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MARTINO MARIO MORENO IL SOMALO DELLA SOMALIA GRAMMATICA E TESTI DEL BENADIR, DAROD E DIGHIL ISTITUTO POLIGRAFICO DELLO STATO ROMA ~ 1955 PREFAZIONE I presente lavoro si propone di dare agl' Italiani viventi ¢ operanti nel territorio dell" Amministrazione Fidvciaria Italiana un’idea chiara della strattura del somato, quale si parla in Somafia. Com’ ben nota, né in Somalia né fusri di essa il somalo é unitario, perche si suddivide in dicletti. Questi sono in Somalia, fatta eccezione per alcune parlate a breve ambito non ancora ben ciassificate, i seguenti: 1) daréd, parlato dagli abitanti di stirpe omonima del territorio del- Vex sultanato della Migiurtinia e delle parte settentrionale e centrale del territorio dell'ex sultanato di Obbia ed anche dagli Haber Gidir di quella ‘zona, che sono, invece, di stirpe hawlyya; parlato altresi dai Daréd che si sono trasferiti nell'Oltregiuba; 2) hawiyya, parlato nella parte meridionale della regione di Obbia e " in tutto il medio bacino dello Uebi Sceb Hi, dal confine etiopico fino al tratto costiero che va da Meregh esclusa sino a metd strada fra Merca e Brava, in- clusa, quindi, la capitale Mogadiscio; parlato pure ad oriente dello Scebelli nella regione dei Galja‘l; 3) digil (pronunzia dighil), parlato, fra lo Uebi e il Giuba e, sul basso Usbi, a valle dello hawiyya, dalle popalaziont, qualificate con il nome riassuntivo di Dighil-Mirijle, che occupano ta maggior parte della regione. ‘Le hawiyya e il digil appartengono esclusivamente alla Somalia. Invece il daréd si estende fra gli Ogaden dell’Etiopia, i Somali del Nord Kenya, i Dulbahdnta e Warsangali (Uarsangheli) del Somaliland, dove s'incontra con un dialetto estraneo alla Somalia, l'isiq. Pit oltre, nella Céte Francaise des Somalis, domina il dialetto ‘isa. ) Ora, fra questi dialetti, o meglio gruppi di dialetti, soltanto l'is’q, estra- neo, come abbiamo detto, alla Somalia, é stato illustrato largamente e con criteri scientifici nelle opere segnalate in bibliografia. E all” isiq si riferisce 1) Vedi Exmico Cenuiut, Nota sui dialetti somali, in » Rivista degli Stadi Orientali >, gat; asticolo Somafia dell’ Enciclopedia Treccani; voce Lingue a pag. 722 della Guida Ita- liana del Touring Club; Possedimenti ¢ Colonie, Milano, 1929, dove il Cerulli da le seguenti Proporzioni per i dialerti somali della Somalia: daréd 43%; hawiyya 0 %; digil 25%. v PREFAZIONE — derivata dalla non scientifica Practical grammar of the Somali Lan- guage, London, 1907, dei missionari E. de Larajasse e C. de Sampont — Ja Grammiatica delia lingua somala (Asmara, 1914) del Padre Giovanni Maria da Palermo, circolante in Somatia, Per il daréd e per lo hawiyya non abbiamo nessuna trattazione gram- maticale completa e a base scientifica. Siamo meglio serviti per il digil, oggetto del libro Der Dschabirti Dia- lekt der Sormalisprache, in cui il Reinisch pubblica ed analizza il materiale raccolto a Aden e a Shekh Osman, a cura deil’etnografo Dr. Wilhelm Hein, dalla bocca di alcum Gabarti, nome dato dagli Arabi ai Musulmani dell’ Afri- ca Orientale ed artitrariamente esteso ddl Reinisch al dialette in questione, @ dello schizo del dialetto degli Eléy pubblicato nel 1922 in Zeitschrift fiir Eingeborenen~Sprachen (Berlin) da Maria v. Tiling, ancora sotto il titolo Die Sprache der Jabarti, riconasciuto dall'autrice erronea, ma conservato, allo scopo di ricollegarsi al Reinisch, in questo suo bel lavoro e nei successivi Jabarti Texte, apparsi sulla stessa rivista nel 1925. Ora, come non iste un somalo unitario, cosi non esistono un unico daréd, un unico hawiyya & un untco digil, ma st hanno tante parlate di ognuno dei tre tipi quanti sone i rageruppamenti de3l’individui che in essi conversano, E casi di ogni linguaggio non fissato da ua tradizione-letteraria, da una di- sciplina scolastica e da una consacrazione ufficiale. Non esiste un « taziale », ma vi sono tante purlate laziali, e in mezo a queste il romanesco differisce dall'una sponda all'altra del Tevere. Peré due « Romani dé Roma » si rico- noscono concittadini dalla parlata nonost.nte i marchi diversi che vi hanno impressi il quartiere ed il ceto, e intendono e si fanno intendere anche se circo- lano per Li Castells, dove non si parla proprio precisamenty come nell’ Urbe. In questa situazione, quale hawiyya. quale digil, quale daréd si deve scegliere per far conoscere il somato della Stomalia? Chi vuole fare pura ope- ta di glottologo si attacca allo hawlyya, 2 daréd, al digil del primo rét o centro abitato che gli viene a portata di mano, e, studiatolo coscienziosamente, To riespone, passando poi man mano, alle parlate affini, o lasciandole alla cura di altri, fino a che il quadro dialettale sia completo; 0, tutt'al pit, previa una ricognizione orientativa, si ferma ld dove trova caratteri distintivi pit salienti, per segnalare un hawiyya, un digil, un dérdd-tipo che, perd, non servird dt modello a nessuno, se non concorreranno tutti quei complessi fattori che storicamente determinano il prevalere di una parlata sulle altre. Ma chi, pur procedendo con criteri scientifici, voglia anche fare opera pratica, andra prima di tutto cercando se in Somalia non esistano gid, 0 non si vadano formando, dei linguaggi comuni, delle koiné. Ebbene: duc koiné sono gid sicuramente in formazione. L'una é il benadir, che & un nome geografico denotante i porti di Uarscéch, Mogadiscio, Merca e Brava con il littorale che li collega e il suo retroterra, e che, quindi, non vi PREFAZIONE Mahadalte, di passaggio a Roma. Raccolsi il resto in un soggiorno di due mesi fatto nelestate del 1951 in Somalia, sotto gli auspici dell’ Amministratore della Somalia, ! Ambasciatore Giovanni Fornari. Ivi trovai a Mogadiscio nei Consigtieri Territoriali Comm. Islao Mahadalle e Cav. Islao Omar Ali, nel Cav. Islao Mohammed Abchei, nel Cav. Hagg Erzi Gorei e nel Cay. Scech Ahmed Gioule, oltre che nel Cadi dei Cadi Cav. Scech Hagt Abubaker Scech Abdullahi Scekal Loboghe, i pi premurosi e pazienti informatori. A Itala mi diede ogni assistenza il Cadi Scech Muhammad Scech Ali. E che ingegnosita nel combinar dialoghi su qualsiasi soggetto pro- postogli e sapjditd nel narrare, condita di commenti e riftessioni morali, la propria storia nel combattente somalo Gabo Tako, esponente caratteristico, con il suo linguaggio, del sincretisma interdialettale che si va producendo in Somalia. Altrettanta fantasia in Hasan Mdo, addetto al Museo della Garesa, al quale debbo anche molto materiale, che pubblicheré altrove, sul dialetto speciale degli Asraf di Mogadiscio. Del carani della Residenza di Merca, Hasa. Ali Muhammad, mio informatore per it bimal, ho gid fatto cenno nel mio articolo » Brevi annotazioni di giddu , pubblicato nel volume XX (1951) dela « Rassegna di stud: etiopici . Con Hasan Méo m'istrui sul dialetto del Rér Hamar lo scultore Muhammad $a"ir, che, purtroppo, poté dedicarmi solo poco tempo perché troppo occupato intorno alle statuette d'avo- rio che riscossero tanta sucesso alla Fiera di Milano. Infine debbo una calda parola di ringraziamento alla Signgrina Paoletti, addetta al Gabinetto del- L'Amministratore, la quale, da quella perfetta conoscitrice che é del benddir come lingua di sua madre, mi chiari punti oscuri,e mi diede con nuove esem- plificazioni 1a conferma di regole che avevo dedotte dai testi. Dopo alcune informazioni datemi a Roma, in occasione di un suo pas- sageio, dal poi consigiiere territoriale Mohammed Scech Husein e integrate dallo studio dei testi medici che, in collaborazione con Yasin ‘Ismdn Kénadid veniva pubblicando sut « Corriere deila Somalia » il Dr. Prof. Mario Maino, Je mie indagini sul midud te svoisi a Mogadiscio con Aden Sciré, incaricato di una parte cel servizio della Radio somala di Mogadiscio; del quale era per me un piacere sentire ta forbita pronunzia ¢ le chiare spiegazioni, denotanti un fine senso grammaticale, sul perché una frase dovesse suonare piuttosto in un mado che in un altro. Con lui ripercorsi tutta la grammatica del Reinisch per rilevare le coincidenze e differenze fra Visaq e il daréd. In questo ebbi un valido aiuto anche dall’Ispettore scolastico Francesco Franceschini. Pot st aggiunse Farah Yésuf, ottimo coliaboratore anche lui. A scopo di raffronto del diréd della Somalia con quello esterno ho anche incluso fra i testi dei contributi in ‘Sgadén di Abdi Elmi. Ringrazio, poi, il Prof. Dott. Mario Maino, amico appassionato dei Somali e del somalo, e Yasin ‘Isman Kénadi, figlio dell’ inventore dell’« osmania e valente dimostratore delle possibi d'evoluzione della lingua somala, dell'iniziazione datami al nuovo alfabeto PREFAZIONE vu ¢ dell'utilita che nella compilazione della grammatica del midug ho tratta dalle due pubblicazioni del Prof. Maino « La lingua somala strumento d'in- segnamento professionale » e « Terminglogia medica e sue voci nella lingua somala » (Alessandria, 1953), frutto della loro collaborazione. E inutile che aggiunga che ho messo anche @ contributo i materiali marréhin pubblicati dal grande somalista e cuscitista Enrico Cerulli nella Rivista degli Studi Orientali, vol. VII, parte I, 1918, pagg. 861-876, sotto il titolo Testi di diritto consuetudinario dei somali marréhan. Ho trovato di che mettere a profitto anche nell’Anjilki ghudusah sidi udigei Yohana della British and Foreign Bible Society, in dgadén—harti (ed. 1929). ‘Sul digil spigolai a Mogadiscio, Afgoi, Uanle Uein, Buracaba e Bar- dera, presso gl'informiatori indicati all!'inizio di ogni testo. Nel menzionare Bardera, tengo a ring-aziare lo Scech Abdessalam Abdio degli Erdé Mirifte, lo Scech Sido Huser. dei Giambeliil Mirifie, lo Scerif Abdullahi Scerif Abdurrahman degli Asrdj, il Consighere Territoriale Abdennir Scech Ali dei Giambelul Mirifle e il carani Mohammed Mudllim, degli Scechdl (Se hal), detia cortese accoglienza che mi fecero in occasione della mia visita. Pit tardi a Merca e Hagg Musa Scech Aués ¢ lo Scech Abuker Scech Mhemmed Tere, insieme con il Cav. Abdi Ibrac, che ho gid ringraziato altrove per quanto mi insegné sul fiddus, mi dedicarono un intera pomeriggio por leggermé e spiegarmi ta celebre composizione poetica in digil La Waha .. del venerato Scech Aves, rispettivamente loro padre e zio materno, sul testo in trascrizione araba favoritemi dall'ex Consigliere Territoriale di Brava ‘Adde Mugne, attualmente Vice capo distretto di Mogadiscio, mio mentore durante una visita a Brava, Anche di loro serbo grata memoria, Avrei volute raccogliere di iit, ma troppo breve fu il mio soggiorno in Somalia: sufficiente, perd, a for.rirmi di che integrare le nozioni date dal Reinisch e dalla von Tiling. Il mio lavoro coinincia con una trattazione della Fonetica generale del somalo. Seguono le trz grammatiche, con i testi relativi. La parte concer- nente il benddir é la pir ampia, per le ragioni che ho sopra indicate. Le regole che esso ha in comune con il daréd mi han permesso di abbreviare, per mezzo di semplici richiami, l'esposizione di questo secondo dialetto. ‘Dei richiami, tuttavia, non ho voluto abusare, per non costringere chi voglia cominciare dal daréd a passare per il benadir come tra forche caudines dove la coincidenza non era totale, ho preferito ripetere: ma in un'altra forma, che gioverd forse a chiarire cid che fosse riuscito oscuro nella se- ‘cione dedicata al benadir. Anche per non appesantire il mio volume ha usato, invece, piit abbondantemente del sistema dei rickiami per il digil, della cui struttura é pix facile impassessarsi movendo, armati di fonetica, dal daréd o dallo hawiyya — soprattutto da quest'ultimo — che studiandolo esclusivamente in se stesso. vin PREFAZIONE Ogni grammatica rappresenta necessariamente una standardizzazione. Ma, se ho « standardizzato » nelle tabelle paradigmatiche e nelle regole, ho notato a pie’ di esse, un po’ dentro la facciata, te varianti udite, e nei testi ho conservata fedelmente la pronunzia volta per volta seatita, con tutte le sue inconseguenze spiegate in fonetica. Il libro non & destinato agli specialisti. Ma, perché non manca anche per loro d’interesse, mi rivolgo ad essi in alcune annotazioni confinate in fondo alla pagina per non dare disturbo. Ti mio modo d’esposizione @ quello che ho adoperato, con Napprovazione dei recensori, nelle mie grammatiche del galla, dell’ ometo e del sidamo. Un lavoro di questo genere non pud mai riuscire completo né privo di mende. Ma riusciré non inutile se ave spianato la via a nuove indagini. Beirut, settembre 1953- Martino Mario Moreno PARTE I FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO 1-M.M. Momo, 11 Somalo dete Somatic. CAP. I - LE VOCALI § 1. Vocaut. - Le vocali fondamentali del somalo sono a, ¢, i, 0, u. E ed isi chiamano in fonetica vocali « palatali » (meglio « prepalatali ») © eanteriori » (in inglese front-vowels) perché sono pronunziate nella parte anteriore del palsto, 0 ed u vocali ¢ velari » 0 « posteriori » (in inglese back-vowels) perch® artigolate nella parte posteriore del palato, (donde, anche, il nome di pospalatali), 0 velo. La vocale a & mediopalatale: intermedia fra le due serie e-i ed o-z, come dal seguente spzcchio: i u Quando queste vorali sono lunghe, le segniamo 4, 2, 1, 6, i. Se- gniamo con d. i, 6, # leventuale durata trevissima di queste quattro vocali. E comporta, invece, una variazione di timbro: con questo segno indichiamo il suono (cre in somalo @ una variante di i) dell’e piemon- tese in fetta, fetta, de'l’e ligure in pesciu, pesce, della vocale finale di Napule in napoletano ¢ di Lehre nel tedesco. Occorre in somalo distinguere accuratamente Je lunghe dalle brevi corrispondenti, Sebbene, infatti, non manchino, come si vedra dai testi, i casi di oscillazione di quantith, sovente questa costituisce delle oppo- sizioni, nel senso che vi son vocaboli che cambiano completamente di senso a seconda che siano pronungiati con vocale breve o vocale lunga. Cosi bisogna distinguere fra: dad popolo déd_ alluvione tag va? tdg sta’ lab maschio lab cassa toracica dig metti dig sangue ‘id individuo id festa dub arrostire dab avvolgere sur raccogliere gir trasferinsi 4 PARTE I - FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO Untannotazione accuratissima dovrebbe distinguere nelle lunghe varie urate, In teoria una lunga dura il doppio d’una breve, ma ci sono anche delle cemilunghe e delle ultralunghe. Ne indicheremo qualche caso nei testi; ma imbroglieremmo le idee se volessimo seguire tutte le sfumature nella Grammatica. § 2 Svono DELLE vocaLt. - A breve oscilla senza costanza, fra jl suono puro di a italiana ¢ il suono intermedio fra a ed e¢ che si rappresenta con d, ed & il suono dell’'a bolognese ¢ di a inglese in bad, cattive, man, uomo, pronunziati con durata accorciata, Dallo stesso parlante si sente dire ora dad, gente, con @ pura, ora dad.» Pronun- Fiando la a rapidamente anche quando & accentata, in modo da su- perare la tendenza italiana a prolungare Ie vocali colpite dallaccento, si Stterra la pronunzia media di questa vocale. La quale & decisamente 4, o diventa addirittura ¢, in vicinanza di # e y, salvo altre influenze; mentre tende all’o, produzendo il suono intermedio che segniamo con 4, © diventa addirittura 0, quand’& in contatto con ue con W. Nella Grammatica segneremo raramente d ed d, per fissare Iattenzione sul guono base; nei testi segneremo fedelmente tutte je contraddittorie sfumature udite. ’ “A lunga, che in benddir e in dighil ha quasi sempre il suono puro, in daréd, come del resto anche in isaq, assume spesso la colorazione &. Cosi midug daf e anche def, malattia degli occhi, dds (vocabolo venuto dat Somaliland), bottega. E ed 0, con le loro lunghe é ed 6, sono, come in italiano, a seconda dei vocaboli ¢ delle desinenze, ora chiuse e strette suono di neve, tela, capello; 9: suono di croce, noce, masca), ofa aperte o larghe (¢: suono di & bene, sempre, chiesa; : suono di tesoro, eroe). ‘Non conviene perd, specialmente nella Grammatica, insistere sulla differenza: 1) perché le opposiaioni fra voci con ¢ e 9 ed ¢ © 7 sono rare, ty comunque, sono risolte dal contesto; 2) perché non & sempre molto spiccata la distinaione fra ¢ € 9 da una parte ed ¢ e 9 dall'altra, ¢ si hanno pronunzie a mezza vias 43) perch tra te varie parinte locali si riscontrano spesso nella pronunzia, streta o larga, delle due vocali, le stesse contraddizioni che in Toscana, dove, ad esempio, il popolo dice trenta e le persone colte dicono trgnta, Pisa pronunzia feltr ¢, d'accordo con Lucca, gra ed allpra, mentze Firenze pronunzia feltro, ora (contro gr ura) ed allora, 1) Chi concsce Tarabo abbia presente la farha con Ja sua imo, ma senza applicate te steae Seucle, Intsti, mentre fe laringalipreservino in arabo la purezza della, non ¢ lo stesso in somalo, dave Si ode dah, dah, deh, ceateo. CAP. 1 — LE VOCALI 5 con la differenza che non é ancora stato deciso quale sia la Firenze della Somalia; 4) perché le leggi dell’armonia vocalica, cosi ben indagata da Li lias E. Armstrong, sebbene non troppo rigorose nel somalo della Somalia, fan chiuse 0 aperte fe vocali delle desinenze a seconda della natura delle vocali tematiche. Percid nella Grammatica raramente segnerd il grado di apertura di e edo, Zed 6, nei testi lo fard solo IA dove avré sentito delle ¢ ed 0 marca- tamente aperte o marcatamente chiuse. E ed @ sono spesso varianti di d ed d, @ ed 3 provengono talora da dy ed dw, 9 si alterna talora con u. T breve va pronunziata meno chiara che in italiano, senza perd arri- vare all’ inglese di pit, river ecc. Cid si ottiene pronunziandola un po" pit rapidamente che 1’ italiana disaccentata. Questa pronunzia spiega la fre- quente variante é. I junga ha, prolungato, i! suono preciso dell italiana, U breve si prontinzia come I'u italiano in nudité, avendo Vavvertenta di non prolungarne ‘I'suono quando @ accentata; a come Titaliana w in muto, con prolungamento. L'Armstrong acta anche un’u, lung: e breve, di suono intermedio fra le vocali di vous ¢ di vu in francese, ciot tra u ed i (@ = u francese € lombardo, piemontes? e ligure). La segna son un carattere ottenuto con la deformazione di y, che sostituird, nel citare "Armstrong, con v greco. Es.: 161, perla; dul, narice. Io ho sentito qualche volta una schietta @, pit verso i della francese, ma solo come variate occasionale di u; ¢ delle due opposizioni di vocaboli (del, uscire in razzia, contro dail, volare ; dul, na~ Hice, contro dul, sopra), segnalate dalla liaguista inglese ho ricevuto una spiegazione-diversa dalla sua, Comunque, in attesa che Ix questione sia meglio chiarita, non ritengo il caso di notare la sfumatura nell’esposizione grammaticale. » Segno, invece, nei testi lz sporadiche i e registro anche un'isolata g (6 tedesca ed eu francese aper e)- 1) Gerhard RoHLes, Historische Grammatik der italidnischen Sprache, Bern, 1949, vol. I, pang. 118, §§ 47 ¢ 48, © 197, § 68. 2) Liltas E. ARMSTROKG, The phonetic structure of Somali, pagg. 148-157, ia + Mittei- Jungen des Seminars fr Crientalische Sprachen 2u Berlin », 1936, Til, pagg. 116-61. Citato ARMSTRONG. 3) Aden Siré pronutzia, con a: dull, narice, con uaa raddappiata 0, meglio, strascicatay che la distingue da'duf, il disopra. Pronunzia ¢ confertma con V'alfabeto ‘Ismdniypa: ‘thi wa élay, il nemico usci in spedizione, contzo girgorkt wa dalay, Yavwoltoie volo. La promunzia od dilay, vald, con un d che incupisce la vocale e si rivercucte anche su J avvicinandolo a | ‘mi stata confermata dai nocabili abgal dei testi benSdir I seguenti, ¢, indipendentemente da Joro, dal eadi di Ttala, che mai ha traseritto ia araba il vocaboto diélap, vold, con yb, cioé con quel b di cui i Somali usano valersi, quando non ricorro-ia a 3, per trascrivere in arabo il d so- malo. Vero & che tutti m'hanno aggiuato che ii benSdir per « volare + usa correntemente altro Vero (ib). Abraham, per |"isiq, scrive, invece, wi délayya «it is fying » (pag. a73) © a pag. 60 scrive pure wi dilayya per «acqua che score ». Reinisch ha dil per «volare » © 6 PARTE I — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO La «tilde» posta sulle vocali (@, 2 ecc.) indica la loro nasalizzazione (come in francese an, bien). Con ye £ segno w ed y provenienti da u ed i. Quando scriviamo au, ai, ou, oi, eu, ei e via dicendo, le due vocali si devono intendere staccate. La pronunzia come dittongo é segnata con aw, ay, ow, oy, ew, ey e via dicendo, o, per riguardo e richiamo dell’eti- mologia, au, ai, oy, of ecc. Git, con u ultralunga, per « ussite in spedizione, in razzia *, (Vedi SOLOMON Wansauta and Major R.C. Annawan, The principles of Somali, Oxford, 1952, citato SOLOMON -ABRANAM © DRA). : Aden Sieé, che garla il dir8 det Mudugh, pronunzia til o ll, peria, ma tig, ladco, contro ie di Armsirorg. In benddiz ho sentito ‘dg e tg. Nei cesto 2aréd q IV G Aden Siré si mola dus, sgattaiolare. ‘Td, bestiame, di Armstrong é nel mudug di Aden Sieé “pd. L’Acmstrong deaunzia una v anche nei dittonghi. Invece Adea Siré pronunzia gdws, molare, ton gars, medéw, nese, e non mddar, bawdo, cose a, come nella pronumnzia irlandese di house howz, e nor. btvdo. La’ imdia di a si pud spiegae risalenda alla spronunzia bd'udo raccolta dol Reinisch, Nella promunzia dei ditvonghi nel audug di Aden Siré ho notato le seguents divergeaze dalle notazicni date per f'isdq dall’Armstrong (page: 135-137): “dur, cammel 9, con a breve, pura, € u vocalica, ¢ don “aur; dgulis, corda da secchio, ¢ ron déviis; dawlid © dwFd, I’sttinger da ua pazzo, e aon dévlid; hawd, tuogo on motti alberi, e non dnd, nord; ‘Adwd, baston? souile, ¢ non hdud con d (con art. hdwdka, non Adwrka); iweym, grande “con é come in ‘smaneyya) e non wey; wéyl, vitello ‘com &, come in ‘ismaniyya) e nian wey. Tutto cib mi conf rma nell'idea di non aanettere, nella Grammatica, troppa importaaza & queste stumature di p-aqunzia. Cosi non & i caso di dare come suoni fisst delle alternanze della a. Ad esempio, se siden Siré pronuszia sempre bad, mare, con a pura, ed exclude la pronunzia bad, dice, pero, ‘abb, bere, contro “abb (“wbb) dell*Armstrang, se, d'accordo con VAtmstzong, pronunzia al singolace dan, one side of jaw, con V'art.; danka, al plurale proflerisce Aémiz, démanka, con & “utidissima. CAP, IL — LE CONSONANT 7 CAP, II - LE CONSONANTI § 3. Consonanti-aase. — Le consonanti-base del somalo sono le seguenti. COSTRITTIVE occtusive essexosive) | Sear, | suntanti [orem] Rosa | Laver Socal sorte | sonot ! forde | sonore | socde | sonore | sonore j sonore | aomcre | sonore cr [mn] [ene ne H L | | i | i iT | os! Spieghiamo la terminologia. Si da il nome di ¢ occlusive » alle con- sonanti che implicano una chiusura completa nella fase principale dell'ar- ticolazione. Cosi, pet profferire una b, l'apparato boccale si chiude ermeti camente mediante | accostamento delle clue labbra. Cid spiega perch > sia chiamata una bilabiale. Nelle dentali Ja lingua chiude la cavita boccale appoggiandosi ai denti; nelle prepalatali fa chiusura con Ia parte anteriore del palato, ¢ via dicendo, Tutte le consonanti non occlusive si ottengono, invece, con una chiusura incompleta, in modo da far passar Yaria attra- ‘verso una stretta apertura dell’apparato fonico. Si chiamano, percid, «co- sttittive » 0, anche, «spiranti» o « fricative » sensu lato, dal soffio € dal raschiamento che producono. Noi riserviamo, perd, sensit stricto, il nome di «fricative + o «spiranti» a quelle consonanti che pid chiaramente danno [a sensazione del raschiamento e del soffio, chiamando « sibilanti » quelle (5 e 3) caratterizzate da un sibilo, «vibranti» gli erre, « nasali > quelle in cui parte dell’aria esce per il naso, «laterale » Velle, e semivocali we y, che sono u € i consonantizzate, Nella classificazione verticale le consonanti sono denominate secondo if punto di articolazione, cio? del punto dellapparato vocale in cui si pro- duce I'occlusione o il restringimento. Le consonanti sorde son quelle che si producono senza vibrazione delle corde vocali, sonore quelle che dan luogo a questa vibrazione. 7 Bilabiali -) | Dentilabiali | — Denteli t Postalveoiari | — Prepalatai | — Postatveolari | — Velari «| Postvelari : Glottali > | Faringali -] t : = d { — = i = = fy tc ejb | = b = b = 8 PARTE I — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO § 4. Pronunzta, - Non spieghiamo i segni pronunziati come in italiano. B (che altri scrivono con sbarra traversale 0 col « delta »: 8) cor- tisponde nel suono al th dolce inglese in the, there. Quando non é, come vedremo pitt sotto, una variazione di d, 2 un modo inadeguato di ren- dere in somalo I'arabo 5 z, che suona, invece, come {esse dolce italiana. Es.: dembil = arabo zanbil, sporta. S va sempre pronungiata dura, come in sala, anche se intervocalica. I suono dell’esse dolce manca al somalo, che lo rende, quando io trova in lingue straniere, con s, come in riség = atabo .33, rizq, mezzo di Sussistenza, fortuna, o tenta di awvicinarvisi con d, come nel citato dembil. P, suono caratteristico del somalo e di altre lingue cuscitiche, & pro- nunziato appoggiando ben dietro sugli alveoli la lingua fortemente tesa ¢ alquanto incurvata all’indietro sulla punta. In pari tempo si contrae la faringe ¢ si solleva la laringe." Assai difficile a riprodurse, dev'essere Sentito ¢ veduto pronunziare da un soitlalo. Bassai pitt duro del arabo € del d siciliano d, cavdddu = cavallo, tanto che a un italiano da spesso Vimpressione di ua t pronunziata all'‘nglese e i Somali, usando per la Propria lingua I'al‘abeto arabo, lo trasctivono & (0 E). G2 (anche davanti ad a, 0, u) il 8 dolce italiano di gelo e giro, Pero il suono che gli dauno in mudug (daréd) rammenta quelio di una g dolce italiana in bocca tedesca, essendo pit dtizo e vicino al Z. ¥ suona come neil'inglese yes 0 come j italiano in gennajo: perd pid Pastoso, cosi da avvicinarsi un poco al ssono del g dolce italiano, e da al- ternarsi dialertalmente col § in doppion; come yahas e gahas, coccodrillo. S corrisponde a sc italiano in sciati:a, ch francese in chou, sh inglese in shepherd, sch tedesco in schon. K il c duro italiano, come in cavolo, chitarra. G deve sempre essere pronunziato ‘anche davanti ad e ed i) come il 8 italiano duro di gavetta, gufo, gheparde, ghiro, il g tedesco di geben, il g inglese di to give. . & cotrisponde al ¢ dell’arabo, con s:iono simile a quello di ch tedesco in Nacht e della jota spagnuola. , Q (4), analogo al & arabo, ¢ un k enfatico, Pronunziato elevando la lingua al fondo estremo del pafato molle (velo), pare anche con una modi= ficazione faringale (ARMSTRONG, p. 123). *€ il ¢colpo di glottide 9: un suono prodotto dalla compressione delle corde vocaliche. B il brusco attacco o distacco d'una vocale, il brusco arresto fra due suoni. Corrisponde alla hamza (2) dell’arabo. Ne di un'idea 1) Cir. Maria v. Tina, Die Sprache der Jabdrti, in « Zeitschrift fur Eingeborenen— Sprachen », vol. XII, 1522, fase. I, pagg. 17-52 ¢ fascc. II-III, pag. o7-16a!"2 pag. 26; G, pag. 120, CAP. II = LE CONSONANT! 9 {non completa, perché in somalo e in arabo il colpo di glottide ¢ pitt forte), il suono che si sviluppa fra te due parole sard alto per non cadere nella pronuncia sardlto o nell'inglese an aim, uno scope, in contrapposto ad a name, un nome. Ogni vocale iniziale di parola é passibile di essere pronun- ziata con attacco brusco, ma nel somalo della Somalia cid avviene, per lo pié, solo nel!incontro fra una vocale finale e una vocale iniziale nei casi che escludono I'elisione 0 Ja crasi, o per dar forza alla parola, come in daréd e hawiyya “érod /, corti! Un pigro invito alla corsa suonera, invece: drod. -H, che dev'esser sempre fatta sentire, ¢ l'acca inglese in to have, tedesca in haben, H, fricativa faringale sorda che corrisponde a ¢ dell’arabo, & pid robusta di h e viene pit dal profondo, E pronunziata con forzatura e con- trazione dei muscoli laringali e sollevamento della laringe (ARMSTRONG). ‘*, fricativa faringale sonora, corrisponife a ¢ dell’arabo. La sua pro- nunzia comporta, rispetto a A, oltre alla viorazione delle corde vocaliche, tana pid sensibile contrazione dei muscoli furingali (ARMSTRONG). E molto marcata e ben distinta da * tanto in hawivrya quanto in daréd. § 5. SFUMATURE 1 ALTERKANZE DI SUOM. — Anche un aifabeto molto accurato non pud esprimere tutte Ie sfurr ature dei suoni, che sono in- fluenzati dalta loro posizione in mezzo agli altri. Cosi il ¢ italiano duro di cavallo non & perfettarsente identico a quello di chierico, che’ pit palatale per il suo immediato rontatto con il suone palatale i (propziamente j, y= kygriko). E nel ¢ durc di cuculo l’arrotondamento di labbra caratteristico della pronunzia dell’a ¢omincia gia un infinitesimo prima che il ¢ sia ter- minato. Fenomeni araloghi avvengono ir. somalo, Descriveremo i pit importanti. Ii intervocalico tende a spirantizzars:, ciog, come pith comunemente si dice, ad essere aspitato. Ne nasce una pronunzia che segneremo 6 (altri jnerociano il trattino con Iasta del 6 o adoperano la «beta» greca: B)- Da 6 si passa addirittura a v, da pronunziarsi perd bilabiale come nello spagnolo, dove notoriamente 4 ¢ » si confcndono, non labiodentale come in italiano. In hawfyyz e digil b intervocalica (sporadicamente anche finale, come in aw da ab, padve, titolo di uomini ditreligione), passa anche in un w che & distinto dalla senivocale w, perché drve essere pronunziato bilabiale in maniera da far senti“e la sua origine da b, Ho, infatti, pronunziato wardwa (benadir per wardba, \ena) dando al secondo w i! suono di a italiana in «uovo > € non sono stato compreso. Pertanto nella tabella che segue € nei testi segnerd @ questo w da b.» La pronunzia 6 di b intervocalico & in genere poco sensitile nei miei informatori, e percid non I’ho segnata 1) Per analogia segnerd 7 il v dab. 10 PARTE 1 = FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO nemmeno nei testi se non quando molto evidente; raraé in daréd e benddir, pit frequente in digil, la pronunzia »; frequente in benddir la pronunzia #. Davanti a consonanti sorde (come 4, t) 6 & pronunziato duro, senza perd arrivare a p. In fine di parola viene pronunziato, specie in mudug, molto energicamente, quasi 6”. Queste sfumature non vengono segnate. Anche d ¢ g intervocalici tendono debolmente nel benddir ¢ nel daréd ade (ciot a g spirantizzato come nel Nord-tedesco sagen, dire: segnato da altri con sbarretta trasversale o col s gamma: y). La tendenza é pid forte in digil. Son pitt duri (orientati verso t e A) davanti a sorde e in finale. Cié spiega perché si veda scritto nei nostri libri sulla Somalia Darét ac- canto a Dardd. Queste sfumature sono da me segnate soltanto nei testi. Qé il centro‘di tutta una gamma di suoni. Fedele in genere al suo suono base tanto iti benadir, quanto in mudug e digil, tende fra due vocali a una pronunzia 2'pirata che segniamo @ (altri incrocia i] trattino con la sbarra del q 0 not, # 49s.: bojol, 100 5,S:iqul, lavoro: da bogol, Fugul. Ma tende anche, nella medesima Posizione’ a sonorizzarsi: la risultante della doppia tendenza ala sonorizzazione e al'aspirazione sara J, ciot I'aspirata della sonora di g (8): g. Avremo, quinc i, bogol, Fugul, (Mancano nei miei testi i tipi bogol, suepul, attestati, perd, da v. TILING, ARMSTRONG, ABRA- Ham), Asrivati a Questo punto, f pud pefdere la sua enfasi e sisolversi in Z: bogol, Sugul. i In alcune parlate isiq anche q iniziale & diventato J per il fatto di tro- varsi quasi costan‘emente in posizioné intervocalica, ferché la maggior parte delle parole ‘somale finiscono in wocale: qui la seconda delle due regole che abbiamo date opera anche in sandhi, cioe tra parola e parola, enon soltanto nel corpo d’una parcla. In benddir non é raro, soprattutto nella parlata del Rér Hamar, che operi in sandhi la prima regola, che cicé q sia pronungiato g all’inizio di parola. E come si é visto j diventare , cosi si assiste alla trasformazione di @ in &, anche qui per perdita dell’enfasi, fenomeno non ignoto neanche alt'isq, che ha hamér, gioco d’azzardo, dall'arabo gimdr. La legge del somalo che in fin di pzrola non vi siano che sonore porta il qa g anche in questa posizione. Se, perd, la legge dell’indurimento delle finali sonore riport. il g verso la sua origine (cosi come ndg é nag’, con g quasi k, e déréd é @aréd', con d quasi 2), esso riprende la sua natura di so- nora quando si congiunge a desinenze: in maniera cosi potente da trasfor- mare una tin d. Arche in questo caso possiamo avere una spirantizzazione in J una disenfetizzazione in g. Per il disorier'tamento del ricercatore linguistico, q oscilla fra tutte queste sfumature sulla bocca dello stesso parlante. E l'esempio tipico di un suono a varie nanifestazioni, che fanno riflettere sulla jegittimita di assumere il trattarsento del g come uno dei criteti di classificazione dei CAP. 11 - LE CONSONANTI . Ir dialetti del somalo, e sulle saggie parole di Lionel Galand nella sua recen- sione a due lavori di A. Roux sul berbero del Marocco (Hespéris, 1950, 39-49 trimestre, pag. 478): “Cela fait ressortic curieusement un aspect Connu mais tiop souvent négligé de fra vocali avvengong casi di crasi, come in is. dar. ben. wahdn = waha an, e casi di caduta dell:, prima 0 seconda vocale, come in Béledkan arg'p, il vaese che ho veduto. per béledka an arkay, haddid, se tu, per seb ben. Gn ad 6s dy per ian, dad, 6 as, Fay =e (che), io (noi), tu (voi), egli, ella (coloro). ©) Liiato fra *ocali o & lasciato sussistere o & evitato con preserva- aione di’, es. 6 d-kay ed & “drkay, e vide; i + voc. produce ty + voc. Es.: éri-y-ay, scaccid, insegui, caccid, per ériay. d) ain contat:o con y tende ad d, ¢ in tutta l'estensione del somalo; es.: yar, par, yer — piccolo; dabayl, dabzyl, dabfyl, vento Ed a in contatto con w tende ad 4, 0: is. dar. ben. wan, wan, montone; sd, sow, forse? Questa tendenza agisce pid sistemati;amente in benddit e in digil, approdando in quest'ultimo a ulteriori,sistematiche riduzioni, e) Le vocali efercitano fra di loro azine anche a distanza.{In isiq e dSréd [a u finale dell'articolo si assimila una precedente a: wahu ~ withu; abdha = abtihu. Le stessa azione esercita in isiq, daréd e benddir Ia i del- Varticolo: ilmihi per ilméhi, i figli: in benAdir, perd, con minore costanza. Cosi pure si ha is. Imdho, quei figli Ia, ben. imého, alcuni figli. Il suffisso in i dell’infinito dei verbi primitivi trasforma in e, ¢ anche i, una a: cost regi, andate, per tag-i, di'i, cadere, per da‘i tanto in isiq quanto in benddir e daréd. E cosi md_di'in, non cadde, per md da’in. {) Lilias E. Armstrong ha studiato con molta accuratezza l'armonia vocalica in isiq, ¢ ha constatato che, pur con eccezioni, in quel dialetto te vocali i, ¢, d, ge it del tema rendono aperte Je ¢ e le o e mantengono 14 PARTE I = FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO pure le a delle desinenze, e che, viceversa, i, e, d, 9 (che per lei @ @) del tema comportano ¢, 9, d (g) nelle desinenze. Bisognera studiare 1a cosa in benddir ¢ in digi §) Lieve in isiq e dardd, si accentua in benAdir, in alcune parlate, la rendenza a ridurre ad @ ed 6: rispettivamente dy ed aw, od ep ed ow. Es.: ben. du'éha per du‘dy-haya, du‘éy—haya, egli invoca; furd haya per furéw haya, sta aprendo; wén per wéyn, grande; ‘ér da ‘dwr, stallone di cammello, ecc. In digit la riduzione dei dittonghi & sistematica: dabél da dabdyl, vento; kd da kéw, uno. In benddir la ~ay finale delle desinenze del per- fetto (compiuio) e di altre parole si riduce comunemente a i in conversa- zione corrente: drki, vide, da drkay; kali, vieni, da kélay. Lo stesso in digil. Per & da ay in digil e benddir vedere a suo luogo. § 8. Consonants. - a) Il somalo isig, daréd, hawiyya~benddir e digil non tollera fe occlusive sorde t e #(p non esiste) in posizione interva- calica. T ¢ k passano, pertanto, a d ¢ g! *ri-ta, la capra, da rida; *wabi-ka, il fiume, da wabiga. Anche I’occlusiva sorda q tende, come abbiam visto, a passare a g, sonor corrispondente. Dove figurano ancora t ¢ k intervocalici Cera in origine una doppia (es.: qdlatay, essa macellé per sé: < qdlattay). 4) Neanche in finale il somalo, in tutti i dialetti scprarricordati, tol- lera la te lak. Cesi all’arabo Ait, pescc, cortisponde in isiq Aad, all’arabo ibrat il somalo co nune irbad, ago, al Eurgi e galla luk-a, piede, il somalo comune lug. Anche locclusiva postvela“e sorda q si sonorizza abitualmente in g (vedi § 7): solo la glottale sorda ’, delle occlusive, testa quale &. Nel nome la situazione cosi creata & talmer.te stabile e operinte che un nome in g anche proveniente da k, nelf'aggimzione dell’articvio ka, muta in g la k di questo ultimo, e un nome in d cat muta in da l'jrticolo femminile ta. Cosi da ilig, dente, proveniente da tilik, si ha con Y'articolo dligga per *iligha; da irbad, (per *irbat) ago, si ha con V’articolo fimminile irbadda, Vago. E g si mantiene davanti all’articolo ta (es. higta, il piede}, come d si mantiene davanti all'articolo ka (come in dédka, la gen:e). Solo se g dak venga a trovarsi davanti a desinenza vocalica dopo consonante, ricompare a posto della sonora g I’antica sorda &: cosi ilk—o, j denti..Egualmente nella coniugazione: drag, vedi; dragta, tu vedi; drka, io vedo, eeli vede. ¢) Cid nonostante le sorde diventite sonore sono soggette, in fin di parola e nel corpo della parola davann: a sorde, a un indurimento che le riporta verso l’origine. Operante anche in isiq (vedi Abraham e Armstrong) e daréd, questo indurimento é tanto forte in benddir ¢ in dighil (vedi v. Tiling, op. cit., pag. 45) che 5, d, g finali e davanti a sorde dinno spesso la sensazione di p, t, k: sicché Italiani ¢ Somali ai quali ho chiesto trascri- zioni in italiano di vocaboli e forme, mi hanno scritto hep, nak, dat, hepta, nakta, datka, ciot hep, nak, dat, hepta, nakta, datka per héb, nag, dad (riva, CAP, IIT — MUTAMENTI FONETICI 15 donna, gente) e Aébta, négta, dddka (la riva, la donna, la gente). Non basta: in traduzioni dal’ italiano al benadir messemi per iscritto in trascrizione latina approssimativa, ho trovato grafie corrispondenti at métyéwgi per modydwgi, da médi-, il far passare (un fiume); bukyal per bugyal, libri; wahay gaptd, essa ha; ma qdpno per ma qdbno, non ab- biamo; ldpméw haydn, stanso ripiegando (truppe), per labméw haydn; hatli per Addlay, parla; batndnti per badndnti, Yabbondanza; gidatyo, pl. in o del plurale Zidad di Jid, via, che attestano I'indurimento anche davanti asonore come f, m, 1, y. Tuttavia il fenomeno dev'essere interpretato come, appunto, d’in- durimento, e non come di passaggio totale di sonora in sorda, B un processo a met’ strada, come nella pronunzia francese di rob(e) courte, dove & suoisce un :erto grado di assimilazione alla natura del ¢ senza diventare 2.9 Nel raccogliere’ dalla viva voce dei somali mi sono confermato in questa interpretazione, perché nella maggior parte dei cai non ho udito sorde decise; dove fo avuto la sensazione della sorda completa, I’ ho regi- strata nei testi, in grafie come tak, it ladro (Testi bendd'r, VILI bis, 3), ddtka (ibiaem pluries) ecc. Ho, comunque, notato oscillazioni nell’intensit dell'indurimento suila bocca dello stesso parlante. d) Ccme gia abbiamo visto, in tutto il somalo della Somalia ¢ vocalico e finale sia di parola che di sillaba diviene r > r. Conserva il @ in queste posizioni, de! dialetti somali conosciuti, soltanto, e non in ogni suo sottodialetto, I’isq. Cosi a is. hidan, legato, corrisponde dar. ben. heran (heran), diz, hirin, aisaq bad, meta, dar. bar, ben. ber, dig. bir, a is. gabad, ragazza, dat. gabar, ben. gébér, gabér, dig. gabir; da féd-ta, la costola, Tisiq trae, con assimilazione féd-da, mentre daréd, benadir e digil hanno fér-ta. Soio da fadi, star seduto, il bendcir ha, accanto a fari, faddi, con ta d conservata da un raddoppiamento agn sempre sentito. ¢) In posizione intervocalica le occhisive sonore d, g ¢ g tendono in benadir ad aspirarsi. a passare, cio, nell: spiranti corrispondenti d, g, 8 In digil la tendenze & quasi legge: mage’ per maga’, nome; morédi pert marédi, elefante; bétor da bégor < bogor <_ bégor, re. f) Dei vari trapassi di g abbiamo gid parlato a lungo nel paragrafo precedente. ) min fine di parola e di sillaba diventa in somalo n, pronunziato A sempre in fine di sillaba, quasi sempre in fine di parola. Es.: da tum, battere, tui (imperativo), batti. Tuttavia il benddir, specialmente quello parlato come lingua veicolare dagli A8raf di Mogadiscio, non rifugge dal conservare m etimologico in parole arabe come gdlém, penna (arabo qdlam), 2) Cir. M. Grascuowr, Traits de phonérique, 4° ed., Paris, Delagrave, 1950, pag. 185. 16 PARTE I — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO contro bendir comune, isiq e diréd qdlit. La pronunzia A si applica nelle stesse circostanze anche 2 2 originario. ® A) Limitatamente al verbo, y + ¢ da nei dialetti qui esaminati y¥ +5, con schiacciamento del ¢ in s. Es., da gad—ay-ta, tu prendi: isiq, dardd, benddir qdd—ay-sa, digil qéd—d-s. Il fenomeno @ meno esteso in digil, nel quale prevale la fonetica del nome, dove y +t da y +d (v.s.); in benddir vi sono esitazioni che saranno descritte a suo luogo. 1) Le Jaringali A e ‘ mutano in ee oie w seguenti: ‘ulus e ‘olus (ben, ules), pesante; hell e hill, arabo “jx (testo Ben. 1). m) Ole ai casi di assimilazione parziale sopra citati, nei somalo si verificano i segu¢nti casi di assimilazione parziale o totale: 1) palatizzazione in Z di g e ¢(g) seguiti dal suffisso 7 mente ») del causativo. Es. is. dar. bea. dig. da gég, stare da dag, pascolace: dagi, far pascolire; 2) g +k = gg; e cosi, in con‘atto di semivocaie con k, w + k= we; y+ k= yg (sonorizzazione di k da parte di sonora’. Es.: art. m. ~ka presentato sotto ‘a forma ga in ilig-a, il dente; déw-ga, la via, éy-ga, il cane. Contravviene a questa regola il digil che mantiene k; 3) d+ t-=dd, valido anche per il dighil; w—-tey +t=wde yd, non valido per il digil. Es.: gaztvad + 4, Visola, is. dar. ben. gazi- raddi, dig. yeziric (di; da *kéw-ti, Yura, is. dar. ben. kow=di, digil kéw-ti; is. dar. ben. ‘“éy-di da **dy-ti, l'insulto; digil éy-ti, la -cagna. Anche sonorizza ¢ in d, ‘n quanto g = g: quindi in is. dar. ben. sag—da (ség—da), Ja notte, da *sag-ta. Ma anche qui il digil mantiene ¢: déq-ti — ben. diig- di, dih—di, la vecchia; 4) in isig, daréd e benddir le laringali (’, h, 4, ‘) incorporano in sé i! k delfarticolo -ka (es. da *maddh-i:a: maddh-a, il capo. Il benddir co- mosce anche una: trasformazione del ‘ in g, tipo maddh-ga. Il digit va per vie sue, che ‘saranno illustrate a sto tempo; 5) le larirgali operano in isaq, daréd e benddir la trasformazione ind del ¢ che k segue. Es.: rd°—da, tu segui, da *rd'-ta. Invece it digit le assimila al ¢; la *bdh—te, uscisti: batte; 6} 1 4-2 4a costantemente ¥ da *IF in isdq, daréd, benddir (in questo con qualihe variante locale). Es.: da *gdl-ta, tu macelli: qdfia. Da f anche 1 +s, Es. da *gal-sat, intromettersi: gafat. Invece il digi assimila t a precedente I: da *galiay, uscisti: gdl-le; originaria- fare stare; Non sembra io esservi regole che determining i casi in cui a originatia 0 dam va pronunsiata n ¢ aon é in fine di patola. Vi sono oscillazion! nello stesso paclante. Non sempre Hl medug, il benddir : digil concordano con i dati raccolti dall’ Armstrong per lisiq. Cosi per il comerale 5 At nstrong da la pronuncia any il muclugh di Aden Sirs, il benddir e il digil hhaano Jari. Aden Siré pronunzia sdn fa parola che indica naso 2, contro saan di Armscrong. CAP. II] - MUTAMENTI FONETICI 7 7) L4-n da lt: es. gal-na> gala, entriamo; r +1 dd rr: es. dir- nay > dirray, inviammo; t += nn (benddir fn): es. da *so'ot-na so'on—na, marciamo; m—n da nn (benddir fin): es. da *dagdlamna > dagélatna, lottiame fra di noi; 8) l'isiq e il daréd hanno casi di d + y =d¥ e r + y = 18, come: kadSa accanto a kddyd, urinate; ar6rS4 accanto a aréryd, conducete al- Tabbeverata. Non sono del tutto ignoti al benddir; 9) in benadir n+ y da Ai (varianti fy € vocale nasalizzata + A). Es. da lugun, collo + suff. yo del plurale: luguaiyo, luguiio, lugitfio; da gényo, cavallat géiio. n) Una caratteristica del somalo @ la trasformazione in o di ad finale di parola, che si verifica in molti nomi tratti dall’arabo, come féyido da *fayidad da *fayidat (*fd'idat) © nelvimperativo del rifiessivo, come in *dbso, temi, da * dbsad. 0) Accanto ai fenomeni di assimilazione abbiamo in somalo quelli di dissimilazione. Es. ben. ‘ules per ‘ulus. p) Frequente in benddir, specie nella parlata del Rer Hamar, 'inser- zione di un n parasitic o nasalizzazione di vocale. Es.: diréd haa, ben’- dir Adfsa (hdSa), foglio carta; méfio da mayo da mayo, mare; gordfio da gordnyo per gordyo, struzzo; XXX, 8: ‘atiagdi, essa s'innamord, per ‘afagdi (arabo 3) e XXX, 9, addirittura: aildy per a(ldy, cera. Stessa tendenza in digil. 9) Nella declinazione e coniugazione si riscontra frequente il feno- meno della caduta di vocali disaccentate postoniche. Es.: gdbdo, ragazze, per gdbado; furmay, si aperse, per firamay. r) Fenomeno inverso é I'epentesi di vocali eufoniche. Testo ben. XXX, 28: dihudi pe: difdi, la vecchia. s) Caduta di h: nelle forme abbreviate del verbo essere, nella pronun- zia a della copula reiativa ah. 1) Metatesi: is. dar. ‘osl-dy, render grave, da ‘olus, grave. Testo be- nidix XVII, 7: 104 dregya, io vedo, per wa drkdya. V'8 metatesi anche nella pronunzia benddiriana dia (da “anya) del suffisso possessivo di r* pers. pl. dyna. 2~ MM, Momno, it Somato dela Somali. 8 PARTE 1 — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO CAP. IV - L'ACCENTO § 9. DeFINIZIONE, SEGNE E LEGGI. - Con la parola « accento » inten- diamo l'accento d’intensita, cio la maggior forza con cui & profferito un fonema 0 geuppo di fonemi: Faccento nel significato italiano della parola, quando diciamo, ad esempio, che in « pericolo» Taccento cade sulla terzul- tima sillaba, in «citta» sull'ultima ¢ in «vegetazione » sulla penultima. Una parola pud essere colpita da due e piti accenti: ad esempio « precipitévolissimévolménte 3; chiamiamo ¢ accento principale », in quest’esempio, quello di mente, secondari gli altri due. Su vocale breve indichiamo I’'accento principale con il segno dell’acu- to; es. faras, cavallo; gabdrea, la ragazza. Su vocalé lunga indichiamo V’accento principale con il segno del Kirconflesso; es. libdh, leone = libah. Indichiamo I’accento secondario con il segno del grave; es.: faraskéda, il loro cavailo; libikiydlka, i leoni. L’accento rappresenta nel soma‘o, come in tutte le lingue cuscitiche e anche in alcune lingue semitiche «"Etiopia, quale I'amarico, una causa di disorientamento per i suoi frequeati spostamenti. Non accade, infatti, in italiano, di sentir pronunziare «pericoli » e « pericdli»: in somalo, invece, accadr’ iii sentire accanto al prevalente némanka, gli uomini, anche nimdnka. : : Nella trattzzione grammaticale garanno date le accentuazioni preva- lenti, dialetto per dialetto, e cercate lz ragioni delle deviazioni, non ancora tutte chiare per i linguisti. Nei testi saranno scrupolosamente indicate le accentuazioni udite. In linea generale si pud affermize, per tutti i dialetti considerati in questo volume, quanto segue: 1) Nei nomi costituiti dal purg tema, senza suffissi formativi e senza affissione d’articoli, su‘fissi possessivi o dimostrativi e desinenze, l'accento; a) sta sulla prima sillaba nei nomi bisillabici taato maschili quanto fernminili con prima sillaba lunga o nei nomi bisillabici mas chili con due sillabe brevi. Es.: tdgir, mercante; hésid, invidioso; Gmus ed amis, silenzio; qdsol (m.), riso; faras (m.), cavallo; bégor (m.), re; 5) si nota, invece, un’oscillazione nei nomi bisillabici fe mmi- nili con entrambe le sillabe brevi; es.: gabdr ¢ gdbar, ragazza; ga'dn e gd‘an, mano. Il tipo prevalente & tuttavia il tipo ga‘dn, con accento sull’ultima; c} nei nomi bisillabici sia maschili che femminili in cui la prima sillaba sia breve e la seconda lunga, I’accento poggia su quest’ ultima; es.: is. Aabén, dar. ben. hamén (m.), dig. hamin (m.), notte; som. com. libéh (m.), leone; walé! (m.), fratello; waldl (f.), sorella; CAP. IV ~ L'ACCENTO 19 4) i nomi trisillabici costituiti dal puro radicale sono pochissimi, ed difficile formulare per essi regole; 2) i suffissi formativi dei nomi hanno il loro sistema d’accen- tuazione; alcuni sono disaccentati, ad es. -is, in nadif-is, pulizia, édb—is, educatore, altri hanno il loro acento fisso, come ~nimo in dofarnimo, porcheria, waldl-nimo (waldl-timo, fratellanza). In particolare & disaccentato il suffisso -0 formatore di femminili e di plurali, es. déro, gazzella, maro, vestito, waldl-o, fratelli, e cosi il suffisso “ad (ed), formatore di femminili: es. dar. da tgir, mercante, tdgired, mefcantessa. Egualmente disaccentato il suffisso formatore di plurali —yin; es. maré-yin, vestiti; accentato invece il suffisso di plurale -yal, es. da libah, eone, libah(i)yél, leoni. Per l'applicazione dell’articolo e di altri suffissi si veda fa grammatica. 2) Per i temi primitivi dei verbi si hanno zegole analoghe a quelle dei nomi primitivi:.bisillabici a due brevi, acento sulla prima siflaba; es, qévol, ridere, hddat, parlare; bisillabici ‘con prima sillaba lunga, accento su questa: es. dmus « dmils, tacere; accentata la seconda sillaba lunga di un bisillabico a prima sillaba breve, es. dagd., combattere, gawdd, rispondere. I suffissi ampliatori dei temi primitivi hanno le loro regole. Delle de- sinenze alcune sono accentate, altre disaccentate. Vedasi per tutto questo Ja grammatica. 3) Parole che civentino lunghe per cumulo di suffissi e desinenze hanno accenti secondari, 9 anche doppic accento d’eguale intensita, es. wé sakrénsattén, we sahrdnsattén, vi siee ubbriacati, dove gli elementi costitutivi sono sahrdn, ubbriaco, -s-, suf‘isso del causativo, -at-, suffisso del riflessivo, -#én, desinenza della 2* persona plurale del perfetto. 4) Principali ragioni di spostamento nel sistema dell’accentuazione sono: a) Ia proclisi, per cui parole che hanno meno importanza nella frase si appoggiano su una o pid parole segucnti, restando disaccentate. Cosi anche in italiano altra @ la forza di «vieai» in «vieni!> ¢ in «vieni a casa», pronunziata vieniaccdsa con un solo accento. Oppure T'enclis per cui parole che hanno meno importanza poggiano sulle precedenti ¢ si disaccentano, o indeboliscono Vaccento proprio a secondario. Es. md rdbo, non voglio, di mdrabo, mérrabo, mdrrabd ed anche, con fissazione ¢ forti- ficazione dell'accento secondario, marrabé. Cosi mahdd qdbta > mahdd- qabta > mahad qabta® ¢ in fine >> mahéd gabrd. 11 verbo, posto in fine della frase, ¢ per lo pid enclitico. Vi son casi fissi di enclisi ¢ casi determinati 1) Nei testi acento di origine secondaria, per semplificazione, ¢ notato col grave soltanto quando é spiccatamente debole. 20 PARTE I — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO dall'importanza soggettiva che ha per il parlante uno o T'altro elemento della frase: cfr. inglese bring him, pronunziato bring him nel senso di. ¢ por- ta lui», dove cid che pid importa al parlante @ la persona da portare bring(h)im, nel senso di « portalo», dove J'attenzione & principalmente fissata sul portare. Oltre a perdere 9 mutare il proprio acento, l'enclitica pué alterare quello della parola su cui, succedendole, si appoggia, come nel greco GvSppmtds Tis da GvSpares + THs. Di questo genere & testo benadir IX, 5: wardwihi-na per wardwihi (vedi sotto) ++ na; 6) la tendenza di sillaba tunga a toglier I'accento a una sillaba lunga che Ja segua. Cosi nei testo dardd n. I: yimddén per yimadén, yirahden per yirdhdén; nel testo dizéd n. X, 161 habélén, seppellirono, per habdlén; TI, gi direréysén per dirireysén; ©) la tendenza nei trisillabi al costituirsi sulla terzultima sillaba di un accento secondario, che pud prendere il sopravvento. Cosi nel testo dardd n. 1 abbiamo yirdhdén (normale), yiréhdén (in forza della regola 8), yirdhdén e pirdhdén, In testo benddir IX pluries wardwihi per wardwihi, in altri testi benad:r négaha per nagdha, sinadae mérada per sanddae mordda; d) una cotta convertibilita, che si nota fra l'accentuazione + -> ¢ il suo opposto + -~.") Cosi da gériyed, sacco, con sviluppo d’accento secondario géniyéd, si pud arrivare a géniyéd; e) uso dell’accento finale pe: Ia messa in rilievo ¢ la coatrapposi- zione, come in nifkt yimid, !'vomo che @ venuto, in contrapposizione a quello che non & vento; 4) il gioco ritmico della frase, che muta la disposizione degli accenti per evitare urt!, segnare parallelisn.i ecc. 5) L’accenco determina mutamenti fonetici sui quali i limiti della nostra trattazio.re non ci permettono d'insistere. Il pid frequente & quello, che riscontrere:no spesso in grammatica, della caduta di vocale disaccen- tata, in determinate posizioni, dopo sillaba accentata, come in: hdrgo, pelli, per *hdrago da Adrag, pelle; firmay, si aperse, per fairamay. Un altro 2 il raddoppiamento spesso prodotto dalle particelle md, ké, kd, hd ed eventualmente anche da altre parole accentate sull’ultima, Es.: md-rrabd (poi, per c, marrabd}, non voglio; kd ddd‘i, ne cade (pioggia) (e anche, con caduta del primo acento dopo esaurito il suo effetto, per evitare scontro d'accerti, ka ddd'i); mahd kki_air? che c'8? hd_ggald, entri. 1) Cir. M. M. Moneno, L'accento in gatla, in « Rivista degli Studi Orientali 2, volu- me XVI, 1906, pagg. 181-211: 2 pag. 191. CAP. ¥ ~ IL TONO ar CAP. V - IL TONO § 10, Concerto E FUNZIONE NEL SOMALO. - Il tono é il grado di al- tezza di un fonema o di una sillaba sul registro musicale. In questo senso % tonica, in una parola, la sillaba che costituisce una nota pit alta delle altre. Tra tono e accento d’intensita vi pué essere coincidenza, nel senso che la sillaba musicalmente piti alta sia pronunziata con maggiore energia {ad esempio gli accenti del greco antico, che erano musicali, son divenuti nel greco moderno d’intensitA), ma pud anche non esservi alcuna relazione. Vi sono lingue che, come il cinese, distinguono mediante i toni parole altrimenti omofone, alire, invece, che distinguono gli omofoni soltanto col senso ed eventualm:nte, nello scrivere, con l'ortografia, come il fran- cese che pronunzia eg:talmente faut, occorre, faux, falso, e faux, falce (Grammont, op. cit., pig. 129). . La Sig.na Lilias E. Armstrong, nel lavor pit volte citato, ha studiato accuratamente il tono nel somalo isiq, ed & venuta alla conclusione che esso condizioni I'accento d’intensit3, ed abbia ura funzione importante come differenziatore di omofoai. Essa distingue nel somalo is4q tre toni semplici: medio, che segneremo con un punto in mezzo a destra della sillaba; alto, che segneremo con un punto in alto a destra délla sillaba, ¢ basso, che segne- remo con un punto in basso a destra della sil-aba, Aggiunge un tono com- posto, il tono discendente, che segneremo \, ‘Sempre a destra della sillaba. Il tono determinerebbe it genere o lo contrassegnerebbe. 1 monosil: labi lunghi con tono discendente sono secando fa Armstrong maschili: cosi dig\, gallo, con art. dig\ga. I monosillab: lunghi di tono medio sono, invece, fernminili: cosi gés-, direzione, con art. g6s-ta, distinto da ges\, corn, con art, gés\ka. I bisillabi femminili hanno entrambe le siflabe di tono medio: cosi adién = ad-dén-, schiava; i bisillabi maschili sono invece di tono alto sullz. prima sillaba ¢ bass sulla seconda, se entrambe le sillabe sono brevi, co'ne in i-nan., figlio, a di tono medio sulla prima, discendente sulla seconc'a se quest'ultima & hunga, come in ha-bén\, notte, 4a-B8A, leopatdo, conta sa-bfl-, leopardessa, ‘-sdn\, capretto. E via dicendo. Ne nascono, come si & visto, importanti distinzioni, come: gés-, ditezione, contro gés\, éorno; 1db-, torace, contro Hab\, piega; i-nan-, fighia, contro i-nan., figlio; ba-gal-, mula, contro ba-gal., mulo; gd-din-, cammellina, contro g@°iin., cammellino. Abraham segue I'A:mstrong, entrando in una pitt complicata regola- mentazione. Il Prof. Augusto K.ingenheben, nell‘atticolo Ist das Somali eine Ton- sprache? pubblicato in ¢ Phonetik », III, 1949, fasce. 5-6, pagg. 289-303, 22 PARTE I — FONETICA E FONOLOGIA DEL SOMALO ha trovato in parte confermata, ma anche in parte contraddetta l'interes- sante teoria dell’Armstrong da due somali isaq interrogati a Tripoli. ‘Occorrera attendere i risultati delle ricerche fatte dall’Andrzeyewsky in Somalia per conoscere la funzione del tono nel benadir, daréd e digit. Quelle, brevissime, condotte da me, sono state piuttosto negatives gi'infor- mnatori che interrogai non avevano la coscienca (né io avevo fa percezione} i una pronuntia diversa fra opposti, come: gés:, direzione, ¢ ges\, comno; ad-dan\, schiavo, ¢ ad-dn-, schiava; dicevano di distinguerli con l'arti- colo ¢ in mancanza con il senso o col ricorso ad altri vocaboli. L'auto- revole Yasin ‘Ism&n, che aveva frequeatato V'Andrzeyewski, affermava, perd, l'esistenza di distinzioni basate sul tono anche nel daréd. I] Reinisch sveva, invece, come & noto, sentito negli opposti del genere sopraindicato distinzioni di quaatitd e di acento, come: addén, schiavo, addén, schiava; damér, asino, ¢ camér, asina; inan, figlio, e inda, fighia; anche queste contestate da mici informatori. Tn attesa che possano esser daze regole certe per i dialetti della Soma- lia, ci asterremo dal trateare nella graramatica del tono € da} segnarlo nei testi, tanto pid C1e effettivamente le opposizioni sono per lo pid risolte, in linea pratica, dall’articolo ¢ dall’uso di vocaboli diversi, ¢ che fra tono » accento d'intensitd l'Armstcong riconosce (pag. 347) una stretta rela- zione, tanto da ;ndicarli con gli stessi segni- In tutte le lingue Yintonazione ha grande importanza nella frase. La differenza tra Waffermazione «vieni» © Vinterrogazione ¢ vieni? » @, appunto, d'intorazione. Anche nel somalo Vintonazione & significativa nella frase. PARTE II GRAMMATICA DEL BENADIR SEZIONE I - MORFOLOGIA CAP, I - IL SOSTANTIVO A) GENERE § 1. - Di generi il benadic, come gli altri dialetti del somalo, possiede soltanto il maschile e il femminile. Solo in alcuni sostantivi il genere si distingue dal suffisso formativo, mancando desinenze distintive del genere. Cosi sono maschili gli astratti in -is, come weyd-is, interrogazione; fem- minili i derivati astrajti in -dn, -in, -nin, nimo, come: badn-Gn, moltitu- dine; aadif—in, pulizia; signin, speranza} fir-an, Yaprirsi; walal—nimo, fratellanza; i nomi ig, -0 (-a) mutuati dell’arabo 0 formati su modello arabo, come: fé'ido, guadagno (arabo $351); sdno o sdna (arabo din); dil~id, V'uccidere; déw'ad, Stato (arabo X55!; i nomi d’azione in —id, comet Ségid, il dire. Sono majchili pure i nomi d’azione in —dw (0), come: fur—dw, Vaprire; dis—dw, il costruire; ‘absad-dw, il remere, propri del benddir. Sono, naturalmente, maschili o femmjnili, a seconda del sesso natu- rale, i nomi di essere animati, come: wil; raga2zo, gdbdr, ragazza; addg, Padre, habar, madre; nin, uomo, ndg, donna; abkéw nonno, abéto, nonnas abti, zio paterno, éddo, zia paterna; {dras, cavallo, géfio, cavalla; dig, gallo, déro, gallina; rdtti, cammello, hal, cammeila. Negli esempi sopracitati cambia del ‘tutto, col genere, il radicale. Ma in altci sostantivi uno & il vocabolo pez il maschio e per la femmina: cosi waldl, fratello e sorella; damér, asino : asina, In questi casi, quando maschi V'articolo o la terza persona singol;ze del verbo, dove maschile femminile sono distinti, si supplisce con I'aggiunta di lab, maschio e didig, femmina, per gli animali, 0 con altri espedienti. Cosi damér lab, damér didig; hal-geri, giumenta di giraffa, ciot firaffa femmina; ‘6r-géri, stal- lone di giraffa, ciot giraffa maschio; wahar: Iéhahay hal walél iyyo waldSo (asticolando ii secondo termine): io posseggo un fratello e una sorella, » 2) Gl'informatori concordamente negano che esistano opposizioni basate sulla quanti- tio sul tono, come damér, asino, e damér, asina, o 5a-841-, con entrambe le sillabe sulla stessa ‘nota, pec «leopardessa », coniro Za-Bél\. con’ la szcanda sitlaba in tono disceademe, per eleopardo». Jada, + puella , nel testo VII bis, 13, aon sembra in contrasto con queste dichia- vazioni, perché pud trattarsi di allungamento enfatico. Vedi FoNetica, § 10. 26 PARTE II — GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I ~ MORFOLOGIA Come si vedsa nel paragrafo seguente, non sempre il plurale conserva lo stesso genere del singolare. B) NUMERO § 2. — I numeri del somalo sono il singolare e il plurale. Di massima il benddir osserva nella formazione del plurale le stesse regole dell’isaq e del daréd. § 3, PLURALE DEI NOMI MASCHILI. - Bisogna distinguere fra i nomi monosillabici ¢ i plurisillabici. @ I nomi maschili monosillabici formano il plurale mediante raddoppiamento della consonante finale, preceduta dalla vocale a, sog- getta, questa, allé coloriture d, &, ¢, i. Esempi: af bocca asa, fet, fef ‘ol = nemico ‘élal ‘a pozzo “Gal, ‘élel Questo tipo di plurale conservi il genere maschile. 4) I nom, maschili plurisillabi fanno il plurgle, a seconda che insegna I’uso, in 6 © in yo, quest'ultima desinenzz normale dopo le Jacingali (°, A, 3, ‘). Esempi: walél + fratello walalo bdhal animale selvatico bahalo (e bahallo) qdlih enna (da qalim) gdlimo agén ——orfano (da agém) — agémo hereg — corda hérgo, herigyo (vedi § 8, a) faras_ cavalo fardo (isregolare) bah leone libdhyo (e per eufonia libahiyo) dawd' —sciacallo dawd'yo mérag —_testimone mardgyo Invece di -o si sente talvolta ~a (es.: t. XI, bakald; t. XX, 4, walla). I plurali di questo tipo sono di genere femminile, con qualche ec- cezione, come: waldlo, fratelli; fdrdo, vavalli; ilko, denti (da ilig per *ilik), che rimangono iaschili. ©) I nomi maschili plurisillabici terminanti in i ed @ fanno il plu- zale in yo ¢ in yél. Esempi: dibba martello dubbayo e dubbayal dibi toro dibiyo ¢ dibiyal digsi — scuola dugsiyo e dugsiyal Questi plurali, tanto in —yo quanto in —yél, sono maschili. CAP. I = IL SOSTANTIVO 27 § 4, PLURALE DEI NOMI FEMMINILI: @) 1 plurale dei nomi femminili us-enti in consonante, siano essi monesillabici o plurisillabici, termina in -9. Esempi: nag donna ndgo il occhio indo (irtegolare) mal fuogo mélo abal premio abélo gabar ragazza gabdo (da gabady hal cammella halo Questi plurali sono di genere maschile, mentre, come abbiamo visto, i plurali in -o dei nomi femminili sono maschili. Si chiama polarita questo fenomeno d’ mutazione del genére. Alla desinenza --o si sostituisce dopo i numerali -éd: es. affar négéd, quattro donne. Con fal, cammella, si ha Aaldd: affar haldd. In benadir, anche, (@°éd, es. lamma bogol kun 16'éd, 2100 vache, da 16°, vaca. 8) I nomi f:mminili teminanti in -o fanno il plurale in —yin, previo allungament: deil’o. Esempio: abéso vipera —_ abeséyin Perd invece di -G-yin il benidir pseferisce -6-fin, a Itala -é-din. Esempi: abéso.—_vipera aléséfin _abés6din tabo bottiglia t1b65in tubédin dilmdfio zanzara dimafiésin dilmafédin Questi plurali sono di genere maschile. c) I nomi femminifi in -a (in genre limitati al benddir, perche gli altei dialetti hanno -0, -ad, quali imprectiti dall'srabo) hanno il plurale in -pal. Esempio: sina anno (arabo dia) — sanayél Questi plurali sono maschili, § 5. PLurazt pi eLurats. — Dai plurali per saddoppiamento e da quelli in -o ¢ in -yo si ricavano altri plurali in ~pdl, davanti a cui le desinenze -0 e -yo diventano a ¢ ya ¢ in benidir anche i, i, Esempiz y y Purse Plucste plurste ger (m.) mento, barba —gérer gererpal fir (m.) fondamento tirdr tiraryal min (m.) abitazione minin mininyal (pr. minihél) 28 “PARTE Il — GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I ~ MORFOLOGIA sarr (m.) casainmuratura — sarar sararyal iH (m.) occhio indo (plur.irreg.) _indiyal nag (f.) donna ndgo ndgaydt irid (£.) porta [irdo} irdiydt ilig (m.) dente ilko itkiyal (da *iliky deg (£.) orecchio dégo degiyat Questi doppi plurali in isiq hanno significato di plurali di gruppi (esempi: ndg, donna; négo, donne; ndgayél, vari gruppi di donne, ammas- samento femminile; ilig, dente; ilko, denti; ilAiyal, varie chiostre di denti); in benadit tzndono ad aver valore di plurali semplici, Minin pl. di min vale propriamente vani, inglese rooms, e quindi, ¢ adoperato come un singolare, nel senso di «casa». I plurali di plurali in -y4l in benddir sono maschili, mentre sono fernminili in isiq. § 6, PLURALIA TANTUM. - Esistono in somalo dei sostantivi che hanno soltanto il plurale: fra essi i nomi di liquidi, biyo (m.) acqua ‘éno {m.) latte fimo (f.) lagrime fimo (m.) figli, ragazzi § 7. PARTICOLARITA DEL BENADIR WELLA FORMAZIONE DEL PLURALE: a) Gia Iisiq mostra la tendenza ad estendere anche ai ma- schili monosillabici il plurale in -o, -yo, che assume, per polarita, il genere femminile, Questa tendenza & ancor pit spicata in benddir. Esempi: nin (da nim) womo bal capanna af bocca ‘ol nemico ‘al pozzo la punta di freccia 8 coro dog pozza d’acqua piovana nimo (pl. pl. nimayal) ninyo (pr. nific) balo capanne, villaggio afyo ‘shyo “éliyo lébiyo gésiyo d6g{i)y0 Notare linserzione di i eufonica dopo sillaba lunga ¢ la frequenza del suffisso yo. CAP. I — IL SOSTANTIVO 29 8) Plurisillabi terminanti in n interpretato come un originario m presentano in benddir il plurale per raddoppiamento: agén —_orfano agémén addén schiavo addémén gdnin legge (arabo sil) gandmén suldén sultano (azabo n, r. Cosi il benadir ha béhalo, sdfaro, qdlimo (e anche, con strascicamento, bdhalld e qdlimmé) da bahal, animale selvatico, sdfar, carovana, gdlin, penna, contro isiq ddhlo, sdfro, qdlmo. 5) Nei nomi terminanti in ge 7 questi suoni possono rappresentare originari k ¢ d, che ritornano davanti a -0 in occasione dell’ applicazione della regola a). Esempi: flig (da *ilik) dente pl. itko ddag (da *ddak) forza pl. ddko gabdr (da gab) ragazza pl. gdbdo Qualche volta si verifica il caso che si sia persa la coscienza dell’antica etimologia e sia mantenuto un g dove dovrebbe andare un k, 0, viceversa, che per analogia si metta un k al posto di un g, come aviene in drho, pl. di drag, sguardo, dove la g, testimone il galla, sembra etimologica. Cid spiega le contraddizioni fra i vari dialetti: mentre in isiq Addig, corda, fa Addko, il corrisposdente ben. héreg fa hérgo. o) n finale (9¢r lo pit pronunziato 7 in benadir), rappresenta spesso un antico m, il quale ricompare, non erovandosi pitt in posizione finale, nel plurale raddoppiato ¢ nel plurale in -0. Quindi: nin (da nim) uomo aiman, nimo gdlia (da qdlim) penoa qdlimo Spesso questa ricostruzione etimologica é falsa, come é falsa 1a corre- zione del romanesco rotaia in rotaglia in base all'abitudine di correggere battaia in battaglia, Cosi da sulddn, sultano, proveniente dall’arabo sultdn, si fa in bendir un plurale sulddman e da gandn, legge, ar. gandn: qaniimén. Ul plurale di gaan, mano, oscilla fra gd'no ¢ ga'dmo, pl. pl. ga'miydl; da persona s2hdl ho sentito per san, naso, dove n & etimologica, un plur. di plurale smiydl, che presuppone un plurale semplice *sdmo (= sanmo, sazimo). d) n+ yo e n+ yal danno fiyo e Ayal o fio e fal, anche con na- salizzazione della vocale precedente. Cosi da lugun, collo, iugiinyo pro- nunziato Ingdiyo, lugdfio e iugiifio; da din, religione, (0 dial) per dinyél. 2) Lo stesso é il trattamento di m etimologica ++ yo o yal, perché y, nella pronunzia somala piii denso che T'italiano j, ¢ una consonante davanti alla quale 7 si comporta come davanti a tutte le altre, trasforman- dosi, ciot, in A. E da % + y nascono Je combinazioni fonetiche sopra indicate. Quindi warram, discorso, mutato in warrant, fari warraftyédl, warrandl, warrandl. CAP. 1 = IL SOSTANTIVO C) IL SOSTANTIVO ARTICOLATO Br § 9, LE FORME BASI DELL'ARTICOLO. — Da un suo pronome dimo- strativo (§ 46) il somato ha tratto un articolo che si suffigge al sostantivo, e che in benadir presenta le seguenti forme-basi: Maschite Feromiaile (ingolare e plueale) (aueglare € plurale) ka ta ki u ka tm {ko to Le prime tre forme delle due colonne hanno valore determinative: ninka, ninki, ninkw, -'uomo; négta, négei, ndgtu, la donna; némanka, nimanki, nimanku, gl. uomini; ‘askdrta, ‘askdrti, ‘askdrtu, Ja truppa, i soldati. La quarta forma corrisponde al jnostro articolo indeterminato: ninko, un uomo; ndgi2, una donna; ‘askdrio, dei soldati. § 10. Uso vette Quattro FORME. ~ Delle tre prime forme: a) quella in @ corrisponde all’uso rormale del nostro articolo de- terminativo: ninka, I'somo; ndgta, la don'aa; 8) quella in i i usa per indicare p2rsona 0 cosa di cui si sia gid parlato, su cui si sia fssata l’attenzione (ninki, il suddetto uomo; ndgti, la donna in parola), o per distinguere e sot‘olineare, rispondendo pid alla domanda «quale?» che alla domanda «chi? » Cosi, secondo un lucido esempio fornitomi dat Cadi dei Cadi di Mogadiscio, se io voglio dare, come mia spontanea comunicazione, la rotizia che !Amministratore & andato in Italia e poi ritornera, dird: Muttrka Itdlya wa_tagéy = Tl Marescialio [in] Italia ecco andd Ma in risposta alla domanda «Dove sta l’Amministratore?» dird: Muirki Itdlyd wa_tagey Altra esempio: nel testo n. X si parla d'un asino: in principio con Ia parola damérka; alla frase 4, quando é gi note, con damérki, Ma fra questo damérka e il primo damérka ci sono altri damérka che dimostrano che per l'indicazione di persona o cosa gid menzionata luscita in ~i non 2 obbligatoria, come non sarebbe obbligatorio in italiano continuare con « quell’asino» o «il suddetto asino ». 32 PARTE II — GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I~ MORFOLOGIA Nel se: della distinzione citiamo ad esempi: VIL x Nin&it la ga nabdd gal d nabdd gald = L'uomo dal quale si rientra in pace, rientra [egli stesso] in pace. Qui si contrappone un tipo d’uomo agli altri. I, 3 Lakin wahdila géya mBninka ‘awadi = Perd vien ricondotta a casa di sera. Qui «di sera» (‘awadi) & contrapposto a «di giorno ». In generale si riscontra usato, in senso distintivo, I'articolo in quando segue una proposizione relativa. Ma anche qui nulla d'as- soluto: nei testi troviamo frasi relative con la forma in -a, Tutto dipende dal valore che ha nel parlante, nel momento in cui parla, la distinzione. La a di ka e ta, sempre chiara nel timbro (cick @ pura, non d), si sente Junga quando Tarticolo é pid vicino al suo antico valore di dimostrativo (es.: ndgtd, quella donna; dagahd [KXVITI, 9], quella pietra); la -i, anche essa sempre chiara nel timbro, e sempre segnata junga dall’alfabeto osmania, si sente effettivamente lunga, e magari accentata, quando Ia distinzione od opposizione vuol essere segnata in modo particolare. ¢) La forma in -u (ku, ta) @ poco usata in bendifir, ed & ritenuta propria del daréd. Si notera che essa & assente nei miei testi abgal, si- corre in quelli di Gabo Tako, avverzo anche al dard. In questo si riferi- sce a cosa che forma oggetto della conversazione, ¢ quindi il suo uso analogo a quello della forma in -i, con Ia differenza che questa segna sem- pte una certa attenzione, una certa distinzione, una certa messa in evi- denza. Secondo un Iucido esempio di Aden Siré: 4 Uno dice (in daréd): Wilka a yer Ul ragazzo lui chiama = Chiama il ragazzo ! Lialtro risponde: Weakan, witki wa_yimi Ecco, il ragazzo ¢ entrato Poi si riprende a parlare di lui e l'uno dei due osserva a un certo punto: Wilke wélan yahdy Ul ragazzo pazzo @ = Il ragazzo & pazzo In quest’uso la forma in u & frequente nella natrazione. Serve anche a indicare un soggetto preso in senso generico: es. ninku non come quel determinato uomo, ma come I'uomo in genere. CAP. I ~ IL SOSTANTIVO 33 d) La forma in -0 (Ko, to) indica, come si & detto, lindetermina- zione, tanto al singolare quanto al plurale. Es.: Ninko, un uomo; ndgto, una donna; nimanko, alcuni uomini (spagnolo unos hombres), degli uomini. Ha spesso l'accento sull’o, talvolta prolungato. # § LL. ARTICOLAZIONE CON SEMPLICE -A, —1, (-U), -0. — Il collettivo gél cammelli, non assume l’articolo ka, ki, (ku), ko. La determinazione ¢ Vindeterminazione si esprimono con géla, géli, (gélu), gélo.* § 12. AFFISSIONE DELL’ARTICOLO MASCHILE. - L’articolo determi- nativo @ di solito disaccentato, Nell’accentuazione del sostantivo a cui viene affisso v'é oscillazione, a seconda delle parlate e dei parlanti oltre che del ritmo generale celia frase: ora vien mantenuta l'accentuazione del sestantive, ora l'accenté vien trasportato sulia sillaba che precede I’atti- coio. Cid dipende, a mid giudizio, dal fatto che il somalo non ha perduto det tutto la coscienza dellorigine pronominale dell’articolo, la’ quale ne fa una parola ancora semiindipendente, tanto vero che nella scrittura osma- nia & scritta separata; ciel primo dei due casi indicati la indipendenza & maggiore, nel secondo Funione & pid stretta, Cosi da pl. niman, uomini: nimanka che sarebbe propriamente niman_ka e nimdnka, dove l'articolo farebbe corpo col voca2olo. Nell atticolo indete-minato si hanno questi due tipi di accentuazione, oppure Vaccento & sull-articolo: nimanko, nimdnko, nimanks. a) La forma base dell’articolo maschil:, kai ujo si affigge ai sostan- tivi maschili, singolari e plurali, che non terminano in vocale né nelle con- sonanti y, W, gg, A, h, ,',". Per il plurale, qu ndi, essa é propria dei plurali 2) Nef dialetta istg, secondo le conciusioni sagg-unte dalla v. Tiling nel suo studio Die Vokale des bestimmeen Arcikels im Somali », in» Zeitschritt fur Kolonialsprachen », TX, fase. 3, 2919, pagg. 132-166, la forma in -a, nell’or line spaziale, significherebbe + vici- ro af parfante e visibile », la forma in -0 «stato», che & sempre di «in fieriy; 4) Vimperativo, denotsto secondo il modo, che, quanto allo «stato» & sempre di «in fiesi»; 5) lo jussivo, che & uti congiuntivo introdatto in modo speciale; 6) Vinfinito, che @ un nome d'azione; 7) Virreale 0 condiziotale, limitato alla coniugazione negativa; 8) il participio, limitato al medio~passivo. Sempre per sempiificazione, applicheremo la medesima terminologia alla coniugazione negativa, pur non essendovi fra questa e 1a positiva per- fetta corrispondenza di sistema. : Gli esempi che saranno dati chiarirar;no via via quest’architettura. Tl somalo, dunque, non possiede mezzi organici per distin- guere chiaramente tutti i nostri tempi, Ma riesce a collocare meglio Tazione nel tempo con costruzioni pefiftastiche che appartengono piuitosto alla sintassi che alla morfologia; e che, quindi, imbrogliereb- bero le idee se inserite in paradigmi costraiti secondo ill nostro sistema grammaticale. Mediante costruzioni perifrastiche, alcune delle quali interessano la morfologia per la stretta incorporazione de! verbo ausiliare a! verbo ausi- liato, il somalo distingue, altresi, nel verbo Ye aspetto» dell’istantancita ¢ dell'abitudine da quello della progressivita dell’azione, per modo che diversa sara, ad esempio, la traduzione di + io mangio» a seconda che questa frase significhi che io mangio abitualmente 0 che sto mangiando jn questo momento, come sara spiegato a suo luogo. Neile terze persone singolari il verbo somalo distingue il maschile dal femminile. 64 PARTE 11 — GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I ~ MORFOLOGIA §58, [TEM VERBALI ELLA CONIUGAZIONE A SUFFISSI (CONIUGAZIONE peBotz). — Nella coniugazione a suffissi, identici restando i suffissi stessi, { temi possono essere ¢ ptimitivi» 0 « derivati », Esempio di tema primi- tivo fur «aprire di formazione: ». Ttemi derivati sono i seguenti, di cui é chiaro il modo intensivo fur-fur aprire spesso causativo fur-t, far-st fac aprire medio-passivo — fur-am aprirsi tiflessivo indiretto fur—at aprize per se stesso stativo duh—ow essere o diventar vecchio doppi derivati. es. furfur fare aprize spesso Di ognuno di questi temi, a partire dal primitivo, il benddir esprime Taspetco progressivo mediante il suffisso —ay, che riprende la sua forma originaria hay dopo vocale, onde si avr’: far-ay stare aprendo furfur-ay stare aprendo vivamerte far-i-hay } stare facendo aprire fur-si-hay fur-m-ay stare aprendosi fura-hay stare aprendo per st dukow~ay stare divenendo vecchia Tutto questo sara man mano spiegato pitt chiaramente, con aggiunta di particolari. Lg flessione, si ripete, é unica per temi primitivi e derivati: v'intro- duce cualche complicazione soltanto la fonetica, Nota. ~ Edi tradizione nelle grammatiche citaze i verbi alla 2 persona dell'imperativo, cae nel primitive, intensivo, causativo @ stativo coincide cot tema: ma poiché alterazioni fonetiche diffe- rengiano questo dalla 2* persona dell'imperativo sing. net medio~ passivo, nel riflessivo e nei verbi in m del primitivo, preferiamo citarli secondo il loro tema reale. § 99. Le DesINENZE DELLA CONIUGAZIONE A SUFFISSI. - Le desinenze della coniugazione a suffissi risultano dai due seguenti paradigm, nei quali i puntini indicano il tema verbale, cid che li segue la desinenza, e cid che i precede particelle 0 pronomi complementari. CAP. 1 ~ GENERALITA SUL VERBO 65 I, CONIUGAZIONE POSITIVA INCOMPIUTO (azione in fieri [grosso modo presente-futuro] indipendente) Singolare Plurale 3 pers. com. 2 pers. com. 3 pers. m. 4 pers, £. COMPIUTO (Perietto) Singolare Plurale =nay (ndy, ney, ne, ng, ni} stn ay (dys es & gs 2) tay (cy, tey, te, op (ay, ey, & ¢ i) tay (tay, tey, te, te, 2) 3 pers. com. + 2° pers.com. - 3° pers.m. Ropes. 5 i) veeeflr | CONGIUNTIVO (atione in fieri dipendente) Singolare a pers come -+4640 2 per. com. 3° pers. m, 3 pers. f. IMPERATIVO Singolare Plurale 2 pers, coms ere 4 JUSSIVO Singolare Plurale J" pers.com. an ..0 an sno 2 pers.com. hi ..to hd wtih ol og 3* per.f Ad t0 } ad. dn INFINITO temi primitivi: .....i temi derivati: desinenze varie ‘Nell'incompiuto le « finali sono chiare (cio8 con timbro puro, non 4) e semilunghe. Per semplificazione le trascriviamo brevi; lunga perd la 2* pers. plurale dell'imperativo. La desinenza della seconda plurale -tin differisce da quella del dardd ¢ dell'isiq che & -dn. In alcune parlate del benfdir alla terza persona plurale si ode, analogamente, ~fn in luogo di—da. 5-M.M. Momo, 11 Somalo dstla Somatte. 66 PARTE H - GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I = MORFOLOGIA Il. CONIUGAZIONE NEGATIVA INCOMPIUTO Singolare Plusate 19 pers.com. ma ..0 ma ..n0 2 pers.com, ma ..t0 ma ..tin ( tidy 3 pers.m. ma ..0 1 3. pers. f. ma sto f ™4 14m COMPIUTO per tutte le persone, singolari e plurali: ma ..in CONGIUNTIVO per tutte le persone, singolari e plurali: (én) ..ia IMPERATIVO Singolare , Pluraie 2 pers.com. AH ..in ha «inet JUSSIVO Singolare Plurale x pers.com. yér ..in yan ..in a pers.com. ye ..tn yd ..in 3° pers. yds 8 ay vin Be perf. yay sin INF.NITO manca IRFEALE Singolare Plurale 3 pers.com, ma ..én ma ..nén 28 pers.com. ma’ ..té1 ma ...tén 3° pers.m, oma .. én . Bperssf. ma .,tén [79 +r Nora. - Come si vede, il negative dell'incompiuto & espresso dalla pasticella negativa ma seguita dal congiuntivo positive: casi da Jog, stare: ma Z6go = non [sono che] sto .- non sto. Quindi, pro- priamente, i negativo non possiede, per l'espressione dell'incom= piuto, una sua forma organica; |'ha invece, per il compiuto e il con- giuntivo, i’imperativo ¢ lo jussivo, nel suffisso impersonale ~in, che si fonde con le desinenze del compiuto positivo nel condizionale. 1} In origine non era negative in se stesso nemmeno il suffisso ~in. E divenuto tale nella coscienza linguistica, tanto che in benidir ‘a forma in ~in pub fare a meno anche della particella an. CAP. xX — TL TEMA PRISATIVO 6 CAP, X - IL TEMA PRIMITIVO ~ A) CONIUGAZIONE POSITIVA _ § 60. Parapicma. - Applicando le regole date nei’ precedenti paragrafi, avremo per il verbo primitivo ‘un «mangiare », il seguente paradigma. INCOMPIUTO Singolare Plurale 18 pers.com. ‘n-a 10 mangio (abitualmente) ‘in-na_ noi mangiama {abit.) 2 pers.com. ‘iin-ta tu msngi (abit) ‘un-tin voi mangiate (abit,) 3 pers.m, ‘un-a epi mangia (abit.) } ‘an-dn_essi/e mangiano (abit.) 3 pers.f,“tncta esta mangia (abit.) J (anche “ur-in) Per Je terminazion; in o vedere note al testo XI. comPluTC Singola-e Plurale x® pers. com. ‘an-ay (‘un-i) io mangiai ‘ta-nay (‘én-ni) noi mangiammo 2" pers.com. ‘in-tay (‘en-ii) tu mangiasti ‘un-tén voi mangiaste " ‘. m. -G) Cini) egli mangid ». 7 . . ee. vy Care) ent manio tn én essi/e mangiarono 3 pers.f. in-zay (‘un-ti) essa mangid Per semplificazione tralascio le forme inte:medie in ey, & ¢. v CONGIUNTIVO (RELATIVO) (in proposizione dipendente) Singolare Phurale io mangio, mangi, mangisssi ‘un-no noi mangiamo,-assimo 1 pers. com. 2 pers. com. {se mangi, mangi, mangisssi ‘an-tin voi mangiate, -aste 3 pers.m. epli mangia, mangi, mangiasse | ‘un-dn essie mangiano, man= 3° pers.f. ‘un-to essa mangia, mangi, mangiasse gino, mangiassero IMPERATIVO ‘Singolare Plurale 2 perz.com. ‘in mangia ‘n-d mangiate Jussivo Singotare Plurale 1 pers.com. on ‘in-o che io maagi! an ‘un-n9 mangiamo ! 2° pers.com, Ad ‘un-to che tu mangi! Ad ‘un-tin che mangiate ! 3 pers. m. Ad ‘n-o | mangi egli 3° pers.f. Ad ‘un-to mangi essa } fa ‘un-din mangino INFINITO ‘uni mangiare 68 PARTE I! - GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I ~ MORFOLOGIA § 61. Note AL paARADIGMa. - Spiegheremo al § 73 perché alla tradu- zione dell'incompiuto abbiamo aggiunto fra parentesi « abitualmente» e perché non metteremo questa aggiunta con if verbo gég «stare», con Fir cessercis, kar «poters, fadi «star seduto» ecc. U1 compiuto, oltre che ¢io mangiai» ecc., vale «io ho, io avevo, io ebbi mangiato » ecc. L'incompiuto si adopera soltanto nelle proposizioni principali, qual- che volta anche nelle relative. Es.: Adiga féras wd gabta, Tu un cavallo ecco hai; Féras ma qabta? Un cavallo forse hai? It compiuto si adopera tanto nelle proposizioni principali quanto nelle proposizioni relative e nelle proposizioni dipendenti in genere, quando, naturalmente, si riferiscono al passato, 0, meglio, ad azione gid compiuta. Esempit Adiga hilib wa “intay Tu carne ecco hai mangiato VIII, 2, Ninka Sayténk uv diibay += wahd wéye inka L'uomo [:he] il Diavolo lui ha coronato, cid [che] & Iuomo [che] kaligis is bogray da st si @ fatto re (da = avvolgere, inturbantare ; bogor = far re) L’uomo coronato dal Diavolo 2 I'uomo che si & fatto re da sé stesso Mérki bahay Quando ‘usc! Il congiuntivo non si traduce soltinto con il presente del soggiuntivo italiano. Infatti si usa in turre le proposizioni dipendenti riferite a un’azio- ne in via di compimento. Tra queste sono comprese in prima linea le proposizioni relative per le quali, se stessero a sé, si userebbe in somalo Vincompiuto, Anzi it congiuntivo ¢ eminentemente un relativo, perché le particelle che lo r2ggono in somalo si risolveno, come vedremo, in sostan- tivi introduttori quando, che sono realmente so- stantivi significanti « il tempo [in cui] », per modo che le proposizions ipotetiche e temporali si risolvono in relative; méha = dove, propriamente «il luogo in cui », in, affinché, ecc.; inta, fino a che, e via dicendo, stanne immediatamente davanti al verbo, si usa in generale interporre it pro: nome breve soggettivo. In questo caso i pronomi brevi si fondono con le pseudoparticelle secondo le regole date al § 33. Esempi: V, 8 Gébéreé —hadddy daldtto (dalat, nascere) Una femmina se essa_nasca Se nasce una femmina XV, 4, Bérdha haddid ardktid (— aragtid) (arag, vedere) I campi quando tu vedrai XXKIV, 14, Haddad girtid (gir, emigrare, trasferirsi) Se tu emigri CAP, X ~ IL TEMA PRIMITIVO 2 Invece, con particella lontana dal verbo: Marki haménki démay (dum, cadere) Quando la notte scese IV, 1, Haddi nin ndg arési_ abd (rab, desiderare) Se un uomo una donna sposare desidera 1, x, Haddi niéika tyyo négta is gafan (gaf, urtare) Se il marito e la moglie si bisticciano In X, 5, Aaddi rdbtid, manca il pronome nonostante Sa vicinaaza al verbo di haddi, 4. ~ Davanti all'imperativo non ci sono né particelle né pronomi. 5. ~ Lo jussivo ha il pronome breve nelle prime persone; Ad imme- diatamente davanti alle al:re. 6. - Liinfinito sfugge, naturalmente, a questa regolamentazione, per essere un sostan-ivo verbale. § 64. Muramenti Fonetici: 1. ~ Come nell’iffissione dell’articolo femminile, il ¢ iniziale delle desinenze si muta in d dopo d, q, A, A, hy ’s ‘, we dopo le vocali, fatta ec- cezione per il verbo mi sembra meglio di in futuro, in proposcione dipendene 4) Poich® ‘unaya, ‘unaysa ecc., vengono da ‘ina hdya, ‘ina hdysa ecc., I'accentuazione é un po’ sul tema verbale primitivo, un po sull’ay (quindi anche ‘un-éy-a, ‘un—dy-sa, ‘ur ~dy-na). L’ay del suffisso progressive passa naturalmente, anche ad dy, ey. Nella prima e terza singolare e nella terza plurale domina in benAdir ill suono puro dell’a, che tende anche ad allungarsi se accentata, Nelle aitre prevale e, Se questo e & disaccentato, in pronunzia rapida ey tende a ri- dursi a i (kfn-i-sa, tu porti, per k/n—ey-sa); se & accentato ey si riduce in qualche parlata a é (arkéna, vediamo, per arkéyna). Davanti 2 ay (ey) si producono tutte le modificazioni fonetiche che abbiam viste al § 64, 8 intervenire davanti alle desinenze vocaliche; quindi: il tema del progressivo di arag, vedere, ¢ ar—kay; di qosol, ridere, qosl-ey; di magal, udire, magi-ay, ecc. c) Specialmente a Mogadiscio, nella prima ¢ terza persona singo- are dell'incompiuto -aya si contrae in 4, ¢ la seconda e terza persona femminile del singolare lasciano cadere la desinenza sa. Donde il seguente paradigma (da did, rifiutare). CAP. XI — IL TEMA PRIMITIVO—PROGRESSIVO 81 INCOMPIUTO Singolare Plurale 18 pers. ada dideyana 2 pers. did-ey ——did-ey-sin “pers. m. did-d . B pert. did } aid-ayin Trascriveremo sempre did@ per convenzione: praticamente spesso non wé distinzione quantitativa fra la terminazione della prima e terza persona maschile singolare di un abituale e quella di un attuale: wahdn rab, io voglio (6 73) suona nella sua a finale come wan furd, io sto aprendo. d) In benadir il progressivo ¢ ammesso anche con i verbi kar, 808, Bir, qab (non sembra hay), fer, ma vi ha quasi sempre valore di futuro ed & raro. Es.: Adiga wd tégi kdreysa, wi porai andare. § 75. CONTUGAZIONE KEGATIVA DEL PROGRESSIVO. ~ Per le desinenze si applicano le regole datz al cap. X, B. Le regole fonetiche sono le solite. Fra ?-ay~ (-hay-, caratteristico del progressivo ¢ la desinenza in del compiuto e congiumivo si interpone un'n, ottenendo Yesito aynin (haynin), che pud contrarsi in ayn (hayn). Avremo pertanto: Incomp1uro. - Sing.: ma 4égayo, non dico {in questo momento), non died; ma Ségeysid 0 ma Ségeyso, ma Ségayo, ma Xégeyso; plur.: ma Ségeyno, ma Ségeisin, ma Ségapdn. E cosi da bah, uscire, partire: ma béhayo, non parto, non partird; da has, sapere, ma kdsdyo (kdsdyo), aon so. Bla sthayo, non do, non daré. Nella prima persona singolare s'incon:ra anche il tipo ma Ségayt. Compruro. - Per tutte le persone: ma 3égéynin o md Ségéyn, non dicevo, ecc. Concrmrivo. = Per tutte le persone: (an) Jégéynin o (an) Ségéyn. E da st, dare, eri, cacciare: ma sihéynin, (an) sihéynin, ma erihéynin, (an) erihéynin (oppure sihéyn, erihéyn), Esempi varit Démenki _—hére_- Sémalida géografiya ma kaséynin (E. P.) [Nei] tempo [di] prima i Somali geografia non sapevano Una volta i Somali non conoscevano la geografia (Da keds, sapere) * Nin 6 ‘ano gel ‘abéynin, nin mahin (E. P.) Uomo che latte di cammelli non beve, uomo non & (Da ‘ab, bere) x) Vedo segaato kar nellfalfabeto « osmania -, ma ho sentito sempre kés, con suono @ puro. 6 — MLM. Monsno, JT Somalo delta Somalia. 82 PARTE If ~ GRAMMATICA DEL BENADIR — SEZ. I - MORFOLOGIA XVI, 30, Adiga wah =n “dBli geldynin ad kd warraméysa Tu una cosa fche] non mente entra tu ne parli Tu parli di una cosa che non entra in mente XVII, 9, Nin dn an kaséyn —holehéyga —_si-mayo Uome io non conosco il mio bestiame non-dard § 76. PRoGREssIVvo PERIFRASTICO. ~ 1° (positivo). Usato spesso, nel- Tincompiuto come abbiamo visto a § 73, in luogo dell'abituale, e ado- peratq per il futuro sino al punto da essere interpretato essenzialmente come un futuro dai parlanti, che tale lo dichiarano quando conoscono la terminologia delle grammatiche araba e italiana, il progressivo ha perso molto deila sua capacita di rendere l’azione che si sta facendo nel presente. Percid il benadir ricorre spesso ¢ volentieri all'uso di un progressivo pe- rifrastico specializzaro per il tempo prescnte ¢ costituito da un nome di azione, frequentissimo nel dialetto, tratto dal tema primitivo (e rispetti- vamente, dai temi derivati) con l'aggiunta del suffisso 6w (pronunziato anche 4) ¢ dall'incompiuto del verbo hay, possedere, tenere, avere (tema primitivo), secondo questo paradigma (da fur, aprire): furdw haya i sto aprendo furéw hdyna noi siamo aprendo faréw Aéysa tu stai aprendo faréw heysin Voi state apreado furéw Adya —egli sta aprendo. } furéw hoydn (hdyan, color stanno aprendo ‘fardw héysa essa sta aprendo haya) Come si vede, il processo di formazione & identico a quello del pro- gressivo ordinatio, dove furaya viene ca fura haya: solo il suffisso del nome d’azione @ un altro, e i due elementi della combinazione rimangono sciolti- Presso il r@r Hamar ho riscontrato, accanto al nome d'azione in ow (m.) un nome d’azione in to (f), in identica combinazione. Es. da dig, scrivere: digto haya sto serivendo digto héysa stai scrivendo, ecc. Nota. ~ Il tipo firow hdya corrisponde al tipo géro st haya del Retwiscu, Der Dschabirti Dialekt der Somalisprache, Wier, 1904, § 92, dove sf € una particella che indica contiauita. Solo it Reinisch vede in qdro un congiuntiva, cioé che non é. Il nome d'azione in ow, come ho de:to, & frequentissimo in benddir, e, articolato, vi rende il nostro infinito usato sostantivamente con Yarticolo. Es.: qiscwga, il costruire ; furdwga, Vaprire. Qualche informatore asserisce che piuttosto che qoro st Adya si dice st goro® Adya. Non vien confermata la forma con congiuntivo co- niugato (goro si haya, gorto si haysa) menzionata dal Reinisch, I. c. Delle due forme non ho alcun esempio nei testi da me raccolti. CAP, x1 = IL TEMA PRIMITIVO-PROGRESSIVO 83 Liisiq e il daréd negano il progressivo ordinario anche con V'infinito normale in i + particella ma + congiuntivo positive del verbo hay (es. far-i ma hdy-0), contraendo perd la particella negativa ma € fe voci del verbo Aay nella maniera seguente: furi mayo (da fari ma hyo) io non apro 0 non apriré Furi méysid (da fari ma héysidy tw nom apri o non aprirai Juri médyo {da furi ma hdyo) , egli non apte 0 non aprizi Sari méyso (da furi ma héyso) esa non apre o non aprira Juri méyno (da fari ma héyno) noi non apriamo 0 non apritemo Suri meysin (da furi ma heyste) voi non aprite © non apricete Juri mayén (da fari ma haydn) —essije non aprono o non apriranao Il benfdir non ignora questa forma, ma non la usa gran che, prefe- rendo dire ma férayo. 84 PARTE IT - GRAMMATICA DEL DENADIR — SEZ. I~ MORFOLOGIA CAP. XII - IL TEMA ITERATIVO O INTENSIVO § 77, IL TEMA ITPRATIVO-INTENSIVO. FORMAZIONE E CONIUGAZIONE. ~ Il tema iterativo o intensivo o frequentativo, che esprime un'azione pid volte ripetuta o molto marcata, si forma mediante reduplicazione della prima sillaba o del primo gruppo

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