Sei sulla pagina 1di 18

Laboratorio di ottica:

Spettrofotometria
Simone Delvecchio, Guido Farinacci, Nicola Vanoli

1. SCOPO DELLESPERIENZA
2. CENNI TEORICI
3. SET-UP SPERIMENTALE
4. ESPERIENZE DI LABORATORIO
4.1. Spettro di emissione
4.2. Spettro di assorbimento
4.3. Legge di Lambert-Beer
4.4. Doppietto del sodio

1.SCOPO DELLESPERIENZA
Il fine di questa esperienza losservazione di alcuni fenomeni
caratteristici legati alla natura della luce, in particolare:
lo spettro di emissione prodotto da differenti gas;
lo spettro di assorbimento prodotto da vetri colorati;
labbattimento dellintensit luminosa dovuto al passaggio
della luce attraverso mezzi densi (legge di Lambert-
Beer);
approfondimento dello studio dello spetro di emissione di
una lampada al sodio utilizzando uno spettroscopio
analogico.

2.CENNI TEORICI
La luce visibile una piccola parte dello spettro delle onde
elettromagnetiche, quella di lunghezza donda compresa fra
400 nm e 700 nm. proprio la lunghezza donda della luce (e di
conseguenza la sua frequenza) che ne determina il colore
percepito dai nostri occhi: lintero spettro luminoso percepito
come luce bianca, ma il fenomeno della dispersione (che pu
essere praticato con un semplice prisma di vetro) causa la
scomposizione di un fascio luminoso nelle sue componenti
cromatiche.
Sperimentalmente si osserva che un determinato gas ionizzato
allinterno di una lampada emette solamente lunghezze donda
ben specifiche: la spiegazione di questo fenomeno non pu
essere data con la fisica classica, ma richiede alcune nozioni di
meccanica quantistica. Il contributo fondamentale fu dato nel
1900 da Max Planck che, in risposta ad un problema di
termodinamica legato allo spettro di emissione di un corpo
nero, ipotizz che gli scambi di energia non avvengano in forma
continua (come ipotizzato in meccanica classica) ma discreta.

Grande erede e sviluppatore di questo concetto stato Albert


Einstein, il quale elabor una spiegazione delleffetto
fotoelettrico che gli valse il Nobel per la fisica basata sullipotesi
che il comportamento della luce possa essere talvolta
esemplificato come un flusso di corpuscoli, detti fotoni, ognuno
dei quali dotato di unenergia discreta pari a:
E=h
dove h la costante di Planck (pari a 6,63*10-34 J s) e la
frequenza della luce.
Analizzando lo spettro visibile emesso da una lampada a
idrogeno, Balmer elaboro la seguente legge empirica per
ricavare la lunghezza donda delle righe di emissione:
1=1,097107( 0,25n1 ) , n=3, 4, 5
Pi avanti Niels Bohr diede una spiegazione alle osservazioni
sperimentali: ipotizz che gli elettroni attorno ad un atomo
possano assumere solamente livelli di energia discreti, e il
passaggio di un elettrone da un livello ad un altro sia legato
allassorbimento o lemissione di un fotone di energia hv pari
alla differenza di energia fra i livelli. Di conseguenza si pu
riformulare la legge di Balmer in modo pi generale:
RH
1= (m2n2)
hc
dove c la velocit della luce, m e n due interi che
rappresentano rispettivamente il livello energetico di arrivo e di
partenza e RH la costante di Rydberg (che specifica per ogni
elemento della tavola periodica). Sperimentalmente si osserva
che le righe di emissione di un particolare gas presentano le
stesse lunghezze donda assorbite dallo stesso gas quando
viene attraversato dalla luce bianca.
Inoltre questo esperimento ci ha permesso di verificare la legge
di Lambert-Beer, che descrive labbattimento di intensit subito
dalla luce quando attraversa un mezzo, in relazione allo
spessore dello stesso. La relazione la seguente:
k s
I =I 0 e
dove I0 lintensit della luce incidente, k il coefficiente di
estinzione che dipende dal mezzo e dalla lunghezza donda
incidente e s lo spessore del mezzo.
3.SET-UP SPERIMENTALE
Il set-up sperimentale costituito da un banco ottico che viene
di volta in volta attrezzato in base alle esigenze delle singole
esperienze di laboratorio. In particolare il banco ottico dotato
di una piattaforma centrale, al centro della quale collocato un
supporto su cui porre un reticolo di diffrazione o eventualmente
dei vetrini attraverso cui si desidera far passare il fascio
luminoso. Al centro della piattaforma inoltre imperniato un
braccio rotante, alla cui estremit si trova un supporto atto ad
accogliere il sensore di luce appropriato per ogni esperienza
(luce visibile o ultravioletta): la posizione angolare del braccio
viene registrata da un sensore.
Il fascio di luce proveniente dalla sorgente studiata viene
dapprima ridotto grazie ad un set di fenditure, in seguito
attraversa una lente collimatrice regolata in modo da far
passare il raggio in corrispondenza del centro della piattaforma
centrale. Sul braccio rotante montata anche una lente di
messa a fuoco che permette di focalizzare la luce sul sensore.
Per diminuire il disturbo dovuto alle fonti di luce esterne a
ridosso del sensore montato un disco rotante dotato di
fenditure di varia misura, permettendo di scegliere quella pi
adeguata ad ogni situazione: infatti scegliere una fenditura
troppo piccola, sebbene aumenti la precisione angolare,
permette a meno luce di raggiungere il sensore, escludendo le
righe spettrali meno intense.

4.ESPERIENZE DI LABORATORIO
4.1. Spettro di emissione
La valutazione degli spettri di emissione di un particolare fascio
di luce costituisce un interessante campo di studio in quanto
dalla sola individuazione delle righe spettrali si pu risalire
allelemento che ha emesso la radiazione luminosa: a questo
proposito infatti gli astrofisici studiano gli spettri di emissione
delle stelle per trovarne la composizione chimica.

In questa esperienza abbiamo valutato lo spettro emesso da


alcune lampade a gas nel range di lunghezze donda della luce
visibile; per fare ci abbiamo montato sul supporto centrale del
banco ottico un reticolo di diffrazione: esso una piccola lastra di
vetro dotata di strisce opache parallele, molto sottili e molto fitte.
La dimensione degli spazi fra le strisce talmente piccola da
provocare effetti di diffrazione e interferenza. A tutti gli effetti il
reticolo si comporta come una serie di sorgenti luminose
puntiformi, separate da una distanza pari al passo del reticolo
(nel nostro caso 1666 nm). Conseguenza di questo fatto sono i
fenomeni di interferenza: la luce emessa da ciascuna sorgente
infinitesima interagisce con le altre in modo distruttivo e
costruttivo; le righe spettrali costituiscono i massimi di
interferenza costruttiva, che avvengono quando la differenza di
cammino fra i due fasci luminosi pari ad un multiplo intero della
lunghezza donda della luce. Da ci si capisce che se un fascio
formato da diverse lunghezze donda (come nel caso delle
lampade a gas), ogni componente cromatica creer righe di
interferenza costruttiva totale in un punto diverso dello schermo
di osservazione.

Il fenomeno descritto dalla seguente legge:


m=d sin

Dove m un intero positivo (ed detto ordine di interferenza),


la lunghezza donda della luce, d il passo del reticolo e
langolo di deviazione della luce dovuto alla diffrazione.

Nel nostro caso la conoscenza dellangolo di deviazione di


ciascuna riga spettrale (misurato con il sensore di posizione
angolare) ci ha permesso di risalire alla lunghezza donda di
ciascuna riga (il che permette di riconoscere quale gas
presente allinterno della lampada).
Dato che il nostro set-up sperimentale produce spettri simmetrici
rispetto alla riga centrale (nonostante una asimmetria
dellintensit luminosa dovuta alla geometria del reticolo), per
aumentare la precisione delle nostre misure abbiamo rilevato gli
angoli di deviazione sia dalla parte destra dello spettro, sia dalla
parte sinistra. Di conseguenza abbiamo considerato la media di
questi valori come migliore stima. Inoltre abbiamo limitato il
nostro studio al solo primo ordine di interferenza in quanto
lintensit degli ordini superiori al primo non permette di
raggiungere un rapporto segnale-rumore soddisfacente. La
configurazione del set-up stata la seguente: sensibilit sensore
100x, fenditure numero 2.

Per ogni lampada abbiamo riportato il grafico dellintensit


luminosa in funzione dellangolo di deviazione e il grafico
dellintensit luminosa in funzione della lunghezza donda. In
seguito abbiamo valutato lincertezza della lunghezza donda di
ogni riga spettrale: data lelevatissima sensibilit del sensore
angolare (dellordine di 0,001 rad; lunica fonte di incertezza
legata allangolo pu essere data da un errore nella valutazione
del diametro della puleggia, che stato per misurato con un
calibro di sensibilit 0,05 mm), si verifica che lerrore indotto dal
sensore di posizione angolare molto pi piccolo della larghezza
di ogni riga spettrale. Di conseguenza abbiamo ritenuto
ragionevole considerare la larghezza delle righe spettrali come
incertezza sulle nostre misure.

LAMPADA ALLIDROGENO
sperimentale (nm) teorico (nm) Discrepanza % t
4914 486,1 1% 1,2
66010 656,3 0,5% 0,4

LAMPADA AL MERCURIO
sperimentale (nm) teorico (nm) Discrepanza % t
4115 407,7 0,1% 0,7
4455 435,8 2,3% 1,9
5537 546,0 1,2% 1,0
5887 579,0 1,5% 1,3
LAMPADA AL NEON
sperimentale (nm) teorico (nm) Discrepanza % t
4925 500,5 1,7% 1,5
5915 594,5 0,6% 0,7
6159 616,3 0,2% 0,1
6435 640,2 0,4% 0,6
6586 650,6 1,1% 1,2
LAMPADA AL SODIO
sperimentale (nm) teorico (nm) Discrepanza % t
60010 589,0 1,8% 1,1

4.2. Spettro di assorbimento


I principi alla base dello studio degli spettri di assorbimento sono
esattamente gli stessi gi citati per gli spettri di emissione: grazie
ad essi ad esempio gli astrofisici sono in grado di determinare la
composizione chimica di una nebulosa o una nuvola di gas
interposta fra losservatore e una sorgente luminosa come una
stella bianca a spettro continuo ricercando le righe spettrali
assorbite da essa.

Il set-up sperimentale stato montato come nellesperienza


precedente, con la differenza che al posto delle lampade a gas si
utilizzata una sorgente di luce bianca (LED di un cellulare) e il
fascio di luce stato fatto passare attraverso vetrini di diverso
colore. Il risultato che in base al colore del vetrino una certa
parte dello spettro luminoso non raggiunge il sensore di luce.

SPETTRO DI EMISSIONE LED BIANCO

Di seguito abbiamo riportato solamente i grafici dellintensit


luminosa in funzione della lunghezza donda. Per maggiore
chiarezza, abbiamo di seguito rappresentato lo spettro della luce
bianca prodotta dal LED da noi utilizzato evidenziando
labbondanza delle differenti componenti cromatiche.
VETRINO ROSSO
VETRINO BLU

VETRINO VERDE
VETRINO GIALLO

VETRINO ROSA
VETRINO ARANCIONE

4.3. Legge di Lambert-Beer


Come gi accennato nei cenni teorici questa legge lega
labbattimento di intensit luminosa dovuto al transito in un
mezzo denso con lo spessore del mezzo stesso. Il set-up
sperimentale stato in parte modificato: stata utilizzata una
sorgente di luce ultravioletta e il reticolo di diffrazione stato
rimosso e rimpiazzato da un numero variabile di vetrini incolore,
ciascuno di spessore (1,10 0,05) mm.

Il software

* A causa del cattivo funzionamento del sensore di luce,


lintensit misurata variava nel tempo in modo periodico: per
ovviare a questo problema abbiamo misurato lintensit luminosa
per qualche decina di secondi e abbiamo considerato lintensit
media come migliore stima; lincertezza sul valore dellintensit
data in base alla fluttuazione del sensore.
Di seguito riportiamo i dati ricavati:
Intensit Intensit Intensit Fluttuazio Spessore Err.
Numero min (% max (% avg (% ne totale spessore
vetrini MAX) MAX) MAX) intensit (mm) (mm)
0 74,81 82,52 79 4 0 -
1 60,84 67,38 64 3 1,1 0,1
2 50,59 57,33 54 3 2,2 0,1
3 45,8 50 48 2 3,3 0,2
4 42,48 46,19 44 2 4,4 0,2
5 37,06 39,52 38 1 5,5 0,3
6 30,86 33,69 32 1 6,6 0,3
7 25,59 28,52 27 1 7,7 0,4
8 22,56 24,51 24 1 8,8 0,4
9 19,53 21,39 20,5 0,9 9,9 0,5
10 16,99 18,65 17,8 0,8 11 0,5
11 15,04 16,41 15,7 0,7 12,1 0,6
12 12,4 13,57 13,0 0,6 13,2 0,6
13 10,25 11,23 10,7 0,5 14,3 0,7
14 8,89 9,86 9,4 0,5 15,4 0,7
15 7,32 8,11 7,7 0,4 16,5 0,8
16 6,35 7,03 6,7 0,3 17,6 0,8
17 4,59 5,96 5,3 0,7 18,7 0,9

Abbiamo eseguito uninterpolazione dei dati di tipo esponenziale


con il software Igor Pro, di cui riportiamo i risultati:
k s
I ( s )=I 0 e +c
c=1 1,

I 0=77 1,

k =0,130 0,007

4.4. Doppietto del sodio


Unanalisi pi approfondita dello spettro di emissione di una
lampada al sodio rivela che la riga spettrale rilevata nella
precedente esperienza in realt composta da due lunghezze
donda differenti; la sensibilit della strumentazione fino ad ora
utilizzata non tale da permettere questa distinzione, dunque
abbiamo utilizzato uno spettroscopio analogico, che presenta una
risoluzione angolare di gran lunga maggiore.

Il principio di funzionamento lo stesso utilizzato nel set-up


precedente (anche il reticolo di diffrazione lo stesso), ma
questa volta la posizione angolare non rilevata da un sensore
ma letta da una scala graduata con sensibilit pari a 1/60 di
grado.
Abbiamo individuato langolo di deviazione del primo ordine di
righe spettrali del cosiddetto doppietto del sodio e calcolato la
lunghezza donda corrispondente, confrontandola con i dati
teorici. Per ovviare al problema di allineamento fra spettroscopio
e sorgente luminosa, a causa del quale la banda centrale dello
spettro potrebbe non corrispondere allangolo 0 sulla scala
graduata, abbiamo misurato langolo di deviazione da entrambe
le parti simmetriche dello spettro e in seguito abbiamo compiuto
lanalisi dei dati con il valore medio.

Angolo di Lunghezza L. donda Discrepanz t


deviazione donda teorica a%
(rad) (nm) (nm)
0,36400,0 591,40,6 589,0 0,02% 4,1
004
0,36500,0 592,10,6 589,6 0,03% 4,2
004

Sebbene la discrepanza percentuale fra i dati teorici e quelli


sperimentali sia molto bassa, la sensibilit molto alta dello
spettroscopio analogico causa valori del parametro t di
confidenza pi alti della soglia di accettabilit. chiaro che ci
da imputarsi ad un errore di lettura da parte degli sperimentatori
e probabilmente alla messa a fuoco imprecisa dello strumento.

Potrebbero piacerti anche