovata dal Fa- Re Martino, nei primordii del secolo xv:
zello, 6 m. distante da Nicosia. Apparlene- poich quel Re f' menzione nel 11398, di
vasi sotto il Re Martino a Salimbenio de Alcamo e della rocca di Bonifato. Quivi,
Marchisi. afferma Cluverio, essere stalo anche Lon-
Bonconslgilo. Lat. Boniconsilii sco- garico, mentovato dagli antichi ; nell'Arabo
pulus. Sic. Boucunsigghiu (V. M.) Scoglio Itinerario della Sicilia , scrino nel tempo
o piccola isola vicino al liltorale di Trapa del Re Ruggiero : da Trapani , notasi, al
ni, a Tramontana. Nota Orlandino, essersi monte Amac che molto ripido, un cir
chiamato una volta di Malconsiglio , poi ca 10 m., 20 da questo ad Alhamo, ine
ch Giovanni di Procida ed altri Signori spugnabile per le fortificazioni che ha
153
BO BO

reno fiord. Dista 13 miglia dal mare, di Monleleone, l'avevano ancora gli credi
dot' una cala che dicesi Medager. Bon- di lui nel secolo xvi, come manifesto dal
serat, come lessi altrove, Capitano dei Sa Catalogo di essi appo Barberi. Cedette po
raceni, che liber in Alcamo i suoi, da duro scia ai Lancia che godono del dritto di
assedio oppressi dai Siciliani, dette il no armi, ed hannosi il xxxii posto nel Parla
me a quel monte. Afferma Sebastiano Ba mento (1).
golino , averlo preso dai buoni seminati ; Bonvicino. Lat. Bonvicinum. Sic. Bon-
(Bonum Salum) e scrive finalmente l'Adria vicinu (V. N.) Casale e rocca nel territorio
della sua ubert : fecondissima la mon di Lcntini, altrimenti Silvestro , di cui
tagna, piantala verso Greco a vigneti , menzione nella vita del Re Ludovico; poi
albereti ed ulivi, ed abbondante in pa ch venuto in questa villa Arlale Alagona
ttare dalla parte di Mezzogiorno. JVei ver reduce da Siracusa a Catania , vi fu avvi
tice sorgeva un castello di cui conser sato delle insidie tramategli dai Chiara-
tatisi ancora alcune vestigia, ed un Ora monte. Sorgono vicine nella via le Spelon
torio o Chiesa consacrala a S. Maria che dei Rigilani appellate oggi volgarmente
ieitAUo, la di cui imagine fu rinvenuta Jazolti. Appartcnevasi un tempo Bonvicino ,
ma tolta dipinta in una parete. La citt alla regina Eleonora , ma cedette poi a
distrutta, mentovata dagli antichi, sorgeva Matteo Alagona, che ribellatosi, conceda
nel Bonifato verso la parte settentrionale. telo il Re Martino nel 1393 a Bernardo
Parlasi nei diplomi di Guglielmo II dei di Bruquelares morto senza figliuoli, onde
montanari ed abitanti del Bonifato , nel l'ottenne dal medesimo Re Guerao de
segnare i confini della Chiesa di Morrcale Alarcon, da cui pervenne a Luigi de Ra-
nel 1181. Era questo per l'antica Alca jadellis , che vendettelo a Guglielmo di
mo, di cui dicemmo di sopra dei citta Asmaro mentovato nel censo del medesi
dini. mo Martino del 1408. Successegli il figlio
Bonpensiere. Lat. Bonpensiere , aut Ludovico, che si ebbe Novella dalla mo
Saduris. Sic. Bonpinsieri (V. M.) Piccolo glie Eufemia , ma con autorizzazione del
villaggio, altrimenti Naduri, di pertinenza Re nel Ioli, cedette il feudo a France
dell'illustrissima famiglia Lancia; poich sco fratello di Ludovico , il di cui figlio
raccolse gente il primo nel territorio Pia- Girolamo, otto Carlo Imperatore e Re di
duri Ottavio Lancia Principe di Trabia , Sicilia, infelicemente mor, lo che fu causa
terso il 1630 , volle se ne consacrasse a di tramesto al popolo di Catania d' onde
S. Ottavio Mart. la Chiesa Parrocchiale, ed era Giustiziere. Trovo Signore di Bonvicino
altra minore ne jiccrcbbe, dedicata al SS.
Crocifisso. Venti anni dopo vi si contavano (1) un Cornane nella provincia , distretto, e
13 1 case, 403 abitanti, nel corrente secolo diocesi di Caltanissetta , da cui dista 23 m., cir
condario di Serradifalco, da cui dista 9 m. La sua
209 case, 473 abitanti, ed ultimamente 474. estensione territoriale di salme 1204,468, cio
Comprendesi nella comarca di Sulera, don 0.162 in orti semplici, 0,045 in canneti, 0,030 in
de dista 4 m. a Sud-Est; va soggetto al Ve pioppeti, 895,491 in seminatori! semplici, 215,942
scovo di Girgenti che delega un suo Vica in pascoli, 1,784 in Gcheti d'India, 12.255 in
rio. piano il sito, fertile il terreno, non mandorleti, 78,642 in terreni improduttivi, 0,048
insalubre l'aria. Si venera dagli abitanti , in suoli di case. Vanta dei buoni pascoli , ed
esporta altres mandorle. Contava bonpensiere nel
S. Giuseppe sposo di Maria, come patrono 1798 soli 700 abitanti, 530 nel 1831, e 538 alla Due
tutelare. Nel principio del secolo xv era del 1852. Yi sono delle zolfare , ma non in at
soggetto il feudo di Bonpensiere a Riccardo tivit.
20
154
BO BO
nel principio del secolo xvn Giacomo Cam- elevata collina , e fabbricato per cure e
polo, i di cui eredi perdettero parimenti spese dei Segreto ed Ula , sovraccennati ;
sotto Carlo II; compresselo poi dal Demanio di entrambi i corpi fu Sabba il primo Ret
regio Cristoforo Massa Conte di Aci- ca tore , ed oggi ne siedono nel Parlamento
stello, al di cui nipote oggi soggetto. Ri gli Abati di S. Maria nel xxxvi posto. Pie
mase il casale sino al secolo xv. ma da indi prende il nome un piccolo fiume, che nel
in poi non fu pi interamente. Durava la l'inverno offre molto difficile passaggio.
rocca sino ai tempi del Fazello ; oggi non Borciio. Lat. Borellus. Sic. Bureddu
rimangono che ruderi , grotte , vestigia di (V. D.) Piccolo villaggio una volta, oggi
torre, casette da villa, granai, un molino a Bclpasso, di cui parlammo.
comodo degli agricoltori , ed una Chie- Borgeito. Lat. Burgettum. Sic. Burget-
sa(l). tu (V. M.) Piccolo villaggio nella Diocesi di
non virino. Lat. Bonvicinum. Sic. Bon- Mazzara, non lungi da Partenico, apparte-
Ticinu (V. D.) Rocca tra Isnello e Collesa- nentesi al Convento dei Benedettini di S.
no, verso il lato settentrionale della Sici Martino; siede sovra un colle verso Mezzo
lia. Bonvicino, dice Arezio, un villaggio giorno. Ne lo diede nel 1360 col territorio
quasi ai nostri tempi formatosi. Oggi de la nobile Matrona Margherita de Bianco ve
serto , ma intatta ne rimane la fortezza , dova di Giovanni di Caltagirone, ad Ange
bagnata dal fiume di Monale o di Pollina. lo Senisi Abate dell'ordine sudelto, ma con
Borangio. (V. M.) Vedi Aborangio. la pia condizione di dovere costruirvi un
Bordonaro. Lat. Bordonarum. Sic. Vur- Monastero in onore di S. Benedetto. Il Re
dunaru (V. D.) Casale o Municipio appar Federico III diede immunit al territo
tenetesi a Messina , dalla parte meridio rio, quindi Urbano V concedette la facolt
nale, quasi a 2 m. dal lido dello stretto. di fabbricare il Monastero. Angelo ne inve
Ne sacra la Chiesa parrocchiale a S. Ma sti il fratello Giovanni, che si disse perci
ria delle Grazie. Continuisi oggi 2(0 case, e Abate di S. Benedetto del Borgetlo, ma
circa 800 abitanti, che erano sopra 1000 pri attediato dalla frequenza della gente, si tra
ma del contagio. Quivi presso il Convento sfer coi suoi nel vicino ripidissimo mon
di Nostra Donna d' istituto Basiliano , fab te delle Ciambre. Molestati poscia i monaci
bricato dal Sacerdote Scolari, Signore del dalle ingiurie di uomini scellerati, venne
luogo una volta, da Ruggiero di Segreto, ro costretti a rinunziare l'antico sito del
e da Ula Grafico moglie di lui. Sorge, cosi Borgetlo, e costruirono un nuovo monaste
scrivene il Pirri, in una pianura amenissi- ro alle radici del colle , intorno a cui si
ma, bagnala da ogni parte da un fiume radun poi un villaggetto, accorsavi gente.
detto volgarmente Fiumara di Bordonaro; Non distante la Chiesa parrocchiale di
e fa menzione di un'antica imagine della Borgetlo sacra a S. Maria Maddalena, ed
B. Vergine, eccellentemente espressa, data affidata la cura delle anime ad un mo
in dono ai monaci dagli stessi fondatori. naco Arciprete scelto dall'Abate, ed isti
Sovrasta a Bordonaro il Monastero di S. tuito dal Vescovo di Mazzara. A mantener la
Panlaleone , anche di Basiliani , sito in gente a dovere segna i Magistrali il me
desimo Abate di S. Martino, ed anco com
mette le sue veci ad un monaco, che di
(1) Oggid un casale nella provincia di Noto,
distretto e diocesi di Siracusa , circondario di
cesi Rettore. Confinisi nel censo recentissi
Lentini, distante 56 ni. da Noto, 1C0 da Paler mo 1147 abit., 370 case.
mo; territorio salme 600. Ferace il terreno, abbondantemente ir
155
BO BO

rigalo, e produce olio, donde ricavasi gua Castelvetrano, per varii titoli commendato,
dagno non lieve (1). come in altrove, primo Conte di Borgetto
Borsetto. Lat. Bnrgeltum. Sic. Burgel- per privilegio di Filippo II del 1565; i di
lu (V. M.) Oggi decorato del titolo di cui successori registrai parlando di Avola,
Contado, volgarmente Menfri, e nei Rcgii Menfri o Borgetto. Comprendesi nella Co-
libri, in voce saracenica, Burgio Milluao e marca di Sciacca, presso le rovine della
Burgio Cristano. L'ottenne Corrado Ro antica Inico, alla sinistra riva dell' Ipsa, og
dolfo di Manuele, per benefizio del Re Gia gi Belice, in un piano verso mezzogiorno.
como, nel 1237 ; valoroso milite trapane Vedi Menfri.
se, uno dei cavalieri scelti a compagni di Borrone. Vedi burrone.
Pietro Aragona ad attaccar in Burdegala Bottigiiarla. Lat. ButligUaria. Sic.
la intimala battaglia con Carlo d'Angi; nel Butligghiaria (V. N.) Fiume, altrimenti del
censo di Federico II notansi i figli di lui la Feria, dal villaggelto dello stesso nome
Rodolfo e Corrado, uno Signore di Burgio di cui bagna i confini. Accresce l'Anapo,
di Crislano, l'altro di Burgio di Milluso. cui si unisce sotto il monte Erbesso, oggi
Ma anche il terzo Ruggiero notasi Signore Panlalica; ma nasce a 2 m. sopra Feria
di Calcusj, donde i Marchesi di Villabian- a Sud-Est, e dopo altrettante miglia di corso,
ca traggono retta origine. Nacque gi in tutto viene dalla terra assorbito, e scorren
forno da Corrado , cui succedette Antonio do sotterraneamente per un miglio, di nuo
li dello stesso nome, donde Eufemia sposa vo apparisce per uguale spazio; svanisce
a Francesco Venlimiglia, che nel censo del poi una seconda volta, ma dopo un miglio
Re Martino, dicesi soggetto alla Curia per ritornando al di sopra, si unisce all'Anapo
Burgio Milluso appartenente a sua moglie; sotto Pantalica. qui a proposito ci che
mancato di prole maschia, lasciata soltan nel Calai, dei fiumi scrisse Vibio , che
to la figliuola Pina, alla di lui morte Eu disse Aneto l'Anapo : l'Anelo di Sicilia che
femia si un in matrimonio a Nino Taglia- scorre sotterra per due miglia, mescolasi
via Signore di Castelvetrano, e diede Pina al mare di Siracusa , ed appellasi Ano ,
a Baldassare figlio di Nino da un'altra mo poi Anapo, nella parte superiore Anlisfo-
glie; Giovanni, di costoro primogenito, alie ro. Soggiunge a ci il Cluvcrio: Oggi nella
n la Signoria di Burgetto, che tultavolta stale a 7 in. in circa dalla foce inlro-
dopo sette anni, nel 1499, si richiam Gian ducendosi in un meato, ne rinasce final
Vincenzo erede di lui, pagatone il prezzo mente a S m., e con limpide ed abbon
ai compratori, ed aggiuntone, come dico danti acque, sbocca nel mare. Dotti inge
no, l'impendimento, lasciollo ai suoi ven gni sospettarono da gran tempo, in Vibio
turi, tra questi Carlo rifulse, Principe di esser viziala la pi gran parte delle voci.
Nondimeno sembra il sudelto fiume essere
(1) on Cornane in provincia e distretto, dio- sialo distinto col nome di Anlisforo nella
feri di Monreale, circondario di Partenico, da cui parte superiore dove era un ponte ,
disia 2 di., e 17 da Palermo. Conta salme 718,317
Ji territorio, 7,701 cio in giardini, 0,970 in can indi dello Anos nella parte media , ed
neti, 2.000 in seminatori! irrigui, 74.961 in se Anapo finalmente insino alla foce. Varia
minatori! alberati, 210,820 in seminatori! semplici, Cluverio da Vibio, poich nota il primo scor
265,035 in pascoli, 51,16i in oliveti, 62,776 in vigneti rer per 7 m. sotterraneamente, per 2 l'al
alberali, 41,269 in sommaccheli, 0,800 in terreni a
delizia , 0,221 in suoli di case. Vi si contavano tro; Vibio, come dal surriferito ci abbia
nel 1798 circa 4021 anime, 4923 nel 1831, 5892 mo, pi congruentemente scrive per fermo,
nel Boa dell' anno 1852. Esporta grano ed olio. ma spesso il Cluverio si allontan dal vero
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BO BR
in segnar le distanze. Non lungi dalla foce ricinta di baluardi, di egregio lavoro; col
men di 8 miglia, sgorga nell' Anapo il fiume locati i monaci in prima dentro le mura ,
di Sortino ; e da col al di sopra Butti- poi nella parte orientale del porto, ad un
gliaria, che ascondesi e rinasce. miglio, edificato un famoso Monastero. Al
(ovario. Lat. Buvarium (V. M.) Casale cuni dei Geografi intanto credono dolere
sotto la Signoria di Giovanni Aragona fi intendersi per Braccio di S. Rainieri tutto
glio di Sancio, come dal censo di Fede quel liltorale che si comprende dal pro
rico II. Avevaselo Giovanni per dritto della montorio Peloro, dov' un'altra torre con
moglie Giovanna de Osculo, nata da Si faro, sino alle foci del fiume Malpurito,
mone de Osculo, con Casalinonaco presso che apronsi nella spiaggia settentrionale ;
Palermo. ma vi si oppone un volgare siciliano as
Bovi marini. Lat. Boves marini. Sic. sioma ; allorch tentasi una qualche dif
Voi marini (V. D.) Scogli nel lido della ficile intrapresa, o impossibile, diciamo es
terra di Naso, sotto il promontorio Orlando, sere lo slesso di voler raddrizzare il Braccio
rinipctto la cala di S. Giorgio. di S. Rainieri; forte argomento perci
Bozzetto (V. D.) Sobborgo di Messina, venir sotto nome di Braccio quel curvo
che stendesi per quasi cento passi verso lido (I).
iVord, dov' un fiume. Bracere (capo delle). Lat. Bracello-
rum caput Sic. Capu di li Braceri (V. Pi.)
BR Nella spiaggia meridionale, tra la foce del
fiume Oano volgarmente Frascolari , ed il
Braccio di S. Rai nlerl. .nl.Brachinm. capo di Colombara.
Sic. Vrazzu di S. Raneri (V. D.) un lido, Braemi. Lat. Brahemis (V. N.) Fiume
che incurvandosi un miglio per giro, rende di nome saracenico, che nasce verso Mae
immobile il mare del famoso porto di Mes stro dal lago Pcrgusa, a 2 m. sotto Enna,
sina. Eravi una volta nella sommit una e a 6 da Piazza, di cui bagna il territorio
chicsiuola sotto gli auspici di S. Nicol, nella parte occidentale, e lasciandosi a man
donde dicevasi Lingua di S. Nicola, e per cina Mazzarino, Convicino oggi Barrafran-
una torre d'ispezione nella parte estrema ca , sbocca nel fiume Salso o linci a meri
Jdel Braccio, che sorge magnifica, con faro
dionale, dove stendonsi verso mezzogiorno,
a comodo dei naviganti, volgarmente Lanter il territorio di Allariva o Ricsi , volgar
na, dicesi Lingua di Faro. Secondo il Sam- mente di Cipolla, e da Tramontana il fon
pcri, detto anche Isola di S. Giacinto e S.
Placido ; credesi finalmente dal Maurolico ti) Vi la breccia marina che tagliasi per
e dall' Alberti , che sono al certo abbaci mole, ed formala in granelli quarzosi riuniti
nali, come dal detto di sopra si vede , il col cemento di calcare siliceo, e con tritume
promontorio Argenno. Dove oggi la Chie di spoglie organiche, spezialmente di conchiglie;
sa di S. Niccola, fabbric Ruggiero il ceno secondo le osservazioui dei Messinesi , confer
male da quelle dello Spallanzani , acquista un
bio di S. Basilio, sotto il titolo del SS. Sal aumento di elevazione sensibile sul livello del
vatore, ridotto in forma pi bella da Rug mare, come si vien tagliando a strati orizzontali
giero figliuolo del Conte, come costa da per uso di macine; poich a capo di dieci in do
un diploma di lui del 1133; ma fu per dici anni, vede elevarsi all'altezza medesima che
prima ( Power Viaggio in Sic). Vi sono di pas
cosso da un fulmine nel 1550. Fe' costruirvi saggio degli uccelli mollo rari, e vi si producono
l'Imperatore Carlo, alla custodia del porto parimenti di piante rare e ricercate: ci hanno
ed anche del Regno, una magnifica rocca, delle saline.
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do di Pietraperzia, detto di Arceri. Le ac- ta spiantata da Pietro II: ne rimangono


qne di Braemi mettono in movimento va- avanzi, egli scrive, nel luogo che dicesi
rii molini, fecondano le terre circostanti , ancora Curia antica, dote sono alquante
e servono finalmente ad agitare opportu case diroccate, abbattute , ed una rocca
namente altre macchine ad uso dell' arte. distrutta della Castellacelo. Il territorio
Bricinuia (v. N.) Castello nel territo vien coltivato a vigne ed a frutteti dai pos
rio di Lcntini, mentovato da Tucidide lib. 5, sessori Tcrminesi ; molto anche abbonda
dove parlando dei Leontini che prima di in frumento , e negletto in qualche parte
Dionisio, abbandonata la patria, avevano e- formasi in selve e boscatc. Broccato com-
migrato in Siracusa: poi per alcuni di prendevasi, sin dai Normanni, nella Chiesa di
loro addolorali del fatto , abbandonala Girgenti con Ralches castello, oggi Cacca-
Siracusa, occupano un sito della citt di mo, e computavasi sesta Prebenda del Col
Lentini appellato Phoces, e parimenti la legio Canonico di essa. Per benefizio per
munita rocca nel territorio, per nome Bri- dal Re Guglielmo I, venne soggetta nel 1157
tinnia. Soggiunge Cluverio non esserne al dominio di Ugone Arcivescovo di Paler
manifesto il sito ; sospetterei del castello mo, pei soli proventi temporali, toltone af
Bonvicinoche sorgeva nel territorio, a Nord- fatto il ramo militare. Ma non lungo tempo
Est di Leonzio, ma pot sollevarsi in molte dopo Gualtieri fu pel seguente caso an
altre parti, perlochc nulla mi ho di certo. noverato nella diocesi del successore di
Briga (V. D.) Casale e ruscello dello Ugone : Guglielmo II , recentemente pro
stesso nome, distante pi di un mezzo mi mosso il Vescovo di Morreale, volle asse
glio dal lido, verso mezzogiorno, 7 m. dalla gnargli Corleone, e Gualtieri cui si appar
citta di Messina , di cui Municipio ; la teneva, per far cosa grata al Re, volentieri il
Parrocchia si ha per santo tutelare S. Gior concesse, volendo intanto compensare a quel
gio. Contanvisi 108 case , 360 abitanti , e l'ultimo il Principe la perdila della Chie
ne il principale Patrono S. Giuseppe. sa di Palermo, ottenne rinunciasse il Ve
Se ne appartiene la Signoria ai Duchi di scovo di Girgenti i dritti di Broccato e di
S. Stefano di Briga, oggi i De Spucches, Caccamo in favor di Gualtieri, ed intanto
dei quali diremo in appresso. gli larg generosamente altri beni in com
Broccato. Lat. Brucalum. Sic. Truc penso. Credesi essere slato usurpato da
cata (V.M.) Citt un tempo esistente sotto laici Broccato sotto i Francesi, poich con
il monte di S- Calogero, detto Euraco da diplomi di Federico I, leggiamo conferma
gli antichi , le di cui vestigia presentansi to alla Chiesa di Palermo Broccato coi
a circa 4 m. di l da Termini Imerese a suoi molini e lenimenti, e per decreto di
chi va in Val Demone s per la via della Federico II di nuovo alla Chiesa medesima
spiaggia , s per l' interno- Costa oggi di rimesso. L'ottennero poscia i nobili paler
ornili casette di agricoltori, di una bettola, mitani per concessione dei Vescovi che
e d'una Chiesa. E celebre s per le copiose succedettero , poi nello scorcio del seco
vene di acqua che scaturiscono dai colli vi lo xvi pass ai Marchesi di Marineo, Conti
cini e muovono ruote da mulino, come an di Capace , oggi Baroni di Broccato. Af
che per le grandi mine di un antico acqui- ferma il Pirri esservi stato il Priorato Be
'Uto : mostra per verso il lido di pi gran nedettino di S. Maria de Burgitabus, che po
di monumenti descritti dal Fazello, aggiun se altrove a 3 m. da Colesano. L' Itinera
gendo, essersi gli abitanti dati ai Francesi, rio Arabico fa menzione di Broccato, e spct-
perloch venne la citt sin dalle fondamen- tavagli il territorio da gran tempo dove
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i
sorge oggi Xara nuovo villaggello : era al nesso territorio , e la Signoria di Ficarra.
lora estesissimo, e dalla spiaggia allarga Ma vedendo costui accrescersi gente presso
tosi i suoi confini sino alle falde meri la rocca di Brolo, fabbric una Chiesa de
dionali del monle Euraco. dicata a S. Girolamo, da elevarsi a Par
Brolo. Lat. Brolus. Sic. Brolii (V. D.) rocchia dall'Arcivescovo di Messina. Cele-
Rocca marittima , delta Voab ai tempi di bravisi la festa con famose fiere. Sono oggi
Ruggiero, nella spiaggia settentrionale, tra le case di Brolo computate con quelle di
i promontori di Calava e di Orlando, ma Ficarra 381, e gli abitanti 1967. La terra
a questo pi vicino. Siede sopra un pog Jonncllo si appartiene a Brolo (1).
gio, alle foci di un fiume dello stesso no Bromo. Lat. Brontc*. Sic. Bronti(T.D.)
me, dagli antichi Tintelo, ed battuta dalle Oggi ricca e popolosa citt, che occupa le
onde del mare; ammirabile per l'ampiezza radici del monle Etna , o i fianchi verso
levasi in allo , e munita di grosse artiglie Tramontana, e prese il nomo da uno de
rie rende sicurissima la sottoposta spiag Ciclopi di Vulcano, ben noto ai poeti. Abi
gia. Ebbe a fondatori antichi Primati di Si tano oggi i cittadini nel territorio del Con
cilia, tra i quali registrasi, sollo Federi vento di Maniace , in un terreno un poco
co II, Bartolomeo di Aragona, ma risto declive verso Occidente; abitavano a bor
rarono poscia i Signori Lancia, la quale gate prima dell' Impcralor Carlo V, ed io
famiglia sotto i Svcvi rifulse congiunta ai un sol corpo radunali vissero a lungo sog
Re in parentela, perciocch Bianca Lan getti all' Abate di Maniace. Ceduta per
cia fu moglie dell' Iraperator Federico Re quell'Abazia all'Ospedale Grande di Pa
di Sicilia: celebre nelle istorie il di lei lermo, per decreto di Ferdinando II ed
fratello Federico Lancia. Sotto Martino era approvazione di Papa Innoccenzo , se ne
Perrucchio Lancia il Signore di Brolo ; sottomisero ai Direttori i Bronlesi. II dritto
quantunque avesse concesso quel Re ai Si di armi appartenevasi per come oggi ai Rc-
gnori Aragona il castello nel I3*J2, per ri gii Amministratori, cui sforzano i cittadini
bellione del Lancia; ammessi in grazia per soggettarsi in pieno vassallaggio , e venir
dopo breve tempo Perrucchio ed il figlio la citt segnata tra le Demaniali. Il tempio
Corrado, restitu loro i beni, ed appell principale sacro alla SS. Trinit, dove so
Corrado, con suo diploma del 1401, capo no addetti , sotto l' Arciprete , al servigio
della famiglia Lancia: Succedetegli Per divino 24 Sacerdoti con chierici. Sorge
rucchio 11, a cui Valore, ed a questo nel presso le mura a Libeccio mollo elegante
1486 Guglielmo eBlasco; morto per sen e cospicuo, e sonogli suflraganee altre 7
za prole il primo, l'altro nel principio del
secolo xvi fu Signore di Brolo. Ne fu Gi (I) Oggi nn Comune compreso nella Pro
rolamo il successore, da cui Blasco nel 1564, vincia di Messina, Distretto e Diocesi di Patii, Cir
condario di S. Angelo, distante da Messina 64 m.,
che si ebbe ad erede Girolamo , che eb- da Palermo 112, da Patti 13. da S. Angelo 6. Coti-
besi figliuolo Ferdinando, da cui nacque tnvanvisi 599 anime nel 1798 , poi 735 nel 1831,
Francesco. Nel 1624 era Fabrizio il Barone e finalmente 1049 nello scorcio del 1852. Ne
di Brolo, il di cui figlio Giuseppe, ne ot l' estensione territoriale di sai. 252,704, 0,571 cio
tenne da Carlo II nel 1686 gli onori di in giardini, 2,039 iu canneti. 15,302 in gelseti,
8,904 in seminatori alberati, 72,584 in semina
Ducato. Nato da lui e da Felicia Alessan tori semplici, 4,053 io ficheti d'India, 7,402 in
dro, Girolamo, oggi Duca di Brolo; ma castagneti , 13,095 in boscale , 0,207 in suoli di
vendette poco fa ad Ignazio Vincenzo Aba case. Nel mare di Brolo armasi in ogni anno una
te Marchese di Longarino la rocca, l'an- tonnara.
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BR BR

Chieseminori.il Monastero dell'Ordine di mor


colloquio
finalmente
della B.in Vergine,
grande odore
come disi beati
dice-,
S. Basilio venne trasferito dal Casale Ma
ntice, di cui diremo, alla Chiesa di S. man tudine nel 1673. Paolo Orlale encomiato
dano, entro la citta verso Nord. Nella parte dal Mongitore per la perizia delle leggi, e
meridionale sono i Minori Osservanti, sotto del dritto, per la conoscenza delle belle
il titolo di S. Vito Mari. ; fuori la citt per lettere; ascritto nelle primarie Accademie
merita attenzione il Convento dei Cappuc della Sicilia, credesi aver dato alla luce ,
cini fabbricato nel 1627 ; inoltre la Casa una notizia della Genealogia della chiaris
di S. Filippo Neri, il Monastero di donne, sima famiglia Denti. Ebbesi il figliuolo Car
sotto il titolo di S. Scolastica e la regola lo Orlale, giureconsulto ed egregio filologo;
di S. Benedetto, l'Albergo dei poveri, e dei che coltiv istancabilmentc il suo ingegno,
Pellegrini; fabbriche e stabilimenti lutti di in una scella biblioteca , che seppe accu
grande onore al paese. Molte case civili ratamente formarsi. In un suo lavoro sono
meritano anco attenzione, lunghe e spazio raccolte le dissertazioni legali stampate da
se vie, amplissime piazze. lungo tempo alla spicciolata, s sopra i feudi,
Ai tempi del Fusello contavansi in Bronte che sopra altre questioni difese da primarii
709 case, 2815 abitanti, ma nel 1652 creb avvocati. Tommaso Schiros Chierico rego
bero a 1834 le prime, ed a 6151 gli abi lare, eloquentissimo oratore, teologo di sa
tanti; enumeransi nel registro del 1713, na e profonda dottrina ; in fallo di costumi
case 1924, abitanti 6936, sinora accresciu a nessuno nella et nostra secondo , con
tisi a 7949. Ne il principale Patrono S. sultato come un oracolo da lutti, accetto ai
Biagio Vescovo. Mostra un' aquila nelle sue Signori, il di cui favore ad evitare, lunga
armi, propria insegna della Sicilia, nel di mente dimor nella citt di Aci, dove isti
cui petto un' altra aquila senza corona. La tu la sacra Casa di S. Giovanni Nepomuce-
giurisdizione spirituale si appartiene al Ve no. Attese lieto la morte pieno di anni, e di
scovo di Morreale, cui era soggetto il Mo meriti nel 1759. La latitudine di Bronte
nastero di Maniace. Fa parte della comarca di 37* 45*, la longitudine di 38 25' (1).
di Randazzo. Il suo territorio abbondan
tissimo in vigne , ulivi , mori , ed alberi (1) un capo-circondario di 2* classe in pro
fruttiferi; non iscarso di acqua, ricco in vincia, diocesi e distretto di Catania, da cui dista
pasture,
fornisconodonde
di lane
un ,gran
e dinumero
panni , diche
greggie
sono 35 miglia, e 160 da Palermo. Venne cosi appella
to, come nota il nostro autore, dal Maurolico, il
Satnperi, il Fazello, l'Arezzo, il Lelli ed altri, dal
tenuti i migliori non solo di quelle parti, ma
nome di Bronte uno dei tre Ciclopi addetti nella
di tutta l'Isola. Van primi tra gli uomini fornace di Mongibello a lavorare i fulmini di
illustri di Bronte : Vincenzo Orlale Sacer Giove e le armi degli Eroi. I due suoi compagni
dote, in ogni genere di virt versatissimo, appellanti Slerope e Piracmone, nei nomi dei quali
Canonico della Chiesa di Palermo ed aman significami il Tuono, il Fuoco, e l'Incudine; poi
ch Bronte voce originata dalla greca Bpovrfi
te di solitudine, perch pi quietamente si
(Tuono), Slerope da arsponfi (baleno) e Piracmo
esercitasse negl'istituti della cristiana per ne da r,--,i (fuoco) ed Atpoy (incudine), quantun
fezione. Alcuni anni prima della morte si que quest'ultima voce faccia derivare il Conti da
ritir nel Convento dei Carmelitani di S. *'>{ ed j/ijfip quasi voglia intendersi fuoco pos
Teresa, fuori le mura, ed indossala la veste sente, fuoco vigoroso.
chiericale, con maggior contrasto esercit attualmente in Bronte un Monte agrario in
frumento, fondato nel 18i6; dipende dall' Inten
una vita innocente. Quivi onorato pi volte,
dente, che sceglie in ogni due anni due deputali, o
mentre tutto in se raccolto in orazione, del la distribuzione delie derrate si fa da una coni-
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Braca (V. IV.) Castello nel sono mnrit- torio di Tauro, cio quel di S. Croce, op
limo dello stesso nome, e caricatore rim- posto ai settentrionali, discosto 3 ni. da
pctto Catania, nel lato sinistro del promon- Agosla. nell'interno di questo seno apresi
messiono composta dal Sindaco, dal Parroco, e dai Sacra lega contro il peccato, venato in Roma nel
Deputati del Monte, a proporzione delle terre che 1750, e dopo due anni ritornato in Palermo , si
ogni colono povero coltiva. La nota di distribu ritir nella convivenza di S. Eulalia, e posto mano
zione deve essere approvata dall'Intendente, os alla cultura di quella Chiesa sfornila dei sacri sup
servate prima le debite formalit volute dal Real pellettili, ne ricolse a sovrahbandonarla , quindi
Rescritto del 20 luglio 1842; le obbligazioni poi v'introdusse l'Oratorio quotidiano e scrisse a tal
di coloro cui si distribuiscono le derrate sono ri uopo un rendimento di grazie alla SS. Trinit,
cevute dal Conciliatore. La sua aria sana, e se pubblicato nel 1775; un altro ve ne apri la sera
ne comprende il territorio in salme 17749,091, per gli nomini che di tutte condizioni accorreva
delle quali 4,208 in giardini, 4,630 in orti alberali, no. Fu grandemente accetto al Vicer Fogliani per
9,568 in orti semplici, 38,033 in seminatoi ii irrigui, la candidezza dello spirito, e la belt del suo cuore.
35,626 in semiuatorii alberati, 7687,316 in semplici, Ma l'opera che grandemente di sua santit ed amor
3802,316 in pascoli, 93,428 in oliveli, 66,121 in vi pel simile ci testimone, il famoso Seminario
gneti alberati, 401,838 in vigneti semplici, 40,950 in di Bronte. Disegn in sua mente nel 1774 dover
ficheti d'India, 57,118 in mandorleti, 57,959 in pi- provvedere la sua patria di una casa di educa
taccheti, 3177,118 in boscale. 2270,338 in culture zione chiesiaslica divisa in quattro dipartimenti,
miste, 2,464 in suoli di case. I rami principali l'nno di studio, l'altro di assistenti ai moribondi,
del suo commercio sono grano, formaggio, man un terzo di amministratori di sacramenti, un quar
dorle e pistacchi. Salendo da Krontc verso il monte to di Missionari, e non ostante la propria povert
Etna rinvengonsi di sostanze vulcaniche dell'eru anzi miseria, e le molte barriere che all' effetto
zione del 1832; verso occidente del paese il ter del suo scopo interpooevansi, ei giunse a gettare
reno calcareo, e vi si trovano alcune conchiglie in quell'anno medesimo la prima pietra dell' edi
fossili, terra alluminosa, traccia di ferro e di piom ficio, e nel corso di cinque anui impiegandovi
bo. Sotto le scorze degli alberi annosi , e le sec 30000 scudi, ridusselo in modo da aprire te pub
che foglie dei boschi vicini sono dei rari insetti. bliche scuole a ricevere moltissimi convittori: non
La popolazione della citt ascendeva nel 1798 a pot per vederne il compimento, che a causa di
9153, ad 8871 nel 1831, e finalmente nello scorcio sua morte venne sino ad oggi differito. Quantun
del 1852 a 10931. que in tali anni occupato dall'apostolico ministero,
Tra gli uomini, di cui l'edace tempo non sa scrisse un libretto sotto il bel titolo di Lavoro
distrugger la fama, o che coi loro meriti solleva della
1775 diede
graziaalle
nelstampe,
convertire
altroildipeccatore,
Cerimonie che
nel ce
nei
rono un monumento pi durevole del bronzo, me
rita il Venerabile Ignazio Capizzi il primo posto stire /' abito monastico nel 1776, e poi la Spiega
tra quei che di loro nascila onorarono Bronte. zioni- del nome SS, di Get, che fu stampata nel
Sorti i natali nel 1708, e sullo sbucciar dei giorni 1784. Non per desistette di predicar novene, eser-
suoi d'un branco di pecorelle fu misero custode, cizii e domeniche pei monasteri e chiese di que
ma alla custodia di altro gregge avevalo Dio se sta nostra citt, insino a che dalle fatiche trava
gnalo. Dopo varie circostanze di casa sua, indos gliato, con flogosi epatica consum il corso dei
sato l'abito chiericale, pervenne a 26 maggio 1736 giorni suoi a 27 settembre 1783, lasciando un no
al Sacerdozio, cui con ogni premura aveva aspi me immortale per le predizioni avverate, pei por
rato da gran tempo. Si ascrisse allora alla Congre tenti operati in vita, nel di della morte, e dopo
gazione di Nostra Donna del Fervore in Palermo, ancora, perloch tuoner una voce onnipossente
e vi stabili che ogni sera vi si tenesse aperto un dall' alto del Vaticano, a proclamarne la canoniz
oratorio in utilit dei fedeli. E qui non mi da zazione; e la cara Sicilia, e la riconoscente Bron
to dal limite del lavoro, poter ben pennellare i suoi te andrau di lui gloriose.
travagli, l'umilt del suo spirito, la filantropia Se nel Capizzi ebbe la Sicilia un' Apostolo, Si
inconcepibile, in tutto il che si ebbe a compagno cilia, Italia, intero il Catolicismo videro in Nic-
il Sacerdote D. Isidoro del Castillo dei Marchesi cola Spedalieri l'oppugnatore del prestigio e della
di S. Isidoro. Istitu nella Parrocchia dell' Alber miscredenza, il proclamatore di una filosofia pi
garla in Palermo una congregazione del titolo di che mai sublime. Divisi i filosofi a sciami inno-
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n<i la foce del fiume di Porcaro, o Panta- curo e capace asilo pei legni : ma dove
gia, che anche dicono di Bruca. A destra per circa un miglio il maro s'introduce nel
nel mare, non lungi dal lido, apresi un si- fiume e quasi vi slagna, presenta alle pic
cole navi sicuro ricovero, il quale tratto
mercvoli sotto le bandiere dei sistemi, abbassato diecsi Canale dagli abitanti. Nell'inverno
ad oscuri concetti l'ingegno dell'uomo, da mille per accresciuto il torrente dalle acque
opinioni agitato, di cui non sa a quale appigliarsi,
tra questa l'epoca del nostro Spedalieri. Nacque
che scendono dai colli vicini, rende quel
egli iu Bronle uel 1740 da onesta famiglia; ven luogo non sicuro, ed accrescono il pericolo
ne educato nel Seminario di Morreale, dove lesse due rupi che levansi per circa 20 cubiti
pubblicamente Filosofia e Teologia nella sua gio nell'una e l'altra riva; essendo per sereno
vent. Conobbe il tempo in cui vivea; si accorse e tranquillo il corso delle acque, a destra
cbe nel caosse di idee strane ed oscure che avvi-
dal medesimo veggonsi zampillar vene di
cendavansi allora, eran principii evidenti e giu
sti, su cui potevasi ordire una saggia dottrina, a acque zolfuree assai giovevoli per morbi
conciliare interessi all'alio disparali, a sorger nor cutanei. V. Pantagia.
ma del dritto comune; per fame abbracciar la scelta Neil' interno, dove sorgono di basse col
una sola via rimaneva, il dimostrare cio che il line e dei poggetli , meritano attenzione
Tangelo gli aveva (ulti proclamati; a rimettere in
le vestigia dell'antica citt di Trotilo, di cui
somma la calma nell'interno dell' uomo, ad ordinar
le menti, bisognava far gustare idettami della nuova diremo a suo luogo. Oggi per sorge non
filosofia ai seguaci delle antiche opinioni, conci lungi dalla spiaggia una casa di eremiti
liar col Vangelo gli amatori delle novit. Dimo sotto gli auspicii di S. Maria di Donia (1),
strare i normali principi) dal Jritlo naturale donde dove molli raccolgonsi nel vero servizio di
ducendoli
derivano conseguentemente
dall' analisi dell' uomo,
le naturali
e prevalendosi
leggi, ile-
Dio lontani dalle procelle del mondo. Pas
in ci dei veri pensamenti dei novatori; difendere sando a dir della rocca , si ebbe origine
la divinit del Vangelo; conciliare i principii del verso il 1468 da Giovanni Sebaslide, che
dritto naturale coi vangelici; ecco il triplice sco costrusscla sin dalle fondamenta dove elc-
po dello Spedalieri, con che viene a capo del gran vansi a destra le rupi, a custodia del ca
disegno. .4 ci tendono infatti i sei libri sui dritti
ricatore ed in guardia del porlo ; donde
dell'uomo, net quali si dimostra che la pi sicu
ra custode dei medesimi nella societ civile la quella lapide scolpita nel fronte esteriore:
Religione Cristiana, a ci V Analisi dell'esame cri Bastide vocor, quoniam Baslide Joannet
tico del cristianesimo di Freret, a ci la Confu Haec fieri fecit, sumpsique nomen ab eo
tazione dell' esame del Cristianesimo fatto da Gib-
bon nella sua Storia della decadenza dell' Impero, Baslide il nome mio, levo la fronte
coi quali ultimi due lavori viene principalmente Per il Bastide, e a lui devo il chiamarmi.
a trattare la seconda parte del suo scopo; vi cam
peggia oltre la somma erudizione e la pienezza di molto ampia, a volte, e munita di ar
dottrina teologica, la pi sottile metafisica. Il Car tiglierie, con bastione preposto alla porta
dinale Geni il sommo filosofo ne fece grandissimi verso mezzogiorno, con argini, via secreta,
encomii ; le universit di Padova e di Pavia of siepe e fossa. Vi stanno dei soldati presi-
frirono allo Spedalieri splendide cattedre, da lui
rifiutale per non dipartirsi dall'amato soggiorno
diari con un prefetto; n manca di carceri
di Roma. Da mia parte non dilungandomi ne di in pena dei facimale.
co, sedere a capo dei propugnatori della filosofia
di nostra religione. Mori in Roma nel di 24 no in Bronte e morto in Alcamo da pochi anni. Ci
vembre 1795. Bronte a tal figliuolo tenuta di lasci le seguenti opere: Analogia che passa tra
onore immortale. la vita dei vegetabili e quella degli animali: Ri
Ancor fresca la perdita di Arcangelo Spedalieri flessioni patologiche sulla rottura dello stomaco:
nipote di Niccol , medico di gran vaglia , ac Medicinae praxeos compendium.
curatissimo anatomico e naturalista, nato anche (1} Parola corrotta da Adonai.
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Appare nei regii libri la prima memoria Bucalca. Lai. Bitxialca. Sic. BucLirca
di Bruca nel 1466, quando il Re Giovanni (V. N.) Casale esistente sino al 1570, sotto
concedette in dono alla Regina Giovanna Mineo, verso greco. L'ebbe in prima il Mi
sua moglie, per diploma dato in Villa di lite Teobalao Buxialca , da cui pass a
Prato, il porlo, il caricatore, non che il cir Ruggiero di Lucitela. Per dono dell' Impe-
costante territorio; ne commise questa la rator Federico I ottenne la conferma del
cura a Giovanni Sebaslide, Moderatore casale nel 1228 Adelicia nipote di Rug
della Camera Reginalc , e pei meriti ce- giero ; e moglie questa a Soldano di Gual
deltegliela con tulli i dritti che vi aveva, do gli partor Tornabene che fu poi Si
confermando il Re nel d 22 settembre. Nel gnore di Bucalca; da lui Soldano it, poi
1509 la vendettero gli eredi del Sebaslide Soldanello, a cui la sorella Giacoma suc
ad Eleonora Lullo ed ai figli di lei , qual cedette , che costretta a cedere la eredit
compra venne confermata nel 1548 da Car fraterna , ebbesi a successore l'avversario
lo Augusto Re di Sicilia, a preghiere di Simonello di Ruini: ma Signorella figliuo
Cesare Lullo. N mollo tempo dopo, estin la di Giacoma, mossa lite al Ruira, l'ol
ta la famiglia Lullo, venne devoluto al Re lenne, ed impetr la conferma dal Re Fe
il castello per opera di Diego de Roxas , derico III, per diploma -del 1375: ebbesi
che crane il Prefello; ma nel 1373 l'ollenne a marito Manfredi di Marino, con cui ge
Antonio Como, e poi un altro Antonio di ner Gusmerio , a cui secondo il registro
S. Martino. Oggi soggetta alla giurisdi del Re Martino, apparlcnevasi il casale nel
zione del Re, che vi assegna il presidio, 1408. Ma era slato concesso dal medesimo
ed un custode, sotto il supremo Prefetto Re nel 1397 a Bernardo di Ruscello, poi
della milizia di Agosla (1). per restituita Signorella ed il figlio Gusme
Bruca (V. M.) Fiume che si ha la sor rio in grazia del Re, ne riacquistarono il pos
gente in Bivacchino , nella piazza slessa sedimento. Vendendo indi Gusmerio a Rug
di increato; bagna i terreni dell'antico con girvi) di Alberghino da Callagirone, da cui
vento di S. Maria del Bosco, sbocca poi pervenne a Giacomo Adamo; compresselo
nel Batlicane, ed unisconsi insieme al Be- da Adamo nel 1503 Fortuna Tedeschi, Pa
lice. Ne fa menzione il Fazello. trizio calanese, ed a lungo i posteri di lui
Bruca (V. M.) Asilo nella spiaggia me tennero il fondo, di gi spiantalo il casale:
ridionale, vicino la foce del fiume di Bclice. ma finalmente lo compr da Francesco Te
Bruca (V. N.) V. Bucra. deschi, Giacomo Interlandi nominalo poi
(1) Dicesi anche Brucola. Oggi un gotto-comune Principe di Bellaprima nel 1710; succes
aggregato ad Agosla, di cui va compreso nel cir segli il figlio Pompeo oggi vivente. Vi ha
condario, in provincia di Noto, distretto e diocesi
di Siracusa; distante 23 m. rotabili, 22 non ro
il Signore il dritto di armi.
tabili dalla prima. 9 rotabili, 13 non rotabili dalla
Buccheri. Lai. Buclter. Sic. Buccheri
seconda, 4 non rotabili da Agosla, i9 rotabili, 91 (V. N) Citta saracenica, nella comarca di
non rotabili da Palermo. situato in una pianura Noto, e la provincia chiesiaslica di Siracusa;
di aria malsana pei luoghi acquitrinosi prossimi occupa i faticosi colli delli dell'Alloro, re
all'abitato. L'acqua vi buona ed abbondante.
putali i pi alti di tutta la regione ; sono
Accenna il Sacco esservi stala ai suoi tempi co
struita una Parrocchia sotto il titolo di S. Nic accessibili cessando il verno, e da quivi una
col. La sua estensione territoriale si computa con
amenissima ed ampia pittura si scorge, da
quella di Agosta, essendone un sotto-comune; del una parte del monte Etna sino alle basse
resto quel suolo abbonda in frumento , orzo, e
specie di pesci. Contava nel fine del 1852 circa
legumi, ed il mare d una buona pesca di varie
216 abitanti.
1G3
MI BU

radici, dall'altra della spiaggia meridionale Niccola, celebre per religione, e piti per an
ed orientale sino al promontorio Pachino. tichit ; vi si ammirano varie pitture di gre
Sin dai tempi dei Normanni rifulse degli ca mano; ed affermano essere stala la prima
onori di Contado, poi nel 1G27 si ebbe il Chiesa dei Cristiani , prima dei Saraceni,
titolo di Principato per opera di Girolamo poich dicesi essere slata negli antichi tem
Morra che erane il Signore. Sorgeva un pi e la citt e la rocca, opera dei Leontini,
tempo in un'erta, a mezzogiorno, dove sono quantunque debba attribuirsene il nome ai
gli avanzi di antica rocca; ora in un' seno Saraceni. S. Maria del titolo dell'Immaco
di monti, rivolto a Nord, bagnato dalle ac lata Concezione oggi la Patrona tutelare
que del fiume che scorre dal fonte Canale, della citt; pure versantisi parte dei citta
non poco accresciute noli' inverno dalle dini nella primaria divozione di S. Maria
pioggie e dalle nevi, e che vi hanno il loro Maddalena, parte del Mari. S. Vito, ne cele
corso verso Ovest. Occorre col un lungo brano a gara con fiere i giorni festivi.
ed ampio ponte, che congiunge i lati dei Si ha la citt insegna propria, cio tre
monti, e la citt, che stendesi dall'una e colonnette con due spade incrocicchiale, ed
dall'altra parte in due regioni. Corrisponde una corona. Secondo le leggi comuni, l'an
al ponte ad oriente una piazza, dove sorge nuo magistrato civile ad arbitrio del
la Madrice Chiesa dedicata a S- Ambrogio Principe. Il Vicario del Yescovo per eser
Yescovo, con dritti parrocchiali, e diretta cita giurisdizione sullo spirituale. Ya bella
da un Sacerdote col titolo di Beneficiale , di uomini chiarissimi : Stefano dei Minori
secondo il costume di tutta la Diocesi; le Cappuccini, predicatore di insigne piet, di
suFTraganea la Chiesa di S. Maria Mad cui il Pirri contaci maraviglie , nelle Not.
dalena , dove amministransi i Sacramenti sulla Chiesa di Siracusa. Silvestro e Cle
alla gente dell'altra parte, ed altre undici. mente, del medesimo Ordine, commendali
Abitavano i Minori Cappuccini sotto i con negli Annali per innocenza di vita ed esi
fini del paese , e vi si stabilirono sin dal mia virt. Giuseppe Riccio enumeralo dal
1620, frequentando per gli ufficii divini la Mongilore trai sicoli scrittori per le tra
Chiesa di S. Maria della Grazia, occupata gedie che diede alla luce.
gran tempo dai Carmelitani ; ma poi sta Si ha un territorio fecondissimo e ridon
bilirono un novello domicilio in sito pi alto dante di olio, vino, biade, pascoli; ma i suoi
a Settentrione, 300 passi discosto dalle mu colli sono coperti nell'inverno di molta ne
costituironsi
ra. I Carmelitani,
nel 1622
abbandonato
presso la l'antico
Chiesa disilo,
S. ve, che perci conservasi in gran copia nel
le grolle, poi smerciata dagli abitanti con
Giovanni, cui dettero il nome di S. Maria di non piccolo guadagno nelle parti vicine.
Monte Carmelo, ma vennero poi a mancare Contavansi nel secolo xvi 810 case , 3029
per povert di rendite, e gli eremiti suppli anime, nel censo susseguente eransi dimi
rono nel luogo. Nel 1433 fabbricato a spese nuite le case a 762, e gli abitanti a 2992,
pubbliche, in allo sito, verso mezzogiorno, ma si sono oggi aumentali a 3444. Milita
un Monastero, per opera di Gregorio de Ber vano di questi sotto la bandiera provinciale
nardo, alla Chiesa di S. Maria Annunziata, ed il Prefetto di Callagirone 37 fanti e 5
fi si costituirono le Monache sotto la regola cavalli. Si hanno i Signori di Buccheri il
di S. Benedetto: gli cremiti finalmente, detti xxvii posto nel Parlamento , trai Principi.
di S- Maria di Fonte Aurato si han fuori le Ne questa la serio. Sotto i Normanni im-
mura case decenti. Ad un mezzo miglio sotto padronivasi della citt Roberto Paterno,
il colle una sacra grotta appellala di S. che leggo spesso soscrillo nei diplomi di
164

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quei Principi. Il di lui figlio Costantino Nacque da Giovannuccio Giovanni , regi


dello Conte di Buccheri in una lapide stralo nel censo del Re Martino del 1408
rinvenuta a mio tempo in Catania , di cui ed altrove, trai catanesi feudalarii. Dopo
arrecai nella storia, dove Matilde pone un Ire anni vcnnegli tolta la Signoria di Buc
epitaffio nel 1160 al marito Costantino di cheri, perch ribelle alla regina Bianca, ed
Paterno figlio di Roberto, Conte di Buc investitone Antonio Barresi Conte di Mi-
cheri e di Partanna, in armi famoso. Con litello; ma ritornalo in grazia, e restituito
fermano ci antichi scrittori di questa fa nei suoi beni, ebbesi a successore il figlio
miglia , che nolano apposti un tempo gli Giotannuccio //, da cui Giovanni, che pro
stemmi della famiglia Paterno- nel castello fess obbligazione nel 1453 sotto Alfonso.
della citt. Nel 1240 Alaiino Leonlino di Crede Barberi superstite nel 1508 Cataldo fi
cesi Signore di Buccheri, Paianolo, e Ode- gliuolo di Giovanni e diViolanta, ma rinvengo
grillo ; attcstano essersi in questi tempi altrove inlromcllcrsi Troisio e Filippo, ed
stabiliti in Catania i Leontini ; forse dun esser provenuto da Giovanni iv il padre di
que il padre di Alaimo si ebbe Buccheri Cataldo, il quale dicesi Barone di Buccheri
dagli credi di Costantino, o per dote, o per nei regii libri del 1557; succedetegli Gi
vendita. Non ricavasi per dagli antichi rolamo a cui poscia Vincenzo; da lui Isa
scrittori avere ottenuto la citili i predeces bella figliuola ed erede, che prese a ma
sori di Alaimo per beneficio del Re Rug rito Girolamo Morra nobile napolitano ,
giero, come attesta il Mugnos nel suo Tea donde nacque Girolamo n, che ottenne il
tro delle famiglie. Mor intanto Costantino, primo nel 1627 i titoli di Priucipe di Buc
come dalla citata epigrafe, dopo il mede cheri, e presa in moglie Giovanna Rizzo ,
simo Ruggiero. Fu anche Alaimo, come di gener Visconte Morra, il quale comprossi
remo, Rorgomastro di Ficarra per drillo di il dritto di spada per 6000 scudi sborsali
moglie ; aveva perduto sotto i Francesi al regio Questore , e si ebbe da Isabella
queste Signorie ; non solo perci ader a Di Giovanni il figlio Francesco Principe di
Pietro Aragona , ma Irai primi fabbric Castelrao per dritto di madre, poi marito
la ribellione da Carlo: ottenne poi dal a Fclicia Cottone; nacque da quesli Isa
l'Aragona, e Buccheri, e gli altri suoi drit bella .Morra, che maritala a Domenico di
ti ; tuttavia sotto Giacomo figliuolo di Pie Giovanni Principe di Trecaslagne, partor
tro, come reo di Maest, perdette coi beni Anna Maria Signora di Buccheri, Gran Cro
la vita. Pieg allora Buccheri a Biccardo ce di S. Giovanni di Gerusalemme; da cui
di Montallo catanese, cui successe il fi e Giuseppe Agliata Borgomastro di Villa-
gliuolo Gerardo, confermato nel 1313 da Fe franca nacque Domenico, e da questo, Giu
derico II. Ebbe a successore Giovannuccio, seppe, costituito nel 1752 Principe di Buc
che nel 1339 disse omaggio a Pietro II, cheri por donazione della nonna. Diremo
c quantunque secondogenito, fu preposto altrove degli Agliata. La lalit. del paese
dal padre al primonato Riccardo; Regio Ma di 37, di 38 30' la lalit. Dissi di gi
resciallo sotto Federico II, di mollo aiuto del fonte Birigeri, che appresso Buccheri,
gli fu. Non qui fuor di proposito notare e le acque che scorrono nel mezzo il paese
un mio errore; poich nelle note al Fa- spettano al capo destro del fiume di S. Leo
zello Dee. 2, lib. 9, cap. 6, n. 3, scrissi, nardo o di Regina (1).
essere stato Rolando Aragona , Signore di
Buccheri e Prefello di Siracusa , e falsa (1) Il comune di Buccheri che dipendeva dal
mente accusai l'autore di dimenticanza. circondario di Paianolo fu elevato a capo-luogo
165
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Baotilnona (V. M.) Casale apparlcnnn- rio, che quel che pi lungo dal lido si
Icsi alla Chiesa di Morrcale, mentovalo in avanza, dello volgarmente dagli abitanti
un diploma di Guglielmo II del 1181, dove Capo di Scorami, o di Scalambri. Sicguc
descrivonsi i beni ed i confini dei fondi di Caucana terra diroccala, con un porto che
quella Chiesa. dicono Lombardo. Collocalo il Fazello dopo
Bacia (V. IV.) Citt antichissima di sito le foci del fiume Imi in io , o di Ragusa ,
incerto, mentovata da Tolomeo, e creduta dov' la cala o il piccolo porto di Mar-
Unter da Iloffmann. zarella. ad un miglio e / egli scrive,
Bacia ( V. M. ) Citt nel lato australe dove alcune moli, e la rupe rossa, di cui
della Sicilia , secondo Tolomeo , ma oggi impenetrabile se sia la delta Bruca da
di sito incerto. Tolomeo. Vedi Scalambri.
Boera. Lat. Bucra. Sic. Vruca (V. W.) BniTarera (V. M.) Casale apparlcnen-
Promontorio nel littoralc australe dell'Isola, tcsi alla Chiesa di Palermo, mentovato nei
mentovato da Arezio, e detto dal Fazello diplomi del 1215 dell' Imperator Federico,
Bruca; di cui anche memoria appo To dove nolansi i beni di quella. un ter
lomeo. Pioti altro pu esaere, dice Cluve- ritorio dello stesso nome presso Corleone,
di cui si ha memoria in un diploma di
di circondario cor Uc.nl Decreto del 15 ottobre 1852; Guglielmo II altrove encomiato.
comprendevi nella diocesi provincia e distretto miliariio. Lat. Buffarilus. Sic. Bii (Ta
di Nolo, da cui dista 24 m. non rotabili. 53 ro rila (V. N.) Fiume, Gatta, ma falsamente}
tabili. 91 non rotabili da Palermo, 16 non rota
bili dal mare Joiiio; l'aria ne buona, abbondante appellalo Arale dal Chiarand ; scaturi
e buona l'acqua. Vi ha una celebre Gera per la sce nel territorio di Piazza che dicono Giu
festivit del SS. Crocifisso in ogni anno, che co liano , a tre miglia da quella ci I l , verso
mincia nel lunedi che precede la domenica di Pen Scirocco; poi scorrendo trai villaggelli Ima-
tecoste e dura per 11 giorni: il negozio per be cari,
chio dal
e Cansaria
feudo dello
oggi S.stesso
Michele,
nome;
dicesi
feconda
Ton
stiame, per tessuti ed altre merci. Ne ascendeva
la popolazione nel 1798 a 4198, a 4213 nel 1831,
a 4239 nel fine del 1852. Ne costa il territorio di poi la terra di Galla, donde prende anche
silme 3062,369, cio 0.375 in giardini, 0,799 in nome, delle di cui ncque si accresce , di
orli alberali, 2,269 in orti semplici, 0,272 in can vide scorrendo la terra di Scrravalle, dovo
neti, 24,421 in seni ina lori i alberati, 1266,547 in un' antica e celebre torre, e i campi dei mo
uminatorii semplici, 1121,468 in pascoli, 78,978
io oliveli, 76,497 in vigneti alberali, 170,921 in naci, ed accoglie il ruscello Mcnenino. Sotto
vigneti semplici, 1,613 in sommaccheti, 6,031 in il canneto di Minco gli si unisce il fiume Ca
Gcheli d'India, 5,092 in alberi misti, 304,054 in lavano, altrimenti Erico, e di Palagonia, e
boscate, 3,029 in suoli di case. un composto finalmente presso l'osteria Gullerra, sbocca
di antiche lave, tufo basaltico e calcareo, ed oltre nella riva sinistra del Gurnalonga, altrimenti
del marmo cotognino \ i si rinvengono degli avan
ti organici fossili trai quali, Salen coastalus, Su di S. Paolo. Vedi S. Paolo (fiume di).
sina hiatclloides , commutata , tramversa, Car ini ira ro. Lat. Buffarus. Sic. Buffaru
nuta tuberculalum. Arca antiquata, Avicula ta- (V. IN.) Fonte Ira Palazzolo , e Busccmi ,
rmtina, Pecten cristalus, Natica millepunctata donde riconosce l'origine il fiume Anapo,
Cuilltrminii, Trockut rugotut. Turritella suban- detto anche della Feria; ma sono piuttosto
jolala, Plurotoma cataphrata , turricula , futut
Polt(m, Triton corrugatum, chenapus pei graculi nel territorio dello stesso nome , perenni
Strombus cornatus, Buccinum pritmaticum, se- e limpidissime vene di acqua, 360 e pi
liitriatum, Tcrebra duplicata, Valuta rarispina, di numero, che radunatesi, sboccando nel
Marginila antigulata, Conut, Brocchii, Venta- sottostante lodo dell' Anapo , formano in
Knt ttxangulare, vertebre di pesci ec. gran parte quel fiume.
1G6

BU BU

Bugiarci- (V. M.) Luogo dove si osserva scovo di Palermo nel 1U1, indi conceduti
una delle latomie o pielrajc dell'antica disseti il Pirri dai successori di questo Rug
Selinunlc, silo verso Aquilone, a 4 m. dai giero a Maziotla Alagona.
diroccali monumenti di questa citt; de Burglo.Lat. Burgium. Sic. Burgiu(V.M.)
scritta colle altre dal Fazello. Ricco e popoloso paese, appellalo Borgctto
Bulcber (V. M.) Casale presso la Chiesa nel registro di Martino, ma falsamente dal
di Monreale, mentovalo nei diplomi di Gu Fazello e dal Pirri cognominato Millutio;
glielmo II del 1170. Da Cascino, nella vita poich questo cognome si appartiene ad un
di S. Rosalia, viene descritto Bulcher come altro Borgetto presso Bclice, appartenen
una terra fruttifera , come quella difalli tesi nei primi tempi degli Aragonesi ai Ma
dove sorge oggigiorno la citt di Morrealc. nuele; il nostro intanto siede a Sud-Ovcst,
Affermerebbero al certo i poeti avervi Po- in un poggelto lievemente declive, ma sca
mona stabilito sua stanza; non solo ric broso, alla sinistra del fiume Isburo o di
ca in produzioni agli abitanti, ma anche Caltabellolta ; comprendesi nella comarca
alla vicina Metropoli di Palermo. Cre di Corleonc, di dritto della splendida fa
dendo il Fazello all'Ospizio di Buharraat miglia di Perdila, come vedremo in appres
tre miglia da Morrealc per la somiglianza so, con Chiusa, Giuliana, Sambuca, Calta-
dei nomi; ma stabilirono altri dove siede bellolta, ed altre Signorie di questa fami
oggi la stessa citt. Affermano aver preso glia : si ha un castello, nel sito il pi ele
quel nome da Bulcher Principe dei Sara vato, quasi ancora intero, sovrastante da
ceni di Sicilia, che succedette a Fato Amira. ogni parte ad una rupe scoscesa , dove
Buonpletro. Sic. Bonipelru (1). il palazzo del Principe. Sorge nell'alto del
Borgenlmlma (V. M.) Casale oggi non paese a Mezzogiorno la Chiesa maggiore
pi esistente, appartenentesi di dritto alla parrocchiale di S. Antonio Abate , ampia,
Chiesa di Palermo. Dicdclo Ruggiero cogli elegante, adorna di statue e di pitture, fon
altri dei confini di Naro, e Limpiados, o di data sin dal tempo dei Normanni, di che
Licata, a Carnuto Saraceno, ed al figlio di ci prova un' epigrafe nella cappella di S.
lui, che convertitisi alla religione cristia Niccola; ricca altres la cappella del SS.
na, ne donarono Ruggiero Fresca Arcivc- Sacramento, e graziosamente adorna 1' al
tra del tutelare S. Antonio: va soggetta
(t) Si trova la pi antica menzione di questa questa Chiesa all'Arciprete, ed frequen
piccola terra di recente fondazione nella Descri
ttone Geografica dell' Isola di Sicilia, di un ano tala e coltivata da ben 28 Sacerdoti; le
nimo che tutti sappiamo essere lo Schiavo, dove suffraganea l'altra antichissima di S. Maria
leggesi ; discosto tre miglia (da Petralia sottana) della Misericordia, destinata altres ad am
evvi il casale di Buonpietro novellamente edificato; ministrare i Sacramenti ; ed altre otto, con
e si ricava dal tempo in cui scrisse quest'autore l'Ospedale per gl'infermi ed il Monte di
esser sorta nel declinare del secolo scorso. Oggi
un comune in Provincia di Palermo, da cui dista Piet.
60 miglia, distretto di Cefal da cui 30 m., cir Il tempio di S. Sebastiano verso Occi
condario Petralia soprana da cui 9. Si ha un ter dente si appartiene dal 16 . . . ai frati Car
ritorio di sai. 238,563. che diviso in culture 0,185 melitani. Gli Agostiniani sotto il titolo di
in canneti, 7,715 in seminatori! alberati, 177,562 S. Leonardo radunaronsi presso il castello
in seminatorii semplici, 17,782 in pascoli, 0,982 nel 1620, avendo una volta occupato fuori
in oliveti, 32,853 in vigneti semplici, 1,259 in fi
cheti d'India, 0,225 in suoli di case. Contava nel la Chiesa di S. Lucia dei Giardini, ma si
1831 una popolazione di 1732 anime, e nel fine ritirarono. Sono i Minori del terzo Ordine
dell'anno 1852 di 2214. nella Chiesa del Mari S. Vito, dove una
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elegantissima statua ben lavorata da Sera so del Be Martino Matteo Peralla. Pass dai
fino Ciambri del medesimo istituto. Trovia Peralla ai Cordona donde l' ebbero i Gior
mo avere gli Osservanti, costituiti al di fuori ni, e finalmente i Colonna dei quali dir
in S. Ilaria della Grazia , ceduto il luogo in appresso in larga copia. Il territorio di
ai Riformati nel 1002. I Cappuccini final Burgio ha molle sorgenti di acqua, perlo-
mente, ebe dimoravano sin dal 1570 in luo ch va trai primi della provincia per la fer
go scosceso detto Xarabili , trasmigrarono tilit; principalmente in agrumi abbonda,
nel 1637 in luogo pi agevole ed irrigato in olio, vino, mele; va ameno in pasture,
da acque, tra Burgio e Villafranca; quivi perloch gralissimo alle greggie ed agli
un ponte sopra perenne fiumicello. Verso armenti. Scrive l'Adria: Burgio grande
gli orli del paese sorge dal 1540 un ricco paese costruito in una valle tra Villafran
monastero di monache che professano gli ca e Chiusa uberlosissimo, ed abbon
istituti di S. Benedetto, sotto il patrocinio dante in volatili. Ne la longit. di 37,
di S- Caterina V. M.; un altro di Chiarine e la lalit. di 37 38'.
doveva stabilirsene ai tempi del Pirri, ma Bendettero illustre la patria: Sebastiano
1 opera non and innanzi. Lo stemma. del Sacco dei Minori Osservanti, esimio teolo
paese presenta un Castello sopra una rupe, go, e mollo versato nel drillo canonico,
al quale appoggiasi un Leone che porta un celebre predicatore, mentovato dal Mongi-
vessillo. bili gli abitanti ai lavori di creta tore nella Bibliol. Sicola; scrisse il florum
ed alla fusione delle campane , non lieve fasciculum ex Theologia Morali : un maz
guadagno ne traggono quasi da tutta la pro zetto di fiori colti dalla Teologia morale;
vincia. Erano 650 le case ai tempi del Fa- opera divisa in due volumi. Domenico Mo
lello, che afferma essersi accresciuto Bur nac del medesimo ordine , commendato
gio dalle rovine di Camico e di Acrislia ; per la singoiar divozione verso S. Anna
771 nel 1595, e 4407 abitanti; nel secolo madre della B. Vergine, profondamente
seguente, secondo il Pirri, 1155) case, 4475 erudito nella sacra Teologa, ed encomiato
abitanti, ma dai regi libri del 1652 com- dal Mongitore. Francesco Turano, Canonico
putaronsi 1239 case, 4790 abitanti: nello di Girgenli, nel Begio e Pontificio drillo
scorcio di quel secolo 1391 case , 5354 versatissimo, famoso Teologo, e Matemati
abitanti, ed ultimamente 5522. Compren- co, Abate Condocense, ben noto al mondo
desi Burgio nella diocesi di Girgenli , ed letterario. Fa menzione il sovraccennato
il Vescovo esercita i dritti sul clero per Mongitore di Michelangelo dell'ordine dei
metto di un Vicario. Bisiede la cura de Cappuccini, illustrissimo predicatore, che
gli affari civili presso Magistrali assunti se amministr egregiamente la sua monastica
condo il costume dal Barone. La milizia provincia; mentovato dal Pirri; Biagio del
indigena sotto il Prefetto di Sciacca, che medesimo istituto, poeta chiarissimo; Filippo
.ncvasi sotto il vessillo 13 cavalieri, 67 pe Giacomazzo, encomiato nella Biblioteca Si-
doni da Burjfto.Profferisce il Barone nelGen. cola; Giacomo Silaiolo, Vicario Generale del
Parlamento del Begno il xxv voto. Il primo Vescovo di Girgenli, fondatore di opere pie
di cui si ha menzione Federico di Antio nella patria, vivente ai tempi del Pirri: Gia
chia verso il 1330, Conte altres di Histretla, como Turano versalo nelle divine e nelle
Caltabellotla ed altre Signorie, ma per fello secolari scienze; versato negli studii di poe
nia di lui s concesse Burgio con Calalubo e sia e di eloquenza, Canonico di Girgenli,
Castellammare a Raimondo Peralla Ammi Vicario Gener.; scrisse sin dalla Concezione
raglio di Aragona, dopo cui notalo nel cen- la vita della Ven. Maria Crocifissa, di cui
168
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aveva diretto Io spirilo: vive in Roma in Bucacchino! Lat. Busaehinuin. Sic. Bu


gran celebrit di fama Domenico Tura sacchinu (V. M.) Paese di nome saraccnico,
no, Teologo della Compagnia di Ges, con poich Come noia Francesco Agio Canoni
sultato coiiic oracolo nelle sacre lettere dai co Gaulensc, peritissimo nella lingua Pu
primi Cardinali, e dai Principi i pi gran nica, Bu suona Inolio, Sckuin abbondante
di. Eccitatosi un tramesto negli abitanti nel in acque o acquoso ed appare evidente
1647, per iscarsciza di annona, Ottavio Lan mente averne dato il territorio d'ogni parie
cia Principe di Trabia tutto restitu alla irrigato l'occasione al nome. Faceva parie
primiera tranquillit , condannali di una un tempo della diocesi di Girgenli, ed a
multa gli autori del tumulto (1). preghiere del Re Guglielmo II, Barlolomco
Bnrglo. Lat. Btirgius. Sic. Burgiu (V. Ff.) Vescovo di essa ne don liberamente quel
Fiume nel territorio di Butcra, che si uni di Morrealc; ma soggetto essendo a Roberto
sce al Piaufrio, a 6 m. dalle foci di questo, Malconvenanl, la di cui figlia Maria aveva
n molto dopo sbocca nel mare Affrico, ap presa in moglie Roberto di Tarsia col con
presso la foce del fiume di Terranova. senso di Guglielmo, con per dote Baequi-
Burrone Lat. Burroni. Sic. Burruni no, Roberto lo consegn nelle mani del Re,
(V. M ) Isola con saline ed una torre di che il concedette all' Arcivescovo della Chie
custodia, che occorre la prima dopo il pro sa <li Morreale, ed ai monaci che in essa cu
montorio di S. Teodoro, nel Iato Occiden ravano a servir Dio. Siede Bisacquino nel de
tale dell'Isola, ri m pedo le rupi Spagnuole, clivio di un collo rivolto a Libeccio , alle
nello Slagno fra Trapani e Marsala, ma a sorgenti del fiume Bruca; sovraneggia l'arac-
questa alquanto piti vicina. Il promontorio nissima veduta del sottostante irrigalo ter
dello Burrone dista un m. e '/ da quel di ritorio di Chiusa , . Giuliana , Contessa, ed
S. Teodoro, con cui erroneamente confon- altri villaggi, sino alle parti di Sciacca, che
ne discosta 18 m. Sorge nel mezzo del
desi. Tra l'isola, e i promontori un an
paese la primaria Chiesa Parrochiale, ben
gusto canale dello formidabile da Camil-
grande, elegante, e titolata di S. Giovan
liano, poich scorre in alcune ore nei seni
Ballista, poich un'antica dicevasi sacra a
come un precipitoso torrente, che voltali
S. Maria degli Angeli. Vi han cura del cul
a vicenda i fluiti, si attrae le piccole navi
to divino : un Arciprete, 4 Amminislralori
contrariando i venti (2). di Sacramenti, non che 12 Canonici, e
Mansionari.
(1) Oggi un Capo-circondario di 3' classe, in nella piazza una limpidissima fonie
provincia e diocesi di Girgenli , distretto di Bi coslruila di marmo bianco, con eleganti
dona, da coi dista 10 m.. 3* ni. e '/> da Girgenti,
48 da Palermo. La sua estensione territoriale di ornati, per ordine dell'Arcivescovo Ludo
al. 2427,538, cio 18,731 in giardini, 2,781 in orti vico de los Cameros; indi si ha origine il fiu
semplici, 0,353 in canneti, 176,782 in seminatorii me Bruca che si scarica nel Belice. Com
semplici, 790,403 in pascoli, 94,613 in olireti, 15, prende Bisacquino il Convento dei Carme
598 in vigneti alberati, 42,746 in vigneti semplici, litani sotto il titolo di Maria Annunziala;
5,686 in ficheti d'India, 467,035 in boscate, 0,740 verso gli orli un monastero di Monache Be
in culture miste, 1,352 in suoli di case. fertile
in grano, olio, vino, mele ed in erbaggi, in che nedettine sotto gli auspici di S. Niccola Ve
consiste il principale suo commercio. Ne ascen scovo; un Collegio di Maria recentemente
deva la popolazione nel 1798 a 5868 abit., a 5555 istituito ; uno Spedale per gl'infermi presso
nel 1831, e nel Gne del 1852 a 5808. la Chiesa di S. Maria degli Agonizzanti,
(2) distante 1 1 m. e mezzo da Trapani, 7 mi dove in vigore un Monte di Piet; un
glia e mezzo da Palermo.
1C9
BU BU
,
ospizio dell' ordine della SS. Trinila ; un guc chiarissimo, insignito di laurea in ambi
Convento di Minori Cappuccini al di fuori, i dritti, ed in teologia, precipuo coltivatore
sacro a S. Anna, fabbricalo sin dal 1G33 della sacra eloquenza, profoudo nella scien
in luogo elevalo; e finalmente allre sei Chiese za dei costumi, Abate di S. Andrea, Priore
soggette alla parrocchiale. In un colle fa di S. Maria de Burgitabus; molte cose pub
ticoso, ad un miglio dal paese, vedesi verso blic , e di assai pi lasci i manoscritti.
Oriente la Chiesa di S. Maria del Balzo, Prospero Pacifico dell'ordine della SS. Tri
dove un'immagine portentosa della B. nit della redenzione degli schiavi, rifulse
Vergine, onorala di ogni culto dal popolo, nella sacra dottrina e nelle umane lettere,
e di una festa solenne con Ocre nel mese grandemente commendato per la piet. >c
di agosto. tratta
mi (1).anche il Mongilorc con grandi eneo-
Presiedono alla gente, per ci che riguar
da lo spirituale, il Vicario dell'Arcivescovo, Busalttonc e Busal Monello. Lat. Bu-
perci che al temporale e le rendile, un saitunus, et Busailunellus. Sic. Busaittu-
Governatore; quattro Giurali han cura delle ni e Busaittuneddu (V. i\.) da altri Baisato
civiche economiche cose. S. Rosalia la e Baisatunello. Laghi abbondanti in pesca
patrona principale. Componesi l' insegna di al promontorio Pachino, non lungi da Fi-
una stella con una corona. Le case non sono callo. un fonte nel villaggio del fondo
pi di 1270, con 6203 anime; eran le prime Ispica, volgarmente di Spaccaforno, appel
469 nel secolo xvi, nel di cui fine 2652 gli lato sin' ora in nome saracenico Favara,
abitanti; nel 1652 contavasi 967 case, 3731 le di cui copiose e ridondanti acque, poich
abitanti, che nel principio del corrente 5002; irrigano le confinanti campagne, unite come
si perci di un terzo accresciuto il paese in un lago di 'A m. di circuito con le acque
ai giorni nostri. il territorio altissimo dcll'Ipsa, sboccano indi in un altro il doppio
alla cultura, dovunque piantato a vigne, maggiore, e finalmente scaricansi nel mare.
ulivi , ed altri alberi domestici , e non A questo nome Ruminone, Busaillonello
iscarso in frumento. Fu da gran tempo con al minore. Sino alla foce conservano le
suetudine conservare in Bisacquino il ves acque il nome ; indi nelle tavole occorre
sillo delle truppe delia Prefettura di Sciac il fiume Busaillone tra Gorgo Salso, ed il
ca. Prestar doveva 11 cavalieri e 50 pedoni. piccolo promontorio di S. Maria di Ficallo,
Il sito riguardo alle celesti dimensioni di
(1) Oggigiorno un capo-circondario di 2* clas
36 55' di longitudine, e 37 45' di latitu se, in provincia di Palermo, da cui dista SI m.
dine. Meritano gloriosa ricordanza : Cosmo distretto di Corlcone da cui dista 12 m., diocesi
Di Chiara, detto di Ges e Maria, Chierico di Morreale, L' aria buona. L' ospizio dell' ordi
delle Scuole Pie, prestantissimo per costu ne della SS. Trinit vi tu abolito. L'estensione
mi, dottrina e prudenza, che dopo varie ca territoriale u di 3333,303, cio 6,894 in giar
dini , 6,414 in orti semplici, 1,341 in canneti,
riche nell'Ordine, sollevato alla primaria, 121,927 in seminatori alberati, 1982,757 in semi
ben ne merit una gloria ; poich vacillante natori semplici, 1022,265 in pascoli, 55,554 in oli
quello e in decadenza per un decreto del reti, 27,889 in vigneti alberali, 79,227 in vigneti
1669 di Papa Clemente, lo sostenne, lo ri semplici, 5,615 in sommaccheti, 6,997 in Bcbeti di
par , l' accrebbe ; fu caro ai Principi , e India, 11,645 in alberi misti , 3,940 in boscate,
0,836 in suoli di case. Nelle sue campagne vi sono
pei meriti della vita di varii beneficii da quantit di diaspri, agate, ed argilla rossa. Nel 1798
Dio arricchito, in Lui si addorm in Paler si contavano 8080 abitanti , 8193 nel 1831, ed
mo nel 1688 , lasciando appo i suoi , un 8827 nel Gue del 1852. Vi si introdussero varie
nome immortale. Pietro Fontanella d san- fabbriche di vasi di creta.
22
170
BU BU

dov' una torre. Ne stanno rrapello gli velia ne . fabbricarono gli abitanti di non
scogli dei Porri. ignobil forma, cui poscia nel principio del
Busammara. Lat. Busamarus mons. medesimo xvu secolo vennero conceduti
Sic. Busammara (V. M.) Monte tra il casale dritti parrocchiali, un beneficio, e la prepon
dei Greci, volgarmente Piana, e Corlcone, deranza sulle altre quadro Chiese minori.
sovrastante al celebre bosco del Cappel Sorgeva anche sopra scoscesa ingente rupe,
liere- Ivi era un tempo il non ignobile vil che oggi appellano Monte, una celebre
laggio Calala Busammara, di cui riman rocca ruinala pel medesimo tremuoto ,
gono ingenti ruine, e che ripete l'origine dai fortificala di due munilissimc torri , dove
Saraceni. 11 monte poi levasi in tal forma, era l'ingresso da oriente ad occaso, e di
che a chi viene da ogni parte sembra ncl- altrettante bens rimpello le sottoposte case
l' altura come cinto di mura , e presenta degli abitanti a tramontana, di cui riman
un'insigne fortezza di citta. Altrove verr go u sin' oggi delle vestigia. E menzione di
intanto ad esaminare se intorno a questo Buscemi in un diploma di Alessandro III,
monte sia sorla Magclla , antica citt del dove sono descritti i confini della diocesi
l' Isola. I boschi del Cappelliere e della Fico di Siracusa del 1 168 ; e forse in un altro di
vestono le infime falde del Bmamaro, le di Urbano II viene nel 1093 sotto il nome cor
cui altre parli in qualche luogo sono a se rotto di Essina. Leggiamo anco finalmente,
minati e ricche in pasture , ma scoscese nell'itinerario del Cristiano Arabo, distare
rupi e faticose occupano le superiori. Abisama sotto Buggiero e Guglielmo 7 m.
BuKceiio. Lai. Buxellum. Sic. Busced- verso mezzogiorno da Buccheri , e costa
du (V. R.) Casale nelle parli di Noto, pos disiarne altrettanto Buscemi , che perci
seduto con altri sotto Federico II da Pietro lo stesso che Abisama. Dal che rica
di Moach. vasi essere esistito Buscemi solto i Sa
Bntceml. Lat. Buxemium. Sic. Buscc- raceni. Nel tempo dei Normanni nel 1102
mi (V. IN.) Paese nella Provincia e la Co- fu decorato del Priorato di S. Spirilo sotto
marca di Noto, sotto la Prefettura Militare l' istituto di S. Benedetto, per liberatila
di Caltagironc, cui somministra un cava di Guglielmo Conle di Manicano, e di Ste
liere e 40 fanti : compreso nella Diocesi di fania moglie di lui, come si rileva dalle loro
Siracusa, in 38 32' di long. 36 35' di lalit. lettere arrecale dal Pirri, in cui esprimesi
Fu onorato dal 153G del titolo di Conta evidentemente avere accresciuto la giuris
do. Occupando ad Austro il lato declive di dizione di Lorenzo Vescovo di Siracusa : vi
un colle , siede rimpclto Palazzolo, scor mancarono i Monaci. Viene la dignit con
rendo pel mezzo un fiumiccllo , che il ferita a chierici secolari, ed in loro bene
primario dalle fonti dell' Anapo. Sorgeva ficio cedono le possessioni. Avevano anche
un tempo in luogo pi elevato; ma allet dal 1577 stabilito sede in Buscemi i Mi
tati poi gli abitanti da un' aria pi bella , nori Conventuali, e prima i Domenicani, ma
discesero ai luoghi sottoposti ed agevoli; entrambi l'abbandonarono. Supplirono sul
laonde l'antichissima Chiesa maggiore de lo scorcio del secolo xvi i frali Carmelitani,
dicala a S. Niccol Vescovo, ed unta del nella di cui antichissima Chiesa, ed avuta
l'Olio Santo, secondo il costume della Chiesa in culto singolare, venerano i cittadini una
Cattolica, da Bartolomeo Vescovo di Sira imagine del SS. Crocifisso. Dopo i tempi
cusa nel 1215, rimase senza cultura, e fi del Pirri, avuto le monache benedettine il
nalmente verso lo scorcio del valicalo se tempio di S. Giacomo Apostolo, abitarono
colo cadde per un tremuoto ; perloch no- un decente Monastero. L'ospedale fnalmen
BU BU 171

le, appresso la Chiesa di S. Bartolomeo, di creta, lucerne, ed idolelli. Fu anche ri


serre ad accogliere infermi e poveri. Sovra trovala una volta in questo territorio una
allo colle ad un miglio e mezzo dal paese imagine della B. Vergine, e trasferita nel
osservasi scavata nel vivo sasso la Chiesa paese, di cui scrive Domenico Alberti.'
di S. Pietro, o una sacra grotta detta da Tenne il primo Buscemi Silvestro Mar-
gli indigeni Cara di S. Pietro , di dritto sicano nipote del Conte Ruggiero da Gof
della Chiesa di Catania, dove sono dipinte fredo, ed erede del padre consegui in Si
molte sacre imagini in greco stile; presso cilia il Contado di Ragusa, e quel di Mar
l'altare di marmo a sinistra la cattedra sico nella Calabria. Non mi incongruente,
pontificale parimenti di marmo, a destra avere Goffredo di cui dir in gran copia,
poi un'altra grotta pi interna intitolala a ricevuto Buscemi dal genitore Ruggiero con
S. Marco, con una imagine antichissima del Ragusa e gli "altri feudi nella parte stessa
S. Evangelista, di cui nel di festivo quivi dell'isola, quantunque in molte lettere non
veniva ogni anno il Clero dal paese per si nomi che di Ragusa. Nacque gi Gugliel
le litanie maggiori. Ci hanno anche mol mo da Silvestro, come notai, fond colla mo
te tombe di antichi fedeli. Intorno alla glie Stefania nel 1091 il Priorato di S. Spi
Chiesa offerta, come dissi, da Guglielmo al rito: mi penso essere rimasti sterili, poich
la Basilica di Catania , un ampio fondo si ebbero a successore nel Contado di Ra
speltantesi alla prima. Rimane ancora ad gusa Sii/cestro de Berti, figlio di Goffredo,
un miglio dal paese l' antichissima Chiesa terzonato di Silvestro Marsicano; e fu an
di S. Giorgio , suffraganea al convento di che Signore di Buscemi. Leggesi dato nel
S. Maria di Betlemme, , ed oggi all' Aba 1299 Buscemi con Avola a Napoleone Ca
zia di Terrana , ai tempi del Pirri come lanco da Carlo II Re di Napoli, che face
oggi ruinosa. Spettasi il xm posto ai Si va anche le parli di quel della nostra Si
gnori di Buscemi nel Generale Parlamento cilia; ma non trovo averne conseguilo il
del Regno ; han dritto di spada, e scelgono possesso. In quel tempo incerto se sia
annui Magistrati giusta le leggi della Pro pervenuto ai Ventimiglia ; poich nel censo
vincia. Il Vescovo di Siracusa commette al di Federico II non ci ha menzione alcuna
Parroco la cura delle anime, al suo Vicario del paese : sappiamo intanto essere stata
la giurisdizione sugli ecclesiastici. La Patro in quei tempi Ragusa con Modica, Scicli ,
na principale degli abitanti la B. Vergine Chiaramente ed altre terre, stto la Regia
d'Uria. Ne fu il numero nel fine del se Curia ; perci Buscemi dominato prima dai
colo ivi di 2338 , e di 394 case secondo Signori di Ragusa, ai tempi degli Aragona
il Fazello ; verso la met del seguente 370 era forse sotto il potere del Re. Enrico Ven
case, 2351 vite, da Pirri 327, 2720; nel timiglia nel 1370 era Signore di Buscemi,
principio di questo secolo 534 le case, 2093 e si ebbe Guglielmo dalla moglie Filippa:
anime, che oggi 2340. Il territorio piantato fu padre questi poi a Francesco e ad An
ad ulivi e a vigne produce anche in ab tonio , mentovato il primo nel censo del
bondanza biade e pascoli ; in un elevato Re Martino I , e morto prima del padre ,
eolle compresovi, solamente acclive da Oc lasci erede Gaspare , il quale prese in
cidente, sul di cui vertice apresi un'amena moglie Caterina Statella unica figlia di
pianura a 6 m., ammiransi i ruderi d'una Riccardo, per di cui dritto divenne Signore
antichissima citta , appellati Casale dagli di Passando, e per questo e Buscemi pre
abitanti; ed allo spesso vi si rinvengono st il giuramento nel 1453 sotto Re Alfonso.
dai coloni monete di ogni metallo , vasi Guardati qui dalle favole di Filadelfio Ma*
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gnos, che introduce circa il tempo stesso a Principessa di Ventimiglia, e Contessa di


Signore di Buscemi Francesco Prefetto del Rngalmulo , a nome di cui consegu pure
la Camera Reginalc. Dice poi essergli suc queste comarche; Francesco dopo lui, chia
ceduti Pietro, Guglielmo ed Ettore, ed af rissimo per prudenza, accorgimento e co
ferma quello Rettore della medesima Ca stumi, pi volte Pretore in Palermo, inli
mera, ed aversi questo, Signore di Passa mo Consigliere del Re, si ebbe da Ro
ndo , avuta la custodia dei castelli di Si salia Napoli il figlio Giuseppe Antonio ,
racusa e di Lcntini. A Giovanni dunque oggi marito a Maddalena Branciforli , dei
nato da Gaspare, e morto senza prole, suc Principi di Butera. Giuseppe Antonio fra
cedette il fratello Francesco confermalo tello di Francesco pei meriti della vita gi
dal Re nel 1490 nel dominio di Bu Ahate Benedettino di S- Martino delle Scale:
scemi. Da Francesco Gaspare ri, enume pel sommo sapere risplende oggi Vescovo
rato nel 1511-16 trai Baroni, la di cui fi di Siracusa. Discutesi altrove dell'origine dei
glia Giulia erede, si ebbe a marito, con per Requesens in Sicilia (1).
dote Buscemi, Bernardo Requesens Signore Buinrtaro. Lai- Butarlarus. Sic. Bu-
di Pantelleria, Razionale del Regno, Stra lartaru (V. IV.) Monte nell'agro di Vizini,
tego di Messina. Scrive Mugnos , da Pier di cui fa menzione Ignazio Noto nella St.
Guglielmo esser nato Giovanni, che ascritto di Vizini. Erasi un tempo un casale.
ai Cavalieri Gerosolimitani, cedette il luogo Butani (V. N.) Casale saracenico con
alla sorella Giulia. Ma Gaspare u diecsi
nei regi libri l'ultimo di Ventimiglia; Ber cesiti) diK Noto,
un cornane
di cui indista
provincia,
SO m. non
distretto
rotabili,e do-
cir
nardo Requesens poi leggesi accresciuto condario di Palazzoto, di cui 1 parimenti non ro
dalla Signoria di Buscemi nel 1519 per drit tabili, 57 rotabili, 91 non rotabili da Palermo, SO
to della moglie Giulia. Successegli il figliuo non rotabili del mare Jouio che ne il pi vi
lo Giuseppe nominato dal Re primo Conte cino. Vi un Monte agrario, che venne istituito
del paese nel 1566 ; Antonio da lui primo nel 1830, sotto la denominazione di peculio fru-
menlario, per contribuzione: nel 1840 fu invertito
Principe altres di Pantelleria o di Cosira; nell'attuale, per efTello di Sovrana disposizio
prese in prime nozze Isabella Moncada che ne. Prestasi in frumento non meno di due to
lo fe' padre a Salvatore , Diego ed altri; moli, n pi di una salina a persona , previo un
Diego nato in Buscemi, datosi alla carriera garante solubile con atto presso il conciliatore.
ecclesiastica, rifulse Archimandrita di Mes Viene amministrato dal Sindaco, e da due deputati
sina , Arcivescovo di Callagirone , e final- eletti in ogni due anni dall' Intendente. Vi ogni
anno una fiera per bestiame, tessuti ed altri merci,
niente Primato di Mazzara ; nominato con ed occorre per la festivit del SS. Crocifisso nei
encomii dal Pirri. Salvatore gener con due giorni di venerd e di sabato che precedono
Giovanna Gactani ed Aragona Antonio ir, la prima domenica di maggio. Ascendeva la po
da cui Saltatore Francesco che pel dritto polazione nel 1798 a 2840 anime, a 3158 nel 1831
della madre Eleonora Gravina fu altres a 3075 uel 1852. La sua estensione territoriale
di sai. 3537,923, cio 4,997 in giardini, 6,116 in
Signore di Mazzarone ; da lui e Vincenza orli semplici , 0,944 in canneti , 62,054 in semi
Morso Antonio m, Giovanni e Carlo; pre natori'! alberali, 1877,594 in seminatori! semplici ,
siedette questi agli eserciti del Re d Sar 423,779 in pascoli, 28,546 in oliveti. 15,943 in vi
degna, DucadiSavoja, e fu dei primi nell'Or gneti liberiti, 108,010 in vigneti semplici, 4,100
dine Gerosolimitano di S. Giovanni. Si strin in ficheti d'Ind, 0,683 in culture miste, 5,157
in suoli di cise. Il pi gran commercio di espor
se Giovanni a Filippo V, e divenne, come tazione che faccia questa terra, consiste in -vino,
dicono, Maresciallo di Campo. Antonio ri olio e frumento. L'aria buona, coma l'acqua al
Conte prese in moglie Giuseppa Carretto, tres buona ed abbondante.
173
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cesso dal Conte Ruggiero alla Chiesa di sta da se sola, talch sembra del tutto opera
Messina nel 1090, oggi amplissimo paese di un sol masso. Le fronti esterne della
di denominazione altres saracenica , Bar rocca sono inaccessibili da ogni parte, ed
galbuto. i soli angoli prescntansi agli oppugnatori,
Boter (V. IV.) da alcuni Buterium. Una e munitissimi. Intanto il paese, certo ricinto
forse delle tre Ible, cio l'rea, o Malto- una volta di mura e di torri, apre due porto
rio, poich conserva finora molli monu non inelegantemente costruite, delle quali
menti di antichit, che diedero occasione una delta di S. Pietro . rivolta a Setten
di asserire ai sicoli scrittori, esservi stala trione, l'altra Segale a Greco, donde ri
or una or altra antica citt, come nei luoghi mosso un argine enorme, di che gli abi
proprii si vede. Era un tempo onorala delle tanti avcvanla chiusa, il Conte Ruggiero,
insegne di Conica, poi di tutte la prima di se vera la tradizione, dopo molti anni
Principato, per decreto del Re Filippo del di assedio, finalmente fu ricevuto dai Sara
1563; non certamente pei meriti della fa ceni rcndutisi nel 1089.
miglia Branciforti, come scrive il Pirri, ma Rimpetto la rocca offresi a Word il tem
per briga di Ambrogio Santapace, che era pio sacrato al nome di S. Tommaso Apo
ne allora il Conte. Pie viene dunque il Prin stolo, molto elegante, sotto la cura di un
cipe , primo trai Baroni di Sicilia , ed Sacerdote, che con altri a lui soggetti am
il solo che siede perpetuamente tra i do ministra la Parrocchia. Sotto la rocca poi
dici Pari del Regno: porta il vessillo re sorge la Chiesa di S. Maria, che era un
gale nella inaugurazione del nuovo Re, e tempo la principale, e dicevasi di S. Maria
ne annunzia il nome al popolo. Sorge Ba presso il castello; ne erano destinati al ser
lera nella valle di Noto e la diocesi di vizio i monaci cisterciensi, stabiliti dal Re
Siracusa , ia un giogo di un alto monte, Guglielmo nel Convento di S. Maria di
faticoso alla salila, e da ogni parte ricinto Allo che sorgeva sul vertice di un colle,
di scoscesi scogli, talch pu solamente sa di l un miglio fuori il paese , dove ri
tinisi per una via verso Aquilone; stendesi mangono ancora vestigia di celle , cui
tuttavolta in ineguale pianura, e sembra per intera rimane unita la Chiesa. S
presentare la figura di una falce. Una rocca questa che quella presso il castello oc
fabbricata in un poggio, alla parte meri cupano oggi i Frali Minori che abitano dal
dionale del paese, con una porta rivolta a 1577 il convento di S. Francesco. un'al
Settentrione, mostrasi in ogni modo antica; tra casa religiosa di Minori Osservanti ,
ne sono fortissime e solide le muraglie di detta di S. Maria di Ges, fabbricata nel
pietra quadrala di 18 palmi di larghezza, paese nel 1522; e non lungi dalla porta
e sorgono a tanta altezza che sostengono di S. Pietro occorre un insigne monistero
cinque ordini di volte, anch' esse ai lati di di monache dell' Ordine di S. Benedetto,
pietre quadrate. Vi un cortile ed un am titolato di S. Giovan Battista, antichissimo,
plissimo spazio, conserve di orzo e di fru dove verso il 1315 Tommaso Vescovo di
mento, riposti di armi, stalle per cavalli, e Cefali lasci in conserva una cassa piena
profonde spaziose fosse. Una insigne cister di reliquie di Santi- Erra il Pirri, scrivendo
na sopra ogni altro, scovcrta da pochi anni, avere avuto origine nel 1608, poich ci co
supera ogni aspettazione; poich si di fi sta aver Girolamo Bologna Vescovo di Si
gura ovale, con grande artifizio compatta, racusa, a preghiere delle monache, esposto
solamente dalla parte esterna acuminata, nel 1542 alla pubblica venerazione la cassa
appoggiala al suolo; dagli altri lati per sudetta: fa anche menzione il Pirri della
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Chiesa di S. Maria di Monte Carmelo, con una sto, con sommo concorso del vicinato celebra
cappella, dove il sepolcro dei Baroni, co no solenne sagra. Rec il censo di Butera sot
struita dal 1590 ma oggi distrutta: scrive to Carlo Imperatore, 368 case, ma verso il fi
altres aver letto nei libri del Priorato di ne del secolo xvi contaronsi 2590 abitanti :
S. Giovanni di Messina, essere slato in Un nella met del seguente 739 case, 2719 abi
ter un ospizio di Cavalieri Templari, cui tanti; nel principio del corrente 1052 case,
conferma l'Imperator Federico la donazione 3801 abit., oggi 3684. Ne vanno tra gli uomini
del Casale di Ardane, e di Maltane. Simo illustri: Tommaso Canonico di Siracusa, Ar
ne Conte di Policastro, e Signore di fiute cidiacono di Morreale, Legato del Re Fede
r don finalmente della Chiesa presso rico II, e finalmente eletto Vescovo dai Ca
Bulera il Convento ed il Tempio del S. nonici di Cefal ; enumera Pirri le sue
Sepolcro di Gerusalemme, e larg ai monaci preclare gesta in quella Chiesa, ma non
di Licoda il priorato di S. Ippolito di Un avendo ottenuto dal Papa la conferma, e
ter, ma entrambi ora non sono pi, ed scorsi due anni dalla elezione, rinunzi alla
erano un tempo nel territorio. Altre otto dignit. Bonaventura Frazello dell'ordine
Chiese minori inoltre sono nel paese a col dei Minori di esimi e santi costumi, di cui
tivar la fede della gente. anche il Pirri. E amenissimo il territorio
Il Conte Ruggiero, scacciati i Saraceni, po di Butera ed ubertoso ; bagnano due pe
pol Bulera d'una colonia di Lombardi, che scosi fiumicelli le radici del colle dove es
dopo alcuni anni, confidando nella fortezza sa siede, che dove si uniscono, assumono
del luogo , aderendo a Ruggiero Sciavo , il nome di D'aufrii: scariscansi poi alla
ribellaronsi contro Guglielmo I Re di Si spiaggia meridionale, nel mare Africo , da
cilia , il quale espugn il paese quantun quivi discosto 9m.,ed irrigano il terreno, per-
que oltremisura munito, distrussclo, e de loch abbonda in pingui pasture, messi,
cret pi non si abitasse ; nondimeno ulivi, vili, ortaggi, e nulre alberi dome
Guglielmo figlio di lui lo ristor. Nel stici di ogni genere, n manca di selve al
tempo degli Aragonesi, occuparono la rocca tissime a cacciare. In un diploma di Papa
i rebelli con varia fortuna, come validissi Alessandro III del 1169, in cui si enume
mo punto. Ebbe quasi sempre Butera pri- rano i beni appartenenti alla Chiesa di Si
marii Signori, per di cui benefizio posse racusa, si fa menzione del casale di Giudeca
dette proprio stemma, cio un'aquila a due nei confini di Butera, oggi non pi esisten
teste, incoronata, la rocca nel petto, mostran te; nel fondo dello stesso nome erompe
do nel destro artiglio una spada snudata, una vena di acqua zolfurca di color di latte,
ed una catena nel manco. Il Vicario del puzzolenlissima, che appellano gli indigeni
Vescovo vi amministra il Magistrato chie- acqua Mintina, ed Acqua santa perch si
siastico; 4 Dignit ed il Sindaco il laicale un efficacissimo rimedio alle malattie cuta
o politico; il Prefetto, i Giudici, il Censore nee. Nasce in una grotta profonda, sotto una
del malfatto esercitano le parti del Princi rupe, per dove apre discesa una angusta ed
pe con dritto di armi. Comprendesi nella oscurissima via, incavala artifiziosamentc a
Comarca di Piazza e riguardo a milizia pro volte nella pietra. Slendesi Giudeca verso
vinciale sotto la Prefettura di Caltagirone, Mezzogiorno , verso Oriente per il fondo
cui d 3 cavalieri, e 21 fanti. Eranne un soprannominato dal superiore canalotto, in
tempo gli abitanti sotto la tutela di S. Gio cui emana altres sotto una rupe un'acqua
vali Battista, poi di S. Vito Martire, oggi di spe dolce e limpidissima, che lievemente purga
ciale culto onorano S. Rocco, cui ai 17 di ago- il ventre, ed molto propria ad impinguare il
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corpo. Si rimane ancora nel luogo Salva- fredi erede della Signoria paterna si ebbe
tera un vestigio di Bagno, che mostra chia in moglie Beatrice figlia di Odone di Arca-
ramente essere stata in uso una volta quel dio.od entr in possesso altres della terra di
l'acqua. Dicono essersi scoperto quasi ai Mazzarino; non affermo se sia stata la di lui
tempi dei nostri padri nella medesima par figliuola Desiderata moglie a Bartolomeo
te di Oriente, sotto il colle , nei profondi de Luce; dissela nata il Pirri da Goffredo
fianchi , il sarcofago di Ippocrate tiranno terzogenito di Silvestro Conte di Marsicano
di Gela , morto combattendo contro i Si- Signore di Ragusa, e ricava da antichi mo
coli, colle sue spoglie mortali e le armi; numenti essere slata sposa a Bartolomeo
and per in nulla per la non curanza dei con la dote di Paterno e di Butera; que
coloni , ridotte in polvere le ossa appena sto non niego; ma dubito alquanto aver
esposte
l disperse
all' aria,
ad usie materiali.
le armi di rame qui o cavato dal sacco esserne stato il padre Gof
fredo. Fiori Bartolomeo sotto Enrico VI, e
Ma gi discendo ai Signori, cui fu sog dicesi consanguineo di lui; esercit la ca
getto il paese per dritto di feudalit. Oc rica di Maestro Giustiziero in Calabria, ed
corre il primo il Marchese Enrico figlio famoso per la insigne piet; ne dir al
del Marchese Manfredi Lombardo. Aveva trove. Appella questi sua figliuola nel 1199
questi dato in moglie la sua sorella Ade- Margherita, delta in un diploma appo Pirri
! l'ia a Ruggiero gran Conte di Sicilia, ed segnato in Messina nel 1202 nel Tabul. di
erasi ammogliato alla di lui figliuola Flan- S. Giovanni Gerosolim., sposa al conte Gu
drina partorita da Eremburga, avuti per glielmo Malconvenanl grande Ammiraglio
dote Policastro nella Calabria, Paterno, Bu di Sicilia e Maestro Giustiziero ; ma non ho
tera, ed altre terre in Sicilia. Era stata in chiaro se questo Guglielmo abbia in realt
prima sposa Flandrina ad Ugone di Gozet- sostenute le cariche enunciate, sotto i Prin
la dei Normanni nobilissimo, ucciso per in cipi Normanni e i Svevi, come leggesi dal
sidie dai Saraceni presso Catania nel 1075; Pirri; sotto lo imperio dei Normanni in
da questa dunque e da Enrico nacquero Sicilia, scrive egli, questi erano i Mae
Simone, e Giordano; appellasi il primo in stri Giustizieri; Guglielmo Malconvcnant
vari diplomi Conte di Policastro , Signore figlio di Roberto Signore di Bagalbulo e
di Paterno e di Bulera, coi quali assegna di Busacchino, sotto Ruggiero Conte di
dei beni ai convolili di S- Maria di Piazza Sicilia. Questo Roberto soscrivevasi nel
e di S. Maria di Licodia, con gran libera contralto matrimoniale dell'anno 1170, di
lit fondali da lui , ed ebbe dalla moglie Guglielmo II con Giovanna figlia del Re di
Tommasia i figli Manfredi e Ruggieri; mo Inghilterra. Mor il Conte Ruggiero nel 1101,
r sotto il Re Guglielmo accusato come co come dunque Guglielmo figliuolo di Rober
spiratore, in venir da Policastro in Palermo to esercit primaria carica in Sicilia sotto
a render ragione della sua fede. Erra il il Conte Ruggiero? Sotto lo imperio dei
Pirri confondendo il nostro Simone con Svevi questi erano i Maestri Giustizieri,
un altro, che dice falsamente fratello di sono parole del Pirri, Guglielmo Malcon-
Adelasia nipote del Conte Ruggiero; e di- venant sotto Enrico VI, che intraprese il
'olga, da Conte di Butera aver fondato il dominio nel 1195: questi i Grandi Ammi
Priorato di S. Andrea di Piazza; poich di ragli; Guglielmo Malconvenanl sotto il me
questo Convento, come mostrai nelle noti desimo Enrico, e sotto il di costui figlio
zie monastiche di Sicilia, fu l'autore Si Federico nel 1203; ecco dopo cento anni
mone Conte di Policastro e di Butera. Man il medesimo Maestro Giustiziero, e l'Ani
176
BU BU

miraglio medesimo; e se ammetter due Gu gli abitanti di Artale, ed oppugnati invano,


glielmi vorremo, uno sotto il Conte Rug composta finalmente la facendo, ritornaro
giero, l'altro sotto l'Imperatore Errico, non no all'ubbidienza. Succedette ad Artale il
questo a dirsi quel figlio di Roberto e fratello Manfredi, cui il giovane Arlale
marito di Margherita de Luce, che impos figliuolo, nemicissimo al Re Martino, per-
sessatisi nei principii del secolo xm del loch spoglialo poscia dai beni, parlilo dal
dominio di Butera. Nel 1219 rinvengo Con Regno, mori esule nel principio del seco-
te di Butera e di Palern Bernardo di colo xv. Scrive in gran copia Fazello de
Ocrea nelle tavole di S. Niccol dell'Are gli Alagona, delle loro egregie prodez
na di Catania-, confesso per ignorare con ze, e cariche sostenute. Allora concesse in
qual dritto abbia conseguito: morto senza prima Butera il Re Martino a Mainotto Sor-
figliuoli Guglielmo Malconvenant , si un) tino Blililc, poi ad Ugone Sanlapace o San-
forse Margherita in seconde nozze con Ber tapau, che traeva origine dalla nobilissima
nardo Ocrea ! Da Bernardo, Raimondo Gran famiglia Adamara che era molto illustre
Cancelliere di Sicilia sotto il Re Federico pel Principato Santapau nella Catalogna, e
e Manfredi, cui succedette nel 1252 Gual valorosamente aveva combatlulo conlro i ri
tieri di Ocrea. Non lungo tempo dopo Gal belli nella Sicilia, come cosla da un ampio
vano Lancia parente dell' Impcrator Fede- diploma del medesimo Re dato in Castro-
derico da parte della moglie Bianca, Ma giovanni nel d 18 di ottobre del 1392: ag
resciallo del Regno, ebbesi largita la Con giunse la torre Falconara nel meridionale
tea di Butera , Patern, S. Filippo; se lido vicino di Butera, ed altri beni ; si fa
guite avendo le parti di Corradino, caduto quivi menzione dei Casali dei SS. Nicola,
in mano ai Francesi, privalo dei beni, fu Pietro, Cataldo, Giuliano, e Giacomo com
decapitato col figliuolo Galeotto nel 1268. presi nel territorio della nostra terra oggi
Mancami sotto i Francesi la serie dei Conti, non pi esistenti. Ponzio padre di Ugone
e credo essere rimasta immediatamente rifulse per varie cariche nella Catalogna,
Butera sotto il dominio regio. Scrive Fran e nell'isola di Cipro. La moglie Beatrice
cesco di Aprile nella Cronol. lib. 1, cap. gli partor Ugonotto, Calcerando suoi suc
30, aver Gualtieri di Caltagirone ottenuto cessori, Ponzio Raimondo custode delle co
Butera da Pietro di Aragona, servitosi del se sacre in Lcrida nella Spagna, Eleonora,
testimonio di Neocaslro, il quale scrive, Marchisia, Beatrice, Sibilla e Giovanna. Mo
cap. 64. Ist., essere ritornato Gualtieri al r Ugone prima dell'anno 1400, ottenne
la sua sede dell'eccelsa Butera, dove fu Ugonotto insieme col padre del sovraccen
succeduto dall'infante Giacomo figliuolo di nato Re, Vizini e Licodla, e poi nel 1393,
Pietro; si ebbe il primo mozzo il capo per rinunziala Vizini , ottenne Ocula ed il la
essersi dato a suscitar gente contro il Re; go di Lentini. Ma succedette Calcerando
ne abbiamo nelle storie. Gi nel censo ad Ugone suo padre nel contado di Butera,
di Federico II, circa il 1320 Lupo di Al n molto dopo il fratello Ugonotto morto
berti Regio Milite dicesi soggetto per la senza prole, e merit da Martino la con
terra di Butera, che pagavagli onze 100. ferma, da Catania 11 di marzo 1399; unito
Trovola poi signoreggiala da Ariate Alao- in prime nozze a Violatila de Ruis figlia
na, che dicesi Conte di Mislretla e di Bu di Sancio Conte di Gagliano, e questa de
tera. Aveva forse succeduto Artale a Blasco funta, contrasse una seconda volta con Al-
padre, di cui dubito alquanto abbia te- donza Cardona, e si ebbe da entrambe Ugo
nulo Butera- Sotto Federico III ribellaronsi notto ii, Raimondo, Guglielma, Francesca,
177
BU BU

e Marchisia ; disse il primogenito erede tune dei fondi di Belmontc e di Radali. Non
dei beni della Spagna, e morendo nel 1438 ebbesi figli dalla moglie Antonia del Balzo
consegn Bufera, Licoda, e gli altri feudi matrona napolitana , ma illegittimamente
di Sicilia a Raimondo, il quale impetrata dal Ponzio o Carlo; e morto nel 1565, conse
Re Alfonso la conferma nel 1453 , presa gu Francesco fratello di lui da gran tem
io moglie Eleonora Yalguarnera figlia del po Stratego di Messina il possedimento
Signore di Assoro, ebbesi erede Ponzio u, delle dignit e dei villaggi, e visse sino a
e manc di vita nel 1475; ci testimonio vecchiezza. Antonina sorella di Ambrogio
la storia della famiglia, essere stato Pon- e di Francesco frattanto , preso a marito
io Presidente del Regno, ma ne manca il Girolamo Barresi Signore di Pietraperzia,
nome nel catalogo dei Vicer appo il Pirri, dato aveva alla luce Pietro e Dorolea ; 11
come anche nella Cronologia di Antonio primo era morto senza prole, Dorotea ma
d'Amico ; mor 13 anni dopo il padre, la ritala a Giovanni Branciforli Conte di Ma-
sciando i figliuoli Raimondo u, Antonio, Ca zarino gli partor il figliuolo Fabrizio, cui
taldo
mondo, Ugone
erede ,govern
Beatricedue
ed volte
Isabella.
l'isola
Bai-
in cedette il Principato di Pietraperzia per
dritto della madre che era succeduta a
assenza del Vicer Gaspare de Spcs, e sem Pietro , per eredit paterna gli fu devo
pre merit una lode non volgare ; mori nel luto Mazarino, e per dote della moglie Ca
1491, ed il di lui figlio erede Ponzio iti non terina Barresi la Signoria di Militello. Poi
si ebbe prole da N. Orioles figlia del Baro Francesco Santapace n Principe di Bulera,
ne di S. Pietro da Patti, e comp il corso di non avendo avuto alcuna prole da Imara
sua vita nel 1-507. Consegu perci le Si Benavidcs, rinunzi nel 1580 in favore di
gnorie Ugone mi suo zio, quartonato di Pon Fabrizio Branciforli pronipote, alle terre
zio il, volle nominarsi primo Marchese di di Bulera e di Occhiala, rilenendosi la so
Licoda, e mor appena tre anni dopo il ni la Licoda. Indi Fabrizio Branciforli fu m
pote. Gener con Antonia Filingicri de' Conti Principe di Butera, Cavaliere del Vello di
diS. Marco, Ponzio, Francesco e Raimondo. oro , ascritto trai Grandi di Spagna , o
Ponzio ir dopo la morte di Ferdinando il molti figli gener con la moglie Caterina,
Cattolico e l'espulsione di Ugone di Mon- Francesco cio e Giovanni, non che Cate
cada, sostenne le veci del Re con Simone rina, che anche lasciarono figli; Vincenzo,
Venlimiglia, c seppe raffrenare con ottimo Pietro, Filippo, Dorotea, Imara ed Isabella,
consiglio i popoli in quel tempo insorti, donde nessuna prole rimase. Francesco
come dalle storie; la sua moglie Isabella morto prima del padre ebbesi Margherita
Branciforli figlia del Conte di Mazzarino gli da Giovanna Austriaca. Giovanni, menata in
partor Ambrogio, Francesco ed Antonina, moglie Giovanna Branciforli dei Conti di
'"he si succedettero a vicenda. Mor Ponzio Raccuglia , gener Gabriele naturalmente
nel
brogio
1342,eletto
di nuovo
dopoPresidente
tre anni Maestro
di Sicilia.
Giusti
Am- scilinguato, Giuseppe, Agata e Caterina, e
mor anche prima del padre. Da Caterina
zer dall'Imperatore Carlo, venne poi pro finalmente, terza figliuola di Fabrizio, e da
mosso al governo dell'isola alla morte del Niccol Placido Branciforli Conle di Raccu
vicer Ferdinando Gonzaga ; chiese il pri glia e Principe di Leonforte, nacquero Giu
mo l'onore di Principato per Butcra e l' ot seppe dello secondo , Francesco , ed altre
tenne nel 1563 dal Re Filippo II; rifulse cinque femine. Morto Fabrizio in Morrcale,
ira' Cavalieri del Vello d'oro , perpetuo e sepolto nel Monastero delle Stimmate in
Pari del Regno, ed accrebbe le avite for- Palermo fondalo dalla figlia Imara, nac
178
BU BU

que nel 1621 una contesa tra Margherita S- Romano Impero, donde erano nati Carlo
Austriaca figliuola di Francesco, e Giuseppe Caraffa e Giulia ; per testamento di Giusep
primonato da Giovanna , per Bufera e le pe fu detto perci v Principe di Bufera
altre Signorie, che in fine talmente fu de Carlo, che prese in moglie Isabella Avalos
cisa, cedesse Bufera a Margherita, Mala di
matura
letto infecondo,
nel 1695. Appena
e fu colpito
raggiunger
da mortequal
ira-
nno a Giuseppe. Quella dunque gi Signo
ra di Mi'iitcllo per dritto ereditario del pa cuno il vero merito di Carlo, e nella re
dre, conseguita Bulera con le amplissime pubblica letteraria, e sui popoli soggetti ,
annesse giurisdizioni, tutto trasfer a Fe poich fermatosi in Mazarino, quivi inten
derico Colonna cui fece suo sposo; il tissimo agli sludii , avendo accuratamente
quale figliuolo al Gran Contestabile, fu Prin riguardo al governo dei suoi, lasci in mo
cipe di Paliano, dei Grandi di Spagna, e numento del suo ingegno un esemplare di
venuto una volta da Sicilia nella Catalogna orologii a sole in un grosso volume agli stu
supremo Comandante della milizia , rese denti di matematica, ed ai ministri dei Prin
valorosamente al Re Filippo quella provin cipi una norma come accoppiare la poli
cia, e percosso da una scheggia di un colpo tica coi cattolici donimi , ed altre opere ;
di cannone, sopravvenuta la febbre si mo ristor alcuni villaggi di sua pertinenza con
r nel 1641. Sopravvisse Margherita sino quassati dal tremuoto del 1691}, trasferi Ocu-
al 59 anno, e morendo in Roma, lasci la in sito pi adatto, rifece chiese, e splen
tutti i suoi dritti feudali ai Branciforli. dette per esempli di magnanima piet. Giu
IVacque un figlio da lei e da Federico in lia sorella di Carlo ebbesi a marito Fabrizio
Militello , cui fu imposto nome Antonino , Caraffa. Principessa di Bulera in sesto luogo
ma estinto ancora infante , fu quivi stesso dalla morie del fratello, morendo nel 1703
sotterrato nel tempio di S. Benedetto. In chiam erede Mceola Placido Branciforli.
sorta una lite dopo la morte di Margherita Nato questi da Francesco secondogenilo di
tra Giuseppe di Mazarino figlio di Giovanni, Hiccola Placido Conte di Raccuglia, fu pro
ed un altro Giuseppe Conte di Raccuglia nipote di Fabrizio Branciforli dalla figliuola
nato da Caterina , convennesi finalmente ; Caterina. Francesco fratello di Giuseppe ti,
sotto il potere di quel di Mazarino Bufera primo Duca di S. Lucia, Cavaliere di S. Gia
colle altre Signorie, sotto il vero dominio como, Pretore di Palermo, dei 12 Pari del
di quel di Raccuglia Pielraperzia con Bar- Regno, unito in prime no^zc ad Anna Gae
rafranca: laonde Giuseppe nipote di Fa tani, a Dorolea Valguarnera in seconde, e
brizio Branciforli da Giovanni, nominato iv finalmente a Beatrice del Carrello dei Conti
Principe di Bufera, celebrate prime noz diRagalmulo, ebbesi da questa lerza Nicco
ze con Agata Branciforli, ebbe Giovanni, lo Placido; mor nel 1684. Riccola indi pri
Casimiro e Caterina, che perdette ancor in ma gi conseguite le Signorie del padre e
fasce: contrasse poi seconde nozze nella dello zio Giuseppe, S. Lucia , Raccuglia ,
Spagna con Antonia de Veras nobile donzel Leouforte, e Pielraperzia, rifulse tu Prin
la, che i supremi Consiglieri di quel Regno cipe di Bulera, Cavaliere del Vello d'oro
dissero nulle : unitosi perci in lerzo letto e della SS. Annunziata, uno de' Grandi di
a Luigia Moncada Gaetani, dei Marchesi di Spagna, supremo Prefetto della cavalleria
Sorlino , e non avutane alcuna prole , si di Sicilia, celebre per piet e per costumi;
mor nel 1675 , e rimase erede Agata so gener con Stefania Venlimiglia sua con
rella di lui, che avevasi avuto in marito Fa sorte sole cinque femine , Caterina , Ma
brizio Caraffa Principe di Roccella , e del rianna, Agata, Beatrice , e Maria Rosalia ,


179
BU CA

delle quali diede in moglie la prima ad che oggi il monte vicino Sciacca detto
Ercole Michele Branciforli, e morendo di di S. Calogero ; slimo perci esserne stata
chiar erede nel 1722. Il padre di Ercole Cabala vicina.
fa Girolamo primo Duca Branciforli , di Cablarudia (V. M.) Casale nel terri
cai altrove diremo; splende oggi quegli trai torio di Erice spetlantesi una volta a Pic
Grandi di Spagna, Cavaliere di S. Gennaro, cola Abaie nobilissimo Signore di Sicilia,
Secretano del Re, de' 12 Pari del Regno, cui succedette il figliuolo Riccardo dichia
e gode di copiosa prole: prestantissimo rato nemico dal Re Martino. L'ottenne poi
per ottimi costumi, grandezza di animo, e Guglielmo Bosco, indi i Ruvoli Barellino-
piacevolezza; dir di Salvatore suo primo nesi; poi i Provenzani, i Caraffa, e final
genito dove di Pietraperzia. Sorge Butera mente per dritto di Anna Caraffa, Marcello
in 31 57' di longit. e in 37 8' di lati F8caro, Caraffa e Provengano.
tudine (1). cabnea (V. M.) Zabut dai Saraceni, og
Boter (Piamo di) Vedi Naufrio. gi Sambuca (1).
Bau-aldo. Lat. Butraiduin (V. M.) Ca Caccamo. Lat. Caccabus. Sic. Caccamu
sale un tempo appartenente a Manfredi (V. M.) Citt ricca ed abbondante, appresso
Colare milite sotto Federico II. Termini Imerese, alle radici occidentali del
Monte Euraco, discosta 4 m. dalla spiaggia
CA settentrionale; ne l'altezza polare di 38,
di circa 37 30' la longitudine: dagli ul
Cabala (V. M.) Antica citt, di cui si timi Greci che furono in Sicilia si disse
ignora il sito. Yien mentovata da Diodoro Cucumum, al tempo dei Saraceni Karchcs,
nel lib. 15, in descrivere la guerra Ira Dio sotto il quale nome appare nei diplomi dei
nisio e i Cartaginesi , insieme con Cronio Re Normanni ; dicesi altrimenti Caccabe, e
nel volgar siciliano Caccamu. Afferma l'In-
(1) un Coniane in Provincia di Caltanissella, veges essere l'antica Cartagine Sicola di
distretto di Terranova, diocesi di Piazza, circon
dario di Riesi, distante 27 m. dal capo-luogo della che fa menzione Stefano, fondata da Amil
Provincia, IO da Terranova, 10 da Riesi, 115 da care Capitano dei Cartaginesi, della quale
Palermo, 7 dal mare africano. Erane la popola dir altrove. Va soggetta oggi al Principe
tone nel 1798 di 4074 abitanti, di 4364 nel 1831, di Galati, Duca di Asti o di Caccamo, dalla
e finalmente di 4409 nella fine del 1852. Com nobile famiglia Amato, che vi sceglie an
prenda l'estensione territoriale salme 16895,200,
nui Magistrati, vi ha dritto di spada, e prof
cio 7,835 in giardini , 20,731 in orti semplici ,
1,318 in canneti, 5,478 in pioppeti, 90,915 in se ferisce nel Parlamento il xv voto. E sotto
minatori! alberati, 11529,970 in seminatorii sem messa la citt pegli affari chiesiaslici allo
plici. 4115,436 in pascoli, 10,632 in oliveli, 470, Arcivescovo di Palermo, intorno ad ammi
Min vigneti alberati, 5,889 in ficheti d'India, nistrazione di Sacramenti all'Arciprete re
.MI in carrnbbeli, 620,652 in terreni improdut sidente nella Chiesa maggiore. Compren-
tivi, 2,647 in suoli di case, 4,978 in camposanto.
Meritano attenzione i pascoli amenissimi pel be desi nella Comarca e la Prefettura di Ter
larne, il grano, l'orzo, e la soda. L'aria vi sanis- mini, e somministra 75 fanti, 14 cavalli. L'in
uni. Nella contrada Suor Marchese nel territorio segna della citt oggid una testa di caval-
li Balera la zolfara Magaluso di propriet del
Conte Tasca; non soggetta ad inondazione , di (1) Crede il Lello sia stato un casale di nome
sta 14 m. dal luogo dello imbarco , e 2 dai ter moresco, dato alla Chiesa di Morreale nel 1185 dal
rari coltivati; ne il zolfo di 2* qualit. In Bu Re Guglielmo II, opponendosi al Fazello, che ere-
fo istallato un telegrafo corrispondente con dettelo col nostro autore la terra delta oggi da
lemnova. noi Sambuca.
180

CA CA

lo, col Triscelon, ossia il simbolo della Sici inamente risplende trasferito dal suburbano
lia; era un tempo un pnjuolo, cio un vaso territorio, ed ha unito il convento dell'or
ili bronzo sovrapposto ad un tripode , detto dine di S. Domenico cretto una volta nella
dai Greci KAKABH ; donde ne venne il no Chiesa di S. Maria della Concordia. Va ador
me ; quantunque non manchin di coloro che na altres d' insigne monastero di S. Maria
deducono l'etimologia dal notissimo canto degli Angeli dei frali predicatori, fondato
delle pernici. dal B. Giovanni Liccio nel 1586 , e reso
Siede tutta verso Scirocco in una rupe, pi nobile per la sua dimora ; e di non
la di cui parte superiore che rappresenta angusto reclusorio di donzelle. La 4a parie
una testa di cavallo, verso Occidente inac della citt nel luogo il pi elevato delta
cessibile ed ardua , sostiene una rocca Curcuraccio e Terranova supcriore, ador
munita di mura e di torri , che mostrando na dei tempii principali di S. Michele e
generale antichit, creduta dall' Inveges di S. Biagio; altre minori e decenti Chiese
opera dei Cartaginesi. Apresi una piazza sorgono in ciascuna delle altre parti, come
nell'interno di essa, dov' una Chiesa de anche graziose ed eleganti case di privali
dicata all'Immacolata Concezione: hannovi cittadini. Fuori della citt vi ha il tempio di
poi di grandi sale ad albergar comoda S. IVicasio Martire, della legione dei Tebei,
mente i Signori, stalle, granai, cisterne, con precipuo cullo frequentato, cui dal 1574
carceri. Un piccolo ingresso che ha verso era unito il convento di S. Caterina dei
Aquilone ammette gli abitanti di Terra P. Carmelitani, oggi diroccalo. Su di un pog-
vecchia : Terra vecchia una parte della gcllo amenissimo fuori il paese vedesi il
citt intorno alla rocca, chiusa da mura, Convento dei Minori Cappuccini, eretlo l'an
con quattro porte ; vi il tempio princi no 1389, e nel territorio della Scala quello
pale verso Oriente, di antichissima fonda di S. Maria dell' Ajulo dei frali Eremili di
zione, del titolo di S. Giorgio Martire, pi S. Agostino della riforma Ccnturipina , la
magnificamente ristorato nel principio dello cui origine monta al 1368, e non ultimo
scorso secolo, a pubbliche spese; conservasi splende fra gli altri dell'isola.
in una cappella una statua di marmo della Le quattro descritte parti della citt com-
B. Vergine della Grazia avuta in culto prendonsi in un circuito di circa tre miglia;
principale. congiunto Rabbato alla Terra contengono 1159 case, ed abitanti 5712,
vecchia, o un sobborgo, oggi altra parte giusta l' ultimo censo, sebbene se ne leg
che appellata da una Chiesa , di S. Bar gessero maggior numero descritti : impe
tolomeo, comprende un convento di frati rocch nel censo dell'Imperatore Carlo leg-
minori del titolo di S. Margherita, fondato gonsi case 1406, abitanti 7289, e ci nel
nel 1407 per opera di Piccola di Prades, 1595. Nel seguente secolo eran le case
l'ospedale di S. Spirito, il monte di Piet, 2192, ed 8324 gli abitanti. Inveges final
e la compagnia dei Bianchi ; oravi un tem mente afferma, sollo Filiberto di Savoja
nato.
po il monastero
Pi gi Terranova
di S. Chiara
3a parte
oggi della
mi essere state le case 2524, e 1000 gli abi
tanti.
citt , anche delta Brancica, presenta il Vastissimo il territorio di Caccamo,
tempio di S. Maria Annunziala a preferenza stendendosi per 50 miglia circa intorno
delle altre chiese elegante , dove si am alI'Euraco ed al colle di Cani. Compren
ministrano i sacramenti alla gente , non deva i priorati dell'ordine di S. Benedetto,
che un Monastero di monache Benedettine, di S. Kiccola de IN'emora, e di S. Maria della
titolalo di S. Maria della Mensa, che som- Nuova , dei quali la storia ho descritto
181
CA CA

nelle monastiche notizie. Racchiuder 12 d'Angi in Sicilia, verso il 1260 : il figlio


rasali nominati dall' In veges, ma di questi di lui Porricio gener Sancia maritata a
nessuno esiste , se non sotto il nome di Galasso Estcndardo, il quale per dritto
feudo. della moglie divenne Signore di Caccamo
Per fecondit ed abbondanza di vini e e di Gagliano, e ne rimase in possesso sino
di frumento a pochi secondo, per cui all'espulsione dei Francesi dall'Isola, quan
dice Giacomo Adria, essere Caccatno una do Caccamo incrudel pi degli altri paesi
gran terra sita su di un colle, di ricchezze contro i Francesi, come leggesi nelle sto
ricolma , di tino abbondante , ed a cui rie. Nei tempi avanti gli Aragonesi , rin
nulla manca ai bisogni della vita. Da vengo aver ceduto Caccamo a Federico
tanti le mura, sotto la Torre di IHciarone Prefoglio, cui succedette la figliuola Mar
un fiuniicello abbondantissimo di acqua, chisio moglie di Federico di Chiaramonte,
che arreca utile ai cittadini ed alle vicine cui intanto il primogenito Manfredi Conte
terre, irrigando i frutteti, gli orli, ed ogni di Modica e Signore di Ragusa. Soggiacque
altra cultura; le varie vene che dalle terre di tanto in tanto in quel tempo alle incur
sgorgano ne accrescono l' uberl loro na sioni dei Francesi , e principalmente nel
turale; celebre ponte ne unisce le ripe 1302, quando oppressa da durissimo asse
sotto la citt, che Manfredi di Chiaramonte dio, seppe difendersi per la fermezza delle
primo di questo nome dedic alla Vergine, mura dagli impulsi dei nemici , ed impe
rome nota un'iscrizione. dirne la incominciata foga- Proseguendo poi
Era un giorno soggetta alla diocesi del l'Invegcs nella sua storia di Caccamo la
Vescovo di Girgenti, e Caccamo e Broc serie dei Chiaramontani , fa menzione di
cato formavano la vi delle prebende dei Giovanni figliuol di Manfredi e di Isabella
Canonici di lucila Chiesa. Il Re Guglielmo Mosca, e di Manfredi u figlio del vecchio
per design a quel Vescovo 123!) tari, Giovanni, per privilegio di Federico II ap
268 salme di frumento, e 158 di orzo, sui pellato Conte di Chiaramonte o di Cacca
dritti della Dogana di Girgenti. Per lo spi mo; poich il giovane Giovanni offese l'animo
rituale era soggetta al Vescovo di Palermo, del Re, come ci abbiamo nelle storie, e de
giacch costui conceduto avea Corleone alla cadde dai beni; venne dato allora Caccamo
Chiesa di Morreale. Prima di Guglielmo , a Manfredi, con legge che abolito l'an
credesi da Invcgcs essere stalo Signore di tico nome, d'allora in poi si fosse delta
Caccamo nel 1094, Goffredo Segeyo, e Ade- la citt Chiaramonte. Da Manfredi e da
iasia moglie di lui. Nel 1150 l' ottenne Mal- Mattea Aragona nacque Simone poi marito
ito Bonetto. Guglielmo concessela poi al a Venezia Palici, e morto senza prole nel
francese Giovanni Lavardino, il quale mal 1356, nemico al Re Martino, l'infante Fe
menando i sudditi, fu spogliato di quel do derico divenne in sua vece Conte di Chia
minio e cacciato dalla Sicilia. Nel 1203 , ramonte o di Caccamo, che assunto al re
dicesi Signore di Caccamo Paolo Cicala , gno dopo cinque anni, invest del contado
che fu ancora Conte di Collesano e Con di Caccamo Giovanni in figliuolo di Er
testabile del regno ; e morto senza erede, rico di Chiaramonte , nipote del vecchio
Federico I Re di Sicilia asscgnolla alla Giovanni. Da lui e da Isabella Vcntimiglia
Chiesa di Palermo nel 1215 , dandola a la primogenita Costanza non consegu Cac
Bernardo de Castago Arcivescovo, da cui camo, che il medesimo Federico accord
*olto i Francesi, venne in mano di Fulcone a Manfredi ni figlio di Giovanni, da Ietto
W Poggio figlio di Riccardo, Vicario di Carlo illegittimo , come stima l' Inveges ; e gli
182
CA CA

annali registrano ampiamente le egregie de Andrea, il di cui figliuolo Filippo An


imprese di lui , clic fu altres Ammiraglio tonino, oggi vivente; di tulli i quali dir
di Sicilia. Da questo ed Eufemia Ventimi- di nuovo, e pi in copia quando a Galali
glia nacque Andrea , molto illustre pari verremo.
menti nei medesimi annali. Dopo la di co Tratta l' Inveges degli uomini pi illu
stui caduta, il Re Martino stabili Conte di stri di Caccamo nel lib. 3, cap. 5, dove fa
Caccamo Gueraldo Qucrall catalano, suo menzione in primo luogo di S. Teoclisto Aba
segretario , contro di cui presero le armi te dal Greco Menologio, dal ('.nolani, e dal
i Caccamesi : non mancarono di assalire il Ferreri. In Sicilia nel Monastero di Cu
presidio della rocca, ma ricomposte le cose, ciano, di S. Teoclisto Abate; fiori nell'an
impetrarono perdono dal Re ; ritolti dal do no 830 di Cristo, illustr l'ordine di S. Ba
minio di Gerardo vengon segnali in prima silio, e visse forse nel Monistero di S. Si-
della Regia Corona e del Demanio , poi colo de Nemore, che sorgeva un tempo fuori
ottengono con diploma di Catania del 19 Caccamo, nel territorio del medesimo nome,
marzo 13%, non potere in alcun tempo ed esisteva sotto i Normanni. Con molli ar
venir di nuovo la citt alienata o conce gomenti dimostra intanto l' Inveges venir
duta ai llaroni; ed allora Antonio Paolillo Caccamo, sotto il nome di Cucumo. il
vien costituito a nome del Re Prefetto di secondo ornamento di questa scric il B.
Caccamo : ma tutto ci non ebbesi effetto Giovanni Liccio dell'ordine dei Predicatori,
di sorla, poich trascorsi appena nove me la di cui festa celebra da poco tempo la
si, Giacomo de Prades di regio sangue Chiesa di Sicilia, per decreto del Romano
ed Ammiraglio di Sicilia, fu detto Conte di Pontefice, e con ufficio proprio. Fab
Caccamo; imperocch delusi di nuovo i cit bric nella patria sua il Convento di S.
tadini dalle furberie di Errico di Chiara- Maria degli Angeli, ed altri in varii luoghi
monte, insorsero temerariamente contro il riform ristorando, e rese pi illustri con
Re. Fu commesso a Giacomo l' incarico di santissimi csempii di vita; onoralo da Dio
sottometterli, al che con ogni diligenza si di maravigliosi prodigii, si addorment in
diede, sebbene lungo sia stato l'assedio Lui in Caccamo, dove oggi si venera
per la fortezza del luogo , e la somma re no le sue spoglie. Fior nel secolo xv. An
sistenza dei cittadini. Ma assoluta Cucca tonio Biagio Canonico della Chiesa di Pa
mo altres da fellonia siffatta, segnata nel lermo, Abaie di S. Anastasio di Castelbuono,
Parlamento di Siracusa tra le Signorie Baro ornalo di incorrotti costumi e di feliciti
mo
nali,Prades,
fu data ailfiotto
qualeMoncada,
fond il Convento
poi a Giaco-
dei di ingegno; dopoch si vers nelle lettere
belle nella Accademia Salernitana, prese
Minori presso la Chiesa di S. Margherita ad istituire in Palermo i figli del Vicer
nel 1407, da
bambina, e mor
Eleonora
onusto
Venlimiglia,
di onori, lasciala
Violan Ferrante Gonsaga, cui segu fuori Sicilia,
e per molti anni fu compagno; molli mo
te, che data in moglie a Giovanni Ber numenti di sua dottrina enumerali dal Mon-
nardo di Cabrer Conte di Modica, porto gilore f' di pubblica ragione: reduce in
gli Caccamo, Calatafimi ed Alcamo. Dir patria, ivi a sante opere intento non una
altrove, quando di Modica, dei Cabrer e volta rifiut umilmente il Vescovato, ed at
degli Henriquez, che poi furon Signori di tese intrepido la morte nell'et di pi di
Caccamo Giovanni Alfonzo V degli Henri sessantanni nel 1572. Filippo Faso, nipote
quez concedendo per 48000 onze a Fi di Antonio, famigliare di Francesco Cardi
lippo Amalo, da cui nacque Antonino, don- nal di Rcbibba, eletto Vescovo di Grignano
183
CA CA

nel Regno di Napoli, prevenuto dalla morte dicalore, di cui Mongitore nell'appendice
non consegu tal dignit. Il Sacerdote Bar fa ricordanza (1).
tolomeo Amico, le di cui opere esimie di
virt registra in buona copia il sullodato (1} Oggi Caccamo un capo-circondario di 3'
classe, in provincia e diocesi di Palermo da cui
Inveges; fiori per non volgare scienza, spro dista 28 m., distretto di Termini donde 4 m., ed
nato in Roma negli studi dell'esempio di altrettanti dal mare. La citt nello spirituale go
S. Luigi Gonzaga, e dalle ammonizioni di vernala da un Arciprete, che presiede alla nuova
S. Filippo Acri, cui commise i secreti di reverenda Collegiata di 13 Canonici e 18 Bene
sua coscienza, ritornato in Cuccamo si die ficiali, ed oltre pinguissime prebende esige per
consuetudine la decima in frumenti per tutto il
de a tuli* uomo insino alla vecchiaia a ri
territorio. Aggiungiamo al recalo dall'autore un
formare i costumi dei cittadini; mor olio- Collegio di Maria ad educazione delle ragazze, da
tenario santamente nel 1644, onorato pei pochi anni introdotto, un Albergo di poveri , e
meriti di nobile sepolcrale epigrafe. Andrea la casa ove nacque il B. Giovanni Liccio mento
Sottile,
del Seminario
di cui rimane
dei Chierici
l'epitaffio
di nella
Palermo,
Chiesa
di vato nel testo, mutata in Chiesa nel 1818. Ha
due mercati annuali , uno noli' aprile per S.
Giorgio, l'altro per l'ultima domenica di Agosto
cui per pi di 50 anni incaricato, fu tipo per li festa di S. Nicasio altro protettore della
ed autore di pietosa disciplina; vi ebbe Comune, nato in Trapani dalla famiglia Burgio,
sopra 1200 testimoni dj angelica purezza, e che militaudo in Barbcria da Cavaliere Geroso
di pastorale sollecitudine, sommessione, limitano, fu per la fede ucciso. Le fabbriche del
tolleranza, e di altre virt; e questi giova castello, delle primarie Chiese, e di qualche casa
particolare, sono costrutte a calce, ma nel gene
netti in ogni genere di piet col labbro e
rale a gesso, per la qual cosa assai soggette al
coi fatti seppe informare : piuttosto mut l'umido ed alla mina. Circa a pubblica istruzione
la vita anzich perderla in Palermo nel si d nelle cosi dette scuole normali la bassa ed
1646. Felice Henriquez di Cabrer, appel alta grammatica, la umanit e la rettorica , tutto
lala Anna nel secolo , professa del mona a peso della Comune. La filosofia e la teologia
stero di Caccamo, dedita sommamente alla dovrebbero darsi dai Domenicani, e dai Conven
tuali, che a tal' uopo ricevettero dai trapassati fon
contemplazione, amantissima della Divina
datori delle assegnazioni. Ingenerale poche famiglie
Eucaristia e della Vergine Madre , dalla sono ricche, ma nel tutto la popolazione vive in
quale venne visibilmente sanata da un tre agiatezza.
mendo apostema apparsole; ricolma di me Il sito alpestre ed elevato rende l'aria pura, ma
riti e di eroiche virt, sul fior dei giorni, fredda; scarsa per l'acqua, onde una pubblica
deputazione sopraintende agl'immensi stagnoui ,
ma gi matura pel cielo, dormi nel Signore
per uso non solo degli abitanti, ma auche del
nel 1615, in vita ed in morte onorata da bestiame da stalla. La parte del territorio che
Lui di prodigi. Fulgenzio dell' ordine degli forma il lido del mare, giunge al Capo Grosso, do
Eremiti di S. Agostino della Centuripina v' una torre di segnale, con telegrafo. Trovansi
riforma, cui presiedette Vicario Generale, diaspri, agate, e marmi diversi , e pi anche del
porfido detto di Durazzo, ed estraordinario; sor
scrisse la vita di Andrea Guasto. Giorgio
prendenti ne sono auche i berilli , o cristalli di
Vaccarino, ascritto al Collegio Canonico dei rocca; ne in pregio altres la terra alcalina as
SS. Celso e Giuliano in Roma, vien com sai stimata per le purgazioni. Ci hanno dei belli
mendato dal Mongilore per gravi dottrine. minerali, come il piombo e lo allume che con
Giacinto d'accio Sacerdote dell' Oratorio di poca fatica raccogliesi: credesi eziandio che racchiu
Palermo, per dottrina ed erudizione pre da quella terra delle miniere di argento e di ferro
al dir degli antichi, ma non sono a nostra cogni
stante, mentovalo dal medesimo Mongilore. zione. Contava Caccamo nel 1798 una popolazione
Giordano Faso detto di S. Vincenzo, degli di 6424, di 60G3 nel 1831, e finalmente di 7054
Agostiniani riformati, Teologo ed esimio pre- nello scorcio del 1852. Comprendesene il lerrito-
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CA f CA

Cacipari. Lat. Cacyparis. Sic. Cacipari scaricasi dopo un miglio nel mare Jonio,
(V. Ti.) Fiume e rocca, oggi Cassibili, e tra le foci del fiume Miranda o Erineo, ed
Yhasibilis sollo i Saraceni, tra Siracusa e il piccolo capo appellato Galera in verna
Pachino, discosto 12 ni. da quella citt, e colo, cui succede a Settentrione la cala di
tragittasi a piedi, nella via donde si va a Fonte Bianco, poi il promontorio Lungo.
Nolo. Prende origine sotto Palazzolo a 3 m. ossia Ongia. menzione del Cacipari
verso Scirocco , dal fonte Baulo , ed in nel lib. 7 di Tucidide , dove descrive il
grossato da altri rivi formali dalle fonti viaggio dell' esercito Ateniese da un'alta
dell' Anillo , dell' Arco , di Baidone , e di rupe verso Pachino: sul far dell'alba
Bella, usurpa il nome di Magnisi. Dividendo pervennero al mare, caedaronsi nella
poi una gran valle, delta dai Siciliani Ca- tia Elorina, e pervenuti al fiume Caci-
vagrande, viene accresciuto da altre fonti pari ascesero nell'interno, e col, dote al
che in essa scaturiscono. Lasciandosi indi fiume si viene, malmenarono le scolte dei
a mancina tra scoscendimenti di montagne Siracusani, che assiepatati la tia di for
la rocca Cassibili, da cui prende il nome, tificazioni e di ripari; respinti quetli
tuttavolla, passarono il fiume. Rimangono
rio in salme 10359,055, cio 23,397 in giardini, oggigiorno appresso Cavagrande vestigia
1,051 in canneti, 310,817 in seminatori! albe
rali, 7158,191 in seminatori! semplici, 1850,687 di acquidolli, pei quali esportavansi le acque
in pascoli, 59,758 in vigneti alberati, 323,817 in della Cava, ed in parte quelle del Cacipari.
vigneti semplici, 113,334 in sommaccheti, 38,239 nel territorio Siracusano. Vedi intorno alla
in ficheti d'India, 2,220 in Gcheti d'India ed al rocca la voce Cassibilc (1).
tro, 177,279 in alberi misti, 307,250 in boscale, Caclro. Lat. Cacyrum (V. IV.) Antica citta
2,505 in snoli di case; fertile, variato nel suolo,
e perci in ogni anno sono uberlosissirai i pro di cui Cluvcrio nel lib. 2; nel medesimo
dotti, e non mai si conta un' assoluta cattiva rac tratto, cio a 13 m. da Siracusa, verso Oc
colta. Vi sono anche molte sorgive, parte salse, e cidente, oggi sorge Cassavo in volgare ap
parte zolfuree, che lasciansi, non mettendole a pro pellazione. Ifon dubbio sia stata detta
fitto, n per risaje, coltonerie, n per ortaglie. kaxtpon, Cacyrum, da Tolomeo, donde
Decor la citt dei suoi natali nel 17... suor
gli abitanti venner delti Cacyrini, che
Febronia Ansatone, ritiratasi nel ritiro di terzine
francescane, a vivervi una pacifica e santa vita, leggonsi Cacirini nel lib. 3, cap. 8 di
donde poi si trasferi nel R. monastero di S. Plinio. Ma il paesello Cassaro di nome
Chiara in Palermo, ove con gran fama dei mira recente, n nel suo territorio scorgonsi tali
coli operati, rese in grembo al Signore lo spirito: vestigia di antica abitazione, che si avver
venne dall'Arcivescovo dichiarata Venerabile, e il tono esservi stalo un tempo Cadr. Forse
suo processo in sacra ruota in Roma. Nel Par
lamento del 1812 Giuseppe Amato godente di pi furon di Cadr quei ruderi di antichissi
voci in quell'assemblea, fu uno di quei generosi mo ruinalo villaggio esistente presso Bu-
che volontariamente si dispogliarono della feuda scemi , come notai di sopra, ed appellati
lit di Sicilia, che jure sanguinit si avevano, quali
rappresentanti i commilitoni del Conte Ruggiero.
Mori questo nel di 13 gennaio 1813 e gli succe (1) Nel feudo sito presso il fiume da cui prende
dette Giuseppe de Spuccbes ed Amato duca di S. il nome, sono sovra un'altura degli avanzi di fab
Stefano di Briga, il quale fu succeduto a 3 agosto bricati; vi si scopri un bagno nel 1771 dal Conte
1823 dal prestantissimo^lntonino de Spueches e Bra- Gaetaoi, con delle stufe, e stanze ornate di lastre
neoli, di svariate cariche ed ordini insignito, pa di marmo di vario colore, dove si rinvenne un
dre a Giuseppe de Spueches e Ruffo Principe di mezzo busto ed un basso rilievo di eccellente la
Galati di lucidissimo ingegno, conoscitore profondo voro, che si conservano nel Museo Borbonico i"
dellegreche lettere, brillantissimo nella poesia, e che Napoli.
molli lavori pubblic, di grande onore alla Sicilia. Non so il perch venne ricoperto di terra.
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dagli abitanti Casale! non oso affermare acque del fiume Isburo, in cui scarica i suoi
se sia sorta Gaciro nel territorio siracusano, ruscelli. Piantato altres a vigneti , or
ma nulla ci vieta congetturarlo. taggi e spessi albereti , somministra agli
radara. Lat. Chadara (V. N.) Rocca, al abitanti ogni comodo della vita, e final
trimenti Cadr e Yhadra, da altri Idra. mente ameno in pasture accresce gli ar
cattissimo. Lat. Cadissimum (V. N.) menti e le greggie. L'ottenne il primo dal
Casale di cui si dice nel censo del Re Mar Re Giacomo Berengario Yiilaraut Conte di
tino, essersi appartenuto nell'anno 1408 a Caltnbellolla , ma abbandonata questo la
Guglielmo Boira, i di cui eredi falsamente Sicilia, pervenne per beneficenza di Fede
oggi appellati dal volgo credi di Borgia , rico II a Berengario de Spucches , la di
menti splendidamente in Siracusa trai pa- cui figliuola Antonia prese in moglie, Ber
Iriiii, diconsi Signori del Casale, e possie nardo Integes nobile di Sciacca, donde
dono oggid deserto il territorio, e scarso Perieonio, da cui Amalo sommamente caro
ili abitanti. al Re Martino: gli succedcllero Giovanni
cadr (V. N.) Altrimenti Kadra e Yadra. e Guglielmo, che conseguirono Beribaida
Castello distante un mezzo miglio da Fran per drillo della madre Serena. Estinti gli
cofonte, per valle intermedia; famoso un credi di Giovanni, margherita figliuola di
tempo, minato oggi per tremuot. Dicesi Guglielmo divenne Signora di Calamonaci
anche Idra. e di Beribaida , da cui ed il marito Gio
cala. Lat. Chalae (V. N.) Refugio di vanni Ferreri de Marinis nacque Melchior,
Cala nell'itinerario Romano, per fermo di cui fu superstite Giovannclla sposa a Pie
silo incerto, creduto pure da alcuni nella tro di Sabia, e questo morto, a Bernar
valle di Noto. dino di Termini verso il 1600 , donde
Caiamlgna. Vedi Yenlimiglia. nacque Antonio; da lui Bernardino il, ma
Calamonaci. Lat. Calamonacum. Sic. rito a Zenobia Bologna, cui fu figlio Vin
Calamonaci (V. M.) Casale mentovato si nel cenzo Maria primo Principe di Casleller-
registro del Re Federico, sotto Bernar mini nel 1630, e primo fondatore altres
do Integes, che in quel di Martino del di Calamonaci, verso i principii del me
1408, di dritte di Giovanni Inveges. Oggi desimo secolo. In quel tempo Francesco
an ullaggelto nella diocesi di Girgenti, Marchese di Monlaperto, divenne Signore
e la comarca di Sciacca, con una Chiesa di Calamonaci per drillo della moglie
parrocchiale dedicata a S. Vincenzo, con Melchiorra de Spucches: crebbe il loro
un Arciprete che ha cura delle anime , e figlio Mccola Giuseppe Principe di Raffa-
regge altre due Chiese. Vi furono da gran dale, i di cui successori daremo in appresso
tempo i Carmelitani, ma poi l' abbandona parlando di RafTadale (1).
rono. L' origine sua o il ristauro non sor
(\) un romane in proTincia e diocesi di Gir
passa i primordii del secolo xvn , poich genti, distretto di Bivona, da cui dista 13 miglia,
il casale per molli anni non era pi. Con- circondario di Bibera da cui un m. e mezzo, 38
lanvsi oggigiorno 226 case, 989 abitanti, m. e mezzo da Girgenti, 54 da Palermo. La sua
che nel 1713 erano 6U, e nel 1652 136 le estensione territoriale di salme 1871,190 cio
case, 669 gli abitanti, sebbene il Pirri, che 1,777 in giardini, 25,581 in seminttorii alberati,
scrisse nel medesimo tempo, assai minore 1403,41* in seminatorii semplici, 356,156 in pa
scoli, 36,848 in oliveli, 47,132 in vigneti sem
nomer ne accenni. Il territorio di Cala- plici, 0,282 in suoli di case. Contava nel 1798
monaci ferace in biade e confinante con soli 780 abitanti, 751 nel 1831, e finalmente 740
quel di Callabellottu , fecondato dalle ; nello scorcio del 1852. Esporta grano, orzo, olio;
1SG
CA CA
Calanna (V.D.) Monle rimpelto Alcara, ladini. Regia ne disse la Cappella, il di cui
celebre per la dimora di S. Niccola Ere rellore decret fosse appellalo Canonico, e
mita; appellasi Calapnis negli alti di que computato tra gli alunni di S. Pietro del
sto Santo, come not il Massa. Vedi Alcara. Regio Palazzo di Palermo: si ha costui 12
Calanna (V. D.) Colle nel fianco del preti coadiutori , ad assistere ai sacri
l'Etna, verso la parte orientale ed australe, uffici! , insigniti di almuzio di color nero,
sopra Nascali , alle di cui radici una e regge parimenti un'altra parrocchia de
valle del medesimo nome, dove sgorga una dicala a S. Antonio. Oltre la Basilica di
fonte di acqua dolcissima. S. Pietro, ne un'altra della Vergine As
Caiaporro, Lai. Calaporrus (V. M.) sunta in ciclo, che gode nella citt il drillo
Asilo nel seno di Castellammare, tra la di Madricc, di che alterna le veci in ogni
torre di S. Cataldo, e Capo Ramo. una vo anno con quella, -sotto la giurisdizione del
ce saracena, poich il Kala presso gli Arabi Cappellano Maggiore primato della citt.
la slatto dei Latini , come insegnano Sono entrambe sotto la prolezione Regia,
l' Abela, e Francesco Agio. Trai Sicoli poi e moslran dinanzi l'ingresso, e titolo ed
anche dicesi cala il lido dove approdano armi. I Vescovi di Catania vollero incor
piccole navi. porata un tempo Calascibelta nella loro
Calaaclnetta. Lat. Calalaxibetha(V.fl.) Diocesi, ma sempre e sinora si stabil ap
Di regio dritto, soprannominala Murice. Sie partenersi al Regio Cappellano Maggiore.
de in confine della Valle di Noto, nel giogo di Ne sono da pochi anni in qua i ciladioi.
hij alto monle lievemente inclinato a Mez in quanlo ad affari spirituali, solto la cura
zogiorno. Ebbcsi a fondatori, secondo al del Legalo Apostolico, Giudice della Regia
cuni , i Conti Roberto e Ruggiero , e loro Monarchia, e van soggetti alla potest or
per fermo deve accrescimenti, che vi si stabi dinaria di lui. Spiccava tra le rase di mo
lirono in oppugnar Caslrogiovanni , che naci, il Priorato di S. Barbara dell'ordine
siede nell'opposto vicino monle. Signifi di S. Agostino, e della Congregazione di
cando Palazzo il Saracenico Betha , pu S. Spirilo: ma abbandonatolo i monaci, i
credersi facilmente essere stalo imposto Rettori dello spedale romano di S. Spirito,
tal nome al luogo dai barbari: incerto scelgono un Priore che tenuto a profes
intanto se sia stalo ristoralo dai Normanni sar la regola ed a mantenere i titoli. Ap
il casale costruito un tempo sotto i Sara pella antichissimo il Pirri il Convento dei
ceni, o nuovamente edificato. Cascino nel Carmelitani che dicono fondalo circa il se
lib. 1 , cap. 2 della vita di S. Rosalia , colo xvi; quel dei Minori Osservanti, che
scrive Xibel equivalere a quiete , poich descritto come piccolissimo dal Pirri, pi
col i due fratelli riposaronsi qualche tempo non esiste oggigiorno. I frali Predicatori
vacando dalla milizia; o calzare, poi abitavano un tempo fuori le mura il tem
ch il colle dove situata questo rap pio di tulli i Santi, andalisine poi dalla po
presenta. Accrebbesi poi in citt, che Rug vert costretti nel 1523: ma di nuovo ritor
giero mun di mura e di rocca verso Aqui nali, e dentro le mura dopo cinquantan
lone, ed orn della Chiesa di S. Pietro. ni, appena scorso quel secolo, per mede
Resala poi magnifica, e in ogni parie co sima cagione abbandonali i chiostri, dieder
spicua Pielro ii, nello spesso villeggiarvi, luogo ai monaci di S. Maria della Mercede,
1* arricch di fondi, e delle decime dei cit- che occuparono dal 1175. Vi giace com
produce erbaggi per pascolo di bestiame, il grosso posto solto l'aliare maggiore il corpo di
che minuto. L'aria ne malsana. Bernardo Girio Domenicano, chiarissimo per
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Ci CA

anlil di vita, di cui fan menzione Gaeta- ultimamente. Disia un miglio e mezzo da
si, e Pirri. Abitano gi i minori Cappucci Castrogiovanni, da cui riparala da una
ni dal 1579 ad un miglio dalla citt, verso valle profondissima- Sta in 37, 50' di lon
la parte Occidentale, in amenissimo e pri gitudine, 37, 30' di latitudine.
mario sito, dove inchinavasi un pochclto il Gode del resto Calascibella di un terri
giogo del colle. Gli eremili di S. Agostino torio a pochi dell'isola secondo per ferti
della Centuripina Riforma abitavano da gran lit, e lutto somministra al bisogno ed al
tempo nel vicino poggio Artesino, celebri ricrea mento della vita. Nel feudo della fico,
per monastica osservanza, ma l'abbandona di dritto della Madrice di Castrogiovanni,
rono verso il fine del secolo scorso. Non una fonte di acqua della di Avallo, accostan-
lungi da S. Maria, verso il centro della citt, tesi per colore all'ambra, offende in qual
accrescono magnificenza vasti chiostri di che modo col calore la lingua , e diviene
monache sotto gli istituti di S. Benedetto, caustica. famosa la citt perch vi fini i
fondati dal secolo xvi, sotto il titolo del suoi giorni Pietro II Re di Sicilia; il corpo
SS. Salvatore. Lo spedale degli infermi eb tuttavia fu trasferito nella Cattedrale di Pa
be a fondatore nel 1317 Niccol di Arcan lermo. Va gloriosa di Simone Napoli di
gelo, e venne confermalo dopo 12 anni da nobile stirpe, dei Minori Riformali, che ri
Simone del Pozzo Antistite di Catania. Lo mise in ottimo stalo molli Conventi del suo
Orfanotrofio finalmente, titolalo di S. Gio ordine nell'isola, e dall' estremo rigor di
vanni fuori la Porta Latina, riconosce l'ori penitenza, e dalle eroiche virt commen
one nei principii del secol scorso. Enu dalo mor in Giuliana : di Giuseppe Vita
meraci 24 Chiese minori, tra le quali spic dell'Ordine dei Predicatori, uomo d'inge
ca quella di S. Antonio, che sorge in un gno profondissimo nella S. T. M., cui nes
sito del medesimo nome, ed in un piano suna opinione o sentenza pervenne nuova
propriamente adorno in ogni parie di edi- in fatlo di tale scienza ; diecsi perci ver
fiiii. Ha cura oggi dei dritti del Clero il Vica sato talmente nelle opere di S. Agostino,
rio del Legato: impongon le leggi agli abitanti da indicar particolarmente, aperti i libri di
i Decurioni, un Censore di delitti, i Giu quel Santo Dottore, subilo la cosa propo
dici, il Sindaco, ed occupa la citt nel Par sta. Essendosi elevalo per religione, virt,
lamento generale del regno il xxiv poslo. ed altres per innoccenzadi costumi, e pub
Di molte nobili e ricche famiglie andava blicati molli lavori, mori in Palermo nel
bella, ma poche ne rimangono , ed esiste 1677, e venne scpcllilo in luogo a parie:
ancora il palazzo dell'insigne famiglia di di Luca finalmente , Sacerdote e Teologo
Xarchiafava. Appena discernonsi oggid gli Cappuccino, che scrisse la Stimma Summa-
edifizii della rocca confusi colla , Chiesa rum dei casi morali. Encomia entrambi U
di S. Pietro, e le mura sono in maggior Mongitore nella sua Biblioteca. Fiori in
parie ruinale. Presenta la regia insegna, questi nostri tempi Agostino Aidone, fa
un'Aquila con nel petto due Leoni: costi moso matematico, che scrisse molli pubblici
tuisce una comarca, e comprende soggelli famosi lavori (lj.
1 paesi; ma riconosceva l'Istruttore della calata (V. M.) Casale dato, come dal
Milizia provinciale di Aggira, e sommini Pirri abbiamo, da Bartolomeo ascritto al
strava 8 cavalli, e 80 fanli. Nel censo sotto Collegio Canonico di Palermo e di Girgcnti,
l'Imperatore Carlo compulavansi 1260 ca alla Chiesa di quest'ultima.
se, nel 1653 1185, e 4870 abitanti: nel se (1) Oggid la cilt di Calascibella un capo-cir
colo scorso 1053 case, 4303 anime, e 5623 condario di 3'1 classe in provincia di Caltanisetta,
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CA CA

Cnlatablano. Lat. Calalabianum. Sic. dove rimangono ancora di antichi aranti,


Calalabianu (V. D.) Terra con rocca di ori sorge la rocca munita di vasti baluardi che
gine saraccnica, di che ci prova il no stendevansi persino alla citt, a renderne
me medesimo, che in punico idioma di sicura la salita. La Chiesa maggiore della
cesi Kalghala Bian, cio luogo ripido, col Madre di Dio Annunziata, dedicata al Mar
nome del fondatore Biano. Sedeva in un tire S. Giorgio patrono principale del pae
colle, alle radici orientali dell'Etna, non se, sita in altro poggelto , sotto la rocca,
lungi da Taormina, sopra Nasso, ed oggi nella cura di un Arciprete, l'unica par
situata nel fianco del medesimo colle ri rocchiale, da poco tempo in qtt nobilmen
guardante Scirocco, presso le ripe del fiu te rislaurala, con soggette altre sci Chie
me Onobale, che prende il nome dal me se minori. Bada al Clero l'Arcivescovo di
desimo Calalabiano, viene divisa nel mez Messina per mezzo di un suo Vicario. Il
zo da angusta convalle , occupala parimenti Principe di Patagonia, di famiglia Gravina,
da case di abitanti. Nel vertice del colle, signoreggia sui cittadini, dei quali 800 il nu
mero, con 230 case, per antico compiilo,
distretto di Piana, da cai dista 16 miglia, 39 da ma ascendono oggid a 1360, e vanno com
Caltanisetta, 103 da Palermo. Va compresa nella presi nella Comarca di Linguagrossa. Il ter
diocesi del Cappellano maggiore. Pu dirsi il paese ritorio adulto a biade, somministra tuttavia
il pi ameno, il pi gaio, il pi bello di Sicilia
tutta. Evvi ona colonna frumentaria, cognominata ubertosamente vini , ortaggi , mori , copia
di Salamone, poich fu fondato lo stabilimento nel non lieve di orzo, ed abbonda in legumi,
1779 dal Sac. D. Salvatore Salamone, con la con principalmente di ortaggi.
dizione di mutuarsi i frumenti a luminate, cio Passiamo ai Signori: Pagano e Gualtieri
per lumoli; dipendente dal Consiglio generale de de' Parisi, Conti di Avellino in Calabria,
gli Ospizii, e l'amministrano il Sindaco, due com
ponenti della Commissione di beneficenza, e un occuparono sotto il Ile Ruggiero nel 1133
Deputato ecclesiastico , eletti dal Vescovo ; illimi il castello di Calalabiano, per fellonia dei
tata intanto la durata della carica. Il presti quali ne invest Costanza Imperatrice e Re
to si fa con alto innanzi il Conciliatore , con le gina Arnaldo de Regio nel 1213. Federico
norme generali. Se ne comprende il territorio in poi figliuolo di Costanza, concesselo a Gual
salme 5212,874, cio 2,805 in giardini, 1,358 in
orti alberati, 13,933 in orti semplici, 0,485 in tieri de Paleariis suo Cancelliere, e Ve
canneti, 0,041 in pioppeti, 17,856 in seminatori! scovo di Catania. Pagati poi 13000 Ieri dal
alberati, 3750,621 in seminalorii semplici, 1043, medesimo Vescovo al Conte Arnaldo, anlico
704 in pascoli, 33,126 in oliveti, 15,058 in vigneti signor di quella terra, perch pi non aves
alberati, 240,338 in vigneti semplici, 21,520 in se drillo sul castello, ottenne Gualtieri una
ficheti d'India, 0,372 in pistacchieti, 5,872 in ca
stagneti, 2,287 in noccioleti, 2,138 in suoli di case. slabile donazione, confermala in Messina,
Vi hanno tre zolfare in attivit, possedute oggi con diploma del 13 di marzo , da Grego
dagli eredi di D. Calogero Deodato, nella contra rio Teodoro Cardinale e Legalo del sommo
da di Pampinello, appellate di S. Caterina, Pe- Pontefice. Allora entr nel possedimento
darso e Sarmentara; non sono soggette ad inonda del castello e del paese . sotto un padi
zione, distano 46 miglia dal luogo dell'imbarco, glione intrecciato di rami di alberi, come
e danno uno zolfo di 3* qualit; non sono intanto
in attivit quelle di S. Pietro, Pampinello, Mon si trova nelle Tavole di Catania, alla ripa
ca, Grillo, e Malpasso. Iocontransi di buone con del fiume. Essendo ile a fondo le Sieoe
chiglie, ed inoltre asfallo, solfato di calce, ed ac Chiese sotto il medesimo Imperalor Fede
qua acidula cio l'acqua d'ambra. Ascendeva nel rico , i successori di Gualtieri perdettero
1798 la popolazione di Calascibelta a 4780. a 5073 il castello. Ma Rodolfo Cardinale della S.
nel 1831, e finalmente sino al fine del 1852 a 4951
si diminuita. R. C. Vescovo Albanese, Legato della Se
CA < aiataoiei (V. d.)
CA Citt saraccnica. Ve

de Apostolica, per Tolcre di Carlo d'Angi,


allora Re di Sicilia , nel 126C pronunzi di Casal vecchio.
una sentenza, per la quale introdusse la Caiataelfar. Sic. Calatalfanu (V. Fi.)
Chiesa di Catania ed Ottone Capece anti Monte in cui fu un tempo una citt. Ve
stite nella possessione di Calalabiano, di di Calalfaro. Vi un fiume dello stesso
altri villaggi, c di altri dritti. Persistette sotto nome.
la medesima Chiesa per sino al 13..., ed in CaiataOmi. Lai. Calalafimis. Sic. Ca-
quel tempo ptiss per concessione in pos latafimi (V. M ) Non piccola citt detta Ca
sedimento laicale, ed ubbid a Ruggiero lata/io dai Saraceni secondo il Pirri. Ha
Lauria, Ammiraglio di Sicilia e di Aragona, origine, -giusta alcuni, dall'antica citt
da cui pervenne alla figliuola Margherita. Longarico verso Ponente, distante dal monte
bancali per in dovere i Lauria , Icggesi Erice 18 miglia, e 3 dai ruderi di Segesta,
nel censo di Federico II, il dominio di Ca non mollo da Salemi, alla cui comarca si
lalabiano insieme con Regalmulo, in mano appartiene: fa parte della Diocesi di Maz-
di Brancaleone Auria genovese. zara, riconosce i drilli del Conte di Modica,
Dopo i Lauria ebbe Calalabiano Enrico che come Conte di Calatafimi occupa il xi
Rqmo, poi Manfredi di Chiaramonle, la di posto nel Parlamento. Vedremo altrove sa
cui figliuola Costanza, rccollo per dote ad sia slitto il luogo dell'Oliva, di cui si fa
intorno Carretto, cho era venuto il primo, menzione nell'itinerario d'Antonino. Sor
di tal nobile famiglia in Sicilia dalla Spa ge sul fianco di un colle slendcntcsi da
gna. Diedelo nel 1393 il Re Martino a Gue- Libeccio a Levante, inclinando verso Mez
rao di Queralla, ma non lungo tempo dopo, zogiorno. 11 gran fabbricalo dell' antica
cio appunto dopo due anni , Bartolomeo rocca posto sul ciglione, verso Ponente,
Aragona venne in potere del castello, don
de pass a Bartolomeo de Cruyllas, che cui disia 10 miglia, 28 da Catania, 184 da Paler
lasciollo al figliuolo Giovanni , mentovalo mo. Vi ha un monte agrario di prestilo in fru
nel censo del medesimo Martino del 1408. mento, che dipende dall'Intendente, fondalo net
1796, amministralo da due deputati eletti in ogni
Se l'ebbero dai Cruyllas in pegno, i Ma due anni dal Consiglio generale degli ospizii. Ne
rnilo messinesi, sotto il Re. Giovanni nel ascendeva la popolazione nel 1798 a 1600, a 2033
1347. Ne furon poi Signori Enrico e Gio nel 1831, e finalmente dall' ultimo quadro stati
vanni Romano- Colonna , ed il figlio di stico a 1890. Ne l'estensione territoriale di sal
costui. Compraronsi il castello nello scor me 1387,640, cio 33,692 in giardini, 107, 1 18 in orti
no del xvi secolo i Gravina. Poich da semplici, 6,225 in canneti, 2,365 in gelseti, 287,
522 in seminatori! alberati, 227,180 in seminato
Diana Cruilla e Ferdinando Moncada, ge ri! semplici, 319,221 in pascoli, 35,138 in olivcli
nerata Contissella, fu moglie di Girolamo 318,805 in vigneti alberati, 49,445 in terreni im
Gratina, cui port in dritto Francofonte e produttivi, 0,929 in suoli di case. Afferma G. Po
Calalabiano , donde oggid i Principi di wer trovarvisi delle tracce di ferro, pietre quarzose,
Patagonia discendenti, sono i Baroni della e silicose, ed i seguenti fossili organici, cio: Cor-
buia nucleut, Pecten iacoboeus, opercularii, variut.
fitta, ed hanno il 3 luogo nel Parlamento Ostrea cornucopiae, Cocklear foliosa. Natica glacui-
del Regno. Vedi Onobala per fiume Ca na, Turritella (crebra, Ptiurotoma crispatum. Fil
lalabiano. Ne la lalit. di 37 45', la lon- ato echinatus, Huccinum pritmaticum, asperulum,
giludiae di 39 (1). mutabile. temUtriatum, Dentalium clcphantinum,
Dentali! strangulatum; dicesi pure esservi dei gia
!') Oggigiorno un cornane in provincia di Cata cinti. L'aria di Caltabiano umida, ed il suo mag
nia, distretto di Acireale, da cui dista 18 m., dio- gior commercio di esportazione consiste in orzo,
cai di Messina, circondario di Linguagroisa da legumi, ed olio.
190
CA CA

in gran parte intero , da gran tempo vanto, serve per gli esercizii spirituali, e
illustre perch palazzo del Signore , ne si ha annesse delle case test costruite. I
sta intorno terra vecchia circondata un minori Cappuccini stabilirono dal 1588 ver
giorno da muraglie, come si osserva da so le parli superiori del paese, in un pog
gli avanzi, c dalle porte che ancora esi gelto, con un fiumicello intermedio, dove
stono. Su elevato poggelto ergesi il tem un ponte mollo cospicuo, a spese del sul-
pio maggiore dedicalo a S- Silvestro sotlo lodato Salvo d'Amore, n molto da ivi
la cura dell'Arciprete, antico e di non ine distante una gran diga, fin dove si limita
legante struttura; a sinistra nel basso os la copia delle acque che scorrono nell'in
servasi la Chiesa del SS- Crocifisso, principal verno dai colli vicini , a non recar male
tutelare, magnifica e di nuova fabbrica, ap agli abitanti. (Velie parli rimanenti sorgono
pellata dello Spedale. Nella sottoposta parte altre Chiese: l'Arciprete Giannanlonio Bran
un sobborgo colla Chiesa di S.Giacomo Apo di dot, come dice il Pirri, nel 1630 quel
stolo, ed il convento di S. Francesco dei la di S. Rosalia, dello donzelle che man
Minori Conventuali , fabbricato a spese di cano di genitori, tra il castello e la Chiesa
Giacomo Guli cittadino, dal 1543. Da que Madrice; vi sorge oggigiorno altres un Col
sto tempio stendesi un'ampia via verso Le legio di Maria; vi sono parimenti quelle
vante, che divide in due parli la citt; vi di S. Antonio, S. Giovanni, e delle anime
prima una piazza commerciale , ed in sante : fa menzione il Pirri del Priorato di
luogo pi elevato, e dalla parte dei Siccia- S. Giovanni di Caslelluccio, annesso al Con
ri sorge un antichissimo monastero di Car vento Cislerciensc di Fossa nuova, che peri, e
melitani, sotlo il titolo di Maria Annunziata, le di cui rovine osscrvansi nel giardino dei
cui gli annali dell'Ordine appo Lezana, di Carmelitani.
cono fondalo nel 1440 : sicgue un'altra piaz Fecondo oltremodo il territorio di Cala
za anche estesa col nome di S. Michele, si ta/imi, e vestilo di pingue erba, appresto
delta dal convento dei Minori del 3 Ordi amene pasture agli armenti, talch il cacio
ne, e circondala dalla casa Pretoria, dal di Calalofimi, famoso a preferenza di
monastero delle monache dell'istituto di S. quel delle altre parti; somministra altres
Benedetto, consacrato alla martire S. Cate grande abbondanza di frumento, e di allri
rina, con convenevoli rendile accresciuto legumi, ed arricchisce gli abitanti colle vi
per opera di Salvo d'Amore nel 1584, e dal ti, l'olio, e i frulli di ogni genere. Fonti
convento del 3 Ordine nel 1507. Pi in gi copiose verso le radici del colle bagnano
ergesi la Chiesa di S. Maria Maddalena i campi sottoposti, innfiano gli orti, n
che prende il nome dalla contrada, asse perenni sorgenti mancano nel fianco mede
gnata una volta nel 1554 agli eremiti di S. simo del colle ad uso dei cittadini. 0 fiu
Agostino, clic l'abbandonarono dopo il tem me Crinisio sbocca per le parli aquilonari
po del Pirri. Quinci attaccata alla via mag e mclle in attivila 14 mulini. Presenta que
giore presentasi la Parrocchia di S. Giu sta regione un ingente antico tempio quasi
liano con Rettore proprio, molto decente, intero, spetlantesi un tempo a Scgcsla, so
ed opposta alla piazza minore commerciale, stenuto da 36 colonne di stupenda grossezza,
appresso la quale con poco declivio si sten poich di circa 8 palmi il diametro di
dono le contrade di Razza, di Porrazzi e ognuna. Sceglicsi dal Signore un annuo
di Pelrolo, in cui sono le Chiese di S. Isi Magistrato conforme ai riti dell'isola, ed
doro, di S. Rocco e di S. Vito, tra le quali il Vescovo di Mazzara stabilisce un suo Si
l'ultima in un luogo pi elevalo verso Lc- cario a badare al Clero. Contavansi pi len'P'
191
CA la di cui morie senza
CA prole, l'ottenne Io

di Faiello 603 case , c 4312 cittadini nei


regii libri; nel secolo seguente 1271 case infante Giovanni fratello di lui : da lui o
da Pirri, 1339 nel pubblico censo, e 5767 da Cesaria Lancia , Eleonora Infanlessa,
anime: nel 1713, case 1552 e 6089 anime, che si ebbe il dominio di Calata(imi , e
the ultimamente 7400. Passiamo agli uomi prese a marito Guglielmo di Perai la. Verso
ni illustri: il Beato Arcangelo dei Minori tuli tempi gli abitanti chiesero si ascrivesse
Osservanti preclaro per prodigii in vita, e la loro citt nelle Demaniali, e ponderatesi
dopo morte; si giace nel Convento di Al le ragioni, l'ottennero. Il Re Martino tut
camo del suo Ordine. Paolo d'Amore Cap tavia con suo diploma del 1398, ordin
puccino figliuolo di Salvo d'Amore, men potere ben investirsi dei beni del Demanio
tovato dal Pirri per dottrina e virt. Vito i Rcgii consanguinei , conferm perci la
Sicomo professore di drillo , celebre trai Infantcssa Eleonora della Signoria di Ca-
primi dell'et sua , e decoralo nel foro lalafimi, ricevuta dal padre per dote nel
delle prime dignit, dei 12 Pari del Regno, testamento, e nuovamente ne la invest.
Patrono di somma integrit del Regio Era Enumera le parli del Principato, cio, la
rio, della M. C, e del Fisco per quasi 22 terra di Giuliana, il Casale di Adragna,
anni, e Presidente in fine della Sacra Re col castello di Sambuca, In terra di Ca
gia Coscienza ; mor in vecchiaia, e venne lalamauro colla fortezza , U casale di
sepolto nel tempio di S. Zita in Palermo Conlessa , ed il casale di Comico. Nac
nel 1626. Vito Alberto Mostacci , monaco que Niccol da Eleonora e da Guglielmo,
di Monte Carmelo, Teologo, dottissimo Pre che per fellonia del Re Martino spoglialo
dicatore, falsamente credulo di Erico, per dai possedimenli, si mor in Caltanissella.
la lunga sua dimora in quella citt: inse Succedette tuttavia margherita nei beni pa
gn sacre scienze per molti anni, e sal i terni, ma lo stesso Re dividendo dagli al
pergami non solo nei principali tempii di tri Calala/imi, concessela a Giacomo de
Sicilia , ma altres in Italia , sempre con Prades, che nel censo del 1408 dicesi Si
gran plauso e diletto ascoltato: pubblic gnore del castello e della terra di Cala
molle orazioni , c fior in questo secolo. ta(imi- Giovanni Bernardo di Cabrer Con
Francesco Avila congiunse ai pi gravi stu- te di Modica prese in moglie Yiolanta fi
dii di medicina c di filosofia, nei quali fu glia di lui con per dole Alcamo, Caccamo,
eccellente , le amene ledere , e pubblic e Calalafimi, dei quali beni impetr la
wii parli del suo ingegno, dal Mongilore conferma del Re Alfonso nel 1445. Insorta
nella Bibl. Sic. ricordali. Girolamo Triolo, per contro di lui la plebe di Modica ac
fegnalo a buon dritto dal medesimo Mon cusandolo di varii delitti, procurando Gio-
itore trai dottissimi avvocali, fu Giudice ran Bernardo discolparsi appo il Re, co
del Pretorio Palermitano , c mori verso il stretto a subire una multa per impetrare
1684. Ci rimane di lui una risposta in fa il perdono, vendette Calalafimi ed Alcamo
vore del Grande Ammiraglio di Castella , colla rocca di Bonifalo per 9000 aurei a
Conte di Modica. Pietro Speciale figliuolo di Niccol da gran
Troviamo primo Signore di Calala/imi tempo Vicer, nel 1357 , ritenutosi il po
fecola di Aurea genovese; non oso intanto tere di ricompra, come prima il volesse,
aITcrmare, n posso consentirvi, essere sialo tulio il che con la conferma di Violanta e
il paese, prima dei lempi di Federico II, dei figli. Succedette a Pietro il fratello
ad altri soggetto. Ne invest poi il mede Vassallo, ed a questo il figliuolo Malico,
simo Federico il figliuolo Guglielmo , per da cui si richiam i beni nel 1527, sbor-
192

CA CA
salo il prezzo equivalente, Federico Hen- Calatamauro. Lat. Calalamauru. Sic
riquez erede di Cabrer; ma diede in pe Calatamauru (V. M.) Rocca da gran lempc
gno Calala/imi a Ruggiero Aiulami Cristo famosa, delta una volta Calalamar dai Sa-
nativo di Pisa, che poi si ricompr nel 1
con decreto del Siculo Magistrato Luigi fi dedicata a S. Maria detta del Giummarilo, li quale
gliuolo di Federico. Dopo di lui venne Lui lebra
nel 1797,
spessofu latalmente
messa, accomodata
il che ci abbiamo
, che vidaliPiece-
gi ii, ed altri sino ai nostri tempi furon Si
tro Longo. Per la festivit del SS. Crocifisso, che.
gnori di Calala/imi , dei quali dir al con pompa indicibile si celebra, occorre una fa
trove in buona copia (1). mosa fiera per tessuti, altre merci, e bestiame,
autorizzala con Real dispaccio dell' 8 aprile 1807;
(7J un capo-circondario dichiarato con reale il suo cominciamento nei di 21 di aprile ed ha
rescritto del 30 dicembre 1850 di 2* classe, aven la durala di 15 giorni. Devesi alla piet del fu D.
do la sua popolazione unitamente a quella del co Pielro Slabile un monte di prestito, che stabili nella
mune sulTr.iganeo di Vita, oltrepassato il numero propria casa col capitale di 2000 onze. come an
di 10000 anime. Compreudesi nella provincia di che
dirizzate
un orfanotrofio
con ogni curaperdadonzelle,
ottimi Direttori
che vengono
a lettere
io-
Trapani, da cui dista 25 m. rotabili, distretto di
Alcamo, da cui 11 rotabili parimenti, diocesi di ed arti donnesche, secondo la volont del testato
Mazzara, doude 37 non rotabili , 10 non rotabili re; ne fu l'apertura a 2-5 marzo 1849.
dal golfo di Castellammare, che il mare pi vi Nella strada grande di Calafatimi sono incastrale
cino. L'aria vi si respira pi fresca che rigida, nel muro della casa dell'Arciprete D. Francesco
anzi salubre e piacevole, ed assai pura, non es Avila tre iscrizioni rinvenute in Egesta, delle
tendo nel territorio n paludi n Gumi, che sta quali la seguente la pi pregevole poich da essa
gnando la rendano pesante ed infetta. Le sor ai rileva essere sialo in Egesta un androne , nel
genti di acqua sebbene sono scarse ne'l' interno quale radunavansi i deputati della pubblica am
della citta, trovansi per in tulli i vicini contorni ministrazione, il di cui capo appellavasi Gerom-
fresche e limpidissime, tra le quali da notarsi nemone.
quella di Ariceli per la copia delle pietre medici IEPOMNAMONEO.N TITTEAOS APTEMIi&POS
nali di Belzuaria che manda fuori, molto ricercale TAN EJIMEAEIAN EI10IH2A TilN EPTOS
nell'estero. Nel 1762 a cura di pietosi cittadini si TOT ANAPE2N05 KAI TAZ I1POEAPA2
ottenne la facolt da M. D. Girolamo di Palermo METAT IEPO+TAAKilN
Vescovo di Mazzara, per la cotanto religiosa opera
della Esposizione circolare colidiana della SS. Eu Comprendesi il territorio di Calalafimi in sai.
caristia. Crescendo di giorno in giorno la divozione 8000,891 cio 20,766 iu giardini , 4,125 in orli
e la frequenza del popolo , verso la sacra imma semplici, 16,150 in canneti, 0,403 in pioppeti, 6168,
gine di G. Crocifisso, conohhesi che l'angusta Chie 149, in seminatori! semplici, 742,300 iu pascoli,
sa di S. Caterina, dove si venerava, non era af 183,035 in oliveti, 6,501 in vigneti alberali, 230,
fatto adatta ad accoglier la moltitudine accorren 641 in vigneti semplici, 7,756 In ficheti d'India,
te: fu allora nel 17 ti cheli di principio al 141,978 in boscale, 477,522, in terreui improdulti'i
la fabbrica di ampia basilica la di cui spesa di 0,336 in suoli di case. Tacendo delle sue propriel
18000 scudi venne tutta dalla piet dei fedeli som trattate di sopra dal nostro autore, aggiungiamo,
ministrata. Il tempio videsi sbrigato nel 1759, ben che gli abitanti trovansi ben provveduti dei comodi
adornalo di stucchi. O. Vincenzo Blundo R. Milite, di molli mulini ad acqua. Abbondante la cac
Barone delti Naduri getl le fondamenta del tem ciagione, e principalmente di conigli e di perni
pio sotto il titolo dell' Imm. Concezione di Maria ci. Nei contorni si trovato qualche volta dell ala
nel 1778; portata la fabbrica un po' presso al com bastro riconosciuto adallo alle opere di scultori-
pimento, mori quel pio Signore, onde l'opera venne Montava a 10000 la popolazione di Calatali mi nel
ben presto abbandonata ma eccitatasi negli abi 1798, ad 8285 nel 1831, e finalmente ad 8943 nello
tanti da pochi anni, non volgar divozione, nel 1850 scorcio del 1852. A contribuzione dei cittadini"
si pot veder compita. Ad un migliodalla citt eres incominciala la strada che mena in Segesla,
se nel 1721 D. Bartolomeo di Gregorio una Chie terminatone gi un miglio e mezzo circa.
sa in onore di S. Maria della Ama. Verso Setten Merita un posto tra gli uomini illustri di Ci*
trione, presso la citt, era anche una cappella. latatmi il Sac. Pietro Pomo , nato nel d 6 (|U~
CA CA 193
rateili; siede in elevatissima rupe, da ogni S. Maria de Nemore di ordine Olivetano,
parte scoscesa, intorno alla quale scorgonsi fabbricato negli ultimi anni del secolo xm,
minate le case degli abitanti. Credono fal di cui altrove nella monastica storia di Si
samente, come dimostrer altrove, nel me cilia diedi notizia , e pi in appresso ac
desimo sito essere stata l'antica Entella ; cenner alcune cose. Ebbcla la famiglia
ma la rocca che sin' ora intera conserva i Aurea, poi l'Infante Guglielmo ne l'otten
letti, le volle, le stanze e le inferiori fab ne dal padre, ed ebbe a successore il fra
briche , a nessun uso tuttavia destinate e tello Giovanni, cui succedette la figliuola
quasi deserte, atlribuiscesi ai Saraceni o ai Eleonora moglie di Guglielmo Peralla, don
Greci. Alle radici del colle scorre un ru de Niccol e Giovanni. Da Giovanni il gio
scello di che si accresce il fiume Belice. vane Niccol Signore di Calatamauro, Bur-
Se copre i fianchi un tetro bosco , a spi gio, Giuliana, Adragna, Contessa, Comiso,
noli una volta , e sebbene oggi sia popo e Chiusa, che con Isabella Luna sorella di
lalo di altissime querce e di elei, abbonda Artale, gener Niccolo in morto tra le fa
in erbe e piante medicinali , ed adatto sce, e Caterina, la quale erede del padre
alla caccia. Ne sta vicino il Monastero di essendo, preso in marito Alfonso di Cor
dona, gli partor Antonio, da cui nacquero
tno del 1611, d'illibati costumi, di spirito elevalo Alfonso ii e Caterina, la quale, morto sen
dalli continua contemplazione, e l'ardente zelo za eredi il fratello, maritossi con Lorenzo
per la casa di Dio; non so perch non mentovato Gioeni, della di cui progenio dir altrove,
dall' astore: morto nel giorno 13 aprile del 1693;
il di lui cadavere giace sepolto in nn Inogo se parlando di Chiusa.
paralo, dentro la cappella del SS. Sacramento della Caiatamet (V. M.) Casale saracenico op
Chiesa Madrice, dove anche si giace il buon Mi presso da ruine, sotto Cai a la l mi. dove sono
chelangelo Gallo, il quale vissuto in opinione co le acque termali di Segcsta, che descris-
rnane di santit, mori nel 19 maggio 1734; ivi simo di sopra. Esisteva sotto i Normanni,
anche separatamente sepolto il corpo del Sac. D.
Girolamo Mucaria la di cai carriera rifulse per e leggesi dato dal Conte Ruggiero al Ve
l'esercizio di ogni virt, e dell' umanit peculiar scovo di Mazzara nel 1018, con diplomi di
mente; riconcentratosi in grembo al Signore il 15 conferma di Papa Pasquale II.
aprile 1759. Merita parimenti una memoria il Sac. CaintruNi. Lat. Calalrasis (V. M.) Roc
Francesco Palma di eseroplarissinaa vita, encomiato ca che oc ipa il vertice di una rupe da
nel libro parrocchiale in cui si nota la morte av
venuta a 13 dicembre 1740: mortimi post innu ogni parte scoscesa , in un colle un poco
mera data : rempla chrittianae virtutis. Merita un acclive ma sassoso, bagnato verso le parti
posto trai Sicomo, i Mostacco, gli Avila, i Triolo, aquilonari dal fiumicello dello stesso no
Gioacchino Parisi nato nel di 16 novembre 1695 in me , ed ebbesi sotto i Saraceni non spa
' iliOmi, come si ha dai libri parrocchiali di que- ruta terra , di cui rimangono monumenti ,
s!aeitti:fu ano dei pi stimati cerusici, e ci lasci
mentovata sino ai tempi dei Normanni , e
mie opere di medicina, morto nel 1764 in Palermo.
Mano Stabile nato in Palermo a 18 gennaio 1704 forse di antichissima origine, poich atte
la dottore in entrambe le leggi, e di molto onore sta il Fazello essersi d'ivi ..on lunge di-
Ila patria, decorato delle cariche di Giudice Pre sottcrrato al suo tempo, e propriamente
giano, e del Real Concistoro; mori nel 1774 in nel 1550, un cadavere di gigante II circo
' : - raro. Il P. M. Giuseppe Torreggiani del terzo stante territorio a rupi ruinose anch' esso,
ordine di S. Francesco, che pass in Roma il pi
<l> 'ila oa, Consultore della Congregazione dei SS. ma fecondissimo, erasi un tempo appartenu
liti, Esaminatore apostolico del Clero Romano, So to a Goffredo Malcomenant Ammiraglio di
tto dell' Accademia di Religione Cattolica, Procu Sicilia, ed a Giovanni, Gualberto e Gugliel
ratore Generale del tuo Ordine. mo figliuoli di lui, che cedettero la rocca
25
194
CA CA
ed il territorio, donati essendo per favor di ronia, che diligentemente indagai, par
Guglielmo di altri beni nel 1161. Gugliel laci apertamente essere stala quiti Ci-
mo Il poi concedcttela al Monastero di Mor- latta. Aggiunge poi emendato il lesto di
rcale, con diploma dell'ottobre del 1172. Slrabonc, come anche l'Itinerario di Anto
Annuendo il Re Martino, occupato da laici nino, ed indi discendendo all'origine di Ca
essendo il castello, reslituiscesi al Vescovo lalla, riferisce quel detto di Erodoto lib. 6 :
della medesima Chiesa. Il fiume di Cala- In questo slesso tempo mandarono i lan
irosi
longa ha
, dala cui
sorgente
assumenelin feudo
prima diil Pietra-
nome ; cici a sollecitare i Joni per fabbricar*
nel Bel Lido una cill. poi il Bel Lido
poi accresciuto dalle acque del fiume di dei Sicoli in quella parie della Sicilia
Malvcllo, prendendo il corso sotto la rocca, che mira il Tirreno. Persuasi intanto i Jo
dove tragittasi per un ponte di pietra , si ni da Anassila tiranno di Reggio nemico
scarica finalmente nel Belice, unito al ru dei Znnclei, non curare il Bel Lido Terso
scello di Fruttino. cui navigavano, ed occupare Messina vuo
Culatta. Lai. CalaclaCV.D.) Antica citt, ta di gente, acconsentirono, onde si differ
di cui scrive in buona copia il Gluverio nel la fabbricazione di Calotta.
lib.
che 2:
dall'isilo
i olire
appellatasi
da AlesadaifuGreci
una Kala-
cill Ma dopo circa 40 anni, che fu il terzo
della lxxxiii Olimpiade, Ducezio conduttore
cte, cio bel lido, qual nome fu poi can dei Sicoli, abbastanza celebre nella storia,
gialo da' Romani in Calacla. Ne fecero fuggendo da Corinto , dove per comando
menzione Erodalo, Cicerone, Diodoro, To dosi
di Timolcone
comandato praticava
dall'oracolo,
vita privala,
come/mjen-
narra
lomeo , Ateneo , g' llinerarii Romani , e
Slrabonc; dei quali alcuni l'appellano Ca Diodoro,
cilia per affinch
abitanti rendesse
Calam Aden,
celebrecio
nellaSi-
il Bel
lata e Calata; e perci Plinio ricorda nella
Sicilia i popoli Galalini. Cosi registra To Lido, venne con gran quantit di gen
lomeo il di lei sito: All'un, Calalla, la foce unirono
te, che un
alcuni
soggiorno
Sicoli,vie arcavano,
tra quesli cui
Arco-ri
del fiume Chida, Alunzio, Agatirno; dalle
tavole dei viaggi: Cephalecto Alaesa 18, Ca nide Principe d'Erbila; e poco dopo la
lacla 12; Fazello poi: Da Ccfal al ca Olimpiade lxxxv afferma : allora t'n Sici
stello di Tusa 17 m., da Tusa ad Alesa, lia Ducezio, die era stalo tiranno dell
ora Caronia 12. Soggiunge Cluverio : Da Siculc cill, fabbric Ut citt dei Calot
questi intervalli sar Caronia la slessa tini, e portataci gran moltitudine di co
Calalla, che con un gran strafalcione col loni cominci a riprendere il governo m
loca il Fazello ad una terra 30 m. pi Sicoli, ma prevenuto da un morbo, co
in l da Caronia, che appellasi volgar sarono
sto scrivono
con gli
la vita
antichi
i suoi
sulla tentatiti.
di lei origine.
Qa*
mente S. Murco. Parlando altronde di Ca
ronia, il medesimo Fazello all'erma, occor Cccilio Retore rammentasi come da Ca
rere da per tutto per quasi 2 m., e do lalla ossia da Bel Lido, dall' Ateneo; Tul
vunque si scava, alla foce del fiume dello lio nella 3* Verrina noia vicine Amistrato
stesso nome, verso la Chiesa dell'Annunzia e Calalla; celebra Eupolemo da Calalla;*
ta, ne' pubblici tcrritorii e vigneti, frammenti Dionisio d'Alicarnasso fa menzione dell'an
ed antiche mine; e queste cerio, prosegue tichissimo
nella vita storico
di Demetrio
Demetrio.
Falereo
Laerzio
. scrivendo
quindir
il Cluverio,, sono di Calotta collocala nelle
tavole a 30 m. da Cefalu, e la medesima di molli di un lai nome, colloca il nostri
amenit bellezza delle spiagge di Ca Siciliano in C luogo , ed attcsta di aTeN
195
CA Ruggiero e di PapaCAPasquale II , in cui

scritti 20 libri sull'Asia e sull'Europa. Ta-


Iclc da Calatta, oratore perspicuo, ed enco se ne descrivono i confini. Fu un giorno
miato da Laerzio, Lascari e da Gollz ; scris sotto il dominio di Federico d'Antiochia,
se sulle successioni dei filoso/i , sulle e questo ribellatosi dal Re, fu concesso a
sette dei sapienti, ed illustr Omero. Lo Raimondo Peralla. Nel censo del Re Mar
stesso Ateneo nel lib. 12 dice da Calatta Si tino si d sotto il dominio di Margherita
leno, il quale fu non volgare storico, scrisse figlia di Niccol Peralla, i di cui eredi poi
delle romane vicende, secondo afferma L possederonlo. Oggi nella contea di Cal-
tio, e delle Sicole, secondo Ateneo e Laer labellolla.
zio; dell'Etna altres e di Cipro; fece delle calava (V. D.) Promontorio formidabile
glosse, e scrisse di storie favolose: e'que- ai naviganti, al luto Sellentrionale dell'Iso
ite opere da Stefano, da Plinio, da Tzelze la, sotio il villaggio Giojosa, e la Chiesa di
e da altri attribuisconsi a lui. Il Paruta S. Giorgio, nel 38 di longit. Sulla vetta evvi
arreca due monete di Calatta, una con sulla una torre ad uso di vedetta ; al basso pro
faccia anteriore un capo di un giovane, che fonde grotte bagnate dalle onde del mare,
falsamente Majer opina essere il volto di che in tempo sereno presentano un asilo
Ducezio o di rconide, imperciocch en ai viaggiatori. nel capo occidentale del
trambi questi fondatori di Calatta erano di seno di Patti e di Oliveri , stendasi verso
et provetta, come ricavasi dalle loro im Ponente, e si avanza Ira il capo di Milazzo
prese, nel rovescio hanno una nottola, in e d'Orlando.
segna di Pallade, sovra d* un vaso coli' epi < ai Itaca (v. M.) Casale appartenetesi
grafe KAAAKTINJ1N ; la seconda ha un capo nel 1320 a Masino di Michele, come si ha
di Bacco con una corona di oliera, ed un dal registro di Federico II.
grappolo d'uva col medesimo motto. Calcara (V. M.) Piccola isola rimpetto
Crede Cluverio Calata esser diversa da Trapani, con una torre, ed una chiesiuola
Calotta , questa marittima , quella medi intitolata a S. Alessio.
terranea, i di cui popoli Galatini numera calearaco. Lai. Carcharachium (V. N.)
Plinio trai mediterranei. Alcuni credono, Casale una volta, oggi Carcacia secondo
i Calatimi per le scorrerie dei Tusci e "il Pirri, nel territorio di Lentini, apparte
dei Cumani, avessero retroceduto col tempo nente alla Chiesa di Siracusa, concesso per
dalla spiaggia settentrionale per circa 8 liberalit del Conte Tancredi nel 1104 al
miglia, dove fabbricarono la citt che ap Vescovo Ruggieri primo di questa citt, do
pellarono Galali. In qual epoca si fosse po l'espulsione dei Saraceni, con suoi con
perduta Calotta incerto ; nel tempo di fini e sue pertinenze, come leggesi nel di
Cicerone era in piedi e celebre ; Paolo Dia ploma recato dallo stesso Pirri.
cono afferma essere slata minata dalle sa- Calcite* (V. M.) Oggi Caccamo, ma giu
raceniche masnade (1). sta il Pirri feudo di Corcaci, il che si niega
Calatubo. Lat. Calalubum (V. M.) Ca dall' Inveges, affermando esser di Caccamo.
stello, e da gran tempo casale non lungi Scrivevasi anche Kalches.
da Alcamo , verso Settentrione , appellato calcitracelo. Lat. Calcuracium. Sic.
da Pirri Calalo, compreso nella diocesi di Carcarazzu (V. D.) Fiume che nasce nel ter
Xazzara, e mentovato nei diplomi del Conte ritorio di Maniace, non lungi da Brontc; me
scolasi a quel di Troina, e sbocca nel Si-
(I) Se ne rinvenne tra le rovine il manico di meto.
ni vaso fittile scritto di caratteri Egiziani. caicusa (V. D.) Casale della Chiesa di
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Cefal, mentovato in un diploma di Papa fiume di Ciliari che prende origine da co


Alessandro III, in cui sono registrati i beni piose fonti nel territorio, si unisce a quel
di quella del 1171. Oggi non pi, ma di Scuraa; indi entrambi si scaricano in quel
il territorio ne mantiene il nome. di S. Leonardo o di Regina.
Canato. Lat. Caliatus. Sic.Caliatu(V.D.) Canipoii. Lat. Callipolis (Y. R.) Citt
Colle del fianco orientale dell'Etna, con antichissima, fabbricata dai Calcidesi, col
finante al bosco di Catania ed a Cerrita, locala da Fazello e da altri dove ora Ter
sopra Mascali. ranova- Altri ne stabiliscono con Cluverio il
cannotto. Lat. Galiciottus. Sic. Cala- sito in Valdemone , verso la parte orien
ciotta (V. Pi.) Fiumiccllo cos detto , come tale.
se piccolo caiice; apre la foce tra Olivcri Callipoli. Lat. Callipolis (V. D.) Citt
e Furnari, ed ha poco di sopra la sorgente. antichissima, poich fondata da una delle
Canari. Lat. Callaris. Sic. Caddari(V.M.) colonie Calcidesi , delle quali scrive Mar
Fondo oggi vastissimo tra Vizini e Mililello, ciano di Eraclea o Scimno di Chio: Dopo
casale un tempo appartenentcsi al territo ci i Leontini ebbero colonie da Riu
rio di Lentini, che prese nome dai fratelli so ; ed anco del pari Zancla , che for
Guglielmo e Giovanni Collari, che per fel ge rimpetlo a Reggio , allo stretto di
lonia dal Re Federico II, perdettero tutti Sicilia , Catania e Gallipoli ricevettero
i beni: fu allora conceduto il casale dal colonie. L'Epitomatore di Stefano: Calli-
medesimo Principe a Riccardo Guarna , poli , scrive , citt di Sicilia , e gli abi
onde se ne dice Signore Giovannello fi tanti Callipolili; ma in latino soggiunge
gliuolo di Riccardo, nel registro del 1320, Cluverio Callipolitani. Fioriva ai tempi di
e ne aveva ottenuto la conferma nel 1312. Ippocrale tiranno di Gela , poich dice di
Succedcttcgli Filippo, dopo di cui l'otten lui Erodoto, nel lib. 7, Ippocrale assedi
ne Niccol , cui morto senza figliuoli so i Callipolitani, quei di Homo, i Zanetti
pravvenne la suora Sandella , che lasci ed i Leontini, pugn contro i Siracusani,
suoi eredi i figliuoli Niccol e Francesca, equali
mollissimc
battagliemasnade
Gelone sidi distinse
barbari;
pernelle
rfl-
che gener con Tommaso di Messina Mi
lite. Morto senza figliuoli Niccol, Francesca lora; e poi fu questi tiranno di Siracusa;
divenne Signora di Collari, che maritata al dalle quali parole di Erodoto ricava Clu
messinese Pietro Bonfiglio, gener Bonfi- verio essere stata Callipoli nel lato orien
glio de Bonfiglio, e questo morto nell'in tale dell'isola. Conosciamo finalmente da
fanzia, l' ottenne Pietro da Francesca nomi Silio nel lib. 14, sino alla guerra Punica n
nato. A questo si oppose Pietro di Chia- esser durata Callipoli:
ramonlc, Prefetto del castello di Catania,
Chiese il Roman Signor di Pietra, e chiese
che aveva ottenuto Collari dal Re Martino.
Callipoli con Roma amico patto.
Ma ceduto il Chiaramonte nella lite, vien
confermato il Bonfiglio dal medesimo Re Giaceva rovinata con le altre ai tempi di
nel 1404. L'ultimo dei Bonfiglio fu Tomma Strabone : perciocch oggid , scrive egli
so, cui succedette nel 1635 il figlio della nel lib. 6, non conosciamo essere abitala
sorella Ottavio Minulolo; oggi il possiede Imera, non Gela, non Callipoli. que
il di costui erede e pronipote Antonino stione del sito tra gli storici, poich par
Minulolo Principe di Collcreale. Avanza de lando di Mascali il sullodato Cluverio, dove
cente abitazione pel Barone, una chiesiuola falsamente colloc Etna il Fazello , e lo
campestre, ed umili casette per coloni. Il stesso autore sospett di Bidio, soggiunge:
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non niego estere stala quiti Callipoli. di Termini Imercse, ma verso mezzogiorno
Fazello non appoggiandosi ad argomento di il nuovo villaggetto Xara- vestito di densi
sorla, la colloca nel lato meridionale. Ma albereti, e verdeggia per sino alla vetta, sin
in dir di Museali nella Dee- lib. 3, cap. 1, dove ardua la salita, eppure ogni anno
asserendo rimanere oggid intorno alla per voto sancito vi salgono le genti circo
rocca monumenti di antiche minate citt , stanti.
oon sembranmi fuor di proposito le con Calogero (s.) Lat. S. Calogerus. Sic.
diture di Cluverio. San Caloiru (V. M.) Monte ai bagni di Se-
Callisto. Lat. Callisium (V. M.) Casale linunte, oggi Sciacca, un tempo Cranio;
di Giuseppe Amalo de Cordona verso il prese il nome altres da un santissimo so
1320 sotto Federico, con Xilinda e Villa- litario, ed ai tempi dei Saraceni dissesi
nuova. Appartenevansi parimenti nel 1408 delle Giummarc, dalla voce Gemmar che
a Giovanni Amato de Cordona. corrisponde alla palma selvaggia, di che
Caiionlana. Lat. Caulonia (V. N.) Citt abbonda il circostante territorio e lo stesso
di Sicilia secondo Stefano, delta cosi nel monte. Afferma il Gaclani nella vita di S. Ca
l'Itinerario di A ninnino, propriamente Cau- logero, essere stalo detto Cranio una volta
mia. Sospetta Cluverio essere stata una dalla figura , poich ha forma di teschio
volta dov' oggi Pielraperzia. mia opi umano, o forse perch del tutto nudo, n
nione esser sorla appresso Imera meridio erba produce o alberi, ed dannato ad
nale, nella valle di Mazzara, come dir pi una perpetua sterilit, dicesi Cronio. Ver
opportunamente in descriverla. Vedi Cau so i suoi fianchi sono le acque termali, e
lonia. delle grotte ad uso di bagno, che sopra
Calogero (St.) Lat. S. Calogerus. Sic. descrissi, parlando delle acque di Selinun-
S. Caloiru (V. H.) Castello e piccolo fiume te. Vi si osserva altres un antro, dove a
nella spiaggia settentrionale dei territorio lungo trasse i suoi giorni S. Calogero, og
di Lentini, verso settentrione, appresso il gi mutato in Chiesa, che gli consecrala.
caricatojo di Morganzio, volgarmente Agniu- caitabciiotta. Lat. Calatabellolla. Sic.
ni. Sorge sopra rupi non inelegante rocca, Cnrtabillotta (V. M.) Famosa ed abbondante
in custodia della cala e della tonnara del citt della provincia di Girgcnti , di nome
medesimo nome, con una specola. Erom al certo saracenico, poich Kalgha ne vale
pendo il ruscello da fonti vicine, aprcsi la luogo scosceso, e rupe elevala dove fab
foce verso la stessa rada. bricata una rocca; Bellus poi, come inse
Calogero (.) Lat. S. Calogerus- Sic. gna Bochart significa quercia. Perci ai tem
$.Caloiru(V.M.) Monte sopra Termini Ime- pi dei Saraceni, il colle dove sedevano e
rese, detto dagli antichi Euraco : levasi citt e rocca era vestito di querce. Ma sor
olo da aquilone, oriente e mezzogiorno , se dalle ruine dell' antichissima Triocala,
da occidente per unito a basse colline, di cui diremo altrove. Adria nella topogra
dove siede Caccamo- Neil' acutissimo ver fia: un luogo eminente, si ha due ma
tice una piccola cella , dove abitava un gnifici castelli, oggi in mina, uno sul ci
monaco di santissima vita, alla di cui morte glione del monte, l'altro nel mezzo. Siede
cambiata in chiesiuola, diede nome al mon sul vertice la citt sopra pietre molari,
te, poich i monaci presso i Greci diconsi ed ivi si venera una parie della testa di
Calogeri: altrimenti vien detto Craco, ed S. Anna. Dal vertice del monte parasi agli
turaci) , come afferma Cluverio. Alle sue occhi la giocondissima prospettiva del ma
radici Broccato, e poi l' antichissima citt re; rivolto a Scirocco, e ne siede nel
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mezzo un castello col palazzo del Barone. nione volgare, e Patrono speciale lo vene
Non lungi sorge la Chiesa principale, sa rano gli abitanti; n manca chi il credano
cra alla li Vergine Assunta in cielo, sot primo Vescovo di Triocala, destinalo da
to la cura dell'Arciprete. Le sufTraganea S. Pietro. A Ire miglia celebre il tem
un'altra parrocchiale, sotto titolo di S. Lo pio di S. Giorgio detto da Triocala, a due
renzo, secondo il l'ini di S. Michele, isti ordini di colonne, fondato dal Conte Rug
tuita nel 1630. I-Inni un tempo un noviziato giero, che per una vittoria quivi ottenuta
della compagnia di Ges, cessato dal 1558 contro i Saraceni, fond al suo Patrono a
per iscarsezza di rendile. I frali Carmelitani, tutelare, aggiunlovi un monastero di mo
rivendo S. Alberto, slnbilironsi a mezzo mi naci dell'Ordine di S. Basilio, e concedu
glio dalla citt , nella Chiesa di S. Be ta una pingue dote. E soggetto ora, sotto
nedetto, ma verso il 1 175 si raccolsero den titolo di Priorato, all'Archimandrita di Mes
tro le mura, presso la Chiesa di S. Maria sina , e nel suo territorio siede il villag
della Grazia, di cui una famosa statua di gio Villafranca.
marmo (1). Sorgeva il Convento di S- Agosti Si appartiene Caltabellolta alla cornarci
no, del titolo della SS. Annunziala, sin pri e prefettura militare di Sciacca , ed ap
ma del 1335, di che mi sembra esserci pro prestava 7 cavalli e 50 pedoni. Decorala
va un antichissimo simulacro della B. Ver dal 1335 degli onori di Contado, d ai suoi
gine del Soccorso, mentovalo dal Pirri Ad Signori il v posto nel general Parlamene.
un miglio verso l' angolo meridionale del Costava nel secolo xvi , secondo Sancelta,
monte , dov', testimonio lo slesso Pini, di 871 case, ma secondo Fazello di 1096,
la Chiesa di S Maria di Monte Vergine , e di 4056 abitanti; di 1660 case nel se
ed i ruderi di Triocala , scorgonsi ancora guente , e 3904 abitanti , come si ba dal
vestigia di monastiche celle, e la stessa Pirri, ma dai regii libri 994 case, 3380 abi
Chiesa ha un' antichissima tribuna, il che tanti. Nel 1713 contavansi 860 case, 3538
ci fa credere esservi stali monaci eremiti abitanti , che ultimamente 4091. Segna il
di S. Agostino , come afferma l' Attardi. Conte il Magistrato civile della citt, ed il
Vedesi costruito dal Hi IV, in luogo ameno, Vescovo di Girgenti l' ecclesiastico. Re
al di fuori verso Oriente, a limosino di pie la longit. in 37 40', e la lalit. in 37" 37'.
tosi cittadini , un decente convento di Mi Il territorio grandemente esteso oggi
nori Cappuccini; e sorge oggi un mona soggetto a varii Signori ; feracissimo in
stero di donne, sotto regole benedettine, frumento,
legumi; abbonda
in ogni ingenere
vino, di
olio,biade
cacio,
ed edin
presso la Chiesa di S. Antonio, che da gran
tempo era unilo alla Chiesa di S. Maria in altre produzioni della "terra, in ortaggi
di Valverdc. Tra la minala Triocala e e pasture, n manca di mele, n di canape
la nuova citt, nel fianco australe del mon o lino. Viene abbondantemente irrigato dal
te, un grande antro ed una antica Chiesa fiume che sgorga da Favara da copioso
dedicala a S. Pellegrino, dove riferisce la grandissimo fonte, alle radici orientali del
tradizione ed insegnano le sue azioni, aver colle, e da altre acque. Comprende boschi
passato una volta quel Santo Vescovo in- e selve , ed appresta gioconde e copiose
noccenle la vita, ed avere brillato in varii caccio.
prodigii. Qual cittadino perci, ma per opi- Ebbesi Caltabellolta illustri cittadini: Se
bastiano dell'Ordine de' Carmelitani, insi
gne per piet e per prudenza , e mento
(1) Dello scalpello del genio sublime di Anto
vato dal Pirri; fu Vicario generale deHe
nello Gagini.
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scovo di Ma zzara, e mor in Licata nel 1605: Castellammare del Golfo, ed altre Signo
Raimondo Tomini , eremila Agostiniano , rie. Nel censo di Federico II Consalvo de
ornato di probit di costumi e di ogni sa Olio pagava onze 30 pei terragi di Cal-
cra e profana erudizione ; predic in varie tabellolla. Finalmente da un diploma di
parli la quaresima con sommo frutto , e Piclro II, segnalo in Catania nel 1336, co
mor nella patria nel 1547: Antonio Sco sta le citt e i beni di Federico d'Antio
rna, Abate di S. Caterina di Linguagrossa, chia, cio Callabellotta ec-, per essersi unito
Canonico della Chiesa di Palermo, Giudice ai Francesi, essere stali assegnali, sotto titolo
ed Esaminatore Sinodale, come si dice ; fu di Contea a Raimondo di Peralta, Ammi
fratello di Giuseppe il Presidente, e mori raglio del Regno-di Aragona, e consangui
nel 1732 : Giuseppe Scoma finalmente, Pre neo del Re. Da Raimondo 1' ottenne Gu
sidente della M. R. C. mentovalo dal Mon- glielmo, che presso Catania nel 1347 fu
gilore come esimio in entrambi i dritti , dai nemici ucciso; a colui Luigia Signora
prestantissimo per vasta dottrina ed eru di Sclafani partorito aveva Guglielmo n ,
dizione ; dopo passalo per tutti i gradi del volgarmente Gugliclmono , cui fu data in
foro, conseguilo il posto supremo , la di moglie Eleonora , figlia dell' Infante Gio
gnit cio di Presidente della RI. R. C, me vanni Duca di Randa ;zo, con in dote Cal-
rit venir lodato nei regii diplomi di Car lanjsselta, Calalafimi, Contessa , Giuliana ,
lo II, poich rifulse per prudenza in trat Comiso, Sambuca, Calatamauro e Adragna,
tare cose , somma integrit nei giudizii , per cui divenne dei primi borgomastri di
e fa caro altres alle muse; mori in Pa Sicilia. Da Eleonora e Guglielmo nacque
lermo nel 1696, lasciati monumenti di ter- ro Niccol e Giovanni ; quegli spos Co
sissimo ingegno , enumerali dal Mungitore slanza di Chiaramonte , con per dote Bi-
nella
Passiamo
Biblioteca.
alla serie dei Conti: sotto i vonn; Giovanni ebbe il figlio Niccol da
N. N. Dal vecchio Niccol nemico del Re
Normanni dicesi ceduta Callabellotta per Martino per destino di Callanisselta nac
l'ampiezza c bellezza del suo territorio a quero Giovanna e Margherita , e la pri
Principi di regio sangue, ed ai primi del ma per opera di Eleonora In fan lessa e di
l'esercito; negli ultimi tempi degli Svevi a Martino , fu data ad Arlalc de Luna , di
Corrado di Antiochia , dapoich quella sangue reale , contro il volere dello zio
citt era assegnala ad un personaggio di Giovanni, che destinalo l'aveva al giovine
angue reale. Boccaccio nel Decam. gior Niccol : ma prima di goder del matrimo
nata 10, not. 6, afferma che Pietro d' Ara nio, l'infante Giovanna mor, e per ponti
gona e Costanza sua moglie, diedero Cal ficia dispensa , Ai tale ne prese in moglio
labellotta e Ccfal a Periconio nobile gio la sorella Margherita, da cui nacque in
irne , ma povero in averi , ed alla di lui torno de Luna e Peralta, che ammogliossi
moglie Elisa , vergine prima ingenua , di colla figlia di Antonio Cardona, donde nac
Firenze, accettissima a Pietro ed a Coslan- quero Carlo, Eleonora e Sigismondo. In
. Nel 1286 ritrovo di avere Coslanza gannasi il Pirri, affermando nella sua Cro
adorno di questa Signoria insieme con B- nologia, in questo tempo Conte di Calla
'ona Federico di Campo. I nostri sicoli bellotta Antonio Cardona , giacch ne go
storici nientemeno affermano, che Federico deva il di lui genero de Luna. Carlo frat
fAntiochia, crede di Corrado, nei primi tanto, non avendo avuto figliuoli da Giulia
tempi degli Aragonesi, ebbesi Callabellot- Alliala, si mor , ed in suo luogo , la so
la, Bargello, Miatrotta, Captai, Culatubo, rella Eleonora moglie di Antonio Alliala,
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avendo nel 1497 conseguita la Contea, ne di vastissimi possedimenti. A costoro at
fece Signore il marito : ma Giovati Vin tacc lite Luigi Guglielmo Moncada, ni
cenzo, come figlio di Sigismondo de Luna pote ed erede di Cesare, Duca di S. Gio
terzogenito di Antonio, ne domand la pre vanni, la quale lite si sciolse in questo se
ferenza , e l' ottenne in giudizio ; questi colo, restando a Caterina Callabellolla con
Strategolo di Messina, Presidente del Re altre possessioni; Luigi per ebbe le Si
gno, dom e. pass a fil di spada i Bivo- gnorie di Paterno , Caltanissetla , Ribera ,
nesi, che gli si erano ribellali ; con Diana Melilli , colle terre aggregate , di cui ap
Honcada gener Sigismondo n, autore del presso far parola. Federico figlio di Ca
Caso di Sciacca, il quale con Luigia Sal- terina, da cui nacque Antonio Altarez To
viati e Medici, nipote di Leone X, avuti i ledo, oggi il Conte di Callabellolla (1).
figli Pietro , Giuliano e Giacomo , esiliato Caitabel lotta (Fiume ai). Vedi Is-
dall'isola infelicemente si mor. buro.
Pietro per benefizio dell' Impcrator Car Caitaglrone. Lat- Calatajeronum. Sic.
lo donato dei paterni beni, fu il primo Du Cnrlagiruni (V. IV.) Citt gratsima, poich
ca di Bivona, ed cbbesi due mogli, Isabel di questo titolo vien decorala sin dal 1496
la de Voga figlia del Vicer Giovanni, don nei regii libri, la prima delle mediterranee
de Luigia, Bianca, ed Eleonora, delle quali di tutta l'isola; occupa quasi il centro della
fu superstite la sola prima; la seconda poi valle di Nolo, e comprende la prima parte
Angelica Lacerda la quale gli partor Ci-
vanni de Luna, che allettalo da Bellada-
provincia
(1) Oggi elaundiocesi
capo-circondario
di Girgenti, di
distretto
3* classe,
di Sciac
nelis
ma vii trai Marchesi di Giarratana, bellis
sima di aspetto, la prese in moglie, e mo ca, da cui dista IO miglia, 33 da Girgenti , 63 da
r senza figli, pcrloch la sorella Luigia Palermo. L' aria ne sana , amenissimo il silo,
Luna e Vega maritata a Cesare Moncada, talch Triocala venne appellata la vicina citt di
strutta, cio tre volte bella. Per donazione della
Principe di Paterno, divenne Duchessa di
signora Teresa Grado, di 63 onzedi rendita, e 810 in
Bivona e Signora di Callabcllotta, e di al contanti, per un palazzo lasciato dal fu di costei ma
tre citt : Cesare lasci erede il figlio Fran rito signor D. Pietro CrisaG, ed altre somme che
cesco generato con Luigia, ma si mor pri computate insieme uua ingente ne compongono,
ma della moglie, per lo che questa venne. con ogni premura brigasi attualmente a poter ri
a seconde nozze con Antonio Aragona Du durre il sudetto palazzo in Collegio di Maria tolto
regola di Card. Corradino; la spesa non ne sali
ca di Monlalto, e proccur che il figlio Fran rebbe intanto a molto, imperocch pietosi fedeli
cesco si unisse in matrimonio con Maria han curato donare altres arredi sacri a sovrab
Aragona figlia unica del marito Antonio bondare ; attendesi l' approvazione. L' estensione
dalla prima moglie; per cui Francesco di territoriale di Callabellolla va compresa in salme
venne Duca di Montallo e di Bivona, e Con 5547,717, e dividendo in colture, 4,035 in giar
dini, 318,739 in seminatorii alberali, 1967,778 in
te di Caltnbcllotla e di Callanisselta , da seminatorii semplici , 2707,977 in pascoli, 361, il*
cui e da Maria nacquero Antonio e Cesa in oliveti , 81,864 in vigneti alberati, 84,172 in
re; da Antonio e da Giovanna La Ccrda vigneti semplici, 1,739 in suoli di case. I prima-
Luigi Guglielmo, il quale con Caterina Mon rii rami del suo commercio sono grano, olio,
cada de Castro gener Ferdinando , V ul ed eccellenti Gcbi secchi, forse i migliori delle al
tre parti in cui parimenti si fanno. Pinguissime
timo de' Montecatini, che privo di maschi,
sono inoltre le pasture, onde si fabbrica un for
diede in moglie Caterina , avuta da Maria maggio assai nominato. Montava nel 1798 la po
Teresa Faxardo, a Giuseppe Toledo Duca polazione di Callabcllotta a 4768, a 4663 nell'anno
di Fcrrandina, e lo lasci morendo erede 1831, e finalmente a 5334 nello scorcio del 1853.
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della diocesi di Siracusa, in 38 10' di lon popoli ausiliarii di Marcello e dei Roma
gitudine, e 37 10' di altezza polare. Som ni , volle notar sotto il nome di quelli
mamente celebre risplende per l'ampiezza tagironesi,
clic abitano quantunque
alle fonti deltenessero
Yagedrusa
allora
i Cal-
un
e la fecondit del territorio, per la magni
ficenza degli edifizii, la nobilt dei cittadini, altro nome. Se poi siano simili i nomi che
l'onor del Senato, i privilegii dai Re, ed ci trasmette con Pacio , qui non luogo ad
altre doti di natura. Incerta tuttavia ne esaminare esser Yadgerusa il nome legit
l' origine, che senza dubbio antichissima, timo di Yagedrusa , e combinar Gerone ,
se eccettuato il nostro Fazello, credesi ai slimato avendo con forti congetture, potersi
Sicoli scrittori, appo i quali vario il nome; giusta Silio convenire, che l'antica Gelonia
poich alcuni che riconoscono Calata e Ca sia la mediterranea Gela; imperocch Pli
lotta come due belle antiche citt di Sici nio e Tolomeo fecero menzione nella Si
lia, questa marittima dicono sita al Bel Li cilia delle terre Gelonie, lungo tempo do
do, nella spiaggia settentrionale, quella me po elio giaceva minata Gela marittima fa
diterranea, i di cui popoli detti da Plinio e mosa citt. Non saprei decidere se derivasse
da Cicerone Calalini, dove siede questa no il suo nome dalla marittima Gela o dal gi
stra. Erra allatto l'Arezzo scrivendo: Opu gante Gelone figlio di Imari e di Etna, per
lentissima e molto prospera la citt ap cui ragionevolmente ha detto taluno, di ave
pellata oggigiorno Callagirone, situata in re i Saraceni aggiunto il prenome a Gelonio
un alto monte; e servendoci di una con antica citt, dicendola Calalagelone. Com
gettura, crediamo essere stala Culatta o provano ci molle ossa di gigantesca sta
Calinalla, fabbricala da Ducezio; poich chi tura trovate qua e l sui dossi di quella
mai sogn la Calatla di Ducezio sita sopra collina, e l'insegna della ci U che era un
un monte? Ma Culatta e Calata fu presso gli tempo un'aquila con l'ali stese che affer
antichi una citt medesima; e Plinio si esten rava tra le sue unghie la bocca di un gi
de in descrivere i popoli mediterranei. Ca gante; il quale stemma per molto tempo
lata altronde voce saracenica apposta si osserv nella torre del Tempio maggiore,
a varie citt di Sicilia, e dinota abitazione ed oggi nell'aula del Palazzo civile. Si con
in luogo elevato. Caltagiro o Callagirone sultino sull' origine di Caltagirone Pacio ed
affermano altri autori essere il nome della Aprile.
citt., quasi abitazione sia stata in luogo ele Siede tutta sopra un colle, il di cui gio
vato, Angolato, poich Giro presso i Sara go occupava un tempo una munitissima roc
ceni vale Angolo. Nell'Itinerario Arabo, sot ca, e presenta oggid ruine da ogni parte,
to Ruggiero e Guglielmo appellasi spessis cui vanno unite verso Occidente mura quasi
simo volle Calata Cansaria. Credesi distar intere verso il declivio del colle , sino al
molto dal vero, n alcun suffragio si hanno le basse case dei cittadini, e circoscrivono
dalle storie coloro che affermano aver trat il circuito. E divisa la citt in 6 parli, delle
to nome ed origine da Gerone famoso tiran quali diconsi le superiori del Castello, del
no di Sicilia. Crede Francesco Aprile in Tempio maggiore, e di S. Giorgio , quelle
dicarsi la sua patria in quel verso di Silio: di mezzo di S. Giacomo e di S. Giuliano,
le ultime di Postema, e di S. Pietro, e di
Cbi frequentar! tue forili o Yagedrusa ;
queste la prima riguarda Oriente , Mezzo
poich il Yagedrusa, che a comune senten giorno l'altra, cui unito un umile pog
za il Gume Manumuzza, trae origine sot ge ilo, dov' il famoso Monastero di S. Fran
to Callagirone; per cui Silio mentovando i cesco, e finisce quello in una amplissima
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pianura verso Mezzogiorno , dove si offre Genovesi nell'anno 1000 , come dir pi
una gioconda prospettiva della cill. Tra in appresso. La quarta finalmente parroc-
il colle ed il poggctlo un ponte di pie chial di S. Giacomo Apostolo presentasi
tra che merita attenzione, di cui venne in ad Occidente con un Collegio di Canonici,
cominciata la costruzione nel 1566; nel mezzo fondato, come si dice, da Ruggiero Conte
poi del paese una scala abbastanza spazio di Sicilia, ed oggi addetta alla venera
sa, dalla quale per 155 grandi gradini ascen zione del Santo , che primario tutelare
dasi alle porti superiori, costruita verso il e Patrono della citt ; sostenuta da mar
1506. A piedi di questa, stcndesi una piazza moree dicolonne
cenza atrii , , cupola,
adorna prospetto,
con ogni magnili-
ottiene
ornata del palazzo del pubblico Consesso
e del Senato costituito dal 1483, di un ele il primato trai sacri edifizii ; conservaci in
gantissimo Tonte di marmo da Genova, e di una cappella insigni reliquie di Santi, non
case di nobili. Apronsi da qui due strade che l'intero corpo del B. Gerlando Cava
piane e rette, australi, che dividono la cit liere Gerosolimitano. Vi si celebra nel di 23
t ; alle quali se ne aggiunge una terza , di luglio una solenne c celeberrima festa
precipua altres, che corrisponde alla chie con fiere. La quinta parrocchia era un tem
sa di S. Giacomo Apostolo, nobile perch po in S. Maria de' Miracoli , ma Giovanni
in ogni parte adorna di case di signori; si de Torres Vescovo di Siracusa deliber nel
termina colla porta e colle mura. Sotto la 1500 si distruggesse. Stabiliscesi nel 1495,
rocca, nel vertice supremo del colle, la per liberalit del Magistrato, il Priorato di
chiesa principale, sacra oggid alla B. Ver S. Maria delle Grazie , nella chiesa dello
gine Assunta, volgarmente del Monte , ma slesso nome ed il territorio Crislaboira,
un tempo a S. Niccol Vescovo, da ogni in prima sotto la Congregazione di S. Gior
parte cospicua per la mole dell' edilzio gio in Alga, ed assegnasi a Giotan Filip
ed il campanile ; dalla quale occupa il se po Barone di Callagirone , che mancalo
condo posto l'antico tempio di S. Giuliano, avendo, si d ai Benedettini dopo 11 anni,
clic rimonta all'et dei Saraceni, e sebbene sotto Pio Minardo Priore. L'ottenne nel
da gran tempo fregialo d'onore Canonicale, secolo seguente il Sacerdote Giacomo Per-
cio dal 1400, poich leggonsi nei diplomi rcmulo ed altri dopo lui , ed nominato
del Re Martino, recati dal Pirri, Bernardo dal Senato medesimo : si conferisce oggi
di Callagirone e Bartolomeo Barlotta Ca giorno a nobili cittadini ascritti alla mi
nonici di S. Giuliano , ed essendo questi lizia chicricale, che ottengono l'istituzione
mancati, merit venir decorato da Papa Ur dal Vescovo di Siracusa. Afferma il Pirri ,
bano Vili nel 1631 d'un insigne Collegio, nelle notizie sulla chiesa di Sirac. , ap
fornito d'un Proposito, cui incombe la cura partenersi a Callagirone da cui dista 12
delle anime, e di altri 19 alunni , a tutti miglia il Monastero Cislerciense di S. Ma
i quali somministra la dote il Senato cui ria di Terranova, decorato di baziale ono
si appartiene l'elezione. Occupa quasi il re sin dal 1476, per opera di Antonio Ma-
centro della citt, e sorge splendidamente rotla, ed oggi conceduto in commenda, co
si per la grandezza della mole e la sim me si dice , ai Legati Apostolici o Giudici
metria . che per gli esterni ornamenti del di Regia Monarchia, ed esserne nella citi
prospetto, e gl'interni delle cappelle. Oc un ospizio pei monaci: anzi rimangono an
corre una terza chiesa a Greco verso i cora vestigia di questo, con una Chiesiuo-
fianchi del monte , cio la parrocchia di la, ed affermano da per tulio i cittadini,
S. Giorgio Martire, costruita dalla piet dei aversi trattalo della transazione del Mo-
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CA ci
nastero nel luogo medesimo. Scrissi in gran lini di Sicilia. Dicesi sia slato prima, rac
copia di questa Abazia nelle monastiche colti nel Parlamento gli stessi cittadini ,
notizie di Sicilia , lib. 4, parte 3, not. 6. stabilito in citt, come riferisce il medesimo
Occupa l'Abate il xliv posto nel Parla ilAutore
Pirri nel
nel cap.
1606,10:
e di
poveri
manonein dice
manoi frali
ac
mento, alla quale carica accresce oggi ono
re , poich ne insignito , Agatino Riggio crebbero i Signori le loro fortune. INobile
e Statella, perspicuo per chiarezza di san ed antico dice lo slesso, il convento di S. Ma
gue, a pochi secondo per virt , scienza , ria di Monte Carmelo, che afferma fondato
destrezza in maneggiarsi e prudenza, Ar l'Aprile dove lievemente declina il suolo,
civescovo di Iconio , Vescovo una volta di al tempo dei padri suoi. Non lungi sorge
Cefal, ora Giudice dell'Apostolica Legazia. dal ponte lo Spedale, dove sin dal 1591 si
Sorge ad Oriente nel medesimo centro esercitano i fratelli di S- Giovanni di Dio
della citt il collegio della Compagnia di in officii di carila. Vennero i Minori del
Ges, con tempio unitovi, celebre per edi terz' Ordine in S. Maria della Misericordia
lzio e costruito a pubbliche spcsencll571, nel 1620; e nel 1623 i frali Riformati abita
vivente essendo S. Francesco Borgia Pro rono ad Occidente in luogo elevato la Chiesa
posito Generale , a buon dritto appellato delta di S. Bonaventura e si l'anteriore
dal Pirri ginnasio di ogni scienza. Ammi piazza, che l'edilzio del convento appog
rasi appresso il ponte, nel poggetto di Mez giato ad antiche mura, dov'era un tempo
zogiorno, l'insigne ed ampio Convento di la porta della del Conte sono in questa
S. Francesco d'Assisi, di cui di sopra di parte cospicui. Riguardo poi a monasteri
cemmo ; e dicesi fabbricato prima che i di monache , sorgeva il primo ai tempi
Greci avessero occupato la Sicilia nella del Re Ruggiero, del nome e la regola
Chiesa di S. Michele. Ne stabilisce la fon di S. Benedetto, dove afferma il Pirri,
dazione tuttavolta Vvadigo nel 1394; Ca- esser vissuta a lungo santissimamente S.
gliola sulle Prov. di Sicil. nel 1236: in quel Lucia , che ritiratasi poi nel monastero
tempio magnifico molti interi corpi di Santi Salernitano ivi celebre di gran fama di
riposano sotto l' arca di ciascuna cappella , piet, vol in grembo allo Sposo; ne fior
e mostrano i frati una reliquia del legno un altro di S. Maria Annunziala del Monte,
della S. Croce, donativo della Regina Bian altres di Ordine Bencdctlino, i quali due
ca. Ne sorsero uomini illustri , dei quali Ruggiero Bcllomo diocesano Antistite un
dir in appresso. Il Senato di Caltagironc, nel H26 a quel del SS. Salvatore del me
assegnata una dote, stabili la Casa dei Chie desimo istituto. Antica ne l'origine, e non
rici regolari ministri degli Infermi nel 1G06 volgar la magnificenza, per la custodia della
nell'ospizio con Chiesa di S. Giovanni Evan monastica disciplina. Quello di S. Grego
gelista, destinato una volta alla confraternit rio, sollo l'istituto del Patriarca S. Bene
dei Bianchi. I frali Predicatori, del titolo di detto, giusta Pirri antichissimo, e sorge
S. Domenico hannosi un Monastero abba nella parte superiore; ma Aprile il dice
stanza decente, con nobile Chiesa annessa, edificato nel 1543. Quello di S Chiara del
nella parte orientale, verso i fianchi del l'ordine dei Minori, dello parimenti an
colle, e montane l'origine al secolo xvi. tichissimo da Pirri , e diconlo fondalo in
Pi antico vedesi quello, che abitano nel Sicilia nel nascer di quell'ordine stesso ;
supremo giogo verso la medesima parte, sorge splendidamente con una Chiesa ele
sotto il Castello, gli Agostiniani, ed no gante, quasi nel centro della citt , verso
tato il ti dall' Attardi tra le case degli Or Oriente ; amenduc e con quello del SS. Sai-
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CA CA

valore rispondono per la regolare osser marmo della B. Vergine ; racchiude una
vanza, per la ingenua chiarezza delle alun cappella molli corpi di odimi ascetici csi-
ne, e le congrue rendile. Un quarto sotlo ni ii per illustri virt ; alcuno dei quali
la regola di S. Teresa , ebbe origine nel sin oggi intero si mostra. Ad un miglio e
1734, presso l'antica porla del Conte verso mezzo nella parte orientale della citt abi
Ponente, nel palazzo di Bonaventura Secu- tavano un tempo i Minori Cappuccini, ina
sio un tempo Patriarca, e Vescovo di Ca nel 1607 fecero loro la Chiesa di S. Ma
tania. Un quinto finalmente detto di S. Ste ria dell'Uria ad un tiro di pietra, verso
fano sorge nel basso della citta, presso le Scirocco , e adattandola ai loro usi la re
mura, verso Mezzogiorno, dislinato all' isti sero oltremodo traricca in reliquie di santi,
tuto delle Chiarine; ebbe origine nel 1545, ed a raccorne questo gran tesoro diede
ed adorno altres d' una dote sua pro massimamente opera Innocenzo di Caltagi-
pria. Vi ha un Orfanalrofio stabilito nello ronc Generale di tulio l'Ordine , di cui
scorso secolo, dove educansi le ragazze, altrove diremo. A mezzo miglio dalla citt
sotto la cura d' un Magistrato ; cui un mon verso Occidente, merita attenzione la cos
te di Piet per gli infanti esposti, uno Spe della Commenda dell'Ordine Gerosolimi
dale per le donne inferme ; ed altre pie tano di S. Giovanni. Venne sostituta all'al
opere; le quali tutte sorsero per la muni tra di S. Maria del Tempio, volgarmente
ficenza del Senato, e sono sotlo la di lui di Tenchio, a 6 miglia presso il villaggio
giurisdizione. di S. Michele, la quale oggi non pi, e
Fin qui si dello delle sacre fabbriche dicono alcuni con Gaetani essere apparte
dentro la citt, ora diremo poche cose su nuta da gran tempo ai Cavalieri Tcmplarii
quelle di fuori le mura. Presso la porta sebbene il Posio ed il Pirri l'asseriscano
del Vento, verso mezzogiorno, distante cir destinata sin dal principio ai Gerosolimita
ca 100 passi, s'incontra il Convento di S. ni, affermasi avervi passato i giorni insino
Francesco di Paola, a cui il Senato asse alla morte il B. Gcrlando di Alemagna di
gn nel 1592 la Chiesa di S. Antonio Aba cui feci di sopra parola. Lo slesso Pirri
te, l'arricch di beni, ed ornolla di ediflzii encomia la Commenda di S. Giovanni e
decentissimi. Verso la stessa parte sur una Giacomo, eretta nello scorso secolo per
collinetta fu innalzata la casa dei Rifor opera di Giacomo Ottaviano Cavaliere Ge
mali di S. Maria degli infermi nel 1070, rosolimitano.
dove i frali alquanto tempo vissero sodo Passiamo ai progressi della nostra citt,
la prefettura di Giacomo Parisi, severo os ed ai privilegi di che ora va bella. Aven
servatore degli istituti di S- Francesco; ma do i Genovesi grandi stragi cagionate ai Sa
i Pontefici non vollero approvar lai me raceni, che possedevano quasi tutte le iso
todo di vita , quindi abbandonata la casa le del mediterraneo, venuti nell' anno 1000
da lungo tempo, fu ristorata da poco, af sopra la Sicilia, fallo lo sbarco con ingente
finch i cittadini avessero e luogo ed op armata verso la spiaggia di Camerino, por
portunit di occuparsi degli csercizii spiri tavasi ad espugnar Callagirone, primaria
tuali, lungi dai mondani strepiti. Ad un fortezza di quelli, e a sacro elemento
miglio circa, per opera del B. Matteo di prendendo principio, levarono con una tor
Girgenli, pei frati Minori Osservanti sorse re un tempo a S. Giorgio , nel di cui mu
il Ven. Convento di Sicilia sin dal 1422, fa ro applicarono una lapide coiranno della
moso per l'ampiezza e bellezza degli edi- fondazione : rimase sino al 1693 , quando
fizii, col tempio decorato di una statua in I croll, ruinata da un tremuoto la torre. Im
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GA CA

padronironsi perci per molli anni della cesi, ed era poi divenuto nemico ai Re Pie
ci U, cui dicesi aver data la propria inse tro e Giacomo, agitata la citt di varie tur
gna, una croce cio di color rosso in cam bolenze, diede prova ai suoi Principi della
po bianco. Similmente ne scrivono gli scrit sua fede; travagliala senza riposo con for
tori nazionali, n sembrano dissentirne Fa tune diverse sotto gli Alagona e i Chiara-
lcilo ed altri, che ascrivono ai Genovesi la monte da tristi guerre civili, venne ri
Chiesa di S. Giorgio colla torre, ed affer storata finalmente per beneficio del Re Mar
mano aver da essi ricevuto i nostri lo stem tino, ed accresciuta di nuovi privilegi. Sotto
ma della Croce. Alla venuta de' Normanni 10 scettro di Alfonso fu tributaria all'In
era ruinato in Sicilia il vigor dei Genove fante Pietro; e tuttavia da quel Principe,
si. Dopo espugnata con somma gagliardia che con somme di oro ne sollev l'erario,
Palermo , il Conte Ruggiero che aveva venne di nuovi onori e doli arricchita. Ot
devastato una volta i territorii di Calta- tenne sotto Ferdinando il Cattolico onni-
girone per sino a Bufera, nel corso della moda potest di spada, qual grazia poi con
vittoria , per la quale si rese soggetta ferm ed ampli nel 1559 Filippo II. Venne
parte di Sicilia, impadronitosi della rocca sancito nel 1612, indossasse il primo dei 5
e delle mura, che annunziarono resa, vi Signori la carica di Patrizio, istituita nella
restitu circa il 1071 il culto divino; n molto prima met del secolo scorso. Nel 1637
tempo dopo, riportato intorno ai confini un stabilironsi sei Signori alla civile Ammini
trionfo sui nemici, lieto venne accolto dalla strazione, poi decorati dell' onoralissimo ti
porla che dicesi del Conte. Si distrusse poi tolo di Senato- Van vestili di toga, e prof
Zotica, volgarmente Judica. Ribellatasi que feriscono nel Parlamento del Regno il xji
sta sotto il Re Ruggiero figliuolo del Conte, voto. Presiede altres alla citt un Questore
confidando nella fortezza del sito, poich in cui risiede generale potere, con drillo
siede in arduo ed insormontabile colle, n di spada , assistito da Giudici giurisperiti.
pu andarvisi se non per angustissimo tra 11 Sindaco ha cura delle cose del popolo,
gitto , come dir a suo luogo, venne data ed il Procuratore Regio volgarmente Se
in preda dal medesimo Principe, coll'am- creto, dei regi dritti: un vicario finalmente
plissimo territorio di Camopetro, ai popoli esercita le veci del Vescovo di Siracusa.
finitimi; per l'astuzia e l'ajuto di una citta L'Istruttore Provinciale della Milizia Comu
dina tocc ai Caltagironesi la vittoria sui nale risiedette da gran tempo in Caltagi-
Zotiei, dei quali gli estesissimi campi vengon rone, oggi per cambiato l' ordine di que
poi loro donali, sotto l' annuo censo di cin sta Milizia per le nuove sanzioni, vennero
que mila Ieri d' oro , e i loro abbastanza esentati i cittadini dal consueto peso di
esterni confini da Occidente e Mozzogiorno, tributare 52 cavalieri e 162 fanti. Erano
e da Oriente altres dispiegano, allargano. nella met del secolo xvi 2104 le case, e
Guglielmo I accrebbe la liberalit di Rug nello scorcio del medesimo 10216 anime;
giero con un nuovo suo diploma del 1160. nel 1652 contaronsi 2950 case, 10951 abi
Poi nel 1220 leggiamo aver dato la citt tanti; ma dal Pirri 3069 case, 11495 abitanti;
l'Impcrator Federico a Guidone suo secre nel principio del nostro secolo case 2868
tano; onde i posteri di lui, si appellano e 11592 vite; e da una nuovissima rivista
di Callagirone. Nei primordi medesimi del statistica 16035. La maggior parte di que
regno degli Aragonesi, da Gualtcrio va sta gente addetta al travaglio rurale, e non
loroso e nobile cittadino, Conte di Butera, poca moltitudine di artefici intende a la
che aveva congiurato il primo contro i Fran- vori di creta. Ha la citt un vastissimo
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territorio; l'arie della creta prende di gior tri. Biagio Rabito Sacerdote Cappuccino, c
no in giorno maggior progresso. Compren Bonaventura Laico , integri seguaci dello
doni nella comarca di Caltagirone 12 ter strettissimo istituto, ed esimii coltivatori di
re che stanno attorno. La lalit. della citt povert. Innoccenzo Marcinon dopo chia
di 37 12' e la longit. di 38 10'. rissime gesta Custode generale di tutto
Personaggi illustri: S. Lucia, di cui afferma l'Ordine, per gl'incorrotti costumi, la pro
si, secondo Pirri, aver subito la professione fondit della dottrina e la destrezza nel-
nell'antico Monastero di S. Benedetto, don l'agirc, ai primi Signori ed all' Impcrator
de poi pass in Salerno; ina giusta le Ferdinando, caro trai primi; per ordine di
castigazioni dell'Aprile, ignor il Pirri le Papa Innoccenzo X, legato al Re di Fran
vere opere di Lucia. Questa dunque vest cia, mor nella patria nel 16S9, dove con
nella paterna nobile casa la veste di Santa somma pompa gli si celebrarono gli osse-
Chiara, poi colla curatrice, di cui servivasi quii funerali. Sono specialmente registrati
nello spirituale indirizzo, desiderando una dal Pirri : Pietro maestro in S. Teologia ,
vita pi perfetta , nascostamente pass in dell' Ordine dei Minori, per meriti di vita
Salerno, dove entrata nel monastero di S. e di dottrina eletto Vescovo di Cefal, a
Maria Maddalena, con ogni santit vi pass tale dignit rcnunzi. Giovanni Rosa del me
la vita e vi mor. Oggid questo convento desimo istituto , chiamato alla bigoncia di
d'istituto Benedettino, ma vi professavano Mazzara , vi si rese celebre. Giovanni
un d le monache la regola di S. Fran Burgio nella medicina prestantissimo , in
cesco: a consultare il medesimo Aprile quale scienza lasci alcuni lavori , chiaro
nel IhV 1 della Cronol. Sacra al 1300. altres per nobilt , Abate di S. Maria di
Riccardo dell' Ordine dei Minori Conven Nuova luce, Vescovo di Mazzara e di Si-
tuali si ha come beato dai suoi , fior nel ponto, e finalmente Arcivescovo di Palermo,
1360: Antonio Scalmato, di nobile famiglia, presiedette a tutto il Regno, e fin di vi
cospicuo per santit e per innoccenza di vere nella patria. Bonaventura Secusio, Mi
vita , minore Osservante : Antonio Etiope nistro generale dell' Ordine dei Conventua
chiarissimo per semplicit di costumi e li, Legato per la pace tra Spagnuoli e Fran
candidezza. Giacomo Parisi del medesimo cesi appo il Papa, Patriarca Costantinopo
istituto, non dissimile in virt. I corpi di litano, presiedette prima alla Chiesa di Pat
questi tre conscrvansi ancora incorrotti nel ti, poscia a quella di Messina, finalmente
la cappella di S. Maria di Ges, e ne ri Vescovo di Catania, fin la vita nel 1618.
mangono appo i suoi raccolte le opere, per Vengono encomiali nella Biblioteca del Mon-
mandato del Vescovo Diocesano. Guglielmo gitorc: Giovanni Nicola Rizzari di nobile
Bucceri Sacerdote, di nobile stirpe, intento famiglia, versalo nella scienza del dritto
alla pi stretta disciplina ed alla penitenza, e nella poesia. Manfredi Sammataro, gio
mor in Piazza otlogcnario trai Riformali. condo poeta altres, Giovanni Mistretla giu
Angelo Musico Sacerdote degli Osservanti, risperito, Francesco Monlelcone, Girolamo
destinato da gran tempo ad educarne i no- Lancia, Serafino Cnlascibelta dei Minori Os
vizii, pass poi ai Riformati, e mori in Caslro- servanti, Predicatore; Giuseppe Lauria della
giovanni famoso per la santit dei costumi. Compagnia di Ges, esemplare di religiosa
Tommaso di Torre, e Ludovico Marino dei perfezione, e celebre in eloquenza; Mario
Riformali, celebri per l' austerit della vita Trabucco , Antonio Politi celebri medici
e la penitenza, vengono tulli encomiati dal ed illustrissimi : Michele Pcrremuto , giu
Tognolcto, dal Pirri, dal Gravina, c da al- dice pi volle nell'aula della M. R. C.
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GA CA

esimio per acutezza di ingegno c luci della Compagnia di Ges, nella pubblica
dezza di natali, ciascuno dei quali si fecer Cronologia Sicola Sacra e Profana, lavoro
conoscere al mondo letterario per varie di erudizione, dove inser le notizie sulla pa
operette. Spiccano per sopra tulli: Anto tria, di cui aveva preparala pei torchi una
nio Forte della Compagnia di Ges, filo pi copiosa storia , che per le grandi oc
sofo, teologo, e retore, a pochi secondo, cupazioni non pubblic. Raccolse Girolamo
notissimo per le opere pubblicate in cia Bonanno, Signore di Rosabia, tutti i privi
scun ramo: Baldassarc Puglia Minore Con legi della citt dal 1161 sino ai nostri
ventuale, chiarissimo in poesia latina, e Ver tempi, l'illustr di eruditissime note, e
sato nelle pi severe scienze, e principal pubblicher un elegante Compendio di
mente nella Storia Ecclesiastica, che lesse Sacra e Civile Storia Sicula. Diciamo or di
con somma lode nelle pubbliche Acca volo qualche cosa di principale sul terri
demie di Bologna, Pistoja/e Napoli, e torio che dissi a buon dritto estesissimo nel
dati alla luce vari monumenti di suo splen principio. Al monte in cui sorge la citt
didissimo ingegno, si mori nel 1705: Nic un altro congiunto dalla parte setten
col Lombardo di perspicui natali, della trionale, nel di cui supremo vertice una
Compagnia di Ges, chiese di esser man torre, dove era un tempo un molino a ven
dato alle sacre missioni nella China nel to con ai fianchi in gran copia dei tubi
1596, per ben 58 anni inluon la voce del simpatici. Sotto la citt verso Scirocco sono
Vangelo nelle vastissime provincie di quel- due fonti di pietra , di acqua dolcissima ,
l' impero, e propag con gran fruito la re con dei vivai : sgorga quest' acqua a 5 mi
ligione di Cristo: per 12 anni direttore di glia, e costruiti degli acquedotti altres per
questa missione, mor finalmente in Pechino le viscere dei colli, quivi con non lieve
nel 1655: molti lavori pubblic in Chinese spesa venne trasportata a comodo dei cit
idioma ad istituir quelle genti, e sotto quel tadini, per opera del Senato. Stendcsi il
nome vien mentovato con lode da Marrac- territorio a Mezzogiorno verso Camcrina,
cio, Bartoli ed altri. Paolo Francesco Per- e prende quivi il nome di Falanasi , ora
remuto, patrizio, giurisperilissimo, che pub di S. Pietro; in parte per ad Oriente, sotto
blicate in un volume le dissertazioni sull'Im i colli di Judica o Zotica e di Torrisi, viene
macolato Concepimento di Maria , ed il irrigato dalle acque del fiume delle Canne
Conflitto dei Giuristi in 5 tomi, e lasciati o di Crisa, volgarmente Dittamo, ed ap
altrettanti manoscritti, seppe procurarsi un pellasi Camopielro. diviso questo in 48
nome famoso; Consultore ben cinque volte fondi, ed compreso in 80 miglia di cir
della M. R. C, mori in Palermo nel 1690. cuito; abbraccia quello 7 fondi, ed esten-
Vive finalmente nel patrio Collegio della desi in giro 20 miglia; si ha dei boschi,
Compagnia di Ges Pietro Forte, che pub ed piantato in qualche parte ad ulivi, ab
blic un correttissimo lavoro sul Giudice bonda in pascoli, e produce biade di ogni
Conservatore dei Regolari; ed ha prepa genere. (1)
rato pei torchi le Consulle Canonico-mo
rali. Pubblic il primo la storia di Calta- (1) E un Capo-distretto con 8 circondarli sog
girone il Maltese Mario Pace della Com getti, nella provincia di Catania da cui disia 4
miglia, e 129 da Palermo; residenza d'un Giudice
pagnia di Ges , poi il Patrizio Pier Paolo Istruttore col grado di Giudice di Tribunale civile,
Marotta, che lasci molli altri manoscritti e d'un Sottintendente. Sin dai primordii del secolo
in illustrazione della patria; ultimamente xvii chiese questa citt, vescovo proprio, e otto
Francesco Aprile, di nobile famiglia, alunno il ponteGcalo di Urbano Vili ne avanz le istanze
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c.v CA

Caltan lanetta. La t. Calatanixecta. Sic. va, nelle colline verso Libeccio; presenta
Carlanissetta (V. M.) Cill abbondante e ric la forma di un'aquila, aperte le ali , non
ca appresso il fiume Salso sulla destra ri- seconda ad altre mediterranee cill , per

a Re Filippo IV; ai oppose per il Vescovo di Si principii del secolo corrente fabbricate. Nella strada
racusa, cui era soggetta, onde rimase sopito l'af rotabile che porta sino al convento dei Padri Fran
fare sino al 1802, quando M. Giamb. Alagona ve cescani di S. Maria di Ges fu innalzato dalla
nutovi per sacra visita ivi cess i suoi giorni, ed Comune nello scorcio del secolo passato un fab
allora si rincalz la richiesta al Re Ferdinando III bricato magnifico a ricreamento della gente, adorno
che avendole fatto buon viso, interpose i suoi uf- bellamente di marmi, gajo ed elegante; ed al di
ficii presso la S. Sede , la quale destin delegato dietro di questo ebbe cominciamento nel 1852 oa
apostolico M. Raff. Mormile Arcivescovo di Palermo eccellente pubblico giardino inglese, ricco di sva
che istruitone l'intiero processo informativo, lo invi riali generi di piante, adorno di statue, ma non
alla S. C. Concistoriale; nuovamente insorse la ancor terminato: nuove ville e buone casino di
Chiesa di Siracusa , ma non fu pi luogo a con campagna si sono costruite e piantate nel piano
tese, uscita la bolla di Papa Pio VII del 12 set di S, Maria di Ges. A 30 maggio 1823 venne
tembre 1816, per la quale Caltagirone a Vescovado aperto un elegante teatro, fabbricato dal 1820 a
istituiva , e onde veniva consecrato primo Ve cura del Sottintendente Grifeo a spese del Co
scovo M. Trigona e Parisi, gi preposito e Vica mune, dal Palazzo Comunale, di che mancandosi,
rio Apostolico di Piaiza sua patria; poi trasferito si compr all'uopo nel 18i9 il grandioso palazzo
all'Arcivescovado di Palermo nel 1833. Fu in tal del Principe di Bellaprima silo nella piazza della
solenne occasione che la Chiesa parrocchiale di S, Loggia nel centro della citt. Passando ai novelli
Giuliano venne elevata a cattedrale, poi adorna stabilimenti di beneficenza, fu istituito nei prin
ta dall'ottimo Vescovo, di cupola, stucchi , pro cipii di questo secolo un collegio di Maria desti
spetto elegante, e dei parrocchiali dritti decorata nato alla educazione delle ragazze, coli' assegna
la Chiesa di S. Pietro. Venne intanto abolito il zione della Comune di 416 onze annuali, anche nn
Priorato di S. Maria della Grazia ed assegnate le ospizio di beneficenza per ragazze povere, dove
rendite al Seminario Vescovile. Dopo l'abolizione si versano nelle arti donnesche, poich ci hanno
intanto del 1766, la Compagnia di Ges non pi dei telai di ogni manifattura di seta e cotone ,
entrata in Caltagirone , se ne ammira per nella istituito verso il 1847; fondato eziandio nel 1845
Chiesa la statua di N. Donna, di Antonello Ga- un monte di prestilo in frumento che dipende
gini, di lavoro squisitissimo. Furono del pari abo dall'Intendente, da cui vengono scelti due Depu
liti i minori del terz' ordine in S. Maria della tati per l'amministrazione, la carica dei quali
Misericordia, onde nel loro convento si stabili un biennale. Vanno finalmente trai primi fabbricati
albergo pei poveri uomini, oggi ben regolato. Del di Caltagirone le pubbliche prigioni , fondate nel
l'antico Monastero di S. Teresa non esiste pi sorger di questo secolo con la ingente somma di
vestigio, quindi del collegio della Compagnia di 24000 onze.
Ges venne dal Re Ferdinando I assegnata una Venendo poi alle strade, tulle quasi quelle del
met per le monache, l'altra per la reale Acca la cilt si sono con ogni premura lastricate; del
demia degli studii ornata di un gabinetto di Sto le esterne intanto sono quasi in compimento le ro
ria Naturalo e di Archeologia donatole dall'ottimo tabili a Granmichele , ed a Catania , ed in pro
Signor Cav. D. Emm. Taranto-Rosso con analoga gresso quelle che menar devono a Terranova , ed
piccola Iiiblioteca, ed inaugurato a di 30 maggio a Palermo. Il Comune indossa il pagamento dei
del 1843, d'un ricchissimo gabinetto fisico, e di dazii comunali dei quali il popolo ha franchigia,
una cattedra di calcolo sublime nuovamente isti dal che, e da tutto il surriferito ne dedurr l'ac
tuita , oltre le esistenti di Fisica principalmente, curato lettore la ricchezza, perloch splende tra
di Matematiche, di Metafisica, e di belle lettere. le primarie di Sicilia, e continuamente progredi
Merita anche attenzione la pubblica biblioteca ricca sce in magnifici stabilimenti ed ornamenti da
di edizioni pregevoli , e ben coltivata. Prendono grande citt. Molti fondachi di ogni genere di mer
un post primario tra le fabbriche di data recente canzie vi si stabilirono, onde abolite vennero le
i novelli tempii del Cuor di Ges e delle anime fiere di tessuti , restando solamente quelle di be
purganti, di svelle e piacevoli forme, adorne di al stiame, uua cio occorrente nella terza domenica
tari di marmo e di suppellettili ricchissime, dai di settembre per la festa del SS. Crocifisso del
GA CA 209

ampiezza e popolazione. Comunemente ere- verso Oriente sorge il famoso Palazzo del
desi di origine saracenica, e per interpre Signore , comincialo a comando del Conte
tazione di Malaterra appellasi Castro delle Luigi Vicer di Sicilia, di cui si osserva
femine , ma secondo Oliverio corrisponde solamente il basso piano , ma magnifico,
a Petiliani, nel luogo mentovato presso lo dapoich morto l'autore rimase imperfet
Itinerario di Antonino. Nelle parti supe to. Interseca la via una spaziosa piazza, dove
riori della citt verso aquilone, sorge il il tempio maggiore parrocchiale del titolo
Monastero Benedettino di S. Flavia V. M., di S. Maria la Nuova, imperocch la Chie
il quale venne fondato nel 1593, ed ornato sa principale, un tempo presso la rocca ,
di nobilissimi edifci da Maria Aragona dicevasi di S. Maria la Vecchia, che cesse
moglie del Conte Francesco Moncada. Do il luogo olla nuova, fabbricata con pi di
ve poi il terreno comincia ad appianarsi, magnificenza sulla fine del secolo xvi , in
osservasi l'elegante Collegio della Com un luogo pi adatto verso Oriente. In que
pagnia di Ges, con tempio e cappelle ador sto tempio Luigia de Luna trasport nel
ne di varii marmi, un tempo sotto il nome 1600 dalla rocca le antichissime imagini
di S. Agata , oggi di S. Ignazio , eretto di S. Maria della Grazia, e degli Angeli,
nel 1589 ad opera e spese di Luigia Du dipinte sulle pareti; molto veneralo da
chessa di Bivona; di fronte del suo eccel gli abitanti: ultimamente vi si form l'in
lente prospello corrisponde amplissima via; signe Collegio canonico, e siccome gli abi
tanti venerano specialmente qual Patrono
Soccorso, altra ai 24 di agosto per la festivit di principale S. Michele Arcangelo , volgar
S. Bartolomeo. Non a dir del commercio che mente da lui prende nome la Chiesa, quin
ti avanzalo grandemente, e vie meglio accre
sce ricchezza . onde di molto si aumentata la di con solenne pompa se ne celebra con
popolazione, che di 19609 nel 1798, erasi accre fiere la festa nel di 30 di agosto, ed per
sciuta a nel 1831, e finalmente a ben 22620 ci che le pareli interne, e principalmente
nel fine del 1852, di 81826 dell' intero distretto. nella navata, sono dipinte di varie figure
Comprendesi il territorio in sai. 24625,637 , e rappresentanti angelici ministeri- Nella stessa
diridendo in culture sai. 25,943 in giardini, 185,
423 in orti semplici, 1,676 in canneti, 116,393 in piazza dicono fondala nel secolo xvi l'an
seminatorii alberali, 12812,779 in seminatori! sem tichissima Basilica di S. Maria Annunziata,
plici, 6551,714 in pascoli, 233,786 in oliveti, 333, con aggiunto il Convento dei Carmelitani che
168 in vigneti alberati, 2243,771 in vigneti sem oggi non discosto verso Mezzogiorno dal
plici, 36,875 in ficheti d'India, 14,128 in alberi palazzo del Conte. Segue la Chiesa di S.
misti, 2064,088 in boscate , 5,893 in terreni im
produttivi: l' estensione territoriale poi dell'intero Domenico e il suo decente Convento, che
distretto di sai. 87461,230. Vi sono varie cave di diecsi opera del B. Rcginaldo discepolo del
finissima argilla, che serve di materia agli industriosi S. Patriarca; ma presso Pirri notasi per
cittadini di comporre statuette colorate rappresen anno di sua fondazione il 1480, e dicc-
tanti con somma naturalezza ed espressione i co sene fondatore Antonio Moncada, il quale
ttami di vestir in Sicilia , ondo sono molto ri
cercate dai forestieri. Parte del territorio cal ridusse in pi elegante forma quella Chie
careo arenoso, e vi si rinvengono tra gli organici sa, dove egli e gli altri Conti stanno se
fossili la Mactra inflata, triangolata, Ttllin, pul- polti. I Minori Conventuali sotto gli auspi-
chilla , Cytherea venetinna , Vcnus Brognarlii , cii di S. Francesco dal 1507 sono stabi
milis , Cardium ciliare , Natica millepunctata, liti verso la stessa parte, e comodamente
Quiliermini, Buccinum mutabili?, semisiriatum etc. vi abitano ; i Riformati nella opposta parte
Dintalium dentalis. L'aria sanissima,' mancasi
per di acqua sorgiva, onde sono in buona copia occidentale dal 1637, per opera di pietosi
di grandi cisterne. cittadini , occupano uu ampio luogo sotto
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210

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il titolo di S. Antonino. Sieguono gli Ago dopo sette lustri si raccolsero nella parie
stiniani scalzi nel convento di S. Maria australe, costruirono ad un m. fuori la porta
della Grazia, che nel 1623 furono di de un nobile Convento, ma corrispondente in
cente abitazione donali a spese del Conte sieme allo istituto , sotto gli auspicii dei
Antonio. Commise poi la cura degli infer Conti Francesco e Luigia, che vollero esser
mi la fondatrice Maria Aragona nel 1576 ne sepolti sotto il fonte battesimale. In que
agli ospilevoli fratelli di S. Giovanni di sta contrada medesima venne poco fa co
Dio, alla cui pietosa opera attendono oggi struita a spese di Girolamo di Salazara
d. Il monastero delle monache di S. Bene piccola casa per gli esercizi spirituali. Dista
detto sorge all'estrema parte verso Nord- altres circa un m. verso Scirocco la cele
Est, fondato dalla piet e beni di Luigia de bre Abazia dello Spirito Santo, solto gli
Luna nel 1390, cui corrisponde scosceso istituti dei Canonici di S. Agostino, fondala
terreno ; ebbe prima il titolo del SS. Sal per la magnificenza, e coi tesori del Conte
vatore, poi della S. Croce, s per la reli Ruggiero e della di lui moglie Adclasia ;
quia del S. Legno in quella Chiesa con ne parlai in buona copia nelle Notizie Mo
servata, come anche perch nel centro di nastiche. decorata la Chiesa dei segni di
un masso, tagliando, trovossi un Crocifisso sua consccrazione, con lapide che nota l'an
naturalmente impresso come per pittura, e no 1153; per fonte di acqua benedetta ha
che i fedeli venerano collocalo decente una piccola urna sepolcrale di marmo, non
mente sull'altare maggiore; rinvennelo, co che un vaso di Battesimo fuori la porla, dove
struendosi un acquidollo nel principio del bagnavansi un tempo i fanciullini del Casa
secolo xvii , Giacomo Marchisi inlagliator le esistente. Sorge ancora antichissimo cam
di pietre, nel centro di un masso , e ma panile, durano i cipressi e le camere dei
ravigliato del portento, col consenso del Monaci, nelle quali riuniti stanno coloro
pubblico, lo consegn a quelle sacre ver che alternativamente attendono alla custo
gini per custodirlo , e pei terrazzani ne dia della SS. Eucaristia, che van soggetti
fu l'imagine pi volte prodigiosa. Fuori coli' Abate al Giudice della Regia Aposto
le mura a mezzo miglio verso Levante, sulla lica Legazia; e lo slesso Abate si ha il
fine del secolo xvi , i Minori Osservanti xxxix posto nel General Parlamento, ed
non lungi dalla rocca fabbricarono un fa esercita drillo sulle Chiese della SS. Tri
moso Convento promosso ad impegno di nit e di S. Leonardo di Caltanissella.
Fr. Angelo di Noto uomo di esimia piet, A 2 m. il Priorato di S. Giovanni, pari
somministrandone a gara la somma i cit menti antichissimo, fondalo dal Conle Rug
tadini; ne il titolo di S. Maria degli An giero, sulTraganco una volta al Monastero
geli. Sorge vicina la Chiesa di S. Maria la di Mileto, ora all'Abate di S. Anastasia di
Vecchia di cui parlai, che era intanto la Caslelbuono, nella di cui Chiesa oggi una
principale della citt, quando allora sten- compagnia di cittadini destinali al culto del
devasi quest'ultima sotto la rocca; fabbri le anime sante; ma ritorno alla citt.
cale le pareli di pietre quadre, delle qua Le non poche case civili dei ricchi prestano
li alcune presentano varii caratteri logorali un' eleganza, poich nobili famiglie di Con
dal tempo , e perci di rovinata lezione , ti, allcttate dalla giocondit, stabilironsi una
pubblicati da Mariano Aristuto in una ope volta nei secoli scorsi in Callanissella. Una
retta sulla Passione del Signore. I Cappuc antichissima famosa rocca, delta della pie
cini dal luogo amenissimo , ma assai di tre rossa sorgeva ad Oriente sopra una
stante, Ubili, in cui fermaronsi nel 1543, rupe scoscesa ; ne rimangono oggi degli
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avanzi , le torri cio , il ponte dinanzi la tratto di terra appellato del Golfo inferiore
porta, la vedetta, e le basse costruzioni con sotto un'alta rupe il fonte dell'acqua
cisterne cavate nella viva pietra. Ne am santa, che producendo il sapore del latte,
plissima l'arca, dov' una Chiesa dedicata e di pingui sostanze composto, che ad oc
a nostra Donna della Grazia, dove scovarlo della
chio nudo
facoltveggonsi
di rammorbidire
galleggiare,
il ventre.
dotala
So
nel 1600 il cadavere della Contessa Ade-
lasia nipote di Ruggiero, col capo ricinto no altres delle fonti alla destra riva del
di una corona di rame, con in una pia fiume Salso, che danno petrolio e bitume
strella segnato il di lei nome e la pro non dissimili
tani8sella di 3728
al Giudaico.
case, 14829
Costa oggi
cittadini,
Cal-
genie, per ordine di Luigia de Luna venne
trasferito nella Chiesa di S. Domenico, in conteneva nel secolo xv 1230 case, con
sieme
cappellano
alle spoglie
di questa
degli
rocca
antichi
assegnata
Conti. AI, 8723 abitanti, e nel seguente giusta il Pirri
2650 case, 10604 abitanti, che per nei
sin dai tempi dei Normanni, la terza parte regii libri 10080. Va soggetta alla Coraarca
delle Decime della citt. Sotto Carlo d'An di Calascibctta ed al Prefetto Militare di
gle, sene destin alla custodia un Castellano Caltagirone, e somministrava 18 soldati a
con sei soldati. Notasi nelle storie, esservisi cavallo, ed 84 pedoni. Ne commessa la
ben due volte i Signori di Sicilia radunati, cura delle anime ad un Arciprete sotto il
d opo la morte del Re Giacomo, cio quando Vescovo di Girgenli, che segna per un suo
si tratt di proclamare Re Federico II fi Vicario a regolare il clero. l'Arciprete
gliuolo di Pietro, e nel 1364 sotto Fede un Regio Cappellano per rescritto dell' im-
rico III, a di cui comando radunaronsi i perator Federico, nominavasi un tempo dal
Baroni ad estinguere la lunga guerra civi Re ora dal Conte, presiede al Collegio Ca
le , di che era fortemente travagliata la nonico, e prende la terza parte delle De
Sicilia. Questa rocca dipinta in uno scudo cime della citt, perciocch si appropria
forma Io stemma della citt, la quale de tutti i dritti di Cappellano della rocca, co
corata un tempo del titolo di Contea, per me venne in giudizio decretato.
decreto di Federico II merit venir di nuo- Tolta ai Saraceni il Conte Ruggiero, dopo
to onorata di (al dignit, nel giorno di sua la guerra di Agrigento nel 1086, Caltanis-
inaugurazione, onde i suoi Signori pren sctta con altri muniti castelli di questa
dono il iv posto nel Parlamento Generale parte, quella concedette al figlio Giordano,
del Regno , hanno il potere di vita e di che morto senza eredi diedela alla figlia
morie, segnano i Magistrali, l'Inquisitore Matilde o Emma , da cui e Ranulfo Si
cio del malfatto, quattro Decurioni, il Sin gnore di Monte di Cavcoso nacque Ade-
daco, ed i Giudici, non che presentano gli lasia , che maritata a Rinaldo di Aquila ,
Abati di S. Spirito da istituirsi dal Ponte estinta come vedemmo in Caltanissclta nel
fice, e gli Arcipreti del paese. 1150, vi venne seppellita. Il figlio di co
Il fertilissimo territorio d in abbondanza storo Adamo, prese in moglie N. di regio
biade di ogni genere, si ha un lago ab sangue, e gener Ruggiero d'Aquila; costa
bondante in pesca, giocondissime caccic, a nessuno di questi due essere stala sog
adatto trai primi a pascere gli armenti e getta la nostra citt, poich Goffredo Conte
le greggie, non mancante di vino, olio, me di Monte Caveoso , proccur farne consa
le, frutti, ortaggi, pi che ogni altro po crare la Chiesa di S. Spirilo nel 1153, sotto
polato di agricoltori, che formano un celo il Re Ruggiero da Giovanni Arcivescovo di
numeroso nella citt. In questo medesimo Bari ; dicesi questi da Ugone Falcando, Si
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gnore di IVolo c di Sclafani , e privato di col, il quale per fellonia dal Re Martino,
occhi per essersi ribellato al Re Guglielmo, mor nella rocca di Caltanissella, dove fu
esser perito nelle carceri di Messina. Affermo sepolto.
esser passata d'allora la citt nel Dema Erra Pirri nel dire, verso questo tem
nio regio, sino all'epoca dei Francesi: poi po Francesco Ventimiglia Conte di Cal
ch il Mugnos a nessuna autorit appog tanissella aver conferito l'Abazia di S.
giandosi, disse avertasi avuta da Gugliel Spirito a Bartolomeo di Polizzi, giacche per
mo II Saturnio Ferro. Nei primi tempi diploma del 1361 chiarissimamente dedu-
dunque di Carlo d'Angi, ubbid al Re Cor cesi, a preghiere del Ventimiglia esserne
redino con altre primarie citt di Sicilia , stalo investilo Bartolomeo da Federico III.
per opera di Corrado Capece, e pel valore Dubito fosse stata allora la citt immedia
di Piccola Maiella resistette una volta contro tamente dal Re soggetta , poich essendo
i nemici; con Caccamo e Gagliano con l'isola straziala da molle turbolenze, non
ceduta poi dal medesimo Carlo a Fulcone pu stabilirsi cosa alcuna di certo. Lo stes
del Poggio Riccardo, cui succedette il fi so Principe adun nella rocca un'assemblea
glio Parisi, ed a questo Sancia, quantunque di Signori nel 1364, per conciliare gli ani
questa pi congruentemente dica Ferrante mi, e proscrisse Francesco Ventimiglia spo
di Marra nata da Fulcone, parlando di sua gliato dei beni, e che non acconsentiva alla
famiglia, fog. 400; ed unita in matrimonio a pace, insieme a Federico di Chiaramontc
Galeazzo Estcndardo, portogli in dote le e compagni. Computavasi quella tra le roc
Signorie del padre. Assunti gli Aragonesi che che riconoscevano l' autorit del Re Fe
al regime dell'isola, per munificenza di derico; quivi portatosi Artale Alagona fa
Pietro I, Raimondo Alemanno divenne Con voreggiato dal Re, dicesi aver sedato i tu
te di Caltanissella, ed occuponne la rocca multi suscitati tra il castellano ed i terrazza
sino ai tempi di Federico II, cui salut Re ni. Finalmente nel 1366 Eleonora Infanlessa,
Irai primi dietro la morte di Giacomo , e disturbata forse dal possedimento della citt,
poco dopo morto, diede luogo a Corrado prov con testimonii il dritto ereditario. Le
Lancia, cui Federico II nel 1297, pei me quali cose addimostrano, che per qualche
riti suoi e degli antenati, dichiar Conte tempo fu quella citt, sotto Federico III, ad
della nostra cill nello stesso giorno di detta al Demanio Regio. Morto il figlio Nic
sua coronazione in Palermo. A costui, dopo col, la stessa Eleonora leg Caltanissella
tre anni essendo morto , successe Pietro a Ramondetto figlio illegittimo di costui;
Lancia figlio del fratello di Manfredi; quin morto il quale, volendo Martino ripigliarsi
di nel censo dei Baroni dello stesso Re, avuto la cill, confermando le altro Signorie ai
nel 1320, diecsi posseder Pietro le terre di Peralta, persuaseli a rinunziare a questa,
Raro, Caltanissella, coi casali Delia e Sam n dopo molto tempo assegnolla nel 1406
buca: ebbe figlie Giovanna e Cesarea; alla a Sancio Rois de Lihori accettissimo a
prima diede Naro in dote , Caltanissella lui, insieme con Capizzi e Mislrelta: ma
alla seconda, che prese a marito l'Infante Sancio donato di 20000 fiorini, cedette di
Giovanni Marchese di Randazzo , da cui nuovo la cill restituendola al Re, il quale
Federico , il quale alla morte del padre nel 1407, fatta convenzione con Matteo di
nomin Abate di S. Spirito Guglielmo Bar Moncada figlio di Raimondo, ne ebbe da
do che mori fanciullo , per cui rimase lui Agosla, ed egli concesse Caltanissella a
Eleonora erede di Giovanni, e fu data in Matteo, quinci nel censo del 1408 dicesene
moglie a Guglielmo Peralta, da cui NU Conte. Ritroviamo essere stalo dopo Sancio,
213
CA dinando, che contratte
CA le nozze con Maria

Duca di Callanissetta Enrico Russo , ma


sospettiamo che per solo breve tempo fu Teresa Faxardo, lasci l'unica figliuola Ca
adorno di questa Signoria, come costa di terina maritata a Giuseppe Duca di Fer-
essere ad altri avvenuto sotto lo stesso Mar randina. A questo si oppose Luigi Gugliel
tino. mo Moncada Duca di S. Giovanni Conte di
Da Matteo e da Contissella Aragona nac Camerata, poich il padre di lui fu Ferdinan
que Guglielmo Raimondo n gran Can do nato da Ignazio, il quale fu secondogenito
celliere, il quale dalla legittima moglie Gio di Antonio in. Rifulse Luigi trai Grandi di
vanna Ventimiglia non avendo avuto eredi, Spagna e i cortigiani del Re Carlo , ed
cesse il luogo al fratello Antonio, e que ebbesi da Giovanna Ventimiglia i figli Fer
sti da Stefana Isfar ebbesi la figliuola Con- dinando e Francesco Rodrigo, dei quali
limila che prese in marito Guglielmo Rai il primo mor sul verde dei giorni, Fran
mondo Moncada v, gran Giustizicro del cesco Principe di Patern, Duca di S. Gio
Regno, Conte di Adern. Nato questi dal vanni, Conte di Caltanissella e di Came
celebre Giovan Tommaso, di cui altra volta rata, vive oggi marito a Giuseppa Ruffo,
dicemmo, il quale ripeteva origine da Gu che gli partor due figliuoli. Poich ne ot
glielmo Raimondo ni, e da Matteo primo tenne il padre in giudizio, solo le Signorie
Conte di Callanissetta, perloch dicevasi che gli si dovevano a buon dritto.
anch' egli Conte di questa, aveva intimala Uomini illustri. Gabriello Minore Cap
una lite ad Antonio , interrotta poi colle puccino, che secondo il Pirri fu a tutti am
contratte nozze tra gli credi di entrambi. mirabile per asprezza di penitenze e splen
Piacque da questi Antonio n, da cui e Gio dore di virt. Antonio Rellavia dalla stessa
vanna Eleonora de Luna Signora di Cal- puerizia cacciatosi nel sentiero' della virt,
tabellotta, Sclafani e Caltavuturo , sorse merit venir onorato di vari benefici da
Francesco primo Principe di Patern, unito Dio e dalla Reata Vergine ; entrato nella
poi in matrimonio a Caterina Pignatclli, Compagnia di Ges, diede un gran saggio
donde Cesare, che govern per ben tre di religione e di dottrina ; destinato pre
anni, e dalla moglie Luigia De Luna e Vega dicatore della fede nella provincia del Bra
Duchessa di Rivona , ebbesi Francesco 11 ; sile condusse i barbari al costume della
si giace quegli nella Chiesa della Compagnia legge di Cristo e della vita umana; in
di Ges. Francesco prese in moglie Maria assistere i morenti Lusitani feriti nella guer
Aragona Duchessa di Montalto, per dritto ra, in tale uffizio di carit cadde trucidato
di cui consegui quella famosa Signoria. An dagli eretici Ollandesi; mentovato dal
tonio in loro figliuolo, presa in moglie Gio l' Aghilera. Girolamo Gravina chiaro per
vanna di Cerda, divenne padre di Luigi origine di famiglia, nato in Callanissetta
Guglielmo vi , e poi iniziato al Sacerdozio dove a caso trovavansi i parenti; accolto
e professata la regola della Compagnia di in Palermo nella Compagnia di Ges, con
Ges, disse un addio al mondo; e la mo cep il desiderio della peregrinazione delle
glie Giovanna consacrossi parimenti a Dio Indie, ed apparate le umane e le divine
nel monastero dell'Assunta da lei stessa scienze, appagalo nello brame, intraprese
fondato in Palermo. Presiedette per due il viaggio , e venne in Macao citt della
nnni Luigi al Regno di Sicilia, ascritto trai China; poi per varie province stese della
Grandi di Spagna, e nominato finalmente Car Croce l'imperio, sofferti di sommi trava
dinale della S. C. R. Con Caterina Moncada gli, illustr del lume della fede popoli, ot
Gglia del Marchese di Ailone gener Fer- timali, compose un libro di donimi in lin
214
CA CA

gua
fruttochinese,
ai suoi, presiedette
e fior di eccelsa
quivi virt
con :gran
ac . l'Oratorio di Palermo, trai primi della pa
tria per ogni genere di dottrina e mas
corse a vederlo essendo a morte vicino , simamente eloquenza, per sante opere pre
gran copia di primati di ogni ordine, e gli stantissimo, mor nel 1688: Diego Filippazzi
fu fatta funebre pompa secondo il chinese Sacerdote della Compagnia di Ges , di
costume, ma tradotta in cristiane cerimo singolare facondia , di che die' prova sui
nie, ed onorato di nobile sepolcro. Pass di pergami di Italia e di Sicilia, non senza ap
fuori circa 30 anni di vita, e mori nell'et plausi in ogni parte ascoltato, sommamente
di 70. Biagio de Maira dei Minori Cappuc versato nelle umane lettere, nella Teologia,
cini , portento del sccol scorso, per elo e nelle sacre scienze, morto in Palermo
quenza, religione, virt, per la impareg nel 1674. Vengono encomiali dal Mongi
giabile carit ed il dono della profezia il torc Girolamo Jacona, Girolamo Guagenli
lustrissimo; dorm piamente nel Signore, in Minori Cappuccini dalle gravi discipline,
Mililcllo nel 1684; pubblicata ne la vita. e dall' ampia maniera di dire ; Giancriso-
Filippo Fcrrario dell'Ordine di S. Maria stomo degli Agostiniani scalzi; Angelico del
del Carmelo, Professore di S. T., eccellen la pi stretta Osservanza di S. Francesco,
tissimo Predicatore , a lungo profess in predicatore ; e Giovanni Maria Amico del
Roma le sacre scienze , e visse Direttore medesimo istituto, decorato delle primarie
degli studi, Consigliere ed Elemosiniere dei cariche dell'ordine, ed islancabilc predi
Ite Martino e Ferdinando, Legato ai Romani catore della parola di Dio. degno final
Pontefici, Teologo di Urbano VI, Cameriere mente di rinomanza Mariano Auristuto, oggi
di Giovanni XXIII, Vescovo di Palli e di vivente, non che poeta ingegnosissimo, il
Girgcnli, Cardinale finalmente di S. R. C. che ci attestano i suoi piccoli lavori , ma
a tutto il mondo ben noto mor pieno versato grandemente nelle sacre scritture
d' anni nel 1421 ; pubblic Sermoni sui e nella loro storia, sebbene involto in mille
Santi de tempore, e le lodi di Maria ; vien negozi; celebra costui un monte del ter
mentovato dal Triterai, Possevin, Marraccio, ritorio da capo a fondo squarciato in due
Gesner, da scrittori Carmelitani, e dai no parli , dove si venera la memoria della
stri Pirri, Mongitorc, e Gaetani. Tommaso Passione del Signore, poich diconlo vol
Tamburino della Compagnia di Ges, ag garmente diviso alla morte di Cristo. La
giunse a costumi integerrimi, egregia dot longitudine della citt di 37 36', la la
trina; scrisse il metodo della confessione titudine di 37 36' (1).
che per venti volle vide egli stesso impres
sa, pubblic altres l'esposizione del De (t) La citta di CaltaniHetta ana della capitali
calogo, il lavoro sui precetti della Chiesa, delle sette province di Sicilia sin dal 1818 , di
sulla Bolla della Crociata ed altri monu stante 91 miglio da Palermo, con soggetti i di
stretti di Piazza e di Terranova. sede di un
menti del suo ingegno ; mor ottogenario in Intendente, d'una Gran Corte Criminale, e d'un
Palermo nel 1673. Lucio San Marco disce Tribunale civile, d'un Giudicalo d'Istruzione, e
polo di Tommaso difese in un libro pub Circondariale, e d'un Consiglio d'ospizii. Fu eret
blicato la dottrina del suo Maestro, il quale ta in sede Vescovile per costituzione di Papa Gre
lavoro attribuiscono alcuni a Tommaso me gorio XVI emanata a 25 maggio 18ii, e ratificala
dal regio delegato a Palermo nel 18 luglio dello
desimo: Niccola Aronica esimio Giurecon slesso anno, e ne primo Vescovo l'attuale SI.
sulto rifulse trai primi avvocali, fu giudice Antonio H. Stromillo teatino di Gurga. Nella ma
del Pretorio di Palermo, e mor nel 1680 : tinee gii elevata a cattedrale si ammira la pit
Vincenzo San Marco, Prete in prima del- tura della gran volta del pennello del Borromans,
215
CX

c in. regio. Lai. Caltaregium. Sic. Cal- caitavutaro. Lat. Calatavulurum. Sic.
tariggiu (V. M.) Casale una volta nel ter Cartavuturu (V. SI.) Citt della dai Saraceni
ritorio di Girgenli; ora distrutto. Calatabulur, oggi in un colle a Libeccio,
un tempo in altissima rupe da ogni parte
la statila del Protettore S. Michele Arcangelo, ed scoscesa, dove rinvengonsi reliquie di rocca
il quadro del baltislerio di ignoto autore. Merita
anche attenzione nella Chiesa di S. Domenico , il e di mura ; nella valle di Mazzara , la
quadro dell' altare maggiore di Filippo Paladino, diocesi di Cefal, la comarca di Polizzi, e
di coi acche una piccola tela che rappresenta il la Prefettura militare di Termini. Riconosce
martrio di S. Flavia nella stanza dell'Abate. Igno suoi Signori i Duchi di Ferrandina nella
ro l'epoca del passaggio dei Minori Riformati al Spagna, ma era soggetta ai Montecatini;
Convento di S. Maria degli Angeli dei Minori Os poich la figlia di Ferdinando di Moncada,
servanti; vi hanno perci due case religiose. Nel
Caterina, ebbesi a marito Giuseppe Toledo
1837 per popolare divozione, in occasione del
tremendo asiatico flagello, che nella citt non im di Ferrandina. Prende il Baione il xxxv
pervers, venne fabbricata una cbiesiuola con con posto nel Parlamento del Regno; sceglie
ventino non ancora abitato, fuori la citt, ed ab i Magistrali , gode del dritto di spada , e
bellita nel 1854 in ritornar la piaga fatale. Venne presiede a Scillato municipio di Callavu-
intanto demolita nel 1848 la Chiesa di S. Paolino
che minacciava rovina , onde altra bellezza pre luro, di cui diremo in appresso. Contaronsi
se la piazza. Evvi uno stabilimento infantile di nel registro della citt nel 1713 eseguito,
pubblica beneficenza fondato nel 1853 a cura computando altres Scillato, 1308 case, 4308
dell'ottimo Barone Ferruggia; un ospedale mili abitanti, che tuttavia oggi da una nuovissima
tare, civico in prima, ristorato nel 1854; una pub rivista sono 3905. Nel secolo xvi cran 650
blica leggiadra villa piantata nel 1821. E stata ge
neralmente abbellita la citt da pochi anni di ot le case, 2763 gli abitanti; nel seguente 1160
timi fabbricali, di buone locande, e di strade le case e 4195 le anime secondo Pirri; c
lastricate. in costruzione la strada rotabile che dai pubblici libri 1058 case, 3963 abitanti.
conduce al ponte di Capo d'Arso, di cui appresso La Chiesa maggiore sacra a S. Bartolomeo
diremo, la quale dovr proseguirsi per varii punti Apostolo siede nella rupe sotto la rocca ,
che saranno determinati dal Governo. Contavasi nel
la citt nel 1798 una popolazione di 15627, di 16563
nel 1831, e Gnalmente di 17691 nel fine del 1852, pistacchieti, 682,324 in terreni improduttivi, 4,165
senza compresa la borgata di Favarella superiore in suoli di case. L'estensione territoriale poi di
che dipende assolutamente dal comune. Era la tutta la provincia di sai. 184890,988. Nel ter-
popolazione dell' intera provincia di Caltanissetta rittorio di Caltanissetta sono innumerevoli zolfa-
nel 1798 di 155025, di 168529 nel 1831, di 183776 tare, e principalmente nelle contrade di Misteri,
fine del 1852. I contorni sono in gran parte di Stretto, Giffodraftl, Gessolongo, Musta, Giurfo, Geb-
rocca calcarin dove si trovano dei fossili organici, biarossa , Grasta , Bifaria , Trabonella , Mendola ,
fra i quali Cytherea rugosa, Cardium rusticum. Tungio, Grollarossa , e principalmente in quelle
Arca antiquata , Pedonatila violaceus , Peden di S. Cataldo e di Tubi , delle quali alcune sono
opercularit, Attornia ephippium, Natica miUepun- soggette ad inondazione per acque sorgive, e quasi
clata. Cancellarla hirta, Slurex tronculus, Buc- tutte dan zolfo di 2* qualit.
etnum serratum semistriatum, Dentalium denta Arreca il Torrerauzza due medaglie di Ni sa, cho
li, Balanui perforatus etc. Comprendesi il ter I' antica Caltanissetta, una di rame con una te
ritorio di Caltanissetta in sai. 22959,524 , che sta barbuta di Giove, coronata di alloro, altra di
classificate iu culture 7,424 in giardini , 35,864 bronzo impressa di un'aquila con una fiaccola sotto
io orti semplici, 2,930 in canneti, 3,128 in piop i piedi, ed una spiga di grano col motto NI5AU1N.
peti, 274,578 in seminatorii alberali, 18552,202 in Nel campo detto Pietrarossa si trovata poi la
seminatori semplici, 2215,692 in pascoli, 363,079 seguente iscrizione; ASKAHIHil KAI IMEP.
in oliveli, 143,875 in vigneti alberati, 413,909 iu JI1TAMOAAM02- TI2S NI-2-I5-2THP5IN.
vigneti semplici, 31,127 in ficheti d' India, 84,974 (Ad Esculapio ed al fiume baer Salvatori il po
in alberi misti, 127,739 io mandorleti, 16,514 in polo di Nisa).
21G
CA CA.

ma nel nostro tempo, essendo del tutto di corno di Prades , riun in una queste tre
ardua salila, rimane deserta, e la parroc signorie, e ne impetr la conferma dal Re
chiale dei SS. Pietro e Paolo, che le Martino. Morendo non lungo tempo dopo,
subrogata, occupa il centro del paese in disse erede il figlio Raimondo, quantunque
un poggclto. in animo ai cittadini fab di letto illegittimo, per facolt dal Re Al
bricarne una novella in luogo opportuno, fonso, cui morto senza figliuoli succedette
ma ancor non si messa mano all'opera. Antonio Spadafora nato dalla sorella di
I minori Riformati del titolo di S. Maria Russo. Il figliuolo Pietro succedette ad
di Ges distano verso Occidente un tiro Antonio
la quale emaritata
lasci erede
a Sigismondo
V unica Beatrice
de Luna,
di pietra; nella piazza dinanzi la Chiesa
una fonte a comodo dei cittadini. Gli Ere Conte di Callabcllotla, partor Giovan Vin
mili di S. Agostino abitano sin da prima cenzo, donde Sigismondo n , da cui Pie
del secolo xvi, verso Occidente, nel Convento tro: Luigia unica figliuola, unita in ma
di S. Giovan Battista, e riconoscono a fon trimonio a Cesare Moncada Conte di Cal
datori i Signori del paese della famiglia tanisetta, trasfer i drilli di Caltavuturo,
Spadafora : finalmente abitano le monache Stillato, e Sclafani alla famiglia Monteca-
Benedettine un monastero verso Austro, sotto tina. La longitudine del paese di 37 35',
il patrocinio di S. Maria della Nova , che la latitudine di 37 50'. Occorre nella via
venne fabbricalo verso il 1625, con danaro per dove si va a Palermo. Sovrasta alla
ammassato da pietosi cittadini. L'Ospedale rupe su cui notai seder la rocca un'altra
ed altre 10 Chiese minori sono suffraganee mole pi ampia , ma insormontala , dove
alla maggiore, cui a frequentare, sotto il scorgonsi avanzi di aulica abitazione (1).
Vicario del Vescovo si raduna in ogni
giorno un clero. Il territorio fertilissimo (1) oggigiorno un cornane in provincia di
in frumento, e somministra in copia altre Palermo, distretto di Termini, circondario di Mon-
biade, vino, olio, e frutti; adatto alla temaggiore, distante 12 miglia dal capo luogo della
caccia, e vestito di pingue erba appresta provincia, 18 dal capo luogo del distretto. 9 dal
capo-circondario ; nella diocesi di Cefal. Della
pasture allo greggio ; vicn bagnato dallo Chiesa aulica madrice sotto la rocca, deserta di gi
acque di un fiume che ha origine da Stil ai tempi dell'Autore, non votesi oggi che il solo
lalo, e le di cui ripe congiunge ad undici campanile , e ruderi di cappelle. La Chiesa par
miglia un ponte, in una valle. rocchiale intanto di S. Pietro e Paolo, venne a
Pervenne la Signoria della citt e del quella sostituendosi, elevata madrice. L'abolito con
vento degli Agostiniani, per cura di Mr. Castelli
Municipio, sotto i Normanni, ad Adelmio Vescovo di Cefal. si permut in Collegio di Maria,
nipote del Conte Ruggiero , che era suc dove educasi con ogni solerzia la giovent femi-
ceduta alla madre Emma o Matilde. Da nile: la Chiesa molto frequentala per la gran
Adelasia il figliuolo Adamo ed altri da venerazione in che tenuta una magnifica statua
lui generati. Nel 1320, sotto Federico II, di N. D. del Soccorso, in onore di cui si celebra
la festa nella seconda domenica di settembre. Nella
appartenevasi a Federico di Manna. Per Chiesa di Casale merita attenzione il quadro del
dono di Federico III ebbene il dominio l'adorazione dei Magi di stile raffaellesco, anzi
nel 1374 Orlando Cavalieri. Era nei prin- creduto dagli abitanti dello stesso Raffaello. Nella
cipii del secolo xv di Raimondo di Lup- Chiesa dei Riformali di S. M. D. G. il quadro
piano , da cui comprosselo Errico Russo della Visitazione, della scuola del Morrealese. No
nel v anno del medesimo secolo; poi il vi pi ospedale. In occorrenza della festa di S.
Bartolomeo in ogni anno una fiera di panni e
Russo entralo nel possedimento di Stillato bestiame, della durata di quattro giorni, a comin
e di Sclafani, sborsatone il prezzo a Gia- ciare dai 24 di agosto. Contava il comune nello
r
217
CA CA
Calvario. Lai. Calvarius. Sic. Carvariu alla comarca di Castrorcale, ed era sog
(V. M.) Monte che a circa un miglio da getto alla Prefettura militare di Patti. La
Stiler, cui unito un altro colle minore, longitudine di 39 10', la latitudine
dal sommo sino alle profonde radici squar di 38 10*.
ciato da un tremuoto, che volgarmente af Nei regi libri computasi Calvaruso come
fermano avvenuto nella morte di Cristo; parte del territorio di Ramelta, per cui sem
quindi sorgono dei monumenti in memoria bra appartenerne la fondazione ai coloni di
della Passione del Signore nel colle mag questa. Il Re Federico concessela a Per-
giore; e da questi prende il nome di Calr rone Gioeni, il di cui nipote Perrone minore
t arie vernicitela nel 1397 a Giovanni Taranto
ctfvarano. Lat. Calvarums. Sic. Car- Giudice della M. R. C. Dal figlio di Giovanni
varusu (V. D.) Piccola terra sotto il governo l'cbhcsi Niccol Castagna Presidente del
di Messina, verso Maestro, che volgarmente Regno, assegnati gli altri beni al Taranto,
dicesi Disivello aquilonare. Sorge sul fian e ci nel censo del Re Martino nel 1308.
co di bassa collina con 158 case e 600 Lo stesso Niccol dicesi Signore di Monte-
abitanti, sebbene a met del secolo scorso forte, Saponara, Rocca, Bavosa, Calvaruso,
avuto avesse 188 case e 711 abitanti. E Rappano, Maurojanni, e di S. Pietro. Suc
soggetta ai Messinesi Montecatini, che trag cesse a costui Pina di Niccol, nipote dalla
gono origine dai Signori di Monforle; ne parte della sorella, maritata a Rodrigo Ven-
ba il dritto nello spirituale l' Arciprete di limiglia, donde Eulalia, poi moglie di Fili
Ramelta, alla di cui Parrocchia appartiene. berto Polichino; Gaspare loro figlio ebbesi
La Chiesa madre sacra a S. Margherita la sola Agnese, che spos Federico Mon-
Vergine e Martire , e si ha tre suffra- cada, per cui divenne Signora di Monforte
ganee. Il Convento dei Minori Riformali e Calvaruso: da costui Giuseppe e Cesa
sorge in amenissimo poggetto , alla cui re; ebbesi il primo Monforle, Calvaruso il
custodia commessa una religiosissima secondo, e gli onori di Principe per pri
imagine di Cristo Signore coronato di spi vilegio di Filippo IV nel 1628; rimasto
ne, alla di cui venerazione accorre molta senza prole disse erede Giacomo figlio del
gente s dai paesi vicini, che da lontano. fratello , da cui Guglielmo i. E da co
U Palazzo del Barone elegante e decenlis- stui e da Francesca Marino venne Giaco
simo si leva presso la riva di un fiume. Il mo ti, in prima Colonnello della fanteria
territorio abbondantissimo in fruiteli, oli Spagnuola, poi sollevato alle prime dignit
teti, vili e mori. Si appartiene il paese militari; fu maggiordomo di Amalia Regi
na di Sicilia e Cavaliere di S- Gennaro.
duo 1798 circa 3984, poi 3716 nel 1831, e 4385 Fu seguito costui da Guglielmo, nato da
nel fine del 1852. Se ne comprende il territorio Anna Rocca, cameriere del Re ed anche in
in sai. 5844,530, delle quali 5,334 in giardini, 6, signito dell'Ordine di S. Gennaro; ebbe a
012 in orli semplici, 0,723 in canneti, 134,787 in
minatori! alberati, 4339,573 in seminalorii sem moglie Geronima Digiovanni e Pagano, donde
plici, 926,502 in pascoli, 88,434 in oliveti, 30,109 Vincenzo marito di Flavia Ardoina; viven
in vigneti alberati, 251,356 in vigneti semplici, 0, ti. Godono i Principi di Calvaruso del
150 io sommaccheli, 23,067 in ficheti d' india, 2, ix e xx posto nel Parlamento. Oggi Tom
6*6 in alberi misti, 34,381, in boscate , 0,671 in maso figlio di Giacomo Arcivescovo di
culture miste, 0,035 in suoli di case. Si trovano sua patria, commendato pei suoi cortesi co
ella montagna dei belli diaspri gialli con macchie
verdi-cupe, e verdi con macchie gialle, ed anche stumi, per prudenza, per zelo, il di cui
del ferro. fratello Pietro Principe di Montecatino
218

altres quattro varietCA


di agate. CA

e Cnstclbianco , e Regio Razionale (1). rigettando l'origine alla xlv Olimpiade, ne
cui va m%o. Lai. Calvarusus. Sic. Carva- l'assegni pi antica il Cluverio collo Sco
rusu (V. D.) Fiume che prende origine dai liaste di Pindaro. Credonsene comunemente
monli verso Kamctta e la terra dello stesso fondatori i Siracusani, che sotto la scorta
nome, nel di cui territorio scorre, e sca di Dascone e di Menelao , 135 anni dopo
ricasi nel mar Tirreno tra Raiscolmo e fabbricata Siracusa, impinguatisi in potenza
Milc (2). ed imperio, quella sollevarono. E intanto
Calviniana. Lat. Calvisiana. Sic. id. ad attribuirsi a favola come dir altrove,
(V. IT.) Antica citt , il di cui silo , dice l'opinione di averla fabbricato Cham. Col
Cluverio, pone Antonino 8 miglia discosto locala Tolomeo nelle parli mediterranee,
da Gela. Slimerei io di quel che alle fonti verso la parte meridionale; ma stava non
del fiume Ippari o di Canterina diecsi lungi dal lido trai fiumi Oano ed Ippari,
volgarmente Comiso. Ma a Comiso stabi che diconsi oggi giorno di Frascolari e
liscono altri Casmena, intanto nulla mi ho di Camarana, ed avevasi sin dall'origine
di certo sul sito dei Caltisiani. una palude dello stesso nome ed il bosco
Camarina (V. N.) Antichissima citt di di Pallade: poich nella protezione di tal
Sicilia, mentovata da Pindaro, Tucidide, falso nume vivevano in antica superstizione
Polibio , Diodoro , e da altri si poeti che gli abitanti, per cui Pindaro cantando di
storici, cosi parimenti appellata dai Greci, Psaumida di Camerina vincitore in Olim
dalla palude vicina dallo Scoliaste di Pin pia, nell'ode v delle Olimp. disse :
daro e da Stefano , e sita se crediamo
all' Inveges ed al Romano, dove un tempo O Pallade divina,
la regione Iperia di cui diremo a suo luogo. Mentre torna d' Olimpia, egli s' inchina.
Se ne segna l' origine nel in anno della
E allo lodi festoso il labbro schiude
xlix Olimpiade. 172 anni dopo la fonda
E il sacro bosco, e dell' On la sponda,
zione di Roma, 528 avanti Cristo; sebbene E la patria palude,
dell' Ippari canta i fonti e l'onda,
stretto
(1) diunMessina,
cornane circondario
iti provincia
di ,Gesso
diocesi
(Messina),
e ili- Che nella valle lieta
La crescente ogni d plebe disseta.
distante da Messina 16 m. e 6 da Gesso. Contava (Vers. del Borghi.)
nel 1798 una popolazione di 801 anime, di 023 Essendo in breve tempo cresciuta, ribel-
nel 1831, e nel Qne dell'anno 1852 di 1160. La lossi dai Siracusani che l'adeguarono al
sua estensione territoriale comprende sai. 404,600,
che divise in culture 6,552 in giardini, 2,566 in suolo 1' anno xlvi dalla sua fondazione ,
canneti, 2,607 in gelseti , 39,611 in seminatori! come scrive nella Periegesi Scimno da Chio,
semplici, 234,523 in pascoli, 32,256 in oliveti, 37, o Marciano, ma secondo altri nell'anno in.
281 in vigneti alberati, 43,565 in vigneti semplici, Rifabbricolla poi Ippocrate tiranno di Gela,
1,123 in castagneti, 4,516 in boscate. Vi si colti il quale l' ebbe in cambio di molti Siracu
vano con ogni attenzione dagli abitanti i bacbi
da seta. L' aria per malsana. sani prigionieri, che debellato aveva presso
Salendo lungo il fiume, in entrare a mancina, il fiume Eloro, come nel lib. 7 di Erodoto,
in una piccola strada rimpelto il convento dello ed avendovi addotta una colonia di suoi,
Ecce Homo, e propriamente nel fondo del fu Prin la restitu all' antico splendore ; finalmente
cipe di Montecateno, una miniera di magnifico il Re Gelone la distrusse, perch macchi-
carbone fossile, e sospettasi esservene una di ferro.
(2) Presso questo fiume sono due variazioni di natrice di novit, e trasportonne in Sira
diaspri gialli con macchie verdi, e viceversa, ed cusa il popolo, cui concedette la cittadi
nanza- Scrive Diodoro nel lib. II, che i Ge-
219
CA CA

lesi allcttati dall'opportunit, non molto dopo Pallade, Ercole, e Medusa, colla figura di
I' occuparono. Essendosi unita nella prima Ercole ancora , colle quadrighe, colla Vit
guerra punica ai Cartaginesi, e soggiogata toria, coli' astata Minerva, Marte, una spica,
dai Romani , fu abitata giusta Polibio da un gallo , una nottola ed altri simboli ,
una romana colonia. Non trovasi in alcuno principalmente l' oca e i pesci, che si ap
autore il quando da loro ribellata si fosse. partengono al lago, e che vengono inter
Oggi di si celebre e potentissima ci t l sita pelli da Seine e da Avercampo (1)-
sopra una lieve altura, non altro si rimane camarilla (v. R.) Lago o palude che
che il nome, tuttavia per lo spazio di un circondando la suddetta citt, ne rendeva in
miglio e mezzo di circuito trovansi ingenti fetta l' aria , un giorno seccata per opera
ruino in massima parte sepolte. Le spiagge dei cittadini; oggi stagnandovi le acque del
mostrano smisurate moli gettate nel pro fiume Ippari, non poco estesa principal
fondo del mare in forma di porlo. Sul ver mente nell'inverno. Dice Cluverio , quella
tice della giacente citt evvi una Chiesa palude ovvero lago o slagno situalo in
dedicala alla Vergine, dove celebrasi la amenissima pianura , sotto le medesime
festa ai 13 di agosto con fiere e gran fre vestigia della citt di Camarina in ispa-
quenza di popolo; evvi ancora piccola torre zio triangolare, chiamarsi volgarmente da
o quadrata specola di elegante lavoro, che gli abitanti, lago di Cammarana, come an
da quei ruderi eresse Berdardo Caprera, che il fiume che passa in mezzo al lago
appellata Camtnarana; fuori la citt verso dicesi, fiume di Cammarana; e dopo molte
Nord, un luogo insigne per gran numero notizie che adduce di Ippari, cui inutilmente
di sepolcri , che sublime si leva a forma i latini scrittori scmbranmi di aver chia
di rocca di pietre quadrate. Dice Cluverio, malo palude, giacche non formata dalle
per tradizione dei nostri padri tutti gli acque piovane, ma da 20 indigene fonti.
antichi monumenti trasportali furono nella Laonde pi rettamente i Greci disserta
citt volgamenle delta Terranova, distan AIMNHN , cio lago. Aristarco Scoliaste di
te 18 m. da questo luogo- Psaumida fi Pindaro dice: la palude Camarina figlia
glio di Acrone fu da Camarilla, vincitore dell' Oceano, da cui fu anche appellata lu
Ire fiate nei giuochi Olimpici , cio colla citt. Su i versi poi di Virgilio, del lib. ni.
quadriga, col cocchio da muli, e col celc- della Eneide:
te , per cui vien molto encomiato da Pin Da lungi appare Camarina. e il fato
daro nelle odi iv e v, e vi commendato Non accord che ti movesse...
non solo per tali vittorie, ma altres per
la sua profusa liberalit verso gli amici e (1) Porla il Torremnzza 43 monete di Camerini! .
gli ospiti, pei pacifici impegni in ammini con testa di Psaumide , o nel rovescio una qua
driga, o nna vittoria, ed un cigno sottostante, con
strare la Repubblica, e pei sacrifizi offerti testa eziandio di donna e due pesci, e nel rove
ai 12 Numi. Fior) ristaurata da Ippocrate; scio una vittoria con iscudo ed una melarancia,
dicesi parimenti nobilitata per l' arrivo del anche con testa bicorne e due pesci, e nel dietro
poeta
marina,
Orfeo
cioche
da credesi
Svida, da
Giraldo,
alcuniLascari,
da Ca- Leda su di un cigno ed un pesce, altre con una
testa di Cerere ed un Pegaso dall'altra faccia;
Goltz, Crasso, e Fazcllo; e scrisse sulla di tutte in argento, e col molto KAMAPINAIUN.
Trovansi delle tombe nel territorio, massimamente
scesa di Ercole all' inferno ed altre cose. incavate nei massi del monte, come anche dei vasi
Arreca Paruta monete di argento e di bron di finissima terra cotta di svariati disegni, di cho
zo da Camcrina, col motto KAMAPINAIUN, il celebre Principe di Biscari rinvenne in gran
e ivA-M.m.NiiN , con le teste di Apolline, I numero, ed adorn il suo pregevole museo.
220
CA CA

Scrive queste cose Servio : enti una pa sportarli in patria, riceverle quel fiume, f
lude presso la cill di tal nome, per cui con una impetuosa corsa asportarle nella
un giorno atendo la siccit prodotta una citt. Si accoppiano altri a Didimo contro
pestilenza, consultato Apolline se esau il medesimo Scoliaste di Pindaro, (come
rire interamente si dovesse, rispose , non anche nella sua versione, come vedemmo,
muovasi Camerino, imperciocch meglio il famoso Giuseppe Borghi). Nasce il fiume
immobile. Spreggialo il quale oracolo sec di Camarina circa a due miglia sopra la
carono la palude, e cessata la pestilen foce da due fonti, da uno abbondantissimo
za, entrali per quella parie i nemici, ne nel mezzo della piazza di Joiniso, appel
pagarono il fio. Sul luogo slesso del Poeta lato di Diana, da Solino, da altro ad un
recita il medesimo , Sabino ; ci anche miglio da questo, verso Maestro, che manda
mostrano Svida ed nitri , le di cui parole fuori (ale copia di acqua , da bastare in
estesamente scrive il Cluvcrio. fra ad un tiro di pietra ad agitare molini,
Camarilla diurni- di). Lat. Camari- e si abbia tal sufficiente impelo a met
nae fluvius. Sic. Xiumi di Camarilla (V. N.) tere in attivila le macchine con che si fa
Hipparis dagli antichi. Pindaro dopo il sur la carta. Le acque di queste due sorgenti,
riferito, canta mentovando Ippari: unendosi ad un mezzo miglio sotto il me
Dall'ampio sen per lui di travi eletti desimo villaggio, formano il fiume che con
Sollecita fabril selva s'aduna; tinuando il corso bagna Camerino. Alle
Ei pianta eccelsi letti, sue rive feracissimo il suolo in ogni ge
dall' orror di squallida fortuna
A insolito splendore nere di biade, in alberi domestici, e mas
Solleva l'ignorato abitatore. simamente cedri, melagrane, melarance.
(Trad. del Borghi.) Canta Rcnnio sul primo fonte :
ed a ci si aggiunge negli scolii : Accumula E di Diana il fonte, onde ne sgorga
senza intermissione un gran bosco, ed un L'onda di Camarina: impara mano
luogo mollo eccelso, donde possan formarsi Indarno tenter di mescolarla
Al dolce dono di Lieo...
e stanze, e di grandi abitazioni. Ne ad
duce poi il popolo dalla inopia in luce Cio come afferma Solino ; se donna im
e letizia, tutto dall' abbondanza cavando, pudica no scarichi l'acqua nel vino, non
poich capace di navi e copioso in pe possono queste due sostanze in una con
sca; o come altri spiegano: Costa esser giungersi, e cosi confermavasi della mo
l'Ippari il mezzo omle poter fabbricare, glie il marito , lorch ne era in sospetto.
imperciocch scorrendo nel bel mezzo della Vedi Ippari.
palude Camarina, e turbandosi viene a for anni vna. Lat. Camasena (V. D.) Del
mare una sorla di fango di cui si servono i le pii antiche citt di Sicilia, come affer
Camarincsi pei mattoni da fabbrica. Ma mano Carrcra , Grosso , Grassi Orlandino,
sembra intenderla altrimenti Didimo, poi Fazello ed altri, i primi dei quali la stabi
ch dice non potere in tal modo agitarsi il liscono sotto l'Etna, dove oggi Catania:
fiume, da venire ad apprestare tal copia di Fazello incerto del sito; Orlandino la pone
fango ad una citt da poco tempo comin presso Trapani; Grassi sotto Aci, nel ter
ciata ad abitarsi; ma allenila piuttosto scor ritorio dello oggi Gasena, circa il promon
rere il fiume per mezzo alla selva, dove torio Xifonio; la vuole Inveges assoluta
venivano i Camarincsi a far legna per co mente favolosa. Ne fan fondatore Carnea
struzione di edifizii, e non sapendo per fratello di Giano e suo compagno nel re
dappocaggine il modo di condurli e tra- gno, e lo stesso Cham figlio di No.
221

CA C\

Camastra. Lat. Camaslra. Sic. Cama c amiro. Lat. Camicus. Sic. Camicu
slra (V. M.) Piccola rccenle terra col titolo (V. M.) Citt antichissima dall'epoca dei
di Ducato sin dal 1623, illustre nel diplo Sicani, del di cui silo variamente opinano
ma del Re Filippo, altrimenti detta Ramu- scrittori. L'Epilomalore di Stefano dice:
lia, nella comarca di Naro, e la diocesi di Comico citt di Sicilia in cui regn Co-
Girgenti, sotto una collina verso mezzogior calo. Fabbricolla Dedalo quando fuggiasco
no. Ai tempi del Pirri avevasi 40 case e 70 da Minosse venne da Cocalo , e dove lo
abitanti; dal censo del 1633 nei regii li stesso Minosse per tradimento di Cocalo
bri se ne contano un maggior numero ; mor soffocalo nelle acque del bagno, per
nel 1713 costava di 98 case, e 328 abi cui i Cretesi a vendicare la morie del loro
tanti ; oggi di 414. La Chiesa maggiore par Re assediarono Cantico per cinque anni, n
rocchiale sotto un Pievano, sacra al SS. potutala espugnare, n pi a lungo dimo
Salvatore; riconosce a fondatore Giacomo rarvi, abbandonatala si partirono. La mag
Lucchese, che fond il primo quella citt gior parie di costoro si sparse per varii
nel 1620. Il territorio per dritto della ma luoghi dell Isola ed occup diversi sog
dre Macalda Dejosa se l'ebbe nel 1408 giorni. cerio per di essere sorta Cantico
Matteo Patagonia trai primi custodi della nella Sicania, giacch siccome altrove si
Regina Maria. Molti anni avanti, per dono disse la Sicania fu quella parte dell'Isola,
di Federico II ottenuto l' aveva Galeano dove i Sicani furono respinti dai Sicoli, poi
Bonfiglio- Giovanni Antonio oriundo da dai Greci ed altri popoli, che guarda Li
Naro, degli eredi di Matteo , vendcltelo a beccio. Cluvcrio descrivendo il fiume delle
Bernardo Lucchesi suo concilladino, o se Canne scrive: al di qua un miglio dallo
condo altri l'assegn in dote alla figliuola stesso, ed altrettanto del mare, etri una
Filippa. Da Bernardo e Filippa Palagonia piccola terra in aspro silo, e fortificata
nel fine del secolo xv Antonio Lucchese, per natura, che gii abitanti volgarmente
donde Bernardo n. Da lui Matteo padre dicono Siculiana. Questa pel suo silo del
di Giacomo, che fu il primo Duca di Ca lo avrei essere l'antica citt di Comico;
maslra, Signore di Sommalino, e fondatore ma lo stesso Diodoro scrisse nel lib. 4 che;
della lerricciuola. L'unica figlia ed erede Dedalo pass mollo tempo presso Cocalo
di costui Giovanna, fu data in moglie a Gio e i Sicani, ed appo lutti fu in somma
vanni Antonio Lancia Principe di Trabia autorit, e sommamente onorato per l'ec
nel 1623, da cui venne Lorenzo, che ge cellenza di sua urte. Molli lavori fece in
ner Ottavio con Luigia Moncada, ma ot questa isola che durano sino a noi; poi
tenne il titolo di Duca Giuseppe Lancia soggiunge: nel territorio di Girgenti che
fratello di Lorenzo. Fu quegli dell'Ordine
cavalleresco di Alcantara , Pretore di Pa dario di Palma da cui 4 ra. distante, 80 per da
Palermo. posta in una pianura di aria mal
lermo, adorno dei primi onori nella milizia, sana. Se ne comprende il territorio in sai. 904,
esercit le veci del Vicer in Catania, e cur 124, e dividendo in culture 0,888 in giardini 0,
di rislaurare questa citt diroccata pel tre- 501 in orti semplici, 0,413 in pioppeti, 28,925 in
rauoto del 1693; da Melchiora Castelli ebbe la seminatori! alberati, 678,387 in seininatorii sem
figlia Giovanna, che maritossi ad Ignazio Lan plici, 0,607 in sommaccbeli, 1,592 in ficheti d'In
dia, 12,711 iu mandorleti, 0,092 in suoli di case.
cia figlio di Ottavio, e rese a quello il titolo Il maggior commercio di esportazione che si fac
di Camaslra. Il territorio fertilissimo (1). cia consiste in mandorle. Coutava Camaslra nel
flj Oggid un comune in provincia, diocesi e 1798 una popolazione di soli 800 abitanti, di 964
d'utrtlto di Girgenti, da cui dista 12 mcircon- nel 1831, di 999 nel fine del 1852.
222
CA CA

ora si appella presso Comico, innalz su Bochart in gran copia risponde Giuseppa
di una rupe una citt, di tulle la pi Pancrazio nel Tesoro delle Sicole anlichitt
munita. Essere stala questa citt la rocca Tom. 1.
di Girgenti costa da Polibio ed altri, i quali Gamico. Lat. Camicus (V. M.) Fiume
parlando di Agrigento stabiliscono in Comi giusta Cluvcrio e Bochart dopo Agrigento
co la rocca. Erodoto pi antico di Diodoro econdo
che dicesi
altri oggigiorno
Io stesso delle
Agragante,
Canne;impese
e Polibio, attcsta avere gli Agrigentini al
suo tempo abitalo Comico. Strabone per rocche stabilendo quelli la citt di Camici
nel lib. 6, dice di esser Cainico caduta , presso Siculiana, stimano Camico il Stimi
perch non era pi di proprio dritto, e che delle Canne, di cui dir in appresso, e chi
cambiata in rocca di Agrigento perduta ha origine verso Siculiana; al contrario
aveva la forma di citt. Fazcllo stabilendo loro che per Camico intendono la rota
Camico dentro i confini di Girgenti non osa Agrigentina, affermano che il fiume oggi
con certezza determinarne il sito. Ortelio appellato Agrigentino si sia detto un gior
e Leandro dicono esser sorla in un luogo no Camico. Duri da Samo afferma ebe
rounitissimo, dove Dedalo conserv i tesori la citt di Camico prese il nome dal lu
di Cocalo: finalmente coloro i quali con me.
fondono Inico o Inicto con Camico errano Camino. Lat. Camillus (V. N.) Scoglio
assolutamente; imper Dedalo fondatore di nella spiaggia di Siracusa verso Aquilone,
Camico diecsi da Pausania negli Acaici, di cui corrisponde di rincontro una rada, una
essere stato accolto da Cocalo in Inico sua grotta, ed un fonte di acqua. Da questi non
citt, per cui era Inico prima di Dedalo. lungi aprivasi un tempo una grotta detti
Che Onface sia stata appellata Camico non dei Fornelli, su cui scorgevasi un antico
invano congetturarono alcuni, affermando sepolcreto , la di cui bocca da dopo il
essere stala altres detta Onface la rocca tremuolo del 1693 ingombrata di massi, non
di Girgenli; del resto poteva venirsi in Ca presta adito. Segue indi il capo dello Spun
mico per una sola stretta via. A non lasciar tone e i due fratelli, scogli per certo pi
cosa indietro sottometter qui le parole elevati, poco tra s distanti ed un Wpa-^
di Bochart sopra Camico , che riguar dal lido, da
navicelle dov'
pesca.
Grolla Santa popolata &
dano questa antichisssima citt. un so
gno esservi slate due Camico, una che Cammarata. Lat. Camarata. Sic. Cam-
formava parte di Agrigento, altra nel inarata (V. M.) Citt cosi detta da una ru
luogo gi dello, n osta che a questa si mer a volta o grotta, nella vicina collina,
appartenga chcccli leggesi di Camico onorata dell' onor di Contea dal 1*52, for
presso gli antichi. Diodoro scrive, certa che l'aveva Federico Abalelli. Sorge sul
mente aver Dedalo fabbricato Camico in fianco del colle dello stesso nome, nella
quella parte di Agrigento che or dicesi diocesi di Girgenti e la comarca di Castro-
sul Camico, n deve ci prendersi nel nuovo. Credono Ortelio e Leandro esser
senso di essere stata una parte di A- sorla dalle rovine dell' antichissima Camico;
grigento; vuol solamente che quella re stimano altri in quel sito Inico, ed irato
gione in cui fu fabbricata Camico fosse Camarina- S'ingannan tultavolta, giacctie
stala detta la parie Agrigentina sul Ca affermiamo
rime citt diche
Camico
le antichissime
ed Inico siano
e ceJewf'
state
mico, e ci a suoi tempi, cio quella par
te del territorio di Girgenti sita presso site in altro luogo, e l'antica Camerina an
il fiume Camico. A questo sentimento di ch' essa assai lungi collocala, venne a man
223
CA

care. Se esisteva sin pria dei Saraceni si sco Branciforti nel 1627, venne abitalo da
controverte , parlandosene per nei primi gli Agostiniani Scalzi. Due chiostri di mo
tempi dei Normanni, all'urinano a dritto di nache di ordine Benedettino accrescono
essere stala fabbricata sotto i Saraceni. Oc bellezza al paese , uno sotto nome di S.
cupa un terreno declive verso mezzogior Maria degli infermi ne fabbricarono nel
no. Risplende por chiese ed ediGzii civili, secolo xvi i Conti di Abalelli , altro di S.
e presenta una rocca un tempo munilissi- Domenica Vergine, che riconosce origine
ma. Guglielmo Raimondo Moncada ebbe dai Branciforti ; a questi deccntissima
cura di innalzare e rendere pi augusto dote , e congruente il numero delle
il tempio maggiore dedicato a S- Niccol, alunne. Finalmente il monle di Piet ed
ri -l, turandone l'antico. L'arciprete ha le il ricco spedale sussistono per la munifi
primizie della citt, giacch le decime si cenza dei Conti e la premura dei cittadini.
appartengono all'Arcidiacono di Girgenti. Il Vescovo costituisce un suo Vicario alla
Altra Chiesa parrocchiale sotto il titolo di direzione del Clero ; i Signori si hanno il
S. Vito Martire, stabilita per comodo degli dritto di armi, scelgono il Magistrato civi
abitanti dal Vescovo Rodolfo Pio, soggetta le e stanno in vili luogo trai Conti nel
alla principale, con altre 15 Chiese mino Parlamento. Eran soggetti gli abitanti al pre
ri , ma le Chiese di S. Maria di Caccia- fetto militare di Girgenti, e ne seguitai) le
pensieri e di S. Lucia del Monte fuori la bandiere 19 cavalli e 110 fanti. Eran le
citt , riconoscono l' autorit del Vescovo case 1806 ai tempi del Fazcllo, ed 8092
di Cefal , le quali Chiese al certo Lucia anime nel medesimo secolo. Pirri nota nel
Signora della citt concedette nel 1141 a seguente un aumento, cio di 2295 case ,
quella diocesi, con i boryesi abitanti nel 8704 abitanti. .VI 1713 i municipii di Ca
territorio. Giovanni Arcivesvovo di Bari poi merata e di S. Giovanni coniarono 2085
consacr a preghiere della medesima Lucia case, 7645 anime, ed ultimamente 7802.
quella di S. Maria, dove abitarono da gran La latitudine di 37, 40', e la longitudi
tempo i Minori Riformati. Radunaronsi ne di 37, 20'. Sotto i Normanni avea dritto
in prima nella antichissima Chiesa di S. su Camerata Lucia Cammarala nobilissima
Biagio i Preti Filippini, fondatori Francesco femina, il di cui marito d' ignota appella
Caruso e Giacomo Majo, donde trasmigra zione, ma i figli Adamo, Galgana, e Sibilla, si
rono, acquistato in S. Didaco un luogo pi soscrivono nel diploma del 1141. Indi il Re
opportuno. Matteo di Girgenti, sommini Manfredi con suo diploma del 1257 die Cam
strando i Conti una somma, fabbric in un marala a Federico Maiella suo consangui
sito amenissimo sotto il colle verso Mez neo o nipote, da un figlio bastardo, Pre
zogiorno il nobile convento dei Minori Os side del Regno. Di costui narrano gli an
servanti nel 1428 , che cedette una volta nali essere stato ucciso presso Erice dal
ai Riformati, e ritorn ai primi nel 154.2: l'Austriaco Gabano. Sotto Giacomo Arago
fu anche una volta una casa pei Conven nese era Signore della citt Manfredi Ma-
tuali, ma oggi non pi. Si ebbero il loro letta volgarmente Manfreduccio, nipote di
sito i Cappuccini, come anche i Carmeli Federico , Conte di Minco e Signore di
tani, ma ritiraronsi nel vicino villaggio di Patern. Ma Federico II fratello di Giaco
S. Giovanni. Rimangono i frati predicatori mo, per essersi Manfredi col figlio unito
nell' ospizio di S. Antonio, loro concesso ai Francesi, la diede nell'anno 1302 a Vin
nel 1470 da Francesco Abalelli : un decente ciguerra Palici Regio Cancelliere , di cui
Monastero, di cui fu il fondatore France 1' unica figlia Mocalda si marit con San
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CA CA
ci d'Aragona. Questo dicesi figlio illegit Vice Giustiziere e Strategolo di Messina, ge
timo di Pietro I; quindi nel censo dello ner con Isabella Branciforti Margherita.
stesso Re, nell'anno 1320, dicesi di posse data in moglie a Federico Abalelli Baro
dere il castello e la terra di Cammarata ne di Sambuca, suo zio; imperciocch fu ge
cogli aggiunti casali, gli eredi di Smicio di nerato da Francesco. Federico si merit il
Aragona. Pini afferma che nel 1361 era titolo di padre della patria, Ammiraglio di
sottomessa la citt a Corrado di Amia Ge Sicilia, Legalo appresso il Re, per molto
novese , ma altrove io leggo Federico di tempo contrast dovcrglisi la Contea di
Aragona figlio di Sancio, da cui e dalla Modica a dritto della sua nonna Eleonora
consorte Giovanna d'Austria vennero San di Chiaramonte; accusato finalmente di con
colo e Vinciguerra; spos il primo Lucia giura contro il Re, infelicemente mor. La
Polizzi donde Mazziollo. Non so poi per moglie Margherita dopo la di lui morte,
qual ragione furon privati della citt gli Ara per regal munificenza fu Signora di Cam
gona, giacche successe a Corrado il di lui marata, e prese a marito Blasco Branci
fratello Oltobono Aurea che fu, dicesi, l'au forti Barone di Tavi, Strategolo di Messina,
tore o il rislnuratore della rocca. Essen della corte di Filippo II, decoralo di vari
dosi questi ribellato dal Re, ebbesi la citt gradi nella milizia. Nacque da costoro Gi
nel 1364 Vinciguerra d' Aragona, poich rolamo Branciforti, celebralo dal Mongilor*
il figlio del fratello Sanciolo si mor senza nella sua Biblioteca qual gran letterato,
prole. Da Vinciguerra venne Bartolomeo che afferma essere slato Vicario del Vicer
dapprima accettissimo al Re Martino , poi nella valle di Demana; ed Ippolita Settimo
gran nemico, e per lungo tempo si chiuse e Barrcsi gli partor il figlio Ercole, che
e difese nella rocca di Cammarata; vinto nel 1577 venne dello primo Duca di S.
finalmente da Bernardo Cabrer, fu spogliato Giovanni; da cui e da Isabella d'Aragona
di tutti i beni : allora Martino die Camma- sorse Girolamo n, al quale con Caterina
rata a Bernardo Queruli Vicario della Si Giocni nacque Francesco marito di Anto
cilia di l dal fiume Salso; n molto dopo nia Gaelani, donde Girolamo in, il quale
1' ebbe nel 1396 Guglielmo Raimondo con Luigia Moncada ebbesi Giuseppe morto
Honcada, per aver ceduto ai dritti di Li nelle fasce, e Gaetana la quale fu data io
cata. Dall'erede di costui nel 1531 com- moglie a Ferdinando Moncada dei Prin
prollo per 40000 fiorini Giovanni Abalel- cipi di Paterno, figlio di Ignazio. Da co
li, il quale Preside del Regno, Pretore di storo Luigi Guglielmo marito a Giovanna
Palermo, preclaro per altre cariche, ebbe Venlimiglia , padre di Ferdinando Conti
a moglie Eleonora di Chiaramonte sorella di Cammarata rapilo da immatura morte,
di Andrea, da cui Federico, chiamato a Conte e di Francesco Rodrigo, che vive marito
di ('ammarata nel li ol dal Ile Alfonso; ancor di Giuseppa Ruffo , Conte di Caltanissctta
egli fu adorno di varie cariche nel regno e si Principe di Paterno, e padre. 11 territorio
ebbe dalla consorte W. Dcluna Francesco di Camerata fecondissimo in biade, ame-
non inferiore ai suoi predecessori per me nissimo , ed irrigalo da moltissime fonti.
riti, per dignit, per signorie; ammoglia 4 Un monte dello slesso nome , di cui ap
tosi questi con Margherita di Cardona, ne presso diremo , vestito di molli alberi ,
ebbe il figlio Antonio, il quale ottenne dal giocondo per la caccia, ed utile. II fiume
Re Ferdinando nel 1501 la conferma di di S. Pietro, appellalo anche di Platani,
tutto ci che per dritto paterno possedeva. abbondantissimo in pesci. cos ricco il
Pretore della Patria, Questore del Regno, territorio di frulli di ogni sorla, che fa
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CA CA

partecipi di sua fertilit non solo le vici la cui farmacia orn di varii monumenti
ne e lontane genti, ma anche Palermo; per antichi, di varii naturali arcani e prodi
cui non dico dei suoi pingui erbaggi, degli giosi, che un giorno io vidi con som
oliveli, viti, mele, lino, canape ed altri mo piacere, e che egli descrisse in parti
commodi, di cui godono gli abitanti. Sotto colare libretto venuto alla luce nel 1C42;
la collina, a tre miglia, nel campo Califer- ivi dopo nove anni mori, lasciale molte ope
rero, verso Levante, evvi un fonte di acqua re celebri per erudizione e per ogni genere
medicinale , che dicono gli abitanti sudo di disciplina, descritte dal Mongilore in lun
rifera ed antifebbrile; n lungi due gor go catalogo. Ludovico La Lumia illustre dot
ghi puzzolenti e neri , le cui acque rica tore in entrambi i drilli, ne resse la Con
dono donde sgorgano. Yi celebre una tea facendo le veci del suo Signore; divolg
miniera di sale. in Palermo le Allegazioni dei dritti nella
Sono mentovati dal Pirri come illustri causa dello spoglio- Francesco Dispcnza
del comune : Giovan Clemente laico dei Mi giureconsulto e poeta non volgare viveva
nori Osservanti , assiduo nella preghiera , in Napoli nel 1636. Giuseppe Taverna Mi
che molto soffr dal demonio , da cui fu nore Cappuccino, e Giacomo Verga Sacer
percosso nel ventre a segno che ne crep, dote, annoverati trai Siciliani scrittori: ai no
restituito in salute dalla Vergine che vi stri giorni Pier Vincenzo Piatamene chiaro
sibilmente gli apparve; il di lui corpo si per nobilt ed ingegno, Maestro dell'Or
giace sotto l'altare di S. Maria, dove ac dine di S. Domenico, amministrata con som
cadde il prodigio. Andrea d'Aragona sa mo encomio e prudenza la provincia di Si
cerdote dello stesso Ordine, onorato da Dio cilia, fatto Vescovo di Lipari, resse quella
con prodigii in vita ed in morte. Andrea Chiesa molti anni con opinione di ottimo
Lorenzo laico, adorno d' ogni sorta di virt, pastore; mor nel 1710 (1).
predisse l'ora di sua morte, e la sovrastante
ruina a coloro che faticavano sotto una ru (1) Assurde ed incoerenti sono affatto le opinioni
pe. Antonio Etiope, umilissimo ed insigne di Ortelio e di Leandro che credettero sorger Came
per carit verso i poveri ; fu degno di ve rata dall'antica Camico, ed Arezio da Canterina. Ri
dere l'Angelo suo Custode , alcuni giorni mettendo i miei lettori all' eruditissimo cenno del
prima della morte ; illustre altres per Ben. D. Cesare Pasca, decoro della nostra Sicilia, sul
comune di Camerata , (Giorn. di se. leti, ed arti
portentosi fatti. Pietro dell'Ordine dei Car p. la Sic. v. t, x.) non essendo del mio lavoro in di
melitani, il di cui cadavere si venera gran mostrazioni di troppo dilungarmi , dico soltanto
demente in Siena. Nel passato secolo Giu dedursi dai principali storici della Sicilia, essere stata
seppe Taverna Cappuccino, illustre per vir Camico a (Urgenti molto vicina, mi passo dell' A-
t ed innoccenza di costumi, celebre per rezio della fandonia di coi a primo colpo si Tede
la gravezza ; dalle rovine di Canterina distante le
povert e prudenza, adorno da Dio di su
mille miglia, Camerata non poteva formarsi. Il
perni doni e di profetico spirito, morto in nome di essa pu farci sospettare esser fabbrica
Palermo quasi ottogenario nel 1078. Si ce de' Saraceni, poich sembra derivare dall'Arabo
lebrano da Mongilorc nella sua Biblioteca; Kamarat ghianda, o Chbamrat vino, ma non al
Maurizio Di Gregorio dei Frali Predicatori, cun vestigio di monumenti che ce lo attesti , ed
chiarissimo per erudizione e dottrina, ador il fidarci a mere supposizioni eseguire un sistema
equivoco, oggi dalla buona critica rigettato. Incli
no delle prime cariche nei Licei del suo niamo perci piuttosto all'opinione del sullodato
Ordine e nelle province , e molto accetto Ab. Pasca, che crede doversi dare a questa terra
ai primi Signori; visse a lungo in Napoli origine normanna, ondo ne appare la prima men
nel Convento di S. Caterina dei Fornelli, zione da un documento del 1101, quando ne era
29
22C
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Canimarala. Lat. Camarata. Sic. Cam- poich vi ha una grolla o un antro gran
marata (V. M.) Fiume. V. Platani. demente esteso, a volta, aperto verso Oc
C'ammarata. Lat. Camarata. Sic. Cam- cidente dalla Chiesa di S. Elia, ed all'op
marala (V. M.) Monte appellato Raraara da posto lato del monlc detto Tibrico , con
Cascino in greca appellazione, che vale l' uscita non lungi dal fiume di S. Pietro.
fornix , tesludo , camera presso i Latini ; Dalla parte occidentale sorge il monte delle
Bose di quasi uguale altezza e circuito che
Signora la Lucia, accennata dall'autore. La falica il monte Cammarata, i quali perci Pli
dei Pasca merita qualunque riguardo, e pu giu nio , Cascino , ed Inveges stimano i Ge
dicarsi come un prospetto di una storia che po melli, quantunque il Cluverio affermi i Ge
trebbe ingrandirsi ; i conoscitori la lodarono per melli Montemele, e quel che gli da presso:
1' ordine e la divisione sistematica delle sue parti,
secondo la maniera dei moderni statisti, onde po c vi consente il Maurolico.
trebbe servir di modello. Cammarl. Lat. Camaris. Sic. Cammari
Lasciando intanto da parte ci che si spetta (V. D. ) Municipio di Messina immediata
mera erudizione, e discendendo alla topografa del mente appresso la porla di Ciera, verso
paese; Camerata sorge sovra una rupe di terra
austro, con una parrocchia sacra a S. Ci-
calcare, a strati sovra ini posti. un capo circon
dario di S* classe, compreso in provincia e diocesi conio , non lungi dalla regia via retta ed
di Girgenti , distretto di Bivona, da cui dista 12 ampia, sopra S. Clemente. Tra la porta ed
miglia, 25 da Girgenti, 50 da Palermo. 11 tempio il Municipio la fiumara dei Comari, o
di S. Niccol di Bari venne da pochi anni ornato di un fiumiccllo, le di cui acque deduconsi
fregi a stucco, per le cure dello Arciprete D. Fran alla citt sin dal 1547 (1).
cesco Paolo Alessi, e nel destro lato merita atten
zione una antichissima cappella dedicata alla Ma Camopletro. Lat. Camopelrus (V. N.)
donna dei Miracoli, con una statua della Vergine Amplissimo territorio, che costituisce parte
di lavoro Gitile nell' alto di ninnare il Ggliuolo; della piana di Catania, appartencntesi alla
vi una comunia, con preti decorati di rocchetto a citt di Caltagirone, un tempo di Zotica o
mozzetta nera. In occorrenza della festivit, nello
ottobre di ogni anno, si apre dinanzi la Chiesa una Judica, delle di cui spoglie si imposessa-
fiera pel corso di otto giorni. Alla pubblica istru rono i Caltagironesi. Vien bagnato dal fiume
zione si provveduto con tre scuole, la comunale Dittaino e delle Canne , feracissimo in
che elementare, destinata pei soli fanciulli; altre biade, n manca d selve, dette Xara, adat
due ne furon fondate per beneficenza di PietroPa- tissime alla caccia. Dove non biondeggiano
nepinto sin dal 1T75, una eziandio elementare, ed le messi piantato ad ortaggi, e d pin
un'altra di retlorica. Tra gl'istituti di pubblica
beneficenza ormai una casa di orfane, e lo spe gui guadagni.
dale: del monte di piet, in progresso abolito, Campi di Lentlnl. Lat. Laeslrygonii
furono assegnate le rendile al mentovato spedale. campi. Sic. Campi di Lintini (V. IV.) detti
Ascendeva la popolazione di Cammarata nel 1798 anche Lcstrigonii, poich notano gli an
a 5123, a 5762 nel 1831, e finalmente a 5037 tichi interpreti di Omero essere slati occu
nello scorcio del 1852. Ne l' estensione territo
riale di salme 118000, cio 8300 in seminerio, 5 pali dai giganti Lestrigoni. Plinio nel lib. 3
in ortaggi, 30 in vigneti, 150 in mandorleti, 5
in agrumi, 12 in giardini, 2788 in rampanti, 156 (1) un casale di Messina nel circondario di
in paludi, 80 in boschi di alto fusto. L'agricol Cazzi, e dividesi in inferiore e superiore. Dista il
tura pu dirsi in buono stato, ed il prodotto princi primo due miglia , ed ha una popolazione di il*
pale che si ritrae il frumento, l'orticoltura par anime in circa, per lo pi esporta olio , seta ,
ticolarmente trovasi al presente in uno stato mi e melaranci, e la sua aria temperata. Cammari
gliore che pria. A quattro miglia, nel Monte Rosso, superiore dista 3 ra. da Messina, esporta poco vino,
c una cava di agate, e molte variet di diaspri, olio, e seta, e vi si respira un'aria sana; ne
una miniera di Salgemma, e calce compatta. monta la popolazione a circa 1074.
227
CA

cap. 8; Catania colonia, i fiumi Simeto, cario. Elegante il palazzo Raronale.


Teria , t campi Leslrigonii , la citt, di situalo il paese in lieve ameno poggclto; ne
Leontno. Quindi quel di Silio nel lib. 14. sono rclle ed uguali le vie, copiosissime lo
fonti nel territorio, ricche le messi e le ven
I primi colpi sd Leontini campi
Furori mina, un di terra dal duro demmie, pingui i pascoli. Vi si conlavano
Lestrigone vessala... 113 case nel 1713, e 202 gli abitanti; ma
oggi 1356. La longitudine finalmente di
Campobello. Lat. Campus bellus. Sic. 37 40', la latitudine di 37 15' (1).
Campubeddu (V. M.) soprannominato di campobello. Lat. Campus bellus. Sic.
Licata. Piccola terra nella contrada dello Campubeddu (V. M.) Villaggelto nella co-
stesso nome, che stendesi in largo sopra marca e la provincia chiesiaslica di Mazzara
Ravanusa, nella giurisdizione di Licata, ce altrimenti Berbaida o Perrbaida, dall'an
lebrata per la fertilit. Fu una volta sog tica saracenica rocca del medesimo nome,
getta, sotto Federico III, aSimone de Matteo, che siede, secondo Fazcllo , alle radici
poi nel 1408 a SancioDexeo, n lungo tem del colle di Cozzo ad aquilone, verso la
po dopo pass a Marino de Molina nel destra ripa del fiume dell'Arena, a circa
1430, e ad altri della medesima famiglia; e 3 miglia dalla spiaggia di Selinuntc, ed il
finalmente nel principio dello scorso se promontorio di Trefonlane. il silo di
colo a Matteo Trgona; dalla qual nobile
stirpe fiori Asdrubale nel 1629, la di cui
sorella Giovanna Trigona fu moglie a Vin (1) Il Cornane di Campobello di Licata, che Ia
cea parte del circondario di Ravanusa, fu elevato
cenzo Ramondetto Sammarlino, a nessun a capo-luogo di circondario di 3a classe con real
secondo trai Palrizii di Catania, donde Rai decreto del 22 settembre 1841; comprendesi nella
mondo c Giovanni; rimase quegli nella pa provincia, diocesi, e distretto di Girgenti da cui
tria, e divenne nel 1684 Signore di Pardo; dista 29 miglia, e 90 da Palermo. L'aria vi sana.
eccellente Giovanni nella scienza delle leg Ne montava la popolazione nel 1798 a 4232 anime,
a 4962 nel 1831 , e finalmente nello scorcio del
gi, conseguile nel Regno le supreme di l'anno 1852 a 4990, senza compresi gli abitanti di
gnit, gener Raimondo ed altri, con Isa Bifora, sotto-comune che con real decreto del 12
bella Mari. Ed il giovane Asdrubale figliuolo aprile 1817 vi fu riunito. Ne l'estensione ter
di Ercole, questo disse morendo erede di ritoriale di salme 2012,328, e dividendo a culture,
Campobello, cui aveva data in moglie la so 3,323 in giardini, 6,382 in orli semplici, 0,320 in
cannali, 0,556 in pioppeti, 17.336 in seminatori!
rella Emilia Trigona. Giovan Maria loro fi alberati, 1392,619 in seminalorii semplici, 384,668
gliuolo, nominato Duca di Montalbo, del ga in pascoli, 25,216 in oliveti, 20,994 in vigneti
binetto del Re, ben quattro volte Pretore di alberati, 147,353 in vigneti semplici, 6,348 in fi-
Palermo, dei 12 Pari del Regno, levale in cheli d'India, 5,682 in mandorleti. 1,079 in ter
vario tempo magnificcnlissime pubbliche reni improduttivi, 0,417 in suoli di case. Il pi
gran commercio di esportazione di questa terra
opere, rese pi elegante la Regia citt, e consiste in grano ed in olio. Olire la zolfalara
la sua marittima parte ; morto finalmente sovraccennata parlando di Bifara, nel territorio
nel 1756, lasci il figliuolo Antonio gene di Campobello, contrada Favarotta, la delta Garzia,
rato con Maria Riggio, Colonnello della Re di propriet del Principe di Patagonia , e nella
gia Milizia, e Prefetto di triremi. La Chiesa contrada Ficazza quella di La Lo mia, che si ap
partiene a D. Ignazio Lomia, entrambe non sog
parrocchiale di Campobello, sotto un Ar gette ad inondazione, distanti 6 m. dal luogo del
ciprete, porta il titolo di S. Giovanni Rat- l' imbarco, e che danno un zolfo di 2" qualit. In
lista, c riconosce la giurisdizione del Ve poca disianza dal comune verso Nord-Est posto
scovo di Girgenli, che delega un suo Vi un telegrafo.
228

CA CA
Campohcllo un poco declive sotto la rocca, Cnmpoblanro (1).
verso Austro : diviso da ampie e rette vie; Campodono. Lat. Campodomts. Sic.
contava 9o case 234 abitanti ni tempi del Campudunu (V. K.) un colle in cui siede
Pirri, ma 209 case 842 abitanti in questo in gran parte la citt di Aggira.
secolo , ed ultimamente 1018. Gode del Camporelle (2).
titolo di Ducato dal 16.38 , circa il qual CampoflorKo (3).
tempo
re e parrocchiale
riconosce suatempio
origine-
si haIl ilinaggio-
nome
(1) un monte delle Isole Eolie dell' altezza di
di S. Maria della Grazia, ed era, testimo 'A miglio, e della lunghezza di pi di un miglio.
nio il Pirri , da gran tempo sotto la cu Sembra da lontano come coperto di neve, ed com
ra dei frati Predicatori. Sorge quasi nel posto di bianche scorie vulcaniche, volgarmente
pietre pomici, delle quali si fa traffico, non solo
centro l'elegante palazzo del Duca, che ha per la pulitura degli strumenti in acciaio, in fer
potere di vita e di morte, e pronunzia il ro ec. ma anche per la fabbricazione delle volte,
i.x voto nel Parlamento. Di questi occorre per lo che principalmente dagli abitanti di Lipari
il primo Giuseppe di Napoli di Troina su si adoprano. nudo di ogni vegetazione , tranne
premo Reggente nelle Spagne per l'Italia, di infruttuosi sterpi e di qualche erba selvatica ,
ma in somma scarsezza.
dei di cui predecessori dissi altrove par
(2) un piccolissimo comune di recente or
lando di Bcribaida, ne dir intanto gli gine, in provincia di Palermo, distretto e circon
credi e i Duchi di Campobcllo parlando dario di Cefal, da cui dista 10 m., e lontano 33
di Resultana. Il territorio favorito da Ce da Palermo. Vi una parrocchia in cui si am
rere e da Bacco, servendomi delle voci dei ministrano alla gente i sacramenti. Non se ne ha
poeti, ed ricco in pasture ed erbaggi (1). menzione n nella descrizione geografica dello
Schiavo , neanco nel Dizionario di Sacco; pure ci
abbiamo dal quadro statistico del 1798 aver con
(1) Oggigiorno un comune in provincia di tato in quell'epoca 441 abitanti, si diminuirono
Trapani, da cui distante 36 miglia , delle quali a 396 nel 1831, ed erano finalmente 421 nel fi
4 rotabili 32 non rotabili , distretto e diocesi di nire del 1852. Si ha un territorio di sai. 929,816,
Mazzara da cui dista 8 m. non rotabili , circon cio 3,491 in giardini, 2,739 in orti semplici, 21,100
dario di Castclvetrano , da cui 4 rotabili, 36 ro in seminalorii alberati, 543,112 in seminalorii sem
tabili 30 non rotabili da Palermo, 4 non rotabili plici, 157,509 in pascoli, 109,565 in oliveti, 50,650
dal mare di Trefontane, che il pi vicino. Me in vigneti semplici, 26,275 in sommaccheti, 3,470
diocre ne l' aria, pei luoghi acquitrinosi vicini in ficheti d'India, 11,440 in frassineti, 0,465 in
all' abitalo ; di fonte e di pozzo l'acqua, bastante suoli di case. un ex-feudo della famiglia Mar
c buona. Ne montavano gli abitanti nel 1798 a ziani, dei principi di Furnari, ed esporta olio, fru
1800, a 3197 nel 1831, e finalmente verso il prin mento, sommacco, e regolizia.
cipio del 1853 a 4008. Il suo territorio di an (3) Scrive lo Schiavo : Campofiorito di troppo re
gusta estensione, e sono i suoi prodotti principali cente origine: ed avendo questi dettato nella seconda
il grano, I' orzo, il vino, i legumi , e l' olio , ma met del valicato secolo, contemporaneamente ad
il vino e l'olio formano il suo priucipal commer Amico, che anzi ne fa menzione nelle sue intro
cio di esportazione: comprendesi in sai. 1243,738, duzioni al Lessico , poco slette questo Comune a
c dividendolo in culture 1,375 in giardini. 2,110 formarsi dopo la compilazione dell' opera che ab
in canneti, 1,387 in seminatemi irrigui, 3,069 in biano, per le mani nella quale altronde siccome
seminalorii alberati, 436,822 in scminatorii sem feudo mentovalo non si ha un articolo che par
plici, 218,259 in pascoli, 140,621 in oliveti, 189, ticolarmente ne dia notizie. A comodo degli abi
926 in vigneti semplici, 250,144 in boscate, 0,025 tanti vi ha una parrocchia, e va compreso il co
in suoli di case. Presso questo comune trovasi la mune nella provincia di Palermo, da cni dista 15
roccia calcarea, dalla quale si cavarono i massi m. , distretto di Corleone da cui 6 m., circon
che furono impiegati alla fabbricazione dei colos dario di Bisacquino donde 4 m. lontano , e si
sali ediGzii di Selinnnte, poich tuttora se ue os appartiene alla diocesi di Morrcale. Se ne com
servano dei somiglianti. prende il territorio in sai. 1171,649, e dividendo
229
CA go alla nipote, cheCA
prese in marito Fabri

Cani po tran co. Lai. Campus francus.


Sic Campufrancu (V. M.) Paese della dio zio Lucchesi, il quale nominato nel 1625
cesi di Girgcnti , sollo la comarca di Ca- Principe di Campofranco, ebbesi da Eleo
stronuovo, ma nella giurisdizione di Sulera, nora i figliuoli Francesca ed Antonia, dei
ornalo degli onori di Principato, sorto nel quali quegli mori senza prole, Antonia ave
1573 nel territorio del fonte delle Rose, gio
va rinunziato
Principe aldimondo;
Campofiorito
indi Stefano
, avente
Rig-
il
fondatore Pietro Campo. Occupa il dorso
d'un poggello lievemente declive, rivolto a dritto di Apollonia figliuola di Pietro I, en
Greco sotto Sulera, da cui discosto un tr nel possedimento di Campofranco. Ma
miglio e mezzo circa. E decorato di una Antonia presa l'avita eredit, sposa a Sal
Chiesa maggiore sacra a S. Giovanni an- tatore Lucchesi, a lui trasfer nel 16C9 il
le portam latinam sotto un Parroco Arci principato; il loro figliuolo Giovanni prese
prete., e di altre tre minori Chiese, non che in moglie Stefana Bosco, donde nacque
ra bello del convento dei Minori Conventua Emmanuele, che con Domenica Gallego ge
li, del titolo di S. Francesco, fondato nel ner Antonio, oggi dal gabinetto del Re,
1595 secondo Cagliola, o nel 1580, corno Colonnello di cavalleria, versato nelle uma
scrive il Pirri; e del palazzo del Principe ne lettere, e principalmente alla poesia,
elegantemente costruito. Ne fu il cenno talmentech di qualunque proposta ma
statistico nel 1C53 di 341 case, 1140 teria, secondo l'occasione, componga eru
abitanti ; dicelo accresciuto il Pirri di 481 ditissimamente in verso latino; divenuto pa
case; vi si contavano 537 case nel 1713, dre per Anna Maria Tommasi. Il territorio
e 1830 abitanti , e dall' ultima descri del Fonte delle Rose, dove il fertilissimo
zione 2254. >e S. Anna madre di Maria Campofranco, abbonda in acque, e gia
la special patrona. Si compete ai Signori cendo trai fiumi Salso e Platani, alle vi
il dritto di armi, ed occupano trai Principi cine terre inferiore (1)
il xix posto nel Parlamento. Ne questa Campo innervale. Lat. Campus Mi-
la serie : Pietro Campo primo Signore del nervalis (V. M.) Celebrato dagli antichi
paese e fondatore gener con Isabella Ca presso Imera, dove sono le acque termali.
stelli il figlio Giovanni ed Apollonia cho
fu sposa a W. d' Afflino. Francesco erede (1) un comune in provincia, diocesi e distretto
di Giovanni consegu la Signoria nel 1581, di Callanissetta , circondario di Mussomeli da cu i
dista 7 m., 26 dal capo-luogo della provincia e del
da cui Ercole e Pietro il quale spaccian distretto. Non ne sana I' aria, e se ne comprende
do essere slato dal padre nominato, ingag il territorio in sai. 2266,701, e dividendo in cul
gi una lite con Eleonora figliuola di Er ture 1,184 in giardini, 1,007 in orti semplici, 0,407
cole, ma sofferta una ripulsa, cedette il luo- in canneti, 0,711 in pioppeti, 36,981 in semina
tori! alberali, 1122,683 in seminalorii semplici,
io cultore, 0,396 in pioppeti, 891,614 in semina* 857,848 in pascoli, 5,275 in oliveti, 11,487 in vi
toni irrigui, 3,313 in seminatori! alberati, 254,329 gneti alberati, 3,776 in vigneti semplici, 8,545 in
in pascoli, 7,441 in oliveti, 2,544 in vigneti albe ficheti d' India, 11,751 in mandorleti, 0,402 in pi
riti, 9,902 in vigneti semplici, 1 ,638 in ficheti di stacchieti, 204,621 in terreni improduttivi, 0,023
India , 0,472 in suoli di case. Rimangono le pro- in suoli di case: vi sono delle zolfatare , e vi si
dazioni al mantenimento del comune, e nelle buone trova solfato di stronziana. Il pi gran commercio
raccolte esporta frumento. un ex-feudo dei Prin di esportazione in grano ed in mandorle, ma la
cipi di Campofiorito. Se ne fece notizia nel censo cultura nel vero non molto praticata dagli abi
autistico del 1798, lorch contava 775 abitanti, si tanti , i quali nel 1798 montavano a 2703, a 2208
accrebbe la popolazione nel 1781 a 972, e finalmente nel 1831 , e finalmente a 2697 verso il principio
nello scorcio del 1852 erasi accresciuta a 1144. del 1853.
230
CA CA

Favoleggiano averselo scelto Minerva ad uso Camporotondo. Lat. Campus Rolun-


delle medesime acque. Diccsi oggigiorno dus. Sic. Campurolunnu (V. D.) Villaggetlo
di S. Niccola, alla sinistra ripa delfiniera alle radici australi dell'Etna, sopra Catania,
settentrionale, o fiume Grande; dov' la verso Libeccio, che devastalo dalle fiam
rocca di Bonfornello. me verso il 1669, di nuovo scorgesi risto
Campo del pii. Lat. Campus Piorum. rato non lungi, nel medesimo territorio. IV e
Sic. Campu di li Pii (V. D.) Nel fianco del era soggetta una parte al Principe di Pa
monte Etna un tratto di terra conser terno, altra era poi dei municipii di Cata
vato illeso prodigiosamente dai fiumi di nia; ma comprossclo nel 1654 Diego Rei-
fuoco, a commendare con perenne monu tano , che il volle decoralo , annuendo il
mento la piet verso i genitori dei fratelli Re, dell'onore di Marchesato, nell'anno se
Amfinopo ed Anapia. Calando verso Ca guente. La parrocchia dedicala a S. Anto
tania l'igneo torrente, scrive Pausania, n nio Abate, sotto la cura del Ycscovo di
ad oro n ad argento volgendo la mente Catania, che delega le sue veci ad un prete,
sollevarono sugli omeri, questi il padre, poich ne era un tempo il Rettore un Ca
la madre quegli, e via. Ma incalzali dal nonico di S. Maria dell'elemosina. quasi
l'incendio, poich pel peso che rifuggivan piano il sito; angusto il territorio, mancante
lasciare in niun modo affrettar potevano di acque, mentre nulre tuttavia delle viti
il passo; affermano, essersi diviso il cocen e degli alberi fruttiferi, i di cui frutti ren
te fiume, ed incolumi aver passalo pel de saporitissimi la cenere dell'Etna. Il
mezzo i garzoni coi genitori. Ed insino censo di Camporotondo indicatasi un tem
all'et mia sono onorati dai Calancsi. po con gli altri municipii; ma nel 1713
Poich sollevarono loro una statua, ed un contaronsi 80 case, 181 abitanti, ed ulti
tempio nel medesimo campo, che venne mamente 457. Comprendesi nella comarca
detto dei Pii, dalla piet dei fratelli; e co- di Catania. Se ne enumera primo Marchese
niaron le monete colle loro imagini, ad il sullodato Diego, da cui pass la Signo
eternare s celebre fatto. Perl la memoria ria nel 1706 alla figliuola Giuseppa Rci-
del luogo, o coverto il campo da nuove lano, poich Pietro di lei fratello, che era
eruzioni oggigiorno pi non si mostra. slato inaugurato nel 1668, manc di vita
Camporeale (1). prima del padre. Da Giuseppa e Pietro
Natoli di lei mitrilo nato Francesco, con
(1) un comune situato sopra di un colle nel
declivio, in provincia di Trapani, distretto e cir segui il Marchesato nel 1730; a lui e ad
condario di Alcamo, diocesi di Morreale, distante Antonia Crisafi succedeltc il figliuolo Pie
33 m. rotabili 9 non rotabili dal capo-luogo del tro morto senza prole, onde divenne Mar
distretto, che ne altres il circondario, 13 ro chese di Camporotondo nel 1745 Mario
tabili, 6 non rotabili dalla diocesi , 17 rotabili 6 fratello di lui, unito in matrimonio a Maria
non rotabili, da Palermo, 15 non rotabili dal golfo
di Castellammare che ne la spiaggia pi vicina. Palli (1).
Non viene mentovato dal nostro autore, poich ne
risale l'epoca della fondazione al 1779. Vi una salubre come anche l'acqua buona ed abbondante.
parrocchia dove si amministrano i sacramenti agli Le produzioni principali del suo territorio sono
abitanti, i quali vengon diretti nello spirituale da il grano, l'orzo i legumi, ed il maggior commercio
un Arciprete. Si apparteneva con titolo di prin di esportazione che faccia si versa in frumento.
cipato alla famiglia Bologna Beccadelli dei Mar (1) un comune in provincia diocesi e distret
chesi della Sambuca , e montava la popolazione to di Catania, donde dista 10 miglia, circondario
nel 1798 a 930, accresciutasi a 2041 nel 1831, e di Bclpasso da cui 4 in., e 183 da Palermo. Se ne
lilialmente nello scorcio del 1852 a 3041 , L'aria comprende il territorio in sai. 342,309, cio 311
231
CA CA
Canale. Lnt. Canali*. Sic. Canali (V.N.) garmcntc possedere tal nome, pei tesori
L'ultima parie del fiume di Pantagia o di che nasconde. Riesce adattissimo alla cac
Porcaro, dove questo scaricasi nel maro, cia, poich nutre delle fiere, volpi, lupi,
detto parimenti Bruca. Vedi Bruca. principalmente nei densissimi ed incogniti e
Cannlotto. Lat. Canalotius. Sic. Cana- selvosi boschi, che allo spesso occorrono per
lotlu (V. M.) Fonte mentovato dal Fazeiio, tutto il monte.
nel territorio di Chiusa, la di cui acqua Cani (isola del). Lat. Canum Insula.
impietrisce. Sic. Isula di li cani (V. N.) Nella spiaggia
Canestra. Lat. Canislra. Sic. Canni di Siracusa , e talmente depressa da ve
sta (V. D.) Municipio della citt di Castro- nir allo spesso coperta dai fluiti del mare.
reale, a tre miglia dalle sue parli aquilo Canicatti. Lat. Candicaltinum. Sic. Ca-
nari. La Chiesa dove amministransi i Sa nicatti (V. M.) Citt oggi abbondante , ap
cramenti agli abitanti sacra a S. Giobbe poggiata al declivio di un monte verso Ca
c tocca i confini del casale di Landro , riente , a 4 m. dalla regia citt di Naro :
oggi deserto, e li comprende. di figura ineguale, e divisa da vie affat
Cani (Montagna di). Lat. Cani Mon- to anguste tortuose ed ardue, e dal letto
tanea. Sic. Muntagli di Cani (V. M.) di di un torrente, dov' un ponte di pietra;
cesi altres Camo, Carni. IVcl territorio di ma splende non ignobile di pubblici e pri
Caccamo, appresso Termini Imerese, col vali edifizii. La Chiesa principale sacra a
mare in prospetto , e degli avanzi di an S. Pancrazio Vescovo, di cui famosa la
tica citt. Vi ha una grotta donde cavasi festa con fiere, quasi nel centro, ammira
una pietra alcalica , un tempo ridotta in bile per mole, ordine ed ampiezza, attende
polvere, appellata terra di Tavernaro, un l'ultima mano; il Parroco poi e 12 Man-
pronto rimedio a varie malattie. Si ha pa sionarii insigniti di almuzio han cura delle
rimenti delle fonti di acque salutari verso anime , e badano ai divini ministeri nella
le radici : contiene agate, diaspri, porfido, Chiesa di S. Sebastiano che sorge nelle
ed altre pietre di tal genere. Offrcsi luci parli inferiori. Ne slan soggette alla mag
dissimo nottempo ai naviganti; nei suoi fian giore altre sette, Ira le quali quella di S.
chi aquilonari carbonchio, o qualche co Biagio dal 1733 per amministrare i sacra
sa di simile, al pari di stella, che in nes menti agli abitanti alle altre unita, spicca
sun luogo si mostrato colla luce del maggiormente. Afferma Filippo Cagliola
giorno. persuasione intanto di alcuni che i Conventuali di S. Francesco riuniti
non mancarvi delle vene metalliche, per- si siano dal 1534; il Pirri per ne at-
loch dicevasi dai Saraceni Monte Aureo ; trihuiscc la fondazione al Principe Filippo
quantunque uomini leggieri affermino vol Bonanno nel principio del secolo xvii, verso
le parli d'Oriente, in un piccolo poggelto,
dove osservasi un convento con magnifica
to orti semplici, 41,314 in seminatori! alberati, 46,
869 in oliveti, 33.S42 in vigneti alberati, 12,234 Chiesa adorna di pitture, marmorei sepol
in ficheti d'India, 29,511 in ficheti d'India ed al cri , e stucchi. Sorgeva poco popolala
tro, 86.991 in boscate, 91,692 in colture miste, 0, quella parlo di paese, di qu dalla ripa
237 in snoli di case ; comech angustissimo pro del torrente, che estcndesi sino alla bassa
duce dei bnoni vini, e dei saporiti olii; il vino in estremit della piazza commerciale, e mena
fatti il genere principale di esportazione. Con
tava nel 1798 una popolazione di soli 371 abitanti, ai sottoposti amenissimi orli. Non lungi dal
di 380 nel 1831, e finalmente erasi accresciuta a la piazza maggiore verso Seltenlrione sorge
642 nel fine del 1852. con r annessa Chiesa lo spazioso convento
CA CA

dei Carmclilani quasi deserto, che ricono di di gloria. Nella molto ampia piazza di
sce la sua origine nel principio del pas questa magione osservasi una torre con
sato secolo. La casa dei Predicatori dal orologio. Non nego esservi stata nel me
1609 in un luogo pi basso verso Mezzo desimo luogo una rocca di cui fan memo
giorno fu innalzata ampia ed elegante per ria gli storici, ma non ne esiste orma al
opera del sullodato Filippo Bonanno. I Mi cuna. Due sono le piazze commerciali, al
nori Osservanti dal 1633 possedono verso tra ornata di un fonte di marmo da Geno
l'estrema parte settentrionale un Convento va, abbondante in acqua, con una statua di
ed una Chiesa sotto il nome di S. Spirito, Mercurio, detto Burgalino; altra pi gran
degnissima d'osservazione, dove stanno le de nella bassa regione, nel cui centro sorge
spoglie dei Baroni , e si celebra solenne pi elegante fonte a tre ordini, adorno di
festa del Patrono S. Diego, con fiere. Beca una vasca , della statua di Nettuno , di
onore al paese il Monastero delle Vergini altri emblemi, e sull'alto di quella della
sotto la regola di S- Benedetto, quasi nel Fama, che sembrano meraviglie dell'arte;
centro in un poggetto verso Ponente, eretto sparge acqua in abbondanza ed chiuso
nel 1630. Sorge vicino l'Ospedale di S. Se da cancelli di ferro : sul confine della citt
bastiano , in cui si ha cura degli infermi verso Mezzogiorno slendesi per circa un
e dei pellegrini, nella cui Chiesa meritano miglio una larga via, che porta a Naro, da
attenzione la tela di S. Giuseppe, ed altre entrambi i lati chiusa da alberi verdi ed
pitture ; il collegio sacro alla Madre di Dio opachi, che nel principio ha una fonte co
di recente origine. spicua di marmo abbondante in acqua; nel
A questi sacri edifzii corrispondono al mezzo un'altra pi magnifica verso Po
tri pubblici monumenti. In un poggetto nente, colle statue di Adamo ed Eva, con
verso Tramontana , dove un tempo era la obelischi, monete, statue di fiere, e lo slem
rocca , levasi il palazzo del Principe che ma della famiglia Bonanno; immensa va
guarda Mezzogiorno. Distinguesi per le va sca accoglie le acquo, dove nutronsi dei pe
ste stanze, le sue volte, i varii ornamenti, sci , cui succede amenissimo verdeggiante
le pitture, le splendide suppellettili: il pian orto; i quali monumenti nell'una e l'altra
terreno destinalo ad officine e per arme via ed insieme nella piazza , avendo nel
ria celebre in tutta l'isola, dapoich vi si 1660 a spese sue creato, istituito, fondalo
contengono militari armature di ogni sorta il Principe Giacomo m , deve giustamente
in lunga ordinanza, e principalmente ca appellarsi il novello fondatore di Canicalti.
valleresche, d'argento e d'oro intessute, Gode la citt di un aere temperata, racchiu-
n solamente di comune ma di gigantesca desi nella comarca di Naro e nella diocesi
misura, tra le quali uno scudo ed una ce di Girgenti, di cui soggetta al Governa-
lata a mezzo basso rilievo; dippi bellici dorc militare , e presta 3 cavalieri e 17
strumenti a mano, di vario e straniero ar fanti. La longitudine di 37 30', la lati
tificio, a due a tre canne, adatte a cacciar tudine di 37 20'. Al Barone compete il
fuori pi palle in un colpo ; schioppi pneu dritto di armi , ed ha il xvu posto trai
matici, daghe, spade, puntoni, lancie, spa Baroni, sceglie i Decurioni e gli altri Mi
done alla spagnuola , clave con else ele nistri. Dipende il Clero dal Vicario del
gantissime , una spada singolare che di- Vescovo ; vivono comodamente i cittadini ;
ecsi volgarmente essere stata del Conte Bug- per l'uberl del territorio si raccolgono
giero, ed innumerevoli altre cose di simil messe abbondanti. L' agro di Canicatli ,
genere ivi raccolte dagli antichi Baroni avi- tra le due fonti del fiume di Naro, for-
233
C CA

masi dei feudi Dammisa , Vitosoldano , Platamone di Siracusa, fior per gloria mi
Palco, Casalotto ed altri ; ciascuno per gli litare e grande virt di animo, sotto Car
abbondanti -pascoli accresce il bestiame ; lo V, cui fu destinato ambasciadore per la
abbondante di cacciagione pei suoi bo patria. Contese una volta in armi nella rocca
schi e per le selve ; fertilissimo il suolo di Terranova contra Vassallo Gravina Si
di frumento ed altre biade, di vini eccel gnore di Belmonte e di Cansaria, cui mis
lenti, olio, frutti, mele. In Vitosoldano, di in fuga coi suoi ; piacentcsi dei cavallere
cui dir , scoversero da gran tempo una schi ludi, diede un famoso saggio di de
statua di Nostra Donna , che riportarono strezza e di perizia; con ogni cura final
nella citt due miglia d'ivi distante. Oc mente ordinata l'armeria di Canicall, e la
corrono altres agli agricoltori dei ruderi sciato il figliuolo Gioran Battista, inori dopo
di antica abitazione, n pochi frammenti la met del secolo xvi. Giovanni prese in
di colonne, monete d'ogni metallo, princi moglie Isabella Rocca, con cui gener Fi
palmente Consolari, ed altri monumenti, pcr- lippo ed altri figli; da Filippo e da Anto
loch si ai tempi degli Etnici, che dei Cri nia Romano Colonna Signora di Monlalbano
stiani sappiamo essere stato il luogo frequen nacque Giacomo, che eccellente in lettere
tato. Dammisa a 3 m. verso Oriente, non che ed armi, di molto bene fu cagione alla pa
Palco, Casalotto , ad un miglio verso Set tria Siracusa , di cui pubblic la storia;
tentrione, mostrano parimenti antichi avan primo Duca di Montalbano adorn Canicall
zi di ediGzii , dal che ricaviamo non es di pubblici elegantissimi edifizi, protesse
sere di fresca origine la vicina Canicall. i letterati , fu per molli titoli commende
Re menzione al fermo, quantunque ri vole, lasci da Antonia Balsamo figliuola ed
portisi volgarmente ai tempi del Conte Rug erede del Marchese di Limina e Principe
giero , dai regii libri tuttavolla nel seco di Roccafiorila, Pietro e Filippo Centu
lo xrr , poich Luca di Formoso di Gir- rione dei Cavalieri Borgognoni custodi del
genti, mentovato Signore del castello, che Vicer, e dei 12 Pari del Regno; ma non
nemico a Martino per essersi unito a Rai ebbesi prole dalla moglie Violanta Notar-
mondo Honcada, e chiuso in prigione col bartolo, onde vcnnegli subrogato nel 1661
figliuolo, dicesi rimesso in grazia nel se Giacomo figlio di Filippo, e presa in mo
colo xv; ma dubito se sia stato rimesso nel glie Francesca Marini , divenne padre di
possedimento del castello, poich nel censo Filippo, donde Francesco Principe di Cat
del medesimo Re del 1408, trovo soggetta tolica, di cui ed altri diremo altrove (1).
Canicattt a Salvatore di Palmeri, dal di
cui figlio Antonio compresselo nel 1453 (1) Oggigiorno un capo-circondario di 2* clas
genti,
Andreail diquale
Crescenzio
ebbesi daanch'
Alfonso
egli ladifacol
(Ur se in provincia diocesi distretto di Girgenti , da
cui dista 28 m., e 78 da Palermo. Con decreto del
Re Ferdinando I ne venne mutato lo spedale in
t di dilatare i confini del casale. Succes collegio di Maria, dove educasi alla civilt ed al
segli il figlio Giovanni, donde sorse Rai l' economia di famiglia la giovent feminile. Fiori
monda maritata al'Cavaliero Calogero Bo intanto in questo secolo in Canicattl Vito Lumia
nanno di Caltagirone, il quale confermato, Arcidiacono della cattedrale di Girgenti, nelle fi-
venne decorato nel 1507 del potere di armi, losoGche dottrine prestantissimo, di coi da pochi
anni piangiamo la perdita. L'estensione territo
e spedito legato per la patria a Ferdinan riale di sai. 7068,831, e dividendo in culture. 11,
do il Cattolico, merit venir insignito dal 503 in giardini, 8,948 in orti semplici, 8,616 in
medesimo Re del cingolo militare : il di cui canneti,, li 04,806 in seminatorii alberati, 5039,
figliuolo Filippo presa in moglie Eleonora 548 in seminatorii semplici , 806,363 in. 1 , 1pascoli,
234

CA CA

canicattlni. Lai. Candicattinum. Sic. Nasce sopra il villaggio Siculiana discosto


Canicattini (V. N.) Vedi Bagni. un miglio e mezzo dalla spiaggia maritti
Cannateilo. Lai. Catmatellus. Sic. Can- ma, ed accresciuto dalle acque del mede
nalcddu (V. D.) Fiume che scaricasi nel simo territorio, scaricasi nell' Affricano.
lido di Caronia, aquilonare della Sicilia, Cannila (*).
avcnlesi origine nei colli vicini. Cannizzaro. Lat. Canizarus. Sic. Can-
Cannatene Lai. Cannalellus. Sic. Can- nizzaru (V. M.) Fonte nel territorio di Pa
nateddu (V. M.) Fiumiccllo che Irae origine lermo, dai Saraceni Aynnizzar, Kemonius
dalla sorgente del medesimo nome; bagna nei diplomi di Guglielmo II del 17G6. Ha
i confini del villaggctlo di S. Margherita, la sorgente presso il Parco, e scorrendo
c sbocca nel Carrabi. per la valle delta della Fico agita macine
Cannavera (V. M.) Fonte del fiume da frumento, diffonde perci subitamente
Jato, di cui fa menzione il Fazello nella acque abbondanti dal profondissimo angu
dee. 1, lib. 7. sto fonte. Dopo irrigato un tempo il paler
Canne (Fiume delle). Lat. Cannarum mitano territorio, venuto alla citt, divideva
fiutili. Sic. Xiumi di li canni (V. N.) Nelle l' antica e la novella , Palcopoli e Nea-
parti di Noto, le di cui sorgenti sono nei poli dove oggid il quartiere dell' Alber
colli, su cui si leva la citt di Aidone; indi garla, che perci dicevasi Kemonia al tempo
bagna l'osteria dello Canne, dalla quale dei Normanni, cio torrente. Fa menzione
prende il nome, ed unito ad un altro fiu delle di lui ripe il Malaterra nel lib. 2,
miccllo bagna altra bettola detta della Ga che piantate ad alberi da entrambe le parti
bella, di cui assume parimenti il nome;
accresciuto poi dalle acque di altri fiumi, (1) Chiamansi con questo nome una contrada,
Calalfaro, Minco, Buffarilo, e Patagonia, di ed una collina nei dintorni di Palermo , distanti
Gurnalonga e di S. Paolo, sbocca in gran circa un miglio verso Oriente dal villaggio di Por-
parte nel Simcto; ma si ha foce propria, Iella di mare. Sino a pochi anni addietro gli avanzi
di antiche fabbriche, i frammenti di Tasi fittili,
detta un tempo di S. Paolo, come dir al
le monete greche e puniche, che avvien sempre
trove. incontrare in quel sito, non avean fatto nascere
Canne (Fiume delle). Lat. Cannarum nemmeno il sospetto che avesse potuto esistervi
fluvius. Sic. Xiumi di li canni (V. M.) Un un'antica citt. Quando anzi, oltre i molti sepol
tempo Camico secondo Cluvcrio ed altri, cri sparsi per la campagna , furon col scoverti
alle di cui ripe cio sorgeva Camico, Me nel 1695 e nel 1725 due sarcofagi di marmo, di
una forma e di una scollura assai caratteristiche,
tropoli del Re Cocalo, di qual citt dicem i nostri archeologi lungi di apporsi al vero, pen
mo di sopra. Afferma Duri dato a Camico sarono che avesse potuto esser quello il luogo pre
il nome dal fiume, ma viceversa Bochart. scelto per sepoltura di illustri cittadini di Paler
mo , o della vicina Solunto. Pubblicatasi frattanto
389,573 in vigneti alberati, 27.710 in vigneti sem nel Journal Atiatique, n. 49 anne 4S4S, la ver
plici, 53,635 in ficheti d'India, 10,916 in alberi sione di un frammento del viaggio del Musulmano
misti, 9,309 in pistacchieti, 108,729 in terreni im Spagnuolo Ebn-Djobair, il quale visit la Sicilia
produttivi, 5,278 in suoli di case: il maggior com sotto il regno di Guglielmo II, le particolarit no
mercio di esportazione consiste in frumento. Ne tate da questo viaggiatore rendono oramai indu
ascendeva la popolazione nel 179S a 16455 anime, bitato che attorno la collina della Cannila sorgesse
a 1738 nel 1831, a 17789 nel fine del 1852. Ven sullo scorcio del secolo in un Castello arabo, la
ne da pochi anni costruita la strada rotabile, che cui fondazione era antichissima, ed anteriore alla
per nn braccio porta a Girgenti, per altro a Li conquista dell'isola fatta dai Musulmani. Il nome
cata, il quale ultimo venne da circa due anni del castello arabo era Catr-Sdd, ma ignoto quello
compilo. della citt, di cui aveva preso il luogo.
CA CA 235

presentano agli occhi un amenissimo spet drilli del Vescovo di Mazzara. Erano 321 gli
tacolo: scaricasi ora nell' Oreto. Ma di trop abitanti nel 1593, ma nel tempo del Pirri
po accresciuto in tempi piovosi ne tende 613 a .ime abitavano in 141 case, nume-
rettamente alla citt , balte le mura sot ravansi 221 case nel 1713, ed 882 abitan
to il palazzo reale, ed incanalandosi per ti, ed ultimamente 1037. Possedeva il feudo
un letto costruito da pochi anni, dinanzi del medesimo nome con Falconara nel 1308
alle medesime mura australi, sotto il forte Fior de Chissari: nei primordii del se
appellato dei Greci, viene a mescolarsi guente secolo Giliberto di Bologna vien
al mare. Dicesi in altro nome fiume di detto Signore di Capaci , e gli succedette
Maltempo, poich accresciuto dal rove Francesco, cui Girolamo. Leggiamo di Fran
scio delle piogge, sino a Palermo se ne cesco, seguite le parli del Re, essersi con
scorre. altri opposto agli sforzi di Giovanni Luca
cannino. Lat. Cannizus. Sic. Canniz- Squarcialupo, ed averlo finalmente ucciso.
zu (V. W.) Lago abbondante in pesca, a tre Fu parimenti Signore di Cefal, fondatore
miglia dalla terra di Chiaramonte verso della terra di Marineo, Questore di Si
Occidente. cilia, ed ebbesi a moglie Antonella. Gi
Cantora (V. N.) Fiume dello dagli an rolamo mor prima del padre sul verde
tichi Alalo tra le penisole di Agosta e degli anni, succedette perci a Francesco,
Tapso. Vedi Alabo. Giliberto Conte in prima di Marineo, poi
cantara (V. D.) Fiume Alcantara e di Marchese, da cui Vincenzo Pretore di Pa
Calatabiano, cosi appellato perch tragit lermo, dei 12 Pari del Regno, Slralegoto
tasi per un ponte di pietra, poich Ponte di Messina , dei di cui figli generati con
presso i Saraceni dicesi Cantaro. Vedi Emilia Aragona, Francesco e Giulia, prese
Onobala. in moglie il primo Ippolita Larcan con cui
cantarello. Lat. Cantarellus. Sic. Can- gener Beatrice , maritata a Giovanni Bo
tareddu (V. D.) Borgo appartenentesi ad logna, c morto senza prole nell'anno xxii
Aci S. Filippo , con Chiesa soggetta alla di vita sua; Giulia sorella di Francesco,
parrocchiale del medesimo S. Filippo. dalla di lui morte indi l'ottenne, presa in
Capaci. Lat. Capacitivi. Sic. Capaci moglie da Vincenzo Pilo e Calvello, e per
(V. M.) Piccola terra nella giurisdizione di privilegio di Filippo IV, ne ottenne il ma
Palermo , da cui dista 12 m. circa verso rito il titolo di Conte di Capaci; nacque
Aquilone, un m. e / dalla spiaggia ma da questo Lorenzo marito a Luigia Oriolcs
rittima, sotto un colle rimpetto l'isola delle privo di prole, perloch il di lui germano
(emine; non eccede per origine la met Girolamo, conseguite le signorie nel 1633,
del secolo xvi. Ornata dal 1624 degli onori ne fu ben 33 anni in possedimento , di
di Contea oggi soggetta a Girolamo Pilo. sterile letto per con Anna Vallo e Perna:
Affermando Arezio essere stata verso que succedettegli il giovane Girolamo figliuolo
sta parte Mozia, di cui fan menzione Po di Vincenzo , nato da Francesco fratello
libio e Tucidide, scrive non lungi esserne del vecchio Girolamo , Principe parimenti
gli avanzi, nel podere cui nome Capece. di Roccapalumba , Vicario del Vicer per
Occupa il centro del villaggio la magnifica l'Isola, e Pretore in patria rifulse, ebbesi
casa del Barone, intorno alla quale sorge il figlio Ignazio da Orsola Migliaccio , da
il maggiore tempio parrocchiale dedicalo a cui e Giovanna Francesca Dente , nacque
S. Erasmo, ed altre due Chiese minori si Girolamo oggi In vita. He diremo nuova
scorgono, sotto l'Arciprete, e riconoscono i mente lorch di Marineo. Levasi nella spiag-
23G

CA CA
gi di Capaci una torre di guardia (1). luogo non lungi della destra ripa del fiu
Caparrlna (V. D.) Colle che si leva me di Erice, ora cognominato di S. Pao
tra le mura di Messina da Occidente, rim- lo, quasi a mezzo corso, tra Lenlini e le
pello la rocca di Matagrifone, celebre per antiche vestigia di Sergenzio, che dicami
l'apparizione di nostra Donna, che vi volle oggi volgarmente la Cittadella, dov' Ca-
in suo nome fabbricata una Chiesa, donde piloniana. In qualunque silo stabiliscasi
dicesi di S. Maria dell' Alto , cui fu con Sergenzio, falsamente direbbesi collocata Ca-
giunto dal 1389 un cenobio di Monache piloniana tra Lenlini e Sergenzio : male
sotto regola di S. Bernardo, ed alla Re Cittadella alla destra del fiume Erice, poi
gina Costanza attribuisecsi la fabbricazione ch un allro Erice, dal fiume delle Canne,
della Chiesa. Dicono essere stata miraco che scorre sotto Aidone. Noteremo non es
losamente ivi trasportala la tavola del ser lievi dappertutto le mende di Cluverio
volto della Vergine di color suboscuro. verso i luoghi interni della Sicilia che non
Vedi il lib. 3 , cap. h dell' Iconologia di osserv. Del resto la via reit discosta 30
Placido Samperi, che narra la storia sin miglia da Cittadella e pi di un m. da Ca
dalla fondazione. tania. E intanto nel territorio di Camopielro,
capezxana. Lat. Caploniana. Sic. Ca- sotto i colli di Judica alla destra del Crisa
pizzana (V. IV.) Luogo mentovato nell'Iti oggi ninnino, il luogo Capezzana, dove con
nerario di Antonino e nelle Tavole; Iliner.: altri insegnano Pacio ed Aprile, essere stala
da Catania a Girgenti cogli alberghi ora Capiloniana. Consuona altronde il nome,
stabiliti 91 m., cos: da Catania a Capito- ed accordasi del tutto la distanza di 24 m.
niana 21, ai Filosofiani 21, ai Callonilani Aon costa se sia stala Capitoniana un mero
21 ec. Le tavole: da Catania a Capito- albergo a ricoverare i viaggiatori o colti
nia 2f, ai Filosofiani di Gela 21 ec. A valo villaggetto.
che il Cluverio : Se correrai 2i di retta ria capizzi. Lat. Capitium. Sic- Capizzi
da Catania verso Girgenti giungerai in un (V. D.) Citta appartenenlesi a Gabriello
(1) E oggid un cornane in provincia e distretto Lancelotto Castello Principe di Torrerouz-
di Palermo, diocesi di Morreale , circondario di za, insigne oggi pel titolo di Aurea citt
Carini , da cai dista 5 in., e 12 da Palermo. La e gli onori di Marchesato, un tempo di
aua aria salubre, e comprendesi il suo angusto Contea. Occupa il giogo di elevato colle
territorio in salme 467,304, e dividendo a culla verso Libeccio. E nel supremo vertice una
re, 1,170 in giardini, 0,560 in orli semplici, 0,444
in canneti, 18,781 in seminatori! alberati, 138, antichissima rocca, ma ruinosa, nobilitata
027 in seminatori! semplici, 44,668 in pascoli, una volta dalla dimora di Pietro II di Ara
12,118 in oliveti, 2,865 in vigneti alberati, 10,558 gona ; e mostra il regio stemma col ves
in vigneti semplici, 67,843 in sommaccheti, 53,968 sillo in giorni stabiliti dell'anno.
in Gcbeti d'India. 28,780 in ficheti d'India ed Vedremo pi in basso se sia stala Capi-
altro, 37,487 in frassineti, 39,900 in terreni im lina. Il tempio maggiore non lungi dalla
produttivi , 0,135 in suoli di case. Alle falde dei
monti sono foreste di manna che in lungo ordi rocca conosce a tutelare S. Niccol Ve
ne verdeggiano , e di che molto si servono gli scovo di Mira, cui onorano patrono gli abi
stranieri : apronsi anche delle cave di eccellente tanti una con S. Giacomo A posi., di cui an
marmo. Nelle caverne poco lungi discoste rin- che la Chiesa parrocchiale soggetta a pro
veiigonsi ossa fossili d' enormi cetacei , che sba- prio Rettore; presiede inoltre l'Arciprete
gliaronsi dal buono Fazello per ossa di giganti.
Contava nel 1798 una popolazione di 2415, di ad altri sei Chiese minori, suffrnganee a
3111 nel 1831, e finalmente di 4145 nel fine del quella di S. Niccol, ed segnato Preposito
1852. del Collegio Canonico da poco istituito- I
237
CA GA

frali Minori Osservanti, sollo il nome di S. Confessiamo ignorare se sotto i Norman


Maria di Ges, abitano un Convento all'estre ni che tolsero Capizzi dai Saraceni , sia
mit del paese, che diecsi un tempo abi stala soggetta a parlicolar Signore. Sollo gli
talo dai Conventuali- Sorge poi un decen- Svevi per troviamo aver tenuto la Contea
tissimo monastero dell'ordine di S. Bene di Capizzi Corrado Principe di Antiochia,
detto sotto il titolo di Maria Annunziala, e figliuolo di Federico di Antiochia (fu que
l'ospedale abbastanza ampio, per gli infer sti generato con Margherita dall' Imperator
mi e i pellegrini , attaccato alla Chiesa Federico Be di Sicilia); fu dello perci di
d S. Antonio Abaie. Ammirasi al di fuori Capizzi, e falsamente confondesi dai nostri
l'Abazia di S- Maria del Piano, e l'altra storici, come avvertii nelle mie note al Fa
di S. Benedetto, nelle quali vivevano i Mo zello, con Corrado Capece nobile cavaliere
naci sotto gli istituti del medesimo S. Pa napolitano, e valorosa lancia; nominato il
triarca, amministrale oggi da Giovanni Ca medesimo nel 1265 Signore di Alba, Celano
stello fratello del Barone, e ne decora la e degli Abbruzzi, amministr la Sicilia pei
prima di varii privilegii. Imperocch il flet Be Manfredi e Corradino, e menata in mo
tere di quella siede il xxxvi poslo nei Co- glie Beatrice figliuola di Galvano Lancia ,
mizii del Begno, e pu servirsi delle me gener Federico, Bartolomeo, e Francesco,
desime insegne che gli Abati di S. Giovan i quali due ultimi furono Arcivescovi di Pa
ili degli Eremiti in Palermo. lermo. Da Federico nacque un figlio del
Di tali sacre e civili case ornata Capiz- medesimo nome, che nel 1305 succedette
zi, fa pompa di bellissima prospettiva; e ne nella Contea di Capizzi, ed inoltre fu Cancel
erano 879 le case nel 1595, ai tempi del liere di Sicilia, Signore di Mislrelta, Castel
Fazello, 4503 gli abitanti; nel 1652 le case lammare ed altre terre. La di lui nobilis
990, e 3435 gli abit. Nel 1713 contaronsi sima moglie Margherita di Consolo o Escolo
830 case, 2622 abitanti , che ultimamente gli partor Pietro e Giovanna la quale prese
montavano a 3180. 11 magistrato scelto da in marito Francesco Gesualdo; Pietro nel
gran tempo dal Protonotaro del Begno, co censo di Federico II dicesi Conte di Ca
me di citt Demaniale, oggi ad arbitrio del pizzi. Ribellatisi poi dal medesimo Fede
Marchese, costa di 4 Decurioni, un Sindaco, rico, a favore degli Angioini, gli Antiochia
ed nn Prefetto nei delitti. L'Arcivescovo di di Capizzi, rimase il paese sotto il Be: Pie
Messina intanto deputa i suoi amministratori tro II concesselo a Blasco di Alagona :
alla custodia del Clero. piantato il ter fu Conte di Capizzi sotto Federico III Fran
ritorio ad oliveti , vigneti e mori , e tal cesco Polizzi Conte di Cerami e di Capiz
mente va bello di albereti carichi di ogni zi, ma unitosi ai Chiararaontani e privato
variet di fruiti, da credersi non a torto dei beni, e Capizzi e Cerami per libera
dal Fazello appartenersi ai monti Erei; ab lit del medesimo Be cedettero nel 1361
bonda finalmente in pascoli, ed arricchisce a Bernardo di Spadafora. Sotto Io scettro
la pastorizia. Mostra per insegna da tempi del Be Martino Sancio Rois de Lihori ot
immemorabili una testa di uomo colle spal tenne finalmente la terra con Gagliano, Mi-
le, qual figura appellano Prosoma. Cora- stretta, e Regitano, dei quali dicesi Signore
prendesi nella comarca di Nicosia, e la pre nel censo del 1408. Aveva dato al certo
fettura militare di S. Filadelfio, sommini Capizzi Martino ad Vgone di Ballo, dal
strando un cavaliere e 45 fanti. Fu a lungo di cui possedimento, sborsata una somma,
Demaniale, ed a non soggiacere ai Signori dicesi essersi redenti i cittadini, e tra le
due rotte ricomprassi dalla clientela. Regie citt aver quella il Re segnato; ma
23S

GA CA

cambialo di parere , arcala conceduta al Capoblanco. Lat. Caput album. Sic.


Lihori nel principio del secolo xv, donde Capubrancu (V. M.) o promontorio tra Si-
se l'aveva il figlio di lui sotto il Re Alfonso, culiana e le foci del fiume Platani , con
che decret, che come prima Capizzi e Mi- una torre d'ispezione. del medesimo no
slrctta non pi a Baroni si affidassero, poi me e volgarmente Punlubianca, il promon
ch gli abitanti di entrambe le citt diedero torio tra le foci del fiume Ipsa o di Naro
al Lihori la somma congruente in oro. Ri e Monte Chiaro. Sta rimpello uno scoglio
mase, sino al 1G82 nel Demanio, ma sbor nel mare, ad un mezzo miglio dalla spiag
sato il prezzo nel Regio Erario, prese Ca gia, e dicesi Pietra Padella, di 200 passi
pizzi Lanccllollo Castelli, e donato del di circuito.
titolo di Marchese, ritenne il dritto di se
dall'antico peculio servisse alla fondazione del
dere il xxxii posto nel Parlamento. Regi monte agrario, che presta con le norme generali;
streremo altrove, parlando di Gagliano, i suc 1' altra meta fu impiegata alla istituzione di un
cessori di Lanccllotlo. monte di pegnorazione , approvato con sanzione
Fa menzione Tullio lib. 2 , della citt regia, e con accurato ordine diretto. Merita anche
Capitino tra quelle vessate dalla sete dei attenzione un teatrino di particolar patrona nza ,
un decente albergo per forestieri, e varie case
Decumani sotto Verre. Non mai tuttavia ab palazzale giusta la moderna eleganza.
biamo incontrato da quale gente sia stata Il clima vi dolce , e grandemente salubre ,
in prima fondata, o quali fortune abbia in l' aria sempre fresca, pura e secca di sviluppo ed
tanti secoli passate. Convengono gli scrit ingegno agli abitanti , che godono nna lunga
tori esserle succeduta Capizzi ed averne vecchiaia; se ne contavano 3484 nel 1798, poi
conservato il nome, poich Tolomeo porta 3532 nel 1831, e finalmente 4121 alla fine del 1852.
Il territorio feracissimo di tutto che necessa
Capylium, che affermano nulla differire rio ai bisogni della vita ; estendesi in sai. 3047,
dalla Capitino di Cicerone. Asseriscono del 605, cio 17,614 in giardini, 668,777 in semina
resto alcuni appellata cos Capizzi dalla tori! semplici, 1165,603 in pascoli, 114,781 in
forma del colle in cui siede, poich il vertice vigneti semplici, 1,453 in ficheti d'India, 3,984
rappresenta una testa. Ne la lat. di 37, in castagneti, 368,250 in hoscale, 707,143 in ter
reni improduttivi ; squisitissimi sono i frutti che
45', la long, di 38, 5' (1). produce, e ne vennero in motto le ciriegie: i bo
schi abbondano eziandio in caccia. Vi vegetano
(1) Oggid nn capo-circondario di 3* classe molte piante medicinali ricercato dai botanici; ed
in provincia di Messina, diocesi di Patti, distretto anche vi sono masse di asfalto , molte variet di
di Mistrclta, da cui dista 12 m., 75 da Messina, marmi, mucchi di pietre calcinate annerite, che dan
103 da Palermo. A quel che riferisce l'autore, ri sospetto d' indole vulcanica e di antiche fisiche
guardo a topografia, si accresciuto un collegio rivoluzioni. Le acque potabili sono dolci, lim
di Maria giovevolissimo alla educazione dello ra pide, e salubri; una sorgente di acqua zolfurea.
gazze , conio anche varie congreghe , oratorii e vi nella contrada Acquasanta , sperimentata
confraternite destinale al culto di nostra fede: salutare pei morbi della cute, e che perci d il
tredici ne sono le Chiese esistenti. Molto influi nome a quella contrada.
scono per alla istruzione le pubbliche scuole Il suolo di Capizzi d anche occupazione agli
di umanit, di rettorica, e filosofa , oltre la pri archeologi, perciocch ne occorrono disseminate in
maria e secondaria per la istruzione della gio tutto monete in oro, argento, rame, Greche, Roma
vent. Succeduta l' elevazione a capo-luogo di ne, Bizantine, e vi si osservano sepolcri, lacrimatoi,
circondario vi si organizz una casa Comunale, e | Tasi, vestigia di remotissima abitazione ec, perloch
vi si istitu un monte agrario nel 1796 , da cui preziosissimo quel mss. del Larcan. De Summit
si presta frumento; dirigesi da due Deputati, e antiquorum populorum, et urbium insulae Sieiliae
dal Sindaco, eletti dal Decurionato con l'approva in territorio et civitate Capita inventis... diteri-
zione dell'Intendente per ogni due anni. Mei 1849 ptis anno 1808: nel quale lavoro si vogliono an
intanto fu disposto, che met del capitale rimasto che provare di Capizzi alcune monete.
239
CA CA
Capo d' Arso. Lat. Caputarsw. Sic. Ca- Capogrosfto. Lat. Caput grossum. Sic.
pilarsu (V. M.) Ponte che congiunge le ri Capu grossu (V. D.) Drepanum da Plinio,
pe delfiniera meridionale o del fiume che sotto il villaggio Itala, insieme con
Salso, sotto i colli su cui siede Callanisset- Lcucopetra promontorio d'Italia, termina
ta; formato da un arco, appoggiasi da da Mezzogiorno il Siculo stretto. Credesi
entrambi i lati ad altissime rupi, ed apre- da Maurolico l' Argennum di Tolomeo, ma
glisi una lieve salita a volte, dove sono del falsamente, come di sopra si disse. Altri
le pose pei viandanti. Attesta una iscrizio confondono il Drepano coli* Argenno, ed af
ne essere stato costruito sotto l'Imperatore fermano essere il capo di S. Alessio. In tempo
Carlo V, Vicer Giovanni Vega, a pubbli d'inverno vien battuto dalle onde del mare,
che spese, nel 1553, col Regio stemma, due che lascia libero nell'est il lido sottoposto,
colonnette, ed il motto Plus ultra. l' al talch pu tragittarsi a piede asciutto.
tezza dell'arco di 80 palmi, di 93 la lar capo d* orlando. Lat. Caput Orlandi.
ghezza. Ne mont la spesa a 2000 onze. Sic. Capu d'Orrannu (V. D.) Ripido colle
Capo d'Arso. Lat. Capularsum. Sic verso Settentrione, sovrastante al mare, con
Capitarsu (V. N.) E un territorio, a manci celebre rocca a cavaliere del sommo ver
na del fiume Salso meridionale, di cui era tice, a 5 m. dalla citt di Naso, compreso
Signore nel 1320 Guglielmo di Palermo nella di lei giurisdizione. Ne sta sotto ad
da Castrogiovanni; poi nel 1408, sotto Mar Oriente un piccolo asilo di navi ed una
tino, Guglielmo di Leto, da Castrogiovanni osteria. La Chiesa nella rocca conserva una
anch' egli : si appartiene oggigiorno a Gu- piccola imagine in marmo della R. Ver
gliemo Crescimanno da Piazza. Prende gine, nota per prodigii, con gran Gducia in
da questo il nome il celebre ponte ad vocata in ajulo dai marinai nelle tempeste,
un arco , i di cui lati appoggiansi da in di cui onore ai 22 di ottobre celebrasi
entrambe le parti a rupi altissime. Ivi dai popoli d'intorno una graziosa solennit,
parimenti una zolfara, dalla quale non con fiere per tutte quelle parli frequentis
lungi un fonte di acqua un tempo salutare, sime. Nella medesima rocca un domicilio
ma da poco, perch o infetta da materie ve del Conte di Naso , e dei cannoni ad im
nefiche, o perch vicina alla zolfatara, dive pedire le scorrerie dei pirati. Dicesi im
nuta mortifera a quei che ne bevono: posto alla rocca ed al promontorio il nome
chiusa perci la grotta donde scaturisce, ad di Orlando da uno dei commilitoni di
evitar disgrazie. Dicemmo poco fa del pon- Carlo Magno, e coi primi ce lo afferma
te(i). Goffredo di Viterbo nella Cronaca; poich
si fama esser Carlo venuto una volta in
(I) Ne questa la iscrizione: Carolo V Impera Sicilia, quivi fabbricata una rocca, ovvero
tori, Joannet de Vega Prorex, ad itinerantium a questa delle altre in prima costruite
tomoditatem, Achatem fluvium, ponte publicaim- posto il nome di Orlando suo commilito
ptnia constructo, decorava. Fuit aedificatus a duo- ne, bravo nelle armi. Dissi gi di Agatirno
bus magistrit venetit anno multi pr mercede
tmeiarum bismillt, expensis totius Trinacriae Re situalo un tempo nel piano vertice dell'al
gni. Extat altitudo palmorum 80, latitudo vero tro colle ad Austro. Dir parlando di Naso
pai. 113. Non si comprende come quel fiume, chia dei Signori cui stata commessa la rocca.
mato sempre l' Imera meridionale, dicasi Acate in oggigiorno posseduta da Giovanni San-
questa lapide. in costruzione la strada rotabile doval.
da Caltaoissetta a questo ponte, la quale dovr pro
seguirsi per varii punti che saranno determinati Capo Pasaaro. Lat. Caput Passarum.
lai R. Governo. Sic. Capu Passarti (V. N.) V. Pachino-
240
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Capoaecoo. Lat. Caput Sccum. Sic. varii Signori, ai Balsamo cio, ai Bronci-
Capii Siccu (V. D.) Alla orientale spiaggia, forti, ai Cordona, ai quali appartenevasi al
appresso il lido di Nascali e la torre di tres nel 1620. Ma essendosi riservato i Fi
Archirnfi. Diccsi ecco dalle moli etnee cui lingeri il dritto di ricompra, nella met del
unito. Non lungi la mentovata rada di secolo scorso si richiamarono Capri. Ve
S. Tecla. dine dove di S. Marco (1).
Cappelliere (Bosco del) Lat. Capii- caputo. Lat. Caputus. Sic. Caputu (V.M.)
Ieri* M<:mii!>. Sic. Vomii di lu Cappidderi Monte nel territorio di Palermo, cui sovra
(V. M.) Si appartiene al Vescovo di Mor- sta verso Libeccio, e slcndesi per ampie
reale, notato a num. 43 nei diplomi di radici , e dove verso gli estremi australi
questa Chiesa, appresso l'antico Parco, trai fianchi adeguasi, un po' declive , sostiene
territorii di Corlcone, Piana e Marineo, ed la citt di Morreale decorata di Arcive
occupa le radici della montagna Busamma- scovo; era per nobilitato un tempo di case
ra. Stendcsi ampiamente in gineprai, selve, suburbane di Be di Sicilia, che quivi spas-
cavernosi dossi . occupato da querce , elei savansi nel cacciare. Verso Maestro unito
ed altri alberi; abbonda dapertulto in porci, a dossi di altri colli , e signoreggia con
damme, cervi, conigli, ed in fiere. valli vestite di erba ed amenissime in arbo
Capri. Lat. Capri. Sic. Capri (V. D.) scelli, e si ha l'insigne Convento di S. Mar
Piccola terra , municipio di S. Marco , da tino detto delle Scale. Verso il vertice
cui molto non dista; poich sorge nel lato orientale stcndesi un'ampia pianura, ricca
del colle a Libeccio, che oggi accanto in frutlcti, vigne ed ulivi; siede alle radici
S. Marco. La Chiesa principale porta il il cenobio di S. Maria della Bocca. Il su
nome di S. Maria Assunta, e va sotto il pa premo poggio verso Occidente corrisponde
trocinio del Martire S. Costantino; le pre alla celebre via della citt Metropoli, della
siede un Sacerdote, alla di cui cura com- del Cassaro, e mostrava una rocca fabbri
mcttonsi altre sei Chiese minori; ma ne ap cata ai tempi dei Normanni , che conser
partengono i drilli parrocchiali all'Arci vando oggi intere le mura, alcuni archi e
prete di Galati, sotto il Vescovo di Messi le scale, presenta antichit colla magnificen
na. Comprendeva nel secolo xvi, sotto l'Im za, e dicesi Castellacelo, di cui in appresso.
peratore Carlo, 128 case 478 abitanti, 190 Dove siede Morreale ricrea la cilt di co
caso 723 abitanti nel 1652, ma se ne di piose vene di acqua , ed irriga gli orli e
minu il numero nel 1713 a 113 case 351 i frutteti persino alle infime valli. Queste
abitanti, che 541 ultimamente- poi tanti frulli di loro ubcrt somministrano,
Hannosi i Baroni di Capri il l posto nel da prendere il primato tra' territorii del
general Parlamento, dei quali ecco la scric. l'Isola. Dir altrove in copia di Morreale.
Nel 1320 appartenevansi i villaggelli di Ca
(1) attualmente un cornane in provincia di
pri e di Mirto a Vitale de Aloysio : sotto Messina , distretto e diocesi di Patti, circondino
il Be Ludovico ed il fratello di lui, otte di Naso, distante 75 in. dal capo-luogo della pro
neva la famiglia Aragona, Capri con S. vincia. S6 dal capo distretto , 6 dal capo circon
Marco, Mirto, e Frazzan. Bibcllatisi da dario, e 103 dalla capitale Palermo. silniu in
una valle ricinta da montagne , di aria buona-
Martino gli Aragona, leggesi conceduto S.
Contava nel 1798 soli 508 abitanti. 526 nel 1831.
Marco ad Abone Filingeri; Capri e gli altri e Gnalmente 635 nello scorcio del 1852. Si com
municipii a Lancellotlo de Larcan; giun prende il territorio in sai. 293.377 , e dividendo
sero poscia ai Filingieri, ma Capri cedette in culture, 0,706 in canneti, 11,448 in gelseti.'9'
nel secolo seguente, in luogo di pegno, a 559 in seminatorii alberali, 123,206 inseminila
241
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Fiutiti*.
Carbone Sic. (fiume
Xiumi didel).
Iu Carvuni
Lat. Carboni*
(V. D.) ra, un vestigio di antica abitazione, volgar
mente detto Civita. Ebbesi il villaggio nel
Rasce nei colli sovrastanti a Cefal, appresso corso di questo secolo degli accrescimenti,
la quale scaricasi immantinente nel mar per opera del medesimo Vincenzo, e la
Tirreno , e dicesi dal Fazello di nuovo Chiesa parrocchiale riconosce a tutelare S.
nome. Niccol Vescovo. situato in un piano, e
Carbone. (V. D.) Villaggetto o Casale stendonsi le vie ad angoli retti. Vi si nu
minato,
del Fazello:
ma cheappresso
ancora era
Bronte,
in piedi
scrive
ai iempi
nel merano circa 100 case e 343 abitanti. Fera
cissimo il territorio, e copiosamente ir
lib. 10, cap. 5, terso Occidente, a S miglia, rigalo. Comprendcvasi nella Signoria di
il villaggio Carbone. Appartenevasi nel Randazzo nel 1408, sotto la clientela di
U13 a Bartolomeo di Gioeni, poich si Bartolomeo Spadafora, come da un diplo
comprendeva nella Signoria di Paterno- Vi ma di Martino altrove accennato. L'ebbe
pass una santissima vita , verso il secolo lungo tempo negli scorsi secoli la famiglia
iiv, il B. Pagano monaco nel Convento di Romeo di Randazzo , sotto i di cui auspi-
S. Niccol dell' Arena, di cui nella Chiesa cii assegnano V origine del villaggio. Ne ha
le di lui spoglie conservansi. oggimai il Barone un posto nel Parlamento.
Carbone (Cala di). Lai. Carboni sto Va soggetto all' Arcivescovo di Messina, che
lto. Sic Cala di lu carvuni (V. D.) Nella delega ad un Sacerdote la cura delle ani
spiaggia di Mascali, appresso Nasso, al lato me (1).
orientale dell' Isola. Cardinale. Lat. Cardinali. Sic Cardi
e arcacela. LaL Carcharachium (V.N.) nali (V. N.) Casale nella regione di Noto,
V. Calcaraco. dato da Adelasia nipote del Conte Ruggiero
Carcacl. Lat.Carcacis.SicCarcaci (V.D) al Vescovo di Cefal. colla Chiesa di S. Lu
Piccola terra, oggid sotto titolo di Ducato, ap- cia presso Siracusa, che dal Re Ruggiero era
parlencntcsi a Vincenzo Paterno Castello, stala rondata, nella quale leggiamo nel 1216
verso la destra ripa del Simcto, sotto Centor- fabbricato un BaUislerio. Reca il Pirri i
bi. Se prende il nome un ponte di pietra per diplomi della Contessa, nelle Nota sulla Chie
tragitto dello slesso, donde non lungi fiumi sa di Cef., nei quali si ha parimenti men
dell'acqua medesima precipitano dalla rupe zione dei conceduti casali di Ciropico, Agu-
nel sottoposto fiume con giocondissimo e glia, e Mattila, nel medesimo territorio di
magnifico spettacolo. Merita anche atten
zione prima che questo stesso ponte occor (1) Oggigiorno un cornane nella provincia di Ca
tania , diocesi e distretto di Nicosia da cui dista
ri! semplici,
10.384 46,925
in vigneti io pascoli,
semplici, 2,922 13,176 in oliveli,
in castagneti, 3(, 30
29 datn., Catania,
circondario
145 da
di Centorbi,
Palermo. da
L'aria
cui dista
malefica
7 m.,

*** io boscate; montuoso e poco fertile, ma la perloch la gente non pa prosperarsi , infatti
pia dei gelsi retidelo abbondante in seta , per- vi si contavano nel 1798 soli 251 abitanti, dimi
toch ne sono in qualche modo ricchi gli abitanti, nuiti sino al 1831 a 134, ed a 90 nel fine del 1852,
vi ha eziandio un mente agrario, convertito nel onde imminente un dissolvimento. Il territorio di
1838 dall'antico peculio frumeulario eh' erasi fon sai. 1699,068, cio 1,938 in orti alberati, 90,063
dato nel I63S, e presta con le norme generali, e in coteneti, 195 in seminatorii irrigai, 659 in se
secondo l' estensione dei terreni che voglionsi minatori!
3,266 in alberi
semplici,
misti,
634,696
4,716ininpascoli,
suoli di7 in
case,
oliveli
dal
minare; dipende dall'Intendente, e lo ammini
strano il Sindaco, e due Deputati, i quali ultimi che si vede essere nella maggior parte crollata.
'sono
Intendente;
eletti dale Decurionalo
1* lor* carie*coli'
biennale.
approvazione del- Esporta principalmente grano e sugo di regolizia
che serve per le tinture ed anco per farmaco.
31
242

CA

Siracusa. Girolamo Bologna Vescovo Sira Capaci. Ne incerta l'origine, o propria


cusano volle annessa questa Chiesa nel 1542 mente il ristauro, poich sorse lecara al
al Tesoriere della sua Cattedrale; ultima promontorio dove oggigiorno il Muro di
mente per il Vescovo di Cefal proccur Carini. Prima poi dei Saraceni l'afferma
richiamarla a se insieme coi fondi e le con no stabilita nel luogo dove ora la diruta
nesse terre, donde sorta una lita di cui Chiesa di S. Niccol con avanzi di antica
ancora si attende decisione. citt distante un m. dall'attuale, e portava
cardinale. Lat. Cardinali. Sic. Cardi il nome di Carini, era decorata di catte
nali (V. D.) Fiume nella Signoria di Nolo, dra vescovile, e per testimonio di Paolo
che presso il villaggio di Bagni nel terri Diacono dicesi distrutta dai Saraceni. Tro-
torio Cannicallino, in Saraceno Ayncaltino, volla intera il Conte Ruggiero, certamente
tutto mirabilmente assorbito svanisce, ed dai barbari stessi restituita; poich segnan
indi sgorga alla fonte di Pisma o Ciane, do la parrocchia di Mazzara, fa menzione
come di sopra notai. Prende il nome dal di Carini, di cui dice il territorio confi
l'amplissimo fondo Cardinale, dove rico nante al palermitano. Una rocca in una ru
nosce sorgente, che sin dal tempo del Re pe oggi rivolta ad Aquilone, con delle
Martino appartenevasi agli Arezio. Nota spaziose sale ad albergare i Baroni, ed
Fazello le acque per alcuni acquidocci a 12 esterne fortificazioni , che il Pirri ascrive
m. scavati nella rupe derivate nei territo ad opera di Manfredi di Chiaramonte, di
ri! di Siracusa, e rimaner dippi vestigia cui mostravasi lo stemma. Ma negano ci i
parimenti di ponte. Dicesi Anco dall' Are- Carinosi, e contraddicono, nessun segno ri
zio, di cui ecco le parole : Il fiume Anco manere onde quei possa dirsi fondatore
non lungi dalla citt di Noto, inaffia un della Bocca. Nota il medesimo autore sacra
fondo di mio padre e della famiglia Arezio, un tempo la Chiesa principale a S. Giu
e gli nome Cardinale. Ed immantinente liano, dal 1450, ed essere a questa suc
dove ne venuto al fine, si assorbisce in ceduta quella del Mart. S. Vito , di cui
una profonda valle, e del tutto scompa sopra la porta era notato l'anno 1532, e
risce per lo spazio di 11 m., e riappa trasferiti i dritti parrocchiali al tempio
rito nel territorio di Siracusa, vicino lo elegantissimo di S. Maria dell'Assunzione.
Anapo, emerge di nuoto non lungi dallo In promoversi per di questi edifizii com
stesso fonte Ciane da lago di immensa pili nella met dello scorso secolo, narrano
profondit. i cittadini nella Chiesa di S. Vito , come
Cariddi. Lat. Charybdis. Sic Cariddi nel pi decente luogo, essersi celebrali i
(V D.) il mar procolloso sotto una tor sacri misteri, e sostengono, in tempi tra
re di ispezione, o faro, volgarmente Lan scorsi questa stessa dell'Assunta essere
terna, di cui diremo in copia parlando del stala solamente parrocchiale. Sorge verso
lo stretto di Sicilia o faro di Messina , il centro della citt, e ne viene il Curato
dove narreremo la fiaba di Cariddi. sotto titolo di Arciprete, che ogni giorno
Carini. Lat. Carinis. Sic. Carini (V.M.) col soggetto Clero ne intende ai divini uf
Citt, un tempo la celebre Iccara, o se cre fici]'. Dove non lungi elevasi il sito ,
diamo ad Arezio Cetaria; occupa un colle s'incontra un'ampia piazza da mercato, cui
amenissimo, piantato a giardini, ad olive- sario
accanto
dei frali
il Convento
Predicatori,
di S.
fondato
Marianel
del1570
Ro
ti, a vigneti, non lungi dalla spiaggia aqui
lonare, a 18 m. dalla Metropoli Palermo, a spese di Mariano Vechio uomo probis
nel di cui territorio si comprende, appresso simo e dotto; circa il qual tempo si coslrus-
243
CA | CA
se ed arrich parimenti in luogo pi basso, | testa produzione. Vien celebrato nel mede
per piet di Vincenzo de Grua Talamanca simo territorio il fonte Poliseno le di cui
Barone , il Convento dei Carmelitani. Fu acque sono dotate della facolt di purga
data ai Conventuali dal 1612 la Chiesa di re; il pozzo parimenti nel vertice del S.
S. Rocco , ed albergavano i Riformati del Rocco si ha delle vene del sapor del lat
medesimo istituto , ma che ora non sono te, celebri perch vi si vedono galleggiare
pi , in S. Antonio Lamancusa. Erano in sostanze oleose. Fu il censo del secolo xvi
prima i Minori Osservanti nella Chiesa di di 460 case 3343 abitanti, quel del se
S. Maria Maddalena presso il luogo Belve guente di 1014 case 4134 cittadini; nel 1713
dere, all' estremit; emigrarono quindi nel contaronsi poi 1183 case, 3826 abitanti, che
1610 nell'antica Chiesa di S. Lorenzo, che 4376 ultimamente. La lat. di 38 15', di
siedo in pi elevato giogo. Questo diede poco pi di 37 la long. Vanta Matteo Or
un tempo il Conte Rodolfo Bonello al Ve lando maestro in S. T. dell'ordine dei Car
scovo di Patii, poi l'occuparono i frati della melitani, di cui dopo sostenne le cariche
Mercede, e questi abbandonatala, gli Os tutte, segnato per 12 anni Generale, ma
servanti. Tocc ai Cappuccini nel 1603 l'a scorsine 8 appena, assunto in Sicilia alla cat
mena ed elevata pianura fuori la citt, tedra di Cefal; fiori per ingegno, costumi,
per opera di Cosare ed Agata Bosco , prudenza ed altre virt, per lo che fu ac
ed il Pirri ne appella nobile il Convento- cettissimo ai Papi, ed a Signori secolari.
Le monache dell' Ordine di S- Domenico Adorn, accrebbe il patrio convento, cui isti
avevansi da gran tempo un monastero, non tu suo erede morendo nel 169S. Fu an
lungi dal fiume , sotto titolo di S. Mercu che illustre Giambattista Pagano, del 3 or
rio, ed abbandonatolo per respirare un'aria dine di S. Francesco, prestantissimo nelle
pi salutare, un novello ne abitarono nel amene lettere e nelle solide scienze; filosofo,
1631, costruito somministrando la somma e principalmente ingegnosissimo matema
il Barone Vincenzo- L'Ospedale di S. Spi tico: entrambi registra il Mongitore nella
rito per poveri finalmente, chiude la serie sua Biblioteca. Vengono mentovati dagli
degli edificii sacri. L' elegante palazzo Agiografi i Vescovi di Carini, dei quali du
pretorio, altri edifizii di gentiluomini, ac bitasi se debbansi attribuire alla nostra Si-
crescono ornamento alla citt, che compren cola Carini, od all'altra del medesimo no
de di antiche e ricche famiglie, dalle quali me in Calabria. Scrisse S. Gregorio al Ve
sceglie il Principe l' animai Magistrato con scovo di Reggio, si incorporasse Carini
dritto di armi. mancata di pastore , per esser deserto il
Carini si comprende nei confini della luogo. A che proposito ci se fosse la Carini
comarca di Palermo, e vien computata nella di Sicilia? Il medesimo Pontefice impone
prefettura militare di Morreale, ma soldati poi a Barbaro Vescovo di Carini la visita
municipali han cura di custodire la spiag della Chiesa di Palermo , vacante per la
gia, che alla citt si appartiene. Si ha un morte di Vittore, e presenta la vicinanza
amplissimo territorio, da cui si ricavano i del luogo, talch creder dovremmo, aver
p rimani vini, di cui perci fanno gran ri Barbaro alla nostra Carini presieduto. Ve-
cerca i Palermitani. Era piantato un tempo desi dunque riposta in con tradiitorio la
a cannamele perch acquoso, e sommini cosa. Resta a parlar dei Baroni.
strava buon zucchero in non poca copia; ma Tenne Carini sotto i Normanni Rodolfa
nocevole divenula l' aria agli abitanti, poco Bonello dei Conti della Puglia nobilissimo,
carata vedemmo da pochi anni in qua co- che come vedemmo diede la Chiesa di S.
244

CA CA

Lorenzo nel 1 IH ni Vescovo di Palli. Succes del Regno, ed ebhesi da Vincenza de Conti
segli Matteo Bonetto, celebre negli annali di il figliuolo Cesare, nominato Duca di Vil-
Sicilia per l'uccisione del Cancelliere Wajone larcale nel 1079: fu anche tre volle Pre
ai tempi di Guglielmo I. Palmeti Abate tore nella Patria, de' 12 Pari del Regno,
Signore di Canni fu di grande aitilo a e di altre cariche insignito; prese in mo
Giovanni di Procida e compagni in discac glie in prima Anna Crisafi, dalla quale eb-
ciare i Francesi; e sino a morie, espresse besi Vincenzo perduto sul fior degli anni;
sua fedelt ai Re Aragonesi, poich si mori venne in seconde nozze con Laurea Bella-
nel 1300 per ferite toccale in battaglia na cera, e perdette in vecchiaia la luce nel
vale. Succedetegli Niccola, poich nel censo 1682. Venne dopo lui sostituito Vincenzo,
di Federico II teneva in suo potere le roc nato da Antonino altro figliuolo di Cesare,
che ed i casali di Ccfal, Asinelio, Carmoraci, che anch' egli lungo tempo visse di varii
Ciminna, Cabiscudi, Inico, e Tirasini, che onori illustre, dal Gabinetto di Vittorio
comprendesi nella Signoria di Carini; ven Duca di Savoja, dei 12 Pari del Regno,
dette nel 1330 il castello di Cefal a Gio due volle Pretore di Palermo , valse di
vanni di Chiaramonte. Sottentr dopo lui mollo per prudenza ed auloril. Contratto
il figliuolo Errico, da cui Riccardo, che duplice matrimonio con Giovanna Ondo,
per fellonia da Martino vicn privato dai ed Ippolita Sanflippo Duchessa di Grotte,
beni, la di cui figliuola Allegranza tuttavia, ebbesi dalla seconda Antonio, Principe di
maritata a Matteo di Moncada, ottenne per Carini, Duca di Grolle per dritto della ma
benefcio del Principe la citt di Carini. dre, e pel matrimonio con Maria Bellacera
Bla felloni anche i Moncada, vien donato Marchese di Ragalmico, e di altre signorie
nel 1396 Antonio Bosco delle Signorie di decorato: esercit tre volle in patria la Pre
Carini e di Cefal; n lungo tempo pass tura con lode non volgare, dei 12 Pari del
Carini nel 1303 ad Ubertino de Grua Ra Regno, dal Gabinetto del Re, ed Inquisitor
zionale del Re, la di cui figlia Aleria venne del malfatto; occupa il xvii posto trai Prin
presa in moglie da Giliberto Talamanca, cipi, e vive padre a Vincenzo Duca di Vil-
che anche consegui la citt, con patto per lareale unito in matrimonio a Lucrezia Bran-
che dovesse egli coi suoi successori as ciforli dei Principi di Butcra, dai quali
sumere il cognome e le armi di Grua. Ne prole. Deriva si da questa serie di Baroni,
nacque Ubertino marito poi a Diana Casta per nulla avere avuto i Chiaramontani in
gna, donde Giliberto ti c Giovanni; da clientela Carini, ed esserne stali legittimi
quello e Margherita Vcntimiglia nacque una Signori. Lo stemma che dicesi volgarmente
sola figliuola, onde, per dritto de' Francesi, alla rocca impresso , affermano i Carinesi
Pietro figliuolo di Giovanni ottenne il pos non avere in luogo alcuno veduto. Del resto
sedimento nel 1478, il di cui erede Gio- chi negar potrebbe aversela forse usurpalo
van Vincenzo gener Pietro n con Ilaria i Chiaramontani, mentre ogni cosa a loro
Aiutami Cristo; tocc a questo in consorte piacimento in Sicilia esercitavano (1).
Maria Tocco e Manriques (leggiamo altrove
Eleonora) donna di regio sangue, donde (1) Oggigiorno Carini un capo-luogo di circon
Vincenzo, da cui Cesare marito ad Angela dario, elevatovi nel 1817, in provincia e distretto
del Roseo, che gli partor Vincenzo ti, che di Palermo, da cui dista 17 m., eon Bolla dell'an
no 1844 smembrato dalla diocesi di Mazzara , ed
per privilegio di Filippo IV del 1622, Prin aggregato a quella di Morreale. Per religiosa in
cipe di Carini, quattro volte fior Pretore sinuazione dell'Arciprete Sac. D. Carlo Ballarino
di Palermo, pi fiale ascritto trai 12 Pari leg la maggior parte del suo patrimonio il ricco
245
CA CA
Carini (Maro di). Lai. Carinis Murus. go, al capo dell'Orsa, ch' ad Occidente
Sic. Muru di Carini (V. M.) Sono i ruderi del seno di Carini. Sorge quivi una torre a
dell' antica Iccara, di cui diremo a suo luo- custodia della spiaggia.
Carlcntlni. Lat. Carleontinum. Sic.
popolano D. Giuseppe Pecoraro nel 1783 , per la Carlintini (V. N.) Citt sotto regia potest,
fondazione di un Collegio sotto titolo di Maria
Addolorata, il di cui istituto ha per oggetto apparlcnentesi alla diocesi di Siracusa ;
1' educazione e l'istruzione delle ragazze del paese. siede sopra un colle che sovrasta da Greco
D. Girolamo Pecoraro fratello del fondatore D. Lui all' antichissima citt di Lentini, ed il fon
gi Terranova Governatore del Principe di Carini, datore Giovanni Vega Vicer di Sicilia nel
ed il P. Salvadore Ciccamo degli Eremiti Agosti 1531 imposele un tal nome dall' Imperator
niani, furono gli esecutori, e portarono a compi
mento quell'opera, che coli' assegnazione di onze Carlo V. Il colle appellato dalla Meta, a
54 annuali, fatta dalla comune ed altri assegnati nessun altro non sottostando, estendesi per
oggi si ha una rendita di onze 361 annuali. ampia ed adeguata pianura non mancante
Nel 1775 fu fondata una pubblica Biblioteca, per di acqua, appena china a Maestro, guarda
cura del Parroco Arciprete D. Domenico Schiavo, tutte le parti del ciclo; la citt poi mu
in un locale della Madrice Chiesa, aumentata nel
1820 dal Parroco Arciprete D. Calogero Guastella nita di mura dal medesimo Tega a pre
ed indi nel 1837 dal suo successore D. Liborio stare un asilo sicuro ai popoli d'intorno
Kania. Venne inoltre fondato nel 1824 un Liceo contro le incursioni dei nemici e dei Turchi,
di studii a peso della Comune , e che si ha dal insigne per l' ampiezza, e gode di tanta
l'infima col metodo di Lancaster, sino alla rettorica. salubrit d'aria, che sembra stabilito a prov
Olire degli uomini illustri di cui Amico fa
menzione meritano ricordanza : Matteo Dibella e vedere alla sanit dei Leontini, i quali tut
Lorenzo Bua socii amendue dell'accademia degli tavia anteponendo per la maggior parte le
Ereini di Palermo , e dei quali trovansi alcuni antiche stanze , negarono abbandonare il
componimenti poetici nella raccolta del Rodi, ed terreno dei loro padri. La prima e pi de
in quella dei pastori Ereini: Andrea Gallina e Schia gna Chiesa di Carlentini dedicala alla Ver
vo valente medico che fior in Palermo circa la gine senza ombra di colpa concepita, quasi
met del secolo scorso; lesse con molto plauso nella
B. Accademia Palermitana un discorso sul carattere occupa il mezzo, e levasi tra gli altri edi-
della vera medicina e dei veri medici , poi pub fizii per l' altezza della mole, e presentasi
blicato: Luigi Sarmento morto nel 1775: il villano parimenti agli occhi da lontano; ruinata per
Paolo Gambino nato nel 1731 e morto nel 1803 un tremuoto nel 1G93, sorse di nuovo in
autore di varie siciliane poesie dove ammirasi lo non volgare magnificenza; riconosconla ma
splendore di un genio autore, conservate nella pub
blica Biblioteca di Carini: Suoro Rosaria Caterina dre cinque Chiese minori. I Conventuali di
Alias che fior nel monastero di S. Vincenzo, e fu di
raro esempio per la sua vita religiosa e penitente, in ficheti d'India, 84,986 in frassineti, 47,399 in
moria con fama di santit nel 1716; il mona carrubbeti, 0,273 in suoli di case. Il maggior com
stero ne scrisse la vita pubblicata in Palermo mercio di esportazione che vi si faccia, si versa
nel 1716. in vino, olio, sommacco, ed in manna di ottima
Ne montava la popolazione nel 1798 a 7000, ac qualit. A della del D.r Riolo sgorga un'acqua
cresciuta ad 8684 nel 1831, ed a 9880 nel fine del solfurea nel fondo della Carrubella, di una fa
1852, secondo i quadri statistici; per notizie par colt diuretica e purgante; nel conveuto poi dei
ticolari si crede attualmente di 10495. Francescani havvi un pozzo la di cui acqua sapo
Estendesi il territorio in sai. 4489,090, e divi ritissima sublattea. Sono degni di considerazione
dendo in culture, G,877 in giardini, 3,100 in can- gli antichi sepolcri a 3 m. dal paese nella pianura
Meli, 63,661 in seminatori! irrigui, 1090,974 in se della Foresta, incavati in modo singolare ed arti-
minatori! semplici, 1445,255 in pascoli, 658,230 fiziosamente nel vivo tufo, dei quali potr vedersi
in oliveti, 140,515 in vigneti alberati, 164,456 iu la descrizione in un articolo scritto nel giornale
vigneti semplici, 675,969 in wmmaccheli, 52,395 della Lira 1854 a febbraro, anno 2,* n. 7.
246
CA CA

S. Francesco vi avevano un tempo un con antji venne richiamata al Regio Demonio


vento fondato verso il 1562 , ma V abban ed alle primiere libert (1).
donarono e vennero nel medesimo posto Carlo (S.) Lat. 5. Carolus. Sic. S. Carro
subrogati i Riformati del medesimo istituto (V. M.) Villaggetto , altrimenti Zafuri, co
dal 1620. Dice anche introdotti il Pirri i struito verso il 1620, e poi onorato del
Carmelitani verso il xix anno del medesi titolo di Contado , nella comarca di Cor-
mo secolo, e dopo 20 anni i frali Predica leone e la diocesi di Girgenli : siede sopra
tori, de' quali or non sono pi i conventi. umile collina ad austro , sotto Chiusa e
I monaci Cisterciensi abbandonato l'antichis Giuliana, a destra del fiume Isburo. Costava
simo loro Convento di S. Maria di Koccadia ai tempi del Pirri di 28 case 108 abitanti,
in umile sito fabbricato dai Re di Sicilia, ed oggi di 35 case e 136 abitanti. L'unica
per l'intemperie dell'aria, e per esser Chiesa parrocchiale dedicata al Santo
quello in gran parte ruinalo pel tremuoto dello stesso nome. Le aeque sgorganti per
nel 1693 stabilironsi nella spiaggia setten varie vene rendono fecondo il prato. Ho
trionale di Carlentini. Godono i cittadini di Lercari Cavalier Genovese, che sen renne
assoluta esenzione da balzelli, quelli tut il primo in Sicilia nello scorcio del se
tavia eccettuati che si appartengono alla colo xvi, a trattar palrii negozii, divenne
custodia dell'Isola. Hannosi a Patrona prin marito a Girolama Platamone, congreg
cipale S. Lucia Verg. e Mart., e godono di gente e venne nominato Conte; marit l'unica
fertile ma angusto territorio ; formano il figlia Ippolita a Lancellotlo Castello Prin-
civile Magistrato della citt 4 Decurioni,
il Punitore del malfatto con dritto di armi, (I) attualmente nn comune in provincia oi
il Sindaco, ed i Giudici giureconsulti, che Noto, distretto e diocesi di Siracusa, da cui dista
tuttavia non tiene posto nel pubblico Par miglia rotabili 18 non rotabili, circondario di
lamento. La citt dicesi Imperiale; mostra Lentini , da cui un miglio non rotabile , * w
rotabili da Nolo , 29 rotabili 91 non rotabili il
nello stemma un leone decorato di corona Palermo, 10 uon rotabili dal mare ionio, in quel
in campo azzurro; esente dal peso della punto dove dicesi particolarmente di Agosla. la
milizia provinciale, non va soggetta ad al sua vera posizione sulla pianura di un erto mol
cuna comarca, contiene finalmente dal cen le, vi si gode di un' aria salubre, di fonte ne e
l'acqua ed abbondante ma mediocre, perch scatu
so sotto i Savojardi 900 case, 3331 abi
risce
Accadendo
da punti
in ogni
che anuo
contengono
la festivit
delle
di materie
S. MatteoMime-
Apo
tanti, che ultimamente 3176. Nello scorso
secolo dal Pirri 1210 case 5412 abitanti, stolo, cio a 19 settembre, apresi in Carlenlini un
il quale numero certamente minore nei copioso mercato per bestiame, tessuti ed altre merci,
regii libri ; poich nel censo del 1652 con- della durata di 10 giorni, ed istituito con dispac
tansi 727 case 2787 abitanti. Era un tempo cio del 18 aprile 1559, Notasi nell'ultimo /*
Alfabetico dei comuni delia provincia di Noto, M
una tavola. di marmo sulla porla occidentale, varie notizie statistiche, non aversi Carienti!
con questo distico: territorio proprio; ora
nomico-statistiche pur ricavate
tutta volta
suinelle
catasti
A'oJt-
di Sta''
Carolus Austriaci Quinti hic condidtt Urbem
Et cclsara fecit sumptibus ipse suis. dell- eruditissimo sig. Marchese D. Vincenzo Mor-
mi
tillaro,
nelledi mie
qualnotizie
lavoro catastali
notai sul, ritrovo
principioaversi
"ir"i
Vedonsi nel medesimo centro della citt
vestigia di rocca, che peri dal tremuoto del
piccolissimo territorio sai. 5,916, cio 0,7
secolo gi scorso. Nel 1626 per istrettezza giardini, 0,890 in seminatorii alberati , 0,681 in
dell' Erario Regio si vendette Carlenlini serainatorii semplici, 3 in pascoli, 0,i96 in Ben*
con altre terre a Placido Niceola Branci- d'India, 0,30* in suoli di case. Ne monta oggi
forti Principe di Leonforte , ma dopo due giorno la popolazione a 589 abitanti.
247
CA CA

ripe di Caslroserrato. Nacque da questi Chiese minori. Ma il tempio Abazialc di


Gregorio il di cui figlio Lancellollo Fer S. Pancrazio sommesso ad un proprio
dinando succedette all'avolo; poich que Rettore, che il Re fa istituire dal Vescovo
gli si mor prima dei genitori. Prese in Diocesano. Un tempo era dell'ordine di
moglie Margherita Colonna, e mori vec S. Basilio il convento dei frali di Monte
chio senza prole. Successegli perci Gio- Carmelo, fondato dal Conte Ruggiero, che
tanna Lancia sorella di Melchiorre e fi piccolissimo sorgeva nella citt, ed era in
gliuola di Giuseppe Lancia Duca di Ca- teramente distrutto: antico il convento
mastra; dalla quale ed Ignazio Lancia nac dei Minori fabbricato nel 1579 sotto il
que Giuseppe , oggigiorno Signore di S. titolo di S. Francesco, e che lungo tempo
Carlo e Principe di Trabia: poich Anto fu sotto gli auspicii della Vergine Assunta.
nio Grignano ottenne il titolo di Conte. Costa il paese di 208 case di 1226 abi
Verso la medesima regione stette l'antica tanti, ma nel 1713 erano gli abitanti G24,
Scirlea, della quale a suo luogo diremo (1). mentre nel 1652 in 170 case ne dimora
Caronla (V. D.) Paese della diocesi di vano 409. Venerano per patrono S. Roc
Messina e la comarca di Mislretta , sul co. Il Clero soggetto al Vicario dell' Arci
giogo di un colle verso Greco; poich da vescovo; il Magistrato civile segnato dal
Austro ne sta sopra il vertice d'un altro Principe.
colle. Si ha un'antichissima rocca, di cui Sebbene sia incerta l' origine precisa di
menzione nel diploma di Carlo d'Angi, Caronia , pure non sorpassa l' epoca dei
col quale enumera i soldati custodi dei Saraceni; se ne fa menzione nel diploma
Castelli di Sicilia nel 1172: il Castello di di Niccol Arcivescovo di Messina nel 1178,
Caronia si custodisce da un castellano in cui assegna alcune Chiese della sua dio
scudiero e quattro servidori: questa rocca cesi a Timoteo Abate di Maniace dell'Or
magnifica si presenta a coloro che viaggiano dine di S. Benedetto: concediamo ancora
lungo la spiaggia, e quasi intera si con in Caronia la Chiesa di S. Niccol e di
serva nel fianco settentrionale della citt. S. Maria lungo il mare. Giusta Pirri Fran
Verso Oriente ne sottost la Chiesa prin cesco Yenlimiglia nel 1296, Ind. v, ottenne
cipale di S. Maria dell'Uria, affidata ad un da Federico II, Caronia. Tuttavia non tro
Arciprete , cui slan soggette altre quattro vasi nel Diploma dello slesso Federico;
ed occorre nel 1330 Signore di Caronia
(1) oggigiorno un comune in provincia di Matteo Palici celebre nelle storie, Barone
Palermo da cui dista 55 miglia, distretto di Cor- ancora di Tripi, Saponara e dello stesso
leone, da cai dista 16 m., circondario di Chiusa
da cui dista 4 m., diocesi di Morreale. La parroc bosco di Caronia, Vicario del Regno di
chia dedicata a S. Carlo, da cui prende il nome Sicilia, il quale dietro varia sua fortuna, fu
quella terra, decorata, siccome porta il Sacco nel ucciso dal furibondo popolo di Messina, e
ano Dizionario, di una confraternit laicale. Con cess di eccitar turbolenze nell'Isola. Indi
tava nel 1798 una popolazione di 190 abitanti, di ritrovo soggetta la citt a Blasco d'Ala-
381 nell'anno 1831, e finalmente di nuovo erasi
diminuita a 191 nel fine del 1852. Il suo territo gona; finalmente nel 1408 era nel dominio di
rio di sai. 821,112, piantatene cio, 0,240 in Errico Rosso Conte di Colesano, da cui ven
giardini, 0,090 in canneti, 35,063 in seminatorii ne insieme con Colesano ai Cardona e Mon-
alberati, 134,448 in seminatorii semplici , 35,542 tecalino e da costoro l' ebbe Ettore Pigna-
in pascoli, 8,766 in oliveti, 3,815 in vigneti al telli, imperciocch dicesi nel censo del
berati, 3,121 in vigneti semplici, 0,936 in ficheti
d'India, 0,055 in suoli di case. Il primario suo 1595, che gli eredi di costui possedessero
commercio di esportazione consiste in biade. Caronia, ed oggi anzi si appartiene loro la
248
CA CA

cilt. Nel Parlamento vi hanno lui voto, e feudo, che circa il 1320 apparteneva
godono del dritto di armi. Nella sua ame- agli eredi di N. Ferrisi, cui pagava 200
nissiraa spiaggia notai, un giorno esser sor tentali, indi se l'ebbe Tommaso CrUpi,
ta Calatta. Il territorio abbonda di pascoli, da cui comprosselo Vitale Valguarnera,
onde nutre gran quantit di pecore e di come si scorge per diploma del Re Mar
bovi. Le sue colline sono ingombre di tino dato in Catania nel 1404- Lo stesso do
boschi, di selve e di spineti. Il fiume che po quattro anni, nel censo del medesimo
ha il nome della citt, che sgorga sotto Re, giur per la citt d'Assaro e pei feudi
le colline del territorio di Mele e di S. Pie di Rosmarino e Caropepe. Nel 1553 Gio
tro, mette foce nel Tirreno, tra quelle di vanni crede di Vitale vi fabbric un vil-
Serravano e di Furiano. Che sia il fiume laggctto, e chiamollo Valguarnera dalla sua
Aleso non costa. sita in 38* 10', di lon famiglia. V. Valguarnera.
gitudine, 38 di latitudine (1). carrubo. Lat. Carabus. Sic- Cambi
Caronla (Boaro di). Lat. Caroniae (V. M.) Fiume dagli antichi detto Ali ed
nemus. Sic. Voscu di Carunia (V. D.) Va anche Adii, creduli YIsburo da Ricciolo e
stissimo denso ed orrido, albergato da cin Ferrano. Sgorga sotto Callabellotta verso
ghiali e da fiere, piacevole ai cacciatori. ponente; e nel corso accoglie Favara os
Manda gran quantit di carbone in Palermo. sia il fiume di S. Giovanni, che ha origine
Nel 1408 era di Antonio Vcnlimiglia, come presso Sambuca. Pi sotto accresciuto dal
si rileva dal censo del Re Martino, sebbene Cannalcllo, di cui parlammo, e da altre pi
la citt si apparteneva ai Russo. Oggi basse sorgenti, e copioso sbocca nel mare,
soggetta ai Pignatelli, arreca molto lucro a 5 m. da Sciacca: Carrabo appellasi il
ai terrazzani, i quali sono principalmente territorio di S. Bartolomeo, dove fu un
addetti a carbonizzare. giorno un casale di cui parlai.
Caropepe. Lat. Caropipis. Sic. Carra- Carrabo. Lai. Atys. Sic. Carrabu (V. M)
pipi (V. K.) Fondo un tempo, volgarmente Fiume dagli antichi Ali, da Tolomeo giu
sta Cluvcrio l' Acato- Non dubito, ei dice,
(1) un comune in provincia di Messina, di
stretto di Mislretta, da cui dista 15 iti., diocesi di
che l'Ali di Plinio, sotto il cui nome ol
Palli, circondario S. Slefauo di Camaslra, da cui ir Dio fu celebralissimo dagli antichi,
disia 8 miglia, 96 m. da Messina, 51 da Palermo. Il adulteralo il vocabolo, sia stalo in vece
suo territorio si comprende in sai. 12393,063 delle del genuino e proprio Adii. Da Plinio
quali dividendo in culture, 6,391 in giardini, 1,2(3 AH
linunle:
ed Ipsa
oggipongonsi
tra Sciacca
tra Termini
e le mine
e Se-
di
in orli alberati, 1,464 in orli semplici, 0,504 in can
neti, 11,359 in seminatori! alberati, 4279. 070 in
seminatemi semplici 4702,410 in pascoli, 94,6(0 in Selinunte sono due soli fiumi, il Carrabo
oliveti 37,597 in vigneti alberati, 91,184 in vigneti ed il Belice. E siccome il Belice comune
semplici, 0,896 in ficheti d' India, 0,059 in suoli mente
Carruba.
slimasi Lat.
l' Ipsa,Caruba.
l'Ali sarSic.
il Carrabo.
Carruba
di case, 3165,462 in boscate, che per la gran co
pia di legna da carbone che danno, formano il
genere principale del suo commercio in esporta
(V. i\.) Casale nella comarca di Agosta, di
zione. Per l'amenit e l'ampiezza dei pascoli le cui fa parola Francesco Vita nella storia di
greggieegli armenti sommamente vi prosperano, Agosta nel fog. 86.
onde vi si manipola un saporito formaggio. Esporta carruba. Lat. Caruba. Sic. Carruba
anche grano, vino, olio, orzo. L'aria per non (V. K.) Fiume a circa un miglio, nell' au
corrisponde, poich malsana. Contavansi in Ca
rolila nel 1798 circa 1691 abitanti, aumentati nel
strale lido, dalla rocca di Falconara, le cui
1831 a 1783, e finalmente nello scorcio dell'anno sorgenti distano dalla foce sei miglia, ed
1852 a 2352. appellansi di S. Pietro. Verso Oriente se
249
CA figlio di lui ediAnnaPlalnmone,
CA il quale og
guono le foci del fiume Naufrio che dicesi
daCarrubara.
altri YharubaLai.
e Carruba.
Carrubara. Sic. Car- gigiorno anche Barone di Alcara e Marchese
di Bifara. Nel censo di Federico II dicesi
rubara (V. D.) Municipio di Messina verso Signore di Casalmonaco presso Palermo
Mezzogiorno, con una Chiesa non lungi dalle Giovanni d'Aragona figlio di Sancio.
mura. Caiainnovo. Lat. Casale novum. Sic.
Cartagine sicoia. Lai. Carlhago Si Casalinovu (V. D.) Piccola terra sulla piana
culo (V. M.) Inveges impegnasi a mostrare, velia di alto poggelto, verso Levante, sulla
essere stata nella nostra Isola una citta sinistra ripa del fiume Oliveri.
famosa sotto il nome di Cartagine, su cui Ebbe origine nel corso del secolo xvi,
venne edificata poi Ciccamo, oggi soggetta imperciocch ai tempi di Carlo V contava
ai Baroni della famiglia Amalo, della quale 27 case, ed a met del secolo seguente
si molto detto di sopra. Imperciocch di 206 case ed 836 abitanti: ai nostri giorni
ce lo Epitomatine di Stefano : essere Ippa sono 246 le case e 963 gli abitanti. Il re
na citt presso Cartagine, giusta Polibio gime di unica parrocchiale Chiesa dedicata
nel lib. I, ed altrove, esser Ministralo una a S. Francesco d'Assisi, e di altre Ire spet
piccola citt presso Cartagine, secondo lo ta ad un prete , solto la giurisdizione
stesso Polibio nel lib. 1. Se ne fa di en dell' Arciprete di Monlalbano. Decente il
trambe memoria dallo stesso, nella Sicilia, palazzo del Barone; e questi occupa il xx
che si ebbe perci una Cartagine, presso cui posto cogli altri Baroni nel Parlamento, ha
Stefano stabil Ippana e Misistralo- Cluverio il potere di armi e conferisce i civili im
mostra tuttavia avere Stefano errato, o do pieghi.
gne e mori,
Il territorio
produce insigne
gran quantit
per ulivi,
di seta,
vir
versi almeno comprendere che Ippana e
Misistralo slate fossero citta di quelle parli olio, e vino. Nell'anno 1408 ne fu Signore
che ai Cartaginesi si appartenevano; al quale Antonio Lancia, come dal censo di Marti
parere lo stesso Inveges si sforza di ade no I; gli successe un altro Antonio suo ni
rire. Del resto in Punico idioma la Carta pote, cui nel 1505 il figlio Rinaldo. Anto
gine Africana dicevasi Kaccabe, adunque se nella figlia di Binaldo, in seconde nozze si
dalla Punica lingua si vuol dedurre il nome marit con Baldassare Scioccano Conte di
della Sicola Carcabo, a dritto la Sicola S. Pietro, che perci fu detto Signore di Ca-
Cartagine bisogna annoverarsi tra le altre salnuovo, donde Giacomo, e da lui Antonia,
citt. maritata nel 1598 a Baldassare Naselli, e
Cannelle. Lat. Carluchium. Sic. Car- madre di Luigi. Morto per il marito venne
tuchi (V. M.) Casale appartenente alla Chiesa a seconde nozze con Pietro Gaelani Mar
di Siracusa, e mentovalo nel diploma di Pa chese di Sortino, e gli cedette il paese,
pa Alessandro III. alla morte di cui ne ebbe il dominio Bal
Carul.Lat. Carusius. Sic Carusi (V.D.) dassare figlio di Luigi per drillo di sua
Borghello a mezzogiorno sotto l'Etna, de nonna. Di lui e dei suoi successori, vedi
vastato dagl'incendi di quel monte nel 1669. Comiso ed Aragona. Il paese si comprende
casacca. Vedi Ogliaslro piccolo paese. nella diocesi di Messina e la comarca di
Casale del ereci. Vedi Piana. Palli (1).
Casalmonaco. Lat. Casale monachi.
(1) Terra in provincia e dioceii di Messina, da
Sic. Casalmonaci (V. M.) Mario Bugilo nel cui dista 46 m., distretto di Castroreale da cui dista
1708 ne fu da Filippo V dichiaralo Duca, poi 16 m., e circondario di Novara da cui li. Vi
Principe : dopo cui Emmanuele Francesco uu monte agrario istituito nel 1816 merc di sopra-
32
250

CA CA
Casale del Manto. Lat. Ca$ale San ia la stessa di S. Onofrio di CaUiia-
cii. Sic. Casali di In Sanili (V. D.) Trai mu- biet , come nel privilegio di l'yone Arti-
ncipii di Messina, verso Austro, con 65 vescovo di Messina. Forse dicevasi Cak-
case, 283 abitanti, ed una Parrocchia de tabiet sotto i Saraceni, o cambiato nome
dicata alla B. Vergine della Consolazione; fu dai moderni detta Casalvecchio. 11 mo
silo sopra luoghi montagnosi ad un m. c nastero poi di S. Onofrio numerato nel
mezzo da Messina. Vi il monastero ba- privilegio di l'gonc segnalo nel 1130, fra
siliano di S. Maria delle Grazie, e la casa gli altri soggetti all'Archimandrita; n se
di S. Maria degli Angeli per gli Eremiti. ne ha notizia in altro luogo. Soggiunge lo
Casaline Lai Casalinus- Sic- Casalinu stesso Pirri : etti un' altra Chiesa in Ca
(V. D.) Cos appella il Fazcllo il luogo dove salvecchio, di S. Maria Annunziala, sollo
oggi presso lironte si osserva il Convento i monaci Basiliani. inceri la popolazione
e la Chiesa del monastero di Maniace. Vedi nei trascorsi secoli, poich computatasi trai
Maniace. inunicipii di Savoca, ma nel 1713 furono se
Canaletto di (ammari. Lat. Casalot- paratamente computate le case di Casalvec
tus Cammarum. Sic. Casaloltu di Camma- chio in numero di 500, e gli abitanti in nu
ri (V. D) Al di sopra del municipio dello mero di 1882. riunita con Savoca nella
stesso nome. La Parrocchia sacra alla B. comarcn e prefettura militare di Taormina;
Vergine Annunziata, e dista un miglio dalla sta in 37 55' di latitudine, ed in 39 e 5' di
citt di Messina. longitudine. Pie oggid il Gerarca ed il
Casal vecchio. Lat. Casale tetti*. Sic. Signor temporale Giovan Francesco Di Gre
osali vecchia (V. D.) Terra appartenente gorio, come Archimandrita di Messina (1).
all' Archimandrita di Messina, non lungi da casanova (V. K.) Bocca di Siracusa
Savoca, nelle colline sopra lo stretto, dove stili' entrata del porto minore, fondala da
terminala dal promontorio di S. Alessio. Giacomo Alagona, come giusta Fazello notava
La parrocchiale Chiesa sacra a S. Ono una lapide sulla porla. Sen giace oggi mi
frio, la quale non cerio, dice Pirri, e nata da un tremuoto, e siccome inutile alle
fortificazioni attuali della citt, stala in
lasse alla fondiaria. Il capitale venne annientan teramente adeguata al suolo.
dosi con gli interessi sul prestito, che si fa previa casba (V. IV.) Casale un giorno nel ter
fidejussione, sino alla quantit di tre salme a per- ritorio di Castrogiovanni- Se l' ebbe Gio
tona, secondo la loro solvibilit e l' estensione dei
terreni da seminarsi: prestasi frumento; am ii) Oggid nella provincia di Messins, di
ministralo dal sindaco e da due amministratori, i stretto di Castroreale da cui dista 24 ni., circon
quali due ultimi sono eletti dal Decurionalo con dario di Savoca da cui dista un m. diocesi del
l'approvazione dell'Intendente; la loro carica l'Archimandrita distante da Messina 24 ni., e W
biennale, il Sindaco pr tempore. Contavansi in Ca- da Palermo. Va compreso il territorio di Cassl-
taliHiovo nel 1798 circa 1351 abitanti, diminuiti vecchio in sai. 1005,921 delle quali , dividendo
lino al 1731 a 1302. e finalmente 1510 nel fine particolarmente in culture, 18,243 in giardini, l>
del 1852. Il suo piccolo territorio comprendesi in 281 in canneti, 21,461 in gelseti, 346,689 io se
sai. 521,930 , delle quali 3,200 in orti alberali, minatori! semplici, 472,846 in pascoli, 10,788 m
2,983 in orli semplici. 0,630 in canneti, 0,355 in oliveli, 86,737 in vigneti semplici, 2,344 in fi
gelseti, 20,672 in seminatorii alberati, 290,969 in cheti d'India, 1.933 in castagneti, 42,600 in bu
aeminatorii semplici, 132,097 in pascoli, 8,200 in scale. L'aria salubre. Erane la popolazione nel
oli veli, 15,991 in vigneti alberati , 33,913 in vi 1798 di 3633, ma soffri la gran diminuzione sino
gneti semplici, 1,521 in ficheti d'India, 2,753 in al 1831 quando di 1717. e finalmente nello scorcio
castagneti, 10,637 in buscale: esporta seta. L'aria del 1852 di 1996. I generi principali di esportt-
ne buona. siooe di questa cornane tono l'olio e la seta.
25!
CA. CA

vanni di Petroso, cui successe la figlia pri cusani adunque, fabbricala Siracusa, inol
mogenita Venerea moglie di Riccardo de tratisi verso mezzogiorno, fabbricarono
Riscatto, e ne ottenne la conferma nel 1130 primieramente Acre, indi assai lungi Cas
da Federico II, Riccardo nemico a Ludo mena, e finalmente ai di l Camerino,
vico Tenne spogliato dei beni, e se ne citt in parte marittime, in parie non
diede il casale a Silvestro Traverso. Ve mollo dalla spiaggia discoste. Esponendo
nerea per affermando esser di suo dritto, poi il suo giudizio su di Casmena, soggiun
se l'ebbe in giudizio nel 1354. A costei ge;
Casmena
quincidove
io argomenterei
or si osserva la
essere
nobile
siala
ed
successe la figlia Costanza moglie di Fran
cesco di Cosenza, il quale cadde in disgra amenissima Scicli. Perdio ed ultimamente
zia del Re Martino , quindi l' ottenne da Cariolo s'impegnano a stabilire questa con
questo Re il Giudice Simone dei Falconi di gettura di Cluverio. Vedi Scicli.
Calascibetla , nel 1394; indi Riccardo di Casnaro. Lat. Cassarus. Sic- Cassarti
Colle
di Guadalajora
torto, e quale
nel 1490,
erede e diNiccol
costui Mal
Leto (V. N.) Piccola terra, forse Cadr, nell'et
di Fazello appartenetesi alla Diocesi di
tese. Oggi tal fondo senza abitanti. Siracusa, onde afferma nella dee. 2, lib. 10,
Casmena (V. N.) Antichissima citt di dislare in pari spazio di 6 m. dalla Chiesa
Sicilia sita dove tra Camerina ed Acre an di S. Giovanni di E Mino: Cassaro vien dopo
tiche citt, sorgono quinci e quindi Comiso ad una piccola terra sita in una profon
e Scicli : incerto quale delle due fu sur da valle, e che per tre miglia lussureg
rogata a Casmena. Si fa memoria da Ste gia di platani. Per tale valle scorre il fiume
fano: Casmena citt di Sicilia giusta Ero- Anapo,
Buffaro ilaccoglie
quale leseparato
acque del
dallaterritorio
sorgente*
di
dolo nel lib. 7, quindi i terrazzani dice-
tansi Casmcnei. Tucidide nel lib. 6. Acre Cassaro, e prende il nome di grande. Are-
e Casmena furono fabbricale dai Siracu zio : erri un altro fiume che sbocca nel
sani; Acre 70 anni dopo Siracusa, Casme porlo grande, volgarmente detto Alfeo;
na 20 circa dopo Acre. Costa Siracusa es questo l' Anapo... la sua origine presso
sere slata abitata dai Corinzii l' anno 2 del la sorgente Gujfera , vicino Busccmi no
l' Olimp xi, Casmena adunque fu fabbri vello paese, e scorre al di l di una valle,
cata circa la xxxm Olimpiade, avanti G. la quale divisa da quello che dicemmo
Cristo 645. In questa citt furono esiliati Pacioro, or Palazzolo, e viene a Cadr
i Cantori scacciati dai Cillirii; Gelone poi oggi Cassaro. Queste terre da Tolomeo
riconducendoli da Casmena in Siracusa si sono delle mediterranee.
impadron di questa, come attesta Erodoto. Filadelfio Mugnos ne deduce il vocabolo
Arezio colloca Casmcne presso la sorgente da Alcassar duce saraceno, lo che si una
dcll'Ippari, avendo seguito, non mi so come, favola. Dicono che sotto i Normanni sia
la somiglianza del vocabolo con Jomiso o fiorilo un certo Francesco de Alcassar si
Comiso. Ci nega il Fazello senza addurre racusano, governadore della rocca Pantali-
ragion dj sorta, come nota Cluverio, che ca, fondatore della piccola terra. L'anno
pensa essere stala Casmena tra Acre e Ca 1320 occupavano il territorio di Cassaro,
merino, non lungi dalla spiaggia, giacch nella coniare; di Noto, gli eredi di Giovanni
dice nel lib. 2, dio i Greci portando la di Cassaro, ai quali fu sostituito Parisi di
prima tolta colonie nell'isola, occupa Cassaro. E incerto se i Baroni avessero
rono le spiagge e i luoghi a queste vi preso dal fondo tal nome, o viceversa. Di
cini, lenendo i Sicoli l'interno. I Sira- Parisi parleremo in appresso. Oggi per
252
CA CA

Castoro dal basso, dove stava sotto antica da Siracusa, si ebbe Margherita, che prese
rocca fabbricata nella rupe, fu trasferito a marito Pier Gaetano Marchese di Sor-
sopra lo slesso fiume in un luogo elevalo tino. Da Pietro venne Cesare Principe di
nel declivio, verso mezzogiorno. La princi Cassaro per concessione di Filippo IV;
pale Chiesa dedicata a S. Pietro Apostolo, fu Vicario Generale del Regno essendovi
ma il singolare patrono dei ciltadini S. scarsezza di grano, Strategolo di Messina,
Giuseppe sposo di Nostra Donna. Due Chiese e quattro volle Pretore di Palermo. Da Anna
minori van soggette alla maggiore. Vi sorge Aragona prima moglie non ebbesi alcuna
un convento dei frali Minori Osservanti de-, prole, da Anna Carretto per ottenne Pie
dicalo a S. Maria della Grazia. Le colline tro e Giuseppe; il primo si ammogli con
che intorno si levano, e che formano la Antonia Sciaccano, ed ebbe la figlia Anna
parte migliore del territorio, sono ingom maritala ad Ignazio Moncada, la quale esclu
bre di selve e di boschi , il perch i ter sa dalla successione, nel 1641 fu dichiaralo
razzani si esercitano a preferenza a far car Cesare figlio di Giuseppe Principe di Cas
bone. Ebbe il titolo di Principato nel 1631 saro, Marchese di Sorlino; questi dato un
diede al suo Principe il dritto di occupa addio al mondo si le' Gesuita, per cui gli
re il xxxvi posto nel Parlamento trai Ba fu sostituito il fratello Luigi, il quale con
roni, godendo il Principe del drillo di Maddalena Strozzi gener Cesare, che con
ajmi e della scelta dei Magistrali. Un Par Giulia Bologna ebbesi Pietro, costituito Prin
roco designato dal Vescovo ha cura dello cipe nel 1699, e presa in moglie a Luigia
spirituale; il Vicario tiene il foro ecclesia Lancia, gener Cesare vivente senza prole.
stico. Racchiudesi nella comarca di Noto; Vedi Cadr- La lat. di Cassaro di 37
ed oggi ne sono le case 273 , gli abi circa, la long, di 38 36' (1).
tanti 1116, che nel 1713 erano 886; nel
secolo precedente furono 174 le case, 735 (1) attualmente un cornane in provincia di-
atretlo e diocesi di Noto, da cui dista 23 m. non
gli abitanti, ma nel 1593 appena si conta rotabili, circondario di Feria donde un miglio non
vano 222 abitanti, quindi non trovasi censo rotabile , 24 non rotabili dal mare Jonio dove
presso Fazello. Ritornando ai Baroni. Da prende it nome di Siracusa, e 60 rotabili, 91 non
Giovanni Cassavo vennero Parisi e Cesa rotabili da Palermo. sito sopra un colle di aria
rea, quegli stabili in Siracusa in case sue salubre, e vi si ha dell'acqua di cisterna e di
fonte, buona ed abbondante. Vi ba un monte fru-
il Monastero di S. Benedetto, la cui Aba mcntario; e rimonta l'origine di questo stabilimen
dessa fu Cesarea, sostenendo tal carica con to al 1812, formato colla contribuzione del i
una esemplare innocenza di vita sino al 1441- per 100 una sola volta, sulle terre rivelate nel
Succedette a Giovanni Pietro di Cassaro, il 1810. Al 1811 fu cambiato in monte agrario, giu
quale morlo senza erede e figli, ebbe a suc sta le generali istruzioni; prestasi il frumento in
cessore come il pi vicino in grado, Anselmo non meno di 2 tumoli , n pi di una salma a
persona, previo un garante solvibile con atto pres
Spadafora, per decreto della M. R. C. nel so il Conciliatore; viene amministrato dal Sindaco
1397 : dopo Pietro 1' ottenne la sua figlia e da due Deputali, la carica dei qnali due bien
Regale, che si ebbe a marito Pietro de nale, e vengono scelti dal Consiglio Generale de
Mulelo, e ne ebbe la conferma dal Re Al gli ospizii. La popolazione di Cassaro nel 1798 era
fonso nel 1420. Nacque da costoro Spala di 1680 abitanti, di 1750 nel 1831. e di 1678
nello scorcio del 1852. L'estensione del territorio
Mulelo, cui fu subrogato nel 1453 il figlio di Cassaro comprendesi in sai. 1080,817 , delle
Niccol, quinci Giovanni Matteo, e morto quali dividendo in colture, 9,108 in orti semplici,
senza figli, ebbe crede la sorella Marghe 0,393 in canneti, 314,013 in seminatori semplici.
rita nel 1490, la quale maritata a Pietro 478,276 in pascoli, 32,397 in oliveli, 11,568 io
253
CA CA
Caulblle. Lat. Cassibilis. Sic. Cassi- tatan. Lat. Castania. Sic. Caslania
bili (V. IV.) Fiume, lo stesso che Cacipari, (V. D.) Terra Ira Naso e Tortorici , nella
di cui sopra parlammo. regione settentrionale, poco distante dal
Castana (V.N.) Monte. Vedi Quisquilia. promontorio d' Orlando, per cui della Ca
Castana. Lai. Caslania. Sic. Casla- slana di Capo <t Orlando. Sorge in un
nia (V. D.) Terra, nella coraarca e giurisdi poggello verso Libeccio, bagnala a Levante
zione di Messina, verso Nord : sita in quel ed a Settentrione dalle acque del fiume di
tratto di terra che dopo Messina quinci al Fitalia, per cui oppressa da un' aria in
faro quindi a Divieto si estende; abbon salubre. Le sovrasta una rocca oggi in ro
dante in vigne, oliveli, e inori, principal vina , quinci sorge la dccenlissima casa
mente in quei luoghi dove le colline dol baronale , e la Chiesa principale sacra a
cemente al lido s' inchinano. Giace nel de S. Bartolomeo Apostolo, con altre 11 mi
clivio meridionale, con una parrocchia de nori. Vi si osserva il Monastero dei Frati
dicata a S. Giovan Ballista, che ne la prin Predicatori, che diecsi fondato da uno dei
cipale; ed un'altra sacra alla SS. Trinit, compagni di S. Vincenzo. Gli abitanti per
che le sulfraganea con altre otto Chiese venerano per singolare patrona la Madonna
minori. Il Convento dei Cenobili di S. Ago della Catena. Si appartiene alla coraarca
stino in onore della Vergine Annunziala dal di Tortorici, ed sotto il Prefetto militare di
1590, e dei Paolotli in onore del fondatore S. Fila'delfio. Neil' epoca del Fazello erano
S. Francesco verso il 1374, coslituironsi ; 652 le case, nel seguente secolo 760 con
e sorgono comodi e deccnlissimi gli edilzi 2792 abitanti; a d nostri sono 333 case, non
degli abitanti. Un giorno riconosceva il do pi di 1192 anime. Un tempo era formata la
minio del Senato di Messina, ma nel 1673 citl di tre contrade, delle quali oggi ne
comprosscla Giuseppe Gaudioso dai regii sono due superstiti, cio S. Marina e Casta-
Ministri, e ne volle il titolo di Marchese, na, giacch Randacoli col borgo e casale di
la cui figlia ed crede Vittoria ebbe in S. Marina, di cui si fa menzione nel censo del
moglie il palermitano Giovanni Alessandro Re Martino del 1408, non pi esiste. Santa
Gaietti, per cui divenne Marchese di Ca Marina , essendo sotto l' agenzia di Giu
slana. Torn indi nei passali anni sotto seppe Sollima, ottenne da Filippo IV, per
la potest del medesimo Senato, il quale privilegio del 1648, il titolo di Marchesa-
paga oggi agli eredi Galletti annuo censo, Io. Non cos avvenne della contrada di
pel danaro versato da Giuseppe Gaudioso Castana, imperocch Giuseppe Gaudioso
nel R. Erario. Sullo spirituale contendono per volere di Carlo II nel 1683 fu dichiarato
in giurisdizione il Gran Priore di S. Gio Marchese della terra test descritta dello
vanni Gerosolimitano in Messina e l'Arci stesso vocabolo; il che non fu avvertito dal
vescovo; mentre la lite in decisione in l' eruditissimo Francesco Emmanuelc. Di S.
Roma , il Vescovo di Patti si ebbe racco Marina parleremo a suo luogo. Fa menzione
mandata la cura delle anime, che nell'ultimo il Pirri del Monastero di S. Maria di Ca
censo furono 1630 in 391 case. slana dell' ordine di S. Basilio, ed afferma
essere stato colla Chiesa di S. Maria di
vigneti alberati, 90,454 in vigneti semplici, 6,697 Mallimaco presso Castana. Passo intanto
in ficheti d'India, 6,349 in alberi misti, 200,777 ai Baroni.
in boscate , 0,869 in suoli di case. Il pi grande Fu sotto l'impero dei Normanni Signore di
commercio di esportazione di questo comune con
sista in ghiande ed in carbone , donde ricavano Castana e di Naso Abate Barresi, e lessi,
un buon guadagno i trafficanti. sotto il governa di Pietro d' Aragona, esser
254
CA CA

passala Castana ai Bonfiglio. Nel 1302 per piantato a mori per l'opiGcio della seta,
liberalit del Re Federico, eon diploma ver e ad albereti fruttiferi, oliveti, vigne, som
gato in Catania con data de' 4 di ottobre, ministra gran copia di lutto agli agricolto
ottenne Longi e Castana Corrado Lancia ri, n manca in frutti, in biade, legumi,
Razionale del Regno di Sicilia, Maestro Giu ed ortaggi (1).
stiziere, che prese in moglie la sorella di Castelbaeno. Lat. Caslellum bonttm.
Ruggiero di Lauria, dalla quale si ebbe il Sic. Casleddu bonu (V. D.) Paese decorato
figliuolo Niccol Presidente di Sicilia. Com
pressela dai Lancia Eustachio Taranto no (1) oggigiorno un cornane io provincia di
bile catanese nel 1322, sborsate 180 onze Messina, da coi disia 74 m. , distretto e diocesi di
Patti da cai dista 23 m., circoodario diTortorci
d'oro, e succedutogli il figlio Aslasio, dicesi da cai 6 m. Meritano attenzione in questo piccolo
nel censo di Martino I, Signore dei casali cornane, varii buoni monumenti di arti belle. Os
di Castana, S. Marina, e Randacoli. Da servatisi nella Chiesa di S. Giovanni due quadri
Aslasio venne Giovanni nel 1453, cui senza di Gaspare Camarda , uno di S. Anna e l'altro
prole essendo , succedette la sorella Mar della Vergine Immacolata, ed anche una tavola di
Mariano Riccio, io cui si esprime la Vergine col
gherita, alla quale Antonio Benedetto Pa- Bambino e S. Giovanni. Nella Chiesa di N. D. del
lern suo nipote dal figlio Niccol, come Soccorso una scultura di Francesco Calameck.
ricavasi dall' investitura del 20 luglio 1473. che rappresenta Maria col pargoletto Ges Ira le
Morto Antonio senza figliuoli , consegu la braccia; in quella del Rosario meritano esser ve
Signoria la sorella Grazia, moglie di Tom duti alcuni affreschi del Paladino , ed in quella
della Pace conservasi un magnifico grappo di mar
maso Tornambenc, donde Niccol, cui intim mo di Lorenzo Calameck, in cai scolpila la
una lite Blasco Lancia, appartenerglisi visita della Vergine alla parente S. Elisabetta.
quel possedimento, come degli Ottimati di in Castana un monte agrario cosi detto di
Longi. Ma estinto Niccol, avendone il me Sollima , poich il capitale originario di miti
desimo Blasco la sorella e l'erede in mo scudi fu legato da Giuseppe Sollima , che de
ttino a formare una colonna frnmentaria; ma per
glie, ne intraprese per dote il possedimento. non lieto avvicendarsi di tempi il capitale va
Da lui Cesare, il di cui figliuolo Ottavio niva meno; fu per nel 1818 che un zelante fi-
primo Principe di Trabia , sulla porta di decommissario riuscendo a rivendicare non pi*
questo piccolo villaggio da lui stabilito, di che 120 ducati, facevala rivivere: al 1838 divenir*
cesi Signore di Castana. Nei primordii del monte agrario che presta con allo d' obbligo rice
vuto dal conciliatore, e non stabilita limitazione
secolo xvii signoreggiava sopra Castana la nel fare prestili: diretto ed amministrato dallo
nobile famiglia Suitima: onde Giuseppe Sol- Arciprete, dal Vicario, dal Priore di S.Domenico,
limasi disse, come avvertii, primo Marchese dal Guard. di S. Francesco, dal Sindaco e due po
di S. Marina nel 1648: succedettegli il fra polani, pr tempore i cinque primi, gli altri per un
tello Giovanni, ed a questo la sorella Fran trienuio
La popolazione
vennero di
dalCastana
testatoremontava
designali.nel 1798 a
cesca, che maritata ad Alessandro Galletti 8100, a 2288 nel 1831, a 2791 nel 6 ne del 1859.
in lui trasfer i dritti suoi. Diremo altrove Se ne comprende il territorio in salme 472,631,
dei suoi successori. delle quali, dividendo in culture particolari, 21,
Va soggetta questa terra all'Arcivescovo 381 in giardini, 2,609 in canneti , 8,557 in gel
d Messina, che commette la cura delle seti, 22,350 in seminatorii irrigui. 146,622 in se
minatori! semplici, 159,972 in pascoli, 22,861
anime ad un suo Vicario. Il Barone vi ha in oliveti, 35,406 in vigneti semplici , 1,095 in
drillo di armi, e scieglie il Magistrato. Il ficheti d'India, 14,946 in castagneti, 1,560 in noc
lerritorio largo agli armenti in abbondan cioleti, 34,933 in boscale, 0,339 in suoli di case. I
tissime e ricche pasture; presenta in bo suoi principali generi di esportazione sono il
schi ed in selve gioconda ed utile caecia. grano e la seta.
255
CA

sin dal 1005 degli onori di principato, alle accrebbe di dote e diede alla loro Chiesa
radici del Maronc, altrimenti Ncbrode, vol il titolo di S. Maria dell' Ajuto, dove osser
garmente Madonie; rivolto ad Oriente, oc vanti i sepolcri dei signori, e quello anzi
cupa una lieta pianura lievemente declive gli altri con la famosa epigrafe di Giovanni,
\erso Oriente ed Aquilone, rie attribuiscono in pace ed in guerra celeberrimo, vi Conte
la fondazione ad Aldoino Ycnlimiglia, Conte di Geraci. Ma nel 1606 venuti al di dentro
di Geraci nel 1269 , poich egli trasfer del paese, nella Chiesa del Mari. S. An
in Castelnuovo gli abitanti di Fisaulo , tonino, novella ne fondarono sotto gli au
Tfillaggcllo da lui spiantalo perch di aria spici! dell'Immacolata Concezione, in cui
nociva , e dal castello coslruito in luogo pi quei monumenti trasferirono. I Monaci di
sano diede nome alla terra novella- Ed oc S- Domenico siedono dal 1583 negli orli
corre questo in prima in un poggello verso del paese verso scirocco, in un poggetlo,
Oriente, e ne sta vicina una porla, donde e per beneficio del Marchese Giovanni ih,
si apre una amplissima via piana, retta, ne venne arricchita di rendita la Chiesa di
e da entrambi i lati piantala ad alberi, per N. D. del Rosario. I Minori Osservanti non
la quale si viene da Finale marittima cala. lungi dalla piazza, fabbricato un decente
La rocca poi sollevandosi, si ha delle sale convento nel secolo xvn, oggi vi abitano.
e delle camere per consiglio pel Barone; Venne dato ai Cappuccini nel 1582 un sito
e frequentano ogni giorno pei divini uf- che sovrasta tutto il paese, verso Libeccio.
lcii assegnati sacerdoti sotto un capo, per Gli Agostiniani Riformati della Centuripina
istituzione di Giovanni IV, la Chiesa di S. Congregazione, oggi sollo il titolo del S.
Anna, patrona degli abitanti , della quale Patriarca, abitano nella estremit del paese,
dal 1454 conservasi decentemente la te verso Occidente, trasferendosi dal princi
sta. Corrisponde alla rocca un' ampia e pio dello scorso secolo dall' antico convento
retta via con lastrico, che divide il paese, di S. Maria de Liccia a 2 m. Le monache
alla quale le altre non sono dissimili. Of- sotto regola di S. Benedetto e titolo di S.
fresi prima in essa l' antica Chiesa mag Venera dannosi dal 16... un chiostro nel silo
giore , intitolata alla Assunzione di Maria, il pi frequentato. Francesco Marchese sta
dove amminislransi alla genie i sacramenti- bili nel 1701 un ritiro di Vergini detto di S.
Poi, quasi nel centro una novella parroc Anna tutelare, per opera del piissimo Sac.
chiale e primaria, sorge sostenuta da co Francesco Parece, attaccato all'antica Chiesa
lonne, ampia, elegante, ornala di cupola maggioro. Finalmente il Collegio di Maria
secondo le regole dell' arte, e di pronao, alla medesima S. Anna dedicato, ebe sorse
decorata del titolo della nativit della Ver nel 1726 nella Chiesa della SS. Trinit, cu
gine. rando Antonio Purpura parimenti ferventis-
Avanza in dignit le famiglie regolari, l'Aba simo Sacerdote. Enumeransi 15 Chiese fi
zia della Congregazione Cassinese, i di cui liali, ne manca un Ospedale, in cui si eser
monaci da gran tempo abitando in altro sito citano opere pie verso i poveri e i pelle
presso Cangi vecchio, qui trasmigrarono grini.
nel 1C53 nella Chiesa di S. Maria Annun Sotto i Gemelli (sono due colli apparto-
ziala, sotto il castello, verso Austro. Dire nenlesi ai Nebrodi, verso Libeccio, sopra Ca-
mo a suo luogo di questa Abazia. Sono piti tlelbuono, a due miglia, affatto eguali) le
antichi i Minori Conventuali, poich nel 1317, vasi l'antico Monastero di S. Maria del Parto,
Francesco Signore del paese, al di fuori dove conservasi il corpo di S. Guglielmo,
li costitu con facolt di Papa Giovanni XXII, di cui parlai nelle monasliebe notizie di
256
CA C

Sicilia,
trione e parimenti
dir in appresso.
il Priorato
Terso
di S.SeUen-
Ana nella Chiesa maggiore. Fu il censo di Ca
stelbuono, nel secolo xvi di 1114 case, 4520
stasia, al di cui Rettore un posto nel Par abitanti, nel seguente di 1672 case, 5625
lamento, un tempo dagli annessi della SS. abitanti; nel 1713 poi 1449 case, 4247 abi
Trinit di Milazzo, ed oggi perci di patro tanti, che ultimamente 6029. Riconosce Ce-
nato e di Regio dritto, descritto da me nelle fal a capo della comarca, da cui dista 10
sovraccennate notizie. Sorge finalmente la in., ed era soggetta alla prefettura mili
Chiesa di S. Maria della Grazia, nella parte tare di Termini cui apprestava 8 cavalli
australe del territorio, a 6 m., dotala di lar 53 fanti. Ha un terreno ferace, onde non
ghe rendite, decorata del titolo di Priora importa biade, vini, frulli, ortaggi, ma tal
to. Le quali cose si spettano al nostro pae mente abbonda in oliveli, che l'olio il
se , e diconsi volgarmente Castelbuono ; primario elemento del guadagno degli abi
autori ne furono i Marchesi di Geraci , tanti; piantati mostra poi da ogni parte i
che lo scelsero, posti da parte gli altri campi a frassineti, donde cavasi eletta man
possedimenti, come loro sede, sin dal primo na gomma, e donde non piccolo guadagno
fondatore Aldoino, come gi notai. Da Al- si rileva. 11 fonte di Camar non lungi dal
daino nacque il vecchio Francesco infelice paese mentovalo poich hanno le sue ac
mente morto in Geraci, donde Emmanuele que propriet purgativa.
e Francesco n, dei quali mori quegli senza Ne sorsero finalmente illustri nomini: Bai
figliuoli. Francesco intanto gener Er passare Abruzzi esimio giureconsulto, che
rico , cui succedette l' erede Giovanni , dopo sostenute varie cariche nel foro, ini
di sopra commendato, e primo Marchese di zialo al sacerdozio , pubblic molli volu
Geraci, sepolto in Castelbuono da questo, mi recali per ordine dal Mongitore nella sua
Antonino, cui succedette Errico ni Marche Biblioteca , che ci fanno avvertiti dei suoi
se, dei di cui figliuoli Filippo e Simone, faticosi lavori, si nelle teologiche che nelle
morto il primo senza prole, l'ottenne il legali scienze : ebbesi a padre Ottavio, che
secondo nel 1500; dopo di cui Giovanni lasci mss. la storia di Castelbuono, enco
ii, donde Simone n, che ammogliatosi con miala da Rugiero Venlimiglia nella Genealo
Maria della famiglia Vcntimiglia , gener gia della sua famiglia. Vien commendato
Giovanni ni, il quale Tu inauguralo primo nella medesima Biblioteca Vincenzo Errante
Principe di Castelbuono nel 1595, diede per vastissima erudizione. E ancora per le
il v voto nel pubblico Parlamento. Scriver bocche de' cittadini Giuseppe Piraino esimio
degli altri dei nostri tempi parlando di Ge botanico, che molli lavori compose, e delle
raci. erbe anche non senza profondit brevemente
Essendo il paese sommamente popolato le propriet descrisse. La longitudine e la
e dell'aria la pi salubre, e nel sito il pi latitudine circa di 38 (1).
ameno, il Prefetto della Signoria di Geraci,
o la suprema Curia vi si stabilisce ; ma un (I) Castelbuono oggigiorno an capo-circondario
Magistrato particolare invigila ai comodi del di 2 classe, in provincia di Palermo, da cai disia
territorio e degli abitanti. L'Arcivescovo di 60 m., distretto e diocesi di Cefal, da cui 19 m.
L'aria buona, e se ne ceni prende il territorio in
Messina secondo le leggi della Diocesi sai. 3327,531, delle quali dettagliando la diri-
costituisce un Vicario un Visitatore pel re sione in culture, 7,840 in giardini, 11,389 in orti
gime del clero. Incombe finalmente allo semplici, 1, 231 in canneti, 1504,331 in semina
Arciprete la cura delle anime, ed ha cura ri i semplici, 691,288 in pascoli, 260,049 in oli-
della communia addetta agli ufficii divini i veli, 38,741 in vigneti alberati, 287.769 in vigneti
257
CA CA
Castellacelo. Lai. CasMlalium. Sic. mini e le foci del fiume Torto, poco dalla
Casliddazzu (V. M.) Antica rocca nel som spiaggia distante ; parte da gran tempo del
mo vertice del monte Caputo , altrimenti casale di Broccato.
Castello di S. Benedetto, perch un tempo Castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
appartenentesi ai monaci. Sovrasta Paler Casliddazzu (V. M.) Rocca diruta in una
mo, e ne corrisponde rettamente alla via collina del monte di Cozzo del territorio
principale. Ne rimangono intere le esterne di Mazzara, sotto di cui siede oggi verso
pareli e sette torri esterne, e grolle a vol Aquilone la terra di Campobcllo ; un tempo
le in sostruzioni. Apresi una porla verso Beribaida.
Settentrione, verso Mezzogiorno vedesi sita castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
una molto ampia Chiesa, cio le nude mu Casliddazzu (V. M.) Rocca sollo Siculiana,
ra di essa. Dicesenc volgarmente il fondatore alla sinistra ripa del fiume Alico , sopra
Guglielmo II; durava intera sino al 1370, Campo Bianco ; si scorgono all' intorno
quando Giovanni di Chiaramonte comand di antichi monumenti, e ruderi di acque
si distruggesse, per togliere un asilo ai suoi dotto.
nemici ; ma Papa Urbano V ai di lui sforzi Castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
opponendosi, ne ordin il ristauro. Lessi Casliddazzu (V. M.) Monte Jippresso Licata,
essere stali una volta accusati ai Chiaramon- dove sono gli avanzi di una diruta rocca.
tani i monaci di S. Martino per aver pre Vedi Dcdalio.
stato la rocca ai faziosi. Scrive Fazello aver Castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
Castellacelo la forma di un Convento, ed Casliddazzu (V. M.) Nuovo villaggelto oggi
afferma, presentare una Chiesa sostenuta da giorno, ma antichissima rocca; occorre a due
colonne, e le altre celle dei monaci, seb miglia da Bagheria, non lungi dalla terra
bene gi dilTormale dall' amichila; ma oggi dell'Accia, onde diresi altrimenti Castel
nessun vestigio ne rimane. Non tempo d'Accia. La magnifica Chiesa parrocchiale
qui da far parola della favola sul mostro con cupola, sacra alla Immacolata Conce
di Palermo uscito da questa rocca. zione di Maria sollo un Arciprete. Ne
castellacelo. Lat. Castellatimi. Sic. sono 183 le case, 400 gli abitanti. Fecondo
Casliddazzu (V. M.) Rocca ruinosa tra Ter- il territorio , vi sono cave di marmo
bianco. Appartcncvasi alla famiglia Spada-
emplici , 8,099 in ficheti d'India, 45,118 in al fora, poi Rcquesens; ed oggi ne il Barone
beri misti, 26,386 in castagneti, 198,135 in bo-
scate, 244,059 in frassineti, 0,103 in terreni a de Ignazio Vincenzo Abate Marchese di Lon-
lizia, 1,015 in terreni improduttivi, 1,988 in suoli garino (1).
di case: per l'amenit e l'ampiezza dei suoi pa Castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
scoli, numerose vi sono le g roggie; il maggior com Casliddazzu (V. M.) Scoglio nella spiaggia
mercio di esportazione consiste poi in olio, ed in di Palermo sotto il colle Gerbino, da ogni
manna di ottima qualit. Contava questo comune
nel 1798 una popolazione di ben 7080 abitanti, parte battuto dai flutti.
che eransi diminuiti nel 1831 a 6090, e finalmente Castellacelo. Lat. Caslellalium. Sic.
riprendeva nel 1853 l'antico vigore, rimontando Casliddazzu (V. M.) Torro d' ispezione nel
a 7134. Fia dolce ma lacrimevole insieme la ri la spiaggia marittima di Sciacca, non lungi
cordanza di Vincenzo Mogavero nato in Castel- da Palma novello villaggio.
buono nel 1803, estinto dall'indica piaga ai 9 Castellammare. Lat. Castellum ma
loglio del 1837 ; fu un giovane medico di belle
speranze, che onore avrebbe apportato alla Sicilia, rie. Sic. Casteddammari (V. M.) Citl delta
all'Italia, alla scienza; ci lasci qualche memo
ria inserita nel giornale di scienze mediche. (1) un sotto-comune aggregato a Solanto.
33
258

CA

volgarmente del Golfo, perch sita nel fon dia della sp/aggia propria: il Magistrato
do del seno dello stesso nome : giacch il civile dipende dall'arbitrio del Barone: ad
seno dicesi da noi Golfo per distinguersi un Arciprete si appartiene la cura delle
da Castellammare fortezza di Palermo. Do anime, al Vicario del Vescovo commesso
po il capo Rama nel lido settentrionale, un il Clero. In un fertilissimo campo detto Fra-
gran tratto a seno, verso Occidente, acco ginisi ergesi un monte non lungi dalla citt,
glie le acque del fiume Scamandro, volgar nei cui fianchi sono incavale profonde smi
mente S. Bartolomeo, ed ha una fortezza surale grotte. Guigliardolto gode eziandio
sulle rupi bagnata dalle acque, unita con della stessa fecondit, e presenta in lungo
uu ponte verso Mezzogiorno alla murata citt, ordine dei sepolcri incavali nel sasso. Quinci
la quale anche da ogni parte dalle acque le celebri ruinc dell'antica diroccata citt
circondata, con un ponte uniscasi a spazioso di Segesta, ed il tempio quasi intero che
sobborgo; il quale, ed insieme la citt, sono poggia sopra 36 colonne di smisurata gran
ben popolali e con un caricalojo di frumento. dezza , perloch gli anlichi e i moderni
Nella fortezza sorge il palazzo del Barone appellano il nostro emporio, Segestano.
con doppio piano a volle, e nel superiore Passiamo ora ai Principi.
le artiglierie per allontanare in caso il ne Sorgeva la rocca sotto i Saraceni, ma la
mico- Nel mezzo stanno ampie sale da con citt crebbe regnando gli Aragonesi. Tra
gresso, il pian terreno dalle acque battuto questi Federico II stabil Signore della citt
contiene officine, e cisterne incavate nel Federico di Antiochia, il quale datosi ai
sasso. La citt sostenuta da declive conti Francesi, fu la rocca consegnata a Roberto
nuata rupe, splende per la sua parrocchiale d'Angi; e poco dopo ricuperatala aven
Chiesa dedicata a S. Niccol, elegantemen do Pietro II, nell'anno 1336 la concesse
te intonacala, ed cinta da muraglie. La a Raimondo di Peralta, da cui, sotto Fe
dotta Chiesa lungo tempo era delle suffra- derico III, pass a Guglielmo ed a fticcol
ganee della R. Cappella di S. Pietro del eredi di Raimondo. Per essersi quest'ultimo
R. Palazzo, come attcsta Pirri il quale af ribellato, il Re Martino nel 1399 la diede
ferma che vi fu il convento dei Minori og a Giovanni Perollo , e poi la restitu a
gi abolito. Nel sobborgo hanno decenlissi- Calcerando di Peralla, annoverato trai
ma casa da poco tempo fabbricala, i Chie Signori nel 1408. L'ottenne poi Pietro Spe-
rici regolari, ministri degl'infermi. Sorgono dafora e Ruffo, nipote ed erede, per parte
altre sci Chiese minori, e nella citt e nel della sorella di Errico Rosso, la cui figlia
sobborgo. Seguono amplissimi granai che Beatrice portolla in dote primieramente a
presentano ai naviganti l'aspetlo di una Gaspare de Spes Vicer di Sicilia colla
grande citt. Un tempo nel secolo xvi era Contea di Sclafani e Roccella, indi al
no le case, giusta Fazello, 125, e i terraz secondo, Sigismondo de Luna. Allora com
zani nell'anno 1593, secondo i regii libri, pressela da costoro Niccol Afflitto, il quale
463 ; nel tempo del Pirri cran 207 le l'assegn in dote alla figlia, maritala con
case, 790 gli abitanti, ma nel 1633 com- Giacomo AlUata Cancelliere del Regno. Ma
pulavansi 323 case , 1279 abitanti ; nello ritorn di nuovo a Pietro de Luna ed alla
scorso secolo erano 416 le case, 1538 gli di lui figlia Luisa de Luna e 'ega, che
abitanti, che ultimamente giunsero a 2258. nel 1595 chiamatasi Signora di Castellam
Castellammare comprendesi trai conlini del mare, e maritala a Cesare Moncada, partor
la diocesi di Mazzara e la comarca di Sa Francesco, dal cui nipote Luigi nel 1649
lerai . La milizia urbana attende alla cuslo- comprolla Francesca Balsamo ed Aragona
259
CA CA
Principessa di Roccafiorila, e morendo la Cattellammare (Golfo di). Lat. Gul-
diede al figlio Pietro Balsamo , a cui in fus Castelli ad mare. Sic. Gurfu di Casted-
primo luogo sostitu Diego Aragona Ta dammari (V. M.) Era un giorno il seno Se-
gliala, in secondo Giovanni Yenlimiglia gestano e prendo il nome dalla citt del
Conte di Geraci, in terzo Baldassare Na Castello.
selli, se Pietro morisse senza prole, il che Caatellammare. Lat- Caslellum ma
avvenne, quindi successe Diego, al quale ri. Sic. Lu casteddu (V. M.) Sorge nel
morto senza prole successe Giovanni, i di l'orientale spiaggia di Palermo. Da Fazello
cui figli Rodrigo Blasco c Ruggiero Yen antica fortezza, da Ugone Falcando antico
limiglia morirono ancora senza prole ma palazzo appellalo, presenta la forma di pic
schile, per cui nel 1698 Baldassare Naselli ni cola citl non seconda alle altre poche in
pote del terzo sostituito, divenne padrone di Sicilia per le sue fortificazioni e naturali
Castellammare, e dei suoi successori parlai ed artificiose, imperocch bagnata dalle
trattando di Aragona. Oggi vive Luigi Na onde del mare da Mezzogiorno, Levante
selli, marito a Stefana Morso. La latitudine e Tramontana. Sorge intera sopra moli di
delia citt di 38, 5', la longitudine di pietra, e da Occidente circondata e chiusa
35, 40". (1). con ogni industria ed arte. Si perci che
difende la citt, rende sicuro ollremodo il
(t) Attualmente Castellammare un capo-cir porlo, come un giorno difendeva le due foci
condario di 3* classe in provincia di Trapani, da dell'antico, delle quali una sola al presente
cai dista 4 m. rotabili 20 non rotabili , distretto
di Alcamo da cai 7 non rotabili, diocesi di Maz- rimane. Crcdcsi opera di tempi antichi, ma
zara da cui 40 non rotabili, 32 rotabili 7 non ro la sua ristaurazione ascrivesi ai Saraceni, i
tabili da Palermo; sito propriamente in una de quali prima d'innalzare il novello palazzo
clive pianura, e signoreggia il golfo dello stesso lo scelsero per soggiorno degli Emiri, for
nome. L aria ne mediocre pel macero dei lini, tificarono con molle torri , ed ivi innalza
che ebbene in luoghi non molto vicini allo abi
tato, ne decorrono le acque sino a luoghi pochis rono una Moschea per la maomettana su
simo distanti; l'acqua potabile vi di Tonte e di perstizione; ma Roberto e Ruggiero scac
pozzo buona e bastante. Ammirasi nella Chiesa ciali i Saraceni, l'accrebbero di novelle
Madre un bello simulacro di N. D. del Soccorso, fortificazioni giusta i tempi; finalmente lo
il quale per, siccome dice Sacco, sebbene aia di Imperatore Carlo V la cinse di smirurati
porcellana, non la cede in finezza al magnifico
marmo orientale. Yi una fiera per la solennit
festiva che in onore di lei in ogni anno si cele vigneti alberali, 351,715 in vigneti semplici, 10,
bra, per bestiame, tessuti, ed altre merci, che dura 634 in sommacebeti, 6,953 iu ficheti d'India, 52,
8 giorni a cominciar dall'8 di agosto. Esistono in 146 in boscate, 632,569 in terreni improduttivi,
Castellammare due ospizii, l'uno dei PP. Cappuc 1,150 in suoli di case. In un monte che sorge nella
cini, l'altro dei Miuori Riformati; del pari due pianura detta Traginisi alla quale non da molto
camposanti, uno abolito con una chiesetta in cui tempo fu costruita una strada rotabile , sono
un quadro rappresentante Cristo al sepolcro, di delle caverne profondissime: il suo terreno poi
eoi ignoro il pennello, l'altro neanco messo in calcareo arenoso nella parte settentriouale, e vi
attivit. Ne montava la popolazione nel 1798 a si trovano alquante conchiglie fossili. Armasi una
6000 abitanti, ad 8103 nel 1831, e finalmente si tonnara nel suo mare nell'est, e vi si pescano
accrebbe in pochi anni ad 11287, come nella fine eziandio dei molluschi nudi conchigliferi. Il mag
del 1852 fu indicata. Comorendesi il suo territo gior commercio di esportazione consiste in som-
rio in sai. 3091,971, delle quali dividendo in cul macco, vino ec.
ture, 5,743 in giardini, 5, 070 in orti semplici, 18, I bagni di acqua termale di Castellammare sono
988 iu canneti, 544,193 in seminatori! semplici, nella est frequentatissimi, poich molto giovevoli
1253,796 in pascoli, 85,934 in oliveli, 123,080 in per vario malattie, e principalmente per le cutanee.
2G0
CA

bastioni, il che han fallo i suoi successori Castellacelo. Lai. Caslellucium. Sic.
secondo chiedevnno le opportunit dei lem- Caslidduzzu (V. N.) Rocca diruta nel pro
pi; poich sotto Filippo II il Vicer Gio montorio occidentale del seno di Marza
vanni di Cerda nel 1360 aggiunse novella verso Pachino, che stendesi al mare verso
corona di baluardi a quei che cretto aveva Mezzogiorno, di qual nome appellansi pa
Carlo, ed ultimamente, nel principio di que rimenti ed il seno ed il promontorio. Ivi
sto secolo il duca di Uzada , di un terra menti
si ammirano
di famosa
in giocondissimo
caduta citt, sito
di un
i mona-
m. e
pieno di muri recinto, la mun. Compren
de oggi una Chiesa parrocchiale (1), ha delle mezzo di circuito, e della rocca battuta
amplissime stanze pel supremo Comandante dalle onde del mare, ed avanzano vestigia
della milizia , che il secondo posto tiene di case di antica fabbrica in esistenti luo
dopo il Vicer. Ha delle carceri pei col ghi sotterranei, oggi appellate CasleUuccio
pevoli plebei, e delle custodie pei nobili. da questa diruta rocca. E congettura di Fa-
Lungo tempo in questa rocca univansi i zello esservi stala Callipoli o Etilica, ma
Consultori per amministrare la giustizia, ed io avendo collocalo Callipoli al lato Orien
ivi si conservavano i pubblici atti del Re tale dell' Isola, c nelle parti mediterranee
gno, ma nel 1593 accesa la polveriera, gran l'Eubea nelle note al medesimo Fazello,
mina intervenne, le intcriori parli della affermai con Cluverio esser questi avanzi
rocca couquassaronsi , e molli schiacciati intorno a Marza monumenti del tempio di
ne furono, perch i tribunali vennero tra Ecatc e del sepolcro di Ecabe.
sportati non mollo dopo nel Regio palazzo. castellacelo. Lat. Caslellucium: Sic.
Castellana. Lai. Castellana. Sic Ca- Caslidduzzu (V. W.) Rocca a 5. m. sopra
stiddana (V. N.) uno slagno appresso il Terranova verso Aquilone, sita in un colle,
capo di Marzarcllo nella spiaggia australe le di cui radici vengono bagnate dal fiume
dell'Isola. Seguono verso Oriente le foci del di Gela o di Terranova. Fu un tempo con
fiume Irminio. ceduta dal Re Federico III nel 136i, col
Castelli di Saturno. Lat. Cronia Ca fondo delle terre d'intorno, a Perollo de
stella. Sic. Caslcddi di Salurnu (V. M.) Ca Moach milile Callagironcse. Pass sotto Mar
stelli, posti verso le parli occidentali del tino in mano di Ruggiero Impancila, che
l'Isola, come da Diodoro nel lib. 3. Re essendo dall'Isola partito, non impetratane
gn Saturno in Sicilia ed in Affrica, non dal Re la facolt, consegnando la rocca ad
che in Italia, e slubil il suo imperio nelle un suo famigliare, Alfonso con decreto del
parli occidentali, e disposte ovunque guar 19 ottobre 1422 segnato nel castello di
nigioni per le rocche tenne al dovere i Aversa, revocando l'alienazione, concessela
sudditi, donde avvenne che per le parli a Ximene de Corella, Coppiere Regio, dai
occidentali di Sicilia, i luoghi ovunque pi di cui eredi pass ai signori di Terranova,
elevali appellami Castelli Cronii, cio di oggi signori di Castelluccio.
Saturno. castellacelo. Lat. Caslellucium. Sic.
(1) Questa parrocchia, come anche l'intero ca- Caslidduzzu (V. N.) Rocca che siede sopra
teilo, qual sito appartenente! al Re, va soggetto un colle, nel territorio occidentale di Roto,
al R. Cappellano maggiore , il quale vi legna nn alla sinistra ripa del fiume Atellaro o Abiso,
Parroco, e due cappellani coadiutori; vi si ammi dalla quale dista circa un miglio. Fu un
nistrano i sacramenti alle truppe di presidio ed
agli abitanti. Meritano attenzione nella Chiesa i tempo di Eleonora regina , come leggesi
quadri di S. Gaetano, di N. D. del Rosario, e diS. notalo nel censo di Federico II suo marito.
Silvestro, buoni lavori del pennello di Vito d'Anna. Venne poi nella Signoria di Matteo Palici,
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CA CA
per la di cui fellonia l'ottenne Guglielmo Rai Cefal, come notai, e nella comarca di Mi-
mondo Moncada, che concessela a Matteo slrella , e da l' onore ai suoi Signori di
de Facto, ma entrambi opposti al Re Marti sedere il xn posto trai Raroni. Fior nel
no, fu data nel 1397 al messinese Salimbcnio secolo xvi di 346 case, 1617 abitanti, nel
Marchisi con diploma segnato in Catania. seguente di 528 case, 1693 abitami, e fi
Marchisi diedcla dopo 20 anni a Niccola nalmente ai nostri tempi di 367 case, 1210
Speciale di Nolo, cui il Re Alfonso conce abitanti, che finalmente con non lieve per
dette la facolt di rifabbricare la rocca, col dila vedonsi ridotti ad 826.
cos dello mero e misto impero, per di Fu soggetto ai Venlimiglia sino al 1480,
ploma dei 6 di ottobre. Succedette a Nic quando Enrico Conte di Ceraci , ricevuto
col il figliuolo Pietro nel 1433, a cui Mat il prezzo, l'assegn a Matteo Speciale, da
teo, a questo poi Niccolo n, da cui Bianca cui comprollo poi Mccola Siracusa, ma
e Caterina: mor quella senza prole, onde lo ricuper Simone Yentimiglia nato da
nel 1505 l' ottenne Caterina. Enrico, e perci nel 1499 ubbidiva ad
Castellacelo Lat. Caslellucium. Sic. Antonio figliuolo di Simone. Fccerlo di
Caslidduzzu (V. N.) Piccola isola rimpello loro Signoria i Lercano nel 1536, ma non
il promontorio Plemmirio. perdettero i Venlimiglia il drillo di ricom
Canieliurcio. Lat. Caslellucium. Sic. pra. Poi pass colla medesima legge agli
Caslidduzzu (V. D.) Casale concesso dal- Ansatone , dai quali ai Timpanaro , che
l'Impcrator Errico, Re di Sicilia, alla Chiesa verso i principii del secolo xvn dicevansi
di S. Maria de Latina in Messina. Signori di Caslelluccio. Ma nel 1634 l' ot
Castellacelo del itolo* Sic. Caslid tenne Erasmo Cannizzaro, cui succedette
duzzu di lu Molu (1). la figlia Raffaella, ed a questa Luigia Bot
Castellacelo. Lai. Castellulium. Sic. tone e Cannizzaro, la di cui erede Agata
Caslidduzzu (V- D.) Villaggio., appartenente- Agras lasci a Francesco suo figliuolo, il
si nel 1300 a Francesco Venlimiglia, ed quale nominato nel 1726 con diploma di
al medesimo secolo devescne ascrivere la Carlo VI Duca di Caslelluccio, da Eleonora
origine , poich nel 1267 nel diploma di Parisi ebbesi Giovanni, oggi vivente. Con
Papa Alessandro III, in cui notasi il cen fermai altrove nelle note al Fazcllo esser ce
so della Chiesa di Cefal, nessuna men duto sotto Martino Caslelluccio ai Peralta,
zione si fa di Caslelluccio. Siede nei monti ed ai Montecaleno, perciocch Antonio ed
Sori, dei quali parla il Fazcllo, e nella loro Enrico di lui fratello dai Venlimiglia, nemici
convalle; con una rocca che ergesi dalla al medesimo Re, decaddero dai beni, e furo
parte occidentale, sotto di cui la principale no altrui concesse le loro Signorie- Ma ritor
Chiesa parrocchiale , sacra del titolo alla nali in grazia, vennero di nuovo sostituiti alle
Nativit di Nostra Donna, cui assiste una primiere dignit; del resto essendo, come an
communia di Sacerdoti : cnumeransi altre 12 che oggi, altri casali del medesimo nome,
Chiese minori, e rimpello la rocca ergesi non nego poter facilmente inciamparsi in
quella di S. Maria dell' Ajuto con un Con qualche equivoco in assegnarne i Signori.
vento di Osservanti di S. Francesco dal 1634, Hanno i terrazzani in primaria devozione,
ai quali verso il 1595 cedettero il luogo e venerano il lulclare S. Placido Abate e
i Riformali. Caslelluccio nella diocesi di Mari. Sono vestili i prati di pingue erba,
ed abbondano in pasture, sono piantale a
(1) un piccolo caatetlo di figura quadra, for
mato di tre bastioni, e di una torre riquadrata, vigne le terre, a gelsi, ad ulivi. Il Rarone
che difende il Molo di Palermo. si ha drillo di anni, e segna il Magistrato
262
GA CA

civile. Presiede il Vescovo per mezzo di no, Duca di Terranova, della famiglia Pi-
un suo Vicario. La lat. di 37, SO' la gnatclli; ma Vincenzo Maria di Termini,
long, in 33 (1). per privilegio di Filippo del 1629, ne ot
Caiteinuovo. Lat. Caslellum notum. tenne gli onori di principato, e li trasmise
Sic Caslernovu (V. D.) Vedi Bavuso. ai suoi, oggi signori di Isnello e di Bocina.
Casteiicrmlnl. Lat. Caslellum Thermc. Nota Francesco Emmanucle alla famiglia
Sic. Castertermini (V. M.)Terra volgarmente medesima essersi un tempo appartenuto
Termine ed altrimenti Monte d'Oro, alla Castellcrmini, donde gli compete il tren
destra riva del fiume Platani, sotto Sulera, tesimo terzo posto trai Principi; e i Duchi
verso Libeccio- Riconosce la Chiesa di Gir- di Terranova ed i Principi di Caslelvelrano
genti e la Signoria civile di Castronuovo. come Baroni di Monte d" Oro, profferiscono
E di nome novello, ma ben popolata; poi il in voto nel Parlamento, godono del po
ch il suo censo del 1653, e come credo tere di armi, e segnano il magistrato. An
il primo, rec 544 case, 2276 abitanti ; nel gusto il soggetto territorio, ma fertile;
1713 poi 1324 case e 5171 abitanti, frequentano tuttavia gli abitanti il Ticino
ed ultimamente 5245. Il sito lievemente feudo di Fontefreddo soggetto al Conte di
Chiesa
declive cheverso
sola
Mezzogiorno
parrocchiale,
; la sacra alla j Bastiglia, donde ubertose messi raccolgono,
primaria
con non piccolo lucro. Sta in 37, 23* di
B. Vergine del Rosario, con altre sci, cui long, in 37, 45* di latilud. (1).
presiede, commessa alla cura dell'Arci
prete. I Minori Cappuccini in pi elevato (1} Oggigiorno un cornane in provincia e dio
cesi di Girgenli, distretto di Bivona, da cui ditta
luogo dal 1722 si stabilirono. Dccenlissima 6 m. e mezzo, e 18 m. e mezzo distante da Gir
la casa del Barone, che appellano Castel genli, 55 da Palermo. Nel 1853 veniva incomin
lo, con molto ampia piazza ; donde aprcsi ciato il prospetto della magnifica Chiesa maggiore,
spaziosa e retta via sino alla Chiesa dello oltre la quale sono altre otto Chiese. Vien traver
anime purganti , che assai bella si pre sato il comune dalla strada rotabile, che mena da
Palermo a Girgenti, ed essendo perci molto fre
senta. Adornano poi la via da entrambi quentato, la civilizzazione vi si mostra in un felice
i lati eleganti case di cittadini. Oggi si ap progresso, onde venne da breve costituito un tea
partiene il paese al Principe di Caslelvelra- trino, dei pi eleganti della provincia. Salubre
il clima , e se ne comprende il territorio in sal
(1) oggigiorno un comune in provincia di me 5318,499, delle quali 13,688 in orti semplici,
Mesiioa, distretto e circondario di Mislretla, da 108,464 in seminatorii alberali , 3277,855 in se
cui dista 6. m., 117 da Messina. 78 da Palermo, minatori semplici, 1775,811 in pasture, 20,210
nella diocesi di Patti. Vi un monle agrario che in oliveti , 58,049 in vigneti semplici , 24,601 in
giusta lo regole generali presta frumento, invertito sommaccheli, 1 in boscate, 2,264 in culture miste,
dal peculio nell'anno 1842, e diretto dal Sindaco, 3i,956 in lerreui improduttivi, 1,601 in suoli di
e da due Deputati scelti dal Dccurionalo con la case. Ivi, e nella contrada Chiuddia propriamente,
approvazione dell'Intendente, la carica dei quali una zolfara soggetta ad inondazione per le acqne
biennale. L'estensione del suo territorio di sorgive, ed altra nella contrada Mangaoaro non
al. 1569,550, delle quali dividendo in culture, 709, soggetta ad inondazione, entrambe discoste 24 m.
150 in seminatori! semplici , 376,707 in pascoli , dal luogo dell' imbarco, e 10 dal punto pi prossimo
8,543 in oliveti, 39,131 iu vigneti semplici, 74,270 della strada a ruota che vi conduce: quella de
in boscatc , 11,600 in frassineti, 0,059 iu suoli nominata Timpi di Malta nel sito Mandrac-
di case. Il suo pi gran commercio di esportazione chia, ed altra nel terreno dell'Accia, entrambe
consiste in manna che di ottima qualit. L'aria non soggette ad inondamento e distanti 22 m.
vi sana. Ne montava la popolazione nel 1798 a dal mare, 8 dal pi viciuo punto della strada ro
1702, a 1749 nel 1831 , e finalmente a 2352 si tabile che vi mena ; tutte a '/ m. dai terreni
accrebbe sino all'anno 1852. coltivati , e che dan zolfo di 3* qualit , tranne
263
CA

Caatelvetrano. Lat. Caslellum vele- corala ai tempi di Fazcllo del lilolo di


ranum. Sic. Castedduvitranu (V. M.) Cill Contea, poi dal 1564 avanzala del titolo di
nella diocesi e comare di Mazzara, de- Principalo. Anticamente, nota il Pirri, di-
cerasi castello Eniellino, il che divolg
qoclla di Accia che ne da anche di Da ci si il primo l'Arezzo: Rimangono gli Entclli-
eccita do significante commercio, onde la pubblica
prosperit aspira ad un miglioramento , cui non m vicini popoli, abitanti l'antica Eniella
potr mai pervenire sinch gli ex-baroni non vo- cos della da Entello compagno di Ace-
glion concedere e ripartire agli abitanti in discrete slc, che poi trovo appellala negli annali
tenute i loro ex-feudi, dei quali questo territorio di Sicilia Castello EnlcUino , oggi per
quasi totalmente costituito. Caslelvetrano. Ma l'antico scrittore Isacco
Ne ascendeva la popolazione nel 1708 a 5590 ,
a 5292 nel 1831, e finalmente a 6493 nello scor Tzelze fa Entella moglie di Acesle, donde
cio del 1853. il nome all'antica cill di Sicilia, che ve
Perenne rester in Italia e nella Repubblica let dremo a suo luogo essere slata altrove. Ro
teraria il nome di Giovanni Agostino de Cosmi ta Cluverio aver piuttosto occupato Elcelio
nato in Casteltermini a di 25 luglio del 1720, il silo di Caslelvetrano , il che anche al
unico per la magnifica direzione nel corso scola
stico, perloch nelle principali citt di Sicilia ve trove ad esaminare. E certamente Ca-
niva eletto Moderatore delle pubbliche scuole , e stelvelrano ricco ed abbondante, e siede
Direttore degli studii e della Universit di Cata in un campo un poco declive verso Sci
nia dal Vescovo Mr. Salvatore Veulimiglia nel 1761; rocco, con larghe e rette vie, e magnifica
dove sfoggi delle sue altissime mire, dove i suoi ag rocca, dov' il palazzo del Barone, la quale
giustati pensamenti f praticare, donde cav sommo
profitto; venuto in Napoli, quinci iuRoma, lascian comprende il tempio di S. Pietro, ornato
do di se indelebile il nome, poi ritornato in Catania, dal 1670 di insigne collegio canonico; ma
fa eletto a custode della Biblioteca, di che donalo ave la principale Chiesa del lilolo di Maria Ver
va Mr. Veulimiglia l'universit degli studii, e la ordi gine Assunta alla destra della citt; l'al
n, e quivi apri cattedra novella di direzione, edi tra parrocchiale di S. Giovanni Ballista
scoria alla giovent studiosa. Nel 1788 furono dal Re
costituite le scuole normali in Sicilia, e ne fu il De principale patrono, alla sinistra; entrambe
Cosmi, che di nuovo in Napoli dimorava, eletto il sotto l'Ardprele, e per mole, grandezza,
Direttore, onde portossi in Palermo ad ordinar le ed ornamenti esimie- In quella diS. Giovanni
cose con l' intelligenza del Governo, dove trovan per una statua di marmo del medesimo
dosi nell'aprile del 1789, fu dal Re promosso ad santo, del famoso scalpello del Gagini: enu
ampio canonicato della Chiesa di Girgenli, dispen
sata la residenza. Pubblicati nel 1792 i Principii meratisi poi diciotto Chiese filiali, ed alcune
Generali del discorso, poi nel 1803 gli Elementi addette a confraternite di laici; dieci con
di filologia in tre volumi, dei quali come a sup- venti sotto varii istituii, ed uno di monache,
plimento una traduzione di cento lettere scelte di ai quali la seguente origine si assegna.
Cicerone, e la traduzione dei memorabili di So Antonio Tagliavia Signore della cill stabili
crate scritti da Senofonte, lavori in servizio delle i Frali Predicatori nella Chiesa di S. Maria
scuole, prosegui a rendersi utile sino ai primor
di! del 1810, quando gi ai 24 gennaro, sleso sul di Ges, ad esser centro di sludii dell'Or
letto di morte profferiva agli amici poche ore pri dine. I Minori Conventuali fuori la porta
ma di mandar lo spirito quelle tenere parole: di che del titolo di S. Francesco, abitano un sito
siete dolenti amici se io muojo? l'amicizia resta,
aia immortale I
A Niccol Cacciatore celebre allievo del Piazzi, stitu una fama eccellente; pi ancora glie ne con
e che gli succedeva nella direzione della specola ciliano le sue opere, parlando alla posterit come
di Palermo, fu patria eziandio Casteltermini. Lo sostenne il decoro del nostro Osservatorio, e man-
encomio fattone dal suo maestro che confessava t eniielo nello stato in cui lascialo l'aveva l'im
averselo avolo a coadiutore nei suoi studii, gli co- mortale Piazzi.
204

CA CA

amenissimo dal 1534. I Riformali per opera vano molte case di privali assai eleganti,
di Zenobia Aragona e Gonzaga occuparono n vi mancano delle buone piazze, n un
nel 1613 la Chiesa di S. Maria dell'Uria, decente palazzo pretorio. La fortezza situata
e di S. Lucia. Il magnifico Principe Carlo un giorno poco sopra dell'antica citt, per
Aragona diede in prima un luogo ai Cap cossa da un fulmine ruin, e gli avanzi
puccini nel 1558 , e fabbric una Chiesa ne esistono. Oggi sono le case 3455, cit
sotto il patrocinio di S. Anna , ma poi a tadini 11979. Numera il Pirri 1284 case,
pubbliche spese si concedette la Chiesa di e 5081 abitanti, ma nei regii libri verso lo
S. Rosalia, ed un pi grande cenobio. I slesso tempo nel 1653, se erralo non si
Carmelitani, si nel convento di S. Maria dei fosse, si leggono 4041 case, 15367 abitanti.
Miracoli costruito a contribuzione dei cit Solto l'Imperadore Carlo erano 1323 le ca
tadini, che nell'altro pi antico di S. se, 10229 gli abitanti. Il Magistrato, giusta
Niccol nel secolo xvi, abitarono. Segna la forma delle leggi municipali, era annuo
rono il sito e la somma congruente ai mo e ad arbitrio del Principe, cui spettava il
naci di S. Agostino nel 1584 i nobili Si dritto di armi , e l'xi posto nel Parla
gnori Angelo e Leonardo de Maja , colla mento. Il Vicario presiede al clero invece
Chiesa di Nostra Signora della Consolazione; del Vescovo, il Governadore di Sciacca co
del quale ordine ancora ai Riformali della mandava l'urbana milizia di 88 fanti, e 35
Congregazione di Centorbi assegnata la Chie cavalli. Gli amplissimi prati di Caslelve-
sa di S. Maria della Presentazione del ti trano abbondano di vene d'acqua, ed in
tolo dell' Ajuto, tocc un domicilio molto de alcuni luoghi sono paludosi, chiusi trai fiu
cente verso il confine della citta nel 1637. mi di Arena e Madiuno, per cui l'aria
I monaci di S. Teresa conoscono la loro poco salubre; ma lussureggiano i campi
origine dopo la met dello scorso secolo. per ruberia delle biade, pei lietissimi pa
I Paolotti solto il nome del santo fondato scoli che nutrono copiosi armenti : i vini
re, furono stabiliti da Giovanna Aragona e vi sono singolari e squisiti, l'olio, i frulli,
Pignatelli dal 1607 dentro la citt, nella il mele sempre vi abbondano, come anche
contrada di S. Leonardo, e dai lodati dei vi hanno delle miniere di bianchissimo sa
Maja agevolati. Le monache che professano le (1); nei boschi aperti e spaziosi albergano
la regola di S. Domenico hanno sin dagli cinghiali in gran copia ed altre fiere da
antichi tempi un monastero, e van belle caccia presentando ai Principi giocondo di
del titolo della Vergine Annunziala. La piet vertimento.
dei Raroni costru un collegio di ragazze Si fa menzione degl'illustri cittadini. Pa
nel 1622 presso la Chiesa di S. Giacomo. cifico dell'ordine dei Cappuccini di santa
II monte di piet e l'ospedale pei poveri vita, illustre per molli miracoli e pel dono
amminislransi dai fratelli della Compagnia di profezia, il di cui corpo in somma
dei Rianchi. Antichissimo il Monastero Be venerazione appo i suoi. Angelico chierico
nedettino della SS. Trinit nel territorio dello stesso ordine nel settimo mese di sua
cognominato di Delia o di Ficano, a circa prova tolto al inondo, nel 1594, e l'anima
un m. e 10 passi verso Occidente, di Re di lui fu vedula salire drittamente al cielo
gio patronato, di cui faremo altrove pa sotto forma di splendida fiamma. Giovanni
rola. M. Luna Minor Cappuccino ancora insigne
Per quanto riguarda le civili e pubbli
che abitazioni , essendo la citt abitata da (t) Oggigiorno queste miniere s'ignorano a**o-
oneste, ingenue, e ricche famiglie, si tro- lutamenle.
265
CA Ges, della famigliaCA
baronale, in cui bril

per virt lettere e prudenza nelle ammini


strazioni, mentovato dal Pirri. Giovanni Quar- l insigne felicit d'ingegno, solida virt
tararo sacerdote illustre per santit di vita, e prudenza singolare; adibito perci a reg
promotore in Palermo di opere pie, di cui gere vari collegi, prese a regolar la provin
Hongitore, che afferma essere nota parimenti cia Veneta , e diresse in Roma la casa della
a suoi tempi la fama delle di lui virt. Bar Apostolica penitenzieria; ebbe grande au
tolo Maggio insigne avvocato in Palermo, torit appo i prima ri i principi del secolo;
ma sempre inlento ad uffcii di carit; s quivi chiuse i giorni nel 1659. Giuseppe
diede lutto a difendere i poveri, ed a pa Pomio versalo negli sludii di matematica,
garne anche le spese nei loro giudizii, e filosofia, e medicina, non che nelle amene
si merit, come dicono, di dare alla Ver ledere, vissuto a lungo in Palermo con non
gine, al suo santissimo Sposo, e al divino volgare fama, rifulse parimenti per inte
Figlio, sotto forma di poveri, dell'elemosina; grila di costumi : stamp un (radalo sulla
dedito alla virt, alla contemplazione, con cura delle febbri putride, e prepar un
gran fama di santit mor in Palermo nel lavoro compilo su tuda la medica scienza.
1626; morto spir un soavissimo odore, e Pietro Maggio sacerdote dell'oratorio di Pa
dal suo volto spiccarono raggi di luce, sic lermo, prestantissimo nelle pi gravi di
come attesta lo scrittore di sua vita. Ebbe scipline, in colta eloquenza , ed onnigena
in moglie Vincenza Sveglia, donna lodata sacra erudizione, Esaminalor Sinodale del
altres per esimia virt, e i figli Girolamo la diocesi di Palermo e chiaro di altri ono
e Francesco Maria Maggio, egregii e cele ri, mor nel 1671, commendato nella Bi
berrimi personaggi, che a dritto possiamo blioteca Sicola. Pietro Martire Scandarialo,
notare originarii di Caslelvetrano. Raffaello dell'ordine dei Predicatori, precipuo per
flaflei dell'ordine dei Predicatori, chiaris integrila di vita, vcrsalissimo nella scolastica
simo per ingegno e dottrina, lodato per la e morale Teologia, nei sacri canoni, nello
integrit della vita, Cappellano di Carlo II umane ledere, nella Ialina ed italiana elo
Re di Napoli, il di cui animo offese per quenza, e mentovato dal Mongilori. Biagio
aver pubblicato il libro sulla Vera elezione Mililcllo addetto alla scienza del dritto, ed
del Pontefice Urbano VI, per cui fu messo amante altres delle Matematiche; Giudice
in carcere, e ne fu tratto alla morte di diresse la Curia del Grande Ammiraglio di
Carlo: mentovalo da Fontana, Allam Ura Sicilia, nominato nella Biblioteca Sicola
no e da altri. Simone d'Aragona Cardinale per dottrina, integrit , ed opere pubbli
di Sanla Romana Chiesa, figlio del celeber cale: ed ivi anche si encomiano Francesco
rimo Carlo magno Sicolo, segnalo Arcive Maggio peritissimo nella musica , e Paolo
scovo di Palermo. Pietro de Luna illustre giu Anca dell'ordine di S. Agostino.
reconsulto, i di cui pubblicati raccolti Consi- Ma gi occorre primo Signore di Caslel
glifcollecla Consilia), ad i lavori manoscritti, vetrano Tommaso Corvino (1), che divenuto
di molta dottrina sono al sommo encomiali
e commendali dal Mongitore. Felice Bran- (1) Forse per menda del testo originale viene no
dimarte dell'ordine dei Cappuccini, in som minato primo Signore di Castelvetrano questo Tom
ma copia versato nelle sacre scienze e nel maso Corvino, giacch fu in elTelto il primo Ba
l'eloquenza; pubblic il trattato della sacra rone , Tommaso Lentini, che per fellonia fa spo
gliato dei possedimenti, il che viene chiaramente
arte di predicare e varie orazioni, e la a conoscersi consultando il diploma del 18 gen-
sci preparato pei torchi un corso di Teo naro 1299, che si conserva tra i manoscritti della
logia. Giorgio Tagliavia della Compagnia di Biblioteca Comunale di Palermo (Q. q. G. 3), dod
2G6
CA CA

nemico al Re Federico ne venne spogliato dissi parlando di Avola. Oggi il Principe,


dei beni, cio della nostra citt, di Pietra Be- Fabrizio Pignatelli, la di cui moglie Co
lice, e di altre terre, delle quali venne dona stanza Medici dei Principi di Ollajano. Ite
to, dal medesimo Re, Bartolomeo Tagliavia gli scorsi vicini anni Fabrizio si stabili
Cameriere della Regina Eleonora, con di una volta con Costanza in Custelwtrmn.
ploma dato in Polizzi nel 1296, separata la ebbe cura del bene dei soggetti, e prone-
foresta di Beribaida ed il fiume Madiuni. delle anche alle cose sue. Non lungi dal
Succedette^ il figliuolo Antonio, volgar paese rimangono avanzi di antica citt, che
mente appellato .Vino, che nel censo del diecsi volgarmente fabbricata dai soldati
1320 del medesimo Federico diecsi anche veterani romani , ai quali davasi dispensa
Signore di Sommatino- A questo, Matteo da militare, ed assegnavansi terre a col
confermalo dal Re Ludovico, indi il figlio tivare, donde ottenne prima il nome. E
suo Antonino , di cui menzione nel Castelvelrano in 37 43' di latit.. in 36" 23'
censo del Re Martino del 1408, sotto nome di longitudine (1).
di Rino, cui nacque Baldassare, donde
Giovanni donalo dell'investitura nel 1453, (1) Attualmente Castelvelrano Capo-circon
da cui Nino m nel 1479, e di nuovo dopo dario dichiarato di 2' classe con real decreto del
9 anni sotto il nome di Antonino da auto 24 giugno 1838; nella provincia di Trapani, da coi
dista 4 miglia rotabili 28 non rotabili, distrette
rizzazione astretto. Dopo Nino, Giovan Vin
e diocesi di Mazzara da cui 12 non rotabili, ' w
cenzo maritalo a Beatrice di Aragona, al rotabili dal mare , 32 rotabili 30 non rotabili da
quale concedette il Re Ferdinando nel 1502 Palermo. Vi merita attenzione il Duomo, opera
pieno diritto ed il potere della spada nei iniziata nel 1500, epoco in cui l'arte fiorivi mo
suoi possedimenti. Ne nacquero Francesco dellata sulle classiche forme del Brunelleschi, se
guito dal Majano, dal Bramante, dal Sangallo, e di
e Giovanni, quegli prese in moglie Anto
altri sommi artisti; ma nel mentre lo stile del ri
nia Aragona Signora di Avola e di Terra sorgimento delle arti penetrava noli' isola, in pre
nova, e mori non lasciata prole alcuna; in da a tutto il gusto del medio evo, prima che I ir
di per ispeciale indulto del Romano Pon te si rivestisse di quel carattere puro ed origi
tefice, divenuto Giovanni marito alla cogna nale dei Cinquecentisti , succedeva la corroziooe
ta Antonia , divenne Marchese di Avola e ed il principio della goffagine del secolo ivi: quin
di il Duomo di Castelvelrano tra lavori pregevoli
di Terranova, ed Ammiraglio di Sicilia : toc e interessanti per lo stile, fu terminato col gos
c loro il figliuolo Carlo, che per benefi e l'imperizia artistica dell'epoca barocca ; vi a
cio del Re Filippo II, fu detto primo Principe rila attenzione la magnifica cappella della Madda-
di Castelvctrano nel 1544, e decorato di lena.
freschidella
sonoquale
di Tommaso
l'architettura,
Ferrano
gli stucchi
figlio delegliceleli-
somme cariche e dignit, merit venir ap
bre Antonino: va adorno eziandio del qoadro del
pellato Magno Siculo; i di cui successori
l' assunzione della Vergine, originale di Orazio Fer-
rario , non che di quel di S. Chiara che sembra
che da due antiche copie autentiche dell' islesso di originale di scuola fiamminga , e della statua a
ploma , esistenti , una presso la Cancelleria Co marmo della Vergine del Giglio, buono lavoro dello
munale di Castelvelrano , e l'altra presso la fa studio del Gagini. Nella Collegiata, del di i
miglia Lentini di detta Comune. Potranno altres Collegio Canonico sull'introduzione, a correg
riscontrarsi all'assunto, la storia del Caso di Sciacca gere l' epoca del 1670 dall' autore segnata , poi*
di Francesco Sevasta, pag. Ili, edizione del 1726 riscontrando carte originali negli archivii, trovi."
e la Sicilia nobile del Yillabianca, nei quali testi- quella del 16*3, si ammira il quadro di S. Franci
rnotiii parlandosi del detto Tommaso Lentini Ba sco di Paola, buonissima copia di scuola fj.imroing1-
rone di Castelvctrano, si accennano le ragioni del dro
Nel della
tempioVergine
di S. Giovanni,
delle grazie
oltre laoriginale
statua, ildi qoa"
P>-
passaggio della possessione nella famiglia Tagliarla.
2fi7
CA CA
CajBtlgilonc. Lat. Cartrum Lconis aut da cui detta Castiglione la contrada c
Caitilionum. Sic. Castigghiuni (V. D.) Fa la valle vicina. Siede sotto il monte Etna,
tro
mosa Novelli,
citt non
decorata
che la del
(eia titolo
della decollazione
di Animosa, di nei colli levantisi alle parli aquilonari, de-

Mazzara, accresciuto di continui legati , talch si


l'ulva un, copia esalta di ignoto autore di scuola gi fatta domanda al Governo per la accetta
fiamminga; questo tempio stato rifatto da un mezzo zione di nn capitale di due. 1800 donato dal Sac.
secolo in qua, la cupola ed il campanile innalzali Vincenzo Ferro a fine di fabbricarne altro braccio,
dalle fondamenta, impiegati successivamente pi con prospetto nella piazza del Duomo; vi sta aperta
di 13000 due. nella intera riforma. Del Novelli al dalIl isis
Sac. una
Giuseppe
sala d'istruzione
Denaro raccolse
per nel
le fanciulle.
1805 in mi
tres il S. Gregorio Taumaturgo nella Chiesa dei
Teresini; e della sua scuola il quadro di S. Teresa, sere case vicino la Chiesa della Catena alcune povere
in quella dei Cappuccini di scuola Gamminga donzelle, che mantenne del suo; nutriva egli il de
il s. Sebastiano. In S. Domenico sono dei bei lavori, siderio di fondare un orfanotrofio , e quell'opera
il cappellone dell'altare maggiore, la cappella del era l'inizio del suo disegno, che ebbe compimento.
coro, ove in tutto, pittura, scultura, ed architettura, Ottenne dal Duca di Terranova Principe della citt
sono opera di Antonino Ferrarlo modellate sull'ar la propriet di quelle case, e le fanciulle furono
dito e vivace carattere del Buonarroti , come ne ivi accomodate alla meglio ; per gli alti di reli
tcrive l'architetto D. Giovanni Riga in una descri gione si servirono della Chiesa colla quale confi
zione inviatami, che non essendo all'opera intera navano; soffri quel buon prete dai nemici del be
confacentc, di pubblica ragione non feci. Va bella ne , ma da invitto fu sempre in trionfo, ottenne
anche questa Chiesa del quadro rappresentante l'in le debite approvazioni dal Governo, che in privi
contro di Ges colla Vergine nella via del Calva legio affidava al Vescovo l'amministrazione della
rio, copia dello S>pasimo di Raffaello, egregiamente nuova casa pia, a vantaggio della quale fu decre
eseguita da Pietro Fundulli da Cremona, non che tato l' investimento di varii legati pii a persone
dei quadri della Circoncisione , della Vergine, del incerte. Il Denaro mori nel 1839, e fu sepolto nel
Rosario, e di Gs nell'orto: nel monastero poi compianto delle orfane e di tutti i buoni nella
dell'Annunziata il quadro della Annunziazione, Chiesa delle sue figliuole, dove una modesta pie
originale di Orazio Ferrano. Nel quartiere di S. tra rammenta che ei visse. Per disposizione di te
Antonino nell'anno 1760 fu innalzata una Chiesa stamento, i considerevoli beni di lui furono ere
sotto l'invocazione di S. Bartolomeo Apostolo, alla dit dello stabilimento , che da mezzo secolo
qnale furono aggregate alcune poche rendite di di vita presenta un aspetto morale-economico
ona Chiesietta campestre dello stesso nome , sita assai interessante. II fabbricato si rase nuovamente
in quella contrada ; fu opera del Sac. Baldassare in architettura quanto semplice altrettanto bella
M "Tri; in questo ultimo ventennio fu rifatta io e grave. Si vive in perfetta comunanza; si lavora a
modo elegante, ed ora compiuta di somma uti- vantaggio della casa che provvede le orfane di tutto;
liU alla gente povera di quel quartiere, e decorosa terza parte della comunit veste l' abito religioso
alla citt. professando la regola dei Serviti , e queste um
Dalla giunta di Sicilia formata in virt dei di iliali hanno il debito di educatrici; le altre volendo
spacci Beali del 27 ottobre 1753 e del 17 dicem prender marito , vengono all' uscita dotate dalla
bre 1768, furono aboliti i tre conventi, di S. Fran pia magione. In notare le opere di beneficenza, non
cesco dei PP. Conventuali, degli Agostiniani Ere pu certamente trascurarsi il monte di piet; il
miti, e degli Agostiniani Riformali della Centu- mentovato dall'Amico ed amministrato dalla com
ripiDt congregazione; le rendite furono incorpo pagnia dei Bianchi, venne meno da gran tempo,
rate all'erario, che provvede al culto delle Ire Chiese, ma nel 1840 per la piet religiosa di Giovanni la
delle quali merita attenzione il quadro dalla sacra Chiana, era aperto a bene dei poveri un monte
famiglia, in quella dei Carmelitani, i quali prima di prestito di 1800 due. Un decreto regale sottras
del Decreto eransi ritirati da S. M. dei miracoli se l'amministrazione al Consiglio della pubblica
in S. Niccol, perch quella loro casa minacciava beneficenza , affidandola ad una commissione lo
rovina, e perch le rendite eransi diminuite con cale. Il fondatore diede quasi tutto il suo con sommo
siderevolmente. Nel 1758 la casa dei pp. dell'Ora soddisfacimento mentre ancora vivea ; mor nel
torio, scioltisi dalla vita comune, fu inaugurata a maggio del 1844 di anni 86; fu pianto come vir
collegio di Maria , oggi dei primi della diocesi di tuoso cittadino e sommo filantropo, di che anche le
2G8
CA CA

corata degli onori di Principato , dante ai il silo verso Oriente , e l' allora pi alia
suoi Signori la prerogativa di profferire il viene occupata verso Scirocco da due roc
settimo voto nel Parlamento- Ne declive che difficilissime ad espugnarsi per nalo-

disposizioni testamentarie sono solenne testimonio, gio teologo, e maestro al celebre Francesco Bu
in un gran numero di pii legati. Al di fuori della gio; stamp in quella scienza alcuni latori molla
citt, vicino il convento dei pp. Cappuccini, fu dai conoscitori encomiali. Il Padre Geronimo sei-
innalzato il camposanto, che si apri finalmente raglino
C5 mortodell'ordine
in Palermodei nel
pp. 1711
Riformali,
a 4 loglio;
io et difuidei
in
nel 1840; non ha valore artistico, quantunque
prenda sempre un aspetto di miglioramento nelle signe teologo e Provinciale , eletto da Innoceoio
forme esterne. XI. Prefetto e Vicario Generale delle missioni di
DilTondere i lumi lo stesso che moralizzare il A Hlica. ove ebbe anche le funzioni di Agente Ge
popolo e migliorarne le condizioni ; e questo ve nerale del Re di Spagna; esercit per beo 14 ni
diamo nella nostra citt per l' introduzione delle il suo nuovo ufficio con molla lode e grandi vil
debito scuole. Nel 1722, in conformit delle dispo laggi della Religione, carissimo a Carlo II; fonda
sizioni governative, fu aperta ai fanciulli la Lan- quattro ospizii religiosi del suo ordine in quel paese,
castriana, e nel 1815 il Liceo Comunale, di cinque uno pei prigionieri cattolici, e finalmente no Ve
cattedre provvedute a concorso, due di gramma scovato a spese del Re di Spagna, cai dopo un::
tica, una di umane lettere, una di eloquenza, ed apostoliche fatiche veniva il buon missionario ele
una di filosofia e geometria: fu inaugurato solen vato, ma nella sua vera e profonda umilt rifiu
nemente nella sala del municipio con erudito di ta va una tale carica.
scorso. Successero all' epoca di Amico, al nostro tempo
Non manc mai la nostra citt di figli per fiorendo: Francesco Saverio Carmelo Vita, natoli
santit o per dottrina illustri, che le facesser co 15 aprile 1737; ebbesi la laurea nel drillo e tei
rona. Alla filatera recala da Amico, noi qualcuno corso teologico, Canonico di Mazzara, dove fu eletto
da lui dimenticato e di gran merito ne aggiun Vicario Generale e poi Cianlro prima dignit nel
giamo, e coloro che gli successero. 1750 dal Vescovo di quella Chiesa, dopo la morte
Furono illustri nel secolo xvii, tralasciando del di cui fu Vicario Capitolare , e poi eletto e con
l'rc. Giambattista Majore Domenicano, insigne in sacrato
del Vicer
Vescovo
Cai amanico
di Filomelia
, caro mfu partibia;
anche in Ro'.
ansilo
dottrina,
il governofamiliare
di mollediChiese
Paolo da
HI lui
R. P.,
rigettato,
che gli eolili
del
e familiare ai Signori Spinola ed al Pontefice Pi
ordine
l're. Lettore
, celebre
Antonino
per pietM."
, morto
Cingales
in Salerno
dell' istetto
nel vi, di attivit incomprensibile, di somma marmi;
nel governo ; am i poveri largheggiando loro in
1C98, dove siu oggi inleso col nome di Padre elemosine; si mori nel isou, quando vicina, seconde
Santo, facciamo menzione nel secolo ivn dei una lettera di M.r Sonino di Roma ( documento
fratelli Giuseppe e Baldassare di Diasi , entrambi di famiglia), la di lui promozione a Cardinale- In
nella corte di Madrid, sotto Filippo IV, dei quali virt delle sue disposizioni testamentarie, Mara"
il primo dopo la morte della moglie entr nel si ebbe molle opere di cristiana beneficenza. I-
sacerdozio, fu Cappellano del Re, come risulla da Sac. Vincenzo Maggio nato nel 1753, morto il S(
una fede dei 7 febbraro 1737 del Parroco di S. aprile
matematiche,
1794, fu dotto
nell'astronomia,
teologo, e versato
nellanelle
medicina:
scieiue
Martino Governatore dell' Arcivescovo di Toledo:
leggiamo di Bartolomeo in un manoscritto auten nella sua povert offeriva il sacrifizio eucaristico
tico , essere passato iu Alemagna , ed eletto nel per la conversione dei peccatori , senza riceiere
1C38 capitano di fanteria alemanna ; nel reggi la cousueta
racoli e di santit;
elemosina;
alla morte
viventeespresseli
ebbe famapopolo
di mi*
si
mento di Giacinto de Vera arm cavalieri del suo,
per la compagina, servi mostrandosi sempre ma gili d'immenso dolore, lacer le sue vesti come og
gnanimo e valoroso, nel 1641 chiese ed ottenne getto di sacre reliquie; viva ne perdura la memoria.
il permesso di ritornare in patria da Ferdinando Il Can. Giovanni Vivona nato li 20 aprile W*
Imperatore d' Austria, che gli die attestalo di lode morto li 28 luglio 1830; nella carriera delle scuole
per aver militalo da ottimo campione; documenti mostr sempre penetrazione di mente, ordine e
lutti citali nel cennato mss. Fu celebre in musica chiarezza di idee; fu teologo profondo e filoso'0
D. Giovanni Palazzotto Tagliavia, eziandio egrc- sottile, formato sopra le opere dell' Aquio aie w
269
Ck

rali ed artificiali fortificazioni, poich sono alcuna parie di mura, nelle quali una volta
fabbricate di vivo sasso, in cui anche esi fidando i cittadini, ostarono alle regie trup-
stono amplissime cisterne. Rimane ancora j pe; n mancano avanzi di porte, alle quali
tuttavia si d il nome di Pagana o di Re
autore prediletto; nella carriera della predicazione gia. Nella rocca primaria il palazzo ba
fa ragionatore iuTincibile, ed in Trapani lasci una ronale, ed oggi carceri pei colpevoli. La
memoria immortale di se noli' occasione di esservi
stato per la missione; scrisse pi opere, e vide la Chiesa principale intitolata ai SS. Apostoli
tace dopo sua mortela titolala; eternit delle pene Pietro e Paolo, con campanile, sorge nel
dimostrata colla sola ragione: il quale lavoro, som luogo il pi elevato; la parrocchiale di
mo a giudizio di splendidi ingegni che lo esamina Nostra Donna nella parte inferiore, le suf-
rono, nn monumento non perituro della dottrina fragance di Pagana e di S. Marco verso
e della forza sommamente logica dell' autore; in
una forma troppo astratta e metafisica raccoglie Oriente, e pel resto del paese altre 12
quanto pu dirsi nella specie a fine di provare in filiali ubbidiscono all' Arciprete ; cui di-
vincibilmente la tesi; sono mss. ancora di lui, la consi soggetti i villaggi di Linguaglossa,
confuta del contratto sociale di Rousseau, la storia Francavilla, Motta, Roccclla e Nascali, seb
di Selinunte donata al Comune , un compendio bene i loro Rettori che si hanno la mede
di logica metafsica ed elica, e finalmente uu opu
scolo per facilitare gli allievi nella predicazione: sima dignit, le contrastino di loro diritto.
il disegno d un' opera apologetica sulla Religione, L' origine del tempio maggiore rimonta al
colla confuta degli errori del secolo ligio al Vol 1105, come si ha da una scritta lapide ap
taire ed alla Enciclopedia Francese, fu interrotto poggiala al muro della torre, sebbene l'edi-
dalla sua morte. gloria del Vivona il non essersi fizio della porla principale non ecceda il
fermato nei soli stndii ecclesiastici; fu cultore egre
gio della fisica, della medicina, della botanica, della 1438, come si nota in una epigrafe appic
matematica, della storia , della geografia , e della catane in capo.
chimica; alla sua dottrina aggiuuse la piet , e la Delle case dei Regolari, entro le mura,
gente pi ragguardevole pregiava confondersi col sorge antica e decentissima quella dei Car
popolo per assistere alle sue istruzioni , ottime melitani sodo il tilolo di S. Martino, fondata
per elette materie, per metodo chiaro, per dottrina
profonda; soffri contraddizioni solo per essere mag dal 15. ..Un monastero di monache attende
giore a tolti a giudizio comune; l'invidia opponesi di l' ultima mano. Al di fuori intanto l' an
tutta forza al vero merito. tichissimo monastero della SS. Trinit, di
Com prendesi il territorio di Castelvctrano in sai. ordine benedettino, che prima vicino il fiu
12773,788, delle quali 12,810 in giardiui, 34,424 me edificato, ad un miglio, poi ad un tiro
in orli semplici, 6,800 in canneti, 6783,547 in se-
Diinalorii semplici, 087,182 in pascoli, 1877.126 di pietra dalla citt, manca oggigiorno di
iu oliveti, 236,939 in vigneti alberati, 911,572 in monaci, di cui in luogo Preti secolari sotto
vigneti semplici, 17,600 in ficheti d' India, 40,010 un Abate che si ha il lix voto nel Parla
in alberi misti, 286,460 in boscate, 466,078 iu ter mento, ne intendono ai sacri misteri. Il Con
reni improduttivi, 12,240 in suoli di case. I generi vento di S. Agostino sotto la riforma di Cen-
primarii di esportazione sono i vini da gran tem
po passati in proverbio, l'olio ed il grano, che ar torbi, costituito ad opera e spese dei cit
recano non piccol lucro ai cittadini, i quali ascen tadini nel 1610, riconosce a padre Andrea
devano nel 1798 a 14782 , diminuitisi nel corso di Enna autore della Congregazione, pri
al 1831 a 12669, e 13658 secondo il quadro stati mieramente in S. Maria di AllomigMo nel
stico del 1852. 11 commercio si viene ad agevolare
merc due strade sin dal 1853 iniziate , una che
congiunge la citt con Palermo per Salem i, e l'altra menica di settembre per nna solennit della B.
con Hazzara, dove si hanno i vantaggi del porto. Vergine, della durata di quattro giorni; altro di
Apronsi inoltre nella citt in ogni anno due mer bestiame ai 24 giugno per la festivit di S. Gio
cati, uno per tessuti ed altre merci, nella terza do- vanni in quel giorno solo.
270
CA CA

territorio Metoscio, ma sin dopo 40 anni dote Castiglione , Errico Stateli^ prese
sorge non lungi delle mura- Viene indi in moglie. Errico Rosso poi ne fu Si
l' Ospedale, ad accogliere infermi e pelle di
gnore
resosotto
fellone
Federico
, l' ottenne
III, ed Perrone
essendosiGiorni
quie-
grini, dinanzi la porta Regia, a qual pietosa
opera un'annua e congrua rendila fu de Razionale del Regno, con diploma datato m
stinata dai cittadini. Vi un fonte di acqua Messina nel 1373, cui succedette il figliuolo
perenne, di che si beve. Corrisponde fi Bartolomeo. Calcerando di VtUanuoratenne
nalmente un sobborgo sotto la Chiesa mag tuttavia la citt sotto il Re Martino, il quale
giore, molto frequente, ma in ruinoso silo. prima di comporre le sue cose in Sicilia,
Lo stemma presenta una rocca a tre ba agitato da varii sciami di Signori , ora ad
stioni, sostenuta da ogni parte da leoni. uno ora ad altro concedette le Signorie, ed
Il magistrato civico vicn segnato dai Baro eman di molti diplomi , coi quali in un
ni, non pu tuttavia dall'ufficio venir ri solo anno troviamo molli Baroni del me
mosso ad un solo lor cenno; poich del desimo paese. Un diploma dunque di Mar-
dritto di spada, che Tommaso Gioeni primo lino del 1394 assegna anche la citt di Ca
Principe di Castiglione si compr, i ter stiglione a Bartolomeo figliuolo di Perrmt,
razzani si liberarono, soggettandosi ai Regii Cancelliere del Regno, il quale ottenne in
amministratori, sborsala la somma, e resti moglie Giovanna d'Aragona figliuola di Gu
tuitala a Tommaso. Erano 447 le case nel se glielmo, nato da Federico III per Ietto il
colo xvi, e 1632 gli abitanti, nel 1652 le case legittimo, ed inser al suo lo stemma del Re.
C47, e 24G7 gli abitanti, e nel 1713 final Succedetegli Perrone , i di cui succes
mente si numerarono 718 case 2674 abi sori ti hai parlando di Aidone , che come
tanti. Comprendcsi nella Comarca di Lin- Principi di Castiglione , si hanno sin dal
guaglossa, e seguivano la bandiera del 1002 il vii posto trai Sicoli Signori.
l' Islrultor di Taormina 4 cavalli e 36 ad annoverarsi tra gli illustri : S. Chre-
fanti. Ne il pastore l'Arcivescovo di Mes mes dell' Ordine di S. Basilio, fondatore del
sina, di cui si sta soggetti al Vicario. Il Monastero del S. Salvadore di Placa, di
prato di Castiglione amplissimo , a ben cui la vita appo il (lantani: Antonio Filoleo
40 ni. circoscritto, a boschi, a selve, a quer degli Amodci uomo d'ingegno penetrante
ceti, a scminntorii, a vigne, ad oliveli, e e di somma erudizione , che lasci ross.
gelsi, principalmente a noccioli; corrispon l' ampia storia di Sicilia dai primi fondatori
de abbondantemente ai sudori degli agri ai suoi tempi; nonch una accuratissima
coltori, e provvede al necessario per la descrizione dell'Isola in elegante toscano,
vita: n di pasture manca, n di acque, e pubblic in Ialino la Topografia del Monte
grato agli armenti, adattissimo pei mnjali. Etna; mentovalo dal Mongitore che ne
Testimonio Luca Barberi, fu Castiglione dice incerta la patria ; visse lungo tempo
di regio dritto sotto i Normanni, come anche in Roma, e lasci appo i Bolognelli l'in
sotto gli Svevi e i Francesi. Ai tempi di Gia tera sua opera, ed io vidi il primo tomo
como I e del di lui fratello Federico ce delle sue Storie nella Biblioteca del Mar
dette a Ruggiero di Lauria ammiraglio stigliane
chese di Giarratana.
in 38, 40',
La longitudine
e la latitudine
di Ci-in
di Sicilia e d'Aragona, che reso nemico,
con varie fortune resistette, come notai, alle 37, 50' (1).
regie truppe, talch si ebbe finalmente la
Signoria l'Infante Giovanni Duca di Ran- (I) Con Roal Decreto del 1 loglio 1M7I"
dazzo , la cui figliuola Costanza con per mane di Castiglione col suo territorio fa e'e"lL
CA

Castro. Lat. Castrum. Sic. Craslu (V. D.) l'inlersecano. Secondo il Pirri costava
271 di
Casale mentovato nel censo di Martino del 210 case 784 abitanti, ma dai R. libri del
1408: Federico Spadafora per Cadr Ca 1652 eran 283 le case 1116 gli abitanti,
sale, e la tonnara di Oliveri. che in questo nostro secolo 868 in 246
CastroQllppo. Lat. Castrum Philippi. case, ed ultimamente 1021. Appartencvasi
Sic. CastruGlippu (V. M.) Paese nel terri Libigini verso il 1408 a Pino di Monla-
torio Libigini, fabbricato verso il 1584 da perlo, o Giacomo, cui nel Censo dicesi sog
Stefano Morrcale Duca di Metinna, Vicer getta una met del feudo di Comcla. Yen-
di Sicilia , Secretano e poi Maestro del dettelo Pino a Tenuto de Brando da Gir
Regio Erario. Venne onorato del titolo di genti, nel 1415; la di cui pronipote Costan
Ducato sotto Vincenzo Cigala nel 1625, clic za prese a marito nel 1481 Gerlando de
ottenne il ix posto trai Duchi nel Parla Porto, e gli assegn per dote Libigini con
mento. Se ne amministra la Parrocchia, sa terre annesse come crede. Dai nipoti di
cra alla B. Vergine del Rosario, da un Arci Gerlando, dopo scorso quasi un secolo, com
prete, che anche presiede a due Chiese mi presselo il mentovalo Stefano, e vi stabil
nori : fa parte della Diocesi di Girgenti, e il villaggio; presa in moglie Francesca Lan-
della Comarca di Naro, e siede in un pia dolina, venne accresciuto di altri beni, ed
nano a !\'ord-Est, verso Libeccio dello stesso ebbesi il figliuolo Michele, il quale si con
Raro, e la destra ripa del fiume del nome giunse in matrimonio colla sorella di Vi-
medesimo, col palazzo baronale nella oc , sconle Cicala, e larg al cognato la clien
cidentale parte, ed ampie e rette vie che tela del paese, che in un diploma di Fi
lippo III venne nominato Duca di Caslro-
a capo-luogo di circondario dal 3 gennaro 1848 filippo, ed alla di cui morte l'ottenne Mau
in poi, separandosi dal circondario di Linguaglos- rizio nipote dalla sorella e figliuolo di Mi
sa. Comprendevi intanto nella provincia di Cata chele, e con Margherita Montaperto gener
nia e nel distretto di Acireale, distando 36 dalla Domenico, da cui e da Melchiora Monta
prima, 86 dalla seconda , e 181 da Palermo. Vi perto nacquero Maurizio u e Giuseppe,
un monte agrario che dipende dall'Intendente,
amministralo da due Deputati, che scelgonsi dal dei quali il primo, morto senza prole, nel
Consiglio generale degli ospizii in ogni due anni; fior degli anni cedette il luogo al fratello
venne fondalo nel 1796, e presta frumento giusta unito ad Ippolita Valguarnera nel 1698,
le norme generali. Ne ascendeva la popolazione donde Domenico, confermato Duca nel 1740;
nel 1798 a 2847 abitanti, a 3838 nel 1831, e final il quale non ebbesi alcuna prole da Cate
mente a 315 nel declinare del 1852. Si compren
de il suo territorio in sai. 10341,609, delle quali, rina de Farina, dalla seconda poi Felice
dividendo in culture, 5,029 in giardini, 113,233 Patcrn, dei principi di Biscari, Marianna,
in orti semplici, 0,855 in canneti, 5,841 in gel Giuseppe e Giovanni, i quali morirono non
seti, 379.140 in seminatorii alberati, 1295,806 in ancor sorpassata l'et infantile ; Marianna
seminatoi-li semplici, 1605,793 in pascoli, 17,145 perci vive oggigiorno Duchessa di Caslro-
io oliveti, 111,831 in vigneti alberati, 212,905 in
vigneti semplici, 22,664 in ficheti d' India, 2013, filippo e Signora del piccolo villaggio di
563 in alberi misti, 37,976 in castagneti, 299,706 Monreale. della medesima latitudine che
in noccioleti, 1759,301 in boscate, 0,240 in cul Canicaltt, da cui dista un miglio, tocca per
ture miste, 2459,055 in terreni improduttivi, 1,466 il 37, 25' di longitudine (1).
in suoli di case. Il suo pi gran commercio in
esportazione consiste in grano , olio , bozzoli da
seta, castagne e ghiande; le greggio e gli armenti (1) Si comprendo Castrofilippo in provincia di
vi prosperano al sommo, stesissimi ed ameni es stretto e diocesi di Girgenti, da cui dista 12 m.,
sendovi i pascoli. L'aria salubre. e 72 da Palermo, circondario di Naro da cui 4 m.
272

CA CA

C'aatronuovo.Lat.
Caatroglovannl (V.Castrum
N.) Vedi
notum.
Ernia.
Sic. ccrie e i ruderi di un'antica ruinala terra,
che scorgonsi in un monte sopra Castro-
Castrunovu (V. M.) Citt mediterranea, di nuovo; 2 le ossa di gigantesca misura che
Regio dritto , nella diocesi di Girgcnli, e ritrovansi in varii luoghi della citt; 3 le
Capo di comarca, con sotto di se nove altre pitture greche di che servivasi 1' antica Si
Signorie, distinta nei pubblici libri del ti cilia nelle pareli delle antiche stanze, come
tolo di Citt Fedelissima- Si ha per islcmma nella Chiesa di S. Giuseppe sul monte, e
una rocca, dalla di cui sommit spicca il di S. Basilio di Dfelia ; osservasi ancora un
volo un' Aquila incoronata, e tiene il xxxv antico batlistcrio a costume greco, perforato
posto nel Parlamento del Regno. E situata nel fondo, donde compito il Battesimo per
sotto ingente mole, tra ardue rupi, e guarda una doccctla si cavavano fuori le acque;
Mezzogiorno ed Oriente. Sopra la mole, ri 4 le lapidi e le iscrizioni s greche che
manenti ruine mostrano ad evidenza es latine , per cui costa che la citt oggi
sere stato quel sito un tempo abitato, e delta Castronuovo fabbricala in anticfii
perci riport il nome di Nuovo, come se tempi fu dei cristiani istituti fornita.
fosse indizio del novello edifizio; ma 1' an Lo stesso Pirri quinci procura di rica
tica segno affatto incerta. Presentano il vare la stessa antichit dal Monastero di
Gualtieri ed il Gaetani una piccola lapida in S. Basilio di Melia distante 3 ni., e di cui
marmo bianco nel suolo dell'attuale Chiesa fa menzione Gaetani ; imperciocch costa
madre con questa iscrizione: Me Requie- essere slato molto pi antico pria dei Sa
scil tn Pace Placidia Unicera. Quae Vi- raceni quel convento, che colla loro dimora
xit Ann- PI. M. xxxv. P. C. Basilii V. C. nobilitarono il B. Vitale Abate, ed il di lui
Per Indilione Quarta Anno xxc: il quale discepolo Elia cittadino di Castronuovo,
epitaffio dice Gualtieri essere stato scritto do imperciocch costoro fiorivano sotto i Sa
po il Consolato di Basilio, Ind. iv, che cade, raceni.
nel 5GG di Cristo- Scrive il Gaetani nelle Dicono di questi aver distrulla la citt, che
di
Animad.
BasilioL'anno
Ind. iv, xxxv
era l'anno
dopo 370
il consolato
di Cristo, il Conte Ruggiero rifabbric in luogo pi
adatto, scelto sotto sovrastante collina, ma
7 dell'Imper. Giustino il Giovane, percioc di erta salita: fu opera dello slesso Rug
ch non avverte quel dotto ingegno quelle giero la fortezza che signoreggia tutta la cit
note 35 indicare gli anni che pi o meno t, come ancora la madre Chiesa che disse il
visse Placidia, non poi gli anni dal Con Pirri dedicala a S. Maria dell' Udienza, sotto
solato di Basilio. Aveva detto dell'antica fab i Signori Vcnlimiglia: ma Manfredi di Chia
bricazione di Castronuovo , esser per lui ramente nel 1375 comand di edificarsi
allatto imperscrutabile il nome dell'antica con maggior magnificenza presso la rocca,
citt, ma persuaderne l'antichit: 1 le ma e dedicolla al Mari. S. Giorgio Patrono
speciale di sua famiglia, come mostra una
lta erano 1471 gli abitanti alla fine del 1798, indi iscrizione su di antico trave. Pensarono poi
1633 nel 1831, e finalmente 2372 nello scorcio del i cittadini di ergerne un' altra assai pi
1852. L'aria sana, ed estendesi il piccolo terri nobile sotto gli auspicii della SS. Trinit,
torio in sai. 821,459 , e dividendo in cnlture, 6, e ne compirono un novello e pi elegante
213 in orli semplici, 12,701 in seminatemi albe
rati, 016,084 in seminatori! semplici, 121,053 in nella met del secolo scorso, cui presiede
pascoli, 54,913 in vigneti semplici, 7,446 in som- un Arciprete con altri del Clero per cele
macebeti, 1,520 in ficheti d'India, 0,764 in cul brarvi i divini uflcii; ha suffraganee altre
ture miste, 0, 765 in suoli di case. 16 Chiese minori, tra le quali merita altea
273
CA CA

itone quella della Vergine S. Rosalia ono lamento contro il Re Martino: stima il Pirri
rala di speciale culto dai cittadini; dippi essere stalo quello di S. Pietro in Castro-
il chiostro dei Minori Conventuali fondato nuovo, che Ruggiero di Bcrnavilla e la di
per liberalit di Ottobono di Auria dal 1356, lui moglie Eliusa donarono alla Chiesa di
distante un tiro di pietra dalle mura nella Patti, come rilevasi da un diploma del Conte
Chiesa di S. Rocco, e che oggi dentro le Ruggiero del 1094; vi si celebra in ogni
mura riporta il titolo di S. Francesco. Il anno una festa con fiera.
sudelto Pirri afferma, la prima colonia di Fu varia la fortuna di Caslronuoto, giusta
Cappuccini in Sicilia portatavi da Bernar i Baroni a cui fu soggetto: imperciocch il
dino Giorgio del medesimo Ordine, chia 10
Conte
in Ruggiero,
clientela aavendolo
Ruggiero
ristoralo,
di+Bernatilla
assegnol-
rissimo per santit di vita, aver occupato
il luogo di S. Niccol ad un m., nel 1533, suo nobilissimo e valoroso cavaliere, la di
ma lasciatolo nel 1625, trasferissi nella cui moglie fu Eliusa figlia di Serlone e pro
antichissima Chiesa di S. Maria di Bagnara, nipote del Conte. Altri dicono essere stato
non lungi della fortezza. Sulla fine del xv Caslronuoto assegnato da Ruggiero a Ser
secolo i Carmelitani da lungo tempo abi lone, con Geraci; indi venuto alla figlia Eliu
tavano nella Chiesa di S. Simone, ma poi villa.
sa, perNacquero
drillo della
ad quale
Eliusal'aveva
ed a Ruggiero
il Berna-
l'abbandonarono. Il monastero delle mo
nache, volgarmente Badia grande, sotto re i figli Rinaldo e Rocca, dei quali il primo
gola benedettina, nel 1580 sorgeva presso mor senza figli; promise Rocca lo stesso
il tempio di S. Antonio Abate, verso la spiag Conte Ruggiero ad l'gone di Crcone, ma
gia orientale della citta, poi trasportalo nella forse si riserv Caslronuoto, poich per
Chiesa di S. Caterina trattenendo titolare 11generosit
1260 Guglielmo
di Manfredi,
Venlimiglia
il consegu
, il diverso
cui
il nome dell' uno e dell' altra ; ma la pic
cola Abadia sotto il titolo di S. Agata rac crede fu Luciano mentovato dal Pirri. Sotto
chiude dal 1615 ragazze orfane: finalmente Federico II dicevasi Signore di Caslronuoto
la casa dell' Ospedale ed il Monte di Piet Conrado di Auria Genovese, Ammiraglio di
in sollievo dei poveri, degli ammalali, e dei Sicilia, e venne nel censo del medesimo Re
pellegrini, rendono lodevole la piet del Raffaello figliuolo di Corrado, cui succe
la gente. Fa menzione il Mongilorc delle dette Ollobono, per di cui orgoglio il Re
antichissime Precettore dei Cavalieri Teuto Federico III richiam a se la citt , e poi
nici di S. Maria dei Miracoli che esiste, e ne invest nel 1374 Manfredi di Chiara-
di S. Andrea fuori le mura, il di cui lem- monte. Non lungo tempo dopo Y ottenne
pio diroccato, dei membri della Magione Blasco di Alagona; ma per fellonia degli
di Palermo, in una notizia di questa. Il mo Alagona e dei Chiaramonle dal Re Mar
nastero Basiliano di cui ho fatto parola , tino, soggettolla questi ad Antonio di Mon-
cadde sotto i Saraceni; scacciati costoro da cada, che gli rinunzi Salcmi di suo pro
Giaimo di Milazzo, fu assegnato ai monaci prio dritto, poi a Guerao di Queralla. Trovo
benedettini di Cagnara nella Calabria, la enumerato Caslronuoto nel 1798 nel Par
di cui Chiesa sacra a S. Basilio, che dice- lamento di Siracusa, tra le citt demaniali;
vasi di Melia dal territorio dov' era fabbri ma avendo Matteo Moncada ceduto al Re
cata, conservava molti antichi monumenti. il Contado di Agosla, questi gli fe' soggclla
Finalmente cravi un altro nobile tempio sa Callanissetla e nuovamente Caslronuoto.
cro a S. Pietro, in cui nel 1391 il d 10 lu Matteo segnolla a Gastone, cui morto senza
glio, i Baroni di Sicilia radunarono il Par- prole succedette Guglielmo Raimondo pri
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CA CA

mogenilo di Malico nel 112...; ma ricevuti scienze , non che i chiesiastici canoni , e
questi 15O0O fiorini, rese la citt, che poi perpetuo Parroco rifulse nella Basilica dei
sotto la R. Potest sino ad ora rimase. SS. 12 Apostoli: e Girolamo Traina Minore
Comprolla al certo nel 16... Girolamo Jop- Cappuccino, ferventissimo predicatore della
polo, e venne detto principe di Caslronuo- parola di Dio ed esimio Teologo (1).
vo, ma raccolta la somma dopo due anni, castro Rao. Lat. Caslrum Rao. Sic.
c pagatosi del prezzo Girolamo , vana fu Craslru Rau (V. D.) Villaggctlo alle radici
dichiarata la vendita. Numeransi sotto Car del Monte Etna verso Greco, sotto Castiglio
lo V in Caslronuovo 955 case, e nel 1393, ne, alla riva sinistra del fiume, nella dio
come si ha dai Regi libri, 3(52 cittadini: cesi di Messina. di novella appellazione,
sotto Filippp IV 98G case 3518 abitanti, ma siede in un poggclto nel feudo Sigona ,
da Pirri verso quasi il medesimo tempo e decoralo degli onori di Principato. Ne
1289 case 5081 abitanti; sotto Vittorio Ame sacra la Parrocchia a S. Giovanni , e vi
deo 979 case 3791 abitanti, ed ultimamen si coniano 30 case ed 80 abitanti. Se ne
te 4355. Stabiliscono il Magistrato, 4 Decu attribuisce la fondazione a Giovanni Rao,
rioni, il Sindaco, ed il Questore. donde prese il nome. Da lui nacque in
Eran soggetti per la milizia urbana al Pre Taormina Giovati Francesco , che dopo
fetto di Girgcnti 10 cavalieri e 56 pedoni. alcune magistrature nel sicolo foro, eletto
Limpidissimo e fecondo territorio presenta nel 1590 Vicario del Maestro Giustiziera e
copiose biade ed ottimi pascoli, arricchisce Presidente della M. R. C, versatosi in tal
i coloni di vino , olio , mele, fruiti; si ha dignit per molti anni , lasci il figliuolo
di grandi miniere di marmo giallo, donde Vincenzo , donde Antonia , che prese in
furono cavale delle enormi moli ad ornare il
Regio palazzo di Caserta. (1) Attualmente on capo-circondario di 3 clas
Merita venir segnalo trai primi nella serie se in provincia e diocesi di Palermo, da coi di
degli uomini illustri : S. Vitale Abate che, stante 44- miglia, distretto di Termini da cai 30.
invasa l'isola i Saraceni, si ritir in Cala Esercita i divini uflicii nella Chiesa Maggiore ud
clero insignito , ed assistono alle altre alcune
bria dal monastero di Aggira, dove era una confralernil laicali. Era intanto la popolazione
volta piamente vissuto professata vita mo nel 1708 di 5817 abitanti, di 4220 nel 1831 e fi
nastica, evenuto per molti luoghi, ovunque nalmente di 3994, con non lieve discapito , nei
lasci monumenti di sua santit ; e Anal principii del 1853. Se ne comprende l'ampio ter
mente nel monastero di S- Adriano da lui ritorio in sai. 11063,423. delle quali, dividendo in
culture particolari, 16,948 in giardini , 28,974 in
costruito, decorato della carica di Abaie, seminalorii alberali, 7693,589 in seminatori! sem
indi ad altro venuto presso Rapolla , san plici, 3049,237 in pascoli, 56,217 in oliveli, 8,234
tamente fini i suoi giorni. Ebbesi a com io vigneti alberati, 118,858 in vigneti semplici,
pagno e discepolo S. Elia figliuolo del fra 11,949 in ficheti d'India, 78,627 in boscate , 0.
tello, che anch'cgli per l'innoccenza della 796 in suoli di case. Oltre le cave dei marmi men
tovate dall'autore, vi si trovano tre variet di
vita e l'emulazione delle virt dello zio, agate. Esporta principalmente olio , grano e me
sort eziandio un santo esito di vita; fio le, poich abbonda anche in api. Antonino Pepi
rirono verso il 1380, e celebrasene con so nato in Castronuovo acquist nel secolo passalo
lenne rito la festa a d 9 marzo. Nella nome di sommo filosofo, e di splendidissimo ge
Biblioteca sicola si enumerano trai sicoli nio , del quale siccome porla Io Scin, oltre ad
alcuni lavori pubblicati , rimangono dei mano
scrittori , Bartolomeo Comando di Castro- scritti pregevoli in riguardo all'epoca in coi vis
nuovo Maestro dei Minori Conventuali, che se , ma che oggi non avrebbero il pi grande
espose in Roma le sacre e le naturali applauso.
275
CA CA

marito Placido Di Giovanni, il quale ri al nostro tempo di 24 municipii, dei quali


porlo nel 1632 gli onori di Principe, ed ti hai notizia dove si offre 1' occasione del
ebbesi il figlio Vincenzo, morto senza pro nome. Degli antichi poi, di che pia di 20
le, e succeduto perci dal fratello Giovanni, si contavano, alcuni deserti, alcuni ad altri
cai altres nessun figliuolo fu superstite. congiunti : esistono oggigiorno Barcello
Sostituita dopo i fratelli Isabella Morra, na, il pi grosso degli altri, Milici, Rodi,
diede il possedimento di Caslrorao al ma Prolonolaro, Porlosalvo, Acqua della Fi-
rito Visconte Morra Signore di Buccheri. carra, Centineo, S. Antonio, Rosari, S.
Nacque da questi Francesco, marito a fe- Venera, S. Paolo, Gala, Bafia e Catalimita.
licia Cottone e Rocca, ai quali fu super Conlaronsi nel secolo xvi in Caslroreale coi
stite la figliuola Isabella avvinta in sacro casali 2427 case 10705 abitanti; nella met
nodo a Domenico di Giovanni Principe di del seguente 2787 case 10087 abitanti,
Trecastagne , donde Marianna maritata a sotto il Duca di Savoja 222G case 8404
Giuseppe Alitata Signore di Villafranca; va abitanti, e 9007 ncll' ultima descrizione.
questo insignita della Gran Croce dell'Or Credo fermamente sulla origine, essere
dine di S- Giovanni Gerosolimitano, ed stata nel colle la terra Crizina o Cristina,
Principessa di Castrorao, che va soggetto donde prende il nome la porta occidentale,
alla coraarca di Linguaglossa, gode di fe poich
diplomi nedelfa 1324:
menzione
considerando,
Federico II sineinota,
3uoi
condo prato, piantalo a vigne, oliveti, e mo
ri, n mancante in biade, poich viene ir la fede, V obbedienza universale , la fe
rigalo dalle acque dell' Onobala. Sta in 39, delt della gente della terra di Cristino
di longit. ed in 37, 45' di latitudine. nella piana di Milazzo... il castello, la
Castroreale. Lat. Castrum regale. Sic. fortezza, e la stessa terra Cristina, che
Crasluriali (V. D.) Citt Demaniale, che sie per maggior sicurezza e salvamento di
de nella sommit di un alto colle, ad Aqui tal nostra gente fedele, di nuovo costruirsi
lone, riinpelto Milazzo, discosta S nu dalla provvedemmo ce; il che indica aver fab
spiaggia, nelle parli medileranee. E capo bricato Federico il castello ossia la rocca, ed
di comarca, parte della diocesi di Messina, averlo dato ad abitare agli antichi abitanti
soggetto all' istruttore della milizia indigena di Cristina, donde venne il nome di Ca
di Patti , cui somministrava 23 cavalli e slroreale. E non si viene con ci a ripro
136 fanti: famosa del titolo di fedelissima, vare 1' opinione del Fazello e del Pirri, che
occupa il xx.wii posto nel Parlamento, ed scrivono molli dispersi villaggi avere il Re
decorata di varii e singolari privilegii del in uno riunito, cui concedette Regie inse
Re Federico II, da cui si ebbe e nome ed gne, e nome, e privilegii. Prendono poi ad
accrescimenti. Circoscritta di muraglie, si ha esaminare se sia stata nel sito dov'era Cri-
due porte verso Oriente, delle dei Legni e slina la citt di Crasto, di cui affermano es
della Rocca; una terza verso Occidente che ser gli avanzi nel territorio Bislorino, come
dicesi di Cintino o Cristino, ed una quarta sepolcri incavali nel sasso, grotte, vaselli,
a Settentrione delta di Rainicri la pi lucerne ed altri oggetti.
nuora, poich verso la medesima parte dopo Occupa quasi il centro della citt la Chie
alcuni passi scorgonsi ruderi dell'antica. sa principale dedicata all' assunzione di
Presenta una rocca verso Mezzogiorno, di fi Maria, unta del sacro olio, elegantemente
gura orbiculare, e che siede nel supremo fabbricata , con cupole e campanile ; le
vertice, con preposte fortificazioni. Intorno corrisponde un'amplissima piazza, dove ve-
poi ai iati ed alle radici del colle va adorna desi il palazzo del consiglio civile, e le
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principali case dei nobili; non lungi ne sor le mura , in un poggio verso Occidente ,
geva l' antica nella piazza dell' Aquila , e fondalo da uno dei compagni di S. Ber
la contrada Giudaica , sotto il titolo di S. nardino da Siena, merita attenzione per la
Sebastiano Martire , come ricavasi dai ru grandezza ; quello eziandio dei Conventuali
deri; ma un' altra antichissima appartenente anche al di fuori ad un tiro di pietra dalla
alla terra di Cristina, dicevasi di S. Nic parte della rocca, costituito nel 1503 e sacro
col, in luogo di cui oggi sostituita la alla Vergine Annunziata, di cui ornato
Chiesa di Ges e Maria con confratcrnil, della statua in marmo del famoso Gagini,
verso Occidente , non lungi dalla porta. non che del quadro della nascita del Si
L' Arciprete il Rettore del maggior tem gnore donato da Carlo Imperatore e fatto da
pio, primate un tempo del Collegio Cano Ottavio Preconio alunno del medesimo Con
nico, non che dice il suo dritto per la citt vento- Quel dei Cappuccini del titolo di S-
e i suoi municipii, ma da gran tempo pre Maria della Grazia, prima nel 1566 ad un
siedeva agli altri vicini villaggetti Olivcri, '/ miglio circa verso Aquilone, dove scorgesi
Furnari, e Mazzar- Il Collegio istituito nel una sorgente ammirabile di acque termali,
1602, essendo causa di liligii, oggi abo donde per l'insalubrit dell'aria a causa
lito. Ma acciocch si provvedesse al comodo del fiume vicino, trasferitisi nel 1618, fab
dei cittadini, venne concessa ad altre tre bricarono un Convento nella medesima con
Chiese la facolt di amministrare, avendo trada, attaccato alle mura. L'Oratorio di
cura l'Arciprete dei Sacerdoti. Porta la prima S. Filippo Neri verso Oriente, che fabbri
il titolo del SS, Salvatore, sotto la rocca cato a proprie spese da Damiano de Riva
verso Mezzogiorno, e vi ha una famosa statua nel 1632, l'assegn ai Preti. Erano al di
in marmo di S. Giovanni; altra di S. Pic fuori la porla di Crizina i Conventi dei Ca
cola dei Poveri, dove si venera una pie nonici di S. Agostino e dei Carmelitani, abo
tosa imagine di Ges Crocifisso ; la terza liti nel 1669 con decreto di Clemente LX
di S. Marina nella contrada settentrionale, per mancanza di congrua dote ; durano
arricchita da Ottavio Preconio di tavole ma tuttavia le Chiese titolari, ed i conventi co-
gnificamente dipinte, ed altri doni. Tralasciar nosconsi dai ruderi. Si tratt nel 1744 di
non voglio averne conteso a lungo i Ret stabilire in luogo opportuno il Collegio della
tori coli' Arciprete sulla giurisdizione, ed compagnia di Ges, a spese di Francesca
avere avuto nel 1007 sentenza contraria. Monanda nobile e pietosa matrona, ma la
Spicca tra le altre Chiese minori, che cnu- mancanza di Regio Placito, ne distolse sino a
mcransi persino a 15, quella della Imma qui 1' opera. Dei monasteri di monache,
colata Concezione, la di cui festa celebrano altro di S. Maria dei Martiri degl' istituii
con gran pompa gli abitanti come a Patrona, di S. Benedetto ebbe origine nel 1574 a
e quella di S. Leone dove radunasi una spese di Pietro Santoro; altro di Chiarine
confraternita di nobili. di S. Maria degli Angeli, ne fc costruire il
Adornano non poco la citt varii conventi sullodato Preconio nel 1576, liberalmente
s dentro lo mura che fuori e nei muni lo dot, e ne consacr la Chiesa un altro
cipii; il Monastero cio di S. Maria de Gala Preconio nipote. Entrambi nel centro della
di monaci Basi Nani , di cui diremo a suo cili formano uno specchio di regolare os
luogo, nel casale dello stesso nome, e quel servanza , ed illustri vergini d' innoccentc
di S. Antonino dei Riformati in Barcellona, vita ne sortirono. Tra' luoghi pii, si ammi
di cui parlai. Quel dei Minori Osservanti rano due case d' Ospizio, una della purifi
nella Chiesa di S. Maria di Ges dinnanzi cazione di Maria per gli ammalati, altra della
277
CA minerali e ferru-
S. Venera, le cui acque CA

SS. Trinit pei pellegrini poveri. Sorge non ginee gli diedero il nome di sanguigno.
lungi dalla fortezza un Monte di Piet per Dista dalla citt verso Oriente circa 8 m.,
estirpare le illecite usure, cui curarono di ed appartiene al territorio del municipio
fabbricare nel 1615 Pietro Crisafulli, ed di Bafa. La Chiesa vicina, ivi edificata pel
altri cittadini. Soggiungo clic oppresso l'an martirio della S. Vergine avvenuto nello
tica porta di Rainieri , ergesi la Chiesa stesso luogo, vencralissima dai cittadini.
di S. Maria della Piet dove si unisce una certissima tradizione avere S. Venera
congrega di cittadini: dessa edificata so nobilitato di sua nascila questi luoghi , e
pra grotte antichissime, le quali incavate principalmente Gala, che non l'ultima trai
nel sasso presentano angusto ingresso , e municipii, quivi mostrasi non solo un fonte
gli antichi fedeli vi celebravano i sacri mi del suo nome, presso cui mor, ma anche
steri, il che ricavasi da vani altari, che ivi la spelonca di cui si fa memoria nei diplomi
si osservano, c da altre sacre vestigia; quinci della Regina Adclasia, nella quale occultossi
aITcrmar si pu, quel colle essere stato abi la vergine per qualche tempo, dove presa
tato assai prima di Federico e forse dai pri dai fratelli fu uccisa il d 24 giugno del 928
mi tempi della cristiana religione. per la fede di Cristo ; avendo quella per
Passiamo ora a parlare dei Magistrati ci loro cittadina, e sperimentatala spessissime
vili, i quali eleggo risi per iscrutinio, in cui fiate loro propizia, la venerano qual princi
votano 40 cittadini di tutti gli ordini; di otto pale tutelare. Gli abitanti enumerano altre
Signori presentati al Re, giusta il maggior Vergini nei secoli d' appresso illustri per
voto dei cittadini , scclgonsi 4 Decurioni, integrit di vita, la quale schiera guid Vir
2 Curatori dell' Annona; poi scelti altri quat ginia Preconio nipote di Ottaviano per parte
tro dai popolari, aggiungonsi ai Curatori; del fratello, di cui parler in appresso. Co
il Sindaco invigila ai vantaggi della plebe; sici dal Monastero Benedettino di Messina,
e l'Inquisitore del mal fatto e i di lui col di S, Maria della Scala, trasferita per de
leghi giurisperiti amministrano la giustizia creto di Pio V in quello di S. Maria di Ba
senza il dritto di armi; finalmente un Regio sico dell' Ordine di S. Chiara, e di l nella
Procuratore e i Balivi del Principe soprain- sua patria, fu fondatrice di quel di S. Ma
tendono ai negozii. Lo stemma un castello ria degli Angeli, cui avendo santamente isti
nel seno di un' Aquila , colle insegne Ara tuito, onor di sua piissima morte, perlo-
gonesi. Sorgono dei sobborghi, quel di S. Mar ch vi si conserva decentemente incorrotto
co verso Oriente , quello di S. Maddalena il di lei corpo. Per brevit nominer sola
verso Occidente appresso le mura. Il ter mente le altre Vergini di innoccente vita,
ritorio feracissimo in vino, olio, seta, fruiti, e celebri per prodigii; quinci sono encomiate
biade; somministra poi olio agli stranieri Angela e Laura Calamoncri , Anna Crisa
in gran copia, celebre per tutte quelle con fulli, Francesca Sardo, Laura Giangiarre,
trade; bagnato dal fiume Longano che Innocccnza Colloca, Giovanna Lapis, Giu
scorre sotto la citt verso Tramontana, di seppa Molina, Maria Scilipoli, Paola Fleres,
cui appresso parleremo, e dal fiume Prato le quali tulle nei detti monasteri da diversi
verso Libeccio, che volgarmente si appella tempi resero illustre la patria. A costoro si
Macheo o Rossolino: trascuro dir degli altri aggiungono Angelico Fava Cappuccino, per
che del Longano e del Rossolino sono con gl1 incorrotti costumi gralissimo a Dio ed
fluenti. degno di memoria il fonte di Ve agli uomini; Pietro Lapis dei Minori Osser
nere secondo Arezzo , pi rettamente di vanti nobile di schiatta e pi di vita, chiaro
per innocccnza angelica e semplicit, detto
278

CA CA

volgarmente Pietro Cugino; Matteo Raimondo lascio di dir degli altri che ottennero delle
Sacerdote, dei fondatori della casa di S. cariche nella Cattedrale Chiesa di Messina.
Eulalia in Palermo , famoso per sacre Si fa menzione trai decorali di pubbli
cariche e virt; trascuro gli altri a causa che primarie cariche nella secolar polizia,
di brevit. In ecclesiastiche dignit avanza di Giovan Francesco Rao patrono primie
i pi celebri Ottaviano Preconio Minore Con ramente della M. R. C, e poi Presidente;
ventuale, sommo Teologo ed Ecclesiastico Vicario del Maestro Giustiziero, splendidis
facondissimo, Confessore dell' Imperatore simo in amministrar la giustizia Lucio Desto
Carlo Y, Abate primieramente di S. Pietro eziandio integerrimo Presidente della S. R.
c Paolo d' Itala, indi Vescovo di Ariano, e Coscienza e della M. R. Curia, e Domenico
di Ccfal in Sicilia, Analmente Arcivescovo Saginisi Giudice della M. R. C. Rende oggi
di Palermo, dove rifulse per profonda dot illustre la patria Domenico Pensabene pa
trina , apostolico zelo , ed esimie virt , trono del fisco del Regio Erario, esimio
mentovalo da Ughcllo, Pirri, Mongitore e Va- per dottrina, costumi, e piacevolezza, cu
dingo. Ottavio Preconio il giovane, nipote per stode vigilantissimo dei Sicoli privilegi. En
parte del fratello del dello Arcivescovo, comia finalmente il Mongitore per lavori
Priore di S. Andrea di Piazza, Abate di S. pubblicali: Andrea Ferrano del primo isti
Michele di Troina, benenfcrito della sua tuto dei Carmelitani, Predicatore e Teologo
Chiesa , encomiato dal Pirri e dall' Auria. a pochi secondo, famoso per santit di vita
Filippo Crin accettissimo al Cardinale Sac e regolar disciplina: divolg i Divini sen-
chetti per le egregie virt e prudenza, per timenli di S. Maria Maddalena dei Pazzi ,
di lui opera Vescovo di Bclcastro nella Ca la saetta del Divino Amore, ed altre cose.
labria , il quale passalo in Sicilia alla pa Paolo Crineo: medico versalissimo, che non
terna casa, e ritornalo nella sua sede , si dubit di scrivere contro Francesco Bissa,
mor. Francesco Siilo dell'ordine dei Pre- dottissimo protomedico di Sicilia. Pietro Ci
dicalori, Vescovo di Lipari circa il 1476, cero professore di umane lettere, pubblic
di cui fa memoria il Pirri dopo Pio negli un trattato, in cose grammatiche; Marco de
elogii degli uomini illustri di quell'Ordine Bovere Poeta non volgare, nota al Venti-
ma tace dei natali; tuttavia i patri! scrittori miglia. Mariano Pavone prestante poeta an
il segnano trai loro concittadini. Leonardo ch'esso, e Vincenzo Cucuzza, Monaco Oli-
Bevilacqua Abate Basiliano, Cappellano del vetano, Teologo, Matematico e Poeta. Com
Re Alfonso; Marcello Impallomcni Cappel mendano inoltre Antonio Fava Medico e Fi
lano d' Innoccenzo X Sommo Pontifice, Ar losofo, pubblic le Istituzioni alla flebotomia,
ciprete in patria ; Ottaviano Basilico Pre Giacomo di Gregorio lasci un trattato sui
conio Abate di S. Salvatore de Placa; Pietro Censi, appo Pietro di Gregorio ; Giovnn
Celi Generale dell'Ordine di S. Basilio; Tommaso , e Mario Lombardo peritissimi
Francesco Deluca Regio Cappellano mag musici, e Mario Gatto certamente il primo
giore ed Abate di S. Lucia, di qual dignit ai suoi tempi nella scienza aritmetica- Ag
furono adorni altri due cittadini, cio Leo giungo il genovese Antonio Maimonc , che
nardo, e Simone Rao, il quale in sede va compose esattamente la storia di Castrorea-
cante fu Vicario della Chiesa di Morrcale, le, a me liberalmente trasmessa, donde
e per privilegio avuto cittadino palermitano; mollo cose racimolai. Sta la citt in 39*
Bartolomeo Copcllino chiarissimo dottore in di long, in 38, 20' di lalitud. Enumera
S. T., che visse nella Corte del Re Cattolico, il Mugnos nei Vespri Siciliani, le signorie
e risulsc Abate di S. Ricol de Fico; tra- di Caslrorcale prima di Federico II ; ma
279
CA CA

sospetta la fede di questo Scrittore per Cnsfrorcale (flume di). Lat. Longa-
occh mi astengo di enumerarli (1). nxu. Sic. Xiumi di Caslruriali (V. D.) Da
gli antichi Longano. Fiume mentovato da
(1) Nel Parlamento del 1812 Castroreale fa eie-
Tito in capo-luogo di distretto, con oggetti 4 cir ; parrocchia di S. Niccol un bellissimo qnadro,
condarli; quindi divenne sede d'un Sottintendente, | e molto pregevole, diviso in sei pezzi, dietro lo
e di un Giudice circondariale funzionante da Istrut altare maggiore; vi inoltre la stupenda tavola
tore. Avevasi avuto nel 1806 dal Re Ferdinando della strage degli innocenti, credula comunemen
il titolo e confermato l'onore di Senato, e con te di Polidoro. Di altre pregevoli opere di pittura
cesso il mero e misto impero. Comprendesi nella e di scultura vanno adorne le altre Chiese e la
provincia e diocesi di Messina , donde distante citate , che fastidioso sarebbe enumerare ad una
34 m. e 148 da Palermo. Venne aperto nel 1839 ad una. Nella casa per di Giuseppe Pyrroni Sd
on braccio di strada rotabile, che da Barcellona, irmi, autore di una descrizione topografica di Ca
ebe siede nella strada consolare da Messina a stroreale , sono da ammirare quattro quadri cre
Palermo , mena alla nostra citt , trovasi tuttora duli di Caravaggio da alcuni, da altri della scuola
incompito, ma verr fra breve portalo a termi dello Spagnolelto , la nascila del Redentore, la
ne; sonosi sin qui erogati due. 14000, e secondo strage dell' Innoccenli, i Magi, la Circoncisione,
le corrispondenti relazioni altri 7000 ne abbiso olire poi a pitture di pregio minore: si conserva
gnano onde portarsi a compimento. Venendo al una buona collezione di monete antiche. Ritor
la citt, osservasi la magnifica Porta Rainieri , nando alle Chiese; i tremuoti del 1783 fecero crol
fregiala di copiosi intagli, ed elevala nel 1808 in lare quella dell'abolito convento di S. Agostino;
luogo delle due antichissime che ivi trovavansi, fu per costruita di nuovo nel 1805 invece della
diroccale per rendersi maggiormente ameno il sito. piccola antica , quella del monastero di S. Maria
La fabbrica della* Chiesa maggiore, d'ordine co dei Martiri dell'ordine di S. Benedetto, in forma
rintio, la sua forma pu uguagliarsi ad una croce moderna; e riformata fu anche nel 1853 l'antica
latina, ed sastenuta da 1G grosse ed alte colonne dell'oratorio di S. Filippo Neri.
di granilo , e di marmi con molta magnificenza Il teatro a due ordini di palchi, destinato si
adorna. Vi si osservano alcune buone dipinture di alla prosa che alla poesia , ridotto in miglior or
Filippo Jannello, ed alcune di Francesco Cardile, dine dal 1838. La cultura sommamente venuta
la circoncisione per Antonello, ed altre. Vi veniva al nostro tempo in felice progresso , e pubbliche
tracciata nel 1854 la Meridiana da Niccol Perroni scuole di filosofia, eloquenza, umane lettere, gram
Barqucz sul modello di quella di Messina. Nella matica, vennero dal 1805 stabilite. Si trova isti
Parrocchia del SS. Salvatore, la di cui porta mag tuita sin dal 1749 un'accademia di scienze, let
giore d'ordine gotico, spiccano su quadri di mi tere ed arti, titolala dei Pellegrini affaticali, che
nor pregio il S. Leonardo e la Vergine con S. si distesa da 20 anni in qua, si nel continente
Giacomo e S. Matteo del Riccio, la Trasfigurazione italiano che eziandio nella Francia.
di Matteo di Maggio, ed il quadro di tulli i santi Presso il monastero di S. Maria degli Angeli
sopra la volta, opera stupenda del messinese Boa- sorge in un piano spazioso il monte di prestanza
liglio: si disse della Chiesa dell'Annunziata, dove foudato nel 1800 dal cittadino D.r Pietro Crisa-
era il convento dei pp. Conventuali abolito per fu Ili: osservasi anche in quel largo un grandissimo
mancanza di rendile nell'anno 1785 , onde rest fabbricato, che prima della libera panificazione ser
quella di regio patronato. Nella Chiesa di S. Vito viva all'amplissimo peculio frumentario, istituito
campata miracolosaraeute ai tremuoti del 1783, dalla filantropia del Bar. Don Paolo Muscianisi;
mentre tutti i vicini fabbricali ne restarono vitti dei molti capitali di esso, oggi non ne rimangono che
ma, e vedonsene sin' ora le rovine, poich non pochi, i quali vengono impiegati pel monte agrario:
venner pi elevati per esser quel quartiere eccen in met del fabbricato si sostituito il R. Giu
trico alla citt ; commendevole la statua della dicato e sua Cancelleria, nell'altra il quartiere
Versine opera di Francesco Antonio Molinaro, ed per le truppe transitanti. Salendosi dal piano per
alcuni quadri pregevoli. Nella Chiesa della SS. Tri alcuni gradini si perviene al castello destinato og
nila osservasi la pittura magnifica di Antonello gid ad espiazione delle pene pei malfattori; non
Riccio, rappresentante i misteri della vita e morte lungi l'ospedale dotalo ultimamente nel secolo
del Redentore, che minacciando deperimento vi fu xvii di molle rendite dal buono Francesco Caliri,
rono assegnati dal R. Geverno dei ristoratori. Nella oltre le varie aggregate anteriormente da altri. Due
280

CA CA

Diodoro nel lib. 22 che l' appella Lodano, al fiume Lodano; A questo si opposero i
poich parlando di Gerone II scrive : Fat Mamerlini comandati da Scio che ordi
ta una irruzione, nel Messinese si stabil nale le sue schiere tt'en costretto a passa
re il fiume- Ed ivi attaccala la battaglia ri
sono le tale principali, una par gli uomini, altra mase Gerone vincitore. Polibio parimenli
per le donne. dice del medesimo Gerone vincitore. Rei
Comprende il territorio di questa citt in sai. lib. 5. Al campo di Mie presso il fiume
4400,631, delle quali, dividendo in culture, 51 ,292
in giardini, 12,996 in orli semplici, 15.302 in can che dicesi Longano assalt il nemico. Sog
neti, 4,689 in gelseti, 821,669 in seminatorii sem giunge il Cimelio. Quel fiume Longano nel
plici, 2868,227 in pascoli, 211,484 in oliveti, 164, campo di Milazzo nessun altro pu essere
723 in vigneti semplici, 6,949 in castagneti, 213, se non se quel che scorre dal sinistro ed
300 in boscate. Sono nel territorio ottime acque occidentale lato di Milazzo, che dicesi ora
minerali giovevoli a svariale malattie, ma quelle
che tutte sorpassano sono nella contrada Termini volgarmente dagli abitanti fiume di Castro-
di Contortale, dove anticamente erano poche va reale, e porta il vocabolo di Polibio Lon-
sche per uso di bagni, concesse per privilegio del ganon, e di Liodoro Loclanon, che dice
Re Filippo HI nel 1043 al comune; oggi per viziato nelle scelte delle Legazioni, dove
sorge un grandioso stabilimento fornito del biso occorrono innumerevoli errori di tal genere.
gnevole, e dato in enfiteusi a D. Ignazio Coppo-
liuo Colloca. Il colle di Castroreale presenta una Yanno con Cluvcrio Fazello e Massa ; fal
variet ammirevole di terreni concbigliari e ma samente perci dicesi Rizzolino nella Mappa
dreporici, quindi diluviali, e trovaronsi Gnanco al di Seullcro. Re sono Ire le fonti; la prima
cuna volta delle pietrificazioni di pesci. Eziandio detta dell'uomo morto, a 3 m. da Castro-
si osservano tuttora delle grotte incavate all'in reale verso Sud-Est, precede il fiumiccllo
torno e nel centro della citt, all' uso moresco, ed
uua particolarmente sotto il monastero di S. Ma di Crizina cosi detto dalla contrada che
ria degli Angeli. bagna: altra scaturisce da vaili gorghi sotto
Formando un sol comune nel 1798 Barcellona il colle del Re , verso la parte Orientale
e Castroreale, ne ascendeva la popolazione ad 11 146, del medesimo Castroreale, dicesi di S. Gio
ma poi divisane , era la popolazione del secondo vanni della Chiesa vicina. Queste due con
nel 1831 di 5770, e finalmente nello scorcio del
1852 di 7356. vengono in una, sotto Castroreale, e progre
Meritano ricordanza dopo l' epoca dell'autore per dendo, accolgono il fiume di Gala, che sorto
meriti e per cariche. Il Pre. Mario Cammarieri dal territorio dello stesso, presso il Casale
della Compagnia di Ges, di ottimi costumi e di di S. Giacomo, si unisce ai due, e lutti in-
esatta osservanza; compiuto il corso delle scienze
ehiesiastiche diessi allo studio della natura, distin
guendosi particolarmente nella botanica; scrisse sui a 18 gennaro 1706, venne eletto nel 1743 Canonico
fiori, e dietro l'espulsione del suo ordino sen venne di Messina, Avvocato fiscale, Assessore e Vicario
in Roma, e poi ritiratosi in Viterbo vi fini i gior Generale in visita; finalmente nel dicembre 1772
ni. Il P. Filippo Stylo ex-gesuita, conoscitore del elevato da Mr. Ardoino a Vicario Generale, ed indi
Latino, ed eccellente imitatore dei classici, nella ad Arcidiacono; col cappello arcivescovile fu Ve
matematiche, nella fisica, nelle dottrine teologiche scovo di Antipatro. Celestiuo Caliri Cappuccino, nel
versalissimo; se ne dispersero i mss.; il Sac. Gio 1704 Provinciale in Messina, nel 1752 per la morte
vanni Stracuzzi diede una versione di Orazio, pub di D. Domenico Valguarnera Vescovo di Cefal, fu
blic il considerevole lavoro, depotestate pontificia, per le sue grandi virt posto in nomina del Vesco
scrisse il sacrifizio della messa, e fu in proposta di vato dal Vicer de Laviefuille; mori nella patria a 19
Vescovo di Lipari. N". Placido Francesco Pyrroni agosto 1775. Luigi Pellizzeri Giudice della Gran
bnon poeta latino, siciliano, ed italiano, socio di va Corte in Palermo nel 1813 14, indi nel 1821 Pre
rie accademie, fu uno dei promotori dell'accademia sidente del Tribunale Civile di Siracusa; mori in
Pellegrini degli Affaticati di Castroreale, costituita Messina nel 1823. Antonio Silipigni Giudica della
nel 1749; mori nel 1803. Tommaso del Tozzo, nato G. Corte in Messina, morto nel 1832.
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sieme diconsi di Castrorcale. Aprono final ria concepita senza peccalo, quasi nel cen
mente le foci all'occidentale lido di Milazzo, tro, da poco tempo con somma magnificenza
e scaricansi nel Tirreno. costruita, risplcndc decorata di un Colle
casal aio. Lat. Casulutum. Sic. Casa- gio di 11 sacerdoti sotto di un Arciprete, cui
Iuta (V. N.) Casale del territorio di Nolo, altre sette minori van soggette. Giuseppe
apparlcnentesi un tempo nel 1320 a Fer Galletti Signore diede in questo secolo ai
ruccio de Linquida, come ricavasi dal re frali di S. Maria della Mercede un molto
gistro di Federico II, e pagavagli in ogni ampio e decente Convento, dove educansi
anno coi fondi di Crimasta e Bulgarnno i novizi per la professione, non che don di
323 scutati. un luogo adatto i Cappuccini, e per opera
eatai. Lat. Calhal (V. M.) Casale men di lui venne accresciuto il paese, oltre la
tovato in un diploma del Conte Ruggiero costruzione di elegantissimo palazzo. Va
del 1093. In propriet, dice, di Giorlando soggetto al Vescovo di Girgenli, che ne com
Vescovo di Girgenli, e degli altri Vescovi mette le sue facolt ad un Vicario; com-
dopo lui, il Casale Calai con cento vil prendesi nella comarca di Calascibctla, e
lani. Appo Fazello leggesi Calha. Il me viene diretto per magistrato segnalo dal
desimo Ruggiero, descrivendo i confini della Marchese, il quale profferisce il xxix vo
Chiesa di Siracusa, come leggesi nei di to nel Parlamento, c gode del mero e
plomi di Urbano II, nota: Dal Castello Lim misto impero. 11 primo censo del paese,
piados perfino al fiume Salso, ec. Da Si nel 1652 present 373 case 1366 abitanti;
racusa sino al Castello Limpiados, cio nel 1713 poi 975- case 2659 anime, ed
Calha, dove cominci la divisione; ed al ultimamente 4794. Il territorio ferace in
trove; il castello Limpiados, cio Licata. frumento ed in biade, vien reso assai pi
Caiallml (la. Lat. Calalimilis. Sic. Ca- fecondo dalle vene di acque, e riesce
talimiti (V. D.) Casale , dei Municipii di adattissimo a nutrire gli armenti, arricchi
Castroreale, da cui dista un m. e 'A verso sce quindi i coloni, ha molti lavoratori, non
Austro, e mezzo da Bada. La Chiesa di manca in vigne o in oli veli, n riesce disag
S. Maria della Provvidenza , dove gli abi gradevole al cacciare.
tanti frequentano i Sacramenti, soggetta La famiglia Barresi ebbesi un tempo sog
all'Arciprete della citt. gette le terre ; poi Federico II ne investi
Cataldo (.) (Fiume di). Lat. 5. Cathalr nel 1300 Bernardo Siniscalco, e se l'ebbe
diamnis. Sic. Xiumi di S. Catauru (V. M.) indi Riccardello de Teslis marito di Ischia
Vedi Nocella. Siniscalco , come nel censo di Martino.
Cataldo (S.)Lat. S. Calhaldus, Sic. S. Ca Mazzullo Salomone poi nel 14... per dritto
tauru (V. M.) Paese onorato sin dal 1G27 della moglie Eleonora de Teslis. Da Vio
delle attribuzioni di Marchesato: ebbesi ori landa Salomone l'ebbe in nome di dote
gine nei primordii del medesimo secolo, nel Antonio di Iato, la figliuola ed erede dei
territorio intorno Caltunissetta detto del Fiu quali prese in marito nel 1338 Vincenzo
me Salso, perch vicn bagnato dall' Imera Galletti. Da questi Asdrubale, donde Vin
meridionale, altrimenti Fiume Salso. Prese cenzo e Niccol. Morto quello l'ottenne il
il nome da S. Cataldo Vescovo di Taranto, secondo, che raccolse la gente, e il di cui
di cui conserva frammenti di ossa, e siede figliuolo Vincenzo generalo con Camilla Ma-
in un suolo lievemente declive verso Sci cinghi fu primo Marchese di S. Cataldo per
rocco, distinto per rette ed ampie vie. La concessione di Filippo VI; ne fu moglie
Chiesa maggiore Parrocchiale sacra a Ma- Maria Di Napoli, colla quale gener in primo
282

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luogo Giuseppe, morto nel fior dogli anni, Calai tono (V. M.) Vedi Alfano.
indi il fratello Vincenzo fu nominato per Calai raro. Lai. Calatacifar. Sic. Cala!-
decreto di Carlo li Principe di Fiume Sal faru (V. N.) Casale un tempo appartcncnlesi
so ; rifulse cavaliere di S. Gennaro , Giu alla parrocchia della Chiesa d Siracusa, c
stiziere di Palermo, e di altre cariche de detto Kaltuelfar negli altrove mentovati di
corato; da Maria Di Gregorio ebbesi i fi plomi di Urbano II e di Alessandro III, non
gliuoli Pietro, Ignazio, Giuseppe e Niccol. lungi da Mitico, verso scirocco e mezzogior
Addetto il primo al sacro ministero, Par no. Sedeva in un colle che vediamo oggi
roco in prima di S. Antonio in Palermo, piantalo a vigne ed oliveli; avanzano tut
unico c supremo Inquisitore delle cose di tavia intorno i dossi di questo dei rimasugli,
fede, Vescovo di Patti e di Catania, esimio che cosla essere di epoca anteriore ai Sa
per virt e scienza, mori sorpassali i no raceni e dell' antichissima citt di Erice. Fa-
vantanni. Ignazio mor giovane senza pro Mezzogiorno
zello : gli sovrasta,
a . m. ilcio
monte
a Mineo,
Catalfaro
terso
di
le; Giuseppe benemerito dei suoi vassalli,
Milite di Alcantara, dei 12 Pari del Regno, nome Saracenico, dove vedonsi ingenti
Pretore di Palermo, Secretano del Re, non mine di pietre quadrale di antica e di
generala prole alcuna con Perna Gravina, ruta citt. incerta l'epoca della ruina.
mor nel 1731 in S. Cataldo; Niccolo per Gii abitanti di Minoo che dicono essere
ci che da gran tempo era stato appellato stato Catalfaro sollo la Signora della loro
Marchese di S. Cataldo, ne divenne Si cill, trai di cui municipii credonlo segna
gnore, e Principe di Fiume Salso; fu dei to, dicono esser ruinato sollo gli Aragonesi,
Pari del Regno, e con Vittoria Vernagallo in tempo delle guerre civili. Alle radici del
ebbesi il figlio Vittorio decorato del titolo colle sono abbondantissimi fonti di acqua,
di Marchese di S. Cataldo, marito ad Ippo donde ha sorgente il fiume del medesimo
lita de Grua, dalla quale arricchito di pro nome, c Calataelfar vale ai Ialini ripido
le, si vive col padre. Sta S. Cataldo in silo, o colle di scaturigini. Urbano II noia
37 27' di lalilud., in 37 35' di long. (1). le sue ripe in descrivere i confini della
Chiesa di Siracusa; poich accresciuto
(1) Oggid un capo-circondario di 3* classe, dalle altre fonti dei colli vicini, sbocca in
in provincia, distretto, e diocesi di CaJlanissetta. torno i confini di Patagonia, del di cui ter
Ne costa il territorio di sai. 4165,214, delle quali, ritorio accoglie le acque, indi congiunto al
dividendo particolarmente in culture, 3,755 in orli
semplici, 0,054 in canneti, 125,851 in seminatori! BufTarito precipita nel fiume di S. Paolo.
alberati, 3110,314 in semiuatorii semplici, 465,822 Vedi Erice.
in pascoli, 18,120 in oli veli , 109,626 in vigneti Caiani. (V. m.) Casale appartenentesi
alberali, 137,477 in vigneti semplici, 6,275 in fi sollo Federico II a Giovanni di Lochira.
cheti d'india, 41,761 in alberi misti, 45,588 in Catania. Lat. Catana. Sic. Catania (V. K.)
mandorleti, 4,572 in pistaccheti, 94,378 in terreni
improduttivi, 1,621 in suoli di case. Ci hanuo varie Cill sita tra le valli di Noto e di Demana,
zollare , nella contrada di Mandrazzi di mezzo ora ad una or ad altra attribuita: ma in que-
la detta Stincone 33 m. distante dal luogo del
l'imbarco, nella contrada Dr'agailo la detta Bosco
a 34 m. dal mare , nel sito Nicolizia quella di 70 m. dal luogo dell'imbarco. Yi si cava eziandio
A pa forte a 32 ni. della spiaggia, tutte e tre sog solfalo di stroniana, sai fossile e gesso speculare.
gette ad inondazione per l'acque sorgive; nella I rami principali del suo commercio sono le bia
eontrada Carda poi la zolfara di Villarmosa, e de, il vino, ed il zolfo. Ascendeva la popolazione
nella contrada Carciulla quelle di Mangione e nel 1798 a 7879, a 7598 nel 1831 , e finalmente
Sottostradone, non soggette ad inondazione ed a ad 8978 nel finire del 1852.
CA C 28,7

si' ultima ai tempi del Fanello compresa, di mura, cos neanco hannosi porla, ec
onde ne diciamo or bene in gran copia. cettuala la sola del fortino, che apresi rozza
Catania. Lai. Catana. Sic. Catania (V.D.) dal 1G72 nelle preposte mura, verso le me
Delle principali citt di Sicilia, ed appel diterranee parli occidentali, rimpello il ba
lala perci terza sorella del regno; deco luardo di S. Giovanni.
rata del titolo di chiarissima; siede tra le Da alcun limile non essendo la citt cir
valli di Noto e di Dcmana, verso le australi coscritta, e stendendosi ad ora ad ora da
ed ime radici del monte Etna, bagnata dal ogni parie con nuovi edifizii, come l'occa
Jonio mare. piano il silo verso Scirocco, sione opportuna a comodo dei cittadini se
ma si solleva verso Greco. Sia in 37, 30' ne presenta , pu appena assegnarsene il
di latitudine ed in 38, 45' di longitudine; circuito, poich la via principale da Occi
gode perci di un clima temperalo, ne in dente verso Oriente, appellala del Corso,
crudelisce per rigido inverno. Munita di stendesi per circa un m. e '/, 1' allra da
mura, Tortezza e baluardi, nello scorso se Austro ad Aquilone, dov' la parrocchia di
colo dopo il 69, per un torrente di fiamme S. Agaia e la contrada dello stesso nome,
cince in prima, poi pel tremuolo del 93 avanza un m. e 400 passi, donde afTermo
ne rumarono gran parte, e conservane oggi a buon dritto occupar Catania un terreno
soltanto verso le parli inaridirne, incustodite di 4 miglia. E le mentovale vie, come altre
le altre mediterranee restando; sebbene sia rette ed amplissime e lastricate principal
divenula in alcuni luoghi inaccessibile per mente di pietra dell'Etna, in cos armonioso
le moli ammontate dall' incendio. La rocca ordine sono disposte, da provvedere egre
appellata Orsina dalla stessa fondazione, giamente al comodo ed al commercio degli
nobile da gran tempo per la dimora dei abitanti, e non poca ammirazione eccitare
Re Aragonesi, sita in quadro, difesa da noi forestieri. Apronsi in larghi, in quadrivii
4 torri agli angoli e da altrettante nel mezzo mollo eslesi, ed in frequentissimo piazze,
di ciascun lato : si ha una porta con ponte, delle quali quella che corrisponde alla mag
e fossa da Aquilone, ed assiepate avendo gior Rasilica, ornata di una colonna ge
dalle rupi dell'Etna le allre fronli, quasi roglifica sottoposta ad un Elefante; quella
manc dall' antica magnificenza ; presenta del mercato della di S. Filippo, cinta di
tuttavia artiglierie , armera, sale , soldati marmoree colonne, quella del palazzo della
di presidio con un Prefetto dei pi degni pubblica Accademia, dove sono le fiere del
tribuni del Regio esercito , ed annove luned, presenta un fonte col simulacro di
rala Ira le sci fortezze dell'isola. Tre dei Cerere, ed nbbella la recentissima piazza
bastioni durano interi; il Grande e quel verso la estremit della citt sopra il lito
di S. Perruccio battuti dalle onde del mare, orientale la statua di marmo della Patrona e
e quel di S. Giovanni per la porla medi Cittadina S. Agata, eretta in voto per la
terranea, dei quali il primo fabbricato di peste del 1742, di che liber la patria. A
pietre quadre e secondo le regole dell'an queste vie ed elegantissime piazze corri
tica architettura, ammirabile per l'altez spondono prospetti di Chiese, di Conventi,
za, ed allarga l'angolo di Scirocco. La porla e di privati edifizii fabbricati a tutta ma
degna di attenzione, detta di Mare, nella gnificenza. Incominciamo dai sacri.
piana fronte meridionale delle mura, venne La maggior Basilica Cattedrale, che porla
aperta dopo il nuovo tremuolo; antiche le il nome della sovracennala Vergine S. Aga
altre ed anguste prestano anche adito al ta, costruita per opera del Conle Ruggiero,
lido; altre parli intanto, siccome mancano costava lulla di quadre pietre etne, ed
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era sostenuta da colonne di granilo cosi prima costituiti nell'area della rocca Orsi
detto di Egitto; conquassata per dai tre- na, vennero accresciuti di dote dalla Re
muoti, c principalmente da quello del 1C93, gina Eleonora , e stabiliti in un convento
avendo perduto e nave e pronao e torre, per di lei opera fabbricato nel 1.129 sotto
rimaste le sole absidi, ristorala al nostro il titolo di S. Francesco, in luogo animato,
tempo per cura del Vescovo Andrea Riggio e del suo sepolcro onor ella il (empio.
con assai pi belli ornamenti, decorala di Oggi appare dalle mine, Convento e Chiesa
superba fronte, che tutta si compone di essersi in pi elegante forma composti.
grandi lamine di bianco marmo da Geno Anche i Minori Osservanti abitano nell'an
va c di suboscuro da Sicilia, di egizie tica Chiesa di S. Agata, e custodiscono il
colonne ornata , occupa un posto prima sepolcro dove essa fu dopo morte deposta,
rio tra le sacre moli dell' Isola intera. collocato in elegantissimo altare di marmo,
IN'ei primordii medesimi della fondazione donde non lungi ancora esiste il carcere
cedette ai Benedettini, che dicevansi Cano della S. Martire. I Tcrziarii del medesimo
nici, dei quali l'Abate era il Vescovo; per ordine, che abitano sin dal 1009 in S. Piccola
nel 1368, per decreto di Papa Pio V, ven di Trissino, occupano ora la iv parte della
nero loro subrogali i preti secolari. Parlan pubblica piazza oltagona. Il Convento dei
di questo tempio in gran copia il Pirri ed frali predicatori, rimpcllo il palazzo vesco
il Grossi. Seconda dopo la cattedrale la vile, del titolo di S. Caterina di Siena, venne
Chiesa collegiale ed eziandio Parrocchia e ercllo a spese di Margherita di Arcangelo
Cappella Regia di S- Maria dell'Elemosina, nobile matrona , e la magnifica Chiesa in
occupa quasi il centro della citta, di bella breve attende l'ultimo compimento ; il
eupola prospetto adorna parfcltamcnte , secondo, esscndovene un altro del medesimo
decorata d'insigne Collegio Canonico dal istituto, che sorgendo al di fuori, poi de
1448 per diploma di Papa Eugenio IV, non scriveremo. Il Convento degli Eremiti di
che per volere del Re Alfonso. Sorgono S. Agostino dicesi sopra edificalo prima del
altre otto Parrocchie per le varie contrade, 1229 ad antiche volle, presso l'antico teatro,
e ne sono le pi eleganti ed ampie quelle di cui ancora avanzano ammirevoli ruine ;
di S. Biagio, dov' la fornace di S. Agaia, va sotlo gli auspicii di S. Venera , ma ai
il luogo consacrato cio al martirio del fuoco nostri giorni usurpa il nome di S. Agostino,
da essa subilo, ed altra che la maggior e cospicuo per la fabbrica si solleva. I Tri-
nel sobborgo, oggi della di S. Agata extra nitarii della Redenzione dei Cattivi , occu
muro8, entrambe con campanili. parono dal 1580 il tempio di S. Anna ,
Nella parte verso Libeccio l'amplissimo detto del Castello dalla vicina rocca, e si
convento dei monaci Cassinesi di S. Niccol, ha lo abitazioni, che corrispondono oggi
il tempio, gli atrii, i giardini, la biblioteca, giorno ad una delle vie principali presso
il museo, tutto in tal modo splendido, il mercato. I Carmelitani di primo istituto
da non potere ad altro in Sicilia eguagliar fabbricarono la prima loro casa di Sicilia
si, poich da tutti pienamente magnifico sopra le mura australi, verso la parte ma
si predica. IVe fu l'origine in un bosco nel rittima, fondatore Desiderio La Placa, che
1156, la transazione nella citta nel 1558, promosse la nuova riforma, ed oggi si ha
e la novella fabbricazione dopo il tremuoto annessa una Chiesa decenlissima; entro dei
nel 1708. L'Abate ha voto nel Parlamento chiostri un'antichissima abside credesi aver
cogli altri Magnati della Chiesa. I Minori avuto l'uso di bagno. Il primo finalmente
Conventuali, dei quali si afferma essersi in che accolse in Catania i Teresiani fu Ottavio
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Branriforli nel 1643, che abitano presso rissimo Convento fabbrienronsi , e degno di
porla Lancia. attenzione per l'ampiezza. Presso alla me
I frati di S. Maria di Monte Carmelo desima regione, fuori porta Ferrea, al lido
donati del tempio fuori porta Stesicorea, poi del mare la Chiesa di S. Francesco di
nominala di Aci, verso Aquilone, subito dopo Paola , con unito il Convento fondato per
la venula dalla Siria in Sicilia, nello scor opera e spese di Raimondo Cicala; croll,
cio del secolo xu vengon dotati di tesori ma intere rimasero le celle meridionali dei
da Costanza Regina ed Imperatrice, accre frali , onde ristorale le altre e la Chiesa ,
sciuti poi di grandi donativi dal Re Mar non ignobil luogo occupa oggi il Convento
tino e da altri Principi. Veniva da gran tem Irai sacri domicilii. Un novello ne fu eretto
po adorno il Convento di nobile atrio ele nel 1622 in un poggelto fuori la porta di
gantemente abbellito di marmo da Genova, Aci, del titolo di S. Maria della Speranza
con ogni magnificenza restituiti eziandio gli amplissimo ed ammirabile; anlico altro, che
cdifizii oggigiorno, quando vediamo la Chie in prima dinanzi la porla di Decima, verso
sa sotto i pi stretti Osservanti alunni del Austro , sopra i ruderi della Naumachia ,
medesimo Ordine, che ottennero il convento costituito da Bernardino da Reggio uomo
dal 1721 , e di giorno in giorno di varii di insigne santit e dottrina , dopo alcuni
ornamenti il forniscono. Comprcndesi nei loro anni alla parte aquilonare di diali trasferito
chiostri l'antichissima chiesiuola di S. Leone, nel 1351; Catarina Fimia nobile matrona
ancora esistente, dove venne da gran tempo ordin venisse compiutamente fabbricato .
conservato in un sepolcro il corpo di S. e celebre la memoria di S. Michele.
Agata. L'ordine dei Predicatori ottenne la Verso Occidente, ad un mezzo miglio, sta
quarta sede di Sicilia in Catania; impetr bil il B. .Matteo di Girgcnli i Frati Minori
finalmente nel 1420, dopo varii domicilii, la Osservanti sotto gli auspicii di S. Maria di
Chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore Ges. Introdotti i Riformali nel 1626, venne
fuori la porla del Re verso Settentrione; e pi ampiamente ristaurato il convento . e
fabbric, amministrando la somma i Mon di nuovo nei principii di questo secolo ;
tecatini, ed altri nobili Signori, il celebre sorge deccntissimo, e ne adorna la Chiesa
monastero, che crollato in gran parte pel di una bellissima statua di IV. Donna in
mentovato tremuoto , vediamolo ai nostri marmo bianco, e di un'antica cappella della
giorni nella maggior parte ristorato. Con famiglia Patcrn col magnifico simulacro
servasi nella Chiesa intero il corpo del B. di Alvaro ornamento della medesima stirpe;
Bernardo Scammacca, c nell'altare mag La Chiesa della Concordia cedette nel 1687
giore un'antica famosa tavola della Vergine agli alunni di S. Maria della Mercede, per
del Rosario. Ad un miglio, in un colle ele promozione di Giovan Ballista Rosa del
vato verso Occidente, fabbric Blasco Ala- medesimo ordine, sita in mezzo alla via
gona il convento d S. Maria di Novaluce, che mena ai sobborghi, elevala a filini
abitato in prima da' Carlusiani , poi dai parrocchia nel 1732 dal Vescovo Pietro Gal
Benedettini; e l'Abate oggigiorno segnato a letti; sorse da questo istituto il B. Alessandro
regio volere occupa un posto nel Parla di Catania illustre della gloria del martirio.
mento. Per mancali quei padri vi si col In celebre parte della citt sollevasi la
locarono gli Agostiniani Scalzi ; poi nei casa della Compagnia di Ges, fondata vi
principii di questo secolo, altrove emigrando vente il medesimo S. Ignazio per opera
per l'insalubrit dell'aria verso la parte di Ferdinando de Vega figliuolo del Vicer
orientale fuori porta Lancia, novello decen- Giovanni nel 1553; ne ammirabile il tempio
28G

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per prospello, cupola, colonne, pitture, sta Caterina V. e M. altrimenti Badia Nuova,
tue, le cappelle con ogni lavoro elegantemen sotto regola Benedettina, degli istituti poi
te in vario marmo e di indorati metalli ador di S. Chiara, quei di Monte Vergini, fondato
ne, nobile l'atrio, tutto finalmente per ogni vivente ancora la medesima Santa, quel di
verso compilo. Venerasi oggigiorno in un S. Girolamo e quel di S. Maria Maddale
altare minore una tavola di Nostra Donna na; esistono oggi: quel di S. Giuliano, i di
trasmessa da Roma da S. Francesco Bor cui fondatori son dal tempo celati, nel colle
gia. La famiglia di S. Gaetano pose una di Cerere, poi in quel di S- Sofia verso Aqui
colonia in Catania nel 1727, per industria lone a 3 m. dalla citt collocato da gran
di Innocccnzo Savonarola alunno di essa, tempo, indi verso la parte Orientale, pass
nella regione orientale di Citila. Si ha nel centro nel 1709 , dove comodamente
oggigiorno decente e cospicua Chiesa con abitano le alunne, godendo del tempio, che
congrue case, con elemosine spontaneamente spicca per ordine, grandezza interna, ed
apprestate ed inopinali sussidii fabbricate. esteriore venust ; quel di S. Benedet
Innocccnzo Vescovo di Catania chiam nel to, fondatori Alemanna Lumclla e Rug
1626 i Chierici Regolari Minori, e loro con giero Malina nel 1336, che levasi presso il
cedette il tempio di S. Michele ; 1' accreb primo, degno di attenzione per l'ampiezza
be poi di beni Giovan Ballista Paterno, ac del silo, gli edifizii, e l' ornatissima Chiesa:
cumulati da Flavia Ansatone ; godono di quel di S. Placido Mart. costituito dal 1420
amplissima casa ed a poche seconda nella coi tesori di Ximene e Paola de Lerida ,
citt ; attende la Chiesa un pi bel compi non che i donativi della Regina Bianca;
mento. Sotto il medesimo istituto, e gli au compitissimo ai nostri giorni, e per ogni
spici della Concezione della Vergine, as verso ammirabile ; dicono comprendervisi
segnali in dote i beni Bartolomeo Asmun- ' la casa paterna di S- Agata. Quel della SS.
do, dei quali divenne erede, eresse una casa Trinit nella parte occidentale, che riconosce
in un poggetlo verso Occidente, dove ve- a fondatore Cesare di Agosto nel 1349,
desi, come dicono, il carcere dei SS. Al assai celebre per la mole degli edifizii, il
fio, Filadelfio e Cirino. I ministri degl'in gran circuito, e l'eleganza del tempio, con
fermi volgarmente Crociferi, adunaronsi nel prospetto e torri ; quel di S. Agata che
1696 a comando del Vescovo Andrea Rig- Tenne stabilito nel 1620 per opera di Era
gio, ed ottennero la Chiesa di S. Maria di smo Cicala rimpelto la Chiesa Cattedrale,
Dogala coll'anlica tavola della medesima: che grandeggia per chiostri degni di am
fabbricano case magnifiche, la maggior par mirazione e la magnificenlissima cupola
te delle quali si mostra a venir ammirala; del tempio; e quel di S. Chiara finalmente,
il tempio, cui ordin si compisse con egre fondato a spese di Antonio Palern Barone
gio prospetto il sovraccennalo Pietro Gal di Oxina nel 1552, che sorge illustre per
letti per somme raccolte attende l'ultima l' augusta costruzione ed il nobile tempio;
mano. L'Oratorio di S. Filippo, in questo vi congiunto l'antico cenobio di S. Gi
stesso anno in cui scriviamo, prese a pro rolamo.
muoversi alla parrocchia di S. Marina verso Non mancano poi di case destinate a varii
Occidente, e viene di giorno in giorno ad I ufficii di piet. Levasi l'antichissimo Spc-
accrescersi. j dale di S. Marco nella piazza slesicorca,
Erano in Catania nello scorso secolo varii | ammirabile per la magnificenza degli edi-
monasteri di donne; aboliti quei di S. | flzii e In grandezza , opera promossa nel
Maria di Porto Salvo, di S. Lucia, di S. ' 1720 da Niccola Tczzano perpetuo proto
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medico di Catania; poich prima in diversi cresciuto dai successori di lui, ed ultima
luoghi erasi stabilito dal 1445. Segue l'al mente di grandissime sale adornato. Vicino
tro di S. Alarla, in tempi recenti istituito, al medesimo tempio Cattedrale il palazzo
per gli incurabili e gli affetti di piaghe in Vescovile splendido si offre, reso nobile dal
veterale, nel lato occidentale di Monte Ver Vescovo Salvatore Yenlimiglia di bello e
gini. Tre case appartengono alla custodia cospicuo ordine di appartamenti ; merita
delle donzelle, delle quali la principale, sotto attenzione il suo prospetto meridionale im
titolo di S. Agata, fondata dal 1586 a pub posto alle mura marittime. Levasi dirim
blica spesa del Senato, e colle somme del petto, il famoso palazzo del Principe di Bi-
patrizio Gioran Paolo la Rocca; altra dopo scari, dove si presenta un mollo celebre mu
il tremuolo nel sobborgo, stabilita per opera sco. Alla estremila della citt, verso Oriente,
di Giacinto Patern ; la terza vedemmo nei un collegio per la giovent, cui il sommo
poco fa scorsi anni, da limosine raccolte Mario Cutclli, primario Consultore nel Regno,
dai cittadini, e da somme lasciate da Giu disse erede nel testamento, a nessun altro
seppe di Moncada, per gli orfani e i di di Sicilia secondo, che si aprir quanto pri
spersi, sotto titolo di S. Maria della Prov ma. Trai civili pubblici ediluii l'Accade
videnza, verso l'altura orientale di Monte mia delle scienze, sita in un quadro, de
Vergini , notabilmente accresciuta. Quella gna del tulio di ammirazione per la gran
di S. Maria Maddalena per le donne pen dezza delle stanze, per una compitissima
tite. Un Orfanotrofio finalmente, ristorato biblioteca, ed altri ornamenti ; cui sog
nel 1707 a comando del Vicer Giovanni getta verso Oriente la piazza del Lunedi con
Vega sulle antiche Terme di S. Panlaleone, una fontana, ed accresce magnificenza- Vie
colla Chiesa di S. Maria Maggiore; trala ne sempre pi aumentando la fabbrica del
sciando di parlare di due Monti di Piet, cui Palazzo Pretorio, talch una delle quattro
ancora non stato segnato luogo partico parti vedesi portata sino alla sommit, e
lare. con ogni solerzia le altre parti dell' edifi-
Tiene il primato tra le Chiese filiali quel zio vengono avanzandosi, di non poco or
la di S. Maria dell' Ajulo, cui fu da poco namento si alla piazza principale, che alla
tempo annessa la Cappella di N. Donna di citt. Ivi radunasi il Senato ed i pubblici
Loreto del tutto corrispondente al prototi consessi; poich costa il Magistrato di sei
po; e di una congregazione di Sacerdoti dal personaggi scelti dal Re dal celo dei no
pio
1634di S.
decorata.
Martino, frequentato
anche eccellente
dalla ilnobile
tem bili, cui seguono il Sindaco, il Patrizio che
liene il primato, ed il Giustiziere., cui as
Compagnia dei Bianchi, e fabbricato sopra sistono tre Giudici. Occupa quegli il terzo
l'antico arco di Marcello. In S. Maria della posto nei Comizii, e quante volle congre
Lettera, in S. Orsola, in S. Giuseppe non gaci i Signori, il Pretore di Palermo e i
manca eleganza. Dicono essere stata S- Ma Senatori ne prendono in mezzo il legato ,
ria della Rotonda un antico tempio a tutti e con solenne pompa in venire l'accolgono.
i .\umi consacrato, volgarmente Pantheon, Presenta lo slemma un elefante, su di cui
e cambiato ai sacri riti dall'Apostolo S. siede Pallade, che allude all' universale stu
Pietro-
Sta accanto alla Chiesa maggiore ed alla dio delie scienze, del quale Catania venne
decorata dal 1445 sopra le altre citt di
sua piazza , e corrisponde alla parte ma Sicilia per beneficio del Re Alfonso e di
rittima l'elegante Seminario dei Chierici, Papa Eugenio IV.
fondato per opera di Antonio Paragone, ac- Contaronsi nella nostra citl sotto Carlo
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Imperatore 4907 case; ma nel 1593 present egregie gesta ci abbiamo riferite negli annali
5750 case e 25024 abitanti coi suoi casa ecclesiastici solto il fine del 304 anno. Al
li, quali poi smembrati, si descrissero 25C0 tri Martiri eziandio e Pontefici chiari per
case, nel 1652, ed 11340 cittadini; nel 1713 santit occorrono. Sono commendali moltis
poi 4160 case 16222 abitanti, che 25848 simi al comune voto del popolo, proclamali
ultimamente computaronsi in 5710 case. da immemorabili tempi, e da noi delti Beali;
Essendo periti intanto col tremuoto del 1693 n intanto ne mancarono preclari per in
quasi 18000 cittadini, restatane solamente nocenza ed eroiche virt, dei quali feci enco
la terza parte superstite, il numero di 11340 mio e nominai nella Catania illustre, lib. 12.
della met dello scorso secolo, affatto meno Trai Catancsi decorati di ecclesiastica di
corrispondente sembra al vero, perciocch gnit spiccano S. Agatone e S. Leone II,
di tante mila nello scorcio del medesimo giusta alcuni , romani Pontefici , Niccola
pot la citt aumentarsi , che altronde da de Tedcschis e Giovanni de Primis Car
nessuna sciagura era slata travagliata in dinali ; pervengono a 50 e pi i Ve
quei tempi. Non mi protraggo intanto di scovi , e a lunga schiera segnansi altri
molto sull'indole dei cittadini a non sol onorali di primarie sacre cariche. Il nu
levare il proprio. Sono per al certo tra mero degli illustri personaggi in milizia ,
gl'isolani, miti d'ingegno, sottili di mente, drillo , e supreme prefetture pu compu
propensi per la patria, benevoli verso gli tarsi appena, che per le rispettive et clas
stranieri , religiosi , obbedienti ai Principi sificai nel cennato lib. xn cap. iv. N po
ed alle leggi. Sedendo in fecondissimo ter chi si computano celebri nelle scienze o
ritorio addiconsi principalmente alla colti per monumenti pubblicati, o per ingegno.
vazione, si danno alle arti, ma ricusano di Spiccano tra gli antichissimi Tirsi Etno
servire. Ma le son queste cose da dissimu alunno di Dafni, ed il filosofo e legislatore
lare , e giova solamente presentar memo Caronda; e giova qui recare il nome di
rie di antichi, acciocch profitti dagli esem Niccola Tedeschi, che a buon dritto appel
pii la tarda posterit. Ne presento i pri- lano Lucerna del Drillo, ed empie solo le
marii, ed offresi primieramente.* veci di (ulti. 11 Mongitore poi fa menzione
La Vergine S. Agata, che sola bastereb di pi di 120 scrittori Catancsi nella sua
be onde Catania splendesse pi bella tra Biblioteca, n all'ozio nel nostro tempo si
le altre citt di Sicilia e le regioni del arrise , e molli communicarono i loro la
mondo. Lessi ultimamente, non senza riso, vori col mondo letterario in ogni genere di
una lettera negli alti degli eruditi d'Italia, scienze.
che facevano la patria appresso Civita, vicino Sull'origine di Catania rigettate le fa
Palcrn; imperciocch l'eruditissimo autore, vole al solo ferino mi appiglio , cio essere
molte cose abbracciando ed incongrue e stali i luoghi solto l'Etna frequentali di
ridicole, fa trasparire al postutto non co primi abitatori; onde ai poeti fu l'agio
stargli; opper questa lettera alle altre sue d'inventar la favola di Polifemo e dei Ci
pubblicalo operette non corrisponde, e del clopi. E non sar incongruente il credere
tulio a condannarsi alle tenebre. Agata essersi ammassala gente alle rive dell' Ame
incontr per Cristo la morte sotlo Decio nano, onde non del tulio favolosi riescono
Augusto, e dicdelc la Chiesa il primato tra i nomi di Aci, Simclo, Galatea, dello slesso
le sue Eroine. Adorna il secondo la serie Polifemo, e di Etna, ma da riferirsi ai pri
S. Euplio Diacono , che prese il martirio mi Principi della noslra regione ed alle
sotlo l'impcrator Diocleziano, e le di cui loro mogli. Impariamo da amichi scrittori,
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i Sicani popoli indigeni dell' isola , come sio; del quale che credesi ristoralo da Mar
altrove si prov, aver le parli medesi cello scrissi altrove in copia. Sono in dub
me abitato. Poich si afferma aver lascialo bio se abbia veduto Catania sotto i roma
i Sicani, per tema delle fiamme etne, lo ni quei pubblici e magnifici monumenti;
orientali regioni dell'Isola, trasferite le sedi teatri cio, anfiteatri, terme, ippodromi,
nella parte meridionale, che denominarono e naumachie, di cui i ruderi grandi per fermo
Sicania. Occuparono poscia i Sicoli il ter si rimangono. Rei capitelli delle colonne ,
ritorio dai Sicani abbandonato , ed indi i che apparlcnevansi alle terme, e che sono
Greci, colonie nell'Isola adducendo, scac adattale oggi alla fonte del tempio maggiore,
ciati col ferro i Sicoli, presero Lcntini, Ca leggevasi: Q. Lusius. Laberius. Proconsid.
tania e Siracusa. Poi Evarco conduttore Thcrmas. Nel conscrvatojo dell' acquidol-
di coloni Calcidesi assunse l'imperio di Ca to, in siciliano Botte, sotto Licodia, donde
tania, che d' allora diremo una delle pri deducevansi in Catania le acque in uso della
marie citt di Sicilia. Donde intanto abbia Naumachia, era questa iscrizione: Curatores.
preso il nome, o dagli stessi Calcidesi, co M. IWalculnius ce. : le quali entrambe sono dei
me comunemente si nota, o dai Fenici se tempi romani. Direbbe alcuno essere stali
condo Bocbart, mollo si discusso nell'Ap allora ristorali, ed in secoli anteriori co
parato agli annali di essa : fior con leg stituiti. Lascio la cosa indecisa e ad altro
gi proprie, confederala ad altre cill Cal mi affretto.
cidesi, insino al tempo di Cerone I tiran Credesi Catania non partecipe dei mali
no di Siracusa, che con grandi forze espu della guerra servile, sebbene Irai suoi con
gnatala, cacciatine i cittadini, dicdela ad al- fini spesso siano impazzali i rebelli: non
Iriadabitare, in Etna mutatone il nome. Mor prov tullavolla la sete di Verro, di che fa
to per Cerone, ritornando in patria i citta ricca
menzione ed onesta.
Tullio, che
Ardendo
appella
la guerra
Catania civile
cill
dini per ricuperarla, ne scacciarono i Cam
pani, che non a dritto l'occupavano. Si av tra l'Imperatore Ottaviano e Sesto Pompeo,
vicendarono le fortune sotto i Cartaginesi da questo travagliala e mandata a male la
e Dionisio I , ed oppressa una fiala dalla cill nostra, venne poi beneficata dall'Im
tirannide di Mamerco, per breve tempo ne peratore, e segnala Ira le colonie roma
sostenne il giogo; imperciocch liberala ne. Vi rifulse tra le prime la legge
dal valore di Timoleonlc conseguisce l'an del Vangelo, ed ebbesi Berillo a Vescovo
tica dignit di Repubblica. Apostolico, che vi fond la Chiesa. Agitala
Nell'anno 489 della fond. di Roma, nella da varie procelle, principalmente sotto Decio
130" olimpiade, diedesi Catania al Console e Diocleziano, decorata del prezioso sangue
M. Valerio Messala, che crasi appacialo con dei figli suoi, e principalmente di Agata
Cerone II, ed essendo divenula la Sicilia, e di Euplio, pi bella risorse. Resa paco
eccettuala Siracusa, prima provincia della alla Chiesa, pos una volta la Sicilia; ma
romana potenza, ubbid eziandio Catania ai nelle barbaresche invasioni dei Vandali o
sicoli Pretori, e dopo l'eccidio di Siracusa dei Goti da varie stragi fu oppressa. Una
di sommi benefizii venne arricchita da lettera di Cnssiodoro ai Magistrali, scritta
Marcello Console trai primi. Scrive Plu a nome di Teodorico, dichiara Catania in
tarco nella vita di lui: da Marcello mol tenta sotto costui al ristauro delle mura;
li, oltre di quelli che sono in Roma, non mollo tempo dopo pel valore di Beli
tedonsi ai Numi dedicali; ed in Catana sario scacciati dalla Sicilia i Goti, e da Ca
citt di Sicilia sorse per lui un ginna- tania tra le prime citt, fu sotto l'impero dei
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Greci. Ed allora nella Bizantina partenza cb- ramenle a consiglio i Sindaci della cill di
besi in ospite la citt nostra, per intero un in- Noto, prima che partito fosse per Burde-
yerno, Vigilio Romano Pontefice, e nel mese gala all'intimalo siugolar certame. Giaco
di dicembre molli vide da lui ai sacri ordini mo, cui venuto in Catania, non una fiala
promossi. E sedendo al governo della me soccorsero i cittadini, acci la potenza Fran
desima Chiesa Leone Taumaturgo, Eliodoro cese abbattesse. Federico II, che alla morte
travagliava i nostri dei magici suoi incanti, di Giacomo, nel tempio maggiore, tra gli
ma per l'ammirabile virt e la santit del applausi di lutti i Consultori del Regno e
Vescovo Leone, tocc finalmente la meritata dei Legali, la prima salut suo Re; e spesse
pena, e venne dal contatto rimosso, vivo volte coi suoi soldati e cavalieri difese pro
bruciato. pugnando. Tenne sotto il medesimo Fede
Appena pu in breve certamente esporsi rico per tre anni Roberto d' Angi la cill
quali e quante sciagure abbia l'Isola dai Sa tradita da Virgilio di Scordia. Poi intanto
raceni sofferte ; e Catania fu a lungo parte talmente fu s a Federico che ai figliuoli
cipe del loro tirannico dominio; ed il pi addetta, da appellarsene comunemente, ed
valido presidio perdette, il corpo cio de Ha esserne sede. Pietro dopo la morte del pa
cittadina S. Agata, che Giorgio Maniaco tra dre celebr in Catania il Parlamento, ed
sfer in Bizanzio, acci nelle mani dei bar ivi si ebbe dalla moglie Elisabetta il pri
bari pervenuto non fosse, e finalmente resa mogenito Ludovico, ed altri dopo lui; ed
in libert per opera del Conte Ruggiero, avendo un tal beneficio per inlercess ione
non che richiamata per dritto antico alla pri di S. Agata ottenuto, colm i nostri di varii
miera vescovil dignit, molto pi che prima beneficii- Ludovico lasciato ancora fanciul
illustre si mostr, ed accetta divenne tra lo, fu coronato Re in Palermo ; poi tutta-
le prime ai Principi Normanni successori volta colla madre e lo zio Giovanni reduce
del Conte. E sodo il tempo medesimo per in Catania, per qualche tempo vi dimor;
disposizione del Superno videsi rese nuo ma turbate le cose dell'isola per ambizione
vamente intere le spoglie di S. Agata. Ma di alcuni Signori e la malizia dei Palici, che
nel 1169 da violento tremuoto dalle ime con seco menato avevano per forza in Messi
sedi squassata, soffr la perdila di ben 15000 na il Re e la madre di lui, si accese una
cittadini, ed il devastamento dei campi dalle guerra civile , che tuttavia non pot final
lave dell'ignivomo Mongibello- Imperatore mente acquetarsi in qualche modo, che col-
Enrico VI, per essersi con alcune altre citt l'eccidio dei Palici; lasciata quindi Messina,
ai Normanni congiunta Catania, rifuggendo e ritornando Ludovico in Catania, sotto il
dagli Svevi, fu presa con somma violenza, presidio di Blasco di Alagona, a lungo agli
ma restituita subilo in grazia, colmolla En altri Signori resistette, e di speciali grazie
rico di varie grazie e favori. Affermano e privilegii rimuner i cittadini , che ave-
averle voluto far onta Federico, I tra i Re van valorosamente macchinato in rovina dei
di Sicilia, li tra gli Imperatori, ed avendo rivoltuosi; morendo finalmente in Aci, co
stabilito la ruina di tulli i cittadini, per in mand si trasferissero le sue spoglie nel
tercessione di S. Agata dicesi ritirato dal sepolcro dell'avolo, collocato nella Chiesa
reo consiglio. Travagliata sotto i Francesi principale di Catania. Assai maggiori tumulti
la provincia di Catania, incorata dall'esem accolsero Federico, nato anche in Catania:
pio delle altre cill sorelle, scosse il giogo impadronitosi del Regno dopo la morte del
di Carlo, e diedesi agli Aragonesi, che eb- fratello Ludovico a somiglianza dei suoi
besi propizii. Pietro, che vi radun primie- antecessori, stabil sua sede nella patria, e
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ne don liberalmente gli abitanti di nuove nato in Catania al Re Martino da Tarsia no-
immunit pei prestati servizii, dopo cele bil donzella Calancsc , vennero nella citt
brate quivi sue nozze- Ebbesi dalla moglie reduci dalla guerra d'Affrica, ed alcuni gior
Costanza la figlia Maria , al di cui parto ni dimorativi, intervennero ai ludi cavalla-
morta la madre, venne nella Chiesa di S. rcschi celebrati nella piazza del Luned.
Agata sepolta : l'Infante prese ad educarsi Pietro quindi prese la volta per mare verso
sotto la tutela dell' Alagona , che al sacro Palermo, Federico presa seco la madre Tar
fonte portata l' aveva. Stabilita una pace sia, a Trapani. Di nuovo in Sicilia trasfe
non che tra i Sicoli, ma anche con gli An ritosi Alfonso, ricre Catania del suo aspetto,
gioini, appena pot Federico goderla; poi e di nuovi privilegii decor il Senato, ed
ch appellato dalla morte, segnali 4 Yicarii anche poi una terza volta coi fratelli Gio
nel Regno, disse crede Maria, che a lungo vanni, Errico, e Pietro per 9 giorni. Ordin
sotto la cura di Artale Alagona, dimor in la mole del porto, con non lieve vantaggio
Catania, donde sottratta per inganno dalla dei cittadini; e finalmente stabilendo, fosse
rocca Orsina, venne fatta moglie di Martino in ogni tempo in Catania una pubblica Ac
Aragona Duca di Montalbo. Entrambe le di cademia , stabil ricchi onorarii ni profes
costui consorti amarono Catania, ed egli sori assegnando a ci alcuni balzelli.
dalle mani dell' Alagona, dopo molli bellici Per benefizio di Giovanni e di Ferdinando
malanni strappatala, di sua dimora e di mol il Cattolico, i privilegii, le consuetudini, gli
ti privilegii decorata la volle. Maria si giace statuti della nostra citt, non che i dritti
col pargoletto figliuolo sepolta in Catania, e di quella Chiesa, stabilisconsi confermali, e
Martino lasciato crede del Regno, venendo costituite le opere dei legati. Allora fu san
a seconde nozze con Bianca di Navarra, cito essere Catania la terza sorella, affatto
questa, partendo dall' isola, lasci in Catania uguale a Palermo ed a Messina, e decret
Vicaria del Regno. Di costei e di Martino con regio Rescritto, si stabilissero alterna
celebre fama in S. Niccol dell'Arena, pel tivamente per ogni anno in coleste tre pri
preziosissimo dono del chiodo di 1\. S. fatto marie citt dell'Isola la Suprema Curia del
ai monaci, che dimostra la liberalit del Prin Regno, la Sede del Vicer , e le sale dei
cipe, ed avanza le particolarit della patria Consultori. E costa essersi ci eseguilo per
Catania, che tal singoiar presidio consegu. molti mesi ed anni eziandio , come ce ne
Sotto i successori di Martino, per ardimento recano ampia prova i pubblici Parlamenti,
di Bernardo di Caprera, lo slato di Cata ivi tenuti. Succedettero di grandi tumulti
nia torbido divenne ; ma si acchetarono i in Sicilia alla morte di Ferdinando, che con
tramesti finalmente alla cattivit di colui. maggior violenza scoppiando in Calania, in
Turbata eziandio la pace della Chiesa pei sanguinose fazioni vi si formarono. Ma raf
dissidii di Tommaso di Asmaro nominalo fren quei movimenti il Duca di Monlclconc
da Bianca, e di Mauro di Cali Vescovo, fu re Vicer, e presa vendetta dei colpevoli, re
stituita dalla nuova elezione di Giovanni del stitu la primiera tranquillit. La venuta poi
Poggio. Alfonso costituito Re dopo il pa di Carlo Imperatore promosse una felicit,
dre Ferdinando, radunato gi in Messina il e sotto di lui fiorirono le cose nostre. Ma
Parlamento nel 1421, scn venne in Cata fu infaustissimo il secolo xvn, per ile-
nia, e ne conferm i privilegii , nuova rato terribile incendio dell' Elna, perlo-
mente dopo due anni di altri ornandola. ch venne devastalo il territorio , e pel
Pietro poi di lui fratello, nominato Duca tremuoto, pel quale la cill non rimase che
di Roto, e Federico Aragona Conte di Luna, un monte di ruine. Diedero prova i citta
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dini della fede loro nella lunga perniciosa Catania (Fiume di). Vedi Simeto.
guerra coi Francesi ed in altri pericoli, e Catapcdontc. Lai. Catapedonles (V. IV.)
verso i suoi Principi allaccalissimi si dimo Parie del monte di Aggira, mentovata dal
strarono, da questi a vicenda di grazie
e favori rimunerali. E come noi viventi, pre stalli, dove scolpita in legno la vita di S. Agata,
osservasi a Nord il sepolcro di Costanza figlia di
mendo le orme dei nostri padri, ci sfor Pietro IV Re di Aragona , a Sud quello di Fede
ziamo ad offrire argomento di assiduo, os rico II di Sicilia, di Giovanni suo figlio , di Lu
sequio, cosi speriamo meritarci beneficenze dovico, di Federico III, di Maria e del piccolo Fe
novelle. derico figliuolo di lei e di Martino; ma nella iscri
Sul fecondissimo territorio, ed il prima zione in calce di questa tomba dicesi erroneamente
Ludovico erede di Federico e non viceversa, e Ma
rio di Sicilia per biade e frumenti, chec ria moglie a Federico anzich figliuola. Nella ca
ch pu dirsi, sempre di gran lunga minore meretta di S. Agata conservasi uu mezzo busto
deve slimarsi; poich comprende la piana d'argento della Santa, smaltato d'oro, adorno
appellala di Catania, pel solo nome cele di gioie, di che la presentarono molli Principi,
bre, le radici del Monte Etna, delle quali con entro la testa della Verginella ; una cassa
foderala in argento con rilievi ne conserva una
gran fama, c Ira gli antichi e trai mo mammella e le viscere. Nella sacrestia meritano
derni (1). attenzione, un grande affresco del Miguemi , che
presenta Catania in atto di venir sepolta dalla fiu
(1) Catania (Kr-Ery sotto 1' Etna) a Da delle mana cocente del Mongibello nell eruzione del
capitali delle sette provincie della Sicilia, compren 1069, i quadri dei SS. Apostoli, di varii fondatori
dendo i distretti di Catania, Caltagirone, Nicosia, di ordini regolari, la maggior parte del Gianfranchi
Acireale. sede d' un' Intendenza, d'un Consiglio e parecchi di Giacomo Vigneris messinese, quan
generale degli Ospizii, d'una Commessione provin tunque, credansi da altri del palermitano Loverde al
ciale, d'una Amministrazione comunale, d'una Di lievo del Morrealese: il lavacro con fregi, cornuco
rezione di dnzii indiretti, d' una Direzione ed una pie, ec. slimasi del Gagini o di qualche valente
Ricevitoria di rami e dritti diversi, di una Ammi artista che seppcne bene imitare lo stile. Uscendo
nistrazione del Regio Lotto , e di una Direzione dalla porta maggiore scendesi da sinistra per una
delle regie poste e dei procacci, d' una Ricevito scala a volta nelle antiche terme scoperte insieme
ria generale, d' una Percettoria Comunale , d' una a molti altri antichi monumenti dall' illustre prin
l. Corte vescovile, d' un delegato di monarchia, ec. cipe di Discari, e diconsi Achillee, poich questo
L' esenzione in superficie ne canne 607,774, nome si rileva da iscrizioni rinvenutevi; erano in
esclusi i quartieri di S. M. di Ges. Cefali, ed Ogni- sette parti divise ed ornale di bello stucco dorato,
na, in circuito caune 4080 lineari, tolti eziandio a fregi, a Ggure, auzi viene assicuralo essere state
i sudetti quartieri, in lunghezza canne 1600, cau ricche in capitelli e colonne di marmo trasferite
ne 1041 iu larghezza. 11 numero delle Chiese am poi nella cattedrale. Nella piazza Slesicora la
monta a 103. Si disse del prospetto del Duomo, ma Chiesa di Carcarclla in cui osservasi la fornace
l' interno a croce latina adorno di magnifici mo donde S. Agata usc illesa dagli ardenti carboni.
numenti; la prima porta laterale fregiata di bassi Nella collegiata di S. Maria della elemosina, oltre
rilievi e di rabeschi, che credonsi lavorati dal Ga- un bel prospetto a due ordini corintio e compo
gini, e dopo la morte di lui adattati: d' ivi entrando sito, osservasi nell' interno, che a tre nari , un
osserverai a sinistra il martirio di S. Agata di Fi quadro di S. Apollonia del Sozzi, una statua della
lippo Paladino , indi magnifico quadro che rap Concezione, ed un Crocifisso in inarmo in grandi
presenta la sacra famiglia con S. Giovanni del dimeuzioni; e pi merita attenzione la macchina
Catanese Abadessa ; il S. Francesco di Paola di dell' abside minore a Sud, sostenuta da quattro co
(iuseppe Guarnaccia , il S. Carlo Borromeo del lonne di verde aulico; il Collegio canonico si com
Veneziano, S. Rosalia, S. Fcbronio , S. Anto pone di 18 canonici , 4 dignit , SO mansionarii,
nio di Padova c S. Antonio Abate di Gugliel ed un prevosto. Nella Chiesa del S. Carcere, cosi
mo Dorromans, ed altri che tralasciamo. Gli af detta perch ancora vi si osserva la prigione in
freschi della volta e delle mura del coro sono di cui fu rinchiusa la vergine Eroina, fissa l'atten
Corradino Romano eseguili nel 1628 , sopra gli zione la porta d' ingresso, che segna lo stato del
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Gaelani nella vila di S. Filippo, dove il Sanlo * atarastme. Lat. Calarasuns (V. Pi.)
non solo scacci demoni che travagliavano Lago del circuito di '/>, m. ed altrettanto
miseri uomini ma che parimenti bestie. discosto dalla spiaggia australe, non lungi

V architettura in Sicilia nel secolo xi; vi campeggia scienze , inesperto nei principi! di meccanica , il
10 stile gotico , il greco, il normanno; dall' epoca quale riusci, direi senza saperlo, ad una delle mac
di Ruggiero in coi fu costruita sino al 1731 servi chine meravigliose, che mai avesse l' ingegno del
di maggiore ingresso al duomo, poi alla casa co l' uomo ideato; ha ben 72 registri,- 5 ordini di ta
munale, donde nel 1750 fu quivi trasferita; ti stiere, 2910 canne; cost all' autore 12 anni di la
ammirabile il quadro di Bernardino Niger sopra voro, e due. 30000 al monastero all' acquisto del
tavola che segna la data del 1588, e figura S. Agata materiale. Sono ammirevoli quivi eziandio quadri
che avanzasi imperterrita trai carnefici, un'onda di artisti eccellenti, il S. Gregorio del Camuccini
curiosa di popolo, l'anOleatro crollante nel fondo; opera unica in Sicilia, e delle pi belle sorte da ar
V espressione, la forza del colorito, l' anima , rcn- tista s illustre, la decollazione di S. Giovanni,
donlo sublime agli occhi dell' ammiratore. Nel cen la liberazione dello Schiavo per S. Niccol di Bari
tro del Carcere un altare, e dinanzi l'ingresso e la nascita del Tofanelli, il S. Giuseppe ed il marti
un pezzo di lava con due pedate della santa, e la rio di S. Agata di Mariano Rossi, il martirio di S.
cassa in cni si conservarono le sacre reliquie lorch Placido, e della sorella di lui S. Flavia del messi
da Costantinopoli pervenute in Messina qui venne nese Cav. Campolo, due quadri di S. Benedetto del
ro trasportate. Nella Chiesa della Madonna dell' Aju- Cavallucci, un S. Gennaro, ed un S. Niccol di Bari
to. nel largo dello stesso nome, osservasi un quadro del La Piccola, la elevazione di questo santo all'ar
degli Apostoli Pietro e Paolo d'ignoto autore e civescovado di Mira del Cadcs, un Sant'Euplio del
l'accennata cappella ad imitazione di quella della Nocchi, un S. Andrea di Ferdinando Boudart, e
S. Casa di Loreto. Nel largo dell' Ajuto la Chiesa nella sacrestia la istituzione degli ordini benedet
altres di S. Giacomo, nella quale un quadro del tini del sovraccennalo Russi . ed il magnifico di Tobia
Nigeria una cappella, autore della S. Agata sopra- liberato dall'Angelo di Pietro Novelli. La meridiana
descritta , parente del palermitano Niger egregio cominciata dal Cav. D. Niccol Cacciatore fu inter
pittore e scultore del secolo xvi. Nella Chiesa di rotta dalla sua raoxte, onde una nuova ne venne se
S. Gaetano che d il titolo alla strada dove sorge, gnata dai valorosi astronomi Barone di Walters-
11 quadro del Santo di Rosario Berna da Cerami, hausen, e Dr. Pcters. fornito il monastero di
quel del Crocifisso e quel di S. Andrea Avellino ampia e graziosa villa, d'un orto botanico, di due
di Gaspare Serenari. In S. Maria di Novaluce os refeltorii, d' una magnifica biblioteca di ben 20000
servasi una Madonna di forme bellissime e di vi pochi
volumi,manoscritti;
frai quali 600
si distinguono
edizioni deltrasecolo
le edizioni
xv e non
an
vace espressione dei fratelli Catalano da Messina,
olire una S. Lucia ed un S. Agostino del sudetto tiche un Cesare del 1469, un breviario del 1478,
Serenar!. In S. Anna finalmente, nella strada di le nove commedie di Aristofane del 1498, la guerra
qu< sto nome, una sacra Famiglia di eccellente scuola di Procopio del 1470, ce. e frai mss. una Bibbia
messinese. Passiamo alle case religiose. in caratteri semigotici del secolo xiv, un martiro
I Gesuiti vennero soppressi dopo la generale abo logio, una regola benedettina in volgar siciliano, che
lizione dell'ordine nel 1767; i Teatini eziandio, per portano la data del 1254, un trattato sulla sfera tra
mancanza di numero, alla fine del secolo scorso. 11 dotto dal greco in latino, da latino in gallico, e da
monastero dei Benedettini riedificalo e riabitato da questo in volgar fiorentino da notar Bcncivenni nel
quest' ordine nel 1735 sorge magnifico con un tem 1313, ed altri di simile pregio; si riguardano an
pio grandioso nella piazza dello stesso nome, a croce che come parte della Biblioteca 300 pergamene
latina, e con un gigantesco prospetto di pietra cai- conservate nell'archivio; alcune delle quali mon
tare, con le colonne del primo ordine di si gran tano ai primi tempi della dinastia normanna, ma
mole che non si avuto l'animo di portarlo a com non sono slate sinora illustrate. Comprendcsi in
pimento per la difficolt della esecuzione, ond' in cinque stanze un bellissimo museo; sono nella pri
progetto il disegno di cangiarne la forma, tornando ma 80 vasi greco-sicoli e romani , lucerne figu
pi facile. Nel tempio dunque maraviglioso l'or rate, idolelti; nella seconda una collezione di og
gano, che secondo scrivono stranieri autori, gareg getti di storia naturale; nella terza manifatture
gia sin anco con quel di Trento; ebbe ad autore dei mezzi tempi, nella quarta armi antiche da fuoco,
un Donato del Piano Calabrese , inesperto nelle antiche macchine, pesi, misure, lavori di piombo
294

CA CA

dallo stesso Locanico, Ira le foci del fiume Di- Catarina s. Lat- S. Catharina. Sic. S.
rillo c Manumuzza o Vagedrusa. abbon Catarina (V. M.) Paese nella comarca di Ca-
dante in pesca e principalmente in anguille. lascibetla e la diocesi di Girgenti, sito in

e d'acciajo; nella quinta iscrizioni greche e latine, dii dell'attualo, verso la strada del Carmine, ricoperti
musaici, bassirilievi , dei quali molti sono prege- per non interrompere il corso della via. Nella Chie
Toli. Le cinque sale sono adorne di quadri, trai sa del primo Convento dei Domenicani sono dei
quali meritano somma attenzione una tavola di quadri di poco pregio, ma si conservano nell'archi
ignoto ma squisitissimo pennello rappresentante la vio tre lettere autografe, una di S. Caterina, altra di
Cena , on S. Sebastiano del Morelli, altro creduto S. Vincenzo Ferreri, altra di S. Francesco di Paola.
del Guarino, un gruppo di combattenti e la De Nella via del Corso il secondo convento fornito
posizione del Caravaggio, una S. Caterina del Ve d'una Madonna del Rosario del Cav. Conca, e d'un
ronese, Cristo che affida le chiavi a S. Pietro del S. Vincenzo Ferreri di Pier Paolo Vasta. La Chie
Rubens, vari! trittici e dittici dell'epoca bizanti sa dei Minori Osservanti, nella strada diS. Agata
na, pezzi di stile caraccesco. Il circuito delle fab la Vetere, soffri la demolizione del letto pel tre
briche, compresa Chiesa e villa di 713 canne, ed muoto del 1818, ma venne poi ricostruito in parte
occupa un'aria di 22528 canne quadrate. 11 con dal Governo, in parte da pii particolari, che la chiesa
vento dagli Agostiniani malmenato dal tremuoto adornarono anche di altari, balaustrate di marmo,
boli
del 1818
rendite
in tale
al nianlcnimentoaiisognevoli
stato perdura sin' oggi per; osser
lode- prospetto , ed altri abbellimenti; nel ghiribizzoso
sarcofago di pietra credesi essere stato racchiuso
vasi nella Chiesa unS. Emiddio del Vasta, un S. il corpo di S. Agata sino alla traslazione in Co
Agostino di Mignemi il vecchio, un Crocifsso ed stantinopoli. Nella Chiesa dei Pantani osservasi un
una Madonna sopra tavola, di antica scuola. Nel sepolcro di marmo di buona scultura ; nel con
la Chiesa di buonissimo prospetto del primo Con vento l'alTresco del refettorio esprimente la Cena
vento dei Carmelitani, che danno il nome alla piaz di Gramignani. Nulla abbiamo di particolare nel
za dinanzi, meritano venir mentovati un S. Elia conveuto dei Cappuccini: nella Chiesa di quel dei
del Sozzi, ed una Madonna del Toccarini ; l'af Francescani del terz' ordine un S. Francesco dello
fresco del Refettorio del primo. Vi ha una me Zoppo di Ganci, ed una sacra Famiglia del Sere
diocre Biblioteca. Si riformarono test le fabbriche narlo, di qualche vaglia.
del convento dei Minori Conventuali, che presenta Ma molto ampia la prima casa dei Chierici regolari
un magnifico prospetto a tre ordini nella strada minori, e decorata di una Chiesa con bel prospetto di
del Corso; il tempio a tre navi ed elegante si ha pietra calcare, la quale olire un quadro rappresen
una tavola del Vignerio , rappresentante il viaggio tante la morte di S. Giuseppe, ed altro S. Agata
al Calvario , un S. Francesco del Guarnaccia , le del romano Marcello Leopardi, un S. Francesco
ligure a fresco alle ale della cupola del Sozzi, lo Caraccioli, nn'Annunziata, del Borromaschi, sopra
sposalizio di S. Giuseppe di mediocre ignoto pen tavola un S. Michele Arcangelo opera del se
nello. L' altro convento di quest'ordine, sottotitolo colo xiii , un Crocifsso di marmo di Carrara a
di N. D. dello Indirizzo, nel vico dei Canali, dove tutto rilievo, d' un sol pezzo, e di dimenzioni al
perdurano avanzi di un antico bagno, di cui le due doppio del vero, del romano Agostino Penna, ed
prime stanze sono attraversate nella loro lunghez altri lavori. La Chiesa della seconda casa della
za da un doccionato che porla via le acque sudi medesima istituzione, dedicata a N. D. Immacolata
cie; quindi si giunge nel calidario di figura otto- a croce greca, ed unica in questo genere. Da
gona con magnifica volta e con una fornace che pochi anni stata abbellita la Chiesa del convento
con cammini comunica il calore ai sudalorii. Rim- dei Minori Riformati, nella quale la porta della cap
petlo l'entrata si viene in altro sudatorio che porla pella di Alvaro Paterno, a sinistra in entrare ,
in una stanza irregolare dov'erano un tempo delle del Gagini, e meritano attenzione il gotico interno
fornaci; girando a dritta si osserva un piccolo ba della cappella col mezzo busto di Alvaro che cre
gno incrostato di marmo, destinato dai monaci a desi comunemente del Bonarrotti suo amico , e
Chiesa; si perviene poi ad un sudatorio alla cui sull'altare una Madonna di buona pittura; in uno
dritta un laconico. Altre vestigia ed avanzi di degli altari della Chiesa la statua della Vergine col
bagni si scorgono, ma di minoro interesse, in vani Bambino si slima della giovent del Gagini , ed
altri luoghi, sepolcri scoperti nei principii dello scorso indi un quadro di N. D. assisa col Pargoletto di
secolo nell' orto detto di Rizzari, ed altri nei primor- vino sul ginocchio, di Antouiellodi Saliba del U9~.
295
CA

terreno piano terso Scirocco, diviso da una per opera di Giulio Grimaldo verso il prin
ampia via , cui corrispondono altre rette cipio del secolo scorso nel territorio Risi
minori; ne furono gettate le fondamenta cano, volgarmente Risichidia, dove con-

Il convento fornito d' una Biblioteca di 7000 vo dello Stazzone, sorto dal 177G per lo zelo veramente
lumi , dove si conserva una edizione di Venezia apostolico del Sac. Giuseppe Giuffrida, qualunque
dei 1493 ed una del 1496 , altra di Vicenza del donna gravida di qualsiasi condizione stato e
I486 ed altra di Brixia del 1498. Nulla si osser patria presentisi, si accoglie senza obbligo di pa
va net convento dei Tcresiani sparuto di religiosi, lesarsi, gratuitamente servita alimentata curata;
e che sorge nella strada dei quattro cantoni. I dietro il disgravamento pu esporre il parto o al
preti dell'oratorio, la di cui casa di gi veniva levatosi, partire o restar da nutrice in altro sta
annunziala dall'autore, stabilironsi nella citt nel bilimento di cui diremo; fu questo poi ingrandito
1788 per opera di Giuseppe Grasso, nella strada del dal canonico Florio ; la nobile Eleonora Stalella
l' antico teatro; intendono alla educazione Gsica e gli apprest nella sua dimora in Catania di larghi
morale dei giovani, che uell' annessa villa nei gior sovvenimenli; Giovanni Paterno Castello l'arric
ni festivi si hanno on sollazzo. ch di sua ampia eredit, e la comune 140 onze
Perdurano al numero di 6 i monasteri di donne annuali vi assegn: l'opera vi meglio di giorno
in Catania , e recano non piccolo giovamento alla in giorno progredisce. Nella casa poi di nutrizione,
religione col culto che vi sostengono, e con l'e strada delle Bee pentite, in qualunque ora per una
ducazione in che le fanciulle di nobili famiglie apposita ruota pu depositarsi qualunque bambino
sanno eoa ogni cura versare. In quel di S. Giu esposto, prole di parenti ignoti ; quivi verr con
liane, adorno di deliziosi giardini, e di eminente ogni cura allevato da nutrici, a spese del Comune
terrazza sito nella strada dei Crociferi, la Chiesa mantenuto. L' esteso fabbricato che sorge nella stra
li annovera tra le pi belle per gli arredi e per da degli Ammalati il Conservatorio delle Espo
l'armonica architettura, cogli altari fabbricati di ste istituito dal Be Ferdinando nel 1807, indossa
pietre di sommo valore. Nella Chiesa del Mona- tone il peso del mantenimento al Vescovo del tem
tero di S. Benedetto, anche nella via dei Crociferi, po ; vi entrano le fanciulle da sette anni; i pro
la volta e le pareti sono dipinte da Giovanni ftti del travaglio nel corso della giovent servono
Tuccari, il quadro del S. Patriarca del fiammingo loro di dote , che poi prendono tostoch vanno
Guglielmo Borremans e quel dell'Angelo Custode, a maritarsi; essendo per lo pi mancata la sov
di Matteo Desiderali. Il prospetto di quel della SS. venzione del Vescovo , si supplito dal Comune
Trinit, che d il nome alla via dove sito, ben al mantenimento, con proprii fondi; diretto da
formato di pietra calcare: nella Chiesa meritano una commessione composta di due laici ed un
attenzione il S. Giovanni Evangelista del cavaliere chiesiastico. L' ampio Conservatorio detto della
Conca, il S. Benedetto, la deposizione dalla Croce, Concezione, dove si ammettono le donzelle da 10
il S. Giovan Battista del Sozzi, copia di quel di a 12 anni vaganti o abbandonate dai loro pa
Vito d'Anna nella Chiesa del Monastero dell' Ori- renti, ebbesi a fondatore nel 1796 Vincenzo Fa ter
elione in Palermo. Il prospetto della elegante Chie no-Castello Duca di Carcaci , il quale ne acquist
sa di qael di S. Placido, che d il nome alla via il suolo , ne eresse le fabbriche, e del suo Gnch
dove sito, di pietra calcare di Siracusa e marmi visse sostenne l'opera; lo alunno vi passano vita
di Taormina egregiamente fabbricato, ricevette il comune, e sono educate alla morale ed alla reli
compimento nel 1840. Nella Chiesa del Monastero gione; vi sono stabilite manifatture di tessuti, di
'li S. Chiara sita nella strada Ferdinanda, si osser fettucce, frange ec; l'opera priva di beni, perch
vano nn S- Lorenzo del Vasta, copia del S. Aga per istituto non pu riceverne, ed diretta da
tone di Roma , una Immacolata , e la volta, del due laici e da un ecclesiastico: simile l'istitu
Sozzi. Sontuosa la Chiesa di S. Agata , nella zione del Conservatorio del Lume nella strada S.
strada del Corso, e nel suo genere magnifica, ele Domenico, fondato nel 1812 da alcuni sacerdoti
gante il Monastero ; nel centro dell'altare mag operarli e dal Can. Martino I rsi no , a cui se ne
giore la statua marmorea della patrona ; si at deve il miglioramento ed il progresso: il denaro
tira per l'attenzione nella sacrestia un quadro per l' acquisto del luogo fu erogalo dal sullodalo
eccellente che rappresenta S. Cecilia del Guercino. Duca di Carcaci. Il Conservatorio delle vergini al
frisiamo alle opere di beneficenza. Borgo nella strada etnea, fu fondato nel 1700 da
bei conservatorio detto del Bambino nella via un individuo della famiglia Biscari; spazioso ne
296
CA CA

servansi vestigia d'una rocca 2 m. dal paese S. Maria dell'Immacolata Concezione, ma


distante, sovrapposta a rupi una volta. Sor novella pensano gli abitanti di fabbricamt
ge oggigiorno la Chiesa parrocchiale di sotto il titolo della Vergine Annunziala

il fabbricato, ma senza rendite , frequentatissima Tuccari ed un S. Francesco de Regis del ci


la Chiesa dagli abitanti del quartiere; alle alunne dali
nese diLuciano
S. Marco
Foli.
e diFa
S. parola
Marta, dei
l'autore
quali de:li
nel prnK

che vi dimorano i parenti apprestano il sostenta
mento, non offrendo l'opera che il solo albergo; dica
spaziose
oggigiorno
; il sale
fabbricato
si ed
stabilita
un teatro
grandioso
una
anatomico,
scuola
ed a due
di cai
clinica
ordini.
liti
meht
due laici ed un ecclesiastico ne compongono la
commessione. Pel Conservatorio della purit, nella
strada della Maddalena, fondato ed aperto nel 1775 cato il gabinetto delle preparazioni , e quello a
da Niccola Tedeschi priore cassinese , dotato dal cera ricco di varii oggetti; l'arnminislraziine ji
Senato di due. 63 annuali di rendita, e nel 1785 quel di S. Marta, in cui nulla ci ha di noovo. ri
dal tesoriere Giovanni Lullo della sua ricca cre siede presso un rettore assistito da 8 preti i
dila con obbligo di dovervisi mantenere 12 figliuole gratuitamente si prestano alla cura degli infermi.
di Catanesi dottorati in legge; e pel Conservatorio Nella via di Montesano il Monte di Dtodato s delti
della Provvidenza nella strada dei marmorai, pro in memoria del buono e filantropo prelato di ni.
mosso nel 1751 dal Pre Sacco, e dal Priore Riz- ancora i Catanesi non si rammentano senza ou
zari, donato posteriormente di buone rendile la lacrima che scorra loro sul viso; lasci le sue pin
sciate da pii testatori, governato secondo le regole gui eredit
interessi al 4aper
questa
100, ma
opera
nondove
si pegnora
si esigono
per sorc;li
dei collegi di Maria, si pose in campo il progetto
in questi ultimi tempi di volgerli ad educandato ina maggiore di 30 due; uguale la nomi
di donzelle civili. Nel Conservatorio delle vergi Afonie 5. Agata stabilito nel 1735 nella cw co
nelle si ammettono le fanciulle in grado di mari munale dov' eziandio il Monte di pitta, il Jinu
tarsi; non hannosi quivi mantenimento o istruzio istituto quel di apprestar danaro , vesti , tu
ne, ma solo ricetto, ed un legato di due. 36 che loro agli indigeni ritirati, e medicamenti, con, ins
si paga dalla famiglia Carcac; fu fondata quest'opera cienza agli infermi poveri; vi si sorteggiano io ogoi
nel 1586 a spese in parte del senato ed in parte anno dei legali. A queste opere pooi aggiungere l
di Giampaolo La Rocca nobile catanese; in pro case di vaccinazione, i legali detti opera del .
getto l'ampliarla di nuove fabbriche. Nell'orfano Crocifisso, e due distribuzioni di pane ai pn-
trofio fondato dal Vicer Giovanni de Vega nel 1555, una dinanzi al portone del palazzo arcitescotile,
si accolgono i fanciulli maschi privi di genitori o l'altra a quel del Monastero dei Benedettini.
di mezzi d' istruzione, vi ricevono educazione ec Oltre il Collegio Cutelli, di cui parlammo ditei*
clesiastica, e vestono abito talare. Il Vescovo Ven- di questa famiglia, ed oltre il seminario dei chie
limiglia provvide di abitazione nel 1777 l'attuale che
rici ,una
in cui
buona
dall'biblioteca
epoca dell'adorna
autore di
nonunsi messile
ossero
Albergo che era comincialo a sussistere di elemosine,
e nel 1798 di rendile; vi si accolgono gli inabili zioni
gallicano
del secolo
stampato
xv e inivi,
Venezia
sovraneggia
nel U99,
salta ed
cilti**"li
di entrambi i sessi. Soppressi intanto i gesuiti, la
casa eie rendite furono deslinatedel Re Ferdinan R. Universit, che d nome alla sottostante piai*
do III alla fondazione di un collegio di artisti; fondata dal Re Alfonso nel 1 ili, arricchita di Jole
oggi per se ne cangiala l'istituzione in ospi e di rendite dagli ulteriori Sovrani insino il l'"
zio degli esposti per le province di Catania e di quando
due. annuali,
ebbesi e accordali
finalmente
da nel
Ferdinando
1812 od' abuu
III -'"*
Noto, che con grande affluenza concorrono; grandis
simo il fabbricalo, con due sontuosi portici al primo 1800 due. all'anno: magnifico l'ediOiio, con*
ed al secondo piano, e nel terzo amena terrazza; prospetti, due ampii portoni, un portico, i di e*
magnifica la Chiesa, decorata di gajo prospetto archi sono sostenuti da pilastri cui sovrappose
e divisa in tre navi; l' affresco della cupola del eccellenti
teca
altrocomunale
portico;
professori:
di
3G ben
ne 0000
sono
comprende
levolumi,
cattedre
anche
riccaoccupale
di
la eia'**
Bibula
*
Sozzi, e le figure dei lati di essa, copie dell' origi
nale di Vito d'Anna in S. Caterina in Palermo;
la Madonna dell'altare maggiore una copia su greci e latini, antichi e moderni, sopra lo scibile;
quella di S. Maria Maggiore in Roma, donata da vi si distinguono un Pentateuco di tal pfg10
S. Francesco Borgia, di cui auche un quadro, opera rarit da non trovarsi neanco nella Vaticana.'
di Filippo Tancredi, un S. Stanislao Kolslha del Pliuio del 147 1, un Lattanzio, un Dioscoride dd
297
dei quali uno adorno a CA
muro di figurine a mez- CA

Erroneamente dice questa il Pirri, sacra a ma , ed enumeransi nllrc cinque Chiese


S. Cataldo. La casa baronale decenlissi- minori. La patrona principale S- Caterina

1478, due copie della storia della guerra di Troia zo rilievo e di sarcofagi dei bassi tempi; l'altro con
una del 1494 e l'altra del 1498 ediz. di Messina, nel centro il busto dell' immortai fondatore: ordi
un Snida del 1499, una bibbia complaccnlia di pri nati poi in entrambi dei busti di moderni illustri
ma edizione , una poliglotta ed una condinense, catancsi, e due statue rappresentanti, una Lucrezia
due copie del Seneca una del 1478 altra del 1475, in allo di vendicare il suo scorno, l'altra Cleopa
un Quintiliano del 1471, un Aulo Gcllio del 147!, tra morsa dal serpe, e colonne di marmo e di
unColumclla del 1(94, i capitoli del Regno stam granilo, e lavori in argilla, e basalti dell' isola dei
pati in Messina nel 1497, un Montano del 1572; Trai Ciclopi, ed iscrizioni ; il lastrico degli avanzi
manoscritti un Cesare e la vita dei Filosofi , una dell'antico foro.
bibbia ed un codice arabo, ed inoltre un codice Dal destro vestibolo entrando per una piccola
in pergamena con caratteri semigotici, e col tito portasi viene in una cameretta dove si osservano
lo: Consuetudine* Civitalis Cataniae. il magnifico piccoli oggetti di bronzo, argento, rame, interes
autografo finalmente dell'orto secco di Cupani, 11000 santi pel disegno, ed antichi strumenti di agraria.
volumi e varie rarit fiumi dono in parte di Mr. Segue la galleria, la di cui volta sostenuta da co
Venlimiglia, in parte del fu bibliotecario Can. D. lonne, adorne di capitelli , architravi , rinvenuti
Francesco Strano, e di altri amatori; si allogarono parte nel teatro e parte altrove, con fregi allu
questi in due stanze particolari, ma siccome ap denti, secondo il Signor Iltar, alle vittorie di Ro
partenenti alla Biblioteca pubblica ne abbiamo ma contro Cartagine, o di Ottaviano contro Pom
riunito le citale pregevoli cose. Nella Universit le
peo,
pareli
o di di
Costantino
pi che contro
300 iscrizioni
Messenzio;
, e sono
delleornale
quali
ba sede la celebre Accademia Gioenia fondata nel
1828 da dotti Calanesi, e da fra Cesare Borgia che ne varie spettano soggetti esclusivamente calanesi :
fu il primo presidente; radunasi in ogni mese, e il magnifico torso rappresentante secondo alcuni
pubblica in ogni anno i suoi atti. adorna anche Giove giusta altri Bacco, ma mozzo del capo e con
di un ricco gabinetto di Storia Naturale, che ha un sol braccio senza man, tronco il fusto, ed
fatto acquisto di quello del cav. Gioeni , ricchis a dimenzioni doppie del vero, presentasi il primo
simo in varii oggetti, e di un medagliere; adorno all' occhio perito; fu rinvenuto nel sito dell' antico
il primo di varie collezioni di mineralogia, fos foro, e sembra di greco scarpello, ma il panneg
sili organici , lave, ed altri prodotti dell'Etna e gio assai studiato d sospetto che sia di romano.
dei vulcani estinti dalla provincia di Noto, tutto adorna generalmente questa galleria di statue,
donato dai Signori Alessi, Gemmellaro, Di Giaco busti e teste; tra le prime meritano particolare at
mo, Maraviglia, Cosentino, che ne hanno pubbli tenzione una Cenlaurcssa in atto di correre , la
cate le descrizioni; il secondo contenente una buo voro di gran vaglia, una Pantasilea in rovesciarsi
nissima serie di monete, delle quali molte inedite, morente dal cavallo, due Veneri, ed una Musa di
fu dono in parte del benemerito Air. Venlimiglia greco lavoro; trai busti si distinguono un Giove,
el 1783, in parte comprato dall'Universit nel ed una Venere col capo adorno a guisa della Me
1802. Ed essendo a parlar di musei e di meda dicea. Sotto un'urna per rinvenuta in Aggira lcg-
glieri bisogna avvertire che pi di ogni altra citt gesi in ingreco:
ripos essa ilDiooono
frale delfiglio
sommoadAggirese;
Apollime:
un
forte
te
di Sicilia , non esclusane Palermo, ne primeggia
Catania per la ricchezza. Quel solo del Principe stimonio non da rigettarsi quantunque sian con
di Biscari potrebbe formare il disegno di un intero trarli alcuni che il dicono morto in Roma, ed altri
lavoro ed a noi costretti a non istuccar per la pro in Siracusa; ma non poteva la patria richiamarsi un
lissit giuocoforza darne un sol cenno, con che suo figliuolo anch'estinto? L' architrave della porta
certamente* impossibile potere al vivo presentarsi che conduce agli appartamenti superiori delGagi-
all'occhio dell'imaginazione. contiguo al pa ni, donde segue una serie di stanze, le quali osservi
lano del Principe, nella strada S. Placido a pian destinate alla collezione degli oggetti analoghi , e
terreno. Gli oggetti contenuti furono trovali da del medesimo genere. Ricca la raccolta dei lavori
lui nella pi parte in pi punti della Sicilia , e Gitili rinvenuti in varie interessanti citt dell' isola,
principalmente nel territorio di Catania. Presen vasi, patere, deschi, ampolle, lucerne, lacrimatoj,
tanti in entrare due cortili preceduti da vestiboli, utensili domestici, fantocci da trastullo pei bambini,
statue, tra le quali una di figura eginelica che si
38
298

CA CA

Vcrg. e Mart. da cui riceve il nome, seb origine alla cill il cognome di sua fami
bene il fondatore. Giulio diede nella sua glia, chiamandola Grimaldo. >cl censo di

vuole di tempi antichissimi. La collezione degli Leonhard, e conchigliologia che si compone di 8000
oggetti riguardanti storia naturale comprendesi in specie tra siciliane ed estere, tra le quali non mancan
varie ripartizioni; sono ordinati in una camera delle rare. Ci ha poi una collezione mineralogica
conchiglie , coralli , crostacei , pesci , millepore, dell' Etna, del Vesuvio, e dei Vulcani estinti della
madrepore, ec. in altra due colonnette di lapislaz valle di Noto e del Lazio , una collezione mine
zuli, varii pezzi di stalagmiti levigate, varii mi ralogica delle isole Eolie, e delle province di Pa
nerali delle cave di Sicilia e di altrove, raccolta dova e di Vicenza, altra orittognoslica del Tirolo
di varie lave vomitate dall'Etna, e da altri vulcani, del S. Gottardo, e del Pcloro, altra di ossa fossili
e di marmi fragili e duri: sono in altra stanza cavati in Palermo nelle grotte di Maredolce ,
variet di ambre inseltifere , e fossili organici di ed in Siracusa , una stanza Gnalmcnle destinata
ogni razza; segue una collezione di mostri uma all'orignottosia del Piemonte. La collezione del cav.
ni , bruti, ed animali o imbalsamati, o nello schele Giacinto Recupero un resto della ricchissima del
tro ed una piccola mummia intera. Altre due stan Dar. Alessandro Recupero, della quale non pu
ze sono destinate alla conservazione delle armi , dirsi che parte l'attuale; primeggia una raccolta
di quelle a fuoco di prima invenzione in una, delle di monete sicole in oro, argento, bronzo e rame;
armature dell'et di mezzo coi corrispondenti ar medaglie imperiali, normanne, e siciliane, non che
nesi da cavallo in altra. Contansi nel ricchissimo nna amplissima di piombi diplomatici spettantesi
medagliere, che fa anche parte del museo, beu 1000 a Papi e varii Imperatori di Oriente; meritano at
monete consolari di argento , 4800 di Imperatori tenzione tra le pitture, uua Madonna che poppa il
Romani da Augusto a Manuel Comneno, per lo pi figlio, lavoro in tavola del Perugino, una Su
in rame, e 1500 dei bassi tempi; vi si osservano sanna del Tintorelto, tre eremiti del Novelli, l'amor
poi i medaglioni in argento di varii Pontefici, da filiale di Guido Reni, nna ninfa tra due satiri con
Elcutcrio a Clemente XIII in rame, la serie cro in grembo un putto creduta di Annibal Caracci ,
nologie? , parte in argento, e parte in oro dei Re una S. Caterina della scuola di Leonardo da Vinci,
d'Inghilterra da Guglielmo I a Giorgio II; degli nna S. Agata del Murillo, un S. Sebastiano di Dio
omini illustri del secolo di Luigi XIV , di quei nigi Calvarli , varie teste del Rubens , del Wan-
di casa Medici e Farnese, dei Dogi di Venezia, e dyek, dell' Albani, del Cignani,un paese del Clau
di varii moderni Principi e Signori, che diffusero dio, e varii del Redinger, del Swancld , del Pos-
la loro dottrina , e furono in Europa accetti ; le sin, del Wulhy , ed alcune prospettive del Callt
monete in oro dell'Impero Ottomano da Osman e del Canaletto ; vi ha inoltre una raccolta di vasi
sd Habdulhabid , e finalmente una collezione di etruschi, una di mineralogia, ed altri oggetti con
pietre intagliale con iscrizioni greche e latine, ed cernenti storia naturale. Il gabinetto del cotanto
una sceltissima raccolta di cammei. Si vedono in rinomato Carlo Gemmellaro comprende, oltre una
oltre in una delle stanze, pi di 60 dipinture di collezione geologica siciliana di conchiglie vi
Polidoro da Caravaggio, in alira due guerrieri del venti e fossili di svariali insetti con ogni esat
Rubens , due antichi trittici ed altre pittore di tezza ordinati, una eccellente raccolta di quadri .
minor pregio: e ci basti pel museo dell' immor nella quale spicca un bozzetto in matita di nna
tai Principe Ji Discari , che dal 1758 quando Madonna credulo di Raffaello, un ritratto del Tin
fu aperto, di nuovi e preziosi oggetti sino ad torelto, uno del Mengs , un busto di S- Barbara
ad un certo tempo fu accresciuto, arricchito; ma del Caracci, un Lot di Pietro da Cortona, sei ere
oggi vedesi con sommo crepacuore in un misero mili di Salvator Rosa, varii paesi di Poelembur ec.
deperimento , con che vengono a perdersi tanti Il gabinetto di Rosario Scuderi consiste in una
sudori, ed ingenti somme che vi vennero impiegate. raccolta di 200 dipinti, trai quali primeggiano, una
Oltre a questo va adorna anche Catania di altri, testa di Cristo coronata di spine del Caravaggio, ed
certo di minor pregio, ma che meritano un po nna cantante anche di lui, una tavola che rappresenta
sto trai monumenti i pi belli di Sicilia. Il ga la Vergine col Bambino del Tintoretto, una testa di
binetto Maravigna, nella strada di S. Maria dell'Uria, S. Giovanni del Novelli, l'adorazione dei Magi di
giovevolissimo alla giovent per la sua disposi Vito d'Anna, una Saora Famiglia del Caracci, una
zione, e particolarmente in fatto di orittognosia Madonna svenuta di Sebastiano da Venezia, e fi
classificala secondo Deudant , di geologia secondo nalmente due paesi di Salvator Rosa ; segue una
299
CA CA

Federico II del 1320 Manfredi di Chia di Cipunia, il quale nel medesimo censo
ramente possedeva i feudi di Risicalla e una seconda volta chiamato Signore di Ris-

raccolta di stampe slimata la prima dell'isola, di nome, ed una Madonna del Novelli, una S. Teresa
visa a scuole , alemanna , italiana , fiamminga e d' ignoto autore, i ritratti in dimensioni oltre na
francese, delle quali nell'italiana la Lucrezia turali di Filippo V e di Elisabetta Farnese donati
primo lavoro di molta rarit di Antonio Raimon alla comune dal Principe di Aci , una tavola di
di ec, la collezione degli schizzi di ogni genere scuola eccellente , ed antica , rappresentanle S.
quasi tutta degli artisti i pi celebri, Polidoro, Onofrio , ed altri diversi saggi di giovani (mi
Caravaggio, Ribera, Giordano, La Rosa, Vilod'An- lanesi pittori, i preziosi ritraili di alcuni filosofi
ua, Mentoli ec. ; osservasi finalmente, oltre varii og del pennello del palermitano Giuseppe Platauia ra
getti di storia naturale e di archeologia, un mar pito poco fa a noi ed al mondo artistico. Sono
moreo sepolcro dello scal pello del Gagini , dov' nella citt ben tre teatri; il teatro Biscari , di fi
rappresentalo Cristo spirante, sostenuto da due An gura bislunga e nel fondo arcuata, ornato di
geli. Il museo dell' ab. Francesco Ferrara, di cui tre ordini di prospetto, oltre il loggiato; il teatro
diremo una parola, ricco di 2000 monete, fra cui comunale provvisorio, ha un mediocre ingresso,
varie inedile e rare, di cammei, iscrizioni, lucer una figura regolare , ed un ampio palco scenico
ne, statuette, vasi , antiche stampe , ed una rac con le scene elegantemente dipinte e con quattro
colta di erbe che vegetano intorno all' Etna, man ordini di palchi, ma quel che veramente corrispon
ca della parte mineralogica , di che il professore derebbe alla citt sarebbe il teatro che da ben 30
le' dono all' Universit di Palermo, dove per pi anni si ebbe principio nella piazza Kovaluce e di
di tre lustri sedette la cattedra di storia naturale; cui non vi ha di compito che le mura esterne, o
l'amplissima e scelta biblioteca versantesi io ogni due ordini del prospetto; fu tale l'idea grandiosa
ramo di letteratura, arti, scienze, delle quali del disegno. Costerebbe di 5 Gle di palchi di 19 in
ricca principalmente nelle naturali , comprende ciascuna, e potrebbero comodamente sedervi 1400
quasi lutti i classici greci, latini , inglesi e fran individui; ogni palco fornito di gabinetto, e nel
cesi, le pi pregiale opere degli illustri Siciliani centro di ogni Gi incontrasi gran sala dove si
antichi e moderni, e varie edizioni del secolo xv possa far posa e non mettersi in contatto coli' aria
e ivi. Merita finalmente una ricordanza la qua non confacente; sale inoltre per balli , concerti ,
dreria del Duca di Bruca ricca di pregevolissime stanze per rinfreschi , case per gli attori, e tutto
pitture, tra le quali una Madonna di Paolo Ve ci che in una parola pu essere utile e dilette
ronese, la fortuna del Rubens, una testa di Ma vole nei sollazzi delle scene. Per una scala ma
donna del Guido, un ritratto del Ribera , varie gnifica scovcrta in parte ed in parte coverta a
tavole del 1410, ed altri dipinti creduli dal Peru volta che si compone di grossi mattoni a pi or
gino: nominiamo finalmente i 100 quadri del Prin dini , si scende all'antico teatro, nella strada cui.
cipe Salsavoia, dei quali alcuni pregevoli, e varii d il nome; il diametro interno di pai. 09,
di scuola Gamminga, i medaglieri dei Signori Carlo met. 25,542, l'esterno di pai, 399, met. 102,912,
e Domenico Gagliani, le collezioni di conchiglie, la semicirconferenza interna, pai. 155, met. 39,
ed altri oggetti di storia naturale del dottor A radas 990, l'esterna, pai. 626, met 161, 508. L'edilzio
e del Piazza Cianlro, lasciando da parte le parti di grosse pietre di lava , tramezzate le volte
colari biblioteche, che lungo sarebbe il descrivere, da doppio ordine di mattoni ; vi si osservano ,
e fuor di proporzione al lavoro che ci abbiaci per oltre un numero di svariali oggetti che sarebbe
le mani. Un detto sulle opere pubbliche. lungo il descrivere, tre ordini di corridori che
La casa comunale dopo varii subili cambiamenti menavano al primo, al secondo precinto, ed alla
dal 1741 si rialz nel silo e forma attuale; ha la orchestra ; del resto gli ornamenti , la terrazza
figura prossimamente di un rettangolo, e presen il portico, i corridori ec, ci danno a conoscere
tano i lati dei nobili prospetti, con portoni che ri essere architettura romana; ma alcuni restauri
guardandosi comunicano in un cortile a foggia di mostrano essere posteriori al secolo terzo , oltre
portico ; adorna generalmente di varii antichi una lapide trovatavi e che si conserva nel museo
oggetti trai quali primeggiano un torso di Fauno, Biscariano, dalla quale ricavasi essere state ristaurate
e l' avanzo di un obelisco ornato di geroglifici. Si sotto il regno dei tre Ggliuoli di Costantino. L'Odeo
ammirano trai dipinti un S. Cristoforo di gigan ad Ovest del Teatro , da cui per la pi bella
tesca statura, nel!' altitudine che ci indica il suo scala si coinmunicava ; assai ben conservato e
300

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galla c di Fama , che diconsi sili nel le Martino I dell' anno" 1408 possedeva pel
nimento di Caslrogiovanni- Nel censo di drillo della moglie il feudo di Risigallo Del

serviva principalmente per le prore musicali ; ne spianata oggi in parte per la recisione degli scogli,
di pai. 167, mct. 43,086 la lunghezza esterna, ed il suo fondo che con dolce pendio scende verso
di pai. 556,7, mei. 14.330 l'interna, di pai. 83 /., il largo coperto interamente di tenaci arene ,
mei. 21,543 la larghezza esterna, di 27:8,4 l'in perloch idoneo al sostenimento delle ancore. Il
terna ; il semiperimetro esterno di pai. 262,3,3, nuovo molo si protrae da sotto il bastione S. Agata
mct. 67,663, interno pai. 87,4,5, mei. 82,540. Ila per Sud >/4 Sud-Est, nella lunghezza di 47 canne, e
due ordini di sedili, un ingresso solo nel muro, che nella larghezza di 40 palmi; costituendo questa parie
divide i sedili, ed una orchestra, coronata da 17 l'anlico braccio, secondo il progetto del sovracen-
stanze a volte inclinate, delle quali 11 rimangono, nalo Zahra, costruito negli anni 1792-95 e 1800 ri-
e trasformate in poveri abituri; la periferia esterna slauralo nel 1841, accresciuto abbellito nel 1842-43;
poggia sopra archi sorretti da pilastri. Questi due dal 6 luglio 1842 al 1854 continuato al di fuori
grandi monumenti di antichit hanno arricchito i della estremit del braccio medesimo, alla distanza
musei di preziosi oggetti. Sarebbe a dire di altri di canne 6 >/, per canne 70, lungo la dirczion
antichi edifizii, e del tutto mancali, o di cui ri di Sud 4" Est, e piegando poscia con un angolo
mangono della vestigia , ma non consentendolo di 132 circa, ovvero nella direzione di Snd 44
la concisione del lavoro nostro rimettiamo i let Ovest, stato condotto per altre 60 canne formanti
tori alle guide particolari. Ritornando per al pro il martello, secondo il progetto dei Signori Salvatore
posito, il largo della marina stato adorno e ri d'Amico e Diodali Cappella incaricali all'uopo. In
partito in grazioso disegno per mezzo di alberi tal maniera il molo guarentisce il porlo da tutte
quali vengono a formare dei viali ornati di colonna le traversie che si comprendono tra il Nord-Est ed
di granilo, che sostengono dei riverberi, e di se il Sud-Est Pu contenere ben 60 legni di varia
dili di marmo; le sere dell' eslate viene illuminato, grandezza, e si ha una profondit di acque, suffi
e vi risuonano a ricreamento dei cittadini, nelle ciente a ricevere le pi grosse navi mercantili e
aere del gioved e delle feste, le bande musicali. Il da guerra , poich queste acque nella parte pi
carcere fu cretto a spese della provincia nel 1825 tranquilla sono di palmi 30 a palmi 42 oltre di
nella strada dei quattro cantoni; ha la forma ret quelli che ricovera 1' atluale darsena costruita nel
tangolare, ed a tre piani, capace di 300 individui; 1792. L' ingresso del porlo volto a Sud-Sud-Est di
la cappella in tal guisa congegnata che ogni de rettamente, di canne 100 (ulte praticabili da qual
tenuto pu sentir messa senza cambiar di luogo. siasi legno, a contar dalla punla del martello, esclu
Sin dai tempi pi remoti Catania per naturale dendo le altre canne 25 che avanzano ad arrivare
disposizione e per 1' abbondanza dei prodotti , e a quella del Pescatore perch di poco fondo, riesce
per la frequenza dei villaggi , fece conoscere il facile per l' entrata e 1' uscita dei bastimenti coi J/4
positivo bisogno di un porlo nel suo liltorale ; dei 32 rombi di vento, olire dei rombi sfavorevoli
ebbene in varii tempi, ma vennero distrutti e co lorch spirano freschi per mezzo delle bordate. Il
perti dalle lave dell'Etna e qualche fiala dalla Sud-Est e l' Esl-Sud-Est provenienti da regioni lon
furia delle tempeste. Oggi per il molo di Cata tano cio dalla Morca, da Candia, dalla Siria e dal
nia, opera grandiosa, e da quattro secoli con vani l'Egitto, la massima traversia vi producono furio
sforzi tentata vedesi al compimento. La imbocca samente soffiando; le correnti litlorali dominanti
tura del seno ove si offre, esposta ai venti forani che procedono dal faro di Messina passando limpide
compresi tra il Nord-Est ed il Sud-Est 10. Sud, tu e chiare pel lilo di Catania non si sperimentano
telata essendo per gli altri rombi della costa, che di tal forza ed energia da spingere alla rotta un
comprendono gli estremi capi dei molini, e di S. naviglio.
Croce, ha canne 540 di larghezza, e 850 circa di La topica situazione del porto in relazione ai
lunghezza (Giuseppe Zahra-Piano sul molo di Ca paesi commercianti molto opportuna , e bella
tania); ha il lato destro, nel principio, di masso altres perch non circondata da montagne che
vulcanico o di lava , poi coperto di grosse pietre circoscrivono l'occhio dell'osservatore, anzi offron-
della stessa natura , ed in seguito circondalo per si da un lato delle ubertose e variopinte pianare
la lunghezza di canne 70 da una banchina che e dall'altro la citt in vistoso e magnifico aspetto
termina in fondo al seno tutto arenoso ; il lato signoreggiata magnificamente dall'ignivomo Mon-
sinistro costeggiato parimenti di lava scabrosa gibello.
301
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medesimo lerrilorio Antonio di Modula ; e tenere il feudo di Risicallia ad Antonio


nel territorio di Calascibclta trovasi appar Ferver. Del resto Giulio Grimaldi nel 1601

il iibeton
moladei costruito
Francesi, di
guarentito
fabbrica dadi una
calcestruzzo,
scogliera da famoso nella medicina e protomedico, professore
di medicina legale nel medesimo ginnasio; anche
bench tuttora incompiuta cou banchina larga 28 nel dritto naturale e nella metafisica versalissimo:
palmi, coperta di lastre laviche e con muro di fu autore del
assertiones expositum
Tyrocinium
stampato
phisieum
nel 1743
per varia*
e del
riparo dal lato del largo alto pai. 35 al di sopra
palmi
del livello
10 e ordinario
palmi 6 nel
del vertice
mare, grosso
terminalo
nellacirco
baso l'altro lavoro. In phisico-medicam theoriam com
pendiaria expositio nel 1743; pubblic eziandio
lare rivestito nell'esterno e coronato nella som 1' altra opera intitolala la filosofia morale data ai
mit di pezzi di taglio di lava lavorati, fornito di torchi nel 1767, e varii altri opuscoli scrisse, dei
28 scalette e 56 colonne di delta pietra per gli quali alcuni conservatisi mss. nella biblioteca co
ormeggi situati a distanze uguali , oltre gli anel- munale. Niccol Maria Riccioli Cassinese , egregio
loni di ferro; ba due principali scale , una delle poeta, professore di nominatici in Catania nel 1723,
quali all'estremit dell'antico braccio pel traffico fu il coordinatore della biblioteca dei benedettini;
dei viaggiatori. olire varie forbite sue rime, ci abbiamo di pub
Rimane in quest'anno 1855 a darsi opera nel blica ragione di dissertazione veritatum catholi-
l'estremo del martello alla costruzione del faro carum enchirydion in quo polemica disserta-
alto CO palmi sul livello del mare coli' imbasamento tiones de scriplura sacra, de tradilionibus ex-
rivestito di pezzi di lava lavorati, su cui si fer hibenlur. 11 cassinese Francesco Onorato Colonna,
mer la grande lanterna. Questa magnifica opera eruditissimo nelle sloriche cognizioni di cui so
stata costruita a spese del comune di Catania; no varii opuscoli , che conservansi nella bi
la somma erogata dal 22 luglio 1841 al 31 dicem blioteca dell'ordine. Oh quanto dolce riesce al
bre 1851 pei soli lavori che la compongono, ascende catanese la memoria d' Ignazio Paterno Castello
all'ingente cifra di due. 5019C3. 16. 5, dei quali Principe di Biscari; fu lutto per tutti , lo scien
solamente due. 90478. 66, sono slati dati in soccorso ziato, l'artista, lo studioso, ed anche il povero rice-
dal regio erario e dalla provincia, met cio dall'uno vevan da lui istruzione o soccorsi; il solo monu
e met dall'altra, come rilevasi dai rescritti dei 8. mento di che facemmo parola ci parla il merito
dicembre 1850, e 16 giugno 1853, e ci oltre la di lui, pel quale alla morte di Voltaire fu eletto
spesa che oggigiorno si eroga per completare la accademico di Bourdcaux; pubblic alcuni opuscoli
scogliera per la costruzione del faro e per altri appartenetesi ad oggetti archeologici. Leonardo
lavori di conclusione. Cambino letterato insigne in varie scienze, tenuto
La popolazione di Catania ascendeva nell'anno in pregio da Formey e da Genovesi , eletto per
1"98 a 45081 abitanti, a 52433 nel 1831, e final petuo professore di metafisica nell' universit degli
mente a 61599 nel declinare del 1852, quando studii, di quale scienza pubblic un saggio nel
quella dell' intero distretto era di 105122, e quella 17CG, e poi nel 1767 un trattalo solto il nome di
dell'intera provincia montava a 407537. leggi di collisioni del dritto naturale, ed alcuni
Sicilia,
Si distinsero
e sul continente
tra gli illustri
eziandioCatanesi,
rifulsero:
edilinnostro
tutla pensieri filosofici da servir di supplemento al primo
saggio; fu caro ai dotti ed al Governo, Giudice
V'ito Amico, della cui vita ed opere non diciamo della G. Corte in Palermo dove fini suoi giorni.
parola, avendo a principio del Lessico presentato Giuseppe gciacca versalissimo nell'idioma latino,
il lavoro dell'Abate Ferrara; il lettore ha potuto in cui furono pubblicale varie sue poesie nel 1778
profferire su di esso il suo giudizio, che se in dal Can. Giuseppe Amanita. Raimondo Plalania
otto non corrispondente all'alto lavoro, ne incolpi vero filosofo, e di vasta erudizione in varii rami
ne umile traduttore e di povero ingegno, bia dello scibile; i quali tutti vengono ecclissati dal
dalo Paterno Castello dei duchi di Cirrati, e lucidissimo ingegno del famoso Vito Coco nato nel
''residente
iuseppe Asmondo
della GranPaterno
Corte civile,
marchese
meritano
di rino
Scssa 1723: fu teologo del Vescovo Ventimiglia, custode
della biblioteca pubblica , e canonico della catte
manza quali giurisperiti insuperabili. Giovanili drale; si rese immortale principalmente nella di
aglini si segnal per virt, dottrina, e conoscenza plomatica e nello studio degli archi vii, nel che
Ielle scienze maestre, professor di metafisica e di si versa il suo lavoro pubblicato nel 1770 Collectio
sedicina nella patria universit. Agostino Giuflri- monumentorum ad tuendum ecclesiae jura cala-
302

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era il Signore del territorio di Risiedila, il Filippo IV l'anno 1623 fu dichiaralo Prin-
cui figlio Pietro Andrea per privilegio di cice di S. Catarina. Da lui e da Maria Gri

nensis : diede anche alla luce nel 1780 un piano dai Marchesi di S. Giuliano per ben tre volte in
di studii. Legesa Ferdinandi IIl latae omni Con Catania Abate dei Benedettini, professore di scienze
silio et munifteentia: ed altri opuscoli dei quali teologiche nell'universit degli sludii, e bibliote
alcuni mss. altri pubblicati. Francesco Bossi Giu cario, conoscitore eziandio dell'archeologia, acca
dice pi Tolte della G. C. e del Segreto di Messina demico di Londra; pubblic il Lattanzio, Demor-
autore del Conspectus juris publici feudali com tibus persemptorum, con erudite addizioui, ed altre
muni! ac siculi in theses redactus, stampato in sue operette originali diede alla luce. Giuseppe
Napoli nel 1712. Niccol Paterno Castello Barone Gioeni che die' in tutta Sicilia , particolarmente
di Begalcaccia, fratello d'Ignazio; Carlo Felice in Catania, una spinta per le scienze naturali,
Gambino di morale irreprensibile; Domenico Car rinfervoratovi dal celebre Dolomieu, che tradusse
bonaro, nei poetici ludi brillantissimo; Francesco in francese le eruzioni del Mongibcllo del 1787
M. Scuderi nacque nel 1733 in Viagraude bor dal Gioeni descritte; pubblic anche in Napoli nel
gata di Catania , famoso nella medicina e nella 1790 la litologia vesuviana, e form il suo museo,
letteratura, elevato dal Be a protomedico, profes fu professore di storia naturale nella universit, caro
sore di medicina pratica degli studii, e degno al alla corte , agli scienziati , che volendone ono
lievo di Agostino Giuffrida; scrisse due volumi sul rar la memoria, in onore di lui, da cui presero il no
vajuolo, stampali in Napoli nel 1789, e poi gli elemen me, 1' accademia di scienze naturali costituirono.
ti di fisiologia pubblicati in Catania nel 1815, perio Olivio Sozzi, che segna un'epoca nei fasti delle
dile ottenne riconoscenza al suo gran merito do arti siciliane, fu egregio pittore, mor in Spacca-
vuta; ci fu tolto infelicemente ai SO del 1810. forno dove lavorava nella Chiesa maggiore, nel
Rosario Scuderi nipote del precedente nacque 1765 ; meritano anche rinomanza per perizia nella
anch'esso in Viagraude ai 15 ottobre 1767; fu di pittura Luigi Montallo morto in Caslrogiovanni,
ferma memoria, di spirito penetrante, di fecondis che lasci per suoi lavori il S. Isidoro nella Chieda
simo ingegno; si ammaestr nel seminario vesco della Palma ed il ritratto del Re Ferdinando I per
vile di Catania, ed in Napoli particolarmente nella la casa comunale, ed altre cose. Sebastiano lo Mo
medicina, in quali scienze sali a grande altezza; naco che dipinse la cupola del palazzo del Prin
dett l'introduzione alla storia della medicina, e cipe di Uiscari delle avventure di D. Chisciotte,
taluni discorsi; sedette nell'universit degli studii lasci anche dello opere in Mineo, Siracusa e Len-
di Palermo la cattedra di medicina teorica, e mori tini.e nel monastero di Sonino, in qual comune
in Verona nel 1806. Antonio di Giacomo cele mori; lasci degli affreschi considerevoli. Michele
bre anch'esso nelle scienze mediche, virtuoso Cali fu un otlimo scalpello , e ne testimonio la
cittadino, ed ottimo padre di famiglia, lasci varii statua di Ignazio Paterno principe di Discari nel
eccellenti mss. sulla scienza che coltiv. Giacomo museo questi fondato, oltre varii altri suoi lavori
Zappali professore di patologia diede alla luce opere degni di attenzione. Saverio Landolina Nava nato
di fisica e di medicina che anche oltremare furo in Catania da illustre famiglia ai 17 febbraro 1743,
no approvate; fioriva nel 1783. Alessandro Recu uno di quei privilegiati ingegni, che per molta
pero nato nel 1740, nella numismatica versalissimo; loro parte, come cantava il Venosino, hanno scao-
fondatore di stupendo museo ; ebbe gran fama zato la falce di Libitina. La fama di quest' uomo
nel continente, e mori in Boma nell'ottobre del si diffuse per tutte le colte nazioni del mondo, e
1803. Giuseppe Recupero autore della storia natu morir lorquando non sar pi cultura ; educato
rale e generale dell'Etna, onorato qual socio del nel seminario di Morrcale per cura di Mons. Lan
l' accademia dei Colombai di Firenze , e degli dolina Vescovo di Midi suo zio , trasse dagli an
antiquarii di Londra. Michelangelo Mariella ret tichi scrittori greci e latini di grandi notizie onde
tore del seminario chiericale, dove avevasi catte descrivere i sublimi monumenti delle famose Si-
dra di teologia morale e 'dommatica, nato nel 1742 racusc, sul quale proposito pubblic infatti un opu
mori nel 1812, lasciando mss. alcuni suoi lavori, scolo; ma ci non era il soggetto di sua celebrit:
ma pubblic l'opuscolo conlroi pregiudizi* degli l'antica carta del papiro pianta indigena di quei
spiriti forti nel 1779. Sebastiano Zappali cantore terreni fu da lui riconosciuta alle rive del Ciane;
della cattedrale di Catania, nel greco e nel latino ed egli avea gi ridotto alla vera lezione il lesto
versalissimo. Giovanni Andrea Paterno Castello di Plinio laddove parla della carta papiracea; il
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malJi Signora d Ficilini venne Giulio 11, Pietro Andrea //, il quale per 1250 mo
che presa in moglie Agata Bologna gener nete d'oro l'anno 1661 vendette il paese

mondo della scienza Te' plauso alla scoverta; scri- ri. Descrizione dell'Etna. Guida dei viaggia
Tfgli Federico Miiuter da Copenaghen encomian tori iu Sicilia. Sopra i tremuoli della Sicilia.
dolo dell' invenzione ; l'Accademia Ercolanese per Cenni intorno agli oggetti a vedersi in Palermo
mezzo del chiarissimo Francesco Emmanuele pro e contorni di esso. Sopra il sito di Palermo.
fonde le pi belle Iodi; la Reale Accademia delle La natura, le sue leggi , e le sue opere. Storia
scienze e belle lettere di Napoli, l'Accademia di di Catania. Storia generale della Sicilia; delle
Gottinga accolgono il Landolina trai socii. Il suo quali opere non ci allentiamo dare giudizio parlan
discorso sopra il papiro che in tale occasione pub dolo autori ai quali con venerazione ci rimettiamo.
blic era un abbozzo di un gran lavoro che era Ma se il Ferrara conchiude la serie degli uomini
per compire ; questo per infelicemente non fu ai che nelle scienze furono celebri e per esse in
torchi trasmesso ; ma costituiscono indestrudibile nalzarono dei monumenti che coi secoli contra
monumento le rinnovate antiche carte che trovansi stano , Vincenzo Bellini siede a capo di coloro
in lutti i gabinetti letterarii d' Europa coli' epigra che sentirono noli' anima un sentimento di beati
fe: Ferdinandi III Siciliae regis providentia ar- tudine, una bellezza incomprensibile; nacque il
tificium chartae papiry texendae multis\ante seculis primo giorno di novembre del 1802: Catania non
oMileratum Xaverius Landolina iVara Aegiptio fesl, non ne disse parola , ma quel silenzio era
more ex seyrpo Cyanes Syracusarum fluminis in foriero di una voce che sarebbe tuonata altissima
digena renovavit: Plinii leges variantibus codicibus nell'intero mondo artistico e civile. Bellini fu gran
collatis esperimenteque emendati* in integrum re- de! e le armonie da lui composte in suono sublime
itiluit. Papyri suopte glutine in aqua diligentis- che ti tocca il cuore, non possono non ispirare se
time soluto; scapo in philaras diviso: sutis pia non l' insensato; contrastata gli fu la via dai pa
gniti
proefosupinae
pres'j tabulae
atque siccatis:
transversascabritiis
adlinita dente
schedi!
le- renti, ma il genio trionf; ebbe a maestri dell' arte
in Napoli il Tritto e lo Zingarelli , uscitone dalla
perinducla:
ti-jatis panisiterumque
fermentaticharta
colata erugata
aqua iterum
et polita
su- direzione, imprese lo studio dell'anima propria,
medit gli antichi esemplari, concep una riforma,
Syracusis. MDCCLXXX. Pubblic dei lavori di considerando lo stato contemporaneo della musica
piccola mole; coltiv anche le muse ; fu inleger. italiana. In Parigi erse la piramide dei suoi trionfi,
rimo di quella vita che venivagli tolta da emiple composta gi nel continente d' Italia la maggior
gia, da coi gi era per quattro anni travagliato, parte delle opere inspirato nel pi dalla bel
nel 1809. Domenico Tempio , al dir dello Scin lezza, dalla mellifluit dei versi del Romani, che
largamente dalla natura dotato di poetica vena , vestiva d'impareggiabili note. I teatri del mondo
scrisse in siciliano, e le sue rime furono stampate risuonavano dello stile pindarico del Pesarese ;
in Catania sua patria nel 1814-15 col frontispizio Bellini non lo segui, ed invece si apprendeva ad
Operi di Duminicu Tempiu Catanisi. La sua poesia uno stile che accostiamo alla dolcezza del Caulor
c ineguale, ma vivace ed animata, onde cantava degli amori. Non qui posso io dar cenno dello stile
sa di lai l' immortale Borghi : dell' immortai genio , piacemi addurre una parola
Vien solo il Tempio che folleggia e ruzza. dell' egregio Giuseppe Borghi che tei descrive a
meraviglia : Scegliete una compagnia di abili suo
E perch chiuda questa serie il nome di uno natori, fate che in una notte di maggio, al chiaror
scienziato di altissima fama facciam menzione del della luna, nel sito pi- delizioso, alla vista della
Cav. Ab. Francesco Ferrara nato in Yiagrande, marina e dell' erbe, quattro voci di quelle che toc
salito in rinomanza aj>po gli stranieri perch uno cano veramente, secondate dagli strumenti, cantino
di quei pochi che esamin le cose nostre in fatto a voi solo e seduto in disparte, le pi soavi me
ili scienze naturali: sono questi i lavori da lui lodie dei capi d'opera del Bellini, e voi ne cono
pubblicati: Contemplazione della natura di Bonnt scerete l'anima meglio assai che se io tentassi di
traduzione dal Francese con annotazioni e giun farvene delineamento colle parole. La cantica del
te- Storia generale dell' Etna. Sopra il lago Borghi su quest'anima candida e bella, un lavoro
dei Palici. Sopra l'ambra Siciliana. Sul mele che durer colle opere del Calanese. Infelice! cade
ibleo. Sopra Nasso e Callipoli. Campi fle- va nella polve donde il Signore seppe si bellamente
grei. Mineralogia della Sicilia. Sopra Tinda- ritrarlo toccalo appena il sesto lustro di sua vita;
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a Scipione Codone Marchese di Allamira, giacch fecondissimi sono di biade di erbe,


e poi Conte di Bavuso, il quale Irasmiselo e corrispondono all'industria dei loro agri
ai suoi. Ritenne i drilli tuttavia di Risiedilo coltori. Siede il paese in 37 e 40' di lon
ed il titolo di Principe Pietro Andrea, come gitudine in 37, 37' di latitudine (1).
anche il figlio Giulio nato da Emilia Ca Catarrali!. Lai. Cataraclis (V. D.) Dei
stello di lui moglie. Successegli Pietro casali di Messina verso mezzogiorno con
Andrea in il quale morto lasci erede la una Chiesa. Se ne fa menzione nel 1195
sorella Emilia, sposa a Diego Giardina, in un diploma di Bartolomeo de Luce, in
Marchese di S. Ninfa l'anno 1552. La citt cui enumera i beni di S. Maria di Rocca-
conteneva 392 case, e 1021 abitanti, secondo malore.
il Pirri 360 le case, e 725 gli abitanti : ma Catena Nuova. Lai. Melimenlris. Sic
nel 1713 erano 484 le case e 1932 gli abi Calina nova (V. N.) Altrimenti Melinvenlri.
tanti, che di recente montarono a 2092. Fondo oggi piccola terra appartencntesi ai
Il Signore di S. Catarina occupa trai Ba Riggio sotto Ccnlorbi, di cui un tempo for
roni il limi posto, gode del dritto di armi mava parte del territorio, per cui soggetto
raccoglie dai suoi campi ricchi proventi, a Matteo di Sclafani Conte di Adorn e

ma colla giovent si compose una fama che lo far (I) fattualmente un capo circondario di 3* classe
ricordare dallo straniero con un accento di mara in provincia distretto e diocesi di Caltanisetta ,
viglia e di venerazione, e da Sicilia e dalla patria da cui disia 13 m., ed 80 da Palermo. Divenuto
con una lacrima. centro delle due strade rotabili che conducono in
Il territorio di Catania, de' pi fertili dell'Isola, Catania ed in Messina, e dell' altra che divergendo
comprendesi in sai. 9402,261, e dividendo in cul traversa Caltanissetta, e si in Girgenti che io Licata
ture particolari, 87,202 in orti alberali, 0,979 in conduce, viene sempreppi prendendo raffinamento
canneti, 132,759 in seminatorii alberati, 6526,670 la civilt degli abitanti, aumentasi considerevolmente
in seminatorii semplici, 1146,762 in pascoli, 268, il commercio , di varii ornamenti va rendendosi
084 in oliveti, 498.056 in vigneti semplici, 80,937 fornito. Per oblazioni volontarie di pietosi fedeli
in ficheti d'India, 82,917 in Gcheli d' India ed altro, si fabbricalo nel 1854 un convento dove s'in
12,293 in mandorleti , 540,949 in terreni impro trodussero i PP. Cappuccini. in costruzione un
duttivi , 3,849 in snoli di case. Aprono un gran Ospedale Civico per le somme lasciale nelle dispo
commercio in Catania le magnifiche seterie che sizioni testamentarie dell' ultimo defunto Principe
danno dei drappi facilmente scambiatisi con quei di Castclnuovo che ad altre opere di beneficenza, di
di Francia; se ne fa ascendere in un anno lo smalti altri somme disponendo pose mente. Ne ascendeva
mento a 13284 pezze, di canne 26 per ognnna da la popolazione nel 1798 a 5700, a 5989 nel 1831,
1170 telai, poich so ne provvedono Sicilia, Napoli, e finalmente a 0136 nel declinare del 1852; mal
Malta; vi sono anche rinomati i tessuti a cotone. grado per che si respiri un'aria pura, si troppo
La citt che si oramai provveduta di porto comin sofferta la falce colerica del 1837 e del 1854. Mr.
cia a sostenere un commercio attivo come le altre Benza Vescovo di Nicosia morto nel 1846 lasci
citt che no sono fornite. I primarii generi di perenne ricordanza a questo Comune che gli fu
esportazione sono frumento ed altre biade, zolfo, patria, delle sue tante virt, religione e dottrina.
tessuti a seta, tessuti a cotone, nastri, stracci, pelli, Comprendesi il territorio in sai. 4370,261 , delle
cantaridi, pistacchi, cotone, seme di cotone, seme quali 0,093 in giardini, 0,062 in orli alberati, 3,
di lino, lana ec. agrumi in casse, regolizia, som- 330 in orti semplici, 0,232 in canneti, 22,716 in
macco , ec. Oltre la fiera che in ogni lunedi seminatorii alberati, 3857,617 in seminatorii sem
presi nella piazza stesicorea, ne sono altre quattro plici, 326,517 io pascoli, 3,820 in vigneti albera
estraordinarie annuali nella citt, una la prima do ti, 143,674 in vigneti semplici, 12,506 in ficheti
menica di maggio nella piazza del borgo, altra nella d' India, 0,684 in suoli di case. Ha delle solfatare,
2* domenica nella piazza di S. Maria di Ges, una solfato di stronziana, carbonaio di calce cristalliz
la 2* domenica di agosto nella piazza di S. Vito, una zato: principale commercio di esportazione sono
il 3 settembre nella piazza del Castello. le biade, il vino, vasi di creta, e Io zolfo.
305

CA nacque Antonina,
tonia Itiggio- di lui moglie GA

Signore di Ccnlorbi. Da lui l'anno 1331 9e il quale alla morte del padre avvenuta
l'ebbe per 1500 aurei Desiata di Benlin' in questo anno 1757, fu dichiarato Prin
sano moglie di Gerardo Bonsole, e ne ot cipe di Catena nuova col consenso del Re,
tenne la conferma da Eufemia Vicaria del e Questore generale (1).
Regno e da Federico III; e poi Gerardo cattamo. Lat. Caltainum (V. D.) Ca
ed Onofrio eredi di Desiata. Da Gerardo sale un tempo circa i confini della terra
Desiala h moglie di Giovanni Eschifano da di S. Lucia, appartcnenlesi a Giovanni di
Lenlini; da Onofrio Torno cio Bartolomeo; Manna ed agli eredi di lui sotto Federi
quinci l'anno 1407 l'Eschifano e Bartolomeo co II.
Bonsole per met erano padroni ciascuno cattali. Lat. Catlafis (V. D.) Casale nel
di Melinventrc. Dice il Barberi nel 1453 la contrada dello stesso nome, nppartenen-
appartenersi ad Onofrio ii figlio di Barto tesi nel 1320 a Niccol de Pactis. Nel se
lomeo, da cui nacque Nocella moglie di colo xvu apparteneva ai Balsamo, finalmen
Guglielmo di Perno. La famiglia Perno fiori te ai Principi Massa. Oggi il territorio
in Catania c Siracusa, e tenne Melicenlre comunemente un feudo.
sino quasi alla met del secolo xvi: fu poi Cattolica. Lat. Calholica. Sic. Calolica
Signore del feudo Francesco Slatella dei (V. M.) Novello paese ed abbondante, com
Baroni di Mongclino, ed il trasmise ai suoi. preso nei confini della comarca e della dio
L'ultimo di costoro fu Gaspare Slatella, cesi
di Sicilia,
di Girgenli.
assegnato
L'Impcrator
aveva alla
Federico
Chiesa Re
di
il quale sino al 1613 visse splendidamente
in Catania, e lasci l'unica figlia Anna Palermo i casali Platani e Captedi ,
Maria, la quale marit09si con Antonino con tulli i loro lenimenti, giusta un di
Hiygio dei principi di Carapoforito , che ploma dato in Palermo nel mese di otto
era trai Razionali regii, Questore generale bre del 1211; questi, secondo il Pirri, fu
del Regno, donalo del titolo di Principe rono poi appellali i casali di Platani e Pia-
di Catania, ed ebbe a figli Andrea, ed Ago- temetti, concessi a varii Signori, sotto annuo
slino il quale fu Vescovo di Cefal, ri censo, dagli Arcivescovi di Palermo. Quinci
splendo qual primato nelle pubbliche as l'anno 1642 Francesco Isfar e Corilles Si
semblee della provincia, trai dodici Pari gnore di Siculiana, a cui vennero i casali
del Regno, Giudice dell'apostolica Lcgazia, ma deserti, sulla sinistra ripa del fiume
ed Arcivescovo di Iconio; Andrea per suc Alico oggi Platani, gett le fondamenta del
cesse al padre nella Questura; il primo la terra di Cattolica in quel luogo che chiama
sulla sinistra del fiume Crisa, non lungi vano Invasione, e preg nel 1620 Filip
della ripa, su dolce poggetto, raccolta alquan po III a nome della figlia Giovanna, affinch
ta gente, e fabbricalo il piccolo paese die- donata fosse del titolo di Principato. Oc
dcgli il nome di Catena nuova; gett le cupa un terreno dolcemente declive verso
fondamenta della Chiesa Parrocchiale del
(I) Oggid un comune in provincia di Cata
titolo di Ges e Maria, verso mezzogiorno, nia , disfretlo e diocesi di Nicosia , da cni dista
ed in breve tempo l'allest; costru ampie 42 ni., circondario di Centorbi da cui 6 m. 153
e rette vie; l'intero edifizio di forma qua da Palermo, e 42 da Catania. Umida l'aria, e
drata ordin, che di giorno in giorno viep la territoriale estensione di sai. 610,863, delle
pi si accresce ; racchiudesi nei confini quali 0,884 in seminatorii alberati, 553,595 in se
minatori! semplici, 45,135 in pascoli, 5,181 in fi
della diocesi di Catania ; ne sono 200 le cheti d'India, 0,068 in suoli di case. Esporta grano
case e 500 gli abitanti. Da Andrea e da An ed orzo. La popolazione del 1798 era di 878 abi
tanti, di 1044 nel 1831, di 1333 nel fine del 1852.
30G

C.V CA

Scirocco; rette ne sono e largbc le \ic, con pascoli, che aumentano ed il bestiame e
un magnifico palazzo del Principe. Si ha gli armenti, celebre eziandio per vino, mele
quasi nel centro la maggiore parrocchiale e frutti.
Chiesa sacra allo Spirito Santo, che prese Passiamo ora alla serie dei Principi. Gio
n fabbricarsi con somma magniGcenza, e sot vanna hfar unica prole di Francesco ma
to cui stanno altre due minori soggette ritassi a Vincenzo Bosco Duca di Misilmcri
ad un Arciprete. Rei tempo del Pirri vi Cavaliere del Vello d'oro, il quale pi volte
erano i frati di S. Maria della Mercede, fu trai 12 Pari del Regno, e Pretore in
dal l'i l'i il tempio sacro all'Immacolata Palermo. Da costoro Francesco Cavaliere
Concezione; furono dimenticati dal Pirri, d'Alcantara e Prefetto della siciliana mi
il quale all'orma essersi riuniti nel 1G2G nel lizia fu nel 1G33 dichiaralo Principe, e prese
tempio dell'Annunziata i Carmelitani della due mogli, Maddalena de Bazan Gglia del
prima riforma, sostituendosi ai Carmelitani Marchese di S. Croce Grande di Spagna,
Conventuali per opera e somme di Gio morta la quale, si ammogli con Tommasa
vanna di Bosco e Corilles; credesi esser Gomez de Saudoval sorella di Rodrigo Duca
costoro del lutto mancati, perciocch non de Infantado, Vicer di Sicilia, da cui si
ne resta memoria alcuna- Gli Agostiniani ebbe Giuseppe e Rosalia; quegli rifulse
della Congregazione di S. Adriano l'eremita Maggiordomo di Vittorio Amedeo di Savoja,
abitano in S. Giovan Ballista fuori la citt, e Cavaliere della SS. Annunziata , c non
dove sorge l'antichissimo tempio di S. Ma ebbesi figlio alcuno dalla moglie Costanza
ria di Platani: finalmente un collegio di Ma Doria dei Duchi di Tursia, e da Anna Gra
ria per l'istituzione delle donzelle stato vina. Rosalia fatta moglie di Filippo Bonan
test stabilito. no, Principe di Roccafiorila, si ebbe il figlio
Cattolica gloriasi di essere sotto la tutela Francesco Bonanno e Bosco, che nel 1720,
della palermitana Vergine S. Rosalia. 11 suo dopo la morte dello zio Giuseppe, fu dichia
slemma presenta tre colli, dalla cui som rato Principe di Cattolica. Francesco ascritto
mili! spiccano delle fiamme, su cui una ai Cavalieri del Vello d'Oro ed ai Grandi
stella. Al tempo del Pirri erano le case 633 di Spagna, Ambasciadore presso Vittorio
fili abitanti 2399; nei regii libri per del di Savoja, Maggiordomo del nostro Re ed
l'anno 1G32 trovansi 1072 case 4288 abi inlimo Consigliere dell' Imperalor Carlo Vi,
tanti : nel 1713 numcravansi 1107 case pi volle Pretore nella Patria, dei 12 Pari
e 4388 abitanti, che ultimamente crebbero del Regno, Vicario finalmente del Vicer, e
a G3C0. Segna il Prence l'annuo Magistrato, di altre cariche decorato, visse sino al 1734;
gode del potere delle armi, ed occupa ne furon mogli Isabella Morra, ed Anna
il posto xiii nel Parlamento. Nel fertilissi Maria Filingeri, dalla quale si ebbe di gi
mo territorio un tempo fabbricossi la Chie Giuseppe marito di Giustina Borromeo e
sa di S. Maria di Platani, la quale essendo Grillo, Grande di Spagna, Maggiordomo del
minala, venne da un'altra sostituita della Re, ancor vivente e padre. Stendesi la lon
di S. Maria del Ponte , dapoich da gran gitudine di Cattolica in 38, la latitudine in
tempo a circa 3 miglia dalla citt sopra il 37" 30'. Molte cose dicon si sul colle ad essa
Platani sorgeva un magnifico ponte, che vicino, di cui parleremo in appresso (1).
ascrivevasi ai Chiaramonlnni, dei cui sette
archi uno ne rimane, donde pu argomen (1) oggigiorno un capo-circondario di 3* classe
tarsi quale stata sia la mole. Il medesimo in provincia, distretto e diocesi di Girgenti , da
territorio distinguesi pei vasti e pinguissimi coi dista 19 ni. c '/ 6* da Palermo. Il territorio
307

6777 nello scorcio delCA


1852. L'aria temperala. CA

caalonla. (V. M.) Citt un tempo della che la slessa che la Calloniana di Anto
Sicilia.
dell'Italia,
Scrive
vvene
Stefano:
un'altra
Caulonia
in Sicilia;
citti nino collocata da alcuni presso Pictra-
perzia, passi m. xv distante da Piazza, e
terrazzani dicomi Cauloniati e Caulonii. non procede al di l, imperocch rimane
Appo Antonino nell'Itinerario. Da Catania a destra di coloro che vanno verso Girgenti,
a Girgenti per mansioni test stabilite ed il numero dell'intervallo che giusta Clu
91, dai Capitoniani 2t, dai Filosofani m. verio non sembra corrotto, altronde non
il, dai Calloniani 21. Capitoniana. giu combina; pcrloch sembra non doversi
sta Cluverio , il luogo dove Citta collocare Caulonia dopo rimer meridio
della presso Aidone, ma gi non conviene nale ossia il Fiume Salso , circa i confini
in quel luogo riporre mansione di sorta , della Valle di Mazzara, tra Piazza e Gir
c giusta Pacio doversi presso Capezana , genti, ma il sito ne del tutto incerto.
nel territorio Camopetro. La Filosofema Cava. Lat. Ispica (V. R.) Angusta valle,
non lungi da Piazza, la Caulonia di Stefano non lungi dal promontorio Pachino, in luogo
mediterraneo, ove oggid si osservano an
di sai. 3061,224, cio 11,480 in giardini, 10,6i2 cora alcune orme di antica abitazione. Fa-
in orti empiici, 0,935, canneti, 115,701 in semi
natori! alberali, 1807,049 in seminalorii semplici, zello e con lui il Pirri, da Silio, vi riconoscono
993,998 in pascoli, 31,314 in oliveti, 49,785 in Hipsa o Yspa, ma qui, come avvertono Clu
vigneti semplici , 3,725 in Gcheti d' India , 0,872 verio e Cellario, parlasi del fiume Ispa, al
in collare miste, 0,194 in suoli di case. Ilannovi tronde presso gli antichi scrittori non si fa
solfatare nelle contrade Fratta e Roccaperciata , menzione alcuna della terra d'Ispa. La rocca
distanti 7 m. dal luogo dell' imbarco , ma senza d' Ispica, volgarmente Forzia, e nei regii li
strada a mota, poich se ne manca; un'altra sol
fora nella contrada Piana o Yiizi a 5 m. dal luogo bri Fortalizio, non fu diversa dalla terra
dell'imbarco; tutte con zolfo di 2" qualit. Si della fondo d' Ispica, oggi Spaccaforno.
trovano anche cristalli di carbonato di calce di Cava donna. Lat. Cava donnae. Sic.
varie forme e colori, ed una miniera di sale fos Cava di la donna (V.IV.)E un fonte nel ter
sile; ma verso la parte meridionale una mon
tagna di basalto, molto interessante. Il maggior ritorio di Siracusa distante dalla citt 7 in.,
sale,
commercio
in oliodi, frumento,
esportazionee consiste
biade. Nell'anno
nello zolfo, in j verso Sortino, e detto celebre dal Fazello.
1814
Cava di Gorgia. Lat. Cava Gorgiae
persone facoltose nel fine di agevolare la pubblica (V. N.) mentovata da Arezio descrivendo il
panificazione, convennero nel contribuire ognuno territorio di Giarli presso Siracusa.
una somma, ed istituirono un peculio frumenla- Cava grande. Lat. Cara grandis. Sic.
rio ; un tal peculio col volgere degli anni si au
ment considerevolmente, e quindi il frumento per Cava granni (V. N.) Nella contrada di Noto
essere superfluo per la pubblica panificazione si pre presso Avola. E una con valle molto estesa,
stava in gran parte ai coloni poveri per semenze e soc tra colline in cui scorre il fiume Cacipari,
corsi. Invertito lo stabilimento nel 1838 in monte che accresciuto dalle fonti di quella viene per
agrario frumeotario venne destinalo per esclusivo aperti campi. Fazello la dice di giocondis
uso dei delti coloni; dipende dall'Intendente, ed
amministrato da duo deputati da lui eletti in simo aspetto.
ogni biennio. Le obbligazioni si fanno ai termini CE
delle istruzioni generali, innanzi il Giudice con
ciliatore, ed in ogni partita si riuniscono pili per ceraia. Lat. Cephala. Sic. Cifal (V. M.)
sone solidale. Il prestito si fa nella quantit com Rocca sulla cima di alta rupe, che d' ogni
petente alla rispettiva coltivazione. Montava la
popol. nel 1798 a 7060, che pervenne in moto di dove scoscesa, per sei miglia stendesi in
decrescimento nel 1831 a 6003 , e finalmente di circuito intorno alle radici, presentando dif
ficili accessi verso Settentrione ed Occi-
308
CE CE

dente. Secondo Fazello il nome l'ebbe dai partenula al Vescovo di Girgenti, o a qual
Saraceni ; ma secondo il Gaetani d' ori che altro Signore. Meli' anno 11... ne era in
gine greca, significando capo, la parola possesso Palmerio Abate, cui successe il fi
greca KE+AAH, ed in effetto la rupo sembra glio Niccol celebre negli annali di Sicilia; da
metter fuori un capo allorch mirasi da lui comprolla nel 1329 Giovanni di CMa-
mezzogiorno, ove terminando acuminata con ramonle Conte di Modica, donde Manfredi.
tiene di sopra la detta fortezza. Dicono alcuni che vendertela per 3000 fiorini nel 1370
con Cluverio essere slata col l'antica citt a Federico dei Federici da Sciacca, dal cui
di Paropo, ma mostrer in appresso essere potere rivocolla Riccardo Abaie figlio di
stata Paropo in altro luogo. Il fronte della Niccol, il quale, nemico del Re Martino, fa
rocca guarda Scirocco, e sorgo l'edificio spoglialo dai beni. Da quel principe l'ot
per molteplici volte- Sembrano muniti e tennero primieramente Federico, poscia al
la porla e gli alrii, e denteo le mura una tri, cio Tommaso degli Ulozonelli, Ci-
Chiesa. Nella rupe medesima incavata una vanni
mondo d'Aprilia,
de Falgarenelfinalmente
1401, il quale,
Pietroscorso
Bai-
occulta scala, donde si scende alle radici
del monte fin dove le acque termali sgor appena un anno, concessela a Giovanni di
gano. Oggi cominci a fabbricarsi una pic Abatelli per onze 830, ricevendone la con
cola terra verso Maestro con una Parroc ferma dal medesimo Re. Nel censo poi del
chia soggetta al Vescovo di Girgenli. Dista 1108 diede Giovanni l' autorizzazione; eb
Cefal dalla citt Metropoli 20 m. verso glia
be per
di Manfredi,
moglie Eleonora
fu chiaro Chiaramonle
qual Conte dili-
Mezzogiorno, insignita del titolo di Du
cato, sebbene un tempo i Signori se ne Camerata, Preside del Regno sotto Alfonso,
siano detti Baroni , e stali dei primi del e per alili onori; morendo nel 1433 dichiar
l' Isola; godono del drillo di armi , e ri Signore di Camerata il primonalo Federico,
scuotono pingue censo da quel territorio e l' allro figlio dello slesso nome Gtotonm
ricco d'ogni sorta di biade. Si fa menzione di Cefal, al quale morto senza prole suc
di Cefal nei primi tempi dei Normanni, cesse il fratello Manfredi, donde Federico
si d un diploma del Conte Ruggiero, in cui Signore di Gibcllina per drillo della moglie,
segna i confini della Diocesi di Girgenli, che dal quale venne Giovanni Manfredi padre
nella Istituzione delle prebende della me di Federico, i di cui figli si ritirarono in Cata
desima Chiesa fatta anche da Ruggiero, con nia, egli cess di vivere in Palli nel 1523: fu
fermala da Papa Urbano linei 1093, dove si poi Barone di Cefal Francesco Bologna, il
legge: la quarta prebenda fu Cefal consuo quale era Conte della piccola vicina terra di
lenimento, oltre la Chiesa di S. Maria e l'o Marineo, ed ebbe per figlio Giliberto, da cui
spedale nella ria di Palermo. Cefal fu dicono essere stala trasmessa alla famiglia
commutala per la mensa dei Chierici per Bosco nel 1330, per ritrovo che il territo
S00 Ieri; di Busacchino cio sul cambio di rio di Cefal era soggetto a Giacomo Sca-
Monreale. Dissi di Busacchino; incerto qua vuzzo, cui succedette Luigi, i di cui eredi
le sia la Chiesa di S. Maria, Io spedale poi lo legarono alla pia Opera di S. Orsola in
credesi quello sotto il titolo di S. Lorenzo Palermo in sollievo delle anime del Purga
fondato dai Re di Sicilia nel territorio di torio. I Rettori di queir opera la vendettero
Cefal, di cui sotto Federico Imperatore nel 1620 a Piiccol Diana, cui succedette
era Retlore Goffredo Chierico della Cap il figlio Guglielmo, da cui e da Agata Col-
pella di S. Pietro, come leggesi nel Pirri. nago nato fticcol, fu per privilegio di Car
Non si scorge abbastanza se Cefal sia ap- lo II nel 1684 dichiaralo primo Duca di Ce-
209
CE i CE

Ma; questi con Antonia Parisi gener Mi 396 anni prima di Cristo. Soggiunge lo stes
chele marito ad Emilia Castello donde Giu so Diodoro: Agatocle espugnato Cefaledio
seppe Niccol oggi vivente. Marchese ancora gli di per governatore Lettino , e poco
di Bonaccorso, Mecenate dall'Accademia del dopo chiese lo stesso che gli si consegnas
l' Agricoltura poco fa istituita in Palermo, sero le due citt Terme e Cefaledio colle
alla quale concesse uno spazioso ed ele loro giurisdizioni. Finalmente nel lib. xxtn:
gante giardino fuori porla di Castro, che i Romani edificala novella flotta dopo il
si apr nel 1754 ad eruditi esercizii in pr naufragio, con 230 navi drizzatisi sopra
della scienza; di lui moglie fu Felicita Pilo Cefaledio la presero a tradimento: ma Ci
e Tassis, da cui ebbe un figlio. Il medesimo, cerone nella 3a Verrina dimostra al senato
fondatore della nuova piccola terra, racco che la nobilissima Tindari, Cefaledio, Ale
glie della gente a stabilirla. La lat. di 38, sa, Apollonia, ec. furono rovinate per la
la long, di 37, 26" (1). scclleragine dei Decumani; cio vessate dal
Oetallna. Lat. Cephalinum. Sic. Cifalinu l' avarizia del Pretore Verre; e nella Vcrr. v,
(V.N.) Casale della chiesa di Siracusa, asse la celebra come insigne per la dignit del som
gnatole da Tancredi Conte di Siracusa figlio mo sacerdote. Scandio parlando della di
di Guglielmo c nipote di Ruggiero dall'an lei origine, afferma esser Cefaledio opera
no 1104, con altri beni : donazione confer dei Calcidesi; attesta per Tucidide che nella
mala dal Papa Alessandro III con suo di regione settentrionale esisteva una sola gre
ploma da Benevento il 28 aprile 1168, che ca citt, cio Intera, per cui vanamente si
appella il Casale Chisili. non lungi da asserisce esserne slati i Greci autori; Auria
Siracusa, comprcndesi nel suo territorio, nell'Ist. di essa, l'ascrive ai Sicani, quinci
ma oggigiorno deserto. nelle sue monete , qual perenne monumen
Cefoiino (V. IV.) Vedi Archidemio. to di suo pellegrinaggio per le nostre spiag
cerai. Lat. Ccphaledis. Sic. Cifal gio, vi si osserva improntata la figura di,
(V. D.) Citt oggi vescovile, assai nota a Ercole, dapoich i suoi viaggi intraprese
Slrabone, Diodoro, Silio, Antonino, Tolo sotto i Sicani. Dice Bochart con Uoffmann
meo, Plinio, Mela, e Cicerone. Strabone af esserne punico il nome, giacch Cefalud
ferma essere state Tindari, Agalirso, Alesa, in lingua punica vale rupe piegata, ed il
Cefaledio, piccole citt; Diodoro nel lib. un vocabolo combina col luogo, come descrive
appella castello, Cefaledio: Imilcone cogli remo in appresso, sebbene comunemente
Imcresi si un cogli abitatili del castello affermino gli scrittori esser greca la voce,
<Ji Cefaledio; ed afferma Cluverio essere da Ceplias cupo. Quinci oggigiorno gli abi
antichissima la memoria di questo, poich tanti assumono in loro stemma i pesci ce
awcnne
(I) unci
cornane
nell'anno
in provincia
i dell'e Olimp.
diocesi dixcvi,
Pa fali, e Duasquio pretende esser derivato il
nome alla citt da tali pesci di cui abbonda
quel mare.
lermo, distretto di Termini, da cui dista. 18 m. ,
circondario di Mezzojuso, da cui dista 4 m., e SO Pie nota Fazcllo egregiamente il silo. Fu
da Palermo. Ha sai. 478,523 di territorio, delle locala anticamente sulla vetta di scoscesa
quali 0,888 in canneti , 296,742 in seminatori! e vasta rupe, la quale di figura quasi cir
semplici, 50,722 in pascoli, 5,937 in oliveli, 101, colare qual promontorio volgesi verso Le
341 in Tigneti alberati, 21,354 in vigneti sempli vante. Per ingiuria dei tempi divenula pic
ci, 1,504, in ficheti d'India, 0,004 in suoli di case.
Vi si trovano dei diaspri. Nel 1798 contava 570 colissima citt, quasi rovinata, e di diffici
abitanti
L'aria , sana.
568 nel 1831 , e 645 nel fine del 1852. Ij lissima salila, il Re Ruggiero trasportila
in un angolo sottoposto a quella rupe, nella
310

CE Paolo Cicala, Contestabile


CE del Re, Conte

spiaggia, nobilitolla della dignit vescovile


e di un insigne tempio, che per voto fatto, de di Collesano e di Alida.
dic al Salvatore ed ai di lui Apostoli, e co Disturbato nel 1223 il Vescovo Ardoino
sta dagli annali quale sia stata l'occasione del dall' Impcrator Federico, abbandon la sua
voto di Ruggiero (1). Non nego essere slata Chiesa e l'isola ancora; il Re intanto oc
ornata, prima della tirannide dei Saraceni, cup il castello e la citt; ma per autorit
Cefal di sede vescovile , come dimostra il del Romano Pontefice ne venne restituita
Pirri, ma quelli scacciati, addetta l' aveva il la Chiesa ai dritti primieri. La rocca tut
Conte alla diocesi di Messina. Il Re Rug tavia commettesi alla custodia delle regie
giero figliuolo del Conte poi radunati i ter truppe nel 1232, finch per una costituzione
razzani alle radici della rupe di cui dissi, di Alessandro IV rendesi il medesimo ca
stabil loro le mura ; ma per dritto di ri stello, che era passato in mano dei cittadini
cuperazione, impetratane dall'Arcivescovo di al Vescovo Giovanni n Sotto Carlo d'Angi
Messina la Parrocchia, fatti venire dalla venne stabilito lo stesso. Sotto gli Ara
Calabria i Canonici Regolari di S. Agosti gonesi tuttavia se l'usurparono i Gcraci
no e collocatili nel monastero a ci co Conti di Venlimiglia ; imperocch France
struito, li addisse al servizio della Chiesa, sco sotto il Re Pietro portavasi come Si
a Vescovo novello concedette nel 1145 la gnore di Cefali, i di cui eredi e figliuoli
citt stessa di Cefal , che sino alla fine non altrimenti l'occuparono, anzi carica
del secolo xu ed i primordii del seguente, rono di mali il Vescovo che ripeteva i drilli
fu perci soggetta al suo pastore; perciocch della sua Chiesa. Di nuovo per insorte al
verso questo tempo cedette al Genovese tempo del Re Martino nel 1393 le genti,
e andando in male Cefal ostilmente ra
pila, slabili il medesimo Re che pi non
(1) Si ricava da un mss. del 1329, dello comu cedesse alla Signoria dei Raroni; la quale
nemente Rollus rubeus, in folio, che ritornando sanzione dur certamente a lungo; poich
Ruggiero in Sicilia da Salerno fu battuto da tal nel 1400 Cefal suffragava il pieno diritto
furiosa tempesta da essere imminente la morte;
laonde quasi disperando ' di salvezza, confidando a Giovanni Abatelli, il che appellano mero
solo nella gloria del motore d'ogui essere, facea e misto impero , poi si d in clientela a
voto di edificar sontuosa Chiesa a Dio Salvatore ed Bernardo di Requesens, e finalmente ad An
ai suoi Apostoli, dove prima sarebbe approdato tonio Venlimiglia, per 1000 fiorini versali
scampando dalla furia del mare : e perch posava nell'erario del Re Alfonso. Aon lungo tempo
spinto dal vigor dei marosi alle spiagge di Cefal,
ordin vi si fosse in prima fabbricala una Chiesa dopo tuttavia, reso il prezzo Luca di Zar-
in onor di S. Giorgio, quella stessa che indi crol zana Vescovo, ad Antonio, redense la citt.
lata e ristorata dai marinai dicevasi di S. Leonar Ritorno al tempio principale, che offresi
do all' epoca del Fazello, quindi al suo volo adem alla vista oggigiorno intero coi medesimi
piva dando opera al sontuoso tempio, che sin' ora ornamenti a musaico, e da colonne 28 piedi
come un monumento grandioso di quell'epoca
ammiriamo. 11 sovraccennato mss. fu compilato alte ed 8 di diametro grandi sostenuto ,
da un notaro appellato Ruggiero, con tutte le for con esimii campanili, in luogo elevato, quale
malit giudiziali, per ordine di fra Tommaso De il costitu il Re Ruggiero e consacrollo nel
Unter Vescovo di Cefal , onde riunire in un 1267 Rodolfo Cardinale della S. R. C, Ve
sol corso i privilegi! e le rendite della sua Chiesa. scovo Albanese. L'imperator Federico, per
Conservasi nell'archivio del capitolo, e riconoscen
dosene l'autenticit stato approvato da tutti i re- nell'assenza di Giovanni Veneto Vescovo,
gii Visitatori non escluso il celebre Mr. De Cioc ordin con somma prepotenza si trasferis
chisi! ella sua visita. sero in Palermo, di cui li colloc nel Duo
I

CE CE 311
mo , i famosi sarcofagi di porfido , che Sono in Cefal molte famiglie di rego
il Principe Ruggiero, come leggcsi nel di lari: i Minori Conventuali, dei quali affer
ploma , poso in segno perpetuo di sua mano avere abitato il convento dal 1225, fon
morie, ed in uno dei quali vicino al coro datore S. Antonio di Padova; poich costui,
prescrisse si componessero le sue spoglie. venuto in Cefal, lo promosse, e piant di
Del resto equestri e famose figure del me proprie mani un cipresso che dicesi aver
desimo Ruggiero e di altro Re , si am verdeggiato per ben 300 anni; mostrano al
mirano ai lati dell' abside , ed accrescono tres un albero di melagrana ancora esistente,
bellezza; sorgono parimenti con ogni ele ed il sacro vaso con che, come attestano,
ganza costituiti i sepolcri dei Vescovi dei consumava il sacrifizio ; sito fuori le
vani tempi, una veste di Ruggiero in seta, mura verso Occidente , molestato perci
d'oro intessuta conservasi nella sacrestia, e dalla inclemenza dell' aria , come affer
mostrasi anche la tomba di Eufemia sorella ma il Pirri : gli Osservanti del medesimo
di Federico morta in Cefal. I Canonici re Ordine non molto disiano dalla porla ma
golari di S. Agostino, come avvisai, stabi rittima, stabiliti nella Chiesa di S. Niccol
liti dal medesimo fondatore, a lungo vi ce dal Vescovo Francesco Gonsaga nel 1390:
lebrarono i sacri ufficii e i ministeri, ma i Frati Predicatori dal 1321 nel territorio
per volere del Re Carlo II ed un pontifi di S. Biagio a 2 m., fondati sotto il titolo della
cio Rescritto di Clemente X del 1671, fu SS. Trinila, per operadi Girolamo Vitale ven
rono loro subrogali i Preti secolari, promo- nero trasferiti in silo pi elevato della citt
tendo l' affare il Vescovo Giovanni Roano, nel 1310, furono accolli i Carmelitani, sotto
che \i trov soltanto due dei regolari. Scris gli auspicii della Vergine tutelare, nella Chie
sero di questa Chiesa Rencdctto Passafili- sa di S. Sebastiano nel 1374, per opera di
me e Carandino. Ne stan presso le case Alberto di Monaco: i monaci di S. Maria
dei Canonici ed il deccntissimo Palazzo Ve della Mercede della redenzione dei cattivi.
scovile; corrisponde di rimpelto il semina
rio dei chierici , che primo eresse in Si
1130. Ind. ix, Anacleto conferma con nna bolla
cilia il Vescovo Francesco Gonsaga, ed am la dipendenza dei religiosi di Bagnara da quelli
pliarono i successori di lui, ed ultimamente di Cefal, e le fatte donazioni. (Pirri. Noi. Eccl.
in questo nostro secolo Demonico Valguar- Messan. pag. 388).
nera rese pi elegante (1). 1131. Nel giorno della Pentecoste il Re Rug
giero getta la prima pietra della Cattedrale di Ce
(1) Piacemi addurre qui un quadro cronologico re- fal.
1132.
(Pirri
In1. febbrajo
e). Ind. x, Giorgio Ammiraglio
lali\o alla costruzione della Cattedrale di Cefal,
formato e raccolto noli' egregio lavoro sul Duomo divide e segna i confini delle terre assegnate da
di Morreale e sopra altre Chiese Siculo-Normanne Ruggiero alla Chiesa di Cefal. (Diploma in Tabul.
da Domenico Lo Faso Pietrasanta Duca di Serradi- Ecc. CepAa!., che si conserva nella Bibl. comunale
filco. di Palermo).
1129. 3 agosto, Ruggiero per la soneria tem 1132. In marzo Ind. x, Ruggiero con solenne
pesti fa voto di edificare un tempio al Salvatore. diploma greco-arabo arricchisce questa cattedrale
Azelio, Decad. 1. lib. ix e ili e Ms. del 1329.) di gi fabbricala di larghe donazioni. (Pirri, 1. c.
1130. Ind. vili, cio prima di settembre in pag. 799).
rtie comincia l'indizione ix, Ruggiero si reca al 1145. Ruggiero aggiunge nuove largizioni alla
monastero dei Canonici Regolari di S. Agostino in succennata Chiesa ed ordina la costruzione di due
Bagnara per invitarli a trasferirsi nella Cattedrale urne porlretiche. (Pirri I. c. pag. 800).
di Cefal ch'era per innalzarsi, e riconoscerla co 1148. Epoca in cui si compirono i musaici
me sede principale del religioso istituto. (Diploma del santuario, come ricavasi da iscrizione a mu
che leggesi nel libro dei privilegi! della Cattedrale). saico dell' abside.
312

CE CE

sotto gli auspicii di S. Pietro Nolasco, splen ogni parie per tulla la spiaggia settentrio
didamente vennero dotali dal Vescovo e nale si ha per conspicuo. Entrasi in cill
da Stefano Maniera seguace dell'istituto, da ogni dove cinta di mura, per 4 porle,
nel 1629. da Occidente, Settentrione ed Oriente : di
Gli Agostiniani mentovati dal Pirri due queste la prima distinta col nome di Terra,
Monasteri abitavano un tempo, ora non pi; conduce i cittadini nelle parli interne, e
quel di S. Maria di Ges al di fuori, quel munita di artiglierie evita gli insulti dei
di Porto Salvo subito appresso la porla di nemici; altra della dell' Arena perch ac
mare. Venne dato un silo ai Cappuccini a * sino
cogliealla
gran
spiaggia,
copia di
appellasi
arena e anche
di polvere
dal Vito
m., nell'elevato colle Gibilmanna, di cui a
suo luogo in pi copia diremo. Siede nel cer Ossuna, presso la quale ergesi una
centro il monastero di S. Caterina, di mona torre ben fortificata; appellano la terza di
che sotto regola di S. Benedetto, che nobile Piscalo o di Marc, dalla quale non di
si mostra per gli edifzii, e come uno spec sunita la fortezza di Granario o di S. Mi
chio della pi stretta disciplina; se ne dice chele, battuta verso le radici dai fluiti del
fondatore dal Pirri Antonio Faragonc mes mare. Succede altra fortezza edificata su
sinese di patria, Vescovo di Cefal, afferma d' elevalo lido. E torre intanto e fortezza
per l' Auria esserne stalo ristoratore. Marco sono munite di cannoni. Indi l'ultima porla
Antonio Gussio fabbric una casa per le verso Oriente, che prese il nome di Giudai
donzelle prive di parenti, ed accresciuta di ca dalla vicina contrada dove abitavano i
congruente dote la Chiesa di S. Leonardo Giudei, compie il circuito della cill che di
dedicata un tempo da Ruggiero a S. Gior cesi dall'Auria di un miglio e mezzo. Questa
gio , loro assegn. Osservansi finalmente porta
cina chiesetta
nomasi ;altres
pressodi S.
S. Antonio dalla
vedonsi
ri-
in Cefal due spedali pei pellegrini e per
gl'infermi, fabbricati per sollecitazione del ingenti antiche ruinc, avanzi dell'antica Ce
Vescovo Francesco d' Aragona , sommini fal, la quale quantunque nel monte, aver
strando delle somme insieme coi cittadini. pot al lido un caricalojo , dove si im
Celebra l' Auria il tempio di S. Stefano portassero delle merci dagli stranieri, e i
dall'eleganza e la bellezza degli edifzii, i cittadini frumenti ed altre produzioni in
quali sono destinati alla compagnia delle altre parli esportassero. Le strade non sono
anime purganti; adorno di famosa rac anguste ed in gran parte rette, quelJa
colta di reliquie, registrate dal medesimo sulle altre che conduce a porta di Terra,
scrittore. nella quale ammirasi la mole di antico edi
Succedono a questi sacri, i pubblici e lzio costituita come dicono da Ruggieri
civili monumenti in ornamento della citt. per domicilio Regio, volgarmente fltfeW
Presentando la rupe una figura di testug che si ebbe nel 1606 dai Vcnlimiglia che
gine, ed in alto levala, come un promon ne erano da gran tempo possessori, la no
torio al mare sovrastando, forma degli bile famiglia di Fiore, che poi concessela
asili dei fianchi nel lido ad accoglier ai monaci di S. Domenico. Occupa il contro
navi , da ogni banda sicuri dall' opposto della citt molto ampia piazza, ornata da
vento. Uno d questi dicesi il porlo, sotto un fonte di pietra che d copiosissime acque
le slesse mura; altro distante un miglio c a comodo dei cittadini ; altres un fonte
mezzo dalla cill verso Oriente, appellasi di marmo nella piazza del Duomo costituito
volgarmente Calura; ed un capo medesimo per ordine del Vescovo Francesco Gisulfo.
Sorge nel sommo vertice della rupe la
o promontorio ha nome Marchiafava, e da
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CE CE

regia rocca, dalla quale la rupe medesima ne Antistite di Messina assegn la diocesi.
dicesi castello. E questa inaccessibile , e Ha Jocelmo, ed il successore di lui Arduino
quantunque essendo da quasi ogni parte diconsi soltanto eletti; Bosone per intraprese
ripida, cinta da un muro tuttavia, n pu il primo l'onor della consecrazione. Quei
salirsi se non da Libeccio, il qual luogo che oggigiorno intanto siede al governo,
si egregiamente munito. La rocca si ba Giuseppe Castelli, secondo la serie del Pir-
di amplissime cisterne e la famosa Chiesa ri tenuto il ut, ed celebre per l'esi
del titolo di S. Anna; e sotto di essa osser mia probit dei costumi. Appellato al Par
vatisi anche grandissime grotte. IVon lungi lamento del Regno siede l'viu posto trai
un'altra Chiesa dedicata a S. Venera, in chiesiaslici Gerarchi, ed sutfraganeo al
torno la quale osservansi dei ruderi di an l'Arcivescovo di Messina come a Metropolita
tica citt. All'orinano scrittori nazionali es no. Speltavagli in pieno dritto la citt di Ce-
sere stato in quel luogo il tempio di Giove falt. Ma ai nostri tempi, dice il Pirri, pu
con la dignit del sommo Sacerdote men conoscere il Vescoto tutte le cirili cause
tovata da Tullio, sotto di cui sollevasi la di appello dalla Curia secolare di Ccfal.
rocca, ed oggi viene sotto nome di Coro. Esercita giurisdizione contenziosa contro
Sostenuto quello da colonne che oggigior i laici, nelle cause che concernono Vic-
no sono adattate ad ornamento della Chiesa lualia. Pi, che dinanzi il Vescovo o il di
maggiore, l'affermano anche nei tempi lui Vicario si creino i ministri della citt.
cristiani al vero Dio dedicato. Presiede al Rimettonsi finalmente alla camera Vesco-
la rocca in nome del Re uno dei Capitani tile le pene imposte dal fisco della citt
della milizia con un presidio, avendo cura di per delitti e contumacie. Queste cose dal
custodire citt e spiaggia. Invigila poi al Pirri.
regime della prima il Magistrato, che prof Si distinguono per la piet dei costumi:
ferisce il ix voto nel Parlamento del Regno, Antonio Lo Duca Sacerdote, che visse lun
ed ba per istemma la sacra immagine del gamente in Roma, dove, come credesi, mori
Salvatore, sotto la quale occorrono a man- in opinione di santit; mentovato dal Gae-
giuccar briciole di pane tre pesci cefali. tani nell'Idea, dai Pirri, dall' Auria, e da
M censo sotto Carlo V fu di 933 il num. altri. Francesco dell'ordine dei Cappuccini
delle case; nel 1595 poi 3593 i cittadini, a cui morendo si present in vista la Bea
e nel 1652 le case 1335, 1889 gli abitanti; tissima Vergine, come attesta Boverio; e
ad 1713 le caso UGO e le anime 4013, Giambattista de Franchis, di cui pi in bas
ed ultimamente 5442. E capo di comarca so diremo. Lodano decorali di ecclesiasti
e seguivano 4 suoi cavalieri e 42 pedoni che dignit: Ruggiero dei Chierici della R.
le bandiere della Prefettura militare di Ter Cappella di Palermo, Vescovo di Malta ver
mini. Gode di aria saluberrima; in 38, so il 1253; Enrico dell'Ordine dei Minori,
10' di lalit. in 37, 50' di long. La istitu Vescovo di Malta altres nel 1304; Pietro
irne del Vescovo, come affermai, di an Guerreri Abate di S. Maria di Bordonaro,
tica data; imperocch Niceta Vescovo di Ce poi Urgcnlino Vescovo in Italia, di cui fa
fali soscritto al concilio costantinopolitano menzione Ughello ; Ruggiero Vaccalora
mi, ed il Vescovo di Cefali dicesi da Mi- Ciantro di S. Pietro del R. Palazzo, e R.
reo soggetto al trono di Siracusa; restituito Cappellano ai tempi di Martino , cui visse
da Ruggiero, Jocclmo offresi il primo Prio grandemente caro; e Pietro dell'ordine dei
re del monastero di Bagnara, cui, acciocch predicatori, Inquisitore delle cose di fede:
entrasse nella grazia del medesimo Re, Ugo- Vincenzo PassuDume da Cagliola dei Minori,
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CE CE

Vescovo di Patti e di Mariana fuori Si Abbiamo 4 monete di bronzo dell' antica


cilia, ma ne tace il Pirri la patria. Nota Cefal, in cui scolpito o il capo di Gio
Auria, essere stato Vescovo di Cefal un ve, o la Ggura di Ercole, e nel rovescio una
Francesco del medesimo istituto , ma nes clava a quel Dio allusiva, o un Mercu
suna altra memoria rimane di lui. Trai sicoli rio, ed eziandio Diana, il che tutto di
scrittori sono mentovati dal Mongitore : lucida il citato eruditissimo Auria. Il ter
Matteo d'Anna dell'ordine dei Predicatori, ritorio fecondissimo in biade , in alberi
Esaminalor Sinodale, sommo predicatore, fruttiferi, ulivi, mori, vili, frutti, adattissimo
coltivatore della poesia e delle lettere ame ad ogni campestre delizia, per cui dicesi
ne; molto scrisse in verso ed encomiato avere avuto Cefal il titolo di citt Piaem-
dall' Auria e dall' Allazio: Antonio Lo Duca, lissima; ingombro di boschi e di selve che
di cui sopra si disse, commendato da Me- sono sotto la giurisdizione del Vescovo, ed
nochio, Pancirolo, Panvino, Vega, ed altri il maro abbonda in pesci secondo dice
appo il medesimo Mongitore: pubblic le Silio (1).
Orazioni sui vii Angeli. Benedetto Passa-
lume Minore Osservante chiaro per erudi (1) Oggigiorno un capo distretto con 6 cir
zione e dottrina, scrisse sull'orgine della condarli soggetti, in provincia di Palermo da coi
Chiesa di Ccfal, e la vita di Francesco dista 46 ni. Fra le quindici monete recate di que
Gonzaga: Giuseppe Flores esimio poeta ed sta citt dal Torremuzza , mostrano alcune uo capo
astronomo non volgare, i di cui latini di giovane uomo e nel rovescio un Bacco igniidoa
sedere; altre la testa di Mercurio, e nel rovescio
ed itali carmi die' alla luce Vincenzo Au un uomo ignudo col caduceo, che anche prendesi
ria: Giambattista Spinola pubblic l'Idil per Mercurio; in altre una testa di Ercole nel di
lio Belvedere, e lasci altre opere giusta nanzi e le lettere KE*A., nel rovescio una clava
il testimonio dello stesso Auria: Giambat dei fulmini e la pelle di un leone: dalle qoali
tista de Franchis dell'ordine di S. Dome monete, e da una iscrizione monca della prima li
nea: TOTIIOAT::: NOT-PATOI AAAOIIIOAI-
nico, personaggio dottissimo ed esimio per HPAKAEI, che ritrovasi nell'archivio dalla Caria
religiose virt , di tenacissima memoria Arcivescovile, si deriva essere stata la citt ooflra
giacche soleva minutamente ripetere chec consacrata ad Ercole. Osservasi un tratto delle an
ch letto avesse; nel Tribunale d'Inquisi tiche mura composte senza calce e di grossissime
zione Censor di libri per ben 40 anni, diede pietre quadre, che sono le pi grandi adoprate in
alla luce molte opere riferite dal Mongitore, Sicilia a tal uso.
Il prospetto della Cattedrale adorno di uo por
che molte cose scrive sulla preziosa morte tico diviso in tre archi sostenuti da quattro co
di lui e le cariche cui fu sollevato. Sebastia lonne adorno ai fianchi di due torri quadrale che
no Campo medico e poeta, eccellente nel terminano in alto a foggia di piramide. a tre
l'una e nell'altra facolt: Stefano d'Anna Par navi il fabbricato, sostenuto da colonne quasi lotte
di granito; la pianta per sollevasi verso il fondo
roco di S. Croce in Palermo, teologo e poeta per quattro gradini, dove quattro grandi archi ele
non volgare: Paolo Velasquez uomo accetto vatisi sulla solea, poggiando sovra sontuosi pilastri.
alle muse, e Tommaso Federici frate di S. Ma Nella conca dell' abside vedesi in musaico la ima-
ria della Mercede, encomiato per la sua ora gine del Salvatore cui quel tempio dedicato, e
toria arte, Teologo eziandio profondissimo, sottostanno altre imagini rappresentanti la Vergine,
Angeli, Santi, con arabeschi ed iscrizioni or gre
Provinciale, Dofinitore Generale di queir or che ed or latine in caratteri sicoli-normaoni pro
dine. Ciba chi afferma che Vincenzo Auria pri! all' epoca della fondazione. Dal lato del van
chiarissimo per erudizione, sia stato di Ce- scovile.
gelo sitoIl chiostro
il sogliopoireale
attiguo
, e Dell'
allaopposto
Chiesa adil **"
ar
fal, ma spessissimo appella Palermo sua pa
tria, e Mongitore l'ascrive trai Palermitani. chi acuti che poggiano su colonnelle binate ornai*
315
CE CE
celiarla (V. M.) Casale presso Mazzara in questo sito fu appellala Cena; e poco
che Guglielmo Halconvenant Ammiraglio di dopo soggiunge , da Girgenti per alla
Sicilia e la sua moglie Margherita conces piccola terra di Siculiana si computano
sero all'Ospedale di S. Giovanni in Mes 18 m., dal che ricavasi con manife
sina l'anno 1203. oggigiorno, dice il stissimo indizio essere stala la Cena di cui
l'ini Not. del Prior. di Mess. un mem parla Antonino.
bro, o Grangia della Commenda di Mar- Centlneo. Lat. Cenlineum. Sic. Centincu
$ala. (V. D.) Trai municipii di Castroreale donde
Cena (V. M). Antica citt, dov' Sicu- dista 3 in. verso Maestro. La sua Chiesa par
liana, a 18 m. da Girgenti, come Claverio rocchiale sacra alla Vergine antichissima,
dall'Itinerario di Antonino per le stazioni come si mostra dal suo edilzio di greco
marittime ricava. Ecco il testo: da Agrigento stile, di nere pietre costruito. In questo
a Cena m. 18, da Aliata 12, alle Acque luogo trasmigrarono gli abitanti di S. Ca
il. Fazello afferma, Siculiana essere stala taldo municipio altres di Castroreale, e vi
uno terra fabbricata da Federico Chia- innalzarono un tempio dedicato al S. Ve
ramonlano , ma credola io piuttosto da scovo. Dista Ccnlineo dalla spiaggia circa
lui ristaurala, e rifabbricata lorch fu in un m. e mezzo (1).
secoli
guerrapria
distrutta.
di cotesto
Certamente
Federicoper, la molli
citt Centoroi. Lat. Centuripae. Sic. Cen-
torvi (V. N.) Celebre un tempo ed antica
citt, giusta Polibio, Tucidide, Pomponio
di sculture e di arabeschi un prezioso monu
Sabino, Tolomeo, Mela, Plinio, Tullio, e
mento, che la cede solamente a quel di Monreale
nel convento dei Benedettini.
Strabone, della dai Greci kentotpiiiai e
da osservare anche in Cefal il ricco gabinetto kentopiija. Sorge su' colli asprissimi, che
di oggetti di storia naturala posseduto dall'egre fiumi Simeto e Ciamasoro separano dalle
gio signor Enrico Piraino Barone di Mandralisca. radici dell'Etna da verso Libeccio. Strabone
La montagna che domina la citt composta, se dice nel lib. 6 : sita Cenluripe sopra Ca
condo l' egregia G- Power , da un genere di
marmo detto lumachella. che sotto l'azione del fuoco
tania, confinante coi monti Etnei, e col
da una calce bianchissima e bitume splendenlissi- fiume Simeto; e Pomponio Sabino sopra Vir
mo, se ne fanno tavoleri ed altri ornamenti di molta gilio Eneid. lib. 8. tra Catania e Cenlu
eleganza; ci hanno poi sulla sommiti di belli cri ripe il fiume Simeto, e Silio nel lib. xiv.
stalli di carbonaio di calce, quattro variet di dia
spri, e cinque di agate. Estendesi il territorio in E l'Erice sublime e di Centorbi
sai. 3031,803, delle quali 7,508 in giardini, 12,806 L'eccelsa vetta .. .
in orti semplici, 0,958 io canneti, 557,989 iu se Tucidide nel lib. 6 dicela citt dei Si-
minatori! semplici, 1088,880 in pascoli, 339,170 in coli : gli Ateniesi ritornali in Catania ed
oliveti, 983,536 in vigneti semplici, 16,411 in fi
cheti d'India, 56,434 in alberi misti, 96,681 in ca
stagneti, 366,729 in boscate, 202,209 in frassineti, (1) tuttavia un casale aggregato a Castroreale,
3,132 in snoli di case; di 76234,284 l'estensione di nn 400 abitanti circa. Nella Chiesa si osserva,
territoriale dell' intero distretto; le frutta sono squi particolarmente nell'altare maggiore, il quadro del
site: sporta manna, olio e pesce salato, poich ab- la Visitazione dello siile di Alibrandi, ma imbrat
liondantissimo il mare vicino , ma il porto non tato dalla mano di coloro che procuravan metter
pu ricevere che un piccol numero di legni. Erane le brache agli stupendi lindi di Raffaello; il qua
la popolazione nel 1798 di 8937 abitanti, di 8793 dro dello altare laterale rappresentante la Vergine
nel 1831 , e finalmente si accrebbe a 10376 sino dell' Idria con quadretti all'intorno, di Gio. Do
al fine del 1852, quando quella dell'intero distretto menico Quagliata. L'aria del villaggio buona, e
era di 70323. Sul castello di Cefal posto un viene diretto nello spirituale da un cappellano cu
telegrafo. rato eletto dall'Arciprete di Castroreale.
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ivi falla raccolta di frumento, con tutte Sicilia molto grande, uomini onestissimi f
te truppe porlaronsi in Centuripe citt strarricchi, scelli tre ambasciatori loro cit
dei Sicoli, dote giusta il patio entrati, tadini, contro Verre, affinch per loro le-
incendiale le biade degli //tessei e degli slimonianza conoscesse il Senato le calamit
Iblei, si partirono ritornando in Catania: non d'un solo territorio ma quasi dell' in
quinci Nicia volle per alleali i Ccnluripini; tera Sicilia; poich arano i Centuripini per
lo stesso Tucidide nel lib- tu soggiunge: quasi tutta la Sicilia , e quasi in Mi i
fatto in tal cosa Nicia consapevole, spe confini hannosi possedimenti. Indi nella
disce messi a quei sicoli donde era per 2* Az. dice Centorbi famosa dell'onore del
passare il nemico, ed ai sodi di Centu Senato , assai amica e fedele, e per ogni
ripe e di Aggira e ad altri, affinch non verso al popolo Romano congiunta; l'ap
permettessero il passaggio. vero cer pella nell'az. 3 per sancite costituzioni im
mune e libera; nell' az. 4a molto grande e
tamente ci che Gcllio ricchissimo Agrigen
tino celebre per ingegno e costumi , spe ricchissima di tutta la Sicilia; nell' az. 3* fi
dito dai suoi ambasciatore ai Ccnluripini, nalmente per fede, antichit e kga divolga
da loro deriso nell' assemblea pel suo sot venir dai Romani riguardata. Imperversando
tile e spregevole aspetto , giusta il testi in Sicilia la guerra di Pompeo, la citt di
monio di Diodoro, rispose: esser costume Centuripe non di lieve ajulo fu ad Augusto.
degli Agrigentini spedire personaggi di e perci da lui ristorata, e forse di una co
prestantissima forma presso le citt di lonia fornita. Strabone nel lib. 6. Angusto
nome illustre, personaggi per simili a ristor Siracusa, similmente Catania, co
lui presso le basse, n degne di venire me
grande
anche
ajuloCenturipe
gli fu in, to
debellar
quale Pompeo.
citta d
apprezzale. Imperocch soggiunge Cluve-
rio , non era da paragonarsi a Siracusa , Scorgonsi perci ingenti ruinc della caduti
Agrigento, Selinuntc, Segesta, Imera, Leon- citt, rocca e mura oggi crollale degnissime
tino, Catana, e citt di tal fatta; ili essere di ammirazione, e nelle macerie troverai in
stala tuttavia una celebre e ricca citt gran numero monete di bronzo e di argen
tra le mediterranee, da ci ricavasi che to, improntate del volto di Giove e di Apol
line, o di varii simboli, il tripode e la lira a
ebbe Principe proprio ossia Regolo, e dice
lo stesso Diodoro nel lib. xiv. Dionisio significare il cullo di Apolline , la spiga
e r aratro a dinotare la cultura del ter
strinse alleanza con Aggiri tiranno degli
ritorio e la fecondit, i pesci alluden
ripini.
Aggiresi,Avendo
con Damane
i Romani
Principe
invasodeila Cenlu-
Sicilia
ti al fiume vicino , il leone ai boschi
presso l'Etna o ad Ercole e l'epigrafe
sotto il console M. Ottacilio , ed occupali i
KENTOPiniNJlN. Occorrono avanti ogni al
luoghi intorno all' Etna, Centuripe ed Adra-
tro preziosissimi lapilli, o invano altrove
no, difendendo la propria libert, ne sosten
ricercate , o raramente rinvenute , neue
nero lungo tempo l' assedio; gli Adranili
quali scorgonsi incise o scolpite figure,, ed
finalmente furono con violenza espugnati,
in tale e tanta copia, da essersi sopra ogni
i Centuripini per si resero spontaneamente
altro resi eccellenti i Centuripini nell'arie
furono dichiarali immuni dalle gabelle,
di scolpire ed incider gemme, come ere-
e liberi ; ma nessun altro a preferenza di
desi comunemente dagli amatori di ani-
Tullio anche nei posteriori tempi celebr
chi l, a tacere di opere di musaico, delle
l' opulenza e la gloria di Centuripe; impe
quali avanzano frammenti, anzi mostrava
rocch nella 3* verr. afferma di avere i
esimio in questo genere un piccolo bagno
proprielarii Centuripini, il cui numero nella
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CE CE

dove erano a vedere dei pesci artificiali e dalle novissime divisioni appartiensi alla
attaccativi, che scaricala dell'acqua avre valle Dcmana. Riconosce la Signoria del
sti osservato guizzare come se vivi e reali, contado di Adrano e al suo Magistrato era
il qual lavoro and a male i nostri da gran tempo soggiogata, ma oggi servesi
giorni per negligenza di un idiota. Disot- di proprio, segnato dal Conte. Fa parte della
terransi delle statue di marmo , e sole diocesi di Catania, il di cui Vescovo delega
teste qualche volta , figure fittili , vasi di le sue veci al regime delle anime ed alla
qualunque genere ed artifizio . lucerne, e cura del Clero. Ne intendono i terrazzani
cos frequentemente, chea nessun altro alla cultura del territorio, ma principalmente
dei pi antichi luoghi dell'Isola in copia nei fondi loro addetti ed assegnali stanno
ed eleganza di monumenti siffatti va Cen- a seminare il pi bel frumento, che ma
torbi seconda. Fior sotto i Normanni , e gnifico Ira le prime terre vi si produce, e
viene allo spesso mentovata nei diplomi non piccol guadagno ne traggono. Ma ora
dell' uno e l' altro Ruggiero- Ma l' Impera- diciamo del sito. Siede nell'altura di un
tor Federico, per essersi da lui ribellata, colle, e distcndesi da Aquilone ad Ostro,
la spiant, e ne trasfer i cittadini in Agosla dov' precisamente la rocca o ingenti ruine
che aveva ristoralo; rilevo per avere scan- di questa qua e l giacenti per inaccessi
zato la rocca, poich non molo dopo sotto bili rupi, volgarmente ora della Torre di
Carlo d'Angi a lungo vi si difese Corrado Corradino, della quale diremo; verso aqui
Capizzi valorosissimo cavaliere napolitano, lone la Chiesa maggiore parrocchiale sacra
tutelando le parti di Corradino, come nelle all'Immacolata Concezione di M. Vergine,
storie si dello: dopo ci, dice Fazello, Gui ammirabile per la mole, ed ampia da ogni
do Legalo di Carlo espugna Cenlorbi, e parte, sotto il qual titolo tutelare la Ver
Dopo
presol'eccidio
Corrado lutlavolta
sin dalinfondo
nessunlaluogo
dislnissc.
avrei gine agli abitanti; le vanno soggette altre
cinque minori. Sorge il convento di S. Ma
anche stimalo del tutto deserta la citt di ria della Stella, dove in prima fu la Con
reliquie di cittadini; indi il medesimo Fa gregazione degli Agostiniani Riformati, usur
zello : Centuripe, dice, aulica e grandissi pato il titolo di Ccntorbi dalla medesima
ma un tempo , ma ora distrulla ed abi terra; ne fu autore Andrea Guasto da Ca-
tata da rari coloni , volgarmente della strogiovanni nel 1579 , che profferita in
Cenlorbi; ed rezio : V amplissima Centu Catania nella Chiesa di S. Agostino coi
ripe citt allora ...ora delta Cenlorbi, non compagni la professione della regola , si
di case composta, ma di lugurii di giunco trasfer in questo luogo , quasi allora de
e di paglia accomodali. Nel 1548 ottenne serto, e fabbricate anguste celle, pose i
la facolt di ristorare il paese Francesco rudimenti di vita eremitica, e propagolla in
Moncada Conte di Adcrn; da per tulio indi progresso per la Sicilia. Sono degne di
convenutavi gente frequent quel luogo, attenzione tra gli edifizii, fabbriche a mat
talch il Pirri afferma aver conluto al suo toni di antichissima torre appellata Sicchia,
tempo 139 case, 565 abitanti, quantunque quelle a volta di Dogana e di Pannaria
nei regi libri dicasi costare nell'anno 1554 che scorgonsi quasi di ruine coverte. Af
di 209 case, 879 cittadini ; tocc accresci fermano comunemente della torre, avervi
menti in questo nostro secolo, poich nel abitato il Re Corradino, lo che si tutto fa
1713 contava 719 case, 3055 anime, ed voloso, perciocch non mai questo Prin
ultimamente 4938. Vien computata oggi nella cipe vide la Sicilia, ma piuttosto in memo
comarca e la prefettura militare di Aggira, ria di Corrado Capizzi, che crasi unito a
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Corradino contro Carlo, come notai, affer ci che dicemmo dei Conti di Adrano; no
mo essere stato quel nome alla torre tiamo qui tutta volta, essere stala questa
appiccato; e questa apparteneva*! col ter- antica citt sotto i Normanni in possedi
tirorio ai Conti di Adern. mento di Adelasia nipote di Ruggiero e
Sorse un tempo da Cenluripe Apuleo Cel della di lei madre Matilde o Emma figliuola
so peritissimo nell'arte medica, di cui parla dello stesso Ruggiero, che aveva in marito
Scribonio Largo appo Gollz; rifulse ai tempi Goffredo signore di monte Caveoso. Adela
di Augusto, e sotto Tiberio scrisse sulle erbe sia poi fu data in moglie al Conte di Ave-
e sulle rurali cose, di qual lavoro fa men nello colla Contea di Adern ed altre terre,
zione Servio sulle Georg, di Virgilio, e su che sotto i figli di lui passarono. Trovo
gli alberi: fu precettore di Voccio Valente sotto gli Aragonesi il dominio di Adern,
e del medesimo Largo. Si fa menzione di e di Centorbi in mano di Pietro Luca Pel
Apuleo che desse in ogni anno ai suoi un legrino, la di cui unica figliuola congiunta a
rimedio di grande effetto contro i cani rab Matteo Sclafani, questo ne stabil legittimo
biosi, giacch sapeva che spessissimo ed Conte; perci a riprendere Luca Barberi,
annualmente montavano in rabbia i cani che divolg usurpatore Matteo in occasione
della sua patria. Encomiano altres Leone della guerra civile sotto il Re Ludovico;
Cenluripino eloquenlissimo oratore, conosci e ci ignor Isidoro Terrana nella sua di
tore delle lettere greche, che fiori nel se fesa pel duca di Ferrandina. Dallo stesso
colo vili di Cristo, e pubblic gli elogii di Matteo pass ai Montecalena, da questi alla
S. Leone Vescovo di Catania e di S. Gia famiglia spagnuola di Toledo. Sta Centorbi
como Apostolo. Commenda Tullio, Filiarco in 37 40' di latitudine, in 38 di longitu
nunzio dei suoi cittadini al Senato nella dine (1).
causa di Verre, nato in amplissima citt
ed in amplissimo sito. Vicn celebrato da (1) attualmente Centorbi un capo-circondario
Solino e da Plinio il croco ed il sai di di terza classe, in provincia, distretto e diocesi di
Nicosia, distante 36 m. da Catania capitale della
Cenluripe; nel lib. n, dice quegli: checch in provincia, ed altrettante da Nicosia , 147 da Pa
Sicilia si produce, o dai fecondi raggi lermo. Ti ha di recente fondazione nn collegio di
del sole o dall' intendimento umano , Maria costituito dal comune a 14 aprile 1816. ed
sempre all'ottimo si accosta, se non che approvato con R. Rescritto del 16 marzo 1817, il
il frutto della terra vien vinto dal croco di cni oggetto primario la educazione delle don
zelle alla economia familiare, alle arti ed alle
di Cenluripe. Plinio nel lib. 21, cap. 6. lettere; sotto la regola del Cardinal Corradini.
// pi bel croco in Cilicia e quivi Fa eretta nel 1840 dalla piet dei fedeli e merc
nel monte Corifeo; poi nella Licia , nel le care del fu Rev. Cantore D. Vito Hurgi ed altri
Ulonle Olimpo, finalmente in Centorbi in pii individui una Chiesa dedicata poi al SS. Cro
Sicilia; nota Solino del sale: I metalli delle cifisso , e nella Chiesa di S. Antonio Abate per
saline che sono in Agrigento o vicine a oblazione volontaria dei fedeli, ad insinuazione del
zelante missionario Can. D. Giovanni Grimaldi da
Cenluripe si usano siccome sassi, impe Castrogiovanni, si costru una S. Casa di Loreto ad
rocch vi si incidono delle figure espri imilazioue del tipo. Passando alle opere pubbliche;
menti o faccie di uomini o di Numi. Pli il camposanto attualmente in esercizio e costrnito
nio poi nel lib. 31, cap. 7. Sono varii i nel 1817, silo alla estremit del paese, sopra una
colori del sale, rosso in Menfi, rossastro collina verso mezzogiorno, con un piccolo ospizio
di Cappuccini per la custodia, e la comunicazione
verso Oxo, porporino in Centorbi; ma la nella Chiesa di S. Niccol di Bari; una strada ro
miniera oggigiorno, che io sappia, inco tabile che vi conduce dalla piazza fu aperta nel
gnita. a vedere sui Signori di Centorbi 1816 dal Sindaco D. Epifanio Doles , continuata
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Centro della telila. Lat. Vmbilicu Maurolico prese nome dai Greci, poich
Siciliae. Sic. Viddicu di la Sicilia (V. D.) sorgendo in forma di tegola, che dicesi da
Credesi volgarmente la cill di Castrogio- quelli xpxfjio;, guarda in sito declive Au
vanni, ma notai altrove occupare il monte stro ed Occidente. Non ne menzione appo
Artesino, che non dista da Castrogiovanni, gli antichi, e non ben procede essere slata
il centro dell' Isola, nel di cui vertice sono in questo luogo Erbesso, imperocch quan
erette tre pietre, che guardano le rispettive tunque siano state un tempo in Sicilia due
valli. Erbesso, altra vicn collocata, come attesta
Cerami. Lat. Ceramis. Sic. Cirami (V. D.) no, nella Signoria di Siracusa, altra nella
Terr delta da alcuni Ceramio, che secondo Signoria di Girgenli. Ebbesi adunque cer
tamente Cerami a fondatori i Greci , che
dal Sindaco D. Giuseppe Antonio Lo Giudice, avanti i Saraceni dominavano in tutta l'isola,
il quale area cura di aprire eziandio nel 1853 nna ma incerto precisamente in qual secolo.
ttrada a mola che dal largo del mercato pubblico Il Conte Ruggiero, testimonio Goffredo Ma-
mena all'antico castello di Corradino. Si costruiva laterra nel lib. 33, udendo essere dai ne
a spese del comune nel 1832 una via rotabile
che dal caseggiato va ad unirsi alla strada regia mici oppugnato il Castello di Cerami, mand
Ticino il fiume; trovasi attualmente in ricostru avanti il suo nipote Scrlone che ne sostenesse
zione. Generalmente tutte le altre strade interne l'impeto; diecsi aver questi sboccato per
li ridussero a ruota, ci che ammirabile per la le porte contro i barbari, di quali era in
posiiione topica del paese, posto sulle alte vette di gente moltitudine, ed averli messo in fuga;
la groppo di montagne. Il peculio frumentario, n molto dopo sopravvenuto il Conte, diretta
oggi monte agrario, formato nel 1813 e ben am
ministrato per alquanti anni dal fu Can. D. Epi la squadra coli' ajulo di S. Giorgio che mo
fanio Episcopo, somministra della semente in fru strassi visibile ai suoi, scompigli con memo
mento ai coloni poveri, in agevolazione dell'agri rabile strage, come scrive in copia Fazello
coltura, amministrato in alto da due deputati bien con Maurolico. poi a maravigliare come lo
nali eletti dall'Intendente a proposta della Decu stesso Fazello affermi essere siala Cerami
ria. Vengono dal comune mantenute due scuole
pubbliche comunali, una col metodo di Lancaster, sobborgo di Capizzi, donde dista 4 miglia.
lira di rodimenti grammaticali di lingua latina Siede la rocca celebre sin' ora nel ver
ed italiana. Ci ha eziandio una biblioteca pubblica tice supremo della rupe ripida da Oriente
lasciata dal fu Can. D. Calogero Dibencdello nel ed Aquilone , e domina tutto il paese ;
1810. ed approvata con R. Decreto del 5 novem quivi il palazzo baronale fornito di magni
bre 1841. Contava Centorbi nel 1798 una popola
zione di 4455 abitanti, di 6079 nel 1831, e final fiche sale e camere da consiglio , e della
mente di 7044 nello scorcio del 1852. Chiesa del medesimo S. Giorgio, che la
Comprendesi il territorio in sai. 7449,820, delle parrocchiale della rocca frequentala dal
qoali dividendo in culture, 4,106 in giardini, 104, Clero nella notte del Natale di IV. Signore,
15 in cotonati, 88,875 in seminatorii irrigui, 86, che coli' Arciprete vi celebra i divini offcii
862 in seminatorii alberati, 3394,356 in semina
torii semplici, 3166,925 in pascoli, 7,904 in oli- ed il solenne sacrifizio. Il tempio mag
veti, 18,443 in vigneti alberati, 119,326 in vigneti giore, quasi nel centro verso Occidente, sa
empiici, 21,427 in ficheti d'India, 8,213 in al cro a S. Ambrogio dottore della Chiesa, la
beri misti, 427. 155 in terreni improduttivi, 2,103 di cui festa con comune pompa celebrano
in suoli di case. Nelle contrade di Marmora e di i cittadini come di principal Patrono ,
Muglia hannovi le zolfare dello stesso nome, nella
contrada di Pietralonga la defta Chiedi, soggette ad commesso ad un Arciprete che esercita coi
inondazione per le acque sorgive, con zolfo di 2* suoi le cariche parrocchiali ; gli suffragano
qualit. Esporta questo comune frumento, cotone altre 7 minori Chiese. Sotto la rocca verso
e regolizia. L aria ne sanissima. Oriente si form circa il 1580 il Convento
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del tcrz' Ordine di S. Francesco, di cui che recentemente conservasi nella sacrestia
tutelare S. Michele. Alle ime parti del della Chiesa. Fiori eziandio Bonaventura dei
paese verso Aquilone, abitasi dal 1620 il Rosso del medesimo istituto, maestro in S.
chiostro di S. Maria di Monte Carmelo, sotto T. e per dottrina e per integrit di co-
gli auspicii della Vergine Annunziata. Il mo slumi cospicuo ; fu in Roma Procuratore
nastero di monache adorno del titolo di dell'ordine, ed ebbesi destinate alcune pro
S. Maria di Lavina, sotto gli istituti di S. vince, e per ben due volte alla Sicola pre
Benedetto; erano quelle un tempo fuori il siedette; promosse con ogni calore in Ro
paese ; stanno oggi sotto il tempio princi ma il collegio dei suoi di S. Paolo di Are-
pale e mostrano un'antichissima tavola di nula, e l'accrebbe di edifizii, e per ben 30
di N. Donna, illustre per maravigliosi pro- anni visse col accettissimo a tulli; perito
digii. A circa un mezzo miglio il Priorato nel consigliare i Primati anche ecclesiastici,
del SS. Salvatore, destinato ai Monaci Be e primarie Matrone, sino al 1713 quando
nedettini di S. Niccol dell'Arena, per do piamente mor.
nazione di Simone di Policaslro, di cui di Molte cose occorrono dei Baroni, che se
nuovo far parola. gnano oggigiorno gli annui Magistrali , ed
Di questi sacri edifizii ornata Cerami ot hannosi il dritto di armi. Viene il primo
tenne dal 1663 1' onore di Principato; ha nella serie, Simone Conte di Policastro nipote
36 fanti e 4 cavalli sotto l' Istruttore mi di Ruggiero dalla figliuola Flandrina; conce-
litare di S. Filadclfio, e comprcndesi nella delie al Monastero di S. Maria di Licodia
comarca di Troina; riconosce a pastore l'Ar la Chiesa del SS. Salvadore appo Cerami,
civescovo di Messina, che commette le sue 220 passi discosta verso Oriente, colle circo
parli al Vicario Visitatore. Conlava nel se stanti terre, che oggi insignita dell' onore
colo xvi 671 case, 2084 anime; nel seguente di Priorato. Successegli ad erede il figliuolo
762 case, 2767 abitanti; nel 1713 in 649 Manfredi Conte altres di Mazzarino. Tcnnela
case 2434 anime, che ultimamente 2290. sotto i Francesi la nobilissima famiglia di
La lat. di 37 40', la long, di 38 5'. Il terri Arnoldo. Nel 1320 nel censo di Federico II
torio ferace in biade produce mori ed al Pietro d'Antiochia dicesi Signore di Ce
beri fruttiferi , n manca di boschi ; vi si rami, ossia di due parli di essa, poich la
scorgono vestigia di sobborghi, i nomi dei terza era soggetta agli eredi di Giovanni
quali Bagali, S. Maria, e Zuccaleo. Nel feu di Manna; imperocch, come dissi, tre sob
do di Gallo una copiosa miniera non an borghi o casali minori erano uniti a Cera
cora aperta, come anche non lungi una sa mi. Possedeva il medesimo Pietro, a titolo
lina. Viene bagnata finalmente da un fiu di beneficio, i paesi di Capizzi, Mistretta,
me, le di cui ripe sono congiunte da e Regitano; nessun dubbio perci, aversi
un ponte magnifico ed antichissimo, del avuto Federico figliuolo di lui, cui il lodalo
quale affermano aver parlato Cicerone nelle Principe costitu Conte di Capizzi, come no
Verr.; si ha origine sotto Capizzi e scari tano le storie, soggetta Cerami per drillo
casi nel Salso verso la pietra di Scrlone. di feudo verso il 1333. Non abbastanza di
Diede finalmente Cerami degli uomini scerno, e solo per congettura, come dun
illustri: Luca Nicasio del tcrz' ordine di S. que Pietro II abbia nel seguente anno con
Francesco, che dotato d'innocenza di vita cesso gli onori di Conte di Cerami a Russo
e di chiarissima virt , distinto da Dio Rosso, nel solenne giorno di sua incorona
per maravigliosi prodigii, visse a lungo in zione in Re, e molto congruentemente addur
Messina, dove depose la spoglia mortale, rci la fellonia d'Antiocheno, priach Pietro
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gli onori intraprendesse; perciocch Fede ser venuta Cerami in potere di Giovanni
rico di Antiochia erasi unito a Francesco Carretto Russo Barone di Cerami. Stemma :
Yentiraiglia negli ultimi tempi del Re Fe una stella d' oro cadente in campo rosso;
derico ed aveva con lui eccitato turbolenze, case 'OO; possiede altres Mililello V. D.
e forse dai beni era decaduto, onde della case 400, 1606. Possiede Cerami la fami
di lui Signoria devoluta nelle mani del Re, glia del Carretto. Ma appo Emmanuelc SiciL
secondo il costume, fu disposto in favore di Nob. Par. 2, lib. 1. Da Girolamo ed Isa
Russo Rosso; e questi pot venir nominato bella accennati nacque Giovanni, cui con
Conte di Cerami nel 1336. Mclchiora Angotla tocc il figlio Francesco
Mancato eziandio il Rosso nei doveri, con Russo che merita menzione per l' acquisto
segu Cerami con Capizzi Francesco Palici del mero e misto impero nel 1640, che
figlio di Niccol, che per qualche tempo merit anche il primo il (itolo di Principe
t presiedette, finch disturbato e spogliato nel 1663 per privilegio di Filippo IV, ed
dai beni, cedette il luogo a Berardo di ottenne il v posto nel Parlamento trai bor
Spadafora, che, pel rescritto di Federico III gomastri; esercit eziandio Francesco nel
del 1356, prese quella terra in possedimen regno la carica di gran Gonfaloniere, di che
to; successegli il figliuolo Tommaso nel Damiano Russo, per beneficio dei Re Ara
1363, cui cinse della benda nuziale Bea gonesi, dicesi da gran tempo decoralo, da
trice Russo figliuola di Errico; e questo quando fu inlimato in queir epoca il mi
Errico leggiamo trai Conti di Cerami, ma litare servizio della Sicilia. Da lui e da
rito a Lucca di Chiaramonte; n fuor di pro Alessandra Santacolomba nacque Giovanni,
posito in quel tempo quando due vantavansi che con Remigia Scammacca sua moglie
Baroni del paese medesimo, imperocch in gener Domenico, il quale ebbesi Giovanni
grande sconcerto eran le cose dell'isola, per da Anna Polizzi, registrato trai Patrizii di
la malizia dei Signori. Sotto il re Martino Catania, marito ad Olivia Moncada, che vive
vien segnato Guglielmo Russo a successor di oggi per bont di costumi e sludii di fi
Tommaso, che dalla moglie Eleonora ebbesi losofia ed eloquenza prestantissimo. Notiamo
il figliuolo Ludovico, soggetto alla Curia pel qui affermarsi appo taluni, Francesco Yen-
castello e la terra di Cerami nel censo del timiglia esser divenuto Barone di Cerami
medesimo Martino del 1408. Pietro gene per somma congruente sborsata, averla as
rato di Ludovico, fu Signore nel 1443 donde segnala in dote alla figlia Elisabetta o Isa
Errico, cui succedette Girolamo nel 1508, bella e maritala ad Errico Rosso; ci non
che si ebbe in moglie Caterina Barrcsi, don trovo presso quegli scrittori che trattano del
de nacque Vincenzo Girolamo poi marito l' uno e l' altro Francesco Conte di Geraci (1).
ad Isabella Larcan, ai quali nacquero Gior
gio, Beatrice, e Paola la quale ultima erede (IJ Cerami un comune che comprendasi nella
dopo l'immatura morte del fratello, e Con provincia di Catania, distretto e diocesi di Nicosia
da coi disia 9 va., circondario di Troina donde 6
tessa, divenuta moglie a W. Camolo Cava m. distante, 48 da Catania, e 137 da Palermo. Vi
liere messinese, partorigli Girolamo, che ha un monte agrario da cui prestasi frumento, fon
per norma dell' avolo assunse il cognome dato nel 1838 ed amministralo da due deputali1,
e le armi dei Russo, e prese in moglie Isa la carica dei quali biennale, ed eletti dall'In
bella Carretto dei Conti di Regalmuto. tendente da cui dipende lo stabilimento. 11 ter
ritorio di sai. 4766,605, delle quali 3,950 in
Nell'anno 1607, conosco appo Sancclla, orti semplici, 58,172 in seminalorii alberali, 3362,
o il di lui Epilomatorc che nota i Baroni 304 in seminalorii semplici , 1804,277. in pascoli,
per sino all' unno vi del secolo scorso, cs- 30,757 Jn vigneti alberati, 287,176 in vigneti seni
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caratano. Lai. Ceratanum (V. K.) V. censo del 17 13 ed 82 abitanti. Il territorio vien
Giarralana. sotto il nome di Calcusa, dove Cerda siede.
terrina e Cerclnlte (V. N. ) Isole tra Ebbe un tempo dritto su di esso, Giliberto
la Sicilia e l'Affrica, da questa distanti 18 mi Cenlelles Conte di Collesano; cbbelo poi Lu
glia e pi da quella; perloch apparlencn- ciano VentimigKa Signore di Castronuovo,
tisi all' Affrica. donde pervenne alla famiglia Bardi, impe
Cerclurl. Lat. Circiuris. Sic. Circiuri rocch Antonio Bardi comprollo nel 1457 e
(V. N.) altrimenti Corciuri. Lago di cui lo lasci al figlio Salvatore, che ottenne
l' Arczio indica il sito: tre fonti di non me nel 1526 dall' Imperatore Carlo V la facolt
diocre ampiezza sono certamente tra la di congregar gente. Ebbelo, sborsatone il
terra di Scicli e gli stagni Elorini; ad prezzo ai Bardi, Giuseppe Santo Stefano e
uno nome Samuele, ad altro fonte di Cerda Signore di Fontana murala e di Valle-
S. Paolo; il lago poi non del medesimo lunga, che promosse le fabbriche nel 1656. e
nome perciocch l'appellano Circhiuri. divenne dopo Ire anni per diploma di Filip
E abbondante in pesca , un miglio dalla po IV Marchese di Cerda. Da lui e da Giu
spiaggia distante, ed apre la foce do seppa Bertola, Alessio consegu le Signorie
v' il capo e la piccola rada del mede nel 1674, che con Antonia Notarbarlolo ge
simo nome. Marlines da Fazello : appresso ner Giuseppe, il quale vive Tribuno della
Pozzallo a 2 miglia il capo Maganulo, regia Milizia, Prefetto del Castello di Paler
e segue una piccola cala, dov' un lago mo, ed unito in sacri vincoli ad Eleonora
del medesimo nome, e di l un miglio e Vanni, ebbesi da lei il tiglio Messia. Gode
mezzo occorre il capo Cerciuri, ed una del potere di armi, e proffer il voto nel-
piccola rada cui vicino il lago ad un l' ultimo Parlamento del Regno nel 1754.
tiro di pietra, che rende pescoso il fiume Fecondo il territorio di Calcusa, ma colli
appellalo di S. Paolo. e numerose valli occupano il feudo anche
Orda (V. M.) Terra di non antica fon feraci in biade per l'industria degli agri
dazione, col titolo di Marchesato, apparte- coltori (1).
nentesi alla chiarissima famiglia di S. Ste figaro. Lat. Ccsarum. Sic. Cisar(V. D.)
fano : altrimenti Tavernanova. Occorre a Altrimenti Cesaredium, o Chisaro dell' Iso
coloro che viaggiano per Palermo tra Cal- la. Paese che gode dello stemma Ducale,
tavuturo e Termini , in un terreno piano
poco avanti il tragitto del fiume Torto; ivi (1) un comune in provincia di Palermo, di
un ponte di Pietra dello della Meretrice, stretto di Termini da cui dista 10 m. , circonda
che oggi non di uso alcuno, perciocch rio di Ciccamo da cui 10 m. distante, 34 da Pa
dista di mollo dalla via pubblica. La Par lermo nella di cui diocesi si comprende. Contava
rocchia sacra alla Vergine sotto titolo del nel 1798 in popolazione 1136 abitanti, 1821 nel
1831, e 2409 sul fine del 1852. La estensione del
l'Immacolato Concepimento; deccntissima territorio di Cerda di sai. 1965,213, delle qnali
la casa baronale; ricavaronsi 1G abitazioni dal 1,520 in giardini, 1,580 in canneti, 23,122 in se-
minatorii irrigui, 1001,389 in seminatorii semplici,
plici , 318,419 in terreni improduttivi , 1,520 in 497,006 in pascoli , 70,210 in oliveti , 44,380 in
suoli di case. Esporla grano, vino e legumi , e si vigneti alberati , 127,616 in vigneti semplici 18,
trova anche nel suo terreno delio sobillo minaceo, 743 in soramaccheli, 9,634 in ficheti d'India, 169,
argento, rame , tal fossile, e zolfo. Ascendeva la 370 in boscate, 0,643 in suoli di case. Il suo mag
popolazione nel 1798 a 3667, a 4596 nel 1831, ed gior commercio di esportazione consiste in vino
a 5162 erasi accresciuta sino al 1852. Salutifera ed in olio ; l' aria buona ma vi si soffrono le
1' aria. nebbie, poich situato in una valle.
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oggi appartencntesi ai Colonna-Romano: si regio patrimonio, due volte Pretore in Pa


contiene nella diocesi di Messina, nella pro lermo, e visse sino al 1740; successegli
vincia dell'Istruttore di Taormina e nella co- per cessione paterna Calogero Gabriele
marca di Troina. Sorge in arduo silo, separa nipote di Giovanni Antonio e figlio di Eleo
to verso Levante alle fonti del Siinelo dalla nora Branciforti; occupa Calogero il XXVM
stessa Troina, verso Maestro da Bronte. Sta posto nel Parlamento, dotato di egregii co-
in 38 20' di long, in 37 40' di lalitud. La slumi e degni di un primario personaggio,
principale Chiesa dedicata alla Vergine As encomiato ancora per cultura d'ingegno(l).
sunta sotto la cura d'un Arciprete, cui Celarla (V. M.) Antica cilt marittima,
sono soggette altre cinque Chiese filiali. La posta da Tolomeo tra il fiume Bali oggi
Chiesa fu un tempo assegnata ai Minori dal Jali e Palermo, per cui credono alcuni di
1570 sotto il titolo di S. Rocco; oggi ador esser sorta presso la spiaggia in quel luogo
nata dal 1623 di convenevoli fabbriche per che ad un colle soggiace dove secondo Fa-
beneGcio del Principe oggi va sotto il nome zcllo fu Elima, oggi volgarmente detta Pa
di S. Calogero. La rocca che sorge nell'alto lamita, e vi sono orme di antica abitazione.
del poggio era celebre un giorno, or va Cluverio tuttavia stabilisce Partenico presso
tutta in rovina. Palamita, unendosi col Fazello giudica doversi
Si fa menzione per la prima volta di Ce collocare Cetaria tra il caricatojo di Sege-
sari) al tempo di Federico II, imperocch sta, volgarmente Castellammare, ed il capo
questo Principe spogliatene Inquinta Asma- di S. Vito, dove appariscono manifesti in
ris de Ayn, e Nida mogli di Raimondo Mon- dizi! di anlica citta, con una torre d'ispe
cada, per avere ucciso a tradimento il fra zione detta dai vicini Scopello; ivi si fa pe
tello Giacobino di Pozzuoli Signore del sca di tonni che sogliono salarsi , per cui
paese, donollo a Cristofaro Romano Y an dal vocabolo Cela ossia tonno fu in latino
no 1331, il quale fu medico regio , Stra- idioma appellata Cetaria. Da Plinio si fa
tegoto di Messina, ed ebbe in moglie Lucia menzione dei popoli cos detti Cilarii dalla
figlia di Manfredi di Chiaramonte. Sino citt.
ad oggi i di lui eredi possiedono Cesar;
trai quali nel 1408, nel registro di Martino I, (1) Oggi un capo-circondario di 3* classe in
si fa menzione di Tommaso Romano dipen provincia di Messina, distretto di Mistretta, da coi
dente dalla Curia pel castello e la terra Cesa dista 30 m., diocesi di Patti, distante da Messina
r, e pel feudo di S. Lucia; ottenne altre Si 71 m. 30 da Mistretta. Ci ha nn monte agrario, che
dipende dall'Intendente, ossia peculio invertito, fon
gnorie, e si annunzia dal Mongitore Maestro dato dal 1788, e che presta frumento con le regole
Giuslizicro del Regno. Ebbesi a figlio Cri generali; diretto da due deputati e dal Sindaco eletto
stoforo il giovane da cui Giannantonio, dal dal decurionato con l' approvazione dell'Intendente,
quale Tommaso II nel 1435 fu dichiarato e la carica biennale pei due, in corso pel Sin
Signore di Cesar ed altri dopo lui, la cui daco. Dai 13 a 20 giuguo vi si apre una fiera per
bestiame, tessuti, ed altre merci. Contava nel 1798
serie si registra in appresso parlandosi del una popolazione di 3320, di 3372 nel 1831, e di
fiume di Dionisio. Per privilegio di Carlo II 4121 nel fine del 1852. L'estensione territoriale
nel 1643 fu dichiarato primo Duca di Ce di Cesar comprendesi in sai. 1 1915,945, delle quali,
sar Antonio Ioppolo Presidente del regio dividendo in culture , 7,570 in seminatori! albe
Erario, che dal giorno di sua morte dichiar rati, 2912,004, in seminatorii semplici, 7035,980
erede la figlia Rosalia moglie a Calogero in pascoli, 4,585 in vigneti alberati, 92,350 in vi
gneti semplici, 1863,339 in boscate, 0,117 in suoli
Gabriele Romano-Colonna, il quale fu dei di case. II suo primario commercio di esportazione
12 Pari del regno, Maestro Razionale del vieue costituito dal frumento.
324

CU di

Chcmonu. Lat. Kemonius (V. M.) Fiu fredi subitamente mun, perloch merit il
me. Vedi Cannizzaro; sgorga nel territorio nome di fondatore di Chiaramonle. IN'uova-
di Palermo sotto il Parco, detto in Saraceno nicnle si compose dopo 1' eccidio, ed oggi
Kemonio, che vale presso noi torrente. occupa il quarto luogo nella Contea di Mo
CbersoncNO il" Asosia. Lat. Cherso- dica. L'antica rocca o torre, appresso la
nesus Auguste (V. W.) jVedi Agosto, Ma Chiesa di S. Giovan Ballista, conserva oggi
gnisi. Vedi Japso Massa Oliveri. poche vestigia, poich peri pel tremuoto
Cblaramonte. Lat. Clarusmons. Sic. dello scorso secolo, ed occupa il luogo pi
Chiaramunli (V. IV.) Paese oggigiorno ricco elevato del paese. Il tempio maggiore di
ed abbondante, sito sulla vetta d'un colle S. Maria La Nota, sacro alla Nativit della
alle cui radici verso Levante si ravvisano medesima B. Vergine, l'unico parrocchiale,
le vestigia di Gulfi piccola antica terra. Fa con un sacerdote che ha cura di anime ;
parte della Contea di Modica, e la sua ri- non d'ignobile forma si leva dall'anno 1336,
slaurazionc si ascrive ai Cliiaramontani Si e di nuovo dal 1608 accresciuto di nuovi
gnori, che g' imposero il nome. Non evi edifizii, rivolto verso Occidente, cui cor
dente secondo Arezio e Maurolico che ivi risponde una piazza destinata a pubblico
stata fosse Acre, il che a suo luogo dimo mercato , dov' era un tempo una fontana,
strai. Fazello afferma, non meno di 8 in. Sono a queste suffraganec altre otto Chiese,
da Ragusa dista Chiaramontc sopra erte tra le quali quella di S. Vito Patrono sin
e sassose colline, paese fabbricalo da Man golare della citt, molto elegante , fabbri
fredi Chiaramonlano , dello anticamente cata a voto degli abitanti , ed avuta dagli
Gulfis, ma di silo poco pi basso, e le di esteri in venerazione. Pirro fa menzione
cui vestigia ancora e Cinese diroccale ti della Chiesa di S. Maria Annunziala, che
si osservano. Volle Manfredi, secondo la disse altres destinala a conferire i sacra
storia, che fosse cinto di mura, come dagli menti agli abitanti, dov' una celebre inda
avanzi si rileva. Nel fine del secolo xm, gine della medesima Vergine. Occupano
assediato fortemente dai Francesi sotto Rug quella di S. Vito i Frali Carmelitani dui 1590,
giero Lauria, per alquanto tempo gagliar ai quali diconsi pi antichi i Minori Con
damente ai nemici resistendo, poi cedendo ventuali fondali per opera di Antonello Tur-
sin dalle fondamenta fu distrutta. Sono parole torcto, perciocch dal 1432 secondo Ca-
di Niccola Speciale : tentarono di espugnar gliola stanno ed officiano nella Chiesa de
Chiaramonle con violenza, e temendo gli dicala a S. Francesco. Abitavano in pri
abitanti del primo assalto, difesero le loro ma gli Osservanti Riformali nella Chiesa di
mura , non polendo poi sostenere gli ul S. Giovan Ballista, in luogo elevato presso
teriori impulsi, scelsero di rendersi e de le mura , indi nel 1620 si raccolsero alla
posero le armi; soggiunge la slrage lo sto parie orientale del paese in un'altura;
rico, la crudele barbarie dei nemici, i quali antichissimo questo tempio di S. Giovanni,
non risparmiarono et, n i bambini o lat dicesi annesso alla Commenda di S. Gio
tanti o i feti ancor nell'utero materno, vanni di Bandazzo, ed in somma venera
dal che ricavasi che pria del 1299, in cui zione appo i paesani secondo il sullodato
tali fatti avvennero, stabilir si deve l'ori Pirri. Il titolo del nuovo cenobio di S.
gine di Chiaramonle, o almeno dopo l'inau Maria di Ges. Nella met del secolo xvi
gurazione di Federico II avvenuta l'anno fu dato ai Cappuccini il tempio di S. Maria
1296. Immediatamente i Gulfensi furono di Gulfi sotto il paese, di cui dir; ma Del
trasportali in un luogo pi elevato che Man l' anno 90 emigrarono nella Chiesa di S.
325
CHed ai supremi Magi-
guardo allo spirituale, CII

Maria Maddalena presso il paese in un pic strali della Contea nel civile; hannosi i loro
colo colle che occorre a chi entra verso Decurioni, ij vindice dei misfatti, i giudici,
Occidente; in qual tempo certo gli Eremili e godono dei privilegii della Contea me
di S. Agostino della Riforma di Ccntorbi, desima. Il territorio fecondo ed irrigato,
unironsi nella Chiesa dei Golfi, dov' un somministra in abbondanza agli abitanti bia
elegante simulacro di K. D. illustre per in de, vino, olive, canape, ortaggi, pascoli, e
numerevoli miracoli, onde se ne celebra in nutre molte greggio ed armenti. Celebri
ogni anno dagli abitanti la festa con solenne uomini resero illustre il paese: Tommaso
pompa, e come Patrona venerasi la Vergi Chiaula, al tempo dei Re Martino ed Alfon
ne. Si nota negli atti dell' Ordine aver nel so, che laurealo poeta scrisse un corpo di
1643 i Mercenarii sotto titolo del SS- Sal tragedie, e felicemente comp un poema
datore abitato una Chiesa in Chiaramente, sulla guerra di Macedonia in 24 libri in
dov' un bellissimo simulacro di N. Signore. verso eroico; non che pubblic la vita di
Le monache che professano la regola di S. Alfonso cui fu accettissimo. Giovanni Anto
Benedetto hanno unito il Monastero, fondato nio Canneci giureconsulto esimio scrisse un
a spese di N. di Castronuovo, alla Chiesa trattalo magnifico sui feudi. Vito Piza dell'Or
di S. Catarina V. e M. dal 1576: altre da dine dei Minori, professore di scienze nel
poco si radunarono sotto gli istituti ed il ti suo convento di Padova, lasci monumenti
tolo di S. Teresa. Ultimamente fu istituito di eccellente ingegno ai sacri oratori, ai
un cos dello collegio di Maria alla istru teologi, ni filosofi; ne un encomio appo
zione del sesso feminile. Sorge anche ol Uvadingo. Egidio Mancuso dei Minimi, teo
tre a questi luoghi uno spedale per alber logo e filosofo esimio; Teofanio Mancio, i
gare e curare gli infermi poveri. Conserva quali vengono elogiati dal Mongilore nella
Chiaramonle 1' antico stemma dei Conti, cio Biblioteca (1).
tre monti, cui aggiunsero un tempo gli abi
tali la Ggura di N. D. concepita senza pec (1) Il circondario di Chiaramonle, che sin del
cato. Pie il silo un po' a seno, ed in de 1834 era stalo elevalo alla 2* classe, per effetto
della separatone dei due comuni di Monlerosso e
cimo, rivolto a Greco; diviso in vie rette, Giarralana, che pel Beai Decreto del 17 febb. 1835
piane, ed ampie pei luoghi principali, delle composero il nuovo circondario di Monlerosso
quali la pi grande dicesi del Corso: n attualmente considerato di 3* classe, perch la sua
manca eleganza nelle case private dei cit popolazione rimane al di sotto di 10 mila anime.
tadini. Si appartiene alla comarca di Cal- Comprendesi nella provincia di Noto da cui dista
30 m. non rotabili, nel distretto di Modica donde
tagirone, e riconosceva il prefetto della Mi 12 m. non rotabili , nella diocesi di Siracusa da
lizia provinciale di Scicli , sotto le di cui cui distante 9 m. rotabili, 29 non rotabili, e fi
bandiere aveva 78 fanti e 21 cavalli. Ne nalmente 49 rotabili, 91 non rotabili da Palermo,
fu il numero delle case da Fazello di 1191, 24 don rotabili dal mare Africano, e propriamente
da Sancetta di 1300 sotto l'Imperatore Carlo; nel tratto dov' soprannominato di Pozzallo, in qual
punto gli pi vicino. Dall' epoca del paese alla
erano per le anime 5830 nel 1395; nella nostra questo comune ha ricevuto degli abbelli
mela del seguente secolo le case 1333, gli menti, e principalmente nel 1812 quando ebbesi
abitanti 4871, n assai ne dista il conto del cura di fornir di selciato le strade interne rota
Pirri; nel 1713 numeraronsi 1657 case, 5539 bili, ed inoltre una strada a ruota intercomunale
abitanti; e da una novissima rivista enume- venne aperta da Chiaramonte a Comiso nell'anno
raronsi 6222 abitanti , che van soggetti al 1852. Varie Chiese furono anche ricostruite ed
abbellite, la Chiesa madre nel 1720 , il convento
Vescovo di Siracusa ed al di lui Vicario ri dei M. Conventuali nel 1825 , e quel dei Minori
Riformati in corso di fabbricazione e di ristauri,
326
CU CH

Cbldia (V. M.) Casale antico oggi di essendone il silo fra tre colline e due ra
strutto, ma nel di cui territorio per una mi del fiume Isburo, sembra perci chiuso.
valle intermedia appresso Sutera sorse Ca- Siede in un poggio verso Greco, quasi di
sleltcrmini, di cui si disse. figura quadrangolare, diviso tutto in centro
cubm. Lat. Clusa. Sic. Chiusa (V. M.) da una valle, che per la troppa pioggia al
Nobile paese, e capo di Contea, che ere- largarono da per tutto le acque del tor
desi fabbricata volgarmente per opera di rente, talch anche sono andate in rovina
Matteo Sclafani Conte di Adern nell' anno case di terrazzani. La primaria Chiesa par
1320, secondo Fazcllo; imperocch forse nel- rocchiale dedicata a S. Niccol Vescovo ha
l' annunziato anno Chiusa esisteva, e dice- soggetta quella di S. Caterina, dove anche
vasi casale spettante al medesimo Matteo, si ha cura di amministrare i sacramenti,
che viene nel censo di Federico II a Signore quella cio nelle parti al di qui della valle
del casale di Chisa; imper questa voce nel luogo il pi basso, l'altra nelle parti
Chisa per menda di Amanuense venne in oltre la valle nel sito supremo, ma sotto
luogo di Chiusa. Secondo lo stesso Fazello un solo Arciprete e 36 preti, che in en
ed il Pirri prese tal nome, perch Matteo trambe han cura delle cose divine.
aveva un territorio chiuso per pascolo dei ornata eziandio Chiusa di varie case
cavalli, dove gettaronsi le fondamenta; ma di monaci e di 9 Chiese cos dette filiali;
altri spacciano avor preso tal nome perch imperciocch la Chiesa di S. Leonardo al
di fuori, che Niccolo Peralta volle unita
la Chiesa di S. Filippo nel 1840, e quella dell'Im al Monastero di S. Martino delle Scale nel
macolata nel 1848 ; in costruzione un ameno
camposanto. Dal monte agrario istituito nel 1811 1391 , acci fosse un ospizio pei monaci,
sotto nome di peculio con la tassa del 5 per 100 cedette poi nel 1475 ai padri della congre
sulle terre rivelate, prestasi frumento , le cautele gazione Olivetana, che ad un tiro di pietra
pel prestito dannosi in pegni , o con fiJejussione dal paese fabbricarono nel 1614 novello e
di persone solvibili , la cui scelta essendo a ben celebre convento in elevalo ed amenissimo
vista dei deputati , questi medesimi restano soli sito. I frati predicatori occuparono non lun
dalmente garanti coi fideiussori; dipende dall'In
tendente ed diretto da due deputati scelti da gi dalla rocca la Chiesa di S. Maria nel
lui, la carica dei quali biennale. Era la popo 1531, somministrando le somme e la dote
lazione di Chiaramonte nel 1798 di 6594, di 8112 il Conte Alfonso di Cardona, ed abitarono
nel 1821, e nel fine del 1852 di 8033. L'estensione poi il tempio del S. Rosario di gi perfetto.
territoriale di sai. 6014,745 , delle quali 2,560 Tocc ai Minori Conventuali la Chiesa di S.
in giardini, 2,621 in orti semplici, 0,593 in can
neti, 31,078 in seminatori! irrigui, 263,301 in se Antonio verso la Parrocchia di S. Caterina
minatori! alberati, 2907,049 in seminatorii sem nel 1545, per opera di Tommaso Pinaro-
plici , 1640,208 in pascoli , 456,243 in oliveti, 10 maestro dell'ordine. Per liberalit del
323,751 in vigneti alberati, 381,373 in vigneti medesimo Alfonso slabilironsi nel 1336
semplici, 3,798 in Gcheti d' India, 2,170 in suoli di nella Chiesa di S. Vito e gli Osservanti
case. Il suo maggior commercio di esportazione
consiste in grano , olio , e cacio. Per la festivit ad un miglio, da lui donali del decente ceno
di S. Vito dai 13 giugno per uso inveterato apresi bio, che venne dato ai Riformati nel 1592,
una fiera di 8 giorni per bestiame, tessuti, ed altre promovendo la cosa Innoccenzo Caldaroni
merci, e nel giorno 13 agosto un'altra per bestiame, del medesimo istituto, esimio per innocenza
durante 17 giorni , in occorrenza della solennit di vita; vi si venera con somma religione
dell' Assunzione di N. D. situato propriamente
il comune in alto ed isolato collo, gode perci di 11 simulacro del volto di N. S. ed insigni
aria sana, ed ba dell'acqua buona, ed in abbon reliquie di Santi per dono del medesimo
danza. Innoccenzo vi si conservano. Si assegn
32T
cn CU

un luogo ai Cappuccini dal 1581 sotto la per testamento del padre. Il figlio di co
Chiesa di S. Vito fuori la citt. Gli Ago stui e di Elisabetta, il giovane Mccol men
stiniani dal 1625 abitavano in S. Niccola tovato nel censo del Be Martino, manc di
presso le mura, ma l'abbandonarono. Le prole; quinci l'ottenne la sorella Caterina
sacre vergini sotto regola di S. Benedetto maritata ad Alfonso di Cordona Conte di
hannosi un ricco monastero, pegli ediGzii as Beggio, il quale rifulse Maestro Giusliziero
sai ammirabile, addetto alla Madonna An del Regno , e ne gener Antonio anche
nunziala, presso il tempio maggiore verso Signore di Giuliana, e Vicer di Sicilia, il
Oriente. Il sullodato Innoccenzo, raccolte in di cui figliuolo Alfonso, Conte di Chiusa
Roma delle somme, procur costituire una divenne per privilegio di Carlo Imperatore
casa sodo il titolo di S. Anna per le don nel 1535, ed ebbesi ad erede la zia Ca
zelle orfane, a qual pia opera prest njuto terina, maritata a Lorenzo Gioeni Marchese
il Conle Lorenzo Gioeni. Da pochi anni di Castiglione; poich Diana sorella di Al
sorse il Collegio di N. D. del Lume. Vi ba fonso sposata a Vespasiano Oglio del Vicer
finalmente un decente Spedale, amministra Gonzaga era morta senza prole nel 1593.
to dalla compagnia dei Bianchi. Celebra Giovanni poi succedette a Lorenzo , ed a
eziandio il Pirri le congreghe del S. Sal questo Alfonso che non ebbesi prole da
vatore, delle anime purganti, di S. Ca Maria di Avalos. Tommaso quindi fratello
terina, e dicele illustri. di Giovanni primo Principe di Castiglione,
11 Palazzo del Conte, o la rocca da gran fu detto Conle di Chiusa. Vedi degli altri
tempo cospicua, oggi ruinosa, siede in un dove dissimo di Aidone.
sito primario, nella di cui piazza nel di fe Si resero illustri trai cittadini : Innoccenzo
stivo sacro al Patrono S. Bartolomeo si ten Caldn reni Laico dell'Ordine dei Minori, di
gono celebri fiere. Le case dei cittadini, che cui gi sopra dicemmo ; ne pubblicata
decentemente per le contrade del paese l' ammirabile vita ; fiori tanto in Sicilia
s'innalzano, gli accrescono bellezza. Il Conte che in Roma accettissimo ai Principi ed
ba dritto di armi , segna gli annui magi al sommo Pastore della Chiesa Urbano Vili,
strali che reggono il popolo, e siede il x da cui di varii piccoli doni regalato, tra-
posto nel Parlamento. Dirige il Clero un smiseli al convento della patria; onoralo
Vicario del Vescovo di Girgenti. Eran sog da Dio di maravigliosi prodigi, illustre del
getti al Prefetto militare di Monreale C8 dono della profezia, travaglialo da lunghe
fanti e 16 cavalli. Comprendesi finalmente malattie , lieto finalmente soggiacque alla
Chiusa nella comarca di Corleone; conta- morte nel 1631. Clemente de Martino Abate
ronsi sotto Carlo V 924 case, e nel 1595 dell'Ordine Olivetano e generale Visitatore
eran 4454 gli abitanti; sotto Filippo IV nel in Sicilia, diresse il suo quarto Monastero
1552 le case 1368 e gli abitanti 5297; nel del Bosco, da quel di S. Leonardo nella
l'13 le case 1277 e 4867 gli abitanti, che patria sua molto meritando, ebbe cura con
ultimamente 5675. Corrisponde il sito quasi pi di magnificenza fabbricarlo; presso le
a 31 di longitudine ed a 37 40' di latitu mura nel 1624 mentovato dal Pirri. Giu
dine. Ebbcsi Chiusa il primo, come avvertii, seppe Riccio insigne giureconsulto ed in
Malleo Sclafani, la di cui figlia Luigia , gegnosissimo prete , pubblic due tomi
Guglielmo Peralla prese in moglie con per sui pubblici giudizii , molto approvati
dote Chiusa e le altre signorie oltre il fiu dagli uomini di lettere , e varie operette
me Salso. Da questi Guglielmo , donde divulg in metro italiano, enumerate dal
Vioiaimi secondogenito, cui tocc Chiusa Mongitore, appo il quale si fa pure men
328
CH CI

zione di Niccol Blasco, nelle umane lettere CIca.Lat. Xiaca (V. M.) Scoglio di 130
versatissimo, che scrisse sulla grammatica, passi di circuito, nel mare di Licata, diviso
e rese sommamente illustre la poesia si dal continente per un angustissimo stretto.
ciliana. CiragMonl. Lat. Cifaglionum. Sic. Ci-
A pochi altri dell'Isola affermasi ce faggbiuni (V. .>'.) Capo nel lido australe .
derla quel territorio lietissimo in pasture, tra Ippar e la foce del Birillo , con un
ferace in biade ortaggi frutti mele olio asilo dello slesso nome. Non lungi i piccoli
\ino, celebre per abbondanza, e si larga scogli, dai siciliani Scoglietli; indi succede
mente ne proviene ogni frutto, da sommi la cala di Vittoria e la spiaggia Camarina.
nistrare in gran copia e ci che neces qui racchiusa l'aria in immense grotte
sario, e ci che delizioso alla vita. Se sotterranee, e che confinano al mare, don
condo Fazcllo in esso e propriamente nelle de succedono degli strepitosi rimbombi, il
contrade cui nome Giardinetto e Ca- che diede occasione di sospettare ad Ata
nalotlo, un' acqua che impietrisce; il che nasio hirchcr , che aprasi sotterra un
affermano e Pirri ed altri. Maja per at gran canale, donde il mare Affricano , da
testa nella sua Peragrala Sicilia, igno qui sino allo stretto di Messina venendo ,
rare affatto gli abitanti del luogo interro turba talmente col vigore dei venti le
gali, di tale acqua, o perch mai non acque del Tirreno e dell'Adriatico che ri
l'avvertirono, o perch per vene occulte concorrono, da formare quell'implacabile
incanalatasi siasi col tempo dimenticata (1). bollore infesto ai naviganti, e che dicesi
volgarmente Garofalo.
Gerone appresso Centuripe rimpelto i
(1) Oggi Chiusa un capo circondario di terza
classe, in provincia di Palermo, distretto di Cor- nemici pose gli accampamenti, ed ordin
leone, da cui dista 12 in., diocesi di Morreale, di l'esercito presso il fiume Ciamasoro. Ag
ttante da Palermo 51 m. Precipitata per una frana, giunge a ci il Cluverio: questo Ciamasoro
poich molto a queste disposto il territorio, la esser quel fiume che sgorgalo sopra il Con
Chiesa maggiore mentovata dall' autore e dedicata vento di Maniace scorre olire Centorbi, e
a S. Niccol, per la piet degli abitanti ne venne
un'altra magnifica da pochi anni compita a Ire poi si scarica nella sinistra del Siatelo: ma
navi e con cupola, nelle cui ali meritano atten il fiume di Maniace assai prima sbocca nel
zione i quattro dettatori del vangelo, stupenda Simelo, n si appartiene al territorio presso
mente dipintivi dall'egregio Giuseppe Meri. Il bel Cenlorbi; dunque il fiume dove Gerone po
monastero adorno di magnifica Chiesa sito a tre se il campo, che congiungesi al Simeto sot
miglia dal paese appartenentesi agli Olivetani, fu
dal 1794 dato dal Re Ferdinando I agli Agosti to Cenlorbi il Salso, che io appello orien
niani calzi. La sua estensione territoriale di sal tale, poich scorre verso Oriente. Nasce sotto
me 3695,627, delle quali dividendo in culture, 0,833 i colli verso Nicosia, dove sono miniere di
in giardini, 2,542 in orli semplici, 1,798 in can sale, bagna il territorio di Nissoria, scorre
neti, 319,351 in seminatoti; alberati, 1264,604 in oltre la pietra di Serlone sotto il monte
seminatori semplici, 592,613 in pascoli, 117,516
in oliveti , 71,239 in vigneti alberati, 68,773 in Aggira, dove divide la valle di Noto da quel
vigneti semplici, 40,340 in sommaccheti, 10,840 la di Keniana, correndo sotto la terra di
in ficheti d'India, 204,344 in buscale, 0,834 in Rcgalbulo da cui prende il nome, e ftnal-
suoli di case. Varie sorgenti di acque rendono le Bienle solto Cenlorbi dove difficilmente pu
sue campagne, nelle quali si gode di un' aria sa
nissima, fertili e pittoresche; e nel territorio rin-
vengousi bellissime variet di agate. Il suo mag Ne ascendeva la popolazione nel 1798 a 6002,
gior commercio di esportazione, consiste in frtr- nel 1831 a 6405, e finalmente nello scorcio del
menlo. 1852 a 6794.
329
CI Joppolo Signoro delCIfeudo di Cianciano
Iragiltarsi nell'inverno, e finalmente sbocca
nel Simelo. Vedi il seguente articolo. e Duca di S. Antonino. La Chiesa parroc
Clamasoro. Lat. Cyamasorus. Sic. Cia- chiale sacra alla SS. Trinit e l' altra alle
masuru (V- D.) Fiume mentovato da Polibio anime del Purgatorio, stanno sotto la cura
che oggid appellasi Salso e Ragalbulano. dell'Arciprete, nella diocesi di Girgenti. Pa
Si ha le fonti sopra Nicosia verso Austro, don trono degli abitanti S. Antonino, alla di cui
de non lungi vengono turbate le acque per Chiesa attaccato il Convento dei Minori
una miniera di sale, perloch dicesi Salso; Riformati test istituito. Il primo censo del
indi scorrendo pei campi di Bonalbergo, dov' paese trovasi nei regii libri del 1713, e pre
una torre dello stesso nome, bagna ancora senta 698 case e 2302 abitanti , che oggi
intorno l'antica Trappelo appartencntesi sono 2874. Ritrovo il Casale Chincana nel
al feudo di Nissoria, e quinci la pietra di territorio di Camerata sotto Federico II, ap
Serlone, volgarmente di Sarno. Sotto Argir partenersi a Bartolomeo da Brindisi citta
poscia volgesi verso Tramontana, ed acco dino Calancse; sotto Martino per l'ottenea
gliendo le acque che scorrono da Cerami, Berengario d' Oriolcs. Nel 1666 da Giro-
da Gagliano e da altri luoghi, depone il lama Ficarra compr il feudo Diego Jop
sapore salso. Verso la stessa regione feconda polo duca di S. Antonino , Presidente
i confini di Regalbuto e ne prende il nome; del R. Erario, Vicario del Maestro Giusti
poi verso Oriento rade la terra di Ceu- ziere, ed in fine Reggente del supremo Con
torbi, finalmente presso il tragitto e la siglio d'Italia, da cui e da Sigismonda d'Ono
scafa di Adern s'imbocca nella destra frio venne Antonio, Maestro razionale, Pre
ripa del Simelo e perde il suo nome. tore di Palermo, che ottenne da Carlo II
ciambre. Sic. Ciambri (V. M.) Il Mo le insegne di Principe, e fu ancora nomi
nastero di S. Maria su di un colle aspris- nato duca di S. Biagio; ebbesi in moglie
simo del medesimo nome, non lungi dalla Antonia Giangucrcio, donde Pietro, da cui
terra di Borgelto, da Andrea Guardabaxo e da Agata Spadafora nacquero Antonino,
nobile palermitano assegnato ai monaci di S. Ludovico e Diego, dei quali il primo
Benedetto chiamati dal vicino monastero mor senza prole ; il secondo fu trai
nel 1410. Ivi Giovanni Sanese stabilito Grandi di Spagna, Colonnello della caval
Abate dal fondatore B. Angelo fratello ger leria dell'esercito del Re cattolico, e mori
mano di S. Martino visse alquanto tempo; nel 1732 combattendo valorosamente con
n lungi tra spineti e querce men una vita tro i Mori sotto Orano; Diego presa in mo
solitaria Giuliano Majale; vi dimor final glie Isabella Pescatore, che sposata si aveva
mente l'insigne Folcngio monaco, altrimenti Ludovico, oggi risplende qual Cameriere
Merlino Coccajo, poeta ingegnosissimo, e del Re, e Vicecomandantc della spagnuola
celebr quel luogo coi suoi versi. Le acque milizia. Pietro figlio di Ludovico e di Isa
sotto il territorio Ciambre Corbella sono bella, Principe di S. Antonino, Grande di
mentovate come diuretiche e purgative. Spagna, e Vicecapitano della Vallona Cu
Clanclana (V. M.) Piccolo paese altri stodia, vive tutt'oggi. Il territorio di Cian-
menti S. Antonino ed un tempo Chincana, ciana trai primi per la sua fecondit (1).
decorato del titolo di Principato dal 1677.
Sorge alla sinistra del fiume Majasole, Alba o (1) Cianciana un comune in provincia e dio
cesi di Girgenti, distretto e circondario di Bivona.
Aliava, sotto la rocca di Pietra d'Amico, dov' da cui dista S in., 22 da Girgenti, 60 da Palermo,
Alessandria; e riconosce sua origine dopo 10 circa dal mare Africano che guarda tra sicu-
la met del secolo xvn per opera di Diego liana e Sciacca. diviso da due buone vie, una
42
330

a CI

ciane. Lat. Cyane. Sic. Pisma o Pismolla interamente assorbito nel territorio Canni-
(V. N.) Fonte o lago a destra dell'Anapo. cattino, credesi a buon drillo venir fuori in
Nel territorio di Siracusa sgorgano due sor questo luogo, poich non vedonsi in altra
genti, a poca distanza tra loro ; una mag parte sgorgar e le sue copiosissime acque,
giore, minore l'altra, dicesi Pisma la prima, che hanno quinci siffatta profondit, da elu
la seconda Pismotta, o Pisma di Cirino : dere sempre le ricerche di chi con funi
scorrendo quella accoglie a destra la mi procura d'indagarne il basso fondo; cresco
nore, e cos accresciuta, dopo breve inter no o decrescono al crescere o decrescere
vallo sbocca ncll'Anapo. Adunque le fonti della luna, il che fu da Plinio osservalo,
di Ciane credesi presso gli antichi storici e che da noi parimenti si sorge. Si me
e gli insigni poeti, essere spiragli del fiu scolano le sue acque coll'Anapo dopo un
me Cardinale, imperciocch questo fiume miglio circa di corso in profondo letto assai
comodo per barchette; le ripe da entrambe
le parti ne sono giocondamente coperte
da mezzogiorno dov' il convento dei Riformati, di salici e di canneti, e lo stesso letto
a tramontana dove il mercato; l'altra da Oriente s erboso, che in alcuni mesi dell'anno,
ad Occidente ornala dell'antico palazzo Ducale e crescendovi i virgulti, impedita la via ai
della Chiesa madre abbellita a stile jonico nel 1839,
per un legato del fu D. Pietro Mattonila ed Arcuri; naviganti. Confluiscono le acque ad un mi
sorge da Oriente della medesima via la novella Chiesa glio circa dalla foce, per cui Ovidio de Ponto
del Carmine gaja e graziosa, ed nel centro quella lib. 3. Eleg. 10, dice:
del Purgatorio ingrandita ed abbellita nel 1830 ,
accanto alla quale fu edificata nel 1844 la casa co Vibio
Mesceper
col falsamente
Ciane l'Anapo
afferma
il suo che
corso.
l'Anapo
munale. Occorrendo la festivit del Patrono S. An
tonio di Padova si celebra una piccola fiera.
L'estrusione territoriale di Cianciana di sai. 2117, passi in mezzo al Ciane , alla quale con
390, delle quali 0,441 in giardini, 1,873 in orli
semplici, 140,676 in scminatorii alberati, 1311, giunzione sembrano di alludere i versi di
910 in seminatorii semplici, 681,252 in pascoli, 27, Ovidio nel 5 delle Metam.:
003 in vigneti alberati, 51,954 in vigneti sem
plici, 1,114 in ficheti d'India , 0,375 in cul Ed Anapo mi am, n da terrore
ture miste, 0,392 io suoli di case. Ci hanno Come costei ma sol da amor commossa
delle zolfalare e belle stronziane , calce carbo Mio 1' accettai....
nata in cristalli ec. Il suo maggior commercio
di esportazione consiste in frumento ed in vino. dapoichc atterrita Proserpina , cui trasci
Ne erano gli abitanti nell'anno 1798 secondo la
statistica di quel tempo 3400. nel 1831 erano 3049, nava rapita Plutone nel suo cocchio, come
e finalmente 3415 nello scorcio del 1852. Ebbe i videla Ciane Ninfa siracusana slese ambe
natali in Cianciana nel 1776 Francesco Arcuri I le braccia per opporsi al rapitore, (donde
uomo di esimio ingegno e di maschia eloquenza , ! le due fonti di Ciane)
conobbe il greco ed il latino , fu prestantissimo i N pi rattenne di Saturno il figlio
nelle amene lettere ed eminente giureconsulto.
Fu eletto colle antiche norme Giudice Pretoriano,
quindi coli' ordine novello Presidente in prima del i Lo sdegno, ed i terribili destrieri
Tribunale Civile, e poi della Gran Corte Crimi Colla voce esortando, il regio scettro
nale in Palermo; moriva nel 1833 in Palermo toc Con forte braccio nei profondi gorghi
cati appena i 59 anni di sua vita. Conobbe anche Infsse, e allora la percossa terra
profondamente, le matematiche le scienze natura Sino al tartareo regno apr una via
li, e particolarmente 1* agraria, anzi introdusse in
Sicilia la produzione dell'indaco e della cera ve E nell' iato immane accolse il cocchio
getale. Precipitante....
CI ti
a

Cercando poi Cerere la figlia, come egli dolo, afferrato il padre pei capelli, sa-
slesso
Da Ciane
prosiegue:
Tenne; ella se ormai non fosse crificollo a quei Numi, ed indi sul mede
simo scann se stessa (1).
Di natura cangiata, ogni portento Clavarelio. Lat. Ciaurellus. Sic. Ciava-
Svelar saprebbe, ma la lingaa e il labbro reddu (V. N.) uno scoglio rimpetto la cala
Non rispondean, n rinvenir poteva
De' pensieri un imago; alfine un segno dello stesso nome , il quale guarda verso
Die manifesto, e il cinto che nel rivo Oriente la foce del fiume Cacipari nella
A Proserpina cadde, galleggiante spiaggia vicina.
Mostr uell' onda.... cicalai. Lat. Cicaldis (V. M.) Casale un
IVel riferir tali favole afferma Diodoro nel tempo di pertinenza di Scaloro degli Urber-
lib. 3 di esservi stata nel territorio di Si ti, indi dei Montapcrto, in cui oggi la
racusa nn gran fonte detto Ciane e sacro terricciuola Montenegro, altrimenti Ande-
a Cerere : imperocch favoleggiano che gavio, volgarmente Angi.
Plutone seco portando presso Siracusa su Ciclopi (scogli del). Lat. Scopuli Cy-
di un cocchio la rapita Proserpina, aperto clopum. Sic. Scogghi di li Ciclopi (V. D.)
iti il suolo discese colla involata verso Sono tre rupi sporgenti nel mare, di fronte
V Orco. Ne deriv allora la fonte Ciane; al borgo detto Trizza, posto sulla spiaggia,
presso cui in ogni anno i Siracusani ten nel fianco meridionale del seno di Cata
gono solenne adunanza, immolandosi dai nia, dopo il promontorio Xifonio e l' isola
privati piccole vittime , sommergendosi anche delta dei Ciclopi, e che oggi acqui
per dal popolo dei lori nell' acqua. Di st lo stesso nome di Trizza. Diceli il Oli
cono che un tal rito sia stalo introdotto da verio sporgenti rimpetto il borgo di Mceto
Ercole, allorch seco menando i bovi di o di S. Aniceto, volgarmente Nizeti, il quale
Gerione scorreva la Sicilia; e nel lib. 4 sito sopra alto colle; piccoli li descrive
scritto avea, che: essendo entralo nella cit ed a forma di cono, in retta linea presso
t oggi dei Siracusani, e conosciuto il il lido, con proporzionato ordine dalla
ratto di Proserpina, offr sommi sacrifi- natura situati; di modo che il primo pi
zii alle Dee, immol eccellentissimo toro vicino all'isola il pi grande, quello di
sul Ciane, e comand che un tal rito con mezzo minore, e l'ultimo il pi piccolo.
solenne festa presso Ciane ogni anno gli Favoleggiano i Poeti d' essere stali lanciati
abitanti celebrassero. dal Gigante Polifemo contro il fuggitivo Ulis
Ma Dositco nel lib. 3 sulle coso Sicole, se. V. Aci scogli.
presso Plutarco nelle parallele divulgo i etera (V. D.) altrimenti Zaera. una
veri accidenti non favolosi di Ciane : Cia- vasta contrada fuori la porta Imperiale di
nippo Siracusano sacrificava a tutti gli
Dei tranne al solo Bacco, quindi l'infe
sto nume, intemperante il rese, per cui (1) Alle rive del Ciane verdeggia in gran copia
il papiro somigliantissimo in tutto a quel di Egitto,
in tenebroso luogo sforz la figlia Ciane, creduto perci delta medesima specie da' grandi
la quale avendogli tolto l'anello il con botanici; le preparazioni di esso del Cav. Land-
segn alla nutrice per conoscere il vio lina del quale facemmo motto parlando di Cata
latore. Travagliala per da fiera pesti nia sua patria, rendonlo agli usi stessi iu che ado
lenza la citt, avendo il Pizio Apolline stanti
peravamole preparazioni
gli antichi deiadquali
usoanzi
di credonsi
carta a fronte
sodo-
risposto, bisognare agli Dei Averrunci im
di quelle del snllodato ingegno la di cui riscossa
molare il nefando , ignorando ognuno co fama e celebrit nojoso sarebbe replicare. V. Ca
sa l'oracolo volesse, Ciane comprenden tania.
332

CI CI

Messina, aggiunta alle mura meridionali, tintinna (V. M.) Paese di novello nome
con Chiesa sacra a Ges e Maria volgar secondo Fazcllo, e celebre per vini, nella
mente del Giocalo, nella quale un Sacer comarca di Termini e la chiesiaslica pro-
dote ha cura delle cose sacre sotto la
Parrocchia di S. Antonio. E divisa da lar guez, una Maddalena ricinta da altri santi di An
ghe e lunghe vie, ed ornala di decentis- tonello Riccio, la cena di S. Benedetto con S. Sco
lastica forse del Mazzaroppi da S. Germano, ed al
sinic case di cittadini, decorata del mona tre di minor pregio, ma per nulla curate. Molto
stero di S. Maria Maddalena , oggi di ricca la biblioteca del Monastero, e 1' archivio
famiglia cassincsc , di quel delle mona in copia fornito di pergamene mollo importanti
che dello Spirito Santo di ordine cister- alla sicola diplomatica ed alla storia dell'Ordine;
ciense, di quel finalmente degli Agostiniani in una di quelle scritture, fra le altre coscrizioni
di uomini illustri, osservasi quella del famoso
scalzi sotto titolo dell' Annunziata, non che Guido delle Colonne Giudice allora di Messina.
di quel di S. Cecilia dei Minori. A chi viene Proseguendo poi la medesima via, merita atten
alla citt da mezzo giorno occorre la magni zione la Chiesa della SS. Annunziata degli Ago
fica porta dello slesso nome di Ciera. Le stiniani scalzi, nella quale una tavola che rap
case e gli abitanti si comprendono nel re presenta la Vergine del Rosario di Mioichello Car
dili antico ignoto artista, il di cui nome segnato
gistro della citt. Notasi aver sortito da
nel basso del quadro; l'Annunziazione dipinta dal
Ciera i natali Arcangelo Gualtieri Gene Guinaccia del 1585; dicevasi anticamente questa
rale dell' Ordine di S. Francesco ed Arci Chiesa di S. Maria di Bimari o di Dinnamari , e
vescovo di Morreale (1). nel 1618 il convento fu dichiaralo casa di Novi
ziato, e Priorato. Contigua la porta di Ciera, o
(I) La Chiesa della Maddalena dei PP. Cassine- Laera fabbricata nel 1691, quando ponevasi mente
s, magnifico e sontuoso lavoro, fu eretta nel 1806, a voler di nuovo cingere di mura la citt ed
e stabilitovi dal Conte Ruggiero un ospizio per le ivi offresi un bivio diviso all' angolo da una
peregrinazioni dei Benedettini in terra santa; se fonte piramidale. Nella via destra si osservano i
condo per il Buonfiglio non era che una com gi descritti monumenti, nella sinistra la Chiesa
menda dei Cav. Templarii, ceduta ai Benedettini di G. e M. nella quale una pittura di Filippo
quando Filippo il Bello al dir dell'Alighieri: Tancredi , rappresentante la Vergine con Ges
Cristo, ed nna sacra famiglia di Gian Simone
Port nel Tempio le cupide vele.
Comand opera di valore; nella Chiesa poi di S-
Ma comunque siane stata la cagione nel 1C33 Euno l'imagine di N. D. sopra tavola di Anto
vennero ad abitarla i monaci di S. Placido; in nello Riccio , ed in quella di S. Paolino il santo
nalzarono grande edilzio nel 1674 nel Braccio di S. litolare di Gio. Battista Quagliata. Per la via me
Rainiero atterralo poi pelle novelle fabbriche della desima, piegando un pochino a sinistra, la Chiesa
cittadella, ma Analmente giusta il disegno del Ro ed il Monastero dello Spirito Santo fondato net
mano Carlo March ioni innalzarono l' attuale; la 1291 a spese della buona vedova Francesca Bocca-
Chiesa fu consacrala nel 1836; maestoso no il di picciola, ed appartenetesi all'ordine cistcrciense ;
segno, anzi si ha un che di pesante vi spiccano in con vigoroso pennello vi dipingeva A. Riccio l
essa intorno a pitture, un S.Giovanni creduto di venuta del S. Spirito agli Apostoli ; la Vergine
Giorgio Vasari , una decollazione del Battista di a sedere poi credesi di Antonello da Messina, il
(iovanni Fulco, il martirio dei SS. Placido e com Battista che predica alle turbe stimasi della scuola
pagni, un S. Mauro che libera S. Placido cascato di Raffaello , i quadri ad olio della tribuna sono
in una palude, e la morte di S. Benedetto di An di Antonio la Falce da Messina, autore anche degli
tonio Bova, la Maddalena ai piedi di Cristo di affreschi delle volte; nella sacrestia il S. Bernardo
Lilterio Subba. Spiccano poi nella bella e spaziosa coi quadretti all'intorno sopra tavola credulo
sacrestia , due antiche tavole rappresentanti, una opera del secolo xv. Di ritorno alla via lasciata,
la Vergine che ninna il Bambino, e l'altra un S. si vede la famosa porta Imperiale eretta nel 1621
Giovanni segnata dell'anno 1200, un trittico un dopo la venuta dell' Imperator Carlo V ed in
po' guasto del Polidoro, una Maddalena del Bolo di lui memoria avuto nn tale epitelo. L'ordine
gnese Tiarini, la fuga in Egitto di Alfonso Rodri- dell'architettura e dorico semplice, secondo il di
CI CI 333
vincia di Palermo, decorato degli onori di crescevano la milizia comunale sotto il Pre
Ducalo, a o ni. da Caccarao, sollevandosi fetto di Termini 5 cavalieri e 54 fanti di que
in colline dall'imo in su, siede alla ripa sini sta terra. Computavano sotto Carlo Y 1030 ca
stra del fiume di Termini, e la sua rocca che se appo Fazello, 4346 anime nell'anno 1595;
sorge in luogo elevato presenta ruine. Il tem nella met del secolo seguente 1449 case,
pio maggiore sotto un Arciprete, e frequen 5716 abitanti; nel 1713 si enumerarono
talo da un Clero, sotto il titolo di S. Ma 1442 case, 5419 terrazzani, ed ultimamente
ria Maddalena, sorge in primario sito sotto 5376. Gli annui Magistrati scelti dal Barone
la fortezza. Il convento dei Frali Predicatori ne amministrano i drilli; presiede al clero
intitolato a S. Domenico venne fondato nel un Vicario dell'Arcivescovo di Palermo. Ai
secolo xvi; quel dei Minori Conventuali sa Signori che prima Baroni, poi Duchi dal
cro a S. Francesco, che segna certamente l'anno 1634, si compete il x posto nel Par
l'epoca medesima secondo Cagliola, Mani- lamento, e commellcsi pieno potere di armi.
fest. dell'Ord. dei Min., e quel dei Cappuc Sotto i Francesi fu data la terra di Ci-
cini fuori le mura fabbricato in ameno pog- minna, da Carlo II Be di Napoli, che an
getto dal 1588, meritano attenzione per la che da sicolo Prence la faceva, a Virgilio
decente cultura; n quel dei Paololti co Calanco. Secondo attesta Borello V indie. No-
stituito dal 1608 congiunto alla Chiesa di bil. Neapol., la fondazione di Ciminna per
S. Vito Patrono degli abitanti, di minore ci o anlecesse ovvero accadde nel tempo
ornamento al paese- Avevano luogo un dei Normanni. Trovola poi soggetta ai Pe-
tempo i Carmelitani , ma 1' abbandona rollo. Disseta Aprile nelle Sic. Stor. com
rono mancando le necessarie rendite. E putata tra le signorie di Malico Palizzi; ma
anche un nobile monastero per le mona al tempo di Federico II di Aragona ne go
che sotto titolo e regola di S. Benedetto. deva il possedimento Matteo Sclafani, come
Commendano la piet degli abitanti il col si ha nel censo del medesimo Be del 1320;
legio di Maria poco fa costruito, e la casa la figlia di lui e di Bartolomea Incisa fu Lui
d'ospizio per gli infermi ed i pellegrini. Ac- gia, che nel 1333 fu data in moglie a Gu
glielmo di Pcralla, con per dote Ciminna,
segno di Polidoro da Caravaggio: adorna di 4 donde Guglielmono il quale commut il
colonne toscane, e d'uno zoccolo a bassirilievi; la paese con Giuliana, concedendolo a Gu
pesa erogata fa di 2000 scadi: da qnesta entran glielmo Vcnlimiglia nel 1369 colla con
do presentasi il largo dell'ospedale, dov' anche la
Chiesa di S. Cecilia, congrega dei musici nella quale ferma di Federico III per suoi diplomi
gran qnadro di Giambattista Quagliala ; l'autore dati in Corlcone un biennio dopo. Bifulse
fa menzione di un convento di minori in S- Ce questi Siniscalco del Begno, e mostrossi
cilia, ma non ne ho notizia alcuna. Nella Chiesa egregio verso Martino I , e gli eredi
delta di S. Lucia il vaghissimo qnadro della Ver di lui diconsi Signori di Ciminna nel
gine con S. Placido e compagni, ed un di S. Nic
col molto guasto dal tempo, di Antonello Riccio. registro del medesimo Principe. Afferma il
La tavola che rappresenta la Vergine a sedere ed Barberi nel Capibrevio aver succeduto a
il Bambino sulle braccia grazioso ed unico la- Guglicmo un figlio ,del medesimo nome, la
Toro che ci resta di Tommaso d'Arzo, che Bori di cui unica figliuola Isabella prese prima
verso il ut6, il di cui ritratto vedesi nel basso
col nome che volle scrivervi Masi d'Arzu, vi hanno a marito Giovanni Vcnlimiglia Marchese di
inoltreuna buona S. Lucia, egli affreschi del Inc Ceraci, e quindi in seconde nozze Gu
eri, ma brattali di mano imperita. Verso l' angolo glicmo Moncada, Conte di Caltanisetta: ma
della piazza dov' era l' antica Universit di Messina nel vero fortemente quegli abbacinato pot
oggi sono dei forni per la troppa. V. Messina. queste cose mostrarci, imperocch il Yen
334

ci CI

liraiglia sopravvisse per circa 7 anni al Mon- cui partito per la Sardegna, indi stabi
tecateno ; o perci fu il solo marito d'Isa lendosi in Roma , vi mor per vani titoli
bella, cui moria presene un'altra. Quinci commendato: Vincenzo Amato peritissimo
Guglielmo Moncada divenne Signore di Ci- nella musica e regolatore dell' orchesta
mima nell'anno 1353 per aver presa in della Cattedrale di Palermo per molli anni;
moglie Giovanna figliuola d' Isabella e del ne sono sinora mentovate le sacre canzoni
Marchese di Geraci , cui alla morte della con sommo applauso accolte: Bonaventura
madre tocc Ciminna. Infeconda costei col Battaglia del terz' Ordine di S. Francesca,
primo marito, credesi esser venuta in se Maestro e Definitore Generale, fiori fornito
conde nozze con altro personaggio di sua delle pi gravi scienze , e versatissimo
famiglia, di cui s'ignora il nome; imperoc nelle amene lettere ; tulli mentovati dal
ch morendo disse erede per Ciminna Gio- Mongitore nella sua Biblioteca Sicola.
van Vincenzo Yenlimiglia nato da lei. Da celebre la fecondit del territorio di Ci
Guglielmo Paolo, che viveva nei primordii minna, e piantatene a vigne per lo pia le
del secolo xvi, donde Guglielmo V nel 1317, terre, riescono gratissime pel vino, di qua!
cui succedette Girolamo, ed a lui Gugliel genere di commercio sino a Palermo traffi
mo vi, la di cui unica figlia superstite An cando gli abitanti, non lieve lucro ne traggo
tonia maritata a Mario Graffco Signore di no. della medesima long, che Cartamo di
Parlanna, partor Guglielmo vii nominato circa 37, 30', e quasi 38 di lalitud. mento
Principe del paese medesimo nel 1627. Da vata nello stesso paese sotto la Chiesa di
lui e da Eleonora Bologna nacque Mario, S. Vito una fonte d'acqua salmastra (I).
per privilegio di Filippo IV eletto Duca ciulsl. Lat. Cinisis. Sic. Cinisi (V.
di Ciminna nel 1634. Diremo dei succes Casale soggetto dall'anno 1263 a Mito
sori di lui parlando di Partanna. Pipitone, la di cui nipote Alessandra data
Meritano attenzione particolare tra quei in matrimonio a Piccola Bilingheri, lascio1
che questa terra resero illustre: Elisabetta l' eredit alla figlia Violanta, maritala nel
Tripode chiarissima per innoccenza di vita, 1349 a Facto de Facio, e per donazione
che indossala la veste delle oblate di S. Be di questi due conjugi nel 1383 e nel 1W3
nedetto, fatta specchio d'ogni virt, santa
mente fin); ne scrissero la vita Santoro Gigas (1) Ciminna un capo-circondario di 3* classe,
in provincia e diocesi di Palermo da cui disti
ed Antonio Tornamira: Ottaviano Bulgarno 25 ra. , in distretto di Termini donde 25. H "'"
dell'ordine dei Predicatori, cui s'incorpor in vento di S. Francesco di Paola vi venne abolito
Napoli, rifulse per vita incolpabile e per dot nell'anno 1792 e nessun' altra cambiazioae o no
trina; tocc in quella provincia tutti i gradi vit avvenuta. Comprendesi il territorio in al
supremi, ed a se medesimo sempre eguale me 3091,831 , delle quali dividendolo collare,
9,699 in giardini, 2,377 in orti semplici, 0,560 in
merit l'amore dei soggetti e la stima dei canneti, 61,387 in seminatori! alberati, 2JI1.W*
Principi; scrisse la vita di F. Domenico Ot in seminatori! semplici, 368,283 in pascoli, ->'--
tomano: il Sac. Paolo Amato matemati in olivati. 27,679 in vigneti alberati, 113,393 w
co e macchinista singolare, non pochi mo vigneti semplici, 111,988 in sommaccheti, i.83j
numenti pubblic in Palermo dell'inge in ficheti d'India, 1,050 in ficheti d' India ed al
tro. 23,6*9 in alberi misti, 12,370 in mandorle!':
gno suo e dell'arte, sorpass gli ollant' an vi si trova inoltre dello zolfo e carbonato cristal
ni, divulg un libro sulla prospettiva ap lizzato di calce. Il suo maggior traffico di espi
provato dai dotti, ed altro ne prepar: il lazione consiste in vini ed in mandorle. Vi ca
Sac. Felice Urso Cappellano di Teodoro lavano 6150 anime nel 1798, diminuiti poi 5iW
Trivulzio Cardinale e Vicer di Sicilia, con nei 1831, e a 4952 nel fine del 1852.
335
CI

pervenne al monastero benedettino di S. Cipresso. Lat. Cypressus. Sic. Ciprcs-


Martino delle Scale. Halaterra fa menzione su (V. N.) Monte tra Catania e Lentini, ri
di Cinisi preso con Jato dal Conte Rug volto alla spiaggia marittima, mentovato ne
giero, lib. 3, cap. 20, ma non affermo se gli atti dei SS. Vescovi Everio Catanese e
intenda parlare del nostro. Sorge non lungi Keofito Leontino. un colle sopra il ter
dalla spiaggia aquilonare in un terreno lie ritorio del Simeto cui corrisponde il sito.
vemente declive, e popolato da ben 3000 ciramita. Lat. Ciramitum. Sic. Cirami-
anime, laiche pu a buon dritto appel ta (V. N.) Fiume tra Licodia e Militello,
larsi paese ; la Chiesa maggiore parroc che riconosce sua origine da varie fonti di
chiale sacra a S. Fara Vergine Abadessa poca nominanza , e scorrendo tra le valli
fondata nel 1672, col permesso di Giuseppe delle colline ai medesimi paesi apparte-
Cicala Vescovo di Mazzara (poich Cinisi nentisi, scaricasi nel fiume di Scuma, ed
si appartiene alla di lui diocesi), dopo quat uniscesi nel territorio di Lentini a quel di
tro anni ebbesi un Arciprete, cui assegn la Regina o di S. Leonardo, dagli antichi di
dote il sudetto convento di S. Martino, col Teria.
dritto di eligere e presentare ad Arci Clrfugllonl (Monte del). Lat. Gium-
prete uno dei suoi monaci. Indoss il primo mariarum mons. Sic. Munti di li giumma-
tal carica Serafino Gonsalez istituito dal me ri. (V. M.) il monte di S. Calogero presso
desimo Vescovo. L'Abate per non solo Sciacca, di cui dicemmo; detto delle Gium-
il Parroco sceglie ma ed i Decurioni e mare, che abbonda in palme selvatiche in
gli altri Magistrali secolari, come Signore, torno alle radici. Vedi S- Calogero.
e con pieno dritto regge l'amministrazione cittadella. Lat. id. Sic. Cilatedda (V.!V.)
coi suoi monaci. Da un letto di torrente verso Aidone, altrimenti piccola citt;
diriso il villaggelto di Trrasini da Cinisi descritta s accuratamente dal Fazello che
verso Libeccio; non tocca il 37 di longi te la pone affatto dinanzi gli occhi: a due
tudine e sta nel 38 15' di lat. (1 territorio miglia da Aidone verso Oriente, sollonl
ferace in biade , piantato in oliveli in nel colle una citt minala , della dai
gran copia , ed abbondante di legumi terrazzani Ciladella , dove olire i di
in lnngo ed in largo ingombro di fras ruti tempii, ammiransi con gran piacere
sini, i quali alberi incisi danno la manna ingenti ruine di case e di mura, anche
eletta, il commercio della quale talvolta ec un teatro quadralo coi gradini semidiruti,
cede ogni misura e non poco lucro se ne ed altres vie pei cocchi. Eziandio vi
ricava- Era un tempo il terreno mancante un dosso soprannominato dai terrieri
di acqua, ma poco fa scoverlisi dei gorghi, Sella d'Orlando; avanzano inoltre sin-
10 resero abbondantemente irriguo. Nei di
plomi del Conte Ruggiero, nei quali si de
scrivono i confini della parrocchia di Maz 1852 di 5985. Il territorio di sai. 1977,599, delle
quali 2,722 in orti semplici, 0,828 in canneti,
zara, si fa menzione di Cine, e disse 601,614 in seminatori semplici, 701,943 in pascoli,
11 Pirri avere a prendersi pel casale di Ci 12,432 in oliveti, 95,560 in vigneti semplici, 264,
mi (1). 158 in sommaccheli, 32,017 in ficheti d' India, 149,
694 in frassineti, 3,233 in carrubeti, 0,398 in suoli
(1/ Oggi Cinisi no cornane in provincia e di di case. Esporta principalmente olio e buonissima
stretto di Palermo da coi dista 22 m. diocesi di manna. Il mare vicino che il Tirreno abbon
Monreale, circondario di Carini donde 9 miglia. dante in pesca , anzi in ogni anno nella state si
Conlaya nell'anno 1798 Dna popolazione di 5598, pone nel littorale una tonnara. Vi si respira una
diminuitasi a 4669 nel 1831, e nello scorcio del aria salubre.
336

CI CI

ora mattoni di somma grossezza, e di co cara o Imacara fu citt mediterranea, tra


lore rosso, non che qua e l maravigliose Centorbi e Capissi, secondo Tolomeo. Altron
fondamenta di case: i quali oggetti atte de il volgo appella di Macira gli avanzi della
stano esservi slata in antichi tempi no citt rumata, la quale voce non ha molta
bile citt che forse fu V antica Erbita ce. affinit con Macara. Tolomeo non che
E cosi in vero sono persuasi gli Aidonesi , stabilisce nella Geogr. Eloro al Pachino,
perloch divolgano loro concittadino S. ma Ima o Ichana mentovata da Stefano, di
Leone II sommo Pont, cui dicono di Erbita che altrove. Crederci perci potere attri
gli scrittori della vita; ma invero dimo buirsi ad Icana queste vestigia di Cittadella;
streremo a suo luogo essere stata Erbita ma commette la quistionc a miglior esame.
presso IVicosia. Stima di Sergenzio il Clu- Citta (V. M.) Villaggctlo nella giurisdi
vcrio nel lib. 2, cap. 8 come dir pi in zione di Trapani , volgarmente detto 5.
appresso ; di cui descrivendo il sito da Lorenzo. V. Xilta.
antichi scrittori; questo silo, dice, contiene
CL
esattamente alle mine di antica citt tra
Mitico ed Argir , posta non lungi dalla clemente (S.) Lat. S. Ckmens. Sic.
destra ripa del fiume Crisa, eh' volgar S. Crimcnti (V. D.) Municipio di Messina
mente or detta Cittadella. Alla et mia verso mezzogiorno, che occorre presso la
occupati i villani a coltivare il territorio, porla di Ciera , e la parte estrema di
spesse volte trovarono appo Cittadella delle Dromo. La Chiesa parrocchiale dedicata
figure in creta di duo palmi, rappresen al medesimo S. Pontefice graziosa ed
tanti Iside, che conscrvansi nei musei di ampia , mentovata dal Bonfiglio , ed ul
Catania, con piccoli simulacri della mede ti in a m onte dal Gallo nell'Apparato agli
sima materia e dello stesso nume, ivi stesso Annoi, di Messina. Vi ha un convento di
ritrovati, che ci avvertono esser quivi slato Carmelitani scalzi sotto gli auspicii di S.
frequente il culto di esso. Occorrono ovun Alberto dal 1650 fondato colle somme di
que ai coloni monete di bronzo e di ar Cesare Romano , e varie case suburbane
gento degli Imperatori Bomani, che ci sono di nobili cittadini, c botteghe di artigiani.
argomento esser durata la citt sino ai tempi Ne memoria in un diploma di Bartolomeo
posteriori, e i grandi avanzi che ancora de Luce dell'anno 1193.
si osservano chiaramente l' attestano. Vedi t limale (Monte di). Lat. Mons CU-
Sergenzio. matis. Sic. Munti di Crimali (V. N.) Piccolo
cittadella. Lat. tel. Sic. Cilatedda (V.N) colle tra Siracusa e Sortine 8 miglia da
Altra al promontorio Pachino. Cos appellano entrambe distante, con una rocca dello stesso
le vestigia di una diruta citt, testimonio nome mentovata dal Fazello. Apparlcnevasi
il Fazello, il quale dice : sovrasta al porto a Guglielmo Montecaleno, per fellonia di
l'indicati ad un tiro di pietra verso Oc cui diedclo il Be Martino a Corrado di
cidente, ed in quella penisola che fa la Castello Cavaliere Calanese, che occorre
salina di Ruteto , Macara citt men nel censo del medesimo Principe. Se l'ebbe
tovala da Cicerone contro Verrc, Tol. nel poi Mccola Speciale COai di cui eredi pass.
lib. 3 e Plinio , squarciala in maravi
gliasi ruderi appellata ancora incorrotta
mente dagli abitanti di Noto dai villani del
territorio e dai vecchi col suo nome, Ma- coranico. Lat. Cocaiiicum. Sic. Cuca-
cari, ma volgarmente Cittadella. Per Ma- nicu (V. N.) Stagno ad un miglio dalla destra
- co CO 337

del Birillo c Io stesso circa dalla spiaggia, anche sott'acqua; come soggiunge Cluvc-
dei circuito per di 2 m.; le di cui acque rio. Ma i testi di Vibio e di Solino ci la
nell'est non solamente negli orli inari sciano dubbiosi sul sito di Colimbetra, se
discono in sale, ma sino al centro, ed ha alla foce ovvero alle fonti; ed io credo po
di mirabile che quanto sale se ne toglie nel tere anche slimarsi nella foce , che forse
giorno, altrettanto nella notte se ne accre angusta essendo non accoglieva le copiose
sce. mentovato da Plinio nel lib. 31 acque dcll'Alabo, che perci retrocedendo
cap. 7. mettevano a male i campi.
Coda di Lapo. Lai. Cauda Lupi. Sic. Coliesano. Lat. Colesanum. Sic. Guli-
Cuda di Lupu (V. N.) Altrimenti Stagno sanu (V. D.) Primario paese nella valle di
Elorino, verso i lidi del promontorio Pa Demana, di cui tra le Conlee occupa il pri
chino ad Oriente. mo posto: Golesano altrimenti Yholisano
Cotono. Lat. Caput Cophani. Sic. Co- siede oggi in terreno ineguale, alle radici
fanu (V. M.) Capo nella spiaggia occiden del monte Aspro dei colli inferiori di Ne-
tale appresso quello di S. Vito, sotto Erico, brode, rimpctlo monte d' Oro : tuttavia in
dov' una torre in custodia del lido e delta antichi tempi silo in un colle da ogni parte
di S. Giovanni. Prende questo nome dal vi scosceso verso Occidente, si reputa una delle
cino colle Cofano, alle di cui radici il Alese, come indica Io stesso nome; poich
fonte Bevuto le di cui acque sono giove Colle Alesano pot facilmente divenir Col
voli per malattie cutanee. iesano per ellissi di lettere. Afferma Dio
Cllmbecra (V. N.) Era una piscina, o doro nel lib. 14 esservi stale in Sicilia
lavacro secondo Gluverio lib. 1, cap. 6, alla pii Alese, le cui parole, dicendo dell'Alesa
foce del fiume Alabo oggi Cantora. Fazello di Arconide, che sorge sotto Tusa, diggi
poi dicela rocca, che era ai tempi di Dio recai. Quinci Plinio indicando popoli Ale
doro, e che ogyi diruta mostra poche ve sini mediterranei, credesi trattare degli abi
stigia. Ma sono queste le parole del lib. 4 tanti della nosla citt, come io accennai par
di Diodoro: Dedalo molto tempo pass appo lando delle Alese mediterranee , e vera
Cocalo ed i Sicani, ammiralo da tulli per mente quella che ancora esiste nel vicino
I eccellenza dell' arie. Sollev in quest' iso colle verso Occidente, ove gir si poteva per
la alcune opere che sino al nostro tempo una sola via da Levante tuttora lastricata,
rimangono; imperocch presso Hegara, con presenta ruderi e frantumi di antichi edi-
maratiglioso ed ingegnoso artifizio, fece la fizii che ci attestano di una antica citt. Il
detta Colimbetra, dalla quale il gran fiu Pirri che con Fazello l' appella Collisano
me Alabon si scarica nel mare vicino. Af falsamente afferma appo Arezio slimarsi
ferma Solino aver Dedalo fabbricato Colim Alesa, e certamente a buon dritto se Arezio
betra alla fonte dell' Alabo , e Vibio nel parla dell'Alesa di Arconide che sorse altro
Calai, dei fiumi : V Alabo dei Megaresi , ve. Del resto le parole di Strabone si riferi
dice, la di cui fonte Dedalo dilatala, rese vano nelle mie note al Fazello : Alesa citt
il territorio... e la contrada dal medesimo dei Mandus sita in un luogo elevato ,
fiume devastali. Dunque a raccogliere le circondala da muraglie e da due fiumi;
acque dell' Alabo, che per la loro abbon il che convenevolmente s' intende del colle
danza devastavano i campi, edific Dedalo dove giacciono gli avanzi della citt, imper
la piscina. Poich Colimbetra una pi ciocch questo si comprende nei Nehrodi,
scina o un lavacro o un lago in cui ed ricinto dall' Imera e dal Pilcllo o
raccolgonsi le acque, e dove pu nuotarsi Monalc. Cluverio stima parlarsi di Paropo
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CO CO

antica citt, di cui fa memoria Polibio nel scovo di Cefal, che vi assegna i Preti per
lib. 1, ina il testo dello Storico si oppone a amministrarvi i sacramenti: ma nella Chiesa
Cluvcrio come avvertii, e sembra collocare maggiore una communia di 34 Sacerdoti
Paropo tra Termini Imercsc e Palermo ; attende ai divini uflcii, da cui dipendono
stendesi per Collesano a dodici miglia di altre
Dueotto
antichissimi
delle Chiese
monasteri
minori.
di monaci Be
l da Termini. Evvi chi dice la terra minata
in quella collina, aversi avuto origine dagli nedettini appartengono a Coltewno, di S.
avanzi di Imera distrutta dai Cartaginesi. Maria del Pedale ad un miglio dalla citt,
Quella che oggi esiste credesi opera dei con gli onori di Abazia, e di S. Maria de
Saraceni, nel 1063 espugnala una colla rocca Burgitabus col titolo di Priorato a 3 m.
dal Conte Ruggiero e data preda ai suoi ; Conosce quello a fondatrice nel 1130 la
quinci di saracenico nome, la region Bayha- spesse volte mentovata Contessa Adelasia, ed
rina e perdura l'antica Chiesa di S. Niccol, oggi raccomandato alla cura di chierici
la quale scacciati i Saraceni fu edificala la secolari; l'altro deserto dal 1555 di re
prima nel paese dcnlro la rocca dal Con gio Tributo, ed ha luogo nel Parlamento.
te medesimo, avendone poi Adclasia, ni Fa menzione il Pirri dei Minori Conventuali
pote di Ruggiero Signora di Collesano, fab costituiti dal Conte Giliberto Centelles nel
bricala un' altra sacra alla Vergine Assunta, 1451 in luogo elevato rimpetto Occidente,
diedele il luogo principale ; altra novel dei quali oggi rimane soltanto la Chiesa
lamente con gran magnificenza costruitasi, sacra a S. Giacomo Apostolo , illustre pel
dedicata ai Principi degli Apostoli, ottenne sepolcro dj Pietro di Cardona , colle
sopra tutto le altre del paese il primato; abitazioni dei monaci ; perciocch costoro
l'antichissima torre del campanile] un tempo l'abbandonarono nel 1762; tuttavia da que
in difesa dei terrazzani ha su d' una fine sto convento di S. Francesco prende nome
stra una lapide con l'iscrizione : mi fece nel una delle contrade della citt. La famiglia
l'anno del Signore 1060; sebbene il segno di S. Domenico da gran tempo sotto il ti
del numero degli anni chiaro non apparisca tolo dell'Annunziata Nuova si assembr nel
come di presenza avvert, ed esprime forse il 1520, poi sotto quel del SS. Rosario coi teso
secondo secolo sopra m.; la scala poi dello ri della Conlessa Susanna Gonsaga nel 1553
stesso tempio , rivolta a Maestro , fu a slabilisccsi verso Libeccio. Venne segnalo
pubbliche spese fabbricata l' anno 1488, e nel 1614 un posto ai Minori Riformali , a
di molli gradini formata magnificamente 300 passi verso Austro , solto gli auspicii
lavorali stimasi degna di ogni ammirazio di S. Maria di Ges , celebre oggigiorno
ne : imperocch la Chiesa sorge in luogo per la strettissima custodia dell' Istituto, di
elevato; la primaria parrocchiale e fu con stinto perci nella provincia col nome di
sacrala da Mariano Manno Vescovo di Ti Recesso. Accolli in prima i Cappuccini dove
voli l'anno 1518, ed adorna dei corpi da gran tempo abitavano i Carmelitani, poi
dei SS. Martiri Giacinto, Marco e Bastila. trasferironsi nel 1603 nella Chiesa di S. Ma
L' altra Chiesa parrocchiale di S. M. la Vec ria dei Miracoli, dagli abitanti grandemente
chia fabbricata come dissi ed arricchita da coltivata per una imagine della madre di
Adelasia, fu consacrata da Drogone Vescovo Dio, singoiar Patrona di Colesano, di cui
di Squillaci l'anno 1140, e conserva ele si fa festa con gran pompa nel 27 aprile.
gante statua in marmo della Vergine, vc- Le monache finalmente sollo la regola di
neralissima dagli abitanti. Ha cura di en S. Benedetto hannosiil chiostro in un silo
trambe le parrocchie il Vicario del Ve- conspicuo verso Aquilone, per munificenza
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di Giovanni de Torno dui 1530, che prima giovane , e S. Macario fratcl germano di
in onore di S. Rocco poi di S. Caterina Saba , mentovati nei calendarii basiliani,
edificata una Chiesa, splendidamente vi abi ed affermano conservarsi appo i Troinesi
tano; perci soprannominata di S. Cate le spoglie di S. Cristoforo. Fiorirono nel
rina la contrada aquilonare. Notansi dal secolo x negli ultimi (empi Andrea Mastril-
Pirri un monte di piet, ed un ospedale, lo nato da Mario Maslrillo , Govcrnadore
ma non ne alcuna menzione nel recentis del paese , ed Arcivescovo di Messina ;
simo quadro: in vigore un collegio di Maria Luigi Amalo che d'antro della Real Cappella
per l'educazione delle donzelle, fondato da Palatina di Palermo, Priore di S. Andrea
poco tempo nel 1740. di Piazza , ed eletto Vescovo di Girgenti
La rocca ammirabile un tempo, nella qua nel 1570, riconosce a patria Collesano; Er
le sollevasi verso Oriente l'ampio palazzo rico Cicero Abate di S. Maria del Pedate:
baronale, appena mostra oggigiorno il suo Michele Sincero Abate di S. Maria del Bo
oggetto , principalmente dall' anno 1693 , sco dell' Ordine Olivctano. Trai Sicoli scrit
quando da un tremuolo fu conquassata. La tori notansi dal Mongitore nella Biblioteca:
resero gran tempo illustre i Conti di loro Illuminato Oddo Cappucino, di amplissima
abitazione, la vollero adorna di sale, e di dottrina, filosofo e teologo esimio, somma
camere da consiglio, e di loro nascita mente ornalo di religiosi costumi, ed ad
l'onorarono Pietro Aragona Duca di Mon detto in devozione primaria verso la Beala
tano nel 1327 e Luigi Guglielmo Monca- Vergine , del di cui colloquio vicino alla
daYicer di Sicilia e Cardinale di S. B. C. morte tu. come affermano, onorato: Giacomo
nel 1614. Attestano popolatissimo il paese Amalo, Giureconsulto e Poeta non volgare,
sotto di quelli, talch numerasse 13000 abi pubblic un erudito poema sulla vita ed il
tanti : ma nel censo di Carlo V present 828 martirio di S. Cristina: Giovanni Rustico
case, 3706 abitanti nello scorcio di quel Medico e Botanico illustre: Giuseppe Sc-
secolo; nel 1652 tran 3638 i cittadini, e minara Minore Biformato, insigne appo i
nel 1713 si descrissero 689 case, 2087 suoi per costumi destrezza e scienza; indi
abitanti. A loro direzione il Signore che pel Be Cattolico messo Legato ai Luoghi
ha drillo di spada ed occupa il terzo po Santi di Gerusalemme , tutto vi ottenne;
sto trai Conti nel Parlamento , sceglie un presiedette Vicario ai Comizii di tutto I' Or
Governatore, che d il drillo col Magistrato dino raccolti in Ispagna , e diresse final
secondo le leggi del Regno. L'aria di Col mente la sua provincia; mentovato dal
lesano sanissima, donde prende nome se Tognolclo e dal Mongitore: Martino Motta
condo alcuni- 11 territorio in lungo ed in largo prestantissimo nella musica , e regolatore
fecondissimo in frumento in vino abbondan della Cappella Pontificia sotto Innocenzo X
te e principalmente nel cos dello Calabrese ed Alessandro VII.
e nel Moscato, adatto a cacciare, con copiose un dubbio degli eruditi se per dono
pasture accresce le greggio, occupato anche del Conte Ruggiero sia ceduto Collesano
di dense selve e di oliveli. Vi occorrono a Ranulfo Maniaci Signore di Monte Ca-
frequentissime le cave di diaspro e di porfi vcoso, marito di Matilde figliuola del me
do, talch di queste pietre veggonsi da ogni desimo Conte; imperocch Adelasia nata da
parte lastricale le vie. quelli nel 1120 aveva Collesano in posse
Sono da Collesano S. Cristoforo Abate dimento con Adern, come di sopra si disse;
dell'ordine di S. Basilio, S. Saba Prepo le quali terre , quantunque quella abbia
sto del monastero di Aggira appellalo il graziosamente ricevuto dal Be Ruggiero ,
co co

essendo siala data in moglie a Rinaldo, fa alla Curia. Liberato Antonio nel 1415. a
cilmente pu sospettarsi che quel Re suo zio morte vicino, spogli dei beni Francesco
abbia voluto anche allora richiamarla ai generato con Margherita Peralta, a lui poco
dritti paterni, imperocch Ruggiero aveva condiscendente , chiamata per testamento
spogliato di tulli i beni il cognato Ranulfo, nella successione della Contea Costanza,
avutolo a nemico. Nacque Adamo da Ade- che ebbesi figliuola dalla seconda moglie
latiti e da Rinaldo, ed ebbesi in mo AI vira Moncada. Questa di molti beni Si
glie la figliuola dello stesso Ruggiero , e gnora, da molti richiesta, unita finalmente
da costoro prole alcuna non rimase, come in matrimonio a Giliberto Cenlelles nobilis
rilevasi dal silenzio degli annali. Pervenuto simo Signore di Valenza, disselo Conte di
perci Coli-esano alle mani del Re, conces Collesano. Ma Francesco frattanto difen
selo poi l'Imperator Federico a Paolo Cicala deva col ferro i dritti suoi, ed occupava
Genovese, Contestabile del Regno nel 1205, paesi, che espugnali non dopo lungo tempo
di altre primarie cariche decorato , ed dalle regie truppe, furono a Costanza re
unito in matrimonio a Speranza Mosca figlia stituiti. Contese poi Francesco colle leggi,
di Riccardo, ebbesi Guglielmo Cicala nel ed anche perdette in giudizio, che sforzan
1262 Slratcgolo di Messina, e padre della dosi i successori di lui sotto varii dominii
nobilissima famiglia in quella citt. E del a ripigliare, vollero appellarsi Conti di Col
lutto oscuro chi sotto i Francesi, e nei primi lesano.
tempi
Icsanodegli
a titolo
Aragonesi
di beneficio.
abbia Nel
posseduto
1305 Fran
Col- XGiliberlo decorato di varie supreme cari
che e della Prefettura di Sicilia dal 1440 con
cesco i, Signore di Geraci , della chiaris molta lode, succedette il figlio Antonio Mar
sima stirpe Vcntimiglia cbbesclo in titolo di chese di Cotrone, notissimo nella milizia, e
Contea, per generosit del Re Federico, del nelle cariche che esercit con mollo splen
di cui figliuolo Pietro per incorso nello sde dore: poi divenendo contrario al Re Alfonso,
gno, perdette Collesano colle altre signorie, come negli annali si nota, perdette le Signo
c finalmente la vita. Rinvengo perci nel rie: quinci Pietro Cordona Maestro Giusti
1340 Damiano Palizzi Signore di Assoro ziere di Sicilia, pei grandi meriti verso il
c di Collesano , e rifulse Regio Cappellano medesimo Principe vien donalo del paese e
Maggiore, d'antro in Palermo, e Cancelliere della rocca di Collesano. cui succedette il
del Regno; ma scacciato questo dalla Si figlio Ariate Marchese di Padula, donde
cilia, cedette nuovamente la citt ai Vcnti Pietro ed Antonio; rifulse questi Cancelliere
miglia , e Francesco ii di questo nome per del Regno di Sicilia e Grande Ammiraglio;
liberalit di Federico III fu nominato Conte Pietro nell'anno 1478 entr nel possedi
di Collesano , che lasci al figliuolo An mento, ed ascritto trai Grandi di Spagna
tonio, che avevasi avuto da Isabella Lauria e i Cavalieri del Vello d' Oro , Legato dei
in secondogenito, ed aggiunse Io Signorie Siciliani a Ferdinando il Cattolico, Conte-
di entrambe le Pelralie, di Relice, di Ca- slabile del Regno ed Amirato , valse per
ronia e d' Isncllo; molli benefizii consegui T isola intera per la somma autorit; lasci
Antonio dal Re Martino, ma da lui man dopo di se Arlale che mor sul Gore, ed An
cando, prigione finalmente nella rocca di tonia la quale maritata ad Antonio d' Ara
Malta, quivi visse sino al Regno di Ferdi gona, Duca di Montalto, divenne madre a
nando I: in qual tempo tenne Collesano Er Pietro d' Aragona e ad Antonio, che suc
rico Sosso, e nel censo del Re Martino per cessore del fratello morto senza prole nel-
questo ed altri possedimenti dicesi soggetto l' ampia eredit dei possedimenti , per
co CO 34 1

militare valoria c per altri titoli si distinse; colli. Lai. Colle*. Sic. Coddi (V. M.)
prese in moglio Maria di Corda , ebbesi una contrada nel territorio di Palermo-
l'unica figlia Maria moglie a Francesco verso settentrione, amenissima per subur
Moncada Signore di Paterno, dei quali al bane magnifiche abitazioni di Signori, ville,
trove registriamo i successori. orti, giardini, vigne, oliveti, fonti, celebre
Sta il paese finalmente in 37, 40' di la tra le prime e fatta quasi per delizia. Eb
titudine in 38 di longitudine, comprendesi besi questo nome perch giace tra dei colli
nella comarca di Cefalo, conserva il ves e stendesi 12 m. in lungo, e 6 in largo.
sillo della milizia comunale, sotto l'Istrut Il palazzo suburbano del Principe di Re-
tore di Termini, cui somministrava 4 ca sultana si ha una parrocchia. Mi passo di
valieri e 70 pedoni. Lo stemma presenta altri per numero ed eleganza non indegni
un vecchio coronato d'alloro, sedente in della citt vicina, a non andar per le lun
un colle, con sotto i piedi un vaso donde scor ghe (1).
rono delle acque, e che tiene colla destra
un cardo e colla sinistra un libro (1). 1798 di 2875 anime, di 3408 net 1831, e di 3726
nel fine del 1852. Estendesi il territorio per sal
me 8289,478 delle quali dividendo in culture, 30,
(1) Collesano ua capo-circondario di 3* classe 067 in giardini, 23,501 iu orti semplici, 4,096 in
in provincia di Palermo donde dista 42 m., distretto canneti, 46,683 in seminatori! irrigai, 16,808 in
e diocesi di Co fa l donde 14 m. Nella Chiesa mag seminatorii alberali, 175,820 in vigneti semplici,
giore e propriamente nel cappellone vi hanno gli 39,118 in sommaccheti, 16,730 in ficheti d'India
affreschi dello Zoppo di Ganci, ed oltre varie ma 186,978 in boscate, 0,860 in culture miste, 3,696
gnifiche pittare in essa ed in altre Chiese, sopra in suoli di case. 11 suo maggior commercio di e-
ogni altro oggetto ammirabile il quadro dell'al sportazioue consiste in frumento, olio, vino, e som-
tare maggiore in S. Maria del Pedale. Ruinarono macco; e dal 27 al 28 agosto vi si apre una fiera
nell'anno 1767 le antiche Chiese di S. Rocco e della per bestiame e manifatture. Ci hanno finalmente
Madonna della Neve, e quella dell'Immacolata in alcune contrade del suo territorio , delle cave
Concezione pei tremuoti del 1815 e per la tem di diaspri e di porfido, e sorgenti di acque zol-
pesta del 1821, oltre l'abolizione delle [piccole furee.
di S. Michele , S. Antonio , e N. D. della Gra (1) La pianura dei Colli signoreggiata dalla parte
zia per ordine del Vescovo diocesano. Venne occidentale dal Pellegrino, in fondo dal monte Gallo
per riformata nel 1853 la Chiesa di S. Giacomo, ed anche del monte Delliemi; dividesi propriamente
ingranditi la Chiesa ed il convento dei pp. Do in tre contrade: la cosi delta di Sferracavallo che
menicani nel 1769, riformala ed adorna la Chiesa cominciando da S. Polo ha confine dopo circa 6
del Monastero benedettino di S. Caterina nel 1851 m. di lunghezza al mare di Sferracavallo; va ricca
e 1852. Fu inoltre sostituito nel 1813 un locale di ville per diporto, e principalmente della subur
pi ampio e pi decente a quel che precedente bana casa del monastero del Cancelliere, del pa
mente esistea per ospedale pubblico; e si istitui lazzo del Marchese Airoldi, di quello del Principe
rono dne pubbliche scuole nel 1819, primaria una di Resultana dov' l' accennata Parrocchia , di
l'altra secondaria. quel del Principe di Paudolfina ec. Ma il magni
Per illustri nelle lettere si serba ancora la me fico istituto agrario in educazione ed istruzione dei
moria dell'Arciprete D. Francesco Testajuti e del giovanetti coloni merita attenzione sovra ogni altro
Sic. D. Giovanni di Maria , Rettore il primo del oggetto; il suo fine diretto a formare agricoltori in
semiuario Vescovile di Cefal ed ivi Professore di telligenti e pratici che possano o prestarsi utilmente
S. T., morto nel 1830, e l'altro nel 1828; entrambi all'ufficio di buon fattore, o ben coltivare la terra
versatissimi nelle teologiche discipline. per conto proprio; a tale oggetto i suoi alunni ri
Venne istituito nel 1804 dal fa Mr. Gioeni Abate cevono tanto l' istruzione mentale necessaria a ben
di S. Maria del Pedale, un legato di maritaggio di eseguire tutto ci che concerne la coltivazione della
onze 20 per 25 donzelle da estrarsi in ogni anno a campagna, quanto una istruzione pratica per av
l'ossolo, e da pagarsi tostoch saranno seguiti gli vezzarsi al lavoro manuale. D comodamente ri
sponsali. 'Era la popolazione di Collesano nel cetto a 32 convittori studenti, a due sorvegliatori
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coiombara (?. N.) Capo nella spiaggia vrasla la torre d'ispezione Yigliena e so
australe, cosi appellalo dalle colombe che no attaccate due piccole cale appellale Ca
vi nidificano ed altrimenti Braccio, cui so- naloni. Gli presso una salina, cognoroi-

rhe fan vili comune con essi, e ad un direttore; olire abboudante in ficheti d'India ed oliveti, e distante
le scuole, la cappella, e quanto si appartiene alla 8 m. da Palermo. La contrada di Mondello si ap
educazione morale ed istruttiva degli alunni, mo partiene eziandio al territorio dei Colli; la strn
strando lo spirilo coordiuato e sistematico del fon gono a destra il Pellegrino , a sinistra il monte
datore e la valenzia dell'architetto Antonino Gen Gallo coda degli Ericini che sin qui in lungo
tile. Di ordine dorico-sicolo ergesi semplice e ordine si stendono , ed allarganti soi campi dei
maestoso portico, nel di cui mezzo scendesi nelle Valdesi dov' una Chiesa parrocchiale sotto la giu
stanze inferiori dov' l'abitazione dei convittori, risdizione del Cappellano maggiore , fondata nel
poich in volendosi dare allo edilzio quella graviti 1799; a pi del Gallo e nella punta che nel mare
di forma e proporzione che a tal maniera di archi si stende , un piccol gruppo di case che for
tettura si addice, seppesi talmente combinare che mano propriamente il villaggio di Mondello, ed il
il solo piano supcriore esca dal livello del terreno, mare sottoposto abbondava una volta in tonni. Io
restando il primo piano al di sotto della linea di questa contrada merita attenzione sopra ogni altro
terra: ai lati del portico apronsi due ampie sale la villa della Favorita che a 83 gennaro 1799 pas
per le lezioni, fornite di macchine e di tuttoch sava dal Barone della Scala D.Giuseppe Lombardo
alla agraria scienza si abbisogna; al di cui ingresso a S. M. il Re Ferdinando, di unita a sai. 1. 8. 3. ,
sovrasti una iscrizione che ci addila la fondaziono di terre indi ridotte a flora. Il graziosissimo catino
dello stabilimento, ed il uome dell' autore di esso. fabbricato sul gusto chinese , fiancheggialo da
Alla memoria dne scale a lumaca; nella stanza inferiore da ballo
Di Carlo Cuttone sono moltissimi quadretti ad acquarello che rappre
Principe di Castelnuotio sentano costumi campestri; la stanza da letto
iV.' a SO settembre 1756 MS a 29 dicembri 189 bella per ornamenti di dorature e disegno ; i ta
Fondatore di questo ginnasio volieri sono tulli ammirevoli perch di costose
Eloquente compendio pietre, e principalmente tre che presentano invece
E testimonio solenni di marmoreo tondo , perfettissime pietrificazioni
Chi Di
le lontani
virt cittadini
generazioni dendridiliche, di ceppo una, dei rami 1 altre due.
La villa sottostante molto bella per la bizzarra
Sapranno onorari. disposizione dei bossi, non lungi dalla quale una
Inauguralo il 16 novembre 1847. gran vasca signoreggiata da una copia dell' Ercole
Rimpetto in marmorea medaglia scolpito il ri Farnese. L'ampio territorio incorporato dal Re Fer
trailo dell'i m mortai fondatore: il quale lasci erede lo dinando lai suo casino era tutto piantalo a bosco,
stabilimento della sua vasta erediti; per con varii ed abbondantissimo in caccia, in sollazzo di lui che
legati che venendo estinguendosi vi saranno incor in ci sommamente spassavasi, or diviso in varie
porali. da ammirarvisi parimenti una collezione culture a profitto: stendesi dal principio della via
dendrologica, che possiamo affermare essere unica che mena al villaggio di S. Lorenzo, pi in li dal
in Italia, e ci sia dello in onore dell' ottimo di palazzo del Marchese Airoldi, sino alla spiaggia di
rettore del ginnasio prof, D. Giuseppe Insenga, che Mondello , donde presso al caseggiato stabilivasi
aveva cura di formarla, di ben disporla, e pubbli- una eslesa palude abbondantissima di squisita pesca
cavane un catalogo encomiato principalmente nei sino alla terra dei Valdesi e ad impedire la infezione
giornali tedeschi; oltreci un ricco scmenzajo dell'aria che nei tempi trascorsi travagliava quelle
ed un orto secco. ricinto il fabbricalo da 7 sai. genti, vi s'introduco l'acqua del mare, evitando
di terreno di sua pertinenza, piantalo in amena e intanto la perdita dei pesci con degli impedimenti
gaja villa in sollazzo della giovent studiosa. Oltre appositamente nelle imboccature imposti.
procedendo incontrasi il villaggio di S. Lorenzo La contrada di Malaspina sita allo falde del
con una Chiesa e varie graziose case per vil monte Relliemi, l'ultima che compone il territo
leggiare. D' ivi a tre miglia si perviene alla rio dei Colli, ed olire varii palazzi rurali di Signori,
terra di Tommaso Natale, con una Chiesa par si ha l'amplissimo Deposito di roendicili, che nacque
rocchiale, e di li ad un miglio alla terra di Sfer nel 1835 quando il Governo era inteso a preser
racavallo, dove tono varii e deliziosi casini e ville, vare la citti dal funestissimo morbo da cui era
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naia Slagno aecco, ed indi segue la foce Ma nel dalla forza dell'urtante ma
del fiume di S. Croce. Ad un miglio circa re pi impetuosamente battuta, croll nelle
nell interno nel vicino colle una fabbrica sue viscere.
costruita di pietre quadrate sostenute da Colombara. Lat, Colombaria. Sic. Pa-
colonne, Slerio dipinto appellata dai ter lummara (V. M.) Un tempo Plejade. Pic
razzani, senza dubbio un magnifico vetusto cola isola o scoglio nel porto di Trapani
tempio. adjacente da Austro, alla parte estrema, del
Colombara. Lai. Columbaria. Sic. Cu- la citt, con una rocca munilissima e quasi
lumbara (V.N.) Grotta non discosta dal pro inespugnabile, sin da antichi tempi fabbri
montorio dello stesso nome, descritta dal cata e ristorata all'et del Fazelto. Slima
Fazello in questo modo ; era dipoi una no essere un'antica torre opera dei Tro
disagevole grotta, al di sopra aperta ed iani , che con Enea in questa spiaggia ap
del
aspra,
marecontro
con ammirevole
la quale urlando
spuma solleva
i flulli prodati, i luoghi vicini occuparono; perlo-
eh l' antichit di una qualche cosa volendo
tami, e producevano un rimbombo al gli abitanti esprimere, dicono comunemen
tuono uguale, che udivasi per un SO in. te conlare gli anni della Colombara di Tra
pani. Ne assegnano altri la fondazione ai
minacciala , e che poi venne a flagellarla cosi Cartaginesi, dove affermano aver quelli col
spietatamente. Fra le misure di precauzione sani locato un faro, quando scacciati i Greci e
taria fu adottala quella di raccogliere t' immenso i Sicani da Trapani, occuparono la citt.
sciame degli accattoni, che nudi e sudici popola-
tidq le tc, non ostante il numero dei reclusi nel Narra Zonara di Numerio Fabio Console
R. Albergo dei poveri. Ecco intanto istituito gi il de Romano, aver insidiato nell'assedio di Tra
posito di mendicit per donne povere, nato senza pani l'isola e la rocca Colombara, che
stabile base, e senza regole, ma col tempo fu quella avevano in prima occupato i Cartaginesi,
formata, queste dettale. Il vantaggio ottenuto fece mandate nollempo delle truppe, che ucciso
sorgere il desiderio di veder perpetuato uno stabi
limento cui circostanze straordinarie avean fatto il presidio la tenessero: ci udito, soggiun
nascere di un subilo e di un modo affatto precario; ge, Amilcare, col mattino contro quelle si
proposti i mezzi dai Deputati, col sovrano rescritto part, alle quali non polendo Fabio appre
del 11 ottobre 1836 fu costituito il titolo fondamen stare ojulo Trapani medesima assolse. Di
tale del deposilo di mendicit. Non si credette allora ci poi atterrito Amilcare, si raccolse den
poter meglio affidare la cristiana educazione delle
donne mendiche, se non che ad un corpo di so tro le mura; Fabio indi occup Colombara,
relle di Carit, che sotto l' istituto di S. Vincenzo e l'angusto frapposto spazio palustre un
de Paoli stabiliscesi nei dipartimenti di donne ad con argini al continente, acci pi facile
esercitarle in etti di piet, in educarle alle arti eco Toppugnazione riunisce. Occuparono i Ro
nomiche, secondo le norme del S. Istitutore, a for mani Colombara, sotto il consolato di Lucio
marne buone madri di famiglia ed abili manifat
turiere lorch usciteue prenderan marito, con un Metello e M. Ruteano Consoli. La rocca
legato che appresta lo stabilimento. Datane la cura riparala da Sergio Riccioli per comando di
ali immortale Principe di Patagonia lungo sarebbe Federico II, poscia per cura del Vicer Gio
enumerare i grandi vantaggi che vi procur ; in vanni Vcga di nuove mura e baluardi mu
tal modo che costituisce oggi colla vicina casa della
di Valguarnera dove anche oltre il corpo donnesco, nita, presenta un'amplissima cisterna in
*Uro te ne alberga di mondici uomini, una grande conserva di acque , delle artiglierie , ed
"pera di beneficenza in tulto ammirabile. hassi un presidio con un Prefetto. Sta di
Sono i Coli; ]a parte pi amena del territorio di Xronte alla fortezza S. Francesco della citt,
Palermo, fertilissima , e che appresta grandi ele dalla quale divisa per un 400 passi di di
menti di commercio alla citt. stanza, e domina gli scogli vicini. La torre
344
CO il colle dove slava
vato dal Fazcllo, sotto CO

fu un tempo nobilitala dalla dimora di Co Acrislia. Era soggetto ai Conti di Caltabel-


stanza moglie di Federico III, quando da lolla; Antonio Luna diedelo ad Angelo Fu-
Aragona venula in Trapani per ordine d biano da Sciacca, da cui comprollo An
Guidone Vcnliiniglia Prefetto della citt, dreatta Alitata; se ne fa memoria nei di
che allora tutto poteva, inibito lo sbarco, plomi di Guglielmo I dell'anno 1180.
acciocch allo sposo non si unisse , quivi Cornino. Lat. Cominut. Sic. Cuminu
per alcuni giorni dimor, come negli An (V. N.) Isolelta tra Malta e Gozo, delta dai
nali si nota. Saraceni Kemmune. Vi fu un tempo abi
Colombe (Isole delle). Lat. Colum- tazione, come vedete da vestigia, e rilevasi
barum insula. Sic. Isula di li Palummi da meati di piombo e di creta da poco
(V. SI.) piccola, e nel medesimo tratto rinvenuti pei quali deducevansi le acque:
di mare, cosi appellala dalle colombe sil oggigiorno intanto munita di valida for
vestri che in gran copia vi nidificano, o tezza fabbricata nell'anno 1618 per ordine
secondo altri dalle colombe della Venere di Luigi Vignancourt gran Maestro di Malta,
Ericina; donde anche si ebbe il nome la in custodia del porlo. Di qu colle sue ar
gi descritta Colombura. tiglierie, di l in Gozo gli opposti bastioni,
Colonna. Lat. Columna. Sic. Culonna nel luogo che appellano Mugghiaro, im
(V. M.) Torre nella spiaggia aquilonare ap pediscono affatto ai nemici il passaggio, ed
presso Termini, tra la rocca di S- Niccol eludono ogni sforzo. Il terreno del resto
c la foce del fiume della Milicia, o di fonie ferace ed appresta biade di ogni genere.
rotto. Sorge sovra insormontabile rupe, in Si ha 4 m. di circuito, 330 passi in lun
custodia si della sottoposta spiaggia , che ghezza, 60 circa in larghezza.
della via di terra, dove sono anguste foci. Cluverio nel lib. 2, cap. 16. Certamente
Colonne. Lat. Columnae. Sic. Culonni tra Malta e Gozo si giace un' isolelta della
(V. N.) Umile colle nel territorio di Sira volgarmente Cornino. Sembra esserne sta
cusa, appresso il fiume Anapo, dove an to l'antico nome MAESTLA cio Efeslia,
ticamente il tempio di Giove Olimpio, di cui e se il rendi in latino Yulcania. V Itine
vedonsi esistenti due colonne, donde prende rario delle isole: le isole Matacha, Fe-
il nome il poggelto, ed occorrono ovunque stia e Falacron; cos certamente il regio
dei ruderi. V. Olimpio. esemplare nella Spagna, delle quali le
Cometa (V. M.) Monte nominato da Gia prime corressi in questo modo: le isole
como Adria, detto da altri Ambleri, sopra Malta, Efeslia; indica poi il silo stesso l'al
la valle del Fico, appresso il territorio di Pa tra voce dovere indicar Gozo. Forse venne
lermo, verso il di cui vertice una cava appellala Vulcania , perch ebbe qualche
di marmo rosso. volta vomitalo fuoco sotterraneo: imperocch
comiano. Lat. Comianum (V. M.) Ca attestano alcuni le isole medesime essere
sale un tempo nella Signoria di Girgenli, state antichi prodotti vulcanici.
soggetto a .Variano Capizzi con Diesi, Bo- Comlnotto. Lat. Cominoltus. Sic. Co-
cale, Ragalmici, ed altri feudi, i quali ul minollu(V. N.) Pi piccola isola eziandio, ov
timi nel censo del Re Martino dicesi di ap vero scoglio adjacente a Cornino, a maestro
partenersi ad Antonio di Bonito, ma non da Malta e Gozo.
vi si fa alcuna menzione di Comiano. Cornino. Lat. Yhomimm. Sic. Comisu
Comlcnlo. Lat. Comichium. Sic. Cu- (V. N.) Paese ricco c popoloso, col titolo
micchiu (V. M.) Casale un tempo mento di Contea, parte un tempo della Signoria
di Modica, c silo perci verso le parli au-
345
CO CO

strali dell'isola , in terreno quasi piano , Acre certamente in monti nevosi, Casmene
con delle umili colline come sovrastanti da poi in piano. N per indica il luogo di
mezzogiorno, ed indi Ragusa e Chiaranionte Casmena, sebbene a Palazzolo stabilisca
da Oriente. Gli diedero il nome attuale i Acre. Del resto collocano altri quella al
Saraceni, e gli antichi Siracusani l'origine, territorio di Scicli, il che a suo luogo trat
poich affermano volgarmente esser nel luo tiamo.
go medesimo seduta Casmena colonia dei Ad antiche mentovate costruzioni sovrap
Siracusani nella xxxn Olimp., lo che cor posto Comiso in terreno ad Aquilone incli
roborano con innumerevoli monumenti e nato, verso il medesimo punto si ha una
ruderi, si al di dentro che al di fuori nel porla, donde ai terrazzani la via alle
l'orto del Conte, alle Perrcre, nella contra primarie citt dell'isola, del nome di S.
da Belvedere, intorno al Castello, ed in al Biagio, di cui vi una bellissima statua di
tri vicini campi, dove occorrono altres marmo. A questa porta sono vicine fabbriche
dei sepolcri; certamente come chiarissimi in- di antico castello, sulle quali oggi costruito
dizii addimostrano esservi da gran tempo il Palazzo del Conte. Quinci la magnifica
slata abitazione, ed antica citt avere oc Chiesa del medesimo S- Biagio, il quale si
cupato quel terreno. Ed essendo stata non il principale tutelare del paese, che di
lungi da Carne rina altra colonia degli stessi visa in tre parli ornata di colonne di pie
Siracusani, Casmena, dove i Gamori, cio tra e della cupola. K lungi di l spicca il
i nobili di quella Metropoli, scacciati dai tempio maggiore del titolo di S. Maria del
CUHrii cio dai plebei, si raccolsero, non la Stella, di scultura elegante ed ampia,
lungi dalle ruine di Camerina sorgendo e la cupola non che le forme intcriori a
oggigiorno Coidso, l'affermano, da conget pitture, ad oro, a stucchi, con ricche e niti
ture derivando, sostituito a Casmena. Avver de sacre suppcllellili; gode sola di dritto par
tendo Cluvcrio nell'Itinerario di Antonino rocchiale, fornita di un collegio chiesia-
posta Calvisiana ad 8 m. oltre Gela, stim stico in cui dall'anno 1641 mantengonsi i
esser quel paese, che ora alle foci dello Ip- Canonici, poich loro assegn le congruen
pari o del fiume di Camerina, volgarmen ti prebende il Conte Baldassarc; fu unta
te dicesi Comiso. Altronde la contrada Cal- secondo il costume dell'olio santo, e de
Tisiana fu certamente marittima, ed men dicala da Asdrubale Termine Vescovo di Si
tovata nel medesimo Itinerario che descrive racusa; finalmente ne in costruzione un
i lidi. Arezzo sul sito della Sicilia: Ca esimio prospetto, ma presenta oggid la sola
mene, dice, appelliamo Comiso, dov' co parte inferiore. Segue a sinistra il fonte di
piosissima fonte. Fazello finalmente, non Diana di cui Fazello diffusamente scrisse,
senza addotta alcuna ragione, come avverte ed abbonda di tanta copia di acqua che-
'I Cluverio: a questo, a Chiaramonte cio, parte scorre per comodit dei cilladini in
sottost a sinistra Comiso paese di no doccie di bronzo , parte in grande abbon
ne saracenico ad 8 miglia, insigne pel pannilini.
danza in adatto
La piazza
ricettacolo
commerciale
per purgare
non nei
fonte di Diana appo gli antichi celebra
lo. Coloro che stimano essere stala que dista, ed adorna di convenevoli e ben pu
sto Casmena, errano affatto. Altrove poi lite case di privali cittadini; a destra sorge
scrive: talmente questa Siracusa in po un ritiro di sacre Vergini con decente Chie
tenza si accrebbe, che poi i Siracusani i sa sacra a S. Giuseppe ; vi si professa
f' in Sicilia fabbricarono ; Acre, Ca la regola di S. Teresa, e sebbene ristrette
rena, Camerina, ed Enna, delle quali ue sieno le rendite, risplende tuttavia per
346
CO CO

fila, costumi, c celesti ricchezze; se ne ri in cui il sepolcro del Conte Gaspare Na


porta la fondazione all'anno 1619 per ope scili degno di attenzione. Finalmente i Mi
ra di Pietro di Palazzo, che lo costitu per nori Cappuccini, nei poggi poco elevati ver
accogliere le donzelle povere. Altro ceno so Mezzogiorno si raunavano nel 1614. Nella
bio sotto lo stesso istituto, dedicato alla stessa contrada ergesi la Chiesa di S. Maria
Regina del ciclo {Regina Coeli), ricco, n di Monscrrato cui sono attaccati edifizii di
meno insigne per piet, riconosce la sua ori antico convento in rovina e di ordine
gine dal medesimo Pietro sin dal 1019, ed incerto. Verso Settentrione fuori la porta
verso Occidente rivolto. Entrambi gli edifizii osservasi il tempio di S. Maria del Carmelo
sono circondali da orli assai spaziosi, dovo coi ruderi del convento dell'ordine mede
si osservano avanzi di antichi bagni. Su simo. dentro la cill lo spedale per gli
dolce poggio nel centr della citt sorge infermi poveri con una Chiesa sacra alla
l'antichissima famosa Chiesa di S. Maria Purificazione di Maria con convenevole ren
Annunziata, in cui dall'anno 1645 un coro dita. Finalmente altre sei Chiese minori so
di dodici Canonici coli' Arcidiacono attende no destinate a coltivar la piet nei cittadini.
ai sacri ufficii; 20 altari minori si hanno Si comprende Comiso nella comarca di Cal-
sacerdote proprio ; vi si riuniscono quasi tagirone, sotto la militare prefettura di Sci
800 fratelli sotto il titolo del SS. Rosario: cli : i chierici obbediscono al Vescovo di
gli edifizii presentano un'antica forma, e Siracusa, ed al suo Vicario; un Parroco o Be
la principale porta si ha impresso l' anno neficiale veglia alla cura delle anime; il
1591 , nondimeno le interne pareti con Magistrato annuale, ed a cenno del Con
decoro ornale risplendono, l'apice del cen te, di cui fa le veci il Govcrnalorc. Il fer
tro da ogni parte agli occhi si presenta, tilissimo territorio somministra biade d'ogni
il prospetto e la torre superbamente or sorla, vino, olio, frulli, canape, per cui
nati; dcdicolla con solenne pompa il Ve provvede ai bisogni degli abitanti, egregia
scovo Matteo Trigona, i pii fedeli l'arric mente nutre le loro greggie ed armenti, e
chirono di entrate e di sacre suppellettili. larghe rendile conferisce ai Baroni. La fab
Tra questo tempio ed i sudelli monasteri brica di caria presso la ripa del fiume eh e la
siede l'oratorio di S. Filippo Neri, con de prima istituita in Sicilia, ammirevole per
cente e magnifica Chiesa, con delle stanze le varie macchine a ruote, e pel magnifico
eccellenti pei preti congregali, fabbricato nel edilzio. Sulla vetta della collina, sotto cui
1618 a proprie spese dal dello Pietro di un giorno sorse Camcrina, e dall'altro fianco,
Palazzo, confermato poi da Urbano Vili sia il paese, un antico tempio sacro alla
Rom. Pont, ed arricchito di privilegi]'. Ver Vergine, frequentalo dalle genti circonvicine,
so Levante vedesi un collegio di Maria per dove solenne festa si celebra negli idi
educar le donzelle presso la Chiesa di S. di agosto. Il numero delle case sotto Carlo
Giuseppe, opera di Tommaso Blundo. Ver Imperatore fu di 645, nel 1595 erano 4235
so Ponente presso i confini della cill, gli abitanti , e nel seguente secolo secon
il convento dei Minori Osservanti sotto il do il Pirri 1276 le case, 4835 gli abitanti;
titolo di S. Antonio di Padova, la di cui cam ma dai regii libri nel censo dell'anno me
pana fusa l'anno 1374 mostra avergli dato desimo leggonsi case 1222 e 4371 abitanti;
i primi auspicii di sua fondazione il secolo xv; nel 1713 erano 222C i fuochi, 7402 gli abi
secondo Cagliola vi abitarono un tempo tanti, che di recente 9145. La longitudine
i Conventuali: contiene la Chiesa del me di 38, 15', la latitudine di 36, 50".
desimo convento una cappella pei Signori, Finalmente illustri cittadini fan celebre quel
347
CO CO

municipio. Pietro di Palazzo fondatore del po II nominalo conte di Comiso, impetr


l'Oratorio di S. Filippo, promotore di en poi facolt di fabbricare un villaggio nel
trambi i monasteri, di cui fu Proposito a feudo di Diesi, cui die nome Aragona. Bea
fila, ornatissimo di virt degne di eccle trice alla morte di Gaspare che lasci di
siastico, e nelle sacre scienze istruitissimo, due anni il figlio Baldassare, pass a se
mor nel 1630. Mansueto Cocuzza dell'or conde nozze con Giacomo Saccano Signore
dine dei Cappuccini, Francesco nel secolo, di Casalnuovo e di S. Pietro, donde nac
chiarissimo per umilt, obbedienza, tempe que Antonia Saccano, la quale fu data in
ranza, semplicit, singoiar divozione verso moglie a Baldassare, e come crede del pa
la Vergine , assiduo nella preghiera , da dre divenne Signora di Casalnuovo. Nac
Dio di molti doni arricchito, vol al ciclo que Luigi da questa coppia , primo Prin
nel 1746. cipe di Aragona, di cui altrove dimostrer i
Primo Signore di Comiso fu Bcrlingheri meriti; divenuto marito ad Eleonora Carri-
di Lubera, verso la fine del secolo un e glio gener a Baldassare, il qucle Cavaliere
principio del secolo seguente, come dai re del Vello d'Oro, esercit con onore le
gistri regii si rileva, che poi da lui comprollo, veci del Vicer imperversando la guerra
pagato il prezzo, Giovanni di Chiaramonle dei Francesi; del pari supremo Prefetto ed
mentovato nel censo di Federico li, e che Istruttore dell'esercito; finalmente iniziatosi
mostratosi nemico del Re fu spogliato dei nel sacerdozio verso i principii di questo
beni , dei quali donato Pietro Regio, da nostro secolo si mor, lascialo dalla sua
cai Niccol, donde un u Pietro, la cui figlia moglie Celidonia Fiorita e Tagliavia il figlio
ed erede Anfdisia marilossi con Niccol Luigi, da cui e Margherita Branciforti, nac-
Bonfiglio, portando Comiso in dote; da co I quero Baldassare v di questo nome ed
storo nacque Pietro, che visse sotto Martino, altri. Morta Margherita s'incorpor Luigi
ma nel registro dello stesso Principe nel alla chicsiastica milizia, e lasci al primo
1408 occupava Comiso con Modica Berardo genito le amplissime signorie, il quale adi
di Caper, cui successe Giovati Bernardo, bito in varie principali pubbliche cariche,
che sotto Alfonso l'anno 1453 avuto Sprez seppe con sommo splendore commendarsi,
zo di onze 300. ..vendette la terra e la for imperocch fu Pretore di Palermo, dei 12
tezza, o to torre di Comiso a Periconio Pari del Regno, legato di Sicilia al Re, Ca
Naselli Signore di Mastra; succedette nel valiere di S. Gennaro, Maggiordomo nella
1469 il figlio dello slesso nome, e per cui Regia di Napoli, e Consigliere, rifulse poi
appellato Periconello, donde Baldassare, Presidente del supremo Tribunale di Si
che spos Isabella Montapcrto, con per dote cilia; mor in Parigi nel 1753, e le spo
il feudo di Diesi presso Girgenti. Gaspare glie di lui trasferite in Comiso, nella Chie
Naselli loro figlio colla moglie Giovanna sa maggiore sono sepolte. Ebbesi ad erede
di Porto gener Baldassare ii, il quale con Laura Morso figlia d'onore della regina
sotto Giovanni de Yega capitano delle armi l'erede Luigi v, Grande di Spagna, dal ga
e destinato alla difesa della Yallc di Maz- binetto del Re, Centurione dui Custodi del
zara, soddisfece egregiamente alla carica. Vicer, cui Stefana Morso Principessa di
Gi Baldassare prese in moglie Antonia Poggioreale oggi unita in matrimonio.
Galletti dei Signori di fiume Salso, e lasci il Ricevei poco fa un esemplare di antica lapi
figlio Gaspare di et minore, e che di 12 anni de scritta in Greco, trasmessami da Comiso,
contrasse nozze con Beatrice Aragona, e che di errori caricato da qualcuno dei Gnosti
nell'anno 1371 per beneficio del Re Filip- ci o dei Basilidi, forse fu dato alla luce da
348

CO CO

Marco Efesino della stirpe dei Basilidi , non Cornino (Mtforale del). Lai. Plaga?
che si conosce dagli occulti caratteri che Caltisianis, Megopotamio , Plagereo site
sono in fondo ed altri qua c l per epigra Cymbae. Sic. Praja di lu Cornisti (V. R.)
fe, ma perch circa il fine del secondo ver Si ha dall' Kiner. di Antonino : ab Agri-
so ben chiaramente si esprime il nome genio per maritima loca Syracusis M.
ABPASIA , che volgarmente leggesi negli pass, cuxiii. Daedalio xrni. Pliniis r.
Amuleti e nei Talismani dei medesimi ereti Rcfugio Chalis xviii. Plaga Mesopola-
ci. Gli Gnostici travagliarono la Chiesa nel mio xii. Plagareo, site Cymbae xini. Re-
secolo ih, e direi perci verso quei tempi fugium Apolline xx. Plaga Syracusis xxxii.
scolpila quella lapide, onde ci argo Afferma Cluverio dover intendersi per pia-
mento verso questa epoca con molta ce gas, e Rcfugia (come si ha nel testo) di
lebrit essere il nostro paese fiorilo (1). more ovvero asili nel lido, apparlcnentisi
al territorio delle terre medesime , delle
(1) Coniiso attualmente un capo circondario di quali i nomi registra. Per Dedalio inlanlo
2"1 classe in provincia di Noto donde dista 47 mi inlendesi dal medesimo il castello da Dedalo
glia rotabili, distretto di Modica donde SO m. ro costruito; Pliniis prendesi per Finita, della
tabili, e poi 59 rotabili, 91 non rotabili da Palermo, quale altrove dir : Refugio di Cale pel
9 rot. 37 non rot. dal mare africano dove dicesi di
Pozzallo. Per effetto del R. Decreto del 1837 si apri vicino asilo di Gela; Calrisiana; essendo
rono nel 1847 due strade regie, una per Ragusa questo un paese , secondo Cluverio, alle
altra per Vittoria restate incompile per mancanza fonti dell' Ippari, volgarmente Comiso , il
di mezzi: si compi per nel 1853 una strada in lido del territorio di Jomiso o Coniso sar
tercomunale che unisce Comiso a Chiaramonte. la Plaga Calvisiana, altrove stabilii di Me-
Cominciossi nel 1772 il magnifico tempio di Maria
Annunziata portalo a termine in questi ultimi sopotamio, per essere slata una posa trai
tempi. L'antica Chiesa della Collegiata anche sotto fiumi Ippari ed Oano poco tra se discosti,
il titolo della Annunziazione fu elevata a Parroc poich in latino Mesopolamio suona Inle-
chia nel 1817. In conseguenza di disposizioni go ramnium, cio tra due fiumi. Plagerea o
vernative ebbe origine nel 1845 un monte agrario Cimbe finalmente credesi da Cluverio il lito
che dipende dall'Intendente che scieglie due de
putali, che per 2 anni lo amministrano col Sindaco di Ibla Erea, poich nell'esemplare del
del Comune. Il prestito si regola secondo la quan medesimo Itinerario ed in altri luoghi legge
tit dei frumenti che ci hanno; ed il modo l'u Ibla il Surita per Cimbe. Ma nuovamente
suale. La incendiala cartiera di propriet del Prin qui avverto sugli Itinerarii, per vzio degli
cipe Aragona fu nuovamente costruita a spese del amanuensi esser ricolmi di mende, ed ap
proprietario nel 1825. Poi nel 1834 il bel fonte
nel centro del comune fu abbellito di ornati ad pena potersi apprendere i siti legittimi dei
intaglio, e cancelli di ferro all'intorno. Un teatro luoghi, dove principalmente i nomi sono
comunale si apri nel 1842 divenuto per la molto corrotti. a lodare certamente il Cluverio
eleganza di sommo onore al comune , e piantato
un orto botanico nel 1804 di grande utilit e leg
giadria. L'aria buona, come anche buona e culture miste, 3,869 in snoli di case. Il sno mag
bastante l'acqua. Contava Comiso nel 1798 una gior commercio di esportazione consiste in olio ,
popolazione di 10445 anime, di 12670 nel 1831, in vino, in carta ec. Nella seconda domenica di
e Gnalmente di 14432 nello scorcio del 1852. Esten- luglio, occorrendo la festa di S. Biagio, apresi una
desi il territorio in sai. 2099,727, delle quali 4,099 fiera di 9 giorni, per bestiame , tessuti , ed altre
in giardini, 15,503 in orti alberati, 23,403 in orli merci ; altra per la festivit di S. Elisabetta ai 14
semplici, 1,460 in canneti, 24,176 in seminalorii novembre durante 8 giorni, stabilita con real di
irrigui , 752,856 io seminalorii alberati , 327,712 spaccio del 1813, per bestiame eziandio, tessuti ,
iu seminalorii semplici, 371,786 in olivati, 93,455 ed altre merci; altra finalmente per due giorni
in vigneti alberati, 145,777 in buscate, 2,336 in in Pasqua di Resurrezione, per solo bestiame.
349
CO non sottost cerla-
putati a 991. Il territorio CO

che ne provvedetle all' emenda, ma alcuna mente per fertilit ai vicini campi di Ara
volta infelicemente la cosa gli ridon. gona e di Grolle (1).
comi (ini. Lat. ComUinum. Sic. Cummi- Concneo. Lat. Concheus (V. M.) Lago
tini (V. H.) Piccola terra nella valle di Gir- mentovalo tra gli antichi da Licofrone rid
genti, di nuovissima fondazione, fabbricata i' Alessandra , che fu nelle parli della Si-
verso il 1630, al tempo di Pietro Carrcra, cania, imperocch il poeta nomina Concheo
come scrive egli stesso, e decorata poi del con Trapani , Erice, il seno Longarico , lo
titolo di principato. Si giace nel territorio slagno Gonusa, ed i campi dei Sicani. Stima
dello stesso nome sotto il colle Cumulino, Oliverio dei laghi Borangio nel territorio
dove un tempo era un castello tra Grotte ed di Girgenti e di Bissana, di sopra de
Aragona, occupando un terreno declive ver scritti, notissimi per varie meraviglie, ma
so mezzogiorno. La Chiesa maggiore sotto nulla ardisce alTcrmar di certo. Appo gli
il Vicario del Vescovo sacra all'apostolo altri non menzione alcuna di Concheo.
S. Giacomo. Appartcnevasi un tempo Co condro. Lat. Condro.tum. Sic. Cundr
rnili agli Abate, per fellonia dei quali (V. D.) Terra col titolo di Principato sita
dal Re Martino, fu data a Guglielmo di Mon- in un poggcllo ed in una valle, verso Libec
cada, che anche fellone, nel 1397 se l'ebbe cio, sopra la sinistra ripa del fiume Noci-
dal medesimo Principe Forlunio di Ca Io, la di cui Chiesa parrocchiale dedicata
ruso, il quale commutatalo dopo due anni a S. Maria di Tindari, nella diocesi di Mes
con Giacomo Arezzo Razionale del regno, sina, sotlo la cura di un Sacerdote, ha suf-
consegu col consenso del medesimo Re, fraganee 5 altre minori. Abitano i frali
la Scafa di Patern, volgarmente Giarrclla. di S. Francesco di Paola in luogo pi ele
Pass quinci agli Orioles, donde tocc ai
Belquadri. INe era Signore nel secolo scorso tti un cornane io provincia distretto e diocesi
Gastone Bei-lacera, fondatore del villag- di Girgenti da cui dista 8 ni., circondario di
getto, della di cui figlia dicesi erede Carlo Grolle donde 6 m. e 66 da Palermo. Vi si con
lavano 1223 abitanti net 1798, poi 1017 nel 1831,
Marsala, da cui comprolla michele Gra e 1059 nel fine del 1852. Costane il territorio di
vina nel 1072, e si disse nel seguente anno sai. 1084,245, delle quali, 0,527 in seminatori!
Principe di Comitini con rescritto di Car alberati, 1081,875 in seminatori! semplici, 1,784
lo 11; prese in moglie Albira Pcrremuto, in vigneti semplici, 0,012 in culture miste, 0,047
che gli partor Emmanucle poi marito ad in suoli di case. Hannovi moltissime zolfatare,
Isabella Gaetani. Michele loro figliuolo si delle quali quella di Jaunazzi dislaute 16 m. dal
mare, e quella di Minima posseduta da D. Gio
mor prima dei genitori; l'ottenne perci vanni Gramitto che ne dista 18, non sono soggette
Ferdinando fratello di Emma mie le nel 1707 ad inondazione ; le altre per vi sono tutte sog
unito in matrimonio con Antonia Gravina: gette per le acque sorgive; cio 11 nella contrada
Tive oggi Michele loro figliuolo, cui mo Mintina distanti 19 miglia dal luogo dell'imbarco,
glie Girolama Gravina; rifulse Inquisitor del S di Mandrazzi , e le 2 di Balata liscia che ne
distano 18 ni.; altra di Mandrazzi, le due di Cro
malfatto in Palermo, commendato per som cida, e quella di Felicia che ne distano 16: le due
ma bont di costumi, e grandi meriti. Cor di Ciucilo stretto, e quelle di Ramelta , Sinadro,
risponde Comitini ai medesimi gradi di long, Stretto, e Sfondalo a 19 m. dal luogo dell'imbarco;
e lat. che Aragona, dalla quale poco di le quali ultime con quelle di Minliua danno uno
stante. Il censo del 1713 port 208 case, zolfo di 3* qualit, di 21 le altre, fuorch quella
di Crocida, e quella di Felicia che lo hanno di pri
618 abitanti, che ultimamente furono com ma. Presso il monte Castellacelo non lungi dal
comune, sgorgano delle acque solfuree.
350

CO CO

rato costituii! dal 1630 dal Barone sodo Contcrrana (V.M.) Crcdesi quella rupe
gli auspicii del S. Patriarca- Riconosco ori circa il promontorio di S. Vito dal resto
gine il paese nel secolo xiv, indi nel 1408 ( della montagna squarciata, a mezzo m. dal
nel censo del Re Martino dicesi di pertinenza lido. Afferma Giacomo Adria esser quivi stata
d' Isolda Scaliti, dalla quale pass a iV'tc- un tempo la citt Conterrana, che dicesi dal
cola Castagna ed ai Polichini eredi di lui. volgo minata da un trcmuolo e dal mare
Nel 1421 per beneficio del Re Alfonso, Gio assorbita.
vanni Jonfiglio Milite prese Condr che ai Cono (S.) (1).
suoi un tempo si apparteneva, ed ebbe a suc Contesila. Lai. Comilissa. Sic. Cuntissa
cessore il figliuolo Pielro, cui Filippo, donde I (V. M.) Paese situato in un terreno quasi
Bernardo, dai di cui successori rettamente piano alla riva sinistra del fiume Baiti cani,
sino al 1037 trasse origine Francesco, che non lungi da Bisacquino ; ebbesi origine
appellato Principe di Condr da Filippo IV, nel 1450 solio l' antica rocca del colle di
prese in moglie Antonia Moncada, la quale Calatamauro, come attcstano i nostri storici.
gli partor il figliuolo Paolo Bonfiglio che Greca gente che abitava da gran tempo Bi
fu Maestro Razionale; a lui ed a Giulia San- stri Casale di Mazzara, abbandonatolo qui
tacolomba nacque Francesco primo Mar si raccolse sotto gli auspicii di Caterina Car-
chese di Leone Vago, che con Cornelia Lan dona Contessa di Chiusa, pose le fondamen
cia gener Pielro, ultimo della famiglia Bon ta di nuovo villaggelto, che in breve tempo
figlio, Principe di Condr, imperocch a- si aument. Quinci sotto Carlo Imperatore
vendo generalo con Eleonora del Pozzo e contavansi 68 case, e pi di 500 anime;
Cirino i figli Paolo, e Felice, e quegli unito nell'anno lii del secolo seguente erano 996
in matrimonio a Vincenza Natoli e Russo, in 253 case secondo il Pirri, sebbene ve
nessuna prole avuta, essendo per qualche nissero nei regii libri 183 case, 753 abi-
tempo vissuto, entrambi di pestilente lue
caddero nel 1743, lasciata Felice erede, che
vergine essendo , unita in matrimonio in seminatorii semplici, 40,817 in pascoli, 63,773
a Federico di Napoli e Monlaperto port a in oliveti , 87,743 in vigneti alberali , 50,387 in
vigneti semplici , 8,968 in castagneti, 4,491 in
questo in dote la Signoria di Condr; gode boscate, 0,115 in suoli di case. Esporta vino, olio
del dritto di spada, profferisce il xxxv voto e castagne. Ne ascendeva la popolazione nel 1707
nel pubblico Parlamento del regno, e segna ad 834 , a 760 nel 1831 , e finalmente a 954 nel
i Magistrati. Erano 300 le case sotto Car declinare del 185i.
lo V, ed 845 le anime; nel 1652 le case 267 (1) S. Cono un sotto-comune riunito al comune di
S. Michele, in provincia di Catania da cui dista 50 m.,
ed 813 gli abitanti; nel corrente secolo 238 distretto e diocesi di Caltagiroue, circondario di Mira
le case, 694 gli abitanti, che ultimamente bella, a 138 m. da Palermo, appartenentesi per sino
847. Comprcndesi Condr nella comarca al principio del secolo xix alla valle di Noto, ed
di Milazzo ed era soggetto all'Istruttore di alla diocesi di Siracusa. E sito in un pianalto,
Patti. Sta in 39 10' di long., in 38 15' di apparlenevasi col titolo di Marchesato alla famiglia
Trigona dei marchesi di Floresta, ed ebbe a fon
lai. (1). datore Ottaviano Trigona nel 1784. Il territorio
abbondantemente irriguo si comprende in sai. 353,
(1) Il comune di Condro comprendesi in pro piantate a vigne, ulivi, e ficheti d' India. Contava
vincia distretto e diocesi di Messina da cui dista nel suo nascere soli 400 abitanti, or avanzatisi a
84 m. , circondario di Milazzo donde 7 miglia. 752 nel 1831, e sinora a 901, i quali vengono diretti
L' estensione territoriale di sai. 874,17* , delle nello spirituale da un Vicario curato. Il primario
quali divise in culture, 11,905 in giardini, 4,097 commercio di esportazione consiste in frumento
in canneti, 14,041 in seminatori! alberati, 53,883 ed in vino.
co CO 351
tanti; nel 1713 conlaronsi 522 fuochi, 2070 Conteae. Lat. Comitume. Sic. Cuntissi
abitanti, che ultimamente 2452. Compren- (V. D.) Municipio di Messina verso Austro
desi Conlessa nella comarca di Corleone, in Dromo, eh' pubblica ampia via da me
e riconosce la Prefettura di Monreale sotto
cai militavano 15 suoi fanti : va com
presa nella Contea di Chiusa, ed sog rat per tali tranelli, mandate a quella volta tre
getta al Vescovo di Girgcnli. Va tuttavia numerose armale, vennero poste in fuga da un
sotto rito greco e latino, e si ha una Chiesa pugno di Albanesi guidali dall' invincibile eroe che
sparse il terrore sin dentro i dominii del rio Sul
parrocchiale sacra alla Vergine Annunziata tano: 40000 fanti 60000 cavalli ritornarono tem
con Clero di entrambe le Chiese. Fecondo po dopo capitanati da Amurat e cinsero di as
finalmente ne il territorio, ed i suoi Si sedio la citt ; Scanderberg molest con 18000 dei
gnori siedono il xxvi posto nel Parlamento, suoi da un'alta montagna la formidabile bandiera
dei quali vedi dove diecsi di Chiusa e di ottomana, ne entr sino nel campo, ne distrusse
le macchine da guerra, ma al fin dei conti non po
Aidone (1). tendo il de i le opporsi al potente, richiese da Al
fonso Re d Sicilia e di Napoli, un rinforzo di
(1) Poich abbattuto l'impero bizantino e rim uomini e di vettovaglie che tosto gli fu apprestato,
picciolito dal valor degli Ottomani, il superbo Aron- e cosi vide levarsi l' assedio; il Sultano tal cre-
rat secondo, rivolse nel 1431 le terribili sue armi pacuor ne ebbe che ne fu spinto al sepolcro.
avverso la Servia e l'Albania, e Giovanni Caslriota Per le turbolenze poi dei baroni e gli sforzi non
che dominava allor sugli Albanesi, ebbe a cedere mai acquetantisi degli Angioini, veniva agitato il
la citt di Croja capitale del suo slato, e lasciare trono di Alfonso , e Giorgio memore dei soccorsi
in ostaggio ad Atuurat i quattro suoi figli maschi; avutine , spedi tre colonie militari comandate da
tre dei quali furono di lento veleno morti, ed un Demetrio Reres, e soggiogati cosi i rivolutosi, ebbe
solo per nome Giorgio serbato al destino dei fra il Reres in ricompensa la elezione a comandante
telli, allevalo nella corte e nella religione di co delle Calabrie , ed uno dei figli suoi per nome
loro, soprannominato Scanderberg che vale Ales Giorgio innalzato al grado di Capitano, fu iu
sandro Signore. Disliuguevasi lai giovine per la Sicilia spedito per tenervi presidio contro le
eccellenza del portamento e dell'animo, e perci scorrerie degli Augioini come si rileva da un
essendone stato abile postolo il Sultano col grado r. diploma del 1" settembre 1448. Tal guer
di Sangiacco al comando di cinque mila uomini, resca colonia fermossi un biennio nel castello
mollo mostr il soo valore nelle primarie batta Disil i tra Mazzara e Marsala a custodire le spiag
glie. Moltiplicale cogli anni le prove della sua ge occidentali, toltasi per ogni tema d'invasione
valenzla, e della pi grande perizia nel guerreg angioina, abbandonato il castello, venne nel 1450
giare, fu uno dei pi esimii capi dell'esercito mus a fermar domicilio negli stati di Caterina di Cai -
sulmano, poich su di esso avea vedulo Amurat la dona siccome nell'autore si accenna, scegliendo
primaria sua speranza per novelle conquiste che sui ad abitazione il feudo di Contessa dove sorsero
cristiani meditava: non eransi dimenticale intanto delle case ed una chiesetta in nome della Madonna
nel cuor del Caslriota le antiche rimembranze, che Annunziala.
Repressi gli sforzi novelli di Maometto II suc
anzi bramava ritornare alla fede avita, e nutriva
una vendetta sullo assassinio dei fratelli. Varie cessore di Amurat , non ostanti deserzioni suc
occasioni ne l'agevolarono, ed egli ad eseguire il cessive, fu trai turchi e gli albanesi una tregua
disegno, colse il destro da una disfatta in cui AH perfetta. Moriva intanto Alfonso il magnanimo, suc
Bassa di Romelia vinto dagli TJngheri comandati cedeva al trono di Napoli Ferdinando Aragona di
dal celebre Giovanni Corvino Uniade, rimase pri lui figlio naturale, e nei regni di Aragona e di
gioniero: poich preso allora il comando delle Sicilia Giovanni suo fratello. Ribellaronsi allora
truppe che dandola a gambe eransi salvale , dal alcuni baroni di Napoli da Ferdinando, chiamando
Cancelliere del Bassa fe' spedire a nome del Sul al trono il pretendente Giovanni d'Angi figlio
tano un ordine al comandante di Croja con cui pre- del vinto Renalo, che sceso iu Italia fu ricono
scrivevasi consegnare allo Scanderberg la citt: que sciuto dai ribelli e da molte province del reame.
sti vi sottenlr , svelossi ai concittadini , ne fu Il Castriola che fu sempre per la casa Aragona,
riconosciuto, e proclamato sovrano. Inferocito Amu- ' spedi rinforzi nel 1460, accorse egli stesso nello
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altrove mentovata. Prese nome da tre ma perch meglio ai divini ufficii si dessero, la
trone messinesi, Yiolanta Palici. Eleono sciata la citt, dopo la morte degli sposi cbe
ra Procida, e Beatrice Bcllifori, le quali erano Conti di Sicilia, ivi stabilirono stanza,

anno tegnente , sciolse l'assedio di Barletta dove carneficine ed ai massacri, venivansi ad unire ai
era confinato Ferdinando, e con tale impeto urt loro compatriotli ridottisi in Sicilia. Erano tra que
le bandiere angioine, che il duca pot appena sal sti emigrali quegli Albanesi Bisirioti fondatori di
tar la vita precipitosamente sur una trireme, e Contessa nel 1450, i quali avendo di gi ritornato
diessi vinto il Piccinino al duca di Milano. Si rete come si disse, ora restituiti in Sicilia, sen venivano
allora in Napoli Ferdinando insieme collo Scander- con altre nuove famiglie negli stati dei Cirdooa
berg, dove questi una corona d'encomii ricevette, e Penila, concretando l'affitto dei doe feudi di
Ferdinando regal tutte le truppe Albanesi, asse Conlessa e di Serradomo pel corso di nove anni,
gnando al Sire e dai successori dilu in qualit di 'e prima di spirar questo tempo ottennero i capi
feudi, Trani, Siponto, la rocca di Monte Gargano della gente da D. Alfonso la concessione dei
col tempio di S. Michele, ed il castello di S. Gio due feudi per dritto di capitolazione, per la quale
vanni il Rotondo. Profittando Maometto dell'as si ebbero accordato permesso di ricostruire il ca
senza del suo nemico, estese i confini degli stati sale di Contessa da loro abbandonato , giusta
suoi, ma le sue mire erano rivolte a quella Alba il privilegio loro accordato ed agli antecessori
nia cbe aveva roso il cuore del padre suo, ed era dal padre di D. Alfonso : perlocb cominci >
l'oggetto di una vendetta che attendeva occasione formarsi il paese nel 1450 , si ersero 4 bellissi
di sfogare: fu avvisalo del ritorno di Giorgio , me Chiese, di S. Niccol di Mira, che per la sua
onde sperando coglierlo all'improvviso senza chie elegante architettura di ordine composito e l'am
der rottura di tregua, invadeva l'Albania con un piezza, fu costituita tempio maggiore; altra dedi
corpo di 20000 uomini capitanali dall' esperto Si- cala alla Madonna delle Grazie della volgarmente
nanem: accaniti furono i contrasti, la colonia si della Favara, una alle anime sante, una quarta
tala fondatrice di Contessa accorse in ajuto, la a Maria Immacolata ed a S. Rocco, la quale crol
fortuna fu come sempre contro il Sultano costretto lata nel 1774, fu riedificata a spese del Vicario
a levar l'assedio dalla capitale. Caslriota poco dopo foraneo Sac D. Filippo Lojacono. Appella il no
rendeva lo spirilo a queir Essere che cosi valoroso stro Autore erroneamente della S. Annunziata la
e sublime avevaglielo largito, nel 166. L'elogio Chiesa maggiore, poich sebbene era quivi anti
di lui vien parlato dalle medesime sue gesta. Gli camente quella dei Bisirioti sotto un tale titolo ,
Osmali intanto incoraggiati da tale catastrofe piom poi fu intitolata la novella a S. Niccol di Mira.
barono sull'Albania, dove incontrarono pel corso Fu dunque dai nuovi Albanesi formato talmente
di 11 anni gagliarda resistenza, costretti a rito il novello paese, da dover venire amministralo da
glier l'intrapreso assedio contro la capitale Croia. un Capitano e da Giurali naturali del casale me
Ma il Saugiacco Matel tempo dopo aveva l'onore desimo, senza che nessun estraneo potesse avervi
di infelicemente espugnarla ed inalberarvi sui ba carica, secondo la cennata capitolazione ( item li
luardi il fatale vessillo della mezza luna abbatten abitaturi di lo ditto casali non siano tenuti a nulla
done la croce, date per dagli assediati le pi angaria, e che lo capitano e jurati di dilla casali
grandi prove di pazienza e di valorla da emulare digiano essere di lu ditlu casale), il che si ossert
i patimenti che avea solTerto l'ebreo nella patria per molto tempo, sin quando vi si introdussero
oppressa dalle aquile romane. i Latini dei circonvicini paesi, ai quali, concor
Giovanni figliuolo di Giorgio e suo successore rendo in gran numero, venne il bisogno di am
se le calende della patria fosser perdurate felici, ministrarsi i sacramenti secondo il proprio rito,
rifuggivasi nel regno di Napoli, seguito da varie non ostante l' unit della religioue; il che poi fu
famiglie, le quali antivedendo la rovina della loro sorgente di mille quislioni trai due cleri in fallo
patria presero sin dal 1467 a passare in Sicilia, di giurisdizione, allo quali (inaimeli te si impo
regnando Giovanni d'Aragona. Fu in quel dato sto termine con reciproci accordi, rimanendo pe
tempo la terza venuta degli Albanesi nel Regno r la supremazia alla Chiesa Greca.
di Napoli, e la seconda in Sicilia, nella quale eb Servaci nn tale interessante episodio per cono
bero da loro origine Palazzo Adriano, Mezzojuso, scere la veuula delle colonie greco-albanesi io
e Piana dei Greci. Scampando rimasugli di gente Sicilia; ad averne poi materia pi estesa, leggasi
frattanto dallo mani del vincitore, scampando alle il magnifico lavoro sul comune di Contessa del
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ed inlente a sante opere, sino alla morte cezione, con campanile. Altrimenti dicesi il
vi trassero i giorni. La Chiesa parrocchiale borgo Calispera in greca voce, come attesta
sotto la protezione dell' Immacolata Cim il Sampcri. Nella Chiesa un antichissimo
quadro della B. Vergine, e in somma vene
razione alla gente , che attesta lasciatovi
ar. Spiridione Lojaeono donde moltissime cono-
cenze si sodo attinte. da marinai greci (1).
Il cornane di Contessa fu fondato alle falde di Contubernio. Lat. Confiiberniu* (V. M.)
tre vaghe colline che dominano nn amplissimo Colle nel territorio di Bivona, a 3 m. da
ed ameno orizzonte : comprendesi nella provincia quella citt, dove credesi un'occulta miniera
di Palermo, nella diocesi di Monreale dal 1845, ch d'oro. Alle sue radici verso Austro una
prima si apparteneva a quella di Girgenti, oltre un
vescovado greco che volle istituito il Re Ferdi fonte, le cui acque naturalmente salse asciu
nando IH per ordinazione dei chierici di quel rito, gatisi nell'est in sale. Luca Barberi ri
nel distretto di Corleone, nel circondario di Bisa- porta varii Signori di Contubernio sino
cquino, ed a 35 m. dal capo-luogo della provin al 1515.
cia, a 10 dal capo distretto, a 5 dal capo-circon cornicino. Vedi Barrafranca (2).
dario, ad 8 dal mare africano. Salubre il clima
e temperato, abbondante il territorio di acque pro
venienti dalle sovrastanti colline. La gente ascen (1) Attestano il Sacco e l'Ortolani nei loro dizio
deva nell'anno 1798 a 3018 individui , diminui nari! della Sicilia osservarsene nella parrocchia
tisi a 3962 sino al 1831, e novellamente aumen un bel quadro di Polidoro da Caravaggio, ed il
tatisi a 3503 nel fine del 1852; addiconsi princi primo attesta esservi due ospizii.uno di Paolotti , l'al
palmente all' agricoltura, ma tengono inviolabili tro di Francescani. D il territorio una mediocre
gli antichi principii della nostra agraria. Com raccolta di vino, di olio e di seta.
prendesi il vasto territorio in sai. 7895,705, delle (2) Colmano. Convicinum o Comichinum.
qnali 2,474 in orti semplici, 0,934 in canneti, Il Pre. Dionigi da Pielraperzia nella sua mss. ela
2,303 in risaje, 5249,518 in seminatorii semplici, borala storia di Pielraperzia, suppone essere vissuto
2113,088 in pascoli, 29,255 in oliveti, 74,110 in in Caulonia o Petra sua patria un colai saraceno
vigneti semplici, 1,251 in sommaccheti, 2,643 in di nome Kan o Kane, che aveva delle possessioni
ficheti d'Iudia, 12,687 in alberi misti, 405,534 in non molto lungi da Petra, ed in un punto medio fra
boscate , 2,008 in suoli di case ; vi sono cave di l' antica Caulonia e Convicino. Crede egli , che
alabastro e di gesso e piriti di rame, ed a due mi il piccolo castello abbiane avuto il nome da Kan
glia dal comune sopra un'altissima e deserta rupe vicino, cio castello vicino al latifondo di Kan;
detta Calatamar osservausi le vestigia d' un castello, se non che da pensare che la esistenza del Sa
tra le quali una conserva di acqua in buono stato; raceno Kane non provata con irrefragabili docu
si ammirano anche gli avanzi di un casale, detto menti. La etimologia di Convicino velata da una
Sinnrio in un privilegio di Guglielmo li del 1185. qualche oscurit , ma sempre vero che Barra-
Il maggior commercio di esportazione del comune franca esiste nel luogo dell' antico Convicino, ben
consiste in grano, olio e vino, e con real decreto ch pi estesa dalla parte del nord- est. Secondo
del 10 gennaro 1845 si accordata l'apertura di il nostro anfore il largo centrale di Barrafranca
un'annua fiera di bestiame e di mercanzie pel di 8 corrispondeva alle estremit dei feudi Sfornino,
9 maggio per gli animali, e dall' 8 ai 15 per le Bucciarria, Torre, e Tardara (vedi BarrafTanca);
merci. ma chi reca l' occhio all' attuale topografica situa
Non possiamo lasciare innominato trai cittadini zione del paese trover che il largo centrale oc
di Contessa nn Niccol Ghetta rettore del Semi cupa quasi una estremit dell' ex-feudo Torre.
nario greco in Palermo ricordato grandemente pel nondimeno ad avvertirsi che erra il Cav. Fer
vasto ingegno, per la bont, per la filantropia; lasci rara, nella sua storia della Sicilia aulica e moderna,
varii lavori sull'albanese dialetto, un vasto dizio ove dice che l'aria di Barrafranca insalubre, e
nario, un lavoro di etimologie , storie dell'Epiro scarseggiare il territorio di alberi, di ulivi e di vi
e della Macedonia ed altre cose, che conservanti gneti, perch il genio agricola degli abitatori di
mss., parte nella biblioteca del seminario greco in quella comune sa ritrarre dal territorio di Con
Palermo e parte presso gli eredi. vivimi tutto che necessario alla vita. Fra gli
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Coprla (V. D.) Dai Ialini SterquiUnium lasi Castello , ed addetta a particolar Si
(conserva di letame). Il lido di Taormina gnore. Essendo Federico I Re di Sicilia
verso Scltcntrionc c Greco , intorno al ancor nelle fascio , fu dai Saraceni sac-
quale vedcsi emergere tutto che fu sommer chegiata, ma da una novella colonia d
so da turbine nello stretto di Messina. Slra- Longobardi sotto Oddone Camerana , per
bone nel lib. fi. Mostrasi anche Cariddi po indulto di Federico Re ed Imperatore l'anno
co prima della citt nello stretto, profon 1227, fu riabitala e resa pi ricca e po
dit prodigiosa, nella quale i bollori del polosa. Fortificala validamente , resistette
Faro, per la natura del luogo, inghiotlono all'assedio dei Francesi, i quali vi perdet
i rovesciali navigli;... i di cui frammenti tero il fratello del comandante Bramano ,
si ammontano al lido del territorio di Taor ucciso con una pietra da una donna sot
mina, che d<i ci dicesi Copria o letomajo, to quelle mura. Dicesi che nel 1282 sia
ne parla lo stesso il Fazcllo; disia quel lido stata dal Senato di Palermo dichiarata socia,
30 m. da Messina. ed onorata della presenza di Federico III.
Corronlana (V. M.) Luogo mentovato Martino I nel Parlamento tenuto in Sira
nell' Itinerario di Antonino, Ira Piazza e Gir- cusa registr Corleone tra le citt dema
genti, dalla
loniana, chequale
stabilii
dista
di 13
sopra
m., ea destra
12 da Cal-
dcl- niali, ma poi la concesse a Corrado Que-
ralto da cui trovasi richiamala nel censo
l'Iinera meridionale. Erroneamente collocalo del 1408. Dichiarasi capo della comarca.
il Cluvcrio alla sinistra riva del fiume Agra- Dice Fazello che nel 1536 le case della citt
ga, imperciocch questo scorre avanti dalla essendosi aperto il suolo, rovesciarono sin
citta dello stesso nome; crederei dunque dalle fondamenta, imperciocch sorge in par
piuttosto essere slata un tempo Corconiana ie Corleone su dolcemente declive collina che
alla sinistra del fiume di Naro o presso sovrasta un campo piantato da ogni parte
Ravanusa. In alcuni esemplari per una G in ad alberi amenissimi, ed in parte su ripido
direttamente posta notasi Gorgonianis. fianco dello stesso colle, e presenta Terso
Corleonc. Lai. Corteo. Sic. Cunigghiuni Maestro come un anfiteatro, chiusa da Le
(V. M.) Citt del regio demanio , molto vante e Mezzogiorno tra due asprissime
famosa, nell' occidentale regione dell'isola, rupi, sulle quali poggiano due fortezze, la
ad altra non seconda tra le mediterranee pi alta delle quali tra' proprii ruderi rav-
decorata del titolo di Generosa , occupa volgcsi , l' altra quasi intera oggi desti
quasi il mezzo della valle di Mazzara, alla nata alla custodia dei malfattori. Sono an
sorgente del Bclicc, dista da Palermo verso cora in piedi le muraglie che sorgono verso
mezzogiorno 24 m. Crcdcsi da Cluvcrio Greco, ove magnifica porta presenta l'ingres
l' antica Schcra , o dalle sue ruinc risorta. so, altrove osservansi per quasi diroccate
Era nota pria dei Saraceni , e fu da co colle loro torri. Lungo la porta corrisponde
storo di due rocche munita, dal Conte ampia e retta via, che conduce a larga e
Ruggieri racchiusa trai confini della dio spaziosa piazza circondala dalla principale
cesi di Palermo, da Guglielmo II per di Chiesa, da una decente casa pretoria, e da
quella di Morreale per dono dell'Arcive molte case di nobili elegantemente costrui
scovo di Palermo nelle cui lettere appel- te; quinci apresi in alto altra via retta dif
ficile a salirsi. Tutta la citt da queste
slabiliracnti che onorano Barrafranca havvi pure
il Collegio di educazione delle donzelle orfane , due strade divisa da altre moltissime tra
rondato dalla famiglia DonGrraro e Messina , ed versate , ed ornate di sacri e civili edi-
aperto l'anno 1850. fizii. La Chiesa maggiore rislaurala dal 1392
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insieme colla torre del campanile sita nel fondatore S. Gregorio Magno, ed nobile
centro della citt , sollevata con dei gradini pegli edifizii, ricco di rendile, di sacre sup
e con sostruzioni prende il nome da S. Mar pellettili, di buon numero di monache ed il
tino Vescovo, ed insigne per un collegio lustre per la disciplina; l'altro sotto il titolo
composto di 24 Canonici , il cui Primate del SS. Salvatore fondalo dal B. Alberto Car
o Decano esercita i parrocchiali uftcii ; melitano quasi dal v secolo risplendc per
ivi ha un cullo singolare il cittadino gli esempii della pi stretta osservanza; a
e Patrono S. Leo-Luca , la cui festa cele questi un terzo se ne aggiunse il pi re
brasi con solenne pompa il primo giorno cente, dentro la citt, sotto la regola di S.
di marzo. Ha filiali altre 36 Chiese tra le Chiara che porla il titolo della Vergine An
quali sovraneggia quella di S. Pietro, dovo nunziata, anche esemplare di monastica per
si amministrano anche i sacramenti, e le al fezione. L'Orfanotrofio delle ragazze sotto
tre sono addette a congreghe di laici, e la cura del Magistrato; lo spedale affi
servono per fomentare la piet dei cittadini. dato alla compagnia dei Bianchi; vi sono
Il convento di S. Domenico stabilito dal 15... due Monti di Piet, uno per provvedere ai
decenlissimo sorgo con elegante Chiesa; bisogni dei Sacerdoti, altro pei cittadini.
pi antico quello di S. Agostino, i di cui Amministra le cose sacre un Vicario del
frati da principio raunaronsi a 3 m. dalla l'Arcivescovo di Morrcale ; attendono al
citt in S. Bartolomeo, dall'anno poi 1330 civile il Capitano, i Giudici con dritto di
dentro le mura il novello convento edifica armi, un Pretore e quattro Curatori col
rono sotto il nome del S. Patriarca o Sindaco, i quali scelgonsi da nobili fami
Dottore, come attestano gli annali di quel glie, ed occupano il xxxi posto nel Parla
l'ordine. Il Vescovo diocesano, conservan mento. Lo stemma presenta un Icone che
do per i dritti proprii , assegn un luo afferra colle unghia un cuore. La milizia
go ai Carmelitani ; e credesi che la loro comunale di 33 cavalieri e 110 fanti rico-
origine rimonti a pria del secolo xiv, impe conosceva l'autorit del Prefetto di Monreale,
rocch affermano che il convento del SS. Usano gli abitanti l'idioma lombardo, che
Salvatore sia stalo fondato per opera di ricevettero dai primi ristoratori. Il registro
S. Alberto. I Minori Riformati di S. Maria sotto Carlo V rec 1353 case, G 18 anime,
di Ges dal 1339 occuparono il convento poi furono 2G39 le case, e 8902 i cittadini
che da lungo tempo possedevano gli Osser nel 1552; nel secolo corrente 1808 le case,
vanti dell'istituto medesimo; ed i Cappuccini 7055 le anime, che compularonsi ultima
stabilirono la loro casa fuori le mura, in mente 9006. Il tcrrilorio stendesi amplis
un allo poggio di amenissima veduta, verso simo sotto la citt , adallo alle produzioni
levante, nel 1370. I minori del terz' ordine delle biade, agli oliveti, alle vigne, a giar
occuparono la Chiesa di S. Maria delle Gra dini , e di alberi da ogni parte fecondo ,
zie per autorit di Matteo Montcsano Priore vestito di erba , di ortaggi, di pascoli, n
Generale, abitante in Palermo, e ci nel 1G18. disaggradevole a cacciare. Un celebre fonte
Tra le altre risplcnde la casa di S. Filippo nel feudo dei Giumenti emette delle acque
Seri, fondala verso la fine del secolo xvn. dal mese di marzo a settembre, e secca del
Fuori la citt sorgono eziandio due monasteri tutto nelle altre stagioni dell'anno- In S.
sotto l'istituto di S. Benedetto, uno sotto il Maria dello Vigne la detta Acqua Santa leg
nome di S. Maria Maddalena, a mezzo miglio, gierissima, ha facolt purgativa, e adoprasi
cretto o ristaurato per munificenza di Gu a varie malattie dello stomaco con profitto
glielmo II, giacche volgarmente se ne crede di salute. Ma larghe ed abbondanti scaluri
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pioni verso il vertice della cill, dov' la nominato finalmente Abate d S. Maria di
Chiesa di S. Maria, formano il fiume dello Campori presso Firenze, ivi piamente come
slesso nome, che nell'inverno accresciuto avea vissuto si mor. Protasio Abaie del
scorrendo rode alcuna volta il sottoposto l' Istituto Olivetano di S. Maria del Bosco,
suolo, e dissolve le radici su cui siede Cor- vigilantissimo Visitatore in Sicilia, e final
leone ; vedesi quinci fendersi la terra e mente Abate Generale di tutta la Congre
nuotare gli edifizii. Il fiume di Frallina ed gazione, mor nella patria pieno di meriti
il Santajano che con quel di Corleone sca nel 1608. Gcrvasio e Girolamo entrambi
ricaci nel Belice , accrescono la feracit del altres Abati Olivetani. Giacomo Gotto , e
medesimo territorio. Tocca la cill il 37 Vincenzo Fermatura, Vicarii della diocesi di
di lat. il 37 55' di long. Morreale, vacando la sede. Vincenzo Gagliano
Uomini illustri. S. Leo-Luca che visse in Regio Cappellano , Abate di S. Angelo di
Calabria, travagliando i Saraceni la Sicilia, Brolo nel 1607. Bartolomeo Altavilla Giudice
e diresse santamente in Mola il monastero della M- R. Curia sotto Federico III, da cui
dell' ordine di S. Basilio, dove depose il suo fu spedito legato al Pontefice, ai Principi
frale, chiaro di gi per varii prodigii , e di di Aragona, ad altri, e finalmente a Gio
sante opere onusto, come io dissi il pa vanna Regina di Napoli nel 1375, fu Signo
trono della patria. Bernardo Latini di umile re di Cannicallini nella valle di Nolo. Gio
nascita, laico cappuccino, uomo non volgare vanni Naso dotto ed erudito, precettore di
per altissima contemplazione, per ammirabi Lucio Marineo, e secretano nel Senato di
le penitenza, per disprezzo di se medesimo; Palermo, pubblic un poema sulla cele
esimio per la carit verso Dio ed il prossimo, brit delle cose, lasci un lavoro sulle
illustre per maravigliosi visioni, antiveggen costumanze della cilt di Palermo , un
te infine di molli eventi e della sua morte, supplemento alle notizie di Scobari sulle
placidamente fin di vivere nel Signore il cose di Siracusa, ed altri mss. Fioriva nel
d 12 gennaro 1667 in et di 62 anni; ne 1477 Mariano Maringo chiarissimo Giurecon
pubblicata la vita. Giuseppe laico ezian sulto, che fece di pubblica ragione i libri sul
dio del medesimo ordine, di portentosa asti Mio della SI. R Curia Sicola. Francesco
nenza , di altissima povert , celebre per di Amore dei Slinori Osservanti , illustre
l'efficacia d' insisterne orazione, spesse volte nella sacra eloquenza; Giuseppe di Martino,
consolato dalla B. Vergine visibilmente ap esimio poeta; Serafino dei Minori Riformali,
parsagli , e ricrealo di fredda bevanda notissimo per le sacre spedizioni nel regno
nel punto della morte che in Girgenli gli del Messico, e per la descrizione delle Pro
avvenne nel 1580. Arcangelo di Girolamo vincie medesime; Simone di Girolamo, nei
e Paolo Foresta dell' ordine dei Minori Os poetici sludii nominato; Valerio Russo filo
servanti, chiarissimi per innoccenza e san sofo e medico non volgare : tutti mentovati
tit di vita, dei quali le opere lasci scritte, dal Mongitore nella Biblioteca sicola (1).
testimonio il Mongitore, Michelangelo di Cor-
leone del medesimo istituto. Martino del (1) Corleone attualmente un capo-distretto con
l' Ordine dei Minori Conventuali , somma * circondarli soggetti, e comprendesi nella provin
mente caro a Federico III, da cui fu spe cia di Palermo, da cui dista 39 m., e nella diocesi
dito legalo per la pace a Giovanna Regina di Morreale. Il tempio maggiore fu modellalo e di
varii ornamenti fregiato nel 18*0, merc te core
di Napoli. Antonio Sarzano monaco di S. e le spese erogale dal Bar. D. Leoluca Cammarata;
Martino e Priore, pubblic le storie della cos anche le due Chiese di S. Agostino e di S.
cilt dai primordii sino ai suoi tempi ;. Rosalia furono ricoslruite con novello siile archi
357
CO co

rorncio. Lai Cornetum- Sic. Curnelu Corno di Amnltea. Lai. Cornum


(V. K ) Casale un tempo soggetto ad Aggira. Amaltheae. Sic. Cornu di la crapa (V. N.)

tettonico, di plastici lavori ornate elegantemente; plici, 2745,302 in pascoli, 348,113, in oliveti, 78,
non pi esiste per una Chiesa dedicata al martire 763 in vigneti alberali, 214,552 in vigneti sem
S. Cristofaro che era sino al 1818, e l'antica de plici, 16,807 in ficheti d'India, 3,305 in alberi
dicata a S. Rocco min interamente nel 1845, ed il misti; 1' estensione territoriale finalmente di tutte
simulacro del santo conservasi oggi in nn altare della il distretto di sai. 4299t,085. Il maggior com
Chiesa di S. Maria della Misericordia. La casa dei Fi mercio di esportazione consiste in grano, in olio,
lippini con l'annessa Chiesa fn nel 1820 da quei preti ed in vino. Sul monte detto dei Cavalli di 4. m.
concessa in Collegio di Maria. Il monastero di S. Ma di circuito, dov'era secondo gli storici l'antica
ria Maddalena di monache benedettine, fabbricato Schacra, donde crede Cluverio esser sorta Corleone,
nella parte settentrionale della citt per enra del osservansi degli avanzi di mura di grossissim
Pont. S. Gregorio Magno nel Ti secolo, croll nel mattoni , e rinvengonsi monete di oro e vasi di
1829, perloch ritiraronsi le monache nel sudetto finissima argilla etruschi e romani.
collegio sin quando nel 1844, fabbricatosi un mo Vanta Corleone aver dato i natali ad uno dei
nastero novello contigno alla Chiesa di S. Rosalia, primi letterati dei tempi moderni ; dico di Fran
vennero ad abitarvi. Pericolante essendo ed in cesco Paolo Nasce, il quale sorse nel 1764, data
luogo franoso il convento del ter/.' ordine di S. sin dal verde splendidissimo mostra del vasto suo
Francesco sotto il titolo della Grazia, e temendo i ingegno nel seminario arcivescovile di Morreale
monaci persistervi , fu fabbricalo un conventino dove veniva educato alla morale ed alle scienze,
contiguo alla Chiesa di S. Giovan Battista di re e che allora era sorgente di genii di gran valore,
gio patronato che loro fu conceduta nel 1840, per le norme saggissime nelle quali le menti gio
quando cominciarono ad abitarvi. Dal principio vanili si conducevano, e preso poi il chiesiastico ca
del corrente secolo sin' oggi si istituirono varie rattere , fu primieramente chiamato a professore
opere di pubblica beneficenza che onorano ed ab delle filologiche scienze nel seminario arcivesco
belliscono il paese. Nel 1842 da una sorgente uber vile di Palermo dall'Arcivescovo Sansevcrino, lesse
rima di acque , che nell'ex-feudo di Guneri nella belle lettere nel Collegio real Ferdinando, precet
parte aostrale scaturiscono , per un acquidotto si tore di oratoria e di poetica nella palermitana
incanalarono nelle pubbliche fonti e nelle case accademia degli studii, succedendo al celebre Vesco
particolari, fu costruito perci altro pubblico fonte nel 1804, al ritorno poi dei Gesuiti uel 1805, nel
sella piazza superiore del novello monastero di S. collegio dei quali era piantata l'accademia, sorta
Rosalia, e vari abeveratoi in diversi punti del pae l'Universit degli studii, vi ebbe nel 1806 la bi
se. Abbellita fu la casa comunale, ristorato ma- goncia di filologia, conobbe profondamente la let
anifi amentc lo spedale degli infermi con decentis- teratura del Lazio e le lettere belle, nelle quali si
simi regolamenti diretto; accresciuto di nuove fab distinse impareggiabile; piant le basi della scienza
briche l'orfanotrofio, piantata una vaga villetta estetica e le di una spinta, quindi riscosse una
nella piazza del convento dei Cappuccini, dei quali corona di onori dovuti al gran merito, venuto an
nella Chiesa il gran quadro rappresentante S. Fran che nominato Cavaliere dell' ordine di France
cesco di Pietro Novelli; opere tutte eseguite dal sco I, nel 1829. L'anno 1830 fu l'ultimo di sua vita,
1841 al 46, sottintendente essendo il cav. D. Flo- quando la letteraria repubblica soffri in ci per
riudo Digiorgio di Lanciano, il quale aveva an dita irreparabile. Il piccolo volume dei lavori di
che la cura di riformare e lastricar molte vie. tal Ini intitolato Inscriptiones carmina et ionorates,
ch attualmente il paese si ha nn aspetto magni che non sono pertanto tutte le sue occupazioni, ne
ficamente bello. L'aria vi temperata e salubre; danno a vedere l'alta valenzia. Ricordasi anche
gli abitanti sono operosissimi, ed erano 12527 nel con grandi encomii dai Corleonesi il Can. D. Gae
17&8, accresciutisi a 13788 nel 1831 e finalmente tano Berlingeri, il quale sali i pergami nella Chiesa
diminuiti a 12679 nello scorcio del 1852: la po dei PP- dell' oratorio di S. Filippo Neri e nel Duo
polazione dell'intero distretto di 52444. Compren mo in Palermo, ed in quel di Napoli, riscuotendo
di il vasto territorio di Corleone in sai. 14162, sempre dei sommi applausi, del Can. D. France
637, delle quali dividonsi 22,342 in giardini, 1, sco Scarpinati profondo nelle teologiche scienze e
930, in canneti, 8,301 in pioppeti, 60,129 in se morto nel 1715 conservatisi varii mss. riguardanti
minatori alberati , 10663,104 in seminatorii sem-
sacre materie. Il Can. D. Liborio Gaspare Casta-
358

CO CO

Luogo mentovalo da Ateneo nel lib. 10: Corro. Lat. Corms. Sic. Cono (V. K.)
Duri Samio Iti. d'Agalodc: alla cill di Sorgente del fiume di Yizini o Dirillo, sotto
Ipponio, dice, mostrai un bosco grande la citt dello stesso nome.
mente ameno e Melo, irrigalo di acque, Cosmo (s.) Lat. S. Gosmanus. Sic. S.
dove Gelone appell Corno di Amallea lo Cosimu (V. N.) Torre nel territorio di Ago-
spazio da lui fabbricalo. incerto il sito di sta, ed oggi un fondo con Chiesa cam
Ipponio. Dissi altrove, nelle note al Fazello, pestre sacra ai SS. Cosmo e Damiano. Un
essere state secondo luverio, presso gli giorno se l'ebbe Tommaso Schifani, indi
antichi una citt sola, Ipponio Ippana e Sit- Artale Alagona. Il Re Martino nel 1398 la
tana, e collocarsi perci erroneamente Ip diede a Giovanni Beliamo, i di cui eredi la
ponio da Mirabella dov' il Corno di Amal- possedettero lungo tempo; venne poi in po
tea presso Siracusa, perciocch Ippana o tere dei Trigona, e dei Starraba, nobili di
fu Bivona o stette presso Caccamo. Ma af Piazza, indi al collegio canonico del Duo
fermiamo ora da altre congetture essere mo della stessa cill- Vi fu da gran tempo
slata Ippana da Ipponio diversissima, e col un casale.
Mirabella aversi forse avuto il silo appo o Cosmo (S.) Lat. S. Cosmanus. Sic. S.
intorno Targia. Cosimu (V. N.) Fiume tra Megara e la pe
Correnti (Isola delle). Lat. Curren- nisola di Tapso, s dello dalla Chiesa sa
tium Insula. Sic. Isula di li currenti (V. N.) cra ai SS. Cosmo e Damiano, e dal fondo
Al porto del Pachino sono degli avanzi di dello slesso nome; alla sua foce un lago
ruinata citt, che disse falsamente Mozia fabbricato di pietra quadrala dall' Impcra-
il Fazello, e quinci soggiunge : A M m. da tor Federico I Re di Sicilia, per la pesca,
Mozia citt diroccala, occorre una certa giusta Fazello. Sorge alle radici degli Iblei
rada anticamente della d Alga, oggiPorlo- colli, dov' la scala dei Gigli, di cui a suo
palo , da cui ad altrettante miglia una luogo diremo, e bagna un territorio feracis
isola discosta dieci passi dalla piccola simo di cannamele. Sovrasta a tal sorgente
spiaggia, e delta delle Correnti, dove scor- trai colli medesimi il comune di Meli Ili.
gesi qualche volta un che di maraviglioso Cosmo (S.) Lat. S. Cosmanm. Sic. S.
che ricordai aver veduto in altri luoghi Cosimu (V. IV-) Ponte. Vedi Bajachemo.
di Sicilia; imperciocch prima di sorgere Costa fredda. Lat. Costa frigida. Sic.
il sole si osservano delle imagini di uo Costa Fridda (V- Ti.) Lago nel territorio dello
mini e di flotte combattenti che poco do stesso nome tra Callagironc e Terranova,
po svaniscono all'apparir del sole. Scrive abbondante di pesci e di volatili, di un mi
il Massa esser dal lido distante 40 passi, di glio di circuito.
circuito 400, e giacere tra il seno di Marza Cotirga. Lai- Cotyrga (V. M.) Antica citt
e Pachino. Si ha una cala dello stesso nome. di cui fa memoria Tolomeo. Dice Cluverio
Corvo. Lat. Corvus. Sic. Corvu (V. D.) essere stala a destra del Plalani; del resto
Borgo apparlenentesi un giorno alla citt di in forse, giacch dicono che nella stessa
Maniace , oggi in soggezione di Brontc , regione sorse un giorno Ancirina, 'imper
mentovato dall'anno 1178. ciocch, soggiunge, non esser verisimile
trovarsi due citt cos tra loro vicine-
gnano finalmente, dotato d' ingegno e di alle erudi- ruzzolino. Lat. Cu;wfu(t/m. Sic. Cuzzu-
zioni adorno , ci lasci una dissertazione storico- lulu (V- N.) Casale nel lerrilorio di Leon
critica sull'antica Schera, oggi Corleone, stampata zio appartenente nel 1320 a Perruccio de
in Palermo nel 119C in i, e fin di vivere nel
Lnquida-
1800.
359
CR vero. Del resto moltiCRdicono che la Laide
Cranco. Lai Craneus- Sic.Craniu (V-M.)
Monte che sovrasta Sciacca, altrimenti S. sia stata della citt d'Iccara.
Calogero , da altri appellato Ctonio , ma Orata (V. M.) Monte collocato da Tolo
secondo l' etimologia, siccome osservasi in meo tra Palermo e Triocala, delto anche
tulio nudo qual cranio, stato pi conve Cralonc. Oggi alcuni sotto il nome di Crala
nevolmente Cranio appellato. intendono le Nebrodi ossia le Madonie, il
crasto. Lat. Crastus (V. M.) Citt anti che nega Cluverio, opinando che sia stala
chissima, del di cui sito variamente opinano appellata Crala quella giogaja di monli da
gli scrittori. Fazello la vuole nel Val De Nebrode verso Palermo.
mone presso lcara, e scrive ritenerne quel Cremastro. Lai. Cremaslrum (V. D.)
luogo il nome Ne fan menzione Erodoto, Casale concesso nel 1193, per munificenza
Filisto, Stefano, Polcmone, Keante, Suida, di Margarilo da Brindisi Conte di Malia, al
ed altri, dei quali alcuni la collocano nella monastero del S. Salvatore di Messina, ed
Sicania, perloch dice Cluverio, falbissima all'Archimandra Leonzio. Era sito nel territo
la sentenza del Fazello che stabilisce Cra rio di Mescali presso Calatabiano.
sto presso Alcara. Secondo Erodoto sem Crllml (V. M.) Fonte del territorio di
bra doversi costituire nei contorni della Mi- Palermo volgarmente delto Gabriele. Vedi
noa Eraclea, perch lo storico narrando questo nome.
essere stala Eraclea fondata dallo sparlano Crlmaatra (V. N.) Casale che nel 1320
Dorico, afferma come di lui opera il sacro apparlenevasi a Pcrrucci, o de Linquida.
boschetto, ed il tempietto appresso Crasli, Crimiso. Lat. Crimisus (V. M.) Fiume
dedicalo a Minerva cognominata Crastia. Uc notissimo agli antichi poeti e storici, delto
ciso Dorico, afferma di essere siala Minon altrimenti Crimniso, Cirimisso, e Crinisio;
occupata da Eurilconte. Stefano scrive nel secondo pensa Cluverio il destro Belice;
lib. della Citt: Fu Crasto, citt dei Sicani, Fazello poi scambialo col Freddo altrimenti
giusta lo scrittore Filisto, Stentar. Rer. di S. Bartolomeo , che tuttavia afferma lo
lib- 13, da lei ebbe origine il comico Epi stesso Cluverio cogli antichi essere stalo lo
canto, e parimenti la meretrice Laide giu Scamandro. II Belice apre la foce tra Sciac
sta beante, giacch afferma Filemone di ca e Mazzara nel lido australe dell' isola,
esserti slate in questa citt bellissime quel di S. Bartolomeo scaricasi nel seno di
donne: la gente appellasi Craslina. Suida: Castellammare alla spiaggia aquilonare.
Fu Epicarmo figlio di Titiro o di Chi Muovcsi Fazello da una favola che recita
nale e Sicide, da Siracusa ovvero da Cra Servio nei Com. all' Eneid. di Virg. li
sto citt dei Sicani; quinci conclude Clu bro 1 e V. Egesla cio figliuola d'un certo
verio : costando da Erodoto e da Diodoro, i Trojano Ippola per avventura trasportala in
che Dorico venne in Sicilia, attestano Suida Sicilia essere slata violata dal fiume Cri-
e Stefano essere stata Crasto citt dei Sicani. miso mutato in cane, donde nacque Egesto,
Von ragione a dubitare che Dorieo abbia che diede nome alla citt di Segesta da
fabbricato nell'isola il tempio di Minerva lui fabbricata, verso il Iato settentrionale
Crastia; sorse adunque la citt nei confini | dell' isola, donde il seno dicevasi dagli an
dei Sicani, nei contorni di Eraclea Minoa. tichi Segestano ; dunque a collocare il
E veramente in questo tratto mediterraneo, fiume Crimiso verso la parte medesima. Pom
osscrvansi gli avanzi di una citt, volgarmen ponio Sabino sopra Virgil. scrive essere
te detta Acrislia, della quale se affermerai stalo Crimiso un re, cui la moglie Egesla
essere slata Crasto non saresti lontano dal partor il figliuolo Egeste; fu perci da quel
360
CR CR

re imposto il nome al fiume. E Olive Virgilio coi suoi interpreti, fecero menzione
rio insegna costar chiarissimamente da Plu del fiume Crimiso, Igino, Licofrone ed i di
tarco su Timoleonte, e dal lib. 16 di Dio lui scoliasti, Isacco, Emilio Probo, Eliano
doro: essersi mosso questo duce coi suoi ed altri- Non ometter voglio finalmente avere
da Siracusa verso Lilibeo contro i Carta- adorato i Segcstani come un Dio il genio
genesi approdati con fiotta, ed avere sba del fiume Crimiso sotto la specie di uomo,
ragliato al Crimiso i nemici che a tutta forza il che attesta Eliano Var. Hist. lib. 2 cap. 33
10 incalzavano: ebbesi questa battaglia al crlmlte. Lat. Crimitis (V. Pi.) Monte
Crimiso nella spiaggia meridionale, dove gli nominato da Cluverio, Mirabella, Fazello,
eserciti di Timoleonte e dei Cartaginesi ven Arezio, e detto akpaion AEnAS (somma ru
nero incontro da Siracusa al Lilibeo. Costa pe) da Tucidide; che nota nel lib. 7, disciolto
dunque evidentemente essere stalo il Cri gi l' assedio di Siracusa, gli Ateniesi, mo
miso uno dei maggiori fiumi di Sicilia tra vendo dall' Anapo, corsi 60 sladii, essere sce
11 Lilibeo ed Agrigento, ed appellarsi og si dall' altura, dove eransi la notte stabiliti, ia
gigiorno il destro Belice che sboccando nel un luogo campestre, e quivi aver posto il cam
sinistro che si l'Ipsa degli antichi, in po. Indi soggiunge : Frattanto i Siracusani
sieme nel mare sicolo verso Mezzogiorno preoccupando
sero di mura. l'ulteriore
Era arduo passaggio,
il poggio,
il chiu
da
precipitano insieme. Confonde poi Cluvc-
rio le fonti del destro Belice con quelle ogni lato a rupi, ed avevasi nome Somma
dell' Ipsa, essendo adatto diverse; percioc Rupe ... Erto era poi il luogo che sforza
ch il destro nasce sotto Eniella antica citt, vano oppugnare i sottostanti Ateniesi ,
onde Vibio nel Calai, dei fiumi; ti Crimiso ma feriti da molta gente da luogo eleva
in Sicilia alla citt di Atilac, qual voce lo, n polendo fare una sorlila, retroces
Atilac afferma il medesimo Cluverio dover sero e si acquietarono. Colle stesse parole
leggersi Eniella. Occorre a dire giusta il descrive Fazello il Crimite, ma afferma Bo
mio tenue giudizio dell' istoria favolosa di nanno che malamente Tucidide appell pog-
Egesta dove si fa menzione del re e del getto il Crimite, essendo un monte; ed al
fiume Crimiso di cui usurpa Virgilio il no tronde il cammino degli Ateniesi verso
me, l'antico Scamandro oggi di S. Bartolo Catania gi loro alleata , pel Crimite ,
meo aver preso eziandio il nome di Cri che a sinistra sotto Belvedere e pi lungi
miso; imperocch in nessun altro modo pu situato, sarebbe stato sconsigliatamente intra
togliersi la discrepanza del poeta peritis preso, e si sarebbe assai prolungato, e per la
simo dei luoghi cogli storici; a scusare difficolt dei passi e per l'asprezza delle rupi
perci il Fazello, per aver collocato il Cri riuscito incomodo, mentre il passaggio sotto
miso, appoggiandosi a Virgilio, verso Sege- Belvedere sebbene erto e difficile, pur tutta
sla, di cui ci abbiamo anche monete im via pi breve era a coloro che in Catania si
prontate di un cane, alludendo alla favola portassero, e pi convenevole per condurvi
di Crimiso mulalo in cane; sebbene erronea un'armata. Ma simili variet di scrittori sui
mente abbia addotto un monumento della luoghi intorno Siracusa , ben discioglier
vittoria di Timoleonte contro i Carlagincsi, fra breve V eruditissimo Cesare Gaetani,da-
che a dire essere evidentemente acca poich le singole cose esaminando, e con ma
duta presso il Belice- Del resto nota Fa turo giudizio dicifrando, la pi certa defini
zello essere stato detto Crinito il fiume zione sar per profferire. Alle radici del Cri-
dai Greci , poich alte si ha le ripe. Ol mite sgorgano abbondanti vene di acque, le
tre gli accennali Plutarco, Diodoro, Yibio, quali per doccio ai nemici nascoste un giorno
CR 3CI
CR

i cittadini sino a Siracusa dedussero. Havvene simo castello, come Pirri attcsta. Del ca
Dna tra queste, che oggi sgorga presso il sale di S. Croce di Rasacambre fa men
seno di S. Bonagia- Vedi Umbria. zione il diploma dell' Imperatore Errico V
CrUnlte (Cima del). Lat. Lepas (V. W.) nell'anno 1105 datato in Ragusa, dove enu
Detta Lepas da mirabella , Oliverio , ed mera i beni del Convento di S. Maria di
Arezzo, il quale scrisse : un monte dif Latina presso Gerusalemme, cui successe
ficile a rupi a picco , il di cui fronte quello di S. Filippo d' Argir dietro di es
volto verso Curiato, cio Belvedere, dove sere stata dai Turchi devastata la Palestina.
10 stesso Arezzo stabilisce l' Eurialo, il fian Il territorio di S. Croce come confinante alla
co destro rivolto ai guazzi dell'Anapo ed Contea di Ragusa, trovasi mentovato nel diplo
11 sinistro a Tapso, oggi Magnisi. /{ cervice ma di Ludovico Re dato >n Catania il 19 mag
dicesi Lepa da Tucidide, ed ora Monte gio del 1343, in cui conferma quella Con
Crimile; giacch in greco akpaion akiiajs tea a Manfredi di Chiaramonle. Nel 1430
importa alla rupe. Vedi Crimile (Monte di). Giacomo Paterno Abate di S. Filippo, sotto
Crtsa. Lat. Chrysas(Y.N.) Vedi Dittamo. annuale censo concesse il castello e le terre
Crmtlna (S.) Lat. S- Christina. Sic. S. annesse a Pietro Celeste Stralegolo di Mes
Gristina (V. M.) Piccola terra di recente ori sina, da cui Michele, che s'ammogli con
gine, cio del secolo xvii, nella giurisdi Margherita Pancaldo da Messina e ne ebbe
zione di Palermo e sua diocesi, non lungi Pietro n, il quale sotto Ferdinando il Cat
dalla Piana dei Greci, perloch gli abi tolico valorosamente milit, e da Beatrice
tanti conservano il greco rito. La par Cali si ebbe Giambattista, il quale marito ad
rocchia sacra alla S. Vergine (1). Angelica Di Niccol, gener Pietro ni suo suc
Croce (S.) Lat. S. Crucis opidulum. cessore, da cui e da Francesca Clinico o Chirco
Sic. S. Cruci (V. N.) Piccola terra verso la da Catania nacque l' egregio personaggio ed
spiaggia meridionale dell'isola distante 4 ottimo giureconsulto Giambattista n, che
m. dal mare, nel fondo di Rasacambro ap nel 1600 per privilegio del Re Filippo fu
partenetesi al Priorato dei SS. Lorenzo e nominato Marchese di S. Croce. Fu egli
Filippo di Scicli, il quale ancora suffra- Protonotaro del Regno, Presidente del Re
ganeo al monastero di S. Filippo d'Argir, gio patrimonio, Reggente di Italia, e marito
ristorata da Giambattista Celeste Reggente di Lucrezia Migliaccio; successegli Pietro,
d' Italia, e del titolo di Marchesato adorna dei 12 Pari del Regno , Pretore di Pa
verso la fine del secolo xvi. Ebbe il nome lermo, Cavaliere di S. Giacomo, marito di
da un'imagine di S. Elcna madre di Co Francesca Cifontcs dalla quale si ebbe Gtam-
stantino espressa colla Croce, nelT antichis baltista in, il quale con Angela De Grua
gener Pietro v , che da Agata Sanfilippo
ti) S. Cristina attualmente un comune in pro dei Duchi di Grotte si ebbe Vitale e Giu
vincia distretto e diocesi di Palermo, da cai dista seppe; il primo marito a Raffaella Buglio
14 m., circondario di Piana dei Greci donde 3 mi
glia. Visi contavano nel 1798 soli 650 abitanti, ac non ebbe alcuna prole , per cui Giusep
cresciutisi a 729 nel 1831 e finalmente a 1057 nello pe divenuto Marchese con Rosalia Grimaldi
scorcio del 1852. Il suo territorio comprendesi in gener Giambattista il quale oggi scn vive
tal. 1052,575, delle quali 16,866 in seminatorii marito a Girolama Onelo. Il silo di S. Croce
alberati, 821,050 in seminatorii semplici, 4,097 dolcemente declive verso Mezzogiorno;
in oltveti, 66,920 in vigneti semplici, 4,059 in fi-
ebeti d* India, 3,718 in castagneti, 135,800 in bo la Chiesa maggiore sacra alla Vergine, e
ccate , 0,065 in suoli di case. Ti si trovano tre diretta da un Sacerdote col titolo di Bene
variet di diaspri e quattro di agate. ficiale, soggetto al Vescovo di Siracusa.
3G2

CR CR

Fino al 1 603 i Carmelitani abitarono la Chiesa Croce (.) (V. N.) Ruscello che deriva
sacra alla B. Vergine , giusta il Pirri , ma da abbondantissima sorgente appellata vol
dal bisogno astretti l'abbandonarono. Vanno garmente Fatara e da Arezzo Paradiso .
i terrazzani sotto In comarea di Caltagiro- non lungi dal paese, verso Levante, ed
ne: erano 155 le case, secondo il Pirri , e apre foce nel mare tra l'Irminio e l' Oano
gli abitanti 586 ; nei regii libri per, giu ossia Frascolari. Il suo corso non pi
sta il censo del 1652, contavansi 116 le case, di 5 ni.
399 abitanti, nel 1713 poi erano 260 case, croco (Capo di SO Lat. S. Crucis ca
921 le anime, che ultimamente crebbero put. Sic. Capu di S. Cruci (V. ff.) dello
a 1638. II Magistrato scelto dai Marchesi, dai Saraceni Raisalib. un promontorio
i quali godono del dritto di spada ed hanno australe del seno di Catania e di Agosla,
il xvi posto nel Parlamento. Estcndcsi il o a Scltenlrionc da quel di Megara. Prende
territorio sino alla spiaggia, ricco in vigne, oggi il nome da una chicsiuoia, la quale
ulivi, biade, canape, e d'acque abbondan- sorge tra le due rade di Femina moria
te (1). e del Salvatore, o perch si avanza nel mare
con tre punte in forma di Croce, o final
(1) Il comune di S. Croce comprendesi nella mente se si vuole attenersi ad una volgar
provincia di Noto da cui dista 40 m. non rotabili, tradizione, perch ivi l'Imperatrice Elena
nel distretto di Modica da cui C rotabili 14 non madre di Costantino, ritornando da Gerusa
rotatili, nel circondario di Comiso donde sta a 10
m. non rotabili, nella diocesi di Siracusa donde lemme col legno della S. Croce, spinta dai
lontano 60 m. non rotabili , e 3 cosi parimenti venti discese- La orientale punta pre
dal mar di Pozzallo altrimenti l'Africano, dal pun ceduta da uno scoglio; il lido dall'una e
to il pi vicino. Sta nel declivio d'una collina, e dall'altra parte ha delle grotte, abbondanti
vi si respira un'aria mediocre per la coltivazione
del riso aquatico in punti poco discosti dall'abitato; vene di acque, e molte piccole cale, in una
l'acqua vi di fonte e di cisterna, buona ed in delle quali nel 1551 approd l'ammiraglio
copia. Contavansi nel 1798 net comune 2093 abitan lurco Sinan, donde si avanz per devastare
ti, 2732 nel 1831, ed ultimamente nello scorcio del la vicina Agosla. Non lungi dalla spiaggia
1852 pervennero a 3259. Componesi il territorio una profonda ed altissima caverna, con
di gal. 2504,865, delle quali 2,582 in giardini, 107,
918 in seminatori! irrigui, 274,963 in seminatori! molti andirivieni, delta del Monaco, do
alberati, 1364,854 in seminatorii semplici, 460,293 ve poco fa si scoprirono delle tombe in
in pascoli, 3,450 in oliveli, 1,299 iu vigneti sem cavale nella roccia dalle quali si stras
plici, 5,238 in Gcheli d'India, 2,436 in alberi misti sero ossa che superano la comune statura
0061, in culture miste, 26,931 in carrubbeti, 213, umana , e che si conservano qual monu
421 in terreni improduttivi, 1.419 in suoli di case.
mento di antichit. Del resto dice Cluverio
I generi principali del suo commercio sono il gra
no e l'orzo. Occorrendo la festivit di S. Rosalia essere sialo quel promontorio appellalo Xi-
Vergine Palermitana nei giorni 3 e 4 settembre fonio; gli altri corografi Siciliani per scri
apresi in ogni anno una fiera di bestiame. Si vono di essersi detto Xifonio quel che vol
di gi incominciata una strada rotabile da S. Croce garmente si appella Capo dei Molini, che
per Punta secca, e l'altra per Marzarelli rimasla
l'altra punta settentrionale del seno di
incompiuta.
A poca distanza dal comune una magnifica va- Catania: da Diodoro e Tolomeo appellasi
tea di pai. 74, met. 19,92 di long., e di pai. 50,
net. 12,90 di larg., di pietre quadre formata, do
ve per un acquidolto scorrono da una sorgente avanzi di antico bagno di ire stanze, composto
delle acque limpidissime; credesi da Cluverio il di pietre quadrate senza calce, e macerie di simili
fonte di Diana molto celebre appo i poeti. Non fabbricati sin al mare; pu credersi aver ricevuto
lungi dalla vasca osservatisi poi presso un orto acque dalla vicina conserva.
363
CR Fazello Portopa-
ancora rimane. Descritto CU
Tauro. Dice Cluvcrio : Tolomeo portandosi Io, poco dopo soggiunge : a 2 miglia nel
dal Pachino verso Peloro, incontr Si l'interno dalla spiaggia sono di grandi
racusa colonia , il promontorio Tauro , avanzi di antica citt di un m. di cir
la foce del fiume Alabo, e del Pantagia, cuito, e c/te dicono Cuba, poich conserva
Catania colonia , l' imboccatura del Si- ancora un piccolo ricetto a volta.
melo, Taormina colonia : indi soggiun Cuba (V. N.) o il territorio Longarino
ge : siccome erroneamente pone il Simelo appresso Siracusa. Vedi Giarli. Alla ripa
tra Catania e Taormina , cos male il sinistra del Crisa nell'interno sotto il monte
promontorio Tauro tra F Alabo e Sira Scalpello il fondo Cuba, ed un feracis
cusa ; perloch avviene , come qualche simo tratto di terre , con una osteria non
volta ho sospettato , quel vocabolo , es lungi dal nuovo villaggio di Catena, quasi
tersi corrotto dal genuino A*02 : queste a mezza via, donde da Catania ritornasi
poi sono le evidenti parole di Diodoro ad Aggira.
nel lib. il: Dopo ci essendosi coli' eser Cuba ( V. M. ) Castello mentovato dal
cito avanzato a 160 sladii da Siracusa Boccacci > nel Dccamerone giorn. 5, notte 6,
lunghesso il cos detto Tauro, piant il nel territorio di Palermo, lungo l'amplissi
campo. Vedi dei promontorio Tauro. ma via che da questa conduce in Morrea-
Cronio (V. M.J Antichissima citt di sito le, dove oggi il quartiere dei soldati Bor
incerto nella sicana regione. Polieno de gognoni, cio di quel corpo di cavalleria
Slratagcm. lib. 5: Imilcare presso Cronio che destinato alla custodia del Vicer.
piantava il campo contro i Duci di Dio L'antico edifzio opera dei Saraceni come
nisio, allorch gli abitanti di Cronio vo chiarissimamente il mostrano gli esterni orna
levano accogliere in citt i Cartaginesi, menti, le pietre con arabiche iscrizioni, le
n t Duci il permettevano ... e pi sollo: volte ce. Ebbe il nome da una delle figlie
frattanto Imilcare nascostamente si ap di un Emiro, come anche il castello della
press alle mura, e gli aprirono le porte Zisa, cos detto dalla sorella di Cuba. Ame-
coloro che desideravano accoglierlo, en nissimi giardini un giorno lo circondavano
trando cos in citt ignorandolo i Duci. in delizia dei re Normanni. Oggigiorno di
Parla di Cronio nel lib. 15. Diodoro, per fronte sorgono magnifiche case ed orli ame-
cui Cluverio appella luogo il Cronio ma nissimi col nome parimenti di Cuba, de
Polieno chiaramente dicclo citt munita corali del titolo di Principato un tempo ap-
di muraglie. Nella disposizione dell' im- partcncnlisi a Vincenzo Rao Direttore dei por
pcrator Leone slabilisccsi il Vescovo di Cro poli,
ti di Sicilia,
sebbeneoraGeronimo
spetlanlisi
Landolina
alla famiglia
ottenuto
A'a-
nio sotto il .Metropolitano di Siracusa. Gli
Agiografi dubitano per tal motivo se esi quel principato il volle distinto del titolo
stito sia Cronio in bassi tempi ; Pirri e di Torre bruna. Reca Barberi molti Gover
Cluverio confessano non potere assegnargli natori del Castello di Cuba sino al 1516.
un luogo detcrminato. CU Oggi si appartiene ai Principi di Pandol-
fina (1).

(1) Scrive il P. Massa che cavando dall'ara


cuba (V. N.) Chiamano Cubo i terraz bo l'etimologia della voce Cuba viene a dinotare
polla di acqua , e perci attesta essere stato im
zani gli avanzi di antica diruta citt , trai posto un tal nome alla torre poich il suo ter
quali una piccola fabbrica a volta che ritorio che per ben due miglia aulicamente in
giro si stendeva piantalo in villa a delizia degli
3G4
CU CU

Cablala (V. D.) Uno dei borghi di Aci, Camla (V. D.) Due municipii di Mes
verso Ponente, sopra S. Lucia. sina sulla regia via, verso mezzogiorno, a.
Cuocio. Lat. Cud*. Sic. Monte Cuccio sei miglia dalla citt, uno dei quali sorge
(V. M.) Monte, ad occidente del territorio
di Palermo, di forma piramidale, sulla cui e al fondo della grotta distinto in tre chiassuoli,
vetta sgorgano acque dolci e fredde. Veggon- alti, egli vero, ma lunghi, stretti, e tortuosi.
Ciascun di questi cangiando pian, si va abbas
si nei fianchi vaste e profonde grotte, ed alle
sando, e V uno mette nell' altro per un buco ter
falde estesissimi albereti fruttiferi, ed oli veli. reno, la cui bocca appena capace della persona
Al Cuccio sono uniti altre due monti pi d' un uomo. 1 viottoli hanno il dorso rialzato, e
bassi, anch' essi acuminati (1). cosi umido, che facile cosa lo sdrucciolart, come
di fatto sdrucciol il mio assistente, che mi rup
Emiri , ne abbonda grandemente ; non pn per pe un bel cilindro di cristallo. Ed io e il signor
rigettarsi assolutamente l'opinione di Amico che Bivona saremmo del pari caduti, se non fossero
la stima appellata da una delle figlinole dell'Emiro, stati nostri afferratoi le stallatiti ramose . che di
poich si ha parimenti una probabilit. Sussiste alto in basso coprivano e rivestivano dall' una t
attualmente gran parte dell'antico palazzo, ma del V altra banda quelle pareti.
portico e del vivajo che erano ancoraai te mpi Ma la fatica maggiore fu quella di travertart
del Fazello non pi sono vestigia. Una iscrizione i buchi terreni. Conveniva metterci boccone , e
araba era intagliata nei merli che circondavano strisciando la pancia in tetra mandare i piedi
la sommit del castello, fu per con grande nostro in dentro, che restavano pendenti in aria, perch
crepacuore da poco abbattuta , sebbene siasi in il piano sottoposto era pi basso. In uno di que
qualche modo conservata disposti in ordine i merli sti buchi, che la guida denominava il mal pertugio,
ritolti. Secondo reca il Caruso nelle sne memorie avvenne che il signor Bivona piegando il corpo ,
storiche fu questa torre il tremendo teatro delle come una biscia , e gridando oh la gran pazzia ,
vendette di Errico VI Imperatore e Re di Sicilia, pot a stento passare. Ma io e 'l mio assistente ,
consorte a Costanza la Normanna, contro i seguaci Vun dopo l'altro, lordi e disperati restammo im
di Tancredi , poich fece quivi loro soffrire ipi pediti e rattenuti per gli fianchi.
atroci tormenti. Tanti travagli non conducono in fine, che a
(1) Dall'araba voce cui corrotta poi in cuo tre gallerie, V una delle quali, eh' la pi grande
cio prese nome questo monte per la sua forma. i larga 20 piedi, lunga SO, alta 16. In mezzo a
La cima sparsa di non fermi massi , di fosse , questa si trova un lago d'acqua limpidissima alto
di caverne che venendo occultate dall' erbe e 6 piedi, a cui d'intorno sopra uno stretto mar
dagli sterpi non poco insidiose riescono; la sua gine a gran fatica si cammina. Ma il tetto e la
altezza sulla superfcie del mare di 8470 piedi, muraglia sono una maraviglia a vedersi per la
e la temperatura dell' acqua bollente che scaturisce copia, purezza, e variet delli stallatiti. Grappoli,
nel vertice 308, 4 di Farh. funghi, orecchioni, tubi, coni, clave, colonne, e
Merita somma attenzione la grotta delle quat tante altre forme capricciose , pendenti gi dal
tro arie accanto al Monte Cuccio, e sovrastante tetto sino all'acqua, e disposte con ordine e sim
al monastero di Baida, alla quale piacemi recare metria, ricordano la grotta d' Antiparos, <fAuiel-
la gita del chiarissimo Ab. Scin, da lui medesimo les , d' Arcy , ed altre gi descritte e famose. Li
descritta. stallatiti, che sono traslucide, col favor delle fiac
Era il d 27 luglio del 4816, quando V ho vi cole biondeggiano, traspariscono, e pigliano sem
sitata colla scorta di due guide, e in unione del bianze piacevoli e bizzarre, come l'occhio e la
Sig. Bivona e di Giovanni Viblasi. Volle il primo fantasia, secondo lor costume, le van raffiguran
farmi compagnia per amicizia , che ha verso di do. La luce stessa dei lumi , che si muovono in
me, e il secondo colui, che mi assiste all'espe giro, scopre nuove forme, e rischiara gruppi no
rienze di Fisica, ed stato l'unico compagno di velli, da' quali essa riflettendo nell' acqua da.
tutti i miei travagli. questa sopra la muraglia, offre punti di vista, che
Provveduti adunque di candele, e coli' ajuto d'una talora sorprendono e sempre dilettano. Se dallo
scala a piuoli scendemmo tutti tre in una buca, montagna si aprisse un cammino (il che sarebbe
donde comincia il cammino sotterraneo, l' oscurit facile ) che diritto guidasse a questa galleria , si
e lo stento. Tutto lo spazio interposto all' ingresso potrebbe per mezzo di lumi sparsi qu e l infra
365
CU CU

sa di una collina, l'altro in una pianu quattro miglia sopra Lenlini, verso mezzo
ra; la parrocchia del primo sacra all'An giorno.
nunziala, quella del secondo alla Vergine S. Curcuracclo. Lat. Curcuracium (V. K-)
Marina. Ne sono 77 le case , 406 gli abi Terra poco distante da Melilli, verso tramon
tanti, sotto la giurisdizione del senato di tana, che giace oggi diroccata sovra un pog-
Messina. getto d'una valle bagnata dal fiume Marcelli
cummo. Lat. Cummus (V. W) Vedi no. Secondo attesta Fazello ruin nel tempo
Lombardo. del re Federico. Dice Arezzo: in quel tempo
Coppo. Lat. Cuppus (V. Pi.) Sorgente in cui i Calcidesi ottennero Leonzio e Ca
del fiume S. Giuliano ossia Yhadeda, a tana, Lamide da Megara, addotta una co
lonia dal Peloponneso lunghesso il fiume
le stallatiti dare uno di quegli spettacoli semplici, Panlugia, a mezza via che da Siracusa me
e vaghi, di cui g' Inglesi, pi che altri, sentono na a Leonzio, fabbric la citt di Portilo,
il piacere, e apprezzano la bellezza e la leggiadria. delta da Tucidide Trolilo, dai nostri Cur-
Questa grotta , se fosse stata pi accessibile , curaccio (come io giudico), gi antica ed
sarebbe stata a guest' ora distrutta. I viottoli in
fatti sono stati interamente spogliati, e gi si in rovina. Ma confondendo malamente il
comincia a portar la devastazione nelle interne fiume Marcellino col Pantagia afferm l' Are-
gallerie. 1 contadini rompono colle pietre i pi zio di essere Trotilo Curcurflccio la stessa
belli gruppi per venderli a coloro, che ne ornano citt. Ebbesi una rocca munitissima , in cui
i fonti delle ville, o i presepii nelle feste del S. Matteo Montecatino Signore di essa, scac
Piatale. Quando quelli spezzano le stallatiti, se ne ciato dai Galatini, si ritir, ed avendo ten
sente al di fuori cupo il rimbombo; e quando
fuori si applica l'orecchio alla superficie, si tato di occupare Sorlino, Perdio Signore
sente la voce di chi parla nel sotterraneo non di questo, avendo gagliardamente assalito
altrimenti che il fremito di una delle pi gravi Curcuraccio, la prese- Non oso affermare
eorde a" un pianoforte. se in quella circostanza per la ribellione
La temperatura dell' acqua e dell' aria nell'in di Curcuracclo.
Matteo sia stataLat.
poiCurcuracium
diroccala. (V. D.)
terna galleria era 61"; nel mezzo de' viottoli
64"; sopra la montagna all'ombra 81; al sole 83;
e all' ombra colla palla del termometro profon Terra sui colli del Peloro, verso settentrione,
data due pollici in terra 96. Per lo che la dif a 4 miglia da Messina, di cui comprendesi trai
ferenza tra la temperatura interna ed esterna era municipii;la Chiesa parrocchiale sacra alla
di $0. In tutta la grotta non s' incontr un ani B. Vergine dei Bianchi; ci hanno 44 case,
male, n si vide un lichen, un bisso, o segno al
cuno di vegetazione. Di che forse alcuni potranno 412 abitanti e le si appartiene il marittimo
ragion fare la mancanza di luce solare, e la tem borgo di Pace.
peratura , che costantemente bassa l dentro si cutame. Lat. Culamen (V. M.) Casale
mantiene. Ma i pi sennati non si accosteranno nella diocesi d Girgenti, come ricavasi da
alla loro opinione ricordando, che le crittogame varii monumenti in cui si descrivono i suoi
disprezzano il freddo pi rigido, e che gli asca
ridi
la benefica
e tanti luce
altridelanimali
sole. Chi
vivono
per senza
altro potr
conoscerei
sup confini.
Cuteml. Lat. Culemis (V. M.) Casale
porre inerte la natura in una grotta, che comu sotto la giurisdizione di Caccamo, come
nica, sebben per viuzze, coli' atmosfera , ed vi scrive l'Inveges nella Sicola Cartagine.
cina alla nostra superficie, se alcun luogo non si cai*. Lat. Culodum (V. D.) Bosco e ter
conosce , in cui quella sia senza forza e senza ritorio nei confini di Randazzo concesso nel
vita ? Sono le stallatiti , che sempre crescendo . e
tutto ricoprendo, non danno comoda tana agli 1344 a Corrado di Procida dall'Infante
animali, e incrostano e nascondono i bissi e i Giovanni. Cedette in dote poi agli Spada-
licheni. fora ed ai Platamone. Giulia figlia di Luigi
366
CU cu

Plalamone moglie di Alessandro Filingeri, ottenne questo titolo per privilegio dal Rf
la diede a Girolamo suo figlio da cui nel 1641 Francesco Plalamone.
Alessandro oggi Principe di Cul ; poich

Avvertenze per le B e C.
Pag. 139 liti. 6 nelle
note 9 miglia e i 6 miglia.
Pag. 168 lin. 15 nelle
note 7 miglia e mezzo. 75 miglia.
Pag. 192 lin. 1 nelle
note (7). (1).
Pag, 380 lin. 43 nelle
note scrisse il acrisie sul
Pag. 280 lin. 48 nelle
note Pellegrini degli Leggali
Affaticati. dei Pellegrini Affaticati,
Pag. t97 lin. 34 nelle note man mani,
Pag. 297 lin. 37 nelle noie .4 polline Apollonio
taglieria* I gruppi mostruosi e bizzarri del palazzo Patagonia vennero nel pi distrutti, non m
con quanto senno. Nel territorio, e principalmente nella parte sottoposta al monte Alfano o Calalfano
si sono trovali di antichi sepolcreti, che si riportano al tempo del dominio Cartaginese in Panormo.
fiuter Il comune di Bulera che comprendevasi nel circondario di Biesi, con real decreto del
10 maggio 1847 fu elevato a capo-luogo di circondario di 3* classe dal 1 gennaro 1848 in poi, restando
di 2* classe quello di Riesi.
Cantei vetrano. Nel settembre del 1847, ad un terzo di miglio in distanza da Castelvetraoo
sulla dritta della strada fuori porta S. Francesco di Assisi, e propriamente in una possessione dei signori
Atria, sei miglia dal mare si eseguiva una cava, dove i picconieri alla profondit di 13 palmi rinve
nivano un resto organico fossile che per mancanza di necessarie conoscenze riducevauo in frantumi.
11 signor D. Rosario Lenlini ne calcolava sulle rimaste traccio l'estenzione in pai. 15 circa, e da alcuni
pezzi da lui raccolti e da un dente rinvenutovi in ottimo slato di conservazione riconosceva insieme ai
professori di storia naturale signori Pietro Calcara e Bar. Porcari gli avanzi di una smisurata cagnesca
della specie delle foche antediluviane.
367
DA DE

Daldone. Vedi Aidone. bronzo opera di Perillo , siccome attesta


Damino. Lai. Damirius (V. H.) Fiume Diodoro, sito tra Girgenli e Finlia oggi Li
giusta Plutarco rammemorato dai geografi cata, non lungi dal lido, siccome nell'Itine
Stefano IIoiTmann ed Ortelio, ma d' incerto rario di Antonino in cui sta scritto: da
sito , nella parte della Sicania oggi detta Girgenli lunghesso il mare a Siracusa
Val di Mazzara. m. p. cxxuu, dalDedalo xyui, da Plinti v,
Darruno. Lat. Darfudum (V. M.) Casale la cui voce corrotta dovendosi dir Finti,
sotto il governo di Sciacca appartenenlesi dapoich da Girgenli a Licata si conta
a Niccol di Sciacca ai tempi di Federi no 24 m. circa , donde Plinlia invece di
co II , sotto Martino per ad Orlando di Finita che la stessa Licata. La collina
Monteleonc ed a Matteo di Moncada. presso la vetta scoscesa, stendesi per quasi
Giace oggigiorno in rovina. mezzo miglio, e vi si giunge per una sola
Dancon (V. N.) Seno e cala nel porto via dalla parte di levante pei gioghi dei
maggiore di Siracusa di cui fanno memoria colli vicini, dista da Licata 5 m., vi si os
Tucidide , Diodoro e Stefano , ma Dio servano gli avanzi di rocca un giorno ma
doro parla ancora del castello Dascone; Ste gnifica e perci chiamasi Castellacelo. Credo
fano poi dice: Dascon castello di Sicilia, che ivi sia sorto il castella Dedlo, da Dedalo
che dice Filislo Sicul. Rer. lib. 6, al Plem- fabbricato, e ci siccome "disse l'eruditissimo
mirio e Dascone; il nome della gente Da- Filiberto Pizolanti, sebbene egli erroneamen
sconia o Dasconile; imperocch unendo te riirai- procura essere stato dapprima appel
Dascone col Plemmirio non v'ha dubbio che lato Camico quel luogo; imperocch Dedalo
parli del nostro che presso Siracusa, giac pot fabbricare in altro luogo presso Girgenli
ch il Plemmirio un promontorio all'imboc la rocca Camico e qui il castello del suo
catura del porto medesimo. Ivi oggi il sob nome; convenir possono ad ambi gli smi
borgo di Milocca con elegante torre, e surati avanzi delle muraglie, e l'ardua e
col vicino fondo o feudo si appartiene ad difficile via. Cluverio fa menzione del monte
Antonio Montallo signore siracusano. Un Ecnomo , a cavaliere di Licata , noto a
d gli Ateniesi , secondo Tucidide lib. 6. , Diodoro , alle cui radici occidentali col
ivi innalzarono un terrapieno di alberi re loca il Dedlo; ma non vi si osserva om
cisi , a forma di steccalo , in guardia bra alcuna ne di rocca, n di piccoli ru
delle navi. questo il concavo porto c deri, n convengono tra loro le distanze.
l'estremo suo ritiro, dove Eurimede capi Altronde non avrebbe dovuto dimenticare ,
tano degli Ateniesi, comandando l'ala de Castellacelo, dove lo stesso Fazello avverto
stra, volendo prender di fianco l'ala op vestigia di antico castello.
posta del nemico, mentre allonlanossi dal Della (V. M.) Terra sotto la dizione di
resto dell'esercito, circondato dai Siracu Licata, nella comarca di Girgenli, appresso
sani contro lui rivolli, secondo il testimonio Naro, non lungi da Canicalt, un tempo di
di Diodoro nel lib. 13, cadde prigione. pendente da Corrado Lancia Maestro Giu
stiziera di Sicilia , il cui nipote ed erede
DE Pietro Lancia la diede in dote con Naro
alla figlia Giovanna maritata ad Ariate
Dedlo. Lat. Daedalium (V. M.) Ca Alagona. Credcsi che Peliliana giusta
stello, che si ebbe anche il nome da Fa- l'Itinerario romano sia distante dai Filo
laride tiranno di Agrigento , per essere sofumi 28 m., e da Girgcnti 18, e che
stato l riposto il cclebratissimo toro di sia stata ornala d'un tempio sacro alla
3G8
DE | DE

Delia Diana , donde prese il nome. Sor Marchese di Delia. Da lui e da Giulia Spa-
geva su scoscesa rape un castello oggi tafora nacque Gaspare, da cui Pietro suc
rovinalo , di cui rimangono solamente al ceduto dalla sorella Giulia, moglie a iVte-
cune volte , e grotte e muraglie ad atrii cola Antonio Lucchesi. Maria unica loro
appartenenti , e merli , ed avanzi di torre 1 figlia fu sposata da Ferdinando Gratina
rotonda , la quale sovrastava qual vedetta Principe di Patagonia, nella quale famiglia
all'intero castello. La terra poi, da quel pass la signoria; ma dei successori fac
luogo distante cirea 100 passi , fondata ciamo altrove parola (1).
l'anno 1622 sopra vicino poggetto, che ella (V. M.) Monastero del titolo della
guarda Libeccio, circondata da campagne SS. Trinit, detto un tempo di Ficano, che
amene fertilissime bagnate da ruscelli , sorge presso Castelvetrano nel feracissimo
con un palazzo proprio del Barone sito territorio di Dalia. Disselo il Fazello dell'Or
nel basso in vastissima piazza, dov' una dine di S. Basilio; l'enumera il Pirri trai
fonte di acqua perenne. Ivi stesso sor Priorati Benedettini, imperocch nel 1369
ge la Chiesa parrocchiale di S. Maria di Giovanni degli Orsini Cardinal di Teano, il
Loreto sotto la cura d' un Arciprete , dove volle congiunto alla sua Abazia di S. Gio
si una cappella sacra alla patrona S. Rosa vanni degli Eremiti, e concesselo ai monaci
lia con di lei reliquie, ed ha soggette altre di S. Benedetto. Essendo di regio Patro
due minori; un tempo sorgeva in un luogo nato i Principi di Sicilia dalla morte di Gio
pi alto presso a quella di S. Maria del vanni vi assegnarono i Priori , che proffe
Carmelo eon.un convento di frati, che oggi riscono il lxiii voto nel Parlamento. Gode
diroccato presenta solamente i ruderi- Il oggi di questa dignit Agatino Riggio Giu
primo censo della citt fatto nel mezzo del dice dell'Apostolica legazia. Vedi il mio lavo
xvii secolo presentava 288 case e 1071 ro delle monastiche notizie della Sicilia.
abitanti ; Pirri per numera 320 case e Della (V. M ) Fiume cosi detto dal ter
1127 abitanti; nel 1713 erano 403 le case, ritorio dov' il monastero dello stesso nome,
1423 gli abitanti, che ultimamente giunsero lo
degli
stesso
antichi.
che quel delle Arene, e V Alico
a 1703. La sua lat. la stessa quasi di Cani-
catti, la long, di 37. Il Signore ha dritto di emana, altrimenti Demenna (V. D.)
armi ed il xxvii posto trai Marchesi nel Citt oggi scomparsa e conosciuta dal solo
Parlamento, imperocch dopo gli Magona,
per privilegio di Federico III pass il ca
(1) Oggi un comune in provincia distretto
stello di Delia nel 1366 a Matteo di Chia e diocesi di Caltanissetta da coi dista 14 miglia
ramente; ma per fellonia di Andrea, con circondario di Sotnnaatino donde 4 miglia. Vi ai
cesselo prima il Re Martino a Guglielmo contavano 2260 anime nel 1798, poi 310 nel USI,
Moncada, poscia a Pietro Mazza Catalano, e dualmente 3367 nello scorcio del 1852. Compren
che con Andrea Ortolano commutollo pel dati il territrio in sai. 666,907, delle quali divise
in culture, 2,026 in giardini, 1,292 in orti sem
fondo Condoverno nel 1399, perloch que plici, 0,297 in canneti, 3,769 in pioppeti, 42,491
sti nel censo del re Martino dicesi Signore in seminatori'! alberati, 451,301 inaeminatorii sem
del castello di Delia e del feudo di Da- plici, 31,977 in pascoli, 29,248 in oliveli, 21,364
misa. Dal di costui pronipote Pompeo com- in vigneti alberati, 21,058 in vigneti semplici, 16,
prossello Bernardo Lucchesi Barone di Mi- 907 in ficheti d'India, 31,863 in mandorleti, 2,
153 in culture miste, 11,161 in terreni improdut
licia nel 1516 , donde pass a Giuseppe , tivi. M suo commercio si versa in olio, in grano
che il primo congreg della gente, e per ed in poco zolfo poich si ba una zolfara. L' aria
diploma di Filippo IV vicn detto nel 1623 buona.
369
DE glio dalla cill, appellato
DE Aynseilime in
nome, dalla quale venne denominata la val
le corrispondente, ai tempi dei Saraceni. saraccnica voce dal Fazello , imperocch
Yien mentovata appo il Gaetani nella vita Ayn, come dissi altrove, in punico vale fonte.
di S. Luca Abate Carbonense, che dicesi Nasce abbondevolmente sotto una grolla ,
quivi esser nato. Leggo in un diploma del verso la parie occidentale, e le acque ir
Conte Ruggiero del 1090, in cui si descri rigano gli orli. Falsamente l'Adria nota da
vono i confini della diocesi di Messina: Va questo fonte avere origine le acque di
sino a Milazzo e corrisponde a Demenna; Zisa e di Cuba , che volgarmente dicesi
e poco dopo: diedi anche appo Demenna scorrere dal Gabriele (1).
il castello di Alcara coi suoi lenimenti:
dal che deduco non esser distata da Al DI
cara. Ugo Arcivescovo di Messina nei suoi
diplomi del 1131 , enumerando le chiese Diana di Ccfal. Vedi Cefal.
concesse all' Archimandrita , registra S. Diana (fonte di). Lai. Dianae fons.
Barbaro di Demenna; di cui fa menzione (V. N.) Erompe oggi nel mezzo della terra
anche il Re Ruggiero in una carta colla di Comiso o Jomiso, ed il sinistro capo
quale conferma nel 1134 i drilli edi beni del fiume Ippari, che scorreva verso Ca-
si in Sicilia che in Calabria concessi al marina celebre citt una volta, ed ora toc
l' Archimandritato: nella diocesi di Messi candone i confini dclli di Camarana sbocca
na colle sue pertinenze S. Stefano. ...S. Bar nel mare Africano. Cluverio nel lib. 1, cap.
baro di Demenna. Parlando poi dei Mona 14 conosce anche il fiume di Diana, e dice
steri soggetti al medesimo Archimandrita, esser quello, che dal cospicuo fonte di Fa-
pone tra essi al ix posto S. Filippo di vara sgorgando, al villaggio di S. Croce
Demenna. Indi Alessandro III Rom. Pont, verso il promontorio Rucra si scarica, ma
a preghiere dell'Archimandrita Onofrio, e erra. Solino cap. 11: i portenti nei fiu
del Re Guglielmo, prendendo sotto l'apo mi sono assai varii: l'acqua di quel di
stolica protezione il Monastero Archiman- Diana se toccala da mano impudica non
drilalc del SS- Salvatore di Messina, con pu mescersi al vino. E Rcnnio Fannio
sue Possessioni, Obbedienze ed Abazie, re interprete di Dionisio:
gistra la Chiesa di S. Barbaro di Demenna, Bob qui varii portenti, e memorandi
Anagni xii Cai. di Nov. Ind. ix, l'anno 1175 Per l'orbe intero; di Diana il fonte;
dell'Incarnazione del Signore. il confi E ben di Camarina il flutto accoglie.
Impura roano indarno di Lio
ne, dice l'accennalo Re Ruggiero, di S. Vuol mescolarlo al dono...
Barbaro di Demenna , siccome ascende
il rivo della medesima chiesa, e d so Dal che soggiunge il Cluverio: miso certa
pra il monte Ardea ec. Del resto credonsi mente, interpretar Fazello questo fonte di
i ruderi della Chiesa di S. Rarbaro, quelli
che scorgonsi nel territorio di Alcara presso (t) Dnruiina. Questa fonte non per altro ha
rinomanza che pel suo nome, alla interpretazione
S Giorgio, dov' una fonte che dicesi an del quale sono varie le opinioni. Dice il Palermo
cora di S. Rarbaro, e dello slesso nome nella sua Guida derivar la voce dall'arabo Rhen
le terre circostanti. Attenuano finalmente, desein, cio fonte del pi grosso fango, ovvero da
il monastero di S. Filippo di Demenna quale Ben dim, cio fonte che scaturisce in sottoposta
appellasi oggigiorno di Fragal. palude,
purgato.o Sgorga
secondodentro
il Cascini
unadaspelonca
Bin Senin,
eh' font
in
Denlainnl. Lat- Aynsindis (V. M.) Fonte
pittoresca fossata dove le lavandaje palermitane
del territorio di Palermo, a mezzo mi- imbiancano i pannilini.
3T0
DI DI

Diana per quello da cui il fiume Ippari per (V. N.) Nel territorio di Aggira verso occi
la palude Cantorino sbocca nel mare, sot dente , mentovato dagli antichi scrittori.
to la tedctla medesima di Camarina an Vi l'antico castello appellato poi di Bon-
tica citt. Ma Solino non fonte solamente mauro; non lungi era il casale dello Murra,
ma fiume l'appella, che scorra vicino Ca Diana (tempio di). Lat. Dianae fa-
marina, qual nome nessun altro attribui num (V. D.) Vedi Artemisio.
sce al rivo d' Ippari. Ma chi non vede lo Dlceapoil. Lat. Diceapolis (V. M.) La
allucinamento di Oliverio? Il rivo di S. antica Segesta di cui in appresso diremo,
Croce non iscorre per Camarina, come costa, cos nominata da Agaloclc Re dei Siracu
ne pot scorrervi un tempo. Diana scorro sani , per avervi stabilito giusti supplizi!
sino a Camarina, e secondo Rennio, acco conlro i cittadini da lui ribellatisi.
glie l'onda a Camarina; falsamente dun Didime. Lat. Didyme (V. D ) Vedi Salina.
que si asserisce che sia quello il fonte ed Diesi. Lat. Diesis (V. M.) Casale un tem
il fiume di Diana. Del resto ottimamente po, dove oggi Aragona.
Solino disse Diana l' Ippari dal fonte di Dllcmlal. Lat. Dilemisis. Sic. Dilimisi
Diana donde riconosce origine. Il fonte (V. N.) altrimenti Alillemisi. Fiume che ha
stesso di Diana a Comiso, oggi con ragione sorgente nella valle dei Servi , fa parte
appellasi fiume, perciocch con molla af del territorio di Noto, e si versa nel fiume
fluenza ne sgorgano delle acque , che for Abiso sotto la rocca di Renda. V. Abiso.
mano un fiume: Ma poi, soggiunge Cluvcrio, Dlnnamarl. Lat. Dinnamaris. Sic. Dm-
confesso esser la cosa molto ambigua ed namari (V. D.) Monte sopra Messina verso
incerta. La volgare e comune opinione poi austro. Vedi Dimori.
riconosce Diana nel fonte di Comiso. Il fon Dionisio (Rocca di). Lat. Dionisii Arac
te, dice Fazello, scaturendo in mezzo alla (V. N.) appo Siracusa. Vedi Orligia.
piazza, con tal furia vomita le acque, Dionisio (Orecchio di). Lat. Dionisii
che immantinente ad un tiro di pietra auris. Sic. Oricchia di Dionisiu (V. N.) e
bastano ad attivar dei molin e forma un volgarmente Grotta parlante o Carcere.
fiumicello. E poco prima parlando dell' Ip Nessuno osa negare , avendo veduto, varie
pari: nasce a 12 m. sopra la foce, da latomie essere slate in Siracusa ad uso di
abbondcvolissima fonte detta un tempo carcere, cio luoghi, donde cavati i mas
Diana. So avere scritto l'Arezio: anche si a costruir la citt, vi si chiudevano poi
un fonte presso Camarina, la di cui foce i malfattori ; tuttavia Cluverio presentando
appellano Grafuscolaro; altro poi il fonte da Tullio il solo carcere di Dionisio vien
di Diana nel territorio di S. Croce oggi conlro il chiarissimo Mirabella, che tre car
detto Paradiso; di cui Giulio Solino fa ceri ammise nelle latomie, uno cio men
volosamente fa menzione. Tuttavia questo tovato dal medesimo Cicerone contro Yerre
autore, che scrisse il primo sul silo della lib. S, e detto di Dionisio; altro da Elia-
Sicilia, ammise molti errori; e che con Ca no. Var. Hist. lib. 12 cap. t, costituito
marina il Frascolari ossia l' Oano degli an verso Acradina; il terzo finalmente, di cui
tichi ? Di questi, poi, che sono tra Cama menzione appo Plutarco nel Dione tra
rina e Pachino, propone far parola; dun Eurialo e Labdalo. Il carcere di cui at
que le fonti Frascolari e Paradiso non si tualmente parliamo, Grolla parlante e vol
appartengono a Camarina, e sono in effetto garmente Orecchio di Dionisio, in quella
molto da essa distanti verso Pachino. parte di citt appellata Scapoli, guarda oc
Diana (bosco di). Lai. Dianae nemus cidente, ed intorno gli sono latomie o
371
DI DI

piclraje, in gran parte senza volta, ed ac diviene come un tuono; pianamente per
comodato alla conservazione , dot' una cuotendo il mantello colla mano si ha
mole di pietra, come una piramide, avente come l'esplosione d'uno schioppo; anzi
la forma di specola. Le altre poi sono an non solo intende la voce, ma alquante
che amplissime, ma a volta, sovrastale da volle la ripete. Una musicale cantilena,
solide ed ingenti rupi, che da ogni parte le qui da due voci cantala subito si cambia
ingombrano, tagliate dal ferro a guisa di in un concento di quattro voci, mentre la
muro. L'adito a queste latomie, e la dol riflessa voce del primo, accoglie bel
cemente declive discesa aprcsi da mezzo lamente quella del secondo; cosa de
giorno. A quelle con volta sta a destra la gnissima ad udirsi. Queste cose scrive
Grotta parlante, ovvero l'Orecchio, opera quegli, che confessa avere molto appreso
da non compararsi ad altra, alta 60 palmi dal mirabile artifizio di questa grotta a spie
e pi, e circa 20 larga, ma verso il mezzo gare gli arcani del suono. Avendola io da po
in maggiore spazio per due cavit stcnden- chi anni novellamente visitalo, un nobil mio
tesi, che dove aguzzamente terminano, ven compagno die' fuoco ad una pistola , che
gono ad imitare una chiocciola, e congiunte percosse le orecchie come se il frngor di
accolgono un canale prolungato sino alla un cannone e pi. Non dubito affermar
sommit, dal quale artifizio ne viene, che contro Cluverio, con, alcuni eruditi, aver
le voci sommessamente pronunziale chiare chiuso in questo luogo Verre i cittadini ro
si rendono ; per la qual cosa dicono aver mani, ed essere stato questo il carcere di
la ordinato Dionisio acci apprendesse i Dionisio mentovalo da M. Tullio (1).
trattativi dei prigionieri, per mezzo di cu Birillo. Lat. Dirillus (V. IV.) Fiume, da
stodi in appositi fori al di sopra origliando. gli antichi Acale , di cui in sufficienza di
Ma Rircher in Musurg. lib. 9 cap. I, sopra parlammo. Nasce per due capi ai
cavala, dice, la grotta in vivo sasso, che colli di Vizzi ni e di Licodia. Scaturisce in
per condotto a chiocciola terminando in prima dal fonte del Paradiso nel territo
angusto canale, insinuatasi nel gabinetto rio Mogio a 2 miglia verso Oriento dalla
sovrapposto del custode della spelonca; imminente Vizzini, accoglie le acque del
ne veniva perci, che ogni minimo stre l'altro fonte di Favarotta, e scorrendo
pilo o mormorio, entrando nella chioccio si congiunge coli' altro capo, unendosi an
la, ne venisse ai custodi nel gabinetto, do che dove guarda Aquilone a quel di Viz
ve qualunque dello anche sommessamente zini, a 2 ni. sotto Licodia, e formato da tre
pronunzialo, come se a presenti trasferiva- fonti non molto di l distanti; dei quali
si. Questo gabinetto sin' oggi certamente ri il primo un tiro di pietra lontano s'appella
mane, ma non pu discernersi donde in Corvo, il secondo che erompe poco sotto
quelle ne sia la discesa. Forse allargatasi la
bocca della spelonca per corso di tempi da
austro , si fatta qualche mutazione nel (1 ) Gli anelli di pietra viva che in questa latomia
si osservano non potevano servire a legarvi ani
luogo. Lo stesso canale, di cui sopra dicem mali da soma per la toro altezza, ma piuttosto,
mo, da muro occupato, o intersecalo in tal come osserva ottimamente il Cav. Landolina, a so
modo che al gabinetto corrisponda , spendervi capovolti pei piedi gl'infelici prigionieri.
del tutto aperto- Indi prosegue il Kirhcr: Nell'interno, dove viene a terminare il canaletto
che chiude la volta della spelonca, vedesi un'aper
turalo il canale col muro, le voci mor
tura recentemente scoperta, e neh" ingresso di que
morale degenerano in bellissima e ma- sto meato si rinvenne un ben conservato schele
ravigliosa eco. ..un suono di esclamazione tro umano ed un luogo chiodo.
372
bro della Contea di Modica
DI c se ne fa men- DI

prende il nome dalla vicina chicsiuola di zione in un diploma di Martino con cui ne
S. Angelo; il terzo finalmente sotto la for stabilisce Conte Bernardo di Caprera. Nello
tezza della citt si dice Messer saracenica- stesso poggelto esiste oggi una chiesa cam
mentc; i quali fonti insieme congiunti muo pestre con case e granai per uso dei con
vono in prima delle moli di frumento. Vizzni tadini. Fazello disse Signore di Buccheri,
sita perci tra due ruscelli, ossia capi del Palazzolo ed Oldorigo cio Odegrillo sic
Dirillo, che poco dopo al di sotto unen come io congetturo, Alaimo di Lcnlini sotto
dosi al molino del Barone formano il fiume Pietro d'Aragona, e i figli suoi. Regnando
detto di Vizzini; caduto questo tra valli a Federico II, il palermitano Orlando de Mi
6 miglia circa, nel luogo che dicesi Raju- lla fe' giuramento al Re per Odegrillo, come
leto, al tragitto del Paratore, accoglie il fiu- leggesi
Dittaino.
in un Lat.
registro
Chrysas
del medesimo-
(V. N-) Fiume,
miccllo di Monlerosso non lungi dal mede
simo villaggio, che scaturisce dalle tre fonti dagli antichi Crisa, dai Saraceni Ayn Di-
di Corulctlo, Praebio e Cavandono. Indi ctayn, e nel diploma di Urbano II in cui
lasciando a sinistra Monlerosso, continuante descrive i confini della diocesi di Siracusa,
il corso per 4 miglia, si unisce al fiume di Huethechaym. Si ha molte fonti: sotto As-
Mazzarone, che ha la sorgente ad un ni- saro, dove il sopraccennato tempio di Crisa
e mezzo da Chiaramente verso settentrione, Dio dell'antica superstizione; sotto Leon-
e ne prende il nome. Scorrendo per 4 m. forte nuova citt; sotto i monti Tavi ed Ar-
bagna dalla sinistra eziandio la terra di Di tcsino; congiungonsene poi le acque, adatte
scari, sotto cui tragittasi per un ponte. La a porre in movimento moli da frumento, in
sciasi indietro Odcgrillo o Dirillo, ruinato amenissima spaziosa valle, chiusa da austro
villaggio di nome saracenico, di cui usurpa dal monte di Castrogiovanni, presso le di
la voce, dove per varii anfratti feconda al cui radici sgorga anche verso aquilone un fin-
cuni fondi a seminato, dette isole del Bi micelio ed accresce il Dittamo. Questo dun
rillo; e d'ivi non lungi tra Camarina e Ter que da quelli tulli formandosi, dirige il corso
ranova entra nel mare sicolo-affricano. Ci verso oriente, e da ogni parte bagnando i
hanno dalla terra di Biscari alla foce ben 8 campi, accoglie il fiume di Aggira che scorre
miglia. In entrambe le ripe del Dirillo nell' inverno, e lasciatasi a sinistra la nuova
formavansi a maraviglia delle selve di terricci uola di Catena oltrepassa le radici dei
sugheri densissime un tempo, e perci colli di Judica, Scalpello e Torcisi, feconda
apprestanti sicurissimi nascondigli alle fiere gli amplissimi fondi di Camopielro, e final
ed ai ladroni, come scrive il Fazello; ma mente nella piana di Catania sbocca dalla
oggi queste terre, per la coltivazione meno destra riva nel Simcto, nel luogo detto vol
spesse ed ombrose , non presentano pi garmente Passo del Cavaliere. Alle sue
delle selve inaccessibili. Alla destra non ripe si accamp coi suoi il cartaginese Ma
lungi dal lito ci ha lo stagno Conanico e gone. Avevasi un ponte al tempo dei Nor
Calarasuno, e l'antica salina vuota di acque, manni detto del Ferro, e dai Saraceni Can-
di lutto il che diciamo a suo luogo. tarisech. Neil' inverno riesce formidabile,
ninno. Lat. Odegrillum (V. N.) Casale ed avanzando le ripe allaga i campi d' in
alla estremila del fiume del medesimo nome, torno con non lieve danno dei coloni.
sito un tempo in un poggelto, non lungi Divieto. Lat. Divelum- Sic. Divetu (V. D.)
dalla terra di Biscari, che argomentano al Torre d'ispezione tra il promontorio di Rai-
cuni dai suoi avanzi accresciuta. Era mem scolmo e Milazzo, verso Nord, presso la quale
sotto i colli del Peloro stanno delle solda-
373
DI DO

fesche pur l'esazione dei balzelli, e per im non in. Lat. Crecum (V. N.) Grolla
pedire le frodi ed oggi dicesi anche luogo alla ripa del fiume Pantagia, oggi di Por
Diveto. Tolomeo fa memoria dell'antica caro , sacra al cullo della Vergine , dove
terra Dimelo, di cui dice Arezio essere avan per tradizione alquanto tempo si occulta
zo la torre di Diveto. Cluverio per scrive rono S. Neofito da Lentini e S. Agatone
essere un errore nel Geografo, dovendosi Vescovo di Lipari coi loro compagni, per
scriver Simeto in vece di Dimelo. Affer ischivare le persecuzioni dei gentili, come
masi da Hoffmann la torre di Diveto es negli alti loro presso Gaetani si legge.
sere slata dagli antichi appellata Nauloco, favola che ivi coi suoi fratelli nascosto anche
giacche slima egli, che nel luogo medesimo si sia S. Alfio. Da quella ebbe nomo la casa
dov' la torre, fu un giorno Nauloco, ma degli eremiti S- Maria di Donia.
costa che presso Diveto non alcun co Donna (V. M.) Gorgo a capo del fiume
modo asilo per le navi, mentre IN'auloco dell'Arena, ossia di Delia, sotto Salemi.
vale ricovero di navi. Devesi perci collo Donna alta (V. M. e D ) Sorgente dcl-
care in altro luogo e stimo alla foce del l'Imera meridionale, alle radici occidenta
Malpurito. li del monte Nebrode, mentovala da Fa-
zello-
DO Donna lineata. Lat. Aynlucala (V- N.)
Sorgente, giacch Ayn in saraccnico linguag-
Domenica (S.) Lat. S. Dominica. Sic. inducala,
gioquestaimporta.
e da Arezio
Diccsi
Annalucala:
comunemente A met
Don-
S. Duminica (V. D.) Borgo della terra Faro
non lungi dal lido, con unaparrocchia dello quasi di cammino, ei dice, tra Erminio, fiu
stesso nome. Vedi Faro. me di Ragusa, e Modicano, evti la piccola
Domenica (S.) Lat. S. Dominica. Sic.
foce della sorgente di Annalucala, la quale
S. Duminica (V. D.) Borgo nel territorio poco distante dal lilo, nessun conosce se
di Randazzo con chiesa sacra alla stessa preso abbia il nome dalla pietra agata;
santa, suffraganca alla parrocchia di Roc- rimpetlo si osservano zampilli di acqua
cclla (I). dolce tra le onde salse. Dice poi Fazello;
(1) S. Domenica. silo questo casale a sei dalla foce, del fiume Modicano, dista un m.
miglia da Roccella V. D. e ne dipende in tutte lo presso il lido insigne sorgente, che frequen
giurisdizioni si chiesiastiche che municipali e giu te vien
del mare,
fuori
tultoggi
in copia
appellala
tra le Aynlucala
acque slesse
in
diziarie. Era di pertinenza dei Spadafora sin dal
secolo un, poich la concessione va ugualmente saracenica voce. Sembra confonder Fa
cogli altri feudi di Roccella ricevuti in cambio del
castello di Troina. Per circostanze feudali fu signo zello il fonte non lungi dal lito, coli' affi udi
reggiata da varii baroni, finch pervenne in nltimo tissimo gorgo di acqua che in mezzo ai flutti
al Principe di Villafranca che vi esercit con privi
legi! e costumanze speciali separata padronanza. La
Chiesa sotto il nome di S. Domenica A stata sempre sacramenti. Col novello sistema non potendo reg
dipendente come filiale dalla parrocchiale di Roc gersi a comune questo villaggio, fu dichiarato per
cella, e senza menomare la giurisdizione di que sovrano rescritto contrada di Roccella cui venne
sta , per domanda di D.* Vittoria De Giovanni riunito. Oggi vi ha una popolazione di 1000 abi
Alliata vedova principessa di Villafranca Signora tanti, ma senza la menoma cultura intellettuale.
del casale, venne elevata a parrocchiale dal dio Vi dimora un corpo di guardia urbana scelto trai
cesano arcivescovo di Messina nel 1706, ed a buon primari! individui. Il territorio tutto addetto
dritto, poich sei miglia di strada coverta quasi alla semina della segala, del frumento e ad erbaggi
sempre di ghiacci nell" inverno eran causa di mille poich i rigori del clima per la veemenza del vento
sconvenevolezze e disagi nell' amministrazione dei settentrionale non y consentono altra coltura.
374
DO DR

erompe; poich due sono, come Arezio dimo duce del fiumicello di S- Biagio, forse perch
stra, e con molla chiarezza vengono avver piccolo allora e senza nome; e colla voce
tili o dal lido o dalla vicina magnifica torre di Ipsa intende il fiume di Naro, che poco
del medesimo nome, che sorge quasi in lungi certamente scorre oltre i confini del
un poggello , e si appartiene al Collegio l'antica Agrigento, e ne bagna le contrade
della Compagnia di Ges, di Scicli. Coloro occidentali, opposto ad Occidente ed a Li
poi che stabiliscono a Scicli l'antica citt beccio; certamente la destra ripa dell' Ipsa
di Casmena affermano essere slato sacro guarda verso Occidente e Libeccio, ma
a Cerere il fonte di Aynlucala, ed intorno viene circondata dalle mura di Girgenli
aver celebrato un tempo la gente coli' an che tendono verso Oriente. N in alcun
tica superstizione le Cereali alla Dea. altro sembra potere spiegarsi Polibio , se
Dono dell' Aitino. Lat. Tagara Leo- non voglia dirsi da alcuno esservi incorso
nis. Sic. Schina di l' Asinu (V. D.) Declivio errore per gli amanuensi , scrivendo per
sotto il vertice supremo dell' Etna verso orien Occidente, Oriente. Laonde il Drago o l'A-
te, e cosi detto perch presenta la figura graganle bagna il lato occidentale ed in
d' un dorso. Bravi un tempo una ingente sieme quel di Libeccio di Girgenli, e con
fossa o cratere , che accoglieva le acque giunto non lungi dal lito col S. Biagio, sca
delle liquefatte nevi, coperto poi da un tor ricasi nel mare presso il caricalojo di fru
rente di lava nel principio del secolo scorso. mento, oggi intorno il porto recentemente
fondato: nasce intanto sotto la terra di Raffa-
DR dali distante 5 miglia dalla citt, accoglie le
acque del territorio Majaruco, ed altri ru
Oratone (rotta di). Lat. Draphonis scelli dai vicini colli sgorganti, e cos ac
Crypla (V. N.) mentovata negli alti di S. cresciuto tragittasi sotto la cill per un pon
Agrippina, presso Mineo e ricelto di de- te. Ne fu tanta la celebrit appo gli antichi,
monii , donde fuggirono alla venula del che ne abbiamo delle monete con capo ben
corpo di quella S. Vergine e Martire. dato, un avvoltojo sur una colonna, un can
Drago. Lat. Dragus (V. M.) Fiume, al cro ed il mollo ArpArAS.
trimenti Agraganle, che scorre coli' altro Dromo. Lat. Dromus. Sic. Dromu (V.D.)
di S. Biagio sotto Girgenli. Arezio sul sito Via regia adorna di case suburbnne di messi
della Sicilia; due sono i fiumi, dice, con- nesi , e di municipii verso Austro rivolti ,
giunli alla medesima uscita, dai quali dei quali sono i nomi, S. Clemente, Gazzi,
V antica Agrigento era ricinta, Drago l'uno, Conlesse, Tremestieri, e Pislunera, dei quali
F altro di S. Biagio, che dove confluiscono in particolare nei luoghi proprii si fa men
formasi il solo Agraganle. Falsamente con zione, e che si hanno chiese parrocchiali
altri afferma Cluverio essere l' Ipsa il Dra con campanili.
go, appoggiandosi alle parole di Polibio,
che dice; cinta inoltre di fiumi, Girgenli ;
al lato australe cio scorre ampio rivo DU
che si ha eziandio il medesimo nome della
citt; bagna la parte opposta ad Occidente Due fratelli. Lat. Duo fralres. Sic. Dui
ed a Libeccio, quel che dicesi Ipsa. Ma frati (V. W.) Scogli al lito orientale di Si
il testo di Polibio non ben compreso fu ca racusa poco tra loro discosti, a 40 passi dalla
gione di errore a Cluverio; imperocch quel spiaggia, alti ed inaccessibili, rimpetlo Grolla
l'antico scrittore, nessuna menzione inlro- Santa, non lungi dalla cala di S- Bonaga.
375
EC EC

Beabe (Cenotaflo di). Lat. llecabes. tuttavia d'incerta fondazione, espugnata da


Ccnolaphium (V. N.) al promontorio di Xenodoto Duca degli Agrigentini verso la
Ulisse appresso Pachino, che volgarmente cxvu Olimpiade, venne da lui donata di
dicesi capo di Marza, Odisseo dai Greci, libert e del popolar regime , come atte
dove rimangono, secondo Fazello, dei monu sta nel lib. 20 Diodoro. Fiori poi nel se
menti di minata grande citt un tempo fa colo ceexi avanti Cristo, essendo Siracusa
mosa per un m. di circuito, e diconsi da sotto Agatocle, parte del di cui esercito oc
Cluverio Cenola/ii di Ecabc, ed avanzi del cup Echella; sono queste le parole dello
tempio di Ecatc. Tzetze antico interprete di Storico: gli Agrigentini, Enna liberata, sen
Licofrone su quel del medesimo poeta nel- vennero ad Erbesso fortificala da una
l' Alessandra , il Pachino scoglio a mo' guarnigione di Siracusani, ed attaccato
d'isola si avr un venerando cenolafio , acremente il conflitto, venendo anche i cit
scrive: Lo scoglio a mo' d'isola il tadini in ajulo, si giunse ad espugnarlo.
promontorio della Sicilia che appellano Da questi mentre gli Agrigentini lengonsi
Pachino, dove Ulisse fabbric un cenola- inceppali , una parte di uomini lasciata
fo ad Ecabe atterrilo da essa nelle tene da Agatocle in Siracusa, presa Echella,
bre notturne, perch essendo slata dai saccheggiano il Leonlino ed il Camari-
Greci lapidata, egli lanci contro lei la nese. E tale rovina , gravemente trava
prima pietra- il cenotafio un sepolcro gliava le citt, che devastala la regione
vuoto, cio tumulo ononario. Ne fa men eransi tulle le biade corrotte. Laonde in
zione Tzetze medesimo. questi luoghi venendo Xenodolo, annienta
Beate (Tempio di). Lat. Hecales Tem- la guerra daiLeontini e da quei di Camari
plum (V.K.) costituito anche da Ulisse. Ec na; ed espugnata Echella citt fortemente
co le parole di colui: Ulisse, perch aveva, munita , vi rese la popolare ammini
il primo lanciato pietre contro Ecabe, pe- strazione di repubblica; terrore ai Sira
ragrando la Sicilia, venia nel sonno spa cusani rec. Narra Polibio nel lib. 1 sulle
ventato, ragion per cui costru il tempio di cose agite sotto Gerone II, avere i Romani
Ecate , ch essa era stala la causa degli spet assediato Siracusa e poi Echella posta nel
tri. Intorno a questi illustri monumenti del confine dei Siracusani e dei Cartaginesi.
l'antichit, pu rilevarsi esser sorla unacilt, Certamente avevano aderito di gi ai Car
massimamente che il promontorio offre si taginesi quei di Camerina e i Lcontini ,
curo ricovero, creduto da Cluverio il porlo e varie altre citt sotto Agatocle prede
di Edissa, mentovato da Cicerone, appellato cessore di Gerone, perlochc rettamente di
un tempo di Odissea dal medesimo vicino cesi Echella sita nel di costoro confine.
promontorio. Conchiudc laonde Cluverio: da questa de
Ecatompedon. Lat. Hecalompedon- Sic scrizione di Polibio adunque, e dalla
Centupedi (V. N.) Ampia contrada dentro le sopra
la fu sita
recata
nel mezzo
storia tra
di Leonzio
Diodoro e, Cama
Echet-
mura di Siracusa ampia 100 piedi, nella
quale entrato coi suoi Dione per le porte rina, rivolta da Siracusa verso Occidente.
della citt venendo da Leonzio, si oppose ai Parlando Fazello di Occhial, ed affermando
Dionisiani , testimone Plutarco nel Dione. rimanere ancora intorno ad essa maravi-
Ecbetia (V. N.) Antica citt, mentovata gliose vestigia di antichit, da questo in
da Diodoro, Polibio, Stefano, i di cui cit dotto il medesimo Cluverio, non dubita col
tadini diconsi Echellati, ed in latina forma locare Echella ad Occhial ; imperocch
Echellenses. sita tra Leonzio e Camarina, nel volgar nome di quella riconosce un tal
376

EG

qual segnale dell'antica voce Echella. Di fecero. Esposi poco avanti con Cluverio, il
r altrove di Occhial. castello di Falaride nell'Ecnomo essere sta
Ecnomo. Lat. Ecnomus (V. N.) Colle to appellato Dedlo, il mostrai sovrappo
nei campi di Gela, secondo Massa; pi ret sto al colle che dicono oggi Castellacelo,
tamente secondo Oliverio oltre rimer me opper affermo qui conscguentemente l' Ec
ridionale, come a dire a suo luogo. nomo il colle Caslellaecio. Muovomi dal
Ecnomo. Lat. Ecnomus. (V. M.) Colle testo di Plutarco, che descrivendo il viag
dov' il castello di Falaride; credesi falsa gio di Dione, nota esserglisi ribellati in
mente dal Fazcllo il poggio Muciacco, e venire in Siracusa 200 agrigentini cavalieri,
vi sono ingenti pietre quadrate, e scorgonsi che abitavano intorno V Ecnomo, il quale
monumenti di antica struttura; ma costa laonde fu confinante col territorio Agrigen
essere stati questi ruderi della citt Fin- tino, la qual vicinanza di territorio certa
tinde , fabbricata da Finlia tiranno degli mente si compete pi al Castellacelo che
Agrigentini,
zello dice Y distrutta
Ecnomo Gela.
un baluardo,
Il medesimo
alla de
Fa- al Muciaeco.

stra ripa delfiniera meridionale o del fiu ED


me Salso in un poggio dello stesso nome
per dove Gela guardava occidente, impe Edera. Lat. Areddola. Sic. Areddlra
rocch disse questa l dove oggi siede Li (V. D.) Colle sopra Alimena verso austro in
cata. Sembra esser Cluverio del medesimo cui sono, come avvertii, antiche e non pic
sentimento, affermando esser quello il colle cole vestigia di acquidolto principalmente
Ecnomo, che oggi volgarmente diecsi mon- a mattoni ; grotte inoltre molto intrigate,
*o di Licata, e da occidente come un pro nelle quali comunemente si occultano gli
montorio nel mar si protende. Sono poi le assassini di strada.
parole di Diodoro che indicano il sito del Edta (V. Ti.) Porlo al Pachino. Cice
l' Ecnomo: Agalocle, udito avere i Carta rone contro Ver. lib. 5. Avanzatasi la flot
ginesi occupalo nel territorio dei Gelesi ta, Romana, finalmente approd al Pachino
il monte che dicesi Ecnomo, a tutta forza nel quinto giorno, era salpata dal porto
contro loro stabiliva contrastare... teme di Siracusa. Ecco poi, prosegue l' Oratore,
va poi massimamente della citt dei Gi repentemente si annunzia navigli di pi
tesi per avere inleso esser nel loro ter rati esser nel porlo di Edissa, che questo
ritorio tutte le truppe nemiche... Lasciala il nome di quel luogo; la nostra flotta
dunque nella citt mollo valida guarni era nel porlo Pachino. Questo situato
gione, pose il campo rimpello i nemici. nella spiaggia orientale -del Pachino verso
Tenevano i Cartaginesi il colle Ecnomo, il Pcloro, detto ora dai naviganti Longo
dove dicono essere stalo il castello di bardo secondo Fazcllo, Marzamemi da Clu
Falaride, in cui si narra avere tenuto il verio. Quello poi detto Edissa era rivolto
tiranno il loro di bronzo, di tal concerto, verso il Lilibeo e stende vasi nell'australe
in supplizio, che sottoposto il fuoco tutta spiaggia; oggi dicesi Marza, e da un castel
la macchina si arrovenlisse; e dall' empia diroccato Castellacelo; ma Tolomeo io
crudelt verso i miseri tocc al colle il questa spiaggia del Pachino riconosce il
nome di Ecnomo , cio di scellerato, di promontorio Odisseo per cui sospett Clu
nefando; e poco dopo: nel mezzo de verio essere stato presso Tullio corrotto il
gli alloggiamenti era un fiume, che come nome di Edissa. E presentate le parole
una difesa contro il nemico entrambi si del Fazcllo : presso questo stesso promon
377
ED EG

torio tomo dei monumenti di insigne mi Lulazo Console, ai Cartaginesi diretti da An


nata citt pel circuito di un miglio e mez none . poich pcrdeltcro 120 navigli, dei
zo, e vestigia di una rocca bullula dal mare quali 50 andarono a fondo, e 10 con 10000
e di case di antica architettura in luo prigionieri caddero in potere del vincitore;
ghi sotterranei, per cui argomentasi esservi e fu allora imposto fine alla prima guerra
stata un giorno celebre citt di cui non punica Afferma finaluienle Pompeo Sabino
oso assegnare il nome che anticamente si aver di queste dello Virgilio.
aveva... oggi per a causa di abbattuta Aro l'Italo appella i sassi avvolti
fortezza dicesi Castellacelo; indi soggiun In mezzo ai flutti...
ge;
luogo
il porlo
io che
per
dicorrottamente
Edissa,
giudico mentre
di esser
in dai
Tullio
quello
Greci
slesso
dello
era Ma altre affatto credonsi le Are o i sassi,
dove si sancirono i palli di entrambe le
genti; e come sassi o scogli posson dirsi
chiamato il porlo Odisseo. E certamente le Egadi essendo ampie isole come sar
gli antichi favoleggiarono che Ulisse nei a mostrare; altre al fermo tra la Sicilia c
lunghi suoi viaggi approdalo sia in que la Sardegna diconsi Are in mezzo ai flutti,
sto luogo. Cluverio seguendo Sabino incorse anche in
EG errore. Nei luoghi proprii far parola di
ognuna.
Egadi. Lat. Egades (V. M.) Le isole For- gesta. Vedi Segesta.
banzia, Egusa, e Jera, oggi delle Levanso, Egusa. Vedi Favognana.
Marittimo e Favognana, adjaccnli alla Si
cilia, rimpcllo Trapani ed il Lilibeo. Stima EL
Cluvcrio essere Jera Marelimo Favognana
Egusa Forbanzia, Levanso, aggiunge anzi di ei
quest'antica
celio. Lat. cill
Elcelhium
Cluverio
(V.nel
M.)lib.
Parla
2:
farsi menzione da Plinio lib. 3 cap. 8, del
l' isola Bucinna , e la Jeroncson , e crede da Tolomeo nei meridionali mediterranei
la prima la Forbanzia di Tolomeo, 1' altra luoghi verso il promontorio Lilibeo si col
come appare dal nome Jera. Duasquio e loca la cill di Elcelio, da cui secondo
Cellario sostengono dover dirsi Egali o dalle Plinio in alcuni esemplari antichi, fu
capri salvaliche o dalle rupi e gli aspri sco rono i terrazzani detti Elcetiesi, mentre
gli di che gran copia appo Jera e For gli esemplari comuni Ecesticsi li appel
banzia, talch non possono approdarvi che lano. Evvi oggi una cill Ira Mazzara ed
naviganti periti dei luoghi. Del resto Livio, il fiume Belice, della volgarmente Castel-
Floro, Mela, Silio e Stefano diconle Ega- velrano; ignoro se sia l'antica Elcelio,
les non aspirata l' ultima sillaba, come av imperocch nel suo slesso nome manife
verte il medesimo Duasquio, che nondimeno sta l'antichit- A Henna no alcuni con Are-
non condanna la voce JEgades usala da Eu- zio che Castclvctrano sia slata edificala sul
stazio. Al contrario Cluverio riprova coli' au le rovine di Eniella, ma vedremo che En-
torit di Nonio e di Fraculfo entrambe le tella era altrove situata.
voci Egates ed Egalhes come erronee. Po Silano. Lat. Elianum (V. H.) Casale nel
libio dicelc Eguse, il qual vocabolo sebbene territorio di Piazza verso Levante, ed anche
ad una sola isola sia proprio, tuttavia anche detto Aliano, mentovato nelle (avole del seco
alle altre si applica. lo xv da Cbiarand. Attualmente in rovine.
Celebri sono le Egadi pel massacro ca Elicona. Lat. Elicon (V. D ) Vedi Oli-
gionala dulia flotta romana Prefetto Catulo veri (fiume di).
378
EL EL

Bllma. Lat. Elyma (V. M) Antichissima Legato al Re di Polonia. Fabbrichila il primo,


citt fabbricala giusta Fazello dal Trojano Niccolo Giuseppe Marchese di Montaperto
Elimo, il quale, minata la patria, prima nel 1620, cui succedelte il figlio France
di Enea venne con Aceste in Sicilia- Lo sles sco , donde Niccolo Giuseppe n primo
so autore ne assegna il sito sul monte che Principe di RalTadali ; dei di costui nipoti
sovrasta l'Egeslano seno, e disia dal lido Bernardo ed Antonio, oggi quegli anche
2 miglia. Erto quel monte, elevalo, sco Barone di 5- Elisabetta siede nel Parla
sceso, sicurissimo per l'unica salila verso mento il xxiv posto e gode del potere
levante, abbisognevolc di poca guarnigione, delle armi; dell'altro di gi dicemmo. Una
sulla cui vetta stendesi una pianura di un parrocchia sotto il Vicario del Vescovo che
m. circa, dove osservansi gli avanzi di di ha la cura di amministrare i sacramenti, de
roccata citt, smisurati massi, mattoni, vasi dicala a S. Carlo Vescovo tiene soggetta
cisterne, e verso ponente i monumenti di altra Chiesa minore. Notasi dal Pirri il nu
distrutta fortezza, e gli avanzi eziandio di mero di 113 case e di 679 abitanti, ma dai
un sobborgo, indizii tulli di popolala c he n regii libri 179 case, 759 abitanti; e nel 1713
costituita terra, che il volgo oggi appella 101 case 310 abitanti, che ultimamen
Alimila o Palimita. Cluvcrio tuttavia sulla te 915 (1).
stessa collina ripone Partinico quale an Elorina via (V IV.) Slcndevasi da Si
tica citt, ed nlTc-rina non esservi stalo ve racusa insino ad Eloro, occupata, secondo
stigio alcuno di Elima, quindi ei vuole es Tucidide, dagli Ateniesi dopo disciollo l'as
sere in Dionisio incorso un errore facendo sedio a Siracusa. E poi antichissima da
menzione di Elima invece di Erice. Al questo solo argomento la citt di Eloro,
tronde Tucidide fa menzione nel Iib. 5 c non ultima a dirsi delle Greche.
dei popoli Elimi, n annovera Elima tra Eloro. Lat. Elorut (V. N.) Fiume, og
le cilt di Trojana origine. Ma sono i Si gid Abiso e Tellaro, la di cui origine, fonti,
ciliani diversamente persuasi e dicono che progresso di gi descrissi. Dicesi Oloro da
Elima si fu un giorno famosa citt, corno alcuni secondo Fazello, imperocch verso
nella Decade 1, del lib. 7 cap. S del me la sua foce bianchissimi uccelli, che diconsi
desimo Fazello, e nelle mie note alla sua (blores) cigni, a torme si posano. Degli an
opera. Del resto Maurolico stabilisce Elima tichi vien mentovalo da Stefano, Ovidio,
presso Erice; Valguarnera per tra Scge- Plinio e Virgilio , il quale canta nel lib.
sta ed Erice; Golzio poi va con Fazello. 3 dell' Eneid.
Erroneamente scrive il Ferrano rimanere imperocch
Supero il ad
pingue
un m.
suoldalla
del tardo
foce Eloro.
per piano
ancora una terricciuola dello stesso nome.
Sappiamo da Dionisio aver sollevato Enea
ed arenoso letto si placidamente incede,
in Elima un ara a Venere.
Elisabetta (S.) Lai S. Elisabelha Sic.
(1) Il aolto-comune d S. Elisabetta incorpo
S. Lisabelta (V. M.) Piccola terra nel ter rato a quel di Aragona , perlocch si comprende
ritorio di Cometa in diocesi e comarca di in provincia distretto e diocesi di Girgenli da cui
Girgenli, appartenentesi ai Monlaperlo Prin dista 8 m. e mezzo, circondario di Grotte donde
cipi di RalTadali; occupa il declivio -di un 6 m., e 68 da Palermo. I prodotti del suo picco
colle rivolto ad austro non lungi da Aragona. lissimo territorio sono il grano, 1' orzo , i legumi
ed il vino, coi quali generi mantiene un traffico
Venne oggi avanzata nel titolo di Ducato, confacentc alla sua grandezza. L' aria sana. Vi
di che dal 1748 onorato Antonio Monla si contavano 1700 anime nel 1798, poi 9t2 nel
perlo, della Corte del nostro Re, e di lui 1831, e 1201 nello scorcio del 1852.
379
EL fiumi: V Eloro d Siracusa
EL dal quale la

che a guisa di stagno, sembra appena che


muovasi; nell'inverno poi dai fluiti del ma dal
citt.fiume
E Stefano:
Eloro,Eloro
che citt
al diPachino.
Sicilia della
Del
re e dalla violenza dei venti chiuse le foci,
frequentemente riboccando, similmente che suo sito parla Fazello dee 1, lib. 4, cap. 2.
il Nilo, da ogni parte allaga i campi e vi Appresso la foce del fiume Assinaro sino
stagna; donde quelli sommamente s'impin ad Eloro castello diroccalo, tutta la spiag
guano e divengono feracissimi in frumento, gia littorale fermamente oggi detta Laufi
in lino, canape, biade, legumi ed alberi do fragorosa ... Dove finiscono le strepitose
mestici. Clamoroso l'appella Silio, non per spelonche di Laufi, un luogo appena un
ch nel lito vicino producono le procelle del m. dal mar distante , volgarmente detto
mare il fragore, perciocch questo epiteto al dal signor del luogo di Muro Vcco Rocaro,
fiume, dice Cluverio molto inetto starebbe, dov' una grande ma gi minata citt, che
ma perch nell'interno, per sassoso ed alpe dai teatri che vi sussistevano sino a' tempi
stre Ietto precipita con sommo strepito. da poco trascorsi e dei quali ancora
abbondante in pesca, onde il Siracusano si osservano le fondamenta, appellano Co
Ifinfodoro riferisce nelle navigazioni, te litico e S. Filippo; vedesi ricinla in qual
stimonio Ateneo lib. 8 , esser dei lupi nel che modo da umile valla e di un m.
fiume Eloro, e grandi anguille talmente di circuito; e quantunque se ne ammiri
assicurale , da prendere il pane dalla no le mura minale fatte un tempo di
mano di chi l'offerisca. Stefano: Dicesi grandi pietre quadrale, e scorgami me
albergar
che prendono
dei dalla
pesci mano
talmente
il cibo,
assicurati
come morabili macerie di rocche e di edifizii,
sotto qual nome sia appo gli antichi fio
ci abbiamo da Apollodoro Cron. lib. 1. rila, (poich non fu posta in questo terri
celebre il fiume medesimo si per l'in torio dagli scrittori V antica Eloro , che
signe vittoria di Cromio genero di Gelo forse pose perci Tolomeo mediterranea, e
ne, che di quella da Ippocrale riportata; che Stefano Bizantino appella citt , e
perciocch quegli soccorrendo il suocero, che tosto segue alla Piscina del me
vinse sulle rive i Cartaginesi, come canta desimo nome , Castello da Plinio) , mi
Pindaro nelle Neme, l'altro vi super i incerto. Poi fa discorso della via, delle
Siracusani e preseli prigioni. Erroneamente pielraje, della piscina, e del fiume Eloro.
Pomponio Sabino disse cader l' Eloro nei Aggiunge a ci Cluverio il suo calcolo scri
campi Leontini. Non provasi da antico te- vendo: Da questa descrizione derivo in pri
slimonio essergli venuto il nome o da Eloro ma, quei ruderi un miglio circa dal mar
Re dell'Isola o dagli Elori popoli della distanti essere avanzi dell'antica citt di
Grecia, dei quali una colonia, mentre cer Eloro : poicli anche da Tolomeo la citt
casi una sede, non cautamente tragittando i di Eloro nell'interno non si pone cos lungi
pel fiume, ne peri sommersa. Gaetani nel- dal mare perch poi era talmente vicina al
l' Isagoge fa menzione dei pozzi alle ripe mare che notolla Scilace tra le citt marit-
del medesimo, e della Chiesa di S. Paolo, I lime, quantunque questo autore, non tanto
dove varie maraviglie si osservano , e di al sito ma all'origine Greca pose mente ..
volga, appoggiandosi alla voce popolare, es Apprendo poi dal lib. 32 cap. 2 di Pli
sere a questa spiaggia il S. Apostolo ap nio essere stato olire questa citt, anche
prodato nel suo viaggio da Malta a Roma. il castello Eloro con piscina. iV poi
Eloro. Lai. Elorus (V. N.) Citt cosi delta Plinio era quello per appellar castello
dal fiume; onde dice Yibio nel Calai, dei che prima di lui Scilace, Cicerone e Li
380
EL EL

vio, e dopo il mo tempo Tolomeo, Ste le piclrnje lunghesso il lido occorre il Castel
fano e Yibio disser citt : essere stala poi lo di Eloro minato interamente: di cui il
questa celebre e non solamente il castello, circuito di 300 passi, e gli avanzi qu e l se
ad evidenza apparisce s dagli avanzi di ne osservano oggi sotterra. Ivi sorge la torre
teatri, rocche, ed altri edifizii, e da sepol Sta in pace di cui a suo luogo dir. Verso
creti, come anche perch la via, come da mezzogiorno la peschiera in una viva rupe,
celeberrimo luogo sino a Siracusa sten oggid celebre pei suoi molli avanzi, giac
dendosi, dicevasi dagli abitanti Elorina. ch tuttora osscrvansi i gradini pei quali gli
Scilace indic l'origine nel Periplo dove abitanti di Eloro scendevano alle Scafe ;
facendo parola delle marittime citt Greco- vi hanno inoltre degli acquidolli in cui
Sicole, la citt di Siracusa, dice . dopo incanalavansi le acquo del vicino fiume
questa la citt di Eloro, ed il promontorio Eloro, ancora inlalli onde con somma fa-
Pachino. Assediando Marcello Siracusa, a cill vi si potrebbono introdurre le acque.
favor dei Peni erasi ribellala ; e scrive Erroneamente Fazello ricava dalle parole
Livio nel lib- 24: frattanto Marcello con di Plinio che tale piscina sia stata falla da
quasi
a raccogliersi
la terza le
parte
citt,dell'
cheesercito,
nel movimento
parlilo Cesare; ccconc le parole : tn molle ville di
Cesare si pascono con le proprie mani i pe
delle cose a favor dei Cartaginesi eransi sci , ma ci che gli antichi affermarono
ribellale, riprese Peloro, leggo Eloro, ed pegli stagni l'abbiamo noi osservato non
Erbcsso, da se medesime danlisi. Peloro lungi da Siracusa in Eloro castello di
eziandio l' appell H. Tullio nella Vcrr. 4 Sicilia: nelle quali parole non sembra ac
c Ira gli scrittori nessuno lascia sospetto cennare se non che nelle ville di Cesare vi
della citt di Peloro, ne mai se ne rinven erano dei mansuefatti pesci come nella pi
gono vestigia di sorta; a buon drillo adun scina di Eloro , imperocch in qual mai
que nota il Cluverio lib. 1, cap. 13 esser luogo rimolo dello siciliane spiagge trova-
corrotta quella voce appo Cicerone e Livio vasi la villa di Cesare colla piscina, dove
dal nome genuino della cill Eloro. mai non approd?
Parla il Fazcllo dal suo territorio: Questo
territorio Elorino sino al nostro tempo EN
giocondissimo per la prospettiva, e la terra
ed il mare molto piacenti e grati per Englo. Lat. Engium (V. D.) Antica citt
caccie, uccellagioni , pesche di fiume e da Plutarco Stefano ed allri detta Engyion,
marine; cui anche per la variet dei fiori, dai Latini Enguium, giusta Cluverio;
pel concento degli uccelli, per l'amenit mentovala da Diodoro , Cicerone , Plinio ,
del luogo, Ovidio lib. fast, i appella Tolomeo e Silio. Cluverio ne assegna il silo:
l'Eloria Tcmpc pianura sempre verdeggian alle prime radici del monte Marone, dove
te come se perpetua primavera vi sia. Ci questo si unisce colle vette Ere presso la
ha oggi il lago dello Gorgo di Laufo, non sorgente dell'Aleso. Poich Fazello falsamen
lungi dal mare, e discosto un m. e mezzo te scrive : Engio cill antichissima sorgea
dalle rovine del castello Elorino; ed indi non lungi dal fiume feria, la quale o marit
ad un tiro di palla dal mare sono le pietraje, tima o in quel luogo sila che prima Ongia,
donde vennero cavale le moli alla fabbri appellasi ora Lognina e dagli antichi porlo
cazione della medesima citt. di Ulisse; o in quello chelgniuni si appella,
Eloro (Castello e peschiera di). Lat. oggi caricalojo di frumento di Lentini, co
Elori Caslellum et Piscina (V. N.) Appresso me congetturano alcuni dall' autorit di
381

EN EN

Plutarco, o mediterranea distante d'Aggira Gi scrive Plutarco in Marcello : in Si


lOOsladii, giusta Diodoro nel lib. v, fu fab cilia la citt di Engio non molto ampia
bricata dai Cretesi. Err ancor Maurolico ma antichissima, e nobile della presenza
nello stabilire due citt dello stesso nome, delle Dive che dicono Madri; dicesenc il
una mediterranea e l'altra marittima, im vansi
tempioalcune
fabbricato
aste edaicelate
Cretesi,
di acciajo
e moslra-
con
perocch sorse una circa a un m. e mezzo
distante da Engio-nuovo ossia Ganci dove delle iscrizioni parte di Morione e parte
oggi il monastero di S. Maria della con di Ulisse, che alle Dive consacrale l' ave
gregazione cassinesc, cosi appellato dal vec vano. Quelle che qui Dire madri da Dio
chio Engio. Ma esaminer le parole di Plu doro e da Plutarco si appellano , Magna
tarco e di Diodoro , da cui pu giudicarsi Madre diecsi da Cicerone nella 3* Verr.
se vera sia la congettura del Fazello. Per Il tempio, della magna madre si appo
tanto Diodoro non gi nel 5 ma nel 4 lib. gli Enguini; dove quel medesimo P.
parlando dei Cretesi venuti in Sicilia col Scipione aveva posto loriche , celale
loro Re Minosse in segucla di Dedalo, uc di acciajo scolpile in islile corintio , e
ciso per inganno Minosse tra se ribellando grandi idrie di simil genere , e di per
si, afferma aver alcun fabbricato Eraclea Mi- fetto lavoro, scritto avendovi il nome
noanel littoralc di Girgenli. Alcuni, soggiun suo. E nella 5a Verr. dicela Madre Idea:
se, percorse i luoghimedilerranee, scelto un Te o Santissima madre Idea venerala ap
luogo munito, vi fabbricarono una citt, cui po gli Enguini in augustissimo e religio
imposero nome Engio dal fonte che vi sca sissimo tempio, cos lasci nuda quel
turiva. Ecco come apertamente dice es Verve, da rimanere or solo il nome del
sere stalo fondalo Engio nelle parli medi l' Africano, e vestigia di violata religione,
terranee. Prosegue indi: Sotto l'eccidio non pi essendo i monumenti di vittoria,
di Troja, gli Engiini, presero in comunanza e gli ornamenti del delubro. Dove allude
della citt, Morione venuto in Sicilia coi l'oratore alla vittoria di P. Scipione Afri
Cretesi, per esser della gente medesima. cano nella 2a guerra punica, debellati i
Irrompendo poi dalla citt munita, e sotto Cartaginesi; imperocch Scipione finita la
mettendo
ampio spazio
alcunesiterre
usurparono;
dei confinanti,
e poi molto
pi e guerra e presa Cartagine, proccur che
fosse a tutti i Siciliani reso checch ave
pi impinguatisi di ricchezze, sollevarono vano i Cartaginesi involato. Delle fortune
un tempio alle Madri, e con diligente ve poi di Engio dice Diodoro nel lib. 16.
nerazione di donativi queste Dive pre Timoleone assalila la citt di Engio tra-f
sentarono. E queste affermano da Creta vagliata dalla tirannide di Leptina , d
qui trasferite. Non disccmo in qual luogo, continue oppugnazioni la molestava , cf|
in questo testo, faccia menzione lo storico lutto forza vi si opponendo, acci cac*
di Aggira distante 100 stadii, e fa le ma datone il tiranno rendesse agli Engiini
raviglie Cluverio di quale latina lezione di la libert. Preso Leptina da terrore e ren
Diodoro abbiasi voluto servire il Fazello; dendosi, ricevuta fede di salvezza, fu man
se non forse le voci greche Ochyran polin, dalo nel Peloponneso; e perch gli Apol-
cio, se leggi in latino, citt munita, abbia lonicnsi soffrivano eziandio il di lui do
imperilo interprete tradotto per nome pro minio, raccolse insieme Apollonia; e s a
prio la citt di Ochira, come avverte il me questa che agli Engiini rese il suo dritto
desimo Cluverio; e che poi Fazello ridusse e le leggi sue. Ecco afferma Apollonia co
ad Aggira. me vicina ad Engio ; Apollonia poi alla
382
EN EN

spiaggia aquilonare dove si anche Engio. un luogo altissimo, e nel di cui vertice
Che pia che Tullio nella 3 Vcrr. congiunge una pianura, e perenni acque; tutta poi
la citt di Engio colle finitime Tindari , la citt si apre in aditi; e poco sopra
Ccfaledio, Alunzio, Apollonia, Capizzi ! Silio aveva dello : il qual luogo, che silo nel
finalmente canta Engio nel lib. 14 , con mezzo deliisola, dicesi Ombelico della
federata ai Romani nel tempo dell'assedio Sicilia. Livio eziandio nel lib. 4 : Enna
di Siracusa: situata in luogo elevalo e da ogni parte
Sono
Callipoli
E ancor
del Engio
eoo
resto
Roma
sassosa...
sotto
in pace
il monastero
strinse bene scosceso. Slrabone finalmente nel lib. 6:
neHo parte mediterranea, sorge Enna da
pochi abitata, e sita in un poggetlo cinto
dettino di S. Maria varii monumenti di an di ampie montagnose pianure, che pos-
tichit ; occorrono monete , lucerne , mat sonsi tutte arare. Dicela Stefano fabbricata
toni, ne lungi di l dei sepolcri. un fonte dai Siracusani : Enna citt di Sicilia, cos
nei confini medesimi del Monastero, donde legge il Fazcllo, fabbricata dai Siracusani
sgorga l' Imera meridionale , da cui volle condotti da Enno. Ma Cluverio nel suo
Diodoro denominato Engio. Di ci che poi si esemplare : Enna citt di Sicilia fabbri
appartiene al monastero di Ganci-vecchio, Siracusa;
cata dai Siracusani,
erroneo dice
70 anni
perci
dopo
l'esemplare
la slessa
ebbe origine nella met del secolo xiv presso
la Chiesa dell' Annunziala, che era parroc di Fazcllo. Diodoro tuttavia sembra stabi
chia di Ganci vecchio sotto i Saraceni ed era lirne la fondazione mollo tempo pia in l;
rimasta superstite alle ruinc della citt. I imperocch scrive nel lib. 5 parlando del
monaci per l' insalubrit dell' aria 1' abban ratio di Proserpina : Dicesi poi rapita nei
donarono nel 1653, e venendo in Castel- campi vicini ad Enna, il quale luogo pres
buono, ivi fabbricarono un nuovo convento so la citt adorno di viole e di altre
sotto gli auspicii della medesima Madonna specie di fiori, e degno di osservazione.
Annunziata , dove oggi abita l' Abaie , che Dovette al certo Cerere abitar colla figlia
siede un posto nel Parlamento cogli altri un luogo frequentato da gente, come dovuto
cassincsi. Dur Engio in quel luogo sino a primaria matrona e forse regina di tutta
al tempo di Federico li clic sin dalle fon l'isola, la di cui figliuola celebre per fama
damenta volle nel 1299 rovinala la citt, di bellezza fu chiesta in moglie da Orco
per essersi contro di lui ribellala con Fran Re dei Molossi, il che ricusando la madre, ve
cesco Conte di Geraci, per come narra il nuto in Sicilia con una flotta se la rap.
cronicisla Niccola Speciale; quantunque Su- Quantunque poi altri scrittori dicano rapita
rila e Marra dicano diroccala Engio da Proserpina nel monte Etna, come cercai di
Errico genitore di Francesco, per averne mostrare con varie congetture nella storia
congiurato gli abitanti conlro Federico ed di Catania, non voglio qui andar per le lun
il medesimo Enrico; indi i cittadini venendo ghe. ammirabile, scrive Cluverio, quante
nel colle vicino fabbricaronsi un nuovo paese, volte nei libri degli antichi confondati-
di cui diremo. V. Ganci. si questi due vocaboli Enna ed Etna;
Enna o Castroglovannl. Lai Enna. onde avviene che altri affermano esser quel
Sic. Castrugiuanni (V. IV.) al tempo dei Nor ratio accaduto nell'Etna altri ad Enna.
manni Caslrianni. Citt decorata del titolo Del resto disse Pomponio Mela nel lib. 2
d' Inespugnabile , perch occupa il dorso cap. 7, primaria fama aversi avuto Enna pel
d'un monte da ogni parie elevalo e sco tempio di Cerere, ed attcsta Cicerone nel
sceso. sita, dice Cic. nella 6 Yerr., in la 4 Yerr. esser sino ad Enna venuti le
EN EN 383

gali del popolo romano a placare l'anti dice Fazello, citt dei Greci, ed uccisone
chissima Cerere : imperocch tanta si era fraudolmlemcnle il Principe, se ne impa
I' autorit e l' antichit di quella religio dronisce. Nell'Olimpiade xciv- Dionisio ti
ne, egli dice, che col venendo non al tem ranno di Siracusa, testimonio Diodoro, ag
pio di Cerere ma a Cerere medesima di giunse Enna con altre al suo dominio, im
venir sembrasse. Fa menzione il medesimo perocch ponendo mente a sommetlere le
Tullio di statue di marmo e di bronzo di sicole citt piant il campo sodo Enna, e
Cerere, rapite da Yerre colla sua masnada persuase il citladino Acimncsto ad usur
empiamente dalle sue sedi, come dir in ap pare la tirannide della patria; ottenuto l'in
presso di questo tempio parlando; dubito tento, non ammise nella cill Dionisio; irato
se sia stalo in Enna costituito da Gelone questi slimola i cittadini a cacciare il ti
tiranno di Siracusa, come Fazello e Cluvc- ranno ed a rimettersi in libert; cnlr quivi
rio ricavano dal lib. 11 di Diodoro, imperoc egli per mezzo di suoi fedelissimi, e fatto
ch molto tempo prima si dovette in Enna prigioniero Acimncsto consegnollo ai citta
innalzare a Cerere un tempio per l' antica dini per portarlo a morte, e non reso alcun
rcb'gione verso lei. Altrove poi avvertii scri- danno alla cill, retrocesse. Non molto dopo
tere alcuni essere stato quel Re autore arrotato un esercito di Cartaginesi se ne
del tempio in Etna presso Catania. Prese impadron per tradimento; di quali imprese
poscia, ecco le parole di Diodoro, a fab si tace dal Fazello e dal Littara, i quali
bricare a Cerere un tempio nell'Etna; e mancavano di alcuni libri di Diodoro; Ir-
gi la Diva era collocala nel sacrario; mor vansi per nelle nostre aggiunte. Negli ul
to per essendo, si lasci imperfetta quel timi anni di Dionisio e del giovane suo figlio,
l'opera; ma ncanco in questo voglio con Enna fu occupata dai Campani che posse
tendere. Che poi quel tempio imperfetto di devano alcune terre della Sicilia; pel va
Gelone sia stato sacro a Bellona , come lore per del Corinzio Timoleonle, tratti a
nota Fazello e da lui Vincenzo Littara nella morte i tiranni si riacquist la libert cho
storia mss. di Enna, si oppone alle evi si perdette sotto Agatocle nuovamente. Com
dentissime parole di Diodoro addotte di gi. battendo costui nell'Africa contro i Carta
Ma trasandando qui checche a favole si ap ginesi, sforzandosi gli Agrigentini d'impadro
partiene, se vogliamo stabilire con Stefano nirsi del dominio della Sicilia, ed essendosi
l'anno ixx dopo la fondazione di Sira resi gli Ennei, ritornarono di nuovoin libert.
cusa all' origine o piuttosto al ristauro di Essendo poi console C. Marcello e guerreg
Enna coincide nel rv anno della xxviii Olim giando in Sicilia contro i Cartaginesi ed i Sira
piade, C65 anni avanti Cristo- Ma non me cusani, gli Ennei si unirono coi Romani i quali
moria di essa nelle storie prima dei tempi sotto il prefetto Lucio Pinario ne ebbero
di Gelone, il quale, come vedemmo, sol un valido sostegno- N lungo tempo dopo
lev dalle spoglie dei nemici un celeberrimo i Principi di Enna, giusta il testimonio di
tempio a Cerere. Poca fede a darsi alle Livio, convennero col Cartaginese Imilcone
lettere di Fallari, nelle quali molto prima si di consegnar la citt, ed avendone chiesto le
fa menzione di Enna, poich credonsi comu chiavi da Pinario, n potendosi calmare per
nemente dai critici per apocrife. Da questo le sue ragioni, rimise il Romano la risposta
cullo di Gelone verso la Ennense Cerere, al popolo radunato nel teatro, e combinato
non ingiustamente disseta citt l'accennato coi suoi segretamente al da fare, chiusi nel
Littara sotto i Siracusani allora. Alla morie di teatro i maggiorenti, sped contro loro gi
Gelone Ducezio Re dei Sicoli invase Enna, tumultuanti armate soldatesche , le quali
384
EN EN

avendo quel luogo di strage ripieno, incru adunanze ; e venendo i Normanni, quivi
delirono contro tutti gli altri cittadini. Cosi spessissime fiate , dopo avute varie batta
Enna soggiunge Livio nel lib 24, o per mali glie, come in luogo sicuro si raccoglieva
gnit o per necessaria impresa fu rite no. Costa poi essere siali da Enna coloro
nuta. Marcello non disapprov l' avvenu che tramarono insidie al valorosissimo Nor
to, ed accord ai soldati di Enna la preda, manno Serlone. Non di poco momento fu
giudicando che le sicolc guarnigioni at l'oppugnazione di essa fatta dai Normanni;
terrile si asterrebbero da tradimento. La a promuover la quale, nell'opposto monte,
notizia di quella strage, siccome di una donde forse scacciato avevano i Saraceni,
citt sita nel centro della Sicilia chiara che senza difese vi abitavano un borgo ,
per se slessa e per le sue insigni fortifi sollcvaron coloro un castello, e finalmente
cazioni, e perch sacra a causa della ra non conseguirono la citt, come si ha dalle
pila Proserpina, quasi nel giorno mede storie, se non per resa falla da Amulo pre
simo si sparse per tutta l'isola. fetto degli Ennesi. Fu allora quivi addotta
Fu ancor devastata pei danni della guer una colonia di Lombardi , e conservane
ra servile che vi scoppi a primo colpo, ancora il nome appellandosi Lombardia
autore il Siro Euno servo dell' Ennese An la quasi diruta regione tra l'antica rocca
tigone; n lungo tempo dopo romani amba ed il tempio di Cerere. Ristor poi la
sciatori vennero spediti nella Sicilia per pla rocca Federico II Imperatore, e 1 Re
care l' Ennese Cerere. La rese poi celebre di Sicilia. Ma il Legato del Pontefice, cui
Cajo Verre per la propria avarizia, e dice sotto Corrado Enna con altre citt si era
Tullio nelle Ycrr. che i cittadini scelsero addetta, la malmen ; perci Manfredi fi
alcuni personaggi a Legati ad annunziare gliuolo di Federico nuovamente come pri
le rovine della patria loro. Ci che soffri ma la rese. Eranc destinalo alla custodia
nella guerra tra il figlio di Pompeo il sotto i Francesi un regio Milite. Il Castel
Grande ed Augusto , clic nella Sicilia in lo, dicesi in un mss. oggi citalo nel tom. 1"
crudeliva, ed in qual modo abbia mostrato giovanni
par. 4* delle
un milite,
mentovale
e cinquanta
lettere, di
servienti.
Caslro-
ad Augusto la sua fedelt dandogli delle
vettovaglie, tacciono le antiche storie, ma Non poco accrescimento si ebbe la citt
le antiche monete che nel suo museo con sotto Federico II, imperocch egli fabbric
serva l'eruditissimo Gabriello Lancelotto un'altra fortezza per suo passatempo nella
Castello Principe di Torremuzza coli' epi state, dove la sua moglie Eleonora ordin
grafe mvn. enna. ci assicurano di essere si fabbricasse gran tempio; ed una volta
stata questa decorata da Augusto della pre vincitore del Principe di Taranto entr in
rogativa dei municipali drilli per essersi a trionfo in Enna con magnifico apparecchio
lui unila ; imperocch egli , come affer c tra gli applausi dei Siciliani. Crebbe sotto
ma il medesimo Castello nella sua storia Pietro il quale nella est passar soleva pi
di Alesa, compita la guerra, prelese che i volentieri i giorni in Enna ed in Calascibetta,
Sicoli fossero stali rimunerati di privilegii ma sollo i Ro Ludovico e Federico da va-
di tal falla. Sotto i Saraceni compulavasi rii tumulti agitala or le regie parti or quel
Enna tra le primarie fortezze della Sicilia; le dei nobili favor. Ritrovo essersi accre
espugnata da Alaba loro Duce sebben mu sciuta per beneficenza del Re Marlino, im
nita da valido presidio di greca soldatesca, perocch essendosi da lui ribellato Giovan
c tosto vi costitu un tempio nel suo rito ni degli Ubcrli nipote di Santoro, comand
Masgiad , dove chiamava il popolo in il Re si mettessero a suolo Condr, Gatta
385
EN dal gran simulacro EN
; gli altri poi , scrive

c Rosmanno a Giovanni appartenenti, e che


gli abitanti in Enna si trasportassero; quinci Tullio, furono in pericolo per la loro bel
le varie contrade di questa citt il nome lezza, ma salvi per la grandezza, giacch
conservano da quei terrazzani. Egli stesso la loro traslocazione sembrava difficilissima.
piacevasi di abitare Enna colla moglie Ma Prosegue il Littara : giacciono al presente
ria. Sotto il regno di Alfonso accadde lo questi monumenti tutti, ed appena se ne
incendio del tempio maggiore. Sotto Gio osservano gli avanzi. Moltissimi per vi si
vanni il Vicer Lupo de Urrea tenne nella portano per osservarli in memoria della
citt un Parlamento presieduto dall'Infante loro antichit o fama del loro antico cul
Carlo. Sotto Carlo Imperatore e sotto Filippo to; il luogo per assai scosceso, e nella
perdette gran numero di cittadini spenti da parte estrema della rupe a perpendicolo,
mortifera peste. Fioriva nel secolo xvii come come il mostrano molli sassi svelli dal
si ricava dal censo degli abitanti ; ma per monte e caduti nella bassa sua radice.
avere ingiuriato alcuni di essi i famigliari del Rimane tuttavia osservabile un pozzo che
Vescovo di Catania, per giusto divino giudi conserva dell' acqua pel corso intero del
zio a poco a poco mancando, decadde dalla l'anno, manessuno vi si accosta per estrar
sua antica magnificenza ed appena ne con ne a causa del rischio di inabissarsi nella
sena poche orme. Passeremo ora a parlare sua profondit; ne sta vicino sulla vetta
delle opere antiche, indi delle moderne. d' un poggelto un sasso smisuralo che di
Il pi celebre fra tutti era il tempio di cesi V ara di Cerere; poich credono gli
Cerere ed il suo culto sparso quasi per abitanti che ivi a Cerere sacrificavasi: un
tutto il mondo. Scrive Tullio nella 4 Verr.: luogo interno lutto scavato nella rupe ritie
il culto dell' Ennese Cerere privalo e ne piccola parte del tempio , donde la
pubblico,
lia , ne solamente
ed ammirevole
Sicoli
in Mia
ma lela altre
Sic'- voce tradizionale, che quella colonna del
diametro di due piedi, alla dieci, ben for
genti ancora e nazioni prestano a Cerere bita , che osservasi neW anteriore e si
venerazione grandissima; e dice Arezio nistra parte del tempio maggiore, fosse
dal medesimo Tullio: il simulacro mar stala da questo luogo rilolla, ed anche
moreo di Cerere e quello della Dea le altre due che sono site nell'antica rocca
Libera erano grandi e famosi, ma anti nella cappella di S. Martino presso la volta
chi non mollo; inoltre erane un altro an dell' altare. Il resto del terreno di questo
tichissimo in bronzo di mezzana gran luogo ingombro di minale pietre, o pre
dezza e di singolare lavoro colle fiaccole. senta di quelle di cui gellaronsi le prime
Avanti il tempio in luogo aperto ed esteso fondamenta di quegli antichi edifizii. Sin
vi erano due statue una di Cerere e l'al qui Littara.
tra di Trillolemo bellissime e mollo gran Dinanzi il tempio di Cerere vedevasi il
di; avea Cerere nella destra un bel simula magnifico di Proserpina, ovvero della Dea
cro della Vittoria. In tanta dignit si aveva Libera di lei figlia con una statua di essa;
questo tempio presso i Gentili, che i servi de n lungi sorgeva, secondo Fazello, il tem
predando ostilmente, come dissi, i beni dei pio di Bellona, di cui afferma essere stato
cittadini , non osarono n assalire n toc opera di Gelone, Ebbe, giusta Livio, la citt
care il simulacro d'oro della Dea ornato un teatro, del quale dice Littara, innalza-
di moltissime gemme, per timore di essa; vasi nell'antica rocca, il che per non
nondimeno Verre depredollo, lo spogli, ed ricavasi dalle parole di Livio , anzi io mi
ordin si togliesse la statuetta della Vittoria penso piuttosto essere stato eostruito fuori
386
EN EN

di essa in qualche celebre luogo della citt. il Pegaso, una clava, le spighe, coli' iscri
Il medesimo storico ci descrive le sue mu zione ennauin. Le latine poi si hanno da
raglie e le porle contro le scorrerie dei una faccia un capo di donna velato, forse
nemici, ma di queste diremo a suo luogo. di Proserpina coli' epigrafe A. GESTITS
Sono i sudelti scrittori incerti del campo Q. MVMCIVS, nel rovescio le quadrighe
doy' perpetua primavera , e diecsi es nelle quali Cerere vicn colle faci traspor
sere slata rapila Proserpina mentre rac tata e le lettere MVN. ENNA. Ne appo
coglieva dei fiori colle sue compagne , Avercampo una di prima grandezza; altra
se sulla vetta della montagna o alle basse di seconda presenta una testa di donna, ed
sue radici , dove forse era il soggior una figura in piedi che tiene colla destra
no della madre ; ma in quel tempo, non una patera coli' epigrafe MVN. HENNA.
essendo stata ancora occupata da abitanti Littara descrive la fortezza come antico
l'amplissima vetta, nulla ci vieta di dire , edifizio, ma io lo ripongo tra quelli che
che trovavasi nella superiore parie ame- sinora perdurano.
nissima verdeggiante pianura , dove la Dunque l'antica rocca di origine ignota
Dea godea unitamente alle sue ancelle ; sovrasta al tempio di Cerere ed alle sue
questa pianura rivestivasi di fiori in prima ruine ; imperocch afferma Livio che vigi
vera, ed i soli poeti fnsero di verdeggiare lava un presidio di Romani nella rocca En-
in tutte le stagioni, imperocch nell'inver nese, e Strabone fa menzione in Sicilia di
no per molti mesi di nevi coperto quel tre luoghi munitissimi o fortezze; ma
nionlc, ed il pi freddo di tutta la Sicilia. rittime Siracusa ed Erice , mediterranea
Dice Diodoro nel lib. 5, essere stala Pro la sola Enna; luogo s per lieto pro
serpina rapita nelle praterie presso Enna, spetto ameno, che munilissimo per sito na
le quali sono molto vicine alla citt, ed turale verso oriente ad aquilone. Elevata
ammirabili pei loro variopinti fiori, dei rupe ed all'intorno a perpendicolo di 10
quali tanta la fragranza, che i cani cor stadii al fermo di circuito sostiene una
rendo in traccia delle fiere impedito il rocca quasi quadrata, inespugnabile, si ha
loro olfalo, non possono sentirle. que l in mollissimi luoghi abbondantissime fonti
prato sull' allo suo dosso e piano , e da di acque, che naturalmente sgorgano a ma
molli ruscelli bagnato; alto poi all'in raviglia nella sassosa vetta del monte, e
torno e da ogni parie scosceso. Del resto che dalle basi della fortezza perpetuamente
soggiunge il medesimo dei sottoposti campi: emanano a varii usi dei cittadini. Sorgevano
nelle vicinanze si ha delle selve dei un tempo ben 20 torri, delle quali la mag
prati e dei verzieri; dei quali dir in ap gior parte oggi in rovina; aprivasi una
presso. Mostrano finalmente l' antro ai la ti porla ad occidente, dalla quale parte con-
del monte verso settentrione donde Dite giungesi alla citt, munita un tempo di ar
use) dall' inferno per rapire la vergine , gine e fornita di ponte di legno che facil
vastissimo una volta e d'ingente altezza , mente , esigendolo la necessit , potesse
che appellano Pavido; ne menzione appo alzarsi ; non che sottostava una fossa per
gli antichi, ed oggi se ne osserva chiusa la piccolo intervallo di lunghezza, come rica
bocca. Osservano qui, prima che venga ad vasi dalle vestigia e dal nome del vicino
altro, monete solamente in rame impresse borgo, che appellasi dal Ponte. Chiusa poi
della testa di Cerere col motto ahmhthp questa porta, altra se ne apr verso austro,
e coronato comunemente di spighe , e dov' angusta la via, e pi difficile l'acces
nella parte posteriore delle faci, un becco, so , cui si ascende per gradini; circon-
387
EN stendendosi il verticeEN
del monte, come dissi,

danl delle muraglie, custodiscono amplis


sime torri, e ferree imposte la muniscono: tutto ben popolalo. La chiesa maggiore
l' interno della fortezza costa di tre atrii , sotto la nuova fortezza, eretta ed arricchita
e ciascuno di essi fornito di mura e di per opera della Regina Eleonora , va
torri a volte, tra le quali spicca la cosi bella di eleganti e nobili forine, e di stu
detta torre Pisana; sono delle carceri nelle penda volta, sotto il titolo della Vergine
parti inferiori, aule nelle superiori, sale da Assunta, nella quale elegantissima la cap
consesso, gabinetti qu e l disposti a co pella della SS. Eucaristia, per prezzo arti
modo domicilio per primarii personaggi, fizio e magnificenza ammirabile. Disse il
alloggiamenti di soldati, guardarobe, granai, Pin i autori di questa Chiesa Martino e Ma
stalle, e stabilimenti a varii usi. Nel primo ria, e diccla appellata S. Maria Magna
atrio vi un pozzo di acque salmastre; ed un nei regii libri; ma volli appigliarmi al so-
orto, donde potrai congetturarne l'ampiezza. vracennato Littara, che l'ascrivo per tra
Difendono le parli esterne in lungo ed in lar dizione dei cittadini ad Eleonora. La forni
go delle muraglie, delle torri e l'ardua na Martino di varii possedimenti e donativi ;
tura del luogo. Sebbene poi l'eminentis- mostrano poi nel tesoro il pomo d' oro della
sima profondit del monte squarciato, e la spada regale, ed a lui riferiscono il privi
rocca medesima in ogni parte vedesi fab legio delle celebri fiere nella piazza nel
bricata di mattoni, si ba tultavolta dispo giorno diS. Martino. Le presiedeva un tempo
ste nella sommit alcune batterie dove vi- un Priore, che insieme con 4 perpetui cap
gilavan le scolte, acci alcuno arrampican pellani, che dicevano Canonici, amministrava
dosi non osasse salire; queste medesime ai cittadini i sacramenti, e con chierici ed al
batterie ossia abitazioni per le scolte, non tri preti ajutanti ne intendeva in ogni giorno '
che al di sotto della rocca, ma pure intorno al culto divino. Sola questa perdur lungo
al monte, dove esigevale il luogo, perdu tempo parrocchia , ma dopo il concilio
rano. Dentro la rocca la Chiesa di S. celebrato in Trento Niccola Caraccioli Ca-
Martino, unta una volta dell' olio santo, di tanese e Vescovo della Diocesi, costitu al
cui si fa menzione essere stata Cappella Re tre Chiese sacramentali pel numero dei cit
gia in un diploma del 1145 di Giocni Ve tadini e diede la cura delle anime ai soli
scovo di Catania. Fa. menzione Littara d'un Cappellani. Formossi poi nell'anno 1699
rimarchevole eco tra il tempio di Ce un collegio di Canonici da 20 sacerdoti, dei
rere e la rocca, che riporta le parole dalle quali 4 sono le cosi dette Dignit, 8 poi
prime voci affatto colla medesima forma. i minori e diconsi Canonici secondarii; sono
Federico II sollev gi verso il 1300 un'al quelli subrogati ai 4 cappellani, ed in
tra rocca detta Nuova dalla gente; rimane combe ai secondarii la cura e l'ammini
intera tra austro e zefiro in un luogo un strazione delle Chiese sacramentali. Vicn
po' pi elevato, e signoreggia quei prati decorandosi questa Basilica di giorno in
celebri appo gli antichi dalla copia per giorno di novelli edifizii, di arazzi e di
petua dei fiori. preziosi ornamenti, imperocch dai proventi
Sotto queste verso mezzogiorno proten- annuali, si per la liberalit del Re, si per
desi ampiamente la citt verso mezzogiorno donazione di nobili cittadini si ha ben 4800
declive ed alpestre , eguale in parte , scudi.
ed in alcuni luoghi elevata secondo la na Dopo la principale tiene il secondo luogo
tura del luogo; perciocch per sei miglia la Chiesa di S. Giovanni Battista sita verso
388
EN EN

occidente rimpclto Calascibella, che un tem mo autore esser anche di antica fondazione
po , prima della Regina Eleonora , fruiva quel dei Carmelitani nel tempio di S. Ma
della prerogativa di maggiore, come lo at ria Annunziata, che crollato nell'anno 1618
testano i di lei antichissimi edifizii, di cui venne a pubbliche spese rifatto. I Minori
una cappella decorata di un osso tal osservanti prima del 1595 fissaron la sede
lonare di S. Andrea Apost. ; radunavasi un fuori la citt a mezzo miglio, ottenuta l'an
ceto di 60 seniori a discuter di ci che al tica chiesa di S. Maria di Porlo salvo, ai
pubblico
se di S. stato
Cataldo,
si appartiene.
S. Tommaso
Seguono
Apost.,
le Chic-
S. quali dice Pirri esser succeduti i Riformati
nel 1620. Fu questa chiesa sotto la giu
Giorgio, S. Leonardo, S. Bartolomeo Apost., risdizione della maggiore , perloch nel
S. Leone Vescovo di Catania , S. Pietro giorno festivo di Maria della Visitazione ,
Apostolo, della SS. Trinit, e di S. Cata che la patrona principale della citt sotto
rina V. e IH., nelle quali si d opera al questo titolo, quivi i Canonici celebrano i
conferimento dei sacramenti da istituto di Ca divini misteri , e con grande affluenza di
raccio' e di altri successori di lui, e sono popolo , e coli' intervento del Magistrato
in varii luoghi nella citt disposte per conducendo la bellissima statua della glo
le singole regioni, ma essendo poi decre riosa Vergine, a pubbliche spese ne festeg
sciuto il numero dei cittadini e le case, oggi giano solennemente il giorno i cittadini ,
giorno non van pi comprese nelle parrocchie anche con fiere. Si rimane appo questi fra
le chiese della SS. Trinit e di S. Caterina. ti un antro nell'orto, dalla di cui sommit
Gi delle famiglie regolari sovra ogni al appena di dicci piedi, scolando per tutto
tra aulica quella dei monaci di S. Fran l'anno le acque, vi perdurano freddissime.
cesco della prima Istituzione, volgarmente Sotto la rocca cominci a fabbricarsi dal
i Conventuali, ai quali il Re Federico, diede 1590 presso S. Maria di Laureto, testimo
luogo nel 1320 sotto il titolo dello Spirito nio Littara, la casa dei Minimi di S. Fran
Santo per fabbricare un convento, dov'era cesco di Paola, e prese degli accrescimenti
la torre rotonda, molesta un di a Ruggiero, dopo 16 anni, a spese di Maria di Parisi nobi
( detta dal Pirri Castello), e perci dal le matrona. I Cappuccini dall' anno 1550 in
l'incendio vessata, che oggi in gran parte luogo pi basso appellato Destra a circa
rimane, verso occidente, ma del tutto ab un m. dalle mura a pubbliche spese sta
Elia.
bandonala,
I frati epoi
dicesi
similmente
volgarmente
al tempo
di Frale
del bilirono un convento sotto titolo di S. Ma
ria degli Angeli, ma a causa dell'aria no-
Re Martino nel 1394 emigrarono nel mezzo cevole del luogo sottostante, trasferironsi
della citt, dove si fabbric nobile con nel tempio di S. Paolino a mezzo miglio
vento con Chiesa sacra a S. Andrea, nel dalla citt. Non di poca magnificenza fi
palazzo di Andrea di Chiaramonte e di Sca- nalmente il Collegio della Compagnia di
loro degli liberti, col consenso del mede Ges fondato dal suo gran palazzo ed ar
simo Re. I monaci di S. Domenico per opera ricchito degli aviti tesori da Antonio Ro
di Tommaso Fazello Predicatore in Enna tondo nel 1616, coU'ajulo della moglie Co
nel 1559 e le somme di Francesco Vale- stanza e del figlio. Di tulli l' ultima la re
sano, assunto il titolo del S. Patriarca, si ligiosa casa ospedale di S. Giovanni di Dio
stabilirono. Antichissimo dice il Pirri il Mo fu eretta in Castrogiovanni nel 1642 e s
nastero degli Eremiti Agostiniani , ma gli ha unita la Chiesa di S. Giacomo. Erano
Annali del medesimo ordine ne riportano i minori Conventuali Riformali in S. Maria
la fondazione al 1584. Afferma il medesi- della Concordia sotto le mura, ad un mi
389

EN Naro di S. Giacomo EN
di Altopasso e che ne

glio, ma vennero soppressi con decreto di


Urbano Vili ; tuttavia la chiesa in sommo prendeva il nome manc eziandio. Nel terri
rispetto, e memorabile per la pace fattavi torio a sei miglia in Rosmanno una casa di
dal Conte Ruggiero con Amuto- eremiti : a due miglia sorge quella di S. Gio
Viene inoltre commendala la piet degli vanni del Lago, che il Pirri slim il Priorato
Ennesi dai monasteri di donne ed altri di S- Maria di Betlemme fondato dallo En-
luoghi che meritano ricordanza per grandi nese Salai mone come membro di S. Maria
affidi di cristiana religione. Vien primo di Gerusalemme; ma quella che oggi
quel di S. Benedetto per la perfetta osser aggregala al monastero di S. Spirito in
vanza della regola del S. Padre, fonda Caltanissetta diversa dal Priorato di
to ed arricchito nel secolo xvi da N. di Sataimone. Gli abitanti dicono esservi stato
Colletorlo, del cui stemma vien decorato. altro monastero del titolo di S. Croce fuori
Altro dell' ordine stesso nella fine dello la citt dell'ordine di S. Benedetto, e l'Aba
scorso secolo sotto titolo di S. Michele si zia di S. Maria di Fundrone ossia Condro
raun nel palazzo del Signore di Capodar- oggi trasportata in Piazza , si comprende
so. Un terzo antico e ricco sotto titolo di trai confini del territorio di Enna. Non tra
S. Marco delle Vergini sotto gl'istituti di lascio qui di numerar tutte le chiese della
Monte Carmelo, sorge nella contrada Giu citl al numero di 38 oltre la maggiore,
daica. Un quarto della medesima regola coltivale dalla divozione dei cittadini.
del titolo di S. Marco del Popolo ebbe ori Facciamo per ritorno alle civili cose.
gine per la beneficenza di alquanti nobili Presso gli avanzi del tempio di Cerere
l'anno 1530. Un quinto antichissimo secondo una porta quasi intera che dava nei campi,
Pirri va sotto il nome e gl'istituti di S. oggi inaccessibile per la sua precipitevole di
Chiara ; un sesto finalmente del titolo di S. scesa. La porta detta di Palermo, per cui
Maria della Grazia venne fondalo nel 1626 si viene a questa regia cill ed alle altre
ad educar nobili donzelle da Costanza Ro parti occidentali dell'isola di meno ardua
tondo religiosa matrona, ed al quale Fran salita e guarda il settentrione ; rivolta u
cesco Amico Yicario della Chiesa di Cata ponente la porta Papardura, a tramontana
nia concesse colla clausura poter fare gli Pisciotla, ad oriente quella di Portosalvo,
stessi voti delle Chiarine. A spese della donde la via per Catania; verso mezzo
medesima Costanza, per le ragazze povere giorno apresi Caruso ed Amula, e la della fi
prive di parenti fu innalzato un ritiro sotto nalmente Giannioscura guida alla sorgente
il nome di S. Maria dell' Odigi (ria: per le di acqua saluberrima dello stesso nome. Enu
peccatrici penitenti donne aperta una mera oggi la citl 9 contrade, tra le quali
casa presso il tempio della Concezione. Lombardia tra la rocca ed il tempio di
Lo spedale di S. Lazzaro dello anche di Cerere deserta e riconoscesi dalle ruine;
S. Spirito, fu quello stesso di S. Spirito in la della Fundr dai paesani fundronesi sta
Saxia unito al Romano; Pirri fa memoria di nel luogo pi basso; quelle dei Greci e
due dal doppio nome ma ingannasi; fu un Piscioni hannosi come sobborghi. Lo slem
giorno arricchito di beni e di fondi come dai ma una rocca turrita dalle cui sommit
reali diplomi del 1421; erangli suffraganei escono tre spiche. Componcsi il Magistrato
gli ospedali di Collesano , Nicosia e Feria; civile di 4 Decurioni, il Vindice del mal
venne a mancare, ed in suo luogo si costitu fatto, il Sindaco ed i Giudici; l'ecclesia
quel dei SS. Rocco e Crispino. Era soggetta stico del Vicario del Vescovo di Catania.
una chiesa in Caslrogiovanni al Priorato di Occupa il xvu posto nel Parlamento , co
390
EN EN

slituisce comarca o riconosceva il supremo cose sul medesimo soggetto a tutti notis
Istruttore della milizia comunale di Aggi sime acci non ecceda i miei confini. Emana
ra, cui dava sotto le bandiere 219 fanti e un fonte di acqua zolfurea nel fondo detto
58 cavalli. Il censo sotto Carlo Imperatore volgarmente Piano di Manchi, efficacissi
al tempo del Fazello fu di 3480 case ; ed ma alle malattie cutanee, e che bevuta toglie
afferma Liltara montare a 5000 le case de l'idropisia; forse rivo fangoso, invertendo
gli abitanti nell'anno 1580, cio nel tempo in pietra durissima la terra ed il suolo
in cui scrisse; disse il Pirri costare di 4071 sopra cui scorre, onde Strabone dice nel
case, 14547 abitanti, ma dai regii libri nel lib. 2, cap. 103: presso Etna in Sicilia
1652 di molto minor numero appare la sta scorrere un monte; e leggono alcuni Enna:
tistica, cio di 2687 case, 10500 abitanti; facilmente me ne passo, perciocch nel
si ridusser le case nel 1713 a 2182 e ad 8634 l'uno e nell'altro luogo nulla appare di
gli abitanti, ma questi ultimamente furon ci. Delle miniere di sale , che appellami
noverali 10378. Il territorio, come costa da da Enna, e ne distano 20 miglia arca, ap
Cicerone e da Diodoro, superava un tempo presso l'Imera o il fiume Salso meridio
gli altri di tutta l' isola per selve , laghi , nale, dir in appresso.
terr fruttifere e giardini, n oggi sottost Rifulsero illustri uomini e per piet e
ad alcun altro; onde Ovidio fast- 4, parlando per scienze e per cariche. Adorna il primo
della Sicilia, ed appellandola sacro ostello la serie S. Elia monaco dell' Ordine di S.
di Cerere, soggiunge : Rasilio, che fiori nell' anno del Signore 860
V ha pi cittadi, e di terreo ben colto sotto gli Imperatori Michele e Basilio; gli
La fertil Ernia ... atti della di lui mirabile vita pubblic il
Diremo a suo luogo del Lago di Per- Gaetani nel Ioni. 1 dei SS. Sicil.; e fa
gusa, che il pi celebre degli altri, cio menzione il medesimo autore di altro Elia
Logastrello e Sfondato fecondi in pesci, verso 1080, splendido per innoccenza di
e che hannosi sorgente nei fondi dello stesso costumi. S. Luca Abate Carbonense dal Pirri
nome. Si appartiene oggigiorno quello ai e dal Gaetani nominato; i di cui fatti rac
Grimaldi, il secondo poi ai Rosso, palriziiEn- colti con testimonii che giurarono, conser
nesi. Nota Lattanzio parlando di Cerere, vami in Armento terra della Basilicata, ed
narrarsi in tutte le storie la medesima Dea abbiamoli di pubblica ragione nelle sovrac
aver ritrovato primieramente le messi nel cennale vite dei SS. Sicil. Vengono com
terreno di Enna, il che allude alla prin- mendati nella vita di S. Luca la B. Cate
cipal fecondila di questa; e perci la rina moniale, ed i figliuoli di lei Antonio
stessa Cerere secondo altri dicesi Ennese e Teodoro, tutti Basiliani; i quali monaci
cio nata in Enna, poich essendo la Dea avverto dirsi eziandio nativi da Demenna o
delle biade, non altrove fu conveniente avere Demana antica citt oggi diruta. Malteo Ce
culla, che dove la messe ubcrlosissima si pro ratolo per lungo tempo appo Scalpello ad
duce. Attcsta il Fazello aver reso alcuni una vita eremitica si diede, perlocb Beato
fondi una volta centuplo , appellati perci l' appellano gli Aggiresi e i confinanti. An
del Centenario. Diodoro mentovando in Si drea Guasto, il quale anch'esso abit una
cilia l' agreste frumento , intese anche dir volta le case degli Eremili di Judica e di
di quel del territorio Ennese. Scrive Tullio Scalpello, poi professo in Catania della re
esser solito al suo tempo seminarsi nel ter gola di S. Agostino, ed autore della Con
ritorio di Enna sino a 3000 misure di fru gregazione riformata detta Ccnturipina dal
mento. Tralascio qui di affastellare altre primo Convento in Centorbi costituito, e sta
EN EN .391

bliti Tarli monasteri per la Sicilia piamente il credono Catanese. Il medico Filonidc
fini in Regalbuto nel 1619 ; ed anche a ancora , di cui abbiamo un' opera de albo
lui dnno i Siciliani il nome di Beato. Com vcretro, e giusta Galeno il lib. xvm della
menda il Pirri Antonio Arangio dell' Ordine medicina, si appell Ennese da Dioscoride,
dei Predicatori, Ruggiero e Bernardo Sa Arezio, Gollz , Lascari , Scandio ed altri,
cerdoti Cappuccini, e Pietro Laico, che dice da Etna per da Tiraquello e Grosso,
illustri per purit di costumi e per santit, come nell'istoria si disse di Catania. Or
e confortati in morte da Dio di maravigliose landino sull'Etna fol. 32 secondo Pirri, fa
visioni; fiorirono al secolo xvi, ed anche memoria di Floridico chiarissimo medico.
ad aggiungere Adriano Laico del mede Raimondo Ripa medico di Federico III giusta
simo ordine , morto in Malta con fama di Pirri, al cui figlio Giovannuccio fu data l'Aba
santit. Girolamo de Angelis della compa zia di S- Filippo. Filippo da Caslrogiovanni
gnia di Ges, venne l' ultimo in quest' or M. in S. T. dei minori conventuali fu Cap
dine , ma a nessuno a compararsi per pellano del medesimo Re ; Giambattista
eccellenza; penetr nel Giappone nel 1611, Bruno dello stesso Ordine di gravi scienze
ed apprendendone in breve la lingua pre adorno, e principalmente delle matemati
dic il Vangelo ai popoli di quella vastis che , pittore e poeta illustre , e dal Mon-
sima contrada e con gran frullo alle volte ; gitore encomiato tra i sicoli scrittori. Ot
scacciato, insorta una persecuzione, rimase tavio Catabone Canonico della Chiesa di Ca
tuttavia nascostamente sotto veste giappo- tania, peritissimo nella musica, fu Sacrista
nica, ed i novelli fedeli a lungo di se ali della Cappella del Pontefice Paolo V. Per
ment, trasandato il pericolo della morte. la scienza medesima vengono celebrati An
Fuori il Giappone ad altre ragioni trasfe selmo Facio Agostiniano dal Mongitore, e
ritosi , introdusse il primo la dottrina di Vincenzo Gallo dei Minori dal Littara. Sono
Cristo nel Regno Fezzo, e quivi anche con encomiati trai celebri chiesiastici del seco
gran fruito di anime sud , e finalmente lo xvii il Carmelitano Andrea Ferreri, ed
con 49 compagni, dei quali fu duce nella il Cappuccino Andrea da Enna. Lo stesso
citt di Jendo in et di 56 anni, prese il Mongitore celebra Adamo Laurifice, Ferdi
martirio vivo al fuoco condannato il d 4 di nando Leto, Giuseppe Spina, Mariano Pcr-
cembre del 1713. N gloria minore fu ad rone, e Vincenzo Bonanno, pei loro poetici
Enna da cittadini per iscienze preclari. L'an studii, e per le opere che pubblicarono.
tichissima Cerere Sicola Ennese, appo gli Eusebio da Enna sul principio del seco
Etnici, pertanto come Dea vien celebrata, lo xvi fu Abate della sicola ben ed illina
per aver essa dato ai mortali l' uso del provincia, e govern pi volte il suo mo
frumento e dettate d.elle leggi donde di nastero di Fundr , e quel di S. Niccol
cesi Legifera; onde Ovidio, altri tralascian in Catania. Antonio Russo della medesima
do, nel 5 delle Metam. dignit adorno diresse ottimamente il suo
Cerere prima coli' adunco aratro monastero di S. Maria di Morreale e di
Smosse la gleba, e trasse dalla terra S. Martino delle Scale, e mori quasi no
Spighe e miti alimenti, all'uom la prima nagenario. Bartolomeo V'alesano Cavaliere di
Leggi dett; di lei si il tatto un dono. S. Giovanni di Gerusalemme, famoso per
Filistone medico o filosofo detto Ennese coraggio, e per la militare scienza, egre
da Volalerrano, Tiraquello, Gollz. Lascari giamente servi nel secolo xvn la Veneta Re
e Vossio; fu precettore del Cretese Eudos- pubblica nelle ultime sue guerre; fu perci
so, e fiori nella cv Olimpiade; altri per trai primi nella milizia, e finalmente scelto
392

EN EN

supremo Comandante, fini in Venezia i suoi forza i Sicoli, o confederatisi con essi uni
giorni; parlano di lui gli Annali della mede tamente vi abitarono. Cos io per conget
sima Repubblica. La long, di Castrogio- tura affermo antichissima l'origine di Enna,
vanni di 37 e 50', l'altezza del polo di e la verit dei detti di Stefano. Crede al
37 e 30 'o 40', giusta le ultime osserva cuno essersi su questo luogo favoleggiato
zioni del Conte di Schmettau, sebbene il dai poeti sul ratto di Proserpina, ma ci
Littara riducali a 12'. stanca trarre pi a lungo la cosa che
Finalmente tratter qui dell'antica Isto io solo compendiar promisi. Scrisse del
ria di Enna, per coloro che s'impegnano ratto medesimo evidentemente Claudiano
di ascriverne la fondazione ai primi abitatori le cui parole e versi interi recai, descri
dell'isola chiunque stati si fossero- Afferma il vendo l'et poetica di Catania. Claudiano
Littara che i primi abitatori stabilito avessero con quei poeti si annovera che vollero Etnea
il loro soggiorno nelle grotte presso il monte Cerere, e la di lei figlia sull'Etna rapita.
ch' l'ombelico della Sicilia, e ricavalo giu Si consulti Claudiano, e con Cluvcrio leg
stamente da varii luoghi di tal fatta qu e l gi Enna ed Ennea invece di Etna, ed
scoverti e scavali nella rupe; per cui Cerere Etnea- Dir brevissimamente in fine ci che
al certo , cui dicono esser nata in quel divulgasi sul suo nome, e qui l'ho posto
monte, o che vi stabil suo domicilio, fiori in fine per non interrompere il filo della
in quel tempo in cui gli uomini vivevano storia. Abbiamo detto con Stefano essere
nelle grotte; e moglie quinci del Re dei Si- stata Enna cos detta dal siracusano
cani, che erano popoli indigeni, gli partor Enno, n nuoce che nessuno storico pria
Proserpina. incerto qual nome il monte di Stefano ne abbia fatto menzione, per
si avesse avuto, imperocch sebbene credesi ch Stefano certamente consult quegli
da alcuni che Enna derivi dal greco vocabolo autori le di cui opere a noi non per
ENNAIEIN che significa abitar nell'interno, vennero. Alcuni altri, recai di sopra,
e che moltissimi dicano con Valguarnera, derivare anche dalla voce ennaiein, che
che la prima lingua degli abitanti dell'isola vale abitar dentro, perch Enna siede nel
nostra sia stata l'eolica affine alla greca, mezzo della Sicilia, perloch i suoi abitanti
tuttavia l'autorit di Stefano che tutto dagli stanno nel centro dell' isola. Bochart se
antichi ritrasse, deduce la voce Enna dal condo il suo solito dicela appellala dalle
condottiero Enno. Quinci la Cerere Ennea voci puniche En Man che vale Fonte di
presso gli antichi poeti e storici fu delta amenit. Sotto i Saraceni fu detta volgar
dal nome a quella terra poi appropriato. mente Castro Janni o Castro Aayn; ed
Crebbe la citt sotto i Sicani e fu accre Aayn presso quei barbari valeva fonte, per
sciuta di nuovi coloni , n dubito che in loch le diedero nome i fonti, che come in
quel tempo siasi verificato il ratto di Pro signe portento di natura, occorrono e nella
serpina fatto da Orco Re dei Molossi. Ritiran pianura ed in lutto il monte. Janni poi signi
dosi poi i Sicani nelle occidentali regioni ficando appo i Sicoli Giovanni, il volgo disse
a causa delie eruzioni dell'Etna e le tre ta perci Caslrogiovanni; per a tralasciar
mende devastazioni , i Sicoli occuparono come favola essere apparito S. Giovanni a
quel monte abbandonato, per cui Diodoro Ruggiero nell'assedio di Enna, e fattolo certo
annovera Enna tra le sicole citt. Essen della vittoria, dal che volle il Conte fosse da
do costoro col tempo mancati, Enno seco allora appellata Caslrogiovanni (i).
menando una colonia di Siracusani, ripo (1) La yoce Caslrogiovanni a parer mio no*
pol la citt, e costoro o scacciarono colla corruzione di Castrum Enna, poich nei tempi
EN EN 393
Entella (V. M.) Monte ed antica citt Bclice, eh' l'Ipsa degli antichi. Collocala
oggi ruinata, alla destra ripa del fiume di Oliverio appresso il fiume Crimiso o il Bc-

Normanni dicevasi Caslrianni, procedente da Ci- tentrionale di quella di S. Antonino una colonna
strienna , i quali punti di difformazione si acco creduta opera degli antichi Re Svevi che abita
stano moltissimo alla voce madre che stabilii ; vano Castrogiovanni, che presehta le misure lineari
quindi, siccome io stimo, a rigettarsi qual favola di Sicilia, presa per norma in questioni e propo
ogni altro lambiccamento. ste di riforma, come avvenne lorch componevasi
11 Comune di Castrogiovanni attualmente un il codice metrico di Sicilia ; sono poi nella Chiesa
capo circondario di 2* classe in provincia di Cai - di S. Francesco d' Assisi una tavola del trecento,
tanissetta, distretto e diocesi di Piazza, da cui che rappresenta 1' Epifania e gli affreschi di frate
dista 15 m.,38 di-Ila capitale della provincia, 103 Lupo da Castrogiovanni nel cappellone, da cui fu
da Palermo. La Chiesa madre non , come nota rono anche dipinte le Chiese di S. Croce e del
Amico , intitolata alla Vergine Assunta, ma a N. Collegio di Maria. Nella Chiesa di S. Maria del
Donna sotto il titolo della Visitazione, che la Popolo, detta erroneamente da Amico di S. Mar
patrona principale degli abitanti; assistita da un co del Popolo , sono dei quadri ad olio e degli
clero composto di 4 dignit, 18 canonici, 13 se affreschi di facilissima e peregrina composizione
condari! e di 7 chierici , di varii privilegii de di Saverio Marchese da Castrogiovanni egre
corato. Il tempio di architettura gotica tranne gio pittore dei nostri giorni. Nel collegio della
il campanile, e nel muro meridionale ha incastrata Donna Nuova dello Zoppo di Ganci il gran
una colonna antica scanelata , che si vuole abbia quadro della strage degli Innoccenli a piccole
fallo parte del tempio di Cerere. Entrando dalla figure, nella Chiesa dei Cappuccini del Menniti
porta maggiore le due prime colonne che sosten il S. Carlo Borromeo, e si vuole del Tinto-
gono la nave sono del Gagini; il fonte dell' acqua retto il dipinto che rappresenta lo Sponzalizio di
benedetta a sinistra sostenuto da un pezzo S. Caterina nella sacrestia della chiesa di Monte-
di candelabro trovato nelle rovine di Enna, che salvo.
rappresenta un baccanale con varii pultini. Nel Dato di volo uno sguardo alle opere di arte, pas
cappellone dell'altare maggiore sono 5 quadroni siamo alle cambiazioni topologiche. Occorsa l'aboli
del Paladino che rappresentano, il primo a destra zione dei Gesuiti nello scorcio del valicato secolo, la
la Visitazione di Maria, il secondo la Presentazione, loro casa di Castrogiovanni divenne Monastero di S.
il terzo l'Assunzione, il quarto l'Immacolata, ed Chiara e di S. Maria delle Grazie, che essendo
il quinto la presentazione del divin Pargoletto. due comunit divise in proprii monasteri, si
Mei due pilastri che dividono l'allaro pendono due riunirono , perch della regola medesima di S.
quadretti oblunghi del cav. Arpino o della sua Francesco, ed in quel di S. Chiara si introdusse
scuola, che rappresentano per ciascuno (re misteri un collegio di Maria, ed in quel di S. Maria delle
di nostra religione; ci hanno poi 5 quadri del Bor- Grazie si ora costituito un orfanotrofio provviso
remans; la Madonna del Piliere nel T della Chiesa rio perch l'antico in mina, ma la non and cos
a sinistra ; S. Costantino e S. Martino anche da allora, quando vi fu stabilito il convitto degli
a sinistra nella navata, dov' parimenti un Cro sludii , che non pi oggigiorno , malgrado uno
cifisso sopra tavola di scuola del trecento; il Bat assegnamento della comune di onze 200 annuali
tesimo del Cristo; S. Giacinto e S. Lucilla nella approvato dal Re Francesco I; ma invece, di fianco
nave a destra. Il cornicione della maggior navata all'attuale monastero di S. Chiara un buon liceo
ornato di 12 quadroni, gesta di SS. Enncsi. di studii, fornito di 5 cattedre, di umane lettere,
Neil' anlisacrestia e nella sacrestia meritano atten di grammatica superiore, eloquenza, filosofia, geo
zione un Ecce homo e 4 pitture sopra tavola del metria ed algebra , oltre duo scuole normali pei
trecento. Nel tesoro finalmente sono di varii bei fanciulli. La Chiesa per del monastero di S. Moria
lavori cesellati in argento, frai quali una magni delle Grazie fu destinala in Chiesa parrocchiale,
fica tribuoa di gotico stile. Nella Chiesa inoltre per essersi demolita l' antica di S. Giorgio. Il con
di S. Benedetto nella prima cappella a sinistra vento dei Carmelitani sorgeva nel largo di S. Gi
un buon dipinto di Filippo Marcario Dolce. Nella rolamo, c precisamente dov' ora la casa dei fra
Chiesa di S. Agostino il quadro dell' Epifania telli Severino , ma pass poi ad Ovest del paese
del Monocolo, e quel di N. D. della Mercede dello dov' tuttora. Il monastero di S. Maria del popolo
Zoppo di Ganci. Osservasi nel muro esterno set- era di rimpallo l' antico castello di Federico, donde
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lice, dalle cui fonti certamente dista non la rocca Calatrasi , da ogni parte a sco
molto. 11 monte poi discosto 2 miglia dui- scese ed inaccessibili rupi, si ha una sola

fu trasferito presso il convento dei PP. Cappucini 13273 nello scorcio del 1852 , e per notizie par
all'altra estremit del paese* Nord-Ovest: la Chie ticolari 4311 case, 15452 anime attualmente.
sa modernissima; era formato il campanile da Perdurer splendente Gnch sar civilt la fama
una torre del medio ero deturpata ora per l' in di Giuseppe Alessi nato in Castrogiovanni nel feb-
troduzione di intagli non confacenti. Il monastero brajo del 1774 ; furou grandi i suoi primordi!
di S. Michele di regola benedettina , sotto titolo forieri del sommo ingegno che fu veloce a svilup
in origine della Concezione di Maria, fabbric una parsi. Apprese in Catania eloquenza metafisica ma
Chiesa novella di buona architettura e di forma tematiche sotto Raimondo Plalania, alle scienze
rotonda, essendosi pel passato servito di nna an sacre si rivolse sotto il domenicano Antonino Pan
tica Chiesa di gotico stile, di cui si osservano le nisi, ed alla ecclesiastica giurisprudenza finalmente
vestigia. Il ritiro delle donne, detto delle Reepen- sotto Sebastiano Zappal. Fu assunto al ministero
titc, fu nel secolo scorso convertito in monastero sacerdotale. Formatosi alle scienze, ottenne a con
di donne sotto il titolo della Concezione, sotto la corso ad onta di mille opposizioni la cattedra di
regola di S. Francesco. Essendosi demolita la Chiesa giurisprudenza cbiesiastica in Catania. Ma era rivolto
parrocchiale di S. Giovanni Battista che era, se l' animo suo ad una riforma scientifica che facesse
condo il Littara.d'un bello stilo gotico-norman tenere nel conto convenevole i sonetti ed i ma
no , oggigiorno novellamente si rifabbrica , non drigali in gran prezzo in quei tempi, e risvegliasse
altro esistendo dell' antico che la sola torre del il vero gusto per le scienze e le fisiche principal
campanile; ritrovansi nelle sue fondamenta di spa mente, come erasi risentita di gi tutta Europa;
ziose catacombe incavate nella viva pietra ripiene evi riusc; poich combinando all'oggetto con
di ossami, con vasi che si ascrivono all'epoca gre varii nobilissimi ingegni, si venne a costituire la
ca. La parrocchia di S. Tommaso Apostolo stata magnifica accademia delta Gioenia, destinata alla
fra poco rinuovellata, con l'altra di S. Leonardo, storia naturale di Sicilia alle fisiche scienze ed
che prende la rendita dall'antica intitolata alla anche alla amena letteratura, e fu lo stabilimento
SS. Trinit , che pi nou esiste come quella di di un'adunanza, che veniva a mostrare al mondo
8. Caterina, che sorgeva presso la Chiesa di S. scientifico essersi anche Sicilia risvegliata dal
Giorgio. l'arcadico letargo. Sorpassano ogni credenza i
In decadenza e quasi in abolizione lo spedale, travagli dell' Alessi per asseguire un tale scopo,
stabilimento abbisognevole moltissimo in paese ben ed assegnitelo ad incamminarlo al progresso.
popolato. La Biblioteca pubblica ornata di varii di Una descrizione Gsico-mineralogica della sua pa
pinti di maestri eccellenti non che di un gabinetto di tria Enna era il primo suo parto che iacea
numismatica e di lavori Sitili rinvenuti nelle di pubblica ragione e leggera nell'accademia.
rovine di Enna. Nella casa comunale fondata dal Componeva inoltre un lavoro sul Mongibello ed
senato nel 1814 raunavasi la cotanto nominata Ac altre due memorie , una sugli ossidi di silicio ,
cademia Pergusea non pi progredita da pochi sui silicati appartenenti a Sicilia e su II' utile che
anni, ma che dovrebbe dai cittadini con ogni amore trar se ne possa , e l' altra sulla vera origine
promuoversi , perch sorgente di utilissima gara del succino, fatiche di somma erudizione; un di
negli studii. Trascurasi anche e si quasi abban scorso che pu servir d'introduzione alla zoolo
donata la tanto ben ideata Accademia filarmonica, gia dei tre mari che cingon la Sicilia, altro sulle
che si teneva due volte la settimana, fornita anche ossa fossili ritrovate in ogni tempo in quest'isola,
di un archivio; non la dovrebbe andar cosi di tante un breve ragionamento sulla scoperta della ma
buone istituzioni in un paese dei pi culti del gnesia solfata in Sicilia, che leggea nella generale
l' isola nostra. adunanza del maggio 1835 per la costituzione della
Conta Castrogiovanni 10 Chiese parrocchiali, 7 con societ economica in Catania , un' orazione latina
venti, 7 monasteri di donne, un collegio di Maria, sul genio inventore dei Siciliani, che merit le
un orfanotroGo, 10 Chiese filiali. Il vero stemma del lodi della Biblioteca Italiana, per la copia del pa
paese rappresenta un' aquila a duo teste sotto una trio amore, la ricchezza di erudizione, e la squi
corona, e nel contro uno scudo con in mezzo un sita latina eloquenza, altre sugli statuti siciliani,
leone, delle spighe, e varie stelle. Conlava nel 1798 sopra Caronda e le sue leggi , gli elogii del Cav.
Castrogiovanni 11143 anime, 12743 nel 1831, Gioeni di Girolamo Rempero e di Lorenzo Rizzo
395
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salita; nel sfimmo vertice apre una pia sima alla cultura ; vedonsi quivi dissemi
nura di circa 4 miglia di circuito adattis- nate vestigia della citt, lasciala altra par-

Morelli, la lettera solle scritte ghiande di piombo Siano


Si resero
di esempio
anche illustri
ai venturi
in Castrogiovanni,
i giorni di sua vita
per! le
trovate in Enna, che pu aversi come appendice
alla raccolta delle iscrizioni del Torremnzza , ed loro virt e per l'ingegno, il D.r D. Francesco
altri lavori grandiosi nel divisamente che sarebbe Benigno Tremoglie prestantissimo in giurispru
qui uojoso numerare senza potere assaporarne lo denza e letteratura ; il Parroco D. Angelo Ganci
spirito, i qnali ti rivelano l'uomo infaticabile, ed gran teologo e poeta; il sac. D.Giuseppe Candrilli
erudito per eccellenza in grandi materie. Ma l'opera di eccellente ingegno nelle metafisiche scienze;
che vivr coi secoli e non far mai dimenticare il sac. D. Gaetano Guglielmari facondo ed egre
il nome di lui la classica Storia critica della gio oratore; P. Ambrogio sacerdote dei Minori
Sicilia nella quale prese tutt' altra via di quella riformati versatissimo nelle matematiche; D. Se
che batter denno coloro che amano di esser pro bastiano Ajala famigliare del Re Ferdinando I, e
priamente storici , ma per l'immensa erudizione che si mori in una legazione in Austria, ed altri di
serve di materiale a chi assume l'impegno di scriver alto nome che illustrarono la patria sommamente.
la vera storia di Sicilia di che si manca sinora; Il fecondissimo territorio di Castrogiovanni
ma pel soverchio affastellamento di cognizioni, e estendesi in sai. 21613,093, delle quali, dividendo
per la critica raro volte usata nell' inquisizione di in culture, 17,274 in giardini, 45,580 in orti sem
quelle, cade alle volte negli errori dei quali ab plici , 12,466 in canneti, 129,944 in seminatori
bond l'epoca del Mongitore e degli antichi nostri alberati, 15558,827 in seminatorii semplici, 4420,
cronisti. La molliplicil dei suoi sorprendenti la 634 in pascoli, 142,486 in oliveli , 72,965 in vi
vori, e tutti di siculo tema, acquislarongli un grado gneti alberati, 1171,761 in vigneti semplici, 7,204
eminente di riputazione in Sicilia ed oltremare in ficheti d'India, 16,500 in alberi misti, 8,980
presso tntti gli scienziati. In guiderdone ai me in culture miste, 8,672 in suoli di case. Hannovi
riti ebbesi un canonicato nella Chiesa collegiata 9 zolfare, dette cio di Falconetto, La Macchina,
di Catania, fu eletto rettore nel collegio delle arti, Leila, Volparella, Misericordia, Caliato , Scavone,
e nominalo con altri per un vescovado che poco e 2 di Zito, vi sono impiegate 2000 persone circa,
sarebbe stato per le sue fatiche, e che non so per e si lavora in tutte le stagioni; danno zolfo di ls
qual cagione non consegui. Fu voglioso di gloria 2* e 3* qualit, non sono soggette ad inondazione,
che Io spinse a si grande altezza e gli fu di sprone, e distanti dal mare da 30 a 50 miglia.
eppure non mai preso da orgoglio, amatore della Nelle vicinanze di Castrogiovanni trovansi in
patria, abbiam veduto quanto amator delle scienze varie contrade stronziana. solfata, mista spesso con
e degli scientifici stabilimenti. Fu aperta ai dotti la barite, lignite Gbrosa , calce carbonata , alabastro
sna casa, adorna in ogni parte di gessi, minerali, bianco grigio e rossastro, agarico di montagna con
conchiglie, ossa fossili, collezioni di stampe, di cristalli in piramidi, piriti di ferro solforalo, po
Tasi, di lavori fittili, e ricchissimi medaglieri, pit tassa mirata e salnitro, pietra arenaria calcarea
tare, sculture di grandi maestri ec. ec. essendo stato con fossili organici, variet di rara agate arbori-
anche premuroso delle arti del bello, le quali col nate, zinco, piriti di ferro, di rame, pietre quar
lezioni ritrovami oggi disposte in magnifico museo zose, siliciose, e schisto cuticulo, ferro maminel-
nella casa del fratello D.r D. Antonino in Castro- lonare argilloso, e raro geodico , calce carbonata
giovanni. Correva il 12 lustro della sua vita tra rossa, e finalmente ad Alimena a 14 m. una mon
gli onori e gli studii e godeva gi di nna celebrit tagna di sai fossile comune cristallizzato in certi
acquistata col sudore , ma la falce cholerica che punti in cubi coloriti. Il gesso crislallizato ha cosi
ruotava infaticabile nell'epoca tremenda del 1837 fa- sottile le sue parli ed al tempo medesimo s for
ceralo soggiacere ai colpi. Il 31 di agosto fu l' ulti temente compatte, che impossibile, secondo dice
mo di si bella vita ; sepolto tra nna moltitudine il conte di Borch, determinarne la figura prima; ie
che uccideva la tremenda moria, non un Gore il credo per col sig. Wallerio di figura fibrosa;
fu posto sulla terra che lo accolse nel sonno di ne grandissima la trasparenza , talch a prima
morte: vista sembra uno spato. La cristallizzazione poi
.... e forse l' ossa del gesso in gruppi eh' opaco in Castrogiovanni
Col mozzo capo gl' insanguina il ladro sembra a principio quella del precedente , ma
Che lasci sul patibolo i delitti. differente; poich presentasi il gesso sotto una for
39G
EN EN

le in pascoli pei cavalli e pei buoi, pian Eniella o Atella dal nome della moglie,
tata un tempo a vigne, poich tra le pri Poi canta Silio nel Iib. 14.
me terre, testimonio Slrabone, dava ottimi
AU'Elloreo Aceste ognor fu caro
vini; onde Silio cant: Di Eniella il nome...
Per ampie vigne verdeggiante Eniella. perciocch a questo trojano fu sempre ama
Vario il nome della citt; dicela Entello bile il nome di Eniella per la memoria della
Diodoro, ed Enlellini i suoi abitanti Plinio moglie. L'ascrive Servio sul 5 dell Eneid.
e Cicerone ; Tzclzc Enlalla ed Aletta da ad Elimo, che credesi figliuolo illegittimo
Attila moglie di Egesto, donde quel detto di Anchise. Virgilio finalmente nel mede
di Vibio : il Crinito in Sicilia alla citt di simo 5 libro introduceAnlello amico di Acc
Alilac, cio di Attila. L' origine ne anti stc a tenzone nel cesto con Darete, senza
chissima poich si riporta ai tempi trojani, dubbio con poetica fantasia, avendo Io stes
ed anche sono varie le opinioni sul fondato so Aceste preso moglie per nome Entclla,
re, imperocch altri ascrivono lo stabilimen e dicelo fondatore della citt dello stesso
to di Eniella ad Egcslo o Accstc, di cui dicesi nome. Del resto scrive l'Epilomalore di Ste
aver fabbricalo Erice ed Egesla ossia Segc- fano sulla citt: Entello citt di Sicilia,
sta; indi Isacco Tzelze sopra Licofrone, che ne erano per gli abitanti Campani di
disse Accstc fondatore di tre luoghi, scri nazione, compagni ai Cartaginesi. Cer
vendo aver preso Crimiso in consorte una tamente come afferma Diodoro nel lib. li,
delle figlie di Fenedamonlc, ed aver gene lasciali Dionisio i Campani, partili questi
rato Egeslo, soggiunge : costui fabbric in per Eniella, persuasi i cittadini a conceder
Sicilia ben tre citt , una che dal suo loro il dritto di cittadinanza, oppressili poi
nome disse Egesta, altra Erice, l terza nollcinpo per tranelli, trucidarono quanti
avevano ecceduto gli anni della puerizia, ed
appropriatesi le loro donne, si usurparono il
ma globulare, con nna tinta giallastra, la cristal possedimento della cill, secondo Cluvcrio
lizzazione ne laminosa, non sono poste per le
lamine l'une sull'altre, ma partono da un centro nell'anno n della xciv Olimpiade, qual fro
comune a ciascun globo, per confinare alla circon de fu certamente in mollo uso presso i Cam
ferenza dove l'estremit si rotondano. Intorno poi pani. Dopo cinque anni era Eniella in con
ai fossili orgauici trovansi fra gli altri nei dintorni federazione coi Cartaginesi, ma dopo i tren
di Castrogiovanni Lucina transversa, Donax, Pin ta se la sottomise Dionisio, secondo lo sles
na, Pecten, Chama, Ballanus ec. Ilannoci anche
nei boschi dei porci-spini, martore, donnole e lupi, so
tellaDiodoro
nel lib.nel16 lib.
espugnala
15, il dai
quale
Cartaginesi,
dice En-
piccoli mammiferi rari in qualche modo in altri
luoghi dell' isola. e dopo tre anni data in libert per opera
A sei miglia verso ostro da Castrogiovanni sul di Timoleonle; Timoleonte, ci dice, s'im-
molino del Paradiso la grotta dell'Inferno, so padroni di Entclla, dove uccise 15 cittadini
migliante a quella delle quattro arie nel [monte
Cuccio nel territorio di Palermo descritta dallo che seguivano le parti dei Cartaginesi, don
Scin, ed a quelle di Melilli e di Pantalica; rende gli altri della libert. Rimaneva sotto il Con
un magnifico efTetto e fu mentovata anche da So te Ruggiero ed i figliuoli di lui, ma sotto
lino. ampia e vi si entra per tre bocche; le l'Imperator Federico Re di Sicilia, aven
cristallizzazioni di acque vi si compongono in dola i Saraceni insieme a Jalo presa in loro
maravigliose maniere che quelle stallatiti rappre
sentano ; sono intanto coverte da sottilissimo li tutela, giacque dalle fondamenta crollala,
chene che variamente le colora, e penetrandovi non mai da allora rifatta. Alle radici aqui
i raggi solari mostrasi uno spettacolo magnifico. lonari del colle, per dove guarda Calalrasi,
397
EN EO
una notissima miniera di pietra alaba- isole e vi nota Alicucl i e Filicudi. Gli antichi
strile, dove anche apronsi dei bagni a to tulli di unita selle le dissero , e ne arre
glier varie malattie, mentovati dal Fazcllo. ca Cluverio per inlero i testimonii ; quan
Da questa citt finalmente Castelvctrano cb- tunque alcuni di essi come Servio ed Isi
besi, secondo Arezio , il nome di Castello doro dicanle 9 ripetuto il nome di due, ed
Entellino. Appiano facciale 5 lasciale Filicudi ed Alien
ili, poich disiatili dall'Eolie. Nasce da ci
EO la discrepanza, che lasciano le piccole come
scogli, ed una come poi dir emerse nuo
Eolie (isole). Lat. Eeoliae Insula?. Sic. vamente pel vigore del fuoco. Dieci io ne
Lipari (V.D.) Volgarmente Lipari dalla pri nolo cogli scogli, alle quali se aggiungerai
maria tra quelle , e Vulcanie dai monti Filicudi ed Alicudi saranno 12; ecco inomi
ignivomi che vi hanno; bagnale dal mar di ognuna: Lipari, Vulcano, Lisca bianca,
Tirreno; adjacenti all'Italia ed alla Sicilia, Saline , Strongoli , Panaria , Basiluzzo ,
ma a questa un po' pi vicine, site al lato Vulcanello, Dattilo, e dalla mappa di Seut-
aquilonare di essa, rimpello il territorio di lero si ha Tilanavi olire Alicudi e Fili
Milazzo , altre piccole altre poi maggiori , cudi; sono poi gli antichi vocaboli: Lipari,
liminosi come famose presso i poeti , per Vulcania, altrimenti Thermissa, ed Riera,
avervi stabilito la sua sede Eolo Re dei Evonimo, Didyma, Slrongyle, Phaenicu-
venti , e diecsi avervi anche avuto una fu des o Phaenicusa , Ericodes o Ericusa ,
cina Vulcano padre del fuoco; onde Eolie, Hicesia, Ileracleoles. Nessuno degli anti
Vulcanie e da' Greci Efcsliadi si appella chi fa menzione di Vulcanello e diconla
rono ; diconsi anche Piote da Omero , sorta al tempo di Plinio o poco prima. Non
poich sono bagnate all'intorno dal mare. ardisco indovinare intanto perch Hicesia ed
Disscle Arne Giannatlasio da Diodoro: im- Ileracleoles, che giacciono tra lo altre, non
peroch Boelo, ci dice, venendo ad Eolo siano stale insieme registrate. Ricordarono
avo paterno, ed avuto da lui in luogo le prime Euslazio e Tolomeo, tuttavia ve
di figlio , pass nel regno di Eolide ed diamo descritta Eraclcole ncll' Itinerario
impose il nome della madre Arne a quel dell' Isole, come avverte Cluverio. Dir lar
la regione. Dice poi sul sito il medesimo gamente nei luoghi proprii delle doti di
Diodoro lib. 5 : Giacciono queste isole tra natura; ci mostra oggi con chiarezza l'espe
la Sicilia e l'Italia con corso diretto dallo rienza Vulcano e Strongoli esser di quelle
stretto e da oriente ad occidente; distanti le due ignivome. Lipari popolosa, quasi
quasi ISO sladii dalla Sicilia; uguali quasi sterili alcune, altre feconde per l'industria
tra loro in grandezza; ma la pi grande, degli agricoltori, tulle finalmente mon
cio Lipari, ti ha un circuito di ISO sladii. tuose (1).
Afferma poi Plinio, dall' opposta parte del
(1) Secondo i pi accorati naturalisti ritrovanti
fiume Metauro che bagna la Calabria parte in queste isole le seguenti produzioni vulcaniche:
d'Italia, distar 12 miglia le Eolie; ma er amianto, ferro ossidato oligeste, subossidato, ferro
rore incorse negli esemplari suoi; imperoc idrato; arragonite calce carbonata roanganesifera;
ch Marciano Capclla e Solino Epitomatori calce idrosolforata calcarifera; ferro manganesifero
di lui scrivono distar le Eolie dall'Italia 24 e calce magnesia carbonata, quarzo agato; quarzo
miglia quante in realt se ne computano. roseo, quarzo pietra pece ; idrato resinoide ; lave
a base selciosa di ugual frattura ma in altre cir
Non si combina gi sul numero di esse; costanze differenti. Lava sparse di crisolito e
imperocch afferma il Fazello esser 10 le melanite , pirossenich e con cristalli di anGgeno ,
398
EP EP

Epipoii. Lat. Epipolae (V. K.) La v* par altezza da contrastare colla sua stabilit
ie della citt di Siracusa verso greco, alle qualunque forza nemica , imperocch era
altre sovrastante, famosa al certo per pub ad intervalli fornito di alle torri, e co-
blici ediGzii, ma sprovveduta allatto di pri slava di sassi di quattro piedi artificio
vate case di cittadini. Era munita di mura, samente costituiti. Di quella fortificazione
ordinate da Dionisio con somma celeril, e all' intorno, da Diodoro avvertila, scrive in
che volle fermissime ed interrotte da torri, larga copia Tucidide nella Guer. Pclopon.
testimonio di lutto Diodoro nel Iib. 14, di cui Iib. 6, ed assegna il luogo: Quel luogo in
queste sono in compendio le parole : Dio tanto arduo , sino alta citt alquanto
nisio tiranno di Sicilia, richiamando alla declive, e largo affatto verso dentro: don
memoria che la citt di Siracusa nella de i Siracusani posergli il nome di Epi
guerra contro gli Ateniesi fu cinta da un poli, per esser il pi alto degli altri. Oc
mare all'altro, e temendo che simile in cupate poi le Epipoli gli Ateniesi, nella pi
fortunio non venisse altra volta a speri alta estremit di quelle, per cui riguarda
mentare, e l'uscita nei campi a chiuder- verso Megara, sollevarono un castello so
lesi affatto ; imperocch vedeva essere pra Labdalo, acci fosse consena dei ba
opportunissimo il sito delle Epipoli rim- gagli e del tesoro, quante volle a com
pelto Siracusa ; raunali architetti, ricav battere uscissero. Diremo a suo luogo di
dai loro pareri dover munirsi le Epi Labdalo; fa menzione poi Livio di Eurialo,
poli; imperocch
pilo, dove ora esiste
questoil luogo
muro rivolto
ad Essa-a che era 1' altura colla fortezza , perlocb
(liccio il Cluverio parte delle Epipoli, ed
settentrione tutto scosceso e per l'asprez altri dei nostri con lui; appellasi oggi,
za dalla parte esteriore inaccessibile. De ci dice, Belvedere, perch in lungo ed in
sideroso dunque di compir fra breve le largo all'intorno riguarda. Poi appo lo
costruzioni, congrega da ogni parte dei Epitomatore di Stefano, soggiunge, dicasi
territorii della gente, donde scelse sino Eurialo la rocca delle Epipoli; sono poi le
a 6000 uomini idonei al negozio e di for Epipoli una piccola terra di Siracusa po
te complessione .... Laonde nello spazio sta in luogo scosceso. Ma dimostrai altro
di 20 giorni si protrasse il lavoro del ve , non essere slato Eurialo a Belvedere,
muro a 30 sladii di lunghezza, ed a tale ed in appresso apparir pi ampiamente.
Fu al certo Eurialo parte delle Epipoli,
cristianile; roccia feldspalica con cristalli di calce
carbonata e gismodina; mellilite , nefalina , spato fabbricato dal medesimo Dionisio, e di cui
lamelloso , ed idroclorato ramifero di soda, che rimangono delle vestigia nel luogo , che
raramente si rinviene nelle incrostature di Vul appella il volgo lUongibellisi. Del resto, se
cano. Olire alle quali produzioni vi furono rin estendevansi le Epipoli sino a Belvedere,
venuti dalla esimia Giovanna Power; come ella dove sono le vestigia delle mura e delle
stessa fa menzione: trachito con rame solfato;
rame idrosolfato; rame ferro solfato antimonifero ; torri con tanta magnificenza da Dionisio
rame idrocarbonato; rame idrato; rame quarzife costituite? Era dunque a Mongibellisi do
ro; rame ossidolalo; scisto argilloso , sabbionoso , ve sorgeva Eurialo, il termine delle Epi
alluminuso, granitoso ossidiano. Le vetrificazioni poli ; sodo Eurialo anche in un poggetto
vulcaniche poi, che in tutte tali isole si osservano, il castello 1. nudalo, opera degli Ateniesi;
han fatto conchiudere ai geologi che le sostanze
delle isole Eolie sono a (Tallo diverse da quelle d'ivi non lungi Essapilo, che vicino a Tica
del Mongibello. Nei loro mari vi si pescano molle appartenevasi alle Epipoli , quinci verso
variet di coralli e quantit di molluschi nudi e occidente sono le Latomie o le pietrnje
conchigliferi dei pi grandi dei mari di Sicilia. in uso di carcere , come altre qua e l ,
399
EP ER

delle quali Plutarco nella vita di Dione : finch qualche di lui discendente non ve
prese quindi le Epipoli, liber i cittadini nisse a richiederla; come poi avvenne, ch
che eranvi tenuti prigioni, mun la rocca lo sparlano Dorieo venuto in Sicilia, ri
d'un muro. Avendo Dionisio di mura cir cuperatigli aviti possedimenti costru Era
condalo le Epipoli confinanti a Tica ed a clea. Pausania lib. 3, da Aristofane: gli Era-
ISeapoli, che erano parti di Siracusa, non elidi, scrive, non polendo per la povert
incongruamente afferma il Cluvcrio essere abitare in Atene ed in altre parli della Gre
stato abbattuto il muro tra le medesime. cia, di nobilissima famiglia essendo, sen
Quinci Marcello Capitano del romano eser vennero in Sicilia e fabbricarono la citt
cito, occupato Essapilo ed impadronitosi di Eraclea; queste cose con poca varia
delle Epipoli, prese poi Tica. Diremo in zione riporta Erodoto nel lib. 5 imperoc
appresso di Eurialo , Essapilo e delle ch narra aver consigliato un certo Anli-
Latomie. cratc dagli oracoli di Lajo a Dorico , che
fabbricasse in Sicilia Eraclea, affermando
ER esser degli Eraclidi la terra di Erice, da
Ercole slesso acquistata; ed alquanto dopo,
Eraclea. Lat. Heraclea (V. M.) cogno navigarono poi insieme con Dorieo altri
minala Minoa, un tempo Macara. Descris- Spartani di lui compagni nel dedurre la
sela con molta esattezza Fazello nella Dee. colonia, che venuti essendo in Sicilia
1 lib. 6 cap. 2, e Dee. 2 lib. 1 cap. 2 in dai
con Fenicii
flotta ede ogni
dagli apparecchio,
Egcslani soccombet
superali
sieme con Minoa, e dimostrala sita eviden
temente appresso Agrigento verso occiden tero in battaglia , il solo Eurileonte in
te , al promontorio che dicesi oggi Capo questa strage rimasto superstite, che rac
Bianco , tra Siculiana e la foce del fiume colte le reliquie dei suoi, occup Minoa
Platani, e di tal parere anche Cluverio, colonia dei Selinunzii e liber questi
dimostrandola collocala alla foce medesima dalla monarchia di Pitagora; e que
del Platani , checch Pacio opponga ; sto ritolto, egli medesimo invase la tiran
grande perci l' errore delle genti di Ter nide di Selinunle, ed in breve se ne mi
ranova , vantandosi essere stata un tempo se a capo ; perloch il popolo fatto im
Eraclea loro patria ; n i regii diplomi , pelo contro di lui, sebben rifugiatosi all'al
che confermano l'errore medesimo, danno iare di Giove Forense, lo scann; e questo
autorit alla volgare opinione ; imperoc ci narra Diodoro. Fazello negli accennati
ch gli antichi Geografi e Storici asse luoghi , da quelle parole degli scrittori
gnano quel silo si a Minoa che ad Era raccoglie alcune cose che forse nessun
clea, dei quali recherei le parole, se non prima di lui pales; aver cio conseguito
il medesimo Fazello largamente conside subitamente la regione di Erico, dichiarala
randole, desse conchiusione. Diremo in ap la progenie, volentieri cedendo gli abitanti,
presso sull'origine di Minoa, e qui farem ed aver tra Girgcnli e Selinunle verso
qualche molto sulla fabbricazione di Era il promontorio Bianco sulle ruinc della citt
clea o il ristauro di Minoa. rce , dice Minoa gi ruinata, fabbricato una citt che
Diodoro nel lib. 4, accettale le condizioni, disse Eraclea da Ercole; quella pertanto
discende, con Ercole, a certame, e vinto sorse per poco, che i Cartaginesi o per in
restando, vien destituito del possedimento vidia o per paura che Eraclea impingua
della regione, che Ercole come un depo tasi qualche volta non distruggesse l'im
sito concedette agli abitanti in usufrutto, perio dei Fenici , confederate cogli Ege-
400
ER ER

stani le loro armi, con grande esercito as servile travagliarono Eraclea, ma il Con
salirono, e presala sin dal fondo mina sole Rupilio, addottavi una colonia di Ro
rono , sconfitti uccisi Dorieo e gli altri mani la rese allo stato primiero e di leggi
spartani duci,, scampatone il solo Eurilcon- la mun. Testimonio Cicerone nella 3l Verr.
te ; non molto dopo tuttavia condottavi fu da Verre grandemente vessala. Attesta
una colonia di suoi rifeccrla i Selinunzii, e finalmente Pietro Diacono esser del lutto
Pitagora assunto il titolo di tiranno, poscia ruinata sotto i Saraceni devastatori dell'iso
la diresse. Ma resa al nome antico ed alle la. Sopravanzano tuttavia delle vestigia che
leggi, novellamente appellata Minoa, Euri- esporremo dalle parole del Fazello.
lconte superstite ai duci spartani, raccolto Eranc il circuito di due miglia, sita in
da ogni parte le reliquie degli Eraclidi ed una rupe poco elevata, e da ogni parte princi
assalitala, acquistatala con somma vigoria, palmente da quella che dai flutti battuta,
c tolto Pitagora, disciolse i Selinuntini dal scoscesa e munilissima. Nulla oggi intiero
monarchico giogo. Ma avendola quinci egli di antico edilzio, ma dapcrtutto passa l'ara
medesimo invaso, dai Selinunzii infiammati a tro. Verso il centro della citt sono aneora
sedizione , dinanzi all'altare ucciso cui erasi due sotterranee spelonche artificiali, di cui
rifugiato, cadde nel sangue suo ; il che pu ci abbiamo incerto se siano stale cisterne
agevolmente affermarsi essere avvenuto, ma o sepolcri. Donde la citt mirava aquilone
nessun degli antichi , che io sappia , cosi ci ha un poggio , nel di cui vertice era
apertamente ce lo attcst. Afferma al certo una fortezza oggi della Castellacelo. Dalle
Diodoro avere i Cartaginesi ruinato dalle mura per sino al fiume Lieo si rimane
fondamenta Eraclea: ma di queste cose, sog ancora intiero un acquidollo, costruito di
giunge, dal mo tempo scriviamo separa pietre quadrate ma calcaree, delle quali
tamente; quasi che si sicno fatte molto dopo grandemente abbonda la contrada. Gli al
la fabbricazione della citt; in nessun luogo tri monumenti della cill mancando di forma
del resto se ne fa cronologicamente men se ne ignora l'uso. Dinanzi le mura osser-
zione , pcrloch s' ignora affatto il tempo vansi ancor molli granai nella viva rupe
della distruzione di Eraclea dai Cartaginesi. incavali che sovrastano al mare, nei quali
Sotto il nome di Minoa ne prese l'im gli Eraclecsi conservavano in ogni anno i
perio Dionisio Tiranno di Siracusa; quinci frumenti; imperocch fu Eraclea nobilis
Dione ad essa scn venne, passato per Agri simo emporio di frumento, come afferma
gento lasciatevi le spoglie ed il bagaglio , Polibio nel lib. 1, lorch dice riportala indi
e contro Dionisio l'esercito condusse. l'annona al Lilibco nella prima guerra
Non voglio del resto dissimulare, che da punica. Vedonsi inoltre al di sotto sca
Plutarco dicesi allora Minoa piccola citt vate anche nelle rupi ed intere sinora
della signoria dei Cartaginesi. Circa 48 anni delle conserve confinanti al lido, ed al me
dopo era gi nuovamente citt famosa, quinci desimo negli scogli subaquanei tagliarono
il tiranno sottomise i cittadini di lei che gli Eraclecsi uno asilo, per cui potessero
eransi alla libert restituiti. Avvampando la sicuramente approdare i navigli ad espor
seconda guerra punica era ai Cartaginesi tare i frumenti. All'estremo della citta che
soggetta: Imilcone, dice Livio nel lib. 4, sovrasta al mare oggid una torre d'ispe
cfte a lungo avea tenuto la flotta al pro zione delta di Capo Bianco. Conchiude fi
montorio del Pachino, sbarc ad Eraclea nalmente lo Storico: fi silo della citt
che dicono Minoa 21-000 fanti , 300 ca talmente grato , ammirabile e comodo
valli , 12 elefanti. I mali della guerra alla vita umana, che non so finire di far
401
ER ER

te maraviglie coi Re di Sicilia, per averla IAlibeo in Eraclea, in guai tempo giunsero
cos villanamente fallo cadere in estingui- coloro che offrivano la resa di Erbesso.
mento. Affermo con Eraclidc essere stata Cosi altrove narrando la spedizione del
certamente appellata un tempo Minoa Ma- Duce Agrigentino Xenodoco, per mettere in
cara per l' amenit del sito, quasi Citt libert le citt dell'isola, scrive: gli En-
beala. Dice inoltre ncll' Isagoge il Gaetani nesi, spedili ambasciadori, rendono la cit
un delubro della ruinata citt esser sacro t agli Agrigentini, i quali messala in li
oggi a S. Giovanni. Cavansi comunemente col- bert si drizzano verso Erbesso, che da
1' aratro dei mattoni c dei frammenti di vasi una guarnigione cuslodivasi. Sebbene tali
fittili; occorrono anche appo Paruta quat cose dette si fossero di Erbesso presso Agri
tordici varie monete di questa citt di rame, gento, dubito se intender si dovesse di al
di argento e d'oro, colla lesta di Palladc, tra citt dello stesso nome presso Siracu
coli' imagine di Ercole strangolante il Leo sa. Fazello e Cluverio ricavano da tal de
ne, non che colla faccia di Cerere adorna scrizione di Polibio essere stala Erbesso so
di spiche, coli' epigrafe hpakahtin ed pra Agrigento , ma io non so rigettare se
HPAKAEiaN. ad Erbesso sia slata oggi sostituita la pic
Erbe biancbc. Lat. Ilerbae Blanchae. cola terra di Grotte. Soggiunge Fazello : la
Sic. Ervi vranchi (V. N.) Antichit. Presso etimologia greca non assurdamente ripor
Pachino, ad un miglio dalle vestigia di diroc ta la ragione di tale antico nome alle
cala citt appellale Machere , verso austro , spelonche che i Siciliani volgarmente
sorge un colle piuttosto basso, nel di cui chiamano Grotte; ma sembra che Grotte
vertice una ammirabile moltitudine di sia situata in luogo pi rimoto, di modo
tombe che occorrono qu e l costruite di che assediando i Romani Agrigento, avesse
pietre quadre presentando per lungo (ratto ro potuto i loro confederali trasportarvi di
orme di citt. l soccorso e vettovaglie, e che essendo
ErbeMso. Lat. Erbessus (V. M.) Citt sene impadronito il cartaginese Duce tolse
sita un tempo appresso il territorio di Agri ai Romani un qualunque soccorso. Abbiamo
gento , mentovata da Polibio nel lib. 1 e detto ci per non ingannarsi gl'incauti dal
da Diodoro nel lib. 20 e 23; scrive que l'ombra sola del nome.
gli, parlando degli accampamenti dei Ro Erbeo. Lat. Erbessus (V. N.) Citt,
mani nell'assedio di Agrigento. Vettovaglie da Plinio Ilerbessus coll'aspirazione, la cui
e tarii apparecchi gli altri compagni gente delta Erbessma; diversa dalla
importavano frequentando Erbesso e poi Erbesso sopra Agrigento. Ke fan menzione
ila questa citt non mollo distante dal i nostri Diodoro Pausania e Livio , ed oggi ,
campo parcamente mercanteggiando essi giusta Fazello, si nota sotto il nome di Pan
medesimi, fornivansi in larga copia di talea , sebbene asserisca Cluverio essere
tutto che loro abbisognasse. Il che avver stala dove oggi Palazzolo. Ecco le pa
tendo Hannone che veniva in ajulo ai suoi role di Fazello : la citt di Panlalica
Cartaginesi in Agrigento assediati, riunito in sopra deserta rupe a picco da ogni parte,
Eraclea lutto l'apparecchio di guerra e le da moltissime spelonche incavala, cinta da
truppe pria d' ogni altro per opera di tra fiumi, e nalurulmentc munilissima. Mostra
ditori s'impadronisce di Erbesso e tron no chiaramente ed il luogo e l'etimologia
ca agli alloggiamenti dei nemici ogni spe del nome essere stata un giorno Erbesso,
ranza di vettovaglia: e questo afferma Dio dapoich questa voce corrisponde in lati
doro: Hannone con tutto l'esercito tenne dal no a pieno di spelonche; era poi grande.
402
ER ER

con antri artificiosamente intagliati, dei ordine benedettino. Recai nelle note al Fa
quali pel gran numero einora degna zello le parole di Cluverio, colle quali con
di ammirazione ; al qual parere mi appi molla evidenza attesta essere stata Erbita
glio imperocch stabilii Acre presso Palaz- presso IVicosia. Afferma Diodoro nel lib. ii
zolo. Cluverio per che colloc Acre nei e lt essersi da essa dedotte colonie, es
contorni di Avola per leggerissimi argomen sendone Prefetto Arconide, e fabbricale nel
ti favorisce il Fazello, e mimesi a ci, poi lido aquilonare Alesa e Calatta, alla quale
ch espugnala Leonzio da Marcello, Ippo- ultima Ducezio Re dei Si coli apprest an
crate ed Epicide Pretori di Siracusa da che ajuti e braccia. Costa poi frapporsi al
quella citt gi saccheggiata rifugiaronsi in tre 30 m. tra Nicosia ed Alesa e Calatta
Erbcsso, e certamente avrebber potuto con senza occorrere altra citt; agevole era
pi di facill penetrare in Siracusa che in perci agli Erbitensi difendere le loro ma
, Pantalica; ma e non con pari facill si sareb rittime colonie; al contrario se ad Aidone
bero portati in Siracusa piuttosto che in Pa- la collocherai, erano a valicarsi dagli Erbi
lazzolo? e nessuno indovinalo avrebbe il tensi i confini di Ccnturipe, Aggira e final
motivo della loro venula in Erbesso dopo la mente di Enna allora celebri citt , per
espugnazione di Leonzio. Ci che soggiun venirne a Culatta e ad Alesa.
ge delle spelonche che anche in gran nu Del resto dichiara essere stala Erbita e fio
mero si trovano in Palazzolo, un argomen rente e di ampio imperio il non averla po
to meno calzante, ch in questa regione non tuto espugnar Dionisio potentissimo tiranno
v' ha alcuna terra che non abbia delle spe di Siracusa. Diodoro nel medesimo lib. 14:
lonche in gran numero artificiosamente in Promosso indi il campo , da Enna cio ,
cavale , ma so ne osservano in maggior prese ad oppugnare Erbita; ma non avu
copia in Panlalica che altrove. Gi Dio to alcun evento la cosa, ingaggiala una
doro nel lib. 14 due cose noia di Erbcs pace, venne colle truppe sopra Catania;
so, e che Dionisio abbia assediato la pri n molto dopo : Arconide Prefetto di Er
ma di suo diritto essendo, come le altre bita, poscia che avevano gli Erbitesi fer
citt di Sicilia Sergenzio, Morganzio, Er- mato con Dionisio la pace, rivolse l'ani
bila, Assoro, e per la cospirazione dei suoi mo alla costruzione di una nuova citt;
soldati sia ritornato in Siracusa sciolto lo impcrocclie
gente raccogliticcia,
si aveva che
molli
erasi
mercenaru,
ammassata0
assedio, e che abbia finalmente trattato la
pace cogli Erbessini. Vedi Panlalica. nella citt per tema della guerra di Dio
Erbita. Lai. Herbita (V. D.) Antica cilt nisio. Collegossi poi, testimonio il mede
sita secondo Fazello ed altri, non lungi da simo Diodoro, coi popoli Tindaritani mol
Aidone nel luogo che oggi appellano Cit to trai Sicoli potenti. Vien celebrala quin
tadella ; ed altrove io la stabilisco oltre Ni- ci da Eforo , Stefano , Tolomeo , Plinio e
cosia verso aquilone , dove ancor si scor Cicerone oltre Diodoro; quantunque di que
gono dalle reliquie avanzi di ruinata citt, sti Tolomeo notandone il sito tra Aggira e
e sotto il nome di Casalini. Dalle mace Leonzio 0 tra Centuripe e Minco abbia im
rie di essa affermano il Cluverio, l'Arezzo ed posto a Maurolico, Fazello, Pirri ed altri,
il Gaetani essersi accresciuta Nicosia, dalle che collocassero Erbita ad Aidone dov'
quali non molto dista oggi la chiesa cam Cittadella, il che avvisai di sopra. Cicerone
pestre di S. Maria della Grazia, volgarmen poi nelle Vcrr. 2a 3a 4a e 3a encomia gli
te di Vaccara, appartenentcsi ad Erbita, Erbitensi ed il loro territorio devastato dal
dove attestano essere slato un convento di l' avarizia del Pretore cogli altri confinan-
403

carcere in latino. ER
Si ba nel lib. 22 di Dio- ER

ti, cio di Alesa, Ccfalcdio, Terme, Amastra- doro : Pirro assale tosto Palermo , ed a'
ta e Tindari; massimamente per ne indica forza se ne impadronisce, occupata poi la
la celebrit con quello parole: Tediamo fortificazione dell'Ercte rese suo tutto che
Erbila onesta ed abbondante, quantun i Cartaginesi possedevano; e nel libro se
que ora sia stala da costui spogliata e guente : avendo i Romani con 40000 fanti
travagliata. Fa menzione di Filino che vi e 1000 cavalli assedialo il castello Ercta
ebbe la culla, insigne per eloquenza e no non poterono espugnarlo. Polibio con esat
bilt. Rimase nei tempi cristiani , e dicesi tezza il descrive nel lib. 1 : Amilcare co
volgarmente aver da essa sorto S. Leone II gnominato Barca colla consueta /lolla ap
sommo Pontefice. tuttavia occulta l'epo prod presso i confini di Palermo, ed ivi
ca della ruina, se non si vuole aver fede occup un luogo presso il mare silo tra
a Paolo Diacono , che divolga Erbita di Erice e Palermo, che appellasi Sopra il
strutta dai Saraceni nell'anno 800, insie Carcere giacche un monte da ogni
me colle primarie citt mediterranee del parte scosceso, che dalla pianura sottopo
l'isola. sta elevasi altissimo ed ha un circuito non
Erbita. Lat. id. (V. R.) Antica citt, minore di 12 ni. e mezzo nella sommit; lo
sita secondo alcuni dove oggi sono i ru spazio centrale adallo a pascolare il
deri a due miglia da Aidonc verso oriente, bestiame ed a produrre delle biade. Sta
e volgarmente il luogo dicesi Cittadella; al soffio dei venti marini, ed interamente
pcrloch gli Aidonesi si persuadono dagli scevro di bestie pestifere. Dall' una parte
Erbitensi discendere. Altrove mia cre e l'altra, cio dal mare, donde uniscesi
denza
Erbola.
doverLat.
collocarsi
Hcrbulapresso
(V. M.)
Ricosia.
Citt di ai luoghi mediterranei circondato da
scoscendimenti e precipizii che abbiso
sito incerto; fa menzione Plinio dei popoli gnano nei loro intervalli di piccole for
Erbolensi trai mediterranei. tificazioni. In questa pianura ergesi un
Ercole (tempio di). Lat. Herculis fa- colle cos formato dalla natura che sembra
num (V. R.) Plutarco su Ricia fa memoria una rocca o vedetta per osservare le sot
del tempio di Ercole all'interno seno Dascone tostanti terre. Tre vie presenta il monte
ed il meridionale asilo del porto di Siracusa. e difficili; due da terra ed una dal mare.
Sono sue parole: Colloc JVi'cia il rimanente Avverte Cluverio che quella prima indica
delle schiere nel lido, abbandonalo avendo zione del monte, tra Palermo ed Erice
i grandi alloggiamenti e le mura contigue troppo vaga, frapponendosi un intervallo
ai tempio di Ercole; indi soggiunge, es di ben 60 m. Il circuito di 12 m. e mezzo
sersi col portati i Siracusani ad offrire corrisponde anche all' estensione delle sue
i loro sacrifizii. Giusta Cluverio dalle ro radici. Affermano Fazello e Cluverio avere
vine di questo delubro fabbricossi il tem un solo diffcile accesso verso mezzogiorno,
pio di S. M. Maddalena, per cui quel luo ma questo presenta oggi magnifica scala for
go dicesi Maddalena. mala per cura del Senato di Palermo con
Ercta.Sic. Muntipiddirinu (V. M.) Monte, immense spese, il di cui tortuoso cammino a
altrimenti detto Pellegrino, e Castello. Sor molli archi appoggialo, rende agevolissima
ge quasi solitario all' occidente del into la salila ai carri medesimi ; un secondo
nile di Palermo, cui era un giorno sovrap accesso dalla parte medilerranea verso oc
posto un Castello detto Ercla e mentovato cidente indicato da Polibio apresi nella
da Diodoro e Polibio ; questa voce vale valle del Porco, ma non vi possono neanco
generosi destrieri salire ; dalla parte di
404

ER ER

mare non oserebbe alcuno tentarne la sa del fiume Gela, sino alla terra che appellasi
lila senza certo pericolo di ruina. La fer Ifoara posta tra Taormina e Patti , dove
tilit poi del suolo non tal quale la de connctlonsi al Nettunio, ossia al monte Pe-
scrive lo storico, dapoich sebbene le ra loro. Comprendono da occidente il Nebrode,
dici di quel monte feraci siano in biade, oggi Madonia o Marone; per la quale ragio
tuttavia le sue vette sassose essendo, abbon ne stabilisce Cluverio esser gli Erei i monti
dar possano solamente in fertili pasture, di met di Sicilia. Fazcllo riconosce come
ma in gran parte mostrarsi squallide per la Erei i monti che sorgono fra Troina e S.
loro sterilit; del resto contiene delle pie Filadeifio, donde si ha la sorgente il fiume
tre preziose e vi si cavano alabastrai di Furiano, quinci diconsi volgarmente Mon-
varii colori tra cui il cotognino; per lo che tori come se ne avessero corrotto il no
Giordano Cascino pretende d'essere slato me. Scrissi altrove accostandomi al Ven-
chiamalo Pellegrino per le sue peregrine timiglia raccogliersi facilmente da Yibio
cose. Finalmente il colle all'epoca di Polibio appartener l'Artcsino , di cui parlai , agli
poteva far le veci di rocca, mancava per Erei; imperocch dice quegli : il Crisa da
di ogni fortificazione. Pretende l' Inveges un monte Ereo; ed il Crisa volgarmente
che sia ivi slato il Cronio o Saturnio co Dittamo si ha la fonte sotto Arlesino , e
struito da Saturno , o trovasene i ruderi riconosce origine nella valle a lui sotto
ancora nel luogo verso aquilone, detto Slro- posta. Bonanno e Mazzoni stimando IblaErea
faccio. Oggi sul poggio verso mezzogiorno essere Ragusa , non lungi ne stabiliscono
smisurata slalua della Vergine Rosalia pog i Monti Erei nei colli di Lisia. Ignazio
gia in una base, cui sogliono i naviganti da Noto finalmente prova con molli argomenti
lungi salutare con lieti evviva e colpi di sorger gli Erei presso Vizzini. Bla son tal
cannone. Ivi presso ergesi una torre di mente persuaso combinarsi il tulio che af
ispezione. Dell'antro poi dove lunga pezza ferma Diodoro per gli Erei , intorno al
visse e depose il suo frale S. Rosalia Ver Nebrode volgarmente Madonie altrimenti
gine Anacoreta Palermitana si fatto un monte Marone, da non doversi a mio pen
tempio frequentatissimo dal popolo, come samento altrove ricercar gli Erei. Vedi il
dissi nelle note al Fazcllo Dee. 1, lib. 7, seguente articolo.
cap. 6 , e di cui forse sar altrove per Urei (monti). Lat. Ileraei monles (V.D.)
trattare. Vedi Morite pellegrino. Monti, donde attesta Vibio scaturire il Cri
Erei (Homi). Lat. Iteraci monte. Sic. sa. Fazello disscli falsamente Aerei , cre
Munti Erei (V. N.) cio Giunonii, cos detti dendo esserle dall'altezza tornalo quel nome.
da Giunone Hera, del sito dei quali varia Cluverio Giunonii da Giunone detta Hera
no di opinione gli scrittori. Ne fa menzio dai Greci. Dcscrivonsi da Diodoro nel
ne anzi descriveli Diodoro nel lib. 4. Sono lib. 14 con queste parole : Sono in Sicilia
in Sicilia i monti Erei, che dicono mol i monti Erei die dicono mollo opportuni
particolare,
to opportunialper ricreamento
amenit, natura,
ed al piacere
e silo per amenit natura e silo particolare al
imperocch
ricreamentovied sonoalaperte
piacere
molte
nella
fontistale;
pia
nella stale. Soggiunge molle cose sulla
fecondila, sulle fonti, le selve e la valle , cevolissime per la dolcezza delle acque;
che riporteremo a suo luogo. Quinci nota forniti
copia didigrandi
alberi quercie,
di ogni che
genere;
producono
ti ita
Cluverio occupar gli Erei un immenso spazio
di terra in lungo ed in largo, dalla cill della le ghiande di rimarchevole grossezza ,
volgarmente Piazza sila appresso le fonti ansi il doppio maggiori ed il doppio ab
405

ER ER

bondanli di quelle delle altre terre. Ab che i Montisori fra Troina e S. Filadelfio
bondano anche in ortaggi, e vi si pro furono un giorno chiamati Erci , n erro
ducono spontaneamente le riti di una neo un tal parere, dapoich vi conven
yrande ubert di frutti ...In questa regione gono le qualit descritte da Diodoro. Ca
una contalle vestila di alberi, bella raffa, Ragusa, Mazzara, Noto, Bonanno ed
come cosa divina, e fu un bosco de altri appellano Erei i monti di Lisia presso
dicato alle Ninfe. Quivi affermano esser Ragusa , amenissimi e fertilissimi , quinci
nato
a cui Dafni
diede il
danome
Mercurio
la spessezza
e da unae laNinfa,
mol Tibia Erca era loro vicina. Ventimiglia mosso
dall'autorit di Yibio Sequestro sostiene es
titudine dei lauri: queste cose ci abbia sere uno degli Erei l'Arlisino, donde ha
mo da Diodoro, il quale dice non averli origine il fiume Crisa. bagolino il ricono
egli veduti ed osservali, poich attesta, da sce nel Bonifalo monte sopra Alcamo; Ar
altri dirsi opportuni ai piaceri della stale. cangelo poi e Carrera scioccamente cor
Non ricavasi intanto essere un solo il ver reggono il testo di Diodoro dicendo do
tice del monte come nel Mongibello nell'Eri- versi appellare Etnei e non gi Erei. Fra
ce nel Pellegrino, coin avverte il Cluverio, tanti diversi pareri non oso profferir giu
il quale nota occupare gli Erei un grande dizio, ma inclina il mio animo sul Nebrodc,
spazio di terre in lungo ed in largo estese, ed ho stimato col trovarsi gli Erei dove
da Piazza, dove i fonti di Gela, a Noara, si ha le sorgenti il fiume Imera ; e le
tra Taormina e Patti dove congiungonsi al Imercsi Ninfe giusta i Poeti piansero la
Nettuno ossia al Peloro. Ma nondimeno seb morte di Dafni sugli Erci educato, qual
bene non nego aversi avuto gli Erci molli loro vicino pastore.
gioghi e molte valli cosi in lungo ed in largo remiti (Valle degli). Lat. Eremita-
stendentisi, ed avere occupato uno spazio di rum vallis. Sic. Vaddi di li rimiti (V. D.)
circa 50 m., in nessun modo posso dalle paro Valle alle radici del monte Nettunio, per
le di Diodoro ricavarlo ; poich chi mai di dove questo guarda Messina. Ci ha una im
rebbe che il cartaginese esercito stretto mensa e lunga voragine aperta da un tre-
dalla fame, ristorato dagli abbondanti frutti muoto, e come dicono comunemente alla
degli Erei a tante migliaja di uomini di morte di Cristo.
visi e non esauriti, come scrive Diodoro, si Ergenzio. Lat. Ergentium (V. N ) An
fosse qu e l disperso ed incalzando tica citt detta anche Ergenlo e Scrgenzio
la guerra in varii e separali luoghi ferma dai Latini. Vedi Cluverio lib. 2, cap 8. I
to? quel monte adunque molte velie e valli terrazzani secondo Plinio e Stefano dicc-
presentando, e sebbene collettivamente dello vansi Ergentini. Ne parla Silio nel lib. 14:
Ereo da Diodoro non ragione che occu
Adramo, e insieme Ergento...
pato avesse mela dell' isola. Che se il Nc-
brode o Marone oggi Madonic , si ha quinci Cluverio credela sita non lungi da
molle vette, ed amplissima valle nel mezzo, Adrano trai fiumi Simeto e Crisa; Tolomeo
abbondante di querce platani ed altri al per la colloca nelle Tavole tra Centorbi
beri deliziosi, non comprendo sufficiente Aggira e Mineo, ti quale sito, soggiunge,
mente perch altrove si faccia degli Erci corrisponde alle rovine di antica citt
ricerca. sita tra Mineo ed Argir non lungi dalla
Oltre il parere di Cluverio so di esser destra ripa del fiume Crisa , oggi vol
vi altre opinioni di scrittori sul sito di que garmente Cittadella. Vivevano gli Ergen
sti monti, imperciocch afferma il Fazello tini con proprie leggi, quando Dionisio
406
Eri ER

assalendo la loro .cill, la espugn e la sot Ha aver preso il nome dai fiumi, cio Si
tomise con Morganzio Enna ed altre sicole racusa, Gela, Imera, Selinunle, Erice, Co
terre. Esisteva nel tempo di Plinio, giac mico; diede nome alla citt, secondo Duri
ch egli trai popoli stipcndiarii di Sicilia da Samo appo Stefano, il fiume dello stesso
enumera gli Ergentini. Dicono alcuni che nome.
Ergenzio abbia ceduto il luogo a Regal- Erice. Lat. Eryce (V. N.) Fiume, altri
buto terra mediterranea tra Cenlorbi ed menti di S. Paolo non lungi dalla foce.
Argir. Fazello che malamente appella il Simelo,
Erice. Lat. Eryce (V. IV.) Citt sotto i e dice Tcria il fiume di Catania volgarmen
Saraceni Calataelfar , di cui feci parola. te Giarretla, dopo la descrizione di questo
Al lago dei Palici, dice Cluverio nel lib. scrive : Avendo scorso il Teria, occorre a
2, cap. 9. sovrastava da mezzogiorno la 4 miglia la foce del fiume Simeto, che ap
antichissima cilt di Enee, in latina pellasi oggi di S. Paolo; sgorga da cinque
formazione Eryca ed Eruca, sita in un fonti non lungi dalla cill di Mineo, delle
monte di cui gli abitanti appo l' Epitoma- quali sono i nomi : Macubo , Pipino , Oc-
tore di Stefano sono delti Ericei ed Eri- chial, Canale Calcagno, e Fonte ferrato.
ceni; e Fiiisto nel lib. 2 Rer. Sicular. di E questo quel medesimo fiume appo gli
cela cill di Sicilia fondata da Erice. Fa- scrittori celeberrimo, poich nel capo di
zello ne indic il silo e le sue parole ad stante al certo 30 miglia dalle foci si fa
dussi parlando di Calalalfaro. Soggiunge voleggi dai poeti , la ninfa Talia sedotta
Cluverio parlando del fiume Erice: appren da Giove aver partorito due gemelli, e de
do da Macrobio o dallo scoliaste di Ste siderando per tema di Giunone venir dalla
fano, questo fiume di S. Paolo esser l'E- terra assorbiti, arrise questa certamente ai
rice degli antichi, e quelle mine alle sue di lei desidcrii, tuttavia diedeli poco dopo
fonti nel monte Catalfano essere avanzi alla luce, donde si disser Palici, quasi ri
di antica citt, dei quali scrittori il pri nati dalla terra, e dagli antichi Sicoli si
mo Salumai. lib.S, cap. 19: Callia nel ebbero a Numi, ai quali consacr l'anti
7 delle slor. sulle cose sicole scrive: di chit ed un lago ed un tempio sovrastanti
sta Enee dai confini di Gela 90 stadii al capo di questo fiume, e varie maravi
circa. Molto deserti ed incolli sono poi glie . Fu principal cagione dell' errore al
ed il monte e quella che fu un tempo Fazello e ad altri di avere appellato Giar
icilt
Palici.
dei Da
Sicoli;
questesotto
parole
cui disono
Macrobio
situalie retla Teria e fiume di S. Paolo il Simeto,
quel verso di Virgilio:
da quelle anche di Stefano deduciamo es ....di Simeto intorno
ser fiorila Erico ai tempi di Fiiisto; e ve Placabil
I rivi, dove
pingue.
dei .Palici
. . Tara
dersi poi al tempo di Callia quasi distrutta
e deserta. Fiiisto fu affine al tiranno Dio Imperocch i Palicii gorghi solto Mineo, co
nisio, e coetaneo; Callia visse dopo Aga- me altrove stabilisco, sono le fonti intorno
toclc, poich in molti libri, ne disse le im ai gorghi del S. Paolo; adunque essendo
prese. Sono queste finalmente altre cose, giusta Virgilio l'ara dei Palici lunghesso il
che leggonsi nel lavoro di Stefano sulle Simeto, questo si crede il fiume di S. Paolo.
citt, riferite da Cluverio oltre il soprare Vibio altronde nel Calai, dei fiumi pone il
cato : Acraganle citt di Sicilia detta cos Simeto presso i Palici, ma sebbene se ne
dal fiume che innanzi ne scorre; impe dica il lago presso il Simeto da Virgilio per
rocch dice Duri: molle citt della Sici- poetica licenza, e lo stesso si affermi da Vi
407
ER ER

Lio grammatico, avendo riguardo alle pa coperto da una nube; godo tuttavia di tanta
role del poeta, non vi ha ragione perci bont di aria, che sino alla cl decrepita
da confondere i nomi dei fiumi del terri ne giungono fermamente gli abitanti. Nella
torio di Catania; per cui resta dimostrato velia medesima stendesi una pianura, dove
essere il Simcto un fiume diverso da quel srse un tempo il celeberrimo e ricchissimo
di S. Paolo ossia dall' Erice. Frattanto mo tempio di Venere , e poco gi siede oggi
strer il corso dell'Enee, il quale oggi una citt dello stesso nome altrimenti Mon-
presso la sua scaturigine dal nome del tensi e S. Giuliano, della Eccelsa nei regi
monte vicino diecsi Calatalfaro; le acquo libri, antichissima, e celebrata da vari scrit
dalle sorgenti celebrale dal Fazello, avendo tori, pel culto alla medesima Venere da
prima a se unito il ruscello di Itucalca , gli abitanti e dagli stranieri prestalo, di
e scorrendo trai fondi di Favarella e Naf- cui ora dir. Rimangono ancora avanzi di
lia, (sono a IV'aftia i Palici), presso i con tempio e fabbriche di pietre quadrate; la
fini di Patagonia accolgono tulle le acque via che pei burroni della scoscesa rupe an
di queslo territorio e ne prendono il nome, gusta e difficile era un tempo, per opera
quinci sboccano sotto il canneto di Mineo di Dedalo peritissimo macchinatore, per am
nel fiume Buffarilo, con cui riunito allar plissima muraglia facile divenne , e quasi
gaci presso l'ospizio di Gurnalonga nei intera perdura; osscrvansi antichissime ci
contorni di Gullcrra, e solto quel nome sterne in uso di ciascuna casa, sebbene non
scorre il fiume sino al territorio di Grolle, manchino anche in tanta altezza dei pozzi;
avendo accolto le acque di Cagnara, di Si- occorrono finalmente tanti ruderi di editi-
gona e di Minante, ed oltrepassa la chie zii da presentare un saggio di una citt tra
stola di S. Paolo da cui prende il nome; le prime famosa. Il Trojano Egeslo ovvero
questa chiesiuola una grotta incavala nel Elimo ne sono detti i fondatori non che
sasso alla cui volta altro smisurato sasso dagli storici, ma anche da' noli interpreti
si appoggia, ma tra la volta e quella mole dei poeti; per secondo altri precsisteva ai
attaccata piccola pietra che la sostiene; tempi Trojani la cill di Erico e se ne aveva
c ci ascrive il volgo a singolare prodigio, celebre il tempio, l'una e l'altro fabbricati
anzi con rozza semplicit dice essere ivi di da Erice figlio di Buli scaccialo dalla Be-
morato un tempo S. Paolo Apostolo, in cui me bricia per la sua fierezza e di Licasta. es
moria la grolla ne prese il nome; slagna indi sendo il signore della regione, diede a
nella vasta pianura di Primosolc e nel terri quelli il nome suo; e volle pertanto con
torio di Furnari, e si tragitta con un ponte sacrato il tempio a Venere per esser bel
magnifico di circa mezzo miglio appellato di lissima Licasla madre di lui, creduta al
S. Agata, ma dal 1620 in gran parto avanti tra Vnere e stimata da delusa e cieca genie
del ponte medesimo shocca nel Simeto e degna di onori divini. Chi ascrivono ai Tro
nell' inverno il rimanente scorrendo sino iani la citt, dicono sollevato alla madre
alla sua foce, scaricasi nel mare. Venero da Enea il tempio, che era ricinto
Erice. Lat. Erix (V. M.) Monte o citt. da una fortezza, avevasi duecento custodi
Il monte Erice comprende verso austro ad e sostentava sciami di bellissime donne che
oriente l'istmo della penisola di Trapani; si prostituivano per guadagno: conservava
sorge poi solitario , ed il pi alto dei grandi donativi in oro s dallo stesso fon
monti dell'isola eccello il Mongibcllo e le datore Erice che da Enea e da altri prin
Hadonic, ne vengono battute dal mare le cipi offerti, ed un aureo ariele sopra ogni
radici, ed il vertice nel pi dell'anno altro lavorato con tanto artifizio da credersi
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assolulamentc vivo , dedicato da Dedalo. rata di novelli edifizii sotto i Chiara
Appena Erice, cadde da Ercole ucciso Io corata
lani
dallasemedesima
della
ne ingrand
famosa
chiarissima
la
cappella
mole famiglia;
, die venne
S. Skttf
tifcil
smisurato cadavere fu deposto intorno alle
falde nell'antro detto Martogna, e di
cesi rinvenuto nel secolo xvi. sede
ministrare
un Arciprete,
i Sacramenti.
che siAltra
ha cura
Chiesadi par
a
ancor degno di memoria essere stati
destinati dai Romani 17 tributi dalle citt rocchiale sacra al Vescovo S. Cataldo <w-
di Sicilia al tempio di Venere in Erice, es gesi fondata in un secondo cantone dtfii
sersi nella citta medesima costituiti due de citt. Antonio Lombardo Vescovo di b
lubri al nume medesimo intitolati, che fi Abate
3*
trono
zarasezione,
elev
;S.prende
Giuliano
colle
l'altra
il altre
,nome
intitolata
costruita
inlaparrocchia
quarta
acirca
3. dal
AdIo
il i
IM
fa-
nalmente crollato per l'antichit, al tempo
di Tiberio Cesare e di Claudio, dall'erario
pubblico si sia ristauralo, come affermano
Svelonio e Tacito; purtullavia deserto dicelo per ordine del Conte Ruggiero, nella quale
Strabililo colle terre vicine al lempo suo. si
menti
d opera
nell'altra
all'amministrazione
parte della citt;
dei saffi-
si*
Attesta Giacomo Adria essere minato da
un tremuoto in quella notte, in cui venne propriamente nel luogo medesimo, te
al mondo il Cristo, ma non appoggiasi ad al Re Ruggiero appar S. Giuliano info
alcuno autore. Ne riportano Fazcllo e Gual- cando un destriero come neve, vestilo*
teri una lapide coli' iscrizione latina. Deag. porporina clamide, stringendo nelle olii
Vereri. Eryci.iae. Dicatum. alla Mia Ve luogo
eunminacciando
nibbio,
dell' antica
e damina
cani
parrocchia
pelpreceduto;
corsodidegli
S. occupi
Filippi.
anni, 3s
nere Ericina dedicato; ed altra ne arreca
il Ortolani sul milite custode, ma con varie
lacune Pro.... Milites. Qui I motte Eryco.. instaurava nel 1615 ; vi ha la statua mar
Ed... Mostra il Paruta due monete di ar morea di S. Giovanni il Battista del famo
gento e quattro di rame, quelle impron scalpello di Antonio Gagini. Non mi ho ceri
di
tatealloro
o il" una
e la testa
lettera
di Euniniziale
vecchiodella
coronala
citt, se
giero,
da questa
prese apparizione
il nome di fatta
S. Giuliano
al Contelad-
fe-

o della lesta di Cajo Causidio Nonio ed il t, o dall'altra che volgarmente si nana,


prospetto del magnifico tempio eoli' iscri quando il medesimo santo Martire mostra
zione ERYC ; rendono le altre la colomba raceni
bene armalo
che insulle
assedio
muratenevano
sbaragliandola
la cim.
Erea sacra a Venere, la figura di Ercole,
le teste di Giano e di Venere col greco facendone precipitar di molti dalla rotf*
mollo EPTKEINiiN. non lungi , nel luogo che dicono ancora
eliminate
Ma vengole orrende
a tempi superstizioni,
pi felici , quando-
accolse fossa dei Buscami , imperocch alta se
conda apparizione si assegna l'ai"10 't-
Erice il Vangelo e dagli avanzi del de quando viveva il Conte Ruggiero-
lubro fabbric una basilica alla Vergine in Fra le Ericine monastiche famiglie a
cielo assunta, che divenne perci la mag tutte la prima quella dei Carmelitani sol"
giore
usi gli eabitanti
primaria
ed parrocchiale;
i coloni nd offrir
ed nell'ago
essendo- il titolo della Vergine Annunziata, che pro
cur stabilir nelle case proprie l'Ampi
Bernardo Militare nel 23, dove si vene
sto a Venere le decime delle biade, ad
abolire gl'impuri rili,. occorrendo il lempo, rano
come ledicono
reliquie
cittadino.
di S. Alberto
I Domenicani
W* '
ali
offeriron da allora i pietosi fedeli donativi
ed olocausti alla intemerata Madre. Ripa- tarono il convento di S. Michele nel 1*
409
ER ER
secondo Conlice nell'Ist. d Eric, ma nel ciprete; e mentovate il Pirri queste Chiese-
1523 secondo Michelangelo Pio. I Minori quelle aggiunge, nelle quali sono vigenti
Conventuali vennero costituiti da Francesco Beneficii di regio patronato : quella di S.
Yen li miglia nel 1364, ma come si ha da Uva- Giuliano del Castro, del capo di S. Vito,
dingo nel 1399, costituiti nel palazzo della di S. Giovanni di Castelluccio, di S. An
chiarissima famiglia di Abate , decorato , gelo del Monte o di Scopello, ed altre
come si dice, della nativit di S- Alberto, o fondate nella stessa citt o nel territorio
si ebbero unito l'antico tempio di S. Ma di essa , poich ampio il territorio di
ria dei Greci. Matteo del Monte fond nel Erice e fertile in biade, vino, olio, pascoli,
1C26 il convento del terz' ordine di S. Fran frulli, ortaggi, e mele.
cesco nella Chiesa di S. Sebastiano. I Cap Il littoralc che gli si appartiene sten-
puccini nel 1371 sotto gli auspicii di S. desi ampiamente sotlo il monte da Castel
Girolamo abitarono un eremo fuori la citt lammare alla punta di S. Pietro, si ha delle
in amenissima valle , dove avevano santa tonnare ed abbonda in saline. Nulronsi nel
mente abitato 40 anni prima Bartolo di monte di S. Vito dei cavalli selvatici, di
Nobile e Piccola Panfalcone Ericini. 1 Pao- piccola statura, ma generosi d'indole, ci
lolti finalmente, che dal 1626 avevano po eh' affatto insolito negli altri boschi del
sto il convento di S. Maria Maddalena ap l'isola; dense selve poi, ombrosi boschi, e
presso le saline di Trapani, travagliati dalla quel di S. Vito e gli altri monti vicini sono
insalubrit del luogo , un novello ne fab adalli alla caccia. Lo stemma di Erice pre
bricarono alle radici del monte sotto il nome senta l'insegna del Patrono S. Giuliano. For
del S. Fondatore. Passando alle monache, mano il Magistrato, 4 Decurioni, l'Inquisitor
quelle dell' ordine di S. Benedetto abitano, del malfatto, ed un Sindaco che occupano nel
sotto il titolo del SS. Salvatore, il palazzo Parlamento il xxix posto. Fu sempre Dema
del Conte Errico Vcntimiglia, da lui accor niale per condizione, e sebbene sotlo il Be
dato , mentre bandito nel monte passava Alfonso sia sialo venduta ad una nobile fa
la vita, edificatevi a sue spese le celle e la miglia di Caltagirone per sollevarsi il re
Chiesa. Nell'antichissimo tempio di S. Pie gio Erario, fu poi tuttavia resa al Demanio
tro Apost. ebbero sede le Chiarine da ne pi dal medesimo separata. INel censo
prima del 1362, accresciute poi di edifizii di Carlo V erano 1343 le case, che nel 1342
e di rendile da Giovanni Maranzano ; ma Irovaronsi 1894, e 7700 abitanti, ma nel
poco tempo dopo vi si surrogarono quelle 1632 furono le anime 6856; ed in questo se
d'istituto leresiano. La Chiesa di S. Carlo colo xviii contavansi 1734 case, 6157 abi
accoglie dal 1617 le vergini orbate di ge tanti. Non va soggetta a comarca, e sola
nitori, dove vivono colle elemosine della pie mente dava sotto l'Istruttore militare di
tosa genie. Ci hanno secondo il Pirri tre Sciacca 26 cavalli e 78 fanti. Presiede al
Ospedali ; quel di S. Spirito suffraganco Clero un Vicario del Vescovo di Mazzara.
all'altro di Boma del medesimo nome; quel Da scrittori nazionali e da altri ascrivonsi
di S. Alberto con un monte di piet, fon tra gli Ericini il B. Alberto ed il B. Luigi
dato verso il 1431 per cura della nobile Rabbat dell'ordine Carmelitano, che con
compagnia dei Bianchi; e finalmente quel tendono i Trapanesi loro concittadini. En-
di S. Caterina costruito dal Cav. Giovanni comiansi per la singoiar piet verso Dio,
Majorana nel 1333 , e sono a questo de Natale Salerno Gesuita, ed Andrea Bova, i
stinate varie pingui rendite per altre opere quali vennero con allri spedili per predi
pie. Enumeransi 4 chiese filiali sotto l'Ar- care il Vangelo agli abitanti del Bengala ;
52
AIO
EH ER

dove il Salerno dopo sostenute molte fati Roma e destinato da Urbano VlIIpredicatore
che per la verit nel 1605 in et di anni del Vangelo nell'isola di Creta, a lungo vi
34 fu monco del capo per oTdine del Re profuse sudori, ritornato imperversando U
di Achim. Vito Laico Cappuccino la cui assi peste presiedette per obbedienza agli spe
duit di preghiera opprimeva i demonii, dali dove contratto il morbo mor nel 1335.
vaticinata l'ora di sua morte spir piamente Antonio Cordice di nobile famiglia, versa-
nel Signore nel 1377. Francesco Sichichi, tissimo nelle pi interessanti scienze, peri
il quale dal secolo in cui visse da sicario to nelle lettere amene, men una vita di
cambiata vita ed indossata eremitica veste fdosofo, conobbe molte lingue, e senza po
si scelse un'abitazione presso S. Maria del sa dedito a raccogliere monumenti di an
Bosco in una spelonca, dove tra digiuni e tichit, d'illibati costumi rifulse; compose
spirituali esercizii vita solitaria menando e la storia della patria c mor nel 1666. Pie
giornalmente communicandosi , mori con tro di Piazza medico empirico, celebre nel
fama di santit nel 1390, e fu sepolto in la Francia e nell'Italia principalmante in
Chiusa. Viene dal Pirri encomiato Ludovico Roma appo i principi Colonna, con chimici
Sichichi del terz' ordine dei minori per la e purgativi arcani farmaci san innumere
sua somma venerazione verso la Vergine, vole gente da insanabili malattie, ed as
e per gl'incorrotti costumi. Vito Canino sunse un nome famoso; mor nel 1678.
pubblic la vita e preziosa morte di Mattia Francesco Palma per lucidezza d'ingegno
di Labila del terz' ordine dei Carmelitani visse a lungo con gloria in Palermo; fattosi
celebre per la sua innoccenza ed illustri sacerdote mortagli la consorte, spicc mag
virt. Sono di Erico siccome leggonsi giormente per integrit di costumi, e lasciali
lodati nella Sicula Bibliot. Giuseppe Cor monumenti di sua dottrina vi mori nel
dici dei Minori osservanti, insigne per dot 1694. Giovanni Ancora Retore e Poeta; Giu
trina, lungo tempo Prefetto di studii nel seppe Grimaldi non volgare Oratore; Vito
suo convento di Brixia e laureato in quell'ac Canino finalmente Arciprete nella patria,
cademia mor in Napoli nel 1343; ne fa in tutte discipline erudito, di cariche, e di
menzione Uvadingo; scrisse alcuni conienti onori decorato, versalissiino nella patria sto
sulla logica di Aristotile. Antonio Toscano ria, meritossi somma stima appo i suoi e
Maestro Agostiniano, Professore di sacre let gli stranieri, e carissimo divenne ai suoi
tere, eloquentissimo oratore, govern lode Vescovi; mor in Erice nei primordii del
volmente la provincia di Sicilia, e mor nel secolo attuale: pubblic un libro Sulla ori
1333. Vito Salerno dell'ordine dei Carmelita gine ec. della Chiesa Ericina, ed altri li
ni celebre per eloquenza e teologiche scien bri dal Mongitore enumerati.
ze che lesse nell'universit di Padova, ed Vien mentovata appo Erice l'acqua d'una
osservantissimo della sua regola; essendosi piccola fonte, in vernacolo fonlicello appel
reso in patria nel 1341 vi mor nel Signore. lata volgarmente Peschiera d' Apolline;
Niccol Toscano peritissimo nella musica, salubre ed efficace contro l'idropisia. Di
e dotato del mirabile dono d'imitare qual remo gi di un puzzolente gorgo nel ter
sivoglia cantilena, encomiato dal Pirri e dal ritorio Ericino. La long, di questa citt
Mongitore pei libri da lui sulla musica pub di 41 e 13', la lat. la medesima che quella
blicati. Pietro Cordici medico celebrato dai di Trapani di 38, e 5' (1).
medesimi scrittori pei monumenti che la
sci del suo ingegno. Il Sac. Carlo Giu (1) Il comone di Monte S. Giuliano, che or cori
seppe Cicala Canonico di Mazzara, visse in appellati il paese fabbricato sali' antica Erice, un
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Essapilo. Lat. Hexapylum (V. N.) Porta gono da Megara, Leonzio, ed altre citta del
dell'antica Siracusa, giusta Cluverio, verso l'isola dalle parli medesime, costituita al
settentrione e maestro, che accoglie chi ven- muro di Tica. Imperocch riportati varii
passi da Livio e da Plutarco, conchiude: af
capo-circoodario elevato dalla terza alla secon ferma Litio, Ippocrale ed Epicide essere
da classe con real rescritto del sei febbraro 1811, entrali in Tica da Megara per Essapilo, ed
perch la sua popolazione unita a quella dei co
muni suffragane! di Salaparuta e Poggioreale ol indi narrano s Livio che Plutarco, avere
trepassa il numero di 10000 anime. Coroprendesi Marcello assalilo anche Aerodina con tut
nella provincia nel distretto e nella diocesi di Tra te le truppe, sforzato veementemente il
pani, da coi dista 8 m. rotabili, 3 m. rotabili e medesimo Essapilo, ed esser poscia ve
3 non rotabili dal mar Tirreno dove dicesi pro nuto sulle Epipole. dunque certo essere
priamente di Bonagia, e 78 rotabili da Palermo. sialo Essapilo la pubblica e maggiore por
Buona ne l'aria e bastante l'acqua. Oltre la
statua marmorea di Antonello Gagini del S. tito ta di Tica aperta verso Megara e Leon
lare nella chiesa di S. Giovanni e quella di S. zio. Bla avanti Cluverio, Anzio Mirabella
Alberto dello stesso scalpello, merita attenzione un e Fazello , contese essere slato Essapilo
antico quadro che rappresenta la madonna. Con lo stesso che il castello Labdalo, e nella
tava il comune nel 1798 una popolazione di 817 parte estrema di tutta la cill oggi Mongi-
anime, di 10249 nel 1831 , di 12587 nell'entrare
del 1852. L'estensione del territorio di salme bellisi, rimpetto Eurialo, lo stabilirono; co
16058,141, delle quali, dividendo in culture, 55, sicch la via che da Eurialo conduceva a
110 in giardini, 19,955 in orti semplici, 1,222 in Tica presso il lato settentrionale del Lab
canneti, 7938,592 in seminatorii semplici , 7226, dalo ne tendesse; nondimeno testimonio
295 in pascoli, 208,022 in oliveti, 12,655 in vi lo stesso Cluverio ci non viene a combi
gneti alberati, 353,296 in vigneti semplici, 110,
921, in sommaccheti, 10,182 in 6cheli d'India, narsi colla storia, imperocch Tucidide at
110,690 in terreni improduttivi, 11,901 in suoli tcsta costruito il Labdalo dagli Ateniesi nella
di case. La formazione del monte di roccia cal sommit dell' Epipoli, dove impropriamente
carea conchigliare che cuopre l'antica e compatta, si direbbe essere slata la porta: afferma
detta da alcuni di transizione cio il carbonato finalmente Bonanno essere slata Essapilo
di calce antico, che per in alcune parli e prin
cipalmente nella media e nella superiore del monte grotte che abbondano in stallatiti, 1' effetto delle
s trova libera e sgombra dalla prima. Ne sono quali abbiamo altrove descritto. Vi vegetano in gran
numerosi e pregevoli i minerali, e possono con copia delle piante, e molte medicinali e spesso rare,
siderarsi tra le terre, la silice, l'allumina, la calce che si attirano l'attenzione dei Botanici, ed erro
e la magnesia, combinale di ordinario ad altre neamente il Fazello ne lo disse sterile nei suoi
sostanze dalle quali possono facilmente estrarsi carmi ; dalle piante venefiche poi che produce
senza alterarne lo slato di semplicit , e tra le profusamente chiaro si scorge il perch Seneca
crete ne molto bella una nella contrada di S. nella Medea parlando del dono preparato con pi
Luca che contiene della magnesia e del ferro. Han- veleniPostquam
a danno evocavit
di Giasone
omnefa serpentum
dire alla natrice:
genus
novi inoltre degli alcali cio la soda e la potassa,
e trai metalli una miniera di argento nella con
trada appositamente detta dell' Argentarla, men Cangerit in unum frugis infaustae mala
tovata dal Fazello, e ferro, stagno, rame e mer Quaecumque general invius, eaxit Erix.
curio, ma nello stato di ossidazione e di miscuglio. Dell'antica citt rimangono le mura della co
Presenta l'Erico ancora un gran numero di cave struzione che si appartiene al passaggio della ci-
di marmi in colori e materie differenti detti co clopea alla regolare, alcune cisterne e pozzi. Tra
munemente di Trapani, ed alabastri di estrema gli avanzi del tempio e nelle sue vicinanze si rin
bellezza varii anche di colore e di forma, oltre vengono monete anticaglie e pregevoli camnei
un numero straordinario di pietre focaje o selciose parte incisi e parte rilevati sopra pietre orientali,
durissime: ai piedi del monte finalmente una dei quali fece buona raccolta in Trapani il signor
cava di porfido, e nel fondo denominato Laci due Luigi Barbieri.
412

ES ES

una fortezza chiusa intorno da mura sotto T altrove citato Cesare Gaetani scrve sudi
Labdalo, alla quale si apriva adito per sci Essapilo, imperocch afferma essere con
porte come dal nome medesimo vien di giunto al castello Eurialo, ed alle Epipoli
chiarato, n si apparteneva per fermo alle appartenersi.
mura di Tica, ma all'Epipoli presso Tica, tesina. (V. N.) Parte della diocesi di Si
la quale opinione certamente pi soddisfa, racusa, forse Buscemi, altrimenti Bussema
e sembra la pi conforme alle parole di e dui Saraceni Abisama , di cui dicemmo.
Livio; le quali dal libro 24: Teodoro e Sosi, Yien mentovata in un diploma di Urbano II
uccisori di Geronimo, colcalosi il sole altrove riportato.
col crepuscolo entrati in Essapilo, mo
strando insanguinata la regia vesta, e la ET
insegna del capo, trascorrendo per Tica
esortando alla libert ed alle armi, ordi Etna. Lat. Ulna. Sic. Muncibeddu (Y. D.)
nano le radunanze in Aerodina. Ed ap Celeberrimo monte, dei primi fermamente
presso: E gi erano Ippocrale ed Epici- per altezza estensione e doti di natura tri
de in Essapilo, e si agitavano delle voci gli altri di Europa, cos detto dalla ninfa Et
pei partigiani dei popolari che erano nel na, se crediamo ai poeti, figliuola del Ci
l'esercito acci si aprissero le porte.... clope Briareo come si ha da Demetrio Ca
e gi spalancale le sole porle di Essapilo lavano, e nata dal Ciclo e dalla terra se
erosi comincialo ad accogliere, quando in condo le favole di Alcinoo, o finalmente
tervennero i pretori: poi soggiunge. Ma dal testimonio di Sileno dal padre Oceano,
sorde talmente e commosse erano le orec ma pi rettamente appellato giusta Cluve-
chie della moltitudine che al di dentro rio, Natale Conte, Valguarnera ed altri scrit
con non minor vigore che fuori si rom- tori dal greco vocabolo AieEiN che vale il
pcsser le porte, e tutte crollale, sicuramen nostro ardere. Dai Saraceni poi che a lungo
te fu raccolta in Essapilo la squadra. la Sicilia travagliarono si disse Gi'elomonle,
Nelle quali parole si fa menzione del e dai Siciliani poi Mongibello come se Monte
luogo di Essapilo diverso dalle porte del dei Monti. Nel lato orientale dell'isola, e
medesimo: e dicesi dippi capace di acco quasi nel di lei centro, solo e senz'altro
gliere una squadra il che da porta comech j che gli stia presso, elevasi a tre miglia per
siasi maggiore non pu verificarsi: nel li pendicolarmente secondo la relazione di
bro 2j poi parlando della espugnazione Cristoforo Clavio che misurollo merc il
della medesima citt fatta da Marcello, dice: quadrante esleso in giro 100 miglia nelle
Presso Essapilo una piccola porta; con amplissime falde bagnate da oriente dal
gran vigoria cominciala a rompersi, dal mare Jonio; da austro la spaziosa piana di
fesso muro si era dato il segno, e gi da Catania , ed il fiume Simelo da occidente
ogni parte non furtivamente ma in palese lo circondano, e per lungo tratto lo cir
agivasi con ogni sforzo la faccenda; im coscrivono da aquilone i colli; ne sono di
perocch si era arrivato all'Epipoli luogo sagevoli comunemente i dossi, ma in qual
ben custodito; e poi: col giorno infranto che luogo lievemente declivi poggelli non
Essapilo, Marcello con tutte le truppe en che ampii piani ne uniscono i lati, che
tralo nella citt rivolse lutti a prender tuttavia vedonsi conicamente sorgere sino
le armi. Da quella infranta porticella pres al sommo vertice da chi da lontano riguar
so Essapilo adunque occorrono le Epipoli dali, pi propriamente considerati per, rap
ai vincitori; a consultare tuttavia ci che presentano piuttosto cumuli di scoscese rupi,
413
ET ET

e di colline che sorgono confusamente. me e fumo, perloch pi alto divenne lo


Questi lati medesimi dividonsi in tre regio slesso monte. La interna fornace poi di zolfo
ni; imperocch la pi alta infeconda ch e di altri minerali riboccante, che accesi
di sassose moli composta ed occupata dalla forza dei venti, vengon fuori dalle ime
di nevi perpetue eccettuati pochi mesi viscere del monte in ceneri ed immensi globi
dell'anno; la media coverta di opachi di fumo e fiamme e fiumare di fuoco, non ra
boscheti di roveri, eerri, abeti, fagi, quer ramente senza rumore, ma allo spesso con
ele, pini; presenta anche dei deboli arbu orrendo boato, e tanta agitazione della vi
sti, e massimamente ginepri molto noti ai cina e dell' aria lontana financo, che pal
Botanici, alla enumerazione dei quali ba pitando mille e mille animi, il monte stesso
sterebbe appena una pagina, e contiene sembra che crolli dall'imo. Abbondando
spaziose e profondissime grolle. La infe inoltre il fuoco, lutto il cratere occupando,
riore regione finalmente a vigne, oliveli, allargatine gli orli, or dall'uno or dall'al
giardini , ed ogni genere di alberi , tro lato scorse sinora; e da poco tempo si
ornata in giro di copiossime vene di ac apr il corso e la via sol da scirocco. Cre
que, borghi, castelli, villaggi e citt , ed scendo la materia alle volte, squarciansi
in tale sfoggio e quantit da potere appel g' inferiori fianchi, e scaricasi una enorme
larsi spettacolo di natura, ed a buon d ri congerie di pietre liquefatte, che devastano
to dirsi giardino perpetuo. Dalla estre persino Catania e i sottoposti campi in giro.
mit di questa regione verso austro alla Son questi quegli incedii, le di cui storie
sommit del vertice supremo conlansi quasi narrano non pochi scrittori, ed accurata
30 m.; dall'orientale lido di Taormina dove mente il Fazello nella i Decade, ed io nelle
l' ascesa e pi acclive 20, ed altrettanti da aggiunte alla sua opera sino ai nostri tem
occidente dalla ripa del fiume Simcto; da pi. Esaltamente descritta in un opuscolo
Randazzo finalmente citt aquilonare e dai particolare dell'eruditissimo Giuseppe Re
suoi confini contasi minore distanza cio di cupero la recentissima eruzione di acque
12 m. A buon dritto quinci da Seneca nelle calde e salse dalla sommit, delle quali fu
Trag. dicesi Vertice Sicolo, da Pindaro nella ricolma la gran valle del lato orientale e
1 Piz. Colonna Celeste, e da Silio il Tifeo o il del meridionale, e che vennero poi assor
Gigante dei monti, pcrlochc la parte princi bite dagli iati e dalle fenditure del monte,
pale del littorale di Sicilia, con sommo diletto nel quale lavoro espose anche le ignee ma
mostrasi all'osservatore da quella altezza. terie , quasi nel medesimo tempo vomitate;
Ma diciamo gi qualche cosa di sfuggita dar alla luce fra breve il medesimo Recu
di questo vertice ; si ha non men che tre pero gl'incendii dello scorso e del corrente
miglia di circuito, e nel centro era lo smi anno (1739 60) donde divenuta l' Etna,
surato cratere con delle fenditure di varia come avvisai, con due capi assolutamente
larghezza ad alquanti passi. Qui, donde il cambi le antiche sue forme. Ma eccederei
monte guarda maestro sollevavasi una pro i confini se volessi rimembrare anche in
minenza di non ardua salita, dov'era la compendio le cose che gli si appartengono,
gran bocca o la fornace; imperocch nello imperocch van per le mani moltissimi li
scorso anno questo aspetto del vertice bri, nei quali regislransi in lungo le doti
si cambi assolutamente, ch la promi di questo spettacolo di natura (1).
nenza per fa forza del fuoco erompendo,
alle parti orientali del cratere si divise in (1) La descrizione topografica dell'Etna fatta dal
due capi, o d sin oggi dal centro e fiam- nostro autore sembra assolutamente non confacen
ET ET
Etna. Lat. Etna (V. D.) Citt antichis geografi con Adern, ed i cittadini A tira
sima appellata anche Inessa del cui sito nni lo sostengono fermamente; io poi da
variano gli scrittori di cose sicolc. Il Fa congetture ricavando , dissi altrove nelle
lcilo col Ferrano collocolla a Nascali nel note al Fazello collocata Etna dove oggi
fianco orientale del monte dello stesso nome; siede il Monastero di Licodia di benedet
verso la parte meridionale il Cluverio dov' tino istituto, appoggiandomi massimamente
il convento Benedettino di S. Niccol del al testimonio di Slrabone, le di cui parole
l'arena; Carrcra sopra Paterni nel luogo del lib. 6 : vicina a Cenluripe la piccola
che dicono oggi Citila; confondonla varii terra di Etna, dote ti posano e risto-

te al retto del lavoro, ma chi li reca nel generale lissima, vengo ad introdurlo qual si fa scritto dal
dell'opera, vedr essere particolarmente nei luo l'autore.
ghi propri! descritte le parti ed i piccoli monti
che la gran mole compongono. Dorremmo noi sup QUADRO CRONOLOGICO
plire ad nn tal vuoto topologico se ci fosse in realt, DELLE ERUZIONI DELL'ETNA
ma con la fatta osservazione sarebbe nn ripetere
ci che l' Amico colloca altrove e che altrove noi Prime
DAIeruzioni
TEMPI IHJIEMORABILI
dell' Etna nette
AGLI
grandi
ATTUALI
epoche
corrediamo di aggiunte.
L'altezza del Mongibello dal livello del mare della natura.
computasi per pai. 13796 met. 3300,939, e 93 m., 1. Pria che l'Oceano avesse ab- (An. av. la n. era},
il suo perimetro alla base. La circonferenza di bandonato il suolo di Sicilia.
180 m. quella del sommo cratere di pai. 14400, S. Quando l'Oceano sofTermos-
met. 3715,300; altezza pai. 1384 met. 357,072. In si nelle infime valli, od entr per
calcolabile ne la profondita poich or decrescono le colonne, e divise la Sicilia da
ed or si aumentano le materie. La parte della base Italia.
rivolta a mezzogiorno 15 m. pi estesa dalla 3. Innumerevoli eruzioni che
settentrionale, poich da quella parte sono sboc hanno formato i varj immensi
cate per lo pi le eruzioni. Non permettendo qui strati dell'Etna, che osservami
la mole del lavoro potermi io distendere sulla li nella parte orientale e nel cen
tologia , mineralogia e zoologia etna rimetto i tro stesso del monte. Riscon
miei lettori alla Storia naturale e generale del- trisi il corpo della storia critica.
l' Etna del Cao. Giuseppe Recupero colle aggiunte
del suo nipote Agatino Recupero , al Prospetto di Eruzioni probabili alle epoche mitologiche.
una topografia fisica dell' Etna e tuoi contorni, ed
ai lavori sul confine marittimo dell' Etna; sulla 1. Quella simboleggiata da Pin
vegetazione di alcune piante a varie altezze del cono daro, Apollodoro, ed altri scrit
dell'Etna e sul trattato terrestre dell'Etna. tori, in Tifeo, Tifone, o Ence-
del prestantissimo Sig. D. Carlo Gemmellaro, al lado partorito in Sicilia, erut
l'opera sull'influenza dell' aria alla sommit del tante fuoco e sassi, che scorreva
l' Etna ed alla Storia generale sul monte mede pel mare siculo, seppellito da
simo del Cav. Abate Ferrara, al trattato sui bo Giove sotto 1' Etna, dove con
schi dell'Etna del Sig. D. Salvadore Somieri, ed tinua ad eruttar fuoco: pi di
all' appendice alla guida di Sicilia di Giovanna anni S00O
Power, nel quale ci hanno molti buonissimi qua 8. Simboleggiata da Aristotele,
dri sulla mineralogia e la vegetazione del Mon Cicerone, Diodoro, ed altri scrit
gibello. Volendo intanto dar nozione delle eru tori in Platone che rapisce la
zioni di questo monte dai tempi immemorabili ai prole di Cerere e sprofonda
nostri giorni, sarebbe temerariet lo svisare il la all' A verno; c pi apertamente
voro cronologico nella storia critica dell' Etna del nelle fiaccole accese da Cerere
Can. Giuseppe Alessi, eh' il pi esalto ed il pi al fuoco etneo meno di anni 2000
largo in erudizione storica, perloch, come cosa uti 3, Quell'accennata da Aristo-
415
ET ET
da
rotisi,
ivi comincia
chi vogliono
ad elevarsi.
salire Umonte,
poi il colle
c/te di Licodia rimpetto Centuripe, da ivi sol
levasi il monte, e nei tempi antichi di l

ti le, dopo l'eli di Fetonte fi- (An. av. la n. era), l' Olimp. 11 lino alla 75 , tra (An. av. la n. era)'
gliuolo del primiero Giove greco gli anni 736 e 477
dopo gli anni 1900 tato
marmi
10.daSecondo
Tucidide
di Arnndel
incendio
confermato
e da Cedreno
rappor-
dai ,
4. All'epoca di Bacco, con
cui pugnarono i siculi Ciclopi
col fuoco , e co' dardi etnei, circa la Olimp. 75, an. 4 . . 477
come Nonno descrive; tra gli 11. Terza eruzione all'epoca
anni , . . 1500 e 1370 di Tucidide circa 1' Olimp. 88
5. All'epoca dell'Ercole teba- an. a o 3 427
no, accennata da Diodoro, Or li. AH' epoca di Artaserse ,
feo, e Fiacco; pria dell'anno. 1370 rapportata da Orosio circa la
Olimp. 93 408
Eruzioni storiche e di probabilit storica. 13. All'epoca del primo Dio
nisio descritta da Diodoro circa
1. All'epoca dei Sicani de r Olimp. 96 an. 1 396
scritta da Diodoro pria del 14. All'epoca di Platone, come
l'anno 1470 da Laerzio, Ateneo, Sozzomeno,
S. Quella dei fratelli Pii, de l'Apulejo
Olimp. ed98 altri
anniscrittori
1. ... circa388
scritta da Licurgo , Strattone,
Aristotile, ed altri scrittori. Pria
dell'oli mp. 88 assegnata da Sto- 15. All'epoca di Aristotele, il
beo dietro Eliano, e probabil quale spesse, e varie ne accen
mente tra 1' anno 736 e 456 na, circa l' Olimp. 110. . . 340
3. Probabilmente all' epoca 16. Probabilmente 1' antica
di Falari ti? sulla congettura del eruzione rapportata da Tullio,
le di lui lettere, tra la 30 e la che produsse doe giorni di te
52 Olimp. la quale confermata nebre, la quale da nessun altro
dalla seguente; dappoich Pit greco e latino scrittore cosi
agora tocc l'et di Falaride. divisata, e che ad epoca incerta
Tra gli anni 660 e 573 appartiene
4. Probabilmente all' epoca
di SafTo, che venne in Sicilia ERUZIONI
secondo i marmi di Paros l'anno
3 dell' Olimp. 47 504 ACCADUTE SOTTO L'IMPERO ROMANO
5. Probabilmente all'epoca di
Pili agora, secondo Licostene tra
gli anni . 540 e 497
6. Probabilmente all'epoca di Eruzioni di epoca certa descritte dagli storici
Orfeo Crotoniate, auloredell'Ar- delle eruzioni dell'Etna, seguendo principalmente
gonautide con pria dell'Olimp. la Cronologia di Glareano.
63 528 O 5S5
7. Probabilmente all'epoca di Gn.
Giulio
1. Cepione
Eruzione
Obsequenle
e Crapportata
essendo
Lelio: Mone
Cons.
da Anni
Olimpiadi
di Boma
Pindaro che descrive l'Etna e le
sue eruzioni circa l' Olimp. 76. 47S
8. Probabilmente all' epoca di /Etna ignibus abbundavit. an. 2 160 614
Empedocle secondo Ippoboto e 2. Rapportata da Orosio Cons.
Lattanzio tra l'Oli mp. 81, e 90. 444 e 420 Servio Fulv. Fiacco, e Q. Cal-
9. Primo incendio rapportato furnio Pisone; Mons jEtna va-
da Tucidide all' arrivo delle co stos ignes eructavit. Siciliae
lonie greche in Sicilia, cio dal- semper vernaculum genus mon-
416

ET ET

forse venivano chi salir volessero il vertice ga da Catania. Si ba poi nell' Itinerar. di
dall'Etna; quantunque oggi altra via si ten- Antonino: Ccnturipe dall'Etna 18, Cata-

ttri. Confermata da Obsequente: Olimpiadi pestatem,


l'nell'anno
frequentem,
spiramenta
ni:Etna
A quo
vi sono
1obinvidentur.
ignium
dell'
fulminum
continue
hancOlimp.
usque
in Ei
erario-
jactum
eo160,
tem-
visse
fierie (An. av. la n. ari).
Moni sEtna majoribus tolito Anni di Roma
orili ignibus 3 161 619
3. Rapportata da OrosioCons.
H. Emilio, e L. Oreste: Mina
exundavit igneis globis. Confer
mata da Obsequente : ignem 1" eruzioni precedono l' anno 140
super verticem late diffudit; e 2. Lucrezio descrive i fuochi
da Agostino: /Etnei ignibut ab dell'Etna e le sue eruzioni:
ipso monti* vertice ... incredi- Fiamma foras vasti jElnae for-
biliter mirum 4 163 C20 nacibus efllet-Expcdiam...Ideo-
4. Descritta da Orosio. Gong. que extollere flammas ec.Nacqne
L. Geo. Metello e Proc. Gn. Do- 96 anni av. la nostra era; si uc
mizio: sEtna mons ultra soli cise nell'Olimp. 181 in et di
timi exarsit. Desol Catania. Il 43, o di 43 anni. Compose il suo
Sonata rilasci il tributo di uno, poema negli ultimi sei anni di
o di 10 anni 4 164 633 sua malattia tra il 695, e 701
5. Pria della guerra tra Ce di Roma. Quelle eruzioni pre
sare e Pompeo descritta da Pe cedono dunque l'anno ... 62
tronio: sEtna voratur ignibus 3. Cicerone nelle aringhe con
insoliti; e da Lucano: Ignis in tro Verre dice, che prorompe il
Uesperium eecidit latus . . 1 0 3 185 705 0 706 fuoco dall' Etna : ignibus qui
6. Alla morte di Cesare, rap ex Mlnae vertice erumpunt.
portata da Livio e da Servio: Quelle precessero il suo conso
fiamma ex sElnae monte deflu- lato, o sia l' anno 3 della Olimp.
xit. confermata da Virgilio. 3 184 710 179; le eruzioni precedono dun
7. Maneggiando Augusto la que l'anno 56
guerra contro Sest. Pomp. in Si 4. Catullo coetaneo di Cice
cilia: facti sunt sEtna* horrendi rone conferma che l'Etna bru
fremitus, et longi mugilus ex- ciava,dicendo: Cum tantum ar-
candescentibus ignibus. Appia derem quantum Thrinacria ru-
no 4 184 713 pes. Mori 5 anni av. Cicerone
8. Viaggiando Caligola in Sic. pria di quell'epoca ardeva a sua
che fuggi: sEtnei verticis fumo et l'Etna 48
ac murmure pavefactus. Svet. 5. Dione Cassio afferma, che
Hon sappiamo se proruppe fuo l'Etna bruciante fu foriera della
co 10 4 803 787 0 791. guerra di Cesare e di Antonio:
9. 10. lt. A queste si aggiun ab /Etna ignis plurimus abun-
gano quella dell'epoca di Vespa davit . damnumque urbibus et
siano sull'autorit d'Idacio, agris dedil. Ci avvenne l'anno
quella rapportata da Bollando, secondo dell'Olimp. 187, e di
e l' ultima da Fozio; di cui fa- Roma 739 SI
remocenno in progresso secondo 6. Virgilio descrive nelleGeor-
l'ordine cronologico. . . giche la eruzione che precesse
la morte di Cesare Augusto, e
Eruzioni ricavate da' classici scrittori, che ap nell' Eneide le varie eruzioni
palesano una continuazione di frequenti fuochi prodotte da Tifeo; Ruptis flam-
dell' Etna. mam expirare caminis. Ei la
1. Apollodoro che descrive sci incompita l'Eneide alla sua
la gigantomacbia dice; che nel- morte l' anno 3 della Olimp. 90,
417

ET ET

tanta 12; le lavolc poi Cenluripc dall'Etna torio Incssense, e le messi ad Etna si ap
12, quindi credo trasposte appo Antonino partenevano. Crcdesi essere stala Ibla a
le cifre dei numeri, onde a leggere: Cen- comune calcolo di lutti gli scrittori dove
turipe dall' Etna 12, Catania 18, la qual oggi Palcrn, o nella vicina altura alla parte
distanza siffattamente emendata combine occidentale di esso; e perci ritornando gli
rebbe in tutto col monastero di Licodia , Ateniesi da Cenluripc in Catania, incendiate
quantunque al contrario Cluvcrio riprenda le messi degl' Inessei e degli Iblei, veni
l'errore nelle tavole, e difendasi col testo vano fermamente trai campi di entrambi;
di Strabonc il quale scrive distar l'Etna da essendo dunque il territorio di Licodia con
Catania 80 sladii. Tucidide nel lib. C: Ritor finante a quel di Paterno, come Ibla a Pa
nali gli Ateniesi colle navi in Catania , terno, con pari ragione a stabilire Inessa
con tutte le truppe si partirono a Cen- a Licodia.
turipe citt di Sicilia, dove entrali per Nola Diodoro nel lib. 2 l'occasione ed
convenzione, ne andarono poi incendiando il tempo in cui Inessa abbia cambialo il
le messi degl' Inessei e degl' Iblei. Etna nome in Etna: Gerone Re dei Siracusani,
dicevasi un tempo Inessa; quinci il torri scacciali i Nassii ed i Calanesi dalle sue

di Roma 735 ; le eruzioni pre- ( A n. av. la n. era) 10. Strabone descrive tutti i (An. dopo il princ.
cedono l'anno 18 fenomeni dell'Etna: Nunc rivot della n. era)
7. Igino Liberto e Biblioteca igniti liquori) emiltit, nUnc fu-
rio di Augusto conferma che liginem et flammat. Mori solito
bruciava l'Etna a sua et; Qui l' impero di Tiberio, e quelle
ex co adhuc ardere dicitur. . (Ad. dopo il princ. eruzioni preced. l'anno. . . 20
8. Cornelio Severo visse nel- della n. era) 11. Giustino favella dei per- (An. dopo la u. era)
l'estrema et di Augusto e sul petui fuochi dell'Etna; perpetui
principio di nostra era. Nel jEtnae monti) igne)Neque du
suo poema parla dei continui rare tot aeculi) tantu) igni)
fuochi dell'Etna: Quae mussa potui)etEadem causa perpe
perenni* Explicet in densum tuo) ignesfacit. Visse probabil
fiamma) mente sotto l'impero di Anto
9. Coetaneo di Severo fu Ovi nino quando l' Etna e Sicilia
dio, che viaggi in Sicilia e tutta in molti luoghi frequen
vide I' Etna bruciante; vidimu) temente bruciava: frequenter et
tnae eoelum splendescere fiam eompluribu) loci) nunc fiam
ma. Mori l'anno i dell'Impero ma), nunc vaporem, nunc fu-
di Tib. nell'Olimp. 199, e se mum eructet Si
condo altri 17 anni dopo la no 12. Pomponio Mela narra,
stra era. 11 suo viaggio in Sici che assidua bruciava l' Etna:
lia e quelle eruzioni precedono Nunc adidui) ignibu) flagrai.
l'anno 3 Fiori sotto Claudio, mori lo
Diodoro Siculo tocc gli anni anno 54
di Augusto, e disse che bruciava 13. Seneca descrive le ridon
l'Etna sino a suoi giorni: Ad aliquando
danze di fuoco
multodell'Etna:
igne abundavit
&tna
hoc utque tempus, e che erut
tava arena, sassi infocati; e che e che giornalmente fosse divo
i crateri dell'isole eolie comu rato dal fuoco. Incredibile eue
nicando coli' Etna bruciavano nec montem qui devoretur quo-
alternativamente ; Ideoque ai- tidie minui, an deterat assidua
termi ardere vicibus Jnsularum vi) ignium nodo. Fu morto da
craleres, et .t'inae . . : . Nerone 65
53
418
ET r.T

ci/fa, vi stabil novelli abitanti, racco Catania gli antichi abitanti, condolisi
gliendo dal Peloponneso sino a SOOO uo altra genie da Cerone Tiranno di Sin,
mini, ed altrettanti dn Siracusa prenden cusa, il quale mut anche il nome di Ca
done, disse Etna Catania mutandone il tania in Etna; ma alla morte di Germ
nome: e poco dopo: Ducezio in Sicilia ritornali i Catanesi per proprio dritta,
Dice dei Sicoli nemico agli abitanti di ne scacciarono gli usurpatori; cedendoti
Catania pel territorio ai Sicoli rapilo, ne luogo gli Etnesi, presero ad abitare Intm
muove contro le armi, ma opponendo i che nel montagnoso dell' Etna , ed im
Catanesi una squadra, vinti in molle bat posero a quella terra il nome di Etna,
taglie finalmente abbandonarono Catania distante 80 stadii da Catania, e ne au
ed occuparono i odierna citt di Etna , ser autore Cerone. incerto del resto chi
prima appellala Ennesia. Intende qui Io in qual tempo pi antico di accaduto sif
storico per Catanesi i nuovi abitanti intro fatto , abbia fabbricalo Inessa ; era certa
dotti da (erone, i quali emigrando in Iness a, mente al tempo di Fallari, da cui dice Po-
o come l' appella Ennesia dcnominaronl a lieno occupata Inessa o con trancili o eoa
dall' Etna che avevano lascialo. Ma pi u stratagemmi , come nelle mie noie al Fa-
chiara l' esposizione di Slrabonc : perdette zcllo riportai; rimaneva ancora al tempo

li. Plinio conferma i ma- ( A n. dopo la n. era) dell'Etna bruciante: De ISa- (Ad. dopo la d. eri
ravigliosi
eturnit miriti
fuochiinccndjs.
dell' Ulna:Rcsl
JSo- tura et flagranlia moneti. Mori
sotto M. Aurelio Antonino . 165
villini dell'eruzione del Vesu 20. Pausania afferma, che il
vio l'anno 79 fuoco dell'Etna assorbiva a sua
15. Solino narra che l'Eiua et e rigurgitava suggelli e vit
ridondava a sua eia di vasti time: Ea si absorbuerit ignis
incornili: Licet vaslis exundet laeta sibi nuntiari, contro si
incenditi. Fior sollo Vespasiano regesserit. Ei scriveva all' et
verso l'anno 80 di M. Aurelio 180
in. Nell'anno 79 di nostra era 21. Succede l'eruzione de
mori Vespasiano. Onde avve- scritta da Bollando e dagli scrit
ransi quanto sull'autorit d'Ida - tori dell'Etna, la quale fu ar
ci narrasi dagli scrittori di sto restata maravigliosamente ad un
rie degl'inccndii , che alla di tratto: Mina eructavit incen-
lui et bruci l'Etna; giacch dium quasi fluvius torrens, et
Plinio e Solino di lui coeta ignis vehemens et saia terram
nei il confermano .... 80 liquefaciens .... ipso hora stetit
17. Stazio afferma che 1' Etna ignis. Accadde sollo lo Imperio
lungi tuona negliantri dell'igneo di Decio Trajano, tra 1' anno. S50 e 153
monte : Procul igneui antri* 82. All'Et di Claudiano spi
mons tonat. Mori in et di 36 rava l'Etna ineslinguibil fuoco:
anoi l'anno 9S Spimi inexhauslum flagranti
18. Silio attesta il perenne pectore sulphur. Egli vivea . 400
fuoco dell' Etna : eructa! tremt- 33. Macrobio, al pari di Aulo
factt caulibus iynes-nocle die Gellio, paragona Pindaro a Vir
quo simul-adsidue suonatemi gilio:
tia monlis
De natura
,Etnae;atque
oudeflagran-
par che
profluit ignis. Mori sotto Tra-
jauo di anni 75 99 bruciasse alla di lui et . . 410
19. AuloGellio paragona Fin Si. Servio di lui coetaneo il
dar a Virgilio nella descrizione conferma apertamente. Inter-
419
ET ET

dolla guerra serbile, nolano comuncmcnlc esser validissima difesa. Parlano di Etna
gli storici appo l'Etna avere a lungo di gli Itinerarii Romani c quello di Antonino,
morato dei rubclli, e persuadono le con e ne assegnano le distanze , ma non as
getture aver occupalo la vicina citt di Adra- segna alcuno l'epoca della ruina. Presen
no; credesi quinci l'una e l'altra citt opera taci due variet di monde di Etna, ed es
dei Servi, delle quali una si riconosce dai sendo sovra le altre volgari ed ovvie, ci mo
ruderi sotto Adrano, altra sotto Licodia, strano l'ampio commercio di quella; mostra
come noter a suo luogo. Tullio contro sene in una, lesla coronala di spiche, come
Verro disse fertilissimo il territorio Elnensc credo di Cerere , e la cornucopia; in al
ed il primo per frumento. Diodoro che tra la faccia raggiante di A polline e nel ro
scrisse al tempo di Augusto afferma aper vescio un Milite armalo e con asla, entrambe
tamente nel lib. 14 perdurar Etna: Dio coli' epigrafe AiTNAiiiN. Falsamente confon
nisio , ci dice , persuase i Campani che dono alcuni con Enna per l' imperizia dei
abitavano Catania , acci emigrassero luoghi.
nella citt che or dicesi Etna , per Etnosia. Lat. Mlnosia (V. D.) La stessa
dumfumum,interdum favilla*, (Ad. dopo la n. era) dal secolo primo sino all'in (An. di n. era).
nonnumquam vomit incendia... tero secolo quinto di nostra
unde est quod videlur incen era Patricio, Piouio, Minucio,
diati* Felice, Daciano, Geronimo,
85. Olimpiodoro presso Fozio ed Agostino ci offrono una
rapporta, che all'et di Placido serie non interrotta d' inccn-
e Costanzo o Costante quando dii dell' Etna ; onde gli au
Esculapio curava le di loro pos tori profani da noi nel pre
sessioni in Sicilia, fu questa cedente discorso arrecali con-
danneggiata dall'Etna: Ex aetneo fermansi, e traccia di tal'altra
igne Siciliani detrimentum eruzione in quei secoli ci
cepisse. Ci avvenne tra l'anno. 417 e 4SI offrono.
M. Quinto Calabro conchiude
che l'Etna a sua et di conti 1. Procopio quindi afferma
nuo bruciava: Quae adhuc con non solo, che nel secolo sesto
tinue tuccenditur. Ei visse sotto il fuoco dell'Etna bruciava, ma
Teodosio secondo, negli anni. 500 che perpetuamente bruciava ,
87. Conferma Nonno che nel- ed in torrenti di fuoco al pari
1' Etna i crateri dello accesso del Vesuvio prorompea : a In-
scoglio di fuoco scaturiscono thus ardente igni perpetuo...
1' accesso fulgore del covile Ti- Quae omnia in .Etna quoque
fonio. Onde sino a quella et fieri solcnt . Ci corrisponde
continua ad adoprare il linguag all' anno 560
gio mitologico per 1' eruzioni 2. Dal secolo sesto sino al
dell' Etna. Ei visse sotto Ana principio del 7. Gregorio il
stasio Diocoro, circa 1' anno . 500 grande attesta ; che in Sicilia
appresta il fuoco, che eruttasi,
ERUZIONI DELL'ETNA un crogiuolo di tormenti; che
DAL SECOLO VI SINO A TUTTO QUASI i crateri dell' Etna di giorno io
giorno accresconsi; e che quivi
IL SECOLO XII. di Vulcano il baratro: a In
(Ad. di n. era). foveam Vulcani quae est in
Dal secolo 1 sino al secolo 500 Sicilia... In Siciliae insulis ,
Riepilogando dunque quanto eruclante igne, tormenlorum
abbiamo detto rilevasi , che ollaa paruerunt; quae laxatis
420

EU
clic Etna da Fazcllo , il qunlc adduce stretto di Sicilia, Catania e Callipoli rice-
Diodoro, che afferma essere siala Elna vctlero colonie- Fiuovamente poi furono da
nppcllala un tempo Ennesia, che da altri quesli fabbricate le due citl Eubca c Siile.
diccsi Iucssa. una putida menzogna che Scrive Erodoto nel lib. 8 aver Gelone Ti
sia stata un giorno Elnosia in una alla velia ranno di Siracusa, ad accrescere la sua citt,
di un colle, come afTcrmano dal favoloso trasferiti in Siracusa Camarinesi e Megaresi,
Orofonc. concessane la cilladinanza , ed aver deva
stato le loro citt, e soggiunge : ed il me
EU desimo fece cogli Eubei che sono in Sici
lia. In qual tempo poi sia stala precisa
Knbea. Lat. Euboca (V. Fi.) Antica cit mente costruita Eubca sebbene non noli
t, e con antichissime mentovata da Mar Marciano, ottimamente io ne riposi l'origine
ciano di Eraclea, le quali o furono popo non lungo tempo dopo le colonie greche;
late dai Greci, o furono fahbricatc non mollo imperocch come i Siracusani, dopo pochi
dopo le colonie greche; ecco le parole di anni introdotta la colonia dei Corinzii , si
colui : ci dopo queste i Lconlini da Fiasso, c costituirono come municipali le cilt della
Zinnie che era sita rimpcllo Reggio allo parte australe, e cos i Leon lini diedero
o quolidie (uibus eicrescunt . (Ad. di n. era). 7. Aimonio che narra la detta (An. di n. era),
Dal 590 al 604 visione di Dagoberto , e che
3. Aimonio, rapportando che dal 970 sino al 1004 fu abbate
Dagoberlo era trascinalo nei di Fleurj , rende probabile la
luoghi Tulcanii di Sicilia con continuazione dei fuochi etnei
ferma , che sino a met del nel secolo decimo .... 970 1004
secolo settimo l' Etna bruciato 8. Il Solitario che vivea di
aresse 638 644 ri in petto l'Etna, e che annun
4. Godefrido da Viterbo ci ciava ad Odilone, che l vicino
descrive l'Etna vomitante fiam vomilavansi gravissimi incen
me col secolo ottavo: Mons di di furenti Gamme : Sunt
ibi fiamma rum, quas evomit a vicina nobis loca, ex quibus
jEina, vocalum; onde Carlo gravissima flammarum evo-
M. ne fu sorpreso: aMiratur muntur incendia, ci con
patriis ./inani rutilare favilli! 768 all' 814 del
ducesecolo
dal decimo
undecimosino . a .met
. 994 al 1044
5. Fozio affermando , che
assiduamente ascende il fuoco 9. Pier Damiano, che narra
nell' Etna al pari del monto quell'avvenimento, scrivea nel
nella Licia: Ita assidue in .F.t- 1057 , e mori nel 1072 ; onde
nam ignem ascendere p, ci ap argomentar
et ancor l'Etna
lice,bruciato
che sinoavesse.
a sua 1057 al 1078
palesa, che nel secolo nono, in
cui egli vivea, non avea l'Et 10. Confermatisi le eruzioni
na intermesso i suoi incendi 859 del secolo undecimo da Gau-
^6. La statua eretta da Elio fredo Malaterra, che all' et di
doro per accrescere il fuoco Rogerio ci narra , che erano
etneo: Ne quando proiumpens urenlissime alcune est in Si
.Etna damma urbem accen- cilia, a causa delle eruzioni
o dat ; e l' espressione del Pre dell'Etna: Certis temporibus
fetto Lucio, che l'Etna l'o ab aexluanli incendio sui
recchio di Vulcano; auris Vul ti phurei monlis aestas acerri-
cani , argomento ci appresta, ma ii 106S
che l Vulcano nel secolo de 11. Ci comprova, che nelle
cimo Gammeggiava .... 911 scorse stagioni, all'epoca cio
EU /2t
EU

inizio ad Eubca nel territorio che fecero pro Licodia fondata in quel luogo dove un tem
prio; quinci noterai l' errore del Fazcilo, il po Eubea. Quinci mostrano gli ahilanli spe
quale sostiene essere stata un tempo Eubca lonche tracciale di lunghe e tortuose vie,
nella parte meridionale del Pachino, dove o sepolcreti dove trovansi comunemenle lu
Marza; non sembra congruente avere i Leon- cerne e vaselli, incavati nel vivo sasso, non
lini dedotto colonie fuori dei loro contini. dissimili da quelli che vedonsi in Siracusa,
Riporta Cluverio le parole del medesimo apprestano monete, patere ed nitri monu
Fazello su Licodia dee. 1, Hb. 10. In una menti di antichit, scoverti allo spesso da
rupe elevala ed a picco la citt di Li gl'intagliatori e dai coloni pei campi.
codia di nome saraceno, dove sono am Kunei (V. D.) Uno dei gioghi del monte
mirabili mine di antichit sebbene pro Nettunio, mentovato da Polibio col nome
strale e sepolte nella massima parte, ve di Senes e da Diodoro, di cui sono le pa
stigia senza dubbio di antica crollata cit role: Addotte dunque entrambi le truppe
t , della quale mi passo essendomi in contro Messina, Gerone pose il campo nel
cognita: e soggiunge; fu questa forse la monte Caldico, i Cartaginesi posarono
antica Eubea colonia dei Leontini, impe ecoli'
colla
esercito
marina
di terra
forza nel
occuparono
cos dettoilEune,
pro
rocch neanco il sito non lungi da Tcria
distante dalla fonte del fiume di Leon- montorio Peloro. Lo stesso si ha da Poli
lino. E ci in Sicilia si ha per evidente, bio, ma chiama Senes VEunes.
e si nota nelle tavole dell'isola essere slata Eurlalo. Lat. Euryalus (V. If.) Era un

de* Saraceni io Sicilia, erano (An. di n. era}, ci il campo di Catana: ni- (Ad. di n. era},
rarie eruzioni accadute, lequali a pibus ingentibus, agroque ca-
quella sperienza offerivano . a tanensi combustis (Fazello}:
li. Da quell'epoca in poi Pier a sprofond alquanto la cima
Blesense ci attesta i continui a dell'Etna: pars .Etnei caco-
incendii e le continue eruzioni minis visa est aliquantulum
dell'Etna: In Sicilia monles subsedisse (Ugon Falcando},
ignem infernalem scraper a col suo tremito atterr Cala-
evoraunt. jElna mons fre- a na: lerraemotn suo Catanen.
quenter in immensum ignei a siam fines atque nrbem la-
suos circumquaque diffondi! befactavit (Fazello); e per dir
lo che abbraccia il periodo pre tutto in una parola col Falcan
cedente il 1166, ino al 1169, do port la desolazione a Si
in cai un orribile tremuoto ac cilia. Desolationem Siciliae. 1169
compagn l'eruzione; onde il Tanto terribili furono g' in-
Blesense incatena le eruzioni cendj dell' Etna bruciante in
del secolo undecimo e duode queir epoche .Ulnae flagran
cimo 1166 za incendiai. (Falcandus).
13. Terribili furono gli ef
fetti dell'eruzione del 1169 de ERUZIONI DELL' ETNA
scrtti dal Blesense, da Filoteo,
da Fazello, da Ugone Falcando. DALLA FINE DEL SECOLO XII, SIMO A MITA'
Le fiamme strepitando infuria DEL SECOLO XT.
no: fnrentibus et perstrepen-
tibus undique flammis (Filo-
teo) : l' Etna infier pi del
a solito: XAua plus solito sae- 1. Quando Enrico sesto ina- (Era volgare),
viit, liquefece i macigni, bru- padronissi di Sicilia l'Etna vo-
422
EU EfJ

famoso castello nello Epipoli appresso Si non corrisponderne alla magnificenza. U


racusa del di cui silo variano gli scrittori, de pi congruentemente dice Bonanno sta
imperocch il nostro Fnzcllo con Arczio, bilendo V Eurialo a Mongibellisi, imperw-
o Cluverio costituiscono Eurialo dove ora che
ch reca
un Livio
poggio
nella
cuidescrizione
tulio corrisponde
di Euriak
di
sorge il comune di Belvedere : sono que
ste le parole di Cluverio: Eurielo, o come un poggio, narrando, nella parie ettrt-
leggesi appo Litio Eurialo un colle su ma della citt , rivolto al mare, e tovm-
cui sorge una fortezza del medesimo no stante alla via che mena ai campi ed al
me, parie delle Epipoli, silo aliasi l'intorno dell'isola, comodissimo ad are-
rettamente terso occidente equinoziale , gliere i riveri. Ecco oggigiorno il poggi*
declinando un pochino terso occidente appellato Mongibcllisi, rivolto al mare, di
solsliziale; dicesi oggi volgarmente dagli cui pi disiatile Belvedere; nella partt
abitanti Belvedere, poich mira in lungo estrema della citt, come dichiarano suf
in largo ed all'intorno. Ma le fortificazioni ficientemente i ruderi di mura, che termi
delle Epipoli non istcndevansi persino a mena
nano con
ai campi
esso ; ed
sovrastante
all'interno,
alla
essendo
ria ckt
di
Belvedere, come notai di sopra, ne appa
riscono vestigia neanco lievi del muro co questa via lontano Belvedere alquanti sUdii:
struito da Dionisio all' Eurialo; finalmente mollo comodo finalmente a ricevere i vi
altrove anche notai, gli avanzi di cisterna veri, e citi dello avrebbe un luogo erto. e
e di antico edilizio da Fazcllo rimembrali quasi a picco da ogni parte, adatto ad irn

milava Gamme, come a (Ter- (Era volgare}, ienti


e cinse
scosse
collefuoco
infocale
da Oriente,
lave la (Era volgare;,
ma Cesareo Eislerbarchcense.
Idem Mons flammas evo- Chiesa di S. Stefano, e percorse
mit sicut Vulcani anno quindici mila passi. Carlo mori
di nostra era 1194 nel 1284 calcolandone il prin
3. 11 medesimo Cesareo narra cipio all'i 25 marzo, e secondo
di essersi acceso tre anni dopo; la nostra era nel .... 1*85
circa hoc triennium, un gran 6. Dalla Cronologia di Seto
fuoco nell'Etna: focum ma- ricavasi che nel 1333 il di 30
gnum; ci corrisponde al . MOT giugno l'Etna affond fra i
3. Scrivendo Cesareo l'opera tremuoti, e vomit incendi de-
degl'illustri prodigii nel 1223, strullori: Min subsidil cum
e dicendo che quel monte vo magno tcrrae modi et eje-
miti fuoco al pari di Vul i clis ignibus vicinia vasta .
cano, onde bocca d' Inferno La cenere ne giunse sino a Mal
dicevasi: Os dicunt esse in- ta. Due anni pria secondo il
ferni >, argomentasi di aver Goutoul l'Etna fu da orrido
bruciato nel 1221 tremuoto conquassato Mons
4. Panila notando nn incen borrendo terrae iiiotu quas-
dio nel regno di Federico secon salus 1323
do imperatore e redi Sicilia, il 7. A 28 giugno del 1329 ,
quale regn dal 1197 sino al mugghi il monte, squarciossi,
1250, stabilisce una epoca di affond sulla rupe di Musarra,
eruzione accaduta probabil proruppe fumo, incendio, tor
mente pria del 1250 rente infuocato: nuvola di sassi
5. In morte di Carlo di Au fra rumore spaventevole. Da
gii), come attesta Niccol Spe oriente e da occidente crol
ciale, l'Etna erutt con vio- larono edilieii, assorbironsi rivi,
423
EU EU
riarsi i viveri dai cittadini ed ai presi in niun modo essere accorsi a scacciare il
mi, ed arduo il poggio dove Belvedere nemico i Siracusani occupali nella rivista.
nde miransi in lungo ed in largo le sot Erano le Epipoli ben custodite, ed Eurialo
tosto contrade. Ma anche un detto di 'l'u fortezza di esse eradi pi valide fortificazioni
lule conferma la nostra opinione; narra munita, quinci Marcello occupate le Epi
Unita degli Ateniesi partita da Catania, poli ordin si assallasscr Eurialo; presiedeva
er messo a terra nascostamente la fanle- allora al forte Filodemo Argiro stabilitovi da
1, nella contrada della terra che dicevano Epicidc, che il Romano sollecitava alla resa,
"lite discosta sci o sette stadii dalle Epi- non dubitando, se Filodemo raccogliesse i
a,
>li, soggiunge,
approdale aimmantinente
Tapso le navi;nelavien
fanle-
di suoi nella rocca, potere sbaragliare l'eser
cito; laonde Marcello vedendo non potersi
>rsa sopra le Epipoti, ed ascendendo n per resa n per assalto avere Eurialo,
Furialo l' occupa priach accorressero rivolse le armi conlro la citt; n mollo
Siracusani , conosciuto il fallo , dal dopo Filodemo perduta speranza di ajulo,
impo dove eransi trincerali. Non erano capitolando, acci con onore scn ritornasse
ucora munite in quel tempo le Epipoli, ad Epicide , (ratta seco la guarnigione ,
on costruita ancor sul poggio la fortezza consegn il colle ai Romani. Marcello, ri
furialo; il borgo Lconte sito appresso cevuto l' Eurialo, munitolo di presidio,
apso , secondo lo slesso Cluverio; ini- era gi libero dal pensiero che una ma
erocch incongruo appare avere scelto no di nemici venendo dalla fortezza
Ila salila Belvedere arduo e scosceso , travagliasse i suoi chiusi ed impediti
rasandalo il pi basso colle Mongibellisi, entro le mura. Diffusamente queste cose
ntrambi essendo senza fortifica/ione, ed riportai, acci mostrassi l'ampiezza del

e barche da (erra io mare fa- (Era volgare), 9. NiceforoGregoraargomen- (Era volgare)-


ono laDgi rimbalzate. Al 15 (o ci porge di aver l'Etna bru
uglio proruppe il fuoco Vi cialo verso il 1351 dicendo.
ano Paparuinella Ira oriente Siculi ignis spiracula subter-
! mezzogiorno , si eccliss il raneorum Thyphonnm flalu
iole, Iremo la terra, aprironsi accendi audivimus . . . 1351
Bolle bocche vomitanti fuoco 10. Da Simone da (.contino e
9 sassi, colmaroosi le valli, si da antiche Cronache ci slato
Ersero monti. Sgorgando il cra tramandato che nel 1381 a 5,
tere da quattro torrenti par o 6 agosto proruppe il fuoco
tissi in tre rivi; due porlaronsi dell'Etna; bruci gli alberi di
il lido di Aci, il terzo ai con presso ed adorno Catania. Sem
fini di Calaua. Colonnedi fumo, bra quel profluvio originato da
fiamme, tuoni e baleni scop una profonda fenditura , o da
piarono in cima all'Etna. La sotterraneo canale .... 1381
tenere ingombr le regioni. 11. A1I9 novemb., alle ore 2,
Augelli, greggie, armenti, pesci o 3 della notte proruppe il fuoco
ed uomini perirono, come Ni dal gran cratere, si apri quindi
col Speciale attesta . . .1319 cinque bocche sopra S. Nicol
>'el 1333 vomit l'Etna della Arena, cess allora di erut
'mili sassi infocati adusti eoa tar dal cratere; tremuoti, nu
caotimenli. Simile cvomit vole di fuoco pietre scagliate,
'gneos adustosque lapides cum torrenti infuocati, devastazioni
eoncuisionibus. Silvag . . 1333 per lo spazio di sei miglia da
424

EU EU

l'Eurinlo , quali (ruppe e quante alber Eurialo la rocca delle Epipoli, ed anche
gasse, talch il romano esercito temesse Fazello scrive Euriolo , ma servitosi di
assalirlo. E grandi ruinc ve ne sono in Mon- esemplare erroneo: da Tucidide nel lib. 6
gibellisi in testimonio. Fazello che afferma quasi una grande ampiezza indicante co
essere stalo quivi Labdalo; questa, ci dice, s si appella; e da Diodoro nel lib. O di
era costruita con maraviglioso artifizio cesi Euryclos cio gran circolo. Affermano
di ingenti pietre quadrate, e la sua ma ora alcuni non esser disgiunto il Labdalo
gnificenza ci viene attestata dagli avanzi dall' Eurialo, il che esamineremo pi in
dell' edifizio , dei quali oggi non riman basso parlando del primo.
gono maggiori monumenti di antichit
della minata Siracusa. Presentami quivi FA
sotterranee vie che conducono a molte
parli della citt, di pietre quadre co- Pacelli no. Lat. Facellinus (V. D ) Fiu
slmile, per le quali o il Re o qualche me presso Pcloro confinante col tempio di
forza potesse facilmente pervenire ad al Diana del medesimo nome. Vedi Mela.
tra parte della citt, o sorla una sedizione, Faiacron (V. R.) L'isola di Gozzo cosi
ovvero facendo impelo il nemico. Appel appellata appo Antonino. Nola tuttavia Clu-
lano oggi questo luogo i Siracusani Mon- vcrio essere incorso errore nel testo dell'Iti
gihellisi in vernacolo. Penetrando alcuni nerario , ed esservi scritto Faiacron per
in queste vie avvertirono degli anclloni di Gaulon.
pietra attaccati ai muri nei quali forse i Palarlo. Lai. Phalarium (V. R.) Castello
soldati legavano i cavalli. presso Gela oggi Terranova, in un colle o
L'Eurialo diecsi anche dai Greci Eurye- promontorio discosto 5 m. dall' Ecnomo an
lus
oriente
, quinci
ad occidente,
Stefano foga
altrove
e (Era
citalovolgare),
; Diecsi che
... hiatus
anticoperpetuus
castellomultoam-
presso Licata,
(Era volgare}.
e due ini-

morte di cittadini , dorata di plior est factus... terrifica iu-


sedici giorni furono di questa cendia... primum ignis con
eruzione gli effetti ricavati dalla ci tra urbem se tulit... alio suum
Cronica di Simone Leonlino , inter convertii, obvia quae-
da Silvaggio ec. .Se ne ravvi qoe absumpsit 1444
sano le vestigia da Monti Arsi 13. L'anno di Cristo 1446
ad Aci S. Antonio .... U08 a Ili 25 dicembre nella ora prima
1. Nel 1444 trem l'Etna, della notte erutt l'Etna nella
scrollaron le rupi in cima , pietra di Musarra all'oriente,
sprofondarono nel baratro che come rapporta il Silvagio . 1446
ampli sua voragine; prorup 14. Il Silvagio medesimo da
pero terribili iucendii , sgor pi antiche cronache ricav
garono torrenti infuocati , si un'eruzione accaduta alti 21
diressero ver Catana, travolto lettera, del 1447 , e probabil
il corso devastarono da Mou- mente dall'alta voragine. Non
Pelosoin fino a S. Gio. la Punta; arrec questa danno . . . 144T
durarono per dodici giorni. Molte delle precedenti eru
Ramano, Pier Geremia, e Fa zioni sono
scurate daislate
recenti
ignorale
scrittori.
o Ira-
zello lo attestano. Monscon-
tremuit... a su mino cacumine Tulli per affermano di essere
vastae rupes dissolutae.... in stalo in calma l'Etna quasi per
ipsam Toraginetn conciderunt un secolo.
FA FA

glia da Falconara nuova fortezza. Ebbes genio che ne credono il fondatore. Ne


il nome dal famoso Falaride tiranno di Agri- fa
macigni.
menzione
Il giorno
Diodoro
dopo, secon-
ed oggi(Era volgare),
distrutto.

ERUZIOM DELL'ETNA do il Silvagio, proruppe un gran


DALLA MET DEL SECOLO XV, A TUTTO IL SECOLO XVI. torrente di acqua dalle lique
1. Bembo asserisce che poco (Era volgare), fatte nevi. Il terzo giorno apri-
profluvio
pria di suache
etpercorse
fovvi un200
massimo
stadi. ronsi tra l'austro ed occidente
ingenti successivi bocche erut
Fazello afferma che percorse tanti sassi che ersero monti.
38000 passi e ricolm il porto Nella parte inferiore spalanca-
ulisseo. Questo fu ricolmo da ronsi tre voragini, d'onde pro
vari profluvi, e forse l'eruzione ruppero tre torrenti di fuoco.
cennala ne ricolm gli avanzi. LV uno sepelll 1' eremo di S.
Bembo nacque pria del 1470. Leone, l'altro scorse ver Pater-
Quest'eruzione avvenne dunque n, il terzo tra Paterno e Ca
pria del 1470 tania: erultossi gran fumo: il
2. Bembo sali sull' Etna: vide medico Negro vi rest morto. 1536
l'inferior cratere all'Euro-Noto 5. Continuarono i fuochi sino
di Catana infuocato, e che no al 1537. Incendia haec inter-
scorse il fuoco: Subito efflu- missis temporibus lolum us-
xerit igneus rivus. Frate Tigo que in annum mdxxxvii per-
ne pochi giorni pria salito sul durarunt; il di primo di mag
gran cratere veduto avea erut gio tuon, trem per dodici gior
tare sassi infuocati ed incendi ni Sicilia : aprironrsi voragini
Eruotasse tum montem cura di fuoco sotto Sparvieri : croll
a strepitu incendia caligino- parte di Corleone: percorse la
sa . Ci avvenne nel . . 1494 lava 15000 passi ; Monpilieri e
3. Filoteo salitovi nel 1533 Nicolosi bruciati furono: il cra
trov la cima del monte acu tere erutt immensa cenere ;
minata colla circonferenza di sino a 300,000 passi lungi; dan
40 piedi, ed un piccolo foro in neggi i campi, estinse i bachi
centro. Ci suppone una o pi da seta; rimugghi terribilmente
eruzioni , com' egli accenna. l' Etna; l'apice del monte croll
Arezzo, un'antica cronaca, e nel cratere: cessarono quei ter
Fazello confermano quell'acuta ribili effetti in luglio, ma non
cima da uno estremo profluvio gi le fiamme e gli incendi in
dopo il 1444 derivata. Ab eo cima all'Etna: Flaminia ni-
anno salutis hccccxliv, pro- hilominussuicas incendisque
stremo profluvio ejecluro era- in montis vertice remanen-
teris ore inhesisse. Nel 1494 tibus. (Filoteo) 1537
aveva il cratere quattro stadii 6. Quindi il Filoteo attesta di
di circuito, al riferir di Ugone; aver veduto il di 31 luglio 1540,
perci formossi e compissi quel il sommo cratere circondato di
la cima dopo il 1494 e pria del. 1533 smisurati sassi erullar fumo
4. A 23 marzo 1536 appar e fuoco: Fumum, inlerdiu
vero pria travi- infuocali sul- ignem effundi, e l'altro in-
l' Etna : un torrente di fuoco ferior cratere all' Euro-Noto di
indi precipit dal sommo cra Catania eruttare evidentemente
tere verso oriente, cui altro fuoco: Ignis quandoque evi-
trabbocc su Bronte ed Adrano denler ejectabatur ; onde
all' occidente. Trem la terra, l'Etna da ambo i crateri erut
port esterminio, erullaronfi tava fuoco il di 31 luglio del .1540
426

FA FA

Ne mancan di coloro che congetturano es Palarlo. Lat. Phalarium (V. M.) An


sere stat il FiiLario dove siede ora Fal tico castello nppartencntcsi a Gela, sito giu
conara. sta Cluverio in un colle, che sovrastando

7. Il Fazello salito sull'Etna (Era volgare),


vide nel di 85 luglio del 1541 ERUZIONI DELL'ETNA
apertamente gli eterni terribili DEL SECOLO XVII.
fuochi uel sommo vertice del
l'Etna: a iGternos illos ac ler 1. Compendiando, ora, tutte
ci ribiles surami verticis ignea le eruzioni del secolo x vii, trovo
liquido intuiti ao distincte che dopo il 1541 , in cui il
cuotemplati . Ma dispariti Fazello vide il sommo cratere
erano i sassi molari che visto 4000 passi di circuito, erasi in
avea l'anno precedente il Fi- nalzata come una torre sul som
loteo 1541 mo cratere, che ristretto avealo
8. Risalito il l'ibleo sul monte a tre miglia. Ci non accadde
nel 1545 trov di esser tutto sino al 1580. n dal 1603 . in
crollalo nel baratro quanto pria cui riprese le eruzioni, sino al
all'intorno vedeasi , e quanto 1669, in cui quella cima croll.
egli ed il Fazello veduto avea- Avvenne dunque qualche eru
no. Dunque dal 1541 tino al zione di scorie e di arena tra
1544. in cui il Fazello dice di il 1580 ed il 1603
essere cessate le fiamme, pos S. Ridestossi veemente il
tiamo affermare di esservi state fuoco nel 1603 e quel fuo
frequenti rovine cagionate da co (dice il Carrera) cominciato
quelle eterne fiamme; a crebras no
dall'anno
al presente
1603, anno
durato
1638 insi-
, n
montis ruinas in baratrum :
tra il 1541 e 1544 sappiamo quando sar per fi
9. Il di primo novembre del nire, dal 1603 al 1638
1556 erutt l'Etna fuoco sopra 3. Questoaccessofuoconel 1603
Monforte di Randazzo da due fe' varie rimarchevoli eruzioni.
crateri, donde smisurati maci Nel 1607 erutt dall'alta vora
gni lanciavano. Poscia nel bo gine ver levante, copri un gran
sco delle Lenze di Linguaglossa lago alla distanza di un miglio,
sprofond un'ampia voragine, si fe' di eruttati sassi un arco
formossi indi il monte deno che dappoi croll. Squarciossi
minato Caldaja dei diavoli. Ms. pure il monte a ponente, e dan
anonimo, Sampieri, Bulingero neggi i poderi di Aderito. A
Spondano , Coronnelli ed altri 88 luglio aprissi sopra Randazzo
scrittori 156C con vivissimo lume . . . 1607
10. Rocco Pirri fa menzione 4. Nel 1610 a 6 febbr. aprissi
di un altro incendio devasta sopra un'altra caverna di fuoco
tore accaduto nel .... 1578 e corse un miglio verso Adern.
11. l'Etna erutt incendi! Ai tre maggio da un' altra vo
ne trem Sicilia per testimo ragine corse largo due e lungo
nianza di Goutoulas .Briezio, cinque miglia. Bruci la Pi
Natale Conti, Ludovico Cremo llile , danneggi la Sciambrita
nese ed altri scrittori, nel . 1579 e la Cisterna , tocc la soglia
11. Secondo un'antica cro di Adern, butt sassi bianca
naca proruppe l' incendio etneo stri rossicci solfurei . . . 1610
probabilmente da monte Ilice 5. Il di 25 agosto 1613, cadde
e si diresse verso Aci nel . 15S0 per fremitolo Naso , aprissi il
427

FA FA

al lito australe, e detto oggi di Guardia, rocca di Falconara, 12 dall'antica Gelala


dista 5 m. da Licata verso oriente, 2 dalla attuale Terranova ; vien mentovato (co

suolo ed esal micidiale zolfo, primi di maggio l' incendio ver


spalancossi profondissima fen levante e ponente bruci le
ditura larga due palmi. A 2 quercie dell' Edera. Alli 21 giu
luglio 1614 trem selle volle gno nn tremuoto scosse Treca
la terra , si apri I' Etna pi stagne. Alli 21 accrebbesi il
bocche a S. Maria, corse ver fuoco; scorrendo sotto i proprt
levante, croll il monte fattosi macigni inaridiva gli alberi del
alla bocca nel 1607 , corse 10 Trifoglietlo e delle cave dello
miglia, segui con gran furia , Zappino e del Monaco , e del
bruci il bosco della Fughila piano del Lebro. Aprissi per 3
e le vigne del Pirao, corse per miglia larga fenditura fetida
dieci anni , come da antichi esalante. A 5 luglio sprofond
mss. ricavasi; onde s'inganna il terreno pel circuito di dilan
il Carrera dicendo che in 10 ia passi sotto la costa dell' A -
anni percorse due miglia dal 16 li al 1621 quila. Agli undici agosto ap
6. Alti SI febbraro 1633 in parve lucido lo ascoso fuoco
fier il fuoco dell' Etna, croll che fatto aveasi un ponte.
Nicolosi in quella notte, in sul Alli dodici agosto in Catania
l'aurora proruppe 1' incendio. ed altrove lieve tremuoto. Con
L'ignoranza superstiziosa fe' tinu tutto novembre lo in
attribuirlo ad incantati macigni 1633 cendio. Nei primi di dicembre,
7. Terribile fu l'eruzione del campeggi per l'Edera brucian
1634. Tuon, Iremo 1' Etna dal do boschi. Per tulio febbraro
17 al 19 dicembre. Alle ore 11 fum la cima dell'Etna, con
si apri sopra Serra Pizzuta. A tinu lo incendio, fonnossi in
mezzo giorno sbocc il fuoco quella eruzione gran copia di
della met del monte, per molte ammoniaca vario-colorata. Dur
bocche ascese nel piano delle sino alli 27 aprile del 1638 e
Rosette. A 22 crollarono case continuava mentre allora il Car
in Trecastagne. A 27 aprissi rera scrivea le Memorie stori
ver levante nel Trifoglielto, 2 che, e le sue prime OlosoGche
miglia sulla precedente vora osservazioni sugi' incendi del
gine, che cess allora di fu l'Etna, dal 1634 al 1638
mare. Bruci vigne e boschi 8. Nel febbraio del 1613 pro
del Fieri. Il primo gennaro del ruppe l' Etna verso Castiglione,
1635 voltossi il torrente in sul e fe' poca lava; forse dove ap
meriggio a ponente ne' confini pellano le campane ( masse
di Catania e Paterno. Form vuote e profonde ) . . . . 1643
allora la cima dell' Etna, rad 9. A 20 novembre del 1646,
doppiamosi i tremuoti. Li 16 ad ore 18 fiaccossi il monte,
si divise in due torrenti, l'uno danneggi Castiglione; cess il
per Trecastagne e Viagrande, fuoco a 17 gennaro 1647 ; si
l'altro verso Pedara desolando estese la lava sino al sentiere
boschi. Quello del Fieri per di Linguaglossa. form proba
corse 9 miglia ; cess. Alli 15 bilmente Monte Nero . . . 1646
febbraro tremuoti: alzossi viva 10. Nel febbr.del 1611 pro
fiamma in cima all'Etna e ne ruppe il torrente nelle parti
proruppe un torrente. Alli 24 scoperte del monte, un brac
tremuoti. La suprema voragine cio si diresse a tramontana ver
ed il Trifoglietlo fumarono. Nei so Bronte, trascorse in 24 ore
428
FA FA

me dalla partizione dell'autore) nella val la ad licala, ed il Falario perci non se


le di Noto, c qui ne diciamo novellamente ne crede distante.
perch da Fazello e da altri si stabilisce Ge- Falconara. Lat. t'dem. Sic. Farcunara

16000 passi, ingoj alcune case, depresso cogli ulivi e le vili,


arreslossi at fiume. L' altro e si aperse l dal nord al sud
braccio a levante piombi nella lunga profonda fenditura larga
Talle della Macchia. Si apri sei piedi. Scrollato con grande
un'altra bocca sopra Adern: strepito il Monte torse il cam
proruppe furiosamente colla mino ed atterr quel villaggio.
larghezza di due miglia, vi Alli 13 seppell borghi e case
bruci molti boschi: dur per di Mascalucia. Erullando la
tre anni dal 1651 al 1654 gran voragine arene e sassi
11. La pi spaventevole eru form il bicorne cratere della
zione di questo secolo fu quella Buina, quinci piovelte arena
del 1669. Agli 8 marzo si o- per tre mesi, e per 15000 passi
scur il sole; tramontalo es all' intorno elevossi a 6 piedi,
sendo, successero tremuoli sino e giunse insino a Calabria. Sino
agli 11. A mezzogiorno croll al 25 marzo fu il gran cratere
Nicolosi. Aprissi la mattina da sereno. Alle ore sedici trem
mezzogiorno a settentrione dal il monte, la cima croll spro
piano di S. Leone a monte Fru fond la voragine, divenne da
mento verso il supremo cra tre a sei miglia di circuito; una
tere profondissima fenditura colonna di arena infuocata u-
larga cinque o sei piedi, su coi scendone ottenebr 1' aria, e
apparse fulgido splendore. Al caddero lungi otto miglia, ed
l'ora undecima fra' tremiti a- un sasso lungo 60 palmi croll
prissi voragine di fuoco sotto alla distanza di un miglio. Il
la Nocilla lungo la fenditura, torrente che precipitava ver
che proruppe in ceneri e sassi Catania trasporlo galleggialo
tuonando. Uopo mezz'ora lun per alcune ore un colle pian
ghesso a 200 passi spalanca talo a vigne, che quinci copr
sene un'altra, ed altre quattro il lago di Anicito della cir
al tramontar del sole squarcia conferenza di sei miglia. Per
tasi la terra aprissi amplissima deviare il torrente da Catania
voragine, mille passi dalla pri nomini coraggiosi ruppero la
ma distante, sotto il meridiano indurata lava vicino alla sor
stesso. Questa tra fumo tuoni gente, donde sbocc il torrente.
e tremuoti lanci troppo alto Di l distolti , e superando il
infuocati sassi. La notte vomit profluvio le mura di Catania
profluvio di fuoco largo due vi opposero terrapieni. Sepol-
miglia precipitando ver mez tene parie, precipit nel mare
zogiorno alle falde di Mompi- e vi ammass un promontorio
lieri. Di l torcendo all'occi di un miglio. Agli 11 luglio
dente bruci la Guardia. La cesso l' eruzione ed il fuoco,
mattina del giorno 11 ricolm scappandone qualche rivo dalle
Malpasso. A sera devast molti lave che sepellirono gli orti ed
borghi; aprironsi sette bocche i ruscelli alle mura di Catania,
che riunironsi coli' ampia vo ove fumavano le lave al ca
ragine ; tramontato il sole un der delle piogge, ed infuoca-
braccio di fuoco url il mon- vansi i fumajoli dopo 8 anni.
ticello Mompilieri, il trafor, Gran copia di ammoniaca va
usci all'apposto, parte ne fa rio-colorata fu col raccolta.
FA
(V. N.) Rocca nell'australe spiaggia della FA

nnine Kaufrio o di Muter, e del Caruba.


Sicilia che sovrasta ad un piccolo promon Leggola concessa da Martino I in di lui
torio dello stesso nome appresso le foci del diploma segnalo in Caslrogiovanni al 18

quell'incendio
Borello vide, descrisse, spieg16G0 zio di tre anni di continuamente
atterrirla 1694
la. Quiete passarono le fiamme
senza travasare sinoal settembre Dal principio al termine del secolo xvni.
del 1682. Aprissi allora il monte
alla roccia diMusarra e scorse 1. Proruppe l' incendio nella
il torrente fra tuoni dreninoli mezza notte degli 8 di marzo
trascinando rupi, ma non oltre dal fianco orientale, quasi 4 mi
pass le falde di quel monte glia al di sotto la cima, nella
cinto da folle selve. . . . 1682 contrada del Trifoglietto. Spa
13. Nel 1688 sboccarono dal lanc tre bocche dalle quali
sommo cratere le infuocate lave sgorgava tre Gumi di fuoco
dalla parte orientale ver la valle e percorsero in cinque giorni
del Bue , che ne fu ricolma, tre miglia, si divisero quindi
scorse per tre miglia, le lave in pi braccia e circondarono
disparivano sotto le nevi che la deliziosa valle Calanna. Ebbe
quindi liqucfarevano , villosi principio l'eruzione agli 8 di
alta copula di neve sommossa. marzo, e fin agli 8 di maggio. 1703
Seguirono moggili continui quai 2. Nel 32 novembre dalla
tuoni romoreggianti per sette suprema voragine proruppero
ore 1688 fiamme ed eruzioni di infuo
14. A 0 marzo del 1689 pre cale lave, che precipitosamen
cedettero impetuosi venti, alli te scorsero nei confini oc
li sulle ore 18 si apr il monte cidentali di Bronle per lo spa
dne miglia sotto la precedente zio di 8 ni., distrussero gran
voragine. Corse la lava verso parte del bosco denominato dei
Mascali per 10 miglia bruciando Yilulli, arrecarono gran tema
i boschi di Catania e la Macchia. agli abitanti , n si est i user
Fegli argine una valle. Il d 19, chea 10 di maggio del 1728;
giunto al Calialo nei confini il sommo cratere cambi allor
del bosco di Catania ed alla di figura e rilrovossi colmo di
("errila, due nomini ne resta scorie tinte di rosso . . . 1737
rono estinti, ed altri malconci. 3. Agli 8 dicembre prorup
La gran copia di arena eruttata pero dal vertice in pria fumo,
giunse a Reggio. La selva intorno indi globi di fiamme, final
Musarra ne fu bruciala, ed altri mente il torrente di fuoco, che
orrendi fenomeni sono descritti ingombrando le piagge occi
dal Massa e dal Bottoni . . 1689 dentali danneggi il vicino
15. Nel 1693 in cui il tre- bosco di Adern sino al gen-
munto stermin quasi Sicilia najo in cui si estinse. . . 1732
ed atterr Catania, usciron fuori 4. Nel 1 di ottobre del 173S
dal sommo cratere infiammali bruci orrendamente, e nel
rivi 693 l'ora decima della seguente not
16. Per colmo di sciagura vo te in mezzo ad orribili muggiti
mit l'Etna nel 1694 per lo spa scagli dal sommo cratere ce
zio di due mesi arena; il tre- neri, fiamme, ed infuocali sassi
muoto scosse gli avanzi delle a smisurata altezza, conquass
rovinate e le nascenti case di spessamente il suolo all'intor
Catania, e non cess per lo spa no, e quinci il ridondante fuoco
430

FA

ottobre 1392 ad l'gone Santa pace colla Con dell'isola. Alcuni da questa rocca appicci
tea di Itulcra. Sta oggigiorno alla custodia no il nome di Falconara al fiume Rao-
di quella spiaggia come punto d'ispeziono fri o.

si volse contro Mancali, Lingua- pi grandi quercie dell' Etna e


glossa e Uremie recando daper- form, Monte Rosso , durando
tutto incendio; ed interrotta- circa un mese 1763
niente scorrendo per alquanti 10. Nel di 17 aprile ad oro
mesi, alta met di luglio 1730 24 si apri il vulcano vicino il
cess 173S e 1736 luogo detto la Pomice, la lava
5. Bruci pi volte senza re da quest' apertura vomitata so
car danno ; scagli polverosa pra quella dell'eruzione prece
arena a molta distanza, e Cor- dente si diresse verso i monti di
mossene un monte nella som Contrasto , Calvarina ec. A 30
ma cima ver l'austro. . . 17*4 e 1745 dello stesso mese nel piano del
6. Sbocc la lava dal cratere Chiatto si formarono U aperture
all'est nel settembre, e dopo dalle quali uscirono pietre in
aperti i labri dello stesso, scorse numerabili, ceneri ec. La lava
nella valle del Bue, ed infier distrusse le pi belle quercie
sino al nuovo anno 1748 . 1747 e 1748 dell'Etna, quelle del bosco del
7. Sboccarono dal cratere dal Chiatto, della pianura di Mat
l' est e dal sud a 2 di marzo teo Caruso, della Costa de' Cervi
due correnti di lava, una diret e del piano della valle del Cor
ta verso sud, l'altra verso l'est; vo ec. Sepelll le grotte , ma
a' 9 dello stesso mese un no gazzino di neve appartenente al
vello cratere si form nella Vescovo di Catania, e minac
pianura dietro la rocca di Mu- ci Nicolosi e la Pedara . . 1776
sarra, da cui usci un 6ume di 11. L'eruzioni del 1780 prin
lava che in sei giorni corse cipiarono con fiamme e fu
quasi sei miglia. Questa eru mo del cratere e poca lava
zione memorabile per l'im che dallo stesso sbocc. Inco
mensa corrente di acqua che minci poi ad eruttare maci
usc dal sommo cratere la gni infuocati. Le scosse erano
quale prendendo la direzione terribili e produssero non poco
orientale cal nella Valle del timore agli abitanti della prima
Trifoglielto. Corse 8 m. e si e seconda regione. A 18 maggio
arrest dopo Catanua e la lava si apri un novello cratere al
del Monte Caliato .... 1775 sud verso la met del vulcano
8. Usci nel 1759 dal cratere un nel luogo detto la Tacca della
torrente di lava che giunse nella Sciacca, dal quale usci un tor
valle del Trifoglietto. Nell'anno rente di lava che and a cir
appresso pria che l'antecedente condare la montagna detta Par-
eruzione interamente cessasse, menlelli, e si divise in due
il vulcano si apri nel territorio braccia , dall'ovest e per po
di Bronte e cacci delle pietre a co spazio rivolse il camino
grande altezza, ed un fiume di all' est , e poi scorse otto mi
lava che copri varie campa glia distruggendo molte cam
gne 1759 e 17C0 pagne. Si aprirono in seguito
9. EfTettuossi ai 28 di luglio altre voragini dalle quali usc
nel luogo Tacca del Barile e immensa quantit di lava . 1780
fu accompagnata da quantit 12. Nel marzo cacci molto
immensa di arena e cenere. Il fumo dal supremo cratere. Nel-
torrente infocato distrusse le l' aprile fu accompagnato da
431
FA FA

Falconara. Lat. idem. Sic. Farcunara do del medesimo nome che bagna, e dalla
(V. H.) Fiume che lo slesso che l'Assi- torre.
naro, cosi detto per qualche tratto dal fon- Falcone. Lat. Falco. Sic. Facci di lu

sotterranei muggiti e da forti mi di marzo, tra copiosissimo


detonazioni. A' Si una spaven denso fumo, appales alle fiam
tevole pioggia sanguigna sem me , le scosse ed i muggiti si
br ingombrare le contrade me accrebbero nelle falde orientali;
ridionali dell'Etna. Gli animi ne' primi di maggio il fumo
volgari ne furono atterriti, ma elevossi in colouna fronzuta
non gi quello di Giuseppe qual pino, foriero di vicina eru
Gioeui nato fatto per la subli zione. Difatli la sera degli ti
me scienza dei vulcani. Ana- e l due torrenti di lave tra
lizzolla, e ritrov una polverosa boccarono dal gran cratere ,
eruzione vulcanica con mate l'uno verso Adern ed arre-
rie ferruginose miste alla piog stossi a m. Rosso, l'altro pi
gia caduta dal cielo, ne invi copioso precipit nella valle del
la relazione al Pliuio inglese Trifoglictlo e si eslinse ( per
Hamilton, e ne colse grandis corse 9 miglia) presso lo Zoe-
simi onori. Per tulio il mag colaro. Tremava dall' alto sino
gio di quell'anno erutt l'Etna a met il monte, e forte mug
vortici di fiamme e sassi in gito siuo a Catania si udia.
focati fra detonazioni e violenti Negli ultimi di maggio estuante
scosse; colmossi di liquefatta la squarciava*) fendevasi il monte
va il sommo cratere, donde ri nel piano del Lago : sprofond
dond , e rapidamente nella orribilmente nel piano della Ci
sterminata valle del Bue pre sterna: aprissi una bocca d
cipit 1781 fuoco nella Conca del solfato
13. Il vulcano in questa eru d' onde sbocc rivo di ardente
zione accaduta nel mese di lava nella valle del Trifoglietto:
luglio cacci immensa quantit la rupe soprastante inabiss:
di cenere che cadde nelle tre si apri un'altra voragine lungi
regioni ed arriv sino a Malta. 250 passi dalla prima, d'onde
Il fumo caccialo dal cratere, sgorg infuocata lava percor
che fu copiosissimo , present rendo 150 piedi , e si estinse.
un fenomeno degno di osser Accrebbesi l' eruzione nel di
vazione, dapoich nel suo cen primo giugno. Aprissi nuova
tro succedeva la pi viva ba- bocca, forte rimbombando, nel
fonazione. Uscirono dal cratere la parte meridionale sulle al
due torrenti di lava, una delle ture del Solfizio. Altre bocche
quali si diresse verso Brode spalancarousi al di sotto, che
per soli tre miglia : la seconda mandarono piccoli rivi infuo
scorse verso il Nord verso cali , la prima vomitava un
Nord-Ovest quattro miglia in furioso torrente ; drizzossi al
circa e si eslinse: si apri in- l'Ovest: spaziossi nel piano del
nollre il vulcano a mezzo miglio l' Arcimisa ; seppell in parte
otto il cratere, e mand della quel mouticelloi colm la valle
lavacbescorse un miglio circa. 1787 di Gioacchino : quinci diviso in
14. Dopo il 1777 ilgran cra due braccia desol le fertili
tere dell' Etna tre volte fum. campagne di Cassone , e por-
Dal febbraro al settembre del tossi a devastare le vigne a rin
1702 spesso e cupamente mugg, contro Zafarana: ivi partendosi
scoppi, erull fumo. Nei pri- in tanti rivoli si arrest nella
432

FA FA

inipcraluri (V. M.) Monlc clic sorge nel ler- cavo lato per dove guarda la citt preseti
rilorio di Palermo verso mezzogiorno, dello tansi agli occhi delle rupi con promincn
altrimenti
collina de' vigneti
dalla poco
Medaglia,
distanti nel di cui COn- ze di virgulti e con projezioni di cavit

da quel villaggio, ch'era com Dal principio del secolo xn al 183i-


preso dalla paura di vicino
eccidio. 1. Apre la scena delle eru
stata questa una delle pi zioni del secolo xu la eruzione
terribili eruzioni. L'Etna fu in d'immenso fumo rosseggiante
gran travaglio per pi di un carico di arena e di grosse lu
anno: la gran voragine vomit cide scorie vetrificate, dal som
incessantemente come un Gume mo cratere il d 25 febbraro
di liquefatto metallo, or am eruttate. L'impeto ed il vento
montandosi , or aprendosi ca trasporlaronle impetuosamente
nali sotterranei , or elevando alla Zafarana, e monte Ballo
monacelli gallegianti alla su alla Rocca dell' Ape ed in altre
perficie, or colmando valli od contrade, i cui abitanti assaliti
appianando colline . or tra fuionci da una pioggia di sassi
scinando gli ammontati mas di due tre o pi pollici di dia
si, or disfacendosi questi fra metro, tal che erano in punto
gorosamente, e dapcrtutto la di abbandonar le dimore , se
ve allagando; tal che si cal cessata non fosse dopo mezza
cola di avere ingombrato uno ora , tornato il monte in cal
spazio di pi di 30 miglia al ma. Il socio Maravigna affer
l'intorno coll'altezza di pi di ma inoltre di aver l'Etna erut
300 piedi, oltre delle conside tate fiamme, lo che il giovane
revoli colline formatesi, e delle Recupero tace 1800
valli pi di 400 piedi profonde 2. L'eruzione si effettu alle
colmate. Questo sorprendente ore 19 dei 15 novembre nella
spettacolo ci variamente dal collina della valle del Barone
i'errara e dal giovine Recupero dietro la rocca di Musarra , e
descritto, secondo le varie epo la lava era s fluida, e scorreva
che in cui visitaronlo ed i varii s rapida sopra i Zappinelli t
punti in cui l'osservarono. Dogala longa. che sulle prime
Continu l'infuocalo torrente compiva due miglia circa in
per lutto gennaro serpeggiando un'ora. Il d seguente nel pia
bruciante fra l'alta neve ond'era no dei Curmi si divise in due
coperto il monte, ed olTrcndo braccia, l'uno che sembrava
dilettevole sceua nel silenzio dirigersi ver Carrino ed Alge-
delle notti, fra suoi orrori me razzi si arrest sul nascere ,
desimi. Prosegu a tutto aprile l'altro minacciava le vigne delle
sotto un alto strato di scorie, Caselle, e gli abitanti del Milo,
e minacciava d' invadere i Car e forse le darre ed il Ripo
pini al sud ; ma nel mese di sto, si arrest nel principio
maggio il travaglio del vulcano della contrada della la Cirrila
venne meno, l'eruzione cess. 1702 circa due ra. e mezzo distante
15. Erutt il vulcano dal cra dal .Milo. Dal supremo cralere
tere molla cenere ed arena e fu eruttato immenso fumo are
poca lava giusta il Maravigna . 1708 na, scorie, ed alcuni pezzi di
16. Erutt dal cratere fumo lava antica frai quali uno si
e fiamme secondo il medesimo mile ad una regolare colonna,
Maravigna 1799 levigalo, lungo pai. 18 e mezzo
FA FA

formando una medaglia con Tolto d'impe terminato a chi riguarda; da presso per
ratore decorato di lunga zazzera e di al non apprendesi se non confusa congerie
loro, ma ci da lontano e da un luogo de- di sassi e di sterpi talch non appare

del diametro di pai. 8 lungi da che vi vomitava, e per le scosse,


esso cratere un quarto di mi e detonazioni , che interpola
glio sebbene oggi ridotto in tamente faceansi sentire. A' 27
pezzi, ad un ben piccolo cor marzo per di quest'anno, in
co .... 1802 maniera si accrebbero i suoi
3. Fum per 47 giorni, fiam fuochi, che dopo varii terre
meggi per 28 e ne fu scosso moti che fecero sentirsi sino a
il suolo a 3 luglio. Agli 11 di Linguaglossa, una bocca si apri
marzo la colonna di fumo ele- ampia 126 canne al nord-est,
vossi prodigiosamente sull'al dell' ultimo bicorne, da cui con
tezza della montagna. Dagli 11 immensa copia di arene, lave
luglio ai 3 di agosto videsi bru antiche, e scorie, usci un corso
ciare nell'interno del suo cra di lava che si diresse al Nord,
tere. Era allora della circonfe poscia al nord-ovest, e si fer
renza di 657 ed alla profondit m nelle vicinanze del monte
di 150 canne siciliane, piano S. Maria nel di 1 aprile 1809.
in fondo, fesso longitudinal distante circa 3 m. dalla sorgen
mente, parallelo in varie parti, te. In questo tempo, fiamme,
ed offriva due profonde gole fumo, e cenere venivano erut
circolari del diametro di 2 tate dal sommo cratere. Nel
canne, colla distanza di 30. giorno 28 marzo dell'anno stes
Prorompevano quinci fiamme so, continuando sempre i tre-
e fumo. Neil' intervalli del muoti,si aprirono nella regione
l'eruzione veder potevansi i scoverta pel tratto di 3 m. altre
cento strati vulcanici delle pa 0 bocche in linea quasi retta
reli incrostate di efflorescenze a varie distanze , cio 4 nel
zolfuree, saline,ammoniali. Agli luogo detto Piano dell'Etna,
11 l'efflorescenza si accrebbe che guarda al settentrione , e
in guisa che dalla gola di Ovest 5 nel luogo denominalo Tacchi
ridond liquida lava nell'altra di Coriaxxo , le quali tutte
gola , e lanci arene e scorie cacciavano fumo, Gamme, sco
da formare nell' interno un rie antiche, e ceneri. Nel gior
conico monacello in contatto no 29,mezz'ora dopo tramontato
del lato occidentale del gran il sole, all'ingi di Monte Rosso,
cratere, per dove il Gemmel- nella contrada detta la Cerchie-
laro pot il di 16 agosto discen ra , dopo violentissimo terre
dervi, misurare la corrente di moto, si apri il vulcano, for
quella lava larga canne 8, alta mando pi di 20 bocche, dalle
2, e lunga 25, calda al grado 201 quali uscirono fiamme, grossi
di Fahreneith, trovarla nera,po macigni, scorie, arene, ed un
rosa con laminelte di feldspato fiume immenso di lava , che
e sciorli neri , e rinvenire il riempi un gran vallone in di
cratere del monticello profondo rezione di Linguaglossa. Questa
18 canne e della circonferenza lava fin di scorrere nel di 9
di canne i2 1805 aprile di quest'anno 1809, e
i. Sin dal mese di dicem devast le vigne e le terre se-
bre 1808 il vulcano avea dato minatorie del Barone Cali, arre
indizii d' interna accresciuta standosi a 16 canne di distanza
attivit per il fumo maggiore dal suo casino, e grandissimo
55
/.34
FA FA.

vestigio alcuno dell' anzi veduto simulacro. tempo per, da una finestra del r. palano
Negli scorsi anni essendo io in Palermo non con sommo piacere del tutto la compresi,
potei distinguere quella figura; da poco fissati appena gli occhi al luogo. Alle ra-

danno rec quelle del Une. resl. L' altro luogo ove si apr
Cagnone nella contrada del Pic il monte si fu nella contrada
colo, essendoti fermala 60 canne di Giannicola , da ove, oltre
lungi dalla sua Casina. . . 1809 delle materie incoerenti , fu
5. Fum in quest'anno per cacciato un grosso torrente di
giorni 21 , ai 16 febbraro un lava, che pig'i la direzione
tremuoto scosse Catania e Mes della valle del medesimo nome.
sina; contemporaneamente ap Nel giorno 28 del medesimo
parve luminosa meteora, che mese, la lava scorreva rapida
rischiar il monte e svan in mente, esi incammin nel piano
cima all'Etna; succedettero al delTrifoglietlo, e giunse la sera
tri 3 li emuotl , e negli ultimi nel piano dell i Ki v i itoli , quat
di dicembre erutt Gamme per tro m. lungi dalla sorgente. In
sei giorni dal vertice del mon- tanto i 4 crateri della Sciara
ticello formatosi noi I' interno del Filosofo proseguirono ad
del sommo cratere nel 1805. eruttare le solile sostanze in
Gli orli di quel monticeli pre coerenti. Il giorno seguente la
cipitando in se medesimi, ser lava si diresse verso la valle del
rarono l'aperta gola, onde ri Cirrazzo, che riempi. Il torrente
ai passeggiava intrepidamente, giunse al 1 giugno nel piano
esalando quinci poco fumo dal di Calanna , ove si ferm. Nel
l'arena e dalle scorie. . . 1810 giorno 11 di esso mese, il vul
6. A 16 febbraro di quest'anno cano si apri in 10 altri luoghi,
verso le ore 5 di notte dal cio un poco sopra del cratere
sommo cratere, s'innalzarono di Giannicola, ed in vicinanza
terribili fiamme che illumina del cratere della Sciara del Fi
rono il vulcano sino alle falde. losofo. Dalla prima apertura
In questo tempo i paesi vicini, erutt fumo ed arena, e dalla
e specialmente Catania e Mes seconda, oltre delle materie in
sina furono gagliardamente coerenti, un piccolo corso di
scosse 1811 lava. Dal cratere di Gianni-
7. Nella notte del 27 maggio cola intanto la lava proseguiva
alle ore 5 il vulcano si apri a scorrere, e giunse nel piano
in 2 luoghi: nella Sciara del del Trifoglielto, ed and a pre
Flosofoin vicinanza della valle cipitarsi in quello di Calanna,
del Bue ove formaronsi 4 cra ove si arrest. L' eruzione ter
teri: tre di essi eruttarono im min nel 5 agosto del mede
mediatamente immenso fumo, simo anno 1819
carico di scorie arena e ce 8. Dal 17 a 28 febbraro 1831
nere, che elevossi in forma di proruppero arene fiamme e sco
pino, e prese la direzione Est: rie. Dal di 1 al 15 marzo, si
nel tempo stesso eruttarono a videro esplosioni intermittenti
grande altezza, immensa quan di arena. Nel giorno 4 si trov
tit dilava pastosa, che solidi il sommo cratere ripieno di sco
ficandosi nell'aria in globi, ca rie e di arene, su cui sgorg
devano o dentro o negli orli la lava, formando come un pa
di essi crateri: il quarto erut vimento regolare e levigato,
t, ancora, un piccolo torrente lungo pi di 100 pai., e largo
di lava che da U a poco si ar- 30 circa.
435
FA FA
dici di questo monte sgorgano le copiosis Faraglioni. Lat. Faraglione. Sic. Fa-
sime fonti di Maredolcc e di l'avara. ragghiuna (V. D.) I scogli dei Ciclopi nel
FaniMlno. Lat. Fantasinum (V. M.) lito meridionale di Aci, cos detti oggigiorno
Casale concesso dal Re Gugliemo II nel 1 1 si- volgarmente. Vedi Ciclopi (scogli dei).
alta Chiesa di Morreale, ma di cui oggi non Farchlna (V. SI.) Casale conceduto dal
rimane alcun vestigio. Conte Ruggiero nel 1098 al Monastero di
S. Ilaria della Grotta in Marsala: confer
Coprironsi le antiche gole, e mata la donazione nel 1130 dal Re Ruggiero
tre se ne apersero in siti diversi; figliuolo del Conte.
le due pi vicine al vertice oc Farina (V. N.) Cala appresso Marzameno
cidentale eruttavano vie mag
giormente turbini di arene fra verso Pachino : vi una spelonca notissi
scoppii. Continuarono le eru ma ai ricercatori di antichi tesori.
zioni di fumo sino alli 22. Dal Faro di HeMlna. Lat. Frelum Sicu-
di 2 alli 5 aprile esplose fumo lum. Sic. Faru di Missina (V. D.) Dello an
tra tooni. Erutt lava alle ore che di Reggio, Regino, e col nome accen
33 del giorno i la quale tra
boccando dal ricolmo cratere nato, per le vicine citt. Circondando il ma
dalla parte avvallata del Nord, re Adriatico o Jonio la Sicilia da Oriente
trascorse qual ri volo sopra quel e Mezzogiorno, ed il Tirreno da Occidente
cono inaino al piede. Si divise e Scllentrione, dove in angusto passaggio
in dne braccia , ed arrestossi pel ravvicinamento delle terre continenti
nel!' ora di Mezzogiorno del di
seguente. Da maggio sino a 30 entrambi i mari con corso alterno fluiscono
settembre vi fu qualche esplo e refluiscono, dicesi Frelum quasi frequen
sione di sottilissima arena , te, essendo terribile ai navigli, e frema e
qualche tremito di terra nelle ferva quasi in ogni tempo. Credcsi dagli
regioni etnee, ed Acireale ne antichi e dai poeti svelta d'ivi per un tre
fu scossa. Nel di 30 settembre ni uo lo Sicilia da Italia; il che lasciarli colle
accaddero quattro esplosioni di
denso fumo cariche di sotti favole, come altrove mostrammo nelle note
lissime arene e scorie. L' apice
occidentale precipit dentro la videro solamente eruzioni di
gola e minacci ulteriori mine. fumo denso , e poi si vide
Tutto il sommo cratere ne rest l' apice occidentale precipitarsi
riempito. Da settembre a tutto dentro il sommo cratere che
dicembre accadde qualche silen riempi intieramente . . 1832
ziosa esplosione di sottilissima
arena 1831 AWKBTKHZA.
9. Nei primi giorni del mese
di marzo dal sommo cratere si La prima parte di questo quadro cronologico
ebbero scorie ed arene , delle lavoro del chiarissimo Alessi, il quale I' introdusse
quali rest quasi ripieno. Indi nella sua storia delle eruzioni inaino alla fine del
erutt lava che and a coprire secolo xvn, quando non continuando col primitivo
le cennate materie incoerenti. metodo seguiva col solo metodo narrativo, che fui
Le antiche gole esistenti nel costretto a ridurre nel cronologico, prendendo
cratere restarono coverte, e 3 anche relazione dai quadri del signor Maravigna;
nuove se ne aprirono. Nel gior un tal lavoro tratto da si grandi scrittori perviene
no S aprile erutt lava, la quale comesi vede sino al 1832. Appongo io la continua
cal dalla parte di nord, sino al zione sulle ulteriori eruzioni alla voce Mongibtllo
al piede del cono, e si arrest per non arrecare un significante dissesto alla edi
nel giorno seguente. Indi si zione.
436
di pubblica ragione apponendo
FA la mia discolpa. FA

al Fazello. Nondimeno tale angusto spazio al lido di Calabria, ed appellasi dalle pri
si inlromellc da Ceni promontorio d'Italia, me lettere che ne formano il nome, poi
garmente
Torre Cobalti
Faro,
dagl'indigeni,
che alcuni al
scrittori
Peloroaffer
toI. ch per l'acqua che scorre sotto lo scoglio
sentonsi con molta chiarezza risuonare. Sot
mano con Isidoro stendersi a 3 m., altri a 2, to il nome poi di Cariddi i n le mi osi il mar pro
altri finalmente conCluvcrio ad uno e mezzo. celloso, poich la prima sillaba ne esprime
Da Peloro o Faro sino a Reggio contan- il mormorio, e dicesi anche dalla vicina torre
senc 18, ma dui margine estremo del porto dov' una Lanterna, e dal greco Galofaro,
di Messina dove Lanterna e Cariddi o Ga cio buono lume. Veggonsi inoltre dei vortici
rofalo alla parte occidentale di Reggio, det alla cos detta Fossa della nave, imperocch
ta volgarmente Coda di Volpe, affermano quivi il filo o il reuma tende da Faro; indi po i
essere un intervallo di soli 10 m. Prolun al lido di Messina dirigesi dov' un ma
gaci questi lati alle foci del porto e dove gnifico giardino suburbano: e per fu data
stendesi verso mezzogiorno il lido di Reg occasione ai poeti di fingere, che Scilla e
gio e di Sicilia, ma la grande esluazione Cariddi siano stale donne cangiate dai Nu
o il fremilo delle onde, donde come avvi mi in moslri marini, i di cui fianchi divo
sai la voce (return, non viene ad acquetarsi rano perpetuamente dei cani latranti, come
se non che all'Argcnno in Sicilia, ed al Ca Natale Conte Mit. lib. 8. cap. 12. Sulle
po delle armi nella Calabria (1). cause dei vortici a consultare il Kirch er
Il flusso e il riflusso delle acque alternando mond. sollcr. Di Morgana nel medesimo
di sei in 6 ore viene a compirsi quattro volte stretto lo stesso autore al lib. 10 cap. 1.
nel giorno intero: se tende da Austro verso dell'Arte Magna (1).
settentrione dicesi ascendente, al contrario Faro. Lat. Pharus. Sic. Faru (V. D.)
dente.
se da Settentrione
Le navi perciversoquante
mezzogiorno
volte incorrono
desccn- Villaggio e torre d'ispezione che indica la via
del porlo ai naviganti con faci nella notte.
nel filo principale opposto, detto reuma in attaccala alla torre una fortezza fornita
greco dialetto, sebbene accolgano a velo di artiglierie e custodita da presidio di
stese propizio vento, per nessuna forza pos soldati sotto un prefello. Altrove notai la
sono muoversi e progredire, finch evitato etimologia del nome, poich *APOS dino
il filo altrove diriggano il corso, e dagli ta appo i Greci Lume. Ed appellandosi
esperti chiamali dal porto riducansi al sen tutta la vicina contrada col nome di Faro,
tiero. Non raramente avviene per che ten vollero che anche cosi appellato si fosse
tando leinerarii nocchieri degli sforzi, affon il primario paese di essa , come poi gli
dano. altri dei quali si disse, S. Agaia, Curcu-
Scilla finalmente uno scoglio attaccato raci, e Pace. La Chiesa maggiore di Faro
sacra alla Vergine della Lettera, presiede,
da un parroco diretta, ad altre 10 filiali.
(1) Nell'articolo 3 sulla Divisione della Sicilia
dall'Italia, d'introduzione al Lessico, e propria Van soggetti poi gli abitanti al Senato di
mente a pag. 20 rig. 8, erroneamente io tradussi Messina, che costituisce Duca un patrizio
capo degli amori, ma indottovi da una menda ti
pografica del testo in cui si legge Amorum e non (1) Si consulti sul fenomeno della Fata morgana
gi Armorum, ma scervellandomi sempre dove mai il discorso del Sig. Guglielmo Capozzo, e la me
sia questo capo degli Amori non potei far di meno moria dell' Ab. Dom. Scin sui fili reflui e t-or-
di attenermi strettamente all'autore. Conosciuta tiri apparenti dello stretto di Messina, lavori in
l'origine dell'errore mi fo' un dovere renderla seriti nel voi. 1 delle Memorie sulla Sicilia dal
sudetto Sig. Capozzo raccolte.
437
FA FA

pei municipi settentrionali. Il silo del pae Favara (Fondo di). Lai- FavaraeFun-
se in parli montagnose rivolto a Sciroc dus. Sic. Feudu di la Favara (V. N.) Fondo
co. Si computano le sue caso 266 con S. dove sono frequenti sorgive di acque, pres
Agata e gli altri casali , e ne erano 1451 so il territorio di Caltagirone, decorato oggi
le anime nel 1713, oggi 2017 (1). del titolo di Marchesato, ed appartenentcsi
1 aiuiiu (V. D.) Castello concesso nel a Giuseppe di Ugo.
1094 dal Conte Ruggiero al Monastero di Favara (V. M) Fonte che feconda il
S- Bartolomeo in Lipari. V. Fitalia. territorio di Palermo, ed ha origine sotto
Fava (V. N.) Fonte non lungi dalla il monte Falcone o della Medaglia. un am
piccola terra di S. Croce, da cui prende plissimo fonte del medesimo nome nella
origine un fiumiccllo dello stesso nome , regione della citla di Mazzara, di che ac-
con un villaggetto anche dello Favara e crescesi il fiume di Marsala , mentovala
che dicesi da Fazello Rasacarimi. L'ap dal Fazello; dubito se le sue acque per
pella il Cluverio Fonte di Diana, forse gran
quegli parte,
acquidotti
sino dialpietra
Lilibeo
dei ne
quali
venissero.
rimaue
ricavando da Arezio il quale dice : l'altro
poi il fonte di Diana nel territorio di Favara voce saracenica come esposi al
S. Croce , detto ora Paradiso , e di cui trove, con la quale dinolansi le acque che
favolosamente fa menzione Solino. Da sgorgano con veemenza dalla terra; e vol
cui attesta quegli scorrer l'Ippari o il garmente diciamo Favare le amplissime
fiume di Camarina, il che tuttavolla non fonti.
disse l' Arezio; ma errano entrambi; impe Favara (V. M.) Da altri Fabaria. Pac6e
rocch riconosce origine dal fonte che erom e gran fortezza costruita per opera di Fe
pe in gran copia a Comiso ; e questo derico di Chiaramonte. distante 4 miglia
il fonte di Diana mentovato da Solino e da verso Oriente da Girgenti, nella di cui dio
altri. Del resto la voce Favara saracenica, cesi, comarca, e provincia militare si com
ed appiccasi perci a varie fonti e terri- prende. Occupa la fortezza il centro del
torii della Sicilia, dove con impeto erom paese, rimpello alla quale stendesi un largo,
pono a gorghi dalla terra delle acque ; n lungi di l sorge la Chiesa maggiore de
quinci il gorgo dicesi volgarmente Favara. dicala alla Vergine Assunta, con un Arci
."Sella valle di Kolo sono le pi celebri: Fa- prete ed un coro di sacerdoti che indos
vara sotto Spaccaforno donde sgorgano in sano l'almuzio. I Carmelitani sotto titolo
gran copia le acque ed all' intorno fecon dell'Annunziata si hanno un nobile Conven
dano i campi, e quinci formansi i due laghi to, e nella Chiesa una cappella dedicata
Busailumi, dei quali dissi altrove, e sboc a S. Antonio di Padova, il quale il pri
cano finalmente nel mare: Favara fonte mario tutelare ed il patrono del paese.
del fiume Marcellino sopra Sortino verso Fa menzione il Pirri dei Minori Conventuali,
Occidente detto insigne dal Fazello: Favara e l'altrove accennalo Gigliola attesta aver co
fonte dell' Irminio sotto Vizini , dei quali storo abitato Favara nel 1530: ma quinci
a suo luogo parliamo nella descrizione di restituiti i Carmelitani nel 1574, imperver
Ciascun fiume- sando la peste, a conferire i sacramenti ,
dice aver sofferto delle perdite; oggi non
sono pi: riliraronsi gli Osservanti ed i
fi) Attualmente un casale aggregato a Messina
con una popolazione di 2000 anime circa, e che Cappuccini a causa dell'incostanza dell'aria
esporta olio , e seta ; dicesi anche comunemente secondo il medesimo Pirri. Il Vescovo Lo
Torr$ di Faro. renzo Gioeni costitu da pochi anni con dote
438
FA

un collegio di Maria pel bel sesso: coniatisi mo Principe del 1408 presenta questo Fi
poi 9 Chiese minori, e spicca il magnifico lippo signore di Muciaro, di S- Giovanni,
tempio di S- Rosalia vergine, consacratole e di Favara, quantunque dica anche si
votivamente dal magistrato per l'estinta lue, gnore della torre di Fabaria nella giuri
e quel dei SS. Cosma e Damiano di padro sdizione di Girgenli Berengario di Peraper-
nato del Barone. Un ospedale finalmente (um. Quinci riporta quegli altri della fa
ci era, testimonio il Pirri, nella chiesa di miglia di Perapertusa poi delta di Castellar,
S. Nicol, oggi deserto. Costava Favara sot dai regii tabulari dove notatisi le investiture,
to Carlo Y di 90 case, ma si accrebbe no ai quali fu soggetta Favara, ed adduce Gu
tabilmente il paese nel secolo seguente poi glielmo padre di Lucrezia, la quale fu mo
ch nel 1640 contava dal medesimo Pirri glie nel 1509 a Giosu de Marinis signore
716 case, 2731 abitanti, e nel 1652, 918 di Muciaro , dando al marito Favara ; da
case, 3638 abitanti: quinci nel 1713 com- questi Ponzio de Marinis donde Giovanna
pularonsi 1343 fuochi e 5337 anime , che e Maria; cinse quella della benda nuziale
ultimamente 6009. Han dritto su questi 4 Ferdinando de Silva che nei diplomi del
Decurioni , un Sindaco , un Inquisitor dei Re Filippo II appellato Marchese di Fa-
delitti ed il supremo Prefetto scelti dal mar vara, ma essendo mancala di prole, Maria
chese; un Vicario del Vescovo esercita giu moglie di Giovanni Aragona Tagliavia, con
risdizione sul cloro. Pingue il suolo del seguila Favara, lasciolla al figliuolo Carlo
territorio ed abbondantissimo di acque , duca di Terranova- Fabrizio Pignalelli oggi
somministra agli abitanti ed alle vicine gen avendo dritto da Carlo, dicesi Marchese di
ti biade di ogni genere, ed empie i granai Favara, gode del drillo di spada, ed oc
del vicino caricalojo di Girgcnli, i suoi pa cupa il v posto nel Parlamento- Tocca il
scoli sono ubcrtosissimi, nutre perci in non paese i medesimi gr. di lai. che Girgenti,
piccol numero greggic ed armenti, n man e 37 20' di long- Romina il Pirri Ber
ca di frutteti , vigneti, uliveti e di comodi nardo da Favara dei Minori Riformati esi
campestri. mio per lettere e per piet e che diresse
Autor della rocca fu Federico Chia- ottimamente la sicola provincia e la cala
ramonlano, come avvertii, verso il 1270, e brese, e mori in Palermo con non lieve fama
chiaramente cel dimostra lo stemma di sua di santit nel 1658- Paolo Bcllomo nato in
famiglia a quella in fronte ; egli morendo Favara, educato in Girgenti, del terzo or
nel 1313 lasci crede dei suoi possedimenli dine dei Minori, nominato principalmente
la figliuola Costanza, In quale moglie in per costumi, destrezza, ed ingegno; dopo
prima a Brancalconc di A uria poi ad An sostenute tulle le cariche nei suoi conventi
tonio Carretto ebbosi prole da entrambi; decoralo con somma gloria dell'onore di prio
tullavia Giovanni di Chiaramonle fratello di re(1)generale,
Dall'araba
fiori
voce
in Favara
questo, che
sccol
valenostro
scaturigine
(1).
Federico nel censo del 1320 dicesi signore
di Muciaro di S. Giovanni e di Favara.
Sotto Martino I Guglielmo Raimondo Mon- di acqua essendone abbondante il territorio di
cada prese nel 1352 Favara con gli altri questo comune, vuoisi da alcuni abbia preso il
beni dei Chiaramonle in luogo di Girgenli, nome, la quale opinione la pi volgare; ma erettesi
ma per la fellonia di lui, dice Barberi nel da altri che nel monte che ergesi a Nord-Ovest
dal paese alle di cui falde sono ruderi di alcune
Capibrevio, esser ceduta la fortezza ad E- torri e la cosi delta di Callafaraci ancora io pie
ii) ilio di Perapertusa e Muciaro a Filip di, sia slata una grossa borgata saracena denominala
po de Marinis, ma il registro del medesi- Rojalfabar, distrutta la quale, alcuni degli abitanti
439
FA tra da un angusto letto
FA di torrente, ai Prin

Favnrotia (V. M.) Piccola terra, la di


cui parie supcriore si apparitene al mona cipi di Carini. Vedi Temuto*.
stero Benedettino di S. Martino, divisa l' sl invogliami. Lat. idem. Sic. Faugnana

ittimi dall'abbondanza di acqua siano renali a pi ampiamente, nondimeno angusta pur troppo
piantar loro slama nel sito attuale , che appella per l'odierna accresciutasi popolazione; ne venne
rono Fabar dall' antica loro patria , iudi latina abbellito il prospetto nel 1828 e adornato di stuc
mente Fabaria.ed oggi Favara; la qual seconda chi e di pitture l'interno nel 1830. Alla fine dello
opinione incontra pi difficolt della prima la quale scorso secolo era una cappella intitolata a S. Vito;
sostenuta dal fatto; anzi altri vogliono rivendicare il rettore di essa O. Vincenzo .Mcndolia assunse
il possesso di Ilajal-F.1b.1r, qual' Reflaudali, ed al 1' impegno di fabbricare una Chiesa sufficiente
tronde la cronologia e la critica non possono accor mente ampia, ma lasciatene ad una tal quale al
darsi sulledue epoche della distruzione di Rajalfabar tezza le mura se ne mori ; nel 1808 il Sac. Don
eia fondazione di Favara, nulla potendo conchiu- Vincenzo Mendola e l'architetto D. Benedetto Ca
dersi dalle vestigia di saracena abitazione che tut stellana continuarono a spese loro, compirono la
tora rimangono sul passaggio. Non credo inesatto Chiesa con elegante disegno, fondaronvi un bene
il mio parere, che fabbricata la fortezza dai Chia ficio ; divenne sacramentale nel 1819. Nel centro
ramente, da allora siasene radunalo all'intorno il del comune sorge l'edilizio del collegio di Maria
paese, poich da pi in l non si hanno che no che dice l'autore costituito da Mr. Lorenzo Gioeni
tizie oscure e senza argomenti di sostegno. E la ma che molto prima lo era stato : DJ Maria
fortezza stato mai sempre il monumento prin Aragona e Marini dei Marchesi di Favara posse
cipale del comune, la quale per si diminuita deva in quel sito ampio palazzo, che destinava ad
nei suoi estesi fabbricati, poich comprendeva an uso di monastero di monache desiderandovi delle
che un altro forte terminalo ai quattro angoli con mutazioni edegli accrescimenti, al che eseguire di
torri, l'ultima delle quali fu demolita con parte sponeva una somma coli' autentico testamento per
della cinta di muri merlali dopo il 1820. Umile- Notar Giovanni Aloisio Gandolfo , 17 Marzo 15*
rasi in due piani, ingombra ovunque di sotterra Ind. 1616; ma siccome l'opera dopo la morte di
nei andirivieni , Irabbocchelli e labirinti inestri lei procedette molto lentamente , e scorso di gi
cabili, oltre che nella spessezza delle grosse mura un secolo, il Vescovo Francesco Ramirez dell'or
eran tagliate delle scale che ad ogni luogo e ad dine dei Predicatori, in occasione di sacra visita
ogni piano communicavano. Dal lato meridionale ordinava che quella casa servisse a conservatorio
eotravasi per un portone ancora esistente che met di donne senza attendere alla primiera destina
teva in un andilo, donde nel chiostro, mediante zione, e ridottasi gi in buono stalo , per dispo
un arco di sesto acuto, al quale altro ne fu ag sizione del sovrannomiiialo Mr. Gioeni fu stabilita
giunto iu appoggio che allarg il vivo del pilastro in collegio di monache di domenicano istituto
senza cambiarne la figura, ed in cui vedesi tut quale il monastero esser doveva , ed venuto
tora incastrata una lapide di rozza pietra che me sempre estendendosi, lai che oggi va Irai primi
rita attenzione pei curiosissimi caratteri, e ci reca della diocesi ed di mollo utile al paese per la
l'anno 1(88 ed il nome di un Bernardo Sisineri educazione del sesso feminile alle arti ed alla do
che costru i cosi detti tuprarchi nell' iscrizione mestica economia.. La chiesa di S. Francesco al
per ordine di Pietro Peraperiusa signore allora l'oriente del comune, e che appartennesi una
del paese. volta al convento dei Francescani da molto tem
Venendo per pi da presso al comune di Fa- po abolito, restava col titolo di beneficio di S.
vara, fu separato dal circondario di Palma ed ele Francesco e poteva considerarsi come una piccola
valo a capoluogo di circondario con rea! decreto parrocchia della borgata divisa da Favara per una
del 4 novembre 1838 ed indi con altro rcal de valle e che comprendeva pi di 500 abitanti, i
creto del 5 novembre 1840 elevato dalla terza alla quali nel 1802 mossi da uu panico timore l'ab
seconda classe; comprendesi nella provincia distret bandonarono atterrando le case e piantandone il
to e diocesi di Girgenti donde dista 6 miglia e terreno in ficheti d'India; la chiesa rimase sino
mezzo, e 76 da Palermo. Conta 14 Chiese: la Chiesa al 1837 sotto custodia di eremili, ma destinala in
di Maria del Transito era nei primordii del paese quell' anno tremendo della colerica lue in prov
la principale, ma cresciuto il popolo, fu di bisogno, visorio camposanto , non polendo pi resistere i
reta quella minore, fabbricar l' attuale, e sebbene curatori al lezzo dei malsepolti cadaveri, 1' abban-
440
FA FA

(V. M.) Isola, nltrimenli della Favignana, allora come oggi abbondava, appellala di
Faveniana nei libri del Re Martino; Egusa Plinio Capraria. Ircione finalmente de
ed Egadi dagli antichi, dalle capre di che bello Afric. disseta Aponiana. Siede tei

donarono, e poco dopo fa demolitale questo oggi tura


il comune,
vi prospera
e ne accrescono
a maravigliaricchezza.
e la estensione
L'agriee!-
to-
un luogo di orrore per la gente del paese.
Sebbene non si abbia il comune dei rimarche in
riloriale
culture 10,017
di sai. 4129,022,
in giardini,delle
7,406
quali
in divideti
orti sem
voli pubblici monumenti, sembra per quasi im
prontato dalla natura all' indole di quel popolo plici, 719,104 in seniinatorii alberati, 1""1,5"B
un amore ed un gusto per le opere architettoni seminatori! semplici, 493,616 in pascoli, 19,318 il
che, onde a dir vero, se si confronti lo stato at vigneti alberali, 57,758 in vigneti semplici, S,Sli
tuale delle fabbriche con quel dei tempi anteriori in Gcheti d'India, 0,611 in cultore miste, 11,111
al 1760, vi si scorge non pi un buon villaggio in terreni improduttivi, 1,116 in suoli di case n-
ma un' impronta di citt. La popolazione ha burbane. Una delle sorgenti della ricebeaa t
ricevuto mi grande aumento in questo secolo, comune sono le mandorle ed i Gchi ebe tubi
poich nel 1798 contavansi 7508 anime, pervenute compresi nella cultura dei giardini , oltre le gra
nel 1831 a 9590, e ad 1 1708 nel (ine del 1852, ma naglie, i legumi.il som macco. Da qualche anno s
per notizie particolari attualmente a meglio che sono introdotte numerose piantagioni ili imi
14000, ragion per cni anche le case hanno subito che vi prosperano a maraviglia, e se intanto li
un considerevole aumento , e non volendo prima pastorizia non vi si distesa , gli i causa cfce
uscirsi dalla periferia s' innalzarono molti piani, le terre annualmente si seminano.
e costretti finalmente ad estendere i confini vi La maggiore ricchezza per di Favara t'iste
dero da un decennio animarsi molti quartieri. Si a dir vero nelle sue montagne che cooteapM
tono inoltre abbellite dai proprietari! le campagne oltre dello zolfo dei pregevoli minerali qnali set;
con amenissime ville e casini , e per metterli in allume, marcassila, vetriuolo, bellissime strania*
comunicazione col paese si sono costruite delle stallati iti di quarzo, feldspato, sciorli, gesso, io,
strade rotabili, fra le qnali merita nominarsi quella selenite, alabastro, roccie di granito , pietra are
che mena a S. Benedetto distante poco pi di un nosa e calcare , sicch Io studioso di metallari s
miglio dalla strada provinciale da Caltanissetta corse
Metallurgia
potrebbequesta
aggiungere
Docimastica
costa consaocchio
ci
del conte
qualche
da filosofo.
Borchcbe
pagina
U if^
per
all'
a Girgenti, il qual tratto facilissimo a costruirsi
poich in piano, se si venisse ad eseguire, congiun
gendo la strada a ruota di S. Benedetto colla fare intanto recano nn commercio molto spa
provinciale nel punto dello Piano di Clero tra rante; una ne hanno particolarmente le lindi
Comitini e Grotte, si ricaverebbe molto utile, poi di
quella
Priolo
di eCastellana
Falsirolta, edue
trequella
la di diOrlata,
Roccarossa,
delle H"
dw
ch essendo stata posta a termine sin dal 1850 la
via comunale da Favara a Girgenti , si accorce quella di Priolo e quelle di Roccarossa sodo sor
rebbe pi di quattro miglia il cammino, sarebbe an gelte ad inondazione per le acque sorgive
che pi animalo, s' incontrerebbero varie sorgenti del fiume, ma non gi le altre; danno tutte ww
di acqua, varii beveratoj, un comodissimo comune di 1* qualit fuorch quella di Falsirolta che dil",
ed altri vantaggi, oltre un gran risparmio nella n mai si sospende dallo scavamento; disumo di
manutenzione; dei quali giovamenti si f parola nel 10 a 7 m. dal luogo dell'imbarco, da 7 a
consiglio provinciale di Girgeuti, onde a sperare dal punto pi prossimo dalla strada < ruota eoe
che siano sottoposti all' intelligenza del R. Governo. vi conduce, e 2 m. dai terreni coltivili fuorch
fabbricata Favara in una pianura , ma dal tarono
le Passiamo
due una
di Roccarossa
fama
finalmente
duratura
cheagli
uno
presso
nomini
ne idisiano.
venturi,
che si emen-
pei
livello del Mediterraneo dal quale dista 4 miglia
s'innalza all'altezza della Rupe Atenea di Girgenti.
Sta nei medesimi gr. di latit., che la costa di Af scienze e per morale integerrima, ed accrebbero
frica, quindi vegetano nelle sue terre l'aloe, il lo splendore della patria Favara. Il Sae. Marti
giummarro, il carrubbo, il pistacchio originarli di Piscopo profondo nello scienze del Drillo "
quel continente; dominata dai venti di Tra medicina, nella teologia polemica , storia chi'
montana e di Levante e rinfrescata dal Ponente; stica, molli onori riport in Roma dato sagpo
molli torrenti ne bagnano le campagne in tutte del
dottorale
suo grande
sul Gore
ingegno
degli eanni
ne , riporlo
benemerito
la laurei
ab
direzioni, e due grandi sorgenti ci hanno dentro
441
FA FA

Info occidentale della Sicilia, l'impello Tra di Sicilia che in essa approd; imperocch
dal
panicontinente,
e Lilihco oggi
di figura
Marsala,
allungata,
distantee 12
di ni.
14 leggo avervi costituito un castello nel
fine del secolo xv Andrea Riccio Signore
ni. di circuito, quantunque il Carrera e pi dell'isola, la quale fu gi abitata sin da
recenti geografi ne l'estendano a 18. Si ha principio, per la fecondit del suolo, da
molli seni capaci di numerosissima flotta, contadini che ci avevano delle casuccie,
che sino a 20 enumerano il Nigcr ed il ma aumentatisi mano mano sino a circa
Venlimiglia, ma quel di Calarossa il pi 2000, bisogn istituirsi una chiesa parroc
grande di tutti ed il pi sicuro. Una for chiale sotto il titolo dell'Immacolata Con
tezza con soldatesca di presidio ed un cezione con un curato solto il Vescovo di
Prefetto, della di S. Caterina, non che due Hazzara, ed il formatosi paese fu decorato
baluardi verso le spiaggie custodiscono la gnana
dagli onori
per la
di fertilit
marchesato.
dei campi
Spicca
e la Favo-
copia
isola, costruiti o piuttosto ristorali nel 1655
per ordine del duca di Infanlado Vicer delle acque, grandemente idonea perci
alla cultura, anzi afferma Orlandino cos
Iria ed agli amici, percorsa Girevolissima car dirsi dai venti favonii (Zefiro) , che cagio
riera si mori il 19 aprile del 1802 non ancor loc nano la fecondit delle terre. Nutre con
ati i 19 lustri di vita sua. Il Sac. Vincenzo Men- pingui pascoli le greggie, coltiva alveari, e
iolia nelle teologiche discipline dottissimo, Gnl i quindi produce saporito cacio e gralissimo
tuoi lunghi giorni a 24 aprile 1802. Il Sacerdote
jiuseppe CaBsi pel suo enciclopedico genio che mele , dal che si ritrae guadagno per
n varie mostre fece in Roma risplendere, ebbesi le vicinanze della Sicilia sino a Palermo.
a dottorale laurea e l'onore del titolo di Canoni Presenta abbondante caccia di cervi e di
co Umbriaticense; spicc sommamente nella sacra conigli e gode finalmente di mar pescoso
oratoria e mori Arciprete del comune nel 25 ed abbondante principalmente in gamberi,
maggio 1802. Il Sac. Gaetano Mendola profondo
nella legislazione fu bens sommo filosofo, studioso
locuste (pesce), cancri, e molli generi di
della natura, versalissimo nelle lettere greche e testacei: nominata principalmente per la
Ialine e piacenlesi della poesia; si mori nel di 19 pesca dei tonni.
dicembre del 4817 di 97 anni, ed il di lui fra- celebre per l'antica strage dei Carta
lello Bar. D. Andrea Mendola che superavalo in
ginesi e la vittoria dei Romani ; in niun
fona d'ingegno ed erudizione, fu medico filosofo,
nsigne matematico, amante degli sludii di storia
modo per combina col vero che sia stata
laterale, agraria, geografia; buon padre, buon la Capraria mentovata da Omero, famosa
:illadioo, si mori in et di 86 anni a 23 giugno per le fiabe del gigante Polifemo e di Ulisse,
lei 1829. Il Dr. Antonio Cimino esimio chirurgo come afferma Cluvcrio; imperocch senza
nono nel 13 ottobre ls:!9 di anni 56 nel compianto alcun dubbio a stabilire sotto l'Etna la
lei noi cittadini. Il Sac. Giosu Licata, Canonico,
>oi Vicario Capitolare della chiesa cattedrale di
sede di Polifemo, il che Carrera nelle Me
Urgenti, fa dotalo dalla natura di altissimi talenti morie su Catania , ed io altrove mostrai.
! di un profondo sapere che rendevalo dei primi Ad un angolo dell'isola verso mezzogior
gli scienziati della Sicilia.Valicati di un anno i 19 no eludono di quando in quando gli occhi
"tri di sua vita, carico di anni e di meriti, mori dello spettatore varie meteore nell' aria ,
iel 1813. E finalmente Mr. D. Ignazio Cafsi Ar
erete di Favara sino al 1829 poi Canonico di
imperciocch slimasi vedere delle flotte
"rgenti, e quinci elevato a Vescovo in partibus glia
accorrenti
, ed innumerevoli
, eserciti che figure
vengono
di animali
a balta-,
n/M/iiim; fu eloquentissimo sul pergamo, moriva
' nni 8i a 10 aprile del 18U, ed altri che di la causa di che lasciando in discussione ai
ran merito ma di fama minore tralasciamo, a filosofi, passo ai Signori dell'isola. Palme-
'on iiiaccar con una filatera di nomi.
rio Abaie da Trapani sotto l'imperio degli
5G
442
con stallatati, ma sovracariciie
FA le altre di (ufo. FA

Svevi, Signore di Favognana, lasci credi Favola. Lat. Fabula (V. N.) Orlo di
i figliuoli; quinci sotto Ludovico vien men Gerone Re di Siracusa, costituito e piantalo
tovato Riccardo, che valorosamente oper a grandi spese dinanzi le mura della me
pel medesimo Re , ed altri sino ai tempi desima ci i l ; dello dai Greci MT0O2, quin
di Martino, l'ultimo dei quali Tu Niccol, di da mirabella Mitone. Ne fa menzione
la di cui figliuola Allegranza moglie di Ateneo nel lib. 12 da Sileno Calaliano, ap
Matteo di Moncada , conseguendo i dritti po i di cui esemplari incorse il nome di
dei suoi, ricevetteli per beneficenza del me Gelone per quel di Gerone, che fu il vero
desimo Re nel 1392 ; ma non molto dopo fondatore dell' orlo. Quivi il tiranno giu
ritorn Favognana al regio Demanio, fal dicava gli affari del popolo; laonde scrive
lito Matteo il sacramento; quinci nel Par Giacomo Avercampio aver preso 1' orto il
lamento, celebralo in Siracusa nel 1398, vie nome dalla confabulazione.
ne essa collo altre registrala. Fu concessa
dopo sette anni a Luigi di Carissimo, la VE
di cui erede e figliuola portolla in dote a
Felice. Lat. Felix. Sic. Filici (V. M.)
Benedetto Issio Riccio Inquisitore dei mi
Torre di guardia che sorge tra le foci del
sfatti in Trapani, da cui pass ai suoi suc
fiume delle Canne sotto Siculiana ed il capo
cessori, tra i quali si fa menzione di An
drea primo fondatore del castello nell'iso Garibici.
Femlne (Isola delle). Lai. Fimis. Sic.
la nel 1498. Nel 1390 era sotto i Filingeri, Isula di li Fimmini (V. M.) Isolclta nel
imperocch si diedero 120 onze annuali a
seno di Carini, un tempo Iccari che dicono
Giovan Francesco Riccio, toltogli il domi
porto di Gallo. Sta a 700 passi circa dal
nio dell'isola. Nella met dello scorso se lido, e si ha una torre d'ispezione in ele
colo fu soggetta colle altre del medesimo
vato poggio, colla quale sono custoditi due
tratto a Giacomo Brignoni genovese. Com-
asili. Scrivono il Ronfiglio ed il Cascino,
prolla finalmente nel 1631 Angelo Palla
dopo il Valguarnera , esservi stata 1' an
vicino genovese anch'egli, ed ottenne ul
tica famosa Mozia, ed afferma il volgo ri
timamente il titolo di Marchese Giovanni
manere una via subaquanca dal continente
Luca Pallavicino pronipote di Angelo. Sta
all'isola, ossia un istmo, di cui fan menzione
Favognana in 37 5' di long., in 38 di
gli scrittori per Mozia. Ruderi, frammenti
lat. (1). di mattoni, avanzi di doccionali ci attcstano
esser quivi sorta un tempo citt non vol
(t) L'isola Favigoana costituisce oggi un capo- gare; ed altri sono persuasi, dopo ci che
circondario di terza classe in provincia distretto
e diocesi di Trapani, da cui dista 12 m., e 69 da raccolse il Oliverio, che siano stali di Mo-
Palermo. Contava nel 1798 una popolazione di 2030
abitanti , di 3678 nel 1831 e finalmente di 4383 Le pietre sono generalmente di natura calcare,
nello scorcio del 1852. Se ne estende il territorio ed il Signor Ortolani confessa avervi trovato la
in sai. 1365,851, delle quali, dividendo in culture. farina fossile di "VVallerio. fertile in zafferano ,
e nella state vi in attivit la pesca dei tonni.
14,861 in giardini, 46,120 in orti semplici, 626, Spesso accade nella calma dei venti e del mare
033 in seminatori! semplici, 512,120 in pascoli,
7,533 in vigneti semplici, 24,222 in ficheti d'In il molto noto fenomeno della Fata Morgana e forse
pi vario e gajo che noi suol essere nello stretto
dia, 114,432 in terreni improduttivi, 0,530 in suoli
di case campestri. L'aria buona, come anche l'ac di Messina. L'isola di Favignana e scelta sempre
qua abbondante , che ricavasi dai pozzi e dalle in luogo di esilio ai colpevoli condannali, per
cisterne. Ci hanno varie grotte delle quali poche ci popolata in gran parie da gente sifTalU. Sul
forte di S. Calerina posto un Telegrafo.
443
FE Feria. Lat. Ferula.
FE Sic. Ferra (V. N.)

zia ; ed io verr a suo luogo colle ra


gioni di Cascino, su Mozia ed ii di lei silo. Paese che sorge verso il fiume Anapo, nel
Appartiensi l'isola colla tonnara alla chiesa fianco di un colle ad un m. da Cassnro c
di Morreale, ma per concessione degli Ar a 24 da Siracusa, sovrastalo, non lungi, dal
civescovi possiedcla oggi il Conte di Capaci monte di S. Venera;, dicelo recente il Fa-
sotto la soggezione dell'Arcivescovo. zello, ma antico il vantano gli abitanti ad
Fenicia Moncada. Lat. Plwenicia Mon- ditando grotte ed antiche abitazioni fornite
cada. Sic. Terranova (V. D.) Paese. Avendo di sacre immagini di greco stile , ed una
nel 1669 devastato g' inccndii dell' Etna celebre sulle altre per la dimora della V.
Malpasso situato verso Libeccio alle radici S. Sofia, non che cel dimostrano dei se
del monte, si scelsero gli abitanti un piano polcreti tagliati nel sasso, che attestano es
non discosto da Yalcorrcnlc, dove novello ser quivi stala qualche citt prima dei Sa
paese animarono , e diedergli tal nome raceni, riabitata dai Longobardi al tempo
qual sia risorto dall'incendio come una dei Normanni, e cui diedero il moderno nome
Fenice, e dal Barone Raimondo Guglielmo di Feria. Stette a lungo in terreno declive
Mancada. Ma conquassalo da un Iremuolo verso Austro con munilissima rocca, e va con
nel 1693, lasciato alla Ilo deserto per l'in quelle terre, che nella tregua coi Francesi,
temperie dell'aria, non mostra che ruine stavan per Federico. Tutto nondimeno rui-
nella pubblica regia via Ira Catania e Pa n il paese pel Iremuolo del 1693, che
terni), e che perci dice il volgo Terranova. come sufficientemente conoscesi, con gran
Ferat.Lat. Phcral(V. M.) Torre antichis violenza scosse la valle di Nolo, dal quale
sima sita dai primi abitatori in guardia della tempo prese a ristorarsi in adeguato ter
citt di Palermo, e di cui rimanevano vestigia reno verso la medesima parte meridionale
presso il novello convento di S. Giovanni non lungi dall' antica , ed oggi sorge non
di Dio. Sotto questa torre era la porta ignobile, perciocch ritrae la forma di un'a
fiumani. Vedi Baych. quila e di una croce, divisa per una retta
Ferdinanda (lo!a) (1). ampia e lunga via appellata del Corso, per
la quale eslcndcsi in lungo, verso il di cui
(1) Cos fu appellala l'isola vulcanica sorla nel ingresso una piazza, e nel centro una fonte
luglio del 1831 rimpelto Sciacca, e precisamente di acque saluberrime a comodo pubblico.
nel silo denominato dal Signor Smith nel suo At Quinci la maggiore Chiesa parrocchiale di
lante, Banco Iterila. Erane irregolare la cinta, e
bene osservavasi non essere altro le parti promi buona costruzione sorge verso Oriente sa
nenti che l'orlo irregolare di una immensa e cra a S. Giacomo Apostolo , ritenuto l'an
quasi rotonda voragine. La cinta superiore dell'orlo tico nome con proprio Sacerdote decorato
rivolta a Levante, di tutte era la pi alta, e se ne del titolo di beneficiale, coadjutori che
stimava l'altezza sul livello del mare dal Signor apprestano opera a conferire i sacramenti,
HoiTraann che di presenza l'osserv, di 60 piedi
parigini. Meno elevalo per e pi basso verso po grosse ceneri, n vi si scorgevano, in parie alcuna,
nente era V orlo settentrionale del cratere, e por vestigia di corrente di lava ; ripide ne erano le
tava due distintissime prominenze coniche ai due falde. Vomitava giganteschi globi di fumo bian
suoi termini; bassissimo verso mezzogiorno, ed ap chissimo, scorie, nera cenere, lapilli, qualche volta
pena distinguevasi quel di ponente. L'intero dia acqua fangosa , ma lava non mai. Megli ultimi
metro dell'isola, preso nella direzione di oriente giorni di agosto manc di forza l' eruzione ,
ad occidente, si calcolava di 800 piedi francesi, di cess in settembre, venne meno il fumo in ottobre,
C00 l'interno della voragiue, e non meno di un si eslinse del lutto in novembre ; in dicembre
mezzo miglio il circuito di tutta la prominenza. 1' isola era sparila ed il mare riacquistava lo spa
Erane formata la massa di scorie nere, lapilli e zio occupato dalla vulcanica materia.
444

VE FE

ed nitri chicsinslici che intendono insieme avanzi di esimio mnrmoreo sepolcro. Da


agli ufTcii divini. Di l si ammira il cospicuo antichi (empi era finalmente il monastero
tempio di S. Sebastiano Mari, primario pa destinato alle sacre vergini, sotto il patro
trono degli abitanti, e che sperasi in breve cinio di S. Rocco e di S. Benedetto Abate,
venir decorato di un collegio di canonici di cui quelle osservano la regola: imperoc
istituito per somme di varii fedeli; vi ha ch esisliva nei primordii del secolo svi,
per un coro chiesiaslico al cotidiano e vi trassero religiosamente i giorni, in varii
divino servizio, vi si conserva per indulto tempi, molte matrone figliuole di Baroni.
del R. Pontefice sin dal 1660 il divinis- Il paese si ha stemma proprio, cio una
simo sacramento dell' Eucaristia , si vene feria che nasce in terreno adorno di fiori.
rano molle reliquie di santi, e va adorno Mazzieri precedonoil magistrato annualmente
di marmorea statua del S. Martire, magni dello ad arbitrio del Barone e che si ha con
ficamente lavorata e mentovata particolar venevole palagio nella piazza: somministrava
mente dal Pirri. Si ha memoria di questa un tempo al prefetto della milizia provin
Chiesa dal 1481 per Dalmazio da S. Dio ciale di Lentini un cavaliere e 65 fanti, e
nisio governatore della Chiesa di Siracusa. comprendesi nella comarca di Noto. Sotto
Altre cinque minori Chiese fomentano in l'imperalor Carlo V costava, testimonio il
varii luoghi la fede negli abitanti ; fra le Fazello, di 1118 case; sotto Filippo IV nel
quali quella di S. Caterina Vcrg. e Mari, 1652 di 1078 case e 3976 anime; ma dal
con un monte di piet ed un ospedale. Pirri verso il medesimo tempo di 1586 case,
Trai monaci dice antichissimi il Pirri i frati e 5132 cittadini ; in questo nostro secolo
carmelitani, ed a buon dritto, imperocch (xvm), 723 case 2408 anime; e dall'ultimo
Lezana fa memoria del loro convento di registro 3044. Siede in 38 di long, ed in
Feria, e protrasse gli annali dell'ordine 37' di iat. Angusto ne il territorio detto da
sino al 1400 soltanto; mancarono per Mezzogiorno di S. Martino, ricco e celebre
travagliali dalla scarsezza; nondimeno ve- per fecondila; da Settentrione ed Occidente
desi costruita sotto il titolo del Carmelo, da stanno intorno delle colline a varie culture
pochi anni, una Chiesa non lungi dalla piaz dalla industria dei coloni disposte; hannovi
za. I minori Conventuali abitavano fuori le in esse delle grotte , delle quali in una,
mura il convento di S. Maria di Ges, in per volgar tradizione si nascose S. Sofia,
grandito dalla Regina Bianca; imperocch e vi scaturisce un ruscelletto di acque, sgor
era di costei confessore F. Antonio Milone gato a di lei preghiere. Produconsi abbon-
chiarissimo per scienza e virt, di cui di devolmente le noci nella valle, per la quale
remo pi in basso. Succedettero a questi scorre l' Anapo mollo pescoso e dello da
i Min. Riformati nel 1628, per industria dei Feria. Si celebrano come illustri nati in
quali si ripararono gli edifizii crollali pel Feria , Antonio Milone ascritto dai suoi
treinuoto, e toccano oggi l'orlo della cill. trai beali; Filippo Mineo dell'Ordine de
Abitano anche i Cappuccini del medesimo gli Osservanti e di vita candidissima; Bo
ordine, tralasciati dal Pirri, un luogo adat naventura da Feria, splendido in santit
tissimo all' istituto fuori il paese sin dal e nelle sacre scienze , e Matteo Cuso pei
1579. Nel vicino territorio di S. Martino era di cui meriti , dice il Pirri , si degnato
un tempo il priorato sotto titolo di S. Gre Iddio operar dei portenti; i corpi del Mi
gorio dei membri di S. Spirito in Sassia , lone e del Cuso conservatisi nella Chiesa
del di cui tempio nei ruderi osservansi di S. Maria di Ges. Per grandezza di dot
i segnali della sacra unzione, e non lievi trina Giuseppe Cnssarino giureconsulto, no-
445
frumenti , orzi , cavalli
F ed armi ad Arlale F

ilc trai primi, Patrono del Fisco della N. IL Alagona acci ritornato fosse al dovere.
C. e finalmente Reggente d'Italia appo Ma Quinci Martino a rendere il prestito e com
il rid . Francesco Salcmi giudice della S. R. C. pensar di Malta Raimondo, gli concedette la
e Marcello Failla peritissimi eziandio nel Contea di Agosta congiuntevi le Signorie di
drillo; Pasquale Formica, Vincenzo Bartoli, Feria e di Sonino come membri della Con
e Francesco Dionisio, che nella diocesi so tea, per diplomi dati in Catania nel 1S feb
stennero le veci del Vescovo di Siracusa; braio del I :>!).'). ma dopo due anni rivoltatosi
Egidio Bartoli Minore Riformalo , e Giro Raimondo, ne furono i beni incorporali al
lamo Guzzardi Cappuccino prestantissimi fisco; ma riavuti poi in grazia i figliuoli di
oratori: n a lacere di Gaspare Lanieri lui , Malico , Antonio e Giovanni, con tal
che pel sommo valor dell' animo consegui patto rese loro i possedimenti del padre,
in Ispagna i gradi supremi della milizia. che cedesse Agosta a Malico , Adorn ad
Passiamo a dir dei Baroni i quali oggi Antonio, Feria a Giovanni, il quale ultimo
da Marchesi occupano il ixx posto nel brac succedette al fratello Antonio morto senza
cio baronale: il primo Francesco Pal figliuoli, e cedendo egli eziandio al comune
lavicino nei primi tempi dei Re Aragonesi destino, lasci Signore di Feria Antonio
Barone di Feria; poich non leggo se sotto Perio secondogenito, da cui procedette An
i Normanni Goffredo figliuolo di Ruggiero tonio Pcrio, giovane che fu dello anche
l'abbia occupato colla Contea di Ragusa. Giovanni, dopo cui sostituito il figliuolo
Sottentra quinci un sospetto se sia stata in Antoni Perio Ambrogio generato con Pe-
quel tempo o non ancora fabbricata Feria ruzza Girifalco, confermato dal Re Alfonso
o ristorata. Dopo Pallavicino se l'ebbe nel 1453 : ebbesi questi in moglie Al \ ira
Giliberto Centelles , da cui pass a Pic Cruyllas colla quale gener Giangiacomo e
cola Lancia, il quale prest il sacramento Francesco, quegli ucciso dai nemici peri
nel 1320 a Federico II per Giarralana , senza prole maschile, quinci Francesco ot
Feria , Ossina , Murchella , Borgomagnino tenne Feria nel 1499 , e disse il giuro al
ed altri fondi; viveva sotto Pietro II figliuolo Re Ferdinando nel 1516, donde procedette
di Federico e presiedette al regno nel Gaspare Moncada, il di cui figliuolo Giro
1341 e nei seguenti; tenne eziandio in lamo nacque da Eleonora di Cardona, dal
Val Demone Long! e Castanea. Nel 1375 quale e da Mattea Spadafora dei baroni
appartenevasi Feria a Pietro Giulio Ravi- di Vendico sorse Cesare Alfonso che marito
gna, la di cui figliuola Maria, con per dote a Giovanna Cardoneto con essa gener Isa
quella terra, fu presa in moglie da Gio bella, data poi in moglie ad Antonio Reque-
vanni Alagona figliuolo di Blasco nel 1388. sens signore di Buscemi; unica figlia di co
Per fellonia degli Alagona dal Re Mar- storo Anna, congiunta in matrimonio a Giu
lino, Guglielmo Raimondo di Montecalcno seppe Rau impetr nel 1G25 il titolo di
vien donalo di Feria nel 1394. Di questa marchesato dal Re Filippo IV; nacque da
R. largizione varie cose io lessi : Raimondo essi Francesco , il quale contrasse nozze
ottenuto aveva Girgcnti, quinci volendo Marti con Cirilla Maslrilli dei Marchesi di Turlu-
no richiamarsi quella citt, concessegli Feria reto, ed ebbesi ad erede il figliuolo Giu
ed altri beni e paesi. Scrive il Barberi nel seppe ii, il quale menala in moglie Isabella
Capibrevio aver Raimondo prestato al me Impcllizzcri vide da lei Simone Rau, mari
desimo Re 2000 fiorini, ed aver rassegnato tatosi a Vincenza Vassallo, donde France
col volere del Re l'isola di Malta , con sco consorte oggigiorno ad Angelica Arezzo,
che gode del solo titolo, imperocch nel 1718
446
F F

essendo aggravatala Signoria da vari pesi, n Feria (fiume rti) La t. F/urti Ferule
in forze essendo apagarli, sborsatone il prez Sic. Xiumi di Ferra (V. !V.) Altrimenli Gnu-
zo, presela Pietro Tarallo da Palermo, Signore de, cio 1' Anapo, di cui dicemmo. E ab
di Baida, e Duca di Miraglia, che tolta in mo bondante in pesca di saporite anguille e i
glie Cirilla Rau figliuola di Giuseppe, prest trolte, nel territorio del paese da cui prende
giuramento per Feria. Da questi nacque il nome, e si stende per ben quattro miglia
Francesco il quale divenuto marito ad Eleo verdeggiandone di platani entrambe le ripe.
nora Olivcri duchessa di Acquaviva in Ferllto. Lai. Ferlilum (V. D.) Casale
teso comunemente duca di Feria (1). appartencnlesi un tempo al monastero di
S. Placido, ma oggi rovinalo.
Ferreo ponte. Lai. Ferreu*pow(V.J.)
(1) Il cornane di Feria attualmente un capo- Univa un tempo le ripe del Crisa sotto lineo.
circondario di 3" classe in provincia distretto e
diocesi di Noto, da cui dilla 24 m. non rotabili, Vedi Crisa.
quanti ancora dal mare Jonio ebe ne il pi vicino, Ferro (Capo di). Lat. Caput (erri. Sic.
nel punto precisamente dov' soprannominato di Capu di Ferru (V. M.) Stendesi traStaara
Siracusa, e 59 rotabili, 91 non rotabili da Palermo.
a Lilibeo.
superiore
Vi si costrudelun paese
camposanto
ed unito
nel 1840
propriamente
all' estremiti
al Fettina (V. K.) Casale nel territorio di
Caslrogiovanni, oggi ruinalo e di cui me
Convento del Cappuccini. Venne cominciato nel
1853 un tratto di strada rotabile comunale di circa moria in un diploma dell'Imperator Federico
tre miglia, di cui gii un '/* di m. adatto a ruo Re di Sicilia del 1210.
ta; assume principio dal piano cosi detto di S. Ma Feticino. Lat. Pliclieinus (Y. D.) Fiume
ria che prende questa denominazione dall' antico appellalo dal Fazello Facelino o fleto ed
convento dei Riformali sotto titolo di S. Maria di
Sarranieri
Ges , e ,perviene
che fa parte
sino alla
del territorio
campagna dinominala
Feria , oggi fiutilo.

donde dovri continuare per congiungersi al ter FI


ritorio di Lentini. Venne fondalo nel comune nel
1845 con le norme generali del 1838 un monte imitili (V. M.) Casale
agrario per frumento di che si presta non pi di
una salma a persona, previo un garante solvibile
nel 1320 a dotarmi Coltello.
li. ano. Lat. Ficallm. Sic. CowudiS.
son atto presso il Conciliatore; amministrato dal
Sindaco e da due deputati scelli annualmente dal
Maria di Ficaddu (V. H.) un luogo nella
l' Intendente, da cui dipendono. Buona ne l'aria spiaggia australe verso il Pachino, dove e
e buona ed abbondante 1' acqua potabile che si ha una Chiesa sacra alla Madonna. Ammirata
da fonti e da cisterne. Al X di agosto vi si apre appresso le foci del fiume Busaillone, di
un mercato per concessione del Governo sotto li cui feci di sopra parola , molti avanzi di
25 aprile 1825, in bestiame tessuti ed altre merci,
e che dura 7 giorni. Eslendesi il territorio in
piccola terra che dicono gli altilanli Fidili!
sai. 1205,110, delle quali, dividendo in culture, dov' un tempio mollo cospicuo, ma rut
7,928 in orti alberati, 90,165 in scminatorii albe ilato, sopra i di cui ruderi sorge la Chic
rati, 714,773 in seminatorii semplici, 180,113 in di M. V. Il colle vicino a questi ruderi, sten
pascoli, 141,254 in vigneti semplici, 9,182 in fi dendosi nel mare a guisa di promontorio!
cheti d'India, 1,384 in culture miste, 53,878 in
terreni improduttivi, 0,433 in suoli di case. Con appellasi volgarmente Cozzo di S. **jj
lavasi nel 1798 una popolazione di 3598 anime, di Ficallo, il di cui giogo era occupalo di
di 3836 nel 1831, e di 3953 nel fiue del 1852. una rocca della quale e di altre moli per
Nel vicino monte di S. Martino sono delle grotte durano le ruine. Alle radici del colle ba
incavate nella roccia e stanze sepolcrali con varie gnato dalle onde del mare sgorgano dal
iscrizioni incise sul vivo sasso. Trovatisi nel tufo
vivo sasso molle fonti di acque dolcissi^
basaltico alquanti fossili organici.
447
FI (fiume
Ficarazzi
di). (fiume
FI di). Vedi Bagheria

Nella medesima diruta terra osservasi gran


dissima fonte, e quinci il littoralc e la con
trada appellata Ficallo, irrigala di fonti e Ficarra. Lat id. Sic. id. (V. D.) Paese
di laghi, giocondissima inoltre per la pesca non lungi dalla rocca di Brolo verso Mez
e per la caccia, presentano molle delizie. zogiorno, il quale siede in un poggio di
Bla soggetta, dice il Fazello, alle aeree viso dal letto del fiume Timcto appellato
immagini di cui facemmo parola nell'isola altrimenti di Naso, dal territorio di questa
delle Correnti. Ignorasi per qual sia terra e da altri eziandio da un ruscello verso
stala l'antica citt, sebbene il Naurolico Aquilone. Ha un' antica fortezza celebre dal
dicala Ficallo dal nome attuale. tempo dei Saraceni, rivolta verso Oriente e
Ficarazzi. Lat. Ficaralium. Sic. Fica- Settentrione, ristorala ultimamente per ordi
razzi (V. M.) E un villaggio nel territorio ne dell' attuale Signore di cui nella piazza
australe di Palermo, con una Chiesa par un' elegante casa, volgarmente Palazzo. La
rocchiale sotto il titolo dell' Ascenzionc del Chiesa maggiore sacra alla Vergine Annun
Signore, a 4 miglia dalla citt, in regia via. ziala sorge sopra la piazza e vi un'ima-
Vi ad osservare il palazzo suburbano del gine della Vergine colf Arcangelo in mar
Barone con sontuosa scala, mentovato dal mo pario , di esimio lavoro e di maravi-
Fazello ; le altre case circondano dai lati gliosa bellezza, celebrala in cappella pro
la via, abitale da 191 anime. Fu un tempo pria nel mese di agosto, e con festivo con
della famiglia La Grua, poi pass ad altri corso, e con fiere, dagli abitanti, pei largiti
e finalmente comprollo dai Teatini Luigi benefizi ; si ha per eziandio in prima
Gerardi Giardino di Gueguara e Lucchesi ria venerazione la ineffabile SS. Trinit
Marchese di S. Ninfa, che nominato Prin come antica tutelare del paese. Servo
cipe deiFicarazzi nel 1733 gener il figliuolo no a questa Chiesa principale un Arci
Diego con Giulia Massa, oggi Barone. Ren prete, ed una communia di sacerdoti, cui
dono irriguo e fecondissimo il terreno le stan soggette altre sei filiali con delle con
acque del medesimo nome, che scaricansi greghe. I Frati Osservanti di S. Francesco
nel fiume della Bagheria; piantato in canne sotto il titolo di S. M. di Ges dimorano
da zucchero, vigneti, oliveti, ed altre piante all'orlo del paese, fondati verso il secolo
fruttifere, e con grande bellezza vediamo xvn. Dicesi avere i Carmelitani abitalo dal
lussureggiar di alberi la via che d' ivi mena 1610 il convento sacro alla Vergine Dei
a Palermo. Compete al Principe il dritto para. Le monache, che professano gli isti
di spada, va soggetta la parrocchia al Mae tuti di S. Benedetto, abitano decentissimo
stro Cappellano di Palermo. Sorge non lungi monastero molto vicino alla Chiesa maggiore.
una torre d'ispezione del medesimo nome Apresi finalmente una casa d'ospizio in
nella spiaggia, e ad un tiro di pietra mantenimento dei poveri. Ugonc Arcive
il ponte detto della Bagheria o dei Fica- scovo di Messina concedette un tempo al
razzi, di cui altrove diciamo (1). l' Archimandrita l' abazia di ,S. Angelo

(1) Il comune dei Ficarazzi comprendesi nella 1852. L'aria ne poco buona e se ne estende il
provincia distretto e diocesi di Palermo , da cui territorio in sai. 174,950, delle quali, dividendo in
dista 8 miglia circondario di Barbieria da cui 3 culture, 27,911 in giardiui, 9,072 in canneti, 12,
m. Il villaggio denominato Firarazzclli pu dirsi 280 in seminatori! semplici. 4,800 in oliveti. 42,
parte del comune, e si ha una chiesa oltre la par 605 in vigneti alberati, 74,461 in vigneti semplici
rocchiale di Ficarazzi. Contavansi 1078 abitanti nel 3,541 in ficheti d' India , 0,280 in suoli di case.
1798, poi UGO nel 1831, e 1577 nello scorcio del Trovansi nei dintorni diaspri e marmi bellissimi.
A-'.8
FI FI

di Ficarra dell' Ordine di S. Basilio, sotto erede di Guglielmo, imperocch l'Aragonese


titolo di Maria di Monte di Dio. Contavansi Lauria nessuna parentela o affinit poteva
nel paese sotto l'imperatore Carlo 500 case aversi collo Svevo Amico. 11 Lauria adun
c 1691 anime verso il fine del secolo; nel que se l'ebbe in dono dal Re Giacomo,
1652 segnaronsi 680 case, 2620 abitanti; al e lasciollo alla sorella sposala a Corrado
nostro tempo nel 1713 vedonsi nel registro di Lancia cancelliere del regno e Signore
con Brolo 381 case, 1124 abitanti, ultima di Longi e di Caslanea; a questi sollenlr
mente 1967. Si appartiene alla parrocchia Perrucchio donde del censo di Federico
di Messina, quinci un Vicario dell' Arcive nominasi Blasco Barone di Mongelino, Lon
scovo ed un visitatore invigilano al regola gi, Calali, e Ficarra. Perrucchio u offese
mento del Clero. Biconoscono i paesani la l'animo del Re Martino, e decadde col fi
coniarca di Patti , e l' istruttore della me gliuolo Corrado, dai beni che vennero con
desima citt, cui somministravano 30 Tanti, ceduti dal medesimo principe a Bartolo
e 6 cavalli- Gode il Barone del titolo di meo Aragona ; ma poi furono entrambi ri
marchesato, esercita il drillo di spada, siede cevuti in grazia nel 1394. Corrado quinci
il primo posto nel Parlamento nel braccio dopo 44 anni si registra fra gli altri ba
baronale, e segna i magistrali. Corrisponde roni soggetto alla Curia; successegli Per
il silo in 38 30' di long., in 38 15' di lat. rucchio in marito a Margherita di Modica,
mentovalo il territorio per la fertilit, e cui setlentr il fratello Valore, donde Gu
produce principalmente mori ed ulivi, e reso glielmo Raimondo, il quale senza prole, tra
irriguo per vari ruscelli corrisponde all' in sfer anche i suoi dritti nel fratello Manco,
dustria dei coloni. illustre trai cittadini i di cui figliuoli e nipoti sino a Fabrizio per
di Ficarra Francesco dei Min. Osservanti, linea diretta rifulsero stipili della famiglia
che fior Definitore della romana Congrega Lancia. Fabrizio nel 1656 fu detto primo
zione di lutto l'ordine; erroneamente giu Marchese di Ficarra per un rescritto di Fi
dica Arczio sulla fondazione di questo paese, lippo IV, e da lui venne Francesco unito in
dicendolo di recente origine, imperocch la sacri vincoli con Agata Ansatone, il quale non
rocca, come affermai, ascrivesi ai Saraceni; ebbesi prole, e perci il fratello Antonino
nel 1198 vien mentovata Ficarra nel regi merit il titolo, e divenuto crede, gener
stro della diocesi di Messina; e si ha soggetta Giuseppe, Duca di Brolo, padre a Girolamo
ai Borgomastri sotto il regime degli Svcvi. vivente oggigiorno ; ma Ficarra riconobbe
Imperocch Guglielmo Amico accetto al nel 1737 il dominio di Pietro Napoli Principe
l' Imperatore Federico pel valor militare, e di Resullana, e poi Ignazio Vincenzo Abate
da lui inviato Nunzio per In pace al Sol- Marchese di Longarino, sborsato il prezzo ai
dano, consegui Ficarra che perdette sotto Lancia , presela nel seguente anno (1).
Corrado; ne era moglie Macalda Scalcila
la quale per beneficio di Carlo d' Angi ot (I) Ficarra un comune in provincia di Mes
sina da coi dista 67 m., distretto e diocesi di Patti
tenne i possedimenti del marito gi morto, donde 17, circondario di S. Angelo di Brolo donde
ed unita in seconde nozze ad Alaimo di 10 m. Comprendasi il territorio in sai. 641,490,
Lenlini valse moltissimo sotto Pietro per delle quali divise in culture, 2,866 in giardini, 1,
ricchezze ed autorit, imperocch Alaimo 604 in canneti 15,515 in gelseti, 56.314 in semi
aveva coi primi congiuralo contro i Fran natori! alberati, 125,855 in scminalorii semplici,
194,050 in pascoli, 96,136 in oliveti, 5,846 in vi
cesi: dopo la morte di Macalda e di Alaimo gneti alberati, 54,886 in Tigneti semplici, 19,988
ottenne Ficarra Ruggiero Lauria. Non per in castagneti, 5.049 in noccioleti, 62,578 in ta
verisimile che a costui sia stalo dovuto come scate, 0,809 in suoli di case. 11 maggior commer
449

FI FI

Fico (Torre del). Lai. Ficus turris. per fermo, come avvisai, nel colle vicino,
Sic. Turri di la ficu (V. N.) nei seno Me- ruderi di non piccola terra, che confesso,
garico, oggi di Agosta, in custodia del lit- costituita altrove Alunzio, ignorare a che si
lorale. Vi una fonte del medesimo nome, appartengano. Tra questi si ha una lapide
una casa suburbana del collegio di Siracusa nel muro occidentale della Chiesa che di-
cui si appartiene l'amplissimo territorio, ed ecsi essere stata un tempo Abazia dell'or
una bettola. dine di S- Basilio, con questa iscrizione:
Fico (fonte del). Lat. Ficus fon. Sic. 0AAM02 ANAPONA IKPA210T MB ETEPrE-
Surgiva di la Ficu (V. N.) Sorgente del du 2IA2 ENEKEN 6E0ES IIA21. cio: Popu-
mo Haulo appresso Giarratana. lus Domum Hierasii Beneficii Ergo Diis
Fico (valle del). Lai. Fiousvallis. Sic. Omnibus. Ed anche in angolo d' una cap
Vaddi di la Ficu (V. M.) Valle tra Ambleri pella della Chiesa parrocchiale di S. Nic
e Moarta monti del territorio di Palermo , col , nel paese, un' altra lapide colla
ed altre colline annesse verso Austro; sten- scritta 202inOAi5 , la quale fu trasferita
desi per sino al Parco, ed apre una via nel dal colle vicino, a voler trasandare delle
l'interno. lucerne, dei vasi, dei mattoni, e di altri
Fico d'India (Torre della). Lat. Fi oggetti siffatti, che presentano certi indizii
cus Indiae Turris. Sic. Turri di la ficu di antica abitazione, sebbene nulla affatto
d'Innia (V. M.) Vedi Mondello. particolarmente dinotino di Alunzio. Impe
Ficozza. (1). rocch le altre cose, che volgarmente si
Fiiadcino (S). Lat. S. Philadelphus. Sic. adducono sulle ossa dei giganti, sopra Turo
S. Frateddu (V. D.) Paese congiunto ai colli fondatore, sulla vicina cill di Vascona, non
che sovrastano il littorale aquilonare della sono che sogni del volgo, n voglio trattener
Sicilia a 3 miglia, tra il fiume Furiano e mi a notarle. Del resto il sito di S.Filadclfio
Rosmarino, il Chida degli antichi, quantun declive verso Austro, Occidente ed Oriente,
que fra entrambi scorrane un altro appel imperocch da settentrione sorgeva nel
lato dall' Inganno, e sia incerto agli scrit l'alto un'antica rocca , magnifica un tem
tori sinora quale dei primi due siasi stato po, oggi nota dagli avanzi; in un poggio
il Chida. Attestano alcuni, dagli avanzi del verso Occidente la Chiesa maggiore de
l'antica Alunzio che osscrvansi non lungi corata del titolo di Maria Assunta, in altro
nel colle, essersi formato S. Filadellio, il ad Oriente la Chiesa parrocchiale di S. Nic
che ad ogni costo sostengono gli abitanti. col che emula la prima pel luogo primario
Parlando di sopra io di ci, dissi essere in e l' antichit della fondazione ; entrambe
decisa ancor la cosa, imperocch altri sta sono frequentale da Clero a se, e sotto Par
biliscono Alunzio a S. Marco. Osservansi roco proprio, che ne intendono gareggiando
con pia emulazione ai divini ufficii, e nella
ci di esportazione consiste in olio, seta e frutti prima che la sede dell'Arciprete, ornata
secchi. L'aria ne sana. Conlavansi 1826 abitanti di doppio ordine di colonne, diecsi conser
nel 1798, poi 1932 nel 1831 e finalmente di 3275
nel fine del 1850. varsi con somma venerazione o in tutto o
(1) La Ficozza nn villaggio presso il monte Bus- in parte i corpi dei SS. Alfio, Filadelfia e
sammara con un regal palazzo suburbano fattovi Cirino , che tuttavia i Leonlini affermano
costruire dal Re Francesco I, e cinto di boschi ab ostinatamente essere appo loro interi; sono
bondanti di cacciagione che formava il principal i primarii patroni degli abitanti, ed affer
diletto del sovrano, il quale vi istitu una fiera dai
13 ai 15 maggio per la festivit di S. Isidoro mano esser venuto il nome volgare al paese
agricola. dai Santi fratelli, cambialo poi in S. Fila
450
FI Fi

Delfio, ed in S. Fratello. Sotto la Chiesa mente il linguaggio degli abitanti, il pi


di S. Maria un elegante Monastero acco oscuro degli altri dalla medesima gente in
glie le sacre vergini intente alla esatta cu Sicilia stabiliti. Fior il paese sino ai no
stodia degl'istituti dell'Ordine di S. Bene stri tempi, ma ultimamente nel 1754 dopo
detto- Verso settentrione fuori le mura non poca pioggia in molti jugeri sprofon
il convento dei Min. Riformali detto di S. dando il suolo, quasi una met verso po
Slaria di Ges e di S. Antonino, che co nente ne trasse in mina , ed aprendosi la
nosce l'origine dal 1616. Erano, secondo terra, assorta quasi in met la parrocchia
a tradizione, i conventi di S. Domenico e stessa di S. Maria, peri con gran perdita,
di S. Francesco del terz' ordine , ma ne ed in luogo pi opportuno prese a rifab
avanzano appena ruine. Tra le Chiese fi bricarsi. Sta in 38 10' di lat. ed in quasi
liali l'antica dei 10000 Martiri era soggetta uguale long.
alla Basilica Laterancnse; sacerdoti desti Non ritroviamo, sotto il dominio di cui
nali vi amministrano i sacramenti come sia stato S. Filadelfio al tempo dei Nor
anche in S. Giovanni presso i Riformati; manni e nei primi anni degli Aragonesi.
altra sotto gli auspicii del SS. Crocifisso di Sotto Federico III se l'ebbe la famiglia Ara
figura oltogona sorge ammirabile per le fab gona, ma essendo mancato al dovere Vin-
briche e per gli ornati ; nella casa degli ciguerra figliuolo di Federico Aragona,
Eremiti dei SS. Fratelli rimangono delle perdette le signorie, che diede il medesimo
nicchie, nello quali attestano aver deposto Prence ad Oliveri di Messina , cui succe
S. Tecla i beali loro corpi. dette Enrico Russo, che divenne fellone
Si ha il paese slemma proprio, cio una anch' egli verso la fine del secolo xv: quinci
aquila nel di cui petto una fascia col motto nel censo di Martino del 1408 nominavasi
Spero. E sede di un Istruttore della mili Barone della terra e del castello di S. Fi
zia indigena, qual carica esercita il Barone ladelfia, Angelollo di Larcan, i di cui eredi
che scegliesi un Legato. Gode del mero e se ne dicono padroni sino allo scorso se
misto impero o dell'assoluto dritto di armi, colo xvii. Appo Barberi che reca in lungo
e comprendesi nella comarca di Mistrctta. la serie , notasi ultimo Antonio Larcan.
Si ha cura delle cose sacre un Vicario del Chiese sotto Alfonso il paese di essere ascritto
l'Arcivescovo di Messina. Sorveglia al ci al Demanio, ma ne fu rigettala la domanda;
vile il Magistrato , assegnato annualmente novellamente pregollo sotto Ferdinando ma
dal Barone. Il registro fatto sotto Carlo V invano. Il censo del 1595 reca Signori i
recava 636 case, e nel 1593 eran 2300 Larcan de Solo come anche Sancetla nel
anime; nel 1652 le case 950 e 3419 abi 1628. Giuseppe Lucchesi divenuto Marchese
tanti, nel 1713 le case 858 e i cittadini di Delia, come erede della zia Giulia Spa-
3236, che ultimamente 3613. Nel sottopo lafora e Larcan conseguito .S. Filadelfio
sto lido detto dalle Acque dolci sorge l'am nel 1639, lasciollo ai figliuoli Gaspare e
pio turrito palazzo del Barone con artiglie Pietro, dei quali quegli mori senza prole,
rie, ed umili case all'intorno. L'esteso ter celibe Pietro chiam in successione la sorel
ritorio fertile, ameno, e ricco di biade, la Giulia, che unita in matrimonio a Niccolo
seta, olio, vino, ortaggi e frutti, n sottost Antonio Lucchesi gli partor Anna Maria
ad alcun altro, adattissimo parimenti alla moglie a Ferdinando Gravina Principe di
caccia. S. Filadelfio, n erroneamente, Palagonia. da cui Ignazio Sebastiano padre
una delle colonie di Lombardi addotte dal di Ferdinando u, il quale vive Barone di S.
Conte Ruggiero, il che ci mostra chiara- Filadelfia e siede il iv posto nel Parlamento.
451

FI FI

l'omini illustri: Il B. Benedetto co Filippo (S.) Lat. S. Philippus. Sic- Jaci


gnominato il nero dal colore del suo volto, S. Filippu (V, D ) Municipio di Aci : Vedi
cospicuo tuttavia per candore di animo e Aci S. Filippo.
di costumi; abit in prima nell' eremo, poi Filippo (S.) Lat. S. Philippus (V. D.)
trai Minori Riformati, e splendette dotato di Casalolto; piccolo villaggio dei municipii
esimie virt, c fu onorato da Dio di maravi- di Messina verso austro sopra Dromo con
gliosi prodigii in vita ed in morte; ne sono sua parrocchia divisa da quella di S. Filippo
pubblicati per le stampe i fatti, e recati in inferiore.
gran copia appo il Tognoleto; il quale en Filippo (S.) di FragnlA.Lat.S. Philip-
comia eziandio le vergini Brigida Car pus de Fragola. Sic. S- Filippu di Frava-
bonella ed Alessia Sleccato, seguaci del me l (V. D.) Vedi Frugala.
desimo istituto, che fiorirono nello scorso Filippo (s.) Lai. S Philipput Sic. S.
secolo per innocenza di vita ed esempii di Filippu (V. D.) Piccola terra apparlcncn-
virt singolare; non che Serafino Definitore tesi alla Parrocchia e Signoria di S. Lucia,
generale del medesimo Ordine chiarissimo come un di lei casale; siede in un poggio
per probit- Cclebransi nella Bibliot. Sicola nella contrada di Milazzo con una Chiesa
Gian Domenico Candela della Comp. di G., sacra al medesimo Santo, dove pratica la
insigne Teologo e Predicatore, che resse la gente i sacramenti- Vi ha un antica Abazia
provincia, pubblic dei libri sulla Verginit; [ dello stesso nome dell'ordino di S- Basilio
e mor in Catania nel 1606 con gran fama tributaria al Re; ed era di essa decoralo
di bont ; e Giuseppe Cnjola della mede nel 1760 il Sac Giambattista Vaccarino Pa
sima Comp. sommo Oratore Evangelico; le lermitano, che profferisce l'ultimo voto nel
gato di Sicilia alle romane radunanze ; e Parlamento nel braccio ecclesiastico; se ne
promosso finalmente alla reggenza della ascrive la fondazione al Conte Ruggiero;
provincia pubblic le sue orazioni quare affermano esservi mancati i monaci nel se
simali predicate per 4 lustri (1). colo xv ed essere slata approvala nel 1355.
Filippo (8.) Lat. S. Philippe. Sic. S. Dista 5 m. verso Nord da S. Lucia.
Filippu (V. N.) Vallo nel territorio di Mo Filippo VArglrd (S). Lat. Aggrumi.
dica, dove sono innumerevoli grotte in abi Sic. S. Filippu d'Argir (V. H.) Cos delta
tazione degli antichi, e si osservano avanzi per la dimora e la tomba di quel santo ,
di edifzii e frammenti di colonne, vestigia da altri Agira ed Argira. E delle citt pi
di citt oggi a noi ignota. antiche dell'isole e sorge in un colle che
(1) Oggi S. FiladelGo un capo-circondario di termina in cono. Dice Cluvcrio : ne si
terza classe in provincia di Messina da cui dista antica l'origine che fu mentovala tra le
86 n>., distretto di Mistrctla donde 27, c diocesi favolose imprese d' Ercole. Attribuiscesi ai
di Patti. Se ne estende il territorio in sai. 4546, primi abitanti della Sicilia o almeno ai Si-
39", delle quali 84,866 in giardini, 21,713 in orti cani , ed in questo luogo attesta Diodoro
semplici, 0,334 in canneti, 1472,415 in semina nel libro 4 che in magnifici sacrifmi ed in
tori! semplici, 2132,124 in pascoli, 121,500 in oli-
veti, 102,060 in vigneti semplici, 8,61 1 in ficheti feste dai superstiziosi Argiresi fu Ercole
d'India, 600,631 in boscate, 2,143 in suoli di case, qual nume onorato ; e sebbene in nessun
il suo maggior commercio di esportazione consiste luogo fosse stalo a lui sacrificalo, ebbesi
in grano, olio c cacio poich il territorio uber- l'onor del primo sacrifizio in Aggira: sono
tosissimo in pasture. L'aria ne non buona. Vi sue parole: lo stesso Dio gli preconizz la
si contava nel 1798 una popolazione di 4124
anime, di 5895 nel 1831 e Dnalmcute di 2275 sua divinit, imperocch non lungi dalla
nello scorcio del 1750. citt in sassosa via vide come in cera l'm
452
FI FI

prette le orme dei tuoi boti; adunque per ed un cane che fa in brani un irco , con
esser grato di un tanto onore fattogli da medesima epigrafe. Vestigia di sorta non
gli abitanti, scav presso la citt una fossa rimangon di lago, di tempio, di bosco, di
di quattro stadii di circuito formandone un palestra, di porla, dei quali si fa menzione
lago che rese celebre pel suo nome e per le sopra da Diodoro, n gli autori assegnano il
orme ivi stampate dei bovi suoi', innalz un luogo dove siano stati. Fazello tuttavia af
tempio con un boschetto a Gerionc, altro ferma vedersi monumenti dell' antica citt
celebre al nipote Jola, ed il primo stabil in ingenti pietre quadrale, in quella con
la sacra cerimonia che i fanciulli dalla pri trada che dicesi oggigiorno Lombardia,
ma et le loro chiome a Jola consacrassero; dove eziandio rilrovansi allo spesso monete
la porla dove i sacrifizii gli si facevano fu in bronzo, argento, ed oro, ben coniate.
della Erculea ed ivi in ogni anno cclcbra- Sotto l' impero di Dionisio ed il dominio
vansi dei giuochi ginnastici ed equestri. Da ampio di gi dei greci nella Sicilia, fu un
ci soggiunge Cluverio: dunque Aggira tiranno della nostra citt del medesimo no
una delle antichissime citt di Sicilia, me che essa, cio il Principe Aggiri che
giacch dice la favola essere morlo Er gran potenza si ebbe sugli altri piccoli Re
cole sul principio della guerra Trojana, di Sicilia, imperocch dominava lutti i
360 anni prima che i Greci le loro co circostanti castelli, ed a non poche genti
lonie nell'isola trasportassero: giustamen deltava le sue leggi- Dopo di lui si fa men
te quindi rimprovera il Fazello di aver det zione dell'altro tiranno Apolloniade scac
to essere stala APrrpos appellata dai Greci ciato dalla citt pel valore del corintio Ti-
per l'argento che ricavatasi dalle sue mi molcontc: quinci i cittadini resi liberi fu-
niere, poich quel home non dai Greci ma ron donali di Siracusa ; Yimoleonle stesso
dai primi suoi fondatori le venne, essendone assegn 10000 coloni in Aggirio , poich
slata l'origine assai pi antica della tras amplissimo ne il territorio , e singolare
migrazione dei Greci nell'isola. All'erma poi I' amenit della regione : e sebbene delle
Diodoro che al suo tempo quei cittadini minori cill si fosse , tuttavia per la
veneravano ancora con sommo rispetto il sudetta copia di biade, non che la forni
bosco sacro a Gcrione, osservando ancora di nuovi coloni alla divisione dei campi,
le cerimonie gi stabilite per Jola; dice ma sollev in essa un teatro il pi bello
egli: tale la maest e la santit di que di tutta Sicilia dopo Siracusa, e delubri
sto tempio che coloro i quali non fan par di numi, una curia con foro, torri magni
ie ai sacrifizii perdono la voce e come fiche, piramidi per mole ed esimio artifi
esanimi divengono, e come prima sciol cio ammirabili, di tulto il che non rimane
gono il volo dovuto sono novellamente oggi memoria, se. non che ruderi informi
alla primiera sanit restituiti; il che noi affatto. La fortezza poi stante nel pi alto
crediamo essere avvenuto per demoniaci estremo, assai magnifica un tempo oggi ro
prestigli. Abbiamo oggi degli altri monumenti vinata nel pi, credesi opera dei Saraceni
di Ercole nelle antiche monete, in cui os dallo eruditissimo Bonaventura Attardi, nel
servasi da una faccia il di lui capo, dal la Storia Patria; ne per memoria ai tem
l'altra la intera figura di lui nell'alto che pi del tiranno Aggiri: Diodoro nel Iib. 14.
tronca le leste dell'Idra Lernea colla clava, Popolosissima era in quel tempo Aggira,
e l'epigrafe ArTPlNAlilN; una moneta pro talct conteneva non men di 20000 cit
dotta dal Paruta presenta Jola col capo gio tadini, anzi abbondante annona era pre
vanile, e sotto di lu la pelle di un leone parata nella citt a tanta moltitudine,
FI FI , 4*3

ed era riposta nella rocca ingente somma tichissimc case di paesani colla parrocchia
d danaro, che atera guadagnalo Agiri di S. Maria Maggiore insignita di un col
nell- eccidio di ricchissimi cittadini. Gi legio di canonici, e fu questa la prima chiesa
al tempo dei Romani secondo Tullio era di Aggira dopo i Saraceni. Quinci verso
fedele ed illustre il popolo di Aggira, one aquilone, come va inclinandosi il colle,
sta nelle prime la citt, ricca la gente, cslendonsi delle case con eleganti chiese
grandi i proprielarii. Giusta Plinio eran gli delle quali la primaria parrocchiale an
Agirini trattali come i popoli del Lazio, anzi tichissima e fornita di Canonici, sotto il ti
secondo altri diconsi donati dei privilegii tolo del S. Salvatore, sorge nel punto dove
dei Coloni. ancora in questione se abbia riposa il corpo di S. Filippo Diacono mi
no ricevuto la fede Cristiana dai discepoli nore; poi l'altra parimenti amica di S.
degli apostoli, imperocch ci han di coloro Niccola di Mira, il di cui altare principale
che attestano aver appreso S. Filippo la formato di varie scritte ma dimezzate la
dottrina da S. Pietro, e da lui essere stalo pidi e di altri antichi monumenti. Del re
spedito in Sicilia; altri al secolo v ripor sto il prospetto di tutta la citt rivolto
tano la vocazione degli Aggi resi al Vangelo verso libeccio e mezzogiorno dove de
per opera di S. Filippo, trai quali Euse clive la salila e non angusta pianura detta
bio scrittore della vita di lui; ed i miracoli Sobborgo, occupata dal celebre tempio di
operati, talch visibilmente scacci dalla S. Filippo, cui vicino erano gli edifizii de
citt i demoni, e le azioni, s da Atanasio stinali un tempo per l'Abbate e pei monaci,
che da questo Eusebio discepolo di lui si or quasi deserti; ammirabile per gli antichi
hanno pubblicati; mor nella medesima citt, ornamenti, le colonne marmoree e l'ampiez
fu sepolto dai suoi nella grotta , e disse za , ed fornito di campanile ; entrando
il Gaelani nelle Vite dei SS. Siciliani es occorre a sinistra una grotta o una cella
ser perdurali sotto i Saraceni un monastero ornata di scale e di balaustri di marmo dove
ed una chiesa sotto gl'istituti di S. Basilio si compose un tempo il corpo di S. Filippo;
costituiti da pii fedeli alla tomba del santo, havvi un'angusta cappella sostenuta da colon
da cui Aggira prese da allora a chiamarsi nette e che presenta l'antica semplicit; di
S. Filippo. Scacciati i Saraceni, monaci rimpelto, un pezzo di colonna sostiene il Ton
benedettini abitarono il cenobio, che poi te dell'acqua battesimale, adorno del simula
accrebbesi in celebre Abazia suffraganea al cro di Gcrionc e cavalo dai ruderi della
Monastero di S. Maria di Latina in Geru antica citt. Succede la cappella dove con
salemme, e la citt fu assegnata alla dio servaci in un arco le reliquie del mede
cesi del Vescovo di Catania. simo tutelare: le pitture degli altari intanto
Esposti cos l'origine ed il progresso di contano un'antichit, tra le quali la prima
Aggira, acci pi propriamente al mio pro ria quella di S- Maria di Latina, qui tra
posilo mi accosti , comincio dal sito na sportala al tempo di Enrico VI Imperatore
turale del colle. Il monte cui si appog e Re di Sicilia dal monastero di Gerusa
gia Aggira, dopo il fiume che ne prende lemme con altri ricordi di quella santa re
il nome dal territorio e sbocca nel Crisa , gione da Facondo Abate; vi anche l'an
sollevasi lievemente sol da Libeccio, arduo tica cappella di S. Agaia con un quadro
nel resto, e finisce in una piramide, di cui mentovato dal Pirri. Furono surrogali ai mo
la sommit occupala da un antica turrita naci i prcli secolari nel 1630, che intendono
fortezza, da ogni parte tuttavia ruinosa, sotto agli uffcii divini sotto un Priore scelto dal
la quale verso la parte medesima sono an- l'Abate Commendatore, decorati del titolo
454

FI FI

c delle insegne di Canonici. Dissi io in gran finalmente un ospedale per g* infermi , e


copia di questo monastero nelle notizie mo la Chiesa di S. Giorgio sotto il potere del
nastiche della Sicilia, dove feci memoria l' Abate di S. Michele di Troina , con dei
della serie degli Abati e degli uomini illu Sacerdoti addclli. Intorno poi a regime
stri. Gi le altre parrocchie sorgono per la chiesiaslico un Vicario del Vescovo di Ca
citt; quella cio di S. Antonio di Padova contania presiede a tutto il clero. A nessuna
un collegio di Canonici con prospetto nuo delle chiese si d il titolo di maggiore: il
vamente costruito e campanile nella pub Patrono principale S. Filippo, la di cui
blica piazza; quella di S. Margarita Vergine festivit celebrasi nel mese di aprile con
famosa per la struttura, con collegio cano somma pompa con celeberrime fiere per
nico ed altre prerogative sotto la rocca ver quella contrada, e con grande concorso dei
so occidente nel centro slesso del paese ; vicinalo. Formano il Magistrato civile V im-
quella di S. Pietro sotto la medesima for quisitor dei delitti, 4 Giurati, ed il Sinduco,
tezza e da essa non lungi , elegantissima, dei quali oggi l'elezione si appartiene ai
nella quale il primo dei Sacerdoti eletto ministri della Camera Reginale, imperoc
diti Re col titolo di vice-parroco; e final ch Argir una delle cinque cill desti
mente la chiesa di S. Antonio Abaie dove nale ad essa. Porla per insegna un aquila
sci sacerdoti ornati anche d'insegne, pre nel di cui petto l'imagine tutelare di S.
stano quotidiano sacro servizio a Dio. Delle Filippo, va decorata del titolo di Integra,
case monastiche., il convento di S. Agostino siede pel suo legato il xtxvi posto nel
sollevato nel 1312, e quel di monte Car Parlamento, si ha per benefizio dell' Impc-
melo verso il 1612 presso la Chiesa di S. rator Carlo V assoluto potere di armi,
Maria Maddalena, adornano la citt per la capo di comarca, era da gran tempo pre
decente struttura; era un tempo una casa fettura della milizia provinciale, e sommi
di Agostiniani della sicola riforma eretta nistrava 14 cavalli e 131 fanti- II registro
nel 1627 , ed oggi non che un ospizio statistico di Aggira del secolo .\vi rec 1943
del medesimo ordine. Nel sobborgo verso case, 7613 citladini; nell'anno 1632 con-
austro occupa il poggio la chiesa di S. Ma taronsi 2193 case, 8291 abitanti; al nostro
ria degli Angeli dei minori del terz' ordine . tempo nel 1713 erau 1986 case, 738 abi
unita al cenobio, e consacrala dal 1561; tanti ed ultimamente 8106. Sta in 37 30'
poi dalla parte opposta sorge il Convento di Iat., in 38 10' di long. Ebbesi un tem
dei minori Riformali in S. Maria di Ges po proprii borgomastri: leggo poi nel 1094:
afondalo
nori
mezzo
Cappuccini
dal
miglio
1620;
dal
circa
verso
1608
abitano
solfo
la qual
l'invocazione
anche
contrada
i mi- |j
Guglielmo Malo Spalajo Signore del paese
aver dato al Monastero di Lipari le decime
delle terre del monte Agirio, e la Chiesa di
di S. Maria della Grazia. Dei monasteri di I S. Filippo con terre e villani; il che con-
monache nel mezzo della citl, sono anti I ferm il Conte Ruggiero in un diploma se
chissimi e sotto la regola benedettina, quel gnato nell' anno medesimo. Poi Roberto Ve
di S. Maria della Raccomandala che ha scovo di Catania concedendo o confermando
origine nel secolo xm , e quello dedi al Monastero di S. Maria di Latina tutto
cato sollo il Re Martino alla stessa Vergine che nella villa di S. Filippo a chicsia-
Annunziala; un terzo sotto g' istituii di S. slica giurisdizione si appartenesse, bat
Francesco ed il titolo di S. Chiara fu costi tesimo cio, sponsali, sepolture s dei la-
tuito nel 1537 da Benigna Dclfia nobile c lini che dei greci , tutte le decime , e
piissima donna nelle proprie case. Ci ha la chiesa di S. Giovanni falla costruire
455
FI

da Giovanni di Roccaforte, e tulle le altre rubelli signori, e mandali quinci i cittadini,


ehiese, eccettua S. Maria, la cappella del ambasciatori in Catania, perdono imploran
Signore della Villa, e l'oratorio di S. do, invilaron Ludovico a venire ad acco
Giorgio apparlencnlesi ai figliuoli di Pa gliere la citt , ed il principe vi assenti, e
gano di Parisi; eh' era allora dunque Si nel novembre del 1354 colla suora Eufe
gnore nella villa di S. Filippo; ed il privilegio mia, col fratello Federico, Blasco Alagona
di Roberto fu datalo nel febbraro del 1170. e i suoi, sen venne da Catania in Aggira,
Galvano Lancia u nel parlamento tenuto dove persistette alquanti giorni, e lasciato un
in Barletta nel 1256, nominato Conte del prefello nella fortezza, mosse per Calasci-
principato di Salerno , e gran Maresciallo belta. Bonaventura Attardi nella storia pa
di Sicilia, fu accresciuto della contea di Bute- tria disse allora costituiti signori del paese
ra e dei paesi di Paterno e di S. Filippo. Conrado e Tommaso Spalafora, ma rin
Qusti nel 1268 fu privato dei beni e de vengo io avere il Re Martino distratto nel
capitato col figliuolo Galeotto da Carlo 1393 dal possedimento di Argir Ariate Ara
d'Angi, per odio verso il Re Corradino gona: concessela il medesimo Principe al
loro consanguineo- Sotto il medesimo Carlo, suo famigliare Sancio Ruis de Lihori, e
ricavo da uno statuto altrove accennalo del dopo tre anni la confer a Raimondo Aprile
1272 pei castelli dell'isola nostra, per cui in che gli die' in cambio Sorlino : ma nel re
custodia della fortezza di S. Filippo destina gistro del medesimo del 1408 appartene
va la Curia un .Vilile castellano e 12 aiutan vasi Aggira all'impero della Regina, onde
ti, essere stata Argir in dominio regio. Sotto si diceva della camera reginale. Nel 1625
Pietro I di Aragona appartenevasi ad N. soffrendo il Re penuria di danaro per la
Ccnlelles; nel dominio poi di Federico fi lunga guerra in Italia, comand ai suo Vi
gliuolo di lui verso il 1320 dicesi Ferrano cer che si vendessero alcune citt dell'isola
de Abcllis soggetto nel registro al Re per tra le quali fu compresa Aggira; laonde en
Milazzo e il castello di Oliveri; Fazcllo dice trarono in possedimento del paese nostro
questo Ferrando Bello Catalano di stirpe, e Ottavio Centurione, Carlo Strada, e Vin
che una volta si difese nella rocca di Aggira cenzo Squarciafico, genovesi : ma i cittadi
dall'esercito di Enrico di Chiaramonlc nemi ni, mutuandosi, offerirono 38000 aurei che
cissimo del Re Ludovico e dei Catalani : ecco le vennero pagati poi ai genovesi, onde ritor
parole dello storico: Con poco travaglio si narono quelli ai dritti primieri: quindi fu
ebbero parimenti Aggira, i Chiaramontani, sancito ci che molti anni prima erasi con
ma in qualche modo resistette ai vincitori fermalo; che d'allora non pi dal regio de
la fortezza, perocch ne era prefetto Fer manio Aggira si svellesse.
rando Bello Catalano di stirpe, che stretto Il territorio della citt feracissimo ,
in altissimo sito, e a tutta la citt sovra abbonda in oliveli, vigne, albereti fruttiferi,
stante, talmente opprimeva con sassi il e pascoli, e non sottost ad altro della
nemico e gli resi cittadini, che abbando Sicilia, quindi al tempo di Tullio sotto la
nate le case, furono costretti ad emigrar pretura di Yerre erano 250 i proprielarii
nella parte inferiore. Yinlo finalmente per (aralores) ricchissima ed ottima gente e del
l'inopia di annona e di acqua, capitol l'ordine equestre che avevasi estesi campi ad
che Uberamente sen gisse coi suoi in Ca arare; cui d lai nome Cicerone in pi luo
tania. Persistette sotto i Chiaramontani per ghi : n solo fa menzione del numero :
quattro anni e pi, ma nel 1352 dicssi al Aggira, ci dice, citt onesta di Sicilia
medesimo Re: poi novellamente si un ai tra le prime, di ricca gente, e di sommi
A5C

FI FI

proprielarii avanti la pretura di costui. altri simboli di varia e di incerta signifi


Nel medesimo territorio ci ha rasura di oro, cazione : qninci conosco prendere altre vie
argento e di altri minerali, e testimonii Seine, Paruta, ed Avercampo inlerpetri delle
gli slessi abitanti, dopo le pioggie occor sicule monete messi nondimeno in campo
rono comunemente piccolissimi pezzetti di le facili signiGcazioni e come ovvie dall' At
questi metalli. Mi ebbi io in copia grani di tardi usurpate nella sua storia patria, della
marcasita, che credono alcuni concrezioni di quale dir.
zolfo, onde si argomenta esservcne miniere Gli uomini illustri che riconoscono a pa
nel territorio. Non manca intanto di acquo tria Aggira altri son celebri per la santit
nelle alture; e verso le radici non lungi dalla della vita, altri per lettere; ma non voglio
citta ne erompono larghissime vene e ba qui dissimulare di coloro che per la lunga
stano ai coloni. VI feudo di Lacanca il dimora o per monastica professione tra gli
fonte di Salinctla le di cui acque scorrono Aggiresi confusi illustrarono la ilt. Laonde
nell'inverno, seccano e formansi in sale nella conveniente sarebbe recare in primo luogo
stale che raccoglicsi indurito. Presenta dei strettamente la vita di S. Filippo, ma due
boschi e delle opache selve per caccie. A che ne corrono quella cio di S. Atanasio,
tutto ci alludono le imagini e i simboli e quella di Eusebio monaco, sono di tante
che sono improntali nelle antiche monete mende contaminate che appena possiamo
di Aggira, sebbene Avcrcampo nelle sue note crederne un che di vero. Incerti ne sono
alle sicole monete, siccome osservasi in al i natali, la et iu cui fior, vario il luogo
cune il Minotauro, riportalo alle colonie dei della morte , le gesta i portenti confusa
Rodii ma altri non inettamente a significare mente marcati; mandato dal Romano Pon
la fertilit del territorio: dicendo io adunque tefice, (paiono queste cose inconcusse), in
di notarsi nelle tre col Minotauro nel rovescio Sicilia, acci spargesse il seme del Vangelo,
eduna faccia giovanile nel dinanzi,l'industria portossi nel monte Aggiro sotto l'Etna, e
dei coloni di Aggira, veggano gli eruditi se scacci visibilmente da quei luoghi i Demoni
posso mai cadere oggetto delle censure di A- che vi si erano stabiliti : quinci non tanto
vercainpo. Va fu sogno di alcuno aversi avuto col labro che coli' esempio chiamando i
Aggira coltivatori da Rodi; indicano gi altre circostanti popoli al legittimo culto del
monete di varie figure coniate, la felicit l'Agnello, e le degne virt introducendo
del territorio di Aggira , come , dal capo del cristiano, chiuso in angusta cella, adun
di Giove Conservatore, secondo l'epigrafe di molli discepoli, e per innumerevoli pro
Eni5iinATP0T, ed il Jola impiedi cio il digi per tutta l'isola sommamente rifulse.
nume della citt coronato dalla Vittoria, o Lasciali finalmente molti imitatori di perfet
avente nelle mani il corno dei cacciatori tissima sua vita, conseguito il felice fine,
o una cornucopia, un cane ai piedi, da merit orrevole sepolcro in una cella in
sezzo un cervo , ed un ramo , tutto il feriore; grande sinora pel potere sui spi
che come notai si appartiene al territo riti infernali che invocato scaccia dai corpi
rio. Vii dissimuliamo potere anche notare splende dovunque per fama di santil, e
Ercole, ed il Toro colla faccia umana e la diede nome al paese. Notansi dei suoi se
cornucopia, poich egli venuto a tenzone guaci, S. Filippo diacono, appellato il gio
con Acheloo mutatosi in toro, fendellegli un vane , palermitano di patria: 5. Eusebio
corno , ed anche il pesce, il lago scavalo, monaco, scrittore della sua vita che con lui
la patera dei sacri misteri, e le cerimonie ne venne in Sicilia costruito un monastero
in che Ercole ammaestr i cittadini e vari sodo la regola di S. Basilio- Si distinsero
457
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Luca Casalio da Nicosia, S. Leoluca da l'Africa, l'Europa con somma fatica, acci di
rleone,
da Aggira,
S. Vitale
S. Luca
da Caslronuovo,
da Demana, S.S. Cri-
So presenza comprendesse i costumi delle genti
e consultasse documenti. Diede nei primi 6
\foro da Collesano, S. Erasmo, tulli Abati libri le storie intralciate colla favola sino
1 medesimo cenobio, chiarissimi per in- all'eccidio di Troja , indi comprese in 14
ccenza di vita ; Gualtieri eziandio mo libri i falli di tulio il mondo dalla presa
cci: S. Saba il giovane da Collesano; S. di Troja ad Alessandro il Macedone; prose
icario del medesimo paese, S. Lorenzo gu negli altri 20 sino ai tempi di Giulio
Frazzan, e dopo il passaggio agl'istituti Cesare, imperocch visse sotto il medesimo
S. Benedetto, e dopo il ristnuro del rao- Giulio e tocc ancora il tempo di Augusto:
slero per benefizio del Conte Ruggiero, peri la maggior parte di questi libri, ed egli
ancesco Pagano de Parisi Abate, nato mor di 72 anni nell'Olimpiade Ila" in Si
Aggira, figliuolo di Guallcrio de Parisi, racusa, o come vogliono altri in Roma. Gli
tichc questa famiglia dimor lungamente scrittori di ogni tempo encomiano Diodoro
Argir: non costa per da monumento dopo Plinio, ed a lui deve moltissimo prin
> sorla se abbia tenuto il dominio del pae- cipalmente Aggira e la Sicilia tutta. Sopra
i F. Eustachio Abate di S. Maria di La ogni altra cosa, dice Cluverio, somma
na e di S. Filippo, che ristor ed ampli la mente celebre resero la memoria di Ag
hiesa cadente del suo convento: D. Filippo gira quasi
solo i natali
dovettero
del medesimo
un tempo
Diodoro,
i Sicolicuie
e Candora abate di S. Niccol de Arenis ,
a mentovarsi per integrit di costumi, e devono insino ad oggi ogni memoria di
cr avere gettato il primo in Catania le fon antichit. Vedi la Biblioteca del Monito
amene del convento medesimo di S. Piicco- re. Isacco monaco di S. Benedetto, se
astero
1 : 1>. Martino
di Monreale,
da S.e Visitatore
Filippo Abate
delladelsicola
mo- condo Wione, Basiliano giusta il Pirri, di
scepolo di Barlaamo, insigne matematico e
rovincia. Nolansi dall'ordine dei Minori nel- poeta versalo nelle sacre scienze; secondo
iocronaca
Sac. e dei
Silvestro
Cappuccini,
Zuccarello
Stefanolaico,
Migliac-
dei Clavio, Vossio ed altri fior nel secolo xi,
giusta Scaligero nel 1372; ne fan lodevole
inali visse quegli nel 1583, questi nel 1600, memoria Riccioli, Petavio, Hotfmann, Sisto
ntrambi chiarissimi per eroiche virtuose da Siena, Morcrio, ed altri; e le di cui opere
:esla. Francesco da S. Filippo dei rifor furono pubblicate in Roma, e sono nume
mati , e Filippo Dolcetti fondatore dello rate dal Mongitore; nelle pi celebri Biblio
remo di Scopello nel territorio di Aggira, teche di Europa e nella Vaticana princi
nenlovati con lode nel grande Mcnologio palmente esistono altri suoi mss. mollo de
rafico; di questo secondo dicesi altrove. gni di luce. Raffaele Bonerba Agostiniano
>i ha eziandio nel Paradiso serafico di Lu- Maestro in S. T. diede alla luce dei trat
lovico Piazza da Aggira, dei cosi detti Ri tati filosofici e teologici e le sue applaudile
amati Tcrziarii, che chiuse i giorni di una orazioni. Fortunato Fedele sommo medico e
(ila innoccentc nel 1641. Ma gi passiamo filosofo fu il primo che pubblic alcune opere
in ordine a coloro che nelle lettere si di medico-legali dai dotti approvate, indi il Pa
stinsero, dei quali a capo della serie il chia trocinio della medicina o le Mediche Relazio
rissimo storico Diodoro Sicolo che lungo ni e Contemplazioni; morto nel 1580 fu se
tempo visse in Roma, e compi la Biblio polto in S. Maria degli Angeli. Francesco Mil-
teca in 40 libri, studiando al lavoro per ben lauro Dottore in S. T., storico e poeta, scrisse
30 anni , Percorse quasi in tutto 1' Asia , in un poema la vita di di S. Filippo. Viveva
58
458
FI FI

nell'anno 1610 Benedetto Fedele figlio di For S. Filippo


Philippw(S.)
magnus
(rande
et e
partii*.
piccolo
Sic.Lai.
S.
tunato, del lerz' ordine di S. Francesco, dot
tissimo nelle divine ed umane lettere, Mae Filippu lu granni e la nica (V. D.) Piccole
l'stro
Eucaristico
in S. T.,Sacramento,
pubblic molte
sui Santi,
orazionied sul-
un terre nella giurisdizione australe di Mes
sina a 3 m., sovrastanti a colline, ed ap
quaresimale; orn di biblioteca il patrio suo pellate da una celebre Abazia Basiliana dello
convento, e finalmente preclaro per la piet stesso nome, cos dal Pirri descritta lib. 4
mori trai suoi nel 1648; viene encomiato not. 14. bella guest' Abazia, che sorge
dal Bordoni nella Cronaca dell'Ordine, e in eminente e giocondissimo colle, per la
dal Mongilorc. Giovanni Severino, prima salubrit dell'aria, per la variet degli
Dignit della Chiesa Palermitana e Ciantro, alberi fruttiferi ed il grazioso scorrere dei
Abaie di S. Niccol di Reale, Priore di S. ruscelli, e la magnificenza del tempio di
Giacomo di Altopasso, Visitatore delle chie stile gotico, e l' ampiezza delle stanze da
se di regio patronato nella valle di Noto, tra/fico. Ai fianchi di questo colle adunque
disse ancor vivente erede del suo la casa
della Compagnia di Ges per gli escrcizii le debite formalit volute dal Real Rescritto del
10 luglio 1849. ; le obbligazioni intanto di coloro
spirituali, istituita in Palermo, e mor vec cui si distribuisce il frumento sono ricevute dal
chio nel 17 1G. Bonaventura Attardi degli Conciliatore. Contava Aggira nel 1798 una popo
Eremiti di S. Agostino , Maestro emerito, lazione di 6118 anime, di 7156 nel 1831, e final
spicc sommamente nell'Italia per la esimia mente di 7634 nello scorcio del 1852. Estendesi
dottrina, regol il primo in Catania la Cat 11 territorio in sai. 8551,131, delle quali divise in
culture, 5,004 in orti semplici. 0,596 in canneti,
tedra di Teologia Polemica, presiedette una
545,180 in scminalorii alberati , 3978,333 in se
volta alla sicola provincia, e pubblic dei minatori! semplici, 4504,998 in pascoli, 51,107 in
lavori sulla venuta di S. Paolo in Malta con oliveti , 145,109 in vigneti alberati, 265,338 in
tro Ig. Giorgio, sui Conventi di S. Agostino vigneti semplici, 20,088 in ficheti d'india, 30,679
in Sicilia, una patria istoria, ed altre cose; in alberi misti, 4,716 in suoli di case; nella con
jen vivo carico di anni (1757) (1). trada Modica propriamente, ci banno due zolfatare
denominate Serra della Campana, non soggette ad
inondazione, entrambe a 50 m. dal luogo dell'im
(I) Il comune di S. Filippo d'Argir on ca barco, ed a 3 dal ponto pi prossimo dalla strada a
po-circondario di 3* classe in provincia di Cata ruota che vi conduce, con zolfo di 3J qualit :
nia da cui dista 50 m., distretto e diocesi di Ni- ci ha poi nel medesimo punto quella della Cam
cosia donde 12 m., e 123 da Palermo. Si ha un pana , che non in attivit perch d poco
monte agrario che presta frumento, fondato nel zolfo ed esige molta spesa ; si fa intanto osser
1838, ed amministrato da due deputati eletti bien vare che nel luogo medesimo D. Francesco Bianco
nalmente dall'Intendente, poich da esso dipende: di quella comune ha fatto aprire un altro buco
i capitali sono quei medesimi provenienti dallo che d mollo zolfo: nella contrada Colla la
abolito peculio annonario istituito colla legge del 13 zolfara Mangiagrilli , ma essendovi molla acqua
febbraro 1813, riscuotendosi allora il 5 per 100 nell' interno , ed essendo lo zolfo mollo tenace a
per una sola volta sui contribuenti della fondia distaccarsi, non couviene ai proprietarii di porla
ria; con sovrana risoluzione del 25 giugno 1838 in altivit , molto pi che il materiale d poco
fu disposto come in ogni altro, che fosse invertito zolfo col bruciamento e perci l'introito meno
in monte agrario da j amministrarsi giusta il re dell'esito; queste due ultime inattive disiano 50
golamento ministeriale del G giugno del medesi m. dal mare , e 3 dalla strada a ruota. Trovanti
mo anno; la distribuzione si fa da una commes- inoltre in quel territorio piriti di argento e di
sione composta dal Sindaco, dal Parroco e dai De rame , marmi bellissimi , e l' argilla cognominala
putati del monte in proporzione delle terre di ogni Saponacea , fullonum, di cui i conladini valgonsi
colono povero; la nota per di distribuzione esser al bucato, essendone l'effetto non inferiore a quel
deve approvata dall' Intendente , osservale prima del sapone, e gl'Inglesi ad ingrassare la lana.
459
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sorgono le piccole terre d S. Filippo il le pose ora stabilite 91 m., in questo mo
grande e del piccolo, delle quali costa la do: ai Capiloniani 24, ai Filosofiani 21,
prima di 130 case e 600 abitanti con la ai Callonianif, ai Carconiani 22, ad Agri
parrocchia di S. Nicola e due chiese mi gento 13. Ed in altro: da Catino, Capi-
nori, l'altra di 75 casce 400 abitanti con toniuna 21, ai Filosofiani Gelensi 21, ai
una parrocchia sotto il titolo di IV. D. e 2 Peliliani 28 , ad Agrigento 18. Vedi in
chiese filiali. Sono poi soggette entrambe appresso scrivendo di Piazza.
ni regime del Senato di Messina ed all'Ar Finale. Lai. Finalis Slalio. Sic. Finali
civescovo
Il cenobio
delladenominato
medesima dalla
citl. sacra spe (V. D.) Cala nella spiaggia aquilonare a 6
miglia da Caslclbuono. Vi sorge una d-
lonca, nella quale attcstano aver passato i cenlissima abitazione del Marchese di Gi
giorni una volta S. Filippo d'Argir, fu co raci che il signore del luogo, con una
struito nel 1100 in onore del medesimo torre d'ispezione in elevato scoglio appellata
Santo per volere del Conte Ruggiero in mo anche dal Marchese e di Pollina, poich
numento perenne degli abattuti barbari, che si solleva alle ime radici del monte in cui
gli concedette ampii possedimenti , come siede Pollina. Ad essa intorno cominci a
costa da un diploma del medesimo, che costruirsi un paese, che non altro per pre
Atanasio Abate present poi per la confer senta se non le costruzioni delle fabbriche
ma al Re Ruggiero. Perdurano i monaci si ed intere alcune case, con delle rette vie
no ai nostri tempi sotto l'Abate regolare; tracciate solamente , e sopra ogni altro i
ma essendo la dignit di regia presenta principii di un convento benedettino.
zione, ebbesi ad Abate Commendatario dal Flnocchlaro (Borgo del). Lat. Fino-
l'anno 1449 Ressarione celebre Cardinale di chiarii vicus. Sic. Terra di lu Finucchiaru
S. R. C, successore ad Adriano Fiamma (V. D.) Borgo tra Aci-Calena e S. Filippo
ultimo Prelato dai monaci. Era nel 1770 con una chiesa, alla parrocchia di questo
Emmanuclc Filingeri e Coltone palermita appartenentesi.
no, che percepisce annualmente 60 scudi Fintiade. Lat. Phinlia (V. M.) Celebre
circa dai residui dei beni, quantunque af citt a mio tenue giudizio, dov' oggi Li
fermi il Pirri, che pervenivano un tempo cata, che sorse dagli avanzi suoi ; poich
a 500, ed a 100 al suo tempo; si ha il xxxii la colloca Tolomeo tra Gela ed Agrigento,
posto nel Parlamento del regno (1). sebbene erroneamente la voglia mediterra
Filosofiana del Gelcngl. Lat. Philo- nea , mentre con evidentissime parole la
sophiana Gelensium. Sic. Sufiana (V. N.) colloca Diodoro nella spiaggia , scrivendo
Piazza secondo Cluvcrio, oggi famosa citta nel lib. 22. Erano tiranni in Sicilia, Itele
sila alle fonti del fiume Gela. Ne men in Siracusa, Finlia in Agrigento, Tinda-
zione ncir Itinerario Romano e di Antonino, rion in Taormina. E poco dopo: Solleva
dove si ha: da Catania ad Agrigento per Finlia una citt denominata Fintiade dal
suo nome, e vi colloca i Gelesi espulsi dalla
(t) Nella chiesa principale del villaggio di S. Fi patria; sila poi questa al mare. Offeso
lippo il grande, altrimenti detto inferiore, merita avevano i Gelosi il tiranno Finlia, ed egli,
attenzione un quadro di Deodato Guinaccia rap assalitane gagliardamente la cill avcvala
presentante la Visitazione, ed in quella intitolata
a S. Maria Maddalena in S. Filippo il piccolo, al espugnata ed atterrata, espulsine i cittadini
trimenti superiore, il quadro esprimente la Vergine acci emigrassero in una novella, ed espor
col bambino, di Mariano Riccio. La popolazione si tassero il tutto da essa. Poich, soggiunge,
per qualche poco in entrambi accresciuta. distrutte le mura e le case di Gela, tras
460
FI FI

fer il popolo in Finliade , dopo essersi Zappulla. Ritrovo Filalia nel 1198 nel re
costruite le mura, ed un'insigne piazza, gistro della diocesi di Messina , e ne era
ed i tempii dei Numi. Dice Oliverio avve Signore nel 1320, come riportasi nel censo
nuto questo fallo negli an. 471 di Roma, di Federico II, Vitale Alvisio di Messina Ba
282 av. C. Si fa poi menzione dal mede rone di Capri e di Mirto terricciuole con
simo Diodoro lib. 24 del porto e della cala finanti. Ben dicelo collocalo Massa nel to
di Finita o Finliade, per dove allesta es mo 1, tra capo di Orlando e S. Marco e di
ser piegali colla flotta i Romani , ed aver nome saracenico, e confondclo col sovrac
trasferito Giunio Console dopo la strage dei cennalo castello Falalia conceduto dal Con
suoi. Incorse nell'Itinerario di Antonino te Ruggiero al Vescovo di Patti. Sul fiume
la voce Plinti per Phintia: Da Agrigento di Filalia vedi Calati e Zappulla.
pei marittimi luoghi in Siracusa 12t m., Fiume caldo. Sic. Xiumi caudu (V. M.)
cos: A Dedalio 18, a Plinti 5, al Refugio Vedi Bagni di Segesla.
di Cale 18. Pel Dedalio intende il castello FlumedlnlMl. Lai. Flumen Dionysii.
altrimenti appellato di Falaride , dov' il Sic. Xiumidinisi (V. D.) Paese cos detto dal
monte Ecnomo di cui altrove dicemmo, per fiume che ne scorre dai confini, con una
Plinti o Phintia dov' oggi Licata, per fortezza in alta rupe. Siede in ripido de
Refugio di Cale la spiaggia di Gela dc- clivio rivolto a libeccio , sopra lo stretto,
' oggi Tcrranuova. Lcggesi finalmente a 15 m. da Messina, verso Mezzogiorno, di
appo Tullio III Verr. Plutia per Plinlia cui nel sottoposto lito un borgo <lel me
verio.
in luogoHannosi
marittimo,
di monete
comediattcsta
Finlia,il nelle
Clu- desimo nome nella regia via, colla Chiesa
di S. Giovanni dove amminislransi i sacra
quali ci hanno tosta di giovane di vecchio menti, e con una fortezza. La Chiesa parroc
e di donna, e nel rovescio un cinghiale col chiale sacra alla B. Vergine della Purifica
molto BA2IAEOS *INTIA. zione nella cura di un Arciprete, occupa
Fisauii. Lai. Fisaulis. Sic. Fisauli (V. D.) sotto la rocca il pia alto luogo nel paese
Casale nella signoria di Gcraci posto nel verso Occidente, e presiede ad altre 10
basso un tempo ed ora distrutto, poich es Chiese. Con essa tuttavia contende del pri
sendo infestalo dalla intemperie dell' aria mato la parrocchia di S. Pietro. Vi erano
Alduino Conte di Gcraci opportunamente ne da gran tempo i Minori Conventuali ed i
trasferi gli abitanti in CasUlbuono comin frati Carmelitani, ma or solamente ne riman
ciato allora a fabbricarsi. gono le Chiese delle di S. Francesco c della
Flalcbelll (Borgo di). Lat. Fichisellii SS. Trinila che coloro abbandonarono. Non
ficus Sic. Rurgu di Fisicheddi (V.D.) Borgo lungi nel territorio l' Abazia di S. Maria
con una Chiesa appartenetesi alla parroc di ordine Basiliano ma senza monaci, non
chia di S. Giovanni della Punta di Catania distinta dal Pirri da quella di S. Ifkan-
essendone un municipio della parie aqui dro di Nicone mentovala nei diplomi di Rug
lonare. giero del 1145. Sta il paese nella comare
Fltaila. Lai. Philalia. Sic. Filalia (V.M.) e la prefettura militare di Taormina, e
Casale di nome saracenico appartenenlesi comprende nei confini della Diocesi di
alla terza prebenda della Chiesa di Girgenti Messina; ne erano le case 545 nel secolo xti
con grande ed antichissima fortozza dei e gli abitanti 2366; nel 1652 le case 577
Baroni delia famiglia Settimo- e 3112 le anime; nel corrente secolo xviu
fi tuli (V. D.) Castello di cui bagnava i 684 le case, 2396 gli abitanti, che ultima
confini un ruscello dello stesso nome, oggi mente 2667. Presiede al Clero un Vicario
461
FI FI

eli' Arcivescovo,
letto dai Signori,edcon
ai terrieri
potere ildi Magistrato
spada ed partcnenlisi ad esse, ma di antichissimi in
cavati nel sasso, dove dalla terra e dalle
nori di Marchese; eccone il catalogo. pietre si discern dagli operai con non
Enrico d' Angi venendo sotto Carlo I lieve utilit l'oro, l'argento, il bronzo,
alla Francia in Italia, avendo valorosamente in
il ferro
copia dilo gi
allume
cavati
, il
; occorre
porfido , ined olire
an
sercitato il proprio braccio pel suo Re in
nella battaglia in cui perdette Manfredi il che il lapislazzolo. Rinvengonsi dippi mo
egno e la vita, ottenne in moglie la di costui numenti di antichit, vasi, sepolcri , uten
gliuola, e presi in nomo di dotcFiuntedti- sili domestici in bronzo, che sembra favo
i, Calatabiano, Noara ed altre terre, divenne rir le congetture degli scrittori, che intorno
leppo della nobilissima stirpe di Gioeni in a questi luoghi stabiliscono l'antichissima
icilia come afferma l'InvegesiVoft. dei Vie. Nisa; quinci piuttosto da essa al fiume ed
tei censo di Federico II del 1320 si nota alla vicina terra fu posto il nome, che com
iver presieduto al medesimo paese Rug mut
gi dir
la posterit
parlandoindi quel
Msa.di Dionisio,
mentovatocorno
del
giero di Vallone cui anche appartenevansi
le saline dj Nicosia; poi se l' ebbe nel 1336 resto per Tuberia il medesimo territorio
Giamo di Yillanova per dritto della mo piantato ad oliveti e mori, e presso la spiag
glie Beatrice che forse fu figliuola di Ruggie gia ad albereti fruttiferi, onde corrispon
ro. Dice Ansatone, sulla sua Famiglia, aversi de al travaglio dell'agricoltore. Dice il
avuto in clientela il paese Bonsignore di Fazello sul fiume detto Enise dall'Arezzo:
Ansatone. Ma nel 1393 Tommaso Romano- Dionisio
Occorre appresso
dello volgarmente
Alila focedidelNisi,
fiumeche
d
Colonna per privilegio del Re Martino, per
aver reso Messina in mano al suo Principe, diecsi appo i greci Chrysoloas, poich
vien costituito Signore di Fiumedinisi, Mon scorrono tra le arene del rapido torrente
tavano, Cattasi, S. Alessio ed altre terre; fonti
rasureche
di oro;
scaturiscono
formasi dai
questo
colli
davicini;
molte
successegli il figliuolo Filippo mentovato nel
registro del medesimo Martino; ed a costui non mi so intanto donde abbia ricavalo le no
Niccol, donde Tommaso legato di Messina velle sulle rasure di oro e sul Chrysotoas.
al Re Alfonso nel 1443 ; dal di lu figlio Del resto il Carnevale segue il Fazello, ed
Giotannello il nipote Giacomo che unito ai detti di lui si appoggia (1).
in matrimonio a Paola Romano-Colonna del
(1) Fiumedinisi oggigiorno un comune in pro
la stirpe medesima , signora di Cesari ed vincia distretto e diocesi di Messina da cui dista
erede,
cola algener
quale Mariano,
poi Antonino
cui succedette
padre a Giu
iYic- 10 m., e circondario di Alt da cui 5 ni- Ci ha un
monte agrario che presta frumento , fonduto nel
seppe ed a Francesco. Fu questi primo 1797, amministralo dal Sindaco nella durata della
carica e da due amministratori eletti biennalmente
Duca di Reilano, ebbesi quegli il figliuolo
dal decurionato con l'approvazione dell' Intendeute;
Tommaso padre a Calogero Gabriele Mar i capitali che potrebbero comporre un totale di
chese di Fiumedinisi, che per molti titoli due mila ducali circa sono in parte nelle mani di
commendevole, accrebbe lo splendore della alcuni debitori ed in parte presso il comune ; a
famiglia, nominato anche Duca di Cesari, rivendicare i primi si intrapresa lite; al comune
come dissi in sufficienza parlando di que si accordata dilazione.
In origine era peculio frnmentario. Contavansi
sta terra. nel 1798 nel piccolo paese 2133 anime, 281 1 nel
le Mei
valliterritorio
con notissime
ricinlo miniere
di rupi apronsi
di varii Jcl-
me 1831, e Analmente 2271 nel declinare dell'anno
1852. Se ne esteude il territorio in sai. 1483,606,
talli, fornite non che di novelli fondachi ap- delle quali divise in culture 10,778 in giardini,
46-2
FI FI

Fiume freddo. Lai. Flumen frigidum. cuno dei successori di Gioeni, o perdettero
Sic. Munii friddu (V. D.) Cosi appellano i Vescovi il territorio usurpato sotto l'Im-
1' amplissimo fondo presso 1' Onobala o il perator Federico con altri beni della me
Cantina tra N'asso o Nascali, donde rico desima chiesa dissipati. Quinci notasi nel
nosce origine il fiume del medesimo nome; 1408 a Signore di Fiumefreddo nel censo
imperocch la Tonte non lungi dalla torre del Re Martino Zaccaria di Parisi, cui suc
talmente abbonda in copia di acque , da cedettero i figliuoli sino al secolo xti. Se
formare un ampio e sommamente gelido l'ebbero negli scorsi anni i Lazari nobili
fiume, che scaricasi ad un m. circa nel mare Messinesi col titolo di Baroni, e l'ottenne
vicino; n accrcscesi per le pioggie inver finalmente la famiglia Gratina (1).
nali, n decresce nella siate, talmcnlcch
pu facilmente passarsi a nuoto ; gli pro () Oggi Fiumefreddo un comune in provin
viene la freddezza dalla neve del vicino cia di Catania da cui dista 26 m., distretto di Aci
monte Etna, alle di cui orientali radici sten- reale donde 16 m. , circondario di Linguaglossa
desi il territorio. Disserto gli antichi Asino da cui 9 m. ed in diocesi di Messina. Contava nel
come altrove notammo, alla di cui sinistra 1798 soli 500 abitanti. 709 nel 1831 e 633 nel fi
ne del 1852. L'aria malsana, e se ne estende il
notai dicendo di Archageta esservi slato il territorio in sai. 580,253, delle quali divideudo in
delubro di Venere. Di ci che poi si ap colture, 19,550 in giardini, 5,495 in orti alberati,
partiene alla molto famosa torre , sfavale 6,451 in canneti, 58,004 in seminalorii irrigui,
attaccata la Chiesa della di S. Giovanni di 14,320 in seminalorii alberati, 88,700 in semina
Fiume-freddo; diede quella in dono il Conle tori'! (empiici, 77,540 in pastore, 2,654 in oli veli,
294,670 in vigneti alberali, 2,762 in ficheli d' in
Ruggiero al Vescovo Giacomo Mennugcs col dia, 8,018 in mandorleti , 1,489 in snoli di case
le circostanti terre; ed indi questi alla sua campestri.
morie asscgnolla a Giocni Vescovo di Ca Ebbesi dagli antichi il fiume il nome di Ari ad
tania, come costa dai suoi diplomi vergati indicare il corso delle acque veloci al par di una
in greco , e segnati dall' anno del mondo saetta indicata dal nome : fn detto poi Hatines,
Assin o Acesines, ed attesta il Signor HofTmann
6611, nel tabulano della Chiesa di Catania, nel suo Diz. che la voce Assin valga in siriaco
donazione confermata dal Vescovo di Mes idioma appunto Fiume freddo, con che dunque
sina nel 1106. 0 concesselo a laici qual- siamo in chiaro aversi anche avnto anticamente
il nome dal suo carattere principale. La cagione
1,030 in canneti, 11,809 in gelseti, i .fi 1 1 in se- della freddezza fu dai nostri scrittori , trai quali
ininalorii irrigui, 8,181 in seminalorii alberati, Amico (V. Asine), attribuita alle nevi liquefatte del
122,919 in seminatori! semplici, 573,335 in pa l' Etna che vi scorrpno; ma le acque di questo Gu-
scoli, 13,304 in oli voli , 5,872 in vigneti alberati, roe, osserva ottimamente il Recupero nella St. del
53,993 in vigneti semplici, 2,926 in Gcbeti d'In l' Etna Voi. 1 pag. 155, sono per ben 20 m. distanti
dia , 2,128 in castagneti , 456,198 in boscate , dalle nevi perpetue del monte e superano somma
216,177 in terreni improduttivi, 0,029 in suoli mente in freddezza quelle di S. Giacomo e di Ca-
di case suburbane, fri mari i oggetti di esporta lanna che ne sgorgano a non pi di 3 o 4 m. e ne
zione commerciale sono l'olio e la seta. Contiene sono un vero scolo; sono queste piuttosto fresche
quel medesimo territorio varie miniere di ar che fredde, ma bagnandosi la mano di quelle al
gento ebe rendevano il 20 per cento al tempo di tre si riceve una impressione pi acuta che al
Carlo VI Imperatore, il quale ne coni gran nu toccarsi del ghiacio; immergendosi il termometro
mero di monete coli' epigrafe. liner fmulitur ex alla loro scaturigine vede abbassarsi il mercurio per
viiceribus meis come anche poi sotto Carlo IH ben 12 gradi da quel che toccava in sulla ripa men
Borbone. Ci hanno inoltre miniere di ferro ramo tre nelle acque comuni si nno o due gradi meno
zinco, antimonio ec. ed alcuui, trai quali Amico, il calor dell'atmosfera, e 4 in quelle di Calanna e
han credulo erroneamente trovarvisi la lazulite di S. Giacomo. Distrutta adunque a cagione di
ossia il lapislazzolo. freddezza le nevi dall'Etna, bisogna indagarne la
463

FI FI

Fiume freddo, Lat. Flumen frigidum. di cui in vastissima rupe ed alla da ogni
Sic. Xiumi friddu (V. K.) Casale un tempo, parte rimangono tuttavia vestigia. Ci ha
oggi il fondo dello stesso nome con capanne,
vera cagione, ma bisogna anche prima osservare granai e Chiesa campestre in comodo dei
un effetto delle acque, qual si di nuocere consi- coloni, compreso nel territorio di Lentini,
derabilmente alla pi gran parte dei virenti bevute, dov' adeguata pianura detta di Catania, un
producendo dolori di ventricolo spasmodici e cru poco sorgendo dai colli australi. Apparte-
delissimi , e spesso mortali al bestiame. L'espe
rimento operalo dal Can. Agatino Recupero per nevasi nel 1320 sotto Federico II a Simone
una dolce distillazione di quell'acqua lasci nel di Fimetla cui rendeva 200 aurei annuali;
fondo un sale alcali puro seni' altra materia, ma pass poi agli Alagona, per la fellonia dei
un lai sale molto frequente nelle altre acque del quali da Martino, concedesi a Giacomo Cam-
Mangibello non d n il grado di freddo n l' ef polo col peso di presentare un pajodi guanti
fetto nocivo; ma ponendo mente ad esaminare la
nera arena del letto del fiume, venendo essa at di camoscio allo stesso ed ai suoi succes
tirata in copia dalla calamita, appoggiandosi al sori nella annuale sollennil del IVatale,
senso comune ricavato da grandi sperienze che que per diploma dato in Lentini nel 1392 ;
sta non attiri se non il ferro, bisogna conchiudere ma si oppose a questo Cristoforo di Mon-
che non altro sia quel sedimento che una terra leaperlo, che date in giudizio le sue ra
marziale, una miniera di ferro terrificata fangosa
di acerbo sapore di vitriolo marziale, il che non gioni ne l'ottenne, ma divenne non lungo
lascia dubbio alcuno sulla natura vitriolica, la quale tempo dopo nemico al Re , quinci conse
cagione della somma freddezza e del nocumento. gu il Casale Guglielmo Liscari, morto
Ha se nell'acqua non si rinviene vitriolica sostanza il quale donollo Martino a Pietro de Vrgel
ma solamente il sale alcali, come mai l' acido vi- suo scudiero , contro di cui ingaggia
triolico comunicarvi quelle due qualit non esi
stendovi? Equi viene in difesa la osservazione del rono lite Pietro Antonello e Tommaso di
Signor Wallerio Hjdr. Cap. . 8. p. 208 il quale Montapcrto figliuoli di Cristoforo; tuttavia
dislingue il vitriolo volatile dal fugace , essendo confermasi a quello il possedimento del Ca
il primo un vapore o esalazione sensibile ed acida sale nel 1451; quindi nel censo del mede
che si eleva donde avesse fatto effervescenza il vi simo Principe dopo sei anni dicesi Signoro
triolo, e l'altro un vero vitriolo per la cozione
o evaporazione che non si risolve in fumo o vapore di Fiume-freddo Pietro de Arguto (cos sta
ma cambiando natura, affatto sparisce, e ci princi scritto per menda degli amanuensi ) cio
palmente quando la sostanza vitriolica si unisce con di Vrgel. Si appartiene oggi ad Antonio Are-
qualche sostanza alcalina. Verificandosi dunque nella zio Patrizio di Siracusa, Signore di Targia,
nostra acqua una tale unione, rendesi affatto insen che trac il sangue da quel famoso Giacomo
sibile ed impercettibile la sostanza vitriolica, non
lasciando per di comunicare all'acqua i caratteri d'Arezio Razionai del Regno.
della freddezza e del nocumento. Potrebbesi in Fiume grande. Lai. Fluvius magnus.
tanto riprendere come possono due sostanze in sa Sic. Xiumi granni (V. N.) Simelo, Giar-
stesse contrario ritrovarsi in un acqua medesima; retla e fiume di Catania dalla vicinanza
ma sebbene il vitriolo volatile divenga fugace con questa cill. Dicesi Grande poich
combinandosi coli' alcali, non deve verificarsi ci avanza gli altri di tutta l'isola e pel corso
subitamente nell'acqua col sale vitriolico ed alca-
lieo, avviene per quando si uniscono ed attrag
gono i due sali e si opera la novella loro recom accrescono o decrescono per qualunque accidente
posizione per la quale perdesi il vitriolo , perlo- si attribuisce dal Sig. Henchcl generalmente a
ch possono a lungo le due sostanze dimorar Del corso sotterraneo da luoghi lontani, ed alle parli
l' acqua senza ricomposizione; il che si conferma minerali di che si compongono; nutriscono delle
da Hoffmann e da Slave. mignatte, anguille, e delicatissime e mollo grosse
Il corso del Fiumefreddo non di pi di un m.; trote, e vi germogliano il juncut acutus di Lin
la permanenza delle sue acque che non mai si neo, e la Marchanlia poimorpha.
4G4
FI I FI

e per la copia di acque: dicesi anche di piccola terra di Scnescalco dopo mezzo mi
Adern c di Paterni), perch bagna i con glio si scarica nel mare.
tini di entrambi e ne accoglie le acque. Fiume grande. Lai. Flurius magmi*.
La sinistra ripa dal territorio di Adern Sic. Xiumi granni (V. IV.) Il fiume Anapo
sino alla Scafa di Paterno tocca i contini mentre bagna i lerritorii di /erto, Cassa
della Valle di Dcmann, e siccome ne il to , Buscemi e di altri paesi vicini porta
corso dalla fonte alla Scafa di Adern , il nome di Grande poich supera facil
donde non lungi in esso sbocca il Ciama- mente gli altri.
soro, alla medesima Valle si attribuisce. Fiume largo o passo largo. Lai. Pas-
Viene anche sotto il nome di Fiume Grande sus latti. Sic. Xiumi largu, o largu passa
l'Anapo sotto Feria. (V. M.) Il fiume Orcio sotto Monreale, per
Fiume grande. Lat. Magmi flurius. ch vi ha un molto ampio tragitto.
Sic. Xiumi granni (V. M.) L'Imera setten Fiume salso. Lai. Fiutili salsus. Sic.
trionale cos detto comunemente, celebrato Xiumi salatu (V. M.) L'Imera Meridionale,
dai poeti e storici antichi Teocrito, Silio , dagli antichi, e da alcuni dei nostri il Gela;
Tolomeo , Livio , Strabone e Mela giacch divide coli' Imera settentrionale quasi tutta
diecsi aver abitalo lungo quel fiume Dafni l'isola , imperocch sgorga dal medesimo
paslor di armenti , ed autore del carme fonte Fatuzza sotto il INebrode, donde scorre
bucolico, e sgorgando quasi da una fonte il Settentrionale, e certamente distano poco
medesima coll imer meridionale divide la tra loro i capi di entrambi. Vedi Salso.
Sicilia in due parti. In un diploma del 1250 Fiume Salso. Lai. Flurius Salsus. Sic.
di Federico I Re di Sicilia chiamasi Se- Xiumi salilu (V. M.) un altro che rico
nescalco. Ha origine dal fonte Faluzza nosce origine sotto Montcmcle, e che scor
sotto il Monte Nebrode o Marone volgar rendo dov' una miniera di sale donde con
mente Madonia verso ponente sopra la citt trae la salsedine, e poi sotto Sulcra verso
di Polizzi, e dividesi in due fumicclli, uno Oriente, si scarica nel Platani.
orso Mezzogiorno, altro verso tramontana. Fiume torto. Lat. Torlus Flurius. Sic
Dista dalla foce circa 20 m. shoccando nel X in mi torlu (V. M.) Aprcsi la imboccatura
Tirreno che Silio nel lib. 14 appella mare tra Termini Imeresc e la foce dell' Imera
Eolio : Dove f Imera nell' Eolio mare s'im settentrionale, e prende il nome dal corso
bocca, giacch ne sorgono di fronte le isole meandrico. Nasce nel monte cui nome
Eolie. Al piccolo ruscello Faluzza poi al Xarria da piccole fonti, ed accresciuto dalle
tre abbondevoli acque sotto Polizzi si uni acque piovane scorre verso occidente, quinci
scono, otte a muovere ruote da molino. A 4 alla bettola di Jaccati gli si unisce un fiumi-
m. dopo Polizzi accresciuto dalle copiose cello, e finalmente dal (ito settentrionale
acque dello Scillato e di l accoglie il fiume scaricasi nel mare. Erroneamente confon-
di Callavuturo, il quale ha la sua origine desi da Orlelio e da Riccioli col fiume Imera.
dal monte Xiarra verso levante e scorre liminosi ancora archi di un ponte detto della
tra Callavuturo e Sclafani , dove tragittasi Meretrice sotto di cui scorreva da gran tempo
con un ponte di pietra. Cosi accresciuto in il fiume; ma avendo questo mutalo il letto
larghissimo letto scorrendo sotto le mura inutile divenne ed ozioso il ponte.
della un giorno celeberrima Imera ed ora Fiumi* <-ii<>. Lai. F'iuentum. Sic. Xiu-
interamente diroccata , ed in cui le orme miceddu (V. M.) Dove crescono le acque
si vedono di un ponte, lasciando a sinistra dell' Imera meridionale scorrono in gi in
la torre di Bonforncllo , un tempo della un letto, che poco sopra la foce di questo
465
FI FL

ne giace sotto la destra ripa. Scorrono poi delle case e degli abitanti di Floridia, seb
quelle pei campi bagnando le contrade set bene questi ultimamente siensi computali
tentrionali della citt di Licata, ed han- a 2327. Il fondo di Floridia fu un tempo
nosi le foci appresso di questa verso Oc di Corrado di Camera alla di cui morie
cidente. Diccsi dal Fazello torrente, e sec concesselo Federico II nel 1297 a Gillio
cando nella state d del sale. de Assin Milite regio, cui succedette il fi
gliuolo Guglielmo, da cui Paola unica fi
FL glia madiata a Giovanni di Perno, Cava
liere Siracusano, e merit la conferma dal
Flavia (S.) (1). Re Martino nel 1396 ; trovo tra gli credi
Fioccaro. Lat. Floccarum (V. D.) Ca di costoro sotto la Regina Bianca, Lcmno
sale appartenetesi nel 1320 a Francesco di Perno senza dubbio figliuolo di Paola
Romano ed al tempo del Re Martino a Fran e di Giovanni, confermato da Ferdinando
cesco Lancia, e soggetto alla madre di lui nel 1505 Bernardino e Valore, ed altri che
della famiglia Romeo. se l' ebbero sino al secolo xvi. Pass quindi
Floreta. V. Foresta. ai nobili cittadini Buonajuto. Dalla moglie
Fioritila. Lat. Floridia. Sie. Xiuriddia Flavia Buonajuto se l'ebbe Lucio Bonan
(V. W.) Paese a ,10 miglia circa da Siracusa no terzo figlio di Filippo Duca d Montal-
Terso Occidente, e municipio di essa, quan bano, che nel 1628 fu decorato delle insegne
tunque col titolo di Ducato soggetta a pro- di Duca di Floridia; fu questi 1' autore del
prii Signori; ebbesi origine Terso il 1640 paese, e visse ad avanzala vecchiaia; eb
per opera di Giacomo Bonanno , sebbene besi il figliuolo Filippo decoralo di varie
ricavo dai regii libri essere ivi stato un tem cariche militari, da cui e da Lucia Adamante
po un casale. Siede in amenissima irrigua Lucio ii, il quale prese in moglie Eleonora
pianura, che non immeritamente dicevasi Scammacca, e gli successe il fratello in
una volta Real Villa, ed diviso da dritte ed tonino, da cui e da Polisena Landolina nac
ampie vie che s'intersecano ad angolo ret que Miclvelc dal quale ed Antonia Spada-
to. La Chiesa maggiore parrocchiale sacra fora venne alla luce Giacomo, che intro
a S- Bartolomeo Apostolo amministrata dottosi nella milizia e decorato di onori ,
da un prete assegnato dal Vescovo di Si contrasse le prime nozze con Antonia Mon-
racusa, e le van soggette altre tre Chiese cada figlia del Principe di Calvaruso , e
minori. Il Barone non entra nel Parlamen questa morta, ebbesi poi in moglie Maria Ven-
to, n si ha dritto di armi, poich si ap timiglia dei marchesi di Geraci, e senza fi
partiene ui magistrati di Siracusa ; quindi gli si mor in Napoli. Quinci la di lui so
la statistica di essa comprende il numero rella Lucia maritata ad Ignazio Migliaccio
Duca di S. Donato rest erede del paese
(1) un villaggio riunito al cornane di Solanto dei quali il figliuolo Vincenzo vivente Duca
sito in amena pianura di aria sana, ad nn miglio di Floridia (1).
dal mare, dove ci ha una tonnara, e a 10 da Pa
lermo. un ex-feudo della famiglia Filangieri che (1) Floridia un capo-circondario di 2a classe
ne ottenne il titolo di principato. Ci ha una par in provincia di Noto da cui dista 22 m. rotabili,
rocchia che graziosamente d una idea nelle pic in distretto e diocesi di Siracusa donde 0 miglia
cole forme della Basilica di S. Pietro in Roma. rotabili, 59 rotabili 91 non rotabili da Palermo,
Mollo scarso il numero degli abitanti, ma fre 9 rotabili dal mare Jonio nel tratto che vien so
quentissimo il punto massimamente nella state prannominato da Siracusa. Si portava a com
venendovi a villeggiare da Palermo non poca gente. pimento nel 1810 la elegante chiesa madre, e
Il piccolo territorio scarso di acque. prendevasi ad ingrandire nel 1815 la chiesa sa
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FL FO

Florio. Lat. Fiorii vicus. Sic. Terra Austro, cos detto da una fonte che atte
di Froriu (V. D.) Borgo appartencntcsi al stano portentosamente sgorgata sotto il pa
paese di S. Giovanni della Punta, verso mez trocinio della Vergine,
zogiorno, dov' la Chiesa di S. Maria di Fontana Fredda. Lat. Font Frigi-
Ravanusa. dus. Sic. Funtana fridda (V. SI ) Fortezza
verso le parli occidentali di Sutera, altri
FO menti Baslida ed in vernacolo Bastiglia,
mentovata dal Fazelto lib. 10, cap. 3. Sorge
Forca. Lat. Phoceas (V. N.) Antico ca nella valle appcrtenentcsi al territorio Gomi-
stello de' Leon lini e nel loro territorio, ma so e fu posseduta un tempo dai Chiaramonle
d'incerto silo, ed occupato dai fuorbanditi e poi dai Montccalcna sotto Martino, pas
di questa citt. Ne parleremo dove di Len- sata finalmente a Giacomo Arezzo Razionale
tini farem discorso. del regno, la di cui erede e figliuola super
Fondaco nuovo. Vedi Cerda. stite Laurina, maritata a Corrado Lancia Si
Fondo delle mowhe, Lat. Fundus gnore di Ficarra,lasciolla al figliuolo Ferruc
Muscarum. Sic. Feudu di li muschi (V. N.) cio, cui succedette il fratello Valore, cui mor
Cala appresso le foci dell' Abiso o dell' Eloro to senza prole successe Yiolanta moglie di
nel lilo orientale a 4 m. dal Pachino e men Manfredi Orioles nel 1440. Il di costoro figlio
tovato dal Fazello. fu detto Conte di Baslida per diploma se
Fontana. Sic. Funtana (V. D.) un gnalo nel 102 1, Barone di Fontana Fredda,
borgo sotto Valvcrde municipio di Aci verso col mero e misto impero: Caterina ultima
degli Orioles votandosi a Dio, cedette il
tramontale del Carmine piccolissima allora, e com dritto di successione al cugino Blasco
pita Dell'anno 1840, come anche quella di S. An Gaelani nato dalla zia Melcbiora , donde
tonio di Padova piccolissima eziandio ricostruivasi Francesco attuai Conte di Bastiglia che da
per l'ingrandimento nel 1816 e compiuta nel 1845 Caterina Vanne ebbesi Emmanuele. Il ter
prendeva il nome da Ges e Maria. Ponevasi ter
mine nel 1842 ad nu camposanto fornito della ritorio Gomiso mollo esteso, fertile ed ir
confacente cappella , ed alla elegante casa coma- riguo.
naie nel 1854, che si propria assolutamente del Fontana grande. Lat. Fons grandis.
comune. Si poneva termine finalmente nel mede- Sic. Funtana granni (V. N.) In una valle
limo anno 54 alla strada regia rotabile inter sottoposta all'antica Noto donde talmente
comunale, che provenendo da quella di Siracusa di continuo erompono delle acque da for
ha principio dal cominciamento del territorio, e
precisamente dal fondo denominato lo Izzo e tra mare un fiume. Vedi Assinaro.
versando il comune perviene sino al fine di quello, Fontana grande. Lat. Anellus fons.
nel fondo del Marchese Gargallo soprannominato Sic. Funtana granni (V. N.) Vedi Anello.
della Marchesa. Montava la popolazione nel 1798 a Fontana murata. Lat. tons muratus.
4130 anime, a 7266 nel 1831 ed accresciutasi ad Sic. Funtana murala (V. M.) Casale adja-
8453 sino al fino del 1852. L'estensione territo
riale 6 di sai. 1182,349, delle quali divise in cul ccnlc alla terra di Camerata, circondalo la
ture, 5,606 in orti alberati, 510,953 in seminatori'! terre fecondissime in biade , soggetto un
alberali, 354,638 in seminatorii semplici, 254,398 tempo ai Chiaramonle , quinci ai Monca-
in pascoli, 28,111 in oliveti, 13,640 in boscate, 5, da , poi ai Yenlimiglia, e finalmente per
003 in suoli di case. L'aria buona, come anche donazione della moglie Caterina se l'ebbe
l'acqua buona ed abbondante. Il suo maggior com
mercio di esportazione consiste in olio, ed in ogni Antonio Barrai Conio di Pielraperzia, don
anno si tiene un piccol mercato per bestiame, de oggi si appartiene ai Principi di Bulera.
tessuti ed altre merci. Fontane bianche. Lat. Fontcs albae.
467

FO FO

Sic. Funtani vranchi (V. N.) Cala piuttosto torio di Castrorcale , ornato del titolo di
sicura, oggi con tonnara, tra il promontorio Ducalo , appartencntesi ai Bonanno (1).
Lungo e le foci del fiume Cacipari. Dir Forfora. Lat. Furfura (V. N.) Piccola
altrove se sia stato quivi il porto Naustat- isola o scoglio a mezzogiorno da Malta rim-
hmus mentovato da Plinio. Mostra del re petto il seno dello della Pietra nera , di
sto il luogo tante vestigia di antica abita pochi abitanti, ma abbondante in conigli ,
zione, che pu dirsi senza fallo essere sta quindi frequentata dai cacciatori; vi ha una
ta popolata negli antichi tempi. Vi ha una Chiesa con un cappellano.
torre in custodia della tonnara. Formiche (Isole delle). Lat. Formi-
Fonte del He. Lat. Fons regis. Sic. carum insulae. Sic. Isuli di li furmiculi
Acqua di lu re (V. M.) Vedi Re (fonte del). (V. M.) Cio scogli a sei miglia da Trapani
Forbanzia. Lat. Phorbantia (V. M.) al che diconsi delle Formiche da Orlandino
trimenti Bocinna. Vedi Levanzo. per essere ripieni di pielruzzolc loro so
Forcone. Lat. Furco. Sic. Furcuni (V.D.) miglianti. Vi abbondante la pesca di gam
Casale conceduto nel 1211 dall' Imperator beri e cancri, non presentano ricovero, ma
Federico Re di Sicilia alla Chiesa di Mes verso la spiaggia orientale vi si osservano
sina, come ne costa da un suo diploma. vesligii di antica torre.
Foresta. Lat. Foresta. Sic. Furesta (V.D ) Fornello. Lat. Furnellus. Sic. Fumcd-
Piccola terra detta altrimenti Floresla, nel du (V. N.) Grotta nella spiaggia di Siracusa
la Diocesi di Messina, di recentissima ori verso levante, sotto le mura dell'antica Acra-
gine, verso iprincipii dello scorso secolo xvn, dina; ivi non lungi dalla citt si osservano
alle radici aquilonari dell'Etna, tra le due delle vie con sepolcreti scavali nel vivo
primarie fonti del fiume Onobala o Can sasso, come negli antri di Pelope o di S.
tava. 11 patrono della Chiesa parrocchiale Giovanni. Ai nostri giorni ne chiusa la
diretta da un prete S. Giorgio Martire; si de imboccatura, imperocch nel 1693 un gran
scrissero nel sorger di questo secolo xyih (renaiolo spicc dall'alta volta della grotta
66 case e 202 abitanti, ed^ultimamente 398: gran mole che ne chiuse poi l'adito.
gode del titolo di Marchesato , di che fu
decorato nel 1619 per privilegio di Filip
po III Antonio Quintana Duegnas Consiglie (1) Foresta altrimenti Floresla attualmente un
comune in provincia di Messina da cui dista 80
re del Vicer, e cui succedetegli la figliuo m., distretto ediocesi di Patti donde 20, e circon
la Melchiora moglie di Ferdinando de To dario di Tortorici donde 8. tu. Si ha un monte
ledo e Sylva spagnuolo. Alla morte di Mel agrario per frumento fondato nel 1838 con pochi
chiora avvenuta in Foresta, il Principe Pao risparmii su l'azienda comunale; dipende dall'In
lo Ardoino nipote dalla figliuola, ascritto trai tendente ed amministrato dal Sindaco pel tem
po della carica e da duo Deputati eletti biennal.
Grandi di Spagna, e detto nel 1675 Marche mente dal Decurionato con l'approvazione dello
se di Foresta ebbesi Michele Ardoino da Intendente; presta con le condizioni e cou le nor
Giovanna Furnari, che dalla corte di Vit me generali, e l'intera quantit di frumento de
torio di Savoja e di Carlo Re nostro , fu stinata al prestito di salme 19 e turnoli tredici
Principe di Alcontri per dritto della moglie valutata in danaro al prezzo corrente in ducati
Caterina Rocca , dai quali venne Pietro 173. 35. Contavansi nel 1798 soli 900 abitanti, 809
nel 1831 accresciutisi a 1174 sino al Qne del 1852.
oggi Marchese di Foresta- Si appartiene a Se ne estende il territorio in sai. 1759,375, delle
questa terra il borgo di Trcfontane di cui quali 91 in semi naturi i alberali, 1040,530 in e-
altrove diremo. E un feudo denominato di minatorii semplici, 027,845 in pascoli. L'aria
Foresta altrimenti detto Zafferana nel terri- sana.
468

ro FO

Cala
Forno.
appresso
Lat.Milazzo,
Furnus.dove
Sic. dicesi
Furnusbarcalo
(V. H.) mina. Re erano le case al tempo deUo
Imperatore Carlo 392, e numeraronsi poco
il Conte Ruggiero la prima volta che ap dopo 1138 abitanti; nella met dello scorso
prod nell'isola. secolo 498 case, 1947 abitanti; nel 1713
Forala a'Agro. Lat. Forlia Agr. Sic. contaronsi 548 case, 2088 abitanti, che ul
Forzia d'Agru (V. D.) Un tempo fortezza timamente 2120. Comprendesi il territorio
"Agrilla nel cocuzzolo di elevato e scosce in boschi, selve, pascoli, vigneti, ed in ter
so colle, un poco prono verso Austro, ed re coltivate, ma piantalo principalmente
esteso verso Occidente, sopra il promonto ad oli veli ed a gelseti- Rimangono vestigia
rio Argcnno, oggi di S- Alessio, nella dio dell' antica fortezza mentovala di sopra
cesi dell'Archimandrita. Rei centro, che verso libeccio in silo elevato, distinta da
il luogo pi nobile, offresi il tempio della quella di S. Alessio sopra il promonto
Annunziata di forma elegante, e nel pi rio. Sta il paese in 38 e 50' di lat. e 39*
alto sito dov'era un tempo la rocca osser 5' di long- (1).
vasi l'antica Chiesa del Crocifisso, patrono Foiita del Buntalnl- Lat. Fossa Bu-
degli abitanti; sono entrambe dirette dallo stainorum. Sic. Fossa di li Bustaini (V. M.)
Arciprete e frequentate da 12 Sacerdoti. un luogo a picco nell'Enee verso il pro
La festa del patrono si celebra con somma fondo sassoso, donde dicesi essersi pre
pompa e con fiere nel giorno dell'esalta cipitati i Saraceni atterriti della voce di S.
zione della S. Croce. I frati di S. Agostino Giuliano nell'assedio di Erice.
sono uniti alla Chiesa della SS. Trinit dal Fosva della nave. Lat. Fossa naxit.
1608, per opera di Andrea di Francavilla
maestro dell'Ordine- I minori Osservanti
abitano sotto gli auspicii di S. Caterina un (1) Fonia d'Agro oggigiorno un cornane in
ottimo convento. Ma tulli avanza per ma provincia di Messina da cui dista 16 m.t distretto
gnificenza ed antichit il monastero basi di Castroreale da cui 30, circondario di Savoca donde
vano dei SS. Pietro e Paolo, cominciato 5, e S06 da Palermo, diocesi dell'Archimandrita.
La Chiesa denominata del SS. Crocifisso che sor
dal Conte Ruggiero nella Scala di S. Ales geva nella fortezza del comune, occupala nel 1810
sio, quindi dal Re Ruggiero di lui figliuolo dalle truppe briltanniche, venne abbandonata ed
compilo nel 1117 ed a preghiere di Gerasimo indi croll. Con due. 60 risparmiati su l'azienda
Abate fornito di pingue dote, fu donato ad municipale fondavasi nel 1840 un monte agrario
Agrilla e poi a Forzia; antichissimo il per frumento che presta con la limitazione di
tu moli 4 a persona; dipende dall'Intendente, ed
tempio , unto del sacro olio , ed ornato
amministrato dal Sindaco per la durala della
di varie insigni reliquie di santi, siccome sua carica, e da due deputali eletti in ogni anno
attesta il Pirri. Dichiarano i regii diplomi dal Decurionato coli' approvazione dell'Intendente;
appo il medesimo Pirri riportati, l' attuale l' intera quantit di frumento destinata al prestito
Abate Commendatore Carlo Vigliena de Per- di sai. i turo. 6, valutata in denaro al prezzo
las barone e signore del paese , munito corrente in due. 15. 90. Contavansi 1754 abitanti
nel 1798, poi 1704 nel 1831. e 1795 nello scorcio
della prerogativa di cligerc il Magistrato del 1852. L'estensione territoriale di sai. 4G6,
e di sedere il ixm posto nel Parlamento. 926, delle quali divise in culture 11,938 in giar
Inculca i doveri al popolo l'Inquisitore vol dini, 2,370 in canneti, 10,571 in gelseti, 206.72S
garmente capitano, scelto dal Re; presie in seminatemi semplici, 79,666 in pascoli, 50.99S
de al clero un Vicario dell' Archimandrita. in oliveti , 99,796 in vigneti semplici , 1,610 in
castagneti, 3,251 in boscate. Il suo primario com
Comprcndcsi Forzia nella comarca e nella marcio di esportazione consiste in olio ed in seta.
prefettura della milizia indigena di Taor- L'aria sana.
4G9
FO FR

Sie. Fossa di la nati (V. M.) Torre d'ispe Francofilia. Lat. id: Sic. id. (V. D.)
zione tra Mazzara ed il Lilibco. Paese mollo celebre nei sicoli annali s anti
chi che moderni; siede in un poggio alle ra
PR dici dell'Etna verso Greco e la di cui altura
occupala da una rupe con una fortezza fa
Fregala. Lai. Frayalatis monaslerium. mosa nell'epoca degli Aragonesi, oggi per
Sic. Fraval (V. D.) Monaslero d'istituto ba- inutile quantunque quasi intera , sotto la
siliano, sopra un altura, distante 600 passi quale verso la medesima parte in un terreno
dalla terra di Frazzan, dedicato per vo lievemente declive abitano i cittadini, e fre
lere del Conte Ruggiero al suo tutelare S. quentano principalmente le pi umili e pia
Filippo o secondo alcuni ristoralo; poich ne parli del colle, che vengono perci sotto
attestano essere state nel medesimo luogo, il nome della nuova terra. Nondimeno la
prima dei Saraceni, sacre abitazioni per mo Chiesa maggiore sacra alla Vergine Assunta
naci. Concedutevi quinci le circostanti ter conserva l'antico silo e domina oggi tutto
re, diedelo ad abilare nel 1090 a Grego il paese, donde non lungi sorge il palazzo
rio Abate, piissimo uomo, ed ai compagni baronale ampio ed assai magnifico, che
di lui, che reserlo celebre di molto per gode della vista del mare da Aquilone.
l'incolpabile vita. Diplomi di Ugone Vescovo quella l'unica parrocchiale, che riconosce
di Messina lo appellano di S. Filippo di a rettore un Arciprete a cui indossata
Dcmenna dalla valle in cui sorge ; poi la cura di altre otlo minori, ed decorata
di Myrliro fu detto dalla vicina terra di della decentissima cappella del Crocifisso, di
Mirto , e quinci ebbesi il nome da Fra- cui certamente rozzo il simulacro , ma
gal territorio suo e nei di cui confini si sommamente prodigioso e coltivato perci
comprende. diretto oggigiorno dai Ret con festiva celebre pompa nel mese di apri
tori dello spedale grande di Palermo, im le dagli abitanti e genti vicine. Tra le filiali
perocch la Regina Margherita il volle la insigne ed antica Chiesa della Verg.
unito nel 1188 al monaslero benedettino Annunziata destinata anche alla ammini
di Maniace , ma nondimeno ebbesi proprii strazione dei sacramenti, nella quale ce
abati basiliani. Ferdinando II finalmente lebrasi la festivit di S. Barbara vergine e
costituito in Palermo lo spedale grande Mart. primaria patrona degli abitanti, con
sotto il titolo di S. Spirito , impetr nel fiere, apprestando le reliquie del di lei
1303 che gli congiungesse il Pontefice le corpo i monaci del vicino convento di Placa;
abazie di S. Maria di Maniaci e di S. Fi sorge anche la Chiesa di S. Paolo, donde
lippo di Fragal, ragion per cui a nome del i cittadini del novello paese ricevono i sa
nostro monastero i sovraccennati rettori sie cramenti.
dono nel Parlamento il xxxn posto. Visse In parte dopo l'ingresso abitano como
quivi S. Lorenzo di Frazzan, come dire damente gli Eremiti di S. Agostino conse
mo fra poco, ed Arsenio monaco che com guita la Chiesa di S. Sebastiano nel 1599
pose un greco carme sul mart. di S. Vito, per opera di Giacomo Balsamo Visconte,
recato dal Gaelani , e che credono esser ma come si nota nelle storie dell'ordine,
fiorito prima dei Saraceni. abitavano sin dal 1380 la Chiesa di S. Maria
Fralnlto. Lai. Fraynilum (V. N.) Ca di Tindari nel bosco. 11 Convento dei Car
sale mentovato in un diploma del Re Gu melitani sotto titolo della Madonna, fondato
glielmo del 1178, dove si fa menzione dei dal 1642 per opera del Visconte Pietro Ruf
beni di S. Maria della valle di Giosafat. fo, sorge sotto il palazzo baronale. Dal 1674
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coi tesori di Giacomo figliuolo di Pietro tato principalmente in ulivi, vili, mori, ed
sollcvossi con eleganti fabbriche, rirapelto anche in biade ed in lino, stendentesi ia
la Chiesa dell' Annunziata, il monastero di pascoli, e molto adatto alle produzioni delle
monache sotto gl'istituti di S Teresa. Ul biade; hannovi boscheli, selve, querceti an
timamente i Basiliani con un Abate rego nosi, che nutriscono in abbondanza greggie di
lare stabilironsi in Francavilla, imperocch majali ed armenti, e sono molto acconci alla
pel non lieve sconquasso degli edifizii, mi caccia. Vien bagnato finalmente dal fiume
nacciando di giorno in giorno totale mi che assume il nome da Francavilla, con-
na il monastero del SS. Salvatore di Placa, giungesi all' Onobala o di Calatabiano , e
abbandonatolo, e benevolmente dai nostri scaricasi nel mare. Crediamo trai cittadini
accolti, disegnano fabbricare un nuovo con di Francavilla degno di memoranza: Giu
vento. Quello dei Cappuccini , fabbricato seppe Prescimone chiarissimo giureconsulto
per limosino sin dal 1570 nel poggio ver da ascriversi ai pi prestanti poeti come
so scirocco donde aprcsi ingresso al paese, mostrano le opere di lui recate dal Mungi
adattissimo agl'istituti dell'Ordine, e re tore; decorato di cariche e di onori, cele
ca il titolo di S. Maria delle Preghiere. brato in tutta Italia, per gli elogi di illustri
Congiunge al paese il poggio un ponte ma scrittori. Encomia il medesimo Mongitore
gnifico detto dei Cappuccini che una iscri per erudizione, sceltezza di costumi, e pie
zione appiccatavi afferma ristorato sotto Fi t Pier Paolo genitore di Giuseppe; ed in
lippo IV. Questo colle notissimo al no oltre Giuseppe Pittalia, egregio nella poesia
stro tempo, dove nel 1719 l'esercito Spa- e nell'arte oratoria, e conoscitore di varie
gnuolo non una volta represse i reiterati scienze ; e Michele Caroccio celebre per
impulsi dei Germani, e con gran valore ne innoccenza di vita non solo, ma perch in
sostenne gli assalti. Non da preterirsi sacra e profana erudizione ed in entrambi
la magnifica fonte marmorea nella piazza i dritti versatissimo ; molto caro perci ai
di S. Paolo adorna di statue e di figure, principi ed a tutti accetto. Fan menzione
c che emana copiose acque, n da tacersi finalmente dell'Arciprete Tommaso di Franco,
del palazzo del nobile Michele Cagnone de che piamente per la giustizia mor, ucciso
gnissimo di venir edificalo in mezzo ad una da un'empio chierico, di cui aveva ripreso
metropoli. Conta Francavilla oggigiorno 737 i vizii; Paolo sacerdote Cappuccino ammi
case, e 2827 abit., che computaronsi sotto rabile per pazienza; Elisabetta Costa, splen
Vittorio di Savoja 2626: quantunque sotto dida per asprezza di vita e per divine con
l'Iinperalor Carlo V si segnarono 544 case, templazioni, ed il Carmelitano Giuseppe Rus
e non lungo tempo dopo 2265 abitanti; nel so precipuo in dottrina, ed insigne in umilt
1652 furono 773 le case, 2869 gli abit. Gode e mansuetudine.
per privilegio di Carlo II del 1678 del titolo di Dicesi volgarmente dell'origine del paese
citt. Ne va soggetto il clero all'Arcivescovo non aver sorpassato i tempi dei Normanni;
di Messina; eleggono i Baroni annualmente il affermano altri aver tratto principio o no
magistrato, profferiscono l'ultimo voto dopo me dai soldati francesi di Carlo Magno ,
i Conti nel parlamento, ed esercitano il po esistendo per l' innanzi detto Camastra, don
tere di armi. Cornprendesi nella comarca de poi fu cognominata la vicina Motta. Era,
di Linguaglossa, e va sotto l'istruttore mi testimonio il Fazello, al tempo di Gugliel
litare di Taormina cui appresta 7 cavalli e mo I, ma pi celebre divenne sotto gli Ara
42 pedoni. Tocca il 37 50' di lat. il 38 gonesi, dalla munificenza dei quali fu con
55' di long. Il territorio ne fecondo, pian- cesso a Ruggiero di Lauria Ammiraglio di
/.TI

FR FR

Sicilia e di Aragona, di cui persever an meo Onelo Duca di Sperlinga 2000 e pi


cora in soggezione dopo la sua fellonia ; scudi nel regio erario, la ottenne ed im
quinci Federico II poich intraprese il re petr nel 1679 dal medesimo Carlo II il
gime del Regno, violentemente assalitolo, titolo di Visconte. Succedette a Domenico
slrappollo dalle mani di Lauria e dei Fran il fratello Francesco unito in matrimonio
cesi; se l'ebbe poi l'Infante Giovanni Mar a Girolama Valguarnera, dei quali il figliuo
chese di Randazzo e dopo costui la figliuola lo Stefano fu Giustiziera in Palermo, ed eb-
Costanza maritata ad Enrico Stalclla Si besi Francesco dalla moglie Rosalia Mon
gnore di Castana, figliuolo di Accursio pri reale, nominato Visconte nel 1747, impal
mo di questa famiglia in Sicilia. Ebbcsi varii mato con Stefana Gravina, anche Principe
Signori sotto Martino, cio Calcerando di di S. Bartolomeo, di sceltissimi costumi
Yillanova, Giovanni Villadecani e Filippo ornato e vivente oggigiorno (1760) (1).
Marino; nondimeno nel Parlamento tenuto
in Siracusa nel 1398 sotto il medesimo Re, (I) Mancando assolutamente di sorgenti donde po
segnasi Francavilla tra le (erre di regio tere attingere l'epoca della fondazione di Francavilla,
Demanio, e nel registro del medesimo Prin bisogna in qualche modo approssimarsi al proba
bile avendo riguardo alla fisonoraia dei tempi, mas
cipe del 1408 diecsi appartenente alla Ca simamente se possan questi combinarsi a monu
mera della Regina, sotto la quale dur sino mento che ne presenti sospetto. Un tal metodo di
al 1508 , poich in corso di questo anno indagazione, che pu adottarsi felicemente in ogni
rinvengo Signori di Francavilla Niccolo Moti' oscurit di storia, tenuto con molto accorgimento
laperto e Bartolomeo Romano. Ma chie in un lavoro dell' eruditissimo Cav. D. Vincenzo
Cordaro-Clarenza, addimandato Notizie per Fran
sero nel seguente anno i cittadini venir ri cavilla, nel quale io vedo adottala una opinione
messi al Demanio, al che non si acconsent. che confacendosi moltissimo al mio intendimento
Compralo aveva Taormina, sotto Carlo V, An espongo come pi adatta. parere di alcuni (non
tonio Balsamo, la quale citt avendo poi or per di Amico, come in qualche luogo ho letto,
dinato il Re s'incorporasse al Demanio, con poich egli non fa che solo recar 1' opinione) averne
stabilito le fondamenta i Franchi al tempo di Carlo
cedette ai Balsamo nel 1538 Francavilla Slagno nello scorcio del secolo vm o il sorgere del
ed il titolo di Visconte. Chiesto nuovamente x. Ma erano questi piuttosto tempi di distruzione
dai cittadini nel 1607 il ritorno al Dema che di eslendimento , giacendo la Sicilia sotto la
nio , agitossi a lungo la causa portala in sferza degl' imperanti romei, e non estendendosi la
Madrid nel 1632, e vi rimase indecisa, te bandiera del gallo conquistatore oltre il Tronto ed il
Garigliano, per trovar quivi un politico baluardo nel
stimonio "Vincenzo Cutelli. Fu celebre in Principe di Benevento Argirisio il. L' industria mi
tanto Antonio dalla esimia destrezza nel ma gliorata dal governo moresco credo bene abbia dato
neggio degli affari , imperocch ben due piuttosto origine ed a Francavilla ed a Castiglione ed
volte sostenne con lode le veci di Vicer alle vicine borgate. Mentre Europa tiranneggiala
in ardui tempi; il di lui figliuolo Giacomo dall'anarchia giaceva nella barbarie e nell'igno
acquistossi anche rinomanza per la piet; ranza, Adelkan: primo emiro dei Saraceni stabili
tisi in Sicilia nell' 887, ed i suoi successori, presen
da Agata erede di costui , che maritata a tavano un era di sollevamento e di progresso ncl-
Pietro Ruffo gli assegn la signoria in dote, 1' isola massimamente in fatto di agricoltura e di
pass nel 1674 a Carlo Rilffo confermato agevolazione alla ricchezza nazionale ; abolito il
Visconte per privilegio di Carlo II, donde servaggio colonico sostenuto sotto i governi impe
Giacomo ornato del conoscimento profon riali, resa agli agricoltori la libert del travaglio, di
visi fra' proletarii i possedimenti ritolti al gabinetto
do di ogni scienza , e la di cui casa era costantinopolitano, premiatele industrie campestri,
aperta ai dotti. Venuta poscia Franca introdotte novelle piante, novelle coltivazioni, no
villa in potere del Re, sborsati Dome- velli prodotti, novelli modi idraulici, novelli tes
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Francofonte. Lat. Francut fons. Sic. so Occidente del territorio di Lentini, di


Francutonti (V. K ) Paese nei colli appres viso per angusta valle da Yhadra Cadr o

tati, fomentala la pubblica popolare istruzione, Francavilla attualmente nn capo-circondario


apprendendosi le costituzioni del mondo fisico e del di 3* classe in provincia e diocesi di Messina da
morale, e cosi dirozzandosi anche le scienze pra cui dista 44 miglia, distretto di Oistroreale donde
tiche agronomiche cancellando dal pensiero le idee 24 m., 185 da Palermo, 8 dal mare. Ci hanno dell*
tradizionali che si oppongono in ci direttamente graziose strade e lastricate alcune di lava dell'Etna,
1 progresso. Con delle occasioni cotanto magnifi delle eleganti case, e buoni fabbricati. Oltre la fonte
che, coli' estensione cosi viva dei mezzi di sussi adorna di statue che abbella la piccola piazza di
stenza , moltiplicaronsi grandemente le genera S. Paolo, altra se ne da pochi anni costruita a
zioni, e fra poco tempo; le abitazioni che popola spese del comune in parte pi bassa in comodo
vano solamente presso alle spiaggie si avanzarono della gente. L' eccellente ponte di fabbrica costruito
nell'interno ed occuparono l'isola intera; ben trenta nel 1585 a spese comunali , ristali rato nel 1639,
novelli municipii furono edificati e tosto si tenne perfezionato nel 1643 e da poco tempo abbellito
ro un gran numero di borghi, e di villaggi; me congiunge col poggio dov' il convento dei Cappuc
diante un tributo permetlevasi adunarsi i cristiani, cini oggi sede di studio , passando sul fiume
esercitar libero culto, lavorar le proprie campagne, addimandalo di Francavilla. I Basiliani del mona
fabbricarvi d' intorno. Francavilla pot esser bene stero del SS. Salvatore della Placa avevan deter
una delle terre in quel totale progredimento fab minato, siccome accenna lo stesso Ab. Amico, scen
bricate , molto pi che anche occorre a compro der nell'abitato per tema di mina degli edifizii,
var l' assunto il vedere in questo comune una chie ed eransi dati gi a fabbricare il chiostro allato
setta antichissima al 1093 frequentata da S. Cre- alla Chiesa di S. Maria del Rosario dove si vedon
mete , dove fu poi fabbricato il tempio ed il ba- tuttora le apposte fondamenta, ma disgustati dalle
siliano .monastero del SS. Salvatore della Placa; villane maniere di alcuni Signori, pensarono tra
che se fu appellata antica al 1093 almeno a se sferirsi in Castiglione prendendo a loro soggiorno
gnarne la fondazione al secolo x il che pu for il fabbricato dell' antico castello, ma essendo il pro
mar argomento della riunione quivi in quel tempo curatore del Barone cui quel sito si apparteneva
avvenuta. Della Chiesa di rito greco intanto recata strettissimo con un feudatario di Francavilla acca
dal Vinci Monum. graeci ritus pag. 37, dal Morisono nito loro avversario fe' andar fallito quel colpo, per-
De protopapii pag. 263, e dall' Invcntarium ecciti. loch avuto convenevol permesso dal Re Ferdinan
MtM. aut., governata in Francavilla da un Pro do 111 venirono in Randazzo nel 1770 dove accolti
topapa sotto Leone 111 Isaurico, e che farebbe sup cortesemente, sinora vi si esercitano in opere pie.
porre una borgata nella met del secolo vili, non Gli Agostiniani scalzi sebbene rimasti dopo il de
bisogna tener conto poich non se non una pue creto della abolizione dei conventini del 1786, ab
rile fandonia attinta da quei scriltorelli dalle leg bandonarono il paese pochi anni dopo. Conlavasi
gende bizantine rigettate e disprezzate nel pi dagli nel 1798 una popolazione di 2840 abitanti, di 2933
autori di polso poich piene di confusione di falsit nel 1831, e di 3410 nello scorcio del 1852. La
di inesattezze. Ecco adunque l'opinione dimostrata gente addetta principalmente all'agricoltura quindi
egregiamente dal Sig. Cordaro ed arricchita anche di non mai cade in miseria, raramente mancando di
altri validi argomenti che non arrechiamo avendo lavoro. L' estensione territoriale di sai. 3746,093,
riguardo alla proporzione del lavoro. Comunque delle quali divise in culture, 10,351 in giardini,
per vada la faccenda incontrastabile esser quella 0,439 in canneti, 2,869 in gelseti , 55,996 in se-
terra esistila ai tempi dei Normanni (Pirri Sic. minatorii irrigai, 34,348 in scminatorii alberati .
Sacra Not. 20, lib. 4. SS. Salvaloris de Placa. 1647,939 in seminatorii semplici, 1103,156 in pa
Tillabianca Sic. Kob. Iona. 2, pag. 267 e seg. scoli, 3,619 in oliveli, 37,568 in vigneti alberati,
Mia. che conservasi nella Bibl. Com. di Palermo 62,555 in vigneti semplici, 6,517 in ficheti d'In
Q. q. R. 64}. Concedetle anzi il Conte Ruggiero nel dia , 12,012 in alberi misti, 2,600 in castagneti ,
1093 a fra Cremete il feudo della Placa, ed altri 239,434 in boscate, 526,605 in terreni improdut
boschi nei contorni di Francavilla. quantunque mai tivi, 0,065 in suoli di case campestri. L'agricol
veduto se ne abbia l'autografo diploma della dona tura molto in vigore. Il suolo argilloso cal
zione. (De Cioccbis Sacrae Regiao Visitationis de careo sabbioso e zeppo di ciottoli quarzosi e di
creta; tom. i, pag. 454 e seg). breccie. Ci hanno, come osserva il signor Cordar,
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Cadcra antica rocca che attcstano Arezio e da Ignazio Sebastiano Gravina, cui vicino
Fnzello essere la Idra di Tolomeo, e scri il maggiore ed unico tempio parrocchiale
ve Fazcllo: .lilitello nuovo paese e a 4 mi sacro a S. Antonio Abate , e di cui falsa
glia, indi a tre la rocca Oxina, ed in pari mente dice tutelare il Pirri S. .Varia ad Ni*
spazio Francofonte celebre anche e novel ves, che la special patrona; vi ha un col
la terra ed insigne per le abbondanti fonti legio di canonici istiluito dal 1741 , al di
che all'intorno ne scaturiscono; nel qual cui primate si appartiene la cura delle a-
luogo Tolomeo ripone Idra. Scrive poi Are- nime; vi splende perci fervorosamente il
zio: Verso Lenlini scaricasi un fiume for cullo divino, n manca eleganza negli edi-
mato da due fonti , dei quali ad uno fizii. Le Chiese soggette sono 6- Furono ac
nome Gilcppo, all' altro Passonilo, pres cettati i Minori dal 1536, e secondo il me
so Francofonte e l' Idra citala da Tolo desimo Pirri mancarono nel 1640 i Mcrce-
meo, dov' ora solamente una torre ro darii ; Cagliola tuttavia nessuna menzione
tonda a quasi sei miglia verso Occidente riporta nei suoi lavori di questo monastero
da Lenlini; diconla Cadr i nostri. E di abbandonato dai suoi. Ferdinando Gravina
sito amenissimo, eslendesi in lieve declivio costitu nel 1583 un convento per l'Ordine
verso Oriente, e tuttavia inclina verso Set Carmelitano sotto 11 titolo di S- Diaria, agli
tentrione, da qual parte in qualche modo orli orientali del paese, dove sorgeva la
ardua la salita. Verdeggia poi da ogni par Chiesa di S. Caterina V. e M ; ultimamente
te in frutteti , orti e giardini , imperocch tuttavia fabbricarono i frati nuovo convento
affluentemente irriguo, donde proviene al dentro il paese verso la pubblica piazza.
paese il nome. Nel luogo il pi elevato I minori osservanti parimenti non lungi
verso Occidente eravi un tempo una cele dalla medesima piazza abitano l'antico ce
bre turrita fortezza, che scossa dai tremuoti nobio di S. Maria di Ges, che col valsente
dello scorso secolo si ristor acci il Ba somministrato dai cittadini con somme
rone si avesse convenevole domicilio. Co del Barone fu fondato nel medesimo luogo
sta dagli avanzi aversi avuto otto torri in dove era l'ampio palazzo di Pcrruccio Gioe-
giro, le tre pi eminenti verso il eentro , ni. Rannosi finalmente un monastero le mo
tutte orbicolari; elegantissima quella di mez nache dell' Ordine di S. Benedetto elevato
zo. Reca magnificenza alla piazza del pae nel secolo xvi, e con tal magnificenza do
se in cui sorgo il novello palazzo sollevato tato da abitarvi 60 religiose; vi annessa
la Chiesa di S. Antonio di Padova, anti
nei circostanti colli delle rocce composte in fina
grana di quarzo, di mica, di argilla, di schislo ar chissima, siccome ne attcsta la porta ed una
gilloso, di lignite, d' arena, con frequentissimi pi iscrizione. Fuori il paese verso Occidente
riti di ferro ; negli schisti lungo quelle coste poi la casa degli Eremiti sorta da pochi anni.
hannovi tracce di argento di rame di piombo di Gode oggi Francofonte del titolo di Mar
antimonio, di ferro spalico ed anche miniere di chesato che ottenne nel 1563 Girolamo Gra
zolfo non attivate sinora. L'aria salubre dal
fine di settembre al giugno, ma da allora vi rie vina , e d ai suoi Borgomastri la facolt
sce pestilenziale per la macerazione del lino che di sedere il ix posto nel Parlamento. Va
si fa lungo le rive del fiume di Calatabiano. Si soggetto ad un Vicario del Vescovo di Si
consultino le Notizie per Francavilla dell'esimio racusa riguardo a dritti chiesiastici, ma si
Sig. Cordaro-Clarenza lav. cit. (Giorn. del Gabin. appartiene al Marchese la elezione del Ma
lelter. dell' Acc. Gioenia T. 1 Bini. 3), dove si
propongono varii saggissimi mezzi di miglioramento gistrato secolare con drillo di armi. Com-
principalmente riguardo all'agricoltura e ad evi prendesi nella comarca e nella prefettura
tare l' infettami enlo dell'aria. militare di Lenlini, sotto il di cui Istruttore
00
474
per diplomi dati in FR
Catania nel 10 novem- vanni,
bre 1394.
il quale
Lasciollo
nel censo
FR
questi
delalmedesimo
figliuolo &
fc-

militavano 2 cavalieri e 41 pedoni di Fran


cofona. Sta in 38 e 30" di long, in 37,
3' di lat. Contava ai tempi del Fazcllo 654 sale
lino di
nel Jadra
1408 di
disse
Francofontc;
il sacramento
mortopelsar
case e 2328 cittadini. Vennero nel censo
del 1632 case 703 e 2816 abitanti, il quale prole ne fu erede il fratello Berlinghe:
numero corrisponde quasi a quello ripor che per Banerberi lo dice figliuolo, ee
tato dal Pirri un decennio innanzi; nel 1713 fermalo dal Re Alfonso nel 1454; sucee*
eran 662 le caso. 2371) le anime, che in a costui il figliuolo Giovanni , che ai&
una nuova rivista 2791. Ferace ne il ter egli fu Camerlengo del Regno . e Strat
ritorio sopra ogni espressione, perciocch golo
vannidila Messina
figliuolanel
Isabella,
1479. Succedette
impalmala al
a G
abbonda in biade di ogni genere, legumi,
ortaggi, lino, olio, canape e vino; il fiume gio
nando,
Acugna.
dai quali
primogenito
iiiicque Diana
del Vicer
presa inw
Fere
che ne scorre pei contini abbonda princi
palmente in trote. I boschi e le selve ap glie da Ferdinando Moncada; confermar
prestano il giocondissimo sollazzo delle entrambi dal Re Ferdinando nel 1.1*>9. ne fi
caccie. sostituita dopo la morte Cuntimlla altri
Ebbesi ad uomini illustri secondo il Pirri menti Contessa Moncada Acugna e Cruylla;
ed il IWongitore : Benedetto Gaeta dei mi la quale prese in marito Girolamo Gram
nori, che ancor giovane si ritir nell'eremo Signore di Patagonia nel 15*31. Oflennc que
di Rosmanno, rec onore alla religione ed sti il primo gli onori di Marchese dal fc
a lutti divenne esemplare; si occup per Filippo II nel 1363, e trasmise' ai san-;
quasi 8 lustri alla
principalmente addetto
educazione
agli studii
dei novizii,
della conseguile
nitori, moltiFerdinando
figli si ebbe,
le dei
signorie
quali dei
il pri?

teologia morale, e senza riposo nondimeno mo Girolamo prese il sajo cappuccino e ri


dicssi alla contemplazione delle cose ce fulse per religiosi costumi; il secondoge
lesti ; in portentosa estasi fu tratto , pre nito Lorenzo nominalo Marchese manc ili
disse il futuro, oper portenti: mor in Pa prole; quindi sostituito Berlingheri, generi1
lermo santamente trai Riformali in et di Ferdinando, con Felice Gravina, che morto
70 anni nel 1G30: pubblic molte cose enu prima del padre. lasci Luigi o Lum
merate dal Mongitorc e scrive il Pirri essere successore all'avolo Berlingheri. Fu Ludovico
stalo padre di coscienza alle monache di il primo Principe di Palagonia,cui succedette
S. Chiara in Napoli. Serafino da Franco- il fratello Ignazio, cui il figliuolo fog
fonte laico, mentovato dal medesimo Pirri nando, dondelgnazio Sebastiano succeduto
e dal Gactani per fama di ottima vita e da Ferdinando Francesco. Da Ferdinando
di sante opere; mor in Messina trai rifor Ignazio
do Francesco
Sebastiano
n vivente
n, padre
e padre:
di Ferdinm-
dei quali
mati nel 1024.
Riconoscono a comune volo gli scrittori a dir in gran copia enumerando i Signori di
fondatore di Francofontc Ariate Alagona. Palagonia (1).
Scacciali gli Alagona dall'isola daMarlino,vien
donato nel 13!)2a Giovanni di Lamia che fel sarcto
(1) Ilche
comune
l'ormava
di Francofoni*
parie del circondario
col vilbgS'*
di Scoi-
^
lone anch' egli, fu deposto; diedelo quinci il
dia fu elevato a capoluogo di circondario di
Re a Berlingheri Cruyllas suo Cancelliere, classe con Rogai Decreto del 19 loglio 18; col'
Camerlengo del Regno , e per altre cari prendesi nella provincia di Nolo da coi a>
che illustre, con Calalabiano, Monforlc ce, m. non rotabili, in distretto e diocesi di Sin'"''
donde 3i non rotabili, e 18 parimente iion rotabile
475
FR Fl

Frascolarl. Lat. Frascolaris. Sic. Fra- colli sollevasi appresso Capri verso Sci
seulari (V. >".) Fiume nella spiaggia meri rocco in un terreno lievemente declive, e la
dionale, ed asilo di navi non lungi dalla di cui Chiesa parrocchiale commessa alla
foce; l'appella il Fazello Frafuscolari. cura di un Arciprele con altre sci minori;
Fratello (S.) Vedi S. Filadelfio. gode del patrocinio della Vergine Assunta .
Frattina. Lat. Fraclina. Sic. Frattina ed fornita di un coro di Sacerdoti che
(V. M.) Fiume che sgorga sollo Corleone salmeggiano colidianamcnte. Gli atti del B.
Terso Occidenle , nel territorio dov' Bu- Lorenzo Monaco, del quale dir in appres
sammara , ed unitosi a quel di Corlcono so, fan menzione della Chiesa di S. Fila
sbocca nel Calatrasi , e finalmente si pre delfio tra le filiali, non che di quella della
cipita nell' ampio fiume di Belice; irriga 1 SS. Trinila dove abit il medesimo Loren
tcrrilorii apparlenentisi alla Chiesa di Mor- zo verso il fine di sua vita , e depose il
rcale, e diviene formidabile nell'inverno. frale. Disia 5 m. il monastero basiliano di
Frazznn. Lat- Frazanum. Sic. Fraz- S. Filippo di Fragal di cui diedi notizia.
zan (V. D.) Paese che fa parte oggigior Convengono esser saracena l'origine di Fraz-
no della Contea di S. Marco , nei di cui tan, come si vede dal nome. Quinci per
dono del conte Buggiero signorcggiolla il
mare Jonio nel punto che gli pi vicino dov' primo S'iccola Camuglia; conobbe poi il
detto di Agosta, 34 rotabili 91 non rotabili da dominio di Garda Sancio de Esur signore
Palermo. Ci ha oggid un monte agrario, fondato di S. Marco , ed ubbid lungo tempo ncl-
coi resti a riscuotersi dell' antico peculio, e quan l' epoca del Bc Martino ai signori Ara
tunque 1' origine stasi attribuita al 1839, pure ebbe
effetto dal 1843 iu poi; prestasi frumento non pi gona e tolta a costoro l' autorit per ordi
di quattro salme a persona con cautele in pegni ne del Bc, tocc il possedimento di Fraz-
o con fidejussione di persona solvibile, la cui scelta zan ad Angelolto de Larcan con SI irlo. Ca
essendo a ben vista dei Deputati, questi medesimi pri, e S. Filadelfio verso il fine del secolo
restano solidalmente garanti coi Gdejussori; il ca xiv. Per beneficio del Bc Alfonso finalmente
pitale di 220 salme di frumento valutato in de
naro al prezzo corrente in due. 1320; dipende il pass nuovamente al Conte S. Marco al
monte dall' Intendente, ed amministrato dal Sin lora Riccardo Filangieri nel 1453, i di cui
daco e dai due Deputati eletti dall' Intendente in eredi sino ai nostri tempi posscdonlo col
ogni biennio. Contaronsi in Franconfonte 3489 abi titolo di barone, col dritto di armi, ed il
tanti nel 1798, poi 4058 nel 1831 e finalmente 431* li posto nel Parlamento. Si appartiene alla
nello scorcio del 1852. L'estensione territoriale di diocesi di Messina e la comarca di Tor-
sai. 4002,442, dellequali, dividendo in culture, 24,983
in giardini. 4,220 in orti semplici, 1,012 in canneti, torici , e segue l'Istruttor militare di Mi-
294,766 in seni iunior ii irrigui, 200,499 inseminalorii stretta. Conlava sotto Carlo V 125 case ,
alberati, 1716,228 in seminatori'! semplici, 1363,191 C33 anime nel 1595 ; alla met del seco
in pascoli, 17,115 in oliveti, 75,764 in vigneti al lo scorso erano 248 le case, 893 gli abi
berati, 99,871 in vigneti semplici, 8,197 in som- tanti; nel 1713 poi 178 case 482 abitanti,
macebeti. 7,310 in ficheti d'india, 4,656 inalberi
misti, 120,090 in boscate, 0,193 inculture miste, che ultimamente 912 : stando finalmente
4,347 in suoli di case. Il territorio fertile ed ir sotto il medesimo sito Capri, Mirto, Fraz-
riguo, ed il maggior commercio di esportazione zan , e S. Marco , poca la discrepanza
consiste in frumento orzo ed olio, e vi si apre un della lat. e della long.
mercato. L' aria cattiva pei luoghi paludosi che Gloriasi Frazzan di S. Lorenzo monaco
circondano l'abitato, ma abbondante ottima e sa
lubre l'acqua poich traversando dei terreni ghia basiliano che venera come patrono , sorlo
iosi si fa purissima rolla permeazione non vi es da ottimo casato , professala vita monastica
sendo altre sostanze solubili che la rendano cattiva. prima nel monastero di Fragal, poi in quel
A7G

FR FR

di Argir. visse una volla solitario s olio i Frondone. Lai. Frondonis [lurhu. Sic.
monte Etna, ed uscito in peregrinazioni per Frunnuni (V. D.) Fiume che nel lido di
terre aliene si distinse dovunque per pro- Milazzo appellalo dagli Archi scaricasi nel
hil di costumi; reduce finalmente nella pa mare.
tria, lasciolla erede morendo del suo sacro ticeFi-omo
di un (V.
colle,
R.)rimpello
Elevala pianura
Aggira verso
nel Ter-
Li
corpo: ne rimangono gli alti appo il Gae-
tani. Fiori in questo secolo Policarpo All beccio, dove diecsi volgarmente dagl'in
Definitore generale nel medesimo istituto, digeni essere stato l'anfiteatro di quella
insignito poi della dignit abaziale, e pre citt, da Diodoro mentovalo, imperocch vi
cipuo promotore del novello monastero in si conservano grandi avanzi, e sopra ogni
Palermo della regola che avea professato;
viene encomiato dal Mongilorc, il quale fa dei terreni che voglionsi seminare ; dipende dal
anche menzione di Domenico Bordonaro e di l' Intendente ed amministralo dal Sindaco e da
Antonino Mauro , che dice a ragione pre due Deputali elei li in ogni due anni dal Decurio-
stantissimi nella poesia e nelle amene let nato coli' approvazione dell' Intendente. Conta vaosi
2840 abitanti nel 1798, poi 2923 nel 1831 e final
tere. La fertilit del territorio come in mente 3410 nello scorcio del 1852. L'estensione
Capri, di cui altrove si disse (1). territoriale di sai. 295,209, delle quali divise per
coltivazioni, 0,486 in canneti, 2,043 in gelseti, 19,
(1) Incerta l'origine di Frazzan, e vuoisi da 579 in seminalorii alberali, 99,829 in seminatori'!
alcuni fondalo con Longi dagli abitanti della citt semplici. 97,209 in pasture, 30.899 in oliveli, 17,
di Crasto, nelf anno 835 quando fu questa distrutta 341 in vigneti semplici , 7,432 in castagneti, 20.
dai barbari, ma nulla per pu dirsi di certo, n 240 in boscale, 0,151 in suoli di case.
rigettarsi la gratuita asserzione di Amico , essere Venendo agli uomini illustri, bisogna emendare
slata una terra dai Saraceni costituita. Si ebbe nell'autore il cognome di Antoniuo Mauro in An
dagli scrittori nomi affatto varii , Fraynit in un tonino Magri, uomo di molta importanza per le
diploma del 1188 recato dal Massa nella Sic. in cariche sostenute, pei composti lavori, e per la
Prosp., Fraru Frazzana e Fragaront in altro del somma erudizione, secondo costa dal Mongitore
128*2 accennato dal Mugnos, Fruscino in altro no llilil. Sic. tom. 1, pag. 49, Inveges Ann. Sic. pag.
tato dal Pirri del 1188, Francino dal Mugnos nella 104. Ragusa Bibl. Sic. pag. 102, Ani in Cron. Sic.
vita dei SS. Alfio Filadelfio e Cirino, Frassino dal t. 1 pag. 218 e da altri. Merita inoltre ricordanti
Bordonaro nella vita di S. Lorenzo di Frazian , il D.r D. Pietro Petrolo fiorito nei primordii del
Forzano da Massa nei mss. di Storia Sicola, ['or secolo xvii Giudice della Gran Curia Pretoriana di
zano dal Fazzello , Franzanio e Frauxaneo dal Catania, diede alla luce dei lavori: Perla bolla
Pugliese nella storia di Sie, ed in quella del Ma siici apostolica di Papa Niccol V.Della Regia Pramma
Frazzan ed anche Forzano , e finalmente Bai- tica di Alfonso nel 1609.eie Addizioni sopra il Rito
sano in antiche carte geografiche. del Regno di Sicilia nel 1614. L' Abate D 'JD. Igna
Oggi un comune in provincia di Messina da zio Consaloro censore del Tribunale d'Inquisizione
cui dista 75 m., distretto e diocesi di Patii donde ed il Sacerdote Lorenzo Manna Arciprete nella
20 , circondario di Naso da cui 6 m. E sito pro patria, poi Commissario del S. Uffizio e Missionario
priamente io una valle a ricinlo di monti. Si ha Apostolico, entrambi per dottrina prestantissimi.
molte Chiese oltre le accennate dall'autore ma E per conchiudere col nome di un uomo che colse
tulle di antica data e la Chiesa madre intitolata a non pochi onori nella sua tarpata carriera men
Maria Annunziata e non gi all'Assunta come dice toviamo il D.r Lorenzo Angileri esimio nella me
Amico adorna di un magnifico marmoreo si dicina e nella poesia, che pubblic varii lavori su
mulacro della medesima Vergine scolpito dal Ga- di essa scienza nel 1828, una traduzione dell'opera
gtni. Ci ha un monte agrario per frumento , su su varii morbi cronici di Stoll arricchita di a-
bitilo nel 1838 e! all' antico peculio frunienlario; si dattc note, e varii componimenti poetici; soggiac
ha un capitale di sai. 132 e lum. lidi frumento que infelicemente alla falce colerica del 1837 che
calcolalo al prezzo corrente in due. 849. 20 ; tolse dal grembo alla bella Sicilia il fior dei figli
presta colle norme generali e secondo la estensione suoi.
477
FR ! FU

allro un quasi intero pavimento di lapidi Madonna tutelare. Giuseppe Millemnggio da


profonde e larghe , in 12 palmi di lun Furnari, celebre per eloquenza, visse ver
ghezza. so la fine dello scorso secolo; ascollato per
Frumento (Monte del) Lat. Frumenti ben due volle in Palermo con gran plauso
mons. Sic. Munti di lu furmentu (V. D ) nelle primarie Chiese , fiori anche in Na
Nella suprema australe regione dell'Etna, poli, in Roma, in Venezia, ed in Malta per
cos appellato, imperocch sorge in guisa I l'efficacia e l'eleganza del dire , e mor fi
di un cumulo di frumento, ed sparso di nalmente Arciprete nella patria nel 1702.
ghiaje o granelli di arena; altro se ne presen Si appartiene il paese attualmente ai Mar
ta in pari forma e sotto il medesimo nome ziano, che son principi di Furnari dal 1692;
verso Greco, pi basso nondimeno dell'au 1 godono del dritto di armi , siedono il tri
strale. posto nel Parlamento , e scelgono i Magi
strati: da gran tempo apparlenevasi alla
FU nobile famiglia di Furnari ; imperocch il
primo per magnificenza di Federico III eb-
Fnrlano. Lat. Furianus. Sic. Furianu. : besi il territorio Biagio Furnari nel 1375,
(V. D ) Fiume detto da Tolomeo Chydas, e vi fabbric la rocca, e congregatavi gente
tra Calatta ed Alunzo antiche citt, cio diede al paese origine; avevaselo me
Caronia e S. Marco secondo i moderni , ritalo Biagio presso il medesimo Principe,
quantunque sostenga Fazello essere il Chy poich conservato aveva solto la regia ob
das l'attuale Rosmarino. Nasce dalle fonti bedienza la terra di Tripi incorsa in fello
Solazzo, Marescollo, e Miraglio trai monti nia. Viveva al tempo di Martino un altro
Sori, che afferma il medesimo Fazello es Biagio che nel censo del 1408 era tenuto
sere gli Erei confinanti a Troina ed a S. in dritto di vassallaggio pel feudo di Fur
Filadelfio : scorse le valle di tai monti, nari. Non preterisco tuttavia aversi nel re
scaricasi nel lilo sottoposto a S. Marco alle gistro
scalcodiSignore
FedericodelIIcasale
un Bartolomeo
di Furnari;dio .Vani-
Fran
Acque dolci, e congiungesi col mar Tirre
no (1). cesco Emmanuel ricava dai pubblici ta
Furie di Meftolna. Lat. Furine Mes- bularli nel li b- 1, p. 2 della sua Sic. nob.,
mnentea. Sic. Furii di Missina (V. D.) Sono I averlo in soggezione Giovanni e Stefano
dei borghi da Mezzogiorno e da Settentrione di Mauro prima di Biagio di Furnari: al
soggetti al dominio di Messina , dei quali trove poi nel lib. 8 dice di Filippo Furna-
parliamo singolarmente. ! ri, che nei primordii del secolo mii trasfe-
Furnari. Lat. Fumarii. Sic- Furnari : ritosi dalla patria Genova in Sicilia, si eb
(V. D.) Paese nella comarca di Palli e dio be in prima le terre dai principi Svcvi ed
cesi di Messina, non lungi dal castello di indi da Pietro di Aragona verso il seno di
Oliveri , che viene nel censo insieme con Patti, oggi appellalo da Oliver!, nelle quali
Furnari siede in un poggio verso Maestro, fabbric un castello , cui impose il nome
e mostra un' antica rocca oggi in ruina. della famiglia: se l'ebbero poi per drillo
11 tempio principale intitolato al SS. Croci ereditario altri da lui oriundi sino ad An
fisso, si ha la carica arciprelale, e ad al tonio costituito Duca di Furnari per privi
tre cinque Chiese presiede. Vi ha un pic legio di Filippo IV, il di cui pronipote Fer
colo convento di Carmelitani , sacro alla dinando Saverio, rapito sul fiore degli anni
nel 1730 fu l'ultimo Duca, imperocch con
(1J Nelle lue vicinanze posto un telegrafo. seguilo alla morte di lui il titolo Pietro
478
FU GA

Ardoino e Rocca vendendo a Giuseppe Pa Gabriele. Lat. Gabriel. Sic. Acqua di


terni) Tedeschi patrizio di Catania. lu Grabieli (V. M.) Sorgente nel territorio
Gi compresselo il primo dai Marziano di Palermo sotto il monte Caputo donde
Antonino appellato Principe di Furnari, cui sgorgano abbondantissime vene di acqua,
succedette il figliuolo Lorenzo marito a che raccolte in prima in conserva, per varii
Giovanna Perpignano e Leofante , donde e larghi conduttori irrigano in parte le ter
Antonio u ebe si ha in moglie Emmanucla re sottoposte, vengono in parte nella citt
Valguarnera. Erano 138 le case di Furnari a comodo dei cittadini. Dicesi dai saraceni
sotto Carlo V, 601 gli abitanti ; nel 1652 Cribel, e presenta due gorghi , dei quali
poi 229 le case, 845 gli abitanti, nel 1713 uno diecsi attualmente il Gabriele maggio
le case 175, e 688 le anime, che ultima re, ed un tempo ft'Usus, e l' altro minore.
mente 1043- Il territorio abbondante in attedi. Lat. Ghadedi (V. M.) Casale
oliveli, mori, e biade irrigato dalle ac di Saraceni, silo alla destra ripa del fiume
que del fiume Galiciotto; tocca quasi l 39 Abiso o Eloro, oggi ruinato. Osscrvansi co
di long, ed i 38, 10' di lat. (1). munemente dei sepolcri nel colle del me
Furnari. Lat. Furnari nrx. Sic. Fur- desimo nome.
tizza di Furnari (V. D.) Forle o torre di aggi. Lat. Gaggi. Sic- Gaggi (V. D.)
ispezione verso il promontorio di Milazzo Piccolo paese allrimenti Raggi o Gaggo e
appresso Occidente. in un diploma del Conte Ruggiero del 1017
Fiutar (V. D.) Monte alle radici au Scaggi, sito sotto Taormina, verso il Ietto
strali del Mongibello, sotto cui eman l'in del torrente che scorre alle radici del mon
cendio del 1669, e che talmente appellasi dal te Tauro, un tempo dei municipii della me
frutice del medesimo nome in che abbonda. desima cill, appartenenlcsi oggigiorno agli
Spucches duchi di S. Stefano. La Chiesa
GA parrocchiale sacra a Maria Annunziala ador
na della elegantissima cappella di S. Se
ciancila (V. IV.) Fiume volgarmente Gur- bastiano Mari, palrono degli abitanti, occupa
nalonga, che si ha nome da una osteria che il centro, e nella vicina allura il magni
accoglie i viandanti dalle orientali parli del fico palazzo baronale. Vennero nelT ulti
l'Isola a Piazza, donde si va a Palermo, e mo censo case 101, erano gli abitami 286
siede alla sinistra ripa. nel 1713, ed oggi computatisi 442. Pass
nello scorso secolo in potere della nobile
fi) Furnari attualmente un comune in pro famiglia di Mauro che comprollo dai mini
vincia e diocesi di Messina da cui dista 36 miglia, stri del Re. Se l'ebbero quinci i Branci-
distretto di Caslroreate donde 10 m., quanti an forli principi di Scordia, e poi cedette per
che da Novara che ne il capo circondario e vendila agli Spucches. Fior poco fa signore
1*0 da Palermo. Erane la popolazione nel 1798 di Gaggi Biagio Spucches che purg in gran
di 1S2 abitanti, di 1395 nel 1831 e di 1875 nello
scorcio del 1852. Eslendcsi il piccolo territorio in parie l'anlichissimo teatro di Taormina e fu
sai. 564,231, delle quali divise in culture, 10,056 protettore eccellente agli eruditi archeologi.
in giardini, 1,177 in orti semplici, 5,817 in can Ripar inoltre da devastamento varie scritte
neti, 2,852 in gelseti, 207,075 in seminatori! sem tavole appartcnenlisi alla patria, e le volle
plici, 53,835 in pascoli, 155,367 in oliveli, 35,313 collocate
ci destinato;
ordinatamente
cedette immaturamente
in un gabinetto allaa
in vigneti alberali, 90,293 in vigneti semplici, 2,
125 in boscalc, 0,321 in suoli di case. Esporta
principalmente vino ed olio. Su di una collinetta morte nel 1753, lasciato il figliuolo Gio
vicina al comune posto un telegrafo. vanni Battista vivente oggi (1760), Duca
479
GA | GA

di S. Stefano, e Barone di Gaggi, unito in rioni appresta pel Barone con oratorio, da
matrimonio a Maria di Gregorio e dante il poco tempo formale. Derivasi come appare
lxit voto nel Parlamento (1). dai ruderi, aver compreso un tempo la me
Gagliano. Lai. Galiamtm. Sic. Gag- desima rocca cinque torri , dodici fosse e
ghianu (V. D.) Antico paese sotto dirupata cisterne, diciassette spclonehcdacongrcsso,
e scoscesa rupe, sovrapposto a declive al trenta aule e pi, nella maggior parte nel
tura, rivolta a Scirocco, da ogni dove ri vivo sasso incavale Sorgeva presso la Chie-
cinto da colline; le viscere poi della rupe ! sa di S. Pietro che era la primaria e la
da Terr incavate prescnlansi in Torma di parrocchiale ; ed essendo nel silo il pi
Tortezza che sebbene attualmente sia invol alto, ed iiiTrcquenlala, verso la mela del se
ta in ruinc conserva non oscure vestigia di colo xiv si scelse l' altra magnifica di S.
antica magnificenza, e decenlissime abita Cataldo Vescovo patrono degli abitanti , e
le vennero ceduti i drilli della prima. In
ti) Gaggi attualmente un comune in provin memoria del fallo, muove dalla Chiesa di S.
cia e diocesi di Messina da cui distante 36 m., Pietro sin' oggi la solenne processione nel
distretto, di Castroreale donde 30 m., circondario la festivit del Corpo del Signore: in S. Ca
di Francavilla da cui 8 m. La sua fondazione pu
ascriversi all'epoca saracena, come si osserva da taldo per esercila la carica l'Arciprete
fabbriche rimanenti, ebe per il volgo fa rimon colla communia ed amministra i sacramenti;
tare a tempi molto pi in l. Di veramente sto solenne il d del medesimo santo, s pei
rico ci abbiamo essersi appartenuto sin dai tempi popolani che per le circostanti genli, per
dei Normanni ron Mongiuff Graniti e Gallidoro ciocch a lui conservalo il cullo primario.
al dominio di Taormina. La Chiesa maggiore
adorna di una magnifica marmorea colonna di Tra le dodici liliali quella di S- Maria della
greco lavoro, e di pregevoli quadri di ottimi pen Grazia appresta anche i sacramenti agli abi
nelli dell' antica scuola messinese. Nella Chiesa tanti. Perdurano Irai regolari gli cremili di
di 6. Sebastiano conservasi una statua di creta del S- Agostino che diconsi dai terrazzani fon
Santo, e di buono lavoro, e si in questi nostri tempi dali nel secolo xv nella Chiesa di S. Gio-
compita altra Chiesa sotto il titolo di S. Maria de
van Ballista. Prova l' Attardi con ollime ra
gli Angeli. Contavansi iCO anime nel 1798, poi 390
nel 1831. e 398 nello scorcio del 1852. Risiede gioni esser fioriti lungo tempo prima del
1 amministrazione spirituale in un Curato eletto 1607, quantunque gli annali dell'ordine si
dallo Arciprete di Taormina, come unica giurisdi no al 1631 ne avvicinino la fondazione. Il
zione rimasto a questa citt sul comune. L'uberri Conle Lancellollo Castelli fabbric nel IG37
mo e vasto territorio era compreso dai feudi de verso Aquilone nella parie estrema del paese
nominati di S. Croce, Monlenero, Moutedoro eS.
Domenica, ed eslendesi in sai. 301,452 delle quali un convento ai minori riformati acconcio
dividendo per coltivazioni 4,243 in giardini, 12, . Maria
ed elegante,
di Ges conservasi
e nella Chiesa
il corpo
dedicata
di S. Mau
a S.
102 in orti semplici, 0,745 in canneti, 1,350 in
gelseti, 164,847 in seminatori semplici, 83,141 in rizio martire. Abitavano al di Tuori gli Ago
pascoli, 11,534 in oliveti, 15,206 in vigneti sem stiniani di S. Adriano della riforma centu-
plici, 0,148 in ficheti d'India 8,142 in boscate.
L'agricoltura non vi praticala con molla pre ripina in S- Maria del Piano, ma ne anda-
mura, ed i primarii generi di esportazione sono ron via scossi da tremuoto gli edifizii. Ce
il vino, l'olio, e la seta. Ci hanno in varii punti dette ai Carmelitani nel 1624 la Chiesa di
miniere di raarebesite, stagno e piombo non per S. Antonio Abate, ma la pochezza di ren
in attivit. I boschi abbondano di caccia massima dite Tu cagione di andarsene dopo quusi
mente nella primavera e nell'autunno, e sono fre
quentali dalle ricercatissime martore, la pelle delle otto luslri. Fu data nel 1668 alle monache
quali forma un oggetto di lusso per le donne. Il Teresiane la Chiesa di S. Maria delle Gra
clima caldo, e non mai vi risiede neve. zie, cui verso i principii del medesimo se
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colo era attaccala una casa di donzelle po dorico se ne dicono gli eredi verso il 1320
vere come costa dai diplomi di Pietro Ruiz soggetti alla Curia per la terra ed il ca
Arcivescovo di Messina. Adorna finalmente stello di Gagliano : poi sotto il regno di Lu
la piazza un elegante marmoreo fonte or dovico fu concesso a Ruggiero Teutonico,
dinalo nel 1039 dal Conte Lancellotto- Va e scacciato costui dagli abitanti travagliali
soggetta la milizia comunale di Gagliano al per l'impotenza del suo regime, tocc il pos
l' Istruttore di S. Filadclfo ; si appartiene sedimento ad Eufemia regia Infante sorella
la gente alla comarca di Troina, il Clero di Ludovico Vicario della Sicilia pel fra
sotto la giurisdizione dell'Arcivescovo di tello Federico ed Abbadessa del monastero
Messina rappresentato da un suo Vicario; il di S. Chiara in Messina, morta la quale in
Barone che ha drillo di spada ed il xv po I Cefal nel 1349, prese Gaglino a s Bernardo
sto nel Parlamento, un tempo col titolo di Spadafora, quantunque poi 1' abbia legit
Visconte oggi di Conte, sceglie i magistra timamente ottenuto per benefzio del me
ti. Al tempo di Carlo V si ebbero dal cen desimo Federico. Il vecchio Martino con
so 726 case, 2954 abitanti; e nel 1632 quin cesselo nel 1392 a Perio Sancio de Calata-
ci 1130 case, 3813 abitanti, e contaronsi nel juro il maggiore della sua famiglia, scac
1713 case 697 e 2149 anime, che ulti ciato da Roberto Diana priore di S. Gio
mamente 2526. Perdurano nel feracissimo vanni d^Ronia e di Messina rinvigorito dagli
territorio monumenti di antichit, e ne pro Alagona che occup la terra per 4 anni.
viene ambra nera- piantato ad oli veti, gel Composte poi le cose impetr il primo da
seti, fruiteti, pascoli, n manca di caccia. Sta Martino il giovane quanto vivesse: certa
il paese in 38 10' di long, in 37 35' di lai. mente nel 1408 per la morte di Diana,
Giliberto Perollo Signore di Gagliano sot Sancio Rais de Lihori famigliare del mede
to i Normanni, ebbesi in consorte Gilelta simo Principe pagale circa mille onze com-
figliuola del Conte Ruggiero vedova di Zap prollo dalla regia curia, e merit inoltre
patone, ed ottenne Sciacca in dritto della il titolo di Visconte : ritirollo il Re Alfonso
medesima moglie; *no fa menzione il Pirri nel 1455 per la facolt riservala dalla Cu
nelle Notizie Messili, sino al 1142, di qual ria, e concesselo a Ludovico de Pereglios,
tempo reca diplomi del Re Ruggiero, dove cui succedette il figliuolo Raimondo.
il Perollo fa menzione dei suoi predeces Almerico Cenlelles che dicevasi Perio
sori baroni di Gagliano. Sotto i Francesi Sancio de Calalojuro n come erede del
dicesi dagli annali di Sicilia aver conse l' antico Perio, verso il principio del secolo
guito la Signoria di Gagliano Fulcone del xvi ingaggi una lite coi possessori sulla
foggio Riccardo Vicario del Regno per signoria di Gagliano c la vinse in giudizio,
Carlo V; succedetegli Ferruccio suo Ggliuolo perloch ne fu nominalo Visconte; fu Go
e la nipote Sancia, che si ebbe a marito vernatore della camera reginale, o del pa
Galasso Estendardo, che scacciato coi suoi trimonio apparlencntesi alla Regina, perci
in quella celebre cospirazione dei Sicoli Prefetto di Siracusa, dove approdalo essen
contro i Francesi, ebbesi il paese Pietro do il gran Maestro dei Cavalieri di Rodi ne
Procida forse figliuolo di Giovanni, da Pietro fu accolto splendidamente nel suo palazzo.
di Aragona : cedette poi a Monlanerio Pe- Un altro Almerico per privilegio di Filip
rio de Sosa che con astuzia militare, in po II divenne Conte di Gagliano, fu dei 12
gannali i Franceschi, trasseli fuori da Ca Pari del Regno, e con Diana Valguarnera
tania e sterminolli, come dalle storie ci gener Antonia la quale maritala in prime
abbiamo, e perci appo il registro di Fe- nozze a Lorenzo Callelti, Vicario nella Valle
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GA GA

di Sfnzzara e Slratcgolo di Messina, si eb Guida (V. D.) Casale nella signoria


be i figliuoli Alcrano e Niccola. Aleramo di Milazzo , conceduto con altri beni nel
e Lorenzo perirono affogali dalle acque es 1114 da Bartolomeo de Luce al monastero
sendo crollato un ponlc in Palermo, Anto di S. Maria di Roccamadorc- Se ne dicono
nia perci prese in seconde nozze Merano soggetti i tre piccoli casali Pappalardo,
Carrello che per dritto di lei Conte di Ga Masclario, e Campcgio; oggi in mina-
gliano, Vicario di tutta l'Isola, Coppiere di Gala (V. D ) Dei primarii municipii di
Filippo H, Cavaliere di S. Giacomo, fu ap Caslroreale verso greco con la Chiesa par
pellalo padre della patria pei meriti verso rocchiale di S. Maria Maggiore. celebre
i suoi; essendo stalo privo di prole, alla per l' antico ed insigne monastero basilian
morte di Antonia, impadronisecsi del con intitolalo di S. Maria , costruito sin dalle
tado Piccola Galleili , e presa in moglie fondamenta nel UOo da Adclasia moglie
Lucrezia Mastiana fu padre a Lorenzo ed del Conte Ruggiero in un poggio a due m.
a Francesco , dei quali il primo unito in e mezzo dalla citt, largamente di pos
matrimonio a Caterina Fardella mor senza sedimenti dotato, ed ancor donato alla pic
figliuoli, e Francesco non conseguita la Si cola terra di Gala. Altcslano essere slato
gnoria abbandon la Sicilia ; imperocch greco il villaggio di Gala prima dello stesso
avevasela appropriata Caterina a nome di Ruggiero , e cos appellalo dal Latte. Di
dote consumata , e vendcllcla a Gregorio chiara intanto Adclasia in suo diploma aver
Castello per 92000 aurei nel 1629. Lan- concepito lo stesso Conte, dopo espugnalo
cellotlo figliuolo di Gregorio Principe di Milazzo, il volo di fabbricare il cenobio, ed
Castroferrato fu Marchese di Capizzi , da averne gi posto le sostruzioni. Se ne ri
cui ed Ippolita Larcara nacque Gregorio, corda Arnesio a primo Abate, ed oggi se
donde Lanccllollo Ferdinando, alla di cui l' ha affidato Pietro Sandoval dei Principi di
morte senza figliuoli conseguisce Gagliano Castrorealc. Nei contini ci ha la grolla di
Carlo Girolamo Marchese di Motta di Af S. Venera della quale altrove diciamo. In
fermo marito a Susanna Giglio, l' crede dei corrono le case e gli abitanti del munici
quali fu il primogenito Gabriello Lancellot- pio nel censimento di Caslroreale (1).
to marito ad Anna Maria Faso, di colto inge
gno, e per csimii costumi commendevole, nalmcnte due deputati che insieme al Siudaco ne
ascritto tra gli Arcadi col nome di Drogon- intendono all' amministrazione; le quantit che si
teo, e socio di altre pi celebri accademie distribuiscono sono rimosse alla prudenza degli am
ministratori , i quali devono avere riguardo alla
di Italia e di Sicilia, pei pubblicali lavori solvibilit dei chiedenti, ed alla estensione dei ter
notissimo, vive oggigiorno ricco di prole (1). reni che coltivano. Era la popolazione nel 1798 di
2886, di 3513 nel 1831 e di 3686 nello scorcio del
(1) Il coniane e territorio di Gagliano con R. De 1852. Estcudesi il territorio in sai. 3279,801, delle
creto del 26 marzo 1817 fu diviso dal circondario quali divise in colture 0,056 in giardini, 65,468
di Troina ed aggregalo a quello di S. Filippo di in seminatorii alberati, 19(8,725 in seminatorii sem
Aggira , comprendendosi pertanto nella provincia plici, 1061,886 in pascoli, 28,9(9 in oliveti, 31,952
di Catania da cui disia *9 m. e nel distretto e la in vigneti alberali , 123,855 in vigneti semplici,
diocesi di Nicosia donde 12 m. Il molile agrario 15,257 in ficheti d'India, 0,653 in suoli di case.
per frumento deve la sua origine a D. Salvatore Il suo maggior commercio di esportazione consiste
Lombardo il quale nello scopo di agevolare'.!' agri in grano in orzo ed in legumi. L'aria non molto
coltura lo fond con testamento del 5 aprile 1796: sana.
il capitale di 230 salme di grano , valutato al (1) Oggi un comune aggregalo a Itarcellona in
prezzo corrente iu due. 1380; dipende dal Consi provincia e diocesi di Messina da cui dista 33 ni.,
glio generale degli Ospizii, da cui sono eletti bien- distretto e circondario di Castrorealc, con una po-
G
482
CA GA

marina (V. D.) Antica citt da Stefano ma il Grammatico Prisciano distinguete molte
e da l'inorino. Galena da Diodoro: fabbri chiaramente nel lib. 2 dove si legge: Fre
cata da Italo Morgctc nel medesimo tratto nesia Prenestino; Calata Calalino: Calotta
che Centuripe verso il monte Etna ed il Apollonia
del
Calottino.
fiume ed
di
Ne ilFilalia,
indica
fiume Cluverio
Rosmarino,
una terra
il sito:
alla
volgar
fontt
oltrt
fiume Simelo si stette. Dicela sita Arezio
dove oggi Gagliano, n discorde il Clu
verio, perciocch questa voce pot nei tempi mente della oggi Galali, che dieexasi an
posteriori dedursi dall'antica Galariana; al ticamente Galata. Dir poco appresso
tronde i popoli Morgeti secsi dall' Italia in di Galatea
Galali. (V. D.) Antica terra , secondo
Sicilia occuparono luoghi verso Simcto, e
fabbricaronne non lungi Morganzio- Narra Goltz un tempo alle ripe del fiume On
Diodoro nel lib. 10, che chiamati in njulo da oggi Furiano, nominata per la copia di
dagli Entellini snellamente assediali dai Car latte. Ma non essendone menzione alcuna
taginesi, i Galarini, mandarono loro 1000 appo gli antichi sembra che la confondi
uomini con dei sussidii , ai quali tuttavia Goltz con Galata o con Calotta, che sor
venuti incontro nel viaggio i Cartaginesi, gevano nella medesima aquilonare spiaggia
circondati venendo dalla moltitudine , tutti di Sicilia.
furon trucidali ; dice il medesimo nel Calati. Lai. Galalis. Sic Galali (V. D.)
lib. 4- occupala Caloria dal Siracusano Di- Paese silo alle fonti del fiume di Fitalia
nocrale, che guerreggiava col tiranno Agalo- volgarmente di Zappulla oltre Tortorici, in
cle : Dinocralc, sono le sue parole, arendo un piano di colline, di origine saraccnica,
cor/li esuli sopra 3000 fanti e non men e dello nelle antiche carte Galath; presenta
di 2000 cavalli, occupa Cataria, olendolo una fortezza ma in ruina, e la Chiesa mag
spontaneamente chiamato i cittadini, e giore parrocchiale sacra a S. Giacomo Apo
discacciala la fazion di Agalocle, pone il stolo, sotto la cura di un Arciprete e for
campo dinanzi la citt. Poi attcstandola ri nita di 10 sacerdoti che vi salmeggiano i
cuperala da Pasifilo Capitano di Agatocle, divini uffcii; le van soggette le 12 Chiese
soggiunge : Pasifdo ricuperala poi Caloria minori, delle quali due sono assegnate per
condann di morte gli autori della fello l' amministrazione dei sacramenti. Si hanno
nia. E queste cose narra dopo che era an i Minori Osservanti un convento sotto il ti
data a male a Dinocrale la spedizione con tolo della SS. Annunziata all' estremit del
tro i Cenluripini: e poniamo perci Gala- paese; e sorge un decenlissimo monastero
rina col sullodalo Cluverio non lungi da per le monache benedettino nel luogo pi
Cenluripc. abitalo. Hannosi i Baroni una elegante ca
Calata (V. D.) Antica citt, Calala, i sa, costituiscono i magistrati, esercitano il
di cui abitanti riportati da Plinio trai mediter drillo delle armi e siedono il vi v posto nel
ranei dicevansi Galatini. Nota Arezio, senza Parlamenlo Irai Principi. Si fa menzione
per alcun testimonio, ivi aversi avuto un del Priorato di S. Anna di Galath d' istituto
tempo origine la Ninfa Galatea, e gli Benedettino costruito nel 1124 da Eleazaro
conforme Silvagio. Confondonla alcuni col- di Mallaurazio, consentendo la Contessa Ade-
l' altrove mentovata Calatla citt marittima; lasia, nelle tavole del Monastero di S. Maria
di Valle di Giosafat, cui fu quello annes
polazione di 98C abitanti diretti nello piriluale da so. Imperocch aveva ella volalo due Chiese
un curalo eletto dall'Arciprete di Catlroreale. L'aria una in onore di S. Anna ed altra della Ver
buona. gine Deipara, priach si fosse messa in mare,
483
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se prosperamente fosse pervenuta in Geroso- Comprossclo da questi Filippo Amalo, ornol-


lima; consacr la prima Guglielmo Arcivesco 10 del titolo di Principato nel 1644, e re
vo di Messina nel 1124, quindi nel diploma selo illustre del cos detto mero e misto
del fondatore Eleazaro cos si sottoscrive. impero; fu Giusliziero in Palermo, Senatore
lo Guglielmo per la grazia di Dio Ve Ire volle e dei 12 Pari del Regno, Duca di
scovo di Messina, che insieme col vene Asti e Conte di Caccamo; ebbesi da Agata
di
rabile
S. Andrea
Vescovo(cos
di Mazzara
il diploma
nella
chefestivit
io vidi, Ruglio il figliuolo Antonio Cavaliere d' Alcan
tara, marito a Francesca Agliata, donde An
non di 5. Anna come attesta il Pirri) la drea unito in matrimonio ad Alessandra
Chiesa sudclla in onore di S. Anna con Russo, dei signori di Cerami, padre di Fi
sacrammo , intervenni e lo confesso. Se lippo Antonio, il quale vive ed ebbesi dalla
ne fa anche menzione in una bolla di In moglie Relladama Settimo il figliuolo Gioa
nocenzo II nella quale si enumerano le chino, la di cui moglie Antonia Corvino.
Chiese suffraganee al monastero di Valle Sta Galati sotto la prefettura militare di
di Giosafat, e nei diplomi di Re Guglielmo II, S. FiladclGo, ne erano 450 le case sullo
dove dicesi averle concesso Goffredo Vesco Carlo V, e nel 1592 erano 1183 le anime;
vo di Messina, Batlislerio, Cemeterio, e alla met del secolo seguente 406 le case,
Confessione, quantunque credo pi tosto 1861 gli abitanti; nel 1713 le case 365, e
da Guglielmo che dal Vescovo Goffredo con 926 le anime, che ultimamente 1464. Sta
cedute queste facolt alla Chiesa di S. Anna, 11 paese in 38 30' di long, in 38 8' di
imperocch Goffredo non era pi trai vivi lat. Vanta a cittadino Antonio Cingalio
sin dal 1120. poeta egregio , ed illustre al suo tempo
Dal fin qui detto ricaviamo essere stato pei lavori in versi latini e toscani ; men
sotto i Normanni il dominio della terra di tovato dal Parata , dal Veneziano , e dal
Galati o presso Adelasia nipote del Conte Mongitorc. Il territorio piantato in oliveli,
Ruggiero o presso Guglielmo di Mallau- mori, ed alberi fruttiferi, non mancale di
razio padre di Eleazaro che se l'ebbe forse biade, ed adatto per la caccia (I).
da Adelasia : dicolo poi passalo a Riccola
Camuglia che falsamente diecsi da alcuni (1) Galati attualmente un comune che com-
Signore di Calali sotto Ruggiero. Presen prcndesi nella provincia di Messina da cui dista
talo il registro nel 1320 circa astretto in 78 ni., distretto e diocesi di Patti donde 28 ni., cir
drillo di feudo nel censo di Federico II a condario di Torturici da cui 5 in. La Chiesa madre
dedicata a S. Giacomo il minore pregevole per
Masco Lancia, e sotto Martino nel 1308 ave- la buona architettura, per gli stucchi e per le vaghe
vaselo anche in vassallaggio Corrado Lancia, dorature; nell'altra sacramentale intitolala a S. Luca
imperocch sebbene come fellone sia de Evangelista merita attenzione un gruppo di un sol
caduto Corrado di tulli i beni, ed abbia masso di alabastro di figura naturale rappresentante
voluto in di lui luogo surrogato il Re Bar la SS. Trinit lavoralo con molto gnsto, e final
mente nella Chiesa anche sacramentale di S. Ca
tolomeo Aragona, poi richiamato in grazia terina si ammira una statua di marmo della Santa
nel 1405 era stato gi rimesso ai drilli di buono scalpello. L'antica colonna frumcntaria
antichi: se l'ebbero indi Perrucchio Lancia, fondata nel 1630 da Vespasiano Rnflb e posterior
Guglielmo Raimondo, Blasco e Girolamo, mente accresciuta per opera di altro benefattore
della famiglia medesima ; e nel principio veniva nel 1838 mutata in monte agrario che pre
sta con Qdejussione solidale senza limitazione; il
del secolo scorso era soggetto agli Squilli capitale di sai. 531 di frumento calcolato al prezzo
signori di Landro, trai quali poi si fa men ; corrente in due. 3086 ; dipende dal consiglio ge
zione di Giacomo nel 1C96 e di Pietro. nerale degli Ospiti!, ed amministrato a vita dal
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GA G

esalali (Fiume di). Lat. Calali Fiu Municipio di Messina da cui disia 7 ni., silo
tila. Sic. Xiumi di Calali (V. D.) Si ha le alla parte meridionale in luogo declive terso
fonli nel colle della terra dello slesso no Oriente, con una parrocchia sacra aS. Anna:
me, e quel di Tortorici scarica in esso le avevasi 75 case e 294 abitanti nel 1713,
sue acque sotto Filalia, dalla quale si ad- che oggi 30j. Va soggetto al senato della
dimanda; e finalmente tra il lilo di S. Marco cill e d il nome ad un vicino Cu micci-
ed il promontorio Orlando sbocca nel mare lo (1).
ed appellasi da Zappulla. Vedi Zappulla caicagra (V. N.) Torre secondo Fazello
e Tortorici. appo Siracusa, e giusta Mirabella nel muro
alati. Lat. Calati. Sic. Calali (V. D.) estremo di Acradina ad Aquilone, sovrastante
al porto dei Trogili, non lungi dalla cos delta
I' arciprete dal Vicario e da due amministratori, e Scala greca : posla da Arezio hi stesso
da un consanguineo del testatore, come per di dov" la medesima Scala greca : Era inol
costui testamento. Contavansi nel paese 1791 abi tre una torre nella parte estrema della citt
tanti nel 1798, poi 1813 uel 1831 e Gnalmenle 305 che guarda Settentrione, delta anticamente
nello scorcio del 1852; l' indole ne molto buona, Galeagra ora dai nostri Scala greca. Sta-
e sono industriosi nel trafficare ponendo in com
mercio frutte serclie, bestiame, lane, lalticiuii, seta, bilisccla il Oliverio a Tica, in quella parie
e vanno a lavorare, mancando di fatica nel pro cio dove attivasi ad Acradina. Livio: un
prio paese, nei vasti vicini terrilorii. La primaria certo Damasippo da Sparla mandalo da
festivit non celebrasi pel giorno intitolato al pa Siracusa al Re Filippo era slato preso
trono S. Giacomo il minore, ma nella prima do da nari romane; molestava laonde grande
menica di agosto quando gi si sbrigati dalla
messe e dalla estrazione della seta; a presi allora un mente Epicide il gran pensiero di redi
mercato per bestiame tessuti ed altre merci, e dura mer costui: presiedeva questi allora alle
tre giorni, avendo principio nel sabato, e chiuden Siracuse, n condiscese Marcello, duce del-
dosi al lunedi. L' estensione territoriale di sal l'esercilo Romano: mandali a discutere
me 1(130,980, delle quali divise in culture, 6,756 del riscatto di lui sembr luogo pi op
in gelseti, 37,618 io seminatori! alberali, 371,620
in seminatori! semplici, 1013,871 in pascoli, 21,917 portuno ad entrambi quel di mezzo mas-
in oliveti, 59,576 in vigneti semplici, 7,234 in ca imamente al porlo dei Trogili per la torre
stagneti, 5,581 in noccioleti, 7,816 in boscate, che dicono Galeagra. In quel colloquio
104,712 in terreni improduttivi, 0,276 in suoli di misuralo coll'occhio il Romano Milite il muro
case. V aria sanissima e salutifera. Nel fondo che della citta, descrissclo a Marcello, il quale
si addiraanda dell' Acquasanta sono delle sorgenti
di acque si calde che fredde, amare, salse, zolfuree, ordin s adattassero le scale, e queste ac
mercuriali, arsenicali e giovevoli a varie malattie. costate al muro di Tica, penetr nella citt:
decoralo attualmente del titolo di Principe di tolse poi i vessilli alle interposte mura di
Galali il sig. D. Giuseppe De Spucches e Ruffo Depu Acradina , come dal medesimo Livio chia
tato Amministratore della Deputazione della R. Uni ramente ricava il Cluvcrio. Poco congruen
versit degli studii in Palermo, versalissimo nelle
greche lettere, e nelle poetiche discipline; pubblic temente dice Bonanno collocata Caleagra
un corpo di versioni dai drammatici poeti greci, e lungi dalle mura della citt, sopra il porto
poesie di squisito gusto, maschi peusieri, ed impa dei Trogili, acci il difendesse dalle nemi
reggiabile eleganza. che incursioni, imperocch il silo di questo
Merita ricordanza tra gli nomini illustri di Galati
il sig. D. Emmanuele Parisi, che dopo sostenute le
pi onorevoli cariche dell' antico sistema fu nomi (l; sede di circondario di t* classe e conti
nalo nel 1816 Ministro Secrctario di Stato per gli oggigiorno 400 abitanti circa diretti nello spiri
affari Interni, e ne mori in esercizio in Napoli net tuale da un cappellano curato. L' aria sana, ed
1816, i suoi contorni esporla vino olio ed agrumi.
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GA ! GA
i
non vedcsi adatto ad aver potuto misurare largo, che dicono Arcangelo e Carrera esser
il Romano milite con l' occhio 1' altezza del | quella , donde usci col cocchio Dite per
muro. rapir Proserpina che raccoglieva dei fiori
aleatl. Lat. Goleati* lhjbla (V. Pf.) nell' Etna : ma si disse altrove di questo
che diecsi anche Calcoli, e Gcrcali da Pau- ratto , che secondo altri fu presso Enna.
-sana, del di cui sito diremo in appresso. Compr Galermo nel 1641 dalla regia cu
Afferm Filislo esserne stati i cittadini in ria Girolamo Gratina pretore una sola volta
terpelli di sogni, ed sver avanzato gli altri di Palermo, e pi tra i 12 pari del Regno,
barbari che erano in Sicilia nelle cerimonie la di cui figliuola ed erede Marianna ma
divine. In Olimpia presso il cocchio di Ge ritassi con Giuseppe Valguarncra Principe
lone il Giove scettrato di antico lavoro di- di Ganci, donde nacque Francesco Saverio
cevasi esser dono di questi Iblei. Era un nel 1703, Cavaliere della SS. Annunziata,
tempio nella citt dedicato alla diva Iblea, e Tribuno militare appo il Duca di Savoja,
c celebre un tempo per la somma vene dal gabinetto di Carlo Re nostro, cui suc
razione dei Sicoli. Scrive Tullio de Diiinat. cedette unica figliuola superstite Marianna
lib. f aver la madre del tiranno Dionisio, che prese in isposa Io zio Pietro Valguarnc
che incinta di lui avea sognato partorire ra, uomo chiaro per ogni verso, e ne ebbe fi
un salircllo, consultato i Galeoti in Sicilia, gliuoli. Sono 116 le case di Galermo, 458 gli
che risposero dover essere il suo parto chia abitanti secondo il censo del 1713; ma com-
rissimo alla Grecia e di grandi fortune. Quin putaronsi questi 526 nel 1760. Si appartiene
ci disse Stefano essere i Galeoti genie in alla comnrea e la diocesi di Catania; viene
Sicilia oriunda da Calco figliuolo di Apol anche sotto il nome di S. Giovanni di Ga
line e da Temista figliuola di Zebio Re lermo, perch patrono, la di cui,festivit ce
degli Iperborei; attestano poi alcuni es lebrasi con somma affluenza di gente (!).
sere i Galeoti una razza di vali in Sicilia. Calice. Lat. Galicis Fluentum. Sic Xiu-
Caiermo. Lat. Galermus. Sic. Galermu mi di Alici (V. N.) Fiumiccllo sotto il Si-
(V. K.) Fonte del territorio siracusano verso meto verso Nord, che scorrendo nella piana
Occidente; che sgorga oggi sotto quella di Catania, confluisce nell'inverno con ru
mole nella quale sorgevano Tira ed Aerodi scelletti che scendono dai colli verso le fal
na, detta Taracati, ma si ha forse origine de meridionali dell' Etna in profondo ma li
al monte Crimite. Al vertice del teatro, maccioso Ietto sotto la scafa di S. Agata, dov'
dice Fazello, dal lato di Tica, in un antro
artificiale e per ampie docce e condut (1) attualmente no comuno in provincia di
tori di aeque sotto quella rupe e per stretto e diocesi di Catania da cui dista * m., cir
lunghissimo tratto scavali , emana una condario di Mascalucia da coi 2 m. e 177 da Pa
fonie, che del lutto lascialo V antico greco lermo. Contava 735 anime nel 1798, poi 931 nel
nome, dicesi oggi dal saracenico Garelme, 1831 e finalmente 1093 nello scorcio del 1853. L'e
stensione territoriale di sai. 138,931, delle quali
che suona appo noi forame di acqua, cor diviso in culture 15,550 in seminatori! alberati,
rottamente Galermo. 14,457 in oliveti. 12,938 in vigneti alberali, 13,444
Qnicrmo. Lai. Galermus. Sic. Galermu in ficheti d'India. 32,400 in ficheti d'India ed al
(V. D.) Piccolo paese e casale un tempo tro, 37,197 in boscate, 12,953 in culture miste.
di Catania dalla quale dista 4 m. verso Gre Esporta in poca copia vino ed olio, ed il suo ter
ritorio oltre varie produzioni vulcaniche che con
co, e siede alle falde australi dell' Etna. La tiene, ricoperto da una lava impietrila del Mou-
parrocchia sotto il nome di S. Giovan Bat gibello in due miglia di lunghezza ed uno di lar
tista fondata sopra una grotta ampia in ghezza.
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un ponte di pietra ad arco, detto di S. Paolo. che Michele Busacca signore di Corvo otten
Le sue acque non iscendono al mare ma ne pagatone il prezzo. Erane nel 1760 in
qua e l nel territorio di Villalegra for possedimento Giustiniano Vigo. La chiesa
mano degli stagni detti Calici spargen maggiore sacra a S. Teodoro o a S. Deodalo
dosi nelle sottoposte terre, imperciocch secondo altri sotto la cura di un Arci
in saraceno Yhalicius importa laghetto o prete, e le sono suffraganee altre 5 chiese
fossata dove sogliono stagnar le acque pio minori. Parlando il Pirri di Gallidoro fa
vane nei campi. menzione del Priorato Basiliano di S. Emi-
Calli. Lat. id. Sic. Pantanu di li gaddi lione la cui Chiesa era in rovina. Rei ter
(V. N.) Stagno, detto Pantano dei Galli nel ritorio sono miniere d'oro donde prende
censo di Federico II, appartenentesi a Nic il nome la citt ed altre di piombo e di
col Lancia, il quale signoreggiava le terre rame, che per indulto regio da poco aperte
di Giarralana, Feria ed altri castelli del ter dnno non lievi guadagni. Gli abitanti sepa
ritorio di Nolo. Spetlavasi sotto il Ile Mar rali da Taormina nel censo del 1632 erano
tino a Mainilto di Sortino. 1246in 303 case, nel 1760 in 584 case, 1196
auicina (v. N.) Casale nel territorio abitami, che nel 1713 erano 2372 (1).
di Piazza, che Simone Conte di Policastro e allo. Lat. Gallus. Sic. Gaddu (V. M.)
di Butera nipote di Ruggiero nell'anno 1106 Monte nel territorio di Palermo verso Nord,
con suo diploma concesse coi Villani al altrimenti Mondello, che si osserva dal Pel
Monastero di S. Andrea. Se ne fa memo legrino in mezzo alla valle del Lauro dov'
ria dal Chiarand nella storia di Piazza. una fonte e nella vetta una torre d'ispe
fiallldoro. Lat. Gallus aureus. Sic- Gali- zione. Secondo il Cascino Gal voce pu
doru (V. D.) Paese dello altrimenti Lctojan nica che vale basso monte, donde MonleUo
ni, sito sopra declive collina tra Forzia e e corrottamente Mondello; ma altrimenti
Taormina, di cui un borgo stante nel lido ne pensa Vincenzo Digiovanni nel Palermo
con elegantissima magione di magnifico la ristoralo , ed afferma esser cosi detto il
voro fabbricata un tempo dai Baroni, e con monte dalla figura di un gallo che presen
una chiesa sacra a Maria della Grotta in ta in una rupe ai naviganti da alto mare.
cui si amministrano i Sacramenti, dietro la Fazello fa menzione di una cala dello stesso
foce del ruscello di Lelojanni. Era trai nome dove crede esser tuli' oggi avanzi
municipii di Taormina, ma nel 1632 in dell'antichissima Mozia. Il capo d Gallo nel
dritto di vendita per ordine del Re cedette
ai Reilano. Ansatone, sulla sua famiglia, (1) Gallidoro oggigiorno un cornane in pro
tuttavia afferma signore di Gallidoro negli vincia a diocesi di Messina da coi disia 38 m.,
antichi tempi Mccola Crisaf, regio Razio distretto di Castroreale da cui 42 m., circondario di
nale, Stralcgoto di Messina, e dello stesso Taormina donde 24 m. Conlava 410abitanti nel 1798,
parere il Mintiteli parlando del Priorato poi 930 nel 1831 e finalmente 1133 nello scorcio del
1852. L' estensione territoriale di sai. 439.903,
di Messina. Comprosselo poi il primo Fran delle quali divise in colture 9,278 in giardini,
cesco Reilano, decoralo del titolo di Mar 1,320 in canneti. 6.835 in gelseti, 2,065 io semi
chese, da cui nacque Antonio nel 1649, xu natori! irrigui, 155,589 in seminatori! semplici, 201,
Pari del Regno, nemico del Re Carlo; quindi 751 in pascoli, 24,746 in oliveli, 32,399 in vigneti
i suoi successori si ebbero il titolo di Mar semplici 1,464 in ficheti d'India, 0,260 iu castagne
chesi di Gallidoro, ma i regii consultori nel ti, 4,196 in boscate. Esporta olio. A parer del signor
Sacco dicesi ci hanno delle miniere di rame e di
1678 trasferirono il drillo di quella terra ai piombo nelle sue campagne, e si crede comunemente
Vigo originarti da Genova ed anche il titolo aver preso il nome da una miniera di oro vicina.
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trailo del sottoposto lido slcndcsi nel mare ta ; dicesi essersene siate delle altre di cui
ed notissimo ai naviganti Ira l'isola delle tuttora si osservano le vestigia e le fonda
Femine, e la torre di Guardia di Mondai- menta. La chiesa maggiore sacra a S. Niccol
lo (i). Vescovo bella e spaziosa, ed internamente
allo (Capo di). Lat. Caput Galli. Sic. mollo ornala. Slabilironsi i Carmelitani nel
Capii di Gaddu (V. M.) Nella spiaggia set secolo xiv e si hanno il convento quasi nel
tentrionale di Palermo appresso Mondello centro sotto il tilolodi M. del Carmelo- 1 Cap
alle falde d' un colle , e detto da Gallo puccini nel 1372 occuparono quella bassa
e da Mondello. Dice il Cascino che Gal in parie della citt dove sorge l'intera torre,
arabo vale colle. e ne adorno il convento di convenevoli
Ciano. Lat. Gallum. Sic. Gaddu (V. M.) fabbriche; elegante il monastero delle
Casale che il Conte Ruggiero assegn alla monache benedettine cui attaccata la
Chiesa di Palermo nel 1086; vien mento splendida chiesa sacra a S. Pietro Apostolo.
vato in un diploma del 1211 dell'Impcrator Il gineceo dei SS. Cosmo e Damiano com
Federico in cui descrive tutti i beni di quel prende insieme oneste donne e vergini. Ha
la Chiesa. cura delle anime un arciprete clic il
Calaffl (S. Vito). (2). capo della communia, assiste nella chiesa
amino. Vedi Camillo. principale , e presiede ad altre sette
angi. Lai. Engium. Sic. Ganci (V. D.) chiese minori. Il clero sottomesso al Vi
Nuova citt decorata oggi del titolo di Prin cario dell'Arcivescovo di Messina. Il Patro
cipato assegnala ai signori Valguarncra Con no del paese lo Spirito Santo di cui ce
ti di Assoro; siede sul declivio di allo colle lebrasi solenne festa nel sacro giorno di
varso scirocco, nei fianchi meridionali del Pentecoste. Il Capitano, i Giurati ed il Sin
Ifebrode o Monte Marone, la di cui vetta daco sono scelli dal Signore della citt che
coronata d'insigne fortezza, e di 3 torri gode del drillo di armi, ed occupa il xxxii
le radici; quella intera ed ornata di ele poslo nel Parlamento.
ganti stanze d comodo domicilio ai suoi Comprendcsi Gangi nella comarca di Ni-
Principi, e delle Ire torri altra intatta , cosia, ed apprestava alla prefettura militare
altra in rovina , altra interamente distrut di S. Filadelfia 4 cavalli, e 53 fanti. Sotto
Carlo V presenta il censo 977 case, e poco
ti) 11 monte Gallo alto al di sopra del livello dopo 3204 abitanti; nel 1652 erano 904 le
del mare circa pai. 2166 met. 558,828. Si appar
tiene, geognosticamente considerando, ai terreni case, 3399 gli abitanti; nel 1713 poi 1180
secondarli, cio di composizione giurassica formata le case, 4008 gli abitanti; ed unita a Villa di
di calce carbonata compatta sotto il carattere prin oro che le appartiene present ultima
cipalmente che la distingue col nome di ciaca, di mente nel 1760 4974 abitanti. Allude lo
cui e di svariati marmi ci ha bellissima serie e stemma al fiume Gangi , che porla a fior
vi si devon principalmente considerare, la ciaca
macchiata e la chiara, la calcidoniata con macchie d'acqua una corona ed un regio scettro.
e vene bianche sporche detta pedichiusa, la grig- Il sito in 37 55' di long, ed in 37 e 45'
gia con vene gialle e macchie calcidoniate e quella di latitudine. Amplissimo il territorio, e
con macchie nere, e finalmente il marmo grigio tra quei del Val Demone feracissimo in qua
con macchie nere, ed il nero grigio con vene bian lunque genere di produzione, e gratissimo
che grandi e minute.
(2) Galull S. Vito un comune aggregalo a ai cacciatori , piantato ad alberi fruttiferi,
Roccalumera in provincia distretto e diocesi di ed in pasture dove pascolano armenti e
Messina di cui distante 17 m. e mezzo, circon greggie. celebre Irai cittadini Gaetano
dario di AH, con 400 abitanti circa. Salerno a pochi secondo nella pittura, e di
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cui innumerevoli lele si osservano per tutta tenne la successione, ed unita in matrimo
la Sicilia; perch zoppicante venne sopra- nio con Francesco Valgvarnera partor Giu
nominato lo Zoppo di Ganci. Il Mongilore seppe padre di Francesco Saverio e Pietro
nella sua Biblioteca encomia Filippo Kcr- vivente (1760). Francesco lasci unica figlia
sbel carmelitano, personaggio dottissimo, fi Marianna che prese a consorte Io zio Pie
losofo e teologo egregio e di dolcissimi co tro (1).
stumi adorno; scrisse un trattato sull'imma angaria. Vedi Michele (S.J.
colato Concepimento di Maria essendo an anzirrl. (2).
cor sul verde negli anni 19, lasci altri ardala*!. Lat. Gardalttsis (V. M ) Ca
monumenti del suo ingegno ed lodalo da sale della Chiesa di Girgcnti per dono e pri
Allazio, Marracio, Morer, Posscin, Gcssner, vilegio di Guglielmo li nel 1171.
Riccioli, HolTraann ed altri ; alcuni per di arraffo. Lat Garafus. Sic. Garaflu
costoro il credono da Gand nel Belgio, ma (V. M.) Magnifica fonte in Palermo di bian
prova il Mongilore essere stato Siciliano e chi marmi, le cui acque hannosi origine da
da Gangi. Averinga nella contrada di Balata verso
La serie dei signori deve ripetersi dai Venli- Ponente. Il Garraffcllo un'altra fontana
miglia; giacch l'antica Ganci loro soggiacque non lungi dalla prima. Credono altri la
ed ai loro predecessori Conti di Geraci; im sorgente del Garraflo dentro la cill dove
perocch Riccardo primo Conte di Geraci fu era il macello (3).
signore di Madonia o di Nebrode, e costa
appartcnenlesi Engio alle falde delftcbrode,
come da Cluverio ricavasi. Del resto Enrico (1) Gangi attualmente un capo circondario di
Veniimiglia appare il primo signore di Gan 1 classe in provincia di Palermo da coi dista ti
ci, e notai il suo figlio o nipote Francesco, m., distretto e diocesi di Cefal da cui 27 m. Con
sotto cui fu diroccata ed edificala Ganci in tava nel 1798 una popolazione di 9352 abitanti, di
sito novello. Francesco u figlio di Fran 9748 nel 1831 e di 9590 nel fine 1852. Componesi
il territorio di gal. 7168,863. delle quali divise in
cesco i sopra le rovine dell' anlica Ganci peculiari coltivazioni, 58,056 io seminatorii albe
innalz il convento Bcncdcllino di S. Maria, rati, 5226,160 in seminatorii semplici. 1621,930 in
e ne agevol i fondatori. Sino al 15(9, in pascoli, 8,206 in vigneti alberati, 185,515 in vi
qual tempo scriveva Sancclla, ritrovo signori gneti semplici, 10,637 in castagneti, 52,537 in ta
di Gangi i Veniimiglia, e credo verso un tal scate, 4,365 in frassineti, 1,457 in suoli di case.
tempo una parte sia stala assegnata ai cavalie Esporta principalmente grano e cacio. Dal 6 al 26
agosto vi si apre una fiera per bestiame, e dal 16
ri di Malta, di che sembra osservarsi una me al 17 dello stesso mese per manifatture. L'aria
moria nella porla orientale che dicesi di salubre.
Malta; ma non so donde se l'abbiano avu (2) Ganzirri un sotto-comune aggregato a Mes
ta. Nel secolo xvu venne in potere dei sina e perci nel suo distretto e diocesi , e uel
Graffeo col castello di Ragalgiovanni; quin circondario di Pace, distante 6 m. dalla citt con
ben 2000 abitanti.
ci per rescritto di Filippo IV fu dichiaralo (3) E innalzala questa marmorea fontana chi
Principe di Ganci il Marchese di Ragalgio addimandasi del Garraflo in un ricinto lastricato
vanni Francesco Graffeo, che con Girolama di larghe pietre, chiuso da cancelli eoo delle co
Gi (Tre, non avendosi avuta prole alcuna, ne lonnette che lasciano in pi luoghi il passaggio
lasci erede Francesco figliuolo del fra allo vie di dietro. Il lavovo molto pregevole ed
ardila l'idea; dalle varie bocche di un'idra sot
tello Giuseppe. Da lui e Caterina Grimaldi toposte ad un'aquila sul di cui dorso il simu
nacque Giuseppe ed Antonia, la quale per lacro dell' abbondanza sgorgano le acque cadendo
essere stalo il fratello senza figliuoli ne ot- in bacini a due ordini, dei quali quei del primo
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GA

arala (V. IV.) Baluardo, volgarmente Galla e distrutto il casale. Per beneficio
Forte, nel porto di Agosla ricinto dalle ac poi dello stesso Re ebbesi Galla Ruggiero
que, non lungi dal quale ne un altro detto di Scandolfo, alla cui morte successe An
Yiltoria : ebbe nome da Garsia di Toledo Vi tonio di Villunuova, ma parlilo dall'isola,
cer di Sicilia, Comandante della (lotta spa- lo stesso
sco di Taranto
PrincipeCalancsc.
nel 1371 l'assegn
Frattanto aAnto
Bla-
gnuola, il quale dal 1554 al 68 ne tenne il
comando. Sorge in uno scoglio distante circa nia degli liberti, figlia di Andrea e sorella
100 passi dal piintcrnoe curvo seno di quel di Giovanni, moglie di Luigi di Monlapcrto,
porto verso meriggio rimpctto la foce del pretese in giudizio i beni del padre ed ot
fiume Jaddeda o S. Giuliano. Abbassandosi tenne la possessione di Galla e di altri feu
le acque, per mezzo di un istmo subaque- di sotto il Re Martino, e che poi lasci al
neo unisecsi all' altro bastione che ebbe no figlio Bartolomeo: ma nel censo del mede
me dalla moglie di Garsia. Vedi Agosla. simo Re ne fece giuramento Ludovico o
afttaei (V. M.) Rocca tolta a' Sarace Luigi marito di Antonia: nel 1511 diecsi
ni dal Conte Ruggiero nel 1086, testimonio dal barberi signor di Gatta Pietro figliuolo
Maialerai. Vedi Guaslanella. di Bartolomeo; nel 1577 appartenevasi a
Catta (V. IV.) Un tempo casale e rocca Francesco Starrabba Conte di IVaso, da
tra Piazza e Mineo delti Agata dal Chiaran- cui comprolla Antonio Trigona, Signore di
d. Oggi un fondo con torre, granai, chiesa Spedalotlo pel suo fratello Marco, di cui
campestre e con varie macchine agitale altrove si dice. Antonino nipote di Mar
dalle acque. Trai suoi confini scorre il fiu co quindi se l'ebbe, e nel 1604 la ven
me BufTarilo che dicesi anche Gatta. L'eb dette a Francesco Guffaro, donde il figlio
be in dono il fiorentino Scoloro degli liber Piatale, il quale ne trasfer il dritto a Vin
ti Conte di Assoro da Federico li, e ban cenzo Miccich avutone il prezzo: i4nna fi
dito da Pietro II ed indi riavuto in grazia, glia di Vincenzo moglie di Scipione Digio-
fu ucciso dagli Assonni. Pietro concesso vanni signore di Trecaslagne, ebbesi l'unica
l'aveva al fratello Giovanni, Infante, Duca figliuola Girolamo dalla quale e dal ma
di Randazzo , ma Andrea nato da Scaloro rito Pietro Rocca Principe di Alcontres nac
ottenne Gatta col consenso del medesimo que Caterina moglie di Michele Arduino .
Re, non riebbe per Assoro, dopo cui fu ai quali succedette Pietro signor di Galla
erede Giovanni, il quale nemico di Federico attualmente (1757).
III c spoglialo dai beni, partissi dalla Si atta. Vedi Buffarilo.
cilia. Fu allora messa a suolo la rocca di Cazzi. Lat. Gazis. Sic. Gazzi (V. D.)
Municipio di Messina nel Dromo verso mez
ordino sono sostenuti dalle code, quei del secondo zogiorno, la di cui chiesa parrocchiale con
dalle teste di quattro delfini. Nel muro a destra campanile sacra a S. Niccol (1).
della fonte in una nicchia una statua di marmo
rappresentante il genio di Palermo a sedere, con
ai lati due piccole statue di SS. Vergini palermitane, GE
ed al di sotto gli stemmi dei quattro cantoni della
citt. Venendo poi sulla sinistra dal prospetto del Gela (V. D.) Antichissima celeberrima
fonte per la via degli Argentieri dopo non guari
si perviene in larga pinna con nel mezzo la fon
tana del GarralTello eretta nel 1591, che versa da (1) Gazzi un comune aggregato a Messina da
un' urna in gran copia per otto canne di bronzo cui dista 9 m., sede di circondario di 1* classe pei
purissima e leggerissima acqua, di cui servesi gran contorni della citt, con una popolazione di 1400
parte della citt per la somma freschezza nella slate. abitanti circa.
62
490
GE GE

cill del cui silo controvertono gli scrittori suoi Cretesi per patto composto a compire
di cose sicolc; io nelle note al Fazello V opera incominciala, ed a crescere il po
stabilii con Oliverio Gela dove or sorge polo, e promiscuamente avere abitalo In
Terranova. Collocanla altri, cio Arczio, Fa citt appellata per comune consenso Gela.
zello ed ultimamente il Pizzolanli, a Licata Fa menzione poi Pausania del medesimo
oltre l'Imera meridionale. Appoggiandomi Antifemo per aver saccheggiato Omface citt
adunque alla opinione medesima costi dei Sicani, trasportatone indi in Gela il si
tuisco Gela nella valle di Noto , dove mulacro di Giunone opera di Dedalo. Keca
Terranova, e rimetto i lettori agli argomen Plinio i Geloni trai popoli mediterranei ,
ti ponderati nelle sudelte note. Fu detta Ge e Tolomeo colloca Gela a 10 miglia dalla
la anticamente, poich cos l'appellarono spiaggia, ma ricavasi apertamente da Dio
dal fiume dello slesso nome Tucidide, Ero doro lib. 13 , non tanto intervallo essere
doto , Diodoro , Plutarco , Stefano , Suida, stato Ira la spiaggia, la foce del fiume e la
Duri, Tolomeo, Slrabonc, Plinio, Vibio ed cill: Dopo ci venendo Amilcare sopra
i pi celebri poeti Silio, Claudiano, Ovidio, Gela pose il campo al fiume dello slesso no
Virgilio. E forse le venne un Ini nome o dal me; e quindi : ma Dionisio come pervenne
ghiaccio; imperocch questo, secondo nota alla citt pose il campo vicino al mare e
Suida da Erodoto, dicono appellarsi Gela ci faceva unicamente acci non si disper
nell'idioma degli Opici e dei Sicoli, o dessero le truppe, ma da quel luogo islesso
da Gelone figliuolo dell'Etna e d imori. fatto impelo ed in terra ed in mare la bat
Fu costruita o ristorata 45 anni dopo Si taglia ingaggiasse. Erasi ad attaccar batta
racusa, cio nel in anno della xxn Olim glia da terra e da mare coll'esercilo di Amil
piade, 690 avanti Cristo. Dice poi Cluvcrio care, il quale dunque aveva posto a Gela il
dal principio e nella fondazione essere stala campo presso il mare. Comand poi Dionisio
appellata Lindii ainaioi da Lindo citt di che una squadra costituita dai soccorsi degli
ltodi, donde parlironsi i primi che condus alleali, lasciala a destra la cill, al lilo si af
sero la colonia. Tucidide nel lib. 6. Anli- frettasse; e gli slessi Cartaginesi sen ven
femo da Rodi ed Entimo da Creta addu- nero premurosamente pi a quella parte,
cendo colonie, fabbricarono Gela in com- nella quale di nessuna fortificazione adatto
dal
mune fiume
opera,
Gela,imposto
appellandosi
il nome
Lindii
allail cill
luo avevan munito gli accampamenti presso
alla spiaggia. Spedi altra squadra dai Si-
go dote ora sorge, e che gi per lo in coli che oltrepassalo da sinistra il Gela, ivi
nanzi era munito. Il che ponderando scrive invadessero i ripari dei nemici , ed egli
Fazello: non per egli dichiara che gente stesso con una mano di mercenarii si ap
siano stali questi Lindii che avcvanla per press alla cill da quel luogo dov'erano
V innanzi occupala e ricinta di muraglie; le macchine dei Cartaginesi. Ordin final
del resto scrivo Erodoto nel lib. 7, ben mente alla cavalleria che come cedessero ia
chiaramente essere stala fondala Gela dai pericolo le bandiere dei pedoni, passato il
Lindii clic sono da Rodi, e da Antifemo... fiume sui campi si manifestasse. Dalle quali
il che slimo cos pianamente dover pren cose appare manifestamente essere stala la
dersi, che in diversi tempi siano conve citt alla destra ripa del fiume, non lungi dal
nuti Entimo ed Antifemo, e questi il primo mare ed in luogo elevalo; quinci dicesi da
con una colonia di Lindii da Lindo citt Callimaco , Gela imminente al fiume ; il
quinci
di Rodipoi
abbia
Entimo
stabiliti
siai confini
sopravvenuto
della cill;
coi qual luogo a circa 300 passi da Terranova
conserva sin' ora molle ed ingenli vestigia
A9I
CE I GE

di antichi cdifizii; ed ivi slesso vide il Oli condotta da Aristoneo e da Pistilo i quali
verio eretta una colonna di stile corintio, non fabbricarono la citt di Arrogante. Attesta
di piccola mole, con amplissimo epistlio; il medesimo storico averla istituita i fon
dice
terso
dosi ilrimpello
Oriente,
Fazcllo di
alequasi
questi
mura300
ruderi:
dipassi
questa
Osservan
un cill,
gran datori colle leggi doriche ; ed essendovi
una volta venula in uso 1' oligarchia , sia
stato cio il pubblico governo in mano di
tempio minalo di antica forma, composto pochi, ubbid per selle anni a Cleandro Pa-
di quadrate ed ammirabili pietre, una larco che occupava la tirannide, cui morto,
colonna, mancando le altre, ancora eie- soggetta per altrettanti anni ad Ippocrate
ran lesi coli' epistilio , al di sotto in fratello di lui, estese i suoi confini, peroc
genti fondamenta , nella piazza della ch dom il tiranno col ferro alcune cill
Chiesa maggiore un frammento di altra dei Calcidesi, vinse i Siracusani, e resili
colonna di forma medesima.... e tra il prigioni ne ricevette in cambio Camarina,
mare e le mura della citt , vestigia di e ristorolla , e finalmente ncll' assedio
opere antiche, e vasi figulini di bellis di Ibla minore soggiacque valorosamente
simo ed antichissimo lavoro, sebbene co combattendo. Gelone defraudali al domi
munemente coverti nel suolo ; monete nio i figliuoli di Ippocrate , occup egli
anche coli' impronta di Gerone, e mol stesso l'impero, e presa Siracusa, commen
tissime in rame ed in argento di bello d la patria al fratello Terone , il quale a
conio che presentano da una parte il Mi lungo la resse, ma richiamato anche in Si
notauro, a stabilire senza alcun dubbio racusa dopo Gelone, rese forse la libert ai
esser qui sorla un tempo antica cill. Nota cittadini : n Polizclo n Trnsibulo fratelli
Fazello, essere stala erroneamente creduta di lui trovansi tiranni di Gela ; ma aver
una volta dagli abitanti Eraclea come congiuralo i Gelensi al discacciamento di
dir a suo luogo, anche egli per fal Trasibulo che dalla morte di Gerone trava
samente eziandio disse essere stala Gal gliava Siracusa con crudele dominio. Fu
lipoli. poi a lungo oppressa Gela dalla tirannide
Gi indic Virgilio di qual grandezza sia del crudelissimo Lampico , testimonio Lu
stata Gela, che disse immane nel iib. 3 del ciano; e dopo la guerra attica miseramen
l'Eneide. te saccheggiala dai Cartaginesi, sent l'ec
L'immane Gela cui d nome il fiume. cidio. Rifulse allora la somma virilit di
animo delle donne Gelensi; allora per prov
Errarono quinci, come avverte Cluverio, vedimento di Dionisio clic era accorso in
coloro che affermano aver inteso Virgilio per aiuto alla cill, abbandonata la patria, i cit
immane in questo verso non la cill ma il fiu tadini si raccolsero tulli in Siracusa , e
me, poich interpretano Gela quel ruscello quinci per drillo di ricuperazione ritor
che lunghissimo scorre in questa spiaggia, nali, la ristorarono. Timoleonte poi spurgata
volgarmente ora dello Salso appo Licata. dai tiranni l'isola intera, avendo rinvenuta
Quinci Plutarco nel Timoleonte afferma es Gela quasi deserta, la popol di una colo
sere stala un tempo Gela delle grandi citt nia di Chiensi. Pass varie calcnde sotto
della Sicilia; e Callimaco non l'appella colla Agatocle , e giacque finalmente devastala
voce nOAiN comune ad ogni citt, ma A25TT. del tutto da Fintia Tiranno di Agrigento,
Imperocch in breve tempo tocc tanti ac 282 anni avanti Cristo; n volle solamente
crescimenti che presso il cvui anno dalla trasferiti si fossero i cittadini nella novella
fondazione spediva una colonia di suoi Fiutiadc da lui fabbricala, ma ordin bens
492

GE GE

che Io pietre stesso venissero trasportate, ge poi quel chiarissimo : consertasi que
acci qualunque memoria di Gela si can sto marmo nella fortezza di Licata, altri
cellasse. In quale evento videsi in quel menti Alicala, citt di Sicilia. Conlenendo
tempo incrudelir la figlia contro la geni poi lopsofisma dei Geleni, e essendo stato
trice , poich Agrigento aveva da Gela ri ritrovato nel colle vicino a Licata, pre
conosciuto sua origine , come notai da sentasi come grande argomento in con
Tucidide. ferma di essere quivi slesso sorla l'anti
Si fa menziono di molti monumenti di ca citt di Gela. Ed io dissi di gi; costretti
Gela, ed egregii, essendo opere di Dedalo, i Gclesi ad abbandonare la patria avere
dedicale un tenlpo dagli Argivi in onore anche le pietre trasferite in Fintia novel
di Giunone, poi trasportate in Omface citt lamente fabbricata, che sedeva nel colle vi
della Sicilia e finalmente in Gela in pri cino a Licata, come dir a suo luogo. Dice
mario ornamento della citt , avvertendoci il Fazello decorala Gela del sepolcro del
esservi forse stato in questa un tempio poeta Eschilo, con sovrapposto questo epi
di Giunone. Celebra Pausania nel lib. 6 taffio:
un eccellente dono posto negli Alti dai Mtchilui Euphorionit Athenis natut, in arti*
Geloi. Il gran simulacro di bronzo di Apollo Frugtferit. jaeet Aie, pott tua fata, Gtat.
e per bellezza ammirabile eranc collocato
dinanzi le mura , con gran religione ve Eschilo da Euforion torto in Atene
Sen giace qui di Gela nei fecondi
nerato dalle genti, e dedicato dai Gelensi Campi, varcati di aua vita i fasti.
all'oracolo del medesimo Dio; rapironlo i
Cartaginesi, come scrive Diodoro nel lib. 13, Da Goltz e da Parula finalmente ci ab
e trasportarono quindi a Tiro; il che cer biamo monete di rame e di argento, nelle
tamente d a conoscere un tempio di lui, quali leggono l'epigrafe TEAA2, ma Pan
anzi fuor di proposilo non sarebbe l'opinare crazio nella recentissima collezione ne ad
esserne frammenti le di sopra mentovale duce alcune col molto TEAaiiiN, come an
colonne; e non dubito essere slati pi at che si ha in rilievi da me in pi luoghi
taccati a questo Dio dell'antica supersti osservati. Riportano da una il Minotauro,
zione i Gelensi che prendono origine dai che allude ai Cretesi fondatori della citt,
Rodii e da Lindo ; poich Rodi un' isola e dall'altra parte la faccia di un giovine o
sacra al Sole, ed appo Lindo costru Careto di due congiunte, che esprimono i Duci della
queir enorme colosso del Sole. Sembra ri colonia, Anlifemo ed Entimo. Fu madre an
cavarsi che si abbia avuto Gela un Ginna che a chiarissimi uomini ; Gelone, il quale
sio, da una iscrizione da essa trasportata in fu appo gli antichi un ottimo principe,
Fintiadc e da questa nella fortezza di Lica che non solo diresse la patria ma Sira
ta, che l' eruditissimo Conte Maffei tradusse cusa, e la sollev all'apice della gloria tra
dal greco nel suo lavoro sullo Antichit che le citt greche. Gerone, che succedette al
io riportai nelle note al Fazello , ed ulti fratello Gelone in entrambi i domimi e ri
mamente pubblic Carlo Filiberto tozzolan fulse per le valorose e chiarissime gesta
ti ; perciocch in essa per decreto di Era- contro i Cartaginesi; accrebbe il suo re
clidc Ginnasiarca, del Senato di Gela, e gno, fu vincitore per ben quattro volle ne
del Popolo, si fa menzione di chi ricevette gli Olimpici ludi, mor finalmente in Cata
corona per lo studio e l'assiduit ni Gin- nia dove si merit un sepolcro. Celebranti
natio, e porlansi 12 incoronati giovinetti, parimenti Pausania figliuolo di Anchile, me
trai quali un Geloe Gorgili. Soggiun- dico c prestantissimo filosofo, cospicuo per
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nobilt e per ricchezze, visse per somma eia, Lat. Gela (V. If.) Fiume , oggi
necessit ad Empedocle congiunto da allor dello di Terranova, e volgarmente Maroglio,
cheto intese, da lui encomiato con un distico di cui cant Ovidio fast. 4.
giusta Laerzio- Timagene filosofo e discepolo
E tu o Gela che ognun pel vorticoso
di Teofrasto e di Scilpone , testimonio il Tuo fluito schiva ...
medesimo Laerzio , viveva sino alla cxviii
Olimpiade, e Plutarco cita di lui un libro Poich, come si dice, forma alle foci dei
sui Fiumi. Apollodoro poeta comico, di cui vortici , onde non pu dai piccoli navigli
fecero memoranza Ateneo e Giul. Polluce; aversi adito. Quindi Bochart che afferma
fior) al tempo di Monandro verso la cxxi aversi avuto un tal nome il fiume dai Pu
Olimp. ed il Mongilore ne enumera le com nici, dice la voce Gela derivata da Bela
medie. Archestralo poeta e filosofo che di significare vortice o gorgo, e conviene colla
cono altri da Siracusa, splendette per on- voce ebraica Gai che importa (lutto, ch dove
ngena erudizione, ma gran tempo diede ci ha vortice ivi continuo movimento di
ai piaceri; ne sono citale le opere appo acque e flutlar continuo. Per a ragione il
il medesimo Mongitore. Euclide celeberrimo Cluverio poco apprezza i comcnti dei Gram
Geometra credesi da alcuni da Megara; fu matici tratti da Erodoto, Suida ed altri, seb
in vero da Gela come si attcsta da non bene l'etimologia punica recata dal Bochart
pochi dal Mongitore addotti; oltre i libri non trovasi presso il medesimo e che io ab
degli elementi scrisse altre cose ad illustrar braccio come la legittima donde deriva il
la matematica ; fiori nella exiv Olimpiade vocabolo del fiume, ch devesi convenirti
ed un gran nome acquist appo tulli i che i Fenicii , che sono gli stessi che i
venturi. Punici, abitarono i primi queste spiagge,
eia sicola. Lai. Gela Siculo (V. N.) meridionali dov' il Gela. E qui notar si
Secondo Pacio ed Aprile sita dov' oggi deve che il Salso, cio rimer meridionale
Caltagirone, creduta da altri Piazza. Non presso Licata ha cosi bassa l'imboccatura,
affermo non essere stata affatto, ma appro che nell'est pu tragittarsi a piedi asciutti;
var non voglio tutlc le congetture degli perloch Ovidio se fosse il Gela avrebbe er
scrittori. a consultar Chiarand sopra roneamente detto di avere dei vortici, laon
Piazza (1). de falsamente la citt vicina di Licata
si prenderebbe per Gela. Non nego cre
(I) A non volere ingolfarmi in un pelago di opi
nioni affatto avverse, e metter mano ad una ma dere alcuni di essersi appellato Gela dalla
tassa pur troppo arruffala senza poterne trovare spessa caligine e dai vapori che tramanda,
il bandolo , rimetto i lettori alle opere di : Carlo dapoich gli antichi sicoli appellavano Gela
FU. Pillolami Memorie storiche dell'antica Gela la caligine. Mi so finalmente da Niccol
libri U opera postuma Pai. 1753 in fot.; di Fran Leonlino su Yar. St. lib. 5, cap. 10, cho
cisco Aprile Della Cronologia universale della Si
cilia libri ni, Pai. 17S5 in fot.; di Giov. Paolo Chia siasi acquistato il nome per la freddezza,
rand Piazza antica, nuova, sacra e nobile libri iv ma sembrami una fandonia di coloro clic di
Nap. 1651 e Mess. 1654 in 4; di Gaet. Linaret cono, essere slati il ghiaccio e la caligine
Alcune parole sul vero sito di Gela in Licata Pai. appellati Gela dagli antichi Siciliani che per
1845 in 8, di 67. Dimenta e Velia Osservazio usavano il greco idioma, e poi nessuno ha
ni sul silo topografico dell'antica Gela Pai. 1846
in 8, oltre il Fazello, il Cluverio ec. i quali tutti sognalo che Gela o il fiume di Terranova
non fanno che abbattersi l'un contro l'altro senza producesse ghiaccio e vapori a preferenza
mai conchiuder nulla di affatto reale , or parteg di lutti gli altri fiumi dell'isola. Non nego
giando per una, ora per altra citt. che nell'inverno verso la sorgente sia gc
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lido . poich sgorga non lungi da Piazza, i confini di Gela slendevansi di molto verso
c gli abitami di questa diconlo il fiume del levante e mezzogiorno. Quinci Callia presso
ghiaccio, ed in propria lingua il Ghiozzo. Macrobio Saturn. 3, cap. 18. disse Erica, la
.Ma anche gli altri fiumi dell'isola che trag quale dislava da Gela almeno 40 m-, non al
gono origine dui monti sono freddi nello tro lontana che 90 sladii dai suoi confini cio
inverno, giacch accresciuti dalle nevi li 1 1 ni. In un diploma poi di Papa Alessan
quefatte delle montagne, u perci pren dro dove si numeravano le terre della dio
dono nome dal freddo o dal gelo. Par cesi dileggesi:
scovi Siracusa
il casale
ed i beni
di S.assegnali
Vincenzoaipres
Te-
liamo ora del suo corso e dell'origine. La
sua primaria sorgente nel territorio di so Sofiana. Afferma il Chiarand che il ca
Bellia , non lungi da Piazza, verso Greco, sale di Sofiana era distante dall'antica Piaz
dove lussoreggia intorno in platani e pioppi, za 3 m. verso Libeccio , e perdurava nel
ed accresciuto da altri ruscelli scorre a 1470, ove forma Filosofiana una delle pose
circa mezzo miglio dalla stessa citt verso di Antonino.
Nord, irrigando ed orti e giardini; accoglie cseiol (rampi) (V. PI.) Celebrali da Vir
quinci le copiose acque delle fonti Lardari- gilio nel 3 dell'Eneide.
no e di Ramaldo, e scorrendo leggermente Appare da lontano Camerioa,
col nome di Ghiozzo a 100 passi dalla spiag Ed campi Geloi . . .
gia occidentale di Piazza in piano letto, ba
gna la vastissima contrada della dei Para Siluati alla parte occidentale della citt
tori e di Casale, dove prestasi a muovere ampii ed ammirabilmente piani, Ira il Bu
molini , ad adacquar le terre e ad altri dello fiume Gela ed il iVaufrio , a 3 ni. al
usi; ma un giorno scorrea nel mezzo di an cerio dalla spiaggia, dalla quale vengono
tica non comune citt, come addimostrano i divisi da una continuala giogaja di colli.
grandi monumenti degli edifizii. Uscendo Sono poi grandemente feraci in frumento
dal territorio di Piazza shocca nel Blazza- nominassimo in tutta Sicilia. In tempo
rinesc, ed indi da altri ruscelli accresciuto i confini di Gela slendevansi anche al me
tocca i confini di Terranova e scaricasi nel desimo occidente olire rimer o il Salso,
mare Sicolo-Affricano. da Oricnlc per ed Aquilone per circa 30
GcIcnNl (Fllowoflana del) Lai. Ge- miglia. Scrive Solino essere uno stagno in
Icnsium Philo8ophiana. Sic. Sufiana (V. Pi.) questo territorio che col fetore allontana
Se ne fa memoria nell'Itinerario di Anto gli nccostanlisi, ed attcsta anche favolosa
nino, in plurale: da Catania ad Agrigento mente di due fonti allro rendere feconda una
per le pose ora stabilite 91 m. in questo sterile donna toslochc ne abbia bevuto, altro
modo : ai Capiloniani 21, ai Filosofiani sterile se feconda: ci ha oggigiorno nei con
Gclensi 21 ce. Legge per il Simler: a fini di Callagirone il fondo dello lagalgi-
Gela od ai Filosofiani. Attcsta il Surita nese, dove scaturiscono due fonti Ira loro
nel regio esemplare trovarsi: a Gela os vicini, dei quali uno di acqua tetra e zol-
sia ai Fivosofiani. Confessa poi il Simler furea, allro di limpidissima. Contendono
non potere render ragione come qui leg Pacio ed Aprile essere slati questi i men
gasi Gela, mentre pensa il Surila di parlarsi tovali da Solino, imperocch sin l toccava
della Gela mediterranea di Tolomeo. Clu- l'Agro Gelcnse o della sicola o della greca
verio per stabilisce Filosofiana presso la Gela. Finalmente il sale Gcloo dicesi da
celebre citt di Piazza da cui non lungi sgor Plinio nel lib. 31 c. 7, essere di tanto splen
gano le fonti del fiume Gela. Altronde poi dore da accogliere le imagini siccome spcc
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cho: nel Ingo poi del medesimo territorio ma da gran tempo; sussistono le mura al
afferma il medesimo, prodursi nei margini l'intorno, ed una porta massimamente ver
delGemelli
sale nella
(V. siale.
M.) Secondo Fazello i monti so Greco, dalla quale parte unita la citt
ad altre colline si ha il pi facile adito ;
delle Rose e di Camerata , dei quali de diciamo altrove aversi avuto a fondatore
scrissi gi il secondo e vedrai pel primo la fortezza il Conte Ruggiero , ed essere
la voce Gonio. Diconsi Gemelli per es stata opera di lui almeno la torre. La
sere della medesima altezza , e per non Chiesa di S. Bartolomeo Apostolo l'unica
sollevarsi non lungi uno dall'altro. Attesta parrocchiale, e siede in luogo cospicuo con
Cluverio appellate Gemelle le montagne di una communi,! di Sacerdoti presieduta dal
Monlcmcjc alle quali si appoggia il paese l'Arciprete, cui van soggette altre dieci mi
del medesimo nome. Alle regioni orientali nori. Osservansi dentro le mura i chiostri
dei IVebrodi , volgarmente Madonic, sono | delle sacre vergini sotto regola benedet
piccoli colli , tra loro in (ulto uguali che tina ; al di fuori nella piazza vicina alle
dicono anche Gemelli. Vedi il seguente mura fu dato nei principii dello scorso se
articolo. colo agli Agostiniani della Ccnluripina Con
emoni (V. D.) Colli al lato orientale grega il tempio di S. Bartolomeo, nella di
del Nebrode, volgarmente Madonie, del lut cui parete meridionale osservasi un angu
to uguali per circuito ed altezza , sopra stissimo sepolcro con iscrizione, in cui ripo
Castclbuono verso Scirocco: alle loro radici sano le spoglie del Conte Francesco i. Venne
il celebre monastero dell'Ordine di S. assegnato il convento sin dnl 1589 ai Min.
Benedetto sacro alla Madonna del Parto, Cappuccini in profonda valle presso le fonti
che abit il primo il B. Guglielmo da Po- del fiume, verso Greco. Finalmente accoglie
lizzi, rese illustre per la sua santit, e final uno spedale nella citt gl'infermi poveri
mente grande onore recogli depostovi il e gli accattoni.
suo frale. Sono altri Gemelli mentovati da Comprcndesi Ceraci nella diocesi di Mes
Plinio c da molti antichi scrittori , di che sina, nella comarca di Polizzi, e nella Pre
facemmo parola di sopra. fettura militare di S. Filadelfio, cui appre
Gemila (V. SI.) Casale legato alla Chie stava 3 cavalli e 41 pedoni. Conlavansi
sa di Girgenli nel 1280, quando era il Ve sotto Carlo 977 case, 3125 abitanti; nella
scovo Gobcrlo, da Sapia nobile donna. met del secolo seguente 860 case, 3219
Geracl. Lai. Ilicracis. Sic. Jiraci (V. D.) abitanti; nel 1713 contaronsi 2732 anime
Citt cosi appellata dalla greca voce Jerax in 807 case, ed ultimamente 3010 individui
che vale tra noi Atrollojo , poich forse si ebbero nel 1670. Se ne nomina il Signore
quivi nidificano questi volatili; sita nel primo Conte d'Italia per la grazia di Dio,
vertice di un colle da ogni parte scosce e Marchese di Sicilia ; e da gran tempo
so, appresso Ganci, agli estremi colli del certamente ei solo gloriavasi trai baroni di
monte IVebrode verso settentrione ed orien Sicilia Ji questo titolo: quinci chiamavnnsi
te; decorala un tempo del titolo di Con nelle pubbliche tavole e nei diplomi tulli
tea, e la prima Ira le altre donata, pei gran i Conti di Sicilia, ed il Marchese, cio di
di ineriti di Giovanni Vcnlimiglia, dell' o- Ceraci , quando si dovessero intimare gli
norc di Marchesato, titolo novello sino a ordini del Re, come si fa palesamento nei
quel tempo in Sicilia. Sollevasi la fortezza capitoli del regno. Amplissimo il territo
nell'altura suprema verso Libeccio, molto rio se terrai l' occhio a tutto il dominio del
ampia, e per natura e per arte minutissi marchesato, e magnifico per olhcti, vigne,
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selve di frassini, donde proviene in gom sogn il Malatcrra della nostra Geraci.
ma la manna molto abbondcvolmcnlc, bia Quando per Serlone circondato per insi
do, ortaggi, ed alberi fruttiferi che sommi die dai Saraceni gloriosamente tocc coi
nistrano il necessario agli abitanti , boschi suoi la morte nella rupe appellala di Ser
finalmente nei quali nulronsi i castrali ce lone dalla di lui catastrofe, ed oggi della
leberrimi per tutta quella regione. Il prio di Sarno, N. moglie di lui figliuola di Ro
rato di S. Maria della Cava , monastero un dolfo Conte di Baja venne data in moglie
tempo, comprcndesi nel medesimo territorio, con per dote Geraci per ordine di Ruggiero
arricchito di pingue dote dal Conte France ad Engelmaro milite non eletto , ma va
sco 11 e di cui oggi si appartiene la presenta loroso, non lungo tempo dopo per dai
zione ai Marchesi. Rese illustre In patria Gio doveri receduto, il Conte richiam a se
vanni Maria Gcraci dell' ordine dei Cappuc la ci U.
cini , che lesse trai suoi le pi gravi scien Lo slesso Malatcrra nel lib. 3, cap. 31
ze , ma pi intensamente incombendo allo estesamente descrive la ribellione di En
studio delle virt, si commend dall' assi gelmaro, io la racconter in poche parole.
duo c quasi non interrotto esercizio di pre Celebrale con solenne pompa le nozze ,
ghiera , dal prudente governo dei suoi in presso Geraci dove il Conte aveva fortificato
primarie cariche lodevolmente sostenute nel una torre, Engelmaro innalzando a poco la
la provincia, e per lo zelo finalmente della sua munita magione e dissimulando , tra
regolare osservanza; oltre i 90 anni piissi sformato avendola in fortissima torre , ac
mamente come era vissuto si mor nel 1640 carezzando i cittadini e seco loro legando
in .\icosia. delle amicizie, cadde in sospetto, e gli fu
Ci ha di coloro che slimano esser suc imposto di diroccare le alle moriate som
ceduta Ceraci a Trinacia , n dissente il mila della sua casa. Ricus fidando del
Muurolico , ma nel vero sembrando costi l'aiuto dei terrieri , ne coloro ai quali fu
tuire Oiodoro, nel lib 12, apertamente Tri l'ordine di atterrar la torre ed imprigio
nacia non lungi da Palica e da Mineo , nare Engelmaro eseguirono il comando ,
non so qui come appigliarmi aliar loro opi imperocch dice lo storico: odiavano eglino
nione. Ognuno potrebbe sospettar con non la nostra gente e si attendevano che insor
vana congettura aversi avuto a fondatori i gesse discordia, non pace trai nostri.
Greci, tuttavia nei bassi tempi priach sia Dal che ritraggo , che allora la maggior
ceduta la Sicilia ai Saraceni, se l'etimolo parte di Geraci era occupala dai Saraceni,
gia del nome legittima; ma non ardisco per cui Ruggiero strinse coli' esercito la
dire alcun che di certo. Attcstano i sicoli citt , del che accortisi i terrazzani man
annali espugnala la citt da Ruggiero , carono alla loro promessa e Io stesso En
con gran forza soggiogata, e data in vas gelmaro atterrilo, per non cader nelle mani
sallaggio a Serlonc figliuolo del fratello pel del Conte, di nascosto fuggi. La di lui mo
suo valore c per le magnifiche gesta presso glie per recatasi dal Conte per implo
Cerami operate, aggiunto il titolo di Conte rarne la piet, memore egli del nipote ,
nel 1072. Il Bonfiglio nella parie 1. lib. 4, le accord un salvocondolto, per portarsi
delle Sic. Ist. non avvertendo essere nella al marito. Il Conte poi riconciliali i Greci
Calabria un'altra Ceraci, nota da Malatcrra riebbe Geraci. Se avesse diroccato poi la
lib. 2. del Duca Roberto fratello del Conte, torre siccome non si nota dallo storico ,
reso prigione dai Geracesi e poi liberato da non voglio affermarlo.
Ruggiero, le quali cose cerlamcnte non mai Avea Serlone avuto dalla consorte la fi
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glia Eliusa che il conto assegn in mo e visse unita in matrimonio con Aldoino
glie a Ruggiero di Bernavilla signore di di chiarissimo sangue.
Caslronuovo, dotandole la Contea di Gc- Dedusse Aldoino la sua famiglia da De
raci. Avutisi costui i figli Rinaldo e Rocca, siderio Re dei Longobardi, fu signore delle
fattosi compagno di Bocmondo e di Tan isole Ischia maggiore e minore e di Pre
credi c portatosi nella Palestina, vi fu dai cida, ed ebbesi due femine da Guerrera,
Saraceni ucciso, e sepolto nel 101)8 nella Regale primogenila, che mori senza preso
chiesa di S. Pietro d'Antiochia. Rinaldo marilo, ed Elisabetta, come costa dal te-
perturbando lo stalo di Sicilia, fu spoglialo slamento di lui del 1232, che vide auto
dei beni, ed indi giusta il Malalerra ricon grafo Carlo Yenlimiglia, testimonio il Pirri.
ciliato per mezzo dei Principi fu di nuovo Questi poi senza por mente a Carlo intro
rivestito del possedimento di Ceraci; con duce a forza un Ruggiero figlio di Aldoino
cedette egli il convento di S. Maria di Pa e di Guerrera, e narra essergli succeduto
late
nastero
fabbricalo
di Pallinele territorio
finalmentedi Tusa
mor alsenza
Mo- Aldoino li ed a questo finalmente Elisabet
ta. Riferendo anzi le gesta di Ruggiero di
figli. Ugo di Creonc consanguineo e fa Creone al nipote Ruggiero, che dice nato
migliare del Re Ruggiero per diploma dato da Guerrera, e stabilisce eziandio promos
in Troina, ottenne Ceraci; di cui slimo esse so al governo del regno sollo Guglielmo;
re slato appellalo nelle genealogie di altri scrive poi esserne fiorita la madre Guer
scrittori Guidone Imperiai Conte , deco rera solto Enrico. Nello spazio di 70 anni
ralo di tal titolo per la moglie IV- dei Vcn- circa finalmente presenta cinque Conli: Rug
limiglia, e succeduto dal figlio Guglielmo giero marilo di Rocca, Guerrera moglie di
di Creone dello da altri di Ventimiglia, Aldoino, Ruggiero loro figlio, nuovamente
il quale si ammogli con Rocca Bernavilla un altro Aldoino morto nel 1232, ed Elisa
figlia di Ruggiero e di Eliusa, per non es betta secondogenita di costui, le quali cose
ser privata dei drilli dei genilori e del fra sembrano del tutto incongruenti , e pi
tello sopra Ceraci: qual matrimonio ad verisimile appare, essersi impalmata nel
dimostrasi in un diploma della Chiesa di 123... circa con Enrico figliuolo di Gu
Girgenti dell'anno 1U2 , recato da Pirri glielmo Ventimiglia Elisabetta Contessa
nel lib. 3, not. 3, dove si soggiunge : /tocca d'Ischia e di Geraci, naia, siccome av
figlia di Ruggiero di Barnavilla, moglie visai , da Aldoino e da Guerrera. Erro
un lempo di Guglielmo di Creone, col neamente espone anche il Pirri la fami
mio figlio Ruggiero. Ruggiero Creonense glia di Guglielmo , come Ruggiero Venti
adunque un tempo anche chiamalo Conte miglia sotto il mascherato nome dell' Insen
di Ceraci , colui che udita la ribellione sibile l'addimostra in moltissimi luoghi nel
dei Messinesi , ribellatosi egli stesso da la Genealogia dei Conli di Geraci.
Guglielmo II, fortific le sue terre e tras Imperocch il Conte Guglielmo Ventimi
se al suo parlilo gli abitanti di Ccfal. Ri glia oriundo da Genova dello dal Pirri pa
tornalo in grazia del Re e della Regina dre di Enrico, venuto in Sicilia collo svevo
madre, amministr il Regno, secondo Fal Imperalore Enrico, prese in moglie non pri
cando, Capece e Fazello. L'unica figlia di ma del 1260 Irene Lascari lglia dello Impe
lui Guerrera o Guarneria per ordine di ratore Bizantino, secondo lo scrittore Bzovio
Errico VI Imperatore e Re di Sicilia fe' de num. 2, e da Bosio Relig. Jerosol. par. 1,
scrivere i limiti della sua contea nel 1195, lib. 22 e da altri. Attesta il Surila Ann. Ara-

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gon. lib. 4, cap. J, lom. 1, esser passata pugnato valorosamente Enrico come Duce
la medesima Irene vedova di Guglielmo con dell'esercito sicolo contro l'Angioino, e si
Ire figliuole nell'Aragona nel 1273, e nota mori lasciati i figliuoli Aldoino e France
novellamente nel lib. 5, cap. 103, toni. 2, sco. Scrive poi Niccola Speciale nel lib. 4,
con Foglietta , Giustiniano , e Bizarro Isl. cap. 9 avere Enrico duramente assediato
di Gen. scacciato dalla patria il medesimo Gangi di sua pertinenza , ed espugnatolo
Guglielmo nel 1252. Altro fu dunque Gu averlo al suolo adeguato per essersi ribel
glielmo Ycntimiglia padre di Enrico, suo lato contro il Re Federico e contro di lui,
cero di Elisabetta. Raimondo de Soliers sul il che afferma ancora Surita. Per altronde
le Antich. di Marsiglia cap. 6 propone a Aldoino nel 128!) presso Palinuro, dove le
ceppo dei Ycntimiglia in Sicilia, Guglielmo triremi del Re Giacomo fecero naufragio;
oriundo da Marsiglia, famigliare di Fede laonde Enrico fu superstite al figliuolo
rico II Imperatore c Re di Sicilia , n Aldoino ; poich Federico succedette al
dissentono Giovanni e Ruggiero nelle ge fratello Giacomo. Ma V Insensibile a
nealogie della medesima famiglia. Appog dimostrare a tuli' uomo essere sialo Fran
giandosi all'antica tradizione sostengono Mi cesco figliuolo ad Aldoino ; laonde suc
chele di Piazza, Paruta, Sancetta, Zazzara, cedette Francesco nipote dal figliuolo ad
Maurolico e quasi tulli i sicoli scrittori, es Enrico, e conseguili tulli i beni dell'avolo,
sere indigeni i Ycntimiglia in Sicilia, ed aver divenne sommo Gerarca, e fu dello Conte
tratto origine dai Normanni; e non rifiuta d'Ischia maggiore e di Geraci, la qual
il sovraccnualo Insensibile le cose che vol Contea comprendeva entrambe le Pelralie,
garmente si dicono dei 20000 Saraceni sba Gangi, Castelbuono , S. Mauro, Tusa, Ca-
ragliati con grande eccidio nei gioghi del slelluccio, Gratlcri, Caronia, Sperlinga, Pet-
Ncbrodc o delle Madonie da Baldoino o da tinco, Pollina , il Castel di S. Giorgio , i
altro dei signori Normanni con soli 1000 feudi di Albiro, Resultana, Belice ed altre
cavalli , donde proviene il cognome alla signorie ; ebbesi in moglie Costanza sorel
stirpe. Comunque vada la faccenda ci ha la di Giovanni di Chiaramonte Conte di
chiarissima menzione di Guglielmo Vcnli- Modica, colla quale fallo divorzio nel 1335
miglia in un diploma del Re Manfredi, con per la sterilit , pass a seconde nozze
cui sceglie a suo Vicario in Sicilia nel 1258 con Margherita di Consolo, e ne ebbe figli
Federico Lancia, e perdurano negli annali : Emmanuele e Francesco it costituiti eredi
verso i medesimi tempi splendidi monumenti l'uno per la Contea di Geraci, l'altro per
di altri della medesima progenie. j quella di Collesano. Ci hanno nelle storie le
L' ottavo dunque da Serlone , se andia egregie gesta di colui, come anche l'infelice
mo colf Insensibile, ma secondo Pirri il x, fine sotto Geraci , avendo difeso a lungo
Enrico Conte di Geraci, come marito di il paese contro il Re Pietro II.
Elisabetta, ottenne dal Re Manfredi nel 1258 Dichiarati rei di offesa maest Francesco
le terre di entrambe le Pclralic, che diven ed i figli di lui dal medesimo Principe ,
nero perci della Contea di Geraci; se ne pass la Contea in potere del Re, e si as
ha memoria appo il Villani ed il Surita sino segn in carico della dote alla Regina Eli
al 1266, imperocch dicono aver precipi- sabetta. Ma avendo conosciuto Ludovico fi
tcvolmenle portato Manfredi la guerra con gliuolo di Pietro la fede ed i meriti del
tro l' Angioino , ne aver atteso Enrico vecchio Francesco , riavutine in grazia i
Venlimiglia , che con sicole truppe reca- figliuoli donolli dei paterni beni nel 1354.
vugli dei soccorsi. Soggiunge il Pirri, aver Emmanuele poi, cui era toccala come dissi
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la signoria di Ceraci, si mor 9cnza prole, ! altri beni paterni nel 1490, mor senza fi
quinci succedctlegli Francesco 11 detto Fran- gliuoli: quinci il di lui fratello minore Si
cischcllo da Michele di Piazza, che impetr mone vien costituito nel possedimeuto del
dippi da Federico III le citt di Termini e marchesato per nuovo diploma del Principe
di Ccfal, compressi Isnello, ed occup il nel 1500. Fu Vicer di Sicilia, e generali
castello di Roccella conceduto dal Vescovo di dei figliuoli dopo sette anni colla moglie
Ccfal; ebbesi anche egli la cura delio stato Elisabetta Moncada, abdic volontariamente
di Sicilia e fu grande per piet; prese in agli onori, e volle iniziarsi al sacerdozio;
moglie Elisabetta figliuola di Niccola Lau- anneg finalmente nelle acque di un torrente
ria, dalla quale si ebbe figli e figliuole, ed sotto Taormina. Succedctlegli il figliuolo
Enrico sopra gli altri successore nella Con Giovanni nel 1527 unito in matrimonio ad
tea di Ceraci, ed Antonio cui lasci Col- Elisabetta Moncada dei signori di Aitona nella
lcsano, entrambe le Pelralie, Gratteri, Roc Spagna, donde Simone Strategoto di Mes
cella, Isnello, Caronia, Belice, e Termini. sina, Vicario del Vicer nella Valle di De-
Non ebbesi quegli alcuna prole dalla prima mana, marito a Maria Venlimiglia Signora
moglie Costanza Russo , morta la quale , di Ciminna e di Sperlinga, e Carlo barone
colla seconda Barlolomea Aragona gener di Naso: Simone poi ebbesi il figliuolo Gio
il figliuolo Giovanni; cui ancor piccolino vanni che anch' egli Strategoto di Messina,
fu destinata in moglie per volere del Re esercit le veci di Vicer nelle valli di Nolo
Martino Agata di Prades nata da Ciaimo. e di Mazara; fu quinci per tre anni presi
In pace ed in guerra chiarissimo Gio dente del regno, nuovamente poi per uno,
vanni primo Marchese di Ceraci pel rescritto e nominato primo Principe di Caslclbuono;
del Re Alfonso del 1440, Vicer due fiate non ebbesi prole da Anna Aragona Taglia-
in Sicilia, ed una in Napoli, grande Ammi via, n dall'altra moglie Dorolea Branci-
raglio , Conte di Monte Sarcio nella Cala forle ; quindi Giuseppe figliuolo di Carlo
bria, e di altri titoli celcbberrimo, ebbesi chiamato a conseguir la signoria, gener
da Agata a figliuoli Antonio e Ferdinando: Francesco con Anna Antonia di Aragona ,
visse sino a decrepita vecchiezza e sepolto che dei xn Pari del regno, Colonnello della
in Caslclbuono nella Chiesa di S. France cavalleria, non una volta fu Vicario del Vi
sco, fu decoralo di un degnissimo sepol cer, e con Maria Spadafora gener Gio
crale epitaffio riportalo da Gualteri nelle vanni supremo comandante della cavalle
Tavolo di Sicilia. Antonio annunzialo Mar ria di Sicilia, maritato a Felicia Marchisi,
chese nel 1473 per testamento del padre, Principessa di Scaletta , di cui consegu
gener colla moglie Margherita di Chiara- 1' ampia eredit, non che Girolamo che ver
monte Enrico e Maria, la quale cinse di ben so il fine dello scorso secolo divenne Mar
da nuziale Arlale di Cardona con per dote chese di Gcraci come dir in appresso.
Piltineo. Enrico divenne Vicario del Regno Imperocch agli accennali Giovanni e
e grande Ammiraglio, ed ebbesi in consorte Felicia toccarono i figliuoli Francesco Ro
Eleonora sorella di Pietro Cardona Conte di drigo, Blasco , e Ruggiero- Inaugurato il
Collesano. Perch ingaggiato con Pietro sin primo nel 1676 alla morte del padre eb
goiar certame nel 1481 dichiarato fellone besi in moglie Caterina Pignalclli , dalla
e spoglialo dei beni, mor esule in Ferrara quale consegu Giovanni ed Ettore, rapili
e gli furono superstiti i figliuoli Filippo e negli anni puerili. Blasco prese in moglie
Simone; restituito Filippo in favore del Re Felicia figliuola di Rodrigo nel 1C89, ma
Ferdinando, donato del marchesato e degli I cedendo poi al destino comune lasci crede
500
GE GE

il fratello Ruggiero. Si oppose a questo Gerbino. Lat. Gerbinus. Sic. Muneir-


Felicia, contralte seconde nozze con Urbano binu (V. M.) Monte, altrimenti Mongerbino,
Barberino Principe di Palestina, chiedendo cos appellato dai Saraceni per essere a-
preferenza, ma sino a Madrid appellata la spro ed incolto verso i fianchi; l' ultimo
causa, cedette la sentenza nel supremo Con che chiude il territorio di Palermo verso
siglio d'Italia in favore di Blasco, il quale Mezzogiorno, si ha nel vertice una torre di
fornito di modi e per pace e per guerra, guardia, ed unito all'Alfano o Calalfano
insigne per erudizione prudenza ed al di cui gi dissi. Verso le radici piantato
tre virt, anche in breve tempo non presa a vigne, che producono ottimi vini, donde
alcuna consorte, fin la vita: perloch pas anche le venne forse appiccato il nome,
s il marchesato a Girolamo per vincolo imperocch il Gerbin dei Saraceni vale fra
di parentela; da lui e da Giovanna Corvino noi vaso di vino.
nacque Francesco nominato Marchese nel reati. Lat. Gereatis. Sic. Lungarnu
1707, unito in matrimonio a Girolama Ca (V. N.) Territorio mentovato da Fazello, nel
terina Di Giovanni, il figliuolo dei quali Gio la giurisdizione di Siracusa , soggiacente ai
vanni, dopo un altro lustro conseguito il colli dove sorgeva la torre Cassibili , oggi
marchesato, da Carlo VI Imperatore nomi Longarino. Vi si osservano ancora di grandi
nato Principe del S. Rotu. Impero, col ti acquidolti, coi quali deducevansi le acque
tolo di Celsitudine, e la facolt di coniar del Cacipari ad irrigare il medesimo terri
monete, ottenne il privilegio nelle sue Si torio. Essendovisi scavato nel 1548 per or
gnorie nel 1723, trai Grandi di Spagna per dine di Giorgio Adorno Cavaliere Gerosoli
decreto di Filippo V , dei Cavalieri della mitano, s'imhatt in uno scheletro di enor
SS. Annunziala per benefizio di Vittorio me statura, come ne testimonio il me
Amedeo duca di Savoja, e Cavaliere dello desimo Fazello. Diccsi dall' Arczio Giarli
Ordine di S. Gennaro per diploma di Carlo di cui in appresso diremo.
Re nostro; eletto finalmente supremo Pre enne Lat. Gypsum. Sic. Jibisu (V. D.)
sidente del sicolo Consiglio appo la R. Cu Terra saracenica un tempo, a 4 miglia da
ria nel 1737, e dippi Consigliere di Stalo, Messina verso Settentrione, valorosamente
visse in Napoli sino al 1748, e vi mori caro occupata dal Conte Ruggiero; siede in este
a lutti per la piacevolezza dei costumi, per so dosso detto in siciliano erro, dei
la non volgare bont, e la religione verso municipii messinesi , occorre appresso i
Dio ; ebbesi il figliuolo Luigi Ruggieri da
Livia Sansevcrino figliuola del Principe di
ne di 3364 anime, di 2775 nel 1831 e di 3S0T nello
Bisignano, e vedova del Principe di Monte scorcio del 1852. L' estensione territoriale di sai-
Mileto, ilqualc sostiene oggi (1760) le dignit 6425,201, delle qnali divise in culture, 0,444 in
e le signorie paterne, ed vivente, senza giardini, 2,985 in orti semplici, 1,248 in canneti,
prole nondimeno, s dalla prima moglie Ma 2076,463 in seminatori! semplici, 2791,530 in pa
scoli, 109,514 in oliveti, 11,027 in vigneti albe
ria Teresa Moncada, che dalla seconda Ro rati, 529,521 in vigneti semplici, 8,857 in ficheti
salia Romano-Colonna. Sta Geraci in 38* d' India , 31 ,322 in alberi misti, 50,998 in casta
di long, in 37 50' di lat. (1). gneti, 486,533 in boscate, 391,563 in frassineti,
3,196 in suoli di case territoriali. Il maggior com
(1} Geraci attualmente nn cornane in provin mercio di esportazione consiste in olio, vino, cacio,
cia di Palermo da cai dista 60 m., distretto e dio manna di ottima qualit , e mi si asserisce te
cesi di Cefal donde 20 m., circondario di Gangi nersi una fiera per bestiame e manifatture nel
donde lontano 6 m., Ci ha un peculio frumentario giorno 24 di agosto- in ogni anno. L'aria salu
ma non in attiviti. Contavasi nel 179$ una popolazio- bre.
501
GE Pachino, ad un miglio
GIIe mezzo dalla spiag

gioghi di S. Rizzo, Terso occidente, e so


vraneggia la soggetta spiaggia aquilonare. gia, tra le cale di Farina e di Harzamemi.
L'antica fortezza sorge pericolante verso II lago del medesimo nome alla radici del
austro. La Chiesa parrocchiale di S. Anto colle dista circa 800 passi dalla spiaggia.
nio che quasi occupa il centro del paese ghiozzo. Lat. Ghiozzus. Sic. Jozzu (Y. M .)
sotto un Sacerdote curato che ha cura delle Fiume. Vedi Gela fiume.
anime, va soggetta all'Archimandrita, con
altre 4 minori. Il convento di S. France G
sco di Paola, fornito di decenti fabbriche,
riconosce sua origine dal 1623: abitano al Glamplicrl. Lal.Jampileris. Sic. Giam-
di fuori i Cappuccini chiamali nel 1384, ed pilicri (V. D.) Villaggctlo trai municipii
hannosi un cenobio adattissimo al loro di Messina verso Mezzogiorno , in una
istituto. Furono nel secolo xvm sotto il valle, il di cui aspetto corrisponde verso
Duca di Savoja 1145 le anime, 301 le Oriente alla regia via. Spicca la Chiesa
case; ma verso il 1760 si diminuirono maggiore dedicala a S. Niccol Vescovo,
quelle a 998 , e nei secoli scorsi non con un campanile, e non lungi sorge l'al
appare di Gesso censo statistico di sorta. tra minore di S. Urtinone appartenetesi
Gli amministratori non vi hanno dritto di ai Cartusiani di S. Stefano di Calabria.
armi, imperocch sono scelti dall'Abate di Contava nel 1760 189 case e 754 abitanti,
S. Gregorio, come signore temporale. Reca che nell'ultimo registro del 1713 furono
onore alla patria Filippo da Gesso, monaco 685. Incombe la cura delle anime al Vi
di S. Francesco di Paola, splendido per in- cario del Vescovo di Messina. Ne ha gli
noccenza di vita e per santit, e reso illustre onori di Duca per benefizio di Carlo II Ugo
da Dio di varii prodigi. Il territorio secon Pap figliuolo di Cristoforo Razionale del
do la natura del suolo, d in abbondanza Regno; tocc a quello dalla moglie Camilla
olive , viti, e mori , produce le biade per Monlaperto il figliuolo Giuseppe , primo
quanto si abbisognano agli abitanti, e cor Principe di Valdina; quinci consegui il ti
risponde ai lori sudori (1). tolo nel 1745 il fratello Domenico, alla di
cui morte fu appellato Giuseppe Duca
GH di Giampilicri cui succedette il figliuolo
Ignazio, oggi Razionale, uomo chiarissimo
Gblblnt. Lat . Ghibini8 (V.N.) Fortezza det ed a nessun altro secondo nella integrit in
ta da Fazello Yghibini, sopra un colle verso esercitar la carica (1).
CUancaacio. Lat. Giancasium. Sic.
(i) Gesso oggid un comune aggregato a Mes Giancasciu (V. M.) Paese, altrimenti detto
sina, e sede di uno degli esterni suoi circondarli Joppolo.
GlandrumaVedi questa
(V. IV.)voce.
Ruscello, altrimenti
di prima classe; ne dista to m. e conta circa 1700
abitanti. Merita attenzione nella Chiesa dei Cap
puccini una copia della Nativit di N. S. del Po
lidoro dipinta da Catalano l'antico, dove si vedono (t) Giampilieri un comune aggregato a Mes
dei ragionevoli cambiamenti, ed una Vergine del sina e elio si comprende propriamente nel circon
Soccorso del pennello di Onofrio Gabriele. Esporta dario di Galati, distante 11 m. dalla citt e con una
il piccolo territorio che si comprende nel Messi popolazione di 1500 abitanti diretti nello spirituale
nese, olio e seta, e ci hanno varie cave di gesso da un cappellano curato. Vi si osserva una bellis
donde assume il nome, talco, pietra serpentina, ed sima Madonna della Piet di Diodato Guinaccia.
alabastro; nella roccia calcarea sotto la fortezza tro Nei suoi dintorni trovasi la piombaggine o grafite.
vasi la terebratula vitrea di piccola grandezza. Esporla olio seta ed agrumi e 1' aria vi buona.
502
G G

di Erico e di Caloidifaro, che accresciuto contrada Giardinelli, dov' un fonte, ledi


dalle acque del fiumicello di Patagonia , cui acque impietriscono (1).
sbocca nel Gurnalonga. Giardini. Lai. Viridaria. Sic. Jardini
siangono. Lai. Giangutium. Sic. Jan- (V. D.) Villaggio nella spiaggia del seno
guzzu (V. >.) Antica fortezza nel cocuzzolo soggetto a Taormina verso Mezzogiorno, con
di un colle, discosta un miglio da Aggira una Chiesa sacra a S. Pancrazio Vescovo
verso Austro , e di cui si osservano oggi di cui una statua verso Oriente (2).
ingenti avanzi. fclarraiana. Lat- Giaralana. Sic. Giar-
lanlena (V. IV.) Piccola penisola nel ratana (V. IV.) Paese dello dagli antichi Ce-
seno di Megara Ira le foci dei fiumi di Can relanum, e decoralo oggigiorno del titolo
tera e di S. Cosmo. di marchesato, apparlencnlesi una volta alla
lilannlcattliii. Lnt. Yhannicatlina- Sic. Contea di Modica. Descrivendo Arezio i luo
Cannicallini (V. IV.) Valle mentovala dal Fa- il
relani,
ghifiume
tra Canterina
dei
Limagone
quali esiappresso
Pachino
fece menzione
, i dice
popoli
: de
natet
Ci-
Ci
lello, ed oggi la lerricciuola Cannicallini di
cui vedi a suo luogo.
Gianpaolo. Lai. Giampaulus. Sic. Gian- cerone, che abitano la terra Ceretano, at
paulu (V. D.) un territorio nella dizione tualmente Giarralana. Congiungesi il Li-
aquilonare di Messina decoralo dell'onore magone coll'lrtninio, e ne sono freddissime
di ducato, apparlencnlcsi da gran tempo ai le acque, quindi il Pirri su Giarralana, da
Manilio. IVe fruiscono oggi del titolo i si essa , dice , emanano acque freddissime,
gnori Palern da Catania, che mutalo nome cio alle radici del colle su cui sorge i'
inlendonsi duchi di Carcaci. paese, silo in declivio e rivolto ad Oriente.
lamina. (1). Stava un tempo priachc sia ruinato pel tre-
Giardinelli. Lai. Jardinellw. Sic. Jar- muoio allo spesso mentovato del fine del
dineddi (V. M.) Piccola terra appartener secolo scorso, nel pi elevalo ed arduo luo
tesi all'Arcivescovo di Morrcale, verso le go del medesimo colle, a 2 miglia dal sito
parti aquilonari ed occidentali, solto i colli attuale ; occorrono ivi comunemente vesti
di S. Martino, formato di 51 case e di 209 gia di antichissimi tempi, e vi si sono ulli-
abitanti nel 1760, che erano 170 nel
1713. La Parrocchia sotto la cura di un (I) Sorse il villaggio di Giardinelli nel princi
Sacerdote costituito dall'Arcivescovo sa pio del secolo xvm con quei di Borgelto e Moo-
cra a S. Giuseppe sposo della Vergine. Era telepre. che tutti presentano oggi il progresso l'agri
coltura ed il commercio del territorio di Parlinico.
un altro casale di Giardinelli discosto af attualmente un comune in provincia e distretto di
fatto dal nostro, una volta nella dizione di Palermo da cui dista IT m., circondario di Parti -
Girgenli, ed apparlcncvasi ad Andrea Ta- nico donde * m. e diocesi di Morrcale. Contavi
yliavia sotto Federico II. Kcl secolo se soli 390 abitanti nel 1798, poi 138 nel 1831 e fi
guente, nel censo del Re Martino dicesi ap nalmente 009 nello scorcio del 1852. Ila 4S salme
di territorio ed esporta principalmente olio. L'ani
partenersi ai figli del medesimo Andrea. ne molto sana.
Vien mentovala nel territorio di Chiusa la (8) Giardini un comune in Provincia e dio
cesi di Messina da cui dista 30 in. , distretto di
Castroreale da cui 38 m. e mezzo, circondario di
(1) Giardina un villaggio dipendente dal co Taormina da cui discosto un m. e mezzo. Kob
mune di RafTadali. La sua popolazione che trova si ha che un piccolissimo territorio di I9S salmo.
tasi riunita a quella di RalTadali, secondo 1' ultima Non comparisce nei quadri popolazione del 1798 e
numerazione che vi stala eseguita, ascendeva alla del 1831 uon essendo stato allor collettalo, e pre
fine del 1851 al n. di M anime. senta 1585 abitanti nell' ultimo del 1852.
503
G G

inamente scoTerli i ruderi di un bagno ele l'Imperatore Carlo fu di 498, ed erano poi
gantemente a musaico adorno; dissolterransi 2346 gli abitanti nel 1393: nella mela del
giornalmente grandi vasi con manichi, va- secolo seguente compulavansi 391 case nei
sellini, lucerne fidili . monete, ghiande di regii libri, e 2184 anime, che appo il Pirri
piombo delle quali servivansi i frombo- 1147 ; nel 1713 erano 028 le case, 2332
lieri, ed altri oggetti di simil genere ; n gli abitanti, che 2742 nell'ultimo statistico
mancano dei sepolcreti. Presentasi poi nel registro. Lo stemma rappresenta un anfo
Morello paese, primo ed ammirabile il pa ra, che dicesi in Sicilia giarra.
lazzo baronale di non poca eleganza e gran Non trovo signore nel paese al tempo
dezza, e l'esimio tempio maggiore parroc dei Nonnanni; lecito tuttavia sospettare,
chiale sotto il titolo dell' Annunziazione del che l'abbia concesso il Conte Ruggiero al
la Vergine, sotto di cui la decente Chie figliuolo Goffredo eolla Contea di Ragusa
sa di S. Bartolomeo Apostolo primario Pa e le confinanti (crricciuole. Enrico VI Re
trono degli abitanti , dove si conferiscono di Sicilia ed Imperatore donollo nel 1193
i Sacramenti, e una terza cosi delta Sacra a Rinaldo Acquatica suo famigliare. Pos
mentale inlendcsi sotto il nome di S. An sedevate sotto Manfredi Gualleri di Cal
tonio Abate. Tommaso de Hcrbes Vescovo tagirone, cui conferm il dominio Pietro I
di Siracusa dato aveva dal 1814 ai Minori di Aragona dopo scacciali i Francesi, e vedo
Conventuali la Chiesa di S- Agata fuori lo essere slato costui Razionale del Regno, seb
antico paese; in progresso poi di anni si bene non ne lo registri il Pirri. L'ottenne
raccolsero al di dentro , ed abitarono per dopo la morte di Gualtieri Giovanni Lcn-
qualche tempo il Convento di S. France tini, ma nel 1320 prest l'omaggio Piccola
sco , ma travagliati dalla povert dopo la Lancia al Re Federico per Giarratana ,
met del secolo xvu ed il tempo del Pirri Ossina, Feria ed altri possedimenti; nel 1360
che fa menzione di essi, l'abbandonarono. diecsi signore di Giarratana Giacomo Ala-
In ospizio poi dei pellegrini fu eretto dalle gona , per la fellonia di cui coi suoi, so
fondamenta nel 1G20 per opera di Giovanni l'ebbe per beneficio del Re Martino colla
di Orlega , Moderator della provincia dei Contea di Modica Bernardo Cabrer, cui
Frati della Mercede, un Convento del me divenuto nemico alla Regina Bianca, con
desimo ordine sotto il nome di S. Marghe cesselo essa nel 1411 a Sondo di Jlerc-
rita , ed ebbesi celebre secondo il mede dia , ma ritornando Bernardo nel favore
simo Pirri la cappella di S. Maria dolla di Ferdinando , restituito nei beni, lasci
Grazia; che oggi vedesi parimcnli abolito. Giarratana al figliuolo Giovanni Bernardo
Due altre Chiese minori sono suffraganee alla che vendellcla nel 1433, secondo Luca Bar
parrocchiale, nella quale un sacerdote ha beri, a Guglielmo o Mccola di Casusaggio.
cura delle anime , il quale ai comandi Leggo poi altrove esser ceduto il paese a
del Vescovo di Siracusa, imperocch Giar- N. Spadafora pagatone il prezzo ; ma si
ralana se ne comprende nella diocesi. De ritenne il Cabrer il drillo di ricompra.
lega il marchese annualmente i suoi mini Compresselo da questi, scorso appena un
stri pel regime civile, ed occupa il x posto anno, Simone o Simonello Settimo colla
nel general Parlamento. Va soggetto il pae facolt del Re Alfonso di cui era famiglia
se alla comarca di Caltagirone , ed allo re, e prese a se ogni drillo, e dicesi Co
Istruttore della milizia provinciale di Scicli, strutti Giarratana nella caria della vendila.
sotto la cui bandiera si spedivano 2 cava Succedette a Simone il figliuolo Giovanni
lieri e 30 fanti. Il numero delle case sotto Antonio, ed a questo Bartolomeo e Mal
504
G ci

leo, dei quali mor quegli senza prole; questi st gloria immortale; lasci una biblioteca
con Antonia Scillia gener Hicliele, da questa fornita in copia di mss. riguardanti prin
famiglia Settimo v Barone di Giarralana, cipalmente la storia sicola, e varii monu
da cui e da Bclladama larresi figliuola del menti del suo ingegno da darsi alla luce.
Marchese di Mililcllo nacquero Carlo o Si consulti in ci l' erudita opera della Si
Blasco. Per benefzio di Bc Filippo II ot cilia nobile, di Francesco Emmanuele nel
tenne Carlo gli onori di Marchese nel 1369, toro. 2.
ed ebbesi il figliuolo Garsia, che mor sen Giarratana acquist grande onore per
za figliuoli; quinci fu Blasco suo zio asse csserno sorlo un Antonio dei minori Os
gnato ni Marchese nel 1582, il quale con servanti illustre per l'innocccnza della fila,
Giovanna INaselli gener Michele, Buggiero, tremendo maravigliosamente ai demoni, e
Carlo, e Bclladama, che tutti decorali del che mor in Modica dove gli fu fatto splen
titolo del Marchesato, dissero i loro dritti dido funerale. Fecondo il territorio della
ni soggetti ; imperocch Michele presa in citt imperocch il fiume lauli, che Are-
moglie Emilia Agliata ebbesi Blasco ir zio dice Li magnai . e gli antichi Inaino,
che manc di prole; cui perci succedette che Irac l'origino dalla fonie del Fico e
nel 1607 lo zio Ruggiero, che mori anch' egli della Favara nel colle slesso di Giarralana,
non lasciato alcun figlio, laonde succedette il colle sue acque irrigando quei luoghi, pro
fratello Carlo, cui morto anche senza figliuo duce il necessario alla vila ed alle delizie.
li, succedette Giovanni nato dalla sorella Sta in 38 23' di long-, in 37 circa di la
Belladama e da Girolamo Settimo nel 16*1. titudine (1).
Morto costui l'ottenne il fratello Blasco,
secondogenito cio da Bclladama e da Gi (1) Giarratana attualmente in provincia e dio
rolamo, ed essendo anche di letto infecon cesi di Noto e disia 24 m. non rotabili dal capo
do istitu credo il figliuolo del fratello luogo della provincia, distretto di Modica doode
Buggiero, Girolamo, il quale contrasse le de
14 3m.m.nonparimente
rotabili, circondario
non rotabili,di edMonterosso
inoltre 12don
ro
nozze con Mclchiora Parisi, donde nacque, tabili 1G non rotabili, dal mare Jonio nel ponto
Trajano nel 1679, destinalo a Marchese, dove si additnanda da Siracusa , e 19 rotabili 91
c che fu tolto da morte immatura prima non rotabili da Palermo. Sorge sopra una collii
del padre Girolamo, lasciati) il figliuolo Rug di aria malsana per le acque stagnanti prossime
giero ornalo delle insegne di Marchese nel all'abitato, ma abbonda di buona acqua potabile
di fonie e di cisterna. Nel 1845 fu istituito on
1715 alla morie di Girolamo; vivente colla monte agrario per agevolamento dei coloni ad
moglie Marianna Gioeni, avendo a fratelli i oggetto di somministrar le semenze; dipende dal
Giovanni Settimo costituito poco fa Principe l' Intendente ed amministrato dal Sindaco e da
di Camaralino, o Girolamo Ispettore pel due Deputati dall'Intendente in ogni due anni
Ile della cavalleria di Sicilia, ricco di pro eletti; presta frumento in quantit secondo il bi
le. Varie cose diconsi degne di memoria sogno dei coloni, e le cautele dannosi in pegni o
con Gdejussione di persoue solvibili, la cui scelta
di Girolamo , per essere stalo un perso essendo a beu vista dei Deputali, questi medesimi
naggio di aculo ingegno, ed eruditissimo; restano solidalmente garanti coi Odejussori. Od-
conosceva la storia dei suoi e degli antichi tavansi io Giarratana 1442 abitanti nel 1798, pi
tempi ed a lui quale oracolo di politica 8798 nel 1831 e finalmente S368 nello scorcio del
consigliaransi nelle crtiche cose i Siciliani 1852. Eslendcsi il territorio in sai. 2304,366, detta
quali dividendo in cultore, 4,906 in giardini, o,iW
tulli; fu perci caro ai Principi, accetto ai in orti semplici , 53,452 in seminatori! alberati ,
suoi, ovunque conosciuto dagli scienziati, ed 1783,995 in seininalorii semplici, 398.649 in pascoli.
accrebbe cos l'onor della patria ed acqui 5,221 in vigneti alberati, 154,617 in vigneti soffi
505

G G

Cilarraiana (Dame di). Lat. Fiutiti GlarreMa. Lat. Jarrelta (V. D.) Il pi
Giarratanae. Sic. Xiumi di Giarralnna (V. N.) gran fiume in tutta la Sicilia, altrimenti
detto volgarmente Manli ed anticamente Ir- Simeto, che ha il corso nel territorio di
tninio.
larre. Lat. id. Sic. Giarri (V. D.) Mu Catania, cosi detto dalla Scafa, trai Sici
liani Gianetto , colla quale tragittasi in
nicipio di Nascali nella via consolare che quattro punti.
dalla valle di Nolo reca a Messina. La ciarle. Lat. Gyarles o Gyas (V. N. )
chiesa parrocchiale sacra a S. Giuseppe Territorio detto dal Fazcllo Gercati, di cui
sotto la cura di un Sacerdote curalo, fe suo l'Arezio dice: Il territorio Giarte, di cui
borgo S. Leonardo con una chiesa nella scrisse Plutarco nel Dione essere stalo del
stessa via. Il censo delle case e degli abi tiranno Dionisio, comprende e ville e bo
tanti unito a quello di Mascali, ed es schi e vette di monti ed il giogo che sten-
sendo molto opportuno il luogo, giornal desi verso occidente, dello ora Cava di
mente si accresce (1). Gorgia. Ne fa menzione Fazcllo sotto la
voce Gercati; ma ascolliamo Cluvcrio: una
plici, 0,546 in Ccheli d'India, 0,026 in culture mi parte del territorio di Siracusa vicina
lle, 2,721 in suoli di case territoriali. Il suo mag al mare, oltre il castello Olimpio, fu delta
gior commercio di esportazione consiste in fru Gyas. Dice Plutarco su Dione parlando
mento e vino. Per la festivit di S. Bartolomeo di Dionisio. Chiese per se che gli fosse
che avviene nel giorno 20 di agosto, vi si apre lecito di portarsi colla fede pubblica nel
per tre giorni annualmente un mercato per bestia l'Italia, e mentre ivi abitava trattenersi nel
me, tessuti ed altre merci.
(1) 11 comune di Giarre si grandemente ac territorio siracusano l'usufrutto di quella
cresciuto in questo secolo, poich non essendo vasta regione, che chiamata Gioie, oggi Lon
nello scorcio del trascorso se non un municipio garina e Cuba , stendesi dal mare nello
di Mascali non per anco collcttato , oggi avan interno. Vedi Gereali.
zando in ampiezza e popolazione il paese stesso uiuzzoiinn. Lat. Giazolina. Sic. Jazzu-
cui era aggregato, costituisce un capo-circondario
di 2* classe in provincia di Catania da cui dista lina (V. M.) Torre di guardia nel seno di
20 m , distretto di Aci-reale donde 10 ni., diocesi di Castellammare verso l'interno , due volte
Messina, a 193 miglia da Palermo. L'attuale Chiesa percossa da fulmine, e perci attualmente
principale prese a fabbricarsi nel 16 novembre ruinosa.
del 1794, per opera del Sac. D. Domenico La Spina, Ibelllna. Lat. id. Sic Ijbiddina (V. M.)
colle elemosine di pii fedeli, dietro nu real de
creto datato in Napoli nel 3 luglio del 1794 , Antico paese con una fortezza edificala da
esecutoriato a 27 agosto dello slesso anno. Attesta Manfredi di Cbiararaonte, che si ha l'onore di
il Sacco che scrisse nel 1799, esservi inoltre un Marchesato dal 1619, e comprendesi nella
convento di Agostiniani scalzi, un oratorio di S. diocesi di Mazara e la comarca di Sale-
Filippo Neri, una scuola di grammatica e di belle mi; silo in un poggio ad austro, il di
lettere ed un caricatojo in distanza di un miglio
dall'abitato. Conlava nel 1798 una popolazione cui vertice occupato da una rocca sovrap
di 13705 abitanti, ma insieme a Mascali cui era posta ad una rupe. La chiesa maggiore par
unito, divisone per, 17649 anime nel 1831 e fi rocchiale sacra a S. Niccol Vescovo con
nalmente 16904 nello scorcio del 1852. Estendesi un Arciprete, ed altre due minori soggette
il territorio in salmo 2429,367, delie quali diviso che dicono filiali, siede anche nell'alto. Il
in coltivazioni, 9,884 in canneti, 98,564 in semi
natori! alberati, 285,445 in seminalorii semplici , convento dei Carmelitani costituito nel se-
1,213 iu pascoli, 1764,390 in vigneti alberati,
169,631 in alberi misti, 20,441 in mandorleti , 6,488 in suoli di case. Esporla frumento vino e
66,423 in castagneti , 6,788 in culture miste , mandorle.
64
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G GI

colo xvi porla il titolo dalla Vergine An gnoreggiarono Gibellina , donde gli attuali
nunziata. Occupano i Minori Conventuali dal marchesi si hanno il drillo. Niccolo Lom
1570 la Chiesa di S. Biagio. Quella final bardo nel censo di Martino dicesi soggetto
mente di S. Maria di Belvedere ai confini alla Curia pel castello ed il luogo di Gi
del paese fu data nel 1629 per opera di bellina; la di cui nipote Luigia maritata
Antonio Morto primo marchese ai Rifor a Manfredi Abatellis lo assegn in nome
mati di S- Agostino. Fa menzione il Pirri di dote. Federico figliuolo di Manfredi ven
dell' ospedale di S. Antonio per gl'infermi; dendo a Giacomo Yenlimiglia per 5500
ma il collegio dedicato n S. Maria Imma fiorini, e comprosselo da quello per 8000
colata venne fondato e formato dopo di lui. fiorini nel 1377 Bartolomeo de Corbera si
Sorge a 2 miglia verso aquilone l' antico gnore di Misirindino, il quale lasciollo ai fi
cenobio di S. Maria di Abita, di cui si fa gli Calcerando ed Agaia. Culcerando e
parola altrove. Il territorio di Gibellina, Trojano Abate marito di Agata a Giacomo
fecondo in ogni genere di biade, pian Morso lo consegnarono ricevuto il giusto
tato a spessi albereti, e nel feudo di Abita prezzo ; donde Giovanni Morso succeduto
ci ha un fonte di acqua solforosa salularo da Antonio , il di cui nipote Antonino
nelle malattie cutanee. per d'ploma di Filippo III fu nominato 1*
Sui baroni di Gibellina , avviso essere marchese di Gibellina ; ne fu moglie Eli
appo il Barberi ed il Fascilo due fortezze sabetta Lancia, che mor nel monastero di
del medesimo nome, delle quali essi costitui S.Vito nell'anno 1639 con grande opinione
scono una nella dizione di Girgcnli, altra di santit. Ad Antonino succedetlc France
di cui parola nella comarca di Salenti. sco figliuolo di Blasco fratello di lui ,
Il castello Gibellina, scrive quegli, dicesi Principe di Poggio Reale, che non ebbesi
fabbricalo da Guarneri Yenlimiglia cui si prole da Anna Bosco , onde ne fu suc
apparteneva Alcamo, ed afferma altrove fon cessore il fratello Gaspare, marito a Laura
dala Gibellina nel feudo di Jacra dal me Bellaccra, Cavaliere di Alcantara, dai quali
desimo Guarneri signore di Alcamo, e con nacque Pietro Morso Cavaliere di S. Gia
ceduta dal Re Martino a Niccolo di Lom como, colonnello al tempo della guerra
bardo e Michele di Boi. Facendo menzio francese, comandante della fortezza di Sca
ne finalmente una terza volta di Gibellina, letta, dei 12 Pari del regno, e Pretore di
afferma esser passala ai Chiaramonlc, indi Palermo; nacque da lui e da Antonia Far-
lonia
sotto Martino
di costoro,
ai Montecatena,
per benefzioe del
per mede
la fl- dclla Giovanni Francesco, che anche so
stenne le primarie cariche nella patria .
simo Re, a Filippo de Marinis ed ai figliuoli colonnello negli eserciti spagnuoli, gover
di lui. Quinci nel censo del 1408 dicesi natore di Marsala, e prefetto delle triremi
Filippo signore del castello di Gibellina. di Sicilia, vicelegato finalmente nell'eser
Scrive Fazcllo dee. 1, lib. 10 cap. 3: Be- cito di Carlo Imperatore , e dal gabinetto
galmuto citt saracenica, dov' una for del nostro Re; unito in prima a Rosalia Filan
tezza eretta un tempo da Federico di Chia- gieri, poi a Teresa Bonanno e Bosco, lasci
ramonle, cui succede a 4 miglia la rocca cinque Temine che furono poi maritale a dei
Gibellina; e poco dopo : Sala di Donna, e primari! personaggi, e Stefania la seconda
dopo un miglio Gibellina dove perdura lasciala vergine alla morie del padre, mari-
ancora la fortezza eretta da Manfredi di lata a Luigi Naselli Conle di Comiso figlio
Chiaramonle. Ingarbugliala per essendo della sorella, lo costitu marchese di Gi
la matassa, dir in serie di coloro che si- bellina. Si ha il drillo di spada, assegna an
507
G GI

lilialmente i magistrali, ed occupa il xxii seg razzi, ed altre contrade che danno un gu
gio nel Parlamento. Sta il paese in 36 40' stosissimo vino, olio, biade, e frulli (1).
di long., in 37 40' di lat. V. per la nota l'ap ibiiHcno. Lat. Gibilsenum (V. R.) Co
pendice a questo 1 voi. alla voce Gibellina. sale appartenenlesi a Raffaele diBracciforli,
Glbilmanoa Lai. idem. Sic. Gibiliman- come si ha dal censo di Federico II.
oa (V. D.) Monle di Manna sovrastante alla ibiso. Lai. Gibisus (V. D.) Terra aqui
citt di Cefal verso Libeccio , nel di cui lonare. Vedi Gesso.
comignolo una Chiesa sacra alla Vergine, Gigante (rotta del). Lai. Giganti*
con un ampio Convento di Frali Cappuc Crypta. Sic. Grulla di lu Giganti (V. M.)
cini. Arduino Vescovo di Cefal la volle or Altrimenti Marlogna, sotto il Monte Erice,
nata dal 1228 del titolo di priorato, e Tu dove trovaronsi nel secolo xvi un corpo ov
consuetudine dei successori di lui confe vero ossa di sterminata statura, credute vol
rirne la carica ai Canonici regolari Ago garmente del gigante Erice , come attesta
stiniani stabiliti nella cattedrale. La fonda il Pirri. Fa menzione di essa il Kircher nel
zione poi del convento cade nel 1366, e Mond. Soller. Ioni. 2 e dicela vasta, ed alta
se ne computa di 4 m. la distanza dalla circa 30 piedi.
citt. Fa menzione il Pirri di una imagine Giglio. Lai. Lilium. Sic. La Mulara (V. M.)
della Vergine dipinta in una parete, avuta Piccola terra nella piana di Palermo, sotto
dagli antichi in grande venerazione ; ma Morreale, verso Libeccio, dove sono delle
una statua in marmo della medesima oggi fabbriche di carta; fondolla e ne raccolse la
avuta da tutta quasi Sicilia in sommo gente Biagio Spucches, Presidente, chia
rispello per le grazie ricevute, ed i bene rissimo in giurisprudenza , grandezza di
fica. Conchiude il medesimo Pirri essere animo, destrezza nel maneggio degli affari ed
sialo questo cenobio fecondissima sorgente, in altre virl, e lasciolla morendo a Marco
donde fiorirono sempre ottimi fratelli, ed Spucches figliuolo del fratello. La chiesa
csimii per esempi di vita; Irai quali ce parrocchiale sacra a S. Giuseppe. Vi si
lebra Filcone da Trapani, che si acquist contano 90 case e 300 anime (2).
appo tulli nome di gran saggezza, e fu reso
illustre dal Signore di maravigliosi prodigi. (1) Elevasi 1822 piedi sul livello del mare, e
CilbilroMMa. Lat. Gibilrussa. Sic. Gibili- presenta diaspro giallo drizzalo di scuro con mac
russa (V. M.) Monte dello dai Saracni Gie- chie rosse, ed agate gialle sporche di macchie verdi
bel Rosa, cio come interpreta Cascino, Mon acure. Ne abbondano le falde di terra rosso-hru-
nastra.
te Capo, o Termine, poich le giogaje dei Prende nome dalla voce araba giabl che vale
monti da Erice nel territorio di Palermo monte e rutta che lo stesso che rait o reit cio
a mezzogiorno, han fine in quel colle con capo o principio, poich in vero questa montagna
le unite montagne di Misilmeri ; quantun la prima dei monti palermitani.
que Agio de Soldanis scriva dinotare la (2) Il villaggio di Giglio prese questo nome dal
giglio d'oro che nello stemma gentilizio della
voce Ross Oryzum una specie notissima di famiglia Spucches cui si appartenera, e dicesi an
biada. In una sotterranea grotta trovossi che Mulara comunemente per le pietre molari che
una antichissima figura della Deipara Ver ci hauno nella contrada. Per cura dell' ex-barone,
gine che venerasi con gran rispello dalle il signor D. Antonino de Spucches Duca di Cacca-
vicine e dalle lontane genti. Ci hanno an mo. ne divenne la chiesa soccorsale della parrocchia
di Mezzomorreale nel 1839, ma non sono pi in
che delle cave di bellissimo diaspro. Slcn- attivit le fabbriche di carta. Vaghissima la con
donsi alle sue radici il territorio dei Cia- trada ed irrigala abbondevolmcnte, produce in gran
culli, la valle d'Anania, la terra dei Fica- copia agrumi e ne apre un commercio molto con
508
G G

csiieppo. Lai. Gileppus. Sic. Cilcppu teo Fazio, ed iti stesso coslituironsi dal
(V. W.) Fonte del fiume di Lenlini, secondo nOX chierici secolari di tila comune:
Arezio, verso Buccheri. ma io mi seppi rimanere entrambi i celi,
Inuardo. Lai. Ginuardus (V. N.) Fon e quest'ultimo radunato nella chiesa di S.
te che accresce il Falconara o l'Assinaro, Maria della Neve. Poco fa eziandio nel 1724
fu detto Aynuardut poich Ayn Tale presso i Minori Conventuali di S. Francesco sel-
i saraceni Fonie. Confluisce ad un miglio levarono un convento, soccorsi dalle som
e mezzo appresso il capo del medesimo me del pio Sacerdote Cono Pisani, c nel
fiume. luogo novello si resero nell'ottobre del me
Glojoaa. Lat. Jojusa. Sic. Giujusa (V. D.) desimo anno. Due monasteri di donne sor
Terra sopra Palti della volgarmente Giojo- gono inoltre , altro col titolo di S. Anna,
sa di Guardia. Fabbricolla nel 13CG Vin altro di S. Giovan Ballista, sotto la regola
ciguerra Aragona, ma per la fellonia da di S. Benedetto, albergando le povere ver
Martino I di Bartolomeo figliuolo di lui, gini. E aperto uno spedale per g' infer
pass in possedimento del Vescovo di Palli mi mondici e pei pellegrini. Meritano at
che era il signore diretto del territorio, tenzione finalmente la chiesa del SS. Sal
sebbene dal tempo del Pirri dicesi essere vatore, e nel prossimo borgo quella di S.
ancora la lite in decisione. Gode di aria Leonardo, dove amministransi i sacramenti
temperala , e con giocondo aspetto della agli abitanti.
circostante contrada, guarda oriente e mez Si appartiene Giojosa alla comarca e alla
zogiorno ; sembra perci come una terra prefettura militare di Palli- Erano 2C0 le case
suburbana pei Vescovi di Palli, che vi han nel censo del 1530 e nel 1593 si contarono
no decentissime abitazioni. La chiesa par 13(7 anime; nella met del secolo seguente
rocchiale decorala della dignit di un Ar 2679 vite, ed in questo nostro secolo ino
ciprete , sostiene attualmente tredici cosi contaronsi sotto Vittorio Amedeo 798 case,
detli Beneficiali, sebbene il Pirri maggio 2907 abitanti, che ultimamente- 3182 ; sui
re ne rechi il numero, e va solto il titolo quali dice i suoi drilli il Vescovo di Palli
ed il patrocinio di S. Niccol Vescovo di anche nel temporale, costituendo i suoi mi
Mira, la di cui antichit, dice il medesimo nistri, ai quali oggi non si compete il pieno
Pirri , addimostra una certa chiesiuola imperio cio il drillo di armi ; sebbene
di S. Niccolo del Monte. Affermano aver attestino mollo chiaramente i regii diplomi
frequentato dal 1610 i padri dell'oratorio essere stato concesso questo drillo, d'impe
di S. Filippo Neri la chiesa della Madon rio e di potere, ai Vescovi Arnaldo Alber
na della Grazia , altrimenti dei Giardini , tino nel 1537 e Bartolomeo Sebastiano.
non mollo distante dal paese, per gli e- Occupano in copia il territorio di Giojosa
sercizii spirituali, dov' un simulacro di vigneti, oliveti, e mori: ma vi producono
marmo della Vergine, nota pei portenti, e tra gli altri alberi i fichi frulli dolcissimi,
con solenne pompa festeggiata : ma scri ed in tutta Sicilia nominati. Si fa menzio
ve il Mongilorc nelle addiz. a noi. 5 della ne tra gl'illustri uomini Francesco minore
Chiesa di Pat. ma questa congregazione Osservante, per dottrina ed erudizione in-
attualmente estinta dal Sinodo di Mat- signo, Secretano del suo Generale in Ro
ma, e Definitore di tutto l'Ordine, men
siderevole colf estero. Vien frequentata nella state tovato dal Tognoleto e dal Mongilorc. Pie
e nelf autunno dai cacciatori a rete per l' abbon tro del medesimo istituto, chiaro per la bel
danza dell' uccellagione. lezza dell'ingegno, per le cariche primarie
G G 509

sostenute nella provincia, c per le virt del nografia l'esimio Mirabella, non certamente
l'animo che mostr in copia nella lunga intera come egli medesimo avverte, impe
educazione dei novizii, e pi nei libri pub rocch a nessun fu dalo penetrarla in lutto,
blicati a loro istruzione, come i sovraccen e se ne vede qualche altra parte scoverta
nati scrittori ricordano (1). dopo l'opera di lui, ed altra manifesta un
Giordano. Lat. Giordanus. Sic. Pur- tempo chiusa attualmente. Prese il nome
tedda di Mari (V. M.) Monte solitario nel da una chiesetta sacra a S. Giovanni, dove
territorio di Palermo, altrimenti Bongior- si vedono varii avanzi degli antichi Ve
dano, e dall'Adria Portello di mare, e scovi della citt, che un tempo vi si asco
Specchio. Ne sta sotto la terra dell'Accia, sero, ma negli atli di S. Marciano Ve
e la sorgente del Bevuto che si unisce al scovo dicevasi anlri-pclopii, forse dall'ar
fiume di Bagberia. Succedono quinci i ter tefice , che come sospella il Gaclani , ap-
ritori! della Baghcria e di Solanto, piantati pellavasi Pelopc. Per le nicchie qu e l
a vigneti e ad albereti fruttiferi in delizia; nei fianchi disposte ed anche nel suolo
nei quali anche sono palazzi suburbani dei stesso incavale , occorrono non raramente
signori dei quali si disse. lucerne fittili, lacrimatoi e monete di ogni
Giorgio (s.) Lat. S. Georgius- Sic. S. metallo, n vi mancano iscrizioni in lettere
Giorgi (V. M.) Fonte del Gume Birgi o Aci- greche o Ialine espresse o collo siilo o
tio, sotto la citt di Salemi, mentovato dal col minio. Ritrovatisi ancora rotonde volte
Fazello. che finiscono acuminate, volgarmente dette
G lovannl (Grotte di s.) Lat. S. Joan- Conopei, nelle quali sono scavale i pi in
n8 Cryptae. Sic. Grulli di S. Ciuvanni signi sepolcri; ci erano un tempo in dati
(V. N.) Necropoli celeberrima ed antichis luoghi e ad intervalli spiragli donde entrasse
sima nella citt di Siracusa, e propriamente e l'aria e la luce , ora quasi turale dalla
in Acradina, che a guisa di citt sotterra terra e dalle pietre. Il sovrastante territo
nea scavata nel sasso ne scorre proten rio poi o tutto dall'aratro rimosso, o ser
dendosi per varii andirivieni che non ten ve ad altri usi dei coloni. Giovanni Andrea
terai senza scoria o facelle. Re diede l'ic- Massa enumerando queste grotte trai famo
si spettacoli dell'isola nostra si perch di
(1) Giojosa attualmente un comune in provin vise da ogni parte di transvcrsali ed innu
cia di Messina da cui dista 59 ra., distretto dio merevoli vie, si perch sembrano senza ter
cesi e circondario di Patti donde 9 m. Contava
nel 1798 una popolazione di 3508 abitanti, di 3632 mine, nega col Gaetani potere recarsi alcun
nel 1831 e di 4*35 nello scorcio del 1853. L'esten che di certo del loro uso, e riporta le pa
sione territoriale di sai. 880,863, delle quali di role del medesimo dall'Isagoge alla Sico-
vise per coltivazioni, 3,759 in giardini, 4,398 in la Storia cap. 28: e die diremo dunque,
orti semplici, 6,116 in canneti, 10,050 in gelseti essere siale queste grotte di Siracusa se
98,494 in seminatori! alberati, 199,888 in semi-
natorii empiici, 341,065 in pascoli, 78,039 in oli- polcri di gentili , o cemeterii dei cri
veti, 17,183 in vigneti alberati, 91,611 in vigneti stiani e dei martiri? Certamente gli argo
semplici, 8,548 in castagneti, 17,143 in boscate, menti entrambi i pareri confermano. Forse
3,570 in suoli di case campestri. Essendo sito il poi che rovesciala Siracusa dalla sua ma
paese in riva al mar Tirreno abbonda sommamente gnificenza , venula meno la frequenza
in pesci, e specialmente in tonni nella stale per
esservi una tonnara presso il capo Calava. Il mag di popolo, e passando i gentili alla fede
gior commercio di esportazione consiste in seta, di Cristo, come mancarono gli Etnici da
fichi secchi, pesce salato e cacio. L'aria della con queste spelonche.e sepolcri, per le criti
trada e non buona. che circostanze dei tempi, presero i Cri
510
G primo Duca, il qualeGne dedic la Chiesi

Minili a celarti i corpi dei martiri? Non


dimeno non oggigiorno dubbio alcuno a S. Francesco e la don del teschio di
che siano state in uso per gli Elnici e pei S- Aurea vergine, una delle compagne di
Cristiani, a seppellire o i morii naturalmen S. Orsola. Il primo censo di S. Giovanni
te di coloro, o i martiri di questi. Hannovi fu fallo nel 1593, come dai regii libri si
in alcune nicchie segnali di martirio, c co- ricava , imperocch non ne era al tempo
nosconsi da sacri indizii alcune destinale dell'Imperatore Carlo; secondo il Pirri nel
ai cadaveri di coloro che erano giganteg la mel del secolo xvi contava 200 case e
giati nella vita per la professione di Tede; 500 abitanti, e negli altri censi trovasi unito
la maggior parte e la principale di quelle con Camerata. Per beneficio di Filippo II.
accolse o le ceneri dopo la combustione Ercole Branciforti ne fu il primo Duca,
dei corpi o le spoglie degli Elnici, secondo che fu anche cavaliere di S. Giacomo del
le condizioni dei tempi; le vedrai quindi la Spada, ambasciadore presso l'Impera
di varia grandezza, imperocch allrc di due tore Rodolfo e di allrc cariche ornalo, dei
palmi, altre di quattro, le prime assegnate di cui successori si disse scrivendo di Ca
per seppellirvi gl'infanti ed i fanciulli , merata (1).
queste per quei di qualunque eia c sta
tura (1). (I) Dalla confluenza di alcuni rigagnoli che scen
Giovanni (.) Lat. S. Joanneg. Sic. S. dono dal monte di Camerata che sta a mezzogiorno,
Ciuvanni (V.M.) Novello paese decoralo del due miglia distante dal paese, formasi un torrente
titolo di Ducalo dal 1387, sorge sollo Ca di breve corso che addimandasi 7"ur'6u/o e sgorga
nel vicino fiume Platani e propriamente in quel luo
merata alla sinistra riva del fiume Turibulo go che appellano passo del Barbiere, che lambe la
che si scarica nel Platani , e dolcemente base della rupe e divide Camerata dalla terra di
scorre tra mezzogiorno e poncnlc , e vien S. Giovanni che sorge nell'opposta riva; un mal
diviso in rette vie. La chiesa maggiore costruito ponticello unisce i due margini, ma so
parrocchiale sacra a S. Giovanni sotto la verchiato nell'inverno dalle acque del torrente si
rende all'alto inutile al commercio tra gli abitanti
cura d'un Arciprcle, con allre selle minori dei due comuni. S. Giovanni ebbe origine nel 1(51
chiese filiali. Dice il Pirri che i Carmeli dal conte Federico Abalellis che fu il primo a ra
tani dal convento di S. Basilio di Came dunar gente ed a formare il caseggiato in quel
rata quivi trasporlaronsi pochi anni dopo suolo tulio pianeggiante, indi per privilegio dello
la fondazione del paese, ed i minori Cap 1 ni pera tor Carlo V fu riconosciuto tra le cosi delta
universit cio i comuni baronali di allora. Venato
puccini occuparono un amenissimo luogo poscia ad Ercole Branciforti tocc poi nelle suc
irriguo, sito nel campo intermedio ma pi cessioni e nei mutamenti la sorte medesima ebe
vicino a S. Giovanni , dcslinato a luogo Camerata, ed attualmente un comune in provin
di noviziato, il che tutto per opera di Ercole cia e diocesi di Girgenti da cui dista 28 miglia i
mezzo, distretto di Bivona da cui 12 miglia, cir
condario
glio, e 50didaCamerata
Palermo.donde
diviso
distante
uel mezzo
mezzo
da uni
mi
(1) La necropoli scavata in un tufo conchigliare
simile a quello di che sono costruite le mura di Si ampia via selciala di piccole pietre, e conia og
racusa. Le gallerie che mano roano s'incontrano gigiorno 15 Chiese inclusa la maggiore dedicata a
sono larghe or pi or meno da palmi 12 a 16 ed S. Giovanni Battista patrouo del paese, la di cui
alte da pai. 8 a 18. Ciche attualmente si osserva fa festivit occorrendo, si apre una fiera di bestiame
dedurre aversi molto ancora a scoprire. Vedasene e di altre merci ; la chiesa si ha una communi:
il magnifico disegno che comprende la tavola xil di preti che vi recitano la sacra ofllcialura insi
del quarto volume delle Antichit della Sicilia gniti di rocchetto e mozzetla nera con cappuccio;
esposte ed illustrate per Domenico Lo Faso-Pie- ma la sola dignit chiesiastica quella dell'Arci
trasanta Duca di Serradifalco. prete. Contava il paese uel 1798 una popolazione
511
G G

Giovanni (S.) degli Eremiti. Lat. S. Giovanni (S.) di Galermo.Ycdi fifa*


Joannes de Eremilis. Sic. S. Ciuvnnni di lermo.
li Rimili (V. M.) Convento Bcncdcllino nella Giovanni (grotta di S.). Lat. S. Jo-
citt di Palermo, sotto il regio palazzo, verso annis Crypla. Sic. Grulla di S. Ciuvanni
Scirocco, con antichissima Chiesa sacra dalla (V. IH.) Al Lilibeo, altrimenti pozzo della
fondazione ai SS. Giovanni ed Eremili; era Sibilla, sotto la chiesa di S. Giovanni Bat
uno dei gregoriani conventi fabbricali in tista, donde un tempo davansi gli oracoli
Sicilia da S. Giorgio. Dichiarato regio per ai pagani da una feminn, che credcvnsi ispi
la magnifica e ricca dote e la rislaura- rala dai Numi, ma nel vero delusa dal de
zione fatta da Ruggiero figlio del Conte nel monio. Dice Solino esser col il di lei se
1166, ebbesi abati proprii e fiduciarii dello polcro e l'appella la Cumana. Gaelani per
stesso ordine sino al 1527, in cui l'Impc- nell'Isagoge con pi di convenienza la dis
rator Carlo V, per accrescere la magnificenza se la Sicola. Apresi la discesa nella grotta
della Cattedrale di Palermo, ne concesse i merc gradini tagliali nel vivo sasso ;
beni a sci Canonici dal medesimo stabiliti, dessa di figura rotonda , a volta , e con
per cui formano riuniti un Abate ed occu uno spiraglio di circa tre palmi donde ri
pano il xviu posto nel Parlamento (1). ceve la luce ; presenta verso ponente una
apparenza di ara, ornala di varie pittu
di 3011, di 3123 nel 1831 , e finalmenlo rilevasi re rappresentanti mostri marini , e te-
di 3131 dalle ultime tavole statistiche del 1853. sellalo il pavimento a pesci di varie fami
Esteodesi il territorio in sai. 1988, delle quali (00 glie. Finalmente un pozzo o una fossa con
in seminerio, 8 in ortaggi, 48 in vigneti, 160 in tiene delle acque salmastre. Il Gaetani ne
olireti, 150 in mandorle, 26 in agrumi, altrettante
in giardini, 970 in rampanti, 160 in paludosi, 40 fa menzione al cap. 5.
in boschi cedui. L'agricoltura pu dirsi piuttosto Giovanni (S.) della punta. Lat. S.
10 buono stato, merc l' istancabilit dei terrazzani Joannes de Puncla. Sic. S. Ciuvanni di la
che nel maggior numero dannosi alla coltivazione Punta (V. D.) Terra al fianco australe del
dei campi. Il prodotto principale che si ricava l'Etna a 7 in. da Catania, di cui era mu
11 frumento, oltre una ricca produzione di man
dorle
ticoltura
e diedpistacchi.
il giardinaggio
Il vino vi
poco
prosperano
gustoso.inL'or-
uno nicipio, che sorge in un piano; e ammira
bile pel tempio parrocchiale sacro a S. Gio
stato certamente migliore che per l' innanzi, e si vanni Evangelista, pel palazzo baronale, per
gi introdotta da pochi anni la coltivazione de la sua ampia primaria via, e per l'amenissi-
gli agrumi, che incominciarono a formare una sor mo territorio che la circonda. Si appartiene
gente di commercio. Dalla pastorizia si hanno in
gran copia dei formaggi che si esportano nei paesi oggi ai Conti Massa Duchi di Aci-castello,
vicini, ma il suo stalo potrebbe migliorarsi colla i quali nel 1646 l' ottennero con altri ca
introduzione dei prati artificiali. Si ha cura delle sali, pagatone il prezzo, dai Consultori del
api, ma il numero degli alveari molto ristretto,
ed il miele e la cera rimangono ad uso degli abitanti. per attenzione un quadro di Tommaso de Vigi
Ci hanno nel territorio finalmente tre cave di sal lia. Il chiostro annesso formato di archi acuti,
gemma, appartenenti in propriet agli eredi del che poggiano sopra doppie colonne con capitelli
Principe di Paterno. bellissimi. Dicesi da alcuni essere stata conceduta
(I) L'esterno della Chiesa presenta quattro cu dal re Ruggiero ad alcuni eremili fatti venire in
pole di forma affatto orientale che ne adornano Sicilia da Monte Vergine di Puglia. Merc la non
la parte superiore. La pianta a croce latina e curanza di quei tempi, trovasi ormai abolita la
ad unica navata senza le laterali che si osservano Chiesa in deperimento deplorabile per le arti ,
costantemente nelle altre chiese siculo-normanne. ed abbandonato il pregevole chiostro alla ingiuria
Le pareti non sono incrostate di musaici , merita del tempo.
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Regio Erario. Si appartiene alla diocesi e love (Monte di). Lai. Jovit moni.
comarca di Catania. Conlava 267 case nel Sic. Munti di Giovi (V. D.) Montagna pres
1713 e 2060 abitanli, che nel 1760 erano so Tindari tra Milazzo e Patti , celebrala
1529 , ma nel secolo xvn erano stale 226 dal Fazcllo.
le case e 935 gli abitanti. Il patrono ne A
S. Giovanni Battista. Esistono molti dei suoi
po, col rispetto il pi grande ed il pi sentilo. For
borghi, ina un maggior numero rumarono, mare intanto un cenno biografico di un tanto no
e vi si osservano orme di antichi monumenti, mo polendo far tesoro di quello composto egre
principalmente nella contrada dei Dolii, vol giamente dall' esimio sig. D. Agatino Longo Pro
garmente Bottaccio, dove ci ha una fabbrica fessore di fisica sperimentale nell' Universit di Ca
dei Dolii costruita a cementi; e sepolcreti, tania sarebbe vana e superflua fatica, quindi re
chiamolo non ostando in nulla per la feconda con
c gli avanzi di edifcii mostrano di essere cisione ai limiti del lavoro noslro. Facciam per os
stata un tempo popolosa. Il territorio non servare porsi ivi a patria del Recupero Catania men
secondo ad altro per la sua fecondit vicn tre ebbesi i natali in S. Giovanni della Punta, alche
piantato a vigne dai Catanesi. Vive (1760) certamente pu addursi ragione, l'esser questa uni
Giuseppe Recupero Canonico di S. Maria terra dell' agro Catanese e come un sobborgo della
primaria citta.
dell'Elemosina chiesa collegiale di Catania, Il canonico Giuseppe Recupero dotato di un
personaggio eruditissimo, e che diede alla genio straordinario per le scienze naturali nacque
luce un lavoro sull'ultima eruzione del in Catania nel 1720 in un epoca vale a dire la pia
l'Etna, e sulle' acque che ne sgorgarono sfavorevole a' buoni slndj , ed alle ottime disci
pline. I funesti effetti del terremoto del 1693, che
dalla vetta; e quello sulla colonna gerogli distrusse Catania fin dalle fondamenta, la deca
fica di Catania e la dissertazione sui legit denza in cui erano le scienze e le lettere in tolto
timi Ialini alti di S. Agata andran fra breve il regno, e i cattivi melodi d' istruzione allora in
sotto i torchi (1). valsi erano altrettanti cagioni, che impedivano lo
sviluppo dei talenti , e perpetuavano l'ignoranza.
(t) II cornano di S. Giovanni la Punta compren I dotti di quel tempo imbevuti de' pregiudizj ebe
dasi attualmente in provincia distretto e diocesi aveano eredilato dai loro antecessori vi mantene
di Catania da cui dista 5 m., circondario di Ma- vano quel sistema d' insegnamento, ch'era proprio
scalucia donde 3 in. , e 178 da Palermo. Contava a soffocare qualunque scintilla di genio, ed accre
850 abitanti nel 1798. poi 1615 nel 1831 col sotto ditavano quelle dottrine, che lungi di rischiarar
comune aggregato Trappeto, e fi linimento 1907 nello l'intelletto vieppi l' offuscavano. Il noslro Recu
scorcio del 1852. Comprendesi il piccolo territorio pero pass la giovent con siffatti maestri, vide
in salme 527,573. delle quali dividendo in culture, sin d'allora il vuoto delle cognizioni dei suoi tempi
3,480 in orti semplici, 75,843 in seminatorii al ed ardentemente aspirava dietro a pi solide e pia
berati, 135,531 in seminatorii semplici, 57.587 in positive conoscenze. Mise tuttavia a profitto le ap
pascoli, 141,981 in vigneti semplici, 14,386 in fi plicazioni della sua giovanezza, cogliendo qnanto
cheti d'India, 77,572 in alberi misti, 17,198 in di pi istruttivo ed ameno aveano la letteratura
terreni improduttivi. 0,857 in suoli di case, 0.138 profana ed ecclesiastica, e versandosi con fervore
in camposanto. Il suo maggior commercio di espor nell'antiquaria, nella numismatica, e nella diplo
tazione consiste in vino. L'aria sana. matica, come ne fanno ampia prova un trattato
Il nome di Giuseppe Recupero ebe suona glo d'istituzioni canoniche scritto con purit ed ele
rioso negli annali scientifici non solo della Sicilia, ganza in latino , la vita di S. Agata, che merit
ma d'Italia intera e d'Europa, del Filosofo del l'approvazione del dotto abate Amico, e l'esame
l' Etna come si piacque appellarlo il Diblasi nella del pregiato noslro obelisco e dei suoi geroglifici
St. Civ. del Kegno di Sic. tona. 1 pag. 74, di quel- monumento prezioso, che attesta l'intima relazione
l' illustre che die' la spinta agli sludii delle scienze che ebbe Catania col sapiente Egitto. Queste opere
naturali e del pi magnifico e maraviglioso oggetto restano tuttora inedite presso il suo nipote pre
della nostra Isola, merita venir salutato nel Les vosto Agatino Recupero. Era il nostro autore uni
sico di V. Amico che gli fu compagno nel suo lem- camente intento agli studi ecclesiastici , a cui lo
513
G G

Urgenti. Lat. Agrigenlum. Sic. Gir- Greci AKPArAS e mentovata da moltissi


genli (V. M.) La pi nobile citt un tem mi scrittori si poeti che storici. Scrivene
po dopo Siracusa in tutta l' Isola, delta dai della origine Tucidide nel lib. 6 : Antife-

impegnava il no (tato, quando l'eruzione mista perfezione, e di corredarla di tutte le cognizioni


di acqua e di fuoco avvenuta in marzo del 1755 chimiche e mineralogiche, ebe sono state poscia
avendo interessato le vicine popolazioni ed il go il frullo dei nuovi metodi e dei nuovi processi
verno, risvegli l'attivit del suo genio, e deter analitici. Tuttavia spicca in quest'opera pubblicala
min la sua vocazione alle scienze naturali. Ecci in Catania nel 1815 in 3 voi. in 4 da suo nipote
tato dal connato abate Amico a stendere in lui il prevosto Agatino Recupero, e dallo stesso arric
vece la relazione di quel portentoso fenomeno, egli chita di copiose annotazioni e sopprimenti , ove
malgrado gl'incomodi di sua salute, porlossi pi si trovano tutte quelle notizie posteriori all'epoca
volte in quell'anno sulle pi elevate regioui del della morie dell'autore, e le nuove cognizioni di
monte per osservare le traccio, che lasciato avca chimica e di mineralogia; spicea io dico, una va
quella immensa piena di acque, che sgorgando con sta erudizione, una giudiziosa critica, uua solida
incredibile celerit e violenza dal cratere in mozzo dottrina, una superiorit d'ingegno, ed un'esat
ad altissime colonne di denso fumo, e fra spessi tezza di raziocinio, che lo rendono distinto fra i
baleni , avea lungo il dorso orientale della mon naturalisti e i fisici del tempo suo. Se poi si ri
tagna percorso in mezz'ora uno spazio di 20 m. flette che egli visse in tempi ed in luoghi, dove
in circa, depositando sull'aspra superficie delle lave s'ignoravano le scienze naturali, e si aveano po
solcale da profonde spaccature e da enormi cavita chi mezzi per osservare e per esperimentare, la
una immensa copia di arena, che form un alveo nostra ammirazione dee crescere in proporzione,
largo almeno due mila passi italiani, ed alto otto e maggior tributo di lode prestar dobbiamo alla
passi. Dopo aver considerato allentamento le varie sua memoria.. La sua opera divisa in S parti.
diramazioni di quel prodigioso torrente, e dei fuo Nella prima si descrivono con molta precisione il
chi, che corsero contemporaneamente allo stosso, sito, la grandezza, l'altezza, le regioni diverse del
dopo aver profondamente meditato sulle cause pro monte, le contrade che comprendonsi ne' suoi am-
babili di quell'ammirabile fenomeno , pubblic il pj confini , il cratere infine, e tutto ci che di
resultato delle sue ricerche e delle sue riflessioni ragguardevole la natura offre all'osservatore nella
nel Discorso storico sopra il vomito delle Acque vasta estensione della montagna. La seconda parie
e fuochi di Mongibtllo. Questa sua prima produ abbraccia la storia dell'eruzioni, tanto di quelle
zione incontr molto bene presso i letterali, a le avvenute in tempi ignoti, quanto di quelle acca
gno che se ne fecero delle traduzioni in diverse dute nei tempi storici, e di cui esistono le memo
lingue, quantunque l'autore fosse solito chiamarla rie. L'eruzione del 1766 ne chiude la serie, che
(rutto acerbo e delitto della sua giovent. Da que- slata dal continuatore portata sino all'ultima,
sl' epoca il canonico Recupero divenne l'amico e che successe in ottobre del 1811. La terza parte
1 interpetre di tutti i letterati e curiosi che si finalmente contiene il sistema fisico dell'Etna. Si
portavano a visitare l'Etna, i quali non restavano rapportano le osservazioni ed esperienze fatte dal
meno compiaciuti delle belle prospettive e delle l'autore sopra il fuoco e materiali di Mongibello
singolari produzioni di quel vulcano, che della e si espone la via che segue la natura nella pro
perizia e della erudita conversazione del natura duzione dei fenomeni vulcanici , e la semplicit
lista Catanese. Da quel tempo in poi egli si ac dei mezzi, che adopera nelle sue stupende ed in
cinse alla composizione di un'opera vasta e diffi comprensibili operazioni. qui che Recupero mo-
cile, che aver dovea per oggatto la Storia naturale strossi superiore al secolo in cui scrisse. 1 pi dotti
e generale dell'Etna. Il progetto stesso d'intra viaggiatori di Europa hanno nelle loro relazioni
prendere una si interessante ed ardua fatica an reso conto dell'alia stima, in cui tenevano un si
nunzia l'ardore nude il Recupero era animato per dotto naturalista. 11 barone di Riedesel, il signor
l'avanzamento della scienza naturale dei vulcani, Brvdone {Yoyages en Siale et Malte tom. 1 pa
la copia dei suoi lumi, ed il suo irresistibile en gina 35 e 1S7.) ed il conte di Bordi {Lettres sul
tusiasmo per le solide ed utili conoscenze. Port farne
la Sicile
l'elogio.
tom. iBuffon
pag. lo471)citanonin trascurarono
pi luoghi del
di
a fine questa fatica, quantunque la morto che lo
sorprese li 4 agosto 1778 nell' et immatura di 58 supplimento alla Teoria della Terra (Supplimento
anni non gli avesse permesso di condurla alla sua alla teoria della terra tom. 4.) e per tacere di
65
514
G G

ino da Iodi ed Enlimo da Creta addu- ma selce, or per la natura del luogo
cendo colonie fabbricarono in comune o- dall'arte e dall'industria a scondescimen-
j)cra Gela anni dopo la fondazione di li. cinta inoltre da fiumi: scorre al lato
Siracusa : dopo 108 anni dallo stabili australe quel del medesimo nome, bagna
mento della loro citt, costruirono i Ge- la parte opposta ad occidente e libeccio
lensi la citt di Agragantc denominando quel che dicesi Ipso. Donde la citt mira
la dal fiume. Conobbe Gela sua origine oriente, sovrasta una rocca, che circon
nell'anno 3 della xxn olimpiade, 690 anni data dalla parte esteriore da una fora
avanti G- C, quinci Cluverio dice fondala tine alta ed inaccessibile. Ammette poi
Agrigento nella xlix olimpiade , 584 anni dentro i muri da un solo ingresso chi vien
avanti G. C, ma Dodvcl nell'anno primo dalla citt. Osservasi nel sommo vertice
della l olimpiade. All'erma Eliano eziandio il
sebbene
birio
tempio
, non
diquel
siasi
Minerva,
diintrodotto
Giove
quelOlimpio
diil Giove
cullo,
, dove
Ala-
per
aver preso il nome dal nume, Istor. lib. 2,
c. 33, e diccla Pindaro nell'ode 2a delle
Olimpiadi , citt abitacolo del fiume, per la grandezza tuttavia e l' ampiezza dello
aversi il medesimo nome che il fiume Agra incomincialo lavoro, non la cede ad al
gantc. Polibio per da Fazcllo ne deduce cun greco monumento.
l'etimologia dalla fertilit del terreno. Di Ma la descrizione del medesimo tempio
cono poi autori della colonia Gelense Ari- ricavasi dal lib. 13 di Diodoro : Fu d'im
stone e Pistilo. Polibio descrive la citt nel pedimento la guerra al tempio di Gioie
lib. 9 : Agrigento per la fermezza delle Olimpio, essendo gi vicino alla costru
fortificazioni, per la bellezza, la magni zione del letto; e da quel tempo poi, deva
ficenza dei monumenti e l' annona sorpas stata la citt, non mai valsero gU Agri
sa molle altre citt. Imperocch essendo gentini a compir V edifizio , die sten-
fabbricata a 18 stadi dal mare, sommi desi 360 piedi in lunghezza e 60 in lar
nistra in abbondanza tutto ci che suole ghezza e 30 piedi sollevasi eccettuatene
dal mare apprestarsi. iYc poi il cir tuttavia le fondamenta: questo il pi
cuito s naturalmente che per arte egre grande che si ha nell'isola , e merita
giamente munito, edificalo il muro nel anche venir cogli altri a comparazione
vertice di una rupe di nuda e durissi- per la grandezza delle soslruzioni. Viene
quinci lo storico a descriverne le singole
molti altri il cav. Hamilton ( Mylord Hamilton parli, sorgerne cio le colonne insieme alle
Leu. 4) versalissimo nel sapere vulcanico, lo ri pareli di forma rotonda di fuori e nell'in
conosce per uomo di spirito, e per l'unico in Ca
tania che conosceva bene l'Etna. Fu promosso da terno quadrata, il circuito delle quali ebbeM
monsignor Veutimiglia al canonicato della catte 20 piedi dalla parte esterna con tanta am
drale di Catania. Fu secretarlo dell'accademia dei piezza di sconciature da polervisi adattar
pastori Etnei, socio dei colombarj di Firenze, e comodamente il corpo umano, e l'interno
membro dell' accademia degli antiquarj di Londra. poi 12 piedi. Soggiunge essere ammirabili
Era stato destinato dalla benignit del Sovrano alla
cattedra di storia naturale dell'universit di Ca i portici per l'ampiezza, nella parte orien
tania, ma la morte che immaturamente lo colse tale dei quali vedovasi scolpita la guerra
lo imped di sostenerla, e priv la studiosa gio dei giganti opera eccellente per grandezza
vent del non ordinario prolilto, che da un uo ed eleganza, e da occidente l'espugnazione
mo cosi profondo nelle tsiche conoscenze dovea di Troja con gli croi vestili degli abili con-
compromettersi .
Agatino Longo Prof, di Fis. Sper. facenti: avanzano ancora i ruderi di que
neW Vnivenil di Catania. sto magnifico edifizio appellato dalla genie
G G 515

Palazzo dei Giganti, e di cui si ha una topo quel forte fatto dalla natura e dall'arte, di
grafica tavola nella chiarissima opera delle cui parla Polibio, e tutta perci in sito
cote antichit delineata da Giuseppe declive. E in un' altura il tempio principale
Pancrazio , chierico regolare , dove anche decorato di cattedra vescovile, sacro dall'an
abbraccia l'accuratissimo scrittore gli altri no 1301 a S. Gerlando primo Vescovo della
monumenti dell'antica Agrigento, cio il citt dopo scacciali i Saraceni ed avuto
tempio di Cerere c di Proserpina mento dai cittadini a singoiar patrono; unito a
vato da Fazcllo, ed oggi dedicato in catto questo l'ampio e decentissimo palazzo
lici riti sotto il nome di S. Biagio; quel di vescovile, ne lungi di l sorge nel luogo
Giove Polieo nella rocca, memoralo da Po- il pi elevato verso Oriente una fortezza mu-
lieno nei Stialagem., quel di Giunone Luci nilissima un tempo, e fatta costruire, come
na dove testimonio Plinio era un esimio qua si dice, da Gualtieri successore di Gerlando,
dro di Zcusi; quel di Giove Atabirio e di contro le irruzioni dei Saraceni. Lo stesso
Minerva dei quali fa menzione Polibio co tempio maggiore fu costruito di pietre qua
me vedemmo; quel di Ercole in cui come dre per comando di quel santo Vescovo,
si ha da Tullio era un simulacro in bronzo e compitosi dopo sei anni volle dedicarlo
del nume ; quel della Concordia e della alla Deipara Vergine ed a S. Giacomo Apo
Pudicizia dal medesimo Fazello mentovali; stolo; consacralo poi nel 1305 Bertoldo di
quel di Esculapio, donde Yerre rap la bel Labro ; ristauralolo a grandi spese il Ve
lissima statua di Apolline ; quel di Vulca scovo Francesco Gisulfo ridussclo in forma
no da cui il poggio vulcanio, celebre appo migliore; e l'altro finalmente Francesco Bhini
Solino; quel di Castore e Polluce, da Pin l'orn di elegantissimo prospetto rivolto ad
daro; la piscina profonda 20 cubiti, am occidente. Vi un collegio che costa di 20
pia un miglio in lungo ed in largo de canonici, 30 beneficiati, e 26 mansionarii;
scritta da Diodoro ; gli acquidolli Feacii , ma spiccano Irai primi, il Decano, il d'an
cosi appellali da Feacc soprintendente de tro, l' Arcidiacono, ed il Tesoriere; go
gli artefici ; il magnifico teatro celebrato dono lutti di pingui prebende, e riscuotono
da Giulio Frontino; e finalmente il se le rendile dalle decime della diocesi. La
polcro di Terone ; dalle quali e da altre antica casa dei Chiaramonte celebrata dal
cose ricavasi esser vero ci che attesta Fazello, di cui dice presentar l'aspetto di
Cluverio : Ritrovatisi oggi qui ingenti e piccola citt, ne sta a pochi passi; vi co
moltissimi avanzi di antichi tempi, mas stitu primieramente nel 1575 Cesare Ma-
simamente da quella parte dell'attuai di rullo il seminario dei chierici, che poi am
ta rivolta a Scirocco .... e confesso per pli nel 1607 Vincenzo Bonincontri Ve
ci,
per nessune
l'isola daaltre
compararsi
antichit aver
a queste.
ritrovalo
Di scovo anche egli, ed a gara procurarono
i successori di lui di accrescerlo, talch ere-
ciamo a suo luogo di Cantico antica for desi comunemente il primo tra gli altri di
tezza di Agrigento, e dei fiumi che si ap tutta l'isola. Segue la casa Pretoria suffi
partengono alla medesima citt mentovali cientemente elegante, presso la piazza; bene
da Polibio. Dimostrer frattanto quale siasi ornate sono le altre case dei nobili, ma
il presente aspetto della citt. ritengono quasi tutte vestigia di antico tem
Occupa la novella Girgenti quella parie po. Distinguonsi Ira le chiese , le parroc
suprema del colle dove stava l'antica rocca chie di S. Michele e di S. Pietro, che si
della in Gamico, rivolta ad occidente e mezzo hanno curati proprii, e la terza di S. Croce
giorno ed al mare vicino; comprende quinci nel sobborgo, sotto il drillo della chiesa
516
CI GI

cattedrale, nella quale poi il maestro cap scovo


logia
fredi
maso nel
di
istituito
Francesco
Chiaramonlc
collegio
presso
Raymirez.
dei ilassegn
SS.
seminario
Agostino
Nel il1308
soo
dal
e T&
la
pi
h
pellano uno dei canonici secondarli alter
nativamente, e per un anno sostiene la ca
rica: enumeratisi inoltre 7 minori o filiali
ehicse, con delle congreghe di laici, in palazzo con congruenti rendile ai miei
tutte le quali non manca decenza. stro
Conventuali
, sotto la
allepiazza
mura della
minore,
citt,
cosimi
verseit
g
Alberga Girgcnti molte monastiche fami
glie, si ai di fuori che dentro le mura. Fu chiesa con campanile, nella quale tefci
rono accolti i benedettini ad un miglio in ancora lo stemma della famiglia, e dm
S. Maria di Bonamurone, che poi nel 1228 ordinarono
la loro sepoltura
i primarii
; a signori
pochi indi ogni
Sicilia
teap.
per l'autorit del Vescovo Ugone ed il de
creto dell' Imperator Federico, sen vennero cede il convento per la costruzione. As
al di dentro sotto Teodosio Abate, alle case cile i minori Osservanti occuparono fc
del Saraceno. Fu addotta un'altra colonia il titolo di S. Piccola 1' antico paiamo I
di Cistcrciensi nell'antico palazzo di Falari- Falaride abbandonato dai Cistercensi, rke
de per donazione del medesimo Vescovo dista un miglio e presenta di grandi nriae.
nel 1219, agendo Peregrino Priore di S. Ma Il fondatore Malico da Girgenli, chiarissi
ria di Adriano. Occuparono poscia entram mo per piel, che stabili un Icno conimi
bi i luoghi i Cappuccini e gli Osservanti, in Sicilia sotto gli auspici! del Re Alto.
come dir. Abitarono i Canonici regolari di ne fond poi un ir sotto il titolo del Mari.
rato
S. Giorgio
a 5 m.didall'attuale
Alga il tempio
citt ,diche
Monfer
era un S. Vito nel colle a mezzo m. verso oriente,
i quali secondo Bonaventura Sciascia fan
tempo il delubro di Vulcano nel colle vul- no concessi ai riformati del medesimo or
canio, degnissimo dell'ammirazione di tulli, dini- nel 1380. Il ter/." ordine di S. Fran
non lungi dalla sorgente dove galleggia del cesco merc le cure del monaco Girolamo
l'olio. L'abbandonarono quelli verso il 1626, Rizzo fiss la sua sede nel 1523 nella chie
ma si accrebbe a pubbliche spese la Chiesa sa di S. M. della Consolazione, oggi di S.
in ossequio di A. Donna, e della Vergine Anna alla piazza. Cedette un tempo ai Cap
S. Rosalia, e venerasi oggigiorno con som digii,
dipinta
puccini
murone,di in
l'antica
cui
dov'
una
celebrasi
una
parete,
Chiesa
imaginc
la
displendida
festa
S.diMaria
nostra
che per
dioccorre
Domi
Bona-
pr-
ma frequenza una statua di marmo di quel
la bellamente scolpila. Diccsi dato il pri
mo luogo in Sicilia agli cremili del Carmelo
trasferitisi dall'Asia sotto la scorta di S. agli 8 di settembre con solenne pomp* f
Angelo, in Girgcnti e propriamente in Ra- in
conaltra
fiera
pi
; opportuna
ma dal 1697
contrada
trasferitisi
sotto ili mon
Frali
batello ossia piccolo sobborgo , di nuove
fabbriche poi decorato dalla famiglia Chia- te Ateneo verso scirocco, istituita chiesa no
ramonte. Fabbricarono nel medesimo sob vella consacrata da Francesco Rayinirei,
borgo Federico Chiaramonlc , ed i fratelli un nuovo convento, vi trasportarono 1 "Bu
di lui nel 1315 un convento ai monaci di gine della Vergine. Gi i minimi Paolo"'
S. Domenico , che spicca oggi dentro le occuparono in Rahatcllo nel 1330 l'ospe
mura
per gliverso
edifzii
la piazza
ma permaggiore
la regolare
, nonosser
6olo dale di S. Croce , e magnifico resero il
convcnlo e piamente dal popolo frequentai'
vanza e la esimia dottrina dei monaci ; secondo ne fa memoria il Pirri. Gli M<mb
imperocch incombe la cura a due di di S. Agostino promossi dalla nobile fami
loro di leggere canonica e morale teo- glia Setnjola, si ebbero nel 158* prts*1
517
G Gi

la chiesa di S. Sebastiano dentro le mura di monache di S. Stefano , che stette ad


verso austro, appresso la porta marittima, un miglio dalla cill, e giusta la fama e
un decente convento. Il Vescovo Antonio le vestigia dove sorge oggigiorno l' antica
Lombardo rec varii bcnGficii ai Merceda- Chiesa di S. Marco. Comprende il gineceo
rii accolli nel medesimo anno nella Chiesa di S. Anna le donne converse , fondato
di S. Maria della Misericordia celeberrima per ordine del medesimo Vescovo Bonin
da gran tempo per prodigii e per la vene conlro verso occidente, cui attaccalo un
razione dei fedeli. Fa menzione il Pirri dei ritiro di vergini donzelle. Apresi amplissimo
medesimi Riformali costituiti dal Vescovo ospedale pei poveri infermi; altro conclave
Vincenzo Boninconlro nell'anno 1620 nella in azione verso Austro appresso la piazza sot
chiesa di S. Giacomo parrocchiale un tem to il nome di S. Giovanni di Dio per le ra
po fuori le mura: ma oggi dei due rimane gazze, non che un collegio di Maria pel
questo secondo nella medesima chiesa di medesimo bel sesso reca il titolo di S. Ro
S. Giacomo verso occidente. L'oratorio fi salia. E stabilito finalmente in S. Cecilia
nalmente di S. Filippo Neri cretto nel 1656 un Monte di piet sufficientemente ricco, ad
per opera di Antonio Antinoro pio Sacer estirpare gl'illeciti negozii, sotto la cura dei
dote , nell'antichissima ma piccola Chiesa Vescovi. I militari cavalieri Teutonici col
di S. Giuseppe, ridotta in forma pi am loro Gran Maestro occuparono da. gran tempo
pia, oggi splendidamente presentasi non la Chiesa di S. Maria Maddalena, che Gio
lungi dal foro. vanni di Chiaramonte soggett accresciuta
Dei monasteri di monache insigne il so di beni alla Magione di Palermo nel 1334;
prannominato Grande, d'istituto Cistercen ma fu addetta nel secolo seguente per do
se, nella Chiesa di S. Spirito, ascritto ai Chia nazione di Bernardo di Caprera al messinese
ramente dal Fazello e dal Pirri, ma detto Priorato dell' Ordine Gerosolimitano. oggi
a buon drillo dall'Inveges opera di Mar- la commenda di S. Giovanni Ballista alla
chisia Prcfoglio madre di Manfredi Conte porta del Ponte, nella quale celebrasi una
di Modica, come si ha dalla carta della fon solenne festa a S. Maria Maddalena.
dazione del 1299; eran soggette le mona Dura sin' ora la maggiore e principale
che nel principio all'Abate del Cenobio parte delle mura e delle torri che sorgono
di Casa di mare , or ne spella la cura al per intervalli; in una altura il regio an
Vescovo; ne adornano gli egregii edificii so tico castello dove sono solamente ergastoli
vra la porta del Ponte la orientale contra pei facimale. Ilannovi selle porle; tre da
da. Altro clic dicono piccolo porta il titolo settentrione, dei Cavalieri, Bibcrria, e di
di S. Maria dcll'Ajulo fabbricato, secondo at S. Maria degli Angeli, 4 dal Ponte verso
testa il Pirri, dal 15... e sotto la regola di S. Oriente; verso Austro Panellicra; la Marit
Chiara; ne elegante la chiesa, magnifico il tima verso Libeccio, la di Mazzara o del Ba
monastero in mezzo alla citt. Comprandosi gno, verso Maestro. Sollevasi magnifico ponte
sotto il medesimo ordine dei Minori l'ul di un arco sopra l'Agraganlc o il fiume
timo detto oggi di S. Vincenzo, costituito dal Drago. E attualmente alle mura popolas
1586 da Diego Huedo Vescovo nella chie simo ed ampio sobborgo verso Occidente.
sa di S. Maria della Raccomandata, e tra Si costru ai nostri giorni alla spiaggia del
sferito in luogo pi adallo sotto il re mare la mole del porto, somministrandone
gio forte nel secolo seguente da Bonincon le ingenti somme il Vescovo Lorenzo Gioc-
lro. Non tralascio mettersi in chiaro dalle ni, ed ivi ancora un celebre caricalojo
lettere di S. Gregorio Papa, del monastero di frumento. Di tali pubblici monumenti
518

G GI

ornala la citt si ha a buon drillo nei sicoli nici Slrabone nel lib.6. Soprabbondando pef
rcgii libri il titolo di Magnifica. Nostra per di beni il loro territorio, come dice Diodo
istcmma in uno scudo dei giganti che sosten ro, e mancando l'opposta AfTrica di molle
gono colle spalle una fortezza, ed capo produzioni non ancora introdottevi nei ter
di comarca. Il prefetto della indigena mi reni, esportavano in vendita in Cartagine
lizia in Girgenli aveva sotto le bandiere abbondantissimi generi, ed i coltivatori del
702 fanti 146 cavalli , raccolti dalle terre l' Agrigentino lucravano in cambio ricchezze
circostanti. Il capitano delle armi delegalo immense. Avvenne perci che allcttata una
dal Ile sostiene le parli supreme si nelle moltitudine del vicinato, cambiate le sedi, ivi
cittadine che nelle guerresche cose. Costa come a granajo comune traesse , e per (anla
il Magistrato di 4 Decurioni, di un Sinda affluenza talmente si accrebbe la popola
co, non che di un Capitano il quale si ha zione , che in un ambito di 10 m. conte
dei compagni periti nel dritto, i quali non neva la citt, secondo Diodoro, ben 200000
giudicano dei capitali delitti : profferiscono anime; (erra il Fazello dicendola abitata da
quelli il v volo nel pubblico Parlamento. Co 800000 dal Laerzio che ne porta il numero
stava la citt nel secolo xvi di 2450 case, e di 80000) circondata di borghi e di munici
di 11792 abitanti, nel seguente di 2398 case, pi i. di famoso caricatojo fornita alla spiag
e di 9123 abitanti; ma dal Pirri di 2262 fuo gia, merit il nome di Grande da Empe
chi , ed 8882 individui; contava nel 1713 docle, di Vasta da Plinio, opulentissima di
case 2844 ed 11372 abitanti, che ultima tulle quasi le greche citt da Diodoro. Cadde
mente 15070. Occupa il Vescovo il vi posto in progresso Agrigento sotto la tirannide
nel Parlamento e va soggetto alla Cattedra di Falaride, il di cui nome noto per la
Arcivescovile di Palermo. Possiede ampia crudelt, e stelle in dura servit per ben
giurisdizione eziandio in Girgenti , pre 28 anni. Fu nondimeno da lui di mura ri-
siede al sacro in altre sei regie citt, ed cinla e resa pi celebre per varie spedi
oggi si ha circa 50 terre che al tempo del zioni che si ebbero felice successo ; costa
Fazello erano 25 delle maggiori. Computasi finalmente essere stala nobilitata della pre
l'attuale Vescovo Andrea Lucchesi da Mes senza di Slcsicoro e di Pitagora che a se
sina a pochi secondo per nobilt, dottrina, chiam una volta. Ucciso Falaride, reca
e gravit di costumi, xlvi da S. Libertino Eraclide a tiranni di Agrigento Alcamene ed
Vescovo nei primi secoli della Chiesa, ma Alcandro , n dissento Dodvcl , caduti i
xxxv da S. Gerlando dopo scacciati i Sa quali non lungo tempo dopo prese la signo
raceni. ria della patria Terone otlimo al certo ed
Indicalo il sito si della novella che del illustre per molte vittorie sui Cartaginesi
l' antica Girgenli, piace qui gustar di volo riportate, cui succedette il figliuolo Trasi
delle varie sue fortune. Affermano gli an deo, insensato e crudele, scacciato non molto
tichi scrittori aversi avuto Girgenti lievi dopo dai cittadini, da quando loro rifulse
primordii, ed facil cosa potersi ci de finalmente la desiderata libert ; imperoc
rivare, che Gela donde partissi la colonia, ch composta pace coi Siracusani, reitera
appena avevala preceduta di un secolo, e rono gli Agrigentini lo stato della Repub
deve perci opinarsi aver potuto spedire di blica, e procurarono d'allora di provvedere
poca gente. La vollero i fondatori, se pre alle citt compagne. Non lunga fu poi la
star dobbiamo fede a Tucidide, sotto le do guerra trai medesimi popoli nel terzo anno
riche leggi, attcsta quinci Luciano essere della lxxxiii Olimpiade, e che cedette in
stati dorici gli Agrigentini ; diceli poi Jo- male ai nostri- Disse erroneamente Frontino
519
G GI
i Slrnlngem. aver favorito gli Ateniesi; fu- fini sino alla morte di Agatocle; dopoch
no loro per confederate alcune citt di sorgendo molli tiranni per la Sicilia, Fin-
cilia, ma non si conta Agrigento tra quelle, lia si rese soggetta Agrigento, combatt con
bbene abbiano negato ostinatamente gli Iceta
Gela, siracusano
costitu in sotto
una citt
Iblanovella
Erca, devastala
da se ap
i.ingentilii
Travagliata
gli ajuti
la citt
dai Siracusani
di lungo assedio
richie-
pellala i trasferiti cittadini, chiam in ajuto
li Cartaginesi, e finalmente espugnata e i Cartaginesi. Distolto Finlia, chiamalo Pirro
tastata fieramente, talch nessun oggetto Re dell'Epiro a Principe dagli altri di Sici
rasentassero d'intero i tempii stessi dei lia, in prima gli ubbid, ma e questo anche
imi, per opera di Timoleonte ristorata ri- andatone via, cedette Agrigento nelle parti
isse , e dedotte colonie dall' Acaja , e ri di Gerone, e conlese confederala a lui con
camali nella patria i cittadini dispersi, tro i Campani abitanti di Messina, ed am
mie ne attesta Plutarco. All'ernia nondi- mise finalmente dentro le mura i Cartagi
icno con molta evidenza Diodoro nel lib. nesi. Indi nella prima guerra Punica, aven
in essere stalo concesso ai cittadini di Agrig
do i Cartaginesi opposto la munita citt co
ento di ritornare ai patrii lari prima gi me la primaria fortezza per provvigione e
lei tempi dionisiani. Timolcone perci de per truppe contro i Romani, dall' esercito
lolla una colonia, rifatte le mura, stabiliti consolare stretta da durissimo assedio, ce
lei loro domicilii gli altri abitanti ancor dette finalmente ai vincitori, e fu loro
lispersi, pu dirsi il ristoratore di Agrigento. data in preda. Nella seconda guerra ,
Con s celere e felice incremento novel dopo il naufragio della flotta romana al
lamente Ira pochi anni si compose e tal- Pachino , viene novellamente invasa dai
nenie, da avere cozzato nella exiv Olim Cartaginesi , e rotte le mura devastata ,
piade, gagliardamente
grandi polenti di allora,coi
coi Siracusani
quali non dubit
1 pi esposta quindi alle rapine dei Galli che
militavano sotto gli slipendii di coloro; ricu
parimenti di combattere sotto il tiranno Aga- perala finalmente dal Console Levino, viene
toclc; poich vessando costui non che i suoi abbandonata sconvolta e deserta. Pretore
ma i finitimi popoli, chiamando in lega gli della Sicilia Tito Manlio non mollo dopo,
agrigentini e Messeni e Geloi ed Acro- per un decreto del Senato , raccolta una
calo da Sparla che presiedesse alle trup colonia da molle terre vicine, e spinti gli
pe, intrapresero valorosamente la guerra; antichi cittadini al ritorno, prese quivi pro
reconciliati per gli animi per la interposi priamente a ripopolarsi, dove fu l'antica
zione del cartaginese Amilcare si compose fortezza appellala in Camico. Verso quel
una pace , ma combattendo Agaloclc nel tempo, acci non si angustiassero dai nuovi
l'Affrica contro i Cartaginesi, trovala i no coloni gli antichi cittadini, sanc per legge
stri opportuna occasione di collcgarsi i po Scipione nella terza guerra Punica, di non
poli dell'isola e di regolare a loro arbi esser quelli non pi che questi ultimi, co
trio le coso di Sicilia, raccolto un esercito me attesta Cicerone nella 4 Verr. Attestano
comandalo da Genodoto, trassero a so Gela, del resto antiche lapidi, aver poi mandato
Camerina, Eraclea, Echctla ed altre citt, gli Agrigentini ambasciadori ai Romani, ed
saccheggiarono i tcrrilorii dei nemici. Ma essersi serviti di sacerdoti proprii.
non dur certamente a lungo una tale pro IVei tempi cristiani merit Girgenti come
sperila, non una volta superali da Letlina una delle primarie citt dell'isola venir co
comandante supremo della milizia siracu stituita sede vescovile e commessa a S.
sana, si acquetarono contcnli dei loro coa- Libertino, venirne consccrata del glorioso
520

G GI

suo sangue sparso per la fede di Cristo; fiche opere , e vi dur sino ai tempi del
menzione di lui appo gli adi di S. Fe Re Martino. Fa menzione il Fazello dette
lice Vescovo in Affrica , il quale diecsi solenni nozze celebrate con pompa gran
accollo in Girgenli , navigando per Ro dissima e concorso di signori, tra il Conte
ma. Ebbesi poi di altri pastori cospicui Enrico Rosso e la figliuola di Federico
per santit, mentovali dal Pirri sino a S. Chiaramontc. Dopo la morte di Andrea
Termogene Vescovo nei primordii del se Chiaramonle, che recavasi da Signore di
colo ix , ultimo prima del saracenico gio Girgenli, Guglielmo Raimondo Montecateno
go ; imperocch scrivono essersi dati coi usurp anche per se i dritti della citt,
primi gli Agrigentini ai Saraceni nell' 823. ed ebbe a successore il figlio Malico. Ma
Ricaviamo dalla storia saracenico-sicula es per fellonia dal Re Martino registrala Gir
sere insorti i Saraceni di Sicilia e princi genli dipoi tra le citt demaniali , vi ri
palmente gli Agrigentini contro gli AFTricani mase. Divisa quinci l' isola in 4 valli ebbe
nell' anno 020 imperocch era allora Agri nome la seconda da Girgenli ; nondimeno
gento popolata di una gran moltitudine nel 1018 diede Francesco Trahina Vesco
d'indigeni, avere sbaraglialo l'esercito di vo di Girgenli 120000 aurei in sollievo del
Salemi Emiro, ed assalila la slessa Paler regio erario, e redense, applaudendo i cit
vagliando
mo aver chiamato
poi una in
fame
ajulo
crudele
i Greciquei
, e del
Ira- tadini, con quella somma la citt che ave
vano esposto in vendita, e si stabil per
l' isola, dispersi qua e l gli Agrigentini, ci da allora che pi non s distogliesse
aver preso l'Emiro la loro citt , che fi dall'immediato potere del Re.
nalmente venne in polere del Conte Rug Si fa menzione degli antichi egregii Agri
giero nel 1086. Gemelle Girgenli sollo il gentini : Empedocle di nobilissima stirpe,
tirannico barbaresco giogo per ben 200 filosofo celeberrimo non solo , ma anche
anni e stretta dal Conte da 4 mesi di asse medico, poeta, storico ed oratore egregio,
dio, gli cedette, ed egli accolla la moglie la fama di cui sul labro di tulli , ed
ed i figliuoli di Tamitto, con (al decenza ovunque ne risuona il gran nome; scrisse
traltolli da aversene attirata la benevolen sulla natura delle cose, e di altre materie
za, e resi con tutta la famiglia alla fede in Acrone
prosa altrimenti
ed in verso
Creone
(1). nalo da Xenone
di Cristo. Richiamala la dignit Vescovile
sotto il medesimo Conte, fu Gerlando inau mollo ingenuo personaggio , compagno di
guralo primo Vescovo, il quale non solo si Empedocle suo concittadino nei filosofici
diede ad ampliare la religione., ma inde sludii, lesse pubblicamente rcllorica in Alene,
fessamente ebbe cura di ornare la cill e e merit venir dello padre della medicina
di promuoverne le fortificazioni. Trai suc empirica; visse avanti Ippocrale, ed erronea
cessori di Gerlando spiccarono Gentile e mente, come not il Mongitore, dicons di
Bartolomeo , che decorali delle prime ca versi da Fazello e da Pirri Acrone e Creo
riche nell' aula regia, sostennero con ogni ne. Va altro Empedocle nipote del primo
lustro la Chiesa di Girgenli. Sotto gli An 0 dalla sorella o dal figlio, uomo di vaglia,
gioini unironsi i nostri a Conrado Capicio
che seguiva le parli di Corradino, e furono (I) Si consulti il magnifico lavoro del non bui
poi solto il dominio di Carlo soggiacendo abbastanza applaudito Abate Domenico Scin
Memorie sulla vita e filosofia di Empedocle Gif-
al timore. Stabil allora sua sede in Gir gentino. Voi. 2. Pai. 1832, in cui si hanno ancora
genli , secondo Pirri, la famiglia Chiara- raccolti e nel lesto ed in una fedele traduzione
monte, nobilit la cill , promosso magni- 1 frammenti del grande filosofo.
G GT 521

e vincitore nei ludi di Olimpia, filosofo in Esculapio. S. Potamionc che resse solto il
signe parimenti e poeta. Polo discepolo Ponleficalo di Agapito la Chiesa di Girgcnli.
di Gorgia Lconlino valse moltissimo ncl- S. Gregorio II discepolo di Potamionc e
I' eloquenza e nella filosofia; avuto perci successore nel vescovato, dell' Ordine di S.
a buon drillo secondo filosofo da Empe Rasilio, reso illustre da Dio di maravigliosi
docle, illustr egregiamente la patria. Me portenti; due altri Gregorii HI e IV, Liberio,
tello chiaro in dottrina, e peritissimo nella Felice, Ausonio, Teodosio e finalmente S.
musica, da cui Platone apprese l' armonica Ermogcne tulli chiarissimi . pastori della pa
scienza. Archino poeta che prese un gran tria avanti l'irruzione dei Saraceni : e dopo
nome per le pubblicate tragedie. Carcino ne ressero la Chiesa Bertoldo del Labro
scriltor di tragedie secondo Svida , ma di ed il B. Matteo de Gimmara, primo propa
commedie da Laerzio, visse in Siracusa con gatore del suo Ordiue dell'osservanza in Si
Eschine appo Dionisio minore, chiarissimo cilia, compagno di S. Bernardino da Siena, e
per 160 composte tragedie. Damolco disce carissimo al Re Alfonso per la interezza della
polo o figliuolo di Epica mio, e secondo vita; Nicola inoltre anche dei Minori, rettore
Eliano Antcgonista, dello da alcuni da Si della sicola provincia, quinci Primate Emo-
racusa, illustre nella comica poesia, ed au nensee finalmente Arcivescovo di Palermo;
tore di 14 favole. Mosco discepolo di Gor Pietro Rogano dei Frali Predicatori , Ve
gia secondo Silvagio. Filino islorico , ad scovo di Mazzara; Matteo Vescovo di Creta,
detto alle armi ed alle lettere , segu il accetto al Re Martino ; Luca Zarzana dei
campo di Annibale, descrisse la guerra tra Minori, Vescovo di Cefal, e Giovanni Mon-
Cartaginesi e Romani per la Sicilia, e fiori taperlo di nobilissima famiglia, le di cui
nella exi Olimp. Sofocle finalmente eloqucn- esimie gesta attcst il Pirri nella Noi. della
tissimo secondo Tullio nella 5* Verr. Ma Chiesa di Mazzara, che resse quegli ottima
anche diede Agrigento dei famsi pugna mente, ai quali tutti aggiunge il medesimo
tori e capitani; Teronc di cui si disse, Xe- Pirri Niccola Valla dell'Ordine dei Minori,
locrale fratello di lui, vincitore del cocchio Vescovo in parlibus di Medaura in Africa,
. i Pizii, cui Pindaro dedic due odi. Exe- di cui diremo: e Guglielmo della famiglia
ncto che accolsero sommamente i cittadini di S. Domenico, comnrendalo per la dot
ritornando da Olimpia colla palma con 300 trina e per la piet; inquisitore delle cose
quadrighe di avorio tirale da destrieri come di fede in Sicilia nel 1313 circa. Gi furono
neve- Anlislene cognominato Rodo, splendi anche cospicui cittadini di Girgenti per co
dissimo e di grande animo. Gelila ricchis stumi e perfezione di vita; la B. Eudosia
simo e modestissimo, celeberrimo per data penitente di cui menzione negli atli di
ospitatila. Fiulia finalmente di cui feci pa S. Gregorio II , la quale verso lo scorcio
rola, ed altri mentovati comunemente nelle del vi secolo mor sanlamenlc in Roma ,
storie. sepolta nel monastero di S. Cecilia : la Ven.
In tempi pi felici dopo intrapresa cio la Maria Crocifissa dalla Concezione, detta nel
dottrina dell'Agnello, diede degli uomini di secolo Isabella Tommasi, sin dalla puerizia
gran lunga pi illustri, dei quali i primi che di ammirabile perfezione , profess la re
fiorirono per fama di santit e di virt, de gola di S. Benedetto, fornita di celesti doni
corali di sacra infida: S. Gregorio I Vesco e di eroiche virt ; mor piamente nella fine
vo di cui menzione negli alti di S. Agrip del secolo passato. Bonaventura Sciascia
pina ; vedesi un tempio a lui sacro, detto laico dei Min. Osservatili, trasfer alcuni
delle Rape, dov'era un tempo il delubro di monaci sicoli con sommo zelo alla pi stretta
66
522
G GI

regola dei Riformali , e procedette egre riche primarie in Sicilia. Francesco Petro
giamente a molli monasteri ; se ne disse nio dei Min. Riformali, che compose un eru
di sopra. Giovanni di Magona del medesi ditissimo lavoro sulla Gencologia di S. Anni
mo Ordine , fervenlissimo sacro oratore , e di S. Gioachino. Domenico Palaroenghi.
rifulse per l'esempio di ogni virt e per mi teologo, predicatore e poela egregio, del
racoli. Matteo similmente di appena 20 anni di cui ingegno i parli reca in copia il Mon-
super ognuno in perfezione di buoni co- gilorc , da cui regislransi con lode nella
slumi e si mor pietosamente nel 1608. Cele Bibl. Sic. Agostino Lazara, Francesco An
brano dai Alin. Cappuccini Sebastiano sa tonio Bardi, e Francesco Delcarretlo poeli
cerdote, primario predicatore della divina non senza nome; Corradino del Pozzo giu
parola , cospicuo per la purit della vita, reconsulto, Francesco Cavallo medico, Giam
c Ludovico anche sacerdote, commendato battista Carvana eloqucnlissioio oratore, Fe
per la virt dell'astinenza, per l'esercizio derico Agrigentino, Gloriando Mascardi, Lu
dell' orazione, c per 1' amore di altissima dovico Malrascia, e Pietro Attardi teologo
povert ; morirono entrambi profetalo il e celeberrimo professore di dritto canoni
giorno della loro morte nel 1571 e 77 ; so co. Vengono finalmente encomiati dal Pirri,
ne ha menzione dal Pirri, dal Gaetani, da Andrea Scaloso, e Bartolomeo Daidonc, dotti
Aprile, e dagli Annali degli ordini. ed eruditi maestri dell' Ordine dei Minori e
Encomiano degli scrittori S. Gregorio Ve Regolatori della Sicola provincia.
scovo, di cui si disse , per alcune omelie Non rimangono lapidi scritte di sorla appo
sui dogmi della fede, e sui digiuni cine- Gualtieri che corrispondano ad una tanta
rarii, pubblicale in Antiochia ed in Costan cill, il che recaci maraviglia: portonne il
tinopoli, e per la interpetrazione delle sacre Fazcllo ed il medesimo Gualtieri la scguenle
lettere, come si ha presso il Gaetani ed il posla nella piazza (1).
Mongilorc. Piccola Valla dei Conventuali di
S. Francesco, Vescovo in Africa , uomo di
insigne erudizione, poela ed oratore cloquen- CONCOROUE AGIUCEVTI
tissimo; pubblic molli lavori enumerali Notivi sacrisi
in lungo catalogo dal medesimo Mongilore. RESPLULICA LIIYBIT.UO
Federico Delcarrctlo, nobile agrigentino, nvji DKDICl.VriBIS
scrisse
sione dicontigone
somma, eerudizione
sulla guerra
Sullaportata
espul- IH. BATERIO CANDIDO PROCoS
ET L. CORNELIO MARCELLO Q.
da Carlo V in Africa ; i quali lavori si PR. PR.
sono pubblicali ultimamente nella colle
zione degli opuscoli stampata in Catania,
tarlino Persona Carmelitano, che lor nel
secolo xv, esimio poeta al suo tempo. Carlo Delle monete una se ne ha di oro con
Caruso Giureconsulto di gran nome per le un cancro ed un'aquila che afferra eolle
opere stampate, il di cui figliuolo Giuseppe unghia un pesce; 13 di argento col cancro
fu noto anche nel mondo letterario. Mario e l'aquila, una colla figura di Giove ed
Diana diede
simo, dell'Ordine
alla luce
di S.
Videa
Domenico,
dei drilli
dollis-
del una lesta coronata, 17 con una quadriga

(I) Conservasi incastrala propriamente io dm


foro interiore. Giuseppe Biondo della Com esterna parete della casa comunale in Girgenli, (
pagnia di Ges, dolalo di scienza e di piet, se ne ignora l'occasione e l'epoca del ritrovamen
decorato con onore non volgare delle ca- to. V. la nota seguente.
523
G GI

c due colombe che dilaniano colle unghia sere un lago verso Girgenli, lo di cui sa-
un coniglio; molte poi di rame quasi colle | pore al certo marino, ma di natura affat
medesime figure e colle teste di varii nu to diversa; imperocch non sommergonsi
mi, Cerere, Marte, Ercole, un tripode una gl' inesperti nel nuoto , ma galleggiano
vittoria ec- e ne presenta Filippo Parola a modo di legni; non conoscesi oggi per
coniate col motto AKPArAlSTiNilN. lago di tal maniera. Nola il medesimo So
Potr conoscersi facilmente la libert del lino aversi il territorio di Girgenli delle
territorio di Girgenli, da esservi stalo da gran fangose scaturigini; dicesenc ora Bissona
tempo costituito nella spiaggia il caricatojo il luogo. Parla anche Plinio nel lib. 31.
di frumento, ed avuta cura ultimamente di cap. 7 del sale di Girgenli. Vedi Aboran-
costruirvi il porto , spesavi una ingente gio (1).
somma ad esportare oltremare le ricchez-
se del medesimo territorio, ed importan (I) Girgenti. Non descrivendo in qualche modo
do poi estere merci provvedere ai como il nostro autore che il solo tempio di Giove Olim
di degli abitanti. Affermano comunemente pico e nominando soltanto gli altri grandiosi mo
numenti che pur troppo ci presentano l' antica ma
gli antichi essersi accresciuta un tempo gnificenza dell' isola nostra, necessario farsi da
nei primordii medesimi la citt , ed es noi parola di essi, avendo preso le belle arti oggi
ser talmente pervenuta al colmo delle giorno V interesse dovuto. A non confondere in
ricchezze e ad immensa moltitudine di tanto le descrizioni degli antichi oggetti coi mo
popolo, come indicai di sopra, da espor derni e non invilupparci nel presentar gli uni
agli altri confusi, cominciam dai vetusti, seguiam
tare nella opposta spiaggia della vicina con quelli di tempi moderni , ovvero colle cam-
Africa copia di frulli e conseguir guada biazioni novellamente avverate negli stabilimenti
gni immensi col traffico grandissimo. Non e sacri e profani , e le bellezze e le particolarit
mancano dunque i coloni di cosa alcuna che mostrano.
o del necessario alla vita ovvero alla de Movendo dalla porta di Fonte eh' un bratto
lizia. Si fa menzione del resto appo Clu- avanzo dell' et di mezzo, vedesi a sinistra il con
vento di S. Vito, con dietro la rupe Atenea che
vcrio dagli antichi scrittori di sorgenti di la pi alla cima dei monti che ivi sollevausi,
acque nel medesimo territorio nelle quali sulla quale era una volta, secondo Diodoro, il tem
galleggia dell' olio : si ha nel territorio di pio di Giove Atabirio e di Minerva di cui non ve-
Girgenli in Sicilia, dice Diascoride lib. 1. donsi pi vestigia ad onta che il Ferrara attesti
j esserne avanzi. Seguendo verso Sud-st all'angolo
cap. 100, un liquido bitume che galleggia 1 della rupe, sorge la Chiesa di S. Biagio, sui resti
nelle sorgenti di acqua e di cui si ser del celebra Tempio di Cerere e di Proterpina, del
vono per te lucerne invece di olio. Plinio genere detto dai Greoi antes, la di cui pianta esiste
nel lib. 35. cap. 15. E formasi da una quasi intera ed una gran parte delle mura della
fonte di Girgenli in Sicilia un rivo pingue cella lunga pai. 79, 6 oltre il prolungamento del
di liquido oleaceo; raccolgonlo gli abi pronao di pai. 24, e larga 48 ; eraue l' ingresso da
Oriente, dove oggi l'abside della Chiesa. Scendendo
tanti colle spoglie delle canne, immanti poi verso Mezzogiorni si osservano avanzi delle mura
nente cosi attaccandosi; se ne servono dell' antica citt di pietre riquadrate , e poco di
per le lucerne invece di olio ed anche poi il Tempio di Giunone Lucina dinanzi a cui
alla scabic dei giumenti. Solino nel cap. 2. apresi una piazza che si giudica essere stata de
appellai! medesimo olio: unguento medico stinala pei sacrifzii, pel passeggio del popolo, go
dendo dell amena veduta del mare, delle spiaggia
contro le malattie degli armenti. Dice di Gela e di ridenti pianure. Una magnifica
finalmente il Fazello servirsi del medesimo gradinata mena all'ingresso, maestosa l'architet
gli Agrigentini a curar varii generi di tura, ed il prospetto rivelo ad Oriente; la pianta
morbi. Afferma poi Strubone nel lib. G. cs- di Ggura rettangolare. Sorge sopra alla base sor
524
G

.tgrngante. Lat. Agrafia* Sic. c;liA (V. 51.) Terra oggi ruinala e di
Xiumi di S. Brasi (V. M.) Fiume da cui Tu cui fa menzione Fazello alle radici di uo
della anticamente la citt vicina, appellato colle alle sponde del fiume Jalo.
oggi di S. Biagio ed anche Drago. (Unir (V. IN.) Fiume, dello altrimenti

montala da quattro gradini. Coniatisi nel peristiliosostenuto da ugual uumero di colonne esterne ed
trentaquallro colonne del diametro di pai. 5,9, interne, del diametro di pai. 5, 6; all'Oriente U
del pi bel dorico greco, con venti scanalature per porta della cella rastremala , e con due scale ai
ognuna, di una bellissima sagoma il capitello, ed fianchi tagliale nella grossezza del muro. Il muro
che chiudeva la cella dalla parte occidentale la
olire i soliti anelletli sodo l'echino, altri due che
tagliano le scanalature presso il sommo scapo tolto dai Cristiani , lorch ne fecero una Chiesa
formando un bizzarro collarino; era il tulio im intitolala a S. Giorgio delle Rape, quando furono
piastrato di calce colorala lievemente a varie tinte,
anche aperli i dodici archi che si vedono ai lati
di cui pu vedersi difficilmente qualche residuo maggiori del muro. Venendo alle dimensioni, non
nelle cave angolature; sono disposte giusta la formacompresi gli scalini lungo questo tempio nello
perillera, sei per ogni facciata, ed undici in cia slilobata pai. 152, 6, largo 64, 10. A poca distanza
scun lato maggiore , molto per rovinale. Altre e presso il tempio di Ercole osservansi intagliale
quattro adornano la cella , due cio nel pronao stanze sepolcrali, con nicchie e colombarii. Di que
fra gli anti, e due nel postico. Stendesi il tempio sto Tempio di Ercole fu sgombrala la pianta nel
in pai. 143 . 6 in lunghezza nello slilobala olire 1836 dalle enormi pietre che l' occupavano, e ne
i gradini, ed in pai. 65, 4 in larghezza. Dicesi, risult la lunghezza non compresa la gradinata in
come rammentano Plinio, Diodoro, Aristotile, es pai. 259, e la larghezza in pai. 97. Il peristilio
servi stala una tavola dipinta da Zeusi. che espri formalo di 38 colonne doriche del diametro di
meva la Diva Giunone, al lavoro della quale fece pai. 8, 5, 10, exaslilo periptero ed anfiprostilo per
Zeusi spogliar nude le pi leggiadre donzelle della le due nel pronao e nel postico. In fondo della
citt , dalle quali prescelse cinque a servirgli di cella osservasi la base dov'era la magnifica statua
modello alla Dea del dipinto, onde cauto Ariosto: in bronzo , opera di .Minine , rappresentante Er
cole in somma venerazione appo gli Agrigentini,
Quando Zeusi l' imagine far volse i quali la difesero dalle insidie di Veri e che ten
Clic por dovea nel tempio di Giunone tava rubarla ; era costume di baciarla sul mento
tante belle nude insieme accolse, che perci ne rimase logoro coli' andar del tempo
E che per una farne in perfezione al dir di M. Tullio, il qual confessava essere la
Da chi una parte e da chi un'altra tolse. pi bella che si avesse mai veduto: quo non fa
Discordano del resto Dionisio di Alicaroasso e cile dixerim quidquid vidiste pulchriut. Trovossi
Cicerone rapportando un tale evento ad un' Elena all'angolo di tramonlaua uua statua in marno
dipinta pei crotoniati. Il sito del tempio ha molto statuario di Esculapio mutilala, poco minore del
di pittoresco; ci ha di ri m pollo una cisterna, ed vero, che si conserva nel museo della R. Univer
alle falde della rupe su cui si erge sepolcri in sit di Palermo. Adornava quel tempio inoltre se
cavali a volta nel vivo sasso, appartenenlisi cer condo Plinio anche un famoso dipinto di Zeusi, che
tamente all'epoca romana. Sorge di l poco di creduto da lui di valore non corrispondente a
scosto il Tempio della Concordia in cui si ha qualunque prezzo, ne fa' dono agli Agrigentini che
l'agio assolutamente di osservare la solidit ed il ivi il collocarono; ma ne discorda Cicerone net
semplice dell'arte in tutta la loro magnificenza, suo libro de inventione che dicelo donato ai croto
parsimonia, riposo e ragionevolezza. Bimane quasi niati; ccl presenta Plinio lih. xwv cap. 9, 619;
intero, come se il tempo edace osalo non avesse magnificili est Jupiter ejus in throno adstantibut
spiegar la sua potenza in un monumento che non Diis, et Erculei infans dragones ttrangulans. Ale-
merita che venerazione, ma. la mano dell'uomo mena matre coram pavente, et Amphilrione...Mn
che vantasi di una ragione da cui governato, I ipetro il tempio secondo il Serradifalco, e adorno
deformollo e il manomise con perfidissimo restauro di altre stupende pitture e sculture; si ba dagli
(1837). simile nelle forme a quel di Giunone , intendenti come un capo d' opera greca , s per
ne lievissima divergenza nei dettagli e nelle l'architettura che per l'archeologia, infatti un gran
dimensioni; dorico anch' esso l'ordine e perittero, pezzo d'architrave caduto dalla parte di tramon
525
G G

Astia, che scaricasi nel fiume Panlagia o alla Vergine verso il in secolo di Cristo ,
Porcari, e si ha origine sollo il monte Dia- dove poi visse lungo tempo allontanatosi
volodopra. Vien mentovalo dal Gaelani sotto dalle cure del secolo.
entrambi i nomi nelle Vite dei SS. Sicil . , ciudecca. Lat. Judeca (V. N.) Casale
poich dice, alle sue sponde aver costruito appartenetesi al territorio di Bulera , ed
un Publio pio e ricco uomo una Chiesa alla Chiesa
mura della cella
di con
Siracusa
le due, mezze
mentovato
colonneinsenza
uu

tana a circa 88 palmi verso levante dalla colonna


esistente, con un foro a sottosquadri, piramidale, capitelli. Era in questo tempio la famosa statua
incavato a porvi dentro 1* uli velia c tirarlo in su di Apolline scolpila da Mirone che avevano inca
come or fra noi, ci mostra la conoscenza di que stralo in un del fianco a piccole lettere di argeuto il
sto strumento presso gli antichi. Dietro il tempio proprio nome; fu involata dai Cartaginesi nel 06
e una grande apertura detta Porta aurea, che era av. C. quando misero a sai-co l.i citt <li Agrigento
un' antica porta della citt di cui non rimane ve nel principio del regno di Dionisio, restituita da
stigio; e a poca distanza la cosi delta Tomba di Scipione minore Affricano presa Cartagine, rubata
Terone che consiste in un gran basamento quadrato finalmente da Yerre. Seguendo intanto il cammi
della larghezza di pai. 20, ed alto 16, 8, alquanto no osservausi a sinistra gli avanzi del famoso Tem
piramidale, e con un secondo ordine decoralo ne pio di Giove Olimpico di cui parla su flicientemente
gli angoli di quattro colonne joniche con capitelli l'autore versandosi in erudizione slorica. E uu
dorici abbelliti negli angoli di fogliami e di ovoli, evidente testimonio delle parole di Empedocle e
alte palmi 13, 3, inclusovi il fregio. In ognuna di Platone sugli Agrigentini: aedificanl tamquam
delle quattro pareli ci hanno delle finte aperture nunquam essent morituri , edunt et bibunt tam
a basso rilievo nella pietra; l'altezza finalmente quam eros essent morituri. Sorse uno dei pi
dell'intero monumento di pai. 36. Dalla diver magnifici della Sicilia e della Grecia , e secondo
genza dello stile, massimamente delle colonne, sono dice Diodoro, mentre gli altri sono cinti o di co
varie le opinioni sulla, sua costruzione; credesi da lonne o di pilastri, riuniva questo entrambi i modi
alcuni dell'epoca greca, stima il Serradifalco col di costruzione, di modo che le colonne chiuse in
Riedesel ed il Gourbillou non essere che un romano met nel muro che occorre lungo il peristilio,
cenotafio simile a quei che ci hanno presso Ter- passano da forme quadre nell'interno in rotonde al
ragona. Albano e S. Remigio; altri infine che sia di fuori, formate di pietre cilindriche, ed a cunei
un monumento il qual dimostri la nascita dell' or unite insieme con segmenti , e congiungentisi ad
dine jonico , cui non erasi ancora assegnala la altra pietra nell'asse di ciascuna colonna del se
conveniente intavolatura. Sembra impossibile del midiametro di 20 piedi nell'esterno e la larghezza
resto che un edilzio colauto piccolo ed indegno di piedi 1, C, talch potrebbe starvi dentro il
della magnificenza agrigentina siasi appartenuto a corpo di un uomo, ed i pilastri di 12 piedi di
quel Terone che regn per ben sedici anni con splen diametro nell' interno. La figura del tempio pa
didissima gloria e che meritossi alla morte onori rallelogramma rettangolare, e se ne addimauda
divini. Seguendo poi la discesa osservasi alquanto il genere pseudoperiptero , falso talao ed ipetro.
a sinistra una rustica fabbrica che forma gli avanzi La lunghezza dello stilobala senza i gradini di
del Tempio di Esculapio che era edificato a sola pai. ii, 6, e di 207 la larghezza. Ne erano so
cella coi pilastri angolari , col suo pronao, dove stenuti i lati maggiori da 14 colonne sporgenti
ergevansi forse due colonne isolate nella linea me alla met delle mura corrispondendo in ognuna
desima dei pilastri augolari dinanzi alla porta che di esse un pilastro come si detto, eccettuatene
guardava oriente; eran di fianco le due scale come le angolari che erano assolutamente rotonde; il
in quel della Concordia, ed al di dietro senza lato occidentale avevano sei comprese le angolari,
postico, dalla parte esteriore verso occidente, duo sette l'orientale; nel prospetto di occidente vede-
mezze colonne scanalale impegnate nella muraglia vasi scolpita ad alto rilievo nel timpano del fron
fra gli arili angolari. Erane la lunghezza nello sti- tone la guerra di Troja, ed in quel di oriente la
ilobala di pai. 77 circa, di poco meu che la met guerra dei Giganti contro Giove, opere eccellenti
la larghezza, e di pai. 4, 1 il diametro delle co mentovate nel testo. L'interno del tempio eradi-
lonne. Non rimangono attualmente che gli avanzi viso nella sua lunghezza in tre scompartimenti da
di Ire scalini alti pai. 5, 3 su cui i pilastri e le due fila di pilastri, 12 per ogni lato, e da un uiu
526
G | G

diploma di Papa Alessandro HI , dato in rocca ; sorge a poca disianza da Chiusa.


Ucnevenlo nel 1168. Disse Giacomo Adria essere una eccelsi
Giuliana. Lai. Juliana. Sic. Giuliana cill sila siili' alla vetta di un colle, tolto
(V. M.) Nobile paese naturalmente fortifi cui una altissima rupe , dove fanno i
cato, sopra scoscesa rupe, da Federico II loro nidi le aquile; e disseta colonia opu-
circondalo di un muro e munito di una j lentissima in tutto con fecondo territorio .

ro che concatenavali, ed il pronao era anche diviso il cammino , volgendo verso Nord, scorgonsi gli
dalla cella per un piccolo muro a forma di pial avanzi di nn Tempio che credesi dai moderni scrit
letta. Negli stupendi avanzi meritano attenzione tori, i quali 1' nn I' altro si copiarono, quel di Cu
oltre i frantumi di cornice, architrave , capitelli, ltore e di Polluce di cui canta Pindaro nella ni
colonne, quei di un basamento robustissimo sor delle Olimp. Era del genere esastilo periptero. e
montalo da cinque gradini, dei quali il superiore ne era fornito il peristilio da 31 colonne dell'al
manca di pedata ed adorno di un plinto con due tezza di pai. 23. I, 6, e del diametro di piL 4,7,
Liscie sovrastate da uno stilobate Pi importanti tredici cio nei lali e sei nei prospetti com
sono per gli avanzi delle cariatidi, delle quali di prese quelle degli arinoli. Per ordine della Com
ondici rimasugli, ne compose una il signor Politi missione delle antichit di Sicilia si fe' sgombrar
della lunghezza di pai. 30, e che sen giace distesa dalle pietre e dalla terra che da molti secoli lo
nel tempio; di stupendo scalpello, e presenta un coprivano dall'esimio Yillareale e dai peritissimi
ragionevole sfoggio di anatomia che esprime la fr. Cavallari che ne rilevarono la pianta giusta
forza couvenienle al sostegno d' ingeuli massi; sono la quale ne abbiamo dedotto il cenno; si disotter
ignude queste cariatidi, inanellati i capelli, coperta ra rono moltissimi ruderi di colonne tra un muc
di una benda la testa, eccettuatine gli resti di una di chio di basamenti; si eressero su quattro gradini
muliebre faccia. Presentano una istudiata imita tre coloone con la propria loro trabeazione adorna
zione di antichi modi nella rigidezza dei contorni di un echino intagliato, e terminata con una gran
e nella durezza delle masse, ma la semplicit, la gola dritta ricca di effigiate teste di leoni versanti
straordinaria franchezza, ed ona grazia nell'insie l'acqua piovana, le quali tutte furono trasferite
me , danno a vedere essere dell' et greca la pi in Palermo, e adorna una il museo del sig. Po
bella per le arti. Varie sono affatto le opinioni de liti in Girgenti, del quale parleremo. parere
gli scrittori sul silo che si abbiano avuto nel tem del sig. Lo r aso Duca di Serradifalco esser di greca
pio. Il Lopresti da Girgenti supponendo aversi costruzione e ristaurato poscia dai Romani. Iodi
avuto la cella tre porte , stima che unite due a si osservano contigui a misere casuccie i resti del
due col dorso al muro di quelle ne sostenevano Tempio di Vulcano, cio due fusti di colonne nel
l'architrave, opinione adattata come pi probabile pianuzzo nelle scanalature, il che potrebbe far de
dal Palmeri ; le costituisce il Tommasino sui pi durre la fondazione di epoca romana, quantunque
lastri corrispondenti alle colonne; l'ab. Maggiore i pi bravi architetti non desistano affatto dirlo di
nella fronte interna dei pilastri della cella, pre greco tempo; sollevatisi quei fusti sopra alcuni gra
sentandone gli argomenti dalle dimensioni della dini poggianti su parte delle fondamenta. Pu dirsi
altezza, e finalmente osserva il sig. Politi avessero con sicurezza intitolalo da allora a Vulcano , per
formato un secondo ordine nella cella composta esser vicino, come Solino cel descrive, al lago che
da circa ventiquattro pilastri, sostenenti un sem fe' dir delle fandonie soli' olio galleggiante nella
plice architrave , e su questo un attico carpatico acqna non solo ad antichi ma anche a moderni
per sostenere l'ultima cornice dell' ipelros, cosi che scrittori, trai quali il sig. Riedesel deluso dal si:.
il numero delle cariatidi doveva essere uguale a Ficani il quale pria di farlo osservare all'amico
quello degli auli di sotto. I frammenti infine dalla fe' versarvi di soppiatto un otre d'olio, ma in real
parte di occidente e dal lato meridionale del tempio, t non presenta che torbide e fangose acque. Gli
e principalmente un torso forse di Giove che fulmina Acquidotti Feacii ai quali si ha ingresso per qual
i giganti, una magnifica bocca di donna col mento, che casa di particolare in Girgenti; non consistono
dna quantit di grandi pietre scolpite, e delle drap che in una catena meandrica di grotte irregolari
perie incrostate ancora di calce, furono trasportati nelle quali nulla merita attenzione dallo osserva
per ordine del K. Governo nel museo della Uni tore. Della Piscina non rimane vestigio essendo
versit degli studii io Palermo. Seguendo intanto gi rumata al tempo di Diodoro. Presso il giir
527
G

adallo a pascoli. Era nei primi Icmpi dei avevano ampie magioni i Signori , ma
Normanni, ed unita ai borghi Sinurio, Ad ra fu data ai monaci Olivetani la met che
gno. Znbut,
diploma di eGuglielmo
Comiccbio,II siccome
nel 1185.
costaDap
da j guardava il paese verso tramontana, poich
questo rivolto verso Greco. La parroc
prima Tu decorala del titolo di Signoria , chiale Chiesa maggiore sacra alla Vergine
indi nel 1543 di Marchesato. Nella fortezza Assunta sorge nella parte bassa, comune-

dino del convento di S. Nicola un'antica fab beneficenza, e negli oggetti primorii di belle arti che
brica che mostra un tempietto in anlis , di cui si attirano in essi attenzione.
forse quattro colonne formavano il prospetto dalla La citt di Girgenti una delle capitali delle
parte di oriente; le goccie sotto la lista dell'ar sette provincie di Sicilia, distante 76 m. da Paler
chitrave il presentano dorico-grero, ma fan sospet mo, con soggetti i distretti di Bivona, e di Sciacca
tare per riunire ed il dorico ed il jonico come oltre il proprio. sede del Vescovo, <li un Inten
nella tomba di Terone, e la sagoma dei capitelli degli dente, d'una G. Corte Criminale e di un Tribu
anti.ela base attica, e le complicazioni nelle roo- nale Civile, di un Giudicato d' istruzione e Circon
donature del sopracciglio e negli stipili della parte dariale, d'un consiglio di Ospizii , di una Depu
rastremala , la quale pur devastata dai Goti che tazione sanitaria di 3* classe, di una dogana di ta
le adattarono al loro stile il sesto acuto, fecero nel classe. Il duomo era a principio di costruzinue go
l'interno una volta a crociera. La larghezza dello tica , di forma poligono le colonne e faccettate ,
lastri
stilobati
didalla
pai. parte
28, e di
orientale,
42 la luughezza,
oltre le basi
ed dei
il dia
pi ma furon queste sconsigliatamente imbottite di
calce, apposti pessimi rislauri, archi pesantissimi,
metro di prospetto di pai. 3, 4; addimandasi lai e plinti ingenti sotto le basi, mutato il carattere
fabbrica l'Oratorio di Falaride. Sonosi rinvenute gotico in forme estranee affatto senza nemmeno
in quei contorni dei frantumi di slatne, e prin unit. Entrando nella maggior navata vedesi a
cipalmente uuo stupendo torso ignudo con nella sinistra un rustico marmoreo sarcofago , che ad
spalla sinistra parte di una clamide, che pu cre onta della vergognosa storia degli amori di Fedra
dersi di un Mercurio; vi ai raccolsero anche nove pel figliastro Ippolito che rappresenta nei suoi quattro
gran massi di una cornice corintia in marmo bianco lati in rilievo, destinalo ad un dei sacrosanti usi
che coronava al certo una qualche fabbrica di for della Chiesa Cattolica, alla conservazione dell'ac
ma rotonda; si osservano adattati egregiamente ih qua santa per l'amministrazione del battesimo. Nel
una muraglia circolare appositamente costruita, e lato di tramontana non perfettamente Gnilo isto-'
ci ricordano l'antico romano lusso. La Chiesa di riata la caccia di un cinghiale in un bosco; Ippo
S. Maria dei Greci lilialmente costruita sugli lito che inforca un bellissimo destriero difeudesi
avanzi di un Tempio creduto per la sola voce tra colla lancia dalla belva atterrita da cinque cani che
dizionale di Giove Polieo , del quale si osser le sono addosso; i tre cacciatori con clava pietra
vano in parte dall'esterno verso settentrione i e freccia tentano ucciderla, ed una quinta figura
primi ranghi di pietra che componevano il fu aizza colla destra un cane che addenta il cinghiale
sto scanelato delle colonne del diametro di pal in una delle gambe posteriori, e tiene un parazo-
mi 5, 2 once e '/>; la strada sovrapposta copre una nio colla sinistra; lutto vi vita. Nel lato minore
parte dolio slilobala coi gradini per ben conservati. di oriente rappresentasi Fedra ferita da Cupido;
Racconta Polieno che avendo apprestato gli Agri abbandonala su di uno scanno volge il capo alla
gentini a Falaride delle somme a compirlo, se ne nutrice che le alza il velo dal fronte e le scioglie
cervi egli ad usurpar la tirannide della citt. le treccie, mentre nove delle sue donne le fan co
Dato cosi uno sguardo ai pi interessanti mo rona e due cercati confortarla intrecciando il loro
numenti dell'antica Agrigento, trasandati gli og canto al suon della lira; al lato opposto di Cupido
getti di vaglia minore, appoggiatici principalmente un cane; la baso adorna di fogliami e di ani
ai lavori sulle antichit agrigentine dell'esimio mali. Nell'altro lato maggiore scolpito Ippolito
sig. Politi, all'opera colossale sulle antichit di in un nuovo apparecchio di caccia, e circondato
Sicilia dell'eruditissimo sig. Duca di Serradifalco, da dieci cacciatori, da cani, da destrieri; alla sua
ed alla Guida per la Sicilia di M. Giovanna Power, destra
e i dittici
la nutrice
amorosiglicheporge
Fedrasommessamente
g' invia, e nei svela
doni *
passiamo ora alla descrizione del civile stalo di Gir-
gcnli, nei pubblici stabilimenti si cbiesiastici che di l' ardentissimo amore per lui; inorridisce il prode
3'28
G G

mente per diecsi intitolata a S. Giuliana Testa e fiere nella prima domenica di set
Vergine e Martire Patrona speciale dei ter tembre; un'Arciprete e sacerdoti insieme
razzani, del di cui teschio gran parte fu do riuniti attendono al culto divino; decorali
nalo da Diego de Ilacdo Vescovo di Gir- una cappella di varie teche con reliquie <i
genti, e conservasi in una cassa d'argento, santi e principalmente di un brano delk
celebrandosi la di lei solennit con gran Sindone di G. C. della larghezza di una

al funesto annunzio, il rigetta, e vinto dagli (con in Girgenti o in Regalmuto e morto in quella i
giuri ne giura il silenzio; adorno altres il cen 24 agosto del 1704, discepolo del Novelli, comesi
tro della base di fogliame e di animali. 11 quarto osserva dalla maniera, dall'aria delle teste, dalle
lato del sarcofago meno rilevato degli altri e pieghe dei panni e dalla prelezione delle ombre;
non compito in lutto rappresenta il tragico fine a pi del S. Antonio, lavoro donato da lui alla
d'Ippolito rovesciato dal carro, trascinato dai Chiesa per essere stato in premio della sua virt
tre corridori messi in precipitosa rotta dal mo promosso al canonicato, vedesi il proprio ritratto
stro marino ad onta degli sforzi di un corag coli' iscrizione: Nuniius Magro inventi, pinxit an
gioso scudiero che tenta rallenerli. Neil' angolo no 1703. Nell'archivio del duomo slesso dove con
sinistro della parte superiore finalmente vedesi servasi un vaso di terra cotta grandemente van
scolpita la testa di un bue marino senza corna. tato perch il primo rinvenuto in quelle contrade,
Altro antico sarcofago di marmo bianco indossalo pia
in realt
nei gabinetti
non dei dimigliori
molle cill
che cidell'isola,
abbiamo osser
in co
da un elefante, col ritratto di un giovane in uu
disco sostenuto da due genii con altre figure sim vansi altri quattro suoi dipinti di bassa misura
boliche , osservavasi non molti anni or sono nel di circa 3 pai. di lunghezza, donati dall' Arcidia
duomo stesso, ma considerato come un informe cono D. Giuseppe Vicari, dei quali rappresenta
masso, non per anco avendo riguardo di sorta alle uno la cena di Emmaus, altro la negazione di S.
incisioni ed illustrazioni che fatto ne avevano il Pietro, altro G. Cristo palpato nel sacro costato
D'Orville, il Principe di Biscari ed altri chiaris da S. Tommaso, ed il quarto la Giuditta col capo
simi archeologi, venne chiuso ermeticamente en di Oloferne. Dipinse nella Chiesa del Purgatorio,
tro il grande sarcofago per meglio mautener l'ac un quadrone dei pi belli, che rappresenta S. Nic
qua lustrale che ne trapelava, privando la citt col di Ilari, ed altro anche ivi assai pi grande
di nn oggetto che le era non di poco ornamento; che esprime il luogo:
li potrebbe, estraendosi, involare ad un deplora
bile deperimento, ma cosi lasciato di vantaggio in Dove l'umano spirito si purga
E di salire al Cicl diventa degno.
non cale, ci rester solamente il rammarico di non
avere rimediato a tempo. Altro se ne osserva di situatone in prima nel cappellone, ma tolto ori.
pari antichit nell'ingresso della porta maggiore confinalo nella sacrestia, sostituito da un dipinto
al destro lato, di bianco marmo come i due , li del sig. D. Carmelo Argento da Girgenti allievo
scio perfettamente, e con coperchio a frontone or di Antonio Manno Nella Chiesa dei PP. Carme
nato di un meandro dipinto alla greca; l'orlo su litani ci ha del Magro il quadro che rappresenta
periore terminato da una gola di poco aggetto S. Angelo moribondo, e nella sacrestia dei PP
o becco di civetta dipinto a fronde, e questa pit dell'Oratorio di S. Filippo Neri due quadri di bassi
tura la grandezza e la interezza il rendono me misura per traverso dipinti, esprimenti in gran
ritevole di speciale attenzione e di non poco in dezza al naturale ed in mezze figure, uno lo spon-
teresse. Osservansi nel duomo oltre i mentovati salizio di S. Giuseppe colla B. Vergine, l'altro lo
sarcofagi , uno stupendo quadro della B. Vergine adultero salvato da G. Cristo, oltre vani altri di
col Bambino di Guido Reni, e 4 grandi quadri che pinti che ritrovami di lui in altre Chiese, ed in
rappresentano S. Antonio, N. D. del Rosario nel- varii paesi non eccettuato Palermo.
I' altare delle anime del Purgatorio, la Madonna Vivente S. Alfonso dei Liguori venne fondati
SS. col Bambino nelle braccia e circondala da S. nel 1778 la casa dei PP. Liguorini contigna al pa
Anna, S. Liborio, S. Biagio, S. Luca, l'Arcangelo lazzo vescovile, e si gi compito nell'anno 1853
"Raffaello nell'altare di S. Liborio, e quel dei SS. un gran tempio di architettura jonica , fregialo
Cosmo e Damiano presso 1 altare di S. Antonio, di buone pitture, eretto in onore del loro Santo, e
del Can. Nunzio Magro, di cui si dubita se nato comeinciato nel 1840. Fu demolila intanto verso
529
G G

mano: si ha 9 Chiese filiali, ed in quella miracoloso e molto venerato dai paesani.


di S. Margherita con una confraternil ewi Al tempo del Pirri i Carmelitani che dalla
un simulacro del SS- Crocifisso sommamente Chiesa di S. Antonio fuori del paese pas-

il 1836 la Chiesa di S. Stefano fuori la citt. Isti- un magnifico torso di nn Apollo del pi bel se
tnvansi in qoesto nostro secolo le scuole comu colo della scultura in marmo pario e met del
nali col metodo di Lancaster, sino alla conoscenza naturale; finalmente una piccola ma scelta biblio
della grammatiea italiana e latina a render la gio- teca artistica e letteraria, adorna del gran Dante
venl capace al pi elevalo metodo del seminario dedicalo al Canova da Renzi, Marini eMuzzi, e di
nel quale i Domenicani furono discaricali dall' ob molte altre opere di gran lusso e di valore ingente.
bligo di apprestare i professori. Stabilivasi nel 1840 Il sig. Politi apre nella sua casa un piccolo ma
una scuola di calligrafia , ed una scuola di dise grazioso teatro in sollazzo della gente, ed unico
gno nel 1850. Venne costruito nel secolo scorso nella citt. Fu costruita nel 1832 una casa di com
da M.r Ramirez Vescovo della diocesi il collegio pagnia denominata il casino Empedocleo, fornita
dentro il seminario dei chierici , dove passa da di ampia galleria e di varie stanze contigue ador
questo il fiore della giovent che per istrello con nate elegantemente; presenta un bel prospetto con
corso delle studiate materie ha dato saggio della al di sopra nel centro le armi di Agrigento e la
sua preponderanza, a compire il corso degli sludii testa di Empedocle. Radunasi anche in Girgenli
senza spese di mantenimento che indossa affatto una societ economica per lettere e scienze, che
il collegio sudetlo; questo uno stabilimento che ha dato alla luce alcuni dei suoi alti applauditi
istituita una somma gara negli studiosi, ha formato dai giornali esteri e nazionali. Si ha il comune
ingegni altissimi nelle cbiesiasliche scienze, che si un monte agrario, poich in questo veniva inver
hanno anche attiralo lo stupore degli stranieri. tito per sovrano rescritto del 31 agosto 1842 un
Il Conservatorio Gioenino inoltre deve la sua fon peculio frumentario fondato nel 1750 da Monsig.
dazione sulla prebenda del vescovato al Vescovo Gioeni Vescovo diocesano; dipende dall'Intendente,
Gioeni da cui prese il nome, e vi fu erogata la som e viene amministrato da tre Canonici e dal Ret
ma di 82000 scudi; quadrato 1' edilizio o a due tore delle opere pie, eletti a vita dal Vescovo; il
piani ; stabil il testatore dovervisi mantenere 12 capitale di sai. 548 tum. 2 di frumento, valu
vecchi, e 72 alunni a studiar gramatica, musica, tato in denaro al prezzo corrente in due. 2849, 60;
o quell' arte che pi torni grata , ma diminuite i prestiti si fanno per via di pubblici strumenti.
oggi le rendite si anche diminuito il numero. Per le cure dell' Intendente il signor Palizzolo fa
La pubblica biblioteca vicinissima al duomo, fon cominciala nel 1850 a contribuzione di partico
data con pochi libri da Hr. Lucchesi Palli, senza lari una villa pubblica , poi continuata e mante
sistema bibliografo , senza fondi , viene a poco nuta a spese del comune con annuo assegna
a poco scemando anzich aumentarsi , e non mento; fregiata di statue di marmo che formando
inerita alcuna attenzione. Il gabinetlo artistico ed un semicerchio chiudono nel centro nna colonna
archeologico del sig. D. Raffaello Politi amatore su cui vedesi il busto di Empedocle esimio lavoro
delle patrie cose e dei pochi che possa oggi van dello scalpello di Villareale; per la posizione
tar l' Italia di eccellenti nella pittura, merita una sorprendente, poich offre da un lato la veduta di
attenta visita dal viaggiatore; vi ha una scella col gran parte della citt, una prolungata catena di
lezione incorniciata delle pi belle slampe moder monti e valli da tramontana . e da mezzogiorno
ne, che comprese colle antiche conservale in por un orizzonte amenissimo che signoreggia un mare
tafogli ascendono a ben 8000, tra le quali delle azzurro in pace, sparso di legni mercantili. Si
rarissime e dei preziosi originali ; uno stupendo anche aperta una pubblica passeggiata di conside
assortimento delle pi rare figure litografale in revole lunghezza ed ampiezza, che mostra i ma
Monaco ed altrove, una raccolta numerosa di gessi; gnifici monumenti dell'antica Agrigento ed inse
un gabinetto di storia naturale colle pi rare stron- guito una vasta pianura che offre a destra il corso al
ziane, zolli cristallizzati, conchiglie, ricercatissime fiume Agraga (Drago!, le di cui acque vedono con
pietrificazioni ec, un piccolo medagliere, ed una fondersi col mare. Cosimi vasi nel 1732 un camposan
danza di oggetti antichi, trai quali degli stupendi to presso la sommit della Rupe Aleuea nella quale
vasi Gitili greco-sicoli , idoletti, bronzi, alabastri, istallalo uu telegrafo, come altro anche posto nel
frammenti di antica scultura ed architettura ri molo. Una buona parte della lunga strada princi
trovali nel territorio di Girgenli, e principalmente pale della citt si da poco tempo lastricata, e
530
G

sarono al di dentro in quella dell'Annun nardo


Chiesa Abate
di S. del
Caterina
Bosco, stabilirono
per opera loro
di Leo
do
ciala nel 1594, a nostri giorni mancarono.
I monaci Olivetani cui si apparteneva la no,
micilio
orzo, in
legumi,
Giuliana
pistacchi,
nel 1647,
earrubbe,
e per
semi beneS-
di Km,

continuala fra breve , ni porler al termine. Dal


1737 al 40 Tu la cill tutla girata di strade rota sale e gesso. Manca di acqua il territorio e si
bili comunali che si riducono sino al molo e me gi dato in appalto al signor D. Enrico Parisi va
nano agli antichi monumenti greco-sicoli. Vedi lungo corso di acqua per la cifra estimativa di
Molo di Girgenti. onze 146,000 a spese del comune, e per lalerza parie
Contava nella citt nel 1798 una popolazione di della prebenda vescovile. Il terreno di Girgenti coaa-
11882 anime, di 17767 nel 1831 compresavi quella ponesidi calcareo arenoso a strati orizzontali incli
del sotto-comune Montaperlo, c finalmente di 15642 nali , di terza formazione , ed a pochi passi dopo
nello scorcio del 1852. Era la popolazione dell'intera la porta di Ponte verso il fiume di S. Biagio vi
provincia nel 1798 di 217877 anime, di 225038 nel furono rinvenuti dalla esimia Giovanna Power i
1831, e di 248545 nel fine del 1852. L'estensione seguenti avanzi fossili organici :
territoriale di Girgenti com prendesi in sai. 15108, Mactra in/lata, Bronn triangola, Rai. Lucina
751, delle quali divise in culture, 25,874 in giar commutata, Phil. Cylherea venetiana. Lamk. api-
dini. 30,175 in orti semplici, 2,5tl in canneti, calis, Phil. exoleta, Lamk. lineata, rugosa. Bromi.
657,536 in seminatori'! alberati, 10156,746 in se Venus radiata, Broe. gallina , L. decussata. L.
minatori! semplici, 2991,638 in pascoli, 189,013 Cardium echinatum, L. ruslicum, L. pectinatum,
in vigneti alberati, 336,078 in vigneti semplici, Lamk. Cardita tulcata Brug. Pectunculvs Gtyey-
41,914 in Gcheti d'India, 671,886 in terreni im meris, Lamk. violacescem, Lamk. auritus , Defr.
produttivi, 5,380 in suoli di case. L'estensione Nucula piacentina.
squamosa , L. Spondylus
Lamk. craprisquama,
Polii. Phil. Pinna,
Lami.
territoriale poi dell' intera provincia comprcndesi
in tal. 161068,417, delle quali 290,873 in giardini, Ostrea Lamellosa, Broc. plicatula. L. cornucopia*,
63,591 in orti alberati, 263,928 in orli semplici, Lamk. depressa. Phil. foliosa, Broc. Anomia Ephip-
46,627 in canneti, 948,441 in risaje , 14,389 in pium , L. polymorpha , Phil. Terebratula vitrea
pioppeti, 135,643 in seminatorii irrigui, 8630,504 Lam. Emarginula elongata, Costa. Ristoa ntono-
in seminatorii alberali, 104607,100 in seminatorii donta, Bivon. pulchella, Phil. radiata. Phil Na
empiici, 34388,242 in pascoli , 2710,211 in oliveli, tica millepunctata, Lamk. Gitilltminii, Payr. can-
9177,540 in vigneti alberati, 4037,346 in vigneti rena, Lamk. Tttrritella tornata, K'ning. vermi-
semplici, 422,702 in sommaccheti, 422,703 in ficheti i cularis, Riss. terebra Broc. Pleurotoma plicattm.
d'India, 1,396 in ficheti d'India ed altro, 33,047 Mtnk. gracile, Phil. Fusus exiguus, Lamk. acicu-
in alberi misti, 390,011 in mandorleti, 66,123 in latus, Lamk. Chenopus Pis Pelicani, Phil. Bue-
pistacchieti, 624,921 in boscalt- , 2,046 in terreni cinum mutabile semistriatum. Broc. Linnei, Payr.
a delizia, 11,186 in culture miste, 7,192 in car Columbella rustica, Lamk. Mitra truncata, Lamk.
rubeti, 1386,965 in terreni improduttivi, 84,343 Conus mediterraneus, Lamk. Dentalium elepkan-
in suoli di case territoriali, 1,316 in camposanti. Unum, L. Balenus tulipa, Hanz balanoides.
Ci hanno quattro zollare nel territorio della citt Il Dr D. Gaetano Nucito faceva anche delle sco
e propriamente nelle contrade di Chimenle, r'auma, perte interessanti per la geognosia, ma non ne ha
Gibisa , Finaita ; si addimaudano dalle contrade dato ancor parte pubblicamente in profitto della
proprie, non sono soggette ad inondazione fuor scienza.
ch la prima per l'acqua sorgiva, distano da 7 m. Ebbesi a patria Girgenti l'esimio Filippo Foderi
a mezzo dal luogo dell'imbarco, e da 4 a 6 dal che pu computarsi tra quegli uomini che appa
punto pi prossimo dalla strada a ruota che vi iono sulla terra come gli astri dalla splendente
conduce; danno le tre prime zolfo di 2'' qualit chioma ad annunziare la magnificenza dell'Eterno
e di 3* l'ultima; scavasi in tutte per l'intero nelle stupende sue opere. Il nono giorno del set
anno e bruciasi da luglio a dicembre; impiegatisi tembre del 1789 udiva il primo suo vagito; ne
20 braccia nella prima, 12 nella seconda, 10 nella spiccava la giovinezza per una somma viviciti
terza, 8 nell' ultima; la zollara nella con Ira da Suzza d'ingegno che non pu non avverarsi in coloro ebe
non in attivit. Esportatisi annualmente, piti giganteggiano poi nelle scienze ; uscito dal semi
che 800,600 quintali di zolfo, ed il commercio nario dove erasi formato insino alle filosofiche di
di esportazione si versa anche copiosamente in gra- scipline con incomparabile progresso, inclin pria
531
G Gdella SS. Trinila, che
convento sotto il titolo

cnza del Marchese Marco Antonio Colon-


a avendo ottenuto quella parte della for proccurarono fosse insignito del titolo di
tezza che di fronte alla citt, mularonla in abazia. Si ebbero le sacre vergini da gran

palniente allo studio di filosofia morale, onde poterlosi avere a difensore nella ingente moltitu
olle addirsi al foro come occasione continua da dine che gli accorreva scorgendo in lui certa vit
ratUtr incessantemente la prediletta scienza; venne toria , pubblicava una farragine di memorie, che
orcio io Palermo. Inauguravasi gi in Sicilia una mostrano l' uomo incorrotto, il filosofo, il pi gran
forma dei codici criminali. Una grande influenza de dei legisti del suo tempo. Negli ultimi anni
i ebbero i Principi! della legislazione criminale di sua vila fermavasi nello studio della musica, e
tobblicati allora dal Fodera, che contava appena scrisse un' opera cui diede il titolo di Scienza del
I vigcsimo terzo anno di vita; furono una deci l' armonia per nuove vie condotta sotto le leggi
sione, un decreto: mostra in quel lavoro ch'eler- generali dell' acustica, seguita dalla storia delle
icr il suo nome colla voce della umanit che principali teorie armoniche. Fu anche poeta e la
;rida in lui un benefattore, quali vizii offendessero sci sino ai nove canti un poema che doveva esten
a legislazione criminale in Sicilia , riguardata e dersi, secondo si prefggeva, sino ai trenta e pi;
ielle sanzioni delle pene , e nella processura fngendo un viaggio verso la sede dei sapienti, pone
istruttoria , e nei regolamenti di polizia , signifi in iscena i pi grandi filosofi dell'antichit e dei
cando fondarsi i suoi principi! sull'unico sistema secoli a noi pi vicini, e per loro disputazioni di
della sensibilit, appoggiandosi ad un mare di eru mostra il sistema dell'universo, le catastrofi della
dizione antica e moderna. Prendeva intanto a tra terra, i fenomeni della natura, le origini, le re
sformarsi l'ordine intero dell'isola cangiando fi- ligioni, i rivolgimenti, la morale, la politica delle
sonomia interamente e nel politico e nel legisla nazioni e degl' imperi , svolgendo ogni ramo di
tivo, nell'amministrativo e nel giudiziario, tal che conoscenze umane. Toccava appena gli anni quaran-
i nuovi sistemi legislativi comunque modellati su tasette, nove mesi e ventisei giorni di vita; scop
quei da quattro lustri pubblicali nella Francia, re piava in Palermo nel fatale 1837 il morbo ster
cavano al momento uno stalo d'ambiquil, di oscu minatore che recideva i pi bei fiori del giardino
rit, e di controversie, principalmente nella rilologia Oreteo, e cadeva anche egli nel di 5 di luglio fra
civile; e ad opporre a ci un rimedio pubblicava il compiauto di pietosa consorte, dei figli, e de
nel 1819 il Fodera, che avevane a prima giunta gli amici, che sino all'estremo istante gli faceano
compreso la trama, un primo volume di comen- lugubre corona piangendo il benefattore della uma
tario sulla nuova procedura, qual lavoro poi non nit, un dei pi grandi giureconsulti che vantato
rese al (ine, divenuto superfluo sopravvenendo in si abbia Europa, il filosofo, l'ingegno capace del
finiti libri su ci dalla Francia. Mentre per oc- l' apprensione di ogni scienza. Era franco e leale
cupavasi in lavori che sempre pi ne confermavano nel cuore, nobile nell'animo, rispettoso del nodo
la stabilita opinione , mentre scioglieva indubi di amicizia; il suo aspetto il dimostrava quale
tabilmente, in opera data alle stampe nel 1821, la era, composto a gravit e piacevolezza, imponendo
fortissima quistione elevata intorno al dritto della venerazione, conciliando affetto. Il di lui fratello
immessiune in possesso dei beni del debitore per Michele Fodera fu grande nella medicina , e sali
titolo dell'interdetto salviano, che intendevano i tant'alto in tale scienza da averne avuto la cat
creditori esercitare in virt dei loro contratti an tedra di un ramo in Parigi.
teriori, poich la nuova reggenza ipotecaria e la Meritano una ben ferma ricordanza appo i ven
legge della spropriazione forzala, avevau fatto di turi come grandi per dottrina e per cariche so
videre in disparate sentenze l' intero foro; mentre stenute: Mr. D. Giuseppe Ugo, Canonico in prima
versandosi nella meccanica e nella fisica inventava della Cattedrale , eletto Arcivescovo di Sorrento
delle macchine e pubblicava lavori per la com nel regno di Napoli nel 1839 e morto nel 1846.
bastione dello zolfo senza che lo sprigionamento Mr. 1). Niccola Slerlini, in prima professore di me
dei gas solforosi avesse prodotto danno alla vege tafisica nel seminario dei chierici , divenuto poi
tazione delle piante, non desisteva di far di con Vescovo di Calvi e di Tcani nel regno di Napoli
tinuo risuonare la sua eloquente voce nel foro alla nel 1848. Mr. D. Cesare Sajeva, parroco dapprima
difesa dell'innocente, che riputava a gran fortuna nella citt, sollevalo indi al Vescovato di Piazza nel
532
G G

tempo due monasteri, il Benedettino sacro si apparteneva al Regio Demanio e i:


a S- ."Niccol dove da un antico si ritirarono tozza.
fu munito
Federico
di una
III nel
muraglia
1371 investi
e di noi
Guglie!-
ks-
nel 1550, e quello delle Chiarine sacro a
S.
di S.
Rocco
Giuliano
che poi
; ma
stabilirono
Vincenzo nella
Boninconlro
Chiesa ino \enlimiglia, di Giuliana e di Gia
na; Martino I per concessela ad Etevm
Vescovo Diocesano li riun in un solo, che Po rulla ed Aragona figlia dell'Infante Gw-
oggi rimane sotto la fortezza, avendo per vanni, moglie di Guglielmo Peralla, la qtak
ritenuto il nome di S. Niccol. nel
buca,
1407
ed dichiar
Adragna erede
Raimondetto
per Giuliana,
nato diSai-
ut
A mezza via tra Giuliana e Chiusa il
celebre convento dei Minori Riformali de concubina del Gglio Giovanni. Sappiani
dicato a S. Anna del Bosco, dato loro dal dalla Sicilia nobile del chiarissimo Fra-
1538 per opera del laico dell' Ordine stesso cesco Eimnanucle che il Re Martino (ta
Bonaventura Sciascia, e che comprendeva cesse nel 1398 la Signoria di Giuliani
anticamente
e poi gli Osservanti
circa il secolo
; vienexv enunciato
degli Eremili
dal Giovanna e Margherila Peralla figlie di
Niccol, ma credo essere ci avvenuto pei
l'ini per avere in ogni tempo avuti per meriti dell'avola Eleonora, che il Re ap
fettissimi monaci. Le civiche cose si ammi pellava sua zia. Alla morte di RaimoMto
nistrano da un Magistrato eletto dal Mar senza figli , fu qual erede eletto Signore
chese ; il Clero soggetto al Vicario del di Giuliana, Sambuca ed Adragna. Anton
Vescovo di Girgenti. Nel 135)5 rec il censo de Luna figlio di Margherila Peralla e di
510 case, 2294 abitanti; nel 1653 erano Artale de Luna; fu dunque Giuliana di Rai
C97 le case, 2757 gli individui, ma giusta mondetto, n solo per donazione di Eleono
il Pirri furono 573 le case, 2U3 le anime, ra. Da Antonio de Luna e da il. di Cardoaa
e nei 1713 575 i fuochi , 2281 gli abi nacque Cario, e si congiunse in matrimonio
tanti, che ultimamente pervennero a 3536. con Giulia N., la quale sotto il pretesto di
II marchese ha dritto di anni ed il nr posto esser consumata la dote, dopo la morte di
nel Parlamento. La serie baronale anti Carlo ottenne Giuliana ed assepolla ia
chissima e no ho incerte notizie, imperocch dote al suo secondo marito Carlo kragm
Guglielmo II nel sudclto anno concesse il Barone di Avola, da cui pervenne ad in
paese alla Chiesa di Monreale con Adragno torno Cardona Conte di Chiusa per dritto
Comicchio ec., dubito se l'Arcivescovo Caro materno, e dopo lui per diploma di Cario
ripreso da Innoccenzo III di avere alienato i Imperatore
di Reggio esedil'ebbe
Chiusanel
e quindi
1543 Alfomo
Marchese
Contedi
beni della sua Chiesa, l'abbia assegnalo in be
nefcio di estranei; poich sotto Federico II Giuliana. Successe ad Alfomo la figlia Dia
na, la quale maritata con N. figliuolo de'
Vicer Ferdinando Gonsaga non ebbe*
1815. Mr. D. Gaspare Gibilaro morlo con grande prole,
glie di laonde
Lorenzo
successe
Gioenilaed
ziaAragona.
Caternamo-
Par
fama di dottrina e di salitila nel gennaro del 1838
contemporaneamente all'arrivo della promozione
lando di Aidone ne notai'i successori sino
al Vescovato di Patti. Gl'insigui canonici Alonge
e Lombardi, sommo canonista il primo ed a po a Fabrizio Colonna Panfilio oggi Marchese
chi in tal diritto uguale, per grande studio delle di Giuliana.
filosofiche e discipline e per santit di vita l'altro Secondo Adria il territorio del PafJC
perspicuo, e finalmente i sommi scienziati ed an fecondissimo , si ha delle miniere i ro
tiquari! D.r D. Vincenzo Caglio e D.r D. Giu
di argento e di ferro , presenta ovunque
seppe Lopresti , tacendo di motti altri parimenti
ili gran merito , ma di fama certo inferiore. agate, diaspri, porfidi di varii colori. Eni'
533
G G
uomini illustri : Placido Castagncda di Giuliano (Monte s.) Vedi Eriee e Monte
dre spagiiuolo, nato in Giuliana , Abate S. Giuliano.
rpetuo di S. il. del Bosco di Calatamau- Giuliano (Fiume di .) Lat S. Juliani
, prudenza
adorno di emolle
destrezza
virt nelle
e principalmente
amministra- Putin*. Sic. Xiumi di S. Ciulianu (V. N.)
Il primo dopo la penisola di Agosta, che
>ifi , di cui parlai nelle mie monastiche si apre la foce nel seno di Megara; verso
slero
tizie ; del
ottenne
Bosconel
fosse
1391
unito
che
allail congrega
suo ino- la spiaggia era dello dai Saraceni Yhadeda,
volgarmente Jaddeda. e nell'interno pren
i onaslero
Monte Oliveto.
ed ordine,
Olimpio
celebrato
Abateper
dello
la dollri-
slesso de il nome di S. Giuliano dal territorio.
Se sia il Mila o Millia mentovato da Li
i e per la piet, fior sulla fine del seco- vio, che scorreva tra Leonzio e Megara,
> xvi, scrisse sull'origine, progresso, e pri- incerto. Dice l'Arezio: // fiume Millia
legii del suo monastero, encomiato perci giusla Livio Ira Leonzio e Siracusa
al Mongil. nclI'Appar. agli Annali Sic; fu oggi il fiume di S. Giuliano. Unisccsi
ippo
nehe Marino
visitatore
adorno
della di
provincia
scienze di
e di
Sicilia.
costumi
Fi- Leandro ad Arczio , ed all'erma Cluverio
essere il loro parere pi fermo di quel di
ncorrolli, fu canonico di Girgenti e visitatore coloro che vogliono essere il Mila il fiu
renerale di quella diocesi. Leonardo mo- me Marcellino che scorre poco dopo il
aco ed Abaie Olivetano promotore del Jaddcda. Ila la sua origine a 4 miglia sopra
Monastero della SS- Trinit in Giuliana nel Lcnlini verso mezzogiorno, dalle sorgenti
16+7 , cui pi volle presicdelle. Cheru Salice e Cappa, le quali distano un miglio
bino Cavallini ottenne la slessa dignit e fra loro e riunisconsi poi nel solo fiume ab
govern per pi anni lodevolmente i mo bondante di anguille; bagna il feudo di S.
nasteri del Bosco e di Giuliana. Giuseppe Giuliano ed i confini della piccola recente
Ragusa Gesuita Rettore del Collegio Massi terra Villasmundo, dove presenta non poco
mo di Palermo lodalo pel suo eminente
ingegno e singolare perizia nelle cose sacre, campanile di che mancava, nel 1820 ; si stabili
nella sacrestia nel 1551-52 un coro per l'inverno. La
dal Pirri, Mongitore, Labeo e da altri; lesse
chiesa di S. Vito viene riformandosi elegantemente
filosofia in Parigi , Teologia in Padova , merc le cure dell'attuai beneficialo Sac. D. Sebastia
Messina e Palermo, mostr ovunque la sua no Cantavespri che ne ha assunto lodevole premura.
rara dottrina , e diede alla luce in due Nel sorgere del secolo corrente, istituivasi il collegio
volumi i comentarii sulla 3" parte della di Maria in educazione delle fanciulle, sotto la
regola del Card. Corradini. Contava Giuliana nel
somma di S. Tommaso , ed altri teologici
1798 una popolazione di 3230, di 3215 nel 1831
lavori. La lai. di Giuliana di 37 40', la e di 3378 nello scorcio del 1852, oggi per voci
long, di 36 50' (1). particolari di 4000. L'aria vi sana. Comprendesi
il territorio in sai. 1276.919, delle quali 1,110 in
(I) Giuliana attualmente un connine in pro giardini, 1,510 in orti semplici, 0,841 in canneti,
vincia di Palermo da cui dista 53 ni., distretto di 75,396 in seminatorii alberati, 755,953 in semina-
Corleone donde 14 m. , circondario di Chiusa da torii semplici, 270,585 in pascoli, 68,815 in oli-
cui a in. Sino al 1844 formava parte della dio- veti, 17,960 in vigneti alberali. 43,795 in vigneti
ceti di Girgenti, in virt per della bolla In su semplici, 0,540 in sommaccheli , 8,850 in ficheti
prema militanti* Ecclesiae specula emanata da Pa 0,304
d'India,
in 13,090
suoli diinalberi
case territoriali.
misti, 18,470
Il suo
in maggior
boscale,
pa Gregorio XVI ai 20 di maggio 1844, eseculo-
l 'iti a 18 luglio dell'anno medesimo, dopo sovrano commercio di esportazione consiste in olio. I con
rescritto del 3 luglio 1844, ne fu smembrata ed torni di Giuliana abbondano in ben 46 variet di
incorporata alla diocesi di Monreale. La chiesa diaspri ed in 12 di agate, recate nella Lythographit
principale stata abbellita e venne fornita di Sicilienne del Conte di Borch.
534
G I GO

elevale le sue rive; poi nella via donde si viene doccione. Lai. Cucchimi*. Sic. Gucciuoi
in Siracusa appresta difficile tragitto ncl- (V. N.) Fonte del fiume di Sorlino, di cui
l' inverno. Aon lungi dalla foce in cui pos dice Fazello: al terlice della terra di
sonole barchette introdursi sino a circa 2 mi
delti di Bologna Marchese della Sambuca, conferma
glia, occorrono frequentissime grotte, nelle tigli con la concessione del mero e misto impero coi
quali sono tagliate profonde ncchie , non l'alta giurisdizione, il poter farvi universit o po
dissimili a quelle che vedonsi negli antri polazioni e rcluire i censi accollati nella compri,
di S. Giovanni in Siracusa; per varie tra per decreto del Be Ferdinando IV datato in Na
sverso vie ravvolgonsi, e presentano comu poli a 30 maggio del 1779. Contava nel 1798 odi
popolazione di 987 abitanti, di 4095 nel ISSI,
nemente lucerne, piccoli vasi , lacrimiere, finalmente di 4774 nello scorcio del 1852, ed oggi
e vi si rinvengono monete, dal che si de di 6000 per notizie particolari. Ne i il territorio
duce non esser vane le congetture di co di sai. 1123,856, delle qnali divise in culture, 0,
loro che attcstano per ogni verso, essere 880 in giardini, 8,835 iu canneti, 549,078 in se
stata un tempo abitazione nella penisola minatori! semplici, 57,049 in pascoli, 3,620 io oli-
veti, 32,073 in vigneti alberati, 473,132 in vigneti
di Agosla, o forse di quei d'ibla Galcote semplici, 0,189 in suoli di case territoriali. L'aria
ovvero di altri di nome e condiziono in vi insalubre ed esporta orzo, frumento, vino e lino.
certa, imperocch neanco possonsi dire se La sua posizione sul pendio di un monte che
polcreti dei M^garcsi, poich Megara dista alquanto ripido nel punto in cui lo sovrasta, cod
al fermo 4 miglia, e le acque dell' Alabo, un passaggio un po' brusco si declina poscia in
del Marcellino e di questo nostro fluine una dolce pendenza.
Descriviamo lo stato del terreno su cni siede,
scorrono tra Megara ed il luogo che de e dei contorni. Al di sopra vi un ammasso di
scriviamo. Altronde avevano i Megaresi am breccia minuta di natura calcare, non mista qoai
plissimi tratti di terra dove comporre i ca ad altra materia , che le potrebbe dare no certo
daveri dei suoi; ovvio intanto e vicinissi legame, e per ci scorrevolissima. Sotto quest'am
mo occorreva il luogo agli abitatori della masso di ghiaja il suolo, per quanto si possano
profondare le osservazioni , rinviensi di natura
penisola. marnosa. La ghiaja che sovrasta alla marna non
dammare (Monte delle). Lai Gium- ha in lutti i punti la stessa profondit. In quella
mariarum mona. Sic. Li Giummari (V. M.) parte del comune che esiste tuttora essa poco
Il monte di S. Calogero presso Sciacca, di profonda , e lo stalo della marna comparisce ap
cui dicemmo, cos detto dalle palme selva pena si cavi per pochi palmi , e tanto pi soda
tiche di che abbonda alle falde. Vedi Ca quanto sta pi sotto. Ma andando pi innami
verso I* estremit opposta del paese quell'ammasso
logero (S). di breccia sovrasta altissima sulla marna. Appunto
dianone (Monte di). Lat. Junonii dove quest' ammasso di ghiaja pi allo si era
monles (V. D.) Monti appellati dagli antichi no gi da molto tempo osservali segni di mo
da Giunone che dicesi in greco H*p. Vedi vimenti interni e temuto uno scoscendimento. Mi
Erei monti. in marzo del 1838, dopo che le piogge erano stale
Giuseppe (.) del Mortili! (1). per molti giorni dirottissime, s'avver in fine
una frana tremenda. Tutto ad un tratto dall'in
terno della pendice sbuc copia immensa di acqua
rompendosi
l'acqua sconvolse
a forzaconlaimpeto
via in incredibile
diversi punti
tutto
; quel
quel
(I) 11 comune di S. Giuseppe dei Mortilli com-
prendesi attualmente in provincia distretto di Pa cumulo di ghiaja; la costa della montagna si sco
lermo da cui dista 19 m., circondario della Piana scese spaventevolmente e rovinando sovverti tutta
donde 6 m., diocesi di Morreale. un ex-feudo della quella porzione del comune che posava sulla brec
famiglia Beccadelli Bologna e comprato insieme ai cia; rest solo in piedi quella che sta immediala-
denominati di Macellaro, Pietralonga, Sparacia, Dam- menle sulla marna.
musi della Azienda gesuitica da D. Giuseppe Becca- Il comune contava un'esistenza settuagenaria.
535
GO GO

Sortino erompe una fonie cui nome Sorlino e da Goccione) che indi ad ap
Goccione, donde immantinente procede il pena cento passi viene accresciuto da due
fiume; (e questo perci appellasi e da sorgenti, altra a mancina detta argentea,

quindi era sul nascere quando vi accadeva la grande me produsse col suo impelo i danni sudetti.
sciagura anzi la maggior parie ne periva. Vi aveva Ma questa una mera congettura , non avva
uusol tempio, appena compiuto a braccia del popolo lorata da aleuti indizio esistente.
e con le tue volontarie oblazioni: era la chiesa ma nolo piuttosto che le marne non danno pas
dre. 1 confrali di Maria Immacolata un altro a loro saggio alle acque; ne rammolliscono i primi strati,
spese ne aveauo iniziato; entrambi rovesciarono, e ma nell'interno vi si insinuano a stento e lenta
la campana della Chiesa al crollar delle fabbriche mente, e quando te ne sono utt poco imbevute non
scossa, sonava de se sola a martora. Fu commo ne assorbiscono di pi, e la rigettano assolutamente.
vente spettacolo in vero. Le case dei terrazzani Allorch ad uno strato di marna sta sovrapposta al
erano la maggior parte ad unico piano ; poche a tra materia che dia pronto sfo^o all'acqua, essa
due, di nessun bello siile di architettura; circa a vi s' insinua per mezzo, ma giunta alla marna e non
mille, come su di un fluido galleggianti, da im potendo penetrarla , obbligata a scorrere sulle
mensi globi di ghiaja che dall' alto rotolavano spinte sua superficie. Ma in tal guisa trasporta con se e
con forza, verso il fiume Jato precipitavano. Ve fa sdrucciolare sullo strato della marita tutte le ma
devi tutta una maceria, e di presente sparire tra terie che le stanno sopra, e ci con tanto pi di
il terreno che come mare in tempesta fluttuava. violenza quanto pi strabocchevole la copia di
Gli scasati nulla poleron salvare delle loro mas acqua che perviene sulla materia marnosa e quanto
serizie, e vino e frumento e quatti' altro si aveano maggiore la pendenza del terreno.
tutto fra le ruine fu sperduto. Per in cotanto eccidio Ecco dunque la causa di quella frana. Le acque
--nessun individuo perd la vita; per un buon nu trapelavano in gran copia a traverso l'ammasso
mero fu arca di salvezza il caseggiato rimasto , di breccia , ma pervenute allo strato di marna
altri per i circostanti paesi emigrarono. sottostante, non potendo ioviscerarvisi e sperdersi
Or qual fu mai la causa di questa frana? Tra in meati sotterranei, vi stavan sopra. Cosi minavano
alcuni dei paesani invalsa la opinione seguen a poco a poco quel vasto cumulo di ghiaja , e
te: sul monte che signoreggia il paese sorgeva la lasciavano apparire alla superficie suprema del
antica Jato , da cui tuttavia ritiene il nome quel terreno quei segni che diedero a temere di uno
monte. Malaterra cronista dell' undecimo secolo scoscendimento. Appena le piogge dirotte e con
narra che essa non volendo sottomettersi al Conte tinuate per molti giorni fecero colare sulla
Ruggiero, costui la cinse di forte assedio, ma fece marna una copia immensa di acqua , l' impeto
ad onta una lunga ed ostinata resistenza, si perch con cui non potendo scorrervi dentro le sdrucciol
vi abitavano da circa 13000 famiglie, come an sopra, fu tale , che sconvolse e scompigli tutto
cora perch vi erano alcune caverne sotterranee il terreno soprastante.
in cui conservavasi gran quantit di bestiame , Questa spiegazione non una congettura ; il
che poli somministrar di che vivere per gran tempo. fenomeno che ti avvera per l'ordinario in luoghi
(Vedi in Caruso, Bibliotheca historica Regni Si- conformali iti quella guisa.
ciliae etc. Gaufridi Malaterra rerum gestarum Quanto si detto si applica in generale a tutte
a Roberto Guiscardo et Rogerio ejui fratre in Cam le terre circostanti al comune sopradetto, poich
pania , Apulia , Brutiis , Calabria et Sicilia lib. tutte con piccole variet offrono poco pi poco
3. eap. 0. et ii). La citt in fine fu smantellala meno le stesse circostanze , e per a parlare in
da Federico II. Or fondandosi su questo passo del termini generali, direi che un certo timore bi
cronista , siccome oggi non si rinvengono affatto sogna che per tutte, poich non tono certo i luo
segni di tali caverne, credono che esse siansi sep ghi pi sicuri sia riguardo ai quali si possa asse
pellite, e sussistano tuttora occulte dentro il monte, rire senza alcuna esitazione, essere impossibile vi
si riempiano di acqua, e lorch non ne possono pi accada mai alcun sinistro.
contenere , essa traboccando sia astretta a farsi Intanto oltre al buon numero delle case rimaste
strada tra le viscere del terreno, e che allorquando dopo l'avvenimento franose, quasi il doppio se
saccedette appunto la frana la quantit dell'acqua ne sono innalzale intorno a quelle, non che una
che soverchi la loro capacit, essendo stala enor- ben grande Chiesa, non compiuta ancora d'abbet
536

GO GO

per le argentee arene che reca, altra a mo. Accoglie poi alla Chiesa dell' Anna-
destra litigio , e pi ulteriormente sotto ziata le acque di quel di Bottiglieria, ed
il
li menti,
paesedestinata
da un altro
a parrocchia
fonte ,cui
oltre
nome
la chiesetta
Pri- un tempo per alcuni acquidolli di cementi
e per molle sollerranee vie magnificameli!?
costruite per 20 miglia al certo , deduce-
ch'esisteva sotto titolo del SS. Cuor di Ges, che vasi alla citt di Siracusa, oggi per es
si trovava pria della costruzione del comune, cio
quando i PP. della compagnia di Ges possedevano sendo diruti quei canali accresce il fiume
quei lerritorii. e che anche oggi si ingrandisce Annpo. Assediando Siracusa gli Ateniesi ,
con varie cellette, sotto titolo di Maria SS. della ruppero, come narra Tucidide nel lib. 6, i
Provvidenza di cui avvi una preziosa imagine so conduttori di quegli acquidolli, acci i cit
pra lavagna. Fu questo quadro a caso rinvenuto tadini per mancanza di acqua venissero
da un conladino nell'ex* feudo Dammasi a poca forzali alla resa. Marco Antonio Marlines
distanza dal comune uei primordii de suo nasci
mento, ed in ogni anuo ai 15 di agosto si celebra fa menzione di questo fiume, che nell'ot
sontuosa festa in onore di Maria sotto cotal titolo tobre del 1557 aumentato di gran pioggia,
scelta a protettrice del paese. crebbe ollrcmodo, e per la sua violenza
San Cipirrello. Direi che al presente il sito del aperta la terra presso il monte Climate nei
comune rimasto illeso pare il meno infelice dei
circostanti. Venendo da Palermo, per buon tratto luogo che dicesi Murghella, ne fu intera
prima di arrivare al paese , la pendice de' monti mente assorbito, ed indi scorrendo sotter
tutta franata. Segue appresso quel terreno e quella raneamente per 4 miglia verso Nord nella
parte di comune che s' descritta; nella estremiti pianura di S. Cosmo, venne fuori novella
opposta , al di l dello spazio orribilmente con mente ad un miglio e mezzo dal mare;
quassalo dall'ultima frana, e scendendo sempre pi
poscia i Siracusani a grandi spese costruiti
al basso nella valle , sorge come uu paesello che
appellasi San Cipirrello. Il silo n' molto irrego nuovi canali nel seguente anno poco al di
lare e vario ne' suoi accidenti. Nel luogo pi sopra
no il corso
dondealeraletto
stato
primiero.
assorbito, Avocaro
alto alcune case sono piantate sulla rocca , ma il
resto che sta in luogo pi basso ed alpestre, parte
posa sopra un terreno argilloso e conforme a quello simamenle che acque vi sono di buona qualit
di S. Giuseppe, e parte sull'arena. Per quelle case ed in grande abbondanza.
poste sulla rocca non c' da dire, le altre soste In concbiusione per non il solo S. Giuseppe ma
nute dal suolo marnoso si trovano in condizione tuttala regione circostante non certo la migliore
peggiore di quelle di S. Giuseppe, poich il luo che poteva prescegliersi per fondare un paese, ed
go qui pi inclinalo e pi basso ; le acque vi i fondatori avrebbero fatto meglio a stabilirsi in
debbono pertanto scorrere pi abbondanti, e pi luogodiverso; tuttavia in altro silo di quella contrada
rapide, e se mai per tal riguardo pu esservi pe non si migliorerebbe o si andrebbe incontro a con
ricolo per S. Giuseppe , qui non pu che farsi dizioni pi triste. L'uomo intanto ha cara l' opera
maggiore. che gli cost il sudore , e gli si affeziona molto
Dunque in questo nuovo sito nou si guadagna se pi quando il vers a procurarsi il ricovero, in
non per quei pochi punti in cui la rocca, ma per cui accolse la consorte, procre figli, accrebbe li
lutti altri si peggiora, se aggiunger non si vuole che famiglia. Catania seppellita pi volte sotto le lave,
per trovarsi pi basso di S. Giuseppe l' aria non fu sempre rifabbricala sul silo medesimo, malgrado
t pu essere che meno sana , ed oltre a ci la il pericolo che i torrenti di fuoco vomitati dal
penuria delle acque, onde non saprei veder ragione l'Etna la seppelliscano altra vlta; le Calabrie
preferirsi S. Cipirrello a S. Giuseppe , il quale sconvolto da' tremuoli rimasero care ai superstiti
ultimo sebbene sia chiuso alle spalle ed alla fronte all' esterminio. (Vedi Botta Storia d'Italia Conti.
da' monti, verso Occidente gli si apre a rincontro il del Guicciardini lib. 49); i terrazzani di S. Giu
golfo di Castellammare, che gli d un'aria sfogata seppe hanno lo stesso amore per le glebe natie.
e libera , il che anche con poche variet per la I nostri antichi per avevano pi senno di noi; vo
terra di S. Cipirrello, ma come posto in sito pi lendo fondare una citt sul luogo medesimo, che una
elevato ha quello senza dubbio del vantaggio, mas- antica, lasciavano la valle, e salivano sui i monti.
53T
GO GO

Boia. Lai. Gulfs. Sic. Gulfi (V. N.) An- Trovolo soggetto nel 1C66 a Lancillotto Ca
ie, tcrricciuola
dove poi fu sollo
edificalo
ardue
Chiaramonte.
e pietrose col-
Era stello, e poi ad Antonino Fatara nel 1681.
Calogero Colonna Romano finalmente l'ac
epoca del Re Federico, ed oggi ne sus- quist verso la fine del valicato secolo ,
lono alcuni avanzi e chiesiuole. Miniane donde il suo nipote Calogero Gabriele, il
tarla il tempio di Maria SS. cognominalo quale splende per bont di costumi, pron
ntico, mollo illustre per la statua della tezza di spirilo, ed altre virt dagli esem
rgiac , in ogni anno con gran concorso pli dei suoi maggiori. Siede il Barone di
gente e gran pompa festeggiata. Nel 1550 Godrano nel pubblico Parlamento del Re
si fabbric di fianco il convento dei Cap- gno il xvin posto e gode del dritto di
iccini , i quali trasmigrando nella parte spada (1).
cidcntale di Chiaramonte, cedettero quel ongaleo. Lat. Gungaleus. Sic. Gun-
ogo agli Agostiniani della riforma di Cen- galeu (V. M.) Lago, nel vasto feudo Ragal-
rbi. gioffali presso Vicari, appartenentesi al si
Godrono. Lat. Colranw. Sic. Culrnnu gnore Pietro Squillo Laudro, abbondantis
r. M.) Lago nel territorio dello stesso no simo di anitre e di altri aquatici uccelli, per
ie , aaltrimenti
ggi Calogero Gabriele
Cotrano ,Colonna
appartenentesi
Duca di cui frequentalo dai cacciatori.
Gonio. Lai. Gonius (V. M.) .Monte ac
esar , dal territorio di Palermo. Esten- cennalo da Aristotile nel lib 2. de Aud., e
esi in giro un miglio circa , ed abbonda credulo lo slesso che il monte delle Rose,
i cefali, tinche e saporitissime anguille, il quale uno dei Gemelli di Plinio. Sono
li che si fa gran vendita in Palermo. le parole del Filosofo : Dicono esserti nel
Godrono. Lat. Godranum. Sic. Cutranu Cartaginese un monte detto Gonio, pieno di
V. M.) Villaggetlo cosi appellato dal Ingo mente
ogni sorla
di di
varie
materiale
specie didicose,
fioriprincipal-
, del cui*
lori discosto del medesimo nome, detto anche
Cotrano, che siede tra Marineo e Mezzo- odore partecipano in lungo tratto i luoghi
juso nella coniarci di Palermo. Si appar vicini e gratissima ad aspirarsi rendono
tiene al Duca di Cesar della nobile fami l'aria. L presso un fonie donde sgorga
glia Colonna quell'amplissimo territorio do- dell'olio, il di cui odore somiglia alle goc
v' il paese ed il lago; la Parrocchia dedicata ciole del cedro ... ; presso quel fonte di
a S. Pietro apostolo amministrata con altra cono esservi un sasso naturale di giusta
Chiesa minore da un Vicario dell'Arcivescovo
di Palermo, che ha cura delle anime. Verso (1) attualmente un comune in provincia e
la met dello scorso secolo costava la villa di diocesi di Palermo da cui dista 22 in., distretto di
25 case e 76 abitanti; crebbe quinci sotto Termini donde 80 m. , circondario di Mezzojuso
i Colonna e nel 1713 ne fu il censo di 87 da cui distante 4 miglia. Contava 6G3 anime nel
1798, poi 749 nel 1831, ed 805 nel Gnc dfl 1852.
case e 253 abitanti, che ultimamente 419.
Si ha in territorio sai. 2220,101, delle quali divise
Ne era il signore Giovanni Valguarnera per coltivazioni, 0,880 in canneti, 1,312 in semi
come nel registro del 1408 ed appo Bar natori! irrigui, 1317,003 in seminatoio semplici,
beri, i di cui figliuoli vendettero il posse 695,769 in pascoli, 1,785 in qlivcli, 8,646 in vigneti
dimento a Bartolomeo di Nontaperto, cui alberati, 45,058 in vigneti semplici, 0,653 in G-
cheti d'India, 148,676 in boscate, 0,319 in suoli
succedette ad erede Pietro, donde so l'ebbe
di case territoriali. L'aria ne sana.
Giliberto Yulguarncra pagate 500 onze; Aildimandasi Gudoranum in pubbliche antiche
non mi so per come sia passato al col scritture, Guteranum dal Carafa, e Guderanum dal
legio della compagnia di Ges di Palermo. Pirri.
68
538
GO GO
I
grandezza, da cui nella siale emanano Gorgo della donna. Lai. Gurgtta
fiamme, nell'interno per coricasi una nae. Sic. Gurgu di la donna (V. 1.)
voragine di acqua che non la cede in cui emana il fiume dell'Arena sotto St>-
freddezza alle neri. Parlai di quel fonte mi. Gibeli e Rapisi rivi dello slesso Ges
oleoso dove di Bivona ; oggi del sasso hanno anche ivi la loro sorgente a 3 li.f- a
non esiste orma alcuna, e forse non mai dalla citt verso ponente.
sialo, e deve fra le favole ascriversi ci sorgo di i.miii. Lat. Gurgei Lovpfa
che il Filosofo sull'altrui relazione attesta. (V.N.) Lago presso le mine dell'amica Bore,
Il monte poi delle Uose sovrastante a Bi non lungi dal mare, Irai fiume Eloro o ibis
vona, la di cui etimologia forse deriva dalla e l'Assinaro,
mide orbicolare
distante
volgarmente
un in. circa
Torredalla
Pizxk.
pin-
voce saracenica Ross che vale capo, som
ministra ai botanici larga copia di erbe, .VI censo del He Martino leggesi apparita!
quinci per essere sempre florido e le sue il fondo di Laufi a Giovanni di Aragona si
vette amenissime , alcuni credono di aver gnore di Ragalmudica, Bonfala, Baolo.
preso il nome dalle Rose. A questo monte Avola, dove il gorgo sudelto.
sono attaccali i colli della Quisquilia. sorgo auto. Lat. Gurges talilut. Sic
Sonua(V.M.)Slagno tra il fiume olir, Gurgu salilu (V. N.) Lago presso Pachino
e l'antica Selinunlc, volgarmente dello Yhali- che formasi da acque piovane e dolci,
ce, pestifero nella state, al quale si riferisco quali n sboccano nel mare, n sono i
no le parole di Laerzio nella vita dell'Agrigen mare turbate; produce per un buonissia
tino filosofo Empedocle lib. 8 , Avendo in sale. Gli scogli dei Porri sono lungo qae!
vaso la peste a causa dell'adjacenlc putido lo.
Sotterra. Lai. Cut/erra. Sic. Gullerri
fiume i Selinunlini, tal che ed essi periva
no e le loro mogli pericolavano nel parto, (V. N.) Osteria nella piana di Catania solls
pens Empedocle il modo di far confluire Mineo, presso cui il fiume Erice sbocca nel
due vicini ruscelli nell'altro, affinch le sue Buflarilo.
acque per tal mescolanza si raddolcissero. sozo. Lai. Gaulus. Sic. Gozu (T. 8.)
Avverte Cluverio che Diogene erroneamente Isola a mezzogiorno della Sicilia, verso mae
appell fiume quello stagno e tacque dei stro da Malia, il di cui circuito di 30 m.,la
due altri vicini il Sclino ed il elico. Presso lunghezza da Rasalcal al capo S. Demetrio
Licofronc nella Alessandra si fa menzione 12 m. e la maggior larghezza di Ica/ro al ca
di Gonusa. po di Zalbugo 6 m. inferiore a Malia in fi
Son*aga (V. D.) Castello di custodia del stila, ma del pari feconda, neanco la cede alla
la citt di Messina sopraelevalo colle che ne vicina Sicilia. La sua figura quasi triangolare
guarda libeccio, a 300 passi dalla citt, fer somiglia una Lizza, donde dicesi aver preso
mamente munito, di forma quadrala, e fab il nome; dal promontorio di levante e dal suo
bricalo nel 1340 da Ferrante Gonsaga Vi maggior fianco settentrionale guarda la Si
cer di Sicilia sotto Carlo V Imperatore e cilia, dall'australe e dal suo minor fianco
Re. verso scirocco rivolta a Malia ; la pnla
sorglo. Lai. Gorgium (V. M.) Citt di occidentale ed il fianco medio sono batluEi
incerto sito giusta Diodoro lib. 20, che in dal mare africano.' Dista 40 m. dalla Sici
altri esemplari leggesi Gorgonium. lia, da Malia un angusto stretto ch' largo
Sorgo caldo. Lat. Gurges calidus. Sic. circa a ni. e 7 lungo , appellalo volgar
Gurgu caudu (V. M.) Presso Segesta. Vedi mente Freo ; vi sorgono le isole di Co
Bagni di Segesta. rnino e Cominolto , che pi sono WBt
539
GO GO
mio clic comunemente chiamasi Gozo. sul primo venire. Persistettero sollo i
\ Diodoro, Procopio, Mela, Cappella, e Romani , unite alla Sicola provincia , ed
linio dicesi Gaulo, da Strabonc Gaudo, avuta poi Malta tra le compagne della re
\ Tolomeo Glauco, nell'epoca saracena pubblica , donato Gozo del privilegio di
audischi,
elle tavoleindibarbaro
AntoninoIalino
Fulacra,
Gaudiwium,
da Giu- municipio, il che attestano sufficientemente
delle lapidi scritte . in una delle quali
io Fano di Giunone, da Callimaco la ce- C. Vallo Postumo Patrono del municipio,
ibre Oyigia di Omero o 1' ola di Calip- si appella. Se ne hanno registrali in or
o, da Ovidio 3 fast, dicesi erroneamente dine i Decurioni. incerto se un tale
'asyra, ma Callimaco notato da Apollo- onore abbiasi avuto sotto Augusto o in
oro presso Strabonc di errore , mentre tempi posteriori. Le accennale iscrizioni
mpegnasi Gluvcrio di far conoscere in corrispondono all' epoca di Antonino , e
(alta l'isola di Calipso. I primi abitatori vengono riportate appo Guallcri, Cluvcrio,
li Gozo diconsi a comune calcolo i Fenici Massa ed altri. Sotto l' imperio dei Greco
la Diodoro, dei quali afferma Tucidide avere romani sciogliendo Relisario con una flotta
>ccupalo dal principio i luoghi marittimi da Caucana spiaggia di Sicilia , approd
Iella Sicilia e le isole per commerciare. alle isole di Gozo e di Malta, donde si tra
Ecco le parole di Diodoro: Tre isole giac sfer nell'Africa. Cedette Gozo ai Saraceni
ciono verso mezzogiorno all'incontro del che usurparono il dominio e la tirannide
la Sicilia in mezzo al mare. Malia, ne della Sicilia ; ripresa da Ruggiero , visse
la prima; descritta la quale, soggiunge: poi sotto i medesimi Principi ai quali Alalia
e un'altra in alto mare che dicesi Gau sottostette. Una flotta di turchi comandata
lo, parimenti ammirabile per la comodit da Sinano invase Gozo nel 1551 , deva
dei porti e colonia dei Fenici. Sembra a stila , ed addusse in servit sino a 6000
Silio nel lib. 14, che altri dopo i Fenici, abitanti.
forse i Greci, abitarono Gozo con Malta, im tanta strettezza di mare tra Cornino e
perocch nota quel poeta avere i Gauli- Gozo che due baluardi nella spiaggia del
lani ed i Maltesi spedito soccorsi a Marcello l' una e dell'altra forniti di artiglierie proi
Console Romano, che portava la guerra in biscono il passaggio ai barbari; comand la
Sicilia contro i Siracusani ed i Cartaginesi. costruzione di quel di Gozo, che somma
/ Fenici, dice Cluvcrio nel lib. 2. cap. 16. mente munito, alla cala Mugiar, Martino Gar-
o i Peni, se furono allora Gaulitani, co zes Maestro dell' Ordine nell 605, e lo appell
loni dei Cartaginesi , non era loro li dal suo nome di S. Martino de Garze oggi
bero arbitrio prender le parli di altro corrottamente Garza. Giacomo Francesco
popolo e del romano massimamente. Del di Chambray Ragli vo dell'Ordine ne volle ivi
resto la medesima la fortuna di Gozo fabbricato un altro validissimo a sue spe
che di Malta ; come dunque si veduto se ultimamente nel poggio Kas Tafal (1).
dalle antiche monete e da lapidi iscritte Aprcsi la pi grande e la primaria cala
avere i Greci occupalo Malta, a sta dell'isola capace di grossi navigli nel fianco
bilire parimenti essersi costituiti in Go- settentrionale rimpetto la Sicilia, cognomi
io. Dopo la prima guerra punica Malta
e Gozo cedettero ai ltomani colla Sicilia
ni) Avvenne ci noi 1749, ed il baglivo segnava
e la Sardegna ; quantunque occupate sui la pianta di una citta che venne fabbricata dopo
primordi! della seconda da un presidio di la sua morte, ed addimandasi in onor del suo no
Cartaginesi , cedono al Console Romano me Citt Chambray.
540
GO rocca ed in Rabbalo GO
all' ingresso del paese,

naia Marsafurno, alla custodia di cui co


stitu un forte il Gran Maestro Luigi di a S. Giorgio , ed in case private not il
Vignacourl. Siede in un' altura a 2 miglia Guallcri tali illustri monumenti in lapidi
dal lido una Tortezza, opera un tempo dei scritte , da mostrar soli 1' antica magnifi
Cartaginesi, munita poi secondo le regole cenza di Gozo. Ed appo Avercampo recasi
dell'arte moderna, circondata da oriente a una moneta appartenenti a Gozo con mu
mezzogiorno da sobborghi, dei quali il pri liebre volto di Pallade cinto di galea in
mario sotto la rocca medesima dicesi Itcb- luna crescente, e con Pallade medesima
bato. La primaria Chiesa parrocchiale de all' impiedi coli' astro solare.
dicata alla Madonna Assunta, mollo degna Fa menzione il Pirri di altri 4 casali ol
di attenzione, Tornita di un collegio di tre Rabbalo, dei quali reca i nomi; Duera,
canonici; Tu eretta dal Vescovo Baldassare Laxari, Scalendi, e Mogarro , nei quali
Cagliarcs nel 1C23 , poi confermala da contavansi 495 case 1884 abitanti , che
Urbano Vili; le sono suffraganee quelle di prima dell' irruzione di SiDano erano sopra
S. Giuseppe, e di S. Barbara V., e la cap sei mila. Ma sono oggi cinque: Sceukia verso
pella di S. Maria di Cava dentro il chiuso 10 stretto, la di cui Chiesa parrocchiale
della medesima fortezza sommamente da dedicata a Giovanni Battista, ed unta del
gli abitanti coltivata. E decente lo spedale sacro olio; a questa vicino scrive Abela ri
per le donne , mollo adatti il palazzo del trovarsi un ingente masso largo e lungo 15
prefetto, la curia, l'armeria, i granai pub piedi , appoggiato ad altre 4 moli minori
blici. Amministransi i sacramenti alla gente elevale da terra sei piedi. Garbo in un campo
in Rnbbato nella Chiesa di S. Giorgio Mart. piano appresso la fortezza, ricco e popo
fondata prima del secolo xv. Ilannosi tre loso, colla parrocchia sacra del titolo alla
case di monaci , quella cio dei Con Visitazione della Vergine. Sannal in alla
ventuali di S. Francesco , che dice anti rupe sotlo la medesima fortezza, colla par
chissima il Pirri, quella degli Agostiniani, rocchia di S. Margherita V. Padur in colle
antica aneh'essa e fondata nel 1453, e quella irriguo e fecondo, la di cui parrocchia
dei Minori Cappucini, ai quali concesse il sacra ai SS. Apostoli Pietro e Paolo. Scia-
Vescovo nel 173G la Chiesa di S. Maria ghret el Ghazzenin pingue ed abbondante,
delle Grazie. Spicca tra le diali l'antica sotto gli auspicii della nativit di Maria,
di S. Giovanni Evangelista, di cui le la nella di cui elegantissima Chiesa ammini
pidi sepolcrali che sono ancor nel cemete stransi i sacramenti; e finalmente Zabugi
rio ci attestano essere stata sin prima del in un poggio, con la parrocchia intitolala
1270. Pubblic poco fa queste lapidi, che alla Vergine Assunta, alla spiaggia occiden
ordin l'attuai Vescovo di Alferan si adat tale.
tassero in mura, l'eruditissimo Francesco Era un tempo il regime dell' isola sotto
Agio di Soldano Canonico di Gozo, e no 11 Prefetto della Verga, assistilo dai Giu
ia esser dei capitani e dei vescovi de dici e dal Magistrato civile ; dicesi ora il
funti nella sacra spedizione contro i turchi comando da un Cavaliere di S. Giovanni
promossa sotto Ludovico Re dei francesi; vicegercnte del Gran Maestro. Obbediscono
assegnasi verso quel tempo il ritorno del nello spirituale gl'isolani al Vescovo di Malia
l' esercito francese dall' Africa. Osscrvansi che dicesi anche di Gozo, e ne fa le veci
anche quivi elegantemente costruiti l' ospe un Vicario da lui assegnato; un Parroco poi
dale per gli uomini, il palazzo del Magi si ha la cura delle anime. Mostra Gozo
strato, ed i quartieri militari. Del resto nella stemma particolare, cio tre monti circon
54!
GO GO

dati dai flutti in campo d'argento. Ne sono conigli apprestano delizia ai cacciatori. Ab
oggi 18000 le anime. La spiaggia dalla parte bondante la preda di uccellagione nella
minore, cio da mezzogiorno ad Occidente, caccia principalmente co^li sparvieri. Rigella
per circa 12 m., inaccessibile per alle c Oliverio come falso ci che disse Solino da
difficilissime rupi, non presta adito alle navi, Plinio, e Fazello da entrambi, che la terra
e due sole cale fi sono: Scilendi e Vueyra, j di Gozo uccida lo scorpione fiero animale
delle quali nella prima uno scoglio su- di Africa , e che n vi nascano serpenti,
baquanco, nell'altra anche uno scoglio per n vi possan vivere da altri luoghi portati.
manifesto dello Agira, nel di cui vertice na Plinio, altronde non di Gozo ci afferma ma
sce un'erba subrossa, della volgarmente fun di Galata tra la Sardegna e l'Africa, come
go di Malta; il promontorio di S. Demetrio ricavasi mollo chiaramente dui suo testo.
comprende Dueyra, dove la Chiesa del S. Dice pi in copia di Goze il sovraccennalo
Salvatore ergesi su di ardue rupi, sotto le Agio, il quale infaticabile, noto al mondo
quali la grotta Ticcha Zarclia con una letterario pei lavori pubblicali , da ascri
rotonda lacuna di acqua marina. Quinci la versi meritamente tra gli eruditi di questo
foce di un torrente che si ha le sorgenti secolo, si ha pei torchi una Sloria di Malta (1).
alla Chiesa di S. Maria di Loreto. Segue
la cala Bahar, da altri Bayda, donde poi (1) L' aspetto del Gozo che in atto fa parte dei
arenosa la spiaggia- Sopra il porto o la rada possedimenti britannici pi ameno che quel di
Marsafurno sono le foci di un torrente Malta, per come si ravvisa. Il suolo general
che scorrendo dalla fortezza va sotto il mente argilloso a differenza di quel di Malia di na
tura calcare per tutto, eccetto qualche parte di terra
nome di S. Maria. Poi la Chiesa di S. Paolo vegetale sfuggita ai furori del mare in intervalli
ed il forte in custodia del porlo; indi oc di rupi o in qualche valle. Le rocce del Gozo han
corre Pamala asilo ed il promontorio orien la propriet d' impregnarsi dei vapori atmosferici
tale, e nello stretto la cala flugiar, dov' un e risolverli in acqua, e scavansi anche facilmente
torrente presso la di cui foce una pie dall'azione dell'acqua marina che rodeli insensi
bilmente lasciando in ogni cavila che viene a for
tra quadrata di sette piedi della delle mare una tal qual copia di sale. Ci hanno inoltre
Armi, che appena urlata muovesi e risuona. cave d'alabastro, che dar potrebbero dei prodotti
Quinci la fortezza Garza, e poi le rupi di bellissimi ed interessanti pel commercio. Fertile
cui parlai. Le parti interne dell'isola sono il terreno, egli abitanti hanno tanta cura dei co-
irrigue ed amenissime e costano di sei al toneli e dei seminatori! di frumento e di orzo ,
che gli alberi stessi nonch altre culture si ban
ture, interposti dei campicelli piani. Scatu discono come parassiti molesti delle predilette colti
riscono da molte fonti freddissime saluber vazioni. Il frumento ed il cotone danno d'ordinario
rime e dolci acque; abbondante la pro da sedici a diciotto per uno, e la raccolta annuale
duzione del frumento e delle biade, per del cotone ascende comunemente a circa 95000
quasi l' intero anno abbondano di fiori gli libbre senza compreso il seme. Ameni vi sono an
cheLai capitale
pascoli, dell'
e l'uva
isoladi ilottima
castello
qualit.
del Gozo unito
alveari donde si cava un pregiatissimo me
le, rendono gli alberi saporitissimi frulli, n al Rabbato. Gli avanzi di antichit, come fusti di
mancano le vili, gli ulivi, i pascoli, n final marmoree colonne, capitelli, frontoni, o bassorilievi
mente erbe medicinali, delle quali scrisse nel che incontravano un tempo venendo alla citt, ri
suo lavoro Lausio di Malta erbuario. L'alaba attestano esservi stali dei sontuosi edifzii, dei quali
per non pu segnarsi epoca. Presso il Rabbato nel
stro- per che fu da poco tempo rinvenuto si giardino di Iiiazi una grotta con circa CO sepolcri
ha come perfettissimo, e comunemente sono molto larghi, lunghi 6 piedi, e scavati nel sasso.
disseminali dei testacei montani di varia for Sei casali sono inoltre attualmente nel Gozo ,
ma. Dove si affollano i boschi le lepri ed i cio: Nadur, Scicara o Caccia , Zcbug o Zeb eco.
K42

GII CR
Gradella. Lai. f. Sic. Gradigghia.(V.M.) rasiti. Lai. Granili. Sic. Granili ;v.D.
Asilo nella spiaggia di Girgcnli non mole Paese sollo Taormina verso Occidente, di
stato dai venti, di un m. di circuito, in cui cui si apparteneva un tempo ai municipii,
possono i grossi navigli slare al sicuro e in un letto di (umicello volgarmente Fiu
dar fondo. Sovrastagli IHonlerosso. mara, non lungi da Gaggi. La Chiesa mag
ranglara ({). giore parrocchiale dedicata a S. Basilio,
ristorala poco fa per elemosine dei fedeli,
Garbo . Saniial , Scienchia. Nel casale Scicara os
servasi un antico edilzio in rovina appellalo Torre di elegante lavoro. E il Patrono del paese
dei Giganti. Nei contorni diZchug, a pora distanza S- Sebasliano Mart. , e riconosce la genie
dal monte dove trovansi le care, di alabastro, un a Pastore l' Arcivescovo di Messina che
antico convento di Cappuccini notabile per la di cominelle ad un Sacerdote la cura delle
sposizione e l'eleganza della sua architettura, il anime, ed a Signore temporale il Marchese
di cui ingresso presenta un lavoro di scultura di
somma grazia e delicatezza, e le arcale sono ador di S. Isidoro; imperocch compresselo dai
ne di ghirlande e di vasi. Nella valle che mena regii Consultori destinali al pubblico era
dal convento al porto di S. Paolo nna grotta che rio Cania Mastrillo nel 1639 sborsali 17000
fa osservarsi ai viaggiatori come una delle cose aurei, c ne impetr quindi il titolo di Mar
pi interessanti dell' isola , senza poterne giu chesato trasferito da Tortorici. Domenico
stificare la rinomanza; vi si penetra per uno
strettissimo corridojo in capo al quale una sala figlio di Garsia e di Lucrezia Celcsli fu
di 36 piedi di diametro incavata nel vivo sasso. trai 12 Pari del Regno, Giustiziero di Pa
Le stan vicine di altre stanze parimenti scavale lermo, e gener con Flavia Lancia Gar
nella roccia, ma che vengono a poco a poco di sia n e Maria; vide quegli morire il suo
strutte dal vento di nord e dall'acido marino che unigenito Domenico; Maria divenuta mo
ivi abbonda; una sola se ne vede ben conservala
con nel centro una tavola di pietra intorno a cui glie a Diego di Castiglia gener Pietro,
seder potrebbero comodamente otto persone. unito in matrimonio a Marftsa Palern As-
La popolazione di circa 17000 anime, il che mundo, donde nacque Diego n oggi Mar
non rappresenta affatto il settimo di quella di Mal chese di Graniti. Luca Barberi fa men
ta. Spaventevole finalmente l'intrepidezza dei
cacciatori gozzitani; la sola vista delle rocce della zione nel Capibrecio di Adernile o Gra
sponda reca orrore, eppure un non piccol numero niti casale silo tra Taormina e Francatila,
d'invidui passan la vita loro tra quegli scoscen appartcncnlesi un tempo a Francesco Tacca.
dimenti, poirh sostenuti da coi de che fermano cui succcdelle il figliuolo Niccol, il quale
in sommiti dello scoglio perpendicolare, lasciansi dimoilo ad Enrico Russo Signore di Ai-
coraggiosamente sdrucciolare in quegli anfratti e
spelonche dove sanno che i colombi o altri uc done, riservatosi l'usufrutto. Pass dai Russo
celli costruirono il nido , e talvolta per ghermire a Niccolo Castagna nel 1372 , e cedette
sinanco la preda nelle cavit delle rupi si slan agli eredi di lui sino a Federico Pollicino.
ciano senza ad altro appoggiarsi che alla corda che vendendo a Giacomo Balsamo nel
dalla quale dipendono. Fu un tempo proibita una 1*98.
tal caccia, ma la proibizione facendo nascere una Conln varisi in Granili nel 1652 case 290,
ricerca degli uccelli che venivano in qualche mo
do a mancare, accrebbe un pi grande impegno e 1105 anime, oggi 280 le prime, e nel
pel maggior guadagno ai cacciatori. Vedi la Storia censo di questo secolo 917 gli abitanti che
di Malta e Gozzo opera di Federico La Croix. Ve ultimamente 1227. Comprendesi nella co-
nezia 1850. Vedi Malta. marca di Taormina, di cui va soggetto al
(1) un villaggio aggregato a Spadafora S. Mar l' Istruttore della milizia. Ferace 0i\ ter
tino in provincia di Messina da cui dista 36 m.,
distretto di Castroreale, circondario di Taormina. ritorio e produce ulivi e mori, n manca
Conta circa 1700 abitanti , e si ha 29" salme di di altre produzioni necessarie alla vita. Sia
territorio. nella medesima lat. che Taormina , ed in
543
GR GR
39 di long. In un diploma del Re Rug boccio, da recente magnificamente costruila,
giero del 1117 si fa menzione della terra va sollo il lilolo di S. Niccol, ed olire cia-
c del fiume di Granili (1). que la riconoscono a Madre. Abitavano un
brunitoli (capo di). Lai. Granitoli* tempo i Minori Osservanti in Occhiala, cJ
promonlorium. Sic. Granituli (V. SI.) Pro oggi dannosi il convento all'estremila del
montorio nella spiaggia di Selinuntc oggi paese verso mezzogiorno sotto il lilolo di
di Mazzara, che diecsi anche delle tre fonti Maria Annunziala. Incombe ad un Parroco la
da tre gorghi che sono nel lilo. Sorge vi cura delle anime e presiede al Clero un Vi
cina una torre dello stesso nome, e di riin- cario del Vescovo di Siracusa. Ubbidiscono i
petto non lungi dalla spiaggia giacciono tre paesani ad un magistrato annuale secondo le
piccoli scogli. leggi del Regno destinato dai borgomastri. Si
crnnmi< iieio. Lat. Gran Michele. Sic. appartiene, come era un lempo di Occhiala,
Grnmmichcli (V. II.) Paese, eh' l'antica alla comarca di Callagironc e la prefettura
(tenia (Occhiala), e siede nel campo del me militare di Lcntini somministrando 20 pe
desime nome, fondalo da Carlo Caraffa Prin doni. Lo stemma un aquila. Pici primo
cipe di Butera, imperocch essendo crol censo sollo Carlo V present Occhia l 191
lata in maggior parte Occhiala antica terra case e 1276 anime; indi nel secolo seguente
per un Ircmuolo, trasfer colui da alpestre 430 case, 1965 abitanti, ed oggi il novello
luogo la gente che restava circa il 1694 paese cosla di 695 case, e di 4282 anime,
iu lieta pianura vicina ad Occhiala, verso che erano 2379 nel 1713. Il territorio
Oriente, e novello elegantissimo paese co adallo alle biade, alle vigne, agli ulivi, ai
stitu. Ordin si formasse una piazza esa- pascoli ed ai fruiti, manca per di acque;
gona, dai di cui singoli lati stendendosi vi sorge la casa degli cremili e a due mi
delle vie cacciano in sci piazze minori co glia dal paese dicesi volgarmente di S.
stituite ad angoli retti. Corrispondono ad Maria della Piana; due altre sono anche
esagono gli edifizii e le quattro vie interme frequentate dagli eremili , umili al cerio
die che dividono in giro il paese, ma dove ma decenti al culto religioso. L' altezza
apronsi le piazze minori le vie e le case polare di 37 e pochi minuti , e sta in
rappresentano dei parallelogrammi. La 38, 9' di long. Sono oggi i suoi signori i
Chiesa maggiore parrocchiale rivolta a li Principi di Butera. Vedi Occhiala (1).

ti) attualmente un comune in provincia e dio


cesi di Messina do cui dista il m., distretto di Ca- (1) Granmichele capo-circond. di 3* classe in
strorealc donde 33 m., circondario di Taormina da provincia di Catania da cui dista 36 m , distretto
cui distane 6. Coniava la popolazione di 1266 anime e diocesi di Caltagirone donde 7 m., e 136 da Pa
net 1798, poi di 1466 nel 1831. e finalmente di 1762 lermo. Erane la popolazione nel 1798 di 7687 ani
nel fine dell'anno 1852. L'aria vi malsana. La me, indi di 8438 nel 1831 e di 8935 nello scorcio
estensione del territorio di sai. 404,990, delle del 1852. Il fertile territorio eslendesi in sai. 1668,
quali divise per coltivazioni, 0,622 in canneti, 4, 135, delle quali 6,636 in giardini, 1,253 in can
405 in gelseti, 0,924 in seminatori! irrigui, 6,715 neti, 6,128 in seminatori! irrigui, 3,738 in semina
in seminatori'! alberali, 120,385 in seminatoi ii sem tori! alberali, 1022,108 in semiualorii semplici,
plici, 129,064 in pasture, 12, STI in oli veli , 1,919 288,691 in pascoli, 26,764 in qlivcli, 5,496 in vi
io vigneti alberati, 25,620 in vigneti semplici, I, gneti alberali, 285,439 in vigneti semplici, 21 ,208
328 in ficheti d'India, 0,351 in mandorleti, 4,915 in ficheti d'India, 0,574 in suoli di case territo
in boscate, 96,171 in terreni improduttivi. Il mag riali. Il principale prodotto che forma una sor
gior commercio di esportazione ne consiste in vino, gente di commercio esortativo il vino. L'aria
olio e seta. buona.
34-'
GR GR

raamuiinio. Lat. Grassulialum. Sic. Niccol, e da Federico se l' ebbero i Prin


Grassulialu (V. N.) Fortezza celebre un tem cipi di Balera.
po c clic ancor sussiste ai nostri giorni sce tirante (Torre delle). Lai. Grastarum
vra per di soldatesca e di presidio. In lurris. Sic. Turri di li grasli (V. N.) Tedi
certa ne l'origine, ma furono da gran Pietratagliala
tempo popolati i luoghi d' intorno con una Cimiteri. Lat. Gratleris. Sic. Gratleri
parrocchia che si apparteneva alla diocesi (V. D.) Paese appresso Ccfal verso Occi
di Siracusa. Occupava la rocca sotto Gu dente, di nome Saracenico a mia credenza,
glielmo I. Bartolomeo Grassuliato, e sotto ma delloPirri
presso dal ed
cratere
altri,per
imperocch
f acqua che
comune-
stilla,
Carlo di Angi leggesi destinalo alla custo
dia di essa un regio Milite con un prefet niente ci hanno delle grolle che diffondono
to- Nei primi tempi degli Aragonesi Ric limpidissimi gorghi nel suo territorio, ed
cardo Passando Giuslizicro della Valle di anche crateri dai quali scaturiscono delle
Girgcnti die' mostra della sua fede a Giacomo acque sommamente purgative, dette volgar
figliuolo di Pietro, e poi a Federico fratello mente del Bevuto. E memoria di Gratleri
di lui, c valorosamente pugn nell'espugna sin dal tempo dei Normanni , imperocch
zione di Aidonc. Eletto aveva il medesimo Re in un diploma della Contessa Adclasia del
a Signore di Grassuliato Guglielmo di Pal- 11 12, in cui si confermano le immunit della
lolla ma divenuto fellone, trasmise in Ric Chiesa di Palermo, sottoscritto un Gu
cardo i dritti della fortezza ed i fondi delle glielmo di Gratleri, che dubito sia stato
terre adjncenli; ebbesia successore il figliuo signore del paese, imperocch gli antichi
lo Ruggiero, clic soggetto alla Curia nel censo assumevano il cognome dalle conseguite
del medesimo Federico per Grassuliato, Pa Signorie. Sotto Federico I Imperatore, e Re
tagonia , Passando, e Tavi, ne conseguiva di Sicilia si fa menzione di Giliberto di
una rendita di 900 onze; offese una volta Monteforte Conte di Petralia e Signore di
il Ile Pietro II unendosi ai Palizzi, poco Gratleri, Seuescalco del medesimo Princi
dopo per richiamato al dovere, consegui pe, che visse marito ad Isabella Conlessa.
la grazia del Re per opera di Rlasco di Manfredi figliuolo di Federico e dopo la
Aragona. Nola il Fazello in quella cospira morte di lui Railo di Sicilia, commut 300
zione dei Signori di Sicilia contro Martino onze legale dal padre alla Chiesa di Pa
Ruggiero Passando Conte di Grassuliato, lermo da spendersi in riparo degli edifl-
che a dire o nipote o figliuolo del so zii, concedendole In terra di Asinelio e la
prannominato Ruggieri, imperocch mi ri terra di Gratter nel 1250. Cedette indi
cordo aver io letto Rogerdlo Passando , ai Signori Venlimiglia; ma di questi Fran
cosi forse appellato dai Siciliani a distinzione cesco perdeltela colla vita ed altri beni, fel
del padre vivente dello slesso nome. Dice il lone divenuto da Pietro II. Raccolto in gra
Pirri lib. 3, not. 2, essersi ribellalo da Mar zia del suo Principe Francesco u e conse
tino Blasco Passando che dice figliuolo di guile le Signorie del padre, assegn Grat
Riccardo, per la di cui fellonia adunque leri con Collesano ad Antonio altro dei fi
concedette Martino Grassuliato a Niccolo, gliuoli, e questo morendo priv della ere
dei Bracci/orli Signore di Mazzarino, cui dit Francesco in generato colla prima mo
succedette poi il figliuolo Tommaso notato glie Margherita Peralla, poco a lui rispet
nel registro di Martino , di varie Signorie toso. Ma Francesco prese a difendere colle
fornito; mor senza prole, onde ottenne il armi i drilli suoi e poi colla legge; rima-
forte il fratello Federico primogenito di ' sta tuttavia sospesa la causa in giudizio, fu
5 '.5
GR GR

solamente inlrodolto nel possedimento di le colline di alberi fruttiferi, n mancano


Gratteri, e ne diremo poco appresso dei uberlosissimi pascoli, n dense selve e bo
successori- schi adattissimi alla caccia. Il fiume d'Isnello
La primaria Chiesa parrocchiale sacra bagna i confini di Gratteri e tragittasi con un
a S. Slichole Arcangelo, sullo un prete cu ponte non lungi dal paese. Il ben munito
rato, o il Vicario del Vescovo di Cefali), di forte Roccella, di cui diremo, sollevasi in
cui si comprende nella Diocesi. Altra sotto custodia della spiaggia. La long, di 38
11 titolo di N. D. destinata bens all'ammini e 45', e la lai. avanza appena i 38. Me
strazione dei sacramenti, che non mi so se sia rita ricordanza Sebastiano da Gratteri sa
quell'antica Chiesa di S. Maria che Giliberto cerdote cappuccino, la di cui vita e la morte
di Monforte Signore del paese concedette al dicesi illustre per maravigliosi prodigii ed
medesimo Vescovo di Celali!. Enumeransi onorata della frequente apparizione di Cristo
12 filiali. E dei Minori della prima Custo e di Nostra Donna ; mor in Caslclbuono
dia o dei Conventuali l' antichissimo con nel 1572.
vento di S. Maria di Ges fuori il paese, Ritorno ai Signori. A Francesco, di cui
dove fece i rudimenti di perfetta vita Se parlai, e ad Eleonora de Prades succedette
bastiano da Gratteri Sacerdote che pass Giovanni nel 1453, cui Francesco iv donde
ai Cappuccini come dir in appresso; ma di Pietro che viveva nel 1516, giusta Luca
gran lunga pi insigne spicc il monastero di Barberi. Pietro fu succeduto da Carlo, cui
S. Giorgio sotto l' ordine Prcmoslratcnse in nel principio del secolo xvn Pietro n ap
prima, casa attualmente della cavalleresca mi pellato, pei suoi meriti verso i concittadini,
lizia di S. Giovanni; il costrusse e Io dot il padre della patria. Per gli altri successori
Duca Ruggiero primogenito del Re Ruggiero vedi S. Stefano di Bivona (1).
nell'anno 1140 circa, come attesta il Re Tan
credi figliuolo del medesimo Duca in un suo (1) Gratteri un comune in provincia di Pa
diploma del 1190. Papa Lucio III preselo poi lermo da cui dista 48 m. , distretto e diocesi di
Cefal donde 9 m., circondario di Collesa no da cui
nel 1182 sotto l' apostolica protezione, e rin 5 miglia. Trovasi in costruzione una nuova Chie
nov la conferma del suo predecessore In- sa madre e verr tra breve compita. La Chiesa
noccenzo II. Martino finalmente come di del SS. Rosario venne abolita nel 1818. Contava
regio Patronato eommendollo a Benedetto nel 1798 una popolazione di 1787 anime, di 1784
de Ginestra Canonico regolare. nel 1831 , e di 2529 nel fine del 1852. L'esten
sione territoriale ne di sai. 2368,219, delle quali
Siede il Barone di Gratteri il ix posto classificate in particolari coltivazioni, 0,384 in giar
nel Parlamento, gode del mero e misto ira- dini, 3,731 in orti semplici, 0,954 in canneti, 16,
pero, ed assegna il magistrato. Compren- 268 in scmiaatorii alberati, 794,294 in seminato
desi il paese sotto la comarca e la prefet ri! semplici, 1027,291 in pascoli, 72,293 in oli-
tura dell' Istruttore di Termini, e 25 fanti veli, 8,100 in vigneti alberati, 120,534 in vigneti
ne militavano sotto le bandiere. Contaronsi semplici, 10,465 in sommaccheti, 2,822 in ficheti
d'India, 233,494 in boscate, 76,868 in frassineti,
sotto Carlo V 597 case, e nella met del 0,721 in suoli di case territoriali. I principali ge
secolo seguente con non lieve discapilo 1357 neri del suo commercio esporlativo consistono in
abitanti in 384 case; furono al nostro tempo frumento, olio, manna, sommacco. L'aria vi sana.
333 le case, 1094 le anime, che ultima Vien detta questa terra Gratterium da Mauro-
mente 1357. Sgorgano nel territorio acque lieo, da Fazello, ed in un privilegio del Re Martino
del 1392, Grattrium da Briezio. Gratterit dal Pirri,
salubri comeavvisai, e vi occorronoallo spes Graeteris da Arezio, Craterium anche da Mauro-
so dei berilli. Produconsi abbondevolmente lieo e da Pirri, Graterit da Silvagio, Grader in
le biade, gli ulivi, le vili , e sono vestile uu privilegio del 1131 di Cgone Arcivescovo di
546
GR GR

Gravina. (V. D.) Paese, altrimenti Pia- rada (V. D.) (1).
che, alle falde dell' Etna verso maestro, a traila (V. M.) (2).
5 ra. da Catania ed un giorno di lei mu Cii-egorio (S.) Lat. S. Gregoritu Sic. S.
nicipio , che conosce oggi a suo signore Grivoli (V. D.) Terra nei colli che sovra
Pietro Yalguarnera Conte d' Assoro, dei di stano Catania, nella bassa regione del Mon-
cui predecessori parlai nella voce Galcrmo, gibello, municipio un tempo di quella citt,
e che se l' chbe in compra dalla regia cu ma soggetta ora al Duca di Aci-Casteilo o
ria nel 1G16. Girolamo Gravina 1' onor del Massa. La Chiesa principale sacra a S.
titolo di Principato, cambiatole il nome di Gregorio e si ha due Chiese filiali soggette
Plache in Gravina. Il tempio principale pre al Vicario del Vescovo di Catania. Altra no
sentasi sopra un poggelto a chi viene in vella e magnifica oggi se ne fabbrica nella
paese, sacro a S. Antonio di Padova ed vicina piazza per pie elemosine dei fede
ha filiali cinque Chiese. La cura delle ani li, sacra all'Immacolata Concezione, la di
me si appartiene al Vicario del Vescovo di cui festa si celebra con gran pompa agli
Catania. Contaronsi 17C case nel 1G52, e 713 otto di seltetnbre. Nel secolo xvn erano 136
abitanti; nel 1713 erano 208 le case, 768 le case 556 gli abitanti, nel xviu erano 118
gli abitanti, che nel 1760 montarono a 1122. le case e 561 gli abitanti, che montavano
La patrona del paese la Vergine S. Rosa nel 1760 a 635 (3).
lia, la di cui festa celebrasi solennemente Gregorio (S). Lat. S. Gregorius- Sic. S.
dagli abitanti. Il Principe di Gravina ha il Grivoli
zogiorno,
(V.nella
D.) Terra
via consolare
sotto Gessoappresso
verso mei-
la
drillo di armi ed il xvn seggio nel Parla
mento. Nacque in Gravina, ma educato in collina di S. Rizzo, lungo la riva del ru
Catania dalla puerizia fu tenuto qual cate scello appellato dall'antico vicino monaste
nese, Agostino Giuffrida professore di arli ro dell' ordine di S. Basilio. Comprende
e di medicina , e primo interprete delle 60 case e 221 abitanti giusta il censo del
stesse nella patria accademia; die' alla luce
varii lavori riguardanti medicina, filosofia, orti semplici, 0,185 in gelseti, 74,829 in semina-
poetica ed oratoria. Il territorio piantalo torii alberati, 17,345 in oliveti, 56,440 in vigneti
a vigne, ad alberi frultiferi ed a gelseti, in alberati. 24,045 in ficheti d'India , 40,872 in bo
grande spazio (1). ccale, 16,890 in culture miste, 0,156 in suoli di
case territoriali. Esporta principalmente vino. La
aria sana.
Messina, in altro del Conte Ruggiero del 1088, e (1) Comune aggregato a Milazzo in provincia di
del Re Ruggiero del 1134. Messina da cui dista 89 miglia.
(1 ) oggigiorno un comune in provincia distretto (2) un villaggio a circa 3 m. da Palermo eoo
e diocesi di Catania da cni disia 5 m., circondario un convento di Minori Osservanti.
di Mascalucia donde un miglio, e 178 da Paler (3) Attualmente un comune in provincia di
mo. Ci ha un monte agrario per frumento , che stretto e diocesi di Catania da cui dista 7 migli',
dipende dall' Intendente, e formato nel 1815 da un circondario di Mascalucia donde 4 m., e 180 da
abolito peculio giusta la sovrana risoluzione del 25 Palermo. Ne erano 820 gli abitanti nel 1798, poi
giugno 1838; diretto dal Sindaco e da due de 1452 nel 1831 e finalmente 1914 nello scorcio del
putali eletti biennalmente dall' Intendente; il ca 1852. L'estensione e di sai. 286,021, delle quali 3,081
pitale di 14 al. calcolale in denaro al prezzo in orli semplici, 63,840 in seminatori alberati, 55.
corrente in due. 126; le obbligazioni di coloro cui 281 in seminatorii semplici, 85,080 in pascoli IT.
distribuitesi la semente, ricevonsi dal Conciliatore. 746 in oliveti, 53,839 in vigneti alberati, 11,869
Contavansi in Gravina 1 1 03 abitanti nel 1798, poi in ficheti d'India, 15,502 in boscate, 19,072 io
1101 nel 1831, e 1353 nel line del 1358. Slendesi terreni improdultivi, 0,411 in suoli di case terri
il territorio in sai. 239,(15, delle quali 1,713 in toriali. L'aria buona.
547
GR di

1713
a ad eun
cheAbaie
sono eattualmente
si annovera332.
trai Va
municipii
sogget- tri monte dei serpenti. Verso greco a presi
nello slesso vertice una fossa o grotta con
lellcntrionali di Messina. Si appartiene alla una fonte di acque appellata della Vergi
lioecsi dell'Archimandrita ed ha due chiese ne Maria. Alle parti inferiori del monte
liliali. Un borgo sito non lungi chiamasi sono la Favara di S. Filippo , di cui feci
Casalollo. 11 monastero di S. Gregorio ven parola, e Mare dolce cio copiosissime ve
ne fondato circa il 1063 dal conte Rug ne di acqua con antica piscina o nauma
giero, il quale per la resa dei Saraceni chia , che descriveremo a suo luogo (1).
impossessatosi di Gesso, borgo silo ad occi Grimaldi. Lai. Grimaldi*. Sic. Grimardi
dente sul declive di un poggio, chiamati i (V. M.) Paese decoralo del titolo di prin
monaci di S. Basilio, fabbric loro magione cipato, oggi S. Caterina.
e chiesa, e concesse i circostanti campi dai Grippalo. Lat. Gripparum. Sic. Grip-
confini del territorio di Messina per sino a paru. (V. D.) Casale nel territorio di Messina
Milazzo ed innoltre il feudo di S. Anastasio a settentrione, che apparlenevasi nel 1320
nell'agro di Randazzo e finalmente il bor a Francesco Romeo, ed indi a Raimondo
go stesso. Non rimane memoria alcuna dei figliuolo di lui. Comprossclo Francesco
primi abati , eletti nel principio dall' Ar Spina sotto Ludovico, e la sua figliuola cin
chimandrita del SS. Salvatore di Messina, se di benda nuziale Rinaldo Lancia, quindi
cui il Re Ruggiero soggett dopo alcuni anni
il nostro monastero, e ne fu l' ultimo Leon
(1) Il Grifone alto sul mare ST77 piedi, giu
zio Crisafi, erudito nelle lettere greche e sta le osservazioni barometriche prese dal punto
latine, monaco basiliano, gratissimo ad Eu della scala del Mezzagno, da cui scendendo a de
genio IV ed al Re Alfonso, e che fu sollevato stra si viene alla (erricciuola che le d il nome,
alla dignit archimandritale. Venne per af e salendo a sinistra alla cima del monte. sor
fidato in primo luogo a Giovanni di Compa prendente da quell'altura la veduta, poich dalla
punta eh' sporgente vedesi la pianura di Palermo
gno verso il 1466, col volere di Paolo II
coi suoi fiumi, i suoi golfi, a va a perdersi l'oc
Unni. Pont. Ne gode oggigiorno Emmanuele chio nel mare che sembra talora limitato dalle i-
Filingeri dei Conti di S. Marco, che si ha solelte che prescntansi al par di nubi. Alle falde
il xxx posto nel pubblico parlamento del del monte merita attenzione il pittoresco convento
Regno ed assegna il magistrato del paese; di S. Maria di Ges dei Fi. Minori Riformati; sa
lendo pochi gradini, ofTresi una terrazza circondata
gli soggetto il Monastero di monache della da sarcofagi e da sepolture gentilizie delle nobili
SS. Annunziala in Naturila. Celebrano i mo famiglie palermitane, e nel centro una fontaua di
naci in greco rito gli tiflcii divini, sono pre forme svelte, mediocre di scultura, con una iscrizio
sieduti dall'abate regolare, e somministra ne che nota essersi ivi portata nel I63i, per cura del
loro gli alimenti il Commendatario. Vicer duca di Alcal, l'acqua della sorgente d'Ara-
Grifone. Lai. Gryphus. Sic. Muntagna lilcri. L'antica porta di gotico stile ben lavorata
in pietra. Ben tenuta la Chiesa , e nella prima
di S. Maria di Ges (V. M.) un allo monte cappella a destra conservasi intero il corpo del B.
nella parte australe del territorio di Paler Matteo da Girgenti fondatore del convento nel
mo, verso le di cui radici rivolto ad oc 142G, e di riiupclto a sinistra le ossa ed il cranio
cidente il convento di S. Maria di Ges del B. Benedetto Nero da S. l'iladelfo. Vedonsi so
dei Min. Riformali, da cui prende anche di un altarino due statue di marmo; due cappel
loni sono .quasi sotterranei. Dal convento che
quello il nome. Diconlo poi Grifone, im mollo ampio ed ameiiissimo si salisce per le rupi
perocch verso gli alti gioghi verdeggianti del monte ad un dilettevole belvedere, donde pu
rappresenta un tale uccello, quindi per la ritrarsi uno stupendo quadro dell'agro palermi
medesima ragione diecsi Falcone, e da al tano.
548
GR GR

nel censo del Re Martino diecsene signora (osi da costoro gi sin dai primordii del
la madre di Antonio e di Francesco Lancia. secolo xvi in paese, sborsate 42300 onze nel
So l'ebbe dai Lancia sborsatone il prezzo 1634. Volle il medesimo per privilegio del
Ludovico Spadafora nel 1459, i di cui suc Re Filippo IV insignita la signoria degli ono
cessori possiedono oggi con la (erra di ri di ducato nel 1648, molle egregie im
Martini. prese oper nella patria, e provvedclle al
rosso. Lat. Grossum. Sic. Grossu(V.D.) vantaggio dei paesani. Ebbesi da Olimpia
Promontorio detto volgarmente Capo, nel Galluri il figliuolo Felice il quale con Ip
lito australe di Messina, die protendendosi polita Starrabba gener Tommaso marito
quasi tra Messina e Taormina nello stretto, ad Isabella Galletti , donde nacque Ippo
coverto dui (lutti nell'inverno. Non vero, lita erede di Grolle unita in matrimonio a
come altrove notai, essere stato appellato Vincenzo Grua Tolamanca, che nominato
Argenno dagli antichi, imperocch quel di duca di Grolle nel 1721, ebbesi Antonio og
S. Alessio l'antico Argenno. gi vivente, elello poco fa cavaliere di S.
rotte. Lai. Grilline. Sic. Rutti (V. M.) Gennaro dal nuovo Re Cattolico. Si ha il
Paese tra Girgenli, Naro, e Sutera appar- xvi poslo nel Parlamento, gode del drillo
nenlcsi quindi alla diocesi di Girgenli, al di armi, conia attualmente 3536 soggetti
la sua prefettura militare, ed alla comar- che nel 1713 erano 2324 in 546 case; 90
ca di JViiro. Credesi comunemenle surro anime contavansi al tempo di Carlo V, ma
galo ad Erbesso aulica cill per la somi 1041 nel 1595; secondo il Pini 369 fuo
glianza del nome , poich Erbesso vale chi 1595 abitanti.
presso i Greci luogo di spelonche, ma al Nel declivio di cavernoso colle siede la
trove forse stelle Erbesso e pi vicina a terra di Grolle verso mezzogiorno. La Chie
Girgenli, e non mancano intanto delle spe sa parrocchiale intitolala a > . Donna del
lonche in questo trailo di terra, donde pos Rosario, per la patrona della gente S.
sa dirsi altro da quelle il luogo delle spe Venera V. e M. Ha cura delle anime il Vi
lonche, cui corrisponde il silo di Erbesso. cario del Vescovo e si ha soggette altre 7
Del resto incerta l'origine di Grotte chiese minori. Erano inoltre i Minori Con
che ricevette Rodrigo Sances da Pietro Ara ventuali dal 1573, ed i Carmelitani in S. Ma
gona, donde l'occuparono i Ycnlimiglia. ria Annunziala, ma l'abbandonarono costret
Sollo il Re Martino Ludovico di Monla- ti da povert. La lat. di Grolle di 37,
perlo ed il figliuolo di lui avevan soggetti 25', la long, di 37 30* (1).
i terrilorii di Grotlicello e di Grotte di
Leone nella signoria di Girgenli- Il mede (1) 11 comune di Grotte, che attualmente nn
simo Ludovico, essendo sialo conceduto nel capo-circondario di 2' classe, in provincia distret
1396 da Martino il feudo di Grolle a Fi to e diocesi di Girgenli da cui dista 10 miglia, ba
lippo Caslrogiovanni, richiam quello ai segnalo dall'epoca di Amico alla nostra un gran
drilli suoi e lo lasci al figliuolo Antonello progresso civile, di che son prova i molti stabili
menti costituiti, che cronologicamente noveriamo,
nel 1414. Morto questo senza prole disse e pei quali va trai principali dell intera isola. Per
prede Federico figliuolo del fratello, il di la coopcrazione del fu pio Sac. D. Calcedonio Mor-
cui pronipote Baldussare marito ad Anto reale fondossi nel 1774 un collegio di Maria in
nia Buccalandro mor senza prole, e gli suc educazione della fanciulle del paese, aggregato alla
Chiesa del Purgatorio e sotto la regola del Card.
cedono la sorella Lucrezia unita in matri Corradiui. Slabilivasi poi nel 1775 un monte di
monio a Lorenzo Tagliavia- Desiderio di Piet dal fu D. Giacomo Lo Bosco donalo un ca
S. Filippo da Piazza compr Grolle, forma- pitale di onze (00, di cui i frutti sul prestilo souo
549
GR GR

Ci rotte nacheri. Lat. Grilline Madie- Gnigno (Torre di). Lat. Gnigni tur-
ris. Sic. Grulli Macheri (V. N.) Sono gran ria. Sic. Turri di Grugnu (V. D.) Torre di
di spelonche non lungi dal Pachino, dove ispezione nel lido di Cefalt Ira la cill
Cittadella, scavale nella rupe e famose gli scogli dei sette GU
Frali.
per la copia dei sepolcri.

al 5 per 100 a ragion di anno, per lo che e per


altre largizioni avanzalo ad onze 900. Sa di un Guadagna. (1).
colle vicinissimo al comune si costru nel 1836 la Guaiterl. Lat. Gualleris. Sic. Guarleri
Chiesa rurale del Calvario per opera del fu Uro.
Antonino Mangione, e di Mro. Giuseppe Valenti (V. D.) Terra trai municipii settentrionali
che gettato ne aveva le fondamenta, ma veniva di Messina, quantunque corrisponda a gre
demolita perch minacciante mina nel 1821 quella co della finii: siede in un pianterreno ver
anche rurale di S. Giuseppe. L' orfanotroGo di so il letto di un fiume che bagnandone le
donzelle povere, demolito nel 1819 per vetust di estremila si unisce al (Vocilo , e guarda
fabbriche, fu riedificato nel 1841 per le cure del Oriente. La elegante Chiesa maggiore rico
benemerito D.r D. Filippo Sferlazzas di cni dire
nosce a tute lan: S. Niccol Vescovo di Mira,
mo, che trovavasi allora membro della Commes
sici ne amministrativa del paese. Essendosi costruita ed ha soggette altre quattro minori. La
la strada provinciale da Girgenti a Caltauissetla , piet del barone e della gente costitu un
la municipalit di Grotte chiese che traversasse pel convento sin dal secolo xvi ai frati Carme
comune, e l'ottenne nel 1848 coli' obbligo della litani , e va sotto il titolo di N. D. Sono
spesa per la costruzione nell'interno, per l'abbat
timento di case, e per tre grandi tagli, ed in tal 275 le case nel censo di questo secolo,
modo ebbesi la strada che soli' interno del comune 884 gli abitanti, ed ultimamente 1077. Sta
riusci col livello ed in un solo tratto del ter in 39 5' di long., in 38, 15' di lat. Presiede
ritorio col livello al di sotto del 5 per 100. Con al clero un Vicario dell'Arcivescovo e gli
limosino di pietosi particolari ergevasi nel 1847
dentro il paese la chiesa sotto il titolo di S. Diego,
ed a spese del solo comune si costru nel 1854 un (1) una vallata nella sommit di cui sorge una
carcere circondariale con otto stanze pei vari ceti chiesa istituita in onore della Vergine Assuuta di
sessi ed imputazioni. cui si venera il simulacro, dalla Regina Maria Ca
Grotte contava nel 1798 una popolazione di 4478, rolina, per essersi quivi altronde rinvenuto ascoso
poi di 4169 nel 1831, di 5658 nello scorcio del 1858, nella grotta poi mutala il quadro che rappresenta
ed ora per notizie particolari di 6141. Ne merita Maria e Giuseppe col divino fanciullo, che oggi
memoria tra gl'illustri cittadini il Dr. D. Filippo si osserva nell' aliar maggiore. Sorgono da sinistra
Giacomo Sferlazzas morto nell'et di anni 80 gli avanzi di un palagio di epoca normanna de
nel 1854 , chiarissimo nella legislazione , storia , nominali la Torre dei Diavoli , e consistenti in
archeologia , geografia e scienze naturali. Occup una gran sala con porla e finestre a sesto acuto
varie cariche nell'antico sistema, poi nel novello e con colonnelle, sotto le quali scorre una striscia
fu Giudice del proprio circondario, e poi Consi dentellata, ed in un sotterraneo, che forse serviva
gliere provinciale di Girgenti; filantropo, disin di bagno ai tempi di allora allungandosi quasi
teressato, venerato da' buoni, e da' buoni alla morte insino alle rive doli' Greto che scorre nel basso
compianto. della valla. Nella sovrastante pianura di Falso-
11 territorio estendesi in sai. 957,513, delle quali miele che steudesi insino alle falde dei monti Gri
dividendo in culture, 10,761 in orli semplici, 0, fone e della Medaglia sono anche incavate nel vivo
558 in canneti, 36,845 in seminatorii alberali, 886, sasso delle stanze sotterranee di forma rotonda
970 in seminatorii semplici, 2.275 in pascoli, 3, con in giro dei sedili ed un desco di pietra nel
355 in vigneti alberati, 14,098 in vigneti sem centro, le quali fanno asserire esservi stati sopra
plici. 2,278 in sommaccheti, 0,108 in culture mi un tempo casini deliziosi degli arabi principalmen
ste, 1,565 in suoli di case territoriali. Esporta fru te, e scendervisi di l nella stale a ricrearsi della
mento e sommacco. L'aria ne sana. freschezza e desinare.
530

GU GU

si appartiene la cura delle anime; dirigo lanta Campagna, il figlio dei quali Dome
no il civile amministratori del Principe, poi nico divenne duca di Gualtcri per oh re
ch quantunque trai municipi! si apparten scritto di Filippo IV del 1625. Francesco
ga come notai, riconobbe signori proprii con nato da lui divenne con Anna Graffeo dei
dritto di armi sin dai tempi degli Svevi co principi di Parlanna padre ad Elisabetta,
me vedremo. Enumeratisi finalmente illu con cui ingaggi lite lo zio Gaspare pel
stri: Arcangelo Gualtcri che incorporatosi vincolo apposto da Alfonso , e super ia
all'ordine dei min. osservanti, sostenutele giudizio nel 1637 ; alla di cui morie sen
cariche di lutto l'ordine fu innalzalo in To za figliuoli indotta Elisabetta nel possedi
ledo nel 1606 alla suprema di Generale; mento assegn le signorie al marito Dome
quinci per beneficio di Filippo IV cui era nico Graffeo Principe di Parlanna, donde
venuto a cuore frai primi per la interezza Benedetto unito in matrimonio a Giovanna
dei costumi ed il milissimo ingegno, no Filingieri, dai quali nacque Girolamo dei
minato Arcivescovo di Morrcalc, mostr pi dodici Pari del Regno, Pretore di Palermo,
grandemente le suo virt, mor in Palermo Cameriere dell' linperator Carlo VI, ma
frai suoi nel 1617, decoralo di nobile epi rito a Laura Grua, visse sino al 1749, dopo
taffio. Ne fan menzione con encomio l'ini, cui fu sostituito il primogenito Benedetto
Lello, Mongitore , Buonfiglio , Mauro , che Maria Graffeo Principe di Parlanna, Duca
diconlo da Messina e nato propriamente nel di Ciminna e di Gualleri, cavaliere di S.
sobborgo di Cicra. E Piccola Pietro Chilleo Giovanni e prese in moglie Pellegra Sta-
"buono poeta nominato dal Mongitore. tclla, dalla quale si ebbe Girolamo. Il ter
Fa menzione il Barbera del casale Mu- ritorio di Gualtcri piantato ad oliteli, mori,
sacca nel feudo di Gualleri, che dicesi con vigneti e biade corrisponde abbondevolmen-
ceduto dairimpcrator Federico Redi Sici le ai signori, ed arricchisce gli agricoltori.
lia a Guglielmo di Marino (leggo altrove Dicono essersi appartenuto un giorno il pae
Malico) per privilegio speciale dato in Spira se alla parrocchia di S. Lucia (1).
nel 1212, per l'aiuto prestatogli valorosa Guardia (V. D.) Borgo di Giojosa. Vedi
mente in Germania, dove il Marino avea con Gojosa.
teso pel medesimo Imperatore. Fu succe Guardia (V. D.) Piccola terra in cui visse
duto dal pronipote Bartolomeo appellalo lungo tempo la regina Eleonora moglie di
Barluccio nel censo di Federico II nel 1320 Federico II , donde sen veniva frequente
circa, cui succedette il figliuolo Pietro don mente al monastero benedctlino di S. Rie
de Malico Marino dello ancho de Tornel
li, enumeralo trai baroni nel 1399 al tem ti) Gualtieri Sicamin, come si appella comune
po di Martino; quinci Odoardo nipote di mente, un comune in provincia e diocesi di
lui vien registralo nel censo del medesimo Messina da cui dista 23 m., circondario S. Lucia
Re , da cui Pietro confermalo dal Re Al da cui 5 m., diocesi dell' abate. Contava 1800 abi
ne
tantidelnel
1852.
1798,
L'estensione
poi 1969 nelterritoriale
1831, e 2741
ne nella
di sai.
6-
fonso nel 1421 colla clausola del drillo dei
Franchi, padre di Odoardo ri e di Andre- 825,336, delle quali divise in coltivazioni, 16,650
otto; imperocch coslui prese il possedi in giardini, 14,488 in seminatori! alberati, 58,058
mento di Gualleri dopo il fratello morto sen in seminatori! semplici, 595,407 in pascoli, 93,603
za prole, e l'occupava giusta il medesimo in oliveti, 9,420 in vigneti alberati, 22,234 in vi
gneti semplici, 4,329 in castagneti, 12,078 in bo-
Barberi nel 1310. Spicc trai successori di acate, 0,069 in suoli di case territoriali. Esporta
Andreollo, Costantino barone anche di Tripi principalmente frumeulo vino ed olio. L'aria
e Protonolaro, unito in matrimonio a Vio- salubre.
551
GU Gi

col dell'Arena per darsi alle cose divine. ronsi nel secolo scorso 83 case 336 abi
Fu devastala in gran parie dagl' inccndii tanti, ed oggi dal censo statistico 78 case
dell'Etna e mostra ora rovine, e sopra o- 392 anime. Il dominio civile si appartiene
gni altro una cisterna appellala della Re ai Principi di Scaletta senza facolt di armi;
gina. la spiritual giurisdizione per si appartiene
Cnatianclla (y. SI.) Fortezza della Ga- all'Arcivescovo di Messina. Essendo in parte
etael dai Saraceni, della quale attesta Ma- soggetta con Arlalia alla casa d'ospizio di
laterra, essersi dal Conte Ruggiero espu S.Giovanni gerosolimitano, Salimbenio Mar
gnala con altre vicine come poco di sopra chisi signore di Scaletta concesse a quei
avvisai. IN'e occupava il territorio sollo Fe Cavalieri il feudo di Schiumo nel territorio
derico II Bartolomeo di Monlaperto , fu di Paterno, ed egli s'impossess degl'interi
data poscia ai Chiaramente ed ai Monleca- casali. Nola il Barberi essere sialo soggetto
tena, ed appartengasi sotto il Re Martino ai Chiaramonte , per cui leggiamo averlo
a Filippo de Marino nella dizione di Su- ottenuto colla prefettura di Scaletta sotto
lera.
Gueironia. Lat. Guelphonia (V.D.) For il Re Martino Niccolo di Palli, come dir
in appresso parlando di Scaletta (1).
tezza regia di Messina grandissima un tem Curari. (2).
po, volgarmente Castello di Hatagrifone, urnalonga (V. N.) Fiume del terri
sovrastante alla cill ad occidente, costrui torio e della piana di Catania, di cui dice er
ta giusta le norme dell'antica architettura. roneamente il Fazcllo dee. 1 lib. 3 cap. 2,
Crcdesi di origine antichissima, ed era nelle scaricarsi o nel Dittaino nel Crisa , prima
guerre dei Cartaginesi , come ricavano da che questo bagni i confini di Aggira, Ccn-
Polibio. Mostrano un'antica cisterna, con torbi e Ragalbulo, imperocch distingue il
varii ornamenti in marmo che esprimono Gumalonga dal ruscello delle Canne e di
le superstiziose fiabe dei gentili. Fu ono
rata questa fortezza della dimora dei Re
(1) Guidomandri ovvero Ogliomandri attual
Aragonesi e principalmente della Regina Co mente un Comune in provincia distretto e diocesi
stanza moglie di Pietro. di Messina da cui distante 14 ni., circondario di
Guldaioca (V. M.) Torre nella spiag Ali da cui dista 7 miglia. Avevasi 438 abitanti nel
gia di S. Giuliano o di Ericc, in custodia 1778, poi 645 nel 1831 e finalmente 801 nello scor
delle navi del vicino asilo detto delle GroU cio del 1852. Conta sai. 103,375 di territorio, cio
5,391 in giardini, 0,254 in canneti, 0,850 in gel
tacce. Un fiumiccllo del medesimo nome seti, 14,843 in seroinalorii alberali, 52.357 in pa
si ha non lungi le foci , e scaricasi nel scoli, 16,929 in oliveti, 9,774 in vigneti alberati,
mare. 3,910 in ficheti d'India, 0,067 in culture miste.
Guldomandrl. Lai. Guidomandris Sic. Il principal commercio di esportazione ne consi
Guidumandri (V. D.) Piccola terra della an ste in vino ed olio. L'aria ne umida.
Il nome di questo paese slato dai sicoli scrit
che Oleoinandri , sopra la spiaggia dello tori per lettere variato: Guidimandrus dal l'ini e
stretto, alle parti australi della giurisdizione dal Fazcllo, Guidimandrum dal Carafa, Guidiman-
di Messina, dalla quale dista 4 miglia, ed dri da Arezio, Guidomandr anche dal Pirri, Gui
il di cui barone siede il xxa posto nel Par dumandri in un privilegio del Re Martino del
lamento del Regno. La Chiesa maggiore 1404, Lundimandro forse per errore dell'edizione
parrocchiale intitolata alla Madonna Annun nell'Isola rio del P. Corouelli.
(2) un comune aggregato a Barcellona in pro
ziata sotto un prete curato si ha una fi vincia di Messina da cui dista 32 m., distretto di
liale, ina sorge al lido con alcune case Castroreale, con una popolazione di circa 200 abi
la Chiesa di S. Maria di Laurelo. Conla- tanti.
552
GU GU

Gabella, anzi attesta aversi e corso c foce tro Carrera dicevasi di S. Pielro dal no
diversi il terzo di 5. Paolo che falsamente me della vicina chiesa. del resto sopra
come insegner a suo luogo appella Simelo; Galice poco dopo il Simeto un ponte di
ed afferma finalmente accrescere tra il Giar- pietra che chiamasi di S. Paolo. ."Nella chic
rclla, c la scafa di S. Agata quel delle Canne siuola smisuralo sasso incombe alla volta,
o Gabella le acque del gran fiume di Ca ed sostenuto da un altro di assai minore
tania, volgarmente Giarretla, che io con grandezza il che credesi dai terrazzani
tendo con Cluverio e Carrera essere il Si- avvenire per prodigio del S. Aposlolo,
meto. Comunque sia passata la faccenda al che favoleggiasi essere approdalo in que
tempo del Fazcllo, comunemente avveniva ste spiaggic. Notisi qui che Carrera e
che per molte tempeste mutassero corso i Massa scrivono essersi diroccata la Chiesa
fiumi. Oggi Gurnalonga uno ed il mede di S. Paolo da circa 200 anni, ed essere stata
simo fiume con varii capi, che lutti quasi a fabbrica di cementi, e nel territorio del
ho descritto por l' innanzi. Imperocch Provvisore, ma essi ingannansi, come rica
confluiscono quel delle Canno o Gabella, vasi dal sopradetlo.
il Buflarito, e Gatta, Krice, e Giandruma, ai uri-Ida (V. D.) Lago nel territorio di
quali si uniscono il ruscello di Minante, le Randazzo di quasi 4 sladii di circuito, in
acque di Sigona c di Bagni, e cosi insie cui si scarica il fumiccllo dello slesso no
me scorrendo verso il fondo di Grolle, pre me. Le sue acque per per occulti meati
so il nome di S. Paolo da una chicsiuola credesi scorrere sino a Catania, ed ivi for
nel vivo sasso incavata verso la destra ri mar 1' Amenano. Dice Maurolico Iib. 1.
pa, scaricansi nella pianura del Provvisoro Sicul. Rer. : Il Gurrida un fiume in
volgarmente Primosole, dove una volta la Randazzo, il quale iti assorbito scorre
sciando a sinistra il Simelo o Giarretla, a- sotterraneamente nella citt di Catania.
privano foce nel mare sotto il territorio Quel lago poi sembra in gran parte dis
Vaccarino, ma dal 1621 scaricansi nel Si seccarsi nella state , quando sovrabbonda
melo medesimo poco sopra la scafa di S. l' Amenano in Catania e rompe i margini,
Agata. Tuttavia nell'inverno non potendo come si osservato spesse volte ai nostri
accogliere il novello letto le acque di tanti giorni, del che abbondantemente parlai nel
ruscelli, scaricasi in lungo ed in largo il mio lavoro della Catania illustrata.
Gurnalonga nel territorio del Provvisore, assetta. Vedi Boccetta.
e si passa per un ponte a circa 400 passi
magnificamente da poco costruito e deco
rato del nome di S. Agata, e poi per la HA
antica foce scaricasi nel mare. Si tura que
sta foce nell'est, quindi formasi un lago nane (V. M.) Fiume. Tedi Orelo.
o una palude. Serissimo altrove nelle note al Hablta (V. M.) Vedi Abita.
Fazcllo esser crollato e cosi perito il ponte latenti (V. N.) II fiume Simeto cos
di S. Paolo; ma non avanzandone alcuna appellato in un diploma di Papa Urbano II
memoria, n apparendone vestigia, affermo con cui descrive i confini della diocesi si
ora non esser mai stato in luogo alcuno, racusana nel 1095. Non vedo per donde
quindi ebbe nome il fiume non dal ponte abbiasi avuto un lai nome, poich sotto i
ma dulia chiesiuola , imperocch il ponte Saraceni dicevasi il Simeto Huelmusa , c
di legno che era perduto al tempo di Pie- Moise sotto i Normanni.
553

HE IA

necalompedon (V.N.) Vedi Ecalom- altre Papa Alessandro III in un suo diploma
cdon. in favore del Vescovo Riccardo , datato
iiepiinestla (V. N.) Vedi Cornino. in Benevento nel 11C8 come a quella ap-
uepbcKtlades (V. D.) Isole vulcanie, parlenenlisi; ecco le parole del breve apo
miche vulcanio dai Greci dicesi H'<p*srsios. stolico: Rimanga inoltre fermamente a
Vedi Lipari. te ed ai tuoi successori qualunque pos
Heracieotes (V. D.) Isola, delta dai la- sessione e qualunque bene ec, trai quali
ini di Ercole, e volgarmente Basiluzzo, di esprimiamo segnatamente : le Chiese della
;ui si disse. citt di Siracusa, le Chiese del monte
Jahalmo, e quali sono nel suo territorio
HU con pertinenze- Sembra esprimer qui Monto
Rosso , imperocch non ci ha altro luogo
Haethertiayn (V.N.) Fiume. Vedi Cri- nella medesima diocesi sotto il nome di
Mi e Dittamo, qual nome trasse da quello Monte. Registra quinci immediatamente le
origine e fu detto Diltaino dal nome sa Chiese di Mohac o di Modica, e poco prima
raceno Huethechayn. enumera quelle di Ragusa tra le quali si
iiuetiimuMc. Vedi Simelo. giace Monte Rosso. Avrei pensato di Chia-
ramonte se non in bassi tempi sia venuto
quel nome al paese dai Signori Chiara-
IA monte , e che dicevasi un tempo Golfi.
Vedi Monte Rosso.
Jnblcn. Lat. Iabica o Yhabica (V. M.) laici. Lat. Yhalca (V. M.) Era uno spa
Casale nel territorio di Sulera, che dicesi zio tra l' atrio del regio palazzo di Palermo
soggetto nel censo del Re Martino a Tom e le case private della citt, circondato da
maso di Michele nel 1408. un muro , e cos detto saracenicamente ,
Jaddeda. Lat. IaddedaoYhadeda (V.N.) qual luogo cinto all'intorno. Aveva una
Il fiume di S. Giuliano di cui si disse di porla in una contrada retta della citt, ed
sopra, alle di cui rive un sepolcreto di era destinalo ad albergare i custodi della
gi descritto. Oggi il medesimo luogo di fortezza ai quali presiedeva un Visconte,
cesi saracenicamente beri. Vedi Giuliano acci fossero pronti a repentini bisogni.
f Fiume
j mi idi.
di Lat.
S-J. Yhadidis (V. M.) Fonte, le Vedi Fazello lib. 5 dee. 1." Altra la
Yhalcia in Palermo che comprende con la
di cui acque deducevansi per acquidotti alla parrocchia di S. Niccola una fortezza ma
citt di Lilibeo. Altrimenti Xadiddi. rittima ed una osteria, mentovata dal me
.ladra. Lai. Yhadra (V. N ) Fortezza al desimo Fazello.
trimenti delta Cadr col vicino casale, che Jaiico. Lat. Yhalicis stagnum (V. M.)
nel registro del 1320 dicesi appartenere ad Stagno appresso la foce del fiume di Bclicc
Adinolfo Morlilleri, ed a Niccola di Lamia. verso Occidente. Vien ributtato dai fluiti
Distava alquanti passi per valle intermedia del mare , perloch diviene pernicioso ai
da Francofonle; quinci nel censo composto terrazzani nella stale. mentovalo dal Fa
sotto Martino nel 1409 leggiamo il casale zello nel lib. 6. e. 4.
denominalo hadra di Francofonle appar- jiiniiiici. Lat. Yhammel (V. M.) Fonte
lencnlcsi a Giovanni de Cruillas. di acqua solfurea, oggi Calamelh, dove i
Juiiaiimim (V. IN.) Monte nella diocesi bagni di Scgcsta altrove descritti.
di Siracusa, di cui le Chiese enumera con Jasl. Lai. Yhasis(\'. M.) Torre nel lil-
70
554

IA IB

tarale di Licata cui succede il monte Ca la


vicine
Chiesa
genti,
e venerano
c con somma
i SS. frequenza
Martiri; si visilano
appar
stellarne-.
lasMlblll (V I>.) Vedi Cassibili. tiene quella ai parrochi della Chiesa di
Jaii. Lat. Valiti. Sic. Xiumi Jalu (V. M.) Morrcale, ai quali si competono i drilli del
Prese Corse il nome questo nume dalla territorio ed i censi; sebbene il Conte Rug
greca voce BABT2 che suona in Ialino giero concesse Jalo nel 1093 al Vescovo di
profundum, poich scorre in nllc e pro Mazzara, e Guglielmo 1 vollcne soggetti gli
fonde rive. Attesta nondimeno il Oliverio, uomini ai monaci Cistercensi di S. Niccolo
che il vero suo nome fu Jats o Jalhir, di Gurguro; lullavia Guglielmo II diede in
poich scorre dal monte , cui colla Citta dono nel 1176 alla Chiesa di Morreale il
costruitavi un tempo nome Jutn. di cui castello o la terra di Jalo; indi furono con
diremo. La sua foce Ira il caricatolo se- cessi molli privilegii agli abitanti dall'Ar
gesl.ino o^jii di Castellammare, ed il capo civescovo Benvenuto. Ma quivi ridottisi i
Rama: ne sono quadro le fonti: Ginestra, Saraceni per la fermezza del luogo ribel
Lhium, Hizalo, e Cauarera , nei colli e landosi contro Federico I Re di Sicilia, ed
nei Itrrilorii dei medesimi nomi ; dove avendo resistito , dopo lungo assedio di
confinisi nini sodo il monte Jalo pongono strusse il Re siu dai fondamenti la espu
in movimento mulini , accolgono nel terri gnala fortezza , distrusse il casale; releg
torio Fallamonaca il ruscello Ballotto , i Mori nella Puglia colle loro famiglie, e
e sotto nome del fiume Jalo bagnano restitu finalmente il luogo alla Chiesa.
le terre del feudo Junqnadara. Succede Scrive Diodoro soggetti i Jetini ai Car
poi un esimio ponte ad un arco, i di cui taginesi, ina da questi rivoltatisi, discac
piedritti poggiano da ambe le parli sopra ciando il presidio , dieronsi ai Romani e
ingenti rupi : I' appellano Tayhurn dal vi loro, come alTermano, apprestarono con al
cino diruto casale saracenico. Resi poi fe tri dei soccorsi per 1' assedio di Siracusa.
condi i terrilorii di Yalguarnera sodo Stefani fa menzione di Jela. Jeta castello
Parlinico tragittanti per altro punte ehc di Sicilia, secondo Filislo nel lib. 6; Jelea
prende il nome dalla Chiesa di S. Maria; dicesi la genie. Rimane nncora una mo
u lungi di l si scaricano nel mare. Il neta di rame in cui si esprime un soldato
Bali o Jati dicesi anche Tajhuro dal ponte fornito di scudo e di asta, e nel rovescio
dello
Jaio.
slesso
Lai nome-
Jatu (V. M.) Monte e pic una corona di alloro col mollo iAlTttfiN.

cola terra oggi minala, che credesi comu IB


nemente la Jela degli amichi, i di cui po
poli Jetini eniimeransi da Plinio Irai me 1 bla calcoli, l t Hybla Galeolis (V.H.)
diterranei, e che Silio si ha come cele del di cui nome dissi altrove. Del tempio
bre; ... f eccetto Jela. Appellasi oggi vol poi e della condizione dei cittadini non
garmente S. Cosmo dalla Chiesa nel ver rincresce ripeter da Pausania : Gereali de
tice del monte dedicala ai SS- Mari. Cosmo gli stessi Calanesi fu ridotta in forma di
c Damiano, dicevasi per un tempo Monte borgo. Erti un tempio sacro alla Dira che
Azu. e di Gazu. Sollevasi da ogni parte ri chiamano Iblea assai tenerata dai Sicoli,
pido come a picco con ardua salila, ed in ed io slimo c/te da costoro fu trasportala
falli ai suoi supremi dossi non pu venirsi in Olimpia la statua di Giove scellrato.
eho per uggioso calle ; raccolgonsi nondi giacch i barbari, come tulli gli altri abi
meno nei giorni della Pentecoste le circon- tanti di Sicilia interpreti sono dei pr
555
IB

i digit e dei sogni , ed avanzano gli altri fu Ippocralc, ucciso nella guerra coi Sicoli;
nella cultura delle cerimonie degli Dei, meritamente quindi disse Pausania la sua
siccome afferma Filislo. Mota Cluverio che Gercali vicina ai confini di Catania, impe-
per oscitanza degli scribenli fu della Ge- roch il territorio della Gela mediterra
reati essendo giusta Tucidide Geleati il suo nea confinava come oggi con quel di Ca
nome legittimo, e secondo Stefano Galcoli: tania, n dubita per le sue congetture per
Disse Pausania esserti al suo tempo Ga- quanto
pio e la riguarda
superstizione
questa
di quei
sua Geleati
cittadini
suldi(em
cui
leoli
dei Siracusani,
borgo dei imperocch
Celanesi, essendo
quel piccolo
stalo
parla lo stesso Pausania. Ila si allontana
borgo cognominato Geleati, silo nel lido dal vero lorch scrive essere stala situata
tra Siracusa e Lentini , per una colo Goleati da Cluverio , Scine , e Baudrund
nia di Greci Megarusi fu poi detto Me- presso Paterno, dal Carrera presso Acqua
gara; dal lib. 2 cap. 8, il che procura rossa vicino Paterno, da Riccioli e Fazello
di provare -dlia storia di Tucidide e da presso Judica, imperocch questi scrittori
Plutarco , dei quali credette tramandare , parlano dell' Ibla maggiore come chiara
che Micia comandante degli Ateniesi, sbar mente addimostrer. L'ultima terza opinione
cale le truppe, avesse inutilmente assediato su Galeoli dell' erudito Diario Moreno da
Ibla Geleati; e finalmente conchiudc: ri Agosla che credela sita nella penisola
cavati da questa istoria esser marittima di Agosla nel luogo che chiamano terra
la citt che Tucidide appella Geleati , antica, ed il ricava da antichi granili edi
mentre non fu altra marittima di tal nome, fici e monumenti, imperocch se giusta
che quella sita tra Siracusa e Lentini ap Cluverio dovette Galeoli esser marittima, la
pellata poi Megara. Leggo per in Tuci terra antica nel chersoneso bagnala da Ire
dide, che gli Ateniesi una seconda fiata parli dal mare poteva esser comodamente
girando coi fanti le sicole citt, giunsero assalila ed oppugnala dalle ciurme di Mi
sino a Catania percorrendo intorno il ma cia- Se era Calcoli presso Megara perch
rittimo seno cotte nati cariclte di preda. Pausania non dissela Megarese? e certamente
Quella parte di esercito dunque di cui il luogo corrotto di Stefano tuli' altro forse
servissi IVicia per l'oppugnazione di Galeoli dicea di ci che leggesi nella seconda corre
procedeva per l' interno, e quindi pot Ga zione di Cluverio:... Piccola, i di cui terraz
leoli esser sita in mediterranei luoghi. Sono zani erano Galeoli o JUegareni. Finalmente
del parere di Cluverio, Pietro Carrera, Gian- l'antichissimo Tucidide fa menzione sempli
nandrca Massa ed filtri. Le congetture poi cemente di essere stala Galeoli assediala da
di Francesco Aprile nella Cron. Sicola lib. IVicia, ed egli slesso poco prima uvea par
1, cap. 7 su Calcoli sono assai diverse, lalo della origine dell' Ibla Megarcsc. Io
imperocch questo autore credendo Gela penso sul sito di Galeoli nulla potersi as
mediterranea diversa dalla marittima af serire di certo , essendo il nome d' Ibla
ferma che da questa Gela fu da Tucidide derivato dal Re Iblone, che govern i Si-
appellala Ibla Galcoti. Asserisce poi che coli, mentre i Sicoli in varii luoghi dal Pe
la Gela mediterranea sorse dove ora Cal- ler al Pachino stabilirono il loro soggior
tagirone, e che nel suo territorio fu da' Si- no, e quindi in questo tratto dell'isola varie
coli fabbricata Geleati. Intende ancora che Ible furono stabilite; oso appena indicarle
gli Ateniesi avessero malmenalo le biade di segnalamento.
questa Ibla , ed insieme con Reina e Ca bla Brea. Lai. Hybla Heraea (V. M.)
raffa ci vuol persuadere che sollo di essa Tolomeo nelle (avole colloca Ibla tra Pa
55G

ID IB

chino e Geln, e senza fallo l'Erea che Ste abitazione, e di cui non asserisco se sia
fano disse Era, ed il nostro Fazello Nera, stata l'Ibla minore. In terzo lnogo final
ed appellarono anche minore o la mini mente: da Pielraperzia verso Mezzogior
ma delle Ible. Descrivendo Antonino il viag no a 12 m. a sinistra Butero che mo
gio marittimo tra Agrigento e Siracusa, nota stra molli monumenti di antichit, ma non
Plagarea o Cimbe. Io, dice Oliverio, che asserisco, se sia stala l' Ibla minore. Dice
legge nel Regio pi emendato esemplare falso perci Cluverio questo sospetto di Fa
dell'Itinerario di Antonino, stabilisco avere zello, poich il sito di Ibla non corrispon
a leggersi Erea: Plaga di Erea o di Ma. de a Butera nei romani itinerarii, bene per
Ma occorrendo in questa regione molte ve a -Ragusa. Ma ingannasi, poich mentre sfor
stigia di antichi edifizii, conJrovcrlesi an zasi emendare i corrottissimi esemplari
cora dove sia stala questa Ihla minore o degli itinerarii, non gli ritorn felice la fac
Erea. Il medesimo Cluverio, Bonanno, Vcn- cenda del designare i luoghi e le cifre del
timiglia , e Mazzara la collocano a Ragu le miglia. Si ha nelle tavole Agrigento Cai-
sa. Ibla Erea, dice quegli, apprettatesi es visiona xliv. Nible xxiv. Agris xvui. Syra-
ser quella citt, che in coite elevalo di- cusis xxiv. Dall' Itinerario poi di Antonino
cesi or volgarmente Ragusa. Bonanno quinci Agrigento Calvisiana xl Giie xxiv. Agris
stabilendo i monti Erei verso Ragusa, cre xviii. Syracusis xxiv. Falsamente dice Clu
de aver sortito il nome questa Ibla da tali verio la terra Calvisiana esser Coruiso, re
monti. Fazello non al certo una volta, seb stituisce ottimamente Nibla e Giia ad Ibla,
bene perplessamente , scrive esser seduta come corregge anche rettamente l'errore del
Erea nel colle dove oggi Bulcra. Era una nome Agris per Acris. Ma sono quasi ovun
terza Ibla in Sicilia che appellavan la que false le note ; imperocch chi mai in
minore, di cui Pausania non fa mollo. Tu traprendendo un viaggio da Agrigento a Si
cidide tuttavia nel lib. 4- fitesta essere stata racusa occuperebbe in prima Comiso , poi
nel territorio di Gela, dove nota ucciso Ragusa, poscia Acre o Palazzolo ? Sono tal
Cleandro Principe dei Gelei, e Stefano mente tra se distanti questi luoghi, che non
l' asserisce anche appellata Aera. Pecca in rettamente e per breve tratto conducono,
queste parole il Fazello riportando da Tu ma fan dilungar di molto ; e che? giace da
cidide essere slato morto Cleandro sotto Agrigento a Siracusa Butera nel mezzo, ed
Ibla, imperocch non Tucidide ma Erodoto Acre tra questa e Siracusa? Potrai appena
fe' parola esser caduto sotto Ibla Ippocrale dunque dedurre qualche cosa di cerio dalle
fratel di Cleandro in una masnada contro tavole dei viaggi. Mi so aversi Cluverio og-
i Sicoli. Disseta intanto Stefano Hcra non gctlato tacitamente un tale argomento; ed
gi Piera. Si soggiunge appo il Fazello : aver dello essere stato intrapreso il viaggio
ma gli incerto quale sia stala delle per anfratti, ad evitare l'asprezza dei monti,
citt che conservano monumenti antichi ma non vide egli i luoghi mediterranei,
in quel territorio ; ne Ita Balera, e re poich se veduto gli avesse di presenza,
dolisi eziandio nel territorio Gelso ruinc non avrebbe ci in modo alcuno afferma
di antichi tempii , dei quali non si ha to, poich uguale asprezza si ha di cam
alcun che da congetturare. Non mollo do mino, n pi agevole l'una che l'altra
po conferma il medesimo: sovrasta a Ter via.
ranova ed al suo territorio ad 8 m. Butera Ignazio Noto nella sua storia di Vizini
terra di nuovo nome, sita in elevalo mon ammonta molte cose sub' Ibla Erea e dice
te, costruita sopra ingenti ruine di antica essere stala ad un m. da Vizini verso Oc
557
IB IB

cdente, poich celebre appo gli antichi l'esercito: cio, soggiunge il medesimo Clu-
il miele Ibleo ed ancor viene oggigiorno verio, l' uno adduceva da Agrigento l' eser
nominalo pel suo miele il terrilorio di Vi- cito, l'altro da Siracusa, ed a mezza via
zini. I monti Erei furon presso Bideno incontratisi sotto Ibla con armi infeste
ed Ibla fu detta da essi Erea. Altra Ibla contrastarono; il qual fatto si assegna pri
finalmente prese nome dal Tiranno Buie, ma della guerra Punica.
donde Butera quasi Butishera. Celebransi Ibla maggiore. Lat. Hyblamajor (V. N.)
intanto cotante terre in Sicilia per la copia Dopo descritta la citt di Adern sotto il
e l'eccellenza del miele, da potere dc- monte Etna soggiunge il Cluverio : Del re
dursi per questa cagione a stabilire molle sto nel medesimo tratto tra il monte Etna
Iblc. Disse il Noto di lutti il primo essere ed il fiume Simelo sorse la citt di Ibla
stati i monti Erei appo Viziai. Essendo cognominala maggiore da Tucidide , Li
recente del resto il nome di Butera gratuita tio, Pausania, Tolomeo, e Stefano; e re
mente si asserisce riferirsi all' Ibla Erea. citale le parole di Pausania e di Tucidide:
Del resto Erodoto fa menzione d' Ippocrate laonde io giudico, dice, essere slata V Ibla
come avvisai di sopra, che invase il prin maggiore nel medesimo silo dote ora il
cipato di Gela dopo la morte del fratello celebre paese dello volgarmente Paterno,
Cleandro, e molle imprese operate chiara distante 4 m- da Adrano e 18 da Cata
mente nella guerra contro i Sicoli, gloriosa nia in circa. In assegnare le quali disian
mente soggiacque sotto la nostra Ibla con ze tuttavia err, imperocch conlansi 9 m.
tro loro accanitamente pugnando. Attestano da Adern, e 12 da Catania. Scrisse il Fa-
poi gli abitanti di Butera che nella fine dello zello nel medesimo senso : V Ibla maggio
scorso secolo mentre in un antico sobborgo re era sita nel territorio catanese, testi
del paese detto di S. Cosmo zappavasi la monio Pausania, di cui attesta Tucidide
terra in coltivazione, si imbatterono i villani nel lib- essere stala non lungi da Inessa
in un sepolcro a mattoni , dove rilrovossi e Centuripe, quando fa menzione degli Ate
uno scheletro, con lamine di slagno scrit niesi ritornati in Catania presa Centuri
te, una spada preziosa, ed una lucerna di pe ed incendiali i campi degli Inessei
vetro ; ricavossi dai caratteri il nome d'Ip- e degli Iblei. iVe fa menzione Tolomeo so
pocrntc ; affermano per rimaner la sola lamente quando dell' Ibla mediterranea,
lucerna. Le quali cose se sono elle vero che era anch'essa deserta al tempo di Pau
indicano essere stala quella la tomba del sania, sebbene ne perdurasse il nome, ed i
tiranno di Gela che fu sepolto dai suoi suoi ciUadini dicevansi solamente Iblei. Ag
nel territorio dove era soggiaciuto , e non giunge una sua congettura sopra Ibla Ticlla, e
inane congettura darebbero di Ibla appo dice forse Tiella appellata maggiore, e con
Bufera. Nola Diodoro negli elogii, che con chiude : la quale avendo al nostro tempo
vennero sotto Ibla con armi nemiche Fin- perduto anche il nome, dubbio se sia forse
tia da Agrigento, Iccle da Siracusa, delle Judica citt deserta ed in ruina. Soggiun
quali citt eran tiranni. Emenda cos il Clu- ge nuovamente nel lib. 10. cap. 2: non lungi
verio le parole. dello Storico dal lib. 22. dislava da Centuripe una seconda Ibla,
frano allora tiranni in Sicilia /ce/e di Si come abbiamo da Tucidide; e ponendo le
racusa, Fintia di Agrigento, Tindarione di surriferite parole dello storico prosegue:
Taormina ed altri di citt minori. Fintia Ite fa menzione Pausania nel lib 4 , e
poi ed Iccle apparacchialisi ad una guerra dice essere stala al suo tempo minala af
ira loro sen vennero ad Ibla spiegato fatto; ne fa memoria anche Tolomeo che
558
1B 1B

dicela mediterranea nelle tavole. Non i- Ibla Megarn. Lai. Bybla Megara (V.K.)
scorgo perch in questo luogo abbia dello Diciamo altrove se sia stala Galealis, e ne
seconda Tibia presso Cenluripc; poich ap diremo novellamente dove di Megara
pellandosi ed essendo la maggiore dal me itola Minore. Lai. Hybla minor (V.K.)
desimo Pausania le sarebbe piuttosto con Vedi Erea.
venuto il nome di prima; ma ebbe forse bla l'Iella. Lat. Hybla Tiella (V. H.)
riguardo all'ordine dell'origine, e pro Dice Stefano sulle Citt da Filislo sicul- rer.
pose a questa l'Ibla Megara fabbricata pri lib. 4: urta poi delle Ible appellasi Tiella.
ma della maggiore. Del resto non parla di Pensa Fazello della maggiore, ma dicendo:
questa Tolomeo nelle tavole, ma dell' Erea SUella castello di Megara in Sicilia; ap
sita Ira il Pachino e Gela, come vedemmo, pellasi la genie Stiellina, soggiunge CIu-
che era anche essa medilerranca. Arezio vcrio essere siala Tiella un castello dell* Ibla
che conobbe solamente una Ibla occupata Megara , esserne corrotto il nome dal le
dai Megaresi la costitu a Melilli. Opina Lo gittimo Sliclla, e soggiunge: essendo dub
renzo Anania essere siala Ibla dove oggi biosa ed ambigua la voce Megara, poich
Mazzara, verso la parie occidentale della significa altrimenti il territorio della cill
Sicilia, che Torse del ludo diversa dalle dei M'egaresi. Da Cicerone poi da Mela e
addotte. Altesla ultimamente Francesco Ma Plinio la slessa cill, una qualche parte del
ria dei Min. Cappuccini nella sua Ibla re l' Ibla Megarese, o la fortezza pot essere
diviva esser succeduta Avola all' /Ma mag appellala Sliella. Narra Tucidide nel lib. 6
giore, e riporta in suo aiuto le opinioni di che gli Ateniesi spiegando le vele da Catania
alcuni recenti scrittori Maurolieo, Calepino, sbarcando nel territorio di Megara , asse
ec. e dal territorio adattissimo agli alveari, diarono un certo castello dei Siracusani e
dall' affinit del nome, dal costume dei Si- non espugnatolo si ritirarono in Teria. Pot
coli nella scelta del silo, poich Ibla co Stefano appellar Castello di Megara quel
me io dissi opera dei Siculi, da antichissi che Tucidide disse dei Siracusani, i quali
me grolle finalmente, sepolcreti, vestigia di da gran tempo eransi impadroniti del ter
mura, vie tagliale nel sasso che sono fer ritorio di Megara. Stabilisce Orlelio Sliella
mi indizi! di antica abitazione, sforzasi con nel Chersoncso, dove oggi Agosla. Che
molta erudizione alla prova dell' assunto. sar se la direi Melilli sita nei colli Iblei e
Avendo per dimostrato vane un anonimo che oggi comunemente dicono Ibla? in
le ragioni e le congetture di lui, con novella certo in qual epoca siano mancale le Ible
apologia prese a difender la causa. in Sicilia. Dice Pausania esser conosciuta
Non qui tralascio essersi ritrovala un'an dal solo nome la Maggiore al suo tempo
tica monela dell' Ibla maggiore recala da e Cereali essere stala ridotta in borgo. Af
Parula, e che attcstano alcuni occorrere nel ferma Strabene rimanere il nome d'Ibla
territorio di Paterno. Itappresenta una fi per l'eccellenza dei micie Ibleo. Tolomeo
gura di donna all'impiedi ornala di velo e tuttavia nelle sue Tavole fa menzione di una
di monile, dietro la quale un'ape da una Ibla mediterranea, Mela e Plinio di Megara
parte, e dall'altra anche una donna appog un tempo detta Ibla, e negli atti dei SS.
giala ad un'asta che presenta un vaso ed ai Martiri Siciliani.
di cui piedi un cane col molto HT/flAAS ible. Lai. Jlyblac (V.N.) In numero plu
MKFAAAS; indica la donna la dea Ibla men rale, per esservi siale molle cill del me
tovata da Pausania, l'ape la soavit del mie desimo nome in Sicilia, cio la maggiore
le, il cane i lerrilorii adatti alla caccia. la minore e la piccola , la Megarese , la
in 1B 55

G eleali, la Erea e la Tiella, del sito dello poi dicesi Era . . . Ibla dal Re Iblone; per
quali gran disscnzione Ira gli scrllori , la qual cosa sono appellale Ible molte
n un sol parer se ne ha sul numero. resi
dellegli
Sicole.
abitanti.
citt. Avverte
Pie appellarono
Cluverio Mega-
essere
Riferir in prima le parole degli amichi
coi quali si fa di esse menzione, espuner corrottissimo questo luogo, corrcggelo per
poi le opinioni dei moderni, ed indi dimo ci nel lib 1: Le Ible sono Ire citt della
strer il mio parere candidamente. Tucidide Sicilia, la maggiore, i di cui abitatili di
nel lil>. 6 sulla Megarese, esaminando le ori consi IbU'i e Megarcsi; la piccola i di cui
gini delle sicolc cilla: rero ti medesimo abitanti Goleati, la minore poi dicesi Era.
tempo, dice, Lami da Megara adducendo Dittero Ibla la maggiore dal Re Iblo, e
una colonia approd in Sicilia , e fab Meguresi gli abitanti. La qual correzione
bric sopra il fiume Paniagi la citt di non essendo fermamente al. 'autore stesso
Trolilo. Ma abbandonandola poco dopo, ne al fin dei conti piaciuta, cosi emenda Ste
venne coi suoi in Leonzio.... scacciatone fano nel lib. 2. Le Ible sono tre citt della
finalmente dui cittadini erse Tapso. Morto Sicilia. La maggiore , i di cui abitanti
poscia, emigrarono gli altri da Tapso , diconsi Iblei, Ut piccola i di cui abitanti
e condotti da /olone Ile dei Sicoli , che Geleoli e Megaresi. La minore poi dicesi
anche lor dato aveva la terra, fabbrica Erea. Appellarono Ibla la piccola dal Re
rono Megara della lia. Cio, come sog Iblone, e Megaresi gli abitanti ....ed ap
giunge Cluverio : Perduto appo Tapso il pellale Ible perci molle sicole citt.
loro Duce Lami i Megarcsi , facendola da A preferire alla prima questa lezione, un
fondatore Iblone Siculo Ite , posero una passo di Pausania nelle Eliache sembra es
citt, al vicino fiume Alabo, della Megara sere al proposilo, dove si legge: Furono
dalla loro antica patria, Ibla per ezian le Ible due citt in Sicilia, delle quali una
dio dal Duce Iblone. Strafarne per nel cognominala Cereali, l'altra, come va,
lib. 6. non varia se non nel Duce dei Ma- cos dicctasi anche Maggiore, e ritengono
garcsi: Teocle, dicendo, raccolto nell' Eu- sino ad oggi gli antichi nonti Altra net
bea un gran numero di coloni, ed an territorio di Catania deserta certamente;
cor della Jonia e di Dori, dei quali gran l'altra delta Cereali dai medesimi Cala-
parie erano Megaresi, navig in Sicilia, nesi fu ridalla in forma di borgo. Parla
ed iti i Calcidesi fabbricarono Nasso, d' Ibla nel territorio di Catania Tucidide
e Megara quei di Dori, cui fu nome in nel medesimo lib. 6 , dove dice gii Ate-
prima Ibla- Avenlo saputo Slrabone da nioi ritornali in Catania, esser parlili con
Eforo, e convenendo , scrive Marciano da tutte le truppe contro Oenluripe, ed essendo
Eraclea: / calcidesi fabbricarono Nasso i vi entrali per convenzione, ritornarono no
megaresi Ibla, cio non fubbricarono no vellamente in Catania, incendiando le bia
vellamente Megara in Sicilia, ma presero de e deyl' Inessei e degl'Iblei. Ecco dun
ad abitar quella citili fabbricata dal re Iblo que Ibla ed i suoi campi nella via tra Cen-
ne sotto il nome d'Ibla. Quinci Servio alla luripe e Catania. Se dunque l' Ibla del ter
prima Egloga del Marone : Ibla o Ible ritorio di Catania fu la maggiore secondo
citt <lella Sicilia, che ora dicesi Megara. Pausania, non si conviene il titolo di Mag
Stefano lilialmente delle Citta: Le Ible sono giore all' Ibla Megarcse, e sono a dirsi della
tre citt della Sicilia: la maggiore i di Maggiore gl'Iblei ed in niun modo i Mega
cui abitanti diconsi Iblei; la piccola i di resi come si ha dalla prima emenda di Ste
eui abitanti Geleali, Megaresi; la minore fano. Scrive gi Tucidide nel medesimo lib.
5C0
oggi di Agosta, sovrastano
IB alla spiaggia, c IB

6 di Gercati o Geleali ridotta in forma trai primi per amenit, somministrano i gor
di borgo secondo si ha da Pausania : Gi ghi alle fonti del fiume Alabo e di altri: non
rala attorno allora, gli Ateniesi, la piag sono molto elevali, ma perch abbondanti
gia dei Sicoli, che erano allegali, ordi in ogni specie di fiori e principalmente in
nano mandassero le loro truppe... colla limo , si hanno degli alveari , donde pro
met poi dell'esercito assalita Iblu Geleali viene saporitissimo miele, celebre appo gli
che era nemica e renitente, non valsero amichi ed i poeti massimamente. Quindi si
ad espugnarla. E Plutarco in Micia: Ed in hanno famose le api Iblee, ed il timo di Ibla
prima mentre gira intorno in lontananza celebrasi da Virgilio nelle Egloghe, da Mar
dai nemici i lidi di Sicilia , die' loro ziale negli Epigrammi, da Stazio nell'Acini,
animo; in modo maggiore sprezzalo poi lib. 1, da Ovidio nelle Trisl. e Pontic. e i favi
per aver assedialo Ibla piccola terra ed di Ibla dal medesimo Marziale e daSilio. And
esserne andato via prima di espugnarla, gi in proverbio che commendandosi alcuno
si raccolse finalmente in Catania, donde dagli oratori per la dolcezza dell'eloquenza,
mosse per Cenluripe. Fa menzione Livio del titolo di Ape Iblea o sicola si notasse.
nel lib. 26 di un' Ibla sila presso Morgan- Ed avendosi eccellentissimo da tutti il miele
zia e Mngella cill confinai! li al catanese: cecropio o attico dal monte Inietto, face-
Loro, cio ai Cartaginesi, erumi date rivol van seguirgli gli antichi in eccellenza l'I
tandosi le terre Morgantine, e ne seguirono bleo. Tra questi colli la (erra di Melila'
la rivolta Ibla e Magclla. Non dubito delta volgarmente Ibla.
perci avere inteso Livio dell' Ibla del ter
ritorio di Catania. Fan menzione dei popoli IC
Iblei Tullio Ver. 3, e Plinio lib. 3 cap. 8,
incerto per a quale siansi appartenu Ioana. Lai. Ichana (V. N.) Antica Citt
ti. Tolomeo pone un' Ibla, nelle citt me al Pachino promontorio di Sicilia, allo spes
diterranee della Sicilia, che conoscesi, dal so di sopra mentovato, nella sua spiaggia
luogo esser V Erea. Oltre a questa per orientale, secondo Cluverio; imperocch To
leggesi appo di lui di un' altra citt di lomeo pone nelle tavole al luogo medesi
nome vario negli esemplari , poich ora mo Ina, la qual voce sembra corrotta da
Idia ora Idra, di qual nome secondo dice Icana per menda degli amanuensi. Plinio
Cluverio non fu cill di Sicilia mentovala nel lib. 3 cap. 8. fa menzione dei popoli
da altro autore. Dunque, ei dice, atteste Icanesi. Stefano finalmente Icana, dice, pte-
rei esser corrotte entrambe le voci dalla coia citt di Sicilia , cos delta, poich
genuina Ibla. Occorre nell'Itinerario di An nella espugnazione di lei, grandissima e
tonino or Gibla or Nibla, e finalmente IH- diligente opera apprestarono i Siracusa
bla da diversi codici, corrotti comunemente; ni, ed IXNANAN vale desiderare; leonina
ma il silo assegnato indica anche l'Erea. se ne dice la gente. Quantunque poi nes
Disse Erodoto esser caduto sodo Ibla Ip- sun vestigio occorra altrove appo gii scrit
pocrale tiranno di Gela nella guerra coi Si- tori di questa spedizione dei Siracusani ,
coli. E scrive finalmente Diodoro aver com e perci crede Cluverio quel raziocinio
battuto sotto Ibla Finlia ed Icela Principi sull' origine del vocabolo un putido co-
di Agrigento e di Siracusa. menlo dei grammatici, pot Stefano, come
Iblei colli. Lat. Ilyblaci collcs (V. IV.) sopra avvisai, leggere negli antichi , delle
Sono quelli che verso il seno Megarese opere
tronde dei
conquali
Eloro,
manchiamo,
Noto, e molle
e la regione.nl-
terre di l
5Gf
IC le

era di siracusana signoria. Che se dirai aver fizii si privali che pubblici, come anche
poslo Tolomeo Ina sotto Modica , che poi vie cos larghe che lunghe in proporzione.
dista dalla orientale spiaggia del Pachino , Vi ha un tempio orbiculare ed a volta ,
appena tuttavia si ricava da ruine di antichi travaglialo con antico lavoro da pietre
edifzii indicate da Fazello dove in altra quadrate e talmente ancora intero che non
parte stabilir si debba. Err costui dicendo in antichi ma nei tempi dei Cristiani sem
esser vestigia di Macara, essendo stata questa bra costruito al Salvatore cui ora ad
lungi di l, ran fu ingannalo dalla voce dei detto. Vi similmente un altro tempio,
coloni, che appellano di Dlachera i ruderi quasi della medesima forma, ma crollato
al Pachino. Ma sentiamo Fazello: appresso per antichit; bagni ancora di antica ar
le foci del fiume Eloro ad un miglio un chitettura, die credonsi un tempio dagli
asilo di pirati, cognominato fondo delle imperiti; nel mezzo della cilt lunghissi
mosche; e pi in l ad un m. e mezzo me spelonche, ed ampie secondo lo spa
un'altra cala che dicono Porlicello. . . zio, divise in vie, e di sepolcri da ogni
dalla quale poi a / m. sono delle pie- parte occupate , presentando quasi una
trajc ... e per simigliatile intervallo una forma di antica citt sotterranea, non sen
salina cognominata Coda di Lupo, e poco za piacere si osservano. Fuori le mura
di l distante un' altra appellala Rovello poi ad un m. verso occidente sono altre
che forma una tal quale penisola , alla grandi spelonche, e quasi nel medesimo
di cui bocca il porlo detto Fenico da To- modo scavale nella rupe, che appellansi
Ionico. Rauslatmo da Plinio, ed oggi Vin- dagli abitanti, grotte di Macheri, di sepol
dicari, Macarcse senza dubbio un tempo. cri in copia fornite. E queste ruine di an
Sovrastando
Yindicari versoad occidente
un tiro di in
pietra
quella
al porlo
peni tica terra dice falsamente il Fazello di Ma-
cara. Di Icana diciamole con Cluverio o di
sola che forma la salina di Rovello, Ma- Ina, che sebbene allontani Tolomeo dalla
cara citt mentovala da Cic. nelle Verr., spiaggia marittima, nulla di maraviglia,
da Tolomeo, da Plinio nel lib. 3, lacerala conclude il medesimo Cluverio, mentre fa
inmaravigliosiavanzi, appellasi daiNetini il medesimo delle citt di Gela, di Finliade
e dai villani col nome ancora incorrotto, e di Agraganle ... incerto nondimeno il
citt Macari, ma volgarmente Cittadella. perch le si competa il nome di Icana, ed a
Non poi vero che i Nclini, gli abitanti del chi appartenuta si fosse, mentre nelle storie
luogo ed i vecchi la dicano Macara, come non ne abbiamo menzione alcuna.
intesi, poich Nachera, e sebbene affine sia iccara. Lat. Hyccara. Sic. Carini (V.M.)
questo nome, non nondimeno incorrotto; Citt nota a Tucidide, Diodoro, Plutarco, Ate
ed altronde nessuna citt Macara fu secondo neo, Stefano ed altri, che sorgeva nel lido del
Cluverio, ma Imacara, del di cui sito dir di seno appresso capo Gallo, al muro di Carini.
sotto , quantunque in alcuni esemplari di Se ne attribuisce la fondazione ai Sicani,
Plinio, Cicerone e Tolomeo leggiamo Macara. e appellasi perci da Tucidide citt Stea
Prosegue Fazello: Era poi il suo circuito di rica; ma la distrussero gli Ateniesi e i Se-
un in. e mezzo: abilavasi non solo quella gcslani loro allegali, ai quali era nemica,
penisola ma anche il luogo basso e sot seco menando la donzella Laide, bellissi
tostante che disia un tiro di pietra dal ma meretrice poi nota in tutta la Grecia.
porlo . come confermano monumenti di Molte cose porta Fazello di Laide dagli an
antichit. Vedonsi comunemente in tutto tichi, e fa menzione aver conteso i Corintii
il tratto semidirulc molle vestigia di edi della patria di lei, come d'illustre donna.
562
IC IE

Disse Diodoro Iccara piccola cill dei Si Terasia poscia Jera, perch sacra a Vul
culi, o scrive aver gli Ateniesi raccolto nelle cano, con un colle che ti manda fiamme
sue spoglie conto talenti. Attesta finalmente notlempo. Mela nel lib. 2, cap. 7. Verso
Ateneo da Timeo che sia appellala Iccari, la Sicilia sono 7 isole che appellano di
da ci che i primi suoi abitanti ritrovaro Eolo: Osleade, Lipari, Didime, Fenicuta,
no nel lido dei pesci delti Hyccas. Oggi Ericusa, Jera e Slrongile. Isidoro Orig. lib.
i Carinesi si vantano tecarini, ed il muro 13. cap. 6, enumerando le Eolie: Liparo
di Carini si ha il nome da Iccari, donde al fermo appell Lipari la prima; appel
dedurrai l'errore di Arezio che spaccia nel siine
lasi l'altra
colline;Jera
cioper
come
essersi di
ha eminenti-
pia retta
la sua topografa, Vicari citt mediterranea
sorta in luogo di Iccari, imperocch stet mente appo Solino: Jera isola di Vulcano
te verso il lido. Celebrano quinci i testa ardendo in colli altissimi. Euslazio sul
cei del mare di Iccara, della quale si crede 10 lib. dell' Odis. Eolia dove fu la regia
appo Parlila la moneta che presenta una di Eolo, Slrongile, Didime, Jera, Lipari.
testa di vecchio ed un cane vigilante, colle Marciano finalmente: Selle isole che dicono
lettere ikap. di Eolo, delle quali una non senza ra
ironia. Lai. Hicesia (V. D.) Isola che gione dicesi Jera, poich appariscono da
una delle Eolie, secondo Tolomeo , ma essa ardenti fiamme. Quesla nostra Jera
enumerata olire le selle; nuli' altra credesi diversa da quella che oggi chiamano Ma-
questa da Cluverio, se non quella che di relimo rimpallo Trapani.
cesi Panaria. era. Lat. Hiera (V. M.) Vedi Maretimo.
Icropoil. Lai. Hieropolis (V. N.) Colle
1U che sovrasta la cill di Leu lini . Arezio scri
ve averlo dello gli anlichi Polo di Gerone,
Idra. Lat. Hyadra (V.N.) Antica cill
del di cui vertice nella pianura, soggiunge,
di cui afferma Fazello aver posto Tolomeo trovansi dagli aratori molli pezzeltini di
nel territorio di Lcnlini, dove oggi ) dra e piombo: della volgarmente del Tirane.
Cadara Tortezza da ogni parte ruinosa per
una valle intermedia discosta da Fran- IL
cofonlc verso Settentrione. Avevane gi
scritto il medesimo Arezio: Idra cill ci ilice. Lat. JUcis mons. Sic. Ilici (V. D.)
tata da Tolomeo dor solamente una Monte appartencntcsi all'Etna verso mezzo
torre oggi rotonda a quasi sei miglia ver giorno, sopra Viagrande, che ebbesi il nome
so occidente da Lcnlini; V appellano i dagli elei di cui abbonda, e che coprono sulla
nostri Cadr: ma dice Cluverio essere in sommit un cratere o conca frequentata dal
corso errore nelle tavole del geografo, e le fiere e dagli uccelli e quindi giocondissima
l'attuai voce Hydra , ed Hydia come in ai cacciatori. I suoi fianchi sono vestiti di
corre qualche volta in altri esemplari af vigneti e di albereti fruttiferi, perloch vi
ferma per Ilybla. Vedi IE Jadra. si producono eccellenti vini ed abbondanti
frulli. L'eruzione dell'Etna del 1635 de
scritta dal Carrera e dal Guarnera sbocc
pel circuito di 4 m. sopra questo monte,
Iera. Lat. Hiera (V. D.) Isola delle 7 per cui sinora diecsi volgarmente l' eruzione
Eolie, altrimenti Vnlcania, per essere slata dal monte Ilice, il quale ne rimase intatto.
sacra a Vulcano, Hiera appellata dai Gre Aflerma il Massa appellarsi Ilice delle Man-
ci: Pomponio Sabino sul 1 lib. dell' Eneid. dre ossia di Mandanice.
essi gli esuli Siracusani
IM superatitG3
dalla fa
IH

Imacara. Lat. Imachara (V. Pi.) Citt


Sila secondo Tolomeo Ira Con (orbi e Ca- zione contraria , ai quali era nome Mi-
pizzi cio Capilina , da Cluverio verso il lelidi, ed ottenne appo questi un linguag
Simcto ossia presso Troina, ma sorge que gio tra Calcidico e Dorico, ma leggi Cal
sta su colline distanti dal Si melo per cui cidesi. Fu avanti a costoro Marciano da Era
erroneamente intorno ne collocata. Da clea o Stimino da Chio nella Pcriegese. Novel
Tullio Vcrr. 3, si fa menzione del territo lamente poi furono fabbricate da questi
rio di Enna, Morganzio, Assoro, Aggira ed Zanclei due cill dette Enbea e Mile; indi
Imacara. e siccome le cill di Assoro, En Imera e poscia Tauromenio; sono poi que
na, Aggira, Morganzio tra loro confinavano, ste tulle citt calcidiche. Ma se vogliamo
si pu asserir lo stesso d' Imacara. Appe in qualche modo accostarci alle favole,
na per se ne potr indicare il certo sito, di gran lunga pi antica l'origine d' Imera
n affermare se sia stata trai confini del poich era al tempo di Ercole; quindi Ste
Val di Nolo. fano sulle cill: Torse poi Ercole in Ime
Imacara. Lat. Imachara (V. M.) Anti ra cogli armenti di Gerione, dove dicono
chissima citt. Vedi Macara. esser sorte delle acque calde per ordine
imbaccai* Lat. Imbacharis. Sic.Mmac- di Pallade, nette quali bagn Ercole le
cari (V. M.) Vedi Mirabella. membra sordide per la fatica, e reseli pi
mera. Lat. Miner (V. M.) Citt cele- agevoli, dal che fu Imera appellala. Tu
bralissiina tra gli antichi, splendida tra le cidide del resto narrando nel lib. 7 degli
prime di Sicilia testimonio Cicerone nella Ateniesi che prepnravansi a portar la guer
2 Verr., e potente giusta Pindaro Olimp. ra a Siracusa, non accolli dagli Imerei:
Ode 22. Oggi ruinata, conosciuta appena gl'Imeresi , soggiunge , i quali abitano
dal nome, se non che il resto dei cittadini col soli dei Greci, furono ai Siracusani
collocossi in Termini dopo l'eccidio della di Crescendo
ajulo. poi le forze , a tal segno di
perci Imerese. Era sita tra il fiume Torto,
c quel dello stesso nome cio rimer set potenza pervenne Imera, da averne i cit
tentrionale , sotto il monte Euraco , nella tadini occupato Reggio poich chiamati in
parte aquilonare dell'isola, non lungi dal ajulo, scacciala la parte contraria, rivolsero
lido, in un luogo un poco elevato, che di le armi contro quei che chiamarono : ri
cesi oggi territorio di S. Niccol, e sovra cusarono soggettarsi al tiranno Falaride,
sta alla torre di Bonfornello. Il circostan persuasi a ci dal celebre apologo di Ste-
te territorio poi, che dicevasi dagli antichi sicoro , nondimeno travagliati non lungo
Campo di Minerva, per averselo scelto Pal- tempo dopo dalla signoria di Cidippo, co
lade secondo Diodoro, fecondissimo in me scrive Erodoto nel lib. 7, indossarono
biade, non iscarso di coloni, abbondante in anche la servit sotto Terillo ; e questo
vili, ulivi ed in altri vantaggi campestri. Di scacciato, tenne l'imperio d' Imera Terone
cono dei fondatori dilmera, Tucidide e Stra- Principe di Agrigento sotto di cui sofferse
bone , e questi nel lib. 6. Fabbricarono la citt duro e lungo assedio dei Car
Imera i Zanclei che abitavano Mile. E taginesi , e ne fu resa libera dal valor
quegli anche nel lib. 6. Imera anche di Gelone tiranno di Siracusa. Terone da
colonia di Zancle addotta da Euclide, Si allora prepose alla citt il figliuolo Trasi
mo, eSacone, dote vennero eziandio mol deo, del di cui tirannico imperio anuoia-
tissimi Calcidesi; ma abitarono ancor con tissimi i cilladini, pensarono di scacciarlo
564
IM ni

implorato l'aiiilo di Gcrone Re di Siracu narc la patria si raccolse in Imera dove


sa, del che inteso il padre, incrudel con per l'esimie virt ebbesi cittadinanza, e
tro i congiurati singolarmente , e lasci presa la corona, testimonio Pausania, nei
quasi deserta Imcra, ma chiamala poi una Pizii, Istmii, Olimpici e Nemei. mcril una
colonia di Oorii , risloravala , ed ordinava statua nel tempio, e fu detto Imereo da Pinda
che chiunque vorrehhc, venisse a prendere ro; credo battute in onore di lui le 4 mo
cittadinanza. Costoro amministrarono egre nete di argento che presentano le bighe eoo
giamente tra loro la repubblica per 18 la piccola vittoria che d la corona al vin
anni, ma poi sottomessa e distrutta dai citore e l'epigrafe imepauin. Ci hanno
Cartaginesi, sino al nostro tempo, dice altre monete appartenenlisi ad Imera, di
Diodoro, rimase ruota di cultori. Eranvi argento e di rame con varie figure, e prin
tempii dei Numi, spogliali da Annihale Duce cipalmente col gallo, sei palle, la testa di
dei Cartaginesi, che cacciatine i suppliche- Opi, con significazioni di sacrifizio all'al
roti che vi si erano rifuggili, dcvastolli col- tare d' Imera, colla Vittoria, Ercole, la
l' incendio, adeguala al suolo la cill stessa, medesima iscrizione e vari! altri simboli
dopoch era siala abitala per 2(0 anni. d'incerta spiegazione (1).
Tra le statue di bronzo rapi quella d'Imcra
di maravigliosa bellezza rappresentala in (t) Importantissime anticaglie, tra le quali dei
forma ed abito di donna, quella anche del vati rarissimi dell' epoca greca trovansi Del terri
vecchio poeta Slcsicoro curvo col libro, c torio tra Imera e Terme, che meritano accorate
di sommo artifizio: i quali due simulacri descrizioni; ma siccome il nostro lavoro non tende
a particolare archeologia, rimettiamo i nostri let
si alleslano da Tullio Verr. 2. resi da Sci tori allo stupendo lavoro dell'esimio sig. D. Bal-
pione, distrulla Cartagine ; imperocch un dassare Romano da Termini Antichit inediti di
biennio dopo che Imera fu rovesciala, i vario genere trovate in Sicilia, di cui si gi co
di
Cartaginesi,
coloni daidice
cittadini
Diodoro,
e dafatta
altri
unaafrica
scella minciala la pubblicazione. Ma la scoverta di un
sepolcreto avvenuta nel nostro secolo ed apparte
netesi ad Imera bisogna aver luogo nell'opera
ni, fabbricarono una novella citt alle essendo un primario monumento, perlocb noi fa
acque calde in Sicilia che dicono Terme. cendo tesoro della descrizione pubblicata dal sig.
Nobilitala finalmente fu Imcra dalla nascila Romano in appendice alle sue Antichit Termi-
del poeta Slcsicoro, che fu trai nove lirici tane, e che alla concisione unisce le atteutissiine
della Grecia; dicevasi Tisia, ma fallosi in osservazioni,
sepolcretone iMKBESE.
adorniamo
Son
il Lessico.
di parere ebe la
ventar delle core (danze) merit il nome
attenta osservazione e lo studio delle anticaglie,
di Slesicoro; visse al tempo di Falaride cui si in grande come ancora minutamente, richieda
fu accettissimo, e finalmente morto in Ca soprattutto un accurato confronto tra una citta
tania fu onoralo di magnifco sepolcro ; ed un'altra. Ira nno e un altro paese; ma io par
ebbesi dottissime figliuole poetesse , due ticolare poi tra citt e paesi che sono , per cosi
fratelli germani e d' Imcra come credono, dire , Ira loro affini. Onde desiderando io mollo
Mamertino geometra, ed Elionatte legisla che con escavazioni saviamente dirette s'indaghi,
quando che sia, il suolo della famosa Imera, sti
tore. Fa menzione Plutarco del filosofo mo che giovi agginnger qui il ragguaglio d'un se
Pelrone da Imera che insegn esservi l&l polcreto greco non ha guari scoperto in quella
mondi. Crisone Imereo commendato dalla citt, dalla quale, come abbiamo veduto, ebbe or
prodigiosa celeril nella corsa si ebbe il gine, o fu popolala l'antica Terme.
lustre, di cui parla Platone nel Protagora, Nel 1837 alcuni conladini zappando nei campi
di Bonfornello, podere (una volta feudo) del prin
Ergotcle Olimpico , che Adimaro su Pind. cipe ebe ne ha il titolo, trovarono un sepolcro di
dice cretese, c che costretto ad abbando terra colla, che bentosto, com' costume, essi in
IM

Imcra meridionale. Lat. Miner me- verso auslro scaricasi nel ninre 565
Libico , e
ridionali$ (V. M.) Fiume che avendo ori dicesi finalmente Salso perch si ha le ac
gine sollo il monte Nebrodc e scorrendo que salmastre. Secondo Cluvcrio il pi
grande degli altri di Sicilia. Vedi Salso.
Intera ettentrtonale. Lat. Rimer
fransero e scompigliarono colla speranza di rin
venir grosso tesoro. Scavarono indi all'intorno, septcnlrionalis (V. 91.) Fiume eziandio vol
ed altri quattro ne discoprirono , che parimente garmente detto Grande, che si ha le fonti
sconvolsero e fecero in pezzi, non altro avendo alle radici del monte medesimo, e scorre
ottennio dalle avide loro ricerche , che una verso aquilone , unendo finalmente le sua
moneta d'argento e qualche altra di rame. Ma ci dolci acque al mare Tirreno. Vedi Fiume
che pi dolse agli amatori di antiche cose si fa
che un vaso greco di molto pregio, incontralo pure
fra quei sepolcri, venne altres infranto e sininuz- che a raccorr i cadaveri. Del vaso gi dello io
xolato. Giunte a questo punto le investigazioni dei e gli amici vedemmo solo un frammento assai
contadini, e non avendo eglino consegnilo i tesori gentile ove rimanea intiera la figura, rossa in fon
che gi speravano, si ritrassero dallo scavare, e do negro, d'un giovine alalo di forme svelte
abbandonarono il luogo. Fummo alcuni amici di e leggiadre. Nessuna delle monete ci venne in
ci avvertiti, e recatici immantinente col, tro mano: ma si riseppe che una era d'argento.
vammo le cave con frammenti e vesligii dei sepol La scoperta d'un sepolcreto presso a un'antica
cri uno dei quali per buona sorte era ancor bello citt splendida , quale fu Imcra fra le greche si
ed intero, sebbene gi scoverchialo. Ognun d'essi ciliane , di qualche rilievo : dai sepolcri sonosi
non consisteva che in una semplice cassa d'argilla veduti e veggonsi tuttod schiudere all'archeologo
sepolta entro la nuda terra, senza fabbrica n ce immensi tesori d'anticaglie d'ogni maniera. Sa
mento. Erano tali casse fra loro simili, della for viamente il De Jorio con sua slimala opera die-
ma d'un parallelepipedo. Quella che intiera ancor desi ad indicare i segni pi sicuri o probabili per
sussisteva nel suo proprio sito, e ch'era fra tulle rinveuire i sepolcri degli antichi, e insegn il me
la pi grande, avea la lunghezza di palmi sette e todo di frugarli con profitto. Senza affaticarsi con
mezzo , la larghezza di palmi tre e mezzo , e di conghietture e con saggi e tentativi spesso dubbii
soli tre palmi l' altezza: le pareti erano grosse tre ed infruttuosi, l'amatore delle antichit pu an
once. Due diti sotto l'orlo vedeasi guernila la cassa dar sicuro a intraprendere nuovi scavi nel sepol
d'un listello con uno sguscio, per modo che ne creto imerese. Frattanto da ci che s' finora sco
risultava un incastro ove commelteasi un coper perto, puossi argomentare qualche cosa del costu
chio anche d'argilla a volta semicircolare. Tutta me degl'lmeresi intorno ai sepolcri: possonsi con
la cassa era d'un sol pezzo, il coperchio di due. frontar queste notizie con quelle dei Greci in ge
Ho detto in principio che il luogo ove furono nerale raccolte da varj illustri scrittori, e in par
i sepolcri scoperti Buonfornello; quindi apparte- ticolare con quelle dei popoli della Magnagrecia,
neano essi ad Iinera. Erano a libeccio dell'ampia diligentemente e con senno esposte dal mentovato
ed eminente pianura ove splendca, quattro in cin De Jorio. qui da notare che tal sepolcreto ap
que secoli innanzi l'era volgare, quella famosa citt, parii'nea forse ad alcune sole famiglie, non al mi
lungi pochi passi e in un piinerolto declive, alquan nuto popolo, essendo in un silo alquanto ristretto
to alla medesima sottoposto. Giaceano collocati in ma elevato e fuori della citt, come d'ordinario
direzione da oriente ad occidente, equidistanti fra era uso fra Greci intorno al tempo che sorgeva
loro. Noto queste circostanze, perch oguun sa quan Imera in Sicilia , secoudoch ci atteslano molti
to ne facciali conto gli archeologi. Ignoro qual fosso passi di classici greci e latini citali dal Robinson.
slata la situazione degli scheletri, cio se col capo Per continuando gli scavi, ssrebbevi, credo, da
rivolto ad oriente, o al contrario: anzi non potei sperar mollo. Le arche poi sepolcrali nascose den
beu apprendere, pel misterioso silenzio dei villani tro la nuda terra, d'un sol pezzo, quantunque si
primi discopritori, se le casse conteneano schele grandi e lunghe, di fina argilla bene ed egual
tri o se dentro di queste casse eranvi urne che mente colta in tulli i punti , condotte con assai
racchiudeano le ceneri dei defunti. Ma conside regolarit ed esattezza; qnel vaso di delicato la
rando poi la lunghezza e la foggia dello casse me voro; son cose da non trasudarsi dagli scrutatori
desime, panui non potere ad altro esser destinate delle nostre anticaglie .
5G6

1M IM

Granfa. Canta delle acque Silio nel lib. 14: tenlrionale dello altrimenti Fiume Grande,
Di Terme i lidi, ove l'I mera bocca l'altro nell'Intera meridionale. Ecco dun
Nell'Eolio mar, ch in duo si parte, que secondo le parole degli antichi, una
E ad oceaio e a levante i passi inoltra e la medesima la sorgente di entrambe le
E il Mcbrode che i due rende discordi. Imere. Prende la meridionale a mezzo cor
Dice Mela nel lib. 11 cap. 3: mi fiumi: so il sapore salmastro dalle saline di Castro-
Dee parlarsi dell' Intera il quale sgorgan giovanni, non inconlran Ione per la setten
do quasi in mezzo all' isola, correndo in trionale perviene potabile sino alla foce.
opposte parli e dividendola , sbocca da Sono molle altre uberrime fonti dei mede
una parte nel mare Libico, dall'altra nel simi fiumi, poich quella di Fatuzza min
Toscano. Antigono nelle Meraviglie: Lieo sui gherlina e tenue, ma le maggiori non di
fiumi e sulle sorgenti dice che limer da siano tra loro 40 m. come nota Cluvero,
una fonte sgorgando, in due letti si divide delle quali altrove diremo.
e I't/H fiume salso, potabile l'altro. Solino Imereai acque. Lai. Himerenses a-
corrello dal Oliverio cap. 2. Le celesti zone quae. Sic. Vagni di Termini (V. M ) Delle
cambiano l' Imera, amaro scorrendo ver quali si disse di sopra. Vedi Bagni di Ter
so mezzo giorno, dolce piegando verso mini- IN
aquilone. Vitruvio finalmente lib. 8. cap. 3,
nota spiegando propriamente la cosa: netta
Sicilia etri un fiume dello Imera il quale
avanzatosi dalla sorgente si diride in due indara o miro. Lai. Indora aut /ny-
parli, quella che scorre di fronte al Mon- cw?n (V. M.) Cill di cui parlano Antioco,
gibello a causa dei dolci umori del ter Pausania, Erodoto, Diodoro, Aristotile, Stra-
reno impregnasi di somma dolcezza, la bone e Stefano ; si attribuisce ai Sicani ,
altra che viene in questa terra donde rica ed la sede del Re Cocalo diversa da Ca
vasi il sale prende un sapore salmastro. mice Dice Stefano: Comico citt di Si
Cluvcrio portali questi lestimonii degli an cilia dove regn Cocalo ospite di Deda
tichi soggiunge nel lib. 2 cap. 3, non esser lo; ma afferma Carace che questa sia
vero che i due fiumi derivino da una sor siala laico. Come avverte Cluverio, non
gente slessa ma da due molto diverse e volle Carace che un luogo stesso state
distanti tra loro, come dimostra ancor nel siano Ittico e Camico , ed affermando al
lib. 2 cap. 16, dove dice che il Ncbrodo tri che Camico si fu la reggia Cocalo, egli
altrimenti Marone oggi Madonia stendesi tra al contrario sostiene essere slata litico. Ed
le due Imere per lungo trailo, e che le altrove lo stesso Stefano: Fu laico citt
stesse fonti disiano tra loro pi che 40 di Sicilia. Erodoto poi la disse Inicto
miglia. L'Intera maggiore dal fianco o- da Inix donde il vino Iniclino, di cui
rienlale del monte si drizza verso il mare parla Esichio : il vino Inicino da laico
Libico, mentre la minore sgorga dal fian in Sicilia , qual cill in un territorio
co occidentale e quindi non possono trar abbondante in vigne. Pausania Acaic. e
la origine da una stessa fonte; queste cose Strabonc lib. 6. affermano eccellentissimo,
ci abbinm da colui, il quale prende er il vino d'Inico.
rore poich sodo il NeBrode verso occi Condannalo Dedalo da Minosse per
dente non lungi dalla citt di Polizzi una frode degna di morie , e scappato dalle
fonie appellala Fatuzza che dividesi in due carceri col figlio portassi ad laico citt
gorghi dei quali uno sbocca noli' Imera scl- dei Sicani da Cocalo: qual fu un motivo
567
IN po la morte di Cerone
li* I tiranno di Sira

di guerra dei Sicoli con Mino, e giacch


Cocalo ricus di consegnar Dedalo a Mi cusa. Vedi Lina citt.
nosse che il ripelea. Pensa Cluvcrio po
tersi ricavar da Vibio il silo (Timeo, impe IO
rocch scrive: l' Ipso scorre appresso Ireco
cill della Spagna, e soggiunge Oliverio, loppoio. Lat. Joppolum. Sic. Joppulu
certamente non essere stalo in Ispagna n (V. M.) Terra, altrimenli Giancascio, presso
il fiume Ipsa n la cill d' Ireco, perloch Girgenli , di nuova origine, costruita cio
pensa doversi correggere le dette voci: scor nel 1696 nel territorio Giancascio e Ragal-
re Ipsa appresso Inico cill della Sicania, lurco per opera di Calogero Colonna ed
quinci sospetta che Inico stata Tosse a Par- appellalo dalla moglie Rosalia Joppolo. Ac
lanna o in quei contorni lunghesso le rive appare quindi il primo censo statistico nei
d'Ipsa dov' eccellente il vino. Tuttavia il regii libri in questo secolo e fu di 87 case
Fazello descrivendo il territorio dei Bagni e 305 abitanti, che compulansi oggi 1023.
presso Camcrina dee. 1 lib- 5 cap 1 con La Chiesa parrocchiale sollo il Vicario del
gettura essere slata ivi Inicto regia di Co- Vescovo porla il titolo di S. Francesco di
calo, giacch: gli antichi scrittori la sta Paola, e le suffraganca altra minore. Sie
biliscono nel fianco meridionale della Si de Joppolo verso la sinistra ripa del fiu
cilia. Ma il Belice od Ipsa avendo In foce me Drago o Agraganlc , alle radici di un
verso austro, collocando Inico lunghesso colle verso austro come Ira due scogli che
le sue ripe verrebbe a stabilirsi nel lato sollcvansi naturalmente agli angoli del pac-
meridionale della Sicilia. Ma da ci che te; diviso di rette ed ampie vie, col palaz
sono per dire si ricaver doversi assegna zo baronale. Fu signor di Giancascio e di
re ad Inico un sito non lungi da Gela Ragallurco nel 1639 Pietro Anliochio e
imperocch sappiamo da Diodoro, che Ip- Liolta, dai di cui eredi comprollo Antonio
pocrale tiranno di Gela chiamato dagli Joppolo duca di Cesar, e Reggente d'I
Zanclei contro Anassila tiranno di Reggio, talia appo Madrid, ed assegnollo con am
infranta la fede si scagli contro gli alleati, plissimi possedimenti alla figliuola Rosalia
ed imprigionali Scile tiranno di Zancle, ed che marit al sovracccnnalo Calogero. Si
il di lui fratello Piltogene li releg in Inico ha un territorio fecondo e non mancante
citt di sua giurisdizione, donde Scile fug di acque. Occupa il Barone il uxvn nel
gendo portossi a Dario Re dei Persiani. Or Parlamento, e si ha il potere di armi sui
non sembra credibile che l'imperio d'Ip- soggetti. Giuseppe Sacco da Joppolo dei
pocrate si stendesse sino all' Ipsa al di l chierici regolari ministri degli infermi vive
di Agrigento. Essendo siala adunque Inico oggi splendido per sacra erudizione elo
sede di Cocalo, e costando che il dominio quenza ed integrit di costumi ; ne sono
d'Ippocrate stendevasi intorno alla regione pubblicale le orazioni che recit in Cata
di Agrigento, credo verisimile stabilire Ini nia, dove promosse ultimamente una casa
co tra Agrigento e Gela non lungi dalla di vergini povere. Sta il paese in uguali
spiaggia. Che nel suo luogo fosse poi sorta gradi di long, e lai. che Girgenli, da cui
Camerata come dice Riccioli a niun modo dista 4 m. verso settentrione (1).
si vede.
messa (V. D.) Antichissima cill sita a (I) un sotto-Comune riunito ad Aragona, in
piedi del Mongibello, di origine affatto in provincia , distretto e diocesi di Girgenli da cui
certa, che ebbesi poi il nome di Etna do dista 6 va., e 65 da Palermo, circondario di Rat
5G3
IO IP

Joye (V. W.) Altura alle ripe del fiume cap. xvi, scrive: aver congetturalo alcuni
Eloro altrimenti Abiso , dove sono avanzi di grammatici interpreti del poeta , dalla
antica abitazione. Vedi Abiso. similitudine del nome del fiume , essere
stala quella Ipcria terso Camarina; aren
IP do voluto accennare il poeta l' isola vi
l peri a. Lai. Jlypcria (V. N.) Antichis cina alla terra dei Ciclopi, cio Malia,
sima citt di Sicilia, ovvero regione, e se sita rimpelto la Sicilia terra dei Ciclopi.
condo alcuni isola, dove abitavano un tem Mostrer intanto in appresso parlando di
po i popoli Fcaci ; poi Canterina che Fa- Malta, non asscguir l'intento le congetture
zcllo appell Esperia da Yibio. Omero di Cluverio, e dico doversi stabilire affatto
Odiss. Iib. 6. Iperia a Canterina. Dice Mariano Valguar-
Minerva al popol dei Feaci e all' alta ncra sull' orig. di Palermo , essere Iperia
Lor citt si avvi. Questi da prima l'isola Orligia di cui nota aver detto il
Nei vasti d'Ipera fecondi piani poeta all'intorno bagnala; ma dalle parole
Far dimora solean presso i Ciclopi
Gente di cor superbo e ai suoi vicini di Omero che girovagano in Ialino ci non
Tanto molesta pi, quanto pi forte. ricavasi affatto, n altronde potrebbe adot
Piudem. Trad. tarsi il titolo di spaziosa alla troppa an
Alle quali parole soggiunge Didimo : gusta Ortigia.
Dicono altri essere f Ipcria in Sicilia la plrra. Lat. Ipyrra (V. D.) Fonte nel
un
citttaldi nome
Camerino;
da cialtri
che essere
sito appiccalo
il luogo territorio un tempo Alesino, mentovata pi
volte nell' antica tavola appartenenlesi alla
oltre la terra da noi conosciuta; altri cill di Alesa, ed ai suo territorio: che
stimano essere stala una isola presso la riportata appo Gualleri , ed accennata
terra dei Ciclopi. Vi si appiglia Eustazio, da Cluverio, il quale afferma nel lib. 11.
impugna per l'ultima opinione: Dicono c. 4- aver egli incerto se sia slata quella la
essere Iperia la citt di Sicilia, poi ap fonte Ipirra mentovala da Solino e da Fan-
pellala Camerino : vogliono altri che sia nio, e di cui fo meraeria nella voce Alesino.
un'isola presso la terra dei Ciclopi. Nota Ippana. Lai. Hippana (V. M.) Antica
per che non sembra consentino col poeta cill che dicesi in Diodoro Sillana , certo
quei che dicono isola Iperia; poich se per errore dei copisti secondo Cluverio;
isolani ne furono gli abitanti, come po- ma non procede in alcun modo che sia
leron soffrire le infestazioni dei Ciclopi, stata 'Ipponio mentovata da Ateneo, come
che non ebbero secondo la tradizione di dice Bonanno ; poich l' amenissimo bosco
Omero navigli di sorla? L'epilomatore di di Ipponio di acque irriguo, in cui Gelone
Stefano poi: Iperia scrive citt di Sicilia. Re di Siracusa disse il luogo da lui fab
Esichio: Iperia citt dei Feaci; e Vibio bricato corno di Amallca , era non lungi
lilialmente, Sequestcr: ora Camerino pri da Siracusa. Crede con altri Bonanno es
ma della Iperia. Cluverio lib. 1. dice so sere slata Ippana a Bivona; la colloca In-
spetta finzione di Omero Iperia sede dei veges presso Caccamo, dove oggi il ter
Feaci , poich il fiume appo Camcrina in ritorio Pcllorana con avanzi di edifizii.
antichi tempi dicevasi Ippari. Nel lib. 2. Vien mentovala del resto da Polibio, Ste
fano , e Diodoro , che dicendola espu
fadati. Contava 1041 abilanti nel 1798 , poi 763
nel 1831, e finalmente 896 nel declinare del 1852. gnata dai Romani, sembra collocarla tra
Si ha 533 salme di estensione territoriale e l'aria Palermo e Mistretla. Dicola io di silo
ne buona. incerto in questa regione. Reca il Parala
IP EGO
IP

una moneta di rame di Ippana , con la radici della fortezza e del colle, ne prende
figura di un bove da una parte, e dall'al il nome, sotto cui viene insino all'antica
tra una testa pileata di Minerva, la civet citt di Entella, conosciuta nel monte dalle
ta, e le lettere in.\. ruine.
ippari. Lat. Hipparis (V. N.) Fiume Viene una terza fiata accresciuto dal
che scorreva un tempo nella palude di Crimiso o dal destro Belice, formato dalle
Camarina. Vedi Camarina (fiume di). acque di Calatamauro, che sboccale oltrepas
ipponio, Lat. Hipponium (V. N.) Pic sano il diruto casale Sinurio, e s'ingrossano
cola citt presso Siracusa ad Aquilone , da molle fonti sgorgate tra PandolGna e
mentovata da Duri Samio lib. 10. St. di Misilindino. Convengono questi Ire capi
Agatoclc, sita forse dov' oggigiorno la sotto i comuni Sala e Gibellina, non lun
torre Targia. Vedi Corno di Amallca. gi dal molino della Donna , e costitui
ipsa. Lat- Uyp&a (V. M.) Fiume si dello scono il gran fiume che l'Ipsa, il Belich
dagli antichi, Belich dai Saraceni, oggi Be- dei Saraceni, ed oggi il sinistro Belice, che
lice, e il pi grande del territorio di Se- passala la fortezza di Pietra presenta la
linunte, in cui onore coniarono i selinun- pesca di buonissime anguille, alose, e
tini monete presentandone il genio sot muggini , traggiltasi con una barca , e fi
to la forma di vago giovane coli' epigrafe nalmente si scarica nel mare.
T*A2, due delle quali ne presenta Gollz
nella sua Sicilia. 11 corso dell' Ipsa il se IR
guente: scaturisce sopra Corlconc nel ter
ritorio di Palermo presso il monte Santa- irminlo. Lat. Hirminius (V. K.) Fiume,
gano e gli si unisce il rivo Bichinello, che altrimenti Mauli ed appellalo di Ragusa dalla
sgorga dal monte Busammara,'c pi oltre citt dello slesso nome, Limagone da Are-
il fiumiccllo di Corlconc. prendendo il no zio. E il pi grande Ira il Pachino e Ca
me di Frallina; indi sotto la locanda di Ter marina secondo Cluverio, e dello il pi ce
razza accresciuto dal fiume Batlicani che lebre tra lutti in questa parte dal Fazcllo.
nasce nel territorio dello stesso nome tra Si ha origine dalla fonte Favara nel ver
Corleone e Bisacquino dalla sorgente di tice del colle dove siede Giarralana, dalla
Scorciavacca, ed accogliendo poi le acque quale perci prende il nome, e scorrendo
del Bruca che sgorga nella piazza di Bi alle radici del medesimo, lussureggiando in
sacquino, prende un corso regolare. ambe le ripe di platani e di pioppi viene
Ma un altro capo del Belice o dell' fpsa accresciuto dalle acque di altro fonte che
si mette fuori al casale dei Greci nella ha il nome del Fico, il quale sgorga a mez
cosi delta piazza dell'Arcivescovo, accoglie za via tra Vizini e Palazzolo, a 2 miglia da
poi da sinistra il fonte di Scala di fe- Favara, dove con altro aggiungendosi,
roina, clic scaturisce giocondamente ed in adoperato ad agitar molini. In progresso
copia in una viva rupe. Oltrepassando poi poi viene accresciuto da molle altre fonti
altissimi monti appellati dal fonie mede e scorre toccando Ragusa e i suoi confini
simo, divide una profonda valle, e preci per valle amenissima vestita di alberi frut
pitosamente con gran fragore si scarica. tiferi, platani , erbe in pascolo degli ani
Uscendo dalla valle bagna il territorio di mali, ed anche canape. Tra la cala di Mar-
Pictralonga e ne prende il nome, e dopo zarclla e la fonte finalmente di Ainlucata
alcune m. riceve le acque del Malvello; aprcsi la foce nel mare Africano. Se ne no
scorre poi per Calatrasi , e bagnando le minano le anguille, poich sono saporilisis.-
72
570

IR IS

mo c delicate, ed appresta anche altre spe dello stesso nome. Comprcndesi nella dio
cie di pesci. cesi di Cefal, alla di cui chiesa apparle-
IS nevasi un tempo per largizione del Re
barba (V. IV.) Luogo della diocesi Ruggiero; si mentova quindi sotto il titolo
di Siracusa di cui fu menzione nei suoi di di Rocca di Asino in un diploma di Ales
plomi altrove indicali Papa l'rl>ano II ; sandro III, con cui descrivonsi i beni del
incerto se sia oggi minato il paese o ri medesimo vescovado e della diocesi nel
manga ancora sotto altro nome : crcdelo 1171, e nuovamente nell'altro del medesi
distrutto il Pirri, ed io avvertendo in un di mo Pontefice del 1178, che confermava i
ploma di Urbano caduti molti nomi di paesi dritti medesimi. Fa menzione del Castro di
della medesima diocesi clic ora sono, ed Asinelio Manfredi bailo di Sicilia nel 1250,
erano anche in quel secolo, affermo essere come poi dir. In un diploma finalmente
Isbarha uno di questi: ma non oso affermare del Re Martino del 1392 col quale asse
quale sia oggi , imperocch non alcuna gnatisi alla chiesa le decime, appellasi Asi
similitudine di nomi. nelio. Il tempio principale del paese, unico
Duro. Lai. Isburu$(y. M.) Fiume, oggi parrocchiale, detto di S. Niccol, si ha fa
detto di Caltabelloltn , di cui fan menzio ma di antichil, ne il Rettore destinato
ne Tolomeo e Plinio nella parte meridiona dal Vescovo con due coadjutori, e conlansi
le, quantunque questi in assegnarne la foce 11 chiese sulTraganee. I Minori Conven
appresso Eraclea, due altre ne tralasci. Af tuali stanno angustamente e con tenui ren
ferma il Fiizello essere il Majasolc YIsburo, dile in S. Maria Maddalena dall'anno 1572;
e quel di Callabcllotla il Sosio; ma bisogna ne andarono per i frali Predicatori. L'o
convenir con Cluvcrio che attcsta essere il spedale finalmente del (itolo di S. Michele
Sosio il fiume di Marsala, e l'Isburo quel vedesi costituito per gl'infermi poveri ed
di Callahellotla. Ha origine alla terra di i pellegrini. Il castello nel sito pi alto
Prizzi da una fonte cui nome Labro; quinci mostra sinora ruine. Riconosce Isncllo il
sotto Palazzo Adriano raccoglie le acque di prefetto militare di Termini, cui apprestava
questo , e sboccando Ira anguste rupi di 42 fanti, e si ha la medesima citt di Ter
monti si lascia a sinistra Acrislia , Burgio mini a capo di cornare. Erano sotto lo
e Villafranca, a destra Busacchino, Chiusa, Imperatore Carlo V 617 case, e 2513 gli
S. Anna e Giuliana, dalle fonti dei quali abitanti nel 1595; nel 1652 poi 882 case
paesi viene accresciuto. Gli si unisce poi il 2867 anime; nel corrente xrin dal censo del
fiume che sgorga dalla grandissima fonte Fa- Duca di Savoja 615 case 1975 abitanti. Go
vara sotto Ciillabcllolta verso oriente , e de di fertile territorio piantato ad oliveli
che dice il medesimo Fazello affluentissi- e vigne n mancante in frumento. I boschi
mo e grandemente giocondo; correndo poi e le selvose colline apprestano abbondante
in meandro passa Triocala e Misilicnssino, caccia, e presentano pingui pascoli agli ar
scaricasi finalmente nel mare appresso la menti ed alle greggie; ivi sono le fonti del
foce del liume Majosolc o di Alba. fiume dello stesso nome, n lungi dal paese
anello. Lai. Isnellus. Sic. Asineddu un ponte con cui si uniscono le ripe. Ro
(V. D.) Terra appellata anche Asinelio e tatisi erronei i gradi di lat. e di longitu
nelle antiche tavole Rocca dell' Asino, sita dine nelle Mappe, poich sta in 38 (1).
alle ime radici aquilonari del monte Ne- (I) Isnello attualmente un cornane in provin
brode, tra Collesano e Gratlcri, in un colle cia distretto e diocesi di Cefal da coi dista 10
lievemente declive, bagnata dal fiumiccllo miglia, circondario di Collesano donde 5 , e M da
571
15 IS

Dicono comunemente essere stato Isnel- Sanlacolomba nobile catalano pei suoi me
o sotto i Normanni nella soggezione del riti e gli ossequii tributali nella ricupera
Vescovo di Ccfal. Manfredi Principe e zione della citt di Girgenti. Diede Mar-
Bailo del Regno per Corrado concedette lino dei diplomi in favore di Arnaldo s
nel 1230 itila Chiesa di Palermo il castello in Girgenti nel 27 novembre del 1398 che in
di Ianello colla terra di Gralleri , e non Catania nel 21 di agosto del 1108, nei quali
redo come sia stato poi soggettalo a quella si attesta avere Arnaldo conseguilo Isnello
di Ccfal, ed indi al dominio regio. L'oc per la moglie presa dalla nobile stirpe
cupava Niccolo Abaie sotto Federico II con Venlimiglia. Cedette dunque ad Arnaldo
Cefal, Ciminna ed altre signorie, da cui per dote il dominio del paese colla pre
compr fanello Francesco Venlimiglia fettura del castello per liberalit del Re,
Conte di Ceraci che morendo l'assegn nel e lasciollo al figliuolo Arnao Guglielmo
1392 al figliuolo Antonio colla conica di avuto da letto illcgillimo. Rifulse in pri
Collesano. Ala divenuto Antonio nemico a ma Arnaldo famigliare della Regina Rianca
Martino I diedclo il Re in dono ad Abbono moglie del Re Martino, e comandante del
FWngeri, che non mollo dopo il rese e ne l'esercito di lui, cui lullavia non lungo tem
ottenne in cambio la contea di S. Marco. po dopo rivolt avverse le armi; prose poi
Dice Barberi restituito allora il paese ad a se di altre signorie e fu giusliziero di
Antonio, ma concessa la prefettura del ca Palermo. Guglielmo gi splendido anche
stello volgarmente castullana ad Arnaldo egli, delle militari prefetture venne donato
dal Re Alfonso e del potere d'imperio nei
paesi di sua pertinenza , prese in moglie
Palermo. Dal 1760, epoca in cui venne compito
il lavoro dall' Ab. Amico, varie cambiazioni si so Eleonora Villaraut nata dai signori di Frizzi,
no avverate nell'aspetto di questo paese. Fondossi donde nacque Antonio, il quale marito a
il collegio di Maria in educazione ed istruzione Rnimondetta Venlimiglia gener Arnoldo u
delle fanciulle nel 1763, il monte di piet dal da cui e da Elisabetta Campo Antonio n
Sac. D. Giovanni Capilummino coli' interesse del marito ad Eleonora Venlimiglia figlia di Si
dne e mezzo per 100 nel 1808 , e finalmente
una pubblica scuola di grammatica inferiore , mone Marchese di Geraci, di cui il nome
ed altra di superiore pei giovinetti ultimamente: prese Simone loro primogenito ed erede
fu intanto abolito lo spedale mentovato dall'au inaugurato Rarone d' Isnello nell'anno 1542.
tore , il convento dei Minori conventuali . come Ritenuto questi lungo tempo nella fortezza
anche la chiesa di S. Sebastiano nel 1806 , di cui
di Termini, vendette una parte dei beni
per , a non perdersi totalmente la memoria ,
ne fu convertita in oratorio pubblico la sacrestia
suoi a Giovanni di Farina, cio i feudi di
in ouore del santo martire. Eranvi inoltre una Aspromonte e di Madonia, e cedette poi il
colonna ed un monte frumentario i quali trovansi paese in favore della moglie Eleonora A-
oggi paralizzati. Contava Isnello nel 1798 una po gnello, che divenne perci signora d' Is
polazione di 2084 abitanti, di 2632 nel 1831 e fi nello nel 166G, e scorsi due lustri l'asse
nalmente di 1372 nella fine del 1852 giusta l'ul
tima tavola statistica. L'aria sana, esc ne estende gn al figliuolo Pietro , il quale unito in
il territorio in sai. 3110,673, delle qu.ili, dettaglian matrimonio ad Alessandra Gucci divenne
do in particolari culture, 57,601 in seminatorii al padre di Arnaldo tu, che alla sua morte
berati; 501,901 in seminatorii semplici, 1850,902 in conseguilo il possedimento della signoria,
pascoli, 32,055 in oliveli. 19,123 in vigneti albe impetr nel 1623 il titolo di Conte dal Re
rati, 115,890 in vigneti semplici, 11,518 in som-
maccheti 545,484 in boscale, 0,190 in suoli di case
Filippo IV; ebbesi in moglie Felicia Dente
territoriali. Esporta principalmente manna e som- colla quale gener Pietro u splendido nel
macco. la sua stirpe per avere richiamalo le si
572
IS IT

gnorie di Aspromonte e di Madonia, da cui dal Pirri lib. 4 not. 14. Gli abati attuali
c da Giovanna Colonna sorse Ignazio no hanno la facolt di eligervi i Magistrali, accor
minalo Conte d'Isnello nel 1666, donde data loro dal Re Federico III, ed occupano
Pietro, cui morto senza figliuoli succedette il xvi posto nel Parlamento; il drillo di luro
10 zio Gaspare nato da Lucio , nipote di presentazione al Pontefice dei Re di Si
Arnaldo ni. Mancalo anche costui di prole cilia, e ne ascendono le rendile di esazione
fu l'ultimo Conte d'Isnello dalla famiglia a 1700 scudi. Era Abate del monastero dei
Sanlacolomba. L'ottenne in giudizio dopo SS. Pietro e Paolo d'Itala nel 1760 Domenico
lui Giuseppa di Termini proveniente da Gravina ed Alitala dei Principi di Patagonia.
Giovanna Sanlacolomba , prima figliuola L'Archimandrita per un suo Vicario am
del sovraccennato Arnaldo in, escluso il ministra i sacramenti ai ciltadini. Nel mo
Principe di Cerami, che traeva origine da nastero le sacre cariche parrocchiali si eser
Alessandra 11 figliuola. Si hanno i Conti citano dai monaci , e sulTraganca ne la
d'Isnello il xxu posto nel Parlamento. Chiesa di S. Venera. Il Parroco decoralo
loiu. Vedi Maddalena. del titolo di Arciprete; hannovi 9 Chiese
i*pa. Lai. Hi/spa (V. N.) Antico castello filiali, e gli Agostiniani Scalzi abitano un de
mentovato da Silio nella valle d'Ispica vol cente convento. La primaria patrona e tu
garmente Cava , dove ancor se ne osser telare del paese N. D. del Carmelo. Erano
vano le ruinc. Ma dice Cluverio non essere 221 le case nella met del secolo xvi, e
stala alcuna terra di questo nome in Sicilia, 143 gli abitanti; 452 le case nel 1652, e
ed aver Silio parlalo dal fiume Ipsa di cui 1662 le anime; nel secolo xviu furono 241
altrove dicemmo. i fuochi ed 885 gli abitanti nel 1713, ed
laplca (valle di) (V. N.) Vedi Cava. ultimamente 1253. soggetto il paese alla
comarca di Taormina e sua indigena pre
IT fettura. Sta in 39 e 10' di long, ed in 38*
di lat. Il territorio abbonda in mori, ulivi,
itala (V. D.) Paese a 14 m. da Messina vigne, e pascoli. Congettura Placido Reina
verso mezzogiorno, antichissimo, edificalo che i vini Giotalini celebrali da Plinio pro
da un non so cui Alalia Italo, siccome inet vengano da questa terra (1).
tamente senza nessuno autore di appoggio I itila (nume di) Lai. Ilalae Flmius.
attestano il Bonfglio ed altri, siede in de Sic Xiumi d' Itala (V. D.) Sgorga dalle col
clive poggio, presso il corso del fiumiccllo line presso la lerra d' Itala e sbocca nel
dello stesso nome, che il Conte Ruggiero mar vicino o stretto presso Capo grosso;
nel corso di sua vittoria tolse colla terra
di Ali ai Saraceni, e donollo al monastero
dell' ordine di S. Basilio da lui edificalo sotto (1) Itala un comune che si comprende nella
11 titolo dei SS. Pietro e Paolo di cui provincia e nel distretto di Messina da cui di
stante 15 m. , circondario di Ali donde 4 miglia,
elesse primo Abaio nel 1093 il religiosis diocesi dell'Archimandrita. Se ne racchiude il ter
simo Gcrasimo, come dichiarasi in un suo ritorio in cai. 388,874, delle quali 10,883 in giar
diploma e sigillo , dove descritti i campi dini, 1,014 in canneti, 10,466 in gelseti, 53,384
ed i confini assegnali in dolc ed uso dei in seminatori semplici, 211,453 in pascoli, 29,875
monaci di quel convento vi comprende l'una in oliveti , 36,289 in vigneti alberali , 16,924 in
vigneti semplici, 1,761 in ficheti d'India, 5,856
e l'altra lerra , Ali cio ed Itala, ne di
in castagneti, 10,969 in boscate. Sana vi l'aria,
chiara per i terrazzani sudditi del solo e contava 982 abitanti nel 1798, poi 1065 nel 1831,
Abaie. Il diploma di Ruggiero vicn recalo e 1372 nel fine del 1852.
573
IT IU

se ne fa menzione in un diploma del Conte territorio altronde somministra ogni cosa ne


Ituggicro in cui si descrivono i confini delle cessaria alla vita. E da questi comodi forniti
terre del monastero d'Itala : cominciando una volta i Saraceni, ostarono lungo tempo al
dalla spiaggia della foce del fiume di Gi Conte Ruggiero, ed espugnali finalmente, da
tala salendone lunghesso sino al casale per se stessi si sottomisero. .Mancando poi di
nominato Elucepile sino al Canneto. Male fede per al Re Ruggiero e violato il patto,
quinci in alcune Nappe descrivevi il fiume perseverando nella ribellione, occupali per
d'Itala accrescere il Dionisio, avendo en inganni e per furberie dai confinanti Cal-
trambi la loro foce, come ben sanno coloro tagironesi, furono tulli uccisi. Dicono intanto
che frequentano quella spiaggia, e dichia nel modo seguente essere avvenuta la cosa:
ra il diploma stesso. Tragittasi nella slate il prefetto del Castello tratteneva a forza
presso la spiaggia a piedi asciutti, e pren una meretrice ealtagironese, che presa l'op
de il nome dal vicino promontorio Capo- portunit, ammonisce i suoi cittadini che
grosso. noltcmpo ne venissero all' impensata alla
porla della fortezza con eletta masnada pel
IU disastroso monte, ch ella avutone il segno
l'avrebbe aperta; ammessili dunque li con
4udira(V. N.) Paese, oggi non pi, in di duce all'abitazione del prefetto, ed ucci
cui luogo siede nella vetta del monte un fre solo, esorta a scagliarsi su gli altri, n pri
quentato eremitorio; il monte per sollevasi ma fu l'alba, che tulli i Zoticensi di pro
tra gli alvei del fiume Crisa volgarmente miscuo sesso ed et furono uccisi, distrutta
Dittaino e di quel delle Canne. Slima Fa indi la fortezza , distrutto il paese. Per si
scilo essere stala un tempo nel luogo me preclara impresa don il Re i Callagironesi
desimo l' Ibla del calancsc mentovata da di varii privilegii , e lor concedette l'am
Pausania, e l' Ibla Gereali giusla 1' opinione plissimo territorio di Zotica o Judica, ri
di altri, come altrove notai. Veniva il paese servata a se ed ai suoi successori in nome
sotto i Saraceni col nome di Zotica, men di rendila una tenue somma. Cosi por
tovato anche sino ai primi lempi dei Nor tala la cosa negli Annali di Caltagirone,
manni, poich confidando gli abitanti nella dai quali attinsero gli scrittori nazionali. Il
munilissima fortezzac nel luogo molto arduo, territorio a scminatorii nella maggior parte,
c prima sotto il Conte, poi sotto il Re Rug si ha dei boschi in qualche contrada, cogno
giero difendendosi pervicacemente e con va minati Xara di Judica, ed in quei luoghi
lore contro gli assediami, a non altro riusci meno adalli alla produzione delle biade ve
rono finalmente se non che fosse stalo da capo de oggi piantato in ulivi. La Chiesa gi
a fondo distrutlo. Il giogo del monto, an degli eremili con torre di campanile
gusto al certo, ma correndo in lungo da sacra a S- Michele Arcangelo, soggetta al
scirocco ad Occidente lutto formato di Vescovo di Catania; vivono i frali una vita
aspre e ruinose rupi, n si ha salita che solitaria sotto la cura di un sacerdote, o
per una via strettissima, torluosa, difficile, proccuransi il villo con lavoro manuale,
che non pu accoglier due uomini che poich si coltivano un compiccilo nel vertice
camminino comodamente, e perci da po e verso gli altri lati del monte, donde ri
chi difendesi, poich con sassi scagliali dal cavano le produzioni necessarie alla vita, e
l'alto, che precipitano al basso, si basta a fan traffico di zafferano che principalmente
reprimere ogni nemico sforzo. 11 circostante vi si produce nei luoghi vicini.
57'f
JU LA

judireiio. Lai. Judicellu*. Sic. Judi- celeril. E sul principio del lib. 7 i*
ceddu (V. D.) Fiume che scorre occulla- giunge: Addusse Gilippo F eternit vi
naenle per Catania. Vedi Amenano. Nessu vertice Temenile dove pose ti campo, 4
no insegna donde abbia preso lai nome , t7 giorno dopo venendo alla maggiorati'
poich non appare, ollimamcnle osserva della sue truppe ponela appretto inni
il Massa, come abbialo mutalo da fiumi- degli Ateniesi acci agli altri non re
cello. tero di aiuto ; mandala V altra parte ni
castello Labdalo, T espugn, impenak
KA non vedevasi il luogo dagli allri Hau
ti , che slavano al prato ed alla pitale
camo
taccate
giusta (V.
l' Invcges
D.) Cartagine
, di cuisicola,
si hao men
Cic dell' Alabo negli accampamenti, o ella
flotta ni gran porto. Narra Tucidide awr
zione appo Stefano. Vedi Caccamo. racusani
condotto Gilippo
da Eurialo
i suoidonde
Spartani
gli edlltnai
i 5-
KacRl. Vedi Gaggi.
Kalrbe*. (V. M.) Antica citt, Cirenei erano in prima ascesi a questa espun
giusta il Pirri , ma pi rettamente Cacca zione del Labdalo; dovendo daque&pa-
mo dall' Inveges. denza
rolc dello
il silo
storico
del Labdalo,
costare con
variamente
sommi o-
wi-
KE
dimcno dagli scrittori si stabilisce; impe
nizzaro.
lirmonioi
Nasce (V.
nelM.)
territorio
Fiume. palermitano
Vedi Can- rocch Arezio la terza citt Tica, dice.
neUa quale
sceso dulia superficie
un luogodetto
eminente
Epipoli;
e d
sotto il Parco. La voce saracenica Kemo-
nium vale fra noi torrente. ivi la fortezza Labdalo, e/w Litio tt
1' Essapilo, dai nostri per MongibtBm.
LA che ora distrutta mostra quale imagi!
di se un mucchio di sassi. Colloca poi
i.ah.iaio. Lat. Labdalum (V. N.) Pog l'Eurialo dove ora Belvedere. Consente al
gio un tempo nelle Epipoli, non lungi da l' Arezio il Mirabella, n gli contrario il
Tica, munito di una fortezza costruita poi da Fazello ; stim poi il Cluverio non conte-
gli Ateniesi, e finalmente chiuso da un mu niro al Labdalo questo silo; poien di w
ro dal tiranno Dionisio. Tucid. lib. G. Nel vedonsi spiccatamente ed il prato tini*
giorno appresso discendono gli Ateniesi all' Anapo, e la palude ed il porlo jrande
contro la citt; poich erano venuti al ancora. Tucidide poi scrive essere siala
le Epipoli per l' Furialo come avea detto il sotto gli occhi degli Ateniesi, che dimora
medesimo : e non avendo alcuno all' in vano verso l'Anapo e la palude ed occu
contro, ritornali, sollevano un castello so pavano con la flotta il gran porlo, l'oppu
pra Labdalo in una somma estremit delle gnazione del Labdalo falla da Gilippo ufi
Epipoli, per dove guardano verso Megara, lalo settentrionale delle Epipoli. Subii
acci fosse conserva del bagaglio e delle Bonanno l'Eurialo in Mongiuellisi; nell'ai"1
somme , quante volle ne venissero alla pi vicina altura poi non lungi dalle la
pugna o a costruire il muro. Laonde im tomie, presso il muro fabbricalo dagli Ate
posto un presidio al Labdalo, scn partiro niesi rimpcllo Tica, cosliluisce il Ubdal.
no contro Tica, ed assediandola, ed aven le cui basse radici , dove facevasi da al
dola chiusa immantinente di un muro, in lappo l'oppugnazione non polevan federa
cussero timore ai Siracusani per la sola dagli Ateniesi che stavano nel Iato o|
575
LA LA

rrispondeva questo a Megnra od era fi- tue Larodae (V. M.) Sono le Selinunliuc
Intente pi minilo il luogo a chi liei op- poich si ha ncll' Itinerario di Antonino e
giiasse; ivi altronde rimangono sin' oggi nelle tavole: Agrigento aquis Larodis xi.
udini tagliali nel vivo sasso, e ruderi che Agrigento aquas Labodas xl , e nuova
[imamente
; ma invano, posson
secondo
dirsiil dell'aulica
mio tenue forlcz-
giudi- mente: Agrigento Cenae x\m. Aliata xu. ad
aquas xn; poich da Agrigento a Sclinunle
>, mpvgnossi Bonanno a dimostrare, se coninosi circa 40 miglia.
rrisponda a questo poggio quella somma- i>ai>ro. Lai. Labrum. Sic. Labru. (V.M.)
amente
enle elevata
dice ilestremit
Nicosia indelle
un mss.
pipoli.
opuscolo
l'ili- Fonie del fiume Isburo sotto Prizzi.
Laccio. Lai. Laccius. Sic. Lazzu. (V. K.)
il silo di Siracusa, l'Euriulo e il Laudalo Il porlo piccolo di Siracusa secondo Dio
iiusi con altri poggctli nel circuito delle doro lib. xiv. Dionisio col muro, con cui
bipoli, dove si vedono vestigia di antichi divise I isola dal rimanente della citt ,
HGzii , e colloca in Mongibcllisi la terza comprese anche le armale navali nel pic
rlezza mentovata da Solino, che dice os colo porlo , cui nome Laccio. Or con
to stata in Siracusa un triplice muro, ed gli
fessasiaCluverio
venuto.non saper donde un tal nomo
treltanlc rocche. Opina l'accennato Cesare
-.ve
el Inni,
luogoessere
medesimo
sorti al' Eurialo
Mongibellisi,
e il Laudalo
il che LuruU onarn. Lai. idem. Sic. Lafarcu-
nara (V. IV.) Lago appresso Terranova se
(Ternia dimostrarsi dall' alrio recinto da condo Arezio. Vi ha eziandio una fortezza
una quasi intere e spaziose , dalla fossa del medesimo nome.
cavata nel sasso, e da altri grandi monu- E.agatreilo. Lai. Lagastrellm. Sic. La-
n'iiii , che enumerai di sopra da Fazcllo gastreddu (V. W.) Piccolo lago abbondante
licendo
idide essere
dell' Eurialo.
scesi dall'Eurialo
Attcsta al glicerto
Ateniesi
Tu- in pesca nel territorio di Caslrogiovanni ,
altrimenti di Pergusa.
i Gilippo , e sembra intender diverso il Miciii Pelorliaol. Lat. Lacus Pelori-
toggio Labdnlo dall'Eurialo, ma cosla es tani. Sic. Lai missinisi (V. D.) Sono tre
ere slato in quello costruito frettolosamente secondo Fazcllo e Cluverio, dei quali uno
agli Ateniesi il castello, che forse espugna stagna solamente nell'inverno. Maurolico
li.e Cluverio,
Gilippo adegu
acci non
al suolo,
venissecome
novellamente
contcn- poi e Reina due ne riconoscono , quanti
oggi ne sono; Maurolico per vanamente
nunilo da un nemico presidio. Dionisio poi riprende Fazcllo per averne ammesso tre,
hiudendo di un muro le Epipoli costitu poich
nel capocostui
il. segu
Va innanzi
Solino , Peloriade
il quale dico
per
ina rocca ncllEurialo ed insieme nel Lab
iato, non discosti poggctli, appellata Eu- l' egregio temperamento del suolo, poich
ialo da Livio. Dunque uno ed il medesimo n per l'umido si scioglie in fango , n
u luogo, donde guardava Siracusa appel per la siccit in polvere : dote per in
lilo Laudalo, donde prestava la salila alle dietro si estende ed apresi in largo, com
ipipoli Eurialo , pot notarsi sullo vario prende tre laghi, dei quali uno non sol
nome dagli autori di tempi diversi. Certo levo al certo al grado di portento per
lontano io essendo dai contrasti di parte, f abbondanza della pesca ; ma quel che
non voglio decidere, n vien per le lunghe gli ricino poich nutre delle fiere in
il 'ladani clic scrive di questi castelli nel densi arbusti e tra opachi gineprai, am
le Epipoli nelle Notizie letterarie. presenta
messi i cacciatori
il doppio per
piacere'
appositi
dellatiotloli,
caccia
Lnbode (acque). Lai. aqaae Labodae
570
LA LA

e della pesca e si enumera cerio tra gli dono


E
modi
la pi
per
tra celebre
la
la Sicilia
variadelle
mutazione
e l'Africa.
Ire Pelagie
delle
La che
voglia
letto
gk
esimii. Da un' ara dislinguesi il terzo ,
la quale posta in mezzo ditide i luoghi
guadosi dui profondi, e donde ad essa si sita giusta Appiano in 39 di long, e JS' <
tiene tocca l'acqua la gamba. Ci che di
allalat.
longitudine
; ma discordano
, giusta ilageografi
colleziooe
iotorw
o&
al di l non lecito esplorare sarebbe n
toccare, e se avvenisse, chi l'avesse usato ne primo meridiano. Ne il circuito di 10 a.,
sarebbe punito, e tanta parte perderebbe sebbene il Fazello l'estenda a 12, ed a li
del suo corpo quanta ne atra ingolfalo nel alcuni dei moderni. squallida e deserta,
l'acqua. Cio come spiegano i sovrnccennali ma ruderi e ruine di ediGzii addimostrano
Fazello e Cluvcrio: questi laghi accolgono ac non esser mancata un giorno di cultura, e
que salse dal mare vicino, dei quali il minore perdurano nel poggio che sovrasta al se
ilfreccia
pi presso
dall'estremo
al Pcloro,
corso,
lontano
abbondaun in
tiroped maggiore non piccoli monumenti di atti
ca fortezza che appellano torre di Qrlmdi.
sci; i gineprai clic formansi presso i suoi Disse Abela da un'antica scoverla isaawne
margini riescon favorevoli ai cacciatori , essere slato il fondatore della forteia Bar
corrispondendo alle fatiche loro , e prin tolomeo di Marsala, capitano di na, ed
cipalmente nelle stagioni quando le acque attest aver veduto in entrambi i lai! dell*
non vi stagnano; e questo tratto di terra pietra
suolo dell'isola
scritta scudi
piano
segnali
e basso
di cinque
versomonti.
onesD
era l'altro lago un tempo descritto da Solino
apprestante le delizie e della caccia e della te, dalle altre parli pero aspro per le rup
pesca. Il terzo in cui era una volta un altare, e da occidcnle di immani sassi superba
contunde chi avvicinalo pel suo tetro odore che si hanno per vedette, quindi allentai
e credesi l'ara essere stala dedicata a Net cogli acuii inaccessibili scogli i navigli dal
tuno , poich attcstano Esiodo e Diodoro lido; apre tuttavia alcuni seni; il Pelano cio
essere slato nel Peloro un antichissimo nel mare di Africa, quel delle acque verso
tempio per questo nume della superstizione libeccio, e verso oriente quel di Dragutt
fondalo da Orione. Producono inoltre en e quel della Deipara; il prime solamente
trambi i laghi saporitissime conche mari capace di biremi, l'altro si apre a navi mag
ne, delle volgarmente palelle regali, no giori
ha deichepozzi
l'appellano
; nel qnarlo
Acquato:
finalmente
il leno la
minale appo l'amico Ateneo da Diflo e da
Archestralo , e dette Pelorie ; richieste fi chiosinola della Vergine Madre con bellis
nalmente nei convili degli antichi secondo simi marmorei simulacri della medesima.
Lucilio Salyr. lib. 3- A niun modo si vede che aversi un porla
Lago del Palici. Lai. Lacus palicorum. nel mare Africano non molestato dai venti
Sic. Lau di li Palici (V. R.) Vedi Palici e capace di una flotta, come attesta il geo
(Lago dei). grafo Arabo.
Lalenoa.Lat. idem. Sic. Lalinusa (V.M.) La grolla o la chiosinola della Vergine
Isola tra la Sicilia e l'Africa, alTallo de incavala nel vivo sasso e che presenta doe
serta, ed una delle Pelagio. statue della medesima nell'altare, splende
Lalla (V. M.) Piccolo paese. Vedi Alia. di innumerevoli prodigii anche verso i mori.
Lamia (V. D.) Vedi Drafone (grotta di). Apresi la porla verso settentrione, verso oc
Lampedusa. I.al. idem. Sic. Lampidusa cidente una finestra , ma l'altare guarda
(V. II.) Isola. Lopadusa da Plinio, Strabene, scirocco. Da questa grolla adito in altra
e Tolomeo , da altri appellata in diversi dove i Turchi venerano il loro pscudopr<>
577
LA LA

'eia ; onorano la Vergine con donativi i chiora Naselli, che unitosi ad Anna Maria
laviganti di ogni nazione, ed offrono or- Naselli gener Ferdinando, dei Grandi di
amenli , danaro, ed olio per accendere Spagna, dal gabinetto dell' Imperator Carlo,
ia votiva diuturna lampada. Essendo cre Vicario Generale del Vicer, di altre splen
sciuta la somma , le triremi di Malta la dide cariche fornito e finalmente odierno
trasportano religiosamente in Trapani , e principe di Lampedusa (1).
la depongono nel tempio della Vergine
ad accrescerne il culto; nessuno os mai (1) Procedendo da ci che lasci scritto l'Ab.
rubar da quel luogo il danaro, o un qual Amico, nei tempi ulteriori oltre la iscrizione che
ci nota fondator del castello Bartolomeo di Mar
che altro oggetto., se non una volta, e la sala
vendetta di Dio divor i( sacrileghi. Nell'a
Bartolomki;s de Marsara dictu
trio della grotta sgorga una fonte di acqua Jan Crasso, Capitamu mk
salutare, vi abitava un tempo a custode un Feci fare. Ahi. Prima ikditio
eremita, ma confesso di non sapere se sin
oggi vi perdura. Occuparono l'isola i Sa altre lapidi tuttora rimangono nella Cala del porto
ed alla Madonna, piccole e di marmo bigio sici
raceni nell'anno xiii del nuovo secolo, scac
liano, colla scritta: Qui trovasi un cadaveri mor
ciali poi da Gregorio dei greci grande Am to di peste in giugno 47&4 , donde conferma il
miraglio. Il sommo Carlo Imperatore poi Gussone il suo parere esservi stati deposti gli ap
ingaggiata verso di quella una pugna con pestali dalle galere maltesi , e ci reca il Colucci
tro i Barbari perdette a primo impeto 7 nel suo rapporto , che essendo in quel tempo in
Malta dei legni infetti di peste furono dall'ordine
navigli , ma poi rincalzata la battaglia , ne
di S. Giovanni spediti in Lampedusa a consumarvi
divenne vincitore, ed impadronitosi dell'i la contumacia. Le quali opinioni vengono affatto
sola, ricevette una lettera di Papa Leone, a distruggere idea di popolazione in quel tempo,
colla quale congratulandosi questi , rende ma argomenti in contrario ce la persuadono, poi
grazie all'Imperatore. La flotta dell'altro ch il governo di Sicilia vi spediva nel 1783 con
Imperator Carlo V, comandala da Antonio due legni di guerra il rinomato medico Antonio
Corsi da Trapani in soccorso di una buona po
Aurea, sbattuta in questi scogli, soffr gran polazione che doveva esservi travagliala dalla pe
de scapito nel 1551 navigando in Africa. ste pervenutale dalla vicina Libia, e rilevasi da
Occup finalmente l'isola per liberalit del carte autentiche essersi il Corsi adoperalo al som
Re Alfonso, Giovanni Caro Signre di Mon- mo all'eslinguimenlo della malattia, e prescritte
techiaro ed ebbesi la facolt di congregar le istruzioni e ritornato in Palermo, avervi otte-
nulo dal governo guiderdoni ed onori. Lasciando
gente. Francesca V ultima femina dei Caro intanto da parte le notizie riportate dal sig. Smith,
figliuola di Ferdinando, maritossi a Mario avere ai tempi di Napoleone preteso Lampedusa
Tommasi e gli assegn l'isola in nome di gli americani, naufragatone sulle coste un legno,
dote. Nacque da Mario Ferdinando donde rimaste in vita due signore palermitane essersi unita
Giulio che fu detto Principe di Lampedusa in matrimonio con Guido e Sinibaldi che col ri
trovarono, lasciando le storiche ricordanze, aver
da Carlo II nel 1667; e merit Giulio con nel 1760 un prete e sei individui francesi ottenuto
Rosalia Troina generare la Venerabile Ma un Firmano della porta ottomana per mezzo del
ria Crocifissa, ed il Von. Giuseppe Tom Ball di Beccavo residente in Malta oude potersi
masi Cardinale di S. R. C. (1), ed anche stabilire in Lampedusa, ed essersi poco dopo ac
Ferdinando il quale fu cavaliere di Alcan cresciuta la popolazione sino a 40 individui, es
servi dimorali nel 1791 sei maltesi per l' industria
tara, ed ebbesi il figliuolo Giulio da Mel
agricola e per la pastorizia guarentiti dal ministro
francese residente in Malta , ed averla anche ri
fi) Del Ven. Cardinal Tommasi fu poi procla chiesto in altri tempi gl'Inglesi nell'occorrenza
mata U canonizzazione. del trattato di Ainies, come silo di stazione na-
73
578
LA LA

Lanario. Lai. Lanarius (V. M.) Fiume xxiv. Mazari* x. Lilyboeum xn. Da Sciacca
di cui si parola nell'Itinerario di Anto come avverte Cluverio, o dalle acque calde
nino : Ad aquat. Ad fluttuiti Lanarium al fiume Bclice coniatisi 20 m. e di l al

vale, ne stabiliamo l'epoca certa della ripopola antichi geografi col nome di Lopadusa, e che co
zione nel 1800, quando i atabilirono una piccola stituiva secondo la divistone di quei tempi la pi
colonia il maltese Salvatore Gatl per contratto grande delle Pelagie.
enfiteulico stipolato col Principe di Lampedusa nel Particolare si l'aspetto geografico di quest'i
14 giugno di quell'anno; ma posteriormente il sola avente un perimetro all' incirca di miglia 16
G alt concesse una parte dell'isola all'inceso Ales poich mostrasi piano, senza veruna montagna, e
sandro Fernandez, il quale vi stabili anch'esso una d'omogenio suolo; si scorge da lungi in forma li
colonia di 400 anime , vi costru nel 1810 quel neare che poi con l'approssimarsi apparisce a mo
muro che la divide in due parli nella larghezza, do di lingua diretta db est, ov' pi larga, e poi
e fondava uno stabilimento di agricoltura lasciato si va gradatamente elevando, e si prolunga all'oc
poi quasi incompiuto per la mancanza dei mezzi cidente ove mostrasi pi stretta 11 lato nordico
poich egli per all'ari particolari fallito nel 1813, di Lampedusa alto ed inaccessibile, ed i paoli
abbandonala Lampedusa si rifugi in Gibilterra. della Guardia del prete e di Capo rupestre sono
Gli eredi di Gatt col loro parente Fortunato Frenda situati molto alti sull'attuale livello del mare. Ol
maltese protrassero la loro dimora sino al 1843, tre a ci il littorale mostrasi alquanto sinuoso
quando acquistata Lampedusa definitivamente il massimamente laddove l'isola si presenta di mag
governo delle due Sicilie, vi inviava due piroscafi giore larghezza, cio nella direzione di levante, e
con persone atte al possedimento di essa ed alla questi seni possono la maggior parte servire per
formazione della colouia; vi ritrovarono 24 mal comodo approdo alle barche di mediocre grandezza,
tesi presieduti dal Frenda, comunicate le notizie la cala grande che serve di porlo spaziosa per
del possedimento novello, buona parie di quegli l'approdo eziandio delle navi , e riuscirebbe loro
individui ne emigr, e la famiglia Frenda venne di sicuro asilo ove mai si ponessero in opera quelle
a costituirsi in Sfai nella vicina costa di Africa. modificazioni da pi tempo proposte dal Cav. Ber
In grazioso ed ordinalo paesello si costruito pre nardo Sanvincenli, il quale molto si distingue su
cisamente nel piano in direzione del porto; si di queste materie concernenti la marina , e che
abbellita l'antica Chiesa, e la popolazione di circa regge attualmente con inarrivabile zelo il comando
700 anime viene sensibilmenlc aumentandosi mer di quell'incipiente colonia non che dell'isola vi
ci le cure del provvido Governo. cina di Linosa; io colgo questa occasioue per ma
L'isola di Lampedusa fu oggetto di profonde nifestare i sensi pi sinceri di ringraziamento a
osservazioni- all'esimio Pietro Calcara dei primi quell'egregio Comandante, il quale viste appena
naturalisti che abbia mai vantato la Sicilia, tolto le carte officiali rimessemi dall'esimio signor Duca
a noi ed alla scienza sul verde dei giorni dal eno di Cumia regio delegato con pieni poteri per la
tera del 1854. Pubblic nel 1847 la Descrittone colonizzazione delle dette isole , adoper tutte le
dell'Itola di Lapipedusa nella quale ne fa un e- cortesi e possibili premure, onde secondare le mie
same per ogni ramo , ma questo lavoro era stato scientifiche incombenze, e dei suoi lumi mi gio
anteceduto dal Rapporto del viaggio scientifico e- vai non poco nella compilazione delle mie osser
segnilo nelle isole di Lampedusa, Linosa e Pan vazioni sondo egli dotato di vivace ingegno, e di
telleria ed in altri pttnti della Sicilia , con cui immenso zelo per l'amore che nntre di vedere
ristretto come in un quadro rispetto a Lampedusa prosperare la nascente colonia.
il lavoro in appresso da lui pubblicato, e siccome E ritornando a discorrere della fisica condiziona
adorno di somma brevit e di interessanti osser di Lampedusa piacenti qui notare che sebbene il
vazioni ci facciam pregio a recarlo. suolo appare piano e basso , pure lascia scorgere
Lampedusa. 11 giorno 24 maggio alle ore p. nella sua estensione delle valli; la pi grande fi
m. col brigantino il Gandolfo dopo ore 118 di fa quella detta volgarmente vallone dell' Imbra
vorevole viaggio da Palermo approdavo in Lam cala che viene conlradistinla con tal nome a causa
pedusa, isola posta al grado 35, 38' di latitudine di un gran numero di Arbutus unedo. L. che spon
e 10", 5' di lougitudiue e che sorge nel mare fra taneamente nascendo rivestono quella contrada. In
la Sicilia e l'Africa, e fra Pantellaria e Malta, tutta la vasta superfcie dell'isola oltre delle valli
conosciuta da Plinio, Slrabone , Tolomeo e dagli appajono anche delle picciole elevazioni di terra eli*
579
per Lanario nella guida
LA se non il Selino,

fiume Madiuni il Solino degli antichi poco


pi di 3 m. ed 11 poi di l a Marza ni. Da o l'Apiario ed il Madiuni di cui dir in
questi intervalli adunque non mentovato appresso.

circondino delle pianure a foggia di bacini poco pro zione del calcareo il quale orizzontalmente di
fondi. Il suolo generalmente considerato mostrasi di sposto nei siti in cui l'isola pi elevata e vi
omogenia natura, risulta dalla calce carbonaia bian- cina al mare, invece che nei punti in cui la detta
cogiallicria, la quale trovasi or dura compalla , or isola verso il mare scende con dolce inclinazione
viceversa lenera granellosa friabile, e questa cal come nella parte di mezzogiorno, si osservano gli
carea contiene resti organici fossili die siccome bo strali inclinali da allo in basso seguendo la me
me
potuto
pertinente
esaminareal caiallcrizzano
periodo terziario
queltritoniano,
terreno, sicco-.
con desima inclinazione dello assieme del terreno, dal
che chiaro apparisce che laddove l'isola alta nelle
Utraltara stratificalo, e gli strali che stanno diret parti pi prossime al mare, il calcareo disposto
ti al nord mostratisi orizzontali, mentre viceversa a salila murale, e gli strali inferiori che sono in
app'ajono obliqui quelli diretti all'est ed inclinali coulalto col mare per le irruzioni delle acque tro-
da su in gi. Il calcareo di Lampedusa alla Quena vansi corrosi e solcali profondamente, in modo
e capo di Ponente ed in altri siti alterna con gli che minacciano la caduta degli strali sovrapposti,
strati marnosi, ma la marna trovasi superficiale. e s fatte corrosioni sono al certo uti recente fe
La calcarea che presenta una maggiore consi nomeno dipendente dall'azione delle acque del ma
stenza la repulo una roccia pirolerolica, ed i punii re. Ove poi risalir vogliamo all' epoca antica dei
che forniscono la calce carbonaia dura e compatta grandi avvenimenti di quell'isola ci sar dato ri
siccome quella reperibile nelle regioni di ponente levare che forti tremuoli prodotti abbiano le fen
dell'isola, mostrano forse il passaggio alla dolomi diture longitudinali negli strati calcarei, il che mi
te. Le analisi dei caratteri e della giacitura del cal porla a supporre che quella porzione d'isola disposta
careo di Lampedusa mi occup maggior tempo per a strati orizzontali dovette certamente essere sulle
indagare l'origine di formazione di quel suolo ter prime il centro dell' intiera isola, e che quell' allra
ziario, quindi dalla tessitura dei saggi raccolti in porzione situata al nord, e di rincontro all' isoletta
tutte le varie contrade dell'isola, e dai resti or di Lampione sia calala gi nel mare, per l'impelo
ganici che comunemente trovatisi alla Quena alla di quei primitivi fenomeni; il fallo sia che Lam
Cala Pisana e vicino il porlo, mi dato con fon pione disia da Lampedusa all' incirca 12 miglia ed
damento rilevare essere stata quell'isola prodotta formala dalla medesima calcarea, quindi bavvi
dai successivi sedimenti delle acque del mare. AI tutta ragion di credere che formava parte una volta
certo meditando alquanto sugli enunciali falli dell' isola di Lampedusa da cui separala venne per
riesce facile stabilire l'origine di formazione geo l'azione dei sopra indicati fenomeni.
logica di quell'isola, ricorrendo alla teoria dei sol Non esistono sorgenti d'acqua sulla roccia cal
levamenti al giorno d'oggi ammessa dai moderni carea di Lampedusa, ma solamente sotto gli strati
geologi; una tal teoria ben si adalla col rinveni a poca profondit ovunque discavasi allacciasi I' ac
mento di una isolelta formata di un calcareo stra qua potabile, pi o meno salmastra a misura che
tificalo coutenenle molluschi marini proprii del i pozzi si scavano nei dintorni del liltorale, o al
terziario tritoniano pliocene secondo il sistema di quanto discosti dal mare, e di falli durante la mia
Lcyl ; ed in vero questo deposilo che iti epoche dimora in quell'isola il prelodato Comandante fe'
antiche di sua origine stava cumulalo al di sotto scavare un pozzo nel vallone dell' Imbriacola ed
dell'attuale livello del mare; vennead elevarsi merc altinso a poca profondit acqua che fa sentire a
i prodotti pirogenici, che probabilmente si trovano mala pena il sapore salato.
sottoposti a quelle calcaree produzioni, e tale solle A mio avviso la detta acqua potabile in Lam
vamento pare cheabbia avuto luogo nel tempo delle pedusa proveniente nella sua origine dall'acqua
formazioni delle isole vulcaniche adjacenli la Sici del mare, la quale a misura che s'interna, e fel
lia. A maggiore schiarimento della lest enunciata tra attraverso gli strali calcarei e marnosi di cui
conghiellura mollo gioverebbe l'esaminare se l'i l'isola risulta, viene a spogliarsi in parte dai prin
sola di Lampedusa al presente olir la medesima cipi salini che contiene.
estensione di terreno, che quella che offriva all'epo La superficie di quell'isola rivestita di bassa
ca della sua primitiva formazione. A tale oggetto e densa boscaglia , c le prinpipali piante silvestri
mi diedi ad osservare atteulamente la stratifica- sono la Fillirea media, le Carrubbe, l'Oleastro, lo
580 \
LA LA

i.nndro. Lat. Landrum. Sic. Lnndru lice non lungi da Termini Imerese. In est
(V. M.) Terrilorio volgarmente Feudo ap- sorgono i colli Mesinino e Raccalimila,fe
parleneulcsi un tempo alla signoria di Bc- ve occorrono comunemente vestigia di ao-

Eaforbio ad alberello, la Periploa a Toglie strette, dipenda dalla qualit calcarea del suolo di eaati
il Ramerino, l'Iperico Egiziano, il Pino d' Aleppo, continuata
acqua,
isola, il scarsissimo
quale
d' impetuosi
scarso
di pioggia;
venti,
di terriccio,
per
soggetto
caimancaste
mal
a cornate
fi pre
ai
ed il Ginepro della Fenicia, ma languida anzi che
no osservasi la vegetazione di queste piante sem
pre verdi in generale nei aiti scoperti, vigorosa vazioni,
sta in generale
e nello slato
a molti
attuale
generi
quale
di che
utilissime
sia disoeso
celli-
poi la vegetazione di queste piante nelle valli
ombreggiate profonde e mastite d' un terriccio e fatica non torner a conto agli interessi 'elle
pi spesso e sostanzioso. industrioso colouo.
E ben rimarchevole che le piante formanti bo Qui per da avvertire che talune variet di
sco aono fra loro al snellamente ravvicinate, che vili,
le carrubbe,
il sommacco,
gli olivi
i fichi,
innestandosi
i fichi d'India,
sopra gli
la sodi,
alea-
la corrente dell'aria umida della notte penetran
dole non facilmente ii evapora, quindi la super asiri,
emente
questo
preferenza
che
sviluppalo
interessante
ivi abbondano,
potrebbero
nel articolo
miosono
coltivarsi
esleso
sar
queilavoro.
pi
con
vegetabili
dettlala-
socco;
ca
ficie dei fusti degli oleaslri, delle filiree ec. tro
vatisi rivestite di musei e licheni e vanno soggette
a diverse malattie rome la lebre lichenosa dei pa
tologi, la quale produre la carie e la deformazione E ripiegando il mio sguardo alle zoologici? ty-
negli alberi. Importante) siccome l'isola trovasi con cerche , in quel terreno fra i vertebrali ha a
tinuamente battuta dai venti perch piana, gli al grande sorpresa osservalo un prodigioso numero
beri quantunque di lor natura tendono ad ascen di conigli, che stante il suolo boscoso sfuggono ia
dere perpendicolarmente i loro fusti , pure sono parte alla mano distruggilrice, il cervo comune ia
impediti a prendere la naturale direzione per la varii isola,
dell' braniedriunendosi
anche gliabita
uccelli
le vi
regioni
formano
di poueota
la loro
furia dei venti , infatti quando giungono ad una
mediocre altezza si curvano secondo la direzione abitazione, la massima parte sono di passaggio,
dei venti pi predominanti. fra i quali la gru vi dimora per lo giro di due mesi,
Le mie botaniche ricerche mi fecero conoscere distruggendo quel poco di messe che si produce.
che quell'isola offre poche piante spontanee, e che Le testugini e gli altri rettili sono simili negli
per conseguenza la flora di Lampedusa deesi ri speciali caratteri a quelli che vivono nella Sici
putare la pi povera di quante isole trovansi presso lia , e nella medesima condizione ho trovato i
la Sicilia, il che manifesto indizio della sterilit pesci, i cruslacei, gli aracnidi, ed i molluschi; e
di quel suolo, quantunque al giorno d'oggi trovasi qualche nuora specie di quest'ultimi ebbi il pia
rivestito di pochissimo terriccio silvano che ali cere di raccogliere nelle mie replicate escursioni.
menta al certo quella spontanea vegetazione; e tali Le propriet termometriche e barometriche del
piante sono identiche in parte a quelle della Si l'aria vennero da me studiate , e la serie delle
cilia, ed in parte a quelle della costa vicina del osservazioni 1' ho registrata in apposite tavole.
l' Africa come avr poi occasione far conoscere nello Per ultimo conviene notare che ai trovano ael
sviluppo della mia memoria. silo ove al presente vassi fabbricando il paese ed
Ha non tutta la superficie dell'isola oflresi bo in altri punti dell' isola, ruderi di antiche fabbri
scosa e selvatica, dapoich di tratto in tratto s'in che ed altri vetusti avanzi che ci somministrano
contrano delle siepi di pietra, a secco, e diversi irrefragabili prove, che dessa venne abitala dai
spazii di terreno fra le slesse racchiuso furono di Greci, Romani, ed Arabi, ma per alquanti secoli
sodati merc le rure e le ingenti spese della fa rimase disabitata, quando poi in tempi a noi vi
miglia maltese (iati la quale soggiorn lungamente cini venne occupata dai Maltesi cio dalla fami
in quell'isola, e poi messi dallo stesso a cultura, glia Gali, Feruandez e Frenda ino all'anno IMI,
continuandosene in parte la coltivazione da Fer- anno in cui il nostro augusto Sovrano ne ordisci
nandez e Frenda. la colonizzazione. Al presente la popolazione ascni
In talune di queste terre di recente si son fatti de al numero di circa a 500 , inclusi i pubblici
saggi della seminagione del frumento e delle fave, funzionarli, ma quegli abitanti non di altro si oc
ma con dispetto dell' avido colono si ottenne scarso cupano, che alla costruzione del paese, allo spac
e cattivo ricolto. Ci a dir vero non dubbio che cio dei generi commestibili, ed alla pesca .
581
L me verso la spiaggiaLAdalla Chiesa di S.
lica abitazione, pietre quadrate, frammenti
di colonne, e mattoni; ma non lungi sca Basilio come dissi di sopra. Vedi S. Basilio
vano i coloni monete , vasi fttili , lapidi Lanterna.
Langobardo Lat.(V.Laterna.
N.) Vedi Sic.
Longobardo.
Lanterna
scritte, urne e sepolcri. Tenne il primo
Landre diviso da Bclice Giovanni Bonamico di Missina (V.D.) Torre nell'estremo orien
nel 1597, la di cui figliuola ed erede An tale lido del porlo di Messina , Galofaro,
dro
toniadafu Pietro
presa in
Orlando
moglie Squillo
con per, dote
donde
Lan-
si cio se rendi in volgare Buono lume, che
indica il porto ai naviganti ed ammonisce
ba origine l'attuale Pietro , barone con ad evitar Cariddi, che infuria nel sottopo
dritto di armi. sto pelago. Tutto il che espone la seguente
Landre Lat. Landrus. Sic. Landru iscrizione scrina in marmo sopra la porta
(V. D.) Fiume che ha le fonti nel territo di questo magnifico edilizio. Carolo V Im
rio dello stesso nome, appartenenlesi alla peratore Hispaniarum, et Vlriusque Si-
signoria di Caslrorcale, e che prende il no- ciliae Rege , Joannea Voga Prorex , Tur-
rim, Calopharum, ad Exponendas Noclu
Vien delta quest' isola Lapadusa da Ateneo, ma Navigalionis
struere Curavit
Face,
mdlv.
Publica Impensa Con-
Cellario, Grenteroesuil , e Bocharl emendano Lo-
padusa come da Plinio, Strabone, Tolomeo, e Va- Carlo V Imperatore delle Spagne e Re
laterrano ; Lipiduta in altra edizione di Plinio,
Lampadusa da Scilace, e Lepadasa da altri appo delle due Sicilie; il Vicer Giovanni Ve-
HofiTmann e Palmerio, che confessa non saper deci ga procur di costruire la torre Garofalo
dere qual sia delle voci la pi corretta ; Lampat ad esporre nollempo ai naviganti le faci,
da Scilace, Lampidusa da Mercatore, Lampedusa a pubblica spesa nel 1SSS.
da Cellario, Lampido o Lopadota dal Nicolosi, Laprl*a (V. M.) Il fiume di Terranova
Lampidosa da Bochart, Lanbedusa dal Geografo
Nubiero, Lepadula dal Barezzo dal nome di al da Arezio.
cune ostriche come egli attesta , Lipadusa da Lardarla. Lat. Ardaria (V. D.) Piccola
Ludovico Ariosto nell'Orlandi) Furioso dove ce terra del messinese a mezzogiorno, e mu
la descrive qual' era al suo tempo lenza abita nicipio della citt, soggetta oggi come un
zione: tempo al senato della medesima, sebbene
D'abitazioni l' isoletta vota una volla sia stata soggetta ai Montecatena,
Piena d'umil mortelle e di ginepri, che diconsi ancora principi di Lardaria. Fu
Gioconda solitudine e remota di questi il primo Luigi Moncada per pri
A cervi, a daini, a caprioli, e lepri; vilegio del Bc Carlo 11 nel 1690, ch'ebbesi
fuor che ai pescatori poco uota
Ove sovente a rimondati vepri ad crede Francesco dalla moglie Caterina
Sospendon, per seccar, l'umide reti: Cirino, il quale divenne anche principe di
Dormono intanto i pesci iu mar quieti. Bosalino per dritto della moglie Eleonora
Plalamone. Sotto di lui riprendendo il se
Sono varie te opinioni sulla etimologia del no
me ; vogliono alcuni che derivi dalla greca voce nato di Messina i municipii , prese anche
che vale rupe, promontorio, poich di sco ad amministrar Lardaria. Francesco con
gli e di roccie molto abbondante; altri da una segu il figliuolo Lillerio che vive oggi con
specie di ostriche di cui gran copia nei suoi la moglie Bosalia Branciforli contessa di S.
lidi dette tra noi patelle , e che si addimandano Antonio. Il maggiore ed unico tempio par
in greco \se e nel caso genitivo \$x&xt , o
finalmente da >a|xjcc 5vs che vale facella lam rocchiale di Lardaria sacro a S. Giovanni
pada, dai fuochi che si crede esservisi in antichi Ballista sollo il Vicario dell'Arcivescovo di
tempi accesi nella notte sovra torri per avvertire Messina che ha cura delle cose sacre. Le
i naviganti di tenersi lontani dagli scogli. suffragano altre sci Chiese ed un molto
582

LA LA

celebre cremo. Contavnnsi nel 1713 688 Labdalo, altra in Aerodina, altra presso :
nbilanli in 170 caso, ed indi 780 pria del grotta di Dionisio, delle quali segnatamente
contagio che invase quella contrada nei pas dice Arezzo, e che io di sopra descrissi le-
sati anni, e devast anche il nostro paese. stugginale. Dice poi Cluverio : fu in Epipoli
Disia ."> ni. dalla citt, ed occupa un'ame- quel carcere pubblico nominato per fumo
nissima valle, per la quale scorrendo nel e celebrila, e dello Latomie in voce plu
l'inverno un piccolo fiume scaricasi nel mar rale che vale in volgare pielraje poich la
vicino (!) voce composta da AAA2 o dalla controlla
La*carl. Lai. Lineari. Sic. Lascari AA2i e TOMI" <fe//e quali quella significa
(V. D.) Borgo che municipio della terra lapide o sasso, e questa poi sezione, donde
di Grallcri con una chiesa parrocchiale de anche da Tucidide, Eliano, Luciano, ?
dicala a S. Francesco d'Assisi ; sorge in Snida, appetitasi Litotomie, poich AI602
terreno lievemente declive : si appartiene lo slesso che AAi'. Aggiunge da Varrone
ai Venlimiglia, e ne sono 00 le case 212 e Feslo, donde queslo carcere ricevuto si
gli abitanti. abbia un lai nome, e varii nomi del mede
Lpexa. Lai. Laspexa (V. N.) Luogo simo in varii esemplari ; recita parimenti
della diocesi di Siracusa mentovalo in un dei passi di Cicerone, Eliano e Plutarco e
diploma di Urbano II. ma si oggi incerto a conchiudc : arendo e ledo ed allegato
a qual mai corrisponda. lutto ci il nobilissimo Mirabella nel suo
Latomie siracusane. Lai. Lalomiae libro sul silo delle antiche Siracuse, fo io
siracusanae(\ .IN'.) o pietraje. Luoghi donde le grandi maraviglie, con quali ragioni ab
tagliavano i sassi ad innalzare gli edifizii biasi potuto indurre da un luogo solo rem?
della citta. Arezio da Tullio Vorr. 5. Le la folto tre. E dopo molle cose traile da Tu
tomie, ehe noi appelliamo Tagliale, sono cidide sugli Ateniesi cacciali nelle Latomie
eareeri sotterranei, clic co/ne piace a Yar- come in sicuro ed orrendo carcere : ma
rouc diconsi ancora pietrajv; sono un gran questo stesso, dice, quel carcere chiuso
lavoro in altezza mararigliosa, e sino ad poi dal tiranno Dionisio, testimonio Ci
dentro dalsudordi molli tagliale. Se eransi cerone, u alcuno di tanti autori fa men
in queste a custodire alcuni pubblicamente, zione
che cognome,
delle Litotomie
in distinzione
o Latomiedi con
unaqwl-
dal
anche dagli altri paesi, siccome attesta Ci
cerone, ordinatasi si adducessero. Pie sono l' ultra. Ino fu dunque in Siracusa il
ancora S famose, tulle mancanti di volta, carcere delle Latomie nelle Epipoli.
oltre le quali ne una che guarda mezzo Ma certamente egli medesimo maravigliasi
giorno, della dai Siracusani antro di S. che abbia potuto dir ci il Mirabella., e noi
Niccolo, dov' il carcere che fu fatto dal resliam da sasso come un uomo talmente
tiranno Dionisio. Dello anche ne aveva Ci garbato che vide le Siracusc e le Latomie
cerone: Nulla di pi angusto all'uscita, in Acradina , dove sono oggi gli orli dei
nulla da ogni parte di pi angustioso , Blinoii Cappuccini, e senza dubbio osserv
nulla di pi sicuro alla custodia pu farsi il carcere di Dionisio colle Latomie, abbia
o pensarsi. Da 5 poi pi insigni men potuto addimostrare che un sol luogo o car
tovale da Arezio, di tre solamente fa men cere delle Latomie ci abbia appo le Epipoli.
zione il Mirabella note agli antichi scrittori, Celeberrime sono ancora le Latomie o le pie
altra descritta da Eliano ad Epipoli sollo lraje negli orti sudetti e si ebbero un tempo
l'uso di carcere; e cos grandemente ap-
(tj Oggi un sotto-coraanc aggregato a Messina. pnjono nelle memorie amiche di Siracusa
583
LA li

il carcere
isio, ed il vicino
e k grolla
antrodell'orecchio
di S. Niccol,
di Dio-
che rono con durezza fermamente i Siracusani
al principio i prigionieri che erano nella
>rgono innanzi ogni altro come opere Litotomie. Poich depresso essendo il luogo,
aravigliose, ed a buon drillo appellansi ed essendo quelli allo scoperto, venivan pri
a M. Tullio magnificenze dei Re e dei ma molestali principalmente dal sole e sof
ranni, e mostransi agli amatori di antichit focati dal calore; sopravvenendo poi le notti
ie vi traggono da varie province dell' Eu- di autunno e d'inverno, travagliali di no
i>pa. Del resto Eliano Ist. Var. lib. 12 velle infermila pel cambiamento, principal
ip. 44 cosi descrive quelle delle Epipoli: mente che ogni bisogno per la strettezza
e pielraje che esistevano in Sicilia terso ivi nel luogo slesso agivano, ed ammonta
i Epipoli erano della lunghezza di uno vano cadaveri a cadaveri; quindi fetori in
balio, della larghezza di due plelri cio tollerabili, fame, scic, nessun dei mali ri-
i 200 piedi, hi per s lungo tempo trat- manea loro a sopravvenire , che abbiasi
enevasi la gente, che vi si contraevano mai potuto rapportare. Sin qui Tucidide.
mtrimonii e generatami figliuoli, i quali Lami. Lai. Laufis. Sic. Lauti (V. N.)
lon mai veduta per lo innanzi la citt, Spiaggia verso Pachino appresso la foce del
enendo a Siracusa, e mirando appajati fiume Assinaro, stcndenlcsi un miglio al ca
ii cocchi i catalli, talmente ne rimane stello di Eloro oggi diroccalo. Dircla poi
vano atterrili , da fuggir con accenti di fragorosa il Fazello, poich ha delle uggiose
'sclamazione. La pi bella di tulle le spelonche, ed aspre concavit, nelle quali
aterne di col era cognominala dal poeta spirando l'Euro o l'Africo urla la tempe
cilosseno, di cui dicono aver nella sua sta producendo un gran rumore simile
timora quivi composto il Ciclope il pi qualche volta al tuono. Soggiunge non per
follo di tulli i suoi poemi, e talmente vi- altra ragione aversi da Silio lib. 14 il ti
oslogli,
ipcndeva che
il supplizio
nelle stessedamiserie
Dionisio
e nelle
im- tolo di fragoroso l' Eloro che molle foce in
quel lido: ma si oppone Cluvcrio a qucsla
ciagure dovasi alle Muse. E Plutarco congettura di Fazello, ed afferma produrre
scrivendo di Dione: Prese quinci le Epi- l' Eloro il rumore, perch scorre in sas
olie liber g' inceppali cittadini, certo soso ed asprissimo letto. Dissi a suo luogo
lalle Latomie. Delle Latomie poi di Dioni delLauro.
Gorgo Lai.
di Laufi.
Laura. Sic. Addauru (V.N.)
so Cicerone contro Verre lib. 5. Il carcere
".ostruito in Siracusa per ordine del li- Il monte pi alto della Valle di Noto , il
anno Dionisio, che Latomie si appella, quale uniscesi ai colli che da oriente solle
wll'
renneimperio
domicilio
di costui,
di cittadini
cio Romani,
di Verre,poi-
di- vatisi da Lenlini, e che di l per lungo tratto
stendonsi sino alla spiaggia meridionale. Ai
ft chi avesse offeso l' animo o gli occhi suoi fianchi verso seltenlrione la gi de
li lui, veniva immantinente gillalo nelle scritta terra di Buccheri; dalla suprema velia
latomie. Priach per avesse Dionisio oc godesi di nmenissima prospettiva , di qua
cupato la tirannide, attestano Plutarco, Dio- nel lido orientale dell'isola sotlo le radici
loro e Tucidide essere stali gli Ateniesi vinti del monte Etna, di l olire Pachino. Copre-
Ini Siracusani, e coi loro compagni nelle si nell'inverno di densa neve, che racco
Latomie cacciati. E quanti preso avevano gliendo i Bucchercsi conservano nelle grolle,
lice Tucidide, degli altri Ateniesi e degli e poi non piccolo commercio ne fanno nei
allegati, cacciarono nelle Litotomie in si paesi vicini. Il gran fischiar dei venti ed
curissima custodia: e poco dopo : tratta il fragore ci avverte esser sollo del monte
584
LA LE

profondissime spelonche, delle quali la boc gistralo, la sede dei giudizii, e finalmente
ca Lauro
chiusa(Torre
del lutlo.
del). Lai. Lauri Turris. 10 slesso foro; circondano i lati di questa
colli asprissimi e con precipizii continui:
Sic. Turri di l'Addauru (V. D.) Vedi Al ma la pianura che nelle vette di questi
loro (Torre dell'J. culli ingombra di case e di tempii. Due so
no le parli della cill, una che dalla estre
LE mit meridionale della sudella contali?
mena a Siracusa , altra che dalla estre
Lego. Lat. Leghum (V. IV.) Cill anti mit opposta a Settentrione viene nei
chissima mediterranea , opera dei Sicoli, campi che dicono Leonlini e in territo
secondo Fazello nel territorio siracusano, rio adallo a cultura. Un ruscello che
mentovata da Tucidide, non lungi Torse da appellano Lisso scorre oltre la ruinosa
Feria nuovo paese, al feudo di S. Martino, rupe di un altro colle , quella cio che
dove sono molle vestigia di antichit. Ma guarda Occidente. Stendesi sotto la ima
credono comunemente essersi servilo Fa rupe una serie continua di molte case che
zello di erroneo esemplare di Tucidide , in pari intervallo disiano tulle dal fiume;
poich Lego secondo Tolomeo fu verso Li- tra queste poi ed il ruscello interposto
libeo. la via di cui si disse. Era questo 1' a-
Lego. Lat. Legum (V. M.) Antica citt spcllo della citt al tempo di Polibio che
che dice Fazello dei Sicoli , ed aflcrma visse al certo 200 anni av. Cristo. Fazello
Tucidide essere stala un tempo nei terri poi ed Arczio diconla sita al loro tempo
tori! della Valle di Nolo. Cluverio notala in Ire valli; ma l'uno s'avvisa che si stendesse
forse collocala sopra il fiume Bcliee o in tre colli prominenti, l'altro in due, e due
l'Ipsa da Tolomeo. Ne sono queste le pa sono in vero i colli, non essendo il terzo
role Uh. 2. cap. 12. Collocasi dal mede che un poggetlo. Il primo ha nome di Ti
simo Tolomeo Lego cill terso Oriente , fone munito per natura, e che credesi co
presso Elcelio, che sedeva secondo il suo munemente essere stalo abitato dagli anti
pensiero dove oggi Caslelvetrano; fu forse chissimi e primi fondatori della citt, che
quella terra che nel medesimo tratto di 11 circondarono di muro amplissimo , e
cesi ora volgarmente Mocarla. vi soprapposero una fortezza triangolare
Lenitili. Lat. Leonlini. Sic. Lintini rivolta coi suoi angoli ai tre promontori]'
Cill antichissima e tra le prime mediter dell'isola monumento sino al nostro tempo
ranee celebre, discosta tuttavia circa 5 m. quasi ai venturi consertalo dice l'accen
dal mare Jonio che 1' orientale dell'iso nato Arezio, poich con sommo arliGzio ed
la, sita in un declivio e rivolta a Maestro e audace lavoro vedonsi le grandi rupi con
Settentrione, conserva ancora avanzi di an fermate in fortezza, e sono tagliali i vivi sassi
tica magnificenza; nota ad innumerevoli in luogo di munimenli , sebbene gli edi-
s poeti che storici , greci e latini , e che fizii superiori andarono gi da gran tem
vien mentovata anche allo spesso nei secoli po in mina ; su questi avanzi sorgeva co
i pi recenti. Descrivendola esattamente Po struita da gran tempo la regia rocca della
libio nel lib. 7 : La citt di Lenlini, dice, quale diremo. In altro colle poi crescendo
se poni mente alla inclinazione di tutto il numero dei cittadini aggiunsero l'altra
il luogo pende verso settentrione; in mezzo parie della cill appellata perci cill nuova,
poi alla citt slendesi una tal quale piana della quale dice Diodoro nel lib. 16 e poi
coni-ulte, nella quale la curia del ma- sovrapposero il cos detto Castello nuoto.
585

LE si hanno la forma diLEleone, e scrivono al

Gi il terzo colle o il poggelto appellato


Cosentina nei bassi tempi , era occupalo cuni aver Ercole per essa passando nei
dalla terza regione della citt , un tempo suoi viaggi dato ai cittadini le spoglie del
anche munita; ma incerto donde si abbia suo leone, donde vengon coniale le mo
avuto il nome quella contrada. Fan men nete e segnato l'antico e moderno stemma
zione gli scrittori nazionali delle porle: la di un leone. Siccome antichissima la ori
Iracea di cui d notizia anche il Fazello gine , cosi anche incerta ; poich affer
e dice menare a Siracusa; la Giunia che mano aversi avuto a primi abitanti i Le
poi s'appell regia rimaneva quasi intera strigoni che furono i primi coltivatori dei
prima del 1693; la Media detta un tempo campi, donde ne furono questi delti lestri
di S. Giuliano; la quarta dai vicini bagni; goni! appo gli antichi. Solino: rafie spelon
ad austro la Semjronia, che menava anche che attestano la gente ciclopea; e le sedi
a Siracusa, e finalmente la Panaria diruta dei Lestrigoni poi cos ancora si appel
anche nello scorso secolo , a tralascia le lano nel Leonlino: diremo gi delle spe
altre meno frequentale. Celebrano anche lonche. N lungi fu la terra Xulia da Xulo
di altri edifizii, n vi ha dubbio che tanta figlio di Eolo. Inducono finalmente Cerere
preclara citt ne abbia avuto magnifici, ma che visse al tempo dei Sicani alla semina
niun monumento ne riinane, o si incer del frumento nel territorio. Abbandonata i
to; nomina Tucidide il luogo Focea appo Sicani per gli incendii del monte Etna la
Leonzio, occupato da alcuni cittadini , che parie orientale dell'isola , ne occuparono
(ediali della dimora in Siracusa ritornarono il luogo i Sicoli- I greci Calcidesi condotti
alla patria, gi abbandonala per lo innanzi. da Tcocle parliti da Nasso, scacciali guer
E la valida fortezza Bricinnia anche allora reggiando i Sicoli, occuparono poi Leonzio
vendicata da coloro, testimonio il medesi nell'anno i della xiv olimp., sotto i quali
mo storico, era nel territorio Lcontino. Fa spiec la repubblica oligarchica , ammini
menzione finalmente Niccola Russo, nella vita strala cio da pochi. Si ebbero una volta
dei SS. Mari, della valle di Ceramia, che a duce Lami megarese cui scacciato anche
poi fu appellata di S. Margherita. Credono in breve tempo, vissero con leggi proprie, e
alcuni appellarsi la citt in numero plurale mandarono una colonia di cittadini a co
perch costava di queste due parli: nondi struire una citt nel territorio occidentale,
meno dicesi Leonzio appo Tolomeo , Fa testimonio Strabonc, che dissero Eubea dal
zello ed altri l'appellano Lcontino, e dai l'isola della Grecia donde Teocle addotti
Saraceni e dai Normanni Lenlina. Nota aveva i Calcidesi. Panezio nondimeno non
Cluverio quasi tutti gli scrittori Ira gir an molto dopo se ne fece tiranno nell'anno m
tichi che la dicono Leonlini, si trai Ialini della xli olimpiade giusta Eusebio, il quale
che trai greci , ed attcsta appellali colla secondo Policno nel lib. dei Stratagem.
medesima voce gli abitanti, che diconsi ap si servi del seguente artifizio. Era una guer
po i moderni Leontinii e Leontinesi. De ra tra Megaresi e Lcontini, che erano con
dusse il Fazello l'etimologia del nome, dal finanti, e crearono i Leonlini Panezio a du
la frequenza degli abitanti , ma ne lo ri ce, il quale s'impegn ad alienare la ple
prende il Cluverio traendola dal leone; be dai ricchi , poi persuase i servi ed i
poich abbastanza dimostrano donde sia curatori dei cavalli nel territorio ad ucci
venuta l'appellazione della citt le monete dere i padroni, promise conceder loro per
che presentano il leone. Diedero forse il ci i cavalli dei signori, e cosi poco dopo
nome secondo altri i colli dove siede, che soggctlossi facilmente la plebe, ed assunse
586

LE I.E

ei solo l'imperio della citt; incerto per novellamente ed ottengono aiuti dagli Ate
per quanti anni l' abbia occupato. Forse nel niesi; segu quinci per alcuni anni l'assedio
tempo medesimo Ippngora , Frinonc, ed di Siracusa per questi ed i confederati, e
Encsidemo lcontini dedicarono ad Elea re finalmente per opera dello sparlano Gilippo
gione della Grecia un Giove di 7 cubili l;i liberazione di quella citt, che fu oppressa
di altezza , che teneva con la stanca una da grave eccidio da Nicia duce ateniese col
aquila e colla destra un fulmine, fatto a suo esercito. Nell'anno u della xciv Olimp.
privale somme, come scrive Pausania. At Dionisio divenuto gi (iranno di Siracusa
tcstano poi aver superato in guerra Fa- costitu prima di oppugnare Lcontini, ed
laride tiranno di Agrigento i (contini, aver avendone sofTcrlo ripulsa, condusse l'eser
li spogliato delle armi, ed a non poter pi cito a solloiiiellerc i Sicoli, rap con violenza
macchinar d'allora di nuove cose, gettato Nasso, occup Catana, e poscia novellamente
averli alle crapule ed alle gozzoviglie , assalila Lcontini, chiese dagli abitanti che
donde l'adagio appo i Greci: t Lcontini si rendessero ed aggregassero a Siracu
sempre ai bicchieri. Fiori Falaride nella sa. Nessuna speranza di aiuto loro rimanen
ix olimp. secondo Dodvcl; ne molto dopo do, e costretti a cedere, si sottoposero alla
li molest novellamente Ippocrale tiranno offerta condizione, ed abbandonata nuova
di Gela ; ma Gcronc Re di Siracusa essen mente la patria , passarono a Siracusa ,
dosi impadronito di Catana, Nasso, e Leon- nondimeno Dionisio impose un presidio alla
tini citt calcidesi , e non confidando nei fortezza dei Leonlinit e raccolse le biade
Calanei e nei Nassii perch i pi remoli, dai campi circostanti. Non molto dopo ac
li trasloc cacciandoli dalla patria in Leon- commiatando i mercenarii Pcloponnesii che
tini. erano circa 10000, la citt ed il territorio
Estinti i tiranni pensarono Siracusani dei Leontini diede loro in stipendio, che
di soggettarsi i nostri che reggevansi a leggi per l'amenit del territorio accettarono la
proprie, ma fu quinci quella celebre guerra condizione, ed occuparono a sorte le abi
la prima degli Ateniesi contro Siracusa, di tazioni in Leontini. Scacciato Dionisio mi
cui si ha notizia nelle storie. Fior allora nore per opera di Dione, cospirando con
Gargia famoso oratore messo legalo dai suoi tro di questo i Siracusani entrali in sospetto
Lcontini ad Alene. Ingaggiando finalmente che aspirasse al regno, egli sen venne in
i Sicoli e principalmente i Lcontini pace Leontini come in sicuro rifugio; e congiu
tra loro ne furono queste le condizioni, che rando poi gli amici di Dione dopo l'eccidio
venissero donali i Lcontini di siracusana di lui contro il traditor Calippo , non es
cittadinanza e divenisse la loro citt muni sendo riusciti nell'intento, rifuggironsi in
cipio di Siracusa; ma insorte poi discordie Leontini. Si difese a lungo Icete contro
tra la plebe ed i pi ricchi, emigrarono Timolconte nella citt novella dei Leontini
questi in Siracusa come cittadini, e la plebe per essere abbastanza munita e diffcile ad
profuga e vagabonda abbandon la patria, che espuguarsi, e superato finalmente fu ucciso.
giacque perci adeguala al suolo. Ma dis Quinci, dice Cluverio , fu sempre questa
gustati molli del fatto, preso un cerio luogo citt una fortezza per Dione Timoleonte
munito di Lcnlini appellato Focea ed occu ed altri che guerreggiarono con Siracusa.
pala la fortezza dei Bricinnii, si difesero Sollo Cerone II fu Leontini tra le prime
valorosamente una volta contro i Siracusa citt sotto la giurisdizione di Siracusa, la
ni. Vinti finalmente, stretta federazione coi maggiore allra parte poi dell'isola cedette ai
Segcslar e coi suoi Calcidesi , chiedono Romani in quella celebre divisione della Si
587

LE LE

cilia. Poscia Geronimo figliuol di Corono, i fratelli di lui , ma poi capitolarono. La


che crasi dai Romani staccato, fu ucciso in rosero illustre indi di loro dimora Maria
Lconlini , non molto dopo perci la citt moglie del Ile Martino , che vi mor , non
stessa fu occupata dalle armi di Marcello. che bianca 1' altra moglie di lui , come si
Non si fa memoria di Lentini da qui ai ricava da molle lettere datale in Lenlini.
tempi cristiani, tuttavia nella seconda guer Dalla morte di Ferdinando il Cattolico i Si
ra servile leggiamo avere Salvio. duce dei gnori della citt , che erano sempre uniti
fuggitivi, che aveva invano oppugnato Mor- in affinila ai Calanesi si dice essersi anche
ganzio, reso infesta la regione morgantina col popolo mescolali. Vicer Giovanni Ve-
sino al campo Lconlino. ga, invitali i cittadini a popolare la nuova
Incrudelendo .adunque gl'Imperatori di citt di Carlenlini , contenti della palria ,
Roma contro i seguaci del Cristo, Tertillo rigettarono ogni condizione; scorsa tuttavia
console di Sicilia portatosi in Lconlini , non lieve ciurmaglia dell'infima plebe, sof
cruciali a lungo i fratelli guasconi SS. Alfio, fr Ma
la dir
citt ora
un grande
qual siascapito.
stalo in questi ul
Filadclfio e Cirino, con altri innumerevo
li , ivi li adorn del martirio. Vengon se timi secoli e qual sia oggi l' aspetto della
gnati allora i primordi! della Chiesa Leon- citt. Sedeva nel colle del Tirone rivolta
lina, quantunque il Castiglione appo Pirri li a greco ed occupala dalla soldatesca, la
bro 2, noi. 3 contenda aversi avuto Pre munilissima regia fortezza, di cui oggi avan
suli sulla culla della fede. ISeofilo del re za una gran parto della torre ottogona for
sto nominalo Vescovo il primo fiori sotto mala di pietre quadre, notate variamente
Tertillo, da cui al Concilio Niceno u conia per lettere poco conosciute e corrose dal tem
10 slesso Pirri 12 altri pastori della Chiesa po. Discernesi inoltre una piazza intcriore,3
leonlina, ed attestano esservi perdurala la e perdurano le volle sotterranee mentovate
sede sino ai Saraceni; poich quel Sinodo dal Fazcllo, chiuse da molte palle di pietra.
Piceno fu raccolto negli an. 787 di Cristo, Rimangono poi quasi intere le inferiori so
ed i Saraceni stabilirono la tirannide per struzioni dell'antichissima torre triangolare
la Sicilia nel xx anno del secolo seguente. di cui dissi. Vedonsi verso Occidente nel col
Scacciati questi da Ruggiero , e venendo le Nuovo le vestigia di un'altra Nuova fortez
Lenlini in potere ai Normanni , si appar za con cisterne ed acquidotli. Tanti avanzi
tenne alla Diocesi di Siracusa, ma vicn do poi rimangono di quadrate ingenti pietre
nala di amplissimo territorio, cui sinora delle mura, da abbastanza spiccarne la loro
molle confine la spiaggia dalle foci del Si- celebrit. Dicono autori delle mura e della
melo sino quasi alla foce del Porcari o torre (riangolare Dedalo, Ercole, o i Cal
del Pnnlagia; nell' interno poi i colli sotto cidesi; ma io ascrivo opera di tanta mole
11 nionlc Lauro, quei di Vizzini, quei di Mi- a tempi bassi dopo la fondazione. Anche
neo, ed il corso del medesimo Simelo a le mine della stessa porla regia ne dimo
mezzogiorno. E celebre memoria di Len strano la magnificenza, ed ivi dicono ucciso
tini negli annali Sicolo-Aragoncsi , poich Geronimo Re di Siracusa. Osscrvansi grollo
occupala la fortezza dai Chinramontani , da ogni dove por tulio il circuito della cill,
strctlamcRte circondata dai regii eserciti, che o comprendevano abitanti secondo l' an
gagliardamente resistette, sinch finalmen tico costume, ovvero erano addotto a con
te pel militar valore di Arlalc Alagona ven servar l'annona e ad altri usi necessarii; una
ne in potere del suo Principe. Sotto Mar- fra le altre distinta in varie cellette de
Uno occuparono Lentini Malico Moncada ed gna di attenzione, ed alcune sono famoso per
588
LE LE

incili union li di SS. Martiri. Il tempio mag il titolo di S. Maria e di S. Alfio, eoi fu
giore sotto il noma di S. Maria dalla Cava, rono trasferiti gli ufficii di principale, e
verso i fianchi del colle, mosiravasi ornato commise la carica parrocchiale all' Arci
di campanile e di decente costruzione, pre diacono cosi dello prima Dignit; sorse in
sentando i segnali della consacrazione ; vi forma pi ampia nel 1747 e di giorno io
istitu un collegio di canonici noli' anno 1C52 giorno viene abbellendosi. Vi ha oggigiorno
il Vescovo di Siracusa Giannantonio Capo- 1' antico quadro di S. Maria del Castello,
bianco , e Tu reso insigne da Papa Cle trovalo prodigiosamente nell'anno 1210 nella
mente IX nel 1668; crane il Rettore pri vicina spiaggia del caricalojo di Agniuni,
mo Parroco nella citt, assegnalo dalla su e trasferito dall' antica Chiesa , grande
prema sede apostolica. Attcstano comune mente venerato; non che conservasi un fonie
mente essere stata questa un tempo la Chiesa di marmo pario, in cui dicono comunemente
cattedrale, liberamente arricchita di Tondi i cilladini aver rigenerato in Cristo col
dalle SS. Tecla e Giustina matrone Icon- salutare lavacro S. Neofilo Vescovo, i cre
tinc, e poi dai Saraceni devastata; questi denti, a tacere del dittico di argilla di gre
acacciali, ristorata dal Conte Ruggiero, e co lavoro , di cui altrove sar menzio
compresa nei confini della diocesi di Sira ne. Enumera il Pini nelle not. di Sirac.
cusa, come leggemmo nei diplomi di Urba al suo tempo 7 Chiese parrocchiali: S. Gior
no II ed Alessandro III Rom. Pont. In ade gio, S. Niccola, S. Teodoro, S. Venera, S.
guato ed ampio luogo alle radici del colle Tommaso Apostolo, S. Pietro e S. Luca
cominci a fabbricarsi dal Senato I. contino Evang., delle quali rimanevano sotto il Ti-
nel 1317 la elegante Rasilica dei SS. fra rone prima del tremuolo S. Niccola e S.
telli Alfio, Filadelfio, e Cirino martiri, che Giorgio, la quale ultima apparlenevasi un
sono i primarii tutelari ed i patroni della tempo al monastero di S. Maria di Bagnara
citt, diruti Ire antichi tempii, quelli cio dell' Ordine di S. Benedetto; spiccava quella
di S. Scbasliano, S. Cristoforo, e dei me di S. Pietro nella contrada Cosentina, cui
desimi tre Fratelli, il quale ultimo dicono erano addette le primarie delle famiglie
essere stalo il primo nella citt , ed unto leontine. Mancate oggi le altre, per es
dal sacro olio, aver conservalo in nicchie sersi diminuite le case ed il numero dei
di impulita pietra che sinora perdurano cilladini, rimane solamente la Chiesa par
corpi dei santi. Procur di adornar quella rocchiale di S. Luca nella piazza a setten
di un collegio di canonici il medesimo Ma trione, sebbene sita un tempo non lungi
gistrato, e l' ottenne in prima da Giovanni dalla descritta Basilica di S. Alfio, e le
Horosco Vescovo ncll' anno 1573 , indi da assegnalo un sacerdote, colla cura delle
Papa Urbano Vili nel 1636, e gli 2 accreb anime, con Chiese minori suffraganee.
be maggiore ornamento dalle sacre spoglie Venne dato un luogo in basso sito ai mo
dei Ire Martiri fratelli acquistate o tratte or naci carmelitani dall' anno 1200 fuori le
con preghiere or eolla forza dal monastero mura rimpelto oriente, dove trasferirono
di Fragal, e chiuse in una teca di argento. da Gerusalemme reliquie di santi e le bel
Essendo dopo il tremuolo del 1693 da lissime imngini di IV. D. Annunziata e del
cui fu scosso il paese ed in gran parte rui- l'Arcangelo Gabriele; vedesi quinci la de-
nato convenuti in uno i collcgii s di S. Ma contissima Chiesa sotto il titolo dell'Annun
ria della Cava che di S. Alfio nella confer ziata con le annesse abitazioni dei frati co
ma del Vescovo Asdrubale Termine nell'an stituita da quel tempo, e variamente in ap
no 1696, fu eretto un novello tempio sotto presso ristorala ed accresciuta di donatiti
580
LE LE

! di privilegii da Federico III, Martino ed fio nel 1480, e ne sorsero molti uomini ce
litri Principi , e precipuamente da Maria lebri dei quali diremo. Il tempio fabbricato
Regina di Sicilia. costante tradizione , da poco rimpetto Occidente fu unto del
lice il Pirri, essere qui venuti i SS. An sacro olio nell'anno 1738 da Matteo Tri
gelo ed Alberto; mostrano quindi un pozzo gona Vescovo di Siracusa. I minori Osser
scavato dal medesimo S. Alberto le di cui vanti fondarono il convento sotto titolo di
jcque sono salutari. Alla medesima par S. Maria di Ges in un poggio verso la piaz
ie occidentale rimpetto settentrione, Int za delle fiere, dieci anni prima dei Dome
ima nel luogo supremo nel colle Evarco nicani, coi soccorsi di Antonio Alagona Ve
i Minori Conventuali, vivente ancora S. Fran scovo di Malta, che dedic la Chiesa, dov'
cesco, sotto Onorio III nell'anno 1226 fab il sepolcro di Eleonora Branciforli mento
bricarono il convento presso la grotta di vato da Gualtcri; nel peristilio un pozzo
S. Andrea. S. Antonio di Padova che pro profondo dove comand Terlillo si gettas
mosse gli edifzii vi piant degli alberi cio tonico;
sero i corpi
era un
deitempo
SS. Martiri
fuori Clconico
le mura, emaStra-
ora
dei pomi, un cipresso e delle palme, che
ancora dicono sussistere, rese la vita ad un il luogo frequentissimo di case di citta
artefice oppresso da una mole della fab dini, e si ha come parte principale del pae
brica, sovrastando oggi la pietra alla porta se. Ne sta vicina la valle di S. Margherita
del convento in perenne monumento. At nella quale fu una volta la Chiesa di S.
testano inoltre la grotta di S. Andrea, dove Maria del popolo, che abitarono un tempo
abit lo stesso S. Antonio, avere anche ac gli Eremiti di S. Agostino , ma 1' abban
colto un tempo S. Pancrazio Vescovo di donarono diroccata pel tremuoto del 1552
Taormina imperversando la persecuzione di e fabbricarono un nuovo convento nella citt
Nerone. deposto nella Chiesa il corpo della presso la Basilica di S. Maria della Cava,
Regina Maria, che seguendo l'esempio dei dedicato il tempio sotto il nome di S. Nic
suoi ricolmata l'aveva parimenti di bene- col Tolentino , donde dopo le mine del
fizii; si venera finalmente quivi una statua 1693 emigrarono in luogo pi opportuno
di Ges Cristo legato alla colonna, con som alla piazza principale. I Minori Cappuccini,
mo cullo; vedonsi dall'anno 1723 poco sotto dall' antico pi alto luogo dove dimoravano
il luogo antico sorgere e chiesa e convento per due anni, occupano dal 1608 il giogo
con pi bella forma. I Minimi di S. Fran del colle rivolto a greco sotto l'antichissima
cesco di Paola si ebbero nell'anno 1594 alle fortezza, dei quali la Chiesa dedicata alla
radici del medesimo colle e verso la mede S. Croce ornata di elegantissimo quadro
sima parte, ma in terreno piano, antichissima dov' espressa la storia del Cristo morente
Chiesa consacrata sotto il nome di S.Andrea del pennello del Bassano. L' antichissima
Apostolo che leggo avere occupato un tempo Chiesa di S. Epifania accolse un tempo i
il'anno
cavalieri
1126Tcmplarii,
dalla Contessa
quinciAdelasia
assegnata
al ncl-
mo Trinitarii della redenzione dei cattivi, che
poi fissarono sede in S. Vittore nell'anno
nastero di S. Andrea di Piazza dell' ordine 1630; ma nel 1693 sofferta mina il loro
di S. Agostino; vi mostrano una pietra colle convento, venne affatto abbandonato. Il mag
orme di S. Alfio. Ceduta per un trcmuolo giore Ospedale col monte di Piet ebbesi
col congiunto convento, e pi nobilmente origine dall' anno 1551 sotto il titolo di S.
ristorata, rende eleganza alla citt. La fa Giacomo in prima, poi sotto il nome della
miglia dei frali Predicatori quasi stabilissi Concezione di Maria fu concesso ai frati
nel mezzo del paese, nella piazza di S. Al- di S. Giovanni di Dio nel 1612, e siede
590
LE LE

appresso il convento di S. Domenico, donde di Campofiorito. Dissi gi di sopra del ca


prende principio la piazza delle fiere, oggi, stello di S. Calogero. Nominiamo finalmente
come avvertii , non ultima delle contrade il monastero cistcrciense di S. .Maria di
della citt. Roccadia, di cui pi sotto diremo in copia.
Accrescevano ornamento a Lentini i mo Ritorno alla cilt dove si contano 9 Chiese
nasteri di donne, quello cio di S. Chiara minori, ognuna delle quali contiene qual
situalo in luogo amenissimo in un colle che oggetto degno di attenzione; poich
sotto la regia fortezza che dicosi costruito quella di S. Giovanni dei Bagni apparte-
dalla Regina Eleonora; poich Federico III nenlcsi ai Cavalieri di Malta, cos appellasi
con suo diploma di Catania del 1375 l'af dalle acque termali , oggi conosciute dui
ferma di regia fondazione, manca oggi per solo nome, e si ha la grolla di S. Giulia
di religiose ed in mina. Quel della SS. no, dove riposarono molli corpi di Martiri
Trinila antico nnche ed illustre nel palazzo (contini; quella dei SS. Clconico e Sinfo
della famiglia di S. Basilio nobilissima un nico anche si ha una grolla, cui sovrastar
giorno, fabbricato per somme e soccorsi di la casa del Pretore , ed essa anche ere-
Salimbenio de Marchisi , ora per verso i desi un carcere destinato ai SS. Martiri.
Iati del colle ad aquilone, cospicuo in ogni Vcdcsi in S. Mercurio un fonte di acqua,
parte e per la struttura e l'ornalissima che dicono essere sgorgalo donde la terra
Chiesa, non che per la famiglia delle sacro accolse la recisa lingua di S. AIGo, ed un
Vergini che professano la regola di S. Chia pozzo appellalo peschiera dinanzi la porla
ra; e quel di S. Martino finalmente dell'or tenuto in somma venerazione. Sannovi
dine di S. Benedetto mentovalo dal Pirri, anche delle pubbliche cose; l'amplissima
in cui mancano anche attualmente le mo piazza cio al cospetto del tempio princi
nache. da aggiungere a questi l'orfano pale con un fonte di marmo, il palazzo del
trofio delle donzelle povere , con annessa consiglio civile presso la medesima piazza,
la Chiss di S. Antonio Abate presso la e le fiere celebri quasi per lui la l'isola nel
maggiore e rivolta ad austro. Nel territo mese di aprile, dove accorrono al negozio e i
rio dei Cavalieri Tcmplarii spiccava la Chie conlinanli, ed i Iraflcanli eziandio dalla val
sa di S. Leonardo, ora Commenda dell'or le di Nolo ed anche di Dcmana a recare giu
dine di Malta , fonduta da Rinaldo di Mo menti e merci di ogni genere e ad attendere
dica, e di cui fa menzione Federico Impe al commercio ed al guadagno. Siede il magi
ratore e Re di Sicilia nell'anno 12.10. La strato lconlino il xvi posto nel pubblico Par
Commenda di S. Lazaro nell'ospedale di lamento, e cosla di un Patrizio, 4 Curatori
S. Maria degl'infermi a 4 m. donde prende e di un Sindaco che riconosce i drilli della
il nome la vicina contrada; quella di S. cosi delta Camera reginalc. II Capilano
Maria del Palmeto nel territorio dello stesso assegnalo dal Re , e l' Istrullor leonlino
nome celebre per varie memorie dei SS. Fra per la milizia comunale aveva solto di se 10
telli, e per un antro aulico. E quella di S. paesi circostanti. La cill capo di comar-
Giacomo della spada, volgarmente Precetto- ca, donala del titolo di fecondissima, ed
ria di S. Calogero, sollevala ad 8 m. dalla ornatone lo scudo dalle spoglie di un Ico
cill presso la spiaggia, di grandi pos ne. Costava sollo Carlo V di 2917 case;
sedimenti accresciuta da Riccardo Passinolo afferma il Pirri lib. 2 noi. 3 eccedere i
signore di Grassuliato, che oggi conferiscono 1012 il numero dei cittadini; ma nel lib. 3
i Re di Spagna come Maestri dell'Ordine, noi. 2 registra 2087 caso, 8167 abitami;
e ne gode attualmente Luigi Reggio Principe nei regii libri del 1652 contansi 2053 case,
591
LE LE

7(80 abitami, ma nel 1713 le case 1288 e di Cerere coli' aratro e le spiche ; altre ce
4509 i cittadini , che ultimamente (1760) ne hanno si d' argento che di rame col capo
pervennero a 4369. di Apolline Archagcta cinto di alloro, inse
Diciamo alcune cose sul territorio par gna dei Calcidesi, colle spiche ed il leone,*
lando dei campi Leslrigoni, poich si ha le quadrighe con una Vittoria coronante;
trai primarii dell' isola. Quinci Cluverio una lesta di leone colle spichc; una figura
sulla bellezza e 1' amenit del Leontino , equestre ed un sacerdote col tripode; con
recita le parole di Diodoro clic dico nel lib. 4. pesci eziandio, il cancro, e la faccia di Gio
Indi tenendo Ercole pel campo Leontino ve Ansuro coll'aquila ed il serpente, e in
ammir la bellezza del territorio. Ed al tulle il mollo aeontimn. Trovansi comu
trove Diodoro nel lib. 5 scrive: vogliono che nemente varii monumenti in bronzo ed in
nasca sinora nel territorio Leontino il marmo, lucerne Pillili di vario artifizio, vasi
frumento che chiamano agreste. Tullio poi piccoli oda due manichi, ed altri oggetti di
contro Ver. lib. 3 appella il campo leonti tal genere, come avviene in frequenti luo
no sorgente di frumento ed ubertosissima ghi dell'antico tempo, e nei musei di Cata
porle di Sicilia. Reca Aristotile lib. 3 de nia, e presso Vincenzo Bonafede dolio an
Nat. Anim. cap. 4 esser di talmente pin tiquario in Lcnlini conscrvansi. Sia il paese
gui pasture il territorio Leontino da mo in 37, 20' di Ut., in 38, 42' di long.
rire allo spesso le pecore per la pingue Ebbesi molli cittadini illustri per santit,
dine, anzi i pastori giustamente sul far sera scienza e cariche sostenute. Enumera i pri
adducono le greggi alle stalle, acci non mi il Pirri scrivendo: Sovra ogni altra cit
rimangano nei pascoli. Ricrea del resto di t di Sicilia resa celebre Lcntini pei
vini squisitissimi non solo gli abitanti ed natali di molli santi, i. Le SS. Miti, sorelle
i vicini ma anche i pi lontani : esporla Isidora e Neofita, la quale ultima fu madre
anche l'olio e rende partecipi gli stranieri di S. Neofilo Vescovo di Lentini, ed Isidora
della sua fertilit; fornito di boschi e di madre di S.Tecla solto la crudelissima per
selve appresta idonea abbondante caccia , secuzione di Armato prefetto di Lcntini
c somministra lilialmente nei fiumi e nei nell'imperio di Mass., nel 13 aprile dell'an
laghi, dei quali dir, copia di varie specie di no 238 , sparso il loro sangue resero un
pesci ed uccelli acquatici. Si riscontrino Fa- (eslimonio illustre alla fede; ne furono se-
zello ed Arezio. Nel medesimo territorio la polli i corpi nel proprio sobborgo dai fi
terra Xulia, la fortezza Bricinnia, e vaste gliuoli, e fu anche dedicato in loro onore
spelonche, un tempo sedi dei Ciclopi , sin un tempio. Dubitano gli eruditi del tempo
oggi si osservano; poich occorrono ovunque di questo martirio, e nulla se ne ha di pi
delle moli tagliale artificiosamente, e pre incerto, e non altronde a fidarsi agli Atli,
sentano innumerevoli grotte vaslc certamente perch scritti dai Greci, che sono di tenue
e profonde, ma che di basso letto essendo, fede. Soggiunge il Pirri: Nel medesimo tem
non potrebbero in niun modo accogliere uo po Benedetta nobilissima donna moglie del
mini di grandissima statura di che fngono B. Vitale prefello della citt, colla quale
dotali i Ciclopi; vaste disse quindi Solino olire una feinina generato aveva i figliuoli
quesle spelonche avendo riguardo alle fa Alfio Filadelfio e Cirino , e che perci
vole. Vengono quasi tulle le monete anti aveva partorito al mondo martiri invit
che della citt a dinotare con varii simboli tissimi , aneft' ella non manc della pal
la fertilit del territorio Leontino , nelle ma del martirio. Ma Alfio ed i fratelli fu
quali principalmente coniala la figura rono Guasconi, come perci la loro madre
592
LE LE

Benedetta viene trai cittadini Leontini? ed medesimo Pirri; S. Donato Presbitero do


il B. Vitale di qual citt mai fu prefetto? tato tra gli Ebrei della dignit di Arehisina-
n. Prosegue il Pirri: 20 martiri tolto c gogo , sotto il nome di Samuele, dai SS.
cio Imper. nell'anno 233, duce Mercurio Fratelli mondalo dalla lepra del corpo e
tolto Terlullo preside, tolto l'impero di convcrtito a Cristo, cui pi di 1300 dei suoi
Licinio , battuti in prima con verghe di indi rese ; il B. Euslazio Presb. figliuolo
palma, vengon mozzi del capo nel 20 di di Donato; S. Bodippo Vescovo sotto Dio-
cembre; ne seppell i corpi S. Tecla nel clez. e Massim. Imperatori; la B. Eutropica
sobborgo degli Azinni, dove anche in loro madre di S. Eulalia ; S. Luciano Vescovo
onore fabbric un tempio. Malamente in- Leonlino, che presiedette a questa Chiesa
ducesi qui Licinio Imperatore, che reggeva per anni 20; Domizio e Publio banditi per
nell'oriente con Massimino; n allora la Sici la
pi fede
in opinione
sotto Decio
di santit;
fiorirono
Vincenzo
nei bassi
da tem
Leo-
lia andava tra le provincic dell'imperio orien
tale; tra Dccio finalmente e Licinio si infrap lini laico dei Min. riformali ; Alfio Arezio
posero circa CO anni. Ed avvertiamo queste Sacerdote Cappuccino, che mor nella cill
cose, a ributtar la mal concepita opinione di Sorlino, mentovalo dal Gaetani e diJ Pir
di alcuni sul tempo del martirio dei SS. ri ; Giuseppe Scammacca della compagnia
Fratelli, che riportano alla persecuzione di di Ges , che conserv immacolata sino al
Licinio; imperocch la Gallia e la Sicilia fine della vita la prima stola dell' innoccen-
ubbidivano allora a Costantino, e sotto lo za presa col battesimo; predic la quare
impero di Licinio, nessuno incrudel con sima per ben 45 anni con sommo fruito
tro i Cristiani di Sicilia, m. Molti SS. Giu delle anime, e lasci presso a cento volu
dei MM. convertili sotto gli tletsi tiranni mi su cose divine composte in legalo e
consumarono il martirio, iv. Selle martiri sciolto sermone e scrilti di proprio pugno;
fanciulli, v. / SS. MM. Alfio, Filadclfio e mor in Palermo nel 1627, e ne fan men
Cirino che qui tratmigrarono dalla Bret zione Pirri, Mongitore ed Aghilera. Furono
tagna e dalla Guascogna, vi. Epifana M... anche Lentini illustri per dignit e per
naia in Lentini da nobili e cristiani ge cariche: Ice le oriundo da Siracusa, nato in
nitori, moglie di Alessandro, che fu con Lentini, che usurp la siracusana tiranni
sigliere di Terlullo. vii. 5. Tallelao con- de , mentovato nelle storie. Tommaso de
feti. vili. / 5S. Strulonico, Cleonico, ed al Agno dell'ordine dei predicatori, erronea
tri MM. nel medesimo tempo, ix. S. Eu- mente ascritto da altri ai Messinesi , che
lalia V. e M. cui tolto i medesimi Impe fondatore e priore di S. Domenico di Napoli,
ratori vien troncato il capo dall'empio dove fu Inquisitore generale delle cose di fe
fratello Serviliano per la conservata fede de, e legato del sommo Pontefice in orien
di Critlo. x. Le. SS- Tecla e Giustina W. te, rifulse in prima Vescovo di Betlemme,
sotto Yalcriano e Gallieno nell'anno 260. indi Patriarca Gerosolimitano, stima il Pirri
xi. Il B. Marco monaco sotto l'Imp. Decio; essere slato destinato alla Chiesa di Mes
scrisse in greco la vita dei SS. Martiri, dei sina, ma forse non ne consegu la dignit;
quali fu presente alla passione, mi. S. Neofilo dubita anche sia stato Arcivescovo Cosenti
Vesc. e confcs8. sotto il medesimo Imper., no; mor nell'anno 1276 ed mentovalo da
che trasfer i corpi dei SS. Erasmo, Cleonico Bzovio, Ughello e dai nostri scrittori. Binaldo
e Slratonico MM. dal luogo che dicevasi o Beginaldo da Lentini del medesimo isti
di Ercole presso il fiume Teria nella citt tuto di S. Domenico fior sotto Carlo I di
di Lentini. Si ricordano finalmente appo il Angi, istituito, giusta Ughello, da Clemente
593
LE LE

IV Vescovo Marsicano c dopo alcuni anni onoralo della carica di IVolaio sodo Fede
per favore di Gregorio IX Irasfcrito alla rico Imperatore e Re di Sicilia, da lui adi
Chiesa di Messina; ne fan menzione il Pirri, za,
bitoammesso
in ardue all'amministrazione
faccende, per l'esimiadideslrez-
Parma
Fontana ed altri. Ruggiero da Lcnlini dei
frali Predicatori, Vescovo di MelG, diverso vi fu morto in una turbolenza nel 1248; fu
affatto da Rinaldo ; secondo Bzovio ordin uno di quei poeti italiani, che coltivarono i
a costui Papa Innoccenzo IV ncll' anno primi le losche muse- Viene encomiato da
1251 dopo la morte dcll'Imperalor Fede Riccardo di S- Germano antico autore, da
rico Re di Sicilia , si portasse in Sicilia , Allazio, e da Crcscimbcni.
ed intraprendesse la cura della Chiesa Il primo degli scrittori leonlini, il cele
e di quel regno; mentovalo appo U- berrimo trai Sicoli, Gorgia, splendido ab
ghcllo, Fontana ed altri. Introducono verso bastanza pel solo nome, visse in quel tempo
questi tempi Rainiero da Lcnlini, che por in cui i Siracusani opprimevano Leonlino,
se a S. Tommaso d'Aquino le sacre ve e perci dai suoi mandato in Alene ad im
sti della religione; scrive Mongilorc tale o- plorare aiuti, lalmenle commosse gli animi
norc aversi avuto Tommaso di Agno; dice degli Ateniesi coll'cloqucnza che volentieri
il Pirri essere Rinaldo Arcivescovo di Mes gli concedettero ci che richiedeva, e l'in
sina il medesimo che Rainiero, di cui dice dussero e colle parole e con grandi donalivi
Michele Pio aver vestilo dell'abito Inqui a professar pubblicamente arte oratoria; fu
nate. Simone da Lcnlini Vescovo di Sira discepolo di Empedocle , maestro di Polo
cusa nell'anno 1269, mentovato dal Pirri, Agrigentino, Pericle, Isocrate, Alcidaman-
appellalo altrimenti Simoncllo, fu figliuolo tc, e di altri molli chiarissimi nella filoso
di Alaimo di Lcnlini Maestro Giustiziera di fa e ncll' oratoria, ed a lui come a padre
Sicilia e visse sino al 1296; Simone da Lcn professa checch si ha d'ingegnoso l'arto
lini dell'ordine dei minori fiori nel tempo sofistica; merit ci solo una statua di oro
del Re Federico II, e dalla sua sacra co nel tempio di Apolline, ne fu tanto L artifizio
scienza, suo predicatore e cappellano mag dell'insegnamento dell'arte oratoria; visse
giore del Regno, scrisse alcuni lavori appar- 108 anni (1). Erodico fratello di Gorgia,
lcncntisi alta Storia Sicola, e tradusse in commendalo tra gli antichi per la medicina,
volgare vernacolo il lavoro del Mnlatcrra cbhcsi a discepoli Ippoeratc , Socrate, ed
sulle gcsla del Conte Ruggiero; mentovalo altri illustri uomini, e scrisse sulle cose me
dal Mongitorc nella Bibliot. Paolo Bellar- diche e sull'arie ginnastica. Agatone Poeta
dito Abate di S. Elia di Ambula, Vescovo di tragico, ci solo sapiente e di bel dire nella
.Lipari ed Inquisitore della fede in Malta; scena, discepolo di Socrate e di Platone,
mor nel 1392 sepolto in S. Domenico in cui fu caro trai primi; diecsi gargizare nei
Lcnlini, nominalo dal Pirri lib. 3. Giuseppe suoi giambi , cio imitare il concittadino
Mol dei min. osservanti, esimio Teologo, Gorgia. Giacomo Leontino nobilissimo, so-
di grande destrezza nelle amministrazioni,
fu procuratore di tulio l'ordine nella Curia (I) I discorsi intorno a Gorgia Leontino del Sac.
Romana sotto Bonaventura Secusio Mini Luigi Garofalo Beneficiato della R. Cappella Pala-
stro generale. Simone Oscino della fami lina di Palermo , comprendono il pi bel lavoro
glia Conventuale di S. Francesco, famiglia che mai si sia fallo su quel grande, esaminan
dosi esattamente e colle testimonianze degli antichi
re di Pio V Rom. Pont., ed eletto da lui scrittori o la vita e la filosofia e l'eloquenza
Ministro della sicola provincia e visitatore l'et e le opere di lui; i frammenti ne sono in
generale. Errico Testa di primaria nobilt, fondo tradotti in volgare.
594

LE LE

slennc nel secolo jiii e nel seguente la ca un lavoro su gli uomini illustri in sanlil
rica di Notaio , che addossavasi allora ai nella sua patria, e lasci mss. un Calen
nobili; fu uno dei poeti che cantarono in dario dei SS. Siciliani coi loro elogii. An
metro italiano , c dicesi uguale a Ciullo tonio de Ingho compose verso il 1590 Pa-
d'Alcamo da Allazio, mentovato tini Bembo, leodoxa Ecclesiac urbisque Leonlinorum,
dal Crcscimbeni e dai nostri; visse splendido esaminati da monumenti istorici, e che riman
della medesima lode Enrico Testa di cui par gono mss. appo Vincenzo Bonafcdc che form
lai. Ippolito Arminio o Ariminense rifulse ancora una storia di Lcnlini, ed tutto de
nell'anno iv con fama di egregio poeta, dito ad illustrar la patria. Filadelfio Mu-
scrisse nel IMI V fppomachia, c ne rimane gnos di nobile famiglia, dottore in entrambi
memoria nella letteraria storia di Sicilia, i drilli, pubblic vari libri sulle sicole no
tom. 2. Orlcnsio Scammacca della Compa bili famiglie e scrisse parimenti sul Ve
gnia di Ges, fratello di Giuseppe, nominato spro Siciliano, sopra il ratio di Proser-
pel candore dei costumi, congiunse le pia pina e le vile dei filosofi sicoli. France
severe discipline alle amene ed alle tragi sco Aparo Sacerdote eccellente per sacra
che muse, conobbe profondamente le gre e profana erudizione; pubblic il ticolo
che le ebraiche e le arabiche lettere, e etrionfo
sulle cause,
per l'inaugurazione
fenomeni, effetti
deldel
Re fremito
Carlo 11
slarnpalo 30 e pi tragedie di vario sacro
argomento, mor piamente come vissuto ave lo. Commendansi finalmente dal Mongilore
va otlogcnario in Palermo nell'anno 1048; nella sua Bibl. Silvestro Sigona. erudito nelle
viene encomiato da Pirri, Mongilore, Aghi- greche c Ialine ledere, poeta, storico, e fi
lera. .Matteo Candido di nobile famiglia co losofo che fior nell'anno 1330; Alfio Fer
spicuo per lelterarii ornamenti scrisse, se rarono, patrizio, di cui rimane un'operetL
condo Mongilore, sulle cose Sicole dall'an delle regole della politica; Girolamo Chia
no 1433 al i3. Agatino Castiglione teologo ramente medico esimio; Cirino Mauro Sa
e facondissimo oratore , tenne allo spesso cerdote; Gabriele de Fabris ; Lorenzo An
di erudito concioni alla presenza di Paolo V, tico professore di umane lettere nell' uni
che poi pubblic, compose le vile dai SS. versit di Padova; Paolo Mela: Giuseppe Ro
Lconlini da recitarsi nell' officio , e fu a dolfo; Pietro Clemente, e Filadelfio .Mauro
lungo professore di Teologia morale in S. della Compagnia di Ges, che tulli rifulsero
Giovanni dei fiorentini in Roma; mor nella pei poetici studii, e pei pubblicati opuscoli.
patria nell'anno 1631. Domenico Bottone, da aggiungere a questi Piccola Rosa, di
filosofo e medico prestantissimo , si un a cui descritta in verso eroico rimane la vita
Pietro Castelli da Messina ; il padre di dei SS. Fratelli nella Biblioteca dei Cappuc
lui Piccola Bottone fu anche medico dei cini^ Carlo Ferrarono che lasci un'opera
maggiorenti , dei Principi e dei Vicer di sulle leontine nobili famiglie e sulla tras
Sicilia. Lesse quegli lungo tempo filosofia lazione dei SS. Fratelli; vive Giuseppe M.
nella napolitana Accademia, e merit ve Demma dell'ordine di S. Francesco di Paola
nir compreso trai componenti la regia so che amministr pi volle la sicola provin
ciet di Londra; scrisse una Pirologia to cia, istruitissimo nelle sacre ed umane lel-
pografica. Marcello Conversano nobile c erc , ed illustre pei sacri drammi pubblica-
dotto giureconsulto , appena valicali 4 lu ti (1).
stri pubblic in Singultir. Nicolai Inlri-
yliolo Commcnlarium; mor di 33 anni. (I) La citt di Lentini oggigiorno a n capo-cir
Carlo Antonio figliuolo di lui diede alla luce condario di classe in provincia di Noto da cui
595
LE LE

Lentlnl (Bcvlcre di) Lai. Leontinu stesso nome gi descritta, a 2 m. circa verso
lacii8. Sic. Viveri di Lenlini (V. N.) Allri- settentrione, per industria dei noslri maggio
mcnti Vivaio. E adjacente alla citt dello ri, dice dopo Arezio il Fazello, raccolto da
fonti indigeni, dalle piogge e dal sinistro ramo
disia 50 miglia rotabili, nel distretto e nella dio del fiume di Reina; sebbene non mancano
cesi di Siracusa da cui 28 m. parimente rotabili,
a 5 dal mare Jonio dal pnnlo il pi vicino dove chi diconlo aperto nei pi antichi tempi ,
prende il nome da Agosta, a 29 rotabili e a 91 ed anzi da Ercole. Presenta in tutto l'an
non rotabili da Palermo. situata precisamente no gran copia di pesci che vi si re
alle falde di una collina ed di aria cattiva si per cano minutissimi dal mare e dai fiumi vi
la bassa positura del paese, che pei terreni palu cini per alimcntarvisi, ed abbonda in non
dosi e per la vicinanza del beviere; l'acqua per
di fonte e di pozzo buona ed abbondante. Varii lieve copia di grasse anguille. Attesta Fa
antichi sotterranei o ruinati in parte o che minac zello aversi il circuito di 20 m., diecsi co
ciano mina si osservano pel paese, ed in questo munemente di 18 , ma affermano peritis
nostro secolo ne venne uno scoverto dietro la Chie simi, molto esattamente misuratolo nella pi
sa principale, e che merita somma attenzione. Eb- estrema dilazione, non esser che di 12;
besi Lentini vari nomi appo gli scrittori, essen
dosi detta Leontinum da Cicerone , Livio , Mela; bisogna dunque che sia stalo molto mi
Leontini pluralmente da Scilace, Plinio, Mela, Ni- nore negli scorsi secoli, poich crebbe ul
colosi , Hoffmann. Leontina Vrbs da Plinio appo timamente , che costituito un gran muro
Baudrand, Leontium da Tolomeo, Falcando, Cel alla sua parte orientale Giuseppe Bran-
lario; Leontinium da Silvagio; Lentina nae Conc. ciforli principe di Butcra , vi raccolse lo
BKc Att. 8, da Urbano II in una bolla del 1093; acque ; ordin poi in quel muro alcuni
Untino da Tancredi Conte di Siracusa in un pri
vilegio del 1104; e IHesapolis Leontinorum cio acquidolti, dai quali alternativamente aperti
Centro della citt dal Gaetani ed in antiche scrit nell'anno, spirando principalmente il vento
ture mss. Reca il Torremuzza di questa citt 54 occidentale, derivansi le acque nei soggetti
monete in argento in rame ed in bronzo impron opposti canali, dove graticcio di canna di
tate dei segni recali dal nostro autore, e tra que sposte opportunamente accolgono le anguil
ste una di rame con un cigno e l'iscrizione AEO-
rOPriAS nella quale si appone al nome della le e le ritengono nelle acque cadute. I suoi
citt quello di Gorgia cittadino in grande onore magazzini diconsi le morii, poich le anguil
di Ini. le prese o condisconsi in essi col sale , o
Conlava Lentini nel 1798 una popolazione di esportandosi vendonsi per tulle quasi le cill
5050 abitatori, di 7276 nel 1831 e finalmente di di Sicilia, con triglie o altri pesci dei quali
7C22 nello scorcio del 1852. Stendesi il territorio si fa pesca con navicelle e con reti. L'in
in ben sai. 19392,390, delle quali 25,488 in giar
dini, 11,490 in orti alberati, 55,976 in orti sem gente rendila che se ne forma non pro
plici, 7,826 in canneti, 141,250 in risaie, 308,117 viene a Lentini, come dice il Fazello. ma
in seminatori alberali , 12133,322 in seminatorii ai signori di Butcra ai quali si appartiene
semplici, 6061,816 in pascoli, 134,818 in oliveti, il Iago. Sboccano poi insieme le acque del
152,844 in vigneti alberati, 234,125 in vigneti lago nel prossimo fiumiccllo di Reina. in
semplici, 35,208 in sommaccheli, 18,157 in ficheti
d'India, 31,171 iu ficheti d'India ed altro, 32,128 esso una piccola vicina isola presso la parte
in boscatc , 8,204 in suoli di case territoriali. Ci
abbiamo delle sloriche ricordanze sulla prodigiosa ci di esportazione si versa da Lentini in frumento
fertilit dei campi leontini, e questa non si affatto legumi, olio, vino, riso, sommacco, soda. Con di
diminuita se si coltivasseovunque con industria, ma. spaccio dei 30 aprile 1714 isliluivasi un mercato
il maggiore ostacolo per fiorentemente restituirsi per bestiame che si celebra con gran concorso della
al nostro tempo l'insalubrit dell'aria non po gente dei paesi vicini per 15 giorni a cominciare
tendosi per essa introdursi nei pi fertili terreni dal 16 aprilo. Ci hanno intanto nella citt molte
una popolazione coltivatrice. Il maggior commer- locande ma la migliore la denominala dal Icone.
596
LE LA

occidentale che abbonda in uccelli, e vi eser sima caccia, per lo che vi conviene dalle
citano perci gli abitanti amenissime e fre vicinanze nell'inverno primavera ed autun
quenti caccie ; ad oriente poi un piccolo no gente di ogni condizione , percorrono
borgo accoglie marinai e pescatori ; indi qua e l interamente con piccole navi, e
le decenti case pel curatore del lago , e ne ritornano indi carichi di preda.
non ignobile Chiesa sacra a S. Andrea Apo Lentini (nume di). Lai. Fiutili* Leon-
stolo. Dalla vicinanza di questo lago divie linus. Sic. Xiumi di Linlini (V. // Te-
ne insalubre l'aria di Lentini. Se l'ebbe rias degli antichi, altrimenti Regina verso
nell'anno 1300 Ugonetlo di Lazaro ; pass il territorio della ciil; anche degli infermi
indi alla Regia Curia, e Federico HI il con da un ponte oggi diruto di tal nome, e
cesse nell'anno 1366 a Matteo Moniecate- finalmente appellato di 5. Leonardo.
no conte di Agosla; poi l'occup Manfredi Leonardo (fiume di *.) Lai. 5- Leo
Alagona con Licodia e Vizzini, per la Tel- nardi flutius. Sic. Xiumi di S. Lunardu
Ionia di cui concesselo il Re Martino con (V. K.) Vedi Teria.
Licodia ad Ugone di Sanlapace. Vedi Li Lconforle. Lai. Lconforlis. Sic. Liun-
codia dove si parla dei successori di Ugone. forli Nuova citt, fabbricata cio terso
Lemmi (Pullulo di). Lai. Leonlinen- i principii dello scorso secolo xvn per opera
$i palua. Sic. Pantanu di Linlini (V. N.) di Placido Piccola Branciforli Conte di Rac-
Vien formata dalle acque stagnanti del Du cuglia, e poi decorala nel 1622 degli onori
ine di Regina o di S. Leonardo, dagli an di principato, sovrastante ad un colle che
tichi di Teria, a 5 m. da Lentini, verso o- si appartiene al territorio di Tavi, in molto
riente, estendendosi sino alla spiaggia; la comodo sito tra Assoro e Castrogiovanni;
occupano perpetuamente canne palustri; ab imperocch sovrasta quello a 4 miglia, tal
bonda sulle rive di uccelli di vnria esotica ch possa dirsi Lconforle alle radici del
specie, ed anco copiosa in pesci, ma mi medesimo monte, e dista 12 m. da Enna
mili. All'ernia Arczio ammettere i flutti del per ampia valle intermedia. Dissi altrove
mare, il che vediamo avvenire nelle grandi nelle note al Fazello appartenersi il colle
tempeste, laonde ne sono le acque dal sale di Lconforle al monte Tavi, ma ci ha fra
turbale. Si appartenne un tempo a Rinaldo entrambi un angusta valle verso Occidente
conte di Modica, che verso la fine del se per la quale scaricasi un (umiccllo, eh'
colo xu conccdclleln ai Templari! come ap uno dei capi del Crisa. Diremo a suo
pare da un diploma di Federico Impera luogo di Tavi e della fortezza Tabaro, impe
tore del 1210. Era soggella nel secolo se rocch disia questa circa un m. e meno
guente sotto il Re Federico II a Giacomo dalla nuova citl, conosciuta appena dalie
di liutaio: stette poi sodo la Signoria dei rovine, quindi si diede occasione di scri
Chiaramonlani, indi soggetta agli Alagona, vere a Carlo Yentimiglin essere siala un
e scacciati questi dal Regno, l' ottenne da tempo Tabas in Leonforte. In lievissimo de
Martino Guglielmo Raimondo Moncada. Co clivio del colle si ha deccntissime abita
nosceva a signore nell'anno 1408 per bene zioni la primaria e pi nobile parte degli
ficio del Re Martino Ludovico de Roga abitanti, divise da una retta via lunga 400
tela; la possederono dal tempo di Alfonso passi circa ed abbastanza spaziosa, elicsi
Enrico Sigona e gli credi di lui, che vis ha principio da settentrione, dove due co
sero splendidamente in Catania ed in Len lonne di pietra elcganleincnle forbite fan
tini. La lite del dominio su di essa og veci di porta, ed nel centro una piazza
gigiorno in decisione. Presenta un' amenis- rotonda e non ignobile; viene terminata dui
597
LE pp. delle scuole pie
LE si hanno una Chiesa

palano baronale da occidente, che sorge


ii mezzogiorno rivolgendosi magnifico ad nella piazza sotto il titolo di S. Antonio
oriente, e domina lulla la regione persino Abate , ed a spese del pio Sac. Gregorio
ad Ernia. Da questa contrada poi per ardua Catania venne fondato il collegio nel 1681
discesa stcndesi l' altra parte del paese a per la istruzione della giovent. L'attuale
mezze radici del monte, dove meritano at Principe Ercole Branciforli eresse ancora,
tenzione l'orto botanico del Barone, un col e dot il collegio di Maria nell'anno 1728
lantissimo e delizioso giardino, ed una fon ad istituire ed educare le donzelle. Si con
tana, adorna di statue e delle armi genti tano altre quattro Chiese minori, tra le quali
lizie, che dolcissimi gorghi d fuori per 20 spicca per la nobile costruzione quella di
canaloni di bronzo. Presentasi inoltre una S. Giuseppe, nel poggio ad occidente, con
piazza dinanzi il palazzo che scorre da orien l' addetta confraternita. 1." amministrazione
to ad occidente, cui corrisponde amplis civile risiede appo i Decurioni, il Capitano
sima stai la, dove alimentatisi gcncrossimi ca il Sindaco, il Giudice, ed il Governatore
valli
cola Placido,
secondo celebrati
1* istituto per
del costitutore
l'isola intera.
Mie- eletti dal Principe: la chiesiaslica poi sotto
il Vicario del Vescovo di Catania. Comprcn-
Ma veniamo al sacro: la Chiesa maggiore desi nella comarca di Aggira, e gode di
e primaria parrocchiale dedicata al nome fecondissimo territorio, di cui diremo ap
di S. Giovanni Battista, il di cui quadro presso , quindi i cittadini ne abbondano di
ia un altare minore a sinistra al certo esi beni ed accresconsi di giorno in giorno;
mio, vedesi ornala di colonne di integro ne erano infatti 593 le case dopo 40 anni
suboscuro marmo di Sicilia, e si ha ma dalla fondazione e 1134 le anime, poi nel
gnifico il prospetto esterno verso Occidente 1713 le case 1702 e 6341 gli abitanti, che
rimpello il palazzo, con una piazza lastri ultimamente contaronsi 9032- Siedono i Prin
cala. L'altra parrocchia destinata in onore cipi di Lconforle il xiv posto nel general
delle anime purganti amministra i sacra Parlamento dell'isola. Re poi la serie:
menti agli abitatori della contrada inferiore. Niccola Melchiorre Branciforli primo Conte
Delle famiglie dei regolari ci ha il tempio di Mazzarino prese in moglie Belladama, con
ed il convento dei Minori del terz' ordine la quale gener in terzo luogo Blasco, cui
dall'anno 1619 nel luogo il pi umile, alla istitu morendo suo erede e gli leg Tnvi la
parte estrema del paese; anche minori Cap madre, la quale anche avevasi avuto questo
puccini , fondatore Placido Niccola nel- ricchissimo feudo dalla la sua genitrice Elisa-
l'anno 1627, abitano un insigne Convento bella Gaelani signora di Palazzolo. Musco
nell'altura tra occidente ed aquilone, del di Vicario del regno, Slralegoto di Messina, poi
cui tempio nell'altare maggiore osservasi Conte di Camerata, si congiunse in prime
il magnifico quadro rappresentante l' ele nozze con Beatrice Moncada, con la quale
zione di S. Mattia all' apostolato, opera stu gener Niccola; compr questi Itaccuglia e
penda del Morrcalcse; sotto i gradini del Sinagra e fattosi marito di Giovanna Lancia
l' aliare osservasi poi una onoraria lapide dei Conti di Montcmele, ebbesi Orazio,
sepolcrale a mezzo baso rilievo, a spese Giuseppe, ed altri figliuoli. Mor Orazio
del pi volle cennato Placido Niccolo. In senza prole; Giuseppe quindi divenne Conte
una sotlerranca cappella a volta il sepol di Raccuglia e Signore di Tavi , prese in
cro dei Principi, e vi merita attenzione in moglie Beatrice Barresi , e morta questa
maraviglia dell' arte un antichissimo qua pass a seconde nozze con Agata Lancia;
dro che rappresenta il giudizio estremo. I gener con la prima Melchiorre, e con la
598
LE Giuseppe oggi maritoLE
a Stefania VaJguarnera

seconda Placido Niccolo , il quale Cava


liere di S. Giacomo, Vicario generale del Principe di Lconforle; dir altrove di co-
regno, Pretore di Palermo, Slralcgoto di sloro, come anche dei primi baroni di Tavi.
Messina, fabbric Lconforle e ne fu detto Il territorio circondato da colline, ferace
primo Principe ; avevasi anche compralo in biade, abbondante in pascoli, non man
Carlentini che ritorn poi al regio dema cante in ulivi , largo in frumento ed in
nio, e ricevette in dono dal Duca di Mas vino , e giocondo per le vene di acque
sa, Mascalucia terra sotto l' Etna donde fu donde si producono le pietruzzc di Bel-
detto Duca di S. Lucia; mori nell'anno 1GG0, zuarli, adattissimo alla caccia, saluberrimo
e scn giace appo i Min. Cappuccini di Leon- nella siate massimamente nei luoghi supe
forte in un sarcofago che vivendo si pose riori reca buoni guadagni agli abitanti ;
con sovrapposta una epigrafe. Ne fu la mo vi ha poi frequenza di viaggiatori, poi
glie Caterina Branciforti, nipote di Fabri ch essendo costituito il paese a mezza via
zio Principe di Bulcra dal figliuolo Gio per Palermo, giornalmente ne accoglie co
vanni, della quale osservasi la tomba splen loro che vi passano. Il piccolo fiume,
didamente lavorata di marmo lidio, con un detto un tempo di Tavi, ora di Lconforle.
epigramma; provennero da questi Giusep derivando da varie fonti tra le valli da
pe , Francesco ed altre figliuole : Giusep oriente e mezzogiorno , sbocca nei fiume
pe ii di questo nome ingaggiala una con di Assaro, il quale cangiato il nome di Crisa
venzione con 1' allro cugino Giuseppe, di che si ebbe anticamente in quel di Dillaino,
venne anche Principe di Piclraperzia, e Ca si scarica nel Simelo. Ebbcsi illustre per
valiere del Vello d'oro, Pretore di Palermo, sonaggio Pietro Mancuso , giureconsulto,
Vicario di Sicilia, Vicer di Aragona, dei sommamente addetto alle amene lettere ed
12 Pari del Regno, Conte d Raccuglia, Si alla poesia ; ne sono celebri i drammi per
gnore di Lconforle, con Caterina Bran la venust dello stile ed il concerto delle
dirli pronipote di Fabrizio gener il fi sentenze, dei quali molti sono pubblicati,
gliuolo Baipassare, che mori senza prole ed altri mss.; fior sul principio di questo
in et giovanile; n mollo dopo egli slesso secolo (1).
se ne mor , e disse crede il primogenito
del fratello Francesco. Era slato Francesco (1) Leouforte attualmente un capo-circondario di
Duca di S. Lucia, Pretore di Palermo, dei 8* classe in provincia di Catania da cui dista 58 m. ,
12 Pari del Regno, chiaro di nitri titoli, distretto e diocesi di Nicosia donde 12 m., e US
da Palermo. Ridente ne l'aspetto ed abbonda
e dall' ultima terza moglie Beatrice Carret grandemente di acque che formano principalmeule
to nata dal Conte di RagalmutOj generato la sua ricchezza e la fertilit del suo territorio.
aveva Placido Niccolo, il quale fu dunque La Chiesa del convento dei pp. Cappuccini fre
come crede del padre Duca di S. Lucia, per giata di eccellenti dipinti; oltre a quello di Pietro
dritto dello zio Giuseppe Conte di Raccu Novelli nell'altare maggiore, nei sepolcri della casa
Branciforti ci ha una madonnina col bambino e
glia, Principe di Pietrapcrzia e di Leon- due angioli, quadro creduto di Raffaello, ma che
forte, e finalmente nominatone di Bulera, a mio credere si accosta pi al fare del Cav. Ar-
Mazzarino, Militello per la morte di Giulia pino; l' inferno ed il paradiso sopra legno in pic
Carafa , Cavaliere del Vello d' oro simil cole figure , dipinto in cui si comprende tutta la
mente, e dei Grandi di Spagna, visse sino al sublimit dantesca. Ci ha in questa citt un monte
j agrario che presta frumento, fondato nel 1838. che
1723, e morto essendo oltenne Lconforle nel dipende dall' Intendente, il quale ne elige in ogni
l'anno 1728 Ercole Branciforti, Principe di | due anni due deputati amministratori, che forman
Scordia, in di questo nome, il di cui figliuolo do una commessione col parroco ed il Sindaco di
*

599
LE LE
Leonte. Lai. Leon. (V. N.) Antica pic alloggiamenti a S m. da Essapilo ; nel
cola cill a circa 7 m. dalle Epipoli, che luogo appellato Leonzio. Slima Cluverio
gli Ateniesi, approdando al porto dei Tro essere il medesimo luogo il Leonle di
vili, occuparono appresso Tapso. Tucidide Tucidide c il Leonzia di Livio, ed emenda
nel lib. 6. Gli Ateniesi raccolte le truppe, cos le corrotte parole di questo storico:
e con tulle partiti da Catania, nel luogo commun lo slesso ed edific gli allog
che appellano Lconlc a 6 o 7 stadii dalle giamenti d' inverno ad un miglio e mezzo
Epipoli, espongono la fanteria nascosta da Essapilo, qual luogo appellano Leonte.
mente dal nemico; approdano le navi a E come mai , egli dice , distante 5 m. il
Tapso; ne vengono di corsa immantinente campo dalla cill che assediare ed oppu
alle Epipoli i fanti. Livio poi nel lib. 24. gnar si doveva? e come di l polevan farsi
IHarcello ritornando in Lenlini, traspor i presti ed occulti impeli alle mura, e come
tati nel campo i frumenti e gli altri vi proibirsi i viveri, i soccorsi, le provigioni?
veri, lasciatovi un piccolo presidio, sen Lo slesso Livio poi: Prese indi ad oppu
venne ad essediar Siracusa: mandalo indi gnarsi da terra e da mare Siracusa, da
Appio Claudio in Roma a chiedere il con terra da Essapilo, da mare da Aerodina.
solato, presiedette T. Quinzio Crispino in Contende Mirabella essere stali due luoghi
luogo di lui alla flotta ed al campo an diversi Leonle e Leonzia da questa gran
tico; e commun e fabbric gli invernali variet di intervalli che attribuisce ciascun
autore al suo luogo, e dai ruderi che os
servaci a S m. dalle Epipoli. A questi
atribuiscono le derrate in proporzione delle terre
riduce Cluverio gli argomenti : non aver
che coltivano i poveri coloni; ne ascende il capi
tale a sai. 319, tum. 7, valutali in denaro al prezzo potuto collocarsi tanto distante il campo
corrente in due. 2108 , 70. Contavasi nel 1798 dei Homani che assediavano Siracusa , e
in Leonforle una popolazione di 9757, poi di 10678 nulla di maraviglioso se nel territorio su
nel 1S31 e finalmente di 11276 nello scorcio del burbano di s grande e celebre citl ritro-
1852. Presentanti illustri dopo l'epoca dell' Ab. vinsi comunemente molte vestigia di edi-
Amico; Domenico Campione esimio giurisperito,
il quale occup i primi posti nei nostri tribunali fizii, poich dovette esser circondala di bor
e pubblic nel 1766 una difesa delle ultime vo ghi, case di privati, e di ville. A ci final
lont dei defunti, e si mori nel 1778 di anni 78. mente che soggiunge Mirabella, di mento
Il Sac. Giuseppe Castagna accurato storico sacro varsi cio Leonzio nei bassi tempi da Ugonc
scrisse un libro intitolato /( linguaggio dei santi Falcando, facile risposta; intender Fal
padri e degli scrittori ecclesiastici d'ogni secolo cando sotto il nome di Leonzio la citt di
intorno alle prerogative di Maria Vergine rica
vate dalle loro opere autentiche pubblicato in Pa Lenlini,
Lei-cara.
comeLat.
si mostra
Lercara.
dal Sic.
conlesto.
Arcaradi
lermo nel 1777. Il sig. Michele Nicoletli pubblic
in Catania nel 1836 un bel lavoro intitolato Me li friddi (V. M.) Paese altrimenti Alcova
morie sulla citt di Leonforte. dei freddi di cui parlai, e ne dissi eretta
Stendevi il territorio in sai. 4518,951, delle quali, la chiesa maggiore dall'anno 1751 e de
dettagliando in culture, 17,096 in giardini, 8,813
in orti alberati, 8,530 in orti semplici, 1,668 in dicala a N. D. sotto il titolo del Rosario;
canneti, 208,510 inseminatemi alberati, 2518,422 ma come ne sento sacra alla medesima
in seminatoli! semplici, 1336,082 in pascoli, 313, sollo il titolo della Neve. La Vergine
408 in vigneti alberati, 72,420 in ficheti d'India del Rosario venerasi come Patrona , e si
32,517 in boscate, 0,032 in terreni a delizia, 0, ha chiesa propria. Presso quella di S.
039 in suoli di case territoriali, 0,614 in campo
santo. Esporta principalmente grano vino e cacio. Giuseppe venne poco fa fondalo un Col
L'aria ne molto saua. legio di Maria. Mi seppi finalmente aver
eoo
LE LE

dato poi il nome al paese Leonello Ler- fano con non lieve menda dice Bucihna
caro che ne fu signore dopo i Villalba. Ve citt di Sicilia. una delle Egadi, la pi
di Alcara (1). vicina alla spiaggia , e di altissimi scogli,
Leslncllo. Lat. Asinellum. Sic.Asincddu ma nondimeno abbondante in pascoli ,
o Lisincddu (V. M.) Isola o scoglio rini- quindi dice Cluverio aver preso il nome
petto Trapani. Vedi Asinelio. di Forbanzia dalle vacche e dagli ar
Lctogiannb Lat. Aulojoannis ani Le- menti, e di Bucinila dai buoi; vedesi an
tojannis. Sic Gallidoru (V. D.) Piccola terra che piena di arbusti, n manca di seni no
nelle colline e nella spiaggia tra' due pro tissimi ai naviganti; disseta Fazello a 12 m.
montori!, il Tauro ed il S. Alessio o Ar- dal continente , ma ad 11 il Ventimiglia.
genno. Vedi Gallidoro. Vedi dei signori di Lcvanso dove parlasi
Levando. Lai. Lcvansu. Sic. Lcvansu di Marclliiiio.
(V. M.) Isola, dagli antichi Forbanzia, ri lu Lcvanso (Isole di)(V. M.) Vedi Egadi.
petto Trapani, a 10 m. nel mare occiden
tale di Sicilia, e di otto m. di circuito; LI
nota a Tolomeo; l'appella Plinio Bucinna
nel lib. 2, c. 8. ma l' Epitomatore di Ste Llblgint. Lat. Libigini. Sic. Libicini
(V. M.) Casale nel territorio di OirgenVi
li) Nasceva in Lercara uel 1778 l'esimio Anto appartenenlcsi ai Montapcrto, ai tempi dei
nino Fnritauo che nelle fisiche scienze e princi Re Aragonesi. Antonio Di Ponte era Si
palmente nella chimica lasci di se gran fama, in
gnore del territorio di Libigini nel 1503
prima dimostratore alle cattedre di storia naturale,
e di chimica nella universit di Palermo , della come si ha dal Capibrevio; era gi minalo
quale ultima entr in propriet uel 1828 degna il casale, ma Antonio impetr la facolt di
mente senza previo coucorso. Pubblic nel 1819 congregar gente.
il Trattalo di Chimica farmaceutica in 2 voi. in LI brini. Lat. Librilium. Sic. Librizzi
8, elogiato al sommo dai giornali stranieri, indi nel
1845 V Analisi delle acque termali di Sciafoni, di (V.D.) Paese nella diocesi e coma rea di Patii,
Cefal Diana, di Termini, e di quelle non termali che corrisponde alla medesima citt verso
del bevuto, che si ritenne in Parigi qual capola austro, sopra colline, costituito nell'anno
voro di scienza e di esaltezza , e l' egregio Bar. 1392 da Bartolomeo di Aragona, e che
di Ferussac trascrissela nel voi. xu del suo Bul- conosce oggi a Signore il Vescovo di Palli,
letin universel dei teiences; fece anche di pubblica
ragione nel 1828 in quattro grossi volumi in 8 un imperocch sorgendo in quel luogo una
Corto d chimica filosofico-pratica in cui vedonsi torre, di drillo vescovile, ed assegnala la
giganteggiare ad un colpo e l'ingegno e la dottri citt in clientela di Vinciguerra Aragona.
na; i due tomi lilialmente dei Pensieri fisico-chi avendo questi il tulio usurpato, edific
mica sulla ita stampali nel 1831 sono il pi bel il di lui figliuolo Bartolomeo il paese
lavoro che imaginar si possa in un'epoca in cui intorno la fortezza, che per la di lui fellonia
la medicina eleltropatica , spoglia del misticismo
tedesco, e doviziosa delle novelle ricerche francesi diede in dono il Re Martino ad Eleonora
su le funzioni dei nervi, progredisce mirabilmente Centelles; preg poi il Vescovo nel HU
nel suo cammino. Heritossi perspicui onori nelle acci si rendesse alla sua Chiesa, ed ot
pi distinte societ di Europa, fu socio corrispon tenne di pi per munificenza del Re Al
dente dell' Accademia anatomico-chirurgica di Pe fonso la facolt di eligervi i magistrali.
rugia, dell' Accademia dei Quaranta in Italia, del
l'istituto d' incoraggiamento in Napoli; chiudeva La parrocchia o la principale Chiesa
per i suoi faticali giorni col compianto degli scien sacra a S. Michele Arcangelo, e si ha
ziati che ne conobbero il valore nel 18 luglio 1830 sotto di se 5 filiali ; abitavano un tem
sorpassali di tre anni gli 11 lustri di sua vita. po i Carmelitani nel territorio , ma si
LI COI
LI

ritirarono per la tenuit delle rendile. Con Licata. Lai. Leocala. Sic. Licata (V. M.)
ta ronsi sotto Carlo V 343 anime , ma nel Cill regia, altrimenti Alicala; conosciuta
1595 se ne segnarono 802; nella met del nelle tavole sicule col ttolo di diletta;
secolo seguente 417 case, 1567 abitanti ; occupa il lato australe della Sicilia, la de
ma nel 1713 si ebbero 311 fuochi e 1106 stra riva dell' Intera meridionale volgar
paesani, che sono attualmente (1760) 1078. mente fiume Salso, in un promontorio clic
Fecondo il tcrrilorio, e somministrando finisce in ingente ed elevato scoglio, verso
olio, seta, vino, Trulli, biade, arricchisce i co le radici del colle dove fu un tempo Fin-
loni. Vi sorsero egregii: Andrea Muscar liade, e coniasi Ira le prime dell'isola: si ha
esimio giureconsulto e celeberrimo avvo il xix poslo nel parlamento, costa di 3696
cato, fregialo di meriti e di onori, poich case e 10960 abitanti, ed capo di Comarca.
presiedette pi volte giudice della M. R. C. La prima menzione nei tempi dei Normanni
e fu promosso nel 1666 a Patrono del fisco sotto il nome di castello Hmpiados chia
ove moslrossi incorrotto. Antonio Collurnfi ramente dimostra essere siala ristorala nei
notissimo per la insigne erudizione, e chia tempi dei Saraceni, ma nulla pu stabilirsi
rissimo per la commendazione dei letterali; di preciso e di cerio. Si accrebbe cer
si trasfer in Venezia, dove in breve tempo tamente ed era abbastanza popolosa nei
conosciuto, lesse per pubblico decreto le primordii del secolo xiu , e nel 1220 vi
pi amene scienze ed istitu molli discepoli sub il martirio S. Angelo nella Chiesa del
nuche dalla primaria nobilt, i quali si eb l' odierno suo ordine carmelitano. Una
bero un posto trai celebri eruditi; ascritto (lolla di Turchi rec l' ultima strage a
con sommo onore nell' ordine cavalleresco Licata nel 1333. Sollo Filippo IV cedette
di S. Marco, caro sommamente a Ferdi per due anni a signore particolare che ne
nando III Imperatore, ed a Filippo IV Re aveva sborsato il prezzo nel regio erario,
delle Spagne, fu eletto pubblico cronografo ma richiamala poi al Demanio, commessa
del Regno, e donato della dignit di Cianlro nuovamente alla cura di 4 decurioni, di
della Cappella Palatina di Palermo ; fior un Sindaco, e di un Ispettore per le armi,
nella met del secolo xvii, e pubblic al accrcscesi di giorno in giorno; poich
cuni lavori nominali singolarmente dal Mon- conlava sotto Carlo V 1496 case, e poi 1713
gitore nella Biblioteca Sicola (1). case nell'anno 1393 e 7229 anime, dopo cio
(I) an comune in provincia di Messina da
cui dista 54 m., distretto, circondario e diocesi di quantit che si domanda, avendo riguardo alla pro
Patti donde 4 ru. Si ha due sole chiese della quali bit dei chiedenti. Contavansi 1200 abitanti nel
uua la principale, e l'altra minore dedicata 1798, indi U76 nel 1831, e 1732 nel fine del 1852.
a N. D. della Catena; 4 per re ne hanno nel ter L'estensione territoriale di Librizzi di sai. SU,
ritorio. Ritornarono i VP. Carmelitani ed occupano 761, delle quali 2,801 ingiardini, 2,109 in orti
un grazioso convento. Ci ha una pubblica scuola semplici, 2,065 in canneti, 17,793 in gelseti, 34,
elementare pei giovinetti, e Gnalmente un monto 840 in seminatori) alberati, 294,168 in seminato
agrario tal convertilo nel 1838 da una colonna ri! semplici, 340,173 in pascoli, 10,895 in oliveti,
frumentaria istituita da Biagio Cclauro per la pani- 20,655 in vigneti alberali, 42,636 in vigneti sem
Gcazione nel 1785; dipende dal Consiglio generale plici, 0,368 in sommacebeti, 6,515 in ficheti d'In
degli Ospizii, e vien diretto da due amministratori dia, 7,229 in castagneti, 9,190 in noccioleti, 23,
eletti biennalmente dal Decurionalo coli' approva 227 in boscate. L'aria sana.
zione dell' Intendente; il capitale di sai. 69, lum. Vien detta questa terra Libritium, Drizzi, Bri-
8 di frumento, valutato in denaro al prezzo cor ei, orum dui l'ini, Libricium dal Maurolico, Li
rente in ducati 667. 20; si distribuisce con obbli britium dal t'irri e dal Carata, Librili? da Arezio,
gazione dinanzi il Giudice Conciliatore in quella Libriccum da Gollzio.
76
602

LI LI

l'eccidio dei Turchi; e circa altrettante ne era la medesima facolt, testimonio il Pirri
contava nella mela del secolo seguente, seb toltane per ordine di Vincenzo Bonineonlro
bene alquanto diminuito ne rechi questo nu Vescovo diocesano.
mero il Pini; ma nel 1713 leggonsi segnali I frali di monte Carmelo si fabbricarono
9209 cittadini, che ultimamente come dissi il convento di S. Maria Annunciata nel sor
10900, trai quali si contano molti di no gere del xiii secolo a 3 m. dalla citt, de
bili famiglie ed ascritti ad ordini caval coralo dell' abitazione di S. Angelo trasferi
lereschi. Presenta finalmente Licata proprio tosi in Sicilia da Gerusalemme scorsi 4 lustri
stemma, 4 torri cio sovrapposte ad un del medesimo secolo. Fu questo poi traslo
muro. calo
mentefuori
all'estrema
le mura, parte
ed costruito
aquilonaremagniGra
del sob
munita la citt di mura baluardi e
di triplice fortezza, poich all'estremo pro borgo di S- Antonio, con chiesa adorna di
montorio di S. Giacomo siede un castello buona prospettiva di cupola e di campanile,
su di una rupe percossa dai flutti della attaccala ad ampio atrio ed alle abitazioni
forma di una tanaglia, da dove guarda la dei monaci. Altro poi ne sorge del mede
citta; i due baluardi quinci di Agnesa quindi simo ordine dentro le mura, decorato ora
di Mezzocfiiale custodiscono la spiaggia. del titolo di S. Angelo, dove un tempo fu
All' angolo rimpctlo Greco la torre di l'antica chiesa degli Apostoli SS. Filippo
Terra Gioelta, e ad Occidente sorge la e Giacomo vicino il mare , nella quale il
fortezza nuova in lievemente sollevalo ter S. Martire, mentre contro il vizio inveiva
reno. Delle porte, una quella di Agnesa nella
cosso predicazione
da cinque pugnalate
della paroladall'
divina,
aduller
per
verso la medesima parte, donde si viene-
al vicino caricatolo del frumento, sotto il Berengario, soggiacque gloriosamente, ed
baluardo dello stesso nome ; un' altra ne ivi composto il sacro corpo venerasi con pri
conduce dalla parte opposta alla cala ma mario onore sino ai nostri tempi serralo
rina ; la terza Dova guarda Oriente c la in una teca di argento. Mostrasi anche un
foce del fiume; verso Aquilone la quarta fonte nel luogo del sepolcro appellato Pozzo
della di S. Angelo, e per la quinta che di S. Angelo. Varii contrasti ci ebbero por
appellasi Grande popoloso adito ai cit questa chiesa tra i carmelitani ed i sacer
tadini pel sobborgo, il quale amplissimo doti secolari e perci emanarono i papi varii
ed uguaglia una citt murata, cui sovrasta decreti; la possedono oggigiorno i monaci,
nel poggio ad Occidente il castello di S. e vi si celebra solennemente la festivit
Angelo discosto mezzo miglio; e dividesi del S. Martire nel giorno 16 di agosto,
dalla pi grande via che corrisponde alla quando addetta solamente la citt ad ono
porta di S. Angelo nelle contrade di S. rar con primario culto il patrono , anche
Antonio e di S. Paolo. 11 tempio maggiore con fiere istituite. Antichissima secondo il
parrocchiale di stile gotico sollevasi ma Pirri la Chiesa dei min. Conventuali, cio
gnifico non lungi dalla porla marittima verso dall'anno 1318, ma caduta essendo, venne
mezzogiorno ed oriente, addetto alla Deipara ristorala e rinnovellata egregiamente per
Vergine della Dova, e decoralo di un cano opera di Baldassarc Milazzo presso quella
nico collegio formato di 30 componenti ai di S. Angelo, e di novelli ed i tizi i decorala
quali presiede 1' Arciprele. Sottost nel sob in ogni parte. Si raccolsero gli Osservanti
borgo occidentale la Chiesa di S. Paolo, una volta nella chiesa di S. Gregorio nel
dove Sacerdoti destinati amministrano i sa 1589 ad un miglio, ma assunto il litolodi
cramenti, ed anche una volta in S. Antonio S- Maria di Ges, istituirono prima in luogo
G03
LI LI

elevalo svanii le mura verso occidenlc umili dove sorge il palazzo Prclorio a raccogliere
case e poi dcccnlissime nel 1622. Venne i Magistrati. Nel palazzo di Alfonso Rois si
a i Domenicani il luogo nel centro del sob gnore di S. Stefano conservasi una lapide
borgo nel 1618, e lor cedette la Chiesa di colla scritta: Caesaribus. Sacrimi. L. Coe-
S. Antonio da gran tempo parrocchiale, per lius. M. F. QuadralU8. ]). S. P. Nell'implu
largizione del Vescovo Vincenzo Bonincon- vio della fortezza di S. Giacomo un'al
tro, che adornarono di novelli eleganti edi tra iscrizione appellata da Maflci psephisma
lzi. Nel poggio alle parti occidentali abi dei Gcloi, dove si manifesta una costituzione
tano i Min. Cappuccini dal 1572 la Chiesa del Senato in pubbliche lettere per la co
di S. Michele distante 800 passi. Era nel ronazione di Eraclidc curatore del Ginna
monte un convento sotto gl'istituti di S. sio e dei giovani del medesimo , mostrata
Agostino che oggi conoscesi dalle rovine. dall'eruditissimo Pizzolanlc ritraila in rame
L'antico monastero di monache finalmente, in figure.
che professano l' ordine di S. Benedetto, Ma in occasione di questa epigrafe occorre
ma tuttavia le costituzioni cislercicnsi , qui a brevemente esaminare se sia slata un
sorge sotto il titolo di S. Maria dell'Aiuto, tempo l'antica Gela nel poggio che sovrasta
accresciuto noli' anno 1636 per opera o Licata, ma io in collocare ivi Finliade non
somme di Giuseppe Scrravilla, e trasferito reco ingiuria a s fatta citt, imperocch que
alla Chiesa di S. Andrea verso Oriente, rim- sta a null'altra va sotto delle antiche dell'iso
pctlo quella di S. Angelo, gode della ve la, ed asserendo esser sorla Licata da Finlia
duta della vicina spiaggia. de, non viene a delrarsi alcun che all'onore
Il mollo encomiato Vescovo Buonincon- di lei; l'accennato Pizzolanle sforzasi a
tro costitu un ritiro alle vergini donzelle svellere gli argomenti di Cluverio certo con
prive di genitori nell'anno 1696, dai beni ottimo ed acconcio mclodo, ma giudichino
di Michele di Tati romeno da Licata Cano altri se felicemente, e sembrami ponderata
nico di Girgenli. Spicca il collegio di Ma la cosa e nelle noie al Faz. e qui scrivendo
ria fonduto da poco ad isliluzionc del bel di Terranuova. Il territorio di Licata pro
sesso. Apresi uno spedale ai poveri infer duce il tutto che si necessario ai comodi ed
mi, curato dai consodali di S. Giacomo Apo alle ricchezze della vita, quindi copiose ne
stolo, ed annesso al priorato di S. Giaco sono le biade che esposte nel nobile pub
mo di Altopasso. Altro ancor meno celebre blico caricalojo esportansi oltremare ed ar
elevato nel 1640 colle somme di Bonaventura ricchiscono le altrui Provincie- Siede Licata
Murchio accoglie gli incurabili; il Monte di in 37 , 30' di long, e 37 di lat. Manca
Piet al S. Salvatore commeltcsi alla compa del drillo di spada.
gnia dei Bianchi. Oltre le Chiese accennale Diede in ogni tempo uomini celebri ed
altre dicci filiali se ne coniano, dove sono co illustri, dei quali ceco il catalogo : Beren
stituite le confraternita laicali. Fa menzione il gario Pucclla Arcidiacono in prima poi Ve
Pirri del monastero benedettino di S. Maria di scovo di Girgenli verso la fine del secolo
Sambuca oggi caduto ma antichissimo, a 4 xiv. Giuseppe M. Tornatasi, chierico rego
ut. dalla citt, che volle un tempo unire il lare, illustrissimo per dottrina e sanlil di
Re Guglielmo all'abazia di S. Giovanni de vita, Cardinale di S. R- C, del di cui inge
gli Eremili in Palermo. I domicilii dei pri gno i monumenti si sono gi pubblicali in
vali sorgono decentrimi perla citt. Mollo molti tomi , e ne sono oggigiorno in esa
ampia la piazza alla porta di S. Angelo me in Roma in sacra ruota le virt c le
fornito di amplissimi
LI granai, magazzini, c U

gesta. Luijii Lanuzza Sacerdote della Com molli comodi al carico delle navi. Dicia
pagnia di Ges, uomo apostolico, commen mo altrove parola del fiume Salso (1).
dalo per sanlil dei costumi e gloria dei
miracoli, di cui anche affermano la storia (I) La citta di Licata i attualmente un capo-cir
condario di 2' classe in proTjncia distretto e dio
della vita e gli atti illustri da discutersi cesi di Girgenli da cai dista 2i m., e 96 da Pa
prossimamente in sacra ruota. Pietro Tom lermo. La chiesa principale decorata d'insigne
maso Sanchez dell'ordine di Monte Car collegio composto di 15 canonici, e delle cariche di
melo, uomo dotto, esaminatore del Clero Vicario, Ciantro, Parroco, Tesoriere, Arcidiacono, e
romano, professore nell'accademia della Sa conlansi in lutto 22 chiese. Sul castello ebe prende
il nome da S. Angelo posto un telegrafo.
pienza, sollevalo nel 1710 al grado supre Viene appellata per iscorrezione Leccata da Lean
mo di generale clic sostenne gluriosamentc. dro Alberti, Licata dalGaelani, Leocata da Briezio,
Gaspare tozzolante istruitissimo nelle umane Nicolosi, Pirri, Baudrand, Maurolico, Fazelto, Leu-
c divine lettere, sommo moderatore degli chata dal Maurolico, Lalicata da Silvagio e da Are-
zio, Levata da Malalcrra, Maurolico, Fazelto, se par
studi appo i suoi in Roma, assunto nel 1722 non scorrezione dei codici, Allcttata da Pirri, Cara-
al generale regime dell'ordine, e compito fa .Gaetani, Baudrand,Achata da Maurolico eGollzio.
ne il tempo, nominalo Vescovo Ccrvicnse; Esteodesi il territorio di questa citt unito al
scrisse un libro sull'antica Gela approvalo piccolissimo dell'aggregato sotto-comune di Bifara
dagli eruditi. Bonaventura Murchio splendido in sai. 10775,753, delle quali 12,113 in giardini,
per acume d'ingegno e bellezza di virt, pro 29,624 in orti semplici, 1, 375 in canneti, 309,147
iu scminatorii alberati, 6721,670 in seminatorii
fessala la medicina 1' amministr senza al semplici, 3082,165 in pascoli, 59,616 in oliveti.
cun lucro agli informi: fu lutto pei poveri 101,740
plici, 15,280
in vigneti
in ficheti
alberati,
d'India,
332,622
0,968 in
io vigneti
cullarese
mi
c non una volta spogliossi delle proprie ve
sti a coprirne i nudi; intento all'orazione me ste, 100,556 in terreni improduttivi. 5.877 in suoli di
case territoriali; dalla parte meridionale catearo
rit venir da Dio decoralo di maravigliosi arenario, e ri si rinvengono delle conchiglie fossili,
benefici, fondatore in Palina di un nuovo dalla parte di nord cavasi lo zolfo, che proviene
eremitico istituto approvato da Papa Ales anche al commercio nella citt da altri lerritorii
sandro VII, addisse se stesso ed i suoi al dai quali si trasporta. Pochi molluschi nudi e con-
cullo della divina Eucaristia, ed ivi stesso chigliTeri si hanno in quel mare, squisiti per ed
morto piamente nel 16G3 lasci grande opi abbondantissimi ne sono i pesci di consueta specie.
Ascendeva in Licata la popolazione nel 1798 ad
nione di se medesimo. Sono accennali nella 11250 anime, a 13165 nel 1831, a 15055 nel fine
Bcola Ili bl. Giacomo Latomia dell'ordine del 1852 dall'ultima tavola statistica.
Carmelitano, pubblico professore di Teolo Facciamo nuovamente menzione tra gli esimii
gia nei licei di Siena, Padova, Firenze, ed personaggi, quantunque gi nominalo dall'autore, di
egregio predicatore: Luigi ed Antonio Sero- Giuseppe M. Cardinal Tommasi, poich dopo quel
l'epoca stalo ascritto nel numero dei beati. No
vila minori conventuali , celebri nella sa miniamo innollreil p. Emmanuele Aguilera gesuita
cra eloquenza: Francesco Barberino Benici nato nel 1677 , e che dopo aver letta Glosofia e
erudito matematico. Diego Feria , France teologia si rivolse sopra ogni altro alle lettere la
sco Blundo, Pietro Anelli, e Pier Paolo Si- tine nelle quali scriveva con guslo e franchezza;
colono poeli eruditissimi clic tulli per mo sollo il nome di Domenico Gallclli ristamp con
suoi accrescimenti in Macerata nel 1731 la Fra
numenti d'ingegno dati alla luce, merita seologia del p. Placido Spapafora ; l'opera di lui
rono il posto tra gli scrillori. per che venne grandemente accolta per lo squi
Dicemmo gi del caricalojo di Licata cc- sito latino dettato la storia della provincia ge
lebratissimo in tutta questa spiaggia die suitica in Sicilia in due voi. in fot.; fu per cin
sollevasi appresso la citt verso oriente , que anni rettore del seniinario dei nobili e mori
in Palermo a 2S agosto 1740. Salvatore Lombardo
605
LI LI
Lieo. Lat. Lycus (V. IV.) Fonie del ter Un collegio poi di monaci coli' abate sta dal
ritorio di 1. cnlini , non conosciuto dal Fa- 1560 nel magnifico monastero di Catania, 4
zcllo. c di cui parla Plinio nel lib. 33 cap. 2, monaci" in quel di Licodia ed altrettanti
esser cosi pestilenziale che bevulonc alcuno sacerdoti secolari ne intendono a celebrare
ne morirebbe al terzo giorno. Rufo Efe gli ufficii divini (1).
sio diccne anche, secondo il medesimo Fa- Licodia. Lat. Lycodia. Sic. Licuddia
zello, che per un sorso solo se ne perisce (V. W.) Ricco paese a 2 m. verso maestro
subitamente ; ma al certo dicono i citta sopra Vizini, ornalo degli onori di Mar
dini essere un capo del fiume Lisso verso chesato nell'anno 1510 per privilegio di
la valle occidentale , che univasi a quello Ferdinando il Cattolico. Siede sopra colle
dov'era al nostro tempo un ponte di gros proclive verso austro partito da una lunga
se pietre quadrate demolito ultimamente; la via da oriente ad occidente nella quale in
acqua ne oggi insalubre, ma non gi mor corrono altre da aquilone a mezzogiorno.
tfera come al tempo di Plinio e di Rufo. Una insigne rocca munilissima , custodita
Lfcodla (V. D.) Piccola terra di recente dalle regie truppe al lempo dei Francesi,
origine ed antico monastero di S. Maria del dominava tutto il paese verso maestro ; or
medesimo nome di ordine benedettino,, alle devastata da un tremuolo nel 1693 non pre
radici dell'Etna, donde guardano Libeccio, senta che grandi ammirevoli ruine. Pie fu
sopra Paterno : dimostrai gi nel suo luo sotto da gran tempo la primaria parrocchiale
go, con non vane congetture, essere slata Chiesa di S. Antonio Abate, dov' il "sepol
l'antichissima citt di Etna. La parrocchia cro di Ambrogio di Santapace primo Mar
del borgo, sotto il titolo del SS. Crocifisso, chese e Presidente di Sicilia, ma nel 1621,
unita all' elegante (empio del monaste annuendo il vescovo di Siracusa, il tempio
ro, c ne rettore un monaco del mede di S. Margherita V. Patrona singolare de
simo ordine. Ascrivesi la fabbricazione del gli abitanti, costruito in mezzo alla piazza
cenobio nell'anno UGO a Simone Conte di magnificamente, merit l'onor di maggiore,
Policastro nipote del Conte Ruggiero dalla e vi ha sede il Parroco ed il clero vi si
figliuola Flandrina, il quale concesse al prio raduna. Si ha una dote pinguissima da le
re Geremia le amplissime terre e la facol gati di pii cittadini cio di sopra millo
t di congregar gente. Ruggiero quinci Ve scudi, destinata ad ornare gli edifizii, a
scovo di Catania sollev nel 1192 il mona sollevare i poveri nei loro bisogni, al culto
stero ad abazialc dignit , e gli uni quel divino, alla compra dei sacri paramenti ,
di S. Leone di Pannacchio e quel di S. ecc. Consccrollo e il dedic ai nostri giorni
Niccol dell'Arena dell'istituto medesimo, secondo il costume della chiesa Matteo
assunto in Abate Pietro Celio fornito di o- Trigona Vescovo di Siracusa. Si ha soggette
gni genere di virt, priore da gran lempo 7 chiese a filiali, e fu decorato un tempo
di S. Leone e di S. Niccol; entrambi poi il paese di 4 case di regolari, ma or di
nel 1307 furono annessi alla cassinesc con Ire; quella cio dei Carmelitani che occu
gregazione, sotto la quale oggi perdurano parono in prima la chiesa di S. Pietro, e
col volgare titolo di S. Niccol dell'Arena. che diecsi oggi di S. Pietro il vecchio, an
cor memorabile per un'antichissima imagine
nato nel 1745 fu insigne archeologo, scritse varie
dissertazioni che si versano su antichit siciliane, della B. Vergine avuta in primario cullo;
e si conservano mss. in Licata presso la sua
famiglia, e che non pot l'autor pubblicare a causa (t) attualmente questa terra un sotto-comune
di esser morto nel 1"78 nella verde et di 33 anni. riunito a Paterno.
eoe
LI LI

ira* fori nmsi poi ncll' anno 1575 alla parie il Cluvcrio, essere stala nel luogo medesimo
settentrionale per liberalit di Antonia re Eubca, il che recai a suo luogo, e descrssi
ligiosissima donna moglie del signore Am le grandi grotte cemeteriali ed il loro len-
brogio , fabbricati un ampio chiostro ed dimenlo , alle quali adito non lungi dal
elegante tempio, oggi noviziato: i Frati Pre diruto monastero di S. Chiara. Delle quali
dicatori che dall'anno 1430 presa a se la e di altri ruderi non venga a noia di ri
chiesa della Confraternita sotto il titolo del petere qui le parole del Fazello : In ele
S. Salvadore , nel scguento secolo poi a vala e scoscesa rupe Licodia paese di
spese del principe Ponzio Santapacc, accre nome tar(tecnico, dote sono maravigliate
sciute le fabbriche, decentemente verso au ruine di antichit sebbene prostrate e se
stro si costituirono; e finalmente i Min. Cap polte in gran parte: vestigia senza dubbio di
puccini che nel secolo xvi si ebbero asse antica giacente citt... ci ha una spelonca
gnato un luogo alla parte orientale, questo sotterranea chestendesi immensamente. Ma
dice il Pirri preclaro ed antichissimo , e crede il Maurolico non doversi attribuire il
scrive giacerne nella Chiesa Muzio Ruffo, la nome di Licodia ai Saraceni, ma ai Greci, ap
moglie Camilla, Gullcrra Yelasqucz principe po i quali ATHOS vale lupo, fu quindi
di Palazzolo, e Giuseppe Sacerdote fratello apposto il lupo nell'aulico stemma del paese
di lui ornatissimo di ogni virt. I Min. portante colle zampe un vessillo , quan
Conventuali fondati nell'anno 1493 nella tunque oggi venga per insegna una figu
chiesa di S. Niccol Vescovo di Mira, l'ab ra di donna, coronalo il capo di torri, e che
bandonarono nello scorso secolo , e son reca spiche e pane sotto entrambe le brac
mentovali dai sovraccennati Pirri e Gigliola. cia, la quale o presenta il simbolo di Ci-
anche distrutto il monastero di S. Chiara, bele e di Cerere, o allude alla fertilit del
che fabbricalo nell' anno 1595 coi tesori di territorio di Licodia ed alla famosa for
Alfio Vassallo, era secondo il Pirri specchio tezza; del resto non fu noia ad alcuno de
di regolare osservanza , ed and in ruina gli antichi sotto questo nome. Sotto i Sara
nel Iremuoto del 1693; ma in vigore sotto ceni poi ne fu varia la fortuna, poich Jeggesi
nome e regola di S. Benedetto un nobile legala per lo pi in drillo di feudo sotto
ed elegante monastero, che riconosce ori vani signori. Comprendcsi ora nella comarca
gino dall'anno 1575, alla di cui abadessa di Vizini , e dava sotlo il prefello di Cal-
si compete l' amministrazione dei priorati la girone per la milizia 48 fanti ed 11 ca
di S. Iconio, di S Maria de Latore presso valli. Si ha un annuo magistrato composto
Butera, c di S. Maria dell'Alto nel terri di decurioni, di un sindaco., di un capita
torio di Terranova, per diploma di Papa no, e di giudici scelti dal Signore del luogo.
Pio V. Il bello ospedale finalmente sotto Rec il censo da Fazello 700 case, e Del
il titolo della SS. Trinit sorge molto co l' anno 1595 4522 cittadini; nella met del
modo verso quasi il ccnlro del paese, ad secolo seguente dai regi libri 1128 case,
accogliere gli infermi, mostrandoci la piet 4371 abitanti; per testimonio del Pirri 1340
degli antichi baroni. A queste sacre succe case, 4023 abitanti, e 1409 case nel 1713
dono le case privale dei cittadini che osscr- e 5263 anime, il qual numero corrisponde an
vansi con splendido ordine disposte. Sorge che al novissimo censo. Possiede il paese a
un sobborgo finalmente a libeccio dove il titolo di eredit la famiglia napolilana degli
colle
Tantilievemente
antichi avanzi
per un
conserva
poco s'inchina.
poi Licodia, Ruffo, che Signori di Scilla in Calabria, in
tervengono perci ai Parlamenti di Sicilia,
che gi come chiaro agli scrittori dopo e siedono il secondo luogo Irai Marchesi.
f07
LI LI

Aon leggesi poi a chi sia ceduto in vassallag con Giovanni Centelles , ed avuto il figlio
gio sollo i Normanni, gli Svevi, e i Fran Ponzio ni si mori nel 1401. Questi dopo 8
cesi, imperocch sollo di qucsli ultimi, ri anni mor senza prole , e lasci il posto
trovo nel registro di Carlo I, tratto dalla re allo zio Ugone, che fu dichiarato nel 13 IO
gia Sicla di Napoli, che nell'anno 1272 ti primo Marchese di Licodia; ehbesi in mo
orniello di Licodia, era custodito, per un glie Antonia Filingcri dei Conli di S. Mar
milite castellano e quattro servienti , e co, e dietro di aver generato Ponzio, Fran
perci il credo allora immediatamente sog cesco, e Raimondo, infelicemente mor. Pon
getto al regio potere. Kci tempi degli Arago zio iv dopo di lui fu dichiarato erede, e
nesi, dicesi Conte di Licodia Riccardo Fi- celebrate le nozze con Isabella Rranciforli ,
ingori, il quale nipote di Riccardo Conte essendo sialo Vicer negli anni 1316 e 1341,
di Marsico, e Vicer di Sicilia sotto i Re ricco di prole pass a miglior vita nell' anno
Corrado e Manfredi, ehhesi ad erede Gui 1342. Ambrogio primogenito di Ponzio fu
done, donde Giovanni; dal quale Guido il primo Principe di fiulcra nell' anno 1562,
ne ii che mor senza prole; quindi tocc cavaliere del vello d'oro, Maestro giusli-
il possedimento di Licodia al suo nipote ziero dei regno, perpetuamente trai 12 Cari,
Manfredi Alayona , il quale ribellatosi e Presidente per 2 anni; la di lui moglie
coi suoi dal Re Martino perdette lutti i per Antonia del Ralzo fu sterile , quindi
beni. Si resero Lenimenti per presso venne in possesso dei vastissimi slati Del
quel Principe Ugo Santapace e i di lui figli l' anno 1563 il di lui fratello Francesco,
Vgonetto e Calcerando, che avuti aveva che era slato Slrategolo di Messina; spos
dalla moglie Reatrice, volendo quindi il Re Imara Renevides, e accrebbe gli aviti beni
premiarli, con diploma dato in Enna nel 1 392, colla baronia di Palazzolo; essendo in vita
assegn Rulera al padre Ugo, Vizini ed il e mancando di prole legittima, dichiar cre
lago di Lcnlini ai figliuoli di lui; poscia asse de di Rutcra, Occhiala e del lago di Lcn
gnando Vizini alla camera della Regina, loro lini Dorotca Rarresi moglie di Giovanni Rran
sostitu le citt di Licodia e di Occhiala. Vgo ciforli, generata dalla sorella Antonina e
netto morendo senza figli dichiar suo erede da Girolamo Rarresi, ma trattenne per
Calcerando, da cui e da Violanla de Rois se Licodia e Palazzolo; vicino a morire
vennero Ugonotto ii e Raimondo, dei quali il nell'anno 1590 dichiar crede di queste
primo ottenne vastissimi domini nella Catalo terre la figlia Camilla generata da illecita
gna e nell'isola di Cipro; il secondo le dina unione, coli' obbligo di prender gli eredi
stie di Sicilia, e presa in moglie Eleonora il cognome di Santapace. Ma Fabrizio
Valguarnera dei Conti d' Assoro gener Pon Rranciforli figlio di Dorotea lacerando i ma
zio, meritossi la conferma dal Re Alfonso terni atti, e contendendo Licodia per drillo
nell'anno 1453, e si mor vecchio nell'anno ereditario, si impegn ad ottenerla anche
1483. Ponzio secondo di questo nome, im colle armi ; composte tuttavia le cose, e
perocch ii padre di Ugone Conte di Ru rimesse ai supremi consiglieri del regno
lera fu appellato Ponzio i, unitosi in ma per esaminar le ragioni di ambe le parli,
trimonio con Eleonora W., gener Raimondo, l' affare anche tuli' oggi in giudizio.
Ugone ed altri figli , n lungo tempo al Camilla in prime nozze s' era unita con
padre sopravvisse. Raimondo fu Presidente Pietro Gullerra Velasquez , ad in seconde
del Regno , e con Giovanni Valgaarnera con Muzio Ruffo; avea col primo generalo
fiaronc di Assoro amministr egregiamen Francesco Marchese di Licodia , col se
te per due anni , ed indi per altri due condo Vincenzo. Morto Francesco senza fi
G03
LI I LI

gli, ottenne l'eredit Vincenzo R\iffo, a cui Llllbco. Ut. Lilybaeum. Sic. Capu Bo-
una seconda volta mosse lite Margherita di cu (V. M.) Uno dei tre primarii promon-
Austria nipote di Fabrizio, ossia insistette lorii della Sicilia verso occidente, volgar-
sulla
vo assopita,
incominciata
siccome
istanza,
tutl'oggi.
la quale
MafuFabrizio,
di nuo- i
da cui disia 36 m., distretto e diocesi di Callagi-
rone donde 12 ni., e 141 da Palermo. La somma
figlio di Vincenzo e di Giovanna Ruffo, oltrepassante i 1000 scudi annui di rendila men
Principessa di Scilla e Contessa di Sinopoli tovala dall'autore, e proveniente da un capitale
nell' anno 1G05 ottenne il dominio di Li- sborsato dal pio Sac. Martino la Bussa Canonico
codia per cessione del fratello Francesco; della Cattedrale di Siracusa , sulla fine del secolo
ivi a Francesco Santapace marchese di Licodia,
morto il quale senza figli, venne in pos precisamente di due. 1228. 30 annuali, per forti
sesso di Licodia il terzogenito Tiberio. e ragionevoli insistenze della citt fu coordinata
Costui spos Agata Braneiforli matrona si e divisa dal Re Ferdinando con dispaccio del 2 nov.
ciliana, donde Guglielmo, dal quale e da 1801; con met della rendita s' istitu giusta i vo
Silvia Morra Carlo Antonio Ruffo marito leri teslamenlarii una cosi detta Fidecommesttna
amministrala
piegarsi in solliero
dai confrali
degli indigenti,
di S, Margherita,
in rislauroaddelle
im-
di Teresa Fcrer de Strada, cameriere del
Re; fu figliuolo di costoro Guglielmo An chiese,
maggioreinec;abbellimenti
dell'altra una
e compre
parte si dispose
di arredi
in per
legali
U
tonio, il quale unissi in matrimonio con Lu
crezia Reggio dei Principi di Campofiorito da sorteggiarsi nella festivit di S. Margherita pa
e figlia d' onore della Regina e si ebbe trona del paese in favor di quattro donzelle della
il principato di Palazzolo ed il marchesato famiglia del testatore; altra finalmente per la fon
dazione di un monte agrario , prescrivendo per
di Scilla. dover tale assegnazione cessare allorquando la co
Il territorio di Licodia abbraccia molti lonna frumenlaria fosse portala sino al bisognevole
fondi fertilissimi in biade di qualunque che deliberassi dal Decurionato sino a 300 salme
specie, in vigneti, oliveli, alberi, selve, bo di frumento , e destinarsi alla fondazione di un
schi, e luoghi da pascolo, per cui vi si nu collegio di Maria che di gii in corso di costru
zione, asceso al limite il capitale del monte, il qua
triscono in gran numero ed armenti e grcg- le dipende dal Consiglio generale degli Ospizii, ed
gie; vi sono abbondanti gli alveari e quello amministrato da due Deputali che questo elige;
lerre riescono amene ai cacciatori, utili il frumento si accredita per verbali amministrativi
agli abitanti, e rendono ricchissima la cit giusta le istruzioni del 1838; le quanlil che si di
t. La lalitud. di Licodia e a 37 la long, stribuiscono sono rimesse alla prudenza degli ammi
nistratori clic devono avere riguardo alla solvibilit
a 38 24"; vi si gode saluberrima aria, o
dei chiedenti ed alla estensione dei terreni che col
temperalo clima. I cittadini sono industri; tivano. Ascendeva la popolazione di Licodia nel
c non vi mancarono dei letterali trai quali 1798 a 6995, diminuita uel 1831 a 5799, e nello
Antonio Mungitore nella sua Bibl. Sic. ce scorcio del 1852 di 6097 anime. Estendcsi il ter
lebra Andrea Mugnos di nobile schiatta, ve ritorio in sai. 7025,012, delle quali dettagliale par
nustissimo siculo poeta; c Francesco pa ticolarmente in culture, 1,465 in giardini, 57,499
in orli semplici , 0,289 iu canneti, 16,403 in se-
dre di Andrea insigne per letteratura gre minalorii alberali, 3589,021 in eminatorii sem
ca, per amene lettere, e per toscana c si- plici, 2778,040 in pascoli, 56,574 in oliveti, 19.
cola poesia: eragli prediletto il pindarico 099 in vigneti alberati , 222,159 in vigneti sem
metro, nel qual genere tiene primario po plici, 9,963 in sommaccheti, 10,265 in ficheti di
sto trai poeti (I). India, 91,528 in alberi misti, 241,314 in boscate,
1,390 in suoli di case territoriali; vi si coltiva con
(I) Con regal decreto del 18 marzo isti il co sommo profitto la nicoliana latifolta e Yangti-
mune di Licodia che dipendeva dal circondario di stifolia se ne manipola uu tabacco nominalo in
Vixini fu elevalo a capo-luogo di circondario di tutta l'isola par la semplicit; esporta anche fru
3a classe, e si comprende in provincia di Catania mento, olio, vino, sominacco. L'aria vi salubre.
G09
LI LI
mente Capo Boeo , da cui prende princi torio dell' isola appellasi Lilibeo, dote
pio il terzo lato dell' isola ad occidente ed una citt che ne prende il nome, che era
aquilone, dove ha termine il meridionale; allora assediala dai romani, egregiamen
e piano e basso slendesi per tre ni. co te munita di mura e circondata da una
perto dalle acque, cio subaquanco. Im ampia fossa, e dalle acque dal mare sic-
propriamente quindi appellasi promonto guanti, per le quali aperto l'ingresso alla
rio, che suole sollevarsi per alle rupi ed porta. Attesta Diodoro nel lib. 23 aversi
eminenti scogli, come avverte Cluverio. Egre avuto la fossa 60 cubili di larghezza e 40
giamente poi canta Virgilio Encid. lib. 3: di altezza ; quindi appella altrove inespu
Del Lilibeo trascorro i guadi, acerbi gnabile la citt nel lib. 26 e diccla 10
Pei ciechi sassi... anni assediala dai romani , e presa fi
per esserne ciechi ed acerbi i guazzi sotto nalmente con somma violenza. Ne ha sulla
le onde. Vien mentovato quasi da tutti gli origine il medesimo storico nel lib. 22: La
scrittori che parlano della Sicilia, si poeti, citt di Lilibeo tenne fabbricala dai Car
che storici e geografi, dei quali si hanno taginesi, poscia che il tiranno Dionisio
i teslimonii appo il medesimo Cluverio. Ma- aveva espugnato Mozia di loro dominio,
jolo Collaz. 13 fa menzione di una fonte raunati poich coloro che erano rimasti u-
al promontorio Lilibeo, che non accresccsi persliti alla ruina, li costituirono in Li
per altre scorrenti acque, n si diminuisce libeo; le quali parole non devonsi inten
per le bevutene o toltene. dere certamente della prima fabbricazione
Lilibeo. Lai. Lilybaeum (V. M.) Antica della citt, ma di una nuova colonia indot
e celeberrima citt, descritta da Polibio nel tavi dagli avanzi di Mozia , che aveva
lib. 1 con queste parole: Il terzo promon- scritto altrove il medesimo , nell' Olimpiade
ixxxi essere sorta una guerra tra gli Ege-
Merilano attenzione come esimi! nelle scienze, stani ed i Lilibetani sopra il territorio sito
e nati in Licodia: il P. Pietro Ilario Ridotti del al fiume Mazaro. Dionisio poi devast Mo
l'ordine dei carmelitani, nato nel S giugno del zia nella Olimp. ut. Ce ne attesta Cice
1690; gali in Roma ancor giovane la bigoncia di
dogmatica teologia e poi fu promosso per la pro rone l'ampiezza nella ver. 5, dove appella
fonda dottrina e sagacit alla carica di consultore Lilibeo splendidissima citt, e nel romano
e qualificatore del tribunale dell'Inquisizione; fu itinerario o tavola si appone al suo no
parimenti insigne sul pergamo e versato nella poe me il segno di primaria citt. Dicene sul
sia di che di saggio per le stampe ; mori final nome il medesimo accennato Diodoro nel
mente nel 13 aprile 1771. Sebastiano Andrea Ri
dotti fralel minore del precedente del medesimo lib. 13. Appellatasi il pozzo Lilibeo ,
ordine carmelitano fu dottore in teologia, e pro ma dopo molli anni fu la causa del no
fessore di dritto canonico nei collegi di Firenze me della citt da presso fabbricatavi. Ma
e di Pavia; zelantissimo nell' osservanza delle mo non dimostra Io Storico donde sia stalo ap
nastiche discipline; mori nel febraio del 1750 di piccato al pozzo nell'antro della Sibilla il
anni 49. Il Sac. Giuseppe Scontino nato nel 3 ot
tobre 1739 fu promosso al parrocato per l'indefesso nome di Lilibeo ; derivasi del resto da
studio delle discipline ecclesiastiche, profondo teo molli dalla voce punica Lclub cio alla Li
logo, esimio oratore; pubblic molte orazioni fu bia, o dall' altra Lilybac cio ai Libii, im
nebri e si mori nel 1811. Luca Francesco La Giu perocch il nostro promontorio guarda la
ra finalmente letterato, storico, archeologo, giuri- Libia.
sparito, fe' noto il suo nome oltre il faro; lasci
mss. memorie storiche sopra Licodia sua patria Parlano comunemente gli antichi del por
sopra Nolo, e conchiudeva la sua vita in Roso- to del Lilibeo, e ne raccoglie Cluverio i
lini nel 13 giugno del 1847. teslimonii. Dicclo il Fazello sicurissima ed
77
CIO
LI ! LI

amplissima
come si apreopera
il cammino
di natura,
per mezzo
al quale
di bassi
sic- 1 sa, quasi Porto di Dio. Quindi si osservano
verso sellcnlrionc e ponente le diroccale
fondi che anche a' d nostri bagnano la citt, ' muraglie dell'antica citl, una fossnta, ac
se ne rendeva malagevole l'ingresso, n quedotti, ed altri monumenti di antichi edi-
tenlavasi se non da nocchieri di quei luo licii, trai quali commenda Fa/elio un suolo
ghi periti, il che anche da Polibio cono lastricalo di marmoree lapidi. Gualleri ri
sciamo, l a imboccatura oggi turata per ferisce varie antiche iscrizioni che oggi in
grandi moli che vi sono state gittate, laon varii luoghi si osservano, e conveniente sa
de non vi si posson ricoverare che piccole rebbe che qui si riferissero come sono
navi; in varie circostanze Tu quella dai ro dall'autore medesimo trascritte ; ma non
mani chiusa nella prima e seconda guerra ccl permettono i limili del lavoro. Ne tra
punica, ma l'impelo delle onde avendo dis scriviamo una che in un ceppo di porfido
sipalo i massi fu roso novellamente ac presenta. Confini. Tra. Yandali. E. Goti.
cessibile ai navigli, quindi la lurazionc di IMI. 1HI. e Gualleri opina , questa co
quelle foci , giusta osserva Cluverio non lonna aver segnalo i contini dei Vaiul.it/ 1 A i
puossi ai romani attribuire a' quali da Are- Goti, allorch Valenliniano ni, trucidalo il ti
zio e da Fnzcllo si ascrive, ma fu ordinala ranno Giovanni, paci con Genserico Re dei
nell'anno 1536 da Carlo V. e compila nel Vandali che aveva invaso la Sicilia. Esistono
l'anno 1382 dal Vicer Carlo Aragona, per spellanti al Lilibeo tra le iscrizioni di M;i-
rendere sicura quella spiaggia della Sicilia zara dello stesso Gualtcri 2 basi; in una
dalle scorrerie dei pirati africani. delle quali il Lilibeo donato del titolo
Siccome poi era la principale fortezza dei di Colonia Elia Augusta, nell'altra a Lu
Cartaginesi e come la Metropoli dei loro cio Amazio il Popolo Litibetano segna
siali di Sicilia, la repubblica Romana ed il un pubblico luogo. Dal Parula finalmente
senato volle, secondo da alcuni si afferma, si presentano tre monete di bronzo col capo
che divisa la Sicilia in due parli , fosso di Apolline, una lira, un tripode ed un gri
Metropoli dell'una Siracusa, e dell' nllra fo che stringe tra l'unghia sinistra una
Lilibeo. E tanto il popolo romano questa ruota; i quali simboli ad Apolline spettanti,
magnific, che quasi eguagliolla all'amplis confermano a tal nume essere slata prin
sima citl di Siracusa, e volle Siracusa ca cipalmente addetta Lilibeo; in ciascheduna
pitale delle meridionali province, Lilibeo evvi l'iscrizione aiatbaitan.
delle settentrionali. Ed incontrastabile che A personaggi celebri del Lilibeo si contano:
furono i Questori spedili dai romani ed in S. Gregorio Vescovo e mari, sotto Diocleziano
Siracusa e nel Lilibeo per impinguare l'era e Massimiano. Pascasino Vescovo anche nella
rio della repubblica. Del resto gli antichi patria, fu celeberrimo per santit e scienza,
epigrammi che si portano da Gualleri, ma della di cui opera si servi Leone V Romano
nifestano Lilibeo municipio, Augusta Colo Pontefice, e gli sped varie lettere in una
nia, citta formala di 12 trib, delle quali una delle quali trattasi del computo della fe
a Giove consacrata; confermano di pi, es sta pasquale ; gli era adorno e di sacre
sere ivi dimoralo il Correttore della sicola pro e di umane lettere ; fu legato di Leo
vincia, ed il Proconsole ancora. Nei tempi dei ne nel concilio calccdonese, ove cogli al
cristiani vi fu stabilita una sede vescovile. tri padri condann Eutiche e Dioscoro, ed
Sotto i Saraceni poi decadde in ruina, ed oc il primo tra tutti soscrisse, e fortemente
cupando pi angusto spazio , fu appellala si oppose ai Vescovi greci ; fu familiare
Marsala dal porto che essi appellavano Mar- di S. Cirillo e di altri personaggi di gran
cu
LI

nome. Devastando i Vandali la Sicilia sodo leremo, giacch sollo questo nome viene
Giunserico pass Pascasino molto fempo nei regii libri e per la bocca di tutti.
in durissima prigionia, e forse mor an Del pozzo poi della Sibilla diciamo anche
che in carcere; nominato da lutti gli a suo luogo.
ecclesiastici scrittori , Tritemio , S. Isido Llniagone. Lat. Limagunis. Sic. Lima-
ro , Bellarmino , Cave , e. dai nostri an uni (V. N.) Fiume cos appellalo dall' Are
cora , Gaetani , Pirri , e Mongilorc. Teo no, ma dagli antichi Irminio, oggi di Mauli
doro Vescovo nel tempo di Gregorio Ma e di Ragusa. Vedi Irminio.
gno , e Decio Forense, il quale, testimo Llmina (V. D.) Paese col titolo di Mar
nio lo stesso Gregorio, fu dal suo clero chesato, che siede a capo di un fiume so
come trascinalo al Vescovato; sotto di lui pra lo Stretto, in un poggio declive verso
Adeodala nobile donna fabbric un mona oriente e mezzogiorno; ne sacra oggi la
stero per le sacre vergini dedicalo a S. Chiesa parrocchiale a S. Domenica Vergi
Pietro apostolo e ad altri SS. Martiri, il di ne, sollo la cura di un arciprete, ricono
cui tempio fu consacralo da Decio, per or scendo 5 soggette a filiali, e presentasi alla
dine di Gregorio; a questa donna scrisse vista nel luogo il pi allo non lungi dalla
eziandio il S. Vescovo, e la regal di varie fortezza che vedesi sovrapposta ad una rupe
sacre reliquie. Sono celebrali finalmente famosa un tempo , ora in ruina. Il signore
Elia clic sottoscrisse il decreto del conci Pietro Balsamo concedette nel 1621 ai
lio Laterancse, e Teofane che intervenne Minori Conventuali la Chiesa della Madonna
nel concilio Niceno , quai Vescovi di Li- Annunziala e le congruenti rendile per gli
libco Tralascio di parlare di quei citta edifizii e per l'alimento dei frati, dei quali
dini illustri di cui si fa memoria nelle ri il convento occupa oggi nel centro popolosa
ferite tavole, e tra gli etnici il nobilissimo piazza. Comprendesi Limimi nella comarca
personaggio Crisagorio, a di cui preghiere di Taormina, al di cui Istruttore era sog
il filosofo Porfirio compose l'Isagoge ai getta riguardo al militare. Contava nel seco
libri Periermcnii di Aristotile. Probo uomo lo xvi sotto rimpcralor Carlo V 224 case, c
dottissimo ed cloqucnlissimo Irai sofisti dei nel seguente censo dell'anno 161S erano
suoi tempi, per conoscere il quale Porfirio 1411 le anime; poi 373 case nel 1652 e 1491
si porlo nel Lilibco, e lungo tempo vi di anime, e nel 1713 vennero 303 case e 1497
mor per godere della dottrina di Probo, abitanti, dei quali la ultima rivista rec il
siccome attesta lo stesso Porfirio nella vita numero di 1554. Si va soggetti all'Arcive
di Platone. La Sibilla ancora che falsamente scovo di Messina riguardo allo spirituale ,
dicono Cumana , e che fu Sicola e forse e si ubbidisce ai Bonanno oggi Principi
Lilibclana ; gli antichi dediti alla super di Cattolica , che siedono il xvi posto nel
stizione la stimavano una profetessa, ed ella Parlamento ed liminovi il pieno potere di
dal suo antro dov' il pozzo, dettava loro armi. Fecondo il territorio ed irrigato
gli oracoli, che ad ognuno il futuro pre dalle acque del fiume dello stesso nome,
dicevano. Slrabo finalmente celebre presso se ne ricava abbondevolmcnte olio , vi
gli antichi scrittori per la sua acutissima no, seta, biade, e vi hanno le greggio un
vista, giacch da sopra un poggello presso pascolo gralissimo- Sia il paese in 39 di
il Lilibco osservava la flotta che usciva dal long, ed in 37 e 50' di lat.
porto di Cartagine e ne numerava le navi e Notai altrove essersi appartenuta Limina
la serie delle vele. Siano dette queste cose di a Giovanni duca di Randazzo , ed essere
Lilibco, oggi Marsala, di cui appresso par passala alla morie di lui alla figliuola Co
G12
LI LI

stanza, che si ebbe a marito Enrico Sla i successori parlando di Canicalt c di


ttila appellalo perci Barone di Limino. Cattolica (1).
Afferma Barberi nel Capibrevio donato di Limpiado (V. M.) Castello, dote sU-
quel paese solto Federico li Parisio Daci- bilisconsi i confini della diocesi di Siracusa,
paro messinese e lascialo da lui al Fi alla parte australe ed il lido del mare Li
gliuolo Gerardo, che morendo senza fi bico nelle antiche sicole carte, nelle quali
gliuoli cedette a Perruccio de Parisi fra dicesi comunemente: ti castello Limpiadot
tello germano , con cui ingaggi una lite cio Chala, ed in una di esse: il castello
Raffaele d'Auria come Ammiraglio del Re timpiados cio Licata, come poco di so
gno, asserendo appartenersi a questa digni pra avvertimmo. Erroneamente alcuni il
t i paesi di Limino e Pagliari , ma nel costituiscono alla sinistra del fiume Salso, e
l'anno 1333 l'ottenne Parisio, cui succe stimano essersi appartenuto alla diocesi
dette Mccola, dopo di cui il fratello Zac- siracusana.
cheria nato in secondo luogo a Perruccio, e Linario. Lai. Linarius (V. D.) Monte
che notasi nel censo del Re Martino. Man presso Messina di cui menzione in no di
cando costui di prole chiam la nipote .Va- ploma del Re Ruggiero.
calda nata da Niccol; ma leggesi questa Lindi! (V. M.) Tucidide nel Iib. 6: in-
altrove Nicoletta figliuola della sorella di lifemo da Bodi ed Enlimo da Creta addu-
Zaccheria, la quale moglie a Mccola Bal cendo rispettivamente le loro colonie fab
samo, gli trasfer i dritti suoi; quindi lo bricarono
ad abitarsiGela
Siracusa,
neti' anno
imposto
xtr poi
il nome
che prese
alla
Infante Giovanni fratello del Re Alfonso di
chiar signoro di Limina nel 1415 il Bal (I) Limina oggi nn cornane iu provincia e dio
samo. Pass dai Balsamo alla famiglia Cri- cesi di Messina, da coi distante 27 m. , distretto
safl, ma chiese preferenza Tommaso Giri di Caslroreale donde 28 m., circondario di Savori
falco marito di Antonella Parisi, famigliare da cui 5 m. Un antico peculio frumenlario fa con
del Re Alfonso e suo secretorio, c fu di vertito nel 1813 nell'attuale monte agrario che
chiaralo Barone di Limina nel 1453. La di co- presta frumento nella quantit che pu meritare
la condizione economica del chiedente; il capitale
sloro figliuola ed crede Francesca fu presa di sai. 21 tum. 6 valutato in denaro al prezzo
in moglie da Bartolomeo Porco cavaliere corrente in due. 164. 16; dipende dall' Intendente
messinese, ed in seconde nozze da Giro ed diretto dal Sindaco e da due amministratori
lamo della medesima famiglia , donde Mi eletti dal Decurionato biennalmente. Conlavansi
nitela astretta in matrimonio ad Alfonso Si- nel paese 1007 abitanti nel 1798, diminuitisi ad
827 sin nel 1831, e 1184 nel Gne del 1852. Si e-
scari. Cedette novellamente in vassallaggio stende il territorio in sai. 377,913, delle quali SO,
ai Balsamo, sborsatone il prezzo quindi Pie 505 iu giardini, 14,239 in gelseti, 2,055 in can
tro , primo Principe di Roccafiorila venne neti. 127,649 in seminatorii semplici, 97,281 in
anche appellato nel 151)9 Marchese di Li- pascoli, 10,688 in oliveti, 82,227 in vigneti sem
mina per privilegio di Filippo NI; fu Ca plici, 5,305 in castagneti, 17,260 in boscale, 0,011
in suoli di case territoriali- Il maggior commercio
valiere di S. Giacomo, dei 12 Pari del re esporlaliro se ne versa in frumento, olio. vino,
gno, Slralegolo di Messina, ma nessuna prole seta. Presso il villaggio, in cni si gode di aria sana,
si ebbe da Francesca Aragona donna di nna miniera di carbon fossile chiamalo da al
somma piet. La sorella Antonia perci enili torba, e frammischiato con molta gravvacca
alla morte di lui ottenne le signorie, e mo e gres rosso antico ; Madama O. Power fu inca
ricata nel 1836 dal regal Governo di fare io nn
glie da gran tempo di Giacomo Bonanno tal sito eseguir degli scavi per prender dei saggi,
Duca di Monlalbano e signore di Canicalt, di tal carbone , che sperimentato con bruciarne
gener con lui Pietro , di cui registriamo trovossi di mediocre qualit.
LI una lingua giusta Maurolico
LI , o611
secondo

citt dal fiume Gela; essendosi appellato


LindH il luogo dor ora sita , e che altri, testimonio Fazello, perla durezza del
in prima fu munito di un muro. Rica linguaggio che gli abitanti usano. Ne
vano
luto ildaRodio
ci Fazcllo
Anlifemoe da
Cluverio
Lindo: cill
aver me
vo- menzione in un diploma del Conte Ruggiero
dell'anno 1145, ma non ne occorre il no
tropoli dell'isola di Rodi, trattene colonie, me nel censo della Diocesi di Messina, alla
appellar Linda la citt novella in Sicilia quale si appartiene, incominciato nelle lettere
dal nome della patria ; e venendo poco apostoliche d'Innoccenzo III del 1198, seb
dopo Entimo da Creta coi suoi, e raccol bene ci abbiano alcuni nomi non noti di
to in comunanza, accresciutasi la colonia , paesi. Siede alle montagnose falde del
avere a comune voce appellato la citt ri monte Etna verso maestro, ed occupa un
dotta in forma migliore dal vicino fiume suolo adeguato e declive lievemente verso
Gela. Quindi Erodoto Kb. 7 appell Lindii austro. Il primario tempio unico parroc
i fondatori di Gela, ed attesta l'accen chiale sacro alla Vergine, affidato all'Ar
nato Tucidide avere entrambi addotto la ciprete, sorge elegante quasi nel mezzo
loro colonia. Sebbene divolghi recentemen del paese, e vi si venera religiosamente
te Carlo Pizzolanle, nella sua eruditissima una sacra spina della corona del Signo
opera sull'antica Gela, a fondatori di Lin re, ed in suo onore nel d 3 di maggio
dii o i Sicoli o i Sicani o finalmente i Cre si celebra con gran pompa la festa da
tesi dopo l'eccidio del loro Re Minosse gli abitanti; una communia di Sacerdoti
nella reggia di Cocalo, profughi e vagabondi inoltre vi destinala pei divini uflcii. I
per l'isola. Vedi Gela. monaci di Monte Carmelo si hanno un am
Lingua del faro. Lat. Lingua Phari. pio monastero costituito verso il ivi secolo
Sic. Lingua di lu faru (V. D.) il promonto in luogo popoloso con fabbriche degne di
rio pelorilano o pi propriamente il lito che attenzione e con pingue dote; i Paolotti
scorre a guisa di lingua rimpelto la Cala stanno decentemente all'ingresso del paese
bria ; donde prende principio dalla parte verso mezzogiorno dal 1584; i minori Cap
aquilonare il celebre stretto, cui sovrap puccini su d'un altura formata da sassi etnei
posta la torre del (aro. Dicesi anche Lin verso occidente costruirono nel 1647 un
gua di faro tutto quel tratto di terre dalla insigne convento, ma giusta i loro istituti
spiaggia australe del porto al capo Raiscol- presso le mura. Vcdesi al di fuori l'Abazia
ino verso il lito settentrionale della Sicilia, di S. Caterina dell'ordine di S. Dencdcllo
e dagli antichi Pelorias. Vedi Faro e Pe- con antichissima chiesa e le abitazioni cadenti
loro. dei monaci, i quali dal secolo xvi l'abban
User (1). donarono; l'Abazia lasciavasi da conferire
Lingua (2). in prima dai signori della citt, indi per
Llnguaglosua Lat. Lingua Grossa. Sic. regio beneplacito come per drillo di patro
Lingua grossa (V. D.) Cill apparlenentcsi nato; ne era rettore nel 1760 Francesco Bu-
al regio Demanio, cos appellala o perch selli, ed avevasi perci il un posto nel par
esprime colla sua situazione la forma di lamento. Ci hanno nella cill 9 chiese mi
nori tra le quali sono da notarsi per la
mole degli edifizii quelle di S. Egidio Abate,
(I) Linera on sotto-comune aggregato ad Aci dell'Annunziata, e di S. Antonio fornite di
reale, a 72 m. da Catania.
(i) Lingua un sotto comune aggregato a Li confratcrnit.
pari. l'na sola via diritta da mezzogiorno a
Gli
LI Li

tramontana divide la citt , con un largo zionale, a cui nel 1440 Mccolosio Fu poscia
innanzi la Chiesa maggiore e non lungi erede Costanza figlia di lui che maritata
dalla piana da mercato e dal palazzo del ad Antonio di Maldo nel 1419 sul drillo
consiglio , nella quale sboccano altre mi della moglie divenne Signore di Lingua-
nori vie. Sorgeva un tempo il palazzo ba glossa , ma per senza prole , per cui
ronale che oggi conosecsi dalle ruine. Al fu erede Niccol n Crisafi nel 1493 per
di fuori immediatamente ci ha l' Avcllaneto donazione di lui. 11 figlio Tommaso detto
cio un denso bosco di noci avcllalane, i comunemente Masullo fu dal padre pre
di cui alberi sono talmente intrecciali e ve ferito al fratello Giovanni ed ebbesi la
stito il suolo di erbette e viole che reca de conferma nel 1513 per regio diploma. Isa
lizia ai viandanti. Il rimanente del terri bella figlia di Masullo vendettela nel 1368
torio coverto in alcuni luoghi di sassi et a Stefano Cottone, e costui alla famiglia
nei e tuttavia piantato ad oliveli, ed al Patti, per cui Bartolomeo Palli c la sua
trove e pii fertilmente a vigne, mori, biade, figliuola Silvia ereditarono Linguaglossa
alberi fruttiferi e pingui pascoli. Se ne nero
sulla fine
in vendila
del secolo
i Bonanno,
xvi. Nel 1606
imperocch
1" ollcn-
comprende nei confini la casa degli cre
mili, volgarmente Xara, solto il titolo di Orazio Barone di Ravanusa, Belvedere e Ca-
S. Maria di Lavina, coltivata da pii Sacer rancino comprolla dai Patti e la volle de
doti; vi si venera una immagine di N. D. corala del titolo di principato nel 1G25. 1
celebre per molli prodigii c pel concorso, cittadini per pagali 5200 aurei al regio
dei fedeli che vi accorrono sin da lontani erario, da cui se l' ebbe Orazio , chiesero
paesi. La citt sin dal 1630 soggetta imme nel 1630 al regio demanio appartenersi.
diatamente al Re. Il governo ne commesso I Bonanno tuttavia si tennero il titolo
a 4 Senatori, al Capitano, ed al Sindaco. del Principato c nel 1760 Vincenzo Bo
Si ha l' attributo d' Integra , innalza per nanno marito di Vittoria Vanni cranc il
islemma un' aquila volante , ed occupa il Principe.
xliii posto nel Parlamento. L' Istruttore Nel dominio di Linguaglossa un bo
di Taormina comanda la urbana milizia sco alle radici dell'Etna in cui ci hanno dei
composta di 3 cavalli e 40 fanti ; la pini di enorme altezza donde ricavasi la
capitale della coma rea e si ha soggetti i pece, il perch dice Fazcllo : siccome giace
vicini paesi. Nel censo del Re Carlo con Ira le selve etnee nobilitala da un bosco
tava 574 case e 2706 abitanti ; nel 1032 j di alberi picei. Sorgendo rimpcllo Casti
erano 1030 le caso e 4107 gli abitanti, ma ! glione trovasi in gr. 39 di long, ed in 37*
nel 1713 furono 607 i fuochi e 2237 le ani e 30' di lai. Fan menzione i cittadini di
me. IAnguagtossa non ha dritto di armi. un illustre personaggio qual' Francesco
Barbera descrive gli antichi Signori ai Laguzza dell' ordine dei Carmelitani insi
quali era affidato il governo di Linguaglossa, gne per dottrina e pi per santit di co-
ed il primo nel catalogo Niccol di Lau- slumi ; govern pi volle quella provincia
ria. Nel registro di Federico II nel 1320 rendendosi commendevole nelle cariche. Pir-
leggesi Anastasia Filingcri ; quinci solto ri noi. 3 , lib. 3. fa menzione di un Do
Martino per regio diploma da Lenlini nel menico da Linguaglossa dell'ordine dei pre
1392 leggesi Niccol Crisafi Maestro Nolaro dicatori zelantissimo sacro oratore, inlento
della pubblica Cancelleria, cui succedette alla cura delle anime e celebre per la vila
nel 1407 il figlio Giovanni regio Maestro Ita- penitente, pei costumi inlegerrcmi e pei mi
615
LI LI

racoli; mori in S. Slefano di Bivona dove LI nona (1).


conservasi con somma venerazione il suo Lipari. Lnt. Lipari. Sic. Lipari (V. D.)
corpo (1). Isola che giace rimpctlo la Sicilia verso aqui-

(1) Linguaglossa un capo-circondario di 2a classe (t) Rechiamo la descrizione dell'isola di Linosa


in provincia di Catania da cni dista 33 miglia, del signor Pietro Calcara tratta dalla slessa fonte
distretto di Acireale da cui 22 ra., diocesi di Mes che accennammo parlando di Lampedusa.
sina
in un, a privilegio
184 ra. dadelPalermo.
Re Ruggiero
Notasi Lingua
del 1145Grossa
e da Linosa. Il dopo pranzo dell' 8 giugno con un
picciolo leulo destinato alla corrispondenza, mi re
Arezio, Fazello, Silvagio; Lingua glossa dal Man- cai in Linosa isola che non oltrepassa sette miglia di
rolico, Lingua crassa dal Brieiio, ed il nome ag perimetro; essa dista 24 miglia marittime da Lam
gettivato per la gente Lintjuagrossensis da Filoleo. pedusa e presenta una forma pressocch circolare
Il monte agrario fondato da Antonino Mannina allungata, la sua massima lungliezia si calcola dalla
nel 1708 si ha un capitale di sai. 42, tuin. 4 di cala della pozzolana sino al piano boscoso diretto
frumento valutato al prezzo corrente in due. 380. ad oriente e non giugno a tre miglia, mentre si
25; il frumento si accredita per verbali ammini repula di un miglio e mezzo la sua massima lar
strativi giusta le istruzioni del 1838, e le quantit ghezza.
che si distribuiscono sono rimesse alla prudenza Tutta l' isola risulta di quattro montagne poco
degli amministratori, i quali devono avere riguar elevate, e l'orrido aspetto vulcanico di tutte le sue
do alla solvibilit dei chiedenti ed alla estensione, parti d una chiara idea dei prodotti spirati dalla
dei terreni che coltivano; del beneGcio del prestito forza di vulcanico lavorio; lave in correnti, aspetto
ne godevano sino al 1818 anche i panettieri,! quali tetro e nero, scogliere squarciate dall' impeto delle
pagavano per ragione d'addita grana 00 siciliani onde, lillorale quasi inacessibile destaronmi nel-
per ogni salma di frumento, ma da quell'epoca I' animo viva impressione Ma osservando da
in poi rimasta libera la panificazione, il genere si presso la natura geognostica di questo suolo, rav
accredita ai soli agricoltori. Ci ha un altro monte visai nel centro i crateri di sollevamento trachitico
agrario per segala fondato nel 1812 da D. Fran posti nei sili bassi, e la roccia tracbitica appresen-
cesco Pafumi, che viene amministrato secondo le tarsi tufacea, e dell' identica natura di quella che
istruzioni generali, e si ha un capitale di sai. 33, io avea ravvisata nell' isola di Ustica; al di sopra
tu in. 15 di segala valutato al prezzo corrente in della trachite che mostrasi di variato aspetto e
due. 203. 62. Islituivasi dualmente un peculio nel colore, giacesi il suol vulcanico rappresentato dalla
1818 dal Canonico D. Rosario Stanghitli il quale tefriua compatta e porosa contenente il felspato a
lasci la somma di due. 420 all'oggetto di com I' ovilina, e bene si scorgono le correnti vulcaniche
perarsi olio negli anni di ubert per vendersi al addossate le une sulle altre, le quali lasciano osser
pubblico negli anni di carestia con grana 30 di vare gli estinti crateri dai quali sin da tempi im
pi per ogui caliso , destinandosi il prodotto alle memorabili si verific l'uscita dei piroidi materiali.
spese di amministrazione. Dipendono i tre stabi Per si fatta condizione di suolo, l'isola in realt
limenti dal Consiglio generale degli ospizii, e viene ferace, in fatti gli oleastri, le filliree, ed il leuti-
ciascuno amministrato da due deputati eletti nei sco con altri alberelli da bosco vi crescono pi ri
primi due biennalmente, nell' ultimo triennalmen gogliosi e folli che nella vicina Lampedusa, le piante
te dal Consiglio. spontanee ivi sono in maggior copia, come fra non
Era nella citt nel 1708 una popolazione di 2507 guari si rilever da nn esatto rendiconto che in
anime, di 3705 nel 1831, e di 4001 dall'ultima serir nella memoria relativamente alla descrizione
tavola statistica del 1852. Slendcsi il territorio in di quell' isola.
sai. 3485,548, delle quali 4,809 in orti semplici , K priva Linosa di torrenti e di fonti e solo si
10,073 in seminatorii alberati, 203,781 in semina trovano 136 cisterne che gli antichi abitatori vi
tori! semplici, 556,857 in pascoli, 262,475 in vi costrussero e che ad ogni passo vi s' incontrano
gneti alberati, 36,677 in ficheti d'India, 954 in attaccate nei piccioli ruderi di case, ovvero presso
alberi misti, 73,528 in castagneti, 122,555 in noc le clausure Gli ottantacinque coloni ebe furono
cioleti. 1199,376 in terreni improduttivi, 1,417 in col istallati sin dal 24 aprile dello scorso anno 1845,
suoli di case campestri. L'aria vi salubre. siccome rinvennero le cisterne prive di acqua, per
616
LI LI

Ione , detta anche dagli antichi Melingu- prima della guerra trojana. Narrasi poi ebe
ni , la maggiore delle altre colie che ne Ulisse vagabondo dopo l' eccidio di Troja eia
hanno preso anche il nome. Vi sorge una pervenuto ad Eolo, che succedette all' Italo
citt decorata del trono vescovile , som Liparo fondatore della citt , e ne abbia
mamente antica , talch dicesi fabbricata preso in moglie la Ggliuola Telepora. At
tcstano Diodoro, Tucidide, e Pausania es
ordine del Governo fi posero a discavare il ter sere slata accresciuta Lipari da una colonia
reno di vari punti, con la speranza di potere rin di Gnidii: / Liparesi, dice quell'ultimo l ue.
venire l' acqua dolce e potabile, ma con forte rac furono una colonia di Gnidii dei quali il
capriccio non ritrovarono che acqna di mare la duce, lasci scrino il Siracusano Antioco,
quale ordinariamente s'incontra allorch si discava essere slato lo Gnidio Penlatlo; imperoc
la terra sino al punto che coincide con il livello ch dice atere gli Gnidii scacciali in guer
del gran bacino; quindi per I' assoluta mancanza
dell' acqua il Governo costretto spedire da Lam ra dagli Elimi e dai Fenici da quella citt
pedusa di tratto in (ratto una barca carica di botti che fabbricato avevano al Pachino promon
d' acqua, non che dei necessari generi di principale torio della Sicilia, occupalo le isole ruote
necessit e questi vengouo riparliti ai coloni con scacciatine i primieri abitatori, le quali
la pi diligente economia.
Attualmente Linosa non presenta case, varie ca dai carmi omerici sino alla nostra et
panne di legno ed anguste grotte servouo di gua Eolie si appellano; abitano una di que
rentigia la notte ai coloni. ste appellala Lipari fabbricatoti una citt;
Certamente che il provvido Governo dietro i rap frequentano poi Iera, Strongoli, e indi
porti del regio delegato compita che sar la co rne tragittando con navigli. Tucidide nei
struzione del paese in Lampedusa, e divenendo un lib. 3. / Liparei colonia di Gnido occu
giorno quella colonia adulta e ben diretta alle cure
geoponiche, Linosa si colonizzer senza bisogno di pano le isole d'Eolo; ma una sola ne
ingenti spese , stante la buona qualit delle sue abitano, e da essa trasferendosi fre
terre. quentano Didima , Slrongoli , e Iera
Le capre vanno a gruppi errando io quest' isola, Diodoro finalmente nel lib. 5 dove enu
questi animali in origine vi furono trasportati dai
Maltesi per ivi farli procreare; essi mangiano scar mera sci Ggliuoli di Eolo , dice di Astio-
samente e dissetansi con acqua di mare e per con co: Ottenne Aslioco il dominio di Lipa
seguenza sono secchi e piccioli di corpo Anche ri; e poi: dopo molti anni mancando
i conigli sono ovvi in Linosa , ma non cosi ab le isole di coltivatori , pensarono alcuni
bondanti come nella prima isola. di dedurre colonie di Rodii e di Gni
Nel tempo della mia dimora in quelle parti non
trascurai di raccogliere rettili, insetti, molluschi, dii; crealo adunque a duce a ci Pen-
e fra questi rinvenni qualche specie particolare , lallo Gnidio trasferitisi in Sicilia sotto
che trovasi descritta nella mia estesa relazione. la iv Olimp. approdarono ai luoghi in
Esaurite cosi tulle le particolari osservazioni fa torno Lilibeo. Gli Egeslani allora ed i
ceva ritorno in Lampedusa, col proponimento di Selinunzii combattevano tra loro; adescali
visitare l' altra isola detta Lampione, ma sendo essa
per la sua picciolezza inabitata, e reso ad un tempo adunque in federazione dei Selinunzii,
consapevole che le regole sanitarie ne proibiscono molli perdettero nella guerra e tra que
1 approdo, rivolsi il pensiero di visitare piuttosto sti il medesimo Penlatlo. Vinti i Selinun
la Pantellaria, le di cui produzioni naturali io sin zii, pensavano ritornarsene i superstiti,
da molti anni avea studiati, merc le comunicazioni e dai congiunti di Peni al lo scelti a duci
generose fatte dal Professor Pasquale Pacini, e dal
mio intimo amico Dr- Alfonso Errer; per buona Gorgo, Testore, ed Epilerside, prende
fortuna, siccome uno*ct'a6ecco pantellaresco doveva vano il corso pel mar Tirreno. Pervenuti
portarsi in detta isola, cosi il giorno 15 giugno verso dunque a Lipari, ed essendovi stali mol
le ore 21 d' Italia mi posi alla vela. to benignamente accolli, si persuasero fa-
617

LI LI

cilmcnte in accomunarsi per abitazione coi al nutrimento, imperocch somministra im


terrazzani dei quali 500 appena erano da mense variet di pesci, e gustosissimi frut
Eolo superstiti; da Pausania e da Antioco ti. Sin qui Diodoro, da cui spicca cos di
sebbene discordino in alcune cose ci dato stintamente la descrizione di Lipari , che
raccogliere: avere gli Gnidii aell'Olimp. t, basterebbe se pur nuli' altra cosa si aggiun
580 anni av. n. Cristo, istituito il corso dal gesse. Soggiunga nondimeno Cluverio non
Lilibeo pel Tirreno alle isole Lipare, dove essere affatto vero da nessun' altra terra
furono accolli in comunanza nella citt dai provenir Io allume, costando dal lib. 5 di
posteri di Eolo. Del resto anche soggiunge lo Dioscoridc, che viveva nel medesimo tem
Storico di quelli: Poscia rendendo infesto po che Diodoro , prodursi allora in Melo,
gli Strusci il mare coi latrocinii, trava Macedonia, Sardegna, Frigia, Africa, Ar
gliali dalle loro incursioni, prepararono menia e in molti altri luoghi, il che anche
vna flotta, e distribuiti in parli, altri in uso attesta Plinio; proveniva anche poi nella
comune coltivavano i lerritorii delle isole, nostra Sicilia presso Fiume di Kisi, vicino
slavano
tro i pirati.
altri Divisa
di presidio
poi tra
e diloro
resistenza
Lipari con-
nel il quale una piccola terra diecsi Rocca AIu-
mera dallo allume, come dir in appresso.
la quale si era la citt, coltivavano le terre Attestano Plinio, Strabone, Aristotile e Si
delle altre in comunanza; dipartitesi final lio essere state anche in esse una volta
mente tulle le isole sino a 20 anni, trascorso ignee esalazioni, di che ancora rimangono
il tempo le dividono a sorte- Vinsero poi vestigia, sebbene oggi nessuna eruzione ne
gli Elrusci in molte battaglie navali, e sia avvenuta, anzi non sappiamo essersene
consacrarono in Delfo memorabili Decime vedute da molli secoli.
Tucidide ci narra ncll'Olimp. xci i Lipa
dalle spoglie.
Attcsta poi il medesimo storico essersi mol resi alleati ai Siracusani nella guerra mos
to avanzala la citt di Lipari non solo alla sa dagli Ateniesi. Dopo 19 anni per, dice
felicit ma anche alla gloria; imperocch Diodoro essere stala occupata l'isola dai
adorna naturalmente di bei porti e di fa Cartaginesi e multala di 30 talenti; presso
mose (erme, le quali non solo restituiscono il medesimo autore si encomia Timasileo
gl'infermi in salute, ma per singolare con duce dei Liparesi, per avere accolto libe
fidenza alle acque non poco giovamento ralmente gli ambasci ad ori romani ch'erano
arrecano; molti perci travagliati in Sicilia stati spediti con doni in Delfo, dedottigli dai
da particolari infermit trasferisconsi in que- suoi pirati, e che in prima furono accom
sl' isola, e coli' opinione sola noli' uso della pagnati in Grecia per sua guarnigione, indi
calda lavanda guariscono pi presto, ripren rimessi in patria; dopo 137 anni avendo i
dendo l' antico vigore della salute. Questa romani tolto Lipari ai cartaginesi dichiara
medesima isola si ha trai metalli il famoso rono i discendenti di Timasitco liberi ed
allume, donde ridonda sommo commercio immuni da qualunque tributo. Afferma Pli
ni I.iparcsi ed ai Romani, da altre terre non nio Analmente lib. 3 cap. 8 essersi in Lipari
provenendo, ed essendo tuttavia di grande formata una colonia di Romani. Ci che di
uso; ed n buon dritto i Liparesi che ne cesi poi della chiesa di Lipari e del suo Ve
hanno il monopolio, accresciutine arbitra scovo Agatone nei primi secoli dell'era cri
riamente i prezzi, ne ricavano incredibile gua stiana si incerto, e per tradizione si afferma
dagno. Del resto questa isola non compren in quell'epoca esservi approdalo il corpo di S.
de un grande spazio, mediocremente fera Bartolomeo. Augusto Vescovo di questa Chie
ce in biade ed abbonda in produzioni idonee sa si sottoscrisse sotto Simmaco nel Sinodo
f.18
U li

Romano, c da lui ne enumera altri sei il nita di una fortezza , di un tempio mag
Pirri, c finalmente affanna che circa la met giore sacre da antichi tempi a S. Bartolomeo,
del secolo ix furono gli avanzi del S. Apo d'un vescovile palazzo e di eccellenti pri
stolo trasportati in Benevento. Nella cele cinta
vati edifizii;
; ha l' ingresso
da ogni per
doveunica
da muraglie
porta unita
ri-
bre divisione del romano impero di cui par
lano gli storici, Lipari e la Sicilia furono ag ad un bastione, custodita da una soldatesca.
gregale all' impero Bizantino. Occupata poi Le case poi dei cittadini stendendosi sino
dai Saraceni gemette oppressa da quel ti al porto l'accrebbero di un sobborgo adorno
rannico giogo sino al secolo xi. Liberala di una Chiesa sacramentale sacra a S.
da Ruggiero fu resa alla fede di Cristo, ed Giuseppe stabilitavi nel secolo xtii dal
ornata di un monastero di Benedettini sotto Vescovo Giuseppe Candido. Ivi sopra un
il titolo di S. Bartolomeo, il di cui primo Aba poggetto che sovrasta al lido anche fuori
te fu Ambrogio il quale governava ancora il la porta sorgono due conventi di Minori .
monastero di Patti. Divenne poi cattedra uno di Osservanti edificalo da circa 200
vescovile ma sulTraganca all' Arcivescovado anni appartenenlesi alla provincia d; Ca
di Messina, e per lo spazio di due secoli il labria , altro di Cappuccini stabilito nel
Vescovo di Patti e di Lipari resse unitamente 15S4 ed apppartenentcsi alla provincia di
quelle Chiese- Messina. La cattedrale poi adorna di un
Essendosi unita agli Angioini, anche dopo insigne collegio canonico formato da 4 di
la ribellione dei Siciliani, sancita in fine la gnit, dodici canonici primarii e da altrettanti
pace, nel 1363 fu consegnata agli Aragonesi secondarli. Il Vescovo come pensa il Pirri
di Sicilia; quinci per volere di Federico III fu dal 1400 era di apostolica collazione e
data in feudo ad Ulfone di Procidadn cui non da Ughelli si annovera alla diocesi ro
molto dopo rivocata di nuovo fu concessa a mana; era decorato di tal carica nel 1760
Federico di Chiaramonle, per opera di cui Vincenzo Defrancisci dell' ordine dei predi
venne forse in potere di Giovanna Regina di catori celebre per la singolare prudenza
Napoli e dei suoi successori, nel qual tempo e per lo zelo; alla sua curia si rimettono
per decreto di Bonifacio IX fu separala dal le cause civili e quelle di Baglivato per an
la Chiesa di Palli. Quando poi Alfonso nel tico drillo in via di appello; ne formano la
1443 un alla Sicilia il Regno di Napoli, de dolc le decime su qualunque genere, essendo
cret che Lipari facesse parte di queslo, e questo solo il dazio da pagarsi dagli abi
fedele si conservasse al suo figlio Ferdinan tami immuni da ogni altro balzello.
do. Nel 1544 Ariadcno Barbarossa ammira Dura sinora dagli antichi monumenti di
glio della flotta turca o meglio pirata c- nanzi la porla della Chiesa principale la
spugnolla violentemente e saccheggiatala la- seguente iscrizione riportala da Gualtcri:
sciolla deserta trasportando prigioni gli abi Cornelio Musarlo Procurai. Ti. Caes. Aug.
tanti; ma quei che fuggirono ritornali, prese El Juliae August. Ex. D. D. P. P. ed
ro a ripopolarla, mentre altre colonie dai altra ai gradini dell'altare maggiore: Pon-
vani luoghi notabilmente l' accrebbero; indi lif. Max. Ti. Caesaris. Reca il Partila
sotto Filippo III nel 1609 fu resa all'an 4 monete di rame impresse del tridente,
tico governo di Sicilia, ed ebbe assegnato dell' acrostolio o il rostro della nave sim
un Tribuno militare per governadore. boli dei cittadini intenli alle cose marit
Giusta la sua prima fondazione la citt co time, di una lesta di vecchio dinotante Li-
stituita da Liparo sopra scoscesa rupe non paro o Eolo o finalmente Timosile di cai
si rimossa, dal mare bagnala, e tor parlammo; cinque ne vidi con una figura
619
LI LI
donna che presenta un vaso , che sti- Lisca bianca. Lat. Evonymos. Sic.
erei alludere alle ninfe non che alle Lisca branca (V. D.) Isola delta dagli an
sque termali che sgorgando da una rupe tichi Evonymos, che giace tra Stromboli
0 ra. dalla ci U verso maestro, sono no
miate dagli antichi e dai moderni scrittori; nata ed estremamente rarefatta ; altri monticelli
i hanno delle stufe nelle quali convengono della natura medesima addimostrano esser prodotti
di fuochi soltorranei. Il monte della Guardia pre
1" infermi per 1' uso delle acque, e slimasi
sservi slate un tempo singole sedi adatte senta chiaramente nella sua vetta la linea di cir
conferenza del suo cratere. Le vetrificazioni vul
iorno
d ognisiparticolare
perdutainfermit,
quasi la del
memoria;
che oggi-
da caniche ovunque poi si osservano ncll' isola e nelle
altre vicine han fatto conchiudere ai geologi che
ali
umento
acquenecaldissime
proviene del
alleresto
terrenessun
, anzino-
si ne siano le sostanze diverse affatto da quelle del
Mongibello perch diverse le lave. Generalmente
intanto, giusta le relazioni di M.n" Giovanna Power,
anno tra le prime per la fecondit e presenta il terreno nella superficie un tufo vulca
producono in gran copia viti e fichi, danno nico, ed alla base uno strato di argilla vulcanica
;clebralissime uve passe e generoso vino per che appellasi porcellanite, ma vi si scorgono com
le mense dei ricchi, e arrecano agli abitanti binate varie sostanze; ci ha dello smalto, del feld
un gran traffico pei fichi sin fuori dell'iso spato, ed anche taluna volta dei granati sebbene
amorfi e facili a tritolarsi.
la; n scarseggiano in biade olio e le Fu Lipari negli antichi tempi molto nominata
gumi e danno anche abbondevole raccolta pei bagni siccome si osserva sin' oggi dalle antiche
di bambigia talch quasi tutto il necessario stufe alle falde del monte S. Calogero, al di sotto
traggono gli abitanti dai prodotti dei loro le quali un quarto di m. una sorgente di acqua
terreni. Vedasi quel che si disse poco innan quasi bollente che pone in movimento molini es
sendo copiosissima, e raffreddata bevesi dagli abi
zi da Diodoro. circoscritto a 18 ni. il tanti. Il bagno mentovato da Polibio in Lipari fu
circuito di tutta l'isola; e sta in 38 e 40' rinvenuto merc le cure dell'esimio Vescovo Mon
di lat. e 38 e 45' di long. Compose il citta signor Reggio tra il palazzo vesvovile ed il semi
dino Pietro Campi la intera storia di Li nario dei chierici nel sorgere del secolo presente;
pari e delle isole adjacenti, che sappiamo sono tre stanze a circa pai. 8, met. 2,64 di pro
fondit ; della seconda e della terza a musaico
conservarsi mss. da Girolamo Landolina il pavimento, e costa nell'una di un tondo in cui
Principe di Torrebruna (1). si esprime una sirena che guida un cavallo ma
rino, nell'altra a foggia di cornice che consiste
(1) L'isola di Lipari presenta una continua serie in quadrettini che rappresentano varie figure e
di crateri di eruzione, e le pi antiche produzioni nel centro un bue, un cavallo marino e tre del
vulcaniche vi sono le lave porfniclie, e sono stale fini, qual s lo slemma della citt; nella prima
seguite da depositi feldspatici e pomicosi. Il monte stanza nulla ci ha che meriti considerazione, ma
pi elevato detto S. Angelo un vulcano spento, vi contigua una vasca in cui si rinvennero uten
come rilevasi dalle sostanze di che composto , sili fittili , cio lucerne, vaselli , lazze ce. di che
dalla forma , e dal cratere circolare che olire in gran parte si conservano nella biblioteca vescovi
teriormente l'idea di cono rovescio, sebhene alte le. Sotto le stanze era il passaggio delle acque
rato dagli estinti crateri che il ricingono, del dia termali sostenuto da 80 colonnette formate di mat
metro
vasi dentro
di pai.
gran
250,copia
met. di
1,500,
neve ed
dagli
in abitanti
cui couser-
co toni, donde s' introducevano le acque nelle camere
per conduttori di creta cotta di piccolissimo dia
prendosi con erba e con terra. Al nord del monte metro. Se a taluno per venisse in grado di volere
altro se ne osserva denominato Cratere della Ca osservare un tale antico nobile monumento molto
stagna , pi basso , ma con caraneristiche meno celebre perch nominato da un sommo storico
equivoche di essere stato un vulcano ; intera dell' antichit , ne dismetta il pensiero poich fu
mente coperto di bianca cenere che a primo colpo novellamente sotterralo venendo cosi meno que
senibra creta , ma non altro che pomice calci- sto ornamento della citt.
620
LI LI

e la Sicilia ; una delle Eolie perloch 7 ni. da Lipari, con vestigia di antica ci
erroneamcnic credette Ustica il Farello l't?o- sterna
Lialae (monti
di una casa
della)
campestre-
Lai. Litiae mon-
tiima. Si ha meno di 7 m. di circuito, dista

cidi. Ben 13 Tiri* monete antiche reca il Torre- medesimo un'altra tela lnnga 8 pai. per 5 che
muzza, delle quali quattro coli' iscrizione greca esprime S. Giovanni Nepomuceno del pennello del
TIAP1AN oltre i simboli, cio una colla testa di valente Ciccio Solimena, come si osserva dalla mae
Cerere nel dinanzi e nel rovescio un granchio , st dei panneggiamenti dalla gagliardia e la natura
altra con aquila che lacera un lepre nella faccia lezza del colorito e dalle grazie ed il vezzo dei volti,
anteriore, e nella posteriore un delfino, altra co caratteri che gli furon sempre proprii. In entrar la
niata di una testa con elmo nel davanti e nel Chiesa di S. Pietro osservasi da sinistra ama tavola
didietro una clava, e l'ultima finalmente con la lunga pai. 0 per 6 opera in vero di egregia mano,
testa barbata di vecchio nel dinanzi e nel ro che rappresenta da mancina un S. Giovanbattista,
vescio l'imagine di Bacco; le prime due in argento in mezzo la Vergine assisa col divino pargoletto
le altre in bronzo. sul seno, il quale benedice S. Niccol vestito di
oggigiorno quest'isola un capo-circondario di la abiti episcopali; ai piedi della Vergine un put
classe in provincia e distretto di Messina, da cni dista to che tieu Gssi gli sguardi al celeste Bambino;
71 miglia della Sicilia, e 14 dalla punta di capo Pas la grazia e la delicatezza vi campeggiano al som
sato che ne la parte pi viciua e 78 da Palermo, mo ed incantano esteticamente; un pessimo pen
propriamente giusta le nuovissime osservazioni in nello vi guast buona parte del panneggio; on'iseri-
38," 28' 35" di lai., e 32, 35' 15" di long. Dai greci zioncella che leggesi nel basso iu corrotto italiano
mss. che si conservano nel monastero di Grotta addimostra essere dipinto di un napolitano di eoi
Ferrata tradotti nel latino per le istanze del Can. non si segna il nome ma l'anno 1565; una tavola
Agatino di Castiglione tenuti nella chiesa di Len- bislunga di palmi ;8 per 1 e /% cbe quivi stesso
tini appare esser nell'anno 154 governata la Chiesa si conserva esprime la decollazione del Battista e
di Lipari da un Santo Vescovo per nome Agatone vi si ammira naturalezza; nel contiguo oratorio
e quindi stabilito gi l'episcopato sin dalla meli un S. Pietro sciolto dalle catene ed abbracciato ad
del terzo secolo , ma rovesciato dalla saracenica un angelo che il conduce , con una vaga gloria
infestazione e restituito da Ruggiero , Giliberto nell' ins ed ai piedi tre guardie immerse nel sonno,
primo Vescovo nel 1144 ed i successori di lui go in una tela di pai. 5 per 7 e '/ circa; vi meri
vernarono questa chiesa insieme a quella di Patti tano riguardo il colorito e l' armonia ma la pro
sino al 1400, quando Bonifacio Vili le divise e porzione vi lesa; una scritta nel basso ne indica
feceoe due distinti vescovadi ; degno somma il cognome dell'artista e l'anno: Voltti pinxit anno
mente di Iattura il cenno storico sulla Chiesa di Dni. 1716. Del lipareseGiuseppe Busso finalmente
Lipari del Can. Carlo Rodriquez nel voi. 75 pag. una Madonna del Rosario di pai. 5 per 4 e mezzo
173 e voi. 76 pag. 33 del giornale di scienze let nella chiesa di S. Maria delle Grazie, dovedipinso
tere ed arti per la Sicilia , dove sostiene con va anche un a fresco nella cupola maggiore che pre
levoli documenti non esser pi quel vescovo dipen senta l'assunzione di Maria con 18 figure; francoe
dente dall'Arcivescovo di Messina, ma direttamente scorrevole si ha il maneggio dei colori, perizia nel
da Roma. Nella citt la Chiesa cattedrale fornita trattamento della luce nei colori locali, nei riflessi,
di 18 canonici e di altrettanti eddommadarii giu negli sbattimenti. Passiamo alle uotizie statistiche
sta avverte il Sacco nel suo Dizionario, dove fa an e catastali.
che memoria di un collegio di studii, di una bi Era nell'intera isola nel 1798 nna popolazione
blioteca pubblica, di una casa di educazione, di di 11483, di 14467 nel 1831, e finalmente di 18013
uno spedale. Ci ha inoltre un seminario di chie nello scorcio del 1852. L'estensione territoriale
rici stabilimento di cui vediamo oggimai ornata di sai. 5527,393, delle quali 25,307 in giardini,
ogni sede vescovile. Sono adorne varie Chiese di 2,813 in orti semplici, 2,181 in canneti, 481,972
buone pitture , ma non di artisti di altissimo in seminatori semplici, 1526,220 in pascoli, 94,
nome. Nella chiesa dedicata al Concepimento Im 418 in oliveli, 618,314 in vigneti alberati, 55,829
macolato di Maria Vergine una tela lunga tre in ficheti d'Inaia, 20.366 inalberi misti, 471,929
palmi per 1 e '/a che rappresenta il martirio di in boscate, 2277,660 in terreni improduttivi, 10,
S. Bartolomeo di Giovanni Barbera da Barcellona 279 in suoli di case, 0,005 in camposanto. Tra la
buono artista siciliano; nell'ala destra del tempio produzioni pi copiose mettiamo i fichi che sono
621

LI LI

tes (V. N.) nel lerrilorio di Ragusa; giognjc Occupala la palude dalle acque ncW in
amenissime di colli vestile di pascoli, alberi verno e di molto fango insozzala , nessun
fruttiferi , viti , uKve ed altre piantagio accesso presenta, finche non vicn seccata
ni, ed irrigate da dolcissimi e limpidi Scrive
dal calore
Fazello
nellaesser
primavera
questa e palude
nella stale.
fuori
ruscelli di acque insino alle basse radici.
Ci hanno chi stabiliscono in esse i Monti le porte di [Scapoli; eccone le parole: Era
Erei, Giuseppe Mazzara cio nella mss. di fuori una palude appellala Lisimclia
Storia di Sicilia, Bonanno che afferma esser da Tucidide e volgarmente oggi Pantanella,
l'antica Ibla Erea l'attuale Ragusa, Caraffa, dai di cui vapori e di altre ad essa adia
ed altri, dei quali esaminiamo le opinioni centi infettatati tutta la citt di Siracusa
parlando degli Erei. e principalmente questa parte , come
iilslco. Lai. Lisicus (V. D.) Casale che scrive Seneca nel lib. della Consolaz. a
a) tempo del Conte Ruggiero era abitato dai Marzia e come noi sperimentiamo. Era poi
Saraceni. Il Conte poi ne raccolse i suoi abi una via lastricata di grandi pietre qua
tatori e quei delle vicinanze nel solo paese drale scoverla al mio tempo , che di l
di S. Angelo, in cui perdura la Chiesa di menava al fiume Anapo e sino ad Olim
S. Giovanni di Litico. Vedi Angelo (S.) di pico; e svelte quelle pietre se ne fabbric il
Brolo. grande baluardo della citt, che ne so
liisimeila. Lat. Lysimelia palus. Sic. vrasta oggi all'unica porla. Dice Mira
Pantancddu (V. IV.) Palude nel lerrilorio bella stendersi questa via da Olimpio sino
siracusano tra Acradina un tempo e le ripe alla citt di Eloro. Sembra negarle entrambe
del fiume Anapo al porto grande; men Bonanno, da Olimpio ad Eloro e da Neapoli
tovala da Tucidide nel lib. C , che narra ad Olimpio; ma e non ragione a negar la
ivi sbaragliati e sconfini i Siracusani da fede ad Arezio e Fazello sincroni autori, che
gli Etrusci confederati degli Ateniesi. attestano chiaramente di questa ultima es
piana e depressa, ed ancor vi stagna del serne state tolte le pietre alla costruzione
l'acqua nella primavera nell'autunno e ncl- dei baluardi che dicevansi allora di S. An
l' inverno. La celebra anche Teocrito nel- tonio e dei Seltcponli; della via Elorina
l' Idillio 7 con questi versi : poi ci ha il chiarissimo testimonio di Tu
E o Proserpi n a lo che colla madre cidide, quantunque forse non sia stala questa
Degli affluenti EGrensi coi tesori costituita colle magnificenze medesime n la
Grande cilti di Lisinelia all'onda stricata di grandi pietre quadrate. Afferma
T avesti... finalmente Plutarco nutrirsi una moltitu
Arezio: Venivano ad Olimpio per la pa dine di anguille in questi luoghi fangosi
lude appellala Lisimela da Tucidide e da presso Siracusa che prendono moltissima
noi Pantanella, , per una via ritrovatasi acqua dagli slagni e dai fiumi , e perci
al nostro tempo lastricala di grandi pie copiosa pesca ricavarsene.
tre, die regnando l' Imperulor Carlo V. limso. Lat. Lissus (V. N.) Ruscello men
giovarono alla fortificazione della citt. tovalo da Polibio nella descrizione della
citt di Lenlini, che di sopra recai. La
scoscesa rupe dell' altro colle, quella cio
squisitissimi, e le uve dalle quali si estrae un vino che guarda occidente bagnata dal ru
dolcissimo che addimandasi malvatia; ingente vi scello die appellano Lisso; e questo ve
poi il commercio dell' uva passa si grossa che
piccola , la quale ultima dicono volgarmente diamo principalmente ncll' inverno sboccar
passolina, e ne sono grandi dall'estero le ricerche. dopo un mezzo ni. dalla sorgente nel Te
622
1.1 LO

ria o Reina, poich sgorga nel collo Fluoro, zii prescritti nell'Itinerario; ma etti
scorre Terso l'antica Chiesa di S. Maria dicendo, a non pi i 3 m. doli* ukp.
della Cavn, ed accresciuto dalle ncque della acqtie, volgarmente della Calala/mi. m
fonte Lieo e dalle piogyic sotto la citta di lungi dalla quale osservatisi colonne 6
Lenlini verso settentrione, confondevi con Io vasto antico tempio ritle tuttora: a g*-
slesso. Teria- Ehbesi nome giusta Bocharl sti avanzi sovrasta un monte dello rei-
dalla voce punica Laisch che suona Leo garmente di S. Bonifacio sulla rat teda
ne, dalla vicina citt di Lronlini. Fa men i ruderi si osservano di antica vomii
zione Orlelio del fiume Elisio nella Sicilia citt; mostra dunque il sito eimsmlt
d'incerto sito; forse il Listo? le rovine dell'antica Longarin. lullro
Llveld (1). luogo parlando del monte BonifalooiS.
Bonifacio mostrammo essere questi raitri
LO dell antica Alcamo edificala dai Saraceni: n
non vi ha ragione a negare che questi affi
L.oeadl.Lat.ocadium.8ic.Locadi(V.D.) ser innalzala Alcamo sulle rovine dell'
Piccolo paese, dei inunicipii di Savoca, so lica Longarico.
pra il letto del fiume di Fiumedinisi verso i.ugii ina (V.Pt.) Seno, in cui bbiw
mezzogiorno, non lungi dalla spiaggia dello d' ispezione appresso il Plemmirio proa*
stretto, a 4 m. da Savoca. La Chiesa par torio del porlo di Siracusa, dello di altri di
rocchiale intitolata a S. Caterina, ma il Longino, dopo cui segue la foce del te
patrono degli abitanti S. Sebastiano Mari. stoni. Appella Tolomeo quel promontorio
Vi si contaron 75 case nel 1713 e 297 abi capo Longo, cui sovrasta una torre. Apre*
tanti, e va soggetto anche nel temporale al circa 40 passi r imboccatura di quel sew,
l' Archimandrita (2). allargasi e prolendesi al di dentro per 2$
Lorarico. Lai. Loearicum (V. IH.) o Lon- passi. Di fronte sorge un' isolelia del circuito
garico. Antica citt mentovata noli' Itinera di 240 passi distante altrettanto dalla lem
rio di Antonino, della regione delle acque ferma, con un'antica cisterna. Dice Areiio:
segestane nell' interno , secondo Cluverio , Sopra il Plemmirio quasi a 6 imjlwT'
che slima sviluppar la cosa dagli spa il promontorio Longo , ora Longim e
piccola cala.
ti) un tolto-comune aggregato a Ramella. Losrnlna (V. D.) Ricovero di nari nella
{%) Oggi un comune in provincia di Messina spiaggia australe di Catania con una loro
da cui ditta SS m, distretto di Caslrorcale donde gine,
d'ispezione
dov' ed
un una
di leiChiesa
simulacro
sacra molto
alla >er-
re-
Si , circondario di Savoca da coi 6 m. , diocesi
dell' Archimandrita. Contava 350 abitanti nel 1798,
poi 390 nel 1831. e 445 nel Gne del 1852. Si ha
ncrato dai fedeli; il regime ne apparto
tal. 58,785 di territorio, delle quali 0,705 in giardini, ad
tempo
un ilrettore
porlo didiUlisse,
regia per
elezione.
cui quel
Fuseno
mn
iatorii
0,121 inirrigui,
canneti,
0,113
8,197
in seminalorii
in gelseti, 1,088
alberali,
in semi-
10,
ne dice parte, sicuro altronde, ma capace di
979 in seminalorii semplici, 8,333 in pascoli, 1, una o due triremi, e detto volgarmente porlo
861 in olivi-li. t ,i).">6 in vigneti alberati, 14,646 in
vigneti semplici, 0,600 in ficheti d'India, 0,173
di Lognina. Ma gli antichi scrittori r
in castagneti, 0,656 in boscale, 16,863 in terreni Omero Virgilio descrivono vastissimo a por
improdullivi. L' aria vi buona. La maggior parte di Ulisse, giacch alla sua imbottai"" *J
degli abitanti si addice alla cultura della terra ed devasi l'isola che oggi si crede quel ^
all'artificio della seta. Questo piccolo paese viene terre coverto da moli etnee ed appella*^
appellato Locadet e Locadiut dal Fazello, LocaJi
da Arezio, J-occadi dal Pirri. lo. Dai podi per era un tempo} appella*
623
LO LO

Capraria quell'isola per le capre che resic, territorio di Ciarle. Trovasi Signore
vi pascolavano , e vi sorgevano una torre di questo territorio della siracusana dizione
ed una Chiesa; poich il seno interno del in un registro di Federico II Ansatone di
mare essendo slato riempito da una lava et Ansalono messinese, e nell' anno 14 08 in
nea nel secolo xiv, pu appena segnarsi. potere di Gerardo di Giordano. Vedi Ge-
Cluvero poi che dico di avere Ulisse ap reali e Ciarle.
prodalo al lido di Erico nega di esservi iongl. Lai. Longis. Sic. Lonci (V. D.)
slato porlo in questa parte orientale del Paese posto nella valle tra Galati e Tortu
l'isola, e ne adduce a ragione non osser rici, con una Chiesa parrocchiale sacra a
varsene indizio alcuno; dovea per avver S. Michele Arcangelo sotto un sacerdote cu
tire che in ciascun tempo per le eruzioni rato, e 10 altre minori. Ci ha eziandio u
dell'Etna cambiasi l'aspetto delle spiagge Ospizio pei Minori dell'Ordine basiliano, ed
orientali della Sicilia, e certamente lo una rocca oggi in ruina. II patrono S.
stesso Cluverio oggi non conoscerebbe pi Leone Vescovo di Catania. Si appartiene alla
le spiagge meridionali di Catania per le lave diocesi di Messina e la comarca d Torlorici,
del 1669. Virgilio del resto che approd soggetta all'Isti uttor di S. Filadclfo per ci
in Sicilia descrive quel porto come ingente che riguarda il militare. Sotto Carlo V con
ed immoto dai venti, e canta essere col tava 172 case, e nell'anno xcv del suo se
approdalo lo stesso Enea, il che se non fosse colo erano 578 gli abitanti; nelle met del
avrebbe finto insulsamente una fandonia. secolo seguente numeraronsi 289 case, 1034
Parla ancor diffusamente di questo porlo abitanti; nel 1713 furono le case 158, 409
Carrera nelle Memorie di Catania, ed io nei gli abitanti, e nel 1760 conlaronsi 827.11
miei Annali su questa citt molle ragioni territorio abbonda in uliveti, vigne, mori,
addussi per mostrar favoloso ci che divol e la gente addetta alla manifattura della
gasi della fortezza Legnimi fabbricala da seta. Ha la stessa long, e lat. di Galati.
Aci. Vedi su ci il 2 tomo del Massa. Appartenne all'indila famiglia di Lancia
Lombardo. Lai. Lombardi vicus (V. D.) insieme con Galati, Ficarra ed altre terre
Borgo che era sotto il monte Etna verso mez nei primi tempi dei Re Aragonesi, e Federi
zogiorno divoralo dalle fiamme nel 1G69. co II con un diploma dato in Catania nel
Longarina (V. N.) Salina alla spiaggia 1302 conferm il dominio di Lungi e Casta
meridionale del promontorio Pachino presto na a Gaelotlo ed al di lui figlio Corrado.
Harsa o il porto Ulisseo, altrimenti lago Barbera fa menzione di Valore Lancia, cui
di Longarino; di figura quasi triangolare sotto Martino successe Blasco, per la di
e di circa 4 ni. di circuito. II fondo Lon cui donazione ne fu crede nel 1453 Cor
garino del territorio di Noto in cui era un rado , il quale s' ammogli con Fiordelisa
lago, apparlenevasi nel 1320 a Niccol Lan Venlimiglia con per dote il feudo Verbum-
cia, e poscia era soggetto al Icmpo del Re caudo, donde Perio, morto il quale ne ot
Martino a Mainino di Sortino. tenne il dominio nel 1508 intonino, ed i
Longarino. Lai- Longarinus. Sic. Lun- di lui credi sino al 1G59, quando Flavia
garinu (V. N.) Territorio. Giurie di cui dissi, Lancia figlia ed erede di Pietro, moglie di
che prende forse il nome dal promontorio Gaspare di Napoli, fu dichiarata Signora di
Lungo e dalla cala che abbiamo descritto, Lungi, e per di lei testamento ne ebbe la
quinci Arezzo: Ed il mediterraneo, dice, signoria il figlio Silvestro, che marito di
appellalo territorio Longarino- Quivi n Costanza Pilo ebbe il figlio Gaspare, il quale
lungi dal mare le Tersone, oggi ruine Ti- presa iu moglie Mclchiora Monreale gener
624
cipalmente seta. L'aria LO
vi buoni. LO

con essa Giuseppe, che per dritto dei ge ronc: Poi che la flotta si avanz alquanto
nitori fu anche Marchese di Melia e vivea nel approd finalmente nel quinto giorno al
1760 marito a Maria Paparda dei Prncipi Pachino ; aveva essa sciolto dal porlo di
del Parco; godeva nel paese di impero asso Siracusa: poscia prosegue: ecco poi ina
luto, sceglieva i magistrati, ed aveva l'viu spettatamente si avvisa le navi dei pirati
posto trai Baroni nel Parlamento (1). esser nel porto di Edissa; il quale, di cui
Longino. Lat. Longinum (V. N.) Casale parlammo, al promontorio Ulisseo noto da
apparlenenlcsi a Bartolomeo di Pelramola Tolomeo, dicesi oggi di Castelluccio o di
Milite sotto Federico II, e che era nella Marsa. Cluverio colloca il porto Pachino di
Valle di Nolo tra Licodia e fiuter. Cicerone dov' Marzamcmi nel lato sinistro
Longo. Lat. Longum (V. N.) Promonto del
Longobardo
promontorio,
molto
imperocch
pi inadatto
dice: ti sebbe
porlo
rio nominalo appo Tolomeo. Vedi Lognin.
Longobardo. Lai. Langobardus. Sic. ne abbia dovuto comprender la flotta
Lummardu (V.N.) Porto al Pachino, di cui dice mandala contro i pirati; del resto il Fa
Fazello: il promontorio Pachino verso oriente zello ne soggiunge: secondo Solino pesco
non si ha verun seno sicuro ma presenta sissimo quivi il mare in tonni , ricci ,
un ricovero terso mezzogiorno presso la conche e in ogni altra specie, ma essen
spiaggia dell'istmo, che Cicerone Yerr. 7 done oggi deserte le spiagge o mancando
appella Porto del Pachino oggivolgarmen- di operai ci sembra infecondo. vicina
te Longobardo, capace soltanto di triremi e al porto Longobardo una citt minala di
di piccole nati, e che atendo la imboccatu quasi un m. di circuito; ma nulla conserva
ra per tortuose giravolte si ha l'ingresso intero di edifzii. e presenta comunemente
obliquo e difficile. Sono poi parole di Cice- giacenti a suolo, rozze, ineleganti, ammon
ticchiate vestigia di antichit. Rimane se
(1) Long! un comune in provincia di Messina midiruta una chiesiuola sacra a S. Gio
da cui lontano 83 ni., distretto e diocesi di Patti vanni non lungi dall' istmo, e fuori la citt
donde 31 , circondario di Torlorici da cui 10 va.
Appellasi Longium dal Maurolico e dal Pirri, che verso occidente sepolcri tagliali nella rupe
il dice anche Longut, e Longi dal Fazello. Il sig. giusta l'antico costume. Era sita questa
Francesco Cottone vi istituiva nel 1644 un peculio citt in un piano, e stendevasi dall' istmo
fruroentario per la panificazione , accresciuto di sino alla rupe acuta delta oggi in verna
altri lasciti posteriori; fu indi convertito in monte colo Pizzuta, bnllula dai fluiti dal mare, che
agrario che presta previa fideiussione solidale al presenta giocondissima prospettiva verso Pa
pi due sai. a persona; dipende dal Consiglio ge
nerale degli ospizii, ed amministralo dal sindaco chino. Dice lo stesso Fazello esser questi ru
e dall'arciprete designati dal fondatore durante il deri di Mozia, ingannato dal lesto di Pausania
periodo delle loro funzioni; il capitale attualmente in cui si pone Mozia al Pachino. Ma attestano
di sai. 232, tum. 3 di frumento calcolate in da comunemente gli eruditi essere incorso erro
naro al prezzo corrente in ducati 1857. 50. Erano re appo Pausania per incuria dei copisti, e col
1211 gli abitanti nell'anno 1798, poi 13G4 nel 1831
e 1821 nel fine del 1852. Se ne estende il terri loca con Cluverio Mozia al Lilibeo. Costa per
torio in sai. 1527,515, delle quali dettagliale in essere stala al Pachino questa citt sin nei
culture, 0,956 in orti semplici, 0,417 in canneti, tempi cristiani da S.Girolamo nella vita di S.
3,678 in gelseti, 14,9(1 in seminatorii alberati, 181, Ilarione; poich questo santo vecchio salito in
172 in seminatorii semplici, 1217,476 in pasture, un naviglio che navigava per la Sicilia, offerto
8,608 io oliveti, 13,349 in vigneti alberati, 18,667
in vigneti semplici, 1,548 iu ficheti d'India, 11, in nolo il Vangelo, gitici rallegratasi di es
945 io castagneti, 51,758 iu boscate. Esporla prin sere stimato mendico dagli abitatori di quel
luogo: pensando poi, che tenendo nego-
625

LO LU

. zianti dell' Oriente score rio V avrebbero , mento e l' elezione dei magistrati. Neil' anno
*' invol trai luoghi interni. Dal che ri sudello erane signore Geronimo Filinge-i
cavasi essere sialo abitato il luogo ed ap e Di Giovanni, Colonnello di cavalleria e
prodalo dai negozianti di Oriente per traf per drillo della moglie Bianca Farina e
Raimondctta Duca di Sammarlino e di Fab
ficare. brica, ai quali fu figliuolo Alessandro. Im
Longona (V. D). Castello apparlenen-
tesi un tempo a Catania , noto presso gli perocch Francesco fondatore morendo
senza prole ne lasci signora la moglie,
antichi da Filislo, Stefano, Diodoro ed altri.
la quale sterile in seconde nozze, lasciollo
Dicesi comunemente essergli succeduta Lo-
in legalo al Collegio nuovo dei Gesuiti in Pa
gnina famosa fortezza , di cui si di so
lermo, Lauria Bologna e Plalamone otten
praLoretta
parlalo.(1). ne Lucca per commutazione con altri feudi
e maritala al vecchio Geronimo Filingeri gli
Lorento (2). confer il marchesato, dal qual matrimonio
Lorenzo (S ) dt Binino. (V. >.) Vedi
venne Alessandro i, primo Principe di Cut,
Bibino. cui successe Girolamo u ed a costui Ales
sandro, il quale rinunzi lo signorie al fi
LU
gliuolo Girolamo ma ne trattenne l'ani-
Lacca (V. M.) Piccolo paese di nuova minislrazionc.Quel territorio fecondissimo,
origine, nel territorio Culla appartenetesi spazioso, ed irriguo , per cui corrisponde
un tempo alla illustrissima famiglia di Pe alle fatiche dell'agricoltore (1).
rotto, fabbricato alla destra ripa del fiu AdLucia
S. Lucia.
(S.) (V. D.) Municipio di Aci. Vedi
me Alba volgarmente Ulajasole , in terre
no lievemente declive verso Oriente per Lucia (S.) (V. D.) Paese sotto l'Etna oggi
opera di Francesco Lucchese nell' anno Mascalucia , di cui a suo luogo diremo.
1620, e decorato quattro anni dopo degli Lucia (S.) (V. D.) Casale dei municipi!
onori di Marchesato. Ottenne Luce/tese il di Messina verso mezzogiorno, la cui par
feudo di Culla per aver presa in moglie rocchia sacra alla slessa S. Verg. c
Francesca Perollo erede dei beni della Mari. Si aveva 76 case e 277 abitanti nel
famiglia e diede il nome di Lucca a quel 1713, e 385 nel 1760; Sila nell' interno di
paese dalla citt di Lucca donde origi sta da Messina 8 miglia.
ne aveva la sua famiglia. Si diede alla
Chiesa maggiore il titolo dell' Immacolata (1) Oggi un comune in provincia e diocesi di
Concezione , ed amministrata da un Ar Girgenli da cui dista 32 m. e metto, distretto di
Bivona da cui 9 ro., circondario di Burgio donde
ciprete con altre quattro minori Chiese , 2 m., e 5 da Palermo. Vi si coniavano 1960 ani
ma sotto l' ispezione del Vescovo di Gir- me nel 1798, poi 1836 nell'anno 1831, e 1724 nel
genti. Il censo al tempo del Pirri rec fine del 1852. L'aria vi umida a causa della si
quarantotto case e 740 abitanti , i quali tuazione del paese, e se ne compone il territorio
nel 1760 montavano a 1713. Il marchese di sai. 1118,068, delle quali 0,715 in giardini, 87,
151 io seininalorii alberati, 657,631 in seminato
ha dritto di armi, il xxxi posto nel Parla- ri! semplici, 147,908 in pascoli, 136,9*4 in oliteti.
65 544 in vigneti semplici, 13,966 in sommaccheli
* 045 in ficheti d'India, 3,722 in pistacchieti, 0,
(1) Loredo un sotto-comune aggregato a Bar 4V8 in suoli di oase rurali. I generi principali di
cellona distante 19 m. da Messina. ,ua esportazione sono il frumento, l'olio , ed .1
(2) Lorento un sotto-comune aggregato a Ri
metta lontano 28 m. da Messina. lommacco. ^q
G2G
LU LU

Ud ( ) (V. D.) Cilt nel campo di il chilo regime senza drillo di spada; go
Milazzo, sedo del Cappellano maggiore del dono di comarca propria, ma governa le
Kcgno di Sicilia, che dicesi comunemente cariche militari il prefetto di Palli sotto di
Abaie di S. Lucia, assegnatagli dall'anno cui vanno 14 cavalli e 55 fanti. Coniava
1206 per decreto di Federico Imperatore, e il comune sotto Carlo V Imperatore 651
Re di Sicilia, che sceltala in sollazzo del case, e nel censo dell'anno 1595 3581 abi
l'animo suo ne concesse i dritti a Gregorio tanti in 886 case , che nel 1652 erano
Muslaccio, il quale era Primate della cappel 980 e 3606 gli abitanti ; nel 1713 coi
la regia, pcrloch insieme ne consegu l'am casali di S. Filippo e del Soccorso 896 case
ministrazione chiesiastica di S. Lucia. Ma per e 3111 abitanti, che ultimamente 4354.
sallaggio
donazioneS.delLucia,
contecasale
Ruggiero
allora,
avendo
l'abate
in vas-
di Ne il sito declive verso oriente ed aqui
lone, e sta in 38, 15' di lai. e 39 5' di long.
Palli e di Lipari, poi Vescovo, e Federico, La Chiesa maggiore che l'unica parroc
morto Stefano prelato di entrambe le Chie chiale va sotto il titolo di S. Lucia Verg.
se, attentalo avendo il fatto contro i dritti, e Mari. , ed il Rettore Abate sceglie tre
Giacomo successore di Stefano, impegnavasi sacerdoti addetti alla amministrazione dei
nel 1228 rivendicarsi la Chiesa di S. Lucia legio
sacramenti;
di 18 Canonici,
si ha comedeise quali
cattedrale
i primi
un coV-
go
come sua parrocchia, istituita nondimeno una
convenzione si compose 1' affare per molli dono delle dignit di Arcidiacono, di Decano
anni, ma scorsi quattro lustri nuovamente e di Cianlro; la collazione poi, eccettuato
Filippo altro Vescovo lagnatosi della aliena l' Arcidiacono, si appartiene all'Abate. Le
zione fatta alla sua Chiesa, si ebbe dall' Im sono uniti il seminario dei chierici fondato
peratore la terra di Sinagra quella rinunziata da Simone ImpeUizeri, ed il palazzo aba-
di S. Lucia. Succedettero altri dopo Grego zialc. Essendo finalmente vicina alla ruina la
rio nella carica di Cappellano maggiore ac Chiesa per la troppa antichit, ed angusta in-
cennati da me nel lib. 4, parte 3 della Si nollre, 4n/onio deFrancni'sAbale.pcr la esi
cilia sacra, registrando per ultimo Antonio mia piet verso Dio di che era dotato, ma
l'ra da Milazzo eletto nell'anno 1733, cui gnifica novellamente sin dalle fondamenta
succedette dopo 4 anni Marcello Mascella a sue spese la eresse; e Vincenzo Firma-
morto pochi mesi or sono ; ivi ne esposi lura successore di lui la comp.
i dritti e le prerogative, poich dissi sedere Sorgono poi altre due Chiese, dalle quali
l'Abate di S. Lucia l'undecimo posto trai la gente partecipa i sacramenti ; quella
personaggi chiesiaslci nel parlamento, quasi di S. Niccol Vesc. cui sono destinali tre
decoralo di vescovile carica godere di ogni cappellani, e quella di S. Maria dell' An-
ordinaria potest, e dall' anno 1580 esser nunziazionc commessa a 7 sacerdoti. Con
tenuto alla residenza, pcrloch sono costretti vinsi poi 6 filiali. L'antica fortezza che sor
gli abitanti ed i vicini corrispondergli delle ge sulla vetta del pi eminente colle, oggi
decime nella somma di 1500 scudi. distrutta, era sacra alla Madonna della neve
poi computata la citt di S. Lucia tra le o delle celle con una bellissima statua di
demaniali da molli secoli , e non va soggetta marmo bianco della medesima Vergine, alla
all' abate se non nello spirituale, e nel di quale occorrono ogni giorno s i cittadini
costui palazzo per antica consuetudine con che gli esteri con somma venerazione. Ci ha
servatisi le bilance e i pesi della seta di un Oratorio di S. Filippo Neri. Occupano
cui si fa gran traffico nella contrada. I Giu le monache un monastero quasi nel centro
rali, il Sindaco, ed il Capitano amministrano del paese sotto regola benedittina ed il li
627
LU LU
tolo di S. Antonio di Padova. Fu dato dom perpetuamente la carne col cili
un luogo fuori il paese nel 1532 ai Minori cio, sempre vesti unica rude tunica. Ne
Conventuali, colla Chiesa di S. Maria delle fanno menzione Arluro nel Marlirol. in cui
grazie, la cattedrale allora del paese come Bealo l'appella, Tognoleto ed altri, e sonosi
scrive Cagliola da Tossiniano , il clic era rifer li gli atti di sua vita nella S. Rota;
affatto incongruente poich non vedo co- mor in Girgenli nel 1388. Innoccenzo Mi
ine polca essere cattedrale una Chiesa di lazzo del medesimo ordine, ma passalo poi
stante e soggetta alle incursioni di ladri , ai Riformati, zelantissimo predicatore della
come egli dice ; appartenevasi forse alla parola di Dio, promotore singolare dell'Isti-
Cattedrale di S. Lucia c dicesi erronea tulo in Sicilia, insigne per penitenza e con
mente Cattedrale. Nell'anno poi 1622 per templazione; speriment moltissime volle
g' incomodi del silo si assegn il convento estasi e delizie di spirilo, conscio finalmente
dentro il paese, e ne fu intitolala la Chiesa di sua morte ebbe fine santamente in Piazza
a S. Francesco, all' estrema parte orientale nel convento di S. Maria di Ges da lui
della cill. Sorge il convento dei Cappuc riformato , nel 1393 ; ne fecero menzione
cini dall'anno 1610 ad un trar di pietra Gactani, Pirri, Chiarand ed Arturo, che
dalle mura nella parte opposta. I frali Os distinguclo del titolo di Beato (1).
servanti Analmente di S. Maria di Ges obi (1) Incorporata rimase l'Abazia della citt di
torio ampio convento in cui educano i no- S. Lucia all' ufficio di Cappellano maggiore sino
vlzl, all'estremila del sobborgo. Fuori la alla morte di Mr. Marcello Moscella, (orche vacata
porta vedesi la Chiesa di S. Michele col- l'Abazia e la Cappellania maggiore, venne inter
l' annesso spedale addetto ad accogliere i rogato il Vicer per regie lettere se potessero le
due cariche dividersi ; rimessa la faccenda a Do
poveri. E ricco sovra ogni altro il territo menico Pensatene Patrono del fisco se ne ebbe a
rio in olio, vino e seta, ed abbondante in risposta convenire allatto si separassero, e s' isti
frutti, ortaggi ed erbe. Credcsi da alcuni tuisse giusta la regia sanzione del 1750 a Cappel
aver Giacomo da S. Lucia dei Minori no lano maggiore in tutto il regno il Giudice della
bilitato di sua nascila questa cill, che dopo R. M. Furono questi i primi passi allo smembra
mento, che venne difatti approvato dal Senato su
sostenute molte cariche nel suo ordine, premo di Sicilia, e confermato dal Re. Giambatti
venne scello in prima Arcivescovo di Mes sta Riccioli fu promosso unicamente al benefcio
sina da Sisto IY di cui era slato discepolo, che veniva sotto il nome di Abazia, ma ci a niun
ma non venutone al possesso e promosso modo accettando, esponeva non venir riconosciuto
Vescovo della Chiesa di Palli per molli anni dal popolo di S. Lucia affidatogli in cura senza il
olliinamcnlc vi presiedeltc; ma dice il Pirri titolo di Cappellano maggiore, venire a perder ben
600 onze annuali solile pagarsi ai Cappellani mag.
Messina patria di lui. Tommaso da S. Lu giori, e per o gli venisse resa la consueta dignit
cia del medesimo istituto accennato dal o avrebbe chiesto venia per dispensarsi da una mole
Cagliola. Ci ebbero finalmente illustri in stia. Lanciavansi anche al Re dalla citt delle carte
santit : Cherubino Mostracio sacerdote dei chiedendo Abate ed insieme Cappellano maggiore,
negando altrimenti la soluzione della pensione.
Minori Osservanti, primario coltivatore della In una matassa cotanto ingarbugliala fu prescelto a
caslil e del silenzio, intento continua fabbricare accomodamento Mr. Alfonso Airoldi poi
mente alla contemplazione delle cose super Giudice della R. M. e Cappellano maggiore, il
ne, onde si ebbe allo spesso divine visio quale bene avvedendosi non poter venire a capo di
ni , e reso illustre da Dio di maravigliosi quistioni di dritto senza illustrazioni dei falli dai
quali dipendono, verg una memoria storica, nella
prodigii in vita e dopo la morte. Dicclo il quale accuratamente stabilendo; 1. esser parroc
Pirri di
sima vita,
profondissima
che non mai umilt
levette
e di
delaspris-
vino, chiale la chiesa di S. Lucia, ed il suo Parroco e
Rettore, dello un tempo Beneficiario, per erronea
G28
LU LU

Lari* (S.) (V. D.) Fiume, Pachyim da battaglia navale tra Ottaviano e Sesto Pom
gli antichi, dalle di cui foci non lungi nel peo. Conosce origine nel territorio di
mar tirreno attestano gli annali ingaggiata Caslroreale , alle radici orientali dei colli

consuetudine additnandarsi Abile; S. esser li cap derarsi per le giuste ragioni alla Giunta dei Pre
pellata maggiore quasi oflcio di giurisdizione ve sidenti e Consultore. Il lavoro pubblicato allora
scovile, ed esserle state sottomesse tutte le regie dall' esimio Francesco Cupane Consultore detta
cappelle, e colle prime la slessa chiesa di S. Lucia Curia del Cappellano maggiore, in cui stupenda
dopoch dall'anno 1250 diveune regia cappella; mente illustr la causa del R. Presule da lunghis
3. essere stati separali il beneficio parrocchiale e sima serie di diplomi e di gagliardi argomenti ,
l'officio episcopale sino al 1505 cosi esigendo la non lasci nulla a pensare sulla decisione, di coi
diversa natura e cosliluiione di entrambi; i. es- fu la somma: essere stata ascritta la Chiesa di S.
gero avvenuto per cause incidenti, essersi uniti Lucia, sin dal secolo un, in cui fu mutata in cap
l'uno all'altro ed essere rimasti entrambi indi- pella regia, al Cappellano maggiore; nessun potere
fisi , form finalmente il suo consiglio appog che ecceda i limiti di dritto parrocchiale averne
giandosi alle prestabilite fon lamenta; convenir si mai avuto il Parroco o Rettore che per erronea
dividessero le cariche di Parroco e di Prelato, ma consuetudine si disse Abate, laonde concedala al
tuttavolta esser giusto conferirsi distintamente al l' Abate la cura delle anime e I" amminislruione
l'eletto Riccioli il beneficio e l'ufficio di Cappel dei sacramenti, dovere assegnarsene al Cappellano
lano maggiore nella Chiesa di S. Lucia, Tenendosi maggiore la giurisdizione, acciocch non malme
cos a calmare l'irritamento del popolo, toglier nata la canonica giurisprudenza venisse a mutarti
si le quistioni sulla rendila , e rimaner libero il Parroco iu Prelato, ed a troncarsi dal dritto del
alla M. S. l' istituzione di un Cappellano maggiore Cappellano maggiore questa regal cappella con di
per tutto il regno, cui non solo si assegni la Chiesa minuzione della regia dignit; fu questa sentenza
di S. Lucia, bens tulle le regie cappelle. Suffra confermata con regal decreto, per cui riprese la
garono sentenza a tal prudentissimo consiglio il debita potest la giurisdizione del cappellano mag
Patrono del B. F. ed il Giudice della R. M. giore. Ma pei maneggi della citt e del distretto che
Monsignor Girolamo Palermo Arcivescovo di Lao- ben conosceva la perdita della sua preponderanza
dicea , ai quali si unirono i togati Giureconsulti nell' allontanamento dell' Abate, nel i giugno 1818
dei quali si componeva il supremo Senato di Si fu emanato in Napoli dal Re Ferdinando I uo de
cilia; ed il Re approv. creto partecipato al comune con ministeriale del
Morto per il Riccioli non entrato ancora nel Duca di Gualleri dei SO settembre dell'anno me
possedimento del beneficio, nella vacazione di Mr. desimo, con cui vi si reintegr l'antico Abate resi
Marcello Moscella fu solamente nomiualo Abate di denziale con tutte le competenti giurisdizioui:
S. Lucia nell'anno 1767 Scipione Ardoino , e nel o nella Chiesa di S. Lucia di Milazzo reintegrato
seguente anno Cappellano maggiore, ma per la citt l'antico Abate residenziale con quelle preeminenie'
ed il distretto di S. Lucia e sinch non fosse venuto giurisdizioni che ha goduto della sua prima re
in grado alla M. S. di eligere il Cappellano mag motissima origine sino all'anno 1801 e nello stesso
giore per tulio il regno Sicilia cou tutti i dritti, modo e nella stessa forma che le godeva nella delia
le prerogative e le facolt appartenentisi ad una epoca . Fu questo, come vedesi chiaramente, un
tal carica ; sotto tali circoscrizioni furono prima separamento dalla giurisdizione della Cappellani
Abati di S. Lucia indi Cappellani maggiori isti maggiore,
Il primoche
Abate
oggiPrelato
infatti della
non viChiesa
ha alcun
di S. dritto.
Lucia
tuiti Emmanuele Rao nel 1771, Carlo S. Colomba
nel. 1780. Alla morte di quest'ultimo avvenuta nel di Milazzo fu D. Giacomo Coccia che erane state
1801 , non dimenticando il Re le sue precedenti Parroco in prima e Preposilo , indi eletto dalla
disposizioni, stabili di unirsi al Cappellano mag S. Sede Vescovo in partibut per bolla data in Ro
giore di tutto il regno di gi con ferme basi ri ma nel 27 settembre 1819 eseculoriata in Napoli
costituito la giurisdizione della Chiesa e del di a 7 dicembre del medesimo anno.
stretto di S. Lucia; mal per tali cose soiTerendo Qaesla citt attualmente un capo-circondario
questa citt vedendosi tolta la residenza del Pre di 3* classe in provincia e distretto di Messina, da
lato scriveva reclamando non competere al Cap cui dista 18 m. , e nella diocesi del suo Abate. Il
pellano maggiore la giurisdizione ma all'Abate, e seminario dei chierici fondato da Mr. Simone Im-
commetteva novellamente il Re quest'affare a pon- pellizzeri siccome attesta il nostro autore, mori*
G29
LU LU

del Re e di Timogna , da perenni acque pose l'ultima mano, ed il volle annesso


che ivi sgorgano, e che formano subitamente all'altro monastero del medesimo istituto
il ruscello detto di Sonata, col quale nome di S. Maria e dei 12 Apostoli di Bagnara
scorrono sino ai confini di S. Lucia, dalla nella Calabria, celebre allora per la sua
quale citt appellasi il fiume, e sotto que floridezza. Molto tempo ne fu solto l' Afoa-
sto nome scaricasi nel mare nella spiaggia te che vi assegnava il Priore; ma nel 1477
di Milazzo. Esamineremo fra poco se sia essendo stato commendalo per ordine di
questo l'antico Melos. Sisto IV ai canonici di S. Giovanni di Lale-
lincia (S.) de montaaels (V. H.) Mo rano
fu loroquel
anche
di Bagnara,
conceduto,
il nostro
i quali
de ne
montanti
ergeva
nastero dell' Ordine di S. Benedetto, presso
l' antico ed oggi diruto villaggio di Menda no pure i priori. Pici 1668 tuttavia Simone
tra Noto e Palazzolo, appartenetesi non Fimia nobile Celanese impetr di essere
dimeno al territorio di Nolo e perci ap eletto Abate di S. Lucia de monlaneis per
pellato di S. Lucia di Nolo; ne parlai dif regio decreto, giacch si conobbe esser quel
fusamente nelle notizie monastiche della l'Abazia di regio patronato, e da quel tempo
Sicilia. Alla selva ed il querceto cui nome i suoi Rettori si costituiscono dal Re e nel
Bauli, di cui si fa menzione in un regi Parlimi." occupano il xliii posto nel braccio
stro di Federico II e dicesi bosco di Boalo, ecclesiastico. Ci ha nella Chiesa il marmoreo
appartenentesi a Piccola di Lancia, co sepolcro del Conte Roberto morto in et gio
stru una Chiesa il Conte Ruggiero in vanile, e di cui parla il Conte Tancredi suo
onore di S. Lucia Vedova Romana dov' erane padre nel diploma del 1103. Perdura sin
un'antica alla Martire medesima intitolata ora 1' abside di queir antichissima chiesa,
con una grotta ed un fonte, fabbricata da e una parte credesi edificata dalla matrona
Massima nobile matrona un tempo e por Massima. Fa menzione Gaetani nelle vile
tatevi le spoglie della medesima S. Lucia, dei SS. Siciliani tom. 1 della grotta con
e del Martire Geminiano ; le uni il Conte fonte, dove scendevano i fedeli per gradini
il monastero, ma Iasciollo imperfetto, come in venerazione verso i SS. Martiri, e ad
alTermano Litlara ed altri, e quinci Tancredi attinger l'acqua salutare allora agli in
nipote di lui dal fratello Guglielmo, costi fermi. Vedi su ci la notiz. ii lib. 4 della
tuito da quello Conte di Siracusa, gl'im- Sic. sacra p. 2.
Lucia (s.) (V. >'.) Sobborgo di Lentini
il suo fondatore nel 1701 cominci a sentir de Vedi Maddalino. La Chiesa di S. Lucia
cadimento, finch M.r Angelo de Ciocchi! trovatolo gode del titolo di Abazia.
quasi abolito nella sua regia visita il volle risto Lunardello (S.) (1).
rato ai suoi dritti primieri, ed alla primiera gran Luogo air ulivo. Lat. Locus ad oli-
dezza. Contavasi in questa citt nel 1798 una po ram. Sic. Locu di l'oliva (V. M.) Mento
polazione di 4633 anime, di 6875 net 1831 e fi
nalmente di 7784 nello scorcio del 1853. Estendesi valo nell'Itinerario di Antonino, a 24- m.
il territorio in sai. 5000,685, delle quali divise per dal Lilibeo, e che Cluverio dice convenire
coltivazioni, 78,160 in giardini, 14,660 in orli sem i al sito della citt di Salerai. Sono sue pa-
plici, 5,745 in canneti, 8,899 in gelseti, 510,988 ; role: il territorio di Salemi feracissimo
iu seminatori! semplici, 3589,744 in pasture, 353, j di alberi fruttiferi e sopra tutto di ulivi.
183 in oliveti, 386,831 in vigneti semplici, 6,313
in ficheti d'India, 6.118 in castagneti, 40,116 in
boscale. L'aria vi sana. Vian delta questa citt
Fanum Sanctae Luciae dal Baudrand. (I) Casale aggregato a Giarra.
G30
LU LU

Lapin (V. N.) Casale un (empo , oggi dubito esser lo stesso che Lupia imperata
paese detto Monterosso, di cui a suo luogo Monterosso
dai signori come
Rosso vedremo
sebbene ebbe
sia sialo
il noae
per
diremo. Ritrovo nel registro di Federico II
Lupino appartencnlcsi a Russo Rosso, e non l' innanzi sotto il nome di Monte lahalmo.

I I.\E DEL PRIMO VOLUME.


APPENDICE

Nel corso della pubblicazione del presente volume ci sono pervenute delle notizie relative ad alcuni
dei comuni compresi in esso, che per la di loro importanza sia amministrativa, che storica ed artistica
crediamo pregio dell'opera di non lasciare ignorare ai nostri cortesi lettori. Sono le seguenti:

AB AC

Abacena.- 1 ruderi di questa antica lecessor. Vedi Prospello della St. lelt. di
citt si osservano proprio sotto Tripi nella Sic. nel sec. xvm dell' ab. Dom. Scin voi.
parte settentrionale verso Tindari, anzi si 3, pag. 163.
congettura che il castello di Tripi sia stato Ad-piatan. Vedersi Piatane.
fabbricato sugli avanzi di una vedetta di
Abacena, quindi erroneo si averla collo AL
cato inavvedutamente a pag. 35 presso Mon
tavano che ne dista pi di sci miglia. Alla. Questo capo circondario con mi
Aci s. Antonio. Questo capo circon nisteriale dell' li settembre 1855 stato
dario per sovrano decreto del 26 febbraro elevato dalla 3a alla 24 classe.
1854 stato elevato dalla 3a alla V classe Alimena. Venne elevato questo comu
respingendosi le domande del comune di ne a capo-circondario di 3" classe.
Aci-Calcna che chiedeva venir promosso a Aiunzio. Recandosi in nota a pag. 90
separalo circondario. una lettera che d contezza di un'antica
Acl-Catena. Fiori in questo comune moneta di lunzio ritrovata nel territorio di
nel fine del secolo scorso Francesco Rossi S. Fratello, la diciamo diretta dal Can. Do
il quale pubblic in Napoli nel 1792 il la menico Schiavo ad un suo amico in Paler
voro intitolato Conspeclus Juris publici feu mo, e siccome lo scrittore si annunzia nato
dali communi oc siculi in theses redac- nel sudetto comune verrebbesi a confondere
tus, quas publico primum ccrlamini in si- Palermo vera patria dello Schiavo con S. Fra
culorum gymnasio exposuil, inde in usum tello, ma essendosi falla diligenza all' uopo,
academicarum praelcclionum compluribus ricavasi dal primo volume pag. xvm delle
adnolationibus illustranti V. J. D. Fran- Memorie sloriche da servire alla storia let
ciscus Rossi ejusdem facullatis regius an- teraria di Sicilia raccolte dallo Schiavo, e-
c:i2
AL CA

dalle quali adducemmo la lettera, esser ver canonico quale unico ed universale parrw
gata da Filadclfio Brunelli da S. Fratello le chiese di quella citt e di quel distretto
a diretta al Can. Schiavo palermitano. che stabili appartenersi alla regal eappeib.
Ma non fu tosto ci approvato dal Re e su
AN dato in esecuzione, poich prestando orec
chio benignamente agli alti lamenti del Ve
Anna <.) Con real decreto del 29 a-
prile 1854 questo comune fu aggregalo a scovo di Catania, ordin la discussile del
quel di Caltabellotta per la significante di l'affare, e che il regio Visitatore nasse a
pubblicar la sua difesa, onde meglio air sen
minuzione degli abitatori-
tenza sulle ragioni delie parti. Per Ire tr
AS ameni contendeva principalmente il Ve
scovo di Catania non potere dividersi dalla
aro. Per real decreto del 3 marzo sua giurisdizione la Chiesa di Calasribelta
1851 fu elevato a capo-circondario di 3* 1. per non essere regia cappella; 2 per
classe segregandosi da quel di Leonforle ch esistente nella diocesi di Caiani;, i.
cui era riunito. po
perch
corroborava
una lunghissima
la vescovile
prescrizione
giurisdizksc.
ditea-
BA
Si rispose al primo mostrarsi con antichi
Bagheri a. \ ci territorio e principal ed autentici monumenti esser la Chiesa di
mente nella parte sottoposta al monte Al Calascibctla regia cappella ; al secondo
fano o Catalfano si sono trovali antichi se esser cerlamcute circoscritta nella diocesi
polcreti che si riportano al tempo del do di Catania, ma costituirne un territorio se
minio cartaginese in Panormo. I gruppi mo parato; al terzo risolversi in privilegio del
struosi e bizzarri del Palazzo Patagonia ven la regal corona la carica episcopale del Cap
nero nel pi distrutti, non so con quanto pellano
non esser
maggiore
soggetta
nelle
a nessuna
regie cappelle
prescrizione.
e per
sanno.
Vedutasi dunque a chiare noie la ragione
BU
delle parli e la futilit delle difese del Ve
Muter. Questo comune che compre n- scovo , non solo fu approvala la proposta
devasi nel circondario di Riesi con regal del R. Visitatore dalla Giunta dei Presiden
decreto del 10 maggio 1847 fu elevalo a te e Consultore, ma ed anche dai togati
capo-luogo di circondario di 3* classe dal Giureconsulti che riferivano in Napoli al Re
1 gennaro 1848 in poi, restando di 2* clas delle cose di Sicilia, e fu emanato final
se quello di Riesi. mente il regio decreto che venisse la Chiesa
della citt di Calascibella coli' annesso di
CA stretto nella giurisdizione del Giudice della
Calaaclbetta. Avendo l' egregio M.r R. M. istituito qual procuratore dei dritti
D. Giovanni Angelo de Ciocchis nella sua della Cappellani;! maggiore. Quando per
regia visita conosciuto appieno gli anti per diploma del Re Ferdinando III ema
chi privilegi della chiesa di questa citt , nalo in Napoli nel 14 maggio 1794 venne
conobbe essersi svelta ingiuriosamente dal ristabilita l'illustre carica di Cappellano mag
la giurisdizione del Cappellano maggiore ed giore del reame siciliano rimasta oscurala
alla diocesi di Catania incorporala, quindi sino a quel tempo con gravissima lesione
dichinrolla regia cappella soggetta al Cap delle sovrane prerogative e delle regalie,
pellano maggiore, e sottomise ad un regio il dritto chiesiaSlico sulla citt ed il distrel
633
CA CA

a di Calascibclta fu restituito al sudetto diffuse il gusto della fisica essendone stato


Cappellano maggiore che vi esercita pel suo professore e lasci pregevoli mss. sulle i-
Sicario generale residente in Sicilia la cc- stituzioni di fisica generale e particolare, se
tlesastica giurisdizione. zioni coniche ed analisi sublime, oltre varii
cl*lroiie. Tra gli uomini illustri cominendevoli opuscoli , dei quali alcuno
the seguirono le epoche descritte da Amico vide la luce. Riscosse applausi nella medi
meritano rinomanza sorli in Caltagirone, per cina Biagio Crescimone esimio chirurgo, di
dignit : Paolo Perremuto Arcivescovo di cui ci abbiamo due memorie date alle slam
Messina, Girolamo Aprile primo Vescovo di pe, una sulla assimilazione dei succhi ce.
Piazza morto nel 1835, Ignazio Monlcmagno altra sul modo di estirpare le cavallette.
dei PP. Conventuali, Vescovo di Girgenli, pe Si versarono nell'archeologia: Girolamo Bo
rito nel 1839, Filippo Hernandcz e d'An nanno Barone di Rosabia, ricordato da Do
drea abate cassincsc nel monastero di S. menico Scin per le sue produzioni archeo
Niccol dell'Arena in Catania sommamente logiche e diplomatiche; Giuseppe Maggio
ivi benemerito, estinto nel 1811; Giuseppe re Marchese di S. Barbara nominato ezian
d' Andrea Baglivo del sacro ordine geroso dio dallo Scin pel suo valore nell'archeo
limitano. Si resero illustri nelle scienze sa logia e nelle belle lettere; furono entrambi
cre: Ignazio Lo Carmine professore di teo costoro fervidi promotori dell'accademia Ca
logia e parroco di S. Giorgio, autore del talina. Raccolsero finalmente grandi onori
pregevole trattato sui contralti ; Giacomo nell'amena letteratura: Vincenzo Aprile ba
Boscari maestro di teologiche discipline, ar rone di Cimia che diede poesie di gusto
cidiacono e parroco di S. Giacomo, che lasci squisito, talune delle quali ci abbiamo pub
stupende produzioni canoniche e dogmati blicate; Francesco Antonio Mitico, maestro
che; i fratelli Antonino e Salvatore Di Gras e definilore perpetuo dell'ordine dei pp.
so, dei quali l'ultimo scrisse la vita di S. Conventuali, professore di belle lettere nella
Giuliano e lasci mss. quella del Venera reale accademia, autore di pregevoli ora
bile Salvatore Scordia parroco nella ma zioni, delle quali taluna stata pubblicata;
dre chiesa antica, ed incompiuta l'altra del e finalmente Gabriele Messina che lesse es
Ven. Innoocenzo Marcen da Caltagirone, tetica nella R. Accademia, lasci mss. una
Ministro generale dell'ordine dei pp. Cap versione delle odi di Orazio, e varie poe
puccini; Paolo Longobardi dell'ordine dei sie che videro la luce.
Convengali, professore di teologia nel se CaltanlKKetta. La festivit di S. Mi
minario vescovile , lasci pregevole corso chele Arcangelo che erroneamente nolossi
compiulo d'istituzioni dogmatiche. Furono nella pag. 209 avvenire a 30 di agosto an
grandi in giurisprudenza : Michele Perre nualmente, si celebra nel giorno 29 di set
muto presidente nei varii tribunali del tembre proprio del santo, lorch si aprono
l' aulico sistema in Palermo , Domenico amplissime fiere che attirano il concorso dei
(liarrizzo autore di vari opuscoli ricordati vicini comuni. Oltre le opere di arte no
diillo Scin nel Prospetto; Antonino Balbo, tale a suo luogo meritano anche somma at
Francesco de Silvestro, i fratelli Niccol e tenzione, nel tempio principale olire la volta
Giovanni Perez, l'ultimo dei quali fu pro dipinta magnificamente dal Borromans un
fessore di legge nella reale accademia della bellissimo Cristo in legno; nella chiesa di
patria. Si distinse nelle scienze naturali Gio S. Giovanni sulla porta d'ingresso un pic
vanni Silio, che sebbene nato in Palermo, colo marmoreo S. Giovanni della scuola del
visse per ben CO anni in Caltagirone dove Gagini: nel collegio gesuitico un quadro ho
80
G34
CA CA

rapprcscnla S. Francesco Saverio con in cilia Sig. Barone d'Antalbo col suo nolo ze
basso l'iscrizione Sacerdos D. Mattea Cri- lo per tutto ci che riguarda la nostra sta
sladono pingebut 1630, e nell'altare mag tistica, mi ha manifestato che in proposito
giore delta slessa chiesa il martirio di S- Aga del dello Indice alfabetico per territorio co
ta dipinto da Agostino Scilla; in S. Sebastia munale da intendersi una estensione di
no una stupenda statua in legno che rappre terre iti di l dell'abitato e delle mura di
senta il santo titolare, del secolo xvm; nella un comune, e che le dette sai. 5,916 di
chiesa del convento di S. Maria degli an terr che figurano nel catasto, giusta le ri
geli una Madonna , dipinto della fine del petute dichiarazioni fattegli dall' Intendente
secolo xv, e nel refettorio una mezza figura della provincia di Nolo, altro non sono che
che rappresenta S. Paolo, una croce col piccoli spazii che rinvengonsi tra l'abitato
Cristo dipinto dell'epoca medesima, ed un e le muraglie onde l'enunciato comune
quadro del secolo xvi in cui si ha nostra circuito )) .
Signora degli angeli, molto guasto da estra Mi grato riferire questi chiarimenti per
nio pennello ; sono due bellissime pitture ch da essi si vede come le nostre auto
nella chiesa di S. Domenico, rappresentante rit gareggiano di premura per l'accerta
una la Vergine con varii santi domenicani mento del servizio pubblico.
del Paladino, altra i SS. Martiri dello Zoppo cavalo doto. Con decreto del 20 marzo
di Ganci; fuori la citt finalmente nella Chie 1854 venne questo comune smembralo dal
sa di S. Spirito sono due affreschi, uno del circondario di Novara, ed incorporato a
principio del secolo xm, altro del xiv. quel di Montalbano istituito col medesimo
Caniratt. Varie opere di arte di molto decreto.
pregio meritano attenzione in Canicalt: nella Cantcldaccla. Con real decreto del
chiesa principale una stupenda madonnina 1* maggio 1854 questo sotto-comune che
del pennello di ottima scuola del 1500; al dipendeva da quel di Solanto fu promosso
convento del Carmine un bellissimo qua a comune separalo con amministrazione
dro che rappresenta la sacra famiglia cio propria.
la B. Vergine col bambino , S. Anna, S. Caatelvetrano- Annunziamo con som
Gioacchino e S. Giuseppe con l'iscrizione Mo- mo nostro cordoglio la morte del Canonico
nocolus Rac. mdcxxxiii; nella Chiesa dello Francesco Croce che avanzava di 4 anni i
Spirito Santo una buona statua di marmo 10 lustri, avvenuta in Castelvelrano sua pa
che rappresenta N. Donna delle grazie ni tria nella sera del 2 agosto 1855, nel com
di cui piedi sta scritto da un lato , a di pianto di quanti ne ammiravano le virt ci
vozione di frate Arcangelo di Canicalt vili e scientifiche; per ben sette lustri impieg
1649, e dall' altro S. Maria Graliarum. La la sua opera al bene della giovent da ot
fontana col Nettuno mentovata dall'autore timo maestro di lettere e di scienze, e pri
della scuola di Michclangiolo. mo a diffondere i lumi della patria appli
Carlentlni. A pag. 246 nella nota per cando ncll' istruzione dei giovani i nuovi
questo comune si disse che giusta l'ultimo principii di pedagogia, ma ncll' ultimo de
Indice alfabetico dei comuni della provin cennio di sua carriera, occupata a concorso
cia di Noto non avevasi territorio proprio, nel 1845 la bigoncia del corso filosoGco nel
mentre secondo il catasto ne ha uno di sai. liceo comunale seppe con somma precisione
5, mill. 916, nel quale si praticano talune e chiarezza svolgere le teorie filosoCche.
piccole culture. Intanto il Direttore della A gran mente congiunse un cuore che sent
Direzione Centrale di Statistica per la SI nobilissimi affetti, e la sua memoria non
633
CA CH
erira, perch avvincolala al progresso let- Chiusa. La volta del cappellone della
crario e scientifico della citt sua pa Chiesa madre di questo comune fregiata
tria feconda di alti ingegni. Lasci vnrii di magnifici affreschi del prestantissimo Sig.
scritti che saranno pubblicali dai suoi di Giuseppe Meli, che ne dipingeva anche le
scepoli ai quali fu carissimo, avendo loro la ali della cupola, e decorava di altri affre
sciato nel cuore il germe di una riverenza ebe schi la volta della chiesa della SS. Annun
non verr meno, ma sar vivo stimolo d'in ziata, in cui pure si ammira un suo bellis
coraggiamento a coloro che sono chiamali simo quadro ad olio che rappresenta la
a compire il sacro dovere dell' istruzione. sacra famiglia. Nella Chiesa del convento
Dici settembre del 1847 ad un terzo di dei pp. Riformali merita somma attenzione
mglio in disianza da Caslclvelrano sulla nell'altare maggiore un gran dipinto del
dritta della strada fuori porta S. Francesco Monocolo di Racalmuto, ed il bel quadro
iV Assisi e propriamente in una possessione ad olio dell'esimio Cav. Giuseppe Pensa-
dei signori Atria a sei miglia dal mare, si bene dei pochi giovani che vantar possa
eseguiva una cava , dove i picconieri alla attualmente la Sicilia nell' arte di Raffaello.
profondit di 13 palmi rinvenivano un re Nella Chiesa del convento dei Cappuccini
sto organico fossile, che per mancanza di si ammira un'opera stupenda dello Zoppo
necessarie conoscenze riducevano in fran di Ganci.
tumi. 11 signor D. Rosario Lentini ne cal CI
colava sulle rimaste (raccie l'estensione in
palmi lo circa, e da alcuni pezzi da lui rac < imitimi Questo capo-circondario fu
colti e da un dente rinvenutovi in ottimo elevato dalla 3a alla 2 classo con rcal re
stato di conservazione, riconosceva insieme scritto del 16 marzo 1854. Ci ha di parti
ai professori di storia naturale signori Pie colare in questo comune in fatto di arti
tro Calcara e Barone Porcari gli avanzi di belle: nella Chiesa del Purgatorio un qua
una smisurata cagnesca della specie delle dro a sci scompartimenti che rappresenta
foche antediluvianc. la Madonna con varii santi, del principio
Cattolica. Nell'anno 1842 fu tolto dal del secolo xvr, in quella di S. Giovanni
l'altare nella Chiesa del SS. Rosario in que un quadro con fondo d' oro in cui figurasi
sto comune un quadrone ad olio tratto nella la B. Vergine, S. Giovanni, e S. Michele
composizione e disegno dal Guido e sulla Arcangelo; nella Chiesa del convento dei
celebre stampa di Raffaello Morgcn, rap pp. Predicatori finalmente una bellissima
presentante S. Giovanni Ballista predicante statua di N. Donna del Laureto colla se
nel deserto , giusta le parole del decreto guente iscrizione intagliatane a piedi ioni
vescovile per non essere il santo coperto DIADAJIV FIERI FECIT MDXXX1I. S. HAMA DI IORITV.
insino al petto . Questo quadro prege
volissimo non solo pel nome dell' autore, CO
ma perch non esente dei meriti che si
devono al moderno imitatore dalla parte Conte Errico [Stagno del.) (V. N.)
del colorilo e della generale esecuzione, ri Vedersi Stanno del Conte Errico.
trovasi nella galleria del signor Marchese Bor collosa no. La fiera che si appose
sellino prestantissimo amatore di belle arti. erroneamente a pag. 341 avvenire in questo
G36
CO ri

comune dal 27 al 28 agosto in realt paralo da questo comune e reso indipen


nell' ultima domenica di luglio in ogni anno. dente dal 1" Gennaro 1854 in poi.

CR G
Glbelllna. II circondario di Gibellina
crini ina (*) Itola 1' autore a pag. fu elevato dalla terza alla seconda classe con
361 praticare gli abitanti di questo paese regal rescritto del 6 febbraro 1841, perch
il greco rito nelle cerimonie chiesiasliche, la sua popolazione unita a quella dei co-
ma ci si erroneo poich sempre vi mani suffraganei di Salaparuta e Poggiorcalc
invalso il rito latino sebbene vi si parli oltrepassa il numero di diecimila anime;
il linguaggio greco-albanese. comprendesi nella provincia di Trapani da
DO cui dista 25 miglia rotabili 12 non rota
bili, distretto di Alcamo donde 14 non ro
Domenica (.) Questo villaggio stac tabili, diocesi di Mazara da cui 25 non ro
candosi da Roccella fu promosso a comune tabili, e a 18 anche non rotabili dal mare
separato sin dal 1 Gennaro del 1856, ma africano dal punto il pi vicino dove ap
la giurisdizione parrocchiale dipende an pellasi di Trefoniane. Il piccolo convento
cora da quel paese, unico rimanendone l'ar dei pp. Conventuali nella chiesa di S. Biag-
ciprete ed ivi restali gli archi vii, n potr gio venne abolito, e demolita l' antica for
diversamente continuarsi se non si voglia tezza baronale sin dallo stabilimento del
andar contro agli antichi statuti ed alle nuovo sistema; un camposanto fu costituito
canoniche preeminenze. nel 1839. Ci aveva nel 1798 una popola
zione di 5300 anime, di 4926 nel 1831, e
EG finalmente di 6124 nello scorcio del 1852.
Se no estende il territorio in sai. 2489,
Esitano. - Vedersi Vito (Capo di S.J 603, delle quali divise in culture, 8,577 in
orti semplici, 4,718 in canneti, 2013, 497
FE
in seminatorii semplici, 134, 976 in pascoli,
remine (isola delle) Con real rescritto 52,340 in oliveli, 227, 495 in vigneti sem
del 23 Giugno 1854 fu separata dal comune plici, 4,322 in ficheti d'india, 41,734 in
di Capaci e promossa a comune separato terreni improduttivi , 1,944 in suoli di
con amministrazione propria. case campestri. Il maggior commercio di
Ferdinando (S.) Il sotto-comune Marina esportazione consiste in frumento ed in
di Roccalumera dipendente da Roccalumera, vino. L'aria vi salubre? ed abbondante
per decreto del 18 dicembre 1849, fu se e di fonte l'acqua, ma mediocre perch
parato da detto comune ed insieme al quar seaturisce da punti che contengono miniere
tiere di Fiumedinisi form dal 1* Gennaro di zolfo.
LA
1851 in poi un comune indipendente assu
mendo il titolo di S. Ferdinando. Vedersi Lascari. attualmente un comune in
San Ferdinando. provincia di Palermo da cui dista 42 in.,
FI distretto diocesi e circondario di Cefal da
cui 7 miglia, con 500 abitanti nel 1798,
Filippo (.) Con real decreto del 16 poi 600 nel 1831 e finalmente 789 nel fine
ottobre 1853 il sotto-comune di S. Filippo del 1852. Non si ha territorio proprio c
dipendente da quel di S. Lucia stato se l' aria vi malsana.
ERRORI CORREZIONI

1 1 9 VICR-BaIORI DI PeI.LECRIIO I V'ALMoZZOLA Marchese di Pri.lborino Val Mozzola Vicodarone


Marcbkse di Riva Causiamo Ponti d'Al- Riva Caiiiiia.no b I'ontb d'Alvarola.
varola
10 11 Villalba Villabianca
99 3 Salino Solino
98 2 Termenile Teinenite
98 4 Agragente Agraganta
98 5 Ancaseno Ama seno
98 14 Iugoge , , nell'Isagoge
31 45 del il
41 24 PlaUnia rintaniti poeta
41 43 130 183
43 15 fu il primo Signore in Aci il Principe di E questo Riggio primo Principe di Aci S. Antonie
S. Antonio
44 7 fa si raccolse
50 23 4026 34000
53 18 riprendasi non riprendesi
53 25 Oliverio Arezio
57 21 S. Lucia di S. Lucia
SS 29 1229 1292
13 22 Giovanni Infante del duca di Randazzo Giovanni Infante Duca di Randazzo
73 42 ricompraronsele ricompraronscli
75 45 Villalba Villabianca
88 19 Saperi Simperi
95 38 Civile civile
106 4 1652 1156
Ita 18 vicino giusta
131 33 n ne
139 44 9 m. e mezzo 16 m.
155 36 distretto distretto di Palermo
168 45 7 m. e mezzo 75 miglia
172 32 Callagirone Cartagine
192 10 (7,) ()
209 94 30 di agosto 29 di settembre
226 42 118000 12016
229 21 non
241 28 Nota Notizia
248 22 soggetta soggetto
248 15 creduti creduto
251 19 ad una eli una
272 16 l'antica segno l'antica origine
272 41 elegante elegante tempio
280 47 scrisse il - . . . . scrisse sul
280 51 Pellegrini degli Affaticali dei Pellegrini Affaticali
297 39 Apolli Apollonio
306 9 il tempio nel tempio
314 7 Japso Massa Tapso, e Massa
332 24 Laera Zaera
336 10 commette commetto
338 23 1762 16C2
343 34 riunisce. riescisse
349 2 ridon . * ritorn
357 1 Cornimi Corti u
357 42 ionorattt . . orationet
359 30 Ptrrueei, o Perruccio
361 8 Curiato Eurialo
364 3 Monte Cuccio Munii cuccia
381 19 percorse i luoghi mediterranee . . . , percorsi i luoghi mtditerranci
413 22 l'ascesa e l'ascesa
441 7 Niger Negro
449 43 Francesco Ferdiuando
451 33 ni ne
454 29 738 7380
474 6 Banerberi Barberi ne
491 37 (V. D.) (V. N.)
495 34 1670 1760
50* 28 formato formata
403 18 1814 1414
537 16 pur par
535 44 che che sia
535 45 sicuri sia sicuri
Avvertenza. Recando 1* autore in varii luoghi dell' opera
testimonianze dalle scelte di Diodoro, si esprime in eclogis:
or io pensando nel principio del mio lavoro qual significato
apporre in corrispondenza ad una tal voce avendone molte
plici in tal caso, c non rivolgendomi ad altra derivazione se
non dal greco *j bene e >y- dico, donde si formano le voci
Ialine del medesimo senso eulogium eclogium ed esatta
mente elogium , tradussi pi volle elogio in questo volume. :
riflettendo per non aversi di un tale storico opera particolare
di clogii . abbraccio piuttosto la derivazione da oy) scella
indicando cos le scelte delle sue storie , in quale occasione
avrebbesi dovuto usare in selectis prescindendo da una rancida
parola sorgente di dubbii.
AUG 113 1348

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