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XII Commissione alla Camera. Ma sul fine vita tribunali di diverso ordine
sono intervenuti in modo importante. Due casi giudiziari hanno segnato
in modo emblematico questo decennio. Nel 2008, dopo molti passaggi
giudiziari, la Corte dappello civile di Milano autorizz Beppino Engla-
ro a interrompere lidratazione e lalimentazione forzate di Eluana che
pot morire lanno successivo dopo altre traversie giudiziarie e politiche.
Ricordiamo in particolare lintervento del presidente Napolitano, che si
rifiut di firmare il decreto legge del governo Berlusconi che obbligava
lalimentazione e lidratazione per i pazienti non in grado di provvedere
a se stessi allo scopo di oltrepassare quanto era stato disposto dai giudici.
Un altro caso emblematico stato quello di Piergiorgio Welby. Nel 2006,
dopo che il tribunale civile di Roma aveva respinto le richieste dei legali
di sospendere la ventilazione artificiale, Welby pot morire grazie allin-
tervento del dottor Mario Riccio, che accolse le sue ripetute richiesta in
questo senso. Dopo una prima imputazione del dottor Riccio per omici-
dio di consenziente, nel 2007 il tribunale di Roma lo ha prosciolto perch
il fatto non sussiste, motivando la sentenza con la tesi che, pur in assenza
di una regolamentazione della materia da parte dellordinamento, la Co-
stituzione a farsene carico sancendo il principio di autodeterminazione
consapevole del paziente che legittima la condotta del medico anestesista.
Solo sul tema della famiglia e dei legami intimi possiamo registrare il
ritorno da protagonista del Parlamento nel segno del progresso civile del
paese. La lunga discussione parlamentare sulle unioni civili, con molte
proposte tutte naufragate, tra cui quella dei Pacs nel 2002 e quella dei
Dico nel 2007, arrivata questanno al varo della Legge 76: una legge
con luci e ombre, che costituisce tuttavia lunico grande passo in avanti
legislativo su questi temi1.
1
Rimando a P. Donatelli, Unioni civili, matrimoni, amicizie, in Notizie di Politeia,
32 (2016), n. 122, pp. 78-84. Si veda inoltre il Forum Unioni civili? Un dialogo sulla legge
approvata dal Parlamento italiano di Claudia Mancina e Nicla Vassallo in questo fascicolo
di Iride.
La vita, la bioetica, la democrazia 499
Alla societ italiana manca invece una familiarit con la riflessione, con
le parole e con la consapevolezza di ci che sente e di come si comporta.
Il progresso delle regole si realizzato per opera delle corti, e non attra-
verso lo strumento centrale dei corpi legislativi, con lunica fondamentale
eccezione della legge Cirinn sulle unioni civili. Le corti si esprimono in
coerenza con i principi costituzionali riletti alla luce dei cambiamenti del
paese. Questo era in effetti il punto del Presidente Napolitano nella sua
lettera in cui motivava il rifiuto di firmare il decreto Berlusconi: il fon-
damentale principio della distinzione e del reciproco rispetto tra poteri
e organi dello Stato non consente di disattendere la soluzione che per
esso stata individuata da una decisione giudiziaria definitiva sulla base
dei principi, anche costituzionali, desumibili dallordinamento giuridico
vigente2.
Resta il fatto che se il parlamento non sa legiferare il paese rimane
senza regolazioni chiare ed efficaci. Ed una democrazia povera quella
che affida il cambiamento delle regole a ceti di esperti, quali sono i giudi-
ci, anzich esprimere direttamente il cambiamento attraverso la politica
con gli strumenti della rappresentanza. Al contempo, si deve osservare
che le sentenze dei giudici sono il punto di arrivo di un lavoro di singoli
gruppi e associazioni che, come accaduto con la Legge 40, hanno aiu-
tato le persone (e le coppie) nel loro percorso di consapevolezza morale
e civile e quindi anche giuridica. Possiamo perci rettificare la prima
impressione che il cambiamento realizzato per via giurisprudenziale sia
portato avanti solamente da un ceto di esperti e non coinvolga strati pi
ampi della cittadinanza e della cultura morale della nazione. Il cambia-
mento giurisprudenziale va letto piuttosto come leffetto di un lavoro
sociale pi diffusivo e meno elitario e al contempo diverso da quello che
esprime il popolo nella sua forma diretta referendaria o indiretta tramite
la rappresentanza. In effetti, il modello di cambiamento morale e civile
che stiamo proponendo non quello che vede il popolo che fa valere
le sue rivendicazioni e i suoi interessi secondo la linea al cuore della teo-
ria politica moderna (in particolare contrattualista), ma quello che vede
al centro gruppi che fanno circolare idee ed esigenze di cambiamento
che interessano parti della societ ma che rivendicano a nome di tutti.
Cos stato nel grande decennio italiano delle riforme negli anni
settanta, con al centro le due leggi sul divorzio e laborto dove linter-
vento del Parlamento e del referendum andato assieme al lavoro della
Corte costituzionale e alla mobilitazione attiva di parti della societ che
imparano ed educano se stesse e in questo modo educano dal basso ceti
2
La lettera si pu leggere ad esempio sul Corriere della sera, 6 febbraio 2009, in
<http://www.corriere.it/politica/09_febbraio_06/napolitano_decreto_eluana_englaro_
475d05a4-f465-11dd-952a-00144f02aabc.shtml> (consultato il 27-10-2016).
500 Piergiorgio Donatelli
3
Si veda G. Moro, Anni Settanta, Torino, Einaudi, 2007.
4
Per una ricostruzione si veda C. Flamigni e M. Mori, La fecondazione assistita dopo
dieci anni di legge 40. Meglio ricominciare da capo!, Torino, Ananke, 2014.
5
Rimando ad alcune ulteriori considerazioni in P. Donatelli, Il naufragio dei reazionari
morali, in Bioetica. Rivista interdisciplinare, 24 (2016), n. 3.
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concittadini, con una capacit di reazione nel caso della campagna per
il Fertility day che ha sorpreso. Ma c ancora una mancanza di consa-
pevolezza riflessiva di ci a cui si tiene, degli interessi in gioco, delle
aspirazioni delle persone. Le polemiche che ha attirato quasi unani-
memente la campagna delle cartoline vanno valutate assieme allestesa
disapprovazione della gestazione per altri. La stessa ministra, quando
ha proposto che la gestazione per altri fosse riconosciuta come un re-
ato universalmente perseguibile, non stata coperta di scherno come
ci si poteva aspettare. Ma forse disponibile unanalisi delle questioni
morali che attengono alle scelte riproduttive che consenta reazioni cos
disparate? Non lo credo. Per visualizzare meglio la situazione propongo
alcune riflessioni.
6
Per il quadro teorico sotteso a queste considerazioni rimando a P. Donatelli, La vita
umana in prima persona, Roma-Bari, Laterza, 2012.
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7
P.P. Pasolini, Per esorcizzare un futuro di intolleranza, in R. Chiesi (a cura di),
LOriente di Pasolini, Bologna, Edizioni Cineteca di Bologna, 2011, p. 43.
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spazi in cui la libert sia senza ansia, la libert di ci che nostro, do-
mestico e familiare. La democrazia si propone di costruire le condizioni
sociali in cui si sviluppino biografie di persone che non vogliono lasciare
ad altri la propria libert o che lo fanno in contesti relazionali in cui non
sono vinte dalla paura ma sono guidate dalla fiducia. La democrazia cerca
di realizzare le condizioni in cui le scelte sui nostri corpi e sulle nostre vite
siano vissute senza ansia, con la malattia e vicini alla morte, nelle scelte
riproduttive, nella sessualit e nelle relazioni intime.
La democrazia aspira alla condizione in cui la soggettivit possa scor-
rere naturalmente nelle diverse zone della vita. Lo scorrere naturale signi-
fica che la libert non un ideale alto che intimorisce e nevrotizza e che
quindi alla fine respinto e consegna a scelte gregarie colonizzate da altri,
ma una condizione in cui possiamo essere noi stessi. Lautonomia che
legata a scelte compiute e a responsabilit, quindi ad aspetti tradizional-
mente categorizzati come attivi, sorge da qualcosa che scorre naturale,
da un lato passivo in cui diamo ascolto e impariamo dalla nostra stessa
esperienza, dalla voce della nostra inclinazione, riuscendo ad avere fiducia
in noi stessi (per usare lespressione di R.W. Emerson). Abbiamo bisogno
quindi di un lavoro sociale e personale in cui le persone possano diventare
soggetti in questo senso: autonomi ma padroni di una libert in cui riesco-
no a dare ascolto alle proprie inclinazioni e ai moti dellio.
Questa promessa di una libert senza ansia il frutto pi maturo
della democrazia. Essa richiede regole, una cultura che il risultato di
un lavoro personale e sociale, assieme alla circolazione e alla reciprocit
democratiche. La messa in circolo dellesperienza personale e di gruppi
la grande chance democratica rispetto al mondo da cui ci siamo fati-
cosamente tratti fuori e dove sono nate le rivendicazioni di libert che
abbiamo coltivato in questi decenni: il mondo dove la sperimentazione
rimaneva segreta e nascosta, allombra delle grandi norme e normalit
(il segreto dellaborto, della sessualit, del ragionevole desiderio di an-
darsene). La democrazia invece anche sperimentazione e messa in cir-
colo capace di educare e migliorare. La linea incerta del progresso mo-
rale e civile del nostro paese si snoda lungo questi diversi assi. Riguarda
la vicenda delle regole tra Parlamento e giurisprudenza, ma riguarda
anche il lavoro in cui le persone che hanno fatto esperienza educano se
stesse e in questo modo educano tutti. un percorso che solo agli inizi
e fragilissimo, e che ha bisogno di regole e di parole per consentire alle
persone di familiarizzarsi con queste nuove aree di libert e di scrupo-
losit morale, accanto alla malattia, vicino alla morte, nelle scelte ripro-
duttive e nella vita intima. Ma solo a partire da questa familiarit con
le nostre vite che possono nascere scelte genuine e modelli di condotta
che possono essere di insegnamento per tutti realizzando un progresso
della societ.
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Piergiorgio Donatelli, Dipartimento di Filosofia, Sapienza Universit di Roma, Via Carlo Fea 2,
00161 Roma, piergiorgio.donatelli@uniroma1.it.