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PIETRO PONZETTO SCUOLA DI SCACCHI Mursia I STRATEGIA GENERALE DELLE APERTURE 1, Il centro e la sua importanza Definiamo come « piccolo cen- tro» il quadrato composto dalle case e4d4-e5-d3 e come «grande centro» quello deli- mitato dalle case £3-c3-c6-f6. Notiamo come un pezzo (per es. un Cavallo o un Alfiere) collocato in d4 (posizione cen- trale) disponga di un maggior numero di mosse che non in h4 (posizione lateral). I] pez- zo dunque esplica la sua mas- sima potenza quando si tro- va in posizione centrale. Allo scopo di impedire che i pezzi dell’avversario occupino queste posizioni ottimali bi- sognera pertanto cercare di dominare le case centrali e di piazzarvi i propri pezzi. Poiché l'avversario tentera di fare altrettanto nascera la co- siddetta «lotta per il cen- tro», uno dei motivi strategi- ci fondamentali degli scacchi, la cui importanza @ tale da condizionare la partita sin dalla sua prima mossa. 2. La lotta per il centro in apertura Se, nella posizione iniziale, to- gliessimo i pedoni a2 e h2 del Bianco e quelli d7 ed e7 del —i Nero, la lotta per il centro ri- sulterebbe impari: il Bianco con le spinte e4 e d4 control- lerebbe la fascia di caselle centrali c5-f£5 ed il Nero non potrebbe sviluppare agevol- mente i suoi pezzi neppure nella fascia piu arretrata c6- f6 in quanto essi potrebbero essere attaccati dalle ulterio- ri spinte ¢5 e d5, Ci sara facile convincerci che, durante la fase di apertura, Ja lotta per il centro costitui- sce il MOTIVO STRATEGICO DOMINANTE poiché ottenere il dominio del centro significa scombinare l’azione dei pezzi avversari e potenziare quel- la dei propri. Dal precedente esempio si pud facilmente capire che i pedoni partecipano attivamen- te alla lotta per il centro de- terminandone spesso il risul- tato. Traiamo pertanto un pri- mo criterio di apertura: IL BIANCO deve cercare di portare al centro almeno due pedoni, possibilmente appaia- ti (c4-d4 0 d4-e4 o e4-f4) per controllare il maggior nume- ro di caselle centrali. IL NERO deve cercare di con- trapporsi spingendo al centro almeno un pedone, possibil- mente difeso da un altro pe- done (per essere in grado, in caso di cambio, di sostituire con un pedone il pedone cen- trale). A questo criterio rispondono i tratti usuali di aleune aper- ture: — 1. 4 e6 2. d4 d5: ai due pe- doni bianchi il Nero con- 12 — trappone il pedone d5 (di- feso preventivamente da e6) _e, in caso di 3. e:d5 e:d5, la posizione simme- trica denota che il Bianco non ha fatto aleun pro- Bresso al centro. — 1. e4 c6 2. d4 d5 — 1. d4 d5 2. c4 e6 — 1. d4 d5 2. c4 6 Non sono rari i casi in cui il Bianco arrivi a portare al centro anche pit di due pe- doni. La strategia del Nero ri- mane invariata: egli cerchera di portare al centro un pe- done difeso da un altro pe- done. Per es.: 1. d4 Cf6 2. c+ g6 3. Cc3 Ag? 4. e4 dé 5. Cf3 00 e il Nero mantiene 1'i- dea di contrapporsi al centro del Bianco con ... cS 0 con ... es. Le spinte dei pedoni centrali, oltre che per controlare il centro, servono per aprire la strada allo sviluppo dei pezzi che si articola solitamente in tre fasi: — sviluppo dei pezzi minori (Alfieri e Cavalli) — arrocco — sviluppo dei pezzi maggio- ri (Donna e Torri) Riferendoci per ora alla pri- ma di queste tre fasi possia- mo stabilire un secondo cri- terio di apertura, alla luce del- le considerazioni fatte sul- Vimportanza del centro: lo sviluppo dei pezzi minori va effettuato in modo tale che la loro azione sia diretta ver- so il centro. Le case naturali di sviluppo per i Cavalli saranno pertan- to c3 ed f3 (c6 ed f6), sara senz’altro. possibile sviluppar- li in c3 ed e2 0 in £3 e d2 (c6-e7 o f6-d7) mentre risulte- rebbe troppo passivo svilup- parli in e2 e d2 (e7-d7). Gli Alfieri troveranno buona collocazione sulla diagonale originaria in 3* o in 4 trae versa, oppure anche in 2" 0 in 5° nei rispettivi casi di schio- datura o di inchiodatura di un Cavallo, Sara anche possi- bile svilupparli in fianchetto. 3. L'economia dei tempi in apertura Si_ dice comunemente che nella posizione iniziale il Bian- co dispone del vantaggio del tratto, della facolta cioé di muoveré per primo. Ora, se una partita iniziasse con 1, €3 ¢5 2. e4, tale van- taggio risulterebbe sfumato e ribaltato a favore del Nero. Questo motivo introduce il concetto della «perdita di tempo», da cui deriva che nella mobilitazione delle pro- prie truppe sara opportuno seguire un principio di econo- mia dei tempi cercando di conseguire lo sviluppo che si ha in animo nel minor numero di mosse. Perdere dei tempi per la stra- da & spesso piti facile di quel che si crede, per cui sara bene conformarsi ai seguenti criteriz A) Raggiungere nel minor nu- mero di mosse la casa de- signata per lo sviluppo di un pezzo. A questo proposito faccia- mo notare che solitamente € possibile sviluppare bene un pezzo in una mossa so- Ja, senza voler negare con questo la validita di uno sviluppo in due mosse. Se, per es., il Bianco deci- desse di sviluppare il suo CR in g3 @ ovvio che do- vrebbe ricorrere a una ma- novra di due mosse; in questo caso deve perd sus- sistere una ragione che lo porti a preferire la casa g3 alla casa naturale di sviluppo f3 che costerebbe un tempo solo. Tale ragio- ne potrebbe essere, per es., lintenzione futura di spin- gere il pedone «f»: il Ca vallo in £3 avrebbe intral- ciato questi piani e lo svi- luppo in g3 trova pertan- to la sua giustificazione. B) Non sviluppare i pezzi in posizioni precarie, cioé fa- cilmente ricacciabili dal- Tavversario. Il diagramma N. 3 ci mostra uno sviluppo irrazionale dell’A R: dopo 1. e4 e6 2. Ac4? il Nero con 2. ... d5 obbliga il Bianco a perdere un tempo poiché la posizione dell’Ac4 non € man- tenibile. Ne deduciamo che poiché il Nero ha giocato 1. ... e6 (per- mettendo la futura spinta .. d5) la casa c4 non era una —- 23 ogee Bs buona casa di sviluppo per TAR: si sarebbe dovuto quin- di attendere a sviluppare que- sto pezzo. Differisce da questo esempio il caso in cui un Alfiere venga sviluppato ad inchiodare un Cavallo poiché, in caso di at- tacco su questo Alfiere, rimar- ra sempre aperta la possibili- ta di cambiarlo sul Cavallo senza dover registrare perdi- te di tempo, oppure di riti- rarlo poiché in questo modo ambo i giocatori avranno per- so un tempo, dal momento che la spinta di un passo di un pedone di Torre non é una mossa utile per il controllo del centro e pud quindi essere considerata come una perdita di tempo. C) Non entrare in gioco trop- po presto con i pezzi mag- giori. Un tipico esempio di perdita di tempo si ha quando uno dei due giocatori porta in gio- 4 — co troppo presto e in posizio- ne esposta un pezzo maggiore. La posizione del ma é originata dal seguito di diagram- mosse: 1, e4 d5 2, e:d3 Did5 3. Cc3 e il Bianco attaccando la Donna nera forza I'awver- sario a rimuoverla con conse- guente guadagno di tempo. A questo proposito @ bene ri- cordare che l’entrata in gioco dei pezzi maggiori deve avve- nire in un seconde tempo e che la loro posizione deve es- sere protetta dallo sviluppo precedente (pedoni, Alfieri e Cavalli). 4. L'arrocco e lo sviluppo dei pezzi maggiori Dopo aver ultimato lo svilup- po dei pezzi minori si rende necessario, prima di dare ini- zio alle operazioni di attacco, collocare in posizione ottima- le le restanti truppe. L’arrocco é il trait-d’union tra queste due fasi dell’apertura: arroccando si persegue il du- plice scopo di porre il Re al sicuro e di mettere in comuni- cazione i pezzi pesanti. E importante stabilire che Varrocco é una mossa di svi- luppo senza la quale risulta impossibile la completa mobi- litazione dei pezzi. Prima di eseguire l’arrocco bi- sognera effettuare una valuta- zione della posizione analiz- zando, in primo luogo, quale sia l'ala pit difesa del nostro schieramento e¢, in secondo luogo, su quale ala si svilup- pera il nostro attaceo e quello dell’avversario. La valutazio- ne di questi elementi ci sugge- riré da che parte dobbiamo arroccare. Diamo alcuni esem- pir gue 9 Nella posizione del diagram- ma il Bianco considera i se- guenti fattori: A) la sua ala di Donna € decisamente sco- perta, date le spinte dei pe- doni e la colonna «b» semi- aperta B) la struttura dell’a- la di Re appare invece com- patta €) le operazioni di at- tacco del Nero si svolgeran- no presumibilmente sull’ala di Donna e sulla colonna « c» (Aaé, CaS, Tc8) D) L'intenzio- ne del Bianco é di attaccare sull’ala di Re, spingendo il pe- done «f». In base a questi elementi il Bianco arrecca corto, otte- nendo il duplice scopo di met- tere il Re al sicuro e di por- tare la TR in fl, da dove po- trh appoggiare la marcia del pedone «f». Valutiamo la posizione dal punto di vista del Bianco: A) la struttura dei nostri pedo- ni si presenta solida su tutte e due le ali B) l'intenzione del Nero é di attaccare sull’ala di Donna spingendo i pedoni «a» e «b» e sfruttando la colonna « c » semi-aperta C) il nostro piano di attacco consi- ste, a grandi linee, nelle spin- —15 te g4, h4 e hS per aprire la colonna «h» e trasferirvi i pezzi pesanti (Dd2-h2). L'arrocco corto risulterebbe senz’altro pitt sicuro ma, co- si facendo, dovremmo rinun- ciare al nostro piano di at- tacco. Effettueremo pertanto I'ar- roceo lungo tenendo ben pre- sente, perd, che la posizione del nostro Re risultera pit e- sposta e vulnerabile. Cerche- remo percid di scatenare l’at- tacco sull’ala di Re con la massima rapidita per obbliga- ré l'avversario a difendersi, di- stogliendolo cosi dalle opera- zioni offensive. In questo secondo esempio, in base al nostro piano d’at- taceo, possiamo dire che la Thi @ gia collocata in posi- zione ottimale (quindi é gia sviluppata) mentre la Tal, do- po l’arrocco lungo, potenziera il nostro controllo sul centro. Comprendiamo cosi come l’ar- rocco e lo sviluppo dei pezzi pesanti siano strettamente collegati in quanto esigono una valutazione della posizio- ne e la conseguente formula- zione di un piano di gioco. Diremo comunque che gene- ricamente, pur essendo anche lintervento dei pezzi pesanti legato a quanto detto sulla lotta per il centro, essi an- dranno collocati sulle colon- ne aperte (o semi aperte) o su quelle che presumibilmente si apriranno. 16 — 5. Le funzioni dei pedoni in apertura Come abbiamo gid visto una prima funzione dei pedoni in apertura € di occupare e con- trollare il centro e di aprire le linee per lo sviluppo dei pezzi. Una seconda funzione essi la assolvono nel formare uno scudo che serva a proteggere la posizione di sviluppo di un pezzo dall’attacco dei pedoni avversari. Nel diagramma in esame si pud osservare come i pezzi, sia bianchi che neri, siano svi- luppati prevalentemente die- tro i propri pedoni. Questo per evitare che l’avversario possa molestare la loro po- sizione di sviluppo con ade- guate spinte di pedoni. Cosi il pedone c4 protegge il Cc3 dalle spinte b6-b5-b4; il pedone d4 impedisce al Nero di attaccare il Cf£3 con le spin- te e6-c5-e4 e analogamente il pedone d5 impedisce al Bian- co le spinte e2-e4-e5. Si pud osservare come solo il Cf3 e il Cfé potrebbero es- sere attaccati dalle spinte dei pedoni dell’ala (h6-g5-g4 9 h3- g425), Quest’attacco risulte- rebbe perd chiaramente con- troproducente in quanto chi lo effettuasse scoprirebbe in modo suicida la posizione del proprio Re. Nella posizione del diagram- ma il Nero minaccia di mole- stare la posizione dell’Ac4 ¢ del Cc3 con la spinta del pe- done «b». Questi due pezzi infatti sono privi di scudo: & urgente pertanto proteggerli con 1. a4! Si pud qui notare come an- che la spinta di un pedone dell’ala possa essere giocata per rinforzare il controllo sul centro e per non perdere dei tempi facendosi attaccare dei pezzi gia sviluppati. Si comprende cosi che lo svi- luppo dei pezzi e le mosse dei pedoni sono strettamente col- legati: a una determinata di- sposizione di pedoni corri- spondera un certo tipo di svi- luppo dei pezzi. Per es., se in fase di apertu- ra giochiamo il tratto g2-g3 per sviluppare 1’AR in fian- chetto e, nel seguito della par- tita, sviluppiamo poi que- st’Alfiere sulla sua diagonale originaria, la costituzione dei pedoni dell’ala di Re (f2-g3- h2) rimarra desolatamente vuota, come un bicchiere che non sia stato riempito. Consentendoci un’analogia con il mondo della fisica potremo dire che la struttura dei pe- doni forma un contenitore e che i pezzi devono essere di- sposti all’interno di questo contenitore in modo tale da assumerne la forma, proprio come succede con un liquido versato in un recipiente. E questa la terza funzione dei pedoni in apertura. In base a questo criteria, os- servando la forma delle strut- ture dei pedoni, si pud de- durre quale sia la casa di svi- luppo dei singoli pezzi. Nella posizione del diagram. ma N. 9 disporremo i pezzi nel seguente modo: Per il Bianco: Cbl-c3, Cgl-e2 {per permettere la spinta f2- f4 che risponde al criterio di portare due pedoni appaiati al centro), Acl-e3, Afl-g2, 00, Per il Nero: Cb8-c6, Cg8-f6 (oppure Cg8e7), Af8-g7, Ac8. 6, 00. Anche qui @ possibile delinea- re lo sviluppo dei pezzi. Per il Bianco: Cbl-c3, Cgl-f3, Acl sulla diagonale di origine, Afi-g2, 00. Per il Nero: Ac8 sulla diago- nale di origine, Afé-g7, Cg8- £6, Cb8-d7, 00. Come si puo notare da que- sto secondo esempio sia il Bianco che il Nero, avendo de- ciso di sviluppare il loro AR in fianchetto, hanno volutamente emesso la spinta del pedone 18 — «e». Tale spinta infatti non solo sarebbe risultata super- flua al fine dello sviluppo dei pezzi ma avrebbe aperto al- VAR una seconda strada di sviluppo, lasciandolo cosi nel- la scomoda posizione di dub- bio: abbandonare la diagonale d'origine o non consumare il fianchetto? Nessuna delle due soluzioni sarebbe agli effetti soddisfa- cente poiché, in ogni caso, la diagonale abbandonata risul- terebbe indebolita. Sara quindi buona norma non aprire due strade di svi- luppo allo stesso Alfiere. Ricordiamo infine che la for- mazione del contenitore e lo sviluppo dei pezzi non devo- ne avvenire scparatamente prima l’una e poi I’altro; le due cose avvengono bensi contemporaneamente e biso- gna porre attenzione a non intralciare lo sviluppo di un pezzo nella foga di entrare in gioco con un altro. Se, per es., abbiamo deciso di darci un contenitore come quello illustrate sul diagram- ma sara opportuno, prima di giocare il tratto e2-e3 (e quin- di prima di sviluppare l’AR), far uscire l’AD sulla diagonale dorigine poiché altrimenti ci ritroveremmo ad osservare con aria interrogativa |’Ac1 colla strada sbarrata dal pe- done e3. Cercheremo pertanto di non intralciare coi propri pedo- ni lo sviluppo dei pezzi. 6. Diversi tipi di centro Durante l'apertura si verifica solitamente una situazione di tensione centrale, data dal mutuo attacco dei pedoni di diverso colore. Ad esempio, dopo i tratti: 1. e4 e6 2. d4 d5 scaturisce la tensione e4—d5. Tale tensio- ne, che pud essere mantenu- ta per un certo numero di mosse, viene infine ad esau- rirsi in due modi: con il bloc- co 0 con il cambio. Questi due casi danno origine a tre diver si tipi di centro di cui @ be- ne avere un‘idea. Centro bloccato. In questo caso la posizione centrale assume un carattere statico che @ destinato a per- durare finché non si verifichi uno sblocco del centro. L’obiettivo dei due avversari é di sbloccare la situazione a proprio vantaggio, cioé di distruggere il centro avversa- rio. Questo incarico é aflidato ai pedoni « c » ed « f » che cer- cheranno di cambiarsi con i pedoni centrali bloccati del- l'avversario. Diamo un esempio che illu- stri i risultati di una poco ac- corta strategia centrale: 1. e4 e6 2, d4 d5 3. e5 c5 4. dic5 A:c5 5. Cf3 £6 6, e:f6 C:f6, con evidente vantaggio del Nero, Centro aperto, Definiamo cosi quel centro che presenti almeno una co- lonna aperta. In questo caso la situazione centrale @ perfettamente equi- librata e la lotta per il centro continuera con l'intervento dei pezzi. L’occupazione della colonna «e» con i pezzi pesanti rap- presentera un motivo strate. gico, Centro mobile. N. 14 Si ha questo tipo di centro quando tutti ¢ due i giocatori conservano la possibilita di spinte e di rotture centrali, Qui, per es., il Nero mantiene la possibilita di spingere in c5 e in eS, mentre il Bianco pud cercare di sfondare il centro con c4 e d5 o rinforza- re il punto d4 con c3 e quindi attaccare in profondita col pedone «f », Questo tipo di centro, lascian- do aperte molte possibilita, 0~ risulta assai piu dinamico dei precedenti due. 7. Memorandum delle principali regole di apertura 1. Per il Bianco: portare al centro almeno due pedoni, possibilmente appaiati. Per il Nero: portare al cen- tro almeno un pedone, pos- sibilmente difeso da un al- tro pedone. 2. Lo sviluppo dei pezzi mi- nori va effettuato in mo- do tale che la loro azione sia diretta verso il centro, 3. Raggiungere nel minor nu- mero di mosse la casa de- signata per lo sviluppo di un pezzo, 4. Non sviluppare i pezzi in posizioni precarie, cioé fa- cilmente ricacciabili dal- Vavversario. 5. Non entrare in gioco trop- po presto con i pezzi mag- giori. 6. Arroccare per porre il Re al sicuro e mettere in co- municazione i pezzi mag- giori. 7. Collocare i pezzi pesanti sulle colonne aperte (0 se- mi-aperte) o su quelle che presumibilmente si apri- ranno, senza trascurare che spesso anch’essi par- tecipano alla lotta per il centro. Le tre funzioni dei pedo- ni in apertura: — occupare e controllare il centro e aprire le li- nee per lo sviluppo dei pezzi. — formare uno scudo per proteggere la posizione di sviluppo dei pezzi. — formare un contenitore entro il quale collocare i pezzi. 9. Non aprire due strade di sviluppo allo stesso Alfie- Te, 10.Non intralciare coi propri pedoni lo sviluppo dei pez- zi. —21 It I TRE VANTAGGI: MATERIALE, SPAZIO, TEMPO Durante lo svolgimento di una partita a scacchi ciascun giocatore cerca di conseguire un vantaggio, Nella strategia scacchistica e- sistono quattro diversi tipi di vantaggio: di materiale, di spazio, di tempo e di posi- zione. Tratteremo in questo capitolo dei primi tre tipi poi- ché il vantaggio di posizione & costituito dalla valutazione dei temi strategici che andre- mo via via affrontando: al ter- mine di quest’opera il lettore, eseguendo lanalisi di una po- sizione, potra dunque ricono- scere i singoli temi strategici in essa presenti. 1. Il vantaggio di materiale Prendendo il pedone come unita di misura si assegna so- litamente a ciascun pezzo il seguente valore: pedone 1, Alfiere e Cavallo 3, Torre 5, Donna 10. Su questa base, in linea ge- nerale, @ possibile stabilire delle equivalenze. Si dice dunque che tre pedoni val- gono un pezzo minore, che un pezzo minore e due pedo- 22— ni valgono una Torre e cosi di seguito, sempreché il con- to del valore numerico dei pezzi sia eguale. Si parla di vantaggio di ma- teriale quando _ |’equilibrio delle forze bianche e nere pre- senti sulla scacchiera viene alterato. Tale vantaggio vie- ne ottenuto solitamente in conseguenza di una combina- zione tattica (dalla pi sem- plice alla pitt complessa) o di una manovra strategica al- Ja quale il diféndente non sia in grado di opporsi. N. 15 ws on ae a ie Ee Nella posizione del diagram- ma il Bianco é in grado di guadagnare materiale con una semplice combinazione: 1. C:b5 a:b5 2. Ac7 e poiché Ja Donna nera non pud al- Jontanarsi difendendo simul- taneamente il Cb6 il Bianco recupera il pezzo sacrificato con il guadagno di un pedo- za a ROO we a BY BB oon Oo In questa posizione il Nero gioca 1. ... b6 con Ievidente intenzione di contestare 2, C: e4 con 2. .. Aa6. Ma il Bian- co trova lo spunto per sca- tenare una combinazione ir- resistibile: .. b6 2. Cze4! Aaé (se inve- ce 2. ... d:e4 3. Died guadagna semplicemente un pedone) 3. D:a6!! (ora il Bianco ha due pezzi in piu, il Nero é@ quindi costretto ad accettare il sa- crificio di Donna) 3. ... C:a6 4. Ab5+ Re7 (forzata in quan- to 4. .. c6 5. A:c6+ peggiora solo le cose) 5. Ag+ f6 (l’uni- ca) 6. e:f6+ g:f6 (ancora 1’u- nica poiché se 6. ... Rf7 segui- rebbe 7. Ce5+ e matto di _pe- done in f7!) 7. A:f6+ R£7 8. A:d& d:e4 9, CeS+ Rg? 10. A:a6 T:d8 e il Bianco resta con un Cavallo e un pedone di vantaggio. WY Wy ae ia a0 yy Soe Qui il Bianco consegue invece un guadagno di materiale in base ad una manovra strate- gica. Il punto di partenza é costituito dal fatto che il pe- done c6 del-Nero @ attacca- bile in poche mosse dai due pezzi bianchi mentre é difen- dibile soltanto dalla Torre ne- ra. Il pedone, pertanto, DEVE cadere. Vediamo: 1. Tcl Tc8 (risposta forzata perché non c’é altro modo di difendere il pedone) 2, b4! (non va 2. Ce5 perché il Ne- ro pud reagire con 2. ... cS. Ora si minaccia 3. b5) 2. ... aé (non serve il contrattacco 2... Tb8 perché dopo 3. T: c6 A:b4 il Bianco pud guada- gnare a scelta il pedone e6 © quello a7) 3. a4, riproponen- do in modo imparabile la mi- naccia di b4-b5 che porta alla cattura del pedone cé. Ottenuto un guadagno di ma- — 2B teriale € buona norma cerca- re di semplificare la posizio- ne operando dei cambi di pezzi. Teniamo presente infat- ti che, mentre in centro par- tita un pedone costituisce un vantaggio relativamente pic- colo dato il gran numero di pezzi ancora in gioco e le con- seguenti possibilita di compli- cazioni, in finale il vantaggio di un pedone & spesso suffi- ciente per vincere la partita. Si impone tuttavia avere una certa conoscenza dei finali dal momento che un vantaggio di materiale non sempre assicu- ra la vittoria, e quanto pit esso é piccolo tanto pit é fa- cile cadere in posizioni di pat- ta. . N. 18 YY yy Y Y Uo oD “ \ Ny \ a “2 _ a \« a a a = un 1 a og e868 8 “oo a ye 7 La posizione del diagramma illustra un tipico caso di fi- nale patto: il Bianco, pur a- vendo Alfiere e pedone di van- taggio, non riesce a vincere perché dispone del pedone di Torre e dell’Alfiere di colore contrario alla casella di pro- mozione del pedone. Non gli = 24 — sara pertanto possibile arri- vare a controllare la casa h8, elemento indispensabile per portare a promozione il pe- done. Se al posto dell’AR il Bianco avesse avuto l’'AD o un Cavallo, il finale sarebbe stato vinto facilmente. 2. Il vantaggio di spazio Il vantaggio di spazio é gene- ralmente identificabile attra- verso l’analisi delle strutture di pedoni poiché sono que- sti ultimi che delineano il fronte della battaglia. Un gio- catore dispone di vantaggio di spazio quando i suoi pe- doni hanno raggiunto posizio- ni pitt avanzate di quelli del- lVavversario. Normalmente il vantaggio di spazio @ un fe- nomeno locale, riguarda cioe una parte della scacchiera (ala di Donna-centro-ala di Re). Appare qui evidente come le strutture di pedoni definisca- no lo spazio a disposizione dei contendenti. In questo esempio possiamo dire che il Bianco ha vantag- gio di spazio al centro e sul lala di Re, mentre il Nero sull’ala di Donna. & importante stabilire che ta- le vantaggio di spazio @ dato rispettivamente dalla presen- za del pedone bianco in e5 e di quello nero in c4 poiché un pedone avanzato non ser- ve solo a delimitare il pro- prio territorio ma anche a re- stringere quello dell’avversa- rio. Cosi, nel diagramma, il pedo- ne nero c4 impedisce l’espan- sione del Bianco con b2-b4, Se tale pedone fosse collocato in c5 0 in c6 il Bianco, con b2- b4, potrebbe pareggiare lo spazio sull’ala di Donna. La principale conseguenza di un vantaggio di spazio @ una maggiore liberta di manovr: Una posizione ariosa pud pe mettere l'ammassamento dei pezzi, condizione ideale per scagliare un violento attacco. Il difendente si trovera inve- ce a dover combattere in ri- strettezza di spazio, cosa che pud portare al sovraffollamen- to e al reciproco intralcio del- Je sue truppe, sino al collas- so completo della posizione. Deduciamo percid che il di- fendente ha interesse a sem- plificare il gioco poiché una posizione ristretta risulta pid facilmente difendibile quando sono pochi i pezzi impegnati nelle operazioni di attacco e difesa. La strategia dell’attaccante sara ovviamente opposta: egli cerchera di evitare i cambi e di appesantire vieppii la pressione. G. In una partita (giocavo col Nero) raggiunsi la posizione illustrata nel diagramma. Appare evidente che il Bian- co ha vantaggio di spazio al centro e sull’ala di Re, condi- zione ideale per scagliare l’at- tacco. Giudicai che il mio problema impellente era di trasferire il Re sull'ala di Donna, termi- nando nel contempo lo svi- luppo e giocai cosi 1. ... b6. I Bianco dette inizio a questo punto ad una manovra assai interessante diretta a sfrut- tare l'inferiorita in cui mi trovavo sull’ala di Re: 2. Ch2! AbT 3, Dg3 Dd7. Ritenevo che, dando a Cesare quel che era di Cesare, avrei risolto i miei — 35 problemi; se ora infatti 4. D:g7 000 ¢ non & possibile 5. D:f7 per 5... C:d4! e il Ca- vallo non @ prendibile per la scoperta .. Ab4+. Anche in caso di 4. D:g7 000 5. Dg3 va. Jutavo che la mia posizione solida e compatta compensas- se ampiamente il pedone in meno, Ma avevo fatto i conti senza l'oste. Segui: 4. Dig? 000 5. h6! la manovra del Bianco diretta a sfruttare lo spazio non era finita con il guadagno del pedone g7 co- me io ritenevo, iniziava inve- ee adesso col sacrificio della Donna! In questa posizione a- vrei dovuto giocare 5, ... CaS e dopo 6. D:f7 Tdf8 avrei sen- zaltro avuto un buon com- penso per i due pedoni di me. no. Caddi invece nella trappo- Ja allucinato dal miraggio del guadagno di materiale: 5. ... Tdg8 6. Cg+ Tigi? é difficile rinunciare a un ghiotto boc- cone anche quando é avvele- nato. Avrei potuto ancora sal- vare la posizione giocando 6. .. AfB e se 7. Cf6 A:g7 8. C: d? R:d7 9. hig? T:g7, con po- sizione sostenibile; se invece 7. D:g8 T:g8 8. Cié Dd’ 9. C: g8 Ab4, con partita tutta da giocare. Dopo la cattura della Donna la mia posizione inco- mincia a sfasciarsi. 7. hig7 Tg8 8. T:h7 Dd8? l'ultimo errore: avrei potuto ancora cercare di pescare nel torbido giocan- do 8 .. Cd8 9. Ch6é T:g? 10. T:g7 Da4, coll’idea di lancia- re un contrattacco alla dispe- rata con ... c5, La mossa da me giocata risulta invece del 26 — tutto passiva. 9. Ché6 il Bian- co minaccia ora 10. C:g8 D: g8 11. Th8. fl seguito della partita fu: 9 . Rd7 10, Ad3 £6 11. C:g8 D:g8 12, e:f6 (an- dava anche bene 12. Ahé se- guita da Th8) 12. .. A:f6 13. Th8 D:g7 14. Th? e il Bianco vinse il finale. Si capisce da questo esempio che lo spazio va sfruttato co me base per un’operazione di attacco, Bisogna inoltre tener presente che il vantaggio di spazio pud rivelarsi un’arma a doppio ta- glio: spingere i pedoni trop- po avanti rende piu facile Vat tacco dell'avversario diretto contro di essi e, d'altro canto, cambiare con leggerezza i pro- pri pedoni avanzati con quelli dell'avversario significa spes- so perdere il vantaggio. Riportiamo un esempio, gia visto nel precedente capitolo, che ci illustra una cattiva am- ministrazione dello spazio: 1. e4 6 2, d4 d5 3. e5 cS 4. d: cS AreS 5. Cf [6 6. e:f6 C: f6 e il Bianco ha perso il van- taggio di spazio che aveva conseguito con la sua terza mossa e la posizione @ ora chiaramente superiore per il Nero, Per evitare il congestionamen- to della posizione il difenden- te dovra cercare di smistare con ordine le sue truppe sem- plificando il gioco il pid pos- sibile. Spesso, nelle posizioni ristrette, sono identificabili delle vere e proprie CASE DI SMISTAMENTO, case cioé sulle quali devono transitare parecchi pezzi senza intral- ciarsi. Tl successo di queste operazioni difensive sta nella calma e nell’ordine con cui esse avvengono, La posizione del diagramma si verificO in una partita da me condetta col Nero. Notia- mo subito che il Bianco si trova in vantaggio di spazio e che la posizione del Nero ri- sulta sovraffollata. Il mio av- versario giocd qui 1. b4 mi- nacciande di collassare la mia posizione con b5. Detti allo- ra inizio ad una manovra sem- plificatoria che prevede lo smi- stamento delle truppe sulla casa e7. 1... Ard3 2. Did3 CES liberando in questo modo la casa e7 per l’eventuale ritira- ta del Cc6, 3, Cd2 un'impreci- sione che, dandomi un attimo di respiro, mi consente un'ul- teriore semplificazione: 3. ... Ae7! 4. Ase7 Cc:e7, la posi- zione & ora molto semplifica- ta, quindi piti facilmente di- fendibile. 5. Cb3 b6 6. a4 il Bianco persegue un‘idea sot- tile diretta a sfruttare il van- taggio di spazio sull’ala di Re: minaccia a5 seguita da a:b6. Il Nere non potrebbe ripren- dere col pedone «a» per via della Torre a8 indifesa, do- vrebbe pertanto riprendere col pedone «c», cosa che da- rebbe al Bianco la possibilita di organizzare un gioco di pressione sul pedone a7. Per evitare questo inconveniente il Nero dovrebbe ora difen- dere la Torre a8 con la mossa naturale 6. ... 00. In questa ca- so perd i] Bianco sposterebbe rapidamente il suo obiettivo di attacco: non pii Vala di Donna, ma l’ala di Re che si trova compressa dalla presen- za del pedone eS e indebolita dalla spinta h7-h5, Il piano difensivo che escogi- tai merita la massima atten- zione: 6. « £6! 7.:f4 per con- servare inalterata la struttura dei pedoni centrali in caso di w. f:e5. 7... RET! la Ta8 & ora difesa, il piano di attacco sul- Yala di Donna & respinto: il Bianco é ora forzato a muove- re le acque sull’ala di Re. 8. g3 preparando la manovra h2- h3 e g3-g4 che prevede nella fase intermedia lo sposta- mento o Ja difesa della Thi. Non sarebbe andata bene su- bito 8 h3 per 8... h4! ¢ il Ne- To si mette in grado di pren- dere en passant, 8, ... Cg8! la chiave strategi minaccia la manovra Cg8-h6p4e3c4 sgombera la casa e7 che deve servire ora per smistare la —-2 Donna, 9, h3 De7 10. Df3 f: e5 11, f:e5 Dg5 12. Tg] minac- cia 93-4, 12... De3 13. Tfl Re7! Vultima funzione della casa e7: lo smistamento del Re! Questa mossa cela un tra- nello che il Bianco non vede: 14. g4? b:g4 15. h:g4 Th3! la situazione sull’ala di Re @ ora completamente ribaltata: il Nero @ riuscito a penetrare nel campo bianco, Lo spazio, a questo punto, é debolezza, 16. Df4 g5! 17. Df2 D:f24 18, T:f2 la ripresa di Re avrebbe perso la qualita dopo: 18, R: £2 Ce3 19. Tgl T£8+ 20. Rel Cc2+ 18. ... Ce3 con la dop- pia minaccia di .. Cc2+ e di « Cig4, Guadagnai cosi il pe- done g4 e vinsi facilmente il finale, 3. Il vantaggio di tempo Come abbiamo visto nel pre- cedente capitolo un impor- tante principio di strategia generale delle aperture riguar- da V'economia dei tempi. La mancata applicazione di que- sto principio (l'effettuare cioé delle mosse che risultino del- le perdite di tempo) porta l'avversario in vantaggio di tempo, altrimenti definibile come vantaggio di sviluppo poiché si tratta di un vantag- gio realizzabile tipicamente nella fase di apertura. Si pud andare in vantaggio di sviluppo sfruttando gli erro- ri dell’avversario che posso- no essere di varia natura; dal- 23 la trasgressione di una delle tre regole di apertura enun- ciate nel paragrafo 3 del ca- pitolo I (cfr.) al mancato ri- spetto di altre norme della strategia. Rischiamo di diventare noiosi poiché vi sottoponiamo per la terza volta questo esempio. La posizione del diagramma si ottiene dal seguito di mos- se: 1. ef e6 2. d4 d5 3. 25 cS 4. dic5 A:c5 5. Cf3 £6 6. e:f6 C: f6 ©, come si pud osservare, il Nero ha conseguito un no- tevole vantaggio di sviluppo. L'errore del Bianco consiste evidentemente nel gioco scri- teriato alla « mangia-man- gia», ma questo errore non & determinato da una psicosi di tipo freudiano per cui un gio- catore sente l'impulso irre- frenabile di mangiare tutto cid che @ in presa, bensi da una completa ignoranza di quello che rappresentano il centro, lo spazio e il tempo in una partita a scacchi. Cominciamo cosi a capire che gli elementi della strategia sono strettamente collegati e che la valutazione sull’oppor- tunita o meno di una mossa dipende dall’analisi di tutti questi elementi. Nel nostro caso dunque il Bianco commette un triplice errore di valutazione (centro- spazio-tempo): per capire si- no in fondo il suo errore era quindi necessario riportare per tre volte quest'’esempio. Non si pud tuttavia speculare soltanto sugli errori dell’av- versario per accaparrarsi un vantaggio di sviluppo, pud be- nissimo darsi infatti che co- stui non ne commetta. Per ottenere un simile van- taggio sara allora necessario ricorrere ad un artifizio che consiste nell’offrire all’avver- sario la possibilita di guada- gnare del materiale. Per far cid egli dovra perd sprecare dei tempi che sfrutteremo per avvantaggiarci nello sviluppo. Si tratta per lo pitt del sacri- ficio di un pedone che, in lin- guaggio scacchistico, prende il nome di « gambetto », Vengono cosi a verificarsi sul- la scacchiera posizioni in cui un giocatore si trova in van- taggio di tempo e I'altro in vantaggio di materiale: si tratta di stabilire quale dei due vantaggi sia, in quella particolare circostanza, pit importante. La difficolta di una simile va- lutazione viene dimostrata dal fatto che, nella pratica dei tornei, i vari gambetti yengono pit o meno giocati secondo che sia prevalente I’o- pinione di coloro che ritengo- no piti importante il vantag- gio di sviluppo o viceversa quella di chi ritiene piti im- portante il vantaggio di mate- riale. Ci limiteremo a riportare al- cuni esempi che ci dimostri- no che effettivamente il gam- betto procura un vantageio di tempo. La posizione del diagramma N, 23 deriva dal seguito di mosse: 1, e4 5 2, Cf3 e6 3. d4 ¢:d4 4, c3 d:c3 5. C:c3 ¢ il Bian- co, in cambio del pedone sa- crificato, ha conseguito un e- vidente vantaggio di sviluppo. La posizione del diagr. N. 24 si verifica dopo: 1. d4 Cf6 2. c4 e5 3. d:e5 Cg4 4. f4 AcS e, in con- seguenza del gambetto, il Ne- ro 6 in vantaggio di tempo. Naturalmente nessuna regola impone l’accettazione di un gambetto: sara sempre pos- sibile rifiutarlo, ignorando la possibilita di guadagnare del materiale, ed eseguire un nor- male tratto di sviluppo. Liobiettive da perseguire, quando si ottenga un vantag- gio di sviluppo, é di termina- re la fase di apertura prima dell‘avversario per poter im- bastire un’operazione di at- tacco quando ancora costui & impreparato a difendersi, In una parola il vantaggio di svi- luppo deve venire usato ai fi- ni di conseguire I'INIZIATI- VA. Va infine ricordato che il van- taggio di tempo riveste mag- giore importanza nelle posi- zioni aperte, Invece, 1a dove il carattere chiuso della po- 30 — sizione imponga un gioco pit lento e manovrato, il tempo diventa un fattore relativo e avvantaggiarsi nello sviluppo non ha piti molta importanza. Nella posizione del diagram: ma il Bianco & in evidente vantaggio di sviluppo, questo fatto tuttavia riveste poca importanza dato il carattere chiuso della posizione (pre- senza del centro bloccato). Sapendo che nelle posizioni chiuse il tempo diventa un fattore relativo ci sara pit fa- cile accettare il seguito di mosse che ha originato la po- sizione riportata: 1. e4 e6 2. d4 d5 3, Cc3 Ab4 4. e5 b6 5, Dg4 Afs. Ill LE COLONNE APERTE 1. Colonna aperta e semi aperta Abbiamo detto, nel I Capito- lo, che lo sviluppo dei pezzi si articola solitamente in tre fasi: sviluppo dei pezzi mi- nori, arrocco, sviluppo dei pez- zi Maggiori. Mentre i pezzi minori trova- no il loro naturale ambiente di combattimento in mezzo al- le strutture dei pedoni (ricor- diamo Je funzioni di quest’ul- timi come scudo e contenito- re), i pezzi maggiori, e in par ticolare le Torri che sono pri- ve del movimento diagonale, per esplicare la loro massima potenza non devono trovare intralci sul lore cammino, ne- cessitano cioé di linee aperte. Distinguiamo innanzi tutto tra «colonna aperta» e «co- Jonna semi aperta ». Per colonna aperta intendia- mo una colonna sulla quale non si trovino piti pedoni, né bianchi né neri; semi aperta é invece una colonna sulla quale ci siano soltanto pedo- ni di uno dei due giocatori. Cosi, nel diagramma N, 26 la colonna « c» & aperta, mentre le colonne «e» ed «£» sone semi aperte. Mentre la colonna aperta pud essere occupata da ambedue i contendenti (vedasi il dop- pio senso della freccia) la co- lonna semi aperta sara domi- nio di chi non ha pedoni su di essa in quanto un proprio pedone su una colonna co- stituisce un intralcio all’azio- ne delle Torri. Da un punto di vista pura- mente astratto quindi i due giocatori, nella posizione ri- portata, collocheranne le lo- ro Torri nel seguente modo: il Bianco: Tacl - Thel il Nero: Tac8 - Thf8 Poiché Yoccupazione di una colonna aperta o di una semi aperta riveste spesso difleren- —31 ti significati, tratteremo di- stintamente dei due casi. 2. La colonna aperta. L'obiettivo: la 7 e I'8" traversa Lo scopo che si persegue nel- Voccupare una colonna aperta é la penetrazione nel campo avversario, e in particolare nella 7* e nell’8* traversa, Su queste due traverse, infat- ti, esistono degli obiettivi di attacco ben precisi: sulla 7* traversa, anche durante il fi nale, sono generalmente pre- senti dei pedoni; sull’8* si tro- va solitamente il Re avversa- rio. Nella po: zione del diagram: ma possiamo osservare che vi é parita di materiale e che nessuno dei due giocatori ha vantaggio di spazio poiché i pedoni bianchi e neri sono di- sposti simmetricamente. 32 — Il vantaggio del Bianco con- siste nel fatto di avere la Tor- re in 7*, infatti la Tc7 immo bilizza i due pezzi neri alla difesa dei pedoni presenti sulla 7* traversa. Il Re bian- co, libero da simili vincoli, go- de invece di una maggiore li- bert’ di manovra e potra or ganizzare, insieme coi suoi pe- doni, un processo di debili- tazione dei pedoni avversari. Date queste considerazioni vediamo quale potrebbe esse- re il piano strategico del Bianco per sfruttare questo vantaggio: a) portare il Re in d3 b) spingere [2-£3 ed e3-e4. A questo punto, secondo co- me si comportera il Ne ro, avremo due soluzioni. cl) se il Nero non effettua il cambio .. d:e4 sara il Bianco a giocare e:d5 e il pedone d5 del Nero, non essendo pitt difeso, sara facile preda della Torre o del Re bianco. c2) se il Nero effettua il cai bio .., died il Bianco r prende con f:e4 e, facen- do seguire l'ulteriore spin- ta d4d5, otterra la for- mazione di un pedone passato che spesso é suffi: ciente per vincere i fina li di questo tipo. Sul pedone passato torneremo comunque nel VI Capitolo. Abbiamo esaminato un caso in cui la debolezza della 7 traversa costituisce un ele- mento di tipo strategico. Al tre volte invece questa si pud. sfruttare come elemento com- binativo, la base cio® per rea- lizzare una combinazione tat- tica. In una partita ottenni col Ne- ro la posizione illustrata sul diagramma, I] mio avversa- rio, volendo svincolare il Cc3 dalla difesa dell’Ac2 _giocd qui: 1, Afl, Il difetto di que- sta mossa, che pur non é sba- gliata, consiste nel fatto che in questo modo J’azione del- la Tb2 sulla 7* traversa risul- ta allungata. Questo mi die- de lo spunto per ordire un tranello giocando 1. .. ¢5. A questo punto il Bianco avreb- be dovuto seguire con 2. D: b8 Tf:b8 ¢ la partita sarebbe stata tutta da giocare. Egli interpretd invece la mia mos- sa come una banale svista (’Ae7 & in presa) senza ac- corgersi del vero significato che essa celava. Segui: 2. D: e7?? Cf3+! e il Bianco ab- bandond. Moltissimi sono gli esempi di combinazioni tattiche basate sulla debolezza della 7 tra- versa ¢ il lettore non fatichera a trovarne in altra sede, Noi yogliamo porre I'accento pit sull'aspetto strategico che non su quello tattico e ricordiamo percid che l’occupazione della 7 traversa tanto pitt € van- taggiosa quanto pili pud es- sere mantenuta nel tempo. E- lementi tattici a parte, que- sta va quindi vista come una manovra strategica a lunga durata essendo inutile entra- re in 7" per esserne ricacciati poche mosse dopo. Passiamo ora a considerare la debolezza dell’8* traversa. Nella posizione del diagram- ma notiamo che la Torre ne- ra @ legata alla difesa dell’8 traversa per la presenza del «matto del corridoio » in d8. Approfittando di questo par- ticolare i] Bianco consegue fa- cilmente un guadagno di ma- teriale giocando 1. Aa3 e l'u- — 3 nica difesa possibile del pe- done c5 1, ,, Tc8 risulta inu- tile per 2. A:c5 e I’Alfiere non é prendibile per il succitato matto in d8. Se perd il Nero avesse avuto il tempo di dare una casa di fuga al proprio Re spingendo uno dei tre pedoni dell’arroc- co il tema del Bianco non sa- rebbe stato realizzabile. Questo semplice esempio & sufficiente a farci capire che v'é una differenza tra la de- bolezza della 7* e dell’8* tra- versa: mentre la prima é sfruttabile anche come moti- vo strategico d’una certa du- rata, la seconda (salvo casi eccezionali come, per es., la persistente inchiodatura di un pezzo sull’8*) da luogo a combinazioni prettamente tat- tiche ed & quindi importante saper cogliere il momento in cui tali combinazioni risulta- no possibili. Durante una partita conseguii col Bianco la posizione qui ri- xu portata. Il mio avversario, vo- Iendo ottenere Tiniziativa, de- cise di sacrificare un pedone giocando 1, 4. e4? Egh aveva valutato che non ayrei potu- to prendere di Cavallo o di Alfiere per via di ... Ce5, men- tre in caso di 2. D:e4 conta- va di dinamizzare il gioco dei suoi pezzi con 2, ... Tfe8. Mi accorsi tuttavia che le sue intenzioni l'avrebbero condot- to alla catastrofe: certamente infatti, avendo due Torri sul- I'8* traversa, non aveva pen- sato che io avrei potuto sfrut- tare proprio questo motivo. Segui: 2, Died Tfe8 3. T:c7! Sorpresa. 3... Tied 4. T:e8+ Cd8 5. A:e4 e, avendo ottenu- to un congruo guadagno di materiale, vinsi facilmente. Rileviamo infine che, cosi co- me abbiamo parlato di debo- lezza della 7* e dell’8* traver- Sa, possiamo parlare anche di debolezza delle altre traverse qualora siano presenti su di esse dei punti deboli che pos- sano costituire oggetto di at- tacco, 3. La lotta per le colonne aperte Come abbiamo visto la pene- trazione nel campo nemico pud essere spesso determi- nante ai fini del risultato di una partita; sara quindi lo- gico che i due avversari, di- sponendo di una colonna a- perta, si sforzino di ottener- ne il dominio, Nascera cosi una vera e propria lotta di pezzi pesanti sulla colonna a- perta di cui 2 importante met- tere in rilievo alcuni temi- chiave. Il raddoppio. Tl dominio su una colonna a- perta si ottiene spesso rad- doppiando o anche triplican- do (qualora siano presenti an- cora la Donna e le due Torri) i pezzi pesanti su di essa. Per far cid, poiché l'avversa- rio tentera di contrastare la colonna, @ necessario servir- si di un punto d’appoggio, cioé una casa sulla quale al- zare la propria Torre senza temerne il cambio. a Nella posizione del diagram- ma il Bianco gioca: 1. Tacl Tdc8 2. Tc5! preparando il raddoppio con Tdcl. Se a questo punto il Nero si risolve per il cambio 2. ... T:c5, il Bianco con 3. dic5 ot- tiene allora la formazione di un pedone passato che gli ga- rantisce un vantaggio durante lo svolgimento del finale; se invece il Nero opta per con- trastare la colonna giocando 2. ... Re? 3. Tdel Rad7, allora i tre pezzi del Nero risulte- ranno immobilizzati mentre il Bianco disporra della mobi- lita del proprio Re. In ogni caso, quindi, la ma- novra di raddoppio porta in vantaggio il Bianco. Notiamo che, se nella posizio- ne del diagramma il tratto fosse al Nero, sarebbe lui che potrebbe raddoppiare sulla colonna «c» servendosi del- Ja casa c4 come punto d’ap- poggio, Il controllo della casa di op- posizione, Spesso, nella lotta per una colonna aperta, ¢ importante impedire che l’avversario pos- sa contrapporsi piazzandovi anche le sue Torri, Sovente si raggiunge questo scopo controllando la casella di op- posizione sulla colonna aper- ta, cioé Ja casella sulla quale l'avversario dovrebbe colloca- re una Torre. In una partita raggiunsi col Nero la posizione riportata sul diagramma N, 32, Volevo occupare con le Torri la co- lonna «e» ma, perché que- sta occupazione risultasse pitt dirompente, effettuai una ma- novra diretta a sradicare l’Ae3 che altrimenti mi avrebbe im- pedito la penetrazione nel campo dell’avversario. Giocai —35 pertanto 1. ... g4 2, Cel se il Bianco avesse preso 2. h:g4 h: #4 allora é facile vedere che avrei ottenuto il pieno domi- nio della colonna «h», 2. .. g3! minando la base dell’Ae3. 3. b6 a6 4. bicT TdeB! l’occu- pazione della colonna é in at- to, bisogna ora preparare la manovra di raddoppio. 5. CE3 g:f2 6.A:f2 forzata poiché I’Ae3 era in presa e non era difen- dibile in altro modo. 6. ... Af4 +! 7. Re2 Ce3+ 8, A:e3 pra- ticamente forzata perché al- irimenti questo Cavallo sa- rebbe diventato fortissimo in c4. 8... Tie3 riuscendo cosi a trovare il punto d’appoggio per il raddoppio nella casa e3. 9. Ddl Dic7 attaccando in c3. 10, Ta3 Ag3! il clou della ma- novra strategica intrapresa per il dominio della colonna «ep»: il controllo della casa di opposizione. Se avessi gio- cato meccanicamente 10, .., The8 con 11. Tel il Bianco a- vrebbe per lo meno ottenuto il cambio di una Torre, cosa 36 — che gli avrebbe procurato maggiori possibilita di difesa; cosi invece la Th1 non riesce a entrare nel vivo della bat- taglia, 11. TE The8 ora i pez zi del Nero sono pronti per la penetrazione decisiva, 12, Cd2 Te2 13. Ta2 si minacciava - Af4. 13... T8e3 14. Ta3 Dh7+! 15. Rb3 non é possibi- le 15. Rel perché 15. ... Tel guadagna la Donna. 15. ... Dd3! attaccando il pedone c3 e il Cd2 e non va bene 16. Chi per 16. ... De4+, Distruzione sulla 6° e 7* traversa; il Bian- co abbandond. Il blocco della colonna aperta. Talvolta, per vari motivi, non & conveniente o non é possi- bile contrastare all'avversario Toceupazione di una colonna aperta, Per impedire allora la discesa nel proprio campo dei pezzi pesanti nemici si in. staura, se possibile, un bloc- co sulla colonna ponendovi un pezzo minore, saldamente difeso e inattaccabile dai pe doni dell'avversario, Un simi- Je blocco paralizza lazione di attacco e, per usare un’espres- sione di Nimzovie’, demoraliz- za l'esercito nemico. Nella posizione del diagram. ma N, 33 il Nero, in svantag- gio di una qualita, impone la patta grazie al blocco creato dall'Af5 sulla colonna « f », Ci @ facile convincerei che gli eventuali tentativi del Bianco diretti a sbloccare la posizio- ne sull’ala di Donna o su quel- Ja di Re non darebbero risul- tato alcuno. Sull’ala di Don- na l’'unica possibilita di apri- re una colonna consiste nel sacrificio di un pedone con b2-b3; questa spinta va perd preparata difendendo preven- tivamente il pedone c3. La di- fesa di questo pedone con il Re non servirebbe a nulla: se infatti il Bianco avesse il Re in d2 ¢ giocasse 1, b3? dopo 1. ... c:b3 sarebbe costretto a cedere anche il pedone c3 per impedire che il Nero promuo- va. Bisognerebbe allora collo- care le Torri una in f3 e Val- tra in f2 (sottraendosi preven- tivamente all’infilata ... Ae4) e poi giocare 1. b3, ma anche in questo caso dopo 1. ... c: b3 2. Tb2 Ac2! il Nero intrap- pola Ja Tb2 e minaccia di prendere l'iniziativa con Tc8- c6-a6. Niente da fare, dunque, sull’ala di Donna. Sull’ala di Re Vunico tentativo di sbloc- co & di spingere g3-g4 dispo- nendosi poi a sacrificare la qualita. Anche qui perd il Ne- ro si difende con facilita: 1. e4 hied (mon va 1... Ared 2. Tf7+ ¢ allora il Bianco en- tra) 2, Rg3 Th8 3. Tf4 Ths! 4, T:g4 Acgd 5. Rigd TES! e il Nero, ora in parita di mate- riale, si contrappone sulla co- lonna «f» poiché dopo 6. T: £5 g:f5+ 7. ReS Rh7 il finale & patto. 4. La colonna semi aperta Loccupazione di una colonna semi aperta pud rivestire di- versi significati che implica- no la conoscenza dei motivi strategici che tratteremo nei successivi capitoli, I vari ca- si verranno quindi analizzati e messi in rilievo mano a ma- no che si presenteranno. Qui ci limiteremo a dare un piccolo schema che ci _illu- stri la correlazione esistente tra Yoecupazione di una co- jonna semi aperta e i vari te- mi strategici. Una colonna semi aperta si occupa solitamente per i se- guenti motivi: a) per l’attacco su un pedone debole: cfr. cap, IV b) per rinforzare l'occupazio- ne di una casa: cfr. cap. V c) per l'attacco su una catena di pedoni: cfr. cap. VII d) per V’attacco sull'arrocco: cfr. cap, VIIL Rimandiamo dunque il lettore allo studio dei succitati ca- pitoli. -v 5. La colonna che presumibilmente si aprira Va notato che spesso, nella pratica, non bisogna avere fretta di aprire una colonna: sovente infatti risulta pitt pre- ciso prima effettuare la ma- novra di raddoppio e aprire Ja colonna in un secondo tem- po avendo i pezzi gia disposti per l’entrata nel campo av- versario. Anche il difendente incontre- ra maggiori difficolta nel con- trapporsi su di una colonna chiusa (che presumibilmente si aprira) che non invece nel contrastare una colonna aper- Traiamo dall'Euwe questo e- sempio molto istruttivo. IL Bianco gioca 1. a4 minac- ciando di guadagnare mate- riale con 2. a:bS. Il Nero pud difendersi in due modi: a) difendere la Ta8 per sven- tare la minaccia di a:b5 38 — b) cambiare (non subito) ... b; a4-e poi difendere il pe done a6 indebolito, In questo secondo caso il van- taggio posizionale conseguito dal Bianco appare evidente: la pressione sul pedone a6 leghera due pezzi del Nero al- la sua difesa e il Bianco po- tra preparare la spinta e3-e4 allo scopo di indebolire ulte- riormente la costituzione dei pedoni neri. Analizziamo inve- ce che cosa succede se il Ne- ro decide di contrapporre le sue forze sulla colonna «a», 1... Rd7 2. Ta2 come si pud notare non sarebbe servito a nulla aprire immediatamente la colonna, per questa ragione il Bianco raddoppia, 2, ... ReT il Nero non pué fare altret- tanto poiché dopo 2. ... Ta7? la Ta? rimane indifesa e con 3. a:b3 il Bianco guadagna materiale. 3. Tbal Rb7 4, Rf3! il Nero ha i pezzi legati alla difesa della Ta& e il Bianco he approfitta per minacciare la manovra Rf3-f4-e5, realiz- zata la quale vincerebbe facil- mente il finale cambiando le Torri sulla colonna «a», 4, +. £6 5. e4 Thd8 dopo 5, e4+ 6, R:e4 il Bianco min: cia 7. a:b5 a:b5 8. T:a8 9. T:a8 R:a8 10. f4 (non subi- to 10. d5 per 10, .. e5) 10... Rb7 11, d5 e:dS+ 12. Rid5 ot- tenendo finale vinto. 6. azb5 giunge finalmente l’apertura della colonna quando la posi- zione pid attiva del Re bianco garantisce di vincere il finale di pedoni. 6. ... a:b5 7. T:a8 T: a8 & T:a8 Ria8 9. e:d5 e:d5 10. Rf4 minacciando Rf5-e6. 10. ... 6 UW. g4 minacciando g4-g5 dopodiché il Re bian- co entra in e5 o in g5. 11... h6 12, h4 ¢ il Bianco vince poi- ché dopo 12. Rb7 seguireb- be 13. h5 e il Re bianco entra forzatamente in f5. 6. L’uso della Torre davanti ai propri pedoni Rileviamo infine che, anche in mancanza di una colonna a- perta o semi aperta, la Torre pud essere usata davanti ai propri pedoni, supplendo cioé alla mancanza di una colon- na aperta con lo scavaleare Ja barriera dei pedoni. Solitamente questo particola- re uso della Torre ¢ permesso da un vantaggio di spazio che, come sappiamo, conferisce grande liberta di manovra. SEY 5 of La posizione del diagramma é un esempio di « centro bloc- ve ia cato » che gia conosciamo, La presenza del pedone eS deter- mina un vantaggio di spazio del Bianco al centro e sull’a- la di Re. In conseguenza di questo vantaggio il Bianco puo operare con la Torre sul- Vala di Re anche senza l’aper- tura di una colonna. Suppo- nendo che il Bianco voglia ef- fettuare una pressione sulla colonna «g» egli pud prace- dere in due modi: a) con la manovra Thl-el-e3- 23 b) con h2-h4 seguita da Thi- h3-g3. Durante una partita conseguii col Nero questa posizione. La mia idea era di effettuare una pressione sulla colonna «h» con la manovra Tf8-f6- h6 e De8-h5. Questo mi era permesso dal vantaggio di spazio sull’ala di Re: infatti, anche se il Bianco avesse gio- cato f2-f4, non avrebbe potuto —3 contrapporsi sulla colonna «h» per via della presenza del pedone g3. Giocai cos 1. ... Tf6 2. Tfel sarebbe sta- ta piu precisa 2, Tfbl poiché Vattacco del Bianco deve svol- gersi sull’ala di Donna. La mossa del mio avversario sgombera comunque la casa fl al Cd2 allo scopo di pro- teggere il pedone h2. 2. ... Th6 3. Cfl gS! per aumentare il vantaggio di spazio sull’ala di Re e scoraggiare eventuali reazioni centrali del Bianco (£3 ed e4) poiché se ora 4, £3 é possibile reagire con 4. ... £4! Tl Bianco opt allora per I’at- tacco sull’ala di Donna. 4, b4 Cf6 5. a4 Ad7! una mossa mol- to importante per frenare I’at- tacco del Bianco. 6. b5 Ce4 7. b:c6 Asc6 8. c:d5 e:d5! ecco la mossa conseguente con il 5° tratto da me giocato: ora VAc6 diventa un guardiano inespugnabile dell’ala di Don- na, egli assolve infatti le fun- zioni di blocco della colonna «c» aperta e difende salda- mente il punto b7 che altri- menti avrebbe potuto costitui- re un ottimo obiettivo di at- tacco. 9, Teb1 pagando le con- seguenze dell'imprecisione del 2 tratto. 9. ... Ad6 10. Ab4 Dh5 fuoco alle polveri! 11, A:d6 C:d6 12. a5 a6 l’'ullima precau- zione 13. h3 il Bianco ha spa- rato le sue cartucce sull’ala di Donna, ma le due Torri sono impotenti di fronte al tenace Ac6; egli pensa percid di liberare il Cfl dalla difesa del pedone h2 e prepara la manovra Cf1-d2-b3-c5. 13. g4! 14. h4 £4 15. Cd2 Tf8 ora il Bianco & in cattive acque. Egli tenta una disperata stra- tegia di blocco. 16, e3? £3! 17. Afl Cf5! la sorpresa: si mi- naccia in modo imparabile il sacrificio .. C:h4 con conse- guente apertura della colonna «h» e matto forzato. Il se- guito della partita fu; 18. C: £3 g:f3 19. Ah3 C:h4 20. gih4 D:h4 21. Rfl AbS e il Bianco abbandond, Come abbiamo potuto vedere la presenza del pedone 7 non ha impedito al Nero di imbastire una strategia vin- cente di pressione sulla colon- na «ch». Iv_ I PEDONI DEBOLI 1. Concetti generali sulla debolezza dei pedoni Un pedone si considera debo- le quando non pud pitt esse- re difeso da un altro pedo- ne © comunque quando que- sta difesa sia teoricamente possibile ma risulti inattuabi- le in pratica perché impedita dall'avversario, Ogni attacco portato su di un pedone che si trovi in queste condizioni dovra essere rin- tuzzato portando un pezzo al- la difesa del punto debole; ne sortira quindi una situazione di pezzi assai legata e con funzioni totalmente passive di difesa. Un pedone debole pud essere posto su colonna chiusa o su colonna semi aperta. In que- sto secondo caso, per sempli- cita, useremo il termine di «colonna aperta » (aperta cioé sulla debolezza). La debolezza di un pedone ri- sulta molto piii accentuata quando il pedone é@ posto su colonna aperta; questo ele- mento infatti permettera al- l'attaccante di far converge- re sulla debolezza anche lI’a- zione dei pezzi pesanti. Riallacciandoci al capitolo precedente identifichiamo co- si un primo caso in cui si impone Voccupazione di una colonna semi aperta: quando su di essa sila presente un pe- done debole, Da questa distinzione fra pe- done debole posto su colonna chiusa 0 aperta possiamo ca- pire che esistono VARI GRA- DI DI INTENSITA DI UNA DEBOLEZZA: dalla debolezza trascurabile a quella che com- promette l’esito di una parti- ta. Un pedone debole é@ da consi- derare tale se é attaccabile, se cioe si pud trar vantaggio dalla sua debolezza. Individuato un pedone debo- le l'obiettivo strategico divie- ne l'attacco di tale pedone. Poiché é molto pit facile spa- rare ad un bersaglio fermo che non ad uno in movimen- to sar& necessario impedire che il pedone debole possa es- sere mosso. Tale scopo viene ottenuto instaurando, sulla colonna sulla quale si trova il pedone, una CASA DI BLOC- CO o CASA DI FISSAZIONE, cioé una casa controllata dal- Yattaccante (mediante occu- pazione materiale o median- te semplice controllo) sulla quale il pedone debole non -4l pud essere spinto, pena la perdita del medesimo. Si ot- terra cosi lo scopo di FISSA- RE LA DEBOLEZZA, La sua immobilizzazione permettera di condurre V'attacco su di essa con maggiore efficacia e precisione. Vengono cosi a delinearsi le tre fasi attraverso le quali passa il piano di gioco diretto a sfruttare la debolezza di un pedone: 1° Fase: CREARE LA DEBO- LEZZA 2 Fase: FISSARE LA DEBO- LEZZA 3+ Fase: ATTACCARE LA DEBOLEZZA Solitamente l’obiettivo finale delle tre fasi & quello di gua- dagnare il pedone debole con- seguendo cos{ un vantaggio di materiale, ma non é raro che da un simile piano di pressione sortiscano degli ef- fetti collaterali, determinati dalla rigida e passiva posizio- ne dei pezzi del difendentc. Questi effetti collaterali posso- no portare, per es., ad un im- provviso cambiamento del fronte di attacco dando origi- ne cosi ad una violenta inizia- tiva, permessa dalla maggiore mobilita dei pezzi dell’attac- cante. 2. Le figure di pedoni deboli Le figure di pedoni deboli so- no tre: il pedone isolato, dop- Q— piato, arretrato. A queste si aggiungono delle figure ano- male che vedremo di seguito. le) IL PEDONE ISOLATO Dicesi isolato quel pedone che non ha pitt pedoni ai lati. N. 37 In questo esempio il pedone dS & isolato e posto su co- lonna aperta. Esso inoltre @ fissato dalla presenza del pe- done 3 che determina sulla linea «d» la casa di fissazio- ne d4, B molto importante per il Bianco mantenere il con- trollo della casa d4; se il Ne- ro infatti riuscisse ad effet- tuare il tratto d5-d4 si sba razzerebbe della sua debolez- za cambiandola in e3. Per mantenere questo cortrollo i] Bianco pud anche occupare materialmente la casella d4 con un pezzo; in questo caso perd deve essere in grado, in caso di cambio in d4, di RI- PRENDERE SEMPRE CON UN PEZZO poiché la ripresa col pedone e3 occluderebbe 1a colonna sulla quale & posta la detolezza (indipendente- mente dal fatto che isolereb- be a sua volta un pedone al Bianco). Qui il pedone d5 é isolato e posto su colonna chiusa. La sua casa di blocco @ la casa d4, occupata materialmente dal Bianco con un pedone. In questo secondo caso la de- bolezza del pedone d5 é meno. sensibile che nel primo caso: il fatto che la debolezza sia posta su colonna chiusa ren- de pitt difficili le manovre di attacco del Bianco. Cid non toglie che il pedone d5 sia da considerare anche qui UNA. DEBOLEZZA A TUTTI GLI EFFETTI, Evitiamo quindi di dare poca importanza ad una debolezza posta su colonna chiusa. Nel N. 39 il pedone a3 @ isola- to e posto su colonna chiusa. ‘a a La sua casa di fissazione é la casa a5, tuttavia il pedone si pud ancora muovere. La de bolezza del pedone a3 @ tra- scurabile nella fase iniziale e nel medio gioco poiché la par- tita sviluppera altri temi stra: tegici pit importanti (per es. lotta per il centro); tuttavia nel finale non & impossibile che il Nero cerchi di approfit- tare dell'isolamento di tale pedone. Naturalmente questa posizio- ne non é affatto compromessa per il Bianco; non cadiamo nell’errore di considerare una debolezza come sempre deter- minante. Ricordiamoci, come abbiamo gia detto, che esisto- no vari gradi di intensita del- le debolezze e che una debo- lezza @ tale se & sfruttabile, cioé attaccabile. Alla luce di queste considera- zioni risulta che in questo e- sempio la debolezza del pe- done a3 @ decisamente tra- scurabile. 2°) IL PEDONE DOPPIATO Si ha un pedone doppiato quando due pedoni vengono a trovarsi sulla stessa linea. La debolezza di un pedone doppiato pud presentarsi sot- to due aspetti completamente diversi: — La debolezza di tipo clas- sico, per la quale valgono Je considerazioni fatte nei concetti generali. — La debolezza per carenza di valore, che si ha quan- do il pedone doppiato, in conseguenza della doppia- tura, perde il suo intrinse- co valore e si pud quindi cconsiderare come un pedo- ne fantasma, presente cioé sulla scacchiera, ma di va- lore zero, Lo sfruttamento di questa debolezza avviene nel fina- le di partita poiché é nel finale che & possibile sfrut- tare il vantaggio di un pe- done (qui non materiale, ma per perdita di valore). Debolezza di tipo classico, Nel N. 40 il Bianco ha un pe- done doppiato sulla linea « ¢ », posto su colonna chiusa e fis- sato dalla presenza del pe- done nero nella casa di bloc- co cS. Tra i due pedoni (c3 e c4) la vera debolezza é il pe- done c4 in quanto il Nero pud portare pit agevolmente I'at- tacco su c4 che non su c3 e, nel contempo, il Bianco po- trebbe difendere meglio c3 4A (per es. con le Torri) che non c4. Per questo tipo di debo- lezza valgono dunque i crite- ri strategici gid detti, che ri- spondono alle tre fasi di crea- re, fissare e attaccare il pun- to debole. Il pedone isolato a3 presente nel diagramma ¢, come ab- biamo imparato, una debo- lezza trascurabile. Debolezza per carenza di va- lore, Dopo i tratti 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. AbS a6 4. A:c6 d:c6 5. d4 e:d4 6, D:d4, diamo origi- ne a quel procedimento ana- litico che chiameremo LET- TURA DEI FINALL. Toglien- do tutti i pezzi dalla scacchie- ra otterremo la struttura di pedoni riportata nel diagram- ma N. 41. Notiamo subito che il Nero ha un pedone doppiato, ma che la debolezza di tale pe- done non risponde ai concet- ti tipici che abbiamo studia- | pedone c6 infatti & sal- damente difeso dal pedone b7 e procedere all’attacco del pedone c7, salta all’occhio, é un piano completamente as- surdo, Inoltre i pedoni neri dell’ala di Donna hanno conservato tutta la loro mobilita, ben lungi quindi Ja possibilita di ricorrere alla fissazione della debolezza. In cosa consiste allora la de- bolezza dei pedoni neri? Osserviamo come, con il suo 5° tratto (d2-d4), il Bianco ab- bia imposto l’apertura della colonnd «d», determinando cos{ una netta distinzione sul- Ja scacchiera tra ala di Re e ala di Donna. Possiamo quin- di immaginare di lottare su due scacchiere diverse, ta- gliando cioé la scacchiera ori- ginale lungo la linea «d». Giochiamo quindi una lotta di soli pedoni su due mezze scacchiere, dando la facolta ai contendenti di passare pa- rola, cioé di non muovere, Lobiettivo di questa lotta di soli pedoni ¢ la promozione. Appare subito evidente che il Bianco, sull’ala di Re, addi- viene facilmente alla promo- zione per la disparita di for- ze presenti (4 pedoni contro 3). Non altrettanto capita al Ne- ro sull'ala di Donna, dove TRE PEDONI BIANCHI SO. NO IN GRADO DI BLOCCA- RE QUATTRO PEDONI NE- RI, disponendosi in confor- mazione a3-b2-c3 e limitando- si poi ad attendere. In nessun modo quattro pe- doni neri riescono a sfonda- re tre pedoni bianchi senza Vausilio di altri pezzi. La lotta di pedoni ¢ dunque vinta dal Bianco sull’ala di Re e patta sull’ala di Donna. Questo determina quindi uno squilibrio di forze, pur rima- nendo la parita materiale. Si pud quindi affermare che i due pedoni neri sulla linea «c» VALGONO UN SOLO PEDONE poiché la doppiatu- ra procura loro una CAREN- ZA DI VALORE OFFENSIVO. Se poi, alla posizione di pe- doni del diagramma, aggiun- giamo i Re (in el ¢e in e8) il risultato della partita non cambia: il Bianco vince PER- CHE HA UN PEDONE IN PIU. Ecco quindi spiegato in che cosa consiste il vantaggio del Bianco, ed ecco anche deli- neata la sua strategia: cam- biare piti pezzi possibile per- ché pit la partita si avvicina 45 al finale pid la debolezza del Nero si accentua. Riassumiamo quindi le fasi della lettura dei finali, proce- dimento che si pud impiegare non solo nel caso di un pedo- ne doppiato, ma in qualunque momento di una qualunque partita, 1°) Togliere tutti i pezzi dalla scacchiera, compresi i Re. 2) Dividere la scacchiera in due o pit parti, secondo quante sono le colonne a- perte. 3°) Svolgere delle lotte sepa- rate di soli pedoni sulle va- rie parti e addizionare i ri- sultati: qualora venga a determinarsi una situazio- ne di squilibrio capiremo facilmente chi si trova in vantaggio in vista di un e- ventuale finale, Bisogna tuttavia che ci soffer- miamo ancora un momento su questa figura del pedone doppiato. & infatti importante notare che se un pedone doppiato subisce nel corso della par- tita quel processo progressi- vo di perdita del suo valore offensivo, NON UGUALMEN- TE SI PUO DIRE DEL SUO VALORE DIFENSIVO. Nel diagramma N. 42 infat- ti, se eseguiamo le lotte di pedoni sulle due mezze scacchiere divise tra di loro dalla colonna «d» aperta, ci sara facile convincerci che la parita & mantenuta su ambo 46 — le ali, poiché il Bianco non riuscira a portare un pedone alla promozione neppure sul Vala di Re, ala in cui il Nero si trova in svantaggio per via dell'impedonatura, Questo perché il pedone doppiato de- ve qui svolgere funzioni di di- fesa, non di offesa come nel caso precedente. Si pud quindi dire che se il pedone doppiato forma, sul- Vala in cui si trova, una mag- gioranza di pedoni, esso per- de via via le sue capacita di offesa (in centro partita, cioe, sara pit utile che in finale), se invece si trova sull’ala in cui ci sia parita di pedoni, svolge egregiamente le sue funzioni difensive anche in finale. In quest’ultimo esempio, quin- di, poiché il pedone doppiato sulla colonna «gs non rien- tra nella debolezza di tipo classico e neppure nella de- bolezza per carenza di valo- re, potra essere considerato una debolezza trascurabile. Conviene infine enunciare un principio generale sull’impe- donatura: quando si dovesse sottostare ad un'impedonatu- ra (specie nella fase di aper- tura o di medio gioco) & sem- pre buona norma che tale im- pedonatura avvenga spostan- do un pedone dall'ala verso il centro e non dal centro ver- so l’ala. Questo perché il controllo del centro é il motivo strategico predominante in apertura e nel centro partita, cosicché un pedone spostato verso il centro ne favorira il control- lo, anche se doppiato, 3) IL PEDONE ARRETRATO Arretrato @ quel pedone che non pud pitt essere difeso da altri pedoni e trova sulla sua strada una casella di fissazio- ne (0 di blocco) saldamente sotto controllo di un pedone avversario. Anche per il pe- done arretrato esistono vari gradi di intensita della debo- lezza. Nel diagr. N. 43 il pedone d6 é arretrato, con casa di fissa- zione in d5 e posto su colon- na aperta. E evidente che se qui il Nero riuscisse ad effet- tuare il tratto d6-d5 si sbaraz- zerebbe della debolezza cam- biandola col pedone e4, rista- bilendo cosi una completa pa- rita nella conformazione dei pedoni. Ne consegue che un pedone arretrato tanto pitt é debole quanto minori sono le pos- sibilita di sbarazzarsene spin- gendolo. Nell'esempio in esame é quin- di interesse del Bianco man- tenere sotto controllo la casa d5 o addirittura occuparla con un pezzo, sempre che sia in grado, in caso di cambio, di riprendere in d5 con un altro pezzo e non col pedone e4, cosa questa che occlude- rebbe Ia colonna sulla quale & posta la debolezza. Nel diagramma N. 43 il Bian- co ha anche la possibilita di fissare perennemente la debo- Jezza nera col tratto c3-c4, Questo metodo sara tuttavia conveniente solo se il Nero non ha la possibilita di piazza- re un pezzo stabilmente in d4, perché anche cosi otterrebbe lo scopo di occludere la co- lonna sulla quale si trova la debolezza. Nel N. 44 il pedone dé @ arre- trato, con casella di blocco in d5, posto su colonna chiusa. L'attacco su questa debolez- za risulta meno agevole che —4 nel caso precedente perché essa si trova su colonna chiu- sa, tuttavia non si pud consi- derare tale debolezza come trascurabile perché &@ perma- nente, centrale e relativamen- te esposta (si pensi al tripli- ce attacco dato dal colloca- mento di pezzi: Db6/Cc6/Cf5). a ae Qui il pedone c3 & doppiato, arretrato, con casa di fissa- zione in c4 e posto su colon- na chiusa. 48 — Poiché una debolezza & pitt fa- cilmente sfrutiabile se @ po sta su colonna aperta, il pia- no del Nero consiste nella spinta c7-c5, seguita dal cam- bio c5:d4, eliminando cosi la doppiatura del pedone «c» del Bianco, ma creando una nuova debolezza nel pedone c2, che restera arretrato, con casa di fissazione in c4 e po- sto su colonna aperta, 4) FIGURE ANOMALE I pedoni sospesi. Yo oo. _ a & a I pedoni c5 e d5 risultano de- boli non perché rientrino di- rettamente in una delle tre fi- gure che abbiamo studiato ma perché si trovano su colonne aperte e qualora vengano fat- ti oggetto di attacco non pos- sono essere difesi con la na- turale spinta di uno di essi; Ja spinta d5-d4 infatti, dopo il cambio del Bianco, farebbe rimanere il Nero con un pe- done isolato in d4, e la spin- ta c5-c4 renderebbe arretra- to e fissato il pedone d5. Questi pedoni rappresentano pero anche una forza in quan- to, nella posizione del dia- gramma, il Nero dispone di un maggior controllo del cen- tro. Il pedone pseudo-arretrato. Nel N. 47 il pedone e2 é in un certo qual modo arretrato, tuttavia la situazione non é poi cosi sfavorevole in quanto si pud cercare di sottrarsi ad una possibile pressione con e2e3. Pero nel centro partita, quan- do ci sono molti pezzi sulla scacchiera, al pedone d3 ver- i, BAS bs yo 7 rebbe a mancare la sua na- turale protezione (e2) e, dopo il cambio . :e3, esso stes- so rimarrebbe in un certo mo- do arretrato e potrebbe esse- re fatto oggetto di attacco. —49 V_ CASE DEBOLI E CASE FORTI Poiché all’inizio della partita i due avversari dispongono i dealmente di meta scacchie- Ta per ciascuno, divisa come indicato nel diagramma, campo nero camao bianca a fascia dove generalmente si lncalizzano ¢: deboli e case forti parleremo di caselle deboli e forti_ sempre in relazione ai punti deboli 9 ai punti for- ti che il giocatore si crea nel- la propria meta campo, Que- ste debolezze e queste forze sono sempre collegate alle mosse dei pedoni in quanto ogni spinta di pedone lascia dietro di sé delle debolezze pill © meno marcate; infatti Je caselle che erano controlla- te dal pedone vengono inde- bolite dalla sua spinta. Caselle deboli e forti sono 50 — quindi individuabili analizzan- do le strutture dei pedoni ori- ginatesi nelle singole posizio- ni. 1. Case deboli Si considera debole una casel- la, posta nella propria meta. campo, che non possa pitt es- sere controllata dai propri pedoni © la cui difesa coi pe- doni sia resa inadeguata da motivi strategici o tattici, Anche per le caselle deboli, come per i pedoni deboli, va- Je il concetto di FISSAZIO- NE DELLA DEBOLEZZA: una casa debole é fissata se @ posta sotto controllo di un pedone avversario. Questo fatto accresce la debo- lezza di una casella in quan- to su di essa viene ad effet. tuarsi una lotta impari: l’at- taccante pud servirsi di armi di cui il difendente non pud pit fare uso (i pedoni), L'obiettivo dell’attaccante & di occupare materialmente la casella debole con un pezzo e mai con un pedone poiché in questo caso la debolezza del- la casella svanirebbe automa- ticamente. L’attaccante deve quindi essere in grado, in ca- so di cambio sulla casa de- bole, Gi riprendere sempre con un pezzo. Potremo quindi parlare di de- bolezza di una casa solo in relazione alla possibilita di occuparla in modo duraturo con un pezzo. In caso contra- rio si tratterebbe di una de bolezza non sfruttabile, quin- di trascurabile. Si intuisce cosi che anche per le case deboli (analogamente a quanto detto per i pedoni deboli) esistono VARI GRA- DI DI INTENSITA DELLA DEBOLEZZA. N. 49 Y wa — er yy a a 2 ee (as oo a SB es oe ‘ In questo esempio la casa d4 del Bianco ¢ debole in quanto non pud pit essere controlla- ta da pedoni ed @ sita nel campo del Bianco. La casa d4 @ inoltre fissata dalla presenza del pedone ne- ro in e5, cosa questa che ne accresce la debolezza in quan- to il Nero puo servirsi di questo pedone come di un ve- Yo € proprio piedestallo per collocare un pezzo in d4. Anche la casa d3 del Bianco non pud piti essere difesa da pedoni, ma poiché essa non & fissata potremo parlare di una vera e propria debolez- za in d3 solo qualora i pezzi neri esercitino su di essa un controllo duraturo che il Bianco non sia in grado di contrastare coi propri pezzi. Similmente a quanto detto per i pedoni intuiamo qui che la casa d4 rappresenta in que- sto schema una vera e€ pro- pria debolezza, mentre la sa d3 (tolto il caso di squi brio sopra citato) & una debo- lezza trascurabile. Notiamo come nel campo del Nero non siano presenti del- le caselle deboli: la casa d5 infatti risulta difendibile dal tratto c7-c6, Rileviamo infine che se la posizione del diagramma fos- se l'ossatura di un finale in cui le forze del Nero rimaste in campo fossero il Re e 1’AD, non si potrebbe parlare di debolezza in d4 poiché il Ne- ro non avrebbe la possibilita di sfruttare tale debolezza oc- cupandola con un pezzo. Nel N. 50 la casa c5 del Nero pud essere considerata una ca- sa debole non tanto perché non possa essere difesa con un pedone (infatti & possibile il tratto b7-b6) quanto perché tale difesa creerebbe un pe- done pseudo-arretrato in c6 che potrebbe costituire un ot- timo obiettivo di attacco per il Bianco. —51 k » mel ml WwW XN b \ a RN x 2o7 8 Per questo motive l’occupa- zione della casella c5 da par- te del Bianco deve essere col- legata a uma certa pressione dei pezzi pesanti sulla colon- na «Cc» per essere in grado di sfruttare prontamente la debolezza del pedone c6 qua- lora il Nero si decidesse a scacciare il molesto intruso con b7-b6, Identifichiamo quindi un se- condo caso in cui si impone Yoceupazione di una colonna sémi aperta: per rinforzare Ia posizione di un pezzo che oc- cupi una casa debole. Lo stesso ragionamento é va- lido per la casella e4 del Bian- co poiché la sua protezione con f2-£3 lascerebbe pseudo- arretrato il pedone e3. Salvo posizioni eccezionali dei pezzi non si pud invece par- Jare di debolezza delle case d3 per il Bianco e d6 per il Nero. Nel N. 51 si pud considerare debole la casella ¢5 del Nero 32 — Poiché la sua difesa con b7-b6 creerebbe nella struttura ne- ra un pedone arretrato posto su colonna aperta (c7) e ren- derebbe deboli ¢ fissate le ca- se c6 ed a6. Anche qui, come nell’esempio precedente, l'occupazione del- la casa c5 da parte del Bian- co deve essere collegata alla pressione dei pezzi pesanti sulla colonna «c» semi aper- ta, La casa d4 del Bianco ¢ la casa e6 del Nero sono eviden- temenite case deboli fissate. Poiché perd il diagramma chiarisce la posizione del Re bianco, pud essere considera- ta debole anche la casa f4 del Bianco poiché la sua difesa (g2-g3) comporterebbe un gra- ve indebolimento dell’arrocco (le case £3 ed h3 verrebbero infatti a mancare della loro naturale protezione). Si capisce cosi che la posizio- ne dei pezzi di ambo i gioca- tori influenza in modo deter- minante la debolezza di una casella (per es. se il Nero mantiene |’AR in g7 supplisce egregiamente all'indebolimen- to delle case f6 ed h6 deter- minato dal tratto g7-g6). Pur essendo infiniti gli esempi che si potrebbero portare cer cheremo di delineare alcune norme di carattere generale: 1°) Poiché l'obiettivo dell’at- taccante é, come abbiamo detto, loccupazione della casa debole, ne consegue che sara buona nerma per il difendente mantenere detta casa sotto il control- lo dei propri pezzi, in as- senza del controllo dei pe- doni, per renderne difficol- tosa, quando non impossi- bile, l'occupazione, 2°) Qualora questa strategia difensiva abbia effetto e l'attaccante non possa oc- cupare la casella debole, tale debolezza rimarra pre- sente solo sulla carta, non sortendone alcun effetto negativo nel corso della partita, 3°) La debolezza di una casel- la & ipotizzabile solo se vi sono concrete possibilita di occuparla in modo du raturo e in un ragionevole numero di mosse. Non cer- chiamo quindi di fissare debolezze la cui occupazio- ne richiederebbe manovre strampalate e lunghissime. Alla luce di queste considera- zioni ne consegue che, nel diagramma N. 52, al Nero ba- stera non cambiare |'Ac8 per mantenere un ragionevole controllo sulla casa e6, men- tre il Bianco potra difen- dere agevolmente la casa d4 collocando, per es., l’Acl in 63. La casa f4 costituira dunque Vobiettivo principale del Ne- ro poiché su di essa possono convergere in azione combi- nata pezzi leggeri e pesanti (Cf6-h5 / Ah6 / Tf8). Chiarimenti sull'obiettivo. Individuata una casa debole Yobiettivo diviene, come ab- biamo detto, la sua occupa- zione, Tale occupazione pud rivesti- re significati difensivi, per es. — locclusione di una colonna aperta dominata dall’avver- sario; — l'occlusione di una colon- na sulla quale é posto un nostro pedone debole, cosa questa che diminuisce im- — 53 mediatamente la debolez- za del pedone; pitt spesso pero l’occupazione della casa debole tende ad in- sediare nel campo dell’avver- sario un pezzo inamovibile, determinando cos{ una re- strizione dello spazio di ma- novra del difendente e facen- do spesso nascere motivi combinativi. Si capisce cosi che l’occupa- zione della casa debole é un motivo strategico a sé stante, cioé non legato all'immediato conseguimento di un vantag- gio ma diretto a MIGLIORA- RE LA POSIZIONE DEI PRO- PRI PEZZI. Dando inizio alla manovra di occupazione della casa debo- Je non bisogna quindi doman- darsi; «E quando sono arri- vato li, che faccio dopo?» poiché il « dopo » verra da sé, sotto forma di una combina- zione tattica o di um vantag- gio posizionale. Possiamo quindi parlare di OCCUPAZIONE DELLA CA- SA _DEBOLE FINE A SE STESSA senza temere di com- mettere un errore strategico nel formulare tale piano. Vengono cosi a delinearsi le tre fasi del piano di gioco di- retto a sfruttare la debolezza di una casa: 1* Fase: CREARE LA DEBO- LEZZA 2: Fase: FISSARE LA DEBO- LEZZA 3° Fase; OCCUPARE LA DE- BOLEZZA 4 Debolezza di una diagonale o di una colonna. E necessario chiarire che si puo anche parlare di debo- lezza di uma diagonale o di una colonna quando uno dei due giocatori eserciti sulla diagonale 0 sulla colonna una pressione alla quale I'avversa- rio non riesca a contrappor- re l’'azione dei propri pezzi. Risultera cos{ debole un'in- tera serie di caselle con l'ef- fetto di produrre nel campo indebolito un vere e proprio fuoce continuo di sbarramen- to. Anche qui perd, per poter parlare di vera e propria de- bolezza, il dominio della dia- gonale o della colonna deve avere una certa durata nel tempo, non deve cicé essere facilmente contrastabile dal difendente. Debolezza delle case bianche o nere. Analogamente si parla di de- bolezza delle case bianche o di quelle nere quando vi siano motivi strategici sufficienti a credere che sia possibile eser- citare durante lo svolgimento della partita una pressione continua sulle case bianche o nere dell’avversario. Questi motivi strategici sono spesso identificabili nella spa- rizione dell’Alfiere di colore opposto al colore delle case su cui é posta l'ossatura dei pedoni. Nella posizione del diagram- ma N. 53 se il Nero ha effet- tuato il cambio dell’AR con un Cavallo, mentre il Bianco con- serva ancora il suo AD, é faci- le capire che il Nero accusera durante tutto il resto della partita una debolezza croni- ca delle case nere. Caselle deboli per motivi tat- tici. Ricordiamo infine che una ca- sa pud risultare debole per motivi tattici, per es. @ difesa da un pedone che risulta in- chiodato. Questo motivo tatti- co me permetterebbe |’occu- pazione, qui non diretta evi- dentemente al collocamento duraturo di un pezzo nel cam- po avversario ma alla ricer- ca di conseguire combinazio- ni o minacce che sfruttino la temporanea permanenza del pezzo sulla casa debole, 2. Case forti Come un giocatore si pud creare nella propria meta campo delle debolezze, allo stesso modo pud far nascere dei punti forti, veri e propri baluardi sui quali piazzare le proprie mitragliatrici, Si considera forte quella casa, compresa nella propria meta campo, che sia inattaccabile dai pedoni avversari o il cui attacco sia sconsigliabile dal punto di vista strategico o richieda comunque lo spreco di un certo numero di tem- pi. FISSARE UNA CASA FORTE vuol dire difenderla dagli at- tacchi dei pedoni avversari, se non in modo definitivo al- meno per un periodo pitt o meno lungo; I’avversario cioé dovra sprecare delle mosse per smantellare la nostra po- stazione. Vediamo; N, 54 3G oa G he. a Tratto al Nero: 1 ..., a5! Cosi facendo il Nero protegge —as la casa cS dagli attacchi di- retti dei pedoni avversari (b2- b4). Se il Bianco volesse attaccare Ja casa c5 non potrebbe ora replicare col tratto naturale 2, a3, perché dopo 2. ... a4! il Nero otterrebbe la fissazione definitiva della casa forte c5: mai piti nessun pedone bian- co potra attaccarla. Sara quindi necessario per il Bian- co opporsi alla MANOVRA DI FISSAZIONE DELLA CA- SA FORTE con una CON- TRO-MANOVRA DI SMAN- TELLAMENTO, giocando; 2. b3! per seguire con 3. a3 © 4. b4, senza subire la mossa di soffocamento ... a4! che abbia- mo visto. Come si vede il Bianco avra bisogno di ben tre mosse di pedone per smantellare la po- Stazione in c5; questo ci au- torizza a considerare la casa c5 una casa forte, ma atten- zione, non nella posizione del diagr. N. 54, bensi solo dopo il tratto di fissazione 1. as! Quando si sia conseguita una casa forte I'obiettivo diviene ’occupazione della medesima con un pezzo, Lo scopo dell’occupazione di una casa forte é@ del tutto a- nalogo a quello dell'occupa- zione di una casa debole, po- tra cioé servire a scopi difen- sivi, ma pitt spesso risponde- ra a quel criterio strategico sopra enunciato di MIGLIO- RARE LA POSIZIONE DEI PROPRI PEZZI. Percid l'occupazione di una casa forte @ una manovra 36 FINE A SE STESSA, che ciot si giustifica da sé, La casa forte potrd inoltre essere utilizzata come CASA DI ALLEGGERIMENTO dei propri pezzi, Servira quindi per effettuare dei cambi di pezzi che possono avere lo scopo di semplificare la posi- zione, scopo spesso persegui- to per principio dal condut- tore dei Neri. Ovviamente anche qui si pud parlare di forza di uma ca- sella solo in relazione alla possibilita di occuparla. N. 55 La casa d5 rappresenta qui per il Nero una casa forte in quanto risulta inattaccabile dai pedoni bianchi. Facilmen- te si pud immaginare che un Cavallo o un Alfiere posto in d5 sarA un pezzo assai mo- Jesto per il Bianco, un vero e proprio dominatore della scacchiera. Naturalmente, in caso di cam- bio in d5, il Nero deve sem- pre essere in grado di ripren- dere con un pezzo, mai con un pedone. 56 creando un grave indeboli- mento dell’arrocco, Ze Qui la casa e4 del Bianco & una casa forte. Un Cavallo ivi posto pud servire per dare impulso ad operazioni di at- tacco sull’ala di Donna o su quella di Re. Poiché il dia- gramma. specifica la posizio- ne del Re bianco, possiamo considerare forte anche la ca- sa f5 del Nero: infatti ]’attac- co di tale casa da parte del Bianco con g2-g4 compromet- terebbe la posizione del Re, Le case c5 e d6 del Nero so- no case forti: per attaccarle il Bianco dovrebbe ricorrere al- la lunga manovra: 1. b3, 2. a3, 3. b4, 4. 5, Si pud notare come I'occu- pazione di queste case rivesta anche un significato di bloc- co, serva cioé da freno alla maggioranza di pedoni del Bianco sull’ala di Donna (4 contro 3). —s VI_ IL PEDONE PASSATO 1. Definizione ed importanza Si considera passato quel pe- done che non ha pit di fronte a sé pedoni avversari, né sul- la sua stessa colonna né sul- Ie colonne adiacenti, che pos- sano ostacolare la sua miar- cia verso la promozione. N, 58 a @ ei ai y a u aS ‘WY w Li ‘= W A lh Gil Nel diagramma in esame il pedone 65 del Bianco & un pedone passato. E facile vedere che, nono- stante la parita di pedoni, il Nero non dispone di un pedo- ne con gli stessi requisiti. Liimportanza di conseguire un pedone passato durante il 58 — corso della partita @ spiegata dal fatto che tale pedone co- stituira sempre una MINAC- CIA LATENTE, che si mani- festa essenzialmente sotto due profili: POSIZIONALMENTE — obbliga il difendente ad impegnare almeno parte delle sue truppe per im- pedirne la promozione; svolge nel finale un ruolo da primattore poiché, con la semplificazione dei pez- zi, aumentano le possibi- lita di promuoverlo; in centro partita pud es- sere utile per impostare una strategia di cambio on- de sfruttare nel finale il vantaggio che assicura. DINAMICAMENTE — in centro partita, specie se molto avanzato, pud creare da un lato minacce tatti- che di promozione e pud servire d’altro canto come obiettivo di diversione, le- gando i pezzi dell’avversa- rio alla sua sorveglianza e rendendo cosi possibile un attacco in unvaltra zona della scacchiera; —esplica una potenza dina- mica nella possibilita di sacrificarlo (per lo pit spingendolo) per aprire le linee d’attacco ai propri pezzi, 2, Conseguimento di un pedone passato Tl conseguimento di un pedo- ne passato si ottiene solita- mente in tre modi: — Sfruttando una maggioran- za non compromessa di pedoni; — Forzando il cambio di un pezzo la cui ripresa avven- ga con un pedone; —Tramite ricorso a tattici- smi. Soffermiamoci un su questi metodi. momento LA MAGGIORANZA, Specifichiamo subito che per maggioranza non compromes- sa intendiamo quella in cui non sia presente una qualun- que delle figure di pedoni de- boli da noi studiate, Nel diagr. N. 59 abbiamo due maggioranze « sane » di pedo- ni, rispettivamente del Bian- co sull’ala di Donna (rappor- to 2 a 1) e del Nero sull’ala di Re (rapporto 3 a 2). Poi- ché non sono presenti pedoni deboli ambedue i giocatori, GIOCANDO CORRETTAMEN- TE, possono conseguire un pedone passato. a yg Per il Bianco: 1. b4 (e non 1. a4? a5! e con Ja creazione del- Varretrato in b2 un pedone nero ne ferma due bianchi) 2. b5 3. a4 4, a5 5. b6 ece. Per il Nero: 1. .., £5 (aon 1. wy 25? 2, g4! Pid tortuoso: 1. », hS 2, h4 e ora il Nero de- ve ricorrere a ..., {6 € ..., g5 per sbloccare la situazione) 2. h4 g6 (e non 2. .., h6? 3. h5! e il Nero é bloccato) 3, .., hé 4, on, BS 5. ay £4 6... Bh 7. (ES CEe Da questo semplice esempio traiamo la seguente regola: per conseguire un pedone passato da una maggioranza di pedoni @ necessario spinge- re Sempre per primo quel pe- done che non abbia sulla sua stessa colonna pedoni avver- sari. Chiameremo questo pedone, secondo la denominazione di Nimzovic’, il CANDIDATO; candidato, cioé, alla promo- zione. Notiamo infine che tra le due aaa —-%9 maggioranze é la pii sempli- ce (rapporto 2 a 1) che crea nel minor numero di mosse il pedone passato. IL CAMBIO. N, 60 a le a Z GAA We Nella posizione del diagram- ma dopo: 1. Cd5+ A:d5 (evi- dentemente forzata se non si vuole perdere Ja qualita) 2. e:d5, il Bianco consegue un pedone passato in 5, grazie appunto al fatto che il cam- bio del Nero era forzato. Moltissimi sono gli esempi che si potrebbero portare ¢ spesso il pedone passato si forma anche in seguito ad un semplice cambio, non forzato ma di alleggerimento. IL TATTICISMO. Ci limitiamo qui a riportare un tipico tatticismo di soli pedoni; ben inteso, comun- que, che con l'intervento dei pezzi sono svariati i metodi con i quali si pud conseguire 60 — la formazione di un pedone passato, a ef a a “ Le Zi Nella posizione del diagram- ma il Bianco gioca: 1. g6! h: 26 (in caso di I. ..., f:g6 la va- riante si snoda simmetrica- mente a quella riportata) 2. f6! g:f6 3, h6 e il pedone pas- sa. Naturalmente, nel corso di una partita, Ja creazione di un pedone passate con ricor- so a sacrificio di materiale deve essere adottata solo quando il valore del pedone passato compensi il sacrificio. 3. Il blocco Poiché il pedone passato, co- me abbiamo visto, costituisce una minaccia latente posizio- nale e dinamica é necessario, per ridurre questa sua forza offensiva, blocearlo material- mente ponendo un pezzo ad impedirne la spinta. Il pezzo piu adatto ad assol- vere le funzioni di blocco é il Cavallo, spesso pud adope- rarsi anche J’Alfiere mentre la Donna e le Torri non sono buoni bloccatori perché pos- sono essere scalzati dai pezzi leggeri dell'avversario e per- ché poco si adattano, per via della loro potenza, ad espli- care funzioni difensive. Teniamo presente che spes- so la strategia del blocco pud applicarsi non solo al pedo- ne passato ma anche al can- didato; cié che diremo vale quindi anche per questo ca- so. N. 62 a a 2 a Il diagramma ci mostra il blocco del pedone passato d5 ad opera del Cdé6. Viene ora spontaneo porsi la seguente domanda: é@ proprio necessario bloccare un pedo- ne passato impegnando un pezzo, O forse non é@ sufficien- te controllare a distanza la sua casella di spinta? In so- stanza, il blocco non costitui- sce uno spreco d’energia? Rispondiamo, all’unisono con Nimzovic’, che il blocco & ne- cessario e utile per tre mo- tivi: 1°) Il pedone passato pud es- sere spinto e sacrificato per ottenere l'apertura di una colonna e di una dia- gonale e per conseguire lo sgombero di una casella. Questi elementi procurano un potenziamento del rag- gio d’azione dei propri pez- zi. 2°) Il pezzo bloccatore é ripa- rato da un attacco fronta- le (per es. delle Torri) dal- lo stesso pedone passato che viene quindi utilizzato come scudo contro il suo possessore. Non dimentichiamo inal- tre che in una corretta strategia di blocco il pun- to del blocco si trasforma in UN PUNTO DEBOLE DEL NEMICO, cioé in una nostra CASA FORTE, che abbiamo il dovere di occu- pare (notate infatti come nel diagramma la casa d6 sia una casa forte del Ne- ro: inattaccabile da pedo- ni avversari). Ne consegue che il pezzo bloccatore e- sercitera dalla sua posizio- ne una molesta azione di influenza nel campo avver- sario. 3*) Bloccando il pedone pas- sato si trasmette la parali- si alla retroguardia, cioé ai suoi difensori, che tro- veranno la strada sbarrata dallo stesso pedone, Cid — 61 determina un irrigidimen- to della posizione nemica. Diremo, con Nimzovic’, che il pedone passato viene psicologicamente scosso dall’azione del blocco e che questa psicologia dell'im- potenza viene trasmessa a- gli altri pezzi. Questo per- ché la mobilita di un pe- done passato (specie se centrale) costituisce la for- za vitale di tutta la posi- zione e la paralizzazione del medesimo si ripercuo- tera su di essa. 4, Le funzioni del pezzo bloceatore e l’azione congiunta di blocco Liincarico principale del pez- zo bloccatore consiste nel cor- retto blocco del corrisponden- te pedone passato; pertanto egli tende ad immobilizzarsi nella sua posizione, Tuttavia tale staticita @ ricca di ele- menti dinamici in quanto dal- la sua posizione il pezzo bloc- catore sviluppa una notevole attivita. In una corretta stra- tegia di blocco esso infatti as- solve due importanti funzio- ni: 1°} di appoggio per eventuali spinte di pedoni sulle ali dirette a mettere in moto una maggioranza mobile. Questa funzione é ben visi- bile nel caso di un Caval- lo che blocchi un pedone passato centrale. 62 — 2 Nel diagramma N. 62 no- tiamo come il Cd6, control- Jando le case {5 ed e4, fa- ciliti la messa in moto del- la maggioranza mobile dei pedoni neri sull’ala di Re. di elasticita, cosa questa che permette al pezzo bloc- catore di abbandonare il suo posto nei seguenti ca- si: — quando il viaggio intra- preso sia molto promet- tente dal punto di vi- sta tattico e combinati- vO; quando, in vista per es, di un guadagno di ma- teriale, il pezzo blocca- tore sia in grado di rientrare a bloccare il pedone che nel frattem- po potrebbe essere sta- to spinto; nel caso che vi sia un sostituto che rileva il suo posto. Tale sostituto deve essere scelto tra i pezzi che di- fendone il bloccatore e da cié ne consegue che quan- to pit il pezzo bloccatore & difeso da altri pezzi tan- to maggiore sara la sua elasticita, Lelasticita del bloccatore si riduce considerevolmen- te quando il pedone passa- to & molto avanzato men- tre aumenta quando il bloccatore assolve funzio- ni di blecco di un pedone semi-passato, Questi clementi dinamici pre- senti nella strategia del bloc- co sono molto importanti in quanto determinano un prin- cipio di DIFESA ATTIVA. Nel caso invece che i pezzi di blocco abbiano funzioni mera- mente passive, questo gia rac- chiude in sé il germe della sconfitta. L'azione di blocco si pud potenziare collegando al bloccatore nuove forze di- fensive a loro volta ben col- locate. Questo confluire di forze sul punto del blocco (AZIONE CONGIUNTA DI BLOCCO) non é@ uno spreco di energia: la casella di bloc- co é infatti un punto strate- gico molto importante e come tale va difeso piu del neces- sario. Soltanto dopo aver instaurato un blocco perfetto si posso- no cogliere i vantaggi del me- desimo: appoggio ed elastici- ta. Al contrario un bloccatore mal difeso dovra prima o poi battere in ritirata permetten- N, 63 a Zi a do cosf l'avanzata del pedone avversario. Nel diagramma N. 63 vedia- mo il risultato di una cor- retta azione congiunta di bloc- co, qui impiegata per scopi difensivi dato lo svantaggio di materiale in cui si trova il Nero, La Td5 é@ il pezzo bloccatore del pedone passato d4. Suoi difensori sono il Re e il Ca- vallo che concorrono a su- perdifendere la casella di blocco (d5). Le forze del Ne- ro si autodifendono (buona collocazione) e questo fattore impedisce al Bianco di forza- re la posizione. I] blocco, cioe, non si pué smantellare e la partita é patta. 5. La lotta contro il blocco Lobiettivo principale della lotta contro il blocco é@ di scalzare il pezzo bloccatore dalla sua posizione per poter spingere il pedone passato. Si pud cercare di raggiungere tale scopo in diversi modi: 1*)Con un attacco diretto contro il pezzo bloccatore. Nella posizione del diagr. N. 64, dopo 1. Cc5, l’attacco del Bianco contro il pezzo bloc- catore (Ab7) ha |'immediata conseguenza di sgomberare la strada al pedone passato in quanto il pezzo bloccato- re non pud essere difeso e — 63 deve abbandonare il suo po- sto. Il sacrificio dell’Alfiere sul pedone passato sara for- zato e il Bianco vincera facil- mente il finale. Notiamo come I’azione del blocco esercitata dall’Alfiere nero risulti debole perché non ® possibile difenderlo con al- tri pezzi, cosa che avrebbe determinato un rinforzamen- to dell’azione di blocco. Qui si perde dunque perché il blocco non pud essere man- tenuto. 2°) Con un attacco diversivo che obbliga il bloccatore a difendere un altro punto. Nel diagr. N. 65 il Bianco ot- tiene lo sblocco del pedone b6 obbligando 1'Ab7 a difendere un altro punto: 1. Re5! Rg6 (il Nero non pud difendere il pedone £5 coll’Alfiere; se 1. ..., Ac8 2. Ag? e se 1. .., Acd 2. Aa6 e in tutti e due i casi la 64 — et strada del pedone b6 é spia- hata) 2. Ad3! (ora I’Ab7 de- ve intervenire se non si vuol perdere materiale) 2. ..., Ac8 3. A:fS+! e il Bianco vince. 3°) Cambiando il pezzo bloc- catore per indebolire I’a- zione di blocco, N. 66 ee ee Am yy ase, Bae Ao ie am co a _ a8 La a 2 Qui I’Af5 blocca i due pedo- ni bianchi ed impedisce al Re di avanzare in g4. Il Bianca pertanto obbliga il Nero a rimpiazzare questo molesto pezzo con un altro che non sia in grado di assolvere le fun- zioni del blocco: 1, T:f5! T: f5 2. Re# (ecco l’effetto del cambio del pezzo bloccatore: lazione del blocco si é inde- bolita ed & possibile mettere in moto Re e pedoni) 2. .., Tf8 3. g6 Rb5 4. £5 Rc6 5, g? Tg8 6. £6 Rd7 7. RES e il Bian- co vince, Notiamo come lo sblocco del- la situazione sia stato ottenu- to tramite sacrificio di quali- ta. Spesso infatti si ricorre al sacrificio di materiale per in- debolire l’azione di blocco. 4°) Con un attacco combinato sul bloccatore e sui suoi difensori. Le condizioni favorevoli per lo sblocco di una situazione si ottengono spesso concen- trando J’attacco sul pezzo bloccatore e sui suoi difen- sori, N. 67 Oe ee a ae le eae oO 2 ei Pe ae Ee A 8 Be Vediamo come, nell’esempio in esame, il Bianco porti 'at- tacco contro il bloccatore e contro Ja retroguardia: 1. CaS Cd8 (1. ..., Cd6 depo 2. Ah2+ perderebbe il Cavallo) 2. Ah2+ Rf6 (oppure qualunque altra mossa) 3. Ac7! e l'attac- co improvviso sulla retroguar- dia fa crollare la posizione nera. A questi quattro metodi di lotta contro il blocco possia- mo aggiungerne uno puramen- te preventivo che consiste nel- Vimpedire che il pezzo bloc- catore occupi la casa di bloc- co. 6. Tipi particolari di pedone passato -Considereremo tre tipi parti- colari di pedone passato: — il pedone passato distante — il pedone passato difeso — i pedoni passati legati Il pedone passato distante, Si definisce cos{ quel pedone che @ maggiormente decen- trato rispetto agli altri pedo- ni passati presenti nella po- sizione. Il vantaggio di possedere un pedone passato distante si av- verte particolarmente nel fi- nale di partita poiché il di- fendente per bloccarlo dovra decentrare le sue forze, per- mettendo cosi all'attaccante di saccheggiare il centro. — 6 Nella posizione del diagram- ma il Bianco vince facilmen- te grazie al suo pedone pas- sato distante (h2). Il Nero infatti per catturarlo dovra abbandonare il centro, cosa che comportera la caduta dei suoi due pedoni. Vediamo: 1. h4 RE5 2. h5 RgS 3. Ried R:h5 4. RdS5 ece. Come si pud-notare da que- sto esempio il pedone passato distante costituisce un van- taggio facilmente sfruttabile nei finali di soli Re e pedo- ni; quando invece sono pre- senti altre forze sulla scac- chiera é piti facile per il di- fendente cercare di annulla- re il vantaggio. Il pedone passato difeso. Si definisce cosi quel pedone passato che sia difeso da un altro pedone. Anche in que- sto caso é€ molto pi facile sfruttare il vantaggio nel fi- nale di soli Re e pedoni; tut- 66 — tavia, anche nel medio gioco, il fatto che il pedone passato sia difeso lascia una maggio- re liberta di manovra alle for- ze dell’attaccante. N. 69 Nel diagramma in esame il] Bianco possiede un pedone passato difeso (£5), La sua for- za consiste nel fatto che il Re nero non potra mai abban- donare il suo quadrato di pro- mozione. I] Re bianco, libero da simili vincoli, portera l’at- tacco sui pedoni neri con tut- ta calma; 1. a4 (il Bianco apre il fuoco per scomporre la fa- lange nera sull'ala di Donna) 1. .., Re5 2. a:b5 (sarebbe sba- gliata 2. c4 b4! ed anche il Nero otterrebbe un pedone passato difeso col risultato che la partita finirebbe patta poiché i due Re dovrebbero oscillare entro i quadrati di promozione dei pedoni) 2. e:b5 3. c4 bic4+ (forzata, p ché se ora: 3. ..., b4 4, c5 ed uno dei due pedoni bianchi promuove) 4, R:c4, ed ora il processo debilitatorio dei pe- doni neri é@ finito: il pedone superstite verra subito cattu- rato e il Bianco vincera facil- mente il finale. I pedoni passati legati. Poiché un solo pedone passa- to procura al difendente un certo numero di problemi che solo una accurata strategia di blocco puod risolvere, immagi- niamoci quali grattacapi pos- sono dare due pedoni passati legati. Bisogna perd chiarire che es- si sviluppano la loro massi- ma potenza quando sono AP- PAIATI, cioé spinti sulla stes- sa traversa, in quanto impe- discono il realizzarsi di qua- lunque strategia di blocco. Se invece uno dei due é spinto il blocco é possibile e le loro capacita offensive si riducono considerevolmente. Nella manovra di avanzata si trattera quindi di spingere uno dei due pedoni quando il difendente non possa in- staurare un blocco forte, di modo da poter scalzare il pez- zo bloccatore ed appaiarli nuovamente. Nel N. 70 se il Bianco giocas- se: 1. d64+?, seguirebbe 1. ... Rd?! e il Nero imposta il bloc- co perfetto sulle case d7 e c6: gli bastera pendolare coll’Al- fiere sulla diagonale hl-a8 e la partita sara patta. N. 70 nee ae ae i a Oe ee i ome A oe es -e 8 La mossa corretta del Bian- co é: 1. c6! Af3 2, Ad? (prepa- randosi a scalzare il Re nero dalla sua temporanea posizio- ne di blocco) 2. .., Ag2 (non darebbe migliori risultati: 2. » Rbé 3, Rdé Rb5 4, c7 Aga 5. Re7 Rc5 6. dé Re6 7. Afa Ah3 8. Rd8 Rb7 9. d7 e il Bian- co vince) 3. Aa5+ Rc8 4. Rd6 (obiettivo del Bianco é di trasferire il Re in ¢c5 per po- ter appaiare nuovamente i pedoni con d5.d6) 4. ..., Af3 5. Rc5 Ag2 6. dé Ah3 7. Rdé (ini- zia la marcia vincente) 7. «4, Ag4 8. Re5 Ah3 9. Rf6 Ag4 10. Re7 e il Bianco vince. we a. — 67 VILLE CATENE DI PEDONI 1. Definizione. La base e la punta Si ha una catena di pedoni quando due o pit pedoni so- no posti in diagonale, in mo- do tale che il primo sosten- ga il secondo, il secondo so- stenga il terzo e cosi via. N. 71 Z GY Xx NC _ N © Oe > x Be 0 ‘Y to NN \ DN & iG Y 2 ao Nella posizione del diagram- ma sono presenti due catene di pedoni: la catena di pedoni bianca: d4-e5 la catena di pedoni nera: f7- e6-d5, \ Z \ >a \ \\ Me Ciascuna catena di pedoni presenta una BASE, identifi- 68 — cabile nell’unico pedone non difeso (da altri pedoni) del- Ja struttura, e¢ una PUNTA, cioé il pedone pit avanzato della catena. Cosi, nel diagramma, le basi delle rispettive catene sono i pedoni d4 ed £7, le punte i pedoni e5 e ds. Se facciamo giocare al Bian- co il tratto c2-c3, la catena di pedoni bianca sara allora costituita da quattro elemen- ti, la base della catena sara il pedone b2, la punta il pe- done e5, Secondo la zona della scac- chiera in cui viene a formar: si una catena di pedoni, po- tremo parlare di catene CEN- TRALI o LATERALI. 2. Liidea di formazione della catena di pedoni centrale Nel II Capitolo abbiamo vi- sto che le strutture dei pe- doni delimitano lo -spazio a disposizione dei contendenti. Ora, se nel diagramma N. 71 inseriamo tutti i pezzi nella loro casa di partenza, otterre- mo la posizione della varian- te Paulsen-Nimzovic’ della di- fesa francese, determinata dai tratti: 1. e4 e6 2. d4 d5 3. 2. Qual é dunque la ragione che spinge il Bianco a formare, con la sua terza mossa, la ca- tena di pedoni centrali d4-e5? La ragione @ di duplice ordi- ne: 1°) Risolvere, impiantan- do il centro bloccato, la ten- sione centrale e4—d5 deter- minata dal 2° tratto del Nero 2) Ottenere vantaggio di spa- zio al centro e sull’ala di Re, coll'intento di servirsene co- me base per Je future opera- zioni di attacco. Ecco dunque l'idea di forma- zione della catena centrale, i- dea che possiamo visualizzare immaginando che una catena di pedoni centrale ci indichi, come una freccia, l’ala sulla quale dobbiamo attaccare. N; 72 = BOG BONGO fee @ Chi, essendo diretto in una localita e trovandosi di fron- te ad un cartello segnaletico che gli indichi la direzione da seguire, sceglierebbe la dire- zione contraria? N. 73 Yo ay aZ Nel diagramma N. 73 possia- mo osservare che le catene di pedoni centrali del Bianco so- no due: e4-d5 e c4-d5. Non dobbiamo comunque avere dubbi sulla direzione da se- guire se ci ricordiamo che il pedone d5 da vantaggio di spazio al Bianco al centro e sull’ALA DI DONNA, poiché un pedone centrale avanzato non delimita soltanto lo spa- zio a disposizione dell’attac- cante ma restringe quello del difendente, irrigidendo la struttura dei pedoni dell’ala compressa. Cosi, nel diagramma in esa- me, se il Nero spingesse il pedone «c», dopo la presa d:c6, il pedone d6 rimarreb- be pseudo arretrato; se inve- ce spingesse il pedone «b », la casa c6 risulterebbe debo- le e fissata, — 69 3. L’attacco contro la catena di pedoni. Il punto di rottura L’attacco su di una catena di pedoni viene portato solita- mente per conseguire uno dei seguenti obiettivi strategici: 1°) Distruggere il centro e lo spazio 2°) Indebolire i pedoni della catena 3°) Conseguire una colonna Vapertura di Secondo l’obiettivo strategico che si vuole ottenere @ neces- sario identificare nella cate- na un PUNTO DI ROTTURA, da attaccare con un proprio pedone. Vediamo distintamente i vari casi. 1°) Lattacco per il centro e per lo spazio, N. 74 Gia conosciamo l’idea di for- mazione della catena di pe. doni_ bianca rappresentata sul diagramma (1. e4 e6 2. d4 d5 3. €5). Poniamoci ora dal punto di vista del Nero ed identifichia- mo, facendo una considerazio- ne un po’ pignola, il pedone a4 come il centro e il pedo- ne e5 come lo spazio. Il nostro obiettivo @ di far saltare la catena di pedoni bianca per distruggere il cen- tro ed annullare il vantaggio di spazio del nostro avversa- rio, Sappiamo che, in fase di aper- tura, la lotta per il centro é il motivo strategico dominan- te di una partita per cui, in primo luogo, decidiamo di at- taccare il centro (d4). Ecco identificato, in base al- lobiettivo strategico che ci siamo prefissi, il punto di rot tura nella catena di pedoni bianca: il pedone d4, Liattacco sul pedone e5 (cioé la lotta per Jo spazio) avver- ra in un secondo tempo poi- ché in apertura é la lotta per il centro che deve ispirare le nostre mosse. Giochiamo pertanto 3. ... c5 (cfr. diagramma N. 75), mi- nacciando di rompere la ca- tena bianca con 4. ... c:d4. Se ora 4. d:c5 la catena di pe- doni si sfalderebbe e Ja rea lizzazione del nostro piano diverrebbe piti agevole: 4. ... Cc6 5. Cf3 (se 5. £4 A:c5 e la debolezza della diagonale gl- a7 sarebbe appariscente) 5. .. A:cS 6. Ad3 £6! realizzando la N. 76 SY iP > =e ye x N S \ seconda fase dell’attacco sul- ja catena: la lotta per lo spa- io. Per impedire la rottura del- la catena il Bianco deve per- tanto difendere il pedone d4 CON UN ALTRO PEDONE, giocando 4. c3, In questo ca- so allora, nel proseguimento della partita, quando il Nero efettuera il cambio ... c:d4, conseguira l’apertura della co- lonna «c» e creera nella struttura del Bianco un pedo- ne arretrato (d4) che, pur se posto su colonna chiusa, pud costituire un buon obiettivo di attacco (Db6/Cc6/Cf5). Il Nero manterra inoltre sem- pre la possibilita di minare lo spazio del Bianco riservandosi di giocare £7-{6 al momento opportuno, 2)Lattacco per creare dei pedoni deboli. Nel diagramma N. 76 so- no presenti due catene di pe- Heese ala a 8 ane YisJ, y XY Ny 7 Yy y “ee A Mf WAR eo oe 6 doni: la catena bianca £2-e3- d4 e quella nera b7-c6-d5. Supponiamo ora che il Bian- co decidesse di attaccare la catena nera allo scopo di im- padronirsi del centro. Egli do- vrebbe allora identificare il punto di rottura nel pedone d5 e precedere all’attacco con le spinte £3 ed e4. Giunti a questo punto se il Nero rimanesse fermo allora il Bianco potrebbe seguire con e4-e5, conquistando van- taggio di spazio e ponendo le basi per un attacco sull’ala di Re. Se invece il Nero ef- fettuasse il cambio ... die4, dopo f:e4 il Bianco avrebbe effettivamente conquistato il centro, tuttavia i suoi pedoni centrali rimarrebbero sospe- si (cfr. il IV Capitolo). Bisogna inoltre considerare che il Nero potrebbe opporsi a questo piano cercando di impedire la spinta in e4, stra- tegia che potrebbe anche ave- re successo poiché egli ha 2 Y —-7 la possibilita di premere coi pezzi pesanti sulla colonna «e» semi aperta e di giocare £7-£5. Questo piano dunque non sod- disfa il Bianco, Tornando ora alla posizione del diagr. N. 76 osserviamo come i pedoni.neri dell’ala di Donna soffrano di una certa rigidita: la spinta del pedo- ne «a» indebolirebbe la ca- sa b6, quella del pedone « b » creerebbe c6 pseudo arretra- to e il pedone «ec» & inamo- vibile, In base a questa considera- zione il corretto piano del Bianco consiste nell’approfit- tare della rigidita dei pedoni neri per attaccare la catena di pedoni nel punto di rottu- ra c6, con la spinta del pe- done b2 fino in b5 (eventual- mente appoggiata da a2-a4). N. 77 Z Li. Li L'idea di questo attacco é di indebolire la struttura nera dell’'ala di Donna: se infatti il Nero continuasse con ... c: R- bS dopo a:b5 il Bianco po- trebbe far pressione sul pe- done a7 e sulla colonna «c» aperta; se invece il Nero ri- manesse fermo, allora con b: c6 b:c6 il Bianco creerebbe nella catena nera un pedone arretrato posto su colonna a- perta (c6). Questo & il cosi detto attacco di minoranza poiché due pedoni (a e b in questo caso), approfittando dell’immobilita dei loro ay- versari, ne attaccano tre (a, b, c). Per eseguire correttamente questo piano di gioco il Bian- co deve sin dall’inizio oceu- pare la colonna «c» semi a- perta: quando infatti perver- ra alla spinta b4-b5 Ja Tcl sa- ra gia pronta per la penetra. zione nel campo avversario 0: per l’attacco sulla debolezza 6, secondo che il Nero pren- da in b5 oppure no. Identifichiamo quindi un ter- zo caso in cui si impone l’oc- cupazione di una colonna se- mi aperta: quando si inten. da portare un attacco contro una catena di pedoni allo sco- po di creare dei pedoni de- boli (o di aprire una colon. na). Tornando un momento alla posizione del diagramma N. 76 possiamo Osservare come an: che il Nero, da un punto di vista puramente teorico, po- trebbe effettuare a sua volta l'attacco di minoranza_spin- gendo f5, g5 ed £4, coll’inten- to di creare il pedone e3 ar retrato. Tl fatto che, nella pratica, questa manovra non venga quasi mai giocata (salvo po- Sizioni eccezionali) ha una ra- gione specifica: in posizioni di questo tipo solitamente il Ne- To arrocca corto per cui l’e- secuzione della manovra so- pracitata scoprirebbe eccessi- vamente la posizione del suo Re. 3) L'attacco per lapertura di una colonna. ‘a 2B Nella posizione del diagram- ma osserviamo due catene di pedoni: quella bianca c3-d4-e5 e quella nera £7-e6-d5. Nella struttura di pedoni del Bian- co é inoltre presente un pe- done doppiato sulla linea « c » posto su colonna chiusa. Poiché sappiamo che un pe- done € maggiormente debole se posto su colonna aperta identifichiamo subito il cor- tetto piano strategico del Ne- to: spingere in c5 per far se- guire ... c:d4 dopodiché la de- bolezza del Bianco sara il pe- done c2, arretrato, fissato ¢ posto su colonna aperta. L’attacco sulla catena di pe- doni bianca (con c7-c5) viene quindi portato allo scopo di aprire una colonna sulla qua- le si trova un pedone debole. Dal punto di vista del Bianco il vantaggio di spazio e la ca- tena di pedoni indicano chia- ramente I’ala sulla quale egli deve attaccare. Un corretto piano strategico potrebbe consistere proprio nell’attacco sulla catena di pe- doni nera con le spinte £2-£4-f5 e, se a questo punto il Nero cambia ... e:f5, il Bianco ot- tiene lo sfaldamento della ca- tena nera e l’attacco diretto dei pezzi pesanti contro il pe- done £7; se invece il Nero sta fermo allora il Bianco pud fa- re «cuneo» con f5-f6 oppure cambiare f:e6 conseguendo T'apertura della colonna «f» e creando nella struttura ne- ra un pedone arretrato po- sto su colonna chiusa (e6). 4. Catene di pedoni bloccate e mobili. La fissazione del punto di rottura Possiamo distinguere catene di pedoni bloccate e mobili secondo la possibilita che han- no i singoli pedoni della ca- tena di essere ancora spinti. Poiché, come abbiamo gia detto una volta a proposito -B dei pedoni deboli, é piti facile sparare ad un bersaglio fer- mo che non ad uno in movi- mento, nel condurre un attac- co contro una catena mobile sara necessario prima effet- tuare la fissazione del punto di rottura. Nel diagramma in esame con- statiamo la differenza esisten- te tra le due catene di pedo- ni bianche: la catena centra- le e4-d5 @ bloccata, quella la- terale h3-g4, poiché i suoi ele- menti mantengono Ia possibi- lita di essere spinti, & mobi- le. Se il Nero decidesse di attac- care alla punta Ia catena cen- trale potrebbe giocare diret- tamente 1. ... ¢6 poiché il pun- to di rottura (il pedone d5) é bloccato dalla presenza del pedone nero d6. Supponiamo invece che il Ne- ro voglia attaccare la catena laterale h3-g4 con ... h5S allo scopo, per es., di aprire la co- lonna «h». Dopo 1. ... h5 il 1 Bianco, grazie alla mobilita dei pedoni della catena, pud replicare con 2. g5 evitando la realizzazione del piano del Nero. Lobiettivo del Nero non vie- ne dunque conseguito a cau- sa della MOBILITA DEL PUNTO DI ROTTURA. Com. prendiamo quindi la necessi- ta di FISSARE il punto di rottura prima di procedere all’attacco su di esso. Nel caso del diagramma N. 79 il Nero pud ottenere la fissa- zione del pedone g4 control- Jando oppure occupando la ca: sella g5. L’esecuzione corret- ta del piano strategico di at- tacco sulla catena laterale portato allo scopo di aprire Ja colonna «h» prevede dun- que il tratto preparatorio di fissazione 1 f6 oppure 1. .. g9; tale fissazione permettera di rompere la catena con 2, .. h5. Va ancora ricordato che, in presenza di pezzi, la fissa- zione del pedone g4 pud esse- re effettuata controllando op- pure occupando la casa g5 con un pezzo, 5. Il sacrificio sulla catena di pedoni Bisogna tener presente che si puo ottenere I’obiettivo di di- struggere una catena di pe- doni anche tramite un sacri- ficio di materiale. In conseguenza di un simile sacrificio solitamente 1'equi- librio materiale viene altera- to di poco: chi ha sacrificato si trovera ad avere, per es., due pedoni per un pezzo op- pure un pedone per la qua- lita, cio& uno svantaggio di materiale minimo che pud ben valere gli obiettivi stra- tegici perseguiti col sacrificio. Riporteremo due classici e- sempi di sacrificio su una ca- tena di pedoni effettuato al- lo scopo di ottenere uno dei seguenti obiettivi: 1°) distruggere il centro e lo spazio 2) liberare un pedone passa- to 1°) Il sacrificio per distrugge- re il centro e lo spazio. N. 80 7. a A P| Aa” 28 werge Giocando col Nero ottenni in una partita la posizione ripor- tata sul diagramma. Giudicavo che, dato il carat- tere chiuso della posizione, non esistessero pericoli imme- diati e pensavo di poter effet- tuare con calma i cambi di pezzi che la mia posizione, ri- stretta al centro e sull’ala di Re, richiedeva. Questo fu il mio errore poi- ché quando il mio avversario giocd qui 1. Ce3 non mi accor- si neppure che questa mossa, oltre all’Af5, attaccava il pun- to c4. Giocai cosf 1... Ae4? coll'intenzione di cambiare quest’Alfiere con il Cf3 e dan- do in realta modo al Bian- co di concentrare ancor me- glio le sue batterie sul pedo- ne c4, 2. Cd2! Ag6 la posizio- ne dell’Ae4 non era sosteni- bile con 2. ... £5 perché dopo 3. C:e4 f:e4 4, £5 il Bianco ot- tiene un netto vantaggia. 3. Cd:c4! il classico fulmine a ciel sereno: il Bianco sacrifi- ca un Cavallo per due pedo- ni e consegue lo scopo di di- sgregare la catena nera, cioé il centro e. lo spazio. Se non voglio perdere un pedone sen- za alcun compenso non mi ri- mane altra strada che spera- re che il mio avversario non riesca a sfruttare l'iniziativa che ottiene con questo sacri- ficio, 3. ... dic4 4, Azc4 ora la minaccia pitt appariscente del Bianco é 5. f5, con l’idea di forchetta in e6. 4. .. Ca5. For- se questa non é la mossa mi- gliore, tuttavia non mi andava di chiudermi in una difesa passiva con 4. ... Cfd8. Spera- vo inoltre che il Bianco conti- nuasse con 5. f5, su cui ave- vo preparato il seguito: 5. ... C:c4 6. f:g6 Cfze5! 7. d:e5 D: dl 8. Ta:d1 C:e5 9, g:h7 T: h7, con posizione un po’ di- -5 sordinata ma sostenibile. Ma il mio avversario aveva in serbo altre sorprese. 5, A:e6! terminando l’opera di distru- zione della catena. 5... Die6 6. Da4+ e se ora 6. ... Cc6 dopo 7. d5 il Bianco, pur con due pezzi di meno, tiene in pugno la situazione. 6. ... Deb 7. Dia5 ora il Bianco ha tre pedoni per un pezzo, ha cioé riequilibrato il materiale; le forze del Nero. inoltre sono disorganizzate e mal disposte. 7. .. b6 ancora una volta é difficile stabilire quale sia la difesa migliore: senza perder- ci nell’analisi delle molteplici varianti possibili bastera co- munque stabilire che il Bian- co ha raggiunto il suo scopo: la parita materiale e la di- struzione del centro del Ne- ro. Ora la falange di pedoni bianchi @ difficilmente arre- stabile: il Nero si trova co- munque a mal partito. Il se- guito della partita é pertanto un esempio di come concre- tizzare questo vantaggio. 8. Dd5 D:d5 9. C:d5 Ad8 10, e: £6 g:f6 11. £5 con questo se- guito di mosse il Bianco in- tende sfruttare la cattiva di- sposizione dei pezzi neri. 11. » AhS 12. Cf4 Ag4. 13. Ce6 Cd6 14, h3 Ah5? pressato dal tempo mi resi conto troppo tardi della banale svista che avevo commesso (segue 15. Cg7+) e a questo punto ab- bandonai senza aspettare la risposta del mio avversario. Avrebbe offerto piti resistenza il seguito: 14. .. Ae2 ma do- po 15. Tfel Ac4 (non é possi- 16 — bile: 15... AbS 16. Cc7+ Rd? 17. C:a8 Ac6 18. C:b6 A:b6 19. d5! ecc.) 16, Cc7+, sareb- be pur sempre stata una que- stione di tempo. 2) Il sacrificio per liberare un pedone passato. N, 81 a i ae A y G4 oa © BA cr i Y a Durante una partita conseguii col Bianco la posizione qui il- lustrata. Per dare maggiore impulso al mio attacco sul Vala di Donna architettai_ un piano di disgregazione della catena di pedoni nera basato sul sacrificio del Cavallo in d6. Giocai pertanto 1. Daa! concentrando le forze sul pun- to del sacrificio. 1. .. gd 2. Ch4 T£7 mossa preventiva in vista della minaccia tattica; 3, C:d6 cidé 4. A:d6 che avreb- be recuperato materiale. 3, C:d6! eseguii ugualmente il sacrificio poiché non perse- guivo solamente degli obiet- tivi tattici ma anche strate. gici. 3... c:d6 4. A:d6 attac- cando il Ce7 ora trovo il tem- a im po per realizzare la vera idea ispiratrice del sacrificio. 4, AI6 5. Aed4 per rendere pitt aggressiva la posizione dell'Al- fiere. 5. ... Rg7 6. c5! la chiave della combinazione: il Bian- co minaccia di recuperare il pezzo con 7. c:b6 D:b6 8. A: e7. Pertanto il Nero deve prendere in cS concedendo al Bianco il pedone b5 passato che decidera la partita. 6. .. f:g3 7. Ihig3 b:c5 8 A:c5 ora non é possibile blaccare il pe- done 65: la posizione del Ne- ro @ disperata. Pressato dal tempo il mio avversario acce- lerd la sconfitta: 8. ... Ad7? 9. Ta8 Dc7 10. b6 e il Nero si accorse di aver perso la Don- na e poche mosse dopo ab- bandond, -7 VU L'INDEBOLIMENTO DELL'ARROCCO 1. Diversi tipi di arrocco Liindebolimento — dell’arrocco costituisce un tema strategico in quanto I'attacco contro il Re rappresenta un vero e pro- prio obiettivo, al pari di quel- li da noi considerati nei pre- cedenti capitoli, Prendiamo ora in esame i principali tipi di arrocco. Arrocco senza fianchetto e ar- roceo con fianchetto. N. 82 tf gee ie ka ue "i ge en Wee ee RS 2 EE La struttura di arrocco con o senza fianchetto pud verificar- si naturalmente anche in ca- so di arrocco Iungo. La principale differenza tra Ze a 18 — i due tipi di arrocco rappre- sentati sul diagramma @, evi- dentemente, la maggior forti- ficazione del Re bianco che viene difeso anche dall'Ag2 oltre che dal naturale scudo fornito dai tre pedoni dell'ar- rocco. Con questo non vogliamo di- re che sia preferibile applica- re una soluzione di arrocco con fianchetto, ci limitiamo semplicemente a constatare la differenza esistente fra que- sti due tipi di arrocco. Arrocchi omogenei ¢ arrocchi eterogenei. | a = a rar a ue y Ca oo Ve, 7 7te Abbiamo gli arrocchi omoge- nei quando tutti e due i gio- catori arroccano sulla stessa ala, Possiamo cosi avere arrocchi corti omogenei, oppure arroc- chi lunghi omogenei, in tutte Je loro possibili strutture con © senza fianchetto. Nel caso di arrocchi omoge- nei, in linea di massima, tutti e due i giocatori conserveran- no una maggior mobilita dei pedoni posti sull’ala contraria a quella dell’arrocco, Cosi, nel diagramma N, 83, sia il Bianco che il Nero, essen- do arroceati sull’ala di Re, di- sporranno di una maggior mobilita dei pedoni dell’ala di Donna. Sono eterogenei gli arrocchi effettuati dai due giocatori su ali contrapposte. Anche in questo caso posso- no essere presenti tutte le possibili strutture con o sen- za fianchetto, Per quanto riguarda la mo- bilita dei pedoni é ovvio che i due avversari disporranno della mobilita dei pedoni del- le ali contrarie, condizione i- deale per scagliarsi recipro- camente I'attacco sul Re. Si delinea dunque, in caso di arrocchi eterogenei, una par- tita di attacco e contrattacco. 2. L’indebolimento dell’arroceo Lo scudo protettive fornito dai tre pedoni dell’arrocco (con fianchetto oppure senza) costituisce la principale di- fesa del proprio Re, Quando questo scudo subisce un‘alterazione della sua strut- tura originaria (per es.: dop- Piatura, cambio oppure spin- ta di uno dei tre pedoni del- T'arrocco) identifichiamo un INDEBOLIMENTO DELL’AR- ROCCO, poiché la posizione del Re diventa pit vulnerabi- le, Prendiamo, per es., in consi- derazione la spinta (di uno o di due passi) di uno dei tre pedoni dell’arrocco, che costi- tuisce il motivo pitt comune di indebolimento. Tale spinta infatti procura un indebolimento delle caselle che erano controllate dal pe- done e rende piu rapido un e- ventuale attacco di pedoni del- Vavversario contro Ja struttu- ra dei pedoni dell’arrocco. Cosf, nel diagr. N. 85, la spin- ta h2-h4 indebolisce la casa g3 e favorisce il piano del Ne- ro diretto a rompere, con i suoi pedoni «hx», «g» ed aol. N. 85 N. 86 | a i a 7 7 “eee eee ee WS ~“ “ere «f », la conformazione dell’ar- rocco bianco. Il Nero infatti pud considera- re il pedone h4 come un PUN- TO DI ROTTURA, lo fissera pertanto con 1. ... hS prepa- rando poi, coll’appoggio dei pezzi, la spinta .. g5 che pud avere come immediato o- biettivo l’apertura della co- Jonna «g», Il piano del Nero é comunque estremamente facilitato dalla spinta del pedone «h»: se ta- le pedone si fosse trovato in h2 i pedoni neri avrebbero do- vuto percorrere una strada ben pitt lunga per attaccare lV'arrocco bianco. Facciamo rilevare che,’ in ca- so di arrocco con fianchetto, V'indebolimento —_ dell’arrocco pud essere costituito dal cam- bio dell’Alfiere di fianchetto: il Re si trovera cosi arrocca- to con il pedone «g» spinto, cosa questa che determina un grave indebolimento delle ca- se £3 ed h3 (cfr. diagr. N. 86). 80 — WS Ww nie | Ww s \N a eae Riferendoci alla posizione del diagr. N. 87 possiamo dire che, in assoluto, dei tre pedo- ni dell’arrocco @ il pedone «f» quello che conserva la maggior mobilita poiché la sua spinta pud costituire una manovra di attacco diretta, per es., ad aprire la colonna «f» sulla quale il Bianco ha collocata la Tf1. Inoltre 1'in- debolimento della diagonale gl-a7, determinato dalla spin- ta del pedone «f», € in un certo qual modo ovviabile con la mossa preventiva Rh1 che toglie il Re dalla piu e- sposta posizione in gl. Avvisiamo comungue il letto- re che, come vedremo nel prossimo capitolo, la mobili- ta dei pedoni dell’arrocco é direttamente collegata con la configurazione dei pedoni cen- trali. Per ora limitiamoci a constatare che, in assoluto, la spinta di uno dei tre pedoni dell’arrocco ne procura un indebolimento. 3. Modi per indebolire Tarrocco Llobiettivo dell’attaccante sa- ra pertanto di obbligare in qualche modo il difendente a scomporre la formazione dei pedoni dell’arrocco per poter portare con maggiore effica- cia l’attacco contro l'arrocco indebolito. Normalmente —_quest’effetto viene ottenuto con uno dei seguenti sistemi: 1°) La minac- cia 2°?) La manovra 3°) Il sa- crificio. 1°) La minaccia, In una partita raggiunsi col Bianco la posizione riportata sul diagr. N. 88. Il motivo di indebolimento dell’arrocco tramite la minaccia si pre- sentera in un secondo tempo. Consideriamo per ora il se- guito da me scelto che, tra- Zz re mite il sacrificio di un pedo- ne, mi porta al completo con- trollo della casa debole dé. 1, e5! Cg4 in questo modo il mio avversario si impegna ad accettare il sacrificio di pedo- ne. Contro qualunque altra mossa di Cavallo la mia posi- zione sull'ala di Re sarebbe stata molto promettente, con- siderato il vantaggio di spa- zio che mi avrebbe procura- to la spinta in e5, Le mosse seguenti hanno un carattere praticamente forzato. 2. De2 Dc7 3. Tel Ac5 4, Ce4 Cg:e5 5. Cie5 Die5 6. Af4 Df5 l’unica poiché non @ possibile 6. .. D:b2 per 7. C:c5 C:c5 8. Ad6 ecc. Risulta sbagliata anche . .. Dd4 per 7. c3 Dad 8. C: c5 C:c5 9. Ad6 ecc. La Don- na nera non pud mai portarsi in d5 per via di Cf6+. 7. Tad1 il Bianco concentra l’azione dei pezzi sulla casa d6 e mi- naccia 8. C:c5 C:c5 9. Ad6 Te8 (non é possibile 9. ... Td8 per 10. A:c5) 10. g4 Dg5 11. f4 e guadagna il Cc5. 7. ... Ae7 — 81 8. Ad6 Te8 ancora un tratto forzato perché su 8. ... A:d6 9. C:d6 il Bianco guadagna il Cd7 dopo il cambio in c8. 9, g4! Da5 non soffermiamoci sulle altre possibilita del Ne- ro (9. ... Dg6 o 9. ... Db5), che pure non appaiono migliori, per raggiungere la posizione che ci interessa dal punto di vista dell’indebolimento del- Yarrocco. 10. b4 Db6 anche qui 10. .. D:a2 porta soltan- to fuori gioco la Donna. 11. Dd3 A:d6 12. C:d6 Te7 mossa forzata poiché a 12. ... T£8 se- guirebbe 13, C:c8 e poi 14. .D: d7, invece contro 12. ... Td& é sufficiente 13. Df3 e il Nero non pud difendere il pedone £7 né spingendolo (cade il pe- done e6) né con 13. ... Cf6 per 14. g5, né con 13. .. Tf8 per 14. C:c8 e cade il Cd7. N. 89 Ea Ae aE a we) aa Baa ee We UAW mL a tA Eas oO” i” O28 6 Raggiungiamo cosi la posizio- ne che ci interessa: il Bianco, in cambio di un pedone, ha conseguito Vobiettivo dell’oc- & 82 — cupazione della casa debole dé. Ora cerca di forzare l’indebo- limento dell’arrocco nero tra- mite una minaccia, 13. Cf5 Te8 14. Dc3! £6? l’indebolimen- to dell’arrocco sara fatale al Nero. Non si poteva parare la minaccia di matto in g7 con 14. ... Cf6 perché sarebbe seguito 15. C:g7 R:g? 16. 25 e le complicazioni che seguo- no sono favorevoli al Bianco. La risposta piu precisa era 14... e5 contro la quale il Bianco avrebbe continuato la pressione con 15. Td3 0 con 15. g5; la posizione del Nero sarebbe stata sempre diffici- le, tuttavia, non presentando debolezze sull’ala di Re, sa- rebbero state maggiori le pos- sibilita di difesa. Citiamo le parole da noi scrit- te poco prima: «La spinta di uno dei tre pedoni dell’arroc- co procura un indebolimento delle caselle che erano con- trollate dal pedone (e6 e g6 nel nostro caso) e rende pit rapido un eventuale attacco di pedoni dell’avversario con- tro la struttura dei pedoni dell’arrocco », Tale spinta pra- ticamente AVVICINA L’O- BIETTIVO DI ROTTURA: nella partita in esame l'obiet- tivo di attacco del Bianco (i pedoni dell’arrocco nero) era situato sulla 7° traversa, ora invece esso viene avvicinato sulla 6". Quando il bersaglio 7& pitt vicino é@ pit facile col- pirlo. 15. g5!! questa & la mossa che

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