Fino a quel giorno non avevo mai compreso chi scriveva o cantava di amori infeli
ci aspettandosi di essere preso sul serio. Avevo sempre considerato il cuore in
pena un pretesto noioso per scrivere pessime rime. Quel pomeriggio la mia compagna di classe Susi, prima di salire sullautobus, si g ir verso il mio amico Franco e lo baci. Da buon adolescente timido e terrorizzato dal mondo, non avevo e non avrei mai e poi mai confessato i miei sentimenti per Susi, nemmeno sotto tortura, nemmeno a me stesso. La mia reazione fu assimilabile nei sintomi a unimprovvisa carenza di ossigeno: g iramento di testa, ridotta coordinazione motoria, percezioni sensoriali alterate o sospese. Barcollai fino a una panchina e mi sedetti cercando di dissimulare le allucinazi oni. Gi iniziavo a dubitare di avere davvero visto la scena succedere, quando un altra compagna si avvicin e mi chiese se avevo visto anche io. Era tutto vero. Annuii. Arrivato a casa entrai in automatico nella modalit di contenimento dei danni a cu i mi ero preparato per anni senza saperlo: mi chiusi in camera, mi fiondai allo stereo e compilai febbrilmente una musicassetta da novanta minuti di strazi amor osi e melodie lugubri. Passai quello e molti altri pomeriggi rannicchiato sul letto, con le luci spente e la musica del lutto in autoreverse. Furono settimane durissime, in cui finalmente capii e mi identificai completamen te con tutti gli autori delle pi becere opere a tema amoroso mai composte. Finii anche per migliorare sensibilmente la mia media di Italiano grazie alla nu ova, profonda e sentitissima comprensione di certi poemetti che di l a poco mi ri trovai a dover parafrasare come compito in classe. Il professore restituendomi l a verifica mi guard con uno strano sorriso, poi scosse la testa e torn alla catted ra.