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Giovanni Ponte
Il primo lavoro da compiere
Rivista di Studi Tradizionali n 3
[1] Conoscenza tradizionale e scienza moderna, nel N. l di questa rivista, pagg. 1720 (n.d.r. Rivista di
Studi Tradizionali).
[2] Chndogya Upanisad, 3 Prapthaka, 14 Khanda, Shruti 3.
[3] Cfr. T'ai-Chin-Hua Tsung Chih (Il Mistero del Fiore d'Oro ), Cap. I. Possiamo citare ancora questa frase
simbolica
del Libro del Castello Giallo: Nel compartimento grande un pollice della casa grande un piede si pu
organizzare la vita.
[4] Cfr. Hehaka Sapa, Les Rites Secrets des lndiens Sioux, pagina 14, dove pure riportata questa frase
significativa: L'uomo che, in questa maniera, puro, contienc l'Universo nella cavit del suo cuore (Chante
Ognaka), da avvicinare al detto dell'esoterismo islamico che citeremo tra poco.
[5] Cfr. P. Vulliaud, La Kabbale juive, tomo I, pagg. 215-217 e pagg. 405-406. Questo simbolismo
naturalmente applicabile sia al macrocosmo che al microcosmo, e cio sia al mondo nel suo insieme che
a ciascun essere. Secondo la Kabbala, la Shekinah o la Presenza divina, che identica alla Luce del
Messia, abita (shakan) sia nel Tabernacolo, chiamato perci mishkan, sia nel cuore dei fedeli; e vi un
legame molto stretto tra questa dottrina e il significato del nome Emmanuel, applicato al Messia e
interpretato come Dio in noi (Ren Gunon, Le grain de snev, Etudes Traditionnelles 1949, pag. 27).
[6] S. Matteo, XIII, 31 e San Luca, XIII, 19.
[7] Hadith qudsi, attribuito al Profeta, in cui Allah si esprime in prima persona.
[8] Naturalmente, queste affermazioni possono trovare applicazione ed essere considerate pi
particolarmente a livelli diversi, il che non toglie l'identit di fondo, che si pu sempre ritrovare restituendo
ai simboli il loro pieno signifieato metafisico.
[9] Citiamo due esempi tipici: i Veda e il Corano, considerati come espressioni di modi di conoscenza
inferiori rispetto a testi successivi delle rispettive tradizioni. Occorre davvero non aver capito nulla dello
spirito tradizionale per non rendersi conto minimamente dell'enormit di questo genere di interpretazioni,
che tuttavia sono cos generalmente accettate in Occidente!
[10] Dobbiamo pure accennare, almeno di sfuggita, all'altra assimilazione, completamente abusiva ed
ingannevole, che identifica varie dottrine orientali al misticismo.
[11] Ci riferiamo al viaggio compiuto nel XIV secolo, secondo la tradizione rosacrociana, da colui che viene
chiamato simbolicamente Christian Rosenkreuz. Effettivamente, si pu pensare che i Rosacroce servirono a
mantenere per un certo tempo il legame dell'Occidente, la cui tradizione era rimasta incompleta, con la
conoscenza tradizionale integrale sempre presente in Oriente. Ricordiamo per che, secondo varie fonti
concordanti, i veri Rosacroce lasciarono l'Europa poco dopo la guerra dei trent'anni (XVII secolo), e del resto
tutte le pretese organizzazioni rosacrociane che esistono oggi in Europa e in America, talora di
recentissima formazione, non hanno alcun collegamento effettivo con la tradizione autentica che portava lo
stesso nome (cfr. le opere di Ren Gunon: Il Re del Mondo, ed. Atanor, capitolo VIII; Aperus sur
l'Esotrisme Chrtien, pag. 39; Le Rgne de la Quantit et les Signes des Temps cap. XXXVI).
[12] Questa penetrazione della cultura profana occidentale rende ora possibile l'esistenza di Orientali
d'origine octidentalizzati in parte, i quali espongono delle dottrine tradizionali, spesso in lingua inglese,
con deformazioni che in qualche caso sono assai meno sensibili di quelle abituali degli orientalisti. Ci rende
talvolta pi complessa la situazione attuale, ma comunque basta dire al riguardo che certamente costoro (e, a
maggior ragione, i loro seguaci) non sono affatto i detentori dell'aulorit tradizionale a cui ci si potrebbe
utilmente rivolgere.
[13] Orient et Occident, II ed., pag. 135.
[14] Evidentemenete, questo il punto capitale, e senza dubbio non sempre facile stabilirlo.