26 140 anni
di DANILO FASTELLI
I
l 1877 lanno del-
la legge Coppino.
Una riforma fon-
damentale, per-
ch introdusse nel
nostro Paese lobbligo di andare
alla scuola elementare per tre
anni, con la previsione di sanzio-
ni per i genitori che contravveni-
vano. Oggi come allora leduca-
zione deve tornare al centro. Bi-
sogna ripartire da l, dal 1877.
Lo stesso anno, il 29 aprile, nac-
que Il Telegrafo, oggi Il Tirreno:
Una coincidenza significativa.
Da quattro anni presidente
del Cnr di Pisa, da nove direttore
dellIstituto di Informatica e tele-
matica (Iit-Cnr) e del Registro. it,
Domenico Laforenza il capo
dellanagrafe di tutti i siti che fi-
niscono per .it . Un battistero
dove vengono assegnati i no-
mi a dominio e un elenco
consultato continuamen-
te in tutto il mondo per
raggiungere oltre 3
milioni di siti che fi-
niscono per .it di
cui il primo fu
cnuce. cnr.it,
nel dicembre
1987. Regi-
stro.it si prepa-
ra a festeggia-
re i 30 anni
mentre si
chiudono le
celebrazioni
dei 30 anni di
Internet, da
quando cio
il 30 aprile
1986 il Centro
universitario
per il calcolo
elettronico
(Cnuce) del Cnr
si colleg su Arpa-
net a Roaring
Creek, Pennsylva-
nia.
Domenico Laforen-
za quei primi vagiti di In-
ternet li ha sentiti di perso-
na: cominci proprio al Cnu-
ce nel 1972 dove fu assunto, an-
cora studente, come addetto ai
grandi calcolatori. Grandi, nel
senso delle dimensioni. Orgo-
gliosamente incorniciata nel
suo ufficio di Pisa, una foto mo-
stra la consolle di un computer
che ingombra come un armadio
a sei ante: aveva una capacit di
calcolo di un mega byte, cio
qualche decina di millesimo del-
la memoria del telefonino che
abbiamo in tasca. Il professore
un osservatore disincantato del-
le dinamiche del web, da non
confondere con Internet: Inter-
net linfrastruttura, il web
uno dei servizi di internet, il pi
importante, che consente di cer-
care e visualizzare pagine e con-
tenuti. Scienziato dalle grandi
letture umanistiche, Laforenza
torna continuamente sul ruolo
strategico dellistruzione, per
accendere fuochi nelle menti de-
gli studenti e non per riempirle
come recipienti, citando Plutar-
co. E tra le attivit del Registro. it
da lui diretto c la formazione
dei ragazzi delle scuole ai rischi
del web.
Ma i ragazzi hanno davvero
bisogno di lezioni di web?
Tutto parte dalleducazione
scolastica. l che si formano i
cittadini, che si crea conoscen-
za, quindi innovazione, quindi
lavoro e sviluppo. Lalfabetizza-
zione oggi ancora pi essenzia-
le proprio per lavvento del web.
Pensiamo ai social: sono uno
strumento straordinario ma an-
che pericoloso. I ragazzi devono
avere punti di riferimento e con-
sapevolezza dei rischi.
Qual il rischio maggiore?
Partiamo dallassunto che la
Rete ha avuto un impatto spa-
ventosamente positivo sulla so-
ciet e sulleconomia: non mi
iscrivo alla corrente dei luddisti
che vorrebbero riportare indie-
tro le lancette della storia. La tec-
nologia mette a disposizione de-
la parola
EDUCAZIONE
Listruzione scolastica deve tor-
nare al centro della societ, co-
me avvenne nel 1877 con la leg-
ge Coppino. a scuola che si
formano i cittadini di domani,
che si crea leccellenza che fa
del nostro un grande paese. Il
successo nelle sfide del futuro
passa dalla capacit di forma-
re i nostri ragazzi.
Domenico Laforenza
Ragazzi, usate il web
ma imparatelo bene
Ci sono aspetti
della vita da
tenere privati
anche perch, una volta
pubblicati, non si ha pi
il controllo della loro
diffusione per un tempo
potenzialmente infinito...
gli strumenti, sta a noi farne un
uso corretto. E il web ha portato
anche ad effetti collaterali, il
principale dei quali forse lega-
to alla privacy. Gli studenti devo-
no capire che ci sono aspetti del-
la vita da tenere privati anche
perch una volta pubblicati non
si ha pi il controllo della loro
il capo
dellanagrafe
di tutti i siti che
finiscono per .it
e cura la
formazione
dei ragazzi
delle scuole
ai rischi della rete
DOMENICO LAFORENZA
diffusione per un tempo poten-
zialmente infinito.
Uninformazione pubblicata
molti anni fa pu essere usata
contro di me oggi.
Il diritto alloblio su Internet
esiste solo sulla carta. Ammettia-
mo che tu ottenga da Google di
far sparire dal motore di ricerca
Laforenza e un calcolatore anni 70 al Cnuce di Pisa (Renzullo-Muzzi)
una pagina che riporta uninfor-
mazione negativa su di te. co-
me se in un museo qualcuno
prendesse unopera blasfema e
la nascondesse nelle segrete
stanze. Ma lopera continua ad
esistere e se qualcun altro intan-
to lha fotografata continuer a
riemergere. Nel momento in
cui, per esempio, fai carriera, en-
tri in politica, diventi qualcuno
di rilevante, quellinformazione
potr essere usata contro di te.
Quindi, attenzione a cosa si
pubblica.
S, ma purtroppo non luni-
co aspetto. Perch i dati che pro-
duciamo vengono memorizzati
IL TIRRENO SABATO 29 APRILE 2017
in un cloud, cio una memo-
ria sterminata che non sta sulle
nuvole ma in enormi data cen-
ter con migliaia di server. Chi mi
garantisce che i miei dati non
escano da l? Non una doman-
da retorica, c almeno un prece-
dente: nel 2013 Edward Snow-
den (la gola profonda dellN-
sa, lagenzia di sicurezza nazio-
nale americana, ndr), dimostr
che le maggiori aziende over
the top come Google, Face-
book, Microsoft, Yahoo, etc for-
nivano informazioni agli 007 vio-
lando la privacy dei cittadini.
Lavvocato del diavolo direb-
be che anche la pubblica sicu-
rezza nellinteresse dei cittadi-
ni.
In tempi cos difficili, specie
con la minaccia del terrorismo,
le forze di polizia devono poter
svolgere il ruolo per cui tutti sia-
mo loro grati. Il punto il rispet-
to di regole fondamentali, per
cui un conto che io acceda a
delle informazioni su autorizza-
zione di un magistrato, un altro
che faccia una pesca a strasci-
co di tutti i dati disponibili di
un numero indeterminato di
persone: ci stiamo esponendo a
scenari orwelliani inquietanti.
Specie se pensiamo a cosa viene
dopo.
E cosa viene dopo?
Nel 2020 si stima che ci sa-
ranno 50 miliardi di oggetti con-
nessi in rete. la famosa Inter-
net delle cose: il mio orologio, il
mio frigorifero, il mio pacema-
ker e presto il chip che avr in-
stallato sottopelle, raccoglieran-
no dati su di me. Ma anche que-
sti dati staranno in un cloud: la
cartella clinica, lestratto conto,
le ricevute. Se io ne entro in pos-
sesso, posso decidere sulla tua
vita. Posso scoprire che hai una
malattia che non mi piace ed
escluderti da un programma so-
ciale o negarti il mutuo. Se hai
installato delle videocamere
posso vedere cosa fai in casa tua.
Al Cnr con luniversit di Pisa ab-
biamo creato un master sulla cy-
ber security, il primo in Tosca-
na.
Ma chi comanda dentro in-
ternet, quale governo pu im-
porre una linea?
Il tema della governance di
Internet cruciale. Esiste lIn-
ternet governance forum, un
organismo che mette a un tavo-
lo rappresentanti di governi,
aziende e societ civile. C
Icann che regola la parte tecnica
di Internet (di cui Registro. it
una costola per quanto riguarda
il . it, ndr). C un ruolo sem-
pre pi predominante delle
grandi aziende della Sylicon Val-
ley. E c il rischio della balca-
nizzazione, cio la creazione di
recinti nazionali. Con la conse-
guenza che dentro i confini di al-
cuni Paesi vengano spente appli-
cazioni o vietate parole come
democrazia, escludendole dai
risultati dei motori di ricerca. Il
punto garantire sia la sicurezza
dei dati, sia i principi fondativi
della rete, come la neutralit,
il fatto cio che Internet funzio-
ni per tutti allo stesso modo, sen-
za andare a vedere preventiva-
mente chi passa e dove va.
E lItalia che ruolo gioca in
questo contesto?
LItalia stata sempre atten-
ta a questi problemi. Un anno fa,
primo caso al mondo, in Parla-
mento stata elaborata e appro-
vata con voto bipartisan la Carta
dei diritti di internet, su iniziati-
va dellonorevole Laura Boldrini
e grazie al lavoro di una commis-
sione presieduta dal professor
Stefano Rodot. L c scritto che
internet un diritto fondamen-
tale del cittadino, in quanto stru-
mento insostituibile di cono-
scenza. Dobbiamo essere orgo-
gliosi di questo documento che
speriamo possa essere adottato
in ambito internazionale. E che
certamente andrebbe insegnato
nelle scuole: come vede tornia-
mo sempre al tema della forma-
zione.